tag:blogger.com,1999:blog-23405893086228672342024-03-01T07:11:58.860-08:00StoriaLa Storia è un ampio fiume che scorre nel tempo di cui la maggior parte degli affluenti ci restano oscuriandrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.comBlogger97125tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-48636681753103337032022-02-22T09:53:00.219-08:002023-12-28T01:17:41.448-08:00Romani e Germani - I - Dall'antichità al limes degli Agri Decumates nella Germania romanizzata <p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"></span></span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEguJihz0tG_FARiqN_FpVPwvlHJ7lDzcLuI9pa6zpmn1klBi4gaY6PZhOT0aqSTq_5_4GMOjOSVyPlSzxbDJ8Qw7vaQj2Lnv0EUTPu00Q2ug5oVSqNXAPJPSkN0VUW8fR69RSYhoLYruMhGVXYaZVBkR5aA261GTJk9x9xxIobPsa_JFVvNAMMaLu1kRw=s696" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="403" data-original-width="696" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEguJihz0tG_FARiqN_FpVPwvlHJ7lDzcLuI9pa6zpmn1klBi4gaY6PZhOT0aqSTq_5_4GMOjOSVyPlSzxbDJ8Qw7vaQj2Lnv0EUTPu00Q2ug5oVSqNXAPJPSkN0VUW8fR69RSYhoLYruMhGVXYaZVBkR5aA261GTJk9x9xxIobPsa_JFVvNAMMaLu1kRw=s320" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In rosso il <i>limes</i> fra Rhein (Reno) e Donau (Danubio)<br />degli Agri Decumates nel 259, che separava l'impero<br />romano dal resto della Germania, in una mappa<br />dell'era contemporanea.</td></tr></tbody></table><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">"</span></span><i><b>Limes</b></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">"</span></span>
(al plurale <i>limites</i>) è un termine latino attinto
dall'aruspicina, l'arte divinatoria fondata sull'osservazione delle
viscere delle vittime, propria degli aruspici fra i Romani. Lo si trova
infatti connesso con le pratiche rituali e le operazioni relative
alla <i>limitatio</i> del mondo, del cielo, degli organi interni di
animali e delle terre. Dal significato originario di "sentiero
di confine", nell'età di Augusto il "<i>limes</i>"
indicava le strade che si spingevano all'interno di territori di
recente conquista o ancora da conquistare, come nel caso del <i>limes</i>
germanico augusteo (nell'occupazione romana della Germania con
Augusto imperatore), che correva lungo le rive del fiume Lippe,
presidiato da numerosi forti ausiliari e fortezze legionarie, nella
costituenda provincia romana di Germania. Alla fine del I secolo
d.C., (con Frontino e Tacito) il termine "<i>limes</i>" è
passato a designare una <b>linea</b> stradale <b>militarizzata</b>,
con fortificazioni, lungo la <b>frontiera</b><span style="font-weight: normal;">
</span>che segnava il confine dell'Impero romano.<div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9ItsCCPcNIMA0INlrNUykyqf8DnG_UMgh4iLAQgWrLZgi65ZCK7f6XGysB_tyfEoG5PAeSno7hsO6FpvPGvG19P-tc4iyNG7T-qC9HjSwnt1K3qrsxSqm0vPCmdviA6mP0gzKiUj0jEEZjQm4I-0DjwBjbcQ254xGtFM4ex924RSf2HO_jYmk1Eboug/s905/Fiume%20lippe.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><span style="text-align: left;"><div style="text-align: left;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnC3MTpRIZhf9zvw1XQj2e32MuQyOtuBOLdsPwFZ6OEHMbgwUzC5IoJtAR7jIxAv5jB_U3bfTykWmKQEmeg55vxtlWXbwdtMp7MP0OzVbm4J6YdQh9S9aB_N_HYpbkyjPmZcbjQIbPNOOBTfltOnpnogFBU_kYUPmr9UHz0XablGKEVrH5NijBd8fLzQ/s905/Fiume%20lippe.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="905" data-original-width="640" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnC3MTpRIZhf9zvw1XQj2e32MuQyOtuBOLdsPwFZ6OEHMbgwUzC5IoJtAR7jIxAv5jB_U3bfTykWmKQEmeg55vxtlWXbwdtMp7MP0OzVbm4J6YdQh9S9aB_N_HYpbkyjPmZcbjQIbPNOOBTfltOnpnogFBU_kYUPmr9UHz0XablGKEVrH5NijBd8fLzQ/w141-h200/Fiume%20lippe.png" width="141" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il fiume Lippe nell'ovale<br />rosso, immagine presa<br />da <a href="https://www.wikiwand.com/it/Reno" target="_blank">https://www.wiki<br />wand.com/it/Reno</a></td></tr></tbody></table>Il fiume <b>Lippe</b> (Lupia in latino)
è un fiume della Germania, dell'omonimo ex stato tedesco,
affluente del Reno e della lunghezza di 255 km. La sua
sorgente è situata nella foresta di Teutoburgo vicino
a Paderborn; nel suo percorso attraverso la regione della
Ruhr, costeggia la città di Lippstadt e confluisce nel
Reno in prossimità di Wesel. Attualmente, a causa degli
scarichi industriali della zona, soffre di un inquinamento molto
alto e sono allo studio soluzione per la protezione della fauna e
della flora acquatica. Il distretto di Lippe, unendosi con
la Vestfalia, ha contribuito con il suo territorio a formare
l'attuale Land della <b>Renania</b>
Settentrionale-<b>Vestfalia</b>.</div></span></div><div><p style="margin-bottom: 0cm;">Da
<a href="https://www.wikiwand.com/it/Limes_germanico-retico" target="_blank">https://www.wikiwand.com/it/Limes_germanico-retico</a>:
Il <i><b>limes</b></i> <b>germanico</b>-<b>retico</b> è un insieme
di fortificazioni di confine, forti e fortini ausiliari (<i>castella</i>),
torri o postazioni di guardia (<i>turres</i> o <i>stationes</i>),
mura o palizzate ed un vallo, fatti erigere dagli imperatori romani a
protezione dei confini delle province della Germania superiore e
della Rezia, che inseriva tra i fiumi Reno e Danubio i territori dei cosiddetti <b>Agri</b> <b>decumates</b>. Il <i>limes</i> germanico-retico si estendeva, fra i fiumi Reno e Danubio, a nord da Rheinbrohl, vicino a Neuwied,
congiungendosi a Kelheim dopo ben 548 km di strade affiancate da fortificazioni,
torrette di avvistamento, fossati, <i>agger</i> (argini, terrapieni,
bastioni, ripari, baluardi, rive, ammassi o accumuli) e palizzate.
Lungo il suo percorso, divenuto <b>patrimonio</b> dell'<b>umanità</b>
sotto il patrocinio dell'<b>UNESCO</b>, si trovano gli importanti
siti archeologici, con i relativi musei, di Aalen, Saalburg e
Weißenburg in Bayern, nei quali sono stati fedelmente riprodotti i
sistemi di fortificazione costruiti sia dai Romani stessi che da loro truppe
ausiliarie, <i>auxilia</i> o <span><span>"numeri"</span></span>.
Il 15 luglio del 2005 il limes germanico-retico è stato incluso
dall'UNESCO nella lista dei Patrimoni dell'umanità, unendosi al
Vallo di Adriano situato tra Scozia e Inghilterra (iscritto nel
1987). Nel 2008 a questa coppia si è aggiunto il Vallo Antonino, in
Scozia.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">I <b>confini</b> dell'impero romano erano generalmente costituiti da difese <b>naturali</b>, come i mari o barriere paesaggistiche del territorio che dividessero il mondo romano dagli stranieri, come fiumi (Reno, Danubio ed Eufrate), monti (il gruppo del Taunus in Germania, la catena dei Carpazi in Dacia e dell'Atlante in Mauretania) o deserti (come in Egitto, Arabia e Siria). Generalmente comunque, i <i>castra</i> delle legioni, lo zoccolo duro della forza militare romana, erano stabiliti lungo la <b>ripa</b> <b>fluviale</b> o a breve distanza dalla stessa (come in Germania a Vetera, Bonna, Mogontiacum, Argentoratum - mai spostati in avanti, neppure dopo l'annessione degli Agri Decumates - e, fino all'inizio del II sec., Vindonissa (in CH), lungo il <b>Reno</b>, mentre Castra Regina, Lauriacum, Vindobona, Carnuntum, Brigetio, Aquincum, Singidunum, Viminacium, Ratiaria, Oescus, Novae, Durostorum e Troesmis erano state edificate lungo il <b>Danubio</b>; i <i>castra</i> di Melitene, Samosata e Zeugma erano stati invece allestiti sull'<b>Eufrate</b><span>. </span></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Dove non vi fossero difese naturali, (per esempio Isca Silurum, Deva, Eburacum e Lindum in Britannia; Apulum e Potaissa in Dacia; Nicopolis in Egitto; Lambaesis in Africa, ecc.) i <i>castra</i> erano generalmente edificati nell'interno della provincia, oppure, dove necessitava una sicurezza della frontiera, furono apportate difese <b>artificiali</b>, come valli e fortificazioni di vario tipo; <i>agger </i>di terra, palizzate o muri in pietra (a partire soprattutto dall'imperatore Adriano) con fossati antistanti, come nel caso del vallo di Adriano, di Antonino e del Porolissensis, nella regione nord-occidentale dell'antica provincia della Dacia, oppure <b>fortificazioni</b> varie, come nel <i><b>limes</b></i> <b>germanico</b>-<b>retico</b>. </p><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">Il problema della <b>debolezza</b> del <b><i>limes</i></b> <b>retico</b> fra il Rhein/Reno e il Donau/Danubio, dove non sussistevano ostacoli naturali, aveva spinto infatti <b>Claudio</b>,<b> </b>imperatore dal 41 al 54, a dotarlo di <b>truppe</b> stanziate permanentemente in <b>forti</b> e <b>fortezze</b> che ne garantissero il presidio. </div><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8EoUkvQ7CHsMfcKRvr92i-nVFWf7BK_YH-EapL5jN56yWl-MceNAPXqFj3uptW2I919gv5_wI2e4LWzTdHsPc7DVDvxM_klHoPH0PG6EqeHUB_bqFIIqy-knAgeJRhrQqqI1_WmBZ976ZJzuS9sXTzxKeHZWtUox2jMwOzxK3yO744_PbkTK8wj8noQ/s5910/Limes%20germanico-retico%20superiore.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="5909" data-original-width="5910" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8EoUkvQ7CHsMfcKRvr92i-nVFWf7BK_YH-EapL5jN56yWl-MceNAPXqFj3uptW2I919gv5_wI2e4LWzTdHsPc7DVDvxM_klHoPH0PG6EqeHUB_bqFIIqy-knAgeJRhrQqqI1_WmBZ976ZJzuS9sXTzxKeHZWtUox2jMwOzxK3yO744_PbkTK8wj8noQ/w400-h400/Limes%20germanico-retico%20superiore.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le varie fasi temporali dell'avanzamento del limes germanico-retico<br />in territorio tedesco. Immagine <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/06/Limes2.png" target="_blank">https://upload.wikimedia.org/wiki<br />pedia/commons/0/06/Limes2.png</a> modificata, presa da <a href=" https://www.wikiwand.com/it/Limes_germanico-retico" target="_blank">https://<br />www.wikiwand.com/it/Limes_germanico-retico</a>.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Ogni <b>frontiera</b> era comunque seguita
parallelamente, per tutta la sua estensione, da una <b>strada</b> <b>presidiata</b>
ad intervalli regolari, oltre che da fortezze legionarie (<i>castra</i>),
anche da forti (<i>castella</i>) e fortini (<i>burgi</i>) ausiliari, oltre a
torrette (<i>turris</i>) e stazioni di avvistamento (<i>stationes</i>). Per l'Impero Romano infatti, il <i><b>limes</b></i><i>
</i>incarnava il concetto di <b>strada</b>, possibilmente continua,
lungo la quale si potessero muovere le <b>truppe</b> destinate alla
<b>sorveglianza</b> dello steso e lungo il quale si potessero acquartierate.
Si stabiliva quindi uno stretto nesso fra il <i>limes </i>come strada
che percorreva la zona di confine e le truppe dislocate lungo questa,
e quindi gli accampamenti, i valli, i fossati, i fortilizi, le torri
di vigilanza e di osservazione, ecc., tutte opere costruite dalle
milizie stesse, generalmente legioni, ma anche ausiliari (alleati
locali) scaglionate all'interno della frontiera e pronte a
intervenire con celerità nei punti minacciati. E quanto più
frequente si manifesterà il pericolo e forte la pressione sui confini,
tanto più il <i>limes</i> si svilupperà in profondità, potendosi
così rafforzare.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Il più esteso monumento
dell'antichità, lungo quasi <b>centomila</b> <b>chilometri</b>, è
senza dubbio la rete delle strade romane, dal Nord Africa
all'Inghilterra e dalla Turchia al Portogallo, dove Roma era il punto
di partenza verso le più lontane
periferie dell'Impero. <b>Plinio</b> il Vecchio scrisse, fra le sue innumerevoli cronache: "I <b>Romani</b> posero ogni <b>cura</b>
in <b>tre</b> <b>cose</b> soprattutto, che furono dai <b>Greci</b>
<b>neglette</b>, cioè nell'aprire le <b>strade</b>, nel costruire
<b>acquedotti</b> e nel disporre nel <b>sottosuolo</b> le <b>cloache</b>". </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">L'elemento fondamentale della <b>frontiera</b>, era quindi sempre
costituito da una <b>strada</b> che generalmente, ma non necessariamente, si
snodava nella direzione del confine, con diramazioni verso l'interno,
cosicché ad un certo punto, tutta la rete stradale ai confini
dell'Impero venne ad essere interessata dal <i>limes</i>. Pertanto si
comprende come il continuo <b>sforzo</b> compiuto dagli <b>imperatori</b>
nella <b>costruzione</b> di <b>strade</b> e nella loro manutenzione
mirasse principalmente ad assolvere <b>necessità</b> di <b>ordine</b>
<b>militare</b>. In un più vasto orizzonte si può presumere che
l'<b>arteria</b> più breve che collegava i <i>limites</i> della
Britannia e del Reno con quelli dell'Oriente, lungo la quale dovevano
essere dirottati i <b>grandi</b> <b>spostamenti</b> di truppe
dall'uno all'altro scacchiere in previsione di azioni offensive o ai
fini di tamponare falle o per altro scopo, non coincidesse ovunque
con la strada a ridosso dei confini dell'Impero, bensì con vie più
interne, come quella che da <b>Mogontiacum</b>, attraverso gli <b>Agri</b>
<b>Decumates</b>, raggiungeva Augusta Vindelicum e di qui Virunum,
Poetovio, Sirmium, Singidunum, per proseguire verso Serdica, Philippopolis e
Hadrianopolis, arrivando quindi in <b>Asia</b> (la <i>via</i> <i>militaris</i>
per eccellenza degli itinerari romani).</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1REI-hALeKG7cp4U7P5X-MUze5XVR8sXpnbaSsXYe1qAuAp_JgGEGxGClJ95ao7dpPOR6z0uUbJY5nBxZwOai1S3FtPAF5U0AHtfH5ZeFPe01atNIEMs096Cbcu3zRzCX0BEsoEcC2BBRsukDswH7lxYaO4cK9sMXao6N-Z5c7-9xJ5ITz_RWCyRclg/s1268/Nell'Impero%20Romano%20125%20d.C..png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="872" data-original-width="1268" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1REI-hALeKG7cp4U7P5X-MUze5XVR8sXpnbaSsXYe1qAuAp_JgGEGxGClJ95ao7dpPOR6z0uUbJY5nBxZwOai1S3FtPAF5U0AHtfH5ZeFPe01atNIEMs096Cbcu3zRzCX0BEsoEcC2BBRsukDswH7lxYaO4cK9sMXao6N-Z5c7-9xJ5ITz_RWCyRclg/s320/Nell'Impero%20Romano%20125%20d.C..png" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Parte dell'impero romano ai tempi dell'imperatore<br />Adriano (117-138), dove sono segnalate le strade<br />della <i>via militaris</i> sopra citata. Immagine modificata<br />di Andrein - Opera propria, CC BY-SA 3.0, <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12214143" target="_blank">https:/<br />/commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=<br />12214143</a>, da <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/bb/Roman_Empire_125.png" target="_blank">https://upload.wikimedia.org/wiki<br />pedia/commons/b/bb/Roman_Empire_125.png</a>.<br /></td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Del <i><b>limes</b></i><b>
germanico-renico </b>rimangono <b>tracce</b> e monumenti più o meno
appariscenti sul terreno, visibili ad occhio nudo, affiorati dagli
scavi, rilevati dall'osservazione aerea e sopravvivenze che trovano
la loro espressione sia nei confini di regioni, di diocesi, di
comunità e di fondi nell'alto Medioevo, sia nei <b>toponomi</b>
antichi e moderni come chester, chastre, châtre, kastro, qasr,
kasteel, castle, Kastell, bourg, Burg, burgh, bordj, Turm, wall,
Pfahl, sat, valul, ecc. Come documentato dalle
parziali raffigurazioni sulle colonne di Traiano e di Marco Aurelio, l'allestimento delle fortificazioni del <i><span>limes</span></i> era compito delle truppe (legioni, <i>ali miliarie</i> o <i>quingenarie</i>,
<i>coorti peditate</i> ed<i> equitate</i>,<i> miliarie</i> o <i>quingenarie</i>, numeri e
vessillazioni), alle quali era inoltre devoluto il compito della difesa e del
controllo dei movimenti delle popolazioni translimitanee (condiviso,
in determinate circostanze geografiche, dalle flottiglie fluviali e
costiere), insieme a quello della manutenzione e del rafforzamento
delle strade e degli apprestamenti difensivi. Infatti consuetudine e
norme esplicite della disciplina militare romana, sia dell'età repubblicana che imperiale, imponevano <b>ai</b> <b>soldati</b> la
<b>costruzione</b> degli apprestamenti offensivi e difensivi di ogni
genere in tempo di guerra e di pace. Essi, inoltre, dovevano
provvedere in modo autarchico anche al <b>reperimento</b>, alla
preparazione e alla confezione del <b>materiale</b> da <b>costruzione</b>,
non soltanto alla sua messa in opera.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3saAylB7tjXCrP1Sb4XRcL_0GzH4iM-mf2fhaBUBkSrd7UATMW8dETI9moTMApGtAzPOdBB5jDraOYEvp2bqX-Rh_3epZMqhIIxJWCp6blcbtTTJjH2tNkYNfjqJ1cTUqHbl1fOYTqELc1hst8KCpCFyhgRWDvxAfVb8VSK-TAc5R1mqfPGkPVYEVpg/s1024/Colonna%20traiana,%20particolare.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="610" data-original-width="1024" height="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3saAylB7tjXCrP1Sb4XRcL_0GzH4iM-mf2fhaBUBkSrd7UATMW8dETI9moTMApGtAzPOdBB5jDraOYEvp2bqX-Rh_3epZMqhIIxJWCp6blcbtTTJjH2tNkYNfjqJ1cTUqHbl1fOYTqELc1hst8KCpCFyhgRWDvxAfVb8VSK-TAc5R1mqfPGkPVYEVpg/s320/Colonna%20traiana,%20particolare.png" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La costruzione di una strada da parte dei legionari,<br />particolare nella colonna di Traiano, Roma,<br />attribuita a Apollodoro di Damasco. Immagine<br /><a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5122366" target="_blank">https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid<br />=5122366</a> da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Strade_romane#/media/File:067_Conrad_Cichorius,_Die_Reliefs_der_Traianss%C3%A4ule,_Tafel_LXVII.jpg" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Strade<br />_romane#/media/File:067_Conrad_Cichorius,<br />_Die_Reliefs_der_Traianss%C3%A4ule,<br />_Tafel_LXVII.jpg</a><br /></td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">I <b>centri</b> di organizzazione e
fortificazione nel <b>presidio</b> del <i><b>limes</b></i>
potevano essere di vari tipi:</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>1</b>) <i><b>castra</b></i>,
accampamenti delle truppe, di forma rettangolare (eccezionalmente
trapezoidale), che variavano nelle dimensioni in base all'entità
delle truppe che dovevano accogliere e potevano differire nel numero
delle torri e delle porte, nella disposizione interna (tranne che
nelle vie pretoria e principale oltre all'ubicazione del <i>praetorium</i>,
<i>quaestorium</i> e <i>forum</i>), nelle parti annesse e nella
struttura edilizia (per esempio, il <i>vallum</i> poteva essere
eseguito in terra con rivestimento ligneo, in zolle, in pietra,
oppure in pietra con travi di legno). Il vallo (in latino: vallum)
era un tipo di costruzione difensiva romana realizzata a protezione
degli accampamenti (castra) e dei confini, costituito da due parti,
un fossato (fossa) e un terrapieno (<i>agger</i>), su cui erano innalzati
una palizzata oppure un bastione in pietra. Castra, castra hiberna o
hiberna sono sempre detti i quartieri generali delle legioni così
come i campi delle unità ausiliarie (<i><span>auxilia</span></i>)
e dei numeri. In particolare, i <i>castra</i> delle legioni
furono <b>stabiliti</b> lungo la <b>ripa</b> <b>fluviale</b> o a
breve distanza dalla stessa (per esempio Vetera, Bonna, Mogontiacum,
Argentoratum - questi ultimi mai spostati in avanti, neppure dopo
l'annessione degli Agri Decumates - e, fino all'inizio del II sec.,
Vindonissa (in CH) lungo il <b>Reno</b> mentre Castra Regina,
Lauriacum, Vindobona, Carnuntum, Brigetio, Aquincum, Singidunum,
Viminacium, Ratiaria, Oescus, Novae, Durostorum e Troesmis lungo il
<b>Danubio</b>; Melitene, sull'<b>Eufrate</b><span>.
</span>E' quindi evidente l'<b>importanza</b> dell'ostacolo <b>fluviale</b>
come linea di arresto dell'invasore e di copertura ai fini
dell'organizzazione di una difesa attiva, mentre quando non esisteva
un fiume al quale appoggiarsi (per esempio Isca Silurum, Deva,
Eburacum e Lindum in Britannia; Apulum e Potaissa in Dacia;
Nicopolis in Egitto; Lambaesis in Africa, ecc.) i <i>castra</i>
erano edificati nell'interno della provincia;</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>2</b>) <i><b>castellum</b></i>, come
<b>diminutivo</b> di <i><b>castrum</b></i>, doveva indicare un
piccolo campo, una piazzaforte con presidio di soldati. Tuttavia non
è detto che castellum, a preferenza di castrum o castra, dovesse
denominare necessariamente il campo di unità ausiliarie o di numeri,
in contrapposizione ai campi (castra) delle legioni, sebbene
potrebbero deporre in tal senso i toponimi di località antiche e
moderne dette castellum e castle, Kastell, Kasteel, dove si sa non
essere mai state dislocate che truppe ausiliarie. Nonostante evidenti
sinonimie e oscillazioni dei termini con cui gli antichi indicarono
certi apprestamenti militari, forse i <i>castella</i> potrebbero essere
accostati ai milecastles del muro di Adriano;</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>3</b>) <i><b>praesidium</b></i>
designava sia la guarnigione che il quartiere che l'accoglieva,
differenziandosi dal <i>burgus</i> e dal <i>froúrion</i>;</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>4</b>) il <i><b>centenarium</b></i>
era una fortezza con cortile al centro e caserme lungo i lati, così
chiamato con riferimento al lato di 100 piedi, oppure come rapporto
con gli effettivi della guarnigione o con il titolo <i>centenarius</i>
del comandante (corrispondente alla <i>dekanía</i>, agli ordini di
un <i><span style="font-weight: normal;">decanus</span></i>);</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>5</b>) il <i><b>burgus</b></i> era
un edificio di modeste proporzioni, destinato soprattutto
all'osservazione, al controllo dell'andirivieni delle genti e alla
sicurezza dei trasporti militari. Dall'aspetto di torre, il <i>burgus</i>
si differenziava da essa sia per la struttura edilizia che per la
destinazione: il burgus era una torre di dimensioni tali da servire
anche come accantonamento di scorte in vista di un utilizzo futuro
mentre il <i>turris</i>, di dimensioni assai ridotte, era destinato
alla segnalazione e poteva essere isolato o parte di un dispositivo
(come un muro o un <i>vallum</i>);</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>6</b>) <i><b>turris</b></i> era la
torre isolata in legno o in pietra, di base quadrata, poligonale o
circolare, che collegava a vista fra loro gli accampamenti e, cinta
da una o più fosse circolari concentriche, disponeva di pochi uomini
che sorvegliassero i movimenti delle genti e provvedessero, in caso
di pericolo, a segnalarne la presenza con mezzi ottici o acustici (v.
le torri rappresentate nei rilievi delle colonne di Traiano e di Marco Aurelio);</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>7</b>) <i><b>oppidum</b></i>
designava in origine un <b>centro</b> fortificato e successivamente,
per trapasso di significato, venne ad indicare in generale una <b>città</b>;
tuttavia non è escluso che in qualche caso un <i>oppidum</i> potesse
essere stato costruito lungo il limes per ragioni militari e di
colonizzazione. Specialmente nella tarda romanità le città, fornite
di imponenti cinte murarie e di baluardi, divennero vere e proprie
roccaforti contro le invasioni e non soltanto asili sicuri per i
civili nello stato di insicurezza che dominava le campagne;</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>8</b>) <i><b>fossatum</b></i>
scavato nel terreno o nella roccia per varie profondità ed ampiezza
lungo il margine esterno del limes, era destinato ad arrestare e
ostacolare il passaggio del nemico dove non esisteva la difesa
naturale di un fiume. Poteva essere costruito con levate di terra e
anche con muri in pietra ed essere provvisto di torri di avvistamento
e di segnalazione sull'uno e sull'altro lato, quando ad esso non si
appoggiasse un muro apposito o un <i>vallum</i>. Un <i>fossatum</i> è
noto per esplicita testimonianza soltanto per la provincia
dell'<b>Africa</b> (Cod. Theod., vii, 15, 1) ed è stato rilevato
dalla fotografia aerea per vasti settori del <i>limes</i> della Numidia (in
alcuni tratti si ha addirittura un doppio fossato), ma ne è stata
individuata sul suolo l'esistenza anche nel tratto transrenano del
limes della <b>Germania</b> <b>Superiore</b>, dinnanzi ai muri di
Adriano e di Antonino Pio in <b>Britannia</b> e lungo il <i>limes</i> della
<b>Mauretania</b> Tingitana;</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>9</b>) <i><b>vallum</b></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
esprime il plurale</span></span> di <i>vallus</i> = palo,
significando dapprima la palizzata posta attorno all'accampamento
poi, per estensione, anche l'aggere di zolle, rivestito di legname
all'esterno e talvolta anche all'interno, o di pietre, sostenente la
palizzata. Parimenti si disse <i>vallum</i> il bastione di terra, di
zolle o di pietra, che si stendeva in linea continua a copertura del
limes almeno dove non esisteva già la difesa naturale di un fiume,
secondo il principio enunciato in Hist. Aug., Hadr., 12, ma
contraddetto forse dalla convenzionale raffigurazione del <i>limes</i> sulla
colonna di M. Aurelio: tali, in Britannia, i <i>valla</i> di Adriano
e di Antonino Pio, il Brazda lui Novac e il Brazda de Sud in Dacia e
nella Muntenia, i <i>valla</i> tra Axiopolis e Tomis nella Scythia
Minor;</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>10</b>) <i><b>praetentura</b></i>
significava in origine e continuò ad indicare la parte
dell'accampamento opposta alla retentura e compresa fra la via
principale e la porta pretoria, cioè la parte rivolta verso il
nemico. Per estensione il verbo praetendere venne ad acquisire il
significato di "occupare una <b>posizione</b> <b>avanzata</b>"
e di fatto ricorre come tale a proposito di vessillazioni dislocate
ai margini esterni del limes. Ed ancora per estensione <i>praetentura</i>
venne a significare una zona di frontiera presidiata da truppe, come
dopo la calata dei Quadi e Marcomanni del 167, nelle province
danubiane e in Italia, e per breve tempo, la <i>praetentura Italiae et
Alpium</i>, e la <i>praetentura</i>, cioè la strada di arroccamento, con
dispositivi militari di copertura, creata da Settimio Severo nel 201
nella Mauretania Cesariense, fra Cohors Breucorum e Kaputtasaccura;</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><b>11</b></span>)
<i><b>clausurae </b></i>nell'età tarda romana erano le difese
continue del <i>limes</i>.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Per la <b>datazione</b> del <i>limes </i><b>germanico</b>-<b>retico </b>e
degli elementi di cui esso si componeva, si trova nelle <b>fonti</b>
<b>letterarie</b> qualche indicazione generale relativa alla
costruzione e ai successivi rifacimenti e restauri di grandi opere.
Più frequenti, e spesso anche più particolari e precisi, sono i
dati ricavabili dalle <b>epigrafi</b>: dediche imperiali, miliari,
presenza e avvicendamento delle truppe di stanza con la storia del
loro dislocamento. Seguono, in ordine di importanza e di valore ai
fini cronologici, i dati ricavabili dalle <b>monete</b>, soprattutto
dai ripostigli monetari, con i limiti che essi comportano nello
stabilire un <i>terminus</i> <i>non ante</i> ed <i>ante quem</i>; i dati della <b>ceramica</b>,
specialmente sigillata, italiana e locale e di fabbricazione
militare; i dati forniti dai <b>bolli</b> laterizi e infine le
risultanze dello studio di <b>forme</b>, strutture e <b>tecniche</b>
edilizie, e del metodo stratigrafico.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Il <i>limes</i> <b>non</b> <b>era</b>
concepito inoltre, come una specie di <b>muraglia</b> cinese, tale da
precludere ogni passaggio nell'uno e nell'altro senso, ma era inteso
piuttosto come un'organizzazione atta a <b>controllare</b> le
pacifiche <b>migrazioni</b> e infiltrazioni delle genti, specialmente
dei nomadi nelle zone desertiche e altrove delle popolazioni <b>clienti</b>
dello stato romano, oltre all'andirivieni di <b>commercianti</b> alla
spicciolata. Soltanto all'occorrenza il <i>limes</i> assurgeva al ruolo di
cintura e di baluardo difensivo. Di fatto, per quanto statiche
fossero le opere edificate lungo di esso, il <b>sistema</b> di <b>difesa</b>
risultava <b>mobile</b>, grazie alle maglie del dispositivo militare lungo le strade e le piste che collegavano tra loro <i>castra</i>, <i>castella</i>,
<i>centenaria</i>,<i> burgi</i> ecc., scaglionati in linea e in profondità e
grazie alla presenza di contingenti armati alla leggera e montati a
cavallo, particolarmente adatti al compito di copertura, di vigilanza
e di inseguimento in zone piane e montuose. Non è inoltre da sottovalutare il fatto che, adeguatamente alle posizioni geografiche, i <i>limites</i> delle
diverse province non costituivano dei compartimenti stagni, bensì
vigeva fra di essi il principio dell'interdipendenza e della
reciprocità ai fini della difesa, della quale in definitiva era
unico responsabile l'imperatore.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p>Seguono le immagini della dislocazione del <i>limes</i> germanico-retico con segnalati i tipi di fortificazioni, da cui si evince che l<b>'intero</b> <i><b>limes</b></i> era presidiato da <b>fortini</b> delle <b>truppe</b> <b>ausiliarie</b> dell'esercito romano.<div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPqHBdpOGe4SBXdWHxiY3wIPJtc2ZSLLmKt0WW8z8RL04ypj6TKNre5s51LpBmR3UJbcl3flXU_2K6qNC-WBbqtLFVYbYSc3f2r-D5Bc-t0OPKi0A23d3XUptUSXL6bq9vo-tAzXI2kwVFLdxJI1Z0wJqJUUqMNr1Fkj03k4jMHgA4e29Sr5o6ep76WA/s1490/Limes%20germanico-retico%20nord%20con%20legenda%20(2).png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="978" data-original-width="1490" height="263" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPqHBdpOGe4SBXdWHxiY3wIPJtc2ZSLLmKt0WW8z8RL04ypj6TKNre5s51LpBmR3UJbcl3flXU_2K6qNC-WBbqtLFVYbYSc3f2r-D5Bc-t0OPKi0A23d3XUptUSXL6bq9vo-tAzXI2kwVFLdxJI1Z0wJqJUUqMNr1Fkj03k4jMHgA4e29Sr5o6ep76WA/w400-h263/Limes%20germanico-retico%20nord%20con%20legenda%20(2).png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Parte settentrionale del limes germanico-retico, immagine<br />modificata da <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Agri_decumates_Karte.png" target="_blank">https://commons.wikimedia.org/wiki/File:<br />Agri_decumates_Karte.png</a>.</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKEU0mfRRyxrIie5pmkSPXRtxbAvoSQRC89gBtSHwI-9oYhWfZq6ZVm8m1L3bF0PNOKv0b3S8j9dWWaaFwOZIAM1KxF5cvXfnpIAYToRdyIi4KZcktwJPdFYZN33mp5VPv1uIDC2MqpRxgkN5EjIXJ1vubA3_4LWBImsqh2A9qKzU9CoID_0Z0qckGGA/s2246/Limes%20germanico-retico%20sud%20con%20legenda%20(2).png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1307" data-original-width="2246" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKEU0mfRRyxrIie5pmkSPXRtxbAvoSQRC89gBtSHwI-9oYhWfZq6ZVm8m1L3bF0PNOKv0b3S8j9dWWaaFwOZIAM1KxF5cvXfnpIAYToRdyIi4KZcktwJPdFYZN33mp5VPv1uIDC2MqpRxgkN5EjIXJ1vubA3_4LWBImsqh2A9qKzU9CoID_0Z0qckGGA/w400-h233/Limes%20germanico-retico%20sud%20con%20legenda%20(2).png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Parte meridionale del limes germanico-retico, immagine<br />modificata da <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Agri_decumates_Karte.png" target="_blank">https://commons.wikimedia.org/wiki/File:<br />Agri_decumates_Karte.png</a>.<br /></td></tr></tbody></table><br /><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqrfH7GpS2EhO54rtxQwLCoE6kuewhbfH8hEsgzhov_mTmcpeH4zkm7tEaVo7dUmpFP31oejOSl-J1YHttIv7a2XyVHVvu0JZz3j7JLqJ3ND7RSbeang-Zlo14moKI3JZREk5wOWPtyPMWuKL4oP5I-pSOtfrnRXQy4VzlH6v9TH7sfa8Dio56qHFFqw/s2889/Limes%20germanico-retico%20sud%20estremo%20con%20legenda%20(2).png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1702" data-original-width="2889" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqrfH7GpS2EhO54rtxQwLCoE6kuewhbfH8hEsgzhov_mTmcpeH4zkm7tEaVo7dUmpFP31oejOSl-J1YHttIv7a2XyVHVvu0JZz3j7JLqJ3ND7RSbeang-Zlo14moKI3JZREk5wOWPtyPMWuKL4oP5I-pSOtfrnRXQy4VzlH6v9TH7sfa8Dio56qHFFqw/w400-h236/Limes%20germanico-retico%20sud%20estremo%20con%20legenda%20(2).png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Estremo meridione del limes germanico-retico, fino ai territori che<br />attualmente appartengono alla Confederazione Elvetica o Svizzera.<br />Immagine modificata da <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Agri_decumates_Karte.png" target="_blank">https://commons.wikimedia.org/wiki/File:<br />Agri_decumates_Karte.png</a>.</td></tr></tbody></table><p style="margin-bottom: 0cm;">Molto probabilmente molte delle <b>fortificazioni</b> lungo il <i>limes</i> germanico-retico fra Reno e Danubio, erano state <b>costruite</b><span>, </span>per poi essere <b>presidiate</b><span>,</span><b> </b>da <b>genti</b> della <b>zona</b>, appartenenti all'etnia locale, in quanto inquadrati nell'esercito romano come <b>ausiliari naturali </b>(<i>auxilia</i>) o "numeri", con l'incarico di unità militari di confine (chiamate specificatamente limitanei o ripariani, in latino <i>riparienses</i>, visto che il <i>limes</i> correva generalmente per lunghi tratti sui fiumi). </p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Da <a href="https://www.homolaicus.com/storia/antica/roma/esercito_ausiliari.htm" target="_blank">https://www.homolaicus.com/storia/antica/roma/esercito_ausiliari.htm</a>: Le <b>truppe</b> <b>ausiliarie</b> (<i><b>auxilia</b></i>) dell'esercito romano nella fase repubblicana, erano costituite da contingenti di italici alleati (<i>socii</i>) con Roma, popoli liberi ma perlopiù sconfitti militarmente dai Romani e costretti, a titolo di tributo, ad offrire un certo numero di contingenti armati sulla base di patti di mutua alleanza ma <b>non</b> erano in possesso della <b>cittadinanza </b>romana, almeno fino al 90-88 a.C., dopo la rivolta di gran parte degli alleati (con la guerra sociale), quando la cittadinanza venne estesa a tutti gli italici, il che dava loro diritto di prestare servizio nella legione. Gli italici (in qualità di <i>socii</i>) avevano autonomia amministrativa e, sul piano meramente locale, anche politica, ma la loro politica estera e militare dipendeva strettamente da quella romana e <b>fornivano</b> all'esercito romano soprattutto reparti di <b>cavalleria</b>, specialità trascurata nell'ordinamento militare di Roma; fornivano comunque anche reparti di fanteria leggera, in quanto quella pesante era tipica della legione.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Il primo imperatore, Augusto, offrì agli <i>auxilia</i>, ormai reclutati in servizio permanente e non più solo in occasione di campagne militari, una paga mensile e un equipaggiamento uniforme e stabilì inoltre che rimanessero <b>di</b> <b>stanza</b> nella loro <b>regione</b> di <b>reclutamento</b>, ad eccezione del comando delle singole unità, che veniva sempre affidato a ufficiali superiori romani (<b>tribuni</b>), scelti inizialmente tra i giovani <b>figli</b> dei <b>senatori</b>, nell'espletamento del primo degli incarichi militari tipico della loro carriera politica e successivamente, dopo le riforme di Claudio, tra l'<b>ordine</b> <b>equestre</b>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Dalla fine del I sec. d.C. gli <i><b>auxilia</b></i> saranno qualitativamente di <b>poco</b> <b>inferiori</b> alle <b>legioni</b>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Successivamente, quando l'impero romano raggiunse la sua massima espansione (con Traiano, nel 117), i contingenti alleati furono <b>tratti</b> prevalentemente dalle <b>popolazioni</b> <b>barbariche</b>. I contingenti delle<span> truppe ausiliarie (</span><i>auxilia</i><span>) </span>potevano essere costituiti da elementi mercenari oppure di <i><b>foederati</b></i>, provenienti da quei popoli liberi ma perlopiù sconfitti militarmente da Roma e costretti, a titolo di tributo, ad offrire un certo numero di contingenti armati sulla base di patti di mutua alleanza con l'Impero Romano. Gli <i>auxilia</i> svolgevano anche funzioni di supporto come l'esplorazione, la ricerca, la presa di contatto con l'avversario e la <b>costruzione</b> di <b>fortilizi</b> difensivi.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Ai tempi di Traiano gli <i>auxilia</i> erano divenuti così importanti che nella guerra in Dacia furono proprio loro a sostenere i principali scontri col nemico. Nella Colonna Traiana i <b>legionari</b>, essendo considerati delle truppe specializzate, vengono ritratti non tanto nei combattimenti (a meno che il loro intervento non fosse assolutamente necessario), quanto nelle <b>mansioni</b> <b>tecniche</b> o <b>logistiche</b>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">La ferma di un ausiliario durava da 25 a 28 anni. Si prestava servizio in unità di fanteria, la cui formazione prendeva il nome di <b>coorte</b>, con effettivi che potevano andare da <b>500</b> uomini (le centurie di 82-83 fanti ciascuna) a <b>1.000</b> (dieci centurie di 100 fanti). A dir il vero quando la <b>coorte</b> fu <b>inventata</b> da Gaio <b>Mario</b> i manipoli erano soltanto tre, per un totale di 300 uomini.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Le coorti di fanteria potevano essere integrate con elementi di cavalleria, come sei centurie da 65 fanti e quattro torme da 30 cavalieri, oppure 10 centurie da 76 fanti ciascuna e sei torme di 42 cavalieri ciascuna. Invece le unità di <b>cavalleria</b> pura (le <b>ali</b>) erano composte, a seconda dei casi, di 16 torme da 32 cavalieri o da 24 torme da 42 cavalieri.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Le coorti, a seconda della tipologia, erano comandate o da un prefetto o da un tribuno. I ranghi dell'ufficialità inferiore erano costituiti da centurioni e decurioni.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Un <b>ausiliario</b>, come paga, prendeva tre volte meno di un legionario, ma alla fine della sua carriera gli veniva assicurata la <b>cittadinanza</b> <b>romana</b>, a lui e alla sua <b>discendenza</b> legittima.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Verso l'ultimo periodo del I sec. d.C. si crearono i "<b>numeri</b>", cioè quei reparti militari la cui consistenza non superava le 500 unità. Questo permetteva di arruolare facilmente gli <b>elementi</b> <b>barbarici</b>, che all'interno dell'esercito romano conservavano la <b>propria</b> <b>lingua</b>, la propria <b>uniforme</b>, le proprie <b>armi</b>, il proprio modo di combattere. Alla fine diventeranno loro i <b>veri</b> <b>auxilia</b>. L'imperatore dal 117 al 138, Adriano, istituzionalizzò i "<b>numeri</b>" e il loro impiego crebbe tanto che alle soglie dell'età diocleziana (Diocleziano è stato imperatore dal 284 al 305) costituivano il fulcro di un <b>esercito</b> completamente <b>imbarbarito</b>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Nel 212 d.C., con la <b>Constitutio</b> <b>Antoniniana</b> dell'imperatore Caracalla, la <b>cittadinanza</b> <b>romana</b> venne estesa a <b>tutti</b> i <b>sudditi</b>, rompendo così, definitivamente, quella differenza di rango tra <b>legioni</b> e <i><b>auxilia</b></i>. Nel corso del III secolo Roma introduce l'unità di cavalleria dei <b>cunei</b> o <i>cunei</i> <i>equitum</i>. Era in sostanza similare ai <b>numeri</b>, quindi con marcate connotazioni etniche, ma a differenza di questi ultimi, sembra si differenziasse proprio per la caratteristica di utilizzare <b>solo</b> reparti di truppe montate a <b>cavallo</b>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Quindi le truppe non legionarie <b>lungo</b> il <i><b>limes</b></i> erano quasi certamente <b>abitanti</b><span> </span>della zona oppure <b>coloni</b> <b>romani</b>, perlopiù <b>veterani</b> in congedo o loro discendenti.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Da <a href="http://storieromane.altervista.org/la-riforma-di-gaio-mario/" target="_blank">http://storieromane.altervista.org/la-riforma-di-gaio-mario/</a>: Veterani delle legioni vengono ricordati da Cassio Dione, durante l’ultima fase della terza guerra mitridatica (65-64 a.C.), allorquando Pompeo Magno decise di fondare una città chiamata Nicopoli, proprio nel luogo in cui Mitridate venne sconfitto in battaglia. Pompeo mandò tutti quei soldati prossimi al congedo o ancora convalescenti per le ferite riportate ad abitare il <b>nuovo</b> <b>insediamento</b>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Giulio <b>Cesare</b>, a differenza dei suoi predecessori che omaggiavano i propri soldati con doni occasionali, pensò che fosse il caso di dare continuità al servizio che i suoi militari fornivano, istituendo il <b>diritto</b> per chi si congedava, ad avere un premio in <b>terre</b> da coltivare, prima di allora un’usanza a totale discrezione del comandante.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Ad <b>Augusto</b> si deve inoltre l’introduzione di un <b>esercito</b> <b>professionale</b>, che rimanesse in servizio per almeno 16 anni nel caso delle legioni, portato poi a 20 nel 5 d.C. Proprio all’inizio del suo principato, sappiamo dallo stesso Augusto nel suo “Res Gestae”, che ai 300.000 <b>veterani</b> mandati in congedo furono distribuiti dei donativi prelevati dal bottino di guerra e inoltre numerose colonie imperiali vennero popolate dai veterani delle legioni: “Fondai <b>colonie</b> di <b>soldati</b> in Africa, in Sicilia, in Macedonia, in entrambe le Spagne, in Acaia, in Asia, in Siria, nella Gallia Narbonense, in Pisidia. L’Italia poi possiede, fondate per mia volontà, ventotto colonie, che durante la mia vita furono assai prosperose e popolose. </p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLczmemqEoYHIjneEVvjdpdDZdI5ZPVMAtNMuYOEwAZIZkH9Fvo2PA9Pm_G1UaMgON_mWYnF7F7k2U3t3u7iZbfwVEzTb5L9--9-ZPL8tZPzdDhi6dfbKYdo86AX6cTvy03SAhGK5ts3WExsXkiRt-ZfQ44U7yVP88X_CXfZ3VFWe_zJdqngzoMDbucw/s714/Agri%20decumates%20firmata.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="404" data-original-width="714" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLczmemqEoYHIjneEVvjdpdDZdI5ZPVMAtNMuYOEwAZIZkH9Fvo2PA9Pm_G1UaMgON_mWYnF7F7k2U3t3u7iZbfwVEzTb5L9--9-ZPL8tZPzdDhi6dfbKYdo86AX6cTvy03SAhGK5ts3WExsXkiRt-ZfQ44U7yVP88X_CXfZ3VFWe_zJdqngzoMDbucw/s320/Agri%20decumates%20firmata.png" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il limes germanico-retico degli Agri Decumates su<br />una carta geografica attuale.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Dopo 130 anni circa dalla conquista
delle Gallie del 58/54 p.e.v. (a.C.) da parte di Gaio Giulio Cesare e dopo 61 dalla battaglia della Foresta di Teutoburgo (del 9 e.v. o d.C.),
si assisterà alla romanizzazione della parte sud-occidentale di
quella che è la Germania dei nostri giorni, gli <b>Agri</b>
<b>Decumates</b><span>, che comprendevano
quelle che oggi sono le città di Friburgo in Brisgovia, Ulma,
Stoccarda, Karlsruhe, Heidelberg, Mannheim, Mainz e Francoforte sul
Meno, mentre Regensburg/Ratisbona, Augsburg/Augusta e la Baviera
meridionale (in cui sorse in seguito Monaco di Baviera) erano già
romanizzate poiché appartenenti alla Vindelicia, la parte
settentrionale della Rezia.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjocUOo12kW7APkTXT3QGSi_MSDSW6DYWnAtHMSZFxK2AjpbgFygJndUcyrN3RBK0NjXafvn8tSD002nk1I7mCu927I8WzKKQ7lgt0iq1ULYIvaJesGXJV-qmArCZ0xWR-X85OQoyebUNCxTm1fhlQ-qHQlMytZ9F8tmGRfvF5Zag9GAsBsfuxAVXEyBQ/s1085/Limes%20germania%20sud-occidentale%20tabella.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1085" data-original-width="884" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjocUOo12kW7APkTXT3QGSi_MSDSW6DYWnAtHMSZFxK2AjpbgFygJndUcyrN3RBK0NjXafvn8tSD002nk1I7mCu927I8WzKKQ7lgt0iq1ULYIvaJesGXJV-qmArCZ0xWR-X85OQoyebUNCxTm1fhlQ-qHQlMytZ9F8tmGRfvF5Zag9GAsBsfuxAVXEyBQ/w163-h200/Limes%20germania%20sud-occidentale%20tabella.png" width="163" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Legenda della carta a fianco,<br />tradotta da <a href="https://commons.wiki media.org/wiki/File:Agri_decumates_Karte.png" target="_blank">https://commons<br />.wiki media.org/wiki/File:Ag<br />ri_decumates_Karte.png</a>.</td></tr></tbody></table><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSg0RgXL8hgmqSRnoBDkUrdRSn0XvKNG4PiJEnFxVH1Xi-aoXTCzruCEQTNfgmoVI2N5NQHlqfrL-PAJaa0lQ4H6o9mlFQJTqxU7EA9nyH-OrwwOsKuFpVe6mbDq4mSW-mk064ZFkvEOGIE4pw8KvgNCUI4UCFBgpWZ7WIB31zN4Y-XAPEbOxHqp9vhg/s3050/Limes%20germania%20sud-occidentale%20carta.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3050" data-original-width="2950" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSg0RgXL8hgmqSRnoBDkUrdRSn0XvKNG4PiJEnFxVH1Xi-aoXTCzruCEQTNfgmoVI2N5NQHlqfrL-PAJaa0lQ4H6o9mlFQJTqxU7EA9nyH-OrwwOsKuFpVe6mbDq4mSW-mk064ZFkvEOGIE4pw8KvgNCUI4UCFBgpWZ7WIB31zN4Y-XAPEbOxHqp9vhg/w310-h320/Limes%20germania%20sud-occidentale%20carta.png" width="310" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Agri Decumates con limes germanico-retico.<br />Immagine modificata presa da <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Agri_decumates_Karte.png" target="_blank">https://commons.wiki<br />media.org/wiki/File:Agri_decumates_Karte.png</a>.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Gli <b>Agri</b> <b>Decumates</b>, ai
tempi di <b>Antonino</b> <b>Pio</b>, imperatore romano dal 138 al 161, raggiunsero la loro
<b>massima</b> <b>estensione</b>, comprendendo i territori alla
destra del fiume Reno, dalla Foresta Nera ai territori dal fiume
Nekar, poi a nord fino al Meno e oltre, mentre a est della Foresta
Nera occupavano i territori dell'Hohenzollern e delle <span style="text-align: center;">Alpi Sveve (Schwäbische Alb o Schwäbischer Jura)</span>, comprendendo il primo tratto del Danubio, per spingersi poi a
nord-est fino ad Heidenheim an der Brenz (pochi km a sud-ovest da un cratere con diametro di 70 km dovuto all'impatto di un meteorite) poi
a <span>Gunzenhausen</span> e, verso
est-sudest, fino a Pförring sul Donau/Danubio, a pochi chilometri
dal grosso centro di Castra Regina<b>/</b><span>Ratisbona</span>/<span>Regensburg</span>,
dove il Regen affluisce nel <span>Donau</span>,
che da lì segnerà il <i>limes</i> nord-orientale dell'Impero.
Attualmente i territori che formavano gli <i>Agri Decumates</i> fanno parte del Baden-Württemberg (con
Stoccarda), della Renania-Palatinato (con Mainz/Magonza), dell'Assia
(con Frankfurt/Francoforte sul Meno) e della Baviera (con Augsburg e
München in Bayern).</p><div><div><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">L'unica testimonianza antica del nome
<b>Agri</b> <b>Decumates</b> proviene dal "<i>De origine et situ Germanorum</i><span style="font-style: normal;">"
</span>di Tacito, pubblicato nel 98. Il significato della parola
"<i>decumates</i>" è andato perduto ed è oggetto di
contesa. Secondo lo storico britannico Michael Grant si riferiva
all'antico termine celtico indicante la suddivisione politica
dell'area in "dieci cantoni".</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Penso che il significato di "<i>Agri Decumates</i>" sia, presumibilmente, "<b>lotti</b> di terreni dedicati alla coltivazione da parte di famiglie di <b>agricoltori</b>", e mi spiego. I Romani
<span>ridisegnavano il territorio
conquistato attraverso il sistema della </span><b>centuriazione</b><span>,
ossia la suddivisione del territorio in lotti atti ad essere lavorati
da cento famiglie di coloni, a loro volta suddivisi da </span><b>decumani</b><span>,
vie che delimitavano gli spazi ogni dieci famiglie. L'</span><i><span>ager</span></i><span>
</span><i><span>centuriatus</span></i><span>
veniva tracciato dall'agrimensore, che individuava l'</span><i><span>umbilicus</span></i><span>
</span><i><span>agri</span></i><span>,
cioè il punto in cui si sarebbero incrociati due assi stradali
perpendicolari tra loro: uno era generalmente in direzione est-ovest
ed aveva il nome di "</span><b>decumano</b><span>
massimo" (in latino, </span><i><span>decumanus</span></i><span>
</span><i><span>maximus</span></i><span>),
che collegava quindi le due porte dell'insediamento in direzione
est-ovest, la </span><i><span>dextera</span></i><span>
e la </span><i><span>sinistra</span></i><span><span>,
</span></span><span>mentre il secondo
asse correva in direzione nord-sud ed era detto "</span><b>cardo</b><span>
massimo" (</span><i><span>cardo</span></i><span>
</span><i><span>maximus</span></i><span>),
per cui l'insediamento romano risultava così diviso in quattro
parti chiamate </span><b>quartieri</b><span>,
termine che in seguito ha assunto il significato di nucleo con
proprie caratteristiche storiche e geografiche all'interno di un
agglomerato urbano. Di regola, all'incrocio delle due direttrici
principali si trovava il </span><i><span>forum</span></i><span>,
ossia l'</span><i><span>agorà</span></i><span><span>,</span></span><span>
la piazza principale della città. In particolare, per quanto
riguarda le fondazioni di insediamenti coloniali, il territorio era
suddiviso in appezzamenti in cui ciascun lotto costituiva il fondo
per cento famiglie di coloni (da cui il motivo del termine
"centuriazione"), delimitato da </span><i><span>cardi</span></i><span>
paralleli al </span><i><span>cardo</span></i><span>
</span><i><span>maximus</span></i><span>
e ogni </span><b>dieci</b><span> </span><b>famiglie</b><span>
da un </span><i><b>decumanus</b></i><span><span>
(variante di </span></span><i><span>decimanus</span></i><span><span>,
derivato di </span></span><i><span>decĭmus</span></i><span><span>,
"decimo")</span></span><span>,
"la strada della decima parte", parallelo al </span><i><span>decumanus</span></i><span>
</span><i><span>maximus</span></i><span>.
Per ragioni pratiche, l'orientamento degli assi non sempre coincideva
con i quattro punti cardinali e a volte si basava sull'orientamento
di vie di comunicazione preesistenti (così per le centuriazioni
lungo la via Emilia) o su altre caratteristiche geomorfologiche</span>.
Sembra quindi plausibile che <span>"</span>Agri
Decumates<span>"</span> si riferisse
a territori suddivisi in lotti assegnati a coloni coltivatori.
<i>Decumanus maximus </i>e <i><span>cardo
maximus</span></i> erano così denominati anche nell'ambito degli
<b>accampamenti</b> romani, detti <b>castra</b>, all'incrocio dei
quali non vi era il <i>forum</i>, bensì il cosiddetto <i>praetorium</i>,
ossia la tenda del comandante. Solitamente l'impostazione urbanistica
assegnata all'accampamento veniva conservata nella futura planimetria
del <i>municipium</i> o della <i>civitas</i>. Alcune tra le
principali città italiane (Torino, Pavia, Aosta, Napoli, Verona,
Potenza) ed europee (Vienna e York) sono esempi di accampamenti in
posizioni strategiche divenuti <i>civitas</i>.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Ripercorriamo ora gli <b>eventi</b>
intercorsi fra <b>Romani</b> e <b>Germani</b> fino all'abbandono
degli Agri Decumates da parte dell'Impero Romano, con Gallieno
imperatore, nel 259/260, a causa dell'invasione degli Alemanni,
confederazione di tribù suebe che giunsero fino a Mediolanum/Milano,
mentre gran parte dell'Impero romano d'Occidente (Gallie e Hispania) cadeva sotto il
controllo di Postumo, ex governatore romano delle province galliche e
germaniche.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 750 a.C.</b><span style="font-weight: normal;">
-</span><b> </b>A metà dell'VIII secolo a.C., popolazioni di Germani
risultano attestate lungo l'intera fascia litoranea che va
dall'Olanda alla foce della Vistola. La pressione verso i territori
interni si manifestò nei secoli successivi non come un movimento
unitario e unidirezionale ma come un intricato processo di
avanzamenti, retrocessioni e infiltrazioni in regioni abitate anche
da altri popoli. Reperti archeologici confermano l'esistenza, dal 750
a.C., di popolazioni di <b>cultura</b> germanica detta di "<b>Jastorf</b>",
collocata tra la Scandinavia del sud e le coste del Baltico (nello
Jutland danese) e lungo il corso del fiume Elba. Lo storico romano
Tacito (per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a>) nella sua opera "<i>De origine situ germanorum</i>",
comunemente conosciuta come "Germania", l'unica opera a
carattere etnografico su un popolo straniero pervenutaci
dell'antichità e pubblicata nel 98, riporta che il loro progenitore
comune fosse «il Dio nato dalla terra» tramite suo figlio Mannus o
anche Manu, da cui nascerebbe l'espressione "umanità". In
quei tempi erano tutti amalgamati, quasi un unico popolo, ma si
distingueranno in varie tribù, con alcune analogie negli usi e
costumi e nelle loro arcaiche istituzioni che saranno anche molto
differenziate. Si suddivideranno così in Germani e Scandinavi.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgj36_OIWk1-ceEDxjMSagmI_r9Rr_dIVyUvM5dt7PYAY1eRBDLxafbKjceM6J7p81sQkTRChvfbSyLUJsuNDl3ty1q90DzHZBbSobdUs_GiXRf-TE9CoRYQgjfOQKQHLG98pxGpsX03X6TCDT412npFVPt_9zB2ddSPGOEOl1k2LmqmIgSd19yvcB4Ww=s741" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="741" data-original-width="714" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgj36_OIWk1-ceEDxjMSagmI_r9Rr_dIVyUvM5dt7PYAY1eRBDLxafbKjceM6J7p81sQkTRChvfbSyLUJsuNDl3ty1q90DzHZBbSobdUs_GiXRf-TE9CoRYQgjfOQKQHLG98pxGpsX03X6TCDT412npFVPt_9zB2ddSPGOEOl1k2LmqmIgSd19yvcB4Ww=s320" width="308" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;"> </span><span style="text-align: left;"> La Germania e le sue divisioni interne (Ingaevones,<br />Istaevones e Herminones) secondo gli storici antichi<br />Plinio (nel Naturalis Historia) e Tacito (in Germania),<br />databile pertanto al 78-98 d.C</span>. Immagine di Cristiano<br />64-Opera propria, CC BY-SA 4.0, <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=75300718" target="_blank">https://commons<br />.wikimedia.org/w/index.php?curid=75300718</a>, da<br /><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Invasioni_barbariche_del_III_secolo#/media/File:Invasioni_occidente_258-260_png.png" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Invasioni_barbariche<br />_del_III_secolo#/media/File:Invasioni_<br />occidente_258-260_png.png</a><br /></td></tr></tbody></table><p></p><b>Dal 700 a.C.</b> - Iniziano le prime
grandi migrazioni di popolazioni germaniche verso sud e sud-ovest e
la loro divisione diventerà quasi netta dai IV-III secoli a.C. per
alcune fino ai III-IV secoli d.C. per altre, quando scenderanno a
sud, prima per fare razzie e poi per stabilirsi in vari territori,
Italia compresa. Sulla base dei resoconti fatti dai soldati romani di
ritorno dai territori in cui erano stanziati i Germani, le cui tribù
incontrate erano state 40 e più, <b>Tacito</b> riporta che le grandi
migrazioni delle popolazioni germaniche dalla Scandinavia verso sud e
sud-ovest fossero composte da <b>tre</b> <b>stirpi</b> principali, a
loro volta composte da varie tribù:
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>1</b>) gli <i><b>Ingaevones</b></i>
(stanziati nello Jutland e sulla foce del Reno, daranno vita al
gruppo friso-sassone) e gli <i><b>Istaevones</b></i> (i Germani
nord-occidentali che daranno vita al gruppo franco), che provenivano
dall'<i>Oceanus</i> <i>Germanicus</i>, nome che i Romani antichi
assegnavano al Mare del Nord;
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEwNxjNzLb_byliXPtTTVHkFUjGiQuN14u8zFzKCuUi2miU77ddhaMlzRUjj0cZA4RVjhOdxpJXigF1N_3NqaD8qVVFyyLTcrF8FH1eKDS6lqkT-2okBPzRXPB9F0a9VzPbQDeCpQLPLfJ5vD1W40QkEJjKgMSxOZAhkQObuI3nlqauJ75f52PdYh6tw/s1067/teschio%20con%20nodo%20suebo.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEwNxjNzLb_byliXPtTTVHkFUjGiQuN14u8zFzKCuUi2miU77ddhaMlzRUjj0cZA4RVjhOdxpJXigF1N_3NqaD8qVVFyyLTcrF8FH1eKDS6lqkT-2okBPzRXPB9F0a9VzPbQDeCpQLPLfJ5vD1W40QkEJjKgMSxOZAhkQObuI3nlqauJ75f52PdYh6tw/w150-h200/teschio%20con%20nodo%20suebo.jpg" width="150" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Teschio suebo con nodo<br />nei capelli. Immagine di<br />Bullenwächter - Opera<br />propria, CC
BY-SA 3.0,<br /> <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8885456" target="_blank">https://commons.wikime<br />dia.org/w/index.php?cur<br />id=8885456</a> da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Suebi#/media/File:Osterby_Man.jpg" target="_blank">https://it.<br />wikipedia.org/wiki/<br />Suebi#/media/File:<br />Osterby_Man.jpg</a><br /></td></tr></tbody></table><b>2</b>) un altro ceppo, gli <i><b>Herminones</b></i>,
proveniva dal <i>Suevicum</i>, il Mar Baltico. Agli Herminones
(spesso indicati con il nome generico di <b>Suebi</b> o <b>Svevi</b> durante
il Medioevo, <b>Schwäbisch</b> in tedesco), appartenevano i Semnoni insieme
a Marcomanni, Quadi, Ermunduri e Langobardi (chiamati comunemente
Longobardi). I Semnoni erano considerati, come ricorda Tacito, i più
nobili ed antichi tra le popolazioni dei Suebi e forse i più
importanti. Duemila anni fa il Mar Baltico era
conosciuto dai Romani come <i>Suebicum mare</i>. In parte a causa
della scarsa conoscenza da parte dei Romani dei diversi popoli
germanici che interagirono con Roma, lo storico romano Tacito si era
riferito a tutti i Germani dell'Elba con il nome di <i>Herminones</i>,
che Strabone aveva identificati con i Suebi. E benché <b>Cesare</b>
li considerasse un <b>unico</b> <b>popolo</b> all'interno di una più vasta
alleanza, anche se il <b>più</b> <b>bellicoso</b> e <b>numeroso</b> tra tutti i Germani,
gli autori più tardi come Plinio il Vecchio, Strabone o Tacito non concordarono con l'opinione di Gaio Giulio Cesare. Scrisse Tacito: «È giunto il momento di parlare degli <b>Svevi</b>:
essi <b>non</b> costituiscono un <b>unico</b> <b>popolo</b> come i Catti o i Tencteri. Occupano gran parte della Germania, divisi in tribù con nomi propri.
Comunque, tutti assieme, sono detti appunto Svevi. È segno
distintivo di questa gente ravviare lateralmente i capelli e fermarli
con un nodo: in questo modo gli Svevi si differenziano dagli altri
Germani e, al loro interno, distinguono gli uomini liberi dagli
schiavi. Presso gli altri popoli è questo un uso raro e seguito solo
dai giovani, per affinità con gli Svevi o, come spesso accade, per
imitazione. Gli Svevi invece fino alla vecchiaia si tirano
all'indietro le ispide chiome e spesso le legano soltanto in cima al
capo. I nobili vi aggiungono qualche ornamento: è un modo per
curare, senza malizia, la loro immagine fisica; e non lo fanno per
essere più attraenti, ma per sembrare ancora più imponenti e
terribili agli occhi dei nemici, quando vanno in guerra.» (Publio
Cornelio Tacito, Germania, 38)<p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>3</b>) la terza stirpe proveniva <b>dal</b>
<b>Cimbrico</b> (lo Jutland danese) e, come i Suebi Erminoni, si
stanziarono sull'Elba, al centro del territorio della Germania
odierna, fino al Danubio, limite di queste tribù.
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">I popoli germanici erano chiamati dai
Romani "<b>Germani</b>" poiché una delle prime tribù che
conobbero e sconfissero si chiamava "<b>Jerman</b><span style="font-weight: normal;">"</span>
e proveniva anch'essa dallo Jutland, scesa verso il Danubio
superiore, ai confini dell'Impero romano, assieme ai suebi
Marcomanni, ai Cimbri, agli Ambroni e ai Teutoni, probabilmente
durante le guerre cimbriche (da<span style="font-weight: normal;">l
113 a.C. al 101 a.C.)</span>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Così gli abitanti della Germania (Deutschland in tedesco), in inglese si definiscono Germans, in francese Allemands e in spagnolo Alemanes (da Alemanni), mentre in italiano sono chiamati Tedeschi. "<b>Tedesco</b>"
deriva dal latino medievale "<b>theodiscus</b>", dall'antico tedesco "theod", ossia "popolo", col significato di "lingua del popolo tedesco", così come in
modo analogo "vulgaris" significa "lingua del volgo",
dove "vulgus" è "popolo". In seguito il
termine si è esteso a indicare anche il popolo che parlava tale
lingua e divenne dunque anche aggettivo. Il termine "theod"
da cui deriva "theodiscus" è stato usato per la prima
volta in tarda età carolingia per indicare gli abitanti dell'Europa
occidentale che non parlavano lingue romanze. </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">I <b>rapporti</b> fra <b>Roma</b> e i
<b>Germani</b>, prima della massiccia germanizzazione dell'occidente
dell'Impero Romano con i regni di Suebi, Franchi, Vandali, Visigoti,
Eruli, Ostrogoti, Burgundi, Langobardi, Angli e Sassoni, sono
iniziati con le <b>guerre</b> <b>cimbriche</b>, dal <span style="font-weight: normal;">113
a.C. al 101 a.C., fra la Repubblica romana e la coalizione delle
tribù germanico-celtiche di Cimbri, Teutoni ed Ambroni; una questione più seria per Roma del recente conflitto ligure-celtico cisalpino del 121 a.C., guerre che hanno generato un grande timore nei
romani, quando per la prima volta dopo la seconda guerra punica, si sono sentiti seriamente minacciati. Inizialmente i </span><b>Romani</b><span style="font-weight: normal;"> hanno subito </span><b>pesanti</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>perdite</b><span style="font-weight: normal;"> anche a causa
della rivalità tra i consoli al comando. Ripercorriamo ora gli
eventi accaduti.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 120 a.C.</b><span style="font-weight: normal;">
- La tribù dei </span><span><b>Cimbri</b></span><span style="font-weight: normal;"> abbandona lo </span><b>Jutland</b><span style="font-weight: normal;">
e anche i loro vicini </span><span><b>Teutoni</b></span><span style="font-weight: normal;"> decidono di spostarsi altrove
attraverso la Germania. La fortezza romana di Teutoburgium, a circa 19
chilometri a nord della </span>moderna città di Vukovar, in Croazia lungo il Danubio, viene spesso
citata come prova della loro presenza. Non è tuttavia chiaro se i
Teutoni si siano subito uniti ai Cimbri o se li abbiano seguito ad una
certa distanza.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">I <b>Cimbri</b> erano una tribù
germanica, anche se alcuni ritengono che fosse di origine celtica, la
cui sede originaria pare fosse nel nord dello Jutland, nell'attuale
Danimarca, che nell'antichità era chiamata penisola cimbra.
Probabilmente sia<span style="font-weight: normal;"> Ambroni che
Cimbri avevano </span><b>radici</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>miste </b><span style="font-weight: normal;">celto-germaniche,
infatti durante il loro breve e sanguinario attraversamento
dell'Europa, i </span><b>Cimbri</b><span style="font-weight: normal;">
erano guidati da Boiorix, un nome </span><b>celtico</b><span style="font-weight: normal;">
che significa "Re dei Boi".</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">I <b>Tèutoni</b> erano secondo fonti
romane un popolo germanico che originariamente viveva nello Jutland.
Il nome Teutones o Teutoni tramandato dalle fonti greche e romane non
permette di riconoscerne una provenienza certa, potrebbe essere tanto
di origine celtica quanto protogermanica poiché esisteva una grande
quantità di lessemi simili e non è possibile tracciare un
collegamento ad una località precisa. Il termine è stato spesso
collegato con l'etnonimo Deutsche ("tedeschi"), che risale
ai termini in alto tedesco antico "theodisk" e "diutsc",
che possedevano la radice germanica "theoda", che significa
"popolo" o "tribù" ma che significava
originariamente "appartenente al popolo" e "che parla
la lingua del popolo". I geografi antichi riconoscevano nella
denominazione "<b>Teutoni</b>" un nome collettivo per gli
abitanti non celtici della costa del Mare del Nord o anche per
l'interezza dei <b>Germani</b><span style="font-weight: normal;">.
L'autore romano Plinio il Vecchio è stato il primo a riportare che i
Teutoni vivessero sulla costa occidentale dello Jutland,
verosimilmente a sud dei Cimbri e che in quei luoghi praticavano il
commercio dell'ambra; da notare che il prefisso Amb è usuale in
molti nomi tribali celtici. Secondo gli autori antichi, una devastante
marea aveva costretto i Teutoni ad abbandonare le loro aree di
insediamento.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">La
tribù degli </span><b>Ambroni</b><span style="font-weight: normal;">
(o Ambrones) appare brevemente nelle fonti romane realtive al II
secolo a.C. La loro posizione originaria pare fosse lungo la costa
dell'Europa settentrionale, a nord del Rhinemouth (la foce del Reno),
nelle Isole Frisone, regione oggi occupata dai resti dello Zuider Zee
e dallo Jutland, che gli Ambroni condivisero con i propri vicini
Cimbri e Teutoni. Lo Zuiderzee (in italiano Mare del Sud) era un
golfo dei Paesi Bassi, lungo le coste del Mare del Nord dove in epoca
romana c'era il Lago Flevo, separato dal mare dalla presenza di dune.
Nel XIII secolo, a seguito di inondazioni il mare aveva invaso il
lago, trasformandolo in golfo marino. Al fine di ampliare e garantire
il loro territorio, gli olandesi all'inizio nel XIX secolo avviarono
un grande progetto per la creazione di polder (i Zuiderzeewerken),
tratti di mare asciugato artificialmente attraverso dighe e sistemi
di drenaggio dell'acqua. Il prefisso </span><b>Amb</b><span style="font-weight: normal;">
è usuale in molti nomi tribali celtici, per cui si potrebbe pensare
che gli Ambroni fossero di origine celtica, ma esistono prove a
sostegno dell'ipotesi che Ambroni e Cimbri avessero </span><b>radici</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>miste celto-germaniche</b><span style="font-weight: normal;">.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">Queste
etnie miste, probabilmente in origine celtiche ma assimilate dai
Germani, suggeriscono d'altra parte come in quel periodo le</span><span><b> tribù</b></span><span style="font-weight: normal;">
</span><span><b>germaniche</b></span><span style="font-weight: normal;"> fossero pesantemente </span><span><b>influenzate</b></span><span style="font-weight: normal;"> dalle </span><span><b>culture</b></span><span style="font-weight: normal;"> </span><span><b>celtiche</b></span><span style="font-weight: normal;">. </span>La
potenza dei <b>Celti</b> in Europa stava <b>declinando</b> nel corso
del II - I secolo a.C. mentre i <b>Germani</b> cominciavano a premere
per attraversare i due grandi fiumi europei, il <b>Reno</b> ad
occidente per invadere la Gallia e la penisola iberica ed il <b>Danubio</b>
a sud sud-est per poi spingersi fino ai Balcani, in cerca di una
nuova sistemazione. La grande <b>migrazione</b> delle genti
<b>germaniche</b> che ne seguì comportò lo spostamento di intere
popolazioni, comprese donne, bambini ed anziani, carriaggi e mandrie,
mentre un buon numero di Celti erano scacciati dai loro insediamenti
nel centro europeo, come i Boi che prima erano in Boemia e poi erano
passati in Baviera (Baiovara), dove sono ricordati in quei toponimi,
per cui di Celti ne rimarranno in Italia Settentrionale, alcuni
fondendosi con gli antichi Liguri, in Francia, nella Galizia iberica
mischiati agli Iberici, in tutta la Britannia (Scozia inclusa) e
Irlanda, alcuni fino all'Asia Minore (i Galati).
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">Secondo
gli autori antichi, una devastante marea aveva costretto i Teutoni ad
abbandonare le loro aree di insediamento e forse gli Ambroni erano
stati convinti ad emigrare dalle recenti alluvioni dello Zuider Zee;
comunque </span><b>Cimbri</b><span style="font-weight: normal;">,</span>
<b>Teutoni</b><span style="font-weight: normal;"> e </span><b>Ambroni</b>
in una prima fase, non miravano a scontrarsi coi Romani, al contrario
il loro <b>disegno</b> <b>originario</b> potrebbe essere stato quello
di attraversare il fiume Danubio per stanziarsi nei <b>Balcani</b><span style="font-weight: normal;">.
Si trattava di circa 300.000 uomini delle tre tribù, dei quali
30.000 erano Ambroni. La migrazione si trasformò ben presto in
</span><b>razzie</b><span style="font-weight: normal;">. Mentre
puntavano verso la Boemia, vennero bloccati dai Boi, che in quel
periodo abitavano le terre che ancora oggi portano il loro nome e si
</span>creò forte <b>preoccupazione</b> nelle genti alleate ai
<b>Romani</b> del <b>Norico</b><span style="font-weight: normal;">,
che ne richiesero </span>l'<b>intervento</b> a propria salvaguardia.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh_wmxDS1bhEw9RFpSTljeh9LHSStpSoGjqvgb9iswq2s47lObnu0rcXnxTUsySSKROwhm4KN1grB_tZp9KJzwFsRsCi0dHcQ99AJt3KaVfkgcmlUHedLb1_XPU_W1qjE_uTd6tqkwjJpTiBTAgwemStnifkkDgovzpXocKNsXdW_YqBn3dYqcTY68tXQ=s1024" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="659" data-original-width="1024" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh_wmxDS1bhEw9RFpSTljeh9LHSStpSoGjqvgb9iswq2s47lObnu0rcXnxTUsySSKROwhm4KN1grB_tZp9KJzwFsRsCi0dHcQ99AJt3KaVfkgcmlUHedLb1_XPU_W1qjE_uTd6tqkwjJpTiBTAgwemStnifkkDgovzpXocKNsXdW_YqBn3dYqcTY68tXQ=s320" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;">Il Norico con i relativi passi alpini. Immagine di <br />Ziegelbrenner - Opera propria <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14731521" target="_blank">https://commons.wiki<br />media.org/w/index.php?curid=14731521</a>. Da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Norico#/media/File:Kelten_Austria.png" target="_blank">https://<br />it.wikipedia.org/wiki/Norico#/media/File:Kelten<br />_Austria.png</a><br /></span></td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Il <b>Norico</b> era popolato
alla fine della prima Età del ferro dalla cultura di Hallstatt.
Attorno alla metà del IV secolo a.C. una prima ondata di popoli
celti invasero il Norico, portando con loro nuove tradizioni (Cultura
di La Tène), che nei secoli successivi furono assorbite dalle
popolazioni indigene. Gli studi preistorici e linguistici della
regione hanno evidenziato tre diverse componenti: i <b>Veneti</b> nella parte
meridionale-occidentale del Norico, con le tribù dei Laianci e dei
Saevates; gli <b>Illiri</b> nella parte meridionale-orientale, come
propagazione delle popolazioni illiriche di Pannoni e Dalmati; i
<b>Celti</b> nella parte settentrionale, identificabili con i
Taurisci o Norici, come suggerisce Plinio il Vecchio, e nella parte
meridionale con i<span> Carni</span>.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">I <b>Celti</b> nel corso dei tre secoli
successivi occuparono gradualmente l'intera area norica, a partire
dalla valle dal Danubio, per poi percorrere le vallate Alpine fino
alla Carinzia (nella seconda metà del III secolo a.C.), e poi ad
est, espellendo le tribù illiriche che si trovavano in quest'area.
Fondarono numerose città, che ancora all'epoca romana conservavano
il suffisso celtico, come Boiodurum, Stanacum, Joviacum, Lauriacum,
Juvavum, Ovilava, ecc.. Il primo incontro tra gli abitanti di questa
regione ed i Romani avvenne nel 183 a.C., quando alcune bande di
Taurisci avevano deciso di migrare nell'Italia settentrionale, più
precisamente in Friuli, nella zona dove un paio d'anni più tardi
sarebbe sorta Aquileia, dove erano intenzionati a fondarvi un loro nuovo
<i>oppidum</i>. Roma però, che non voleva interferenze sul suolo italico da
parte di altri popoli, decise di intervenire costruendovi nel 181
a.C. una nuova colonia a protezione dei suoi confini settentrionali
(<b>Aquileia</b> appunto). Fu così che i <b>Taurisci</b> furono
costretti a tornare nelle loro terre, pur mantenendo un rapporto di
amicizia con i "nuovi vicini" Romani. Testimonianza ne è
la <b>richiesta</b> di intervento armato romano, in seguito
all'<b>invasione</b> di <b>Cimbri</b> e <b>Teuton</b>i, con il
successivo <b>scontro</b> presso la città norica di <b>Noreia</b>
del <b>113 a.C.</b>. Il Norico divenne protettorato romano alla fine
del II secolo a.C., sviluppando una cultura marcatamente romanizzata
(come si evince dalle legende in latino sulle monete e da altre
iscrizioni) che portò all'annessione nel 16 a.C., da parte di un
certo Publio Silio Nerva, della sola parte meridionale dei territori,
dove erano presenti numerose e produttive miniere d'oro scoperte un
secolo e mezzo prima (Carinzia settentrionale).</p><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><br /></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhP3DPk1GMSzBQEJ9HaYemsNfVJF3y6zOHdH2fm8xYaco6u6bpET45sFcaenw4l5UUsOU_vtCIUKiTBz9qjDfK5jM686CW4gQDl9301aBYvZQ-abR6LyCtMMwFd_YEnCu7zCw_Uo-pbm7vNLRZwmtKarMhgO218odhBZtjAFtTtgcsoidm7N5O66XGLuA=s842" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="493" data-original-width="842" height="234" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhP3DPk1GMSzBQEJ9HaYemsNfVJF3y6zOHdH2fm8xYaco6u6bpET45sFcaenw4l5UUsOU_vtCIUKiTBz9qjDfK5jM686CW4gQDl9301aBYvZQ-abR6LyCtMMwFd_YEnCu7zCw_Uo-pbm7vNLRZwmtKarMhgO218odhBZtjAFtTtgcsoidm7N5O66XGLuA=w400-h234" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le popolazioni celtiche in Europa.</td></tr></tbody></table><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b></b></p></div><div><b>Nel 113 a.C.</b> - Strabone racconta
che i celti <b>Boi</b> erano riusciti a respingere i primi attacchi
dei <b>Cimbri</b>, che avevano poi proseguito la loro marcia, insieme
a <b>Teutoni </b>ed <b>Ambroni</b>, g<span style="font-weight: normal;">irando
attorno ai Boi ed erano entrati in Serbia ed in Bosnia oltrepassando
il Sava e la Morava. Ben presto però avevano lasciato quei territori
montuosi seguendo un tragitto che passava a nord delle Alpi e dei
pericolosi Romani, </span>verso la Pannonia e il Norico. Il <b>console</b>
Gneo Papirio Carbone vista l'avanzata delle genti germaniche, di cui
egli stesso sapeva poco, temendo che potessero invadere l'Italia come
era accaduto tre secoli prima con il sacco di<span style="font-weight: normal;">
Roma,</span> decise di sorprendere gli invasori, ma subì
un'autentica <b>disfatta</b> nei pressi di <b>Noreia</b> (l'attuale
Krainburg, comune tedesco in Baviera) nel 113 a.C., battaglia che segnò così l'<b>esordio</b>
delle <b>guerre</b> <b>romano</b>-<b>germaniche</b> che si
susseguirono per i sei secoli successivi fino alla caduta dell'Impero
romano d'Occidente. <span style="font-weight: normal;">La
partecipazione dei Teutoni alla battaglia di Noreia nel 113 a.C. è
attestata in diverse fonti antiche. Dopo il successo nella battaglia
di Noreia, </span><b>Cimbri</b><span style="font-weight: normal;">,
</span><b>Teutoni </b><span style="font-weight: normal;">ed </span><b>Ambroni</b><span style="font-weight: normal;">
attraversano</span><b> </b><span style="font-weight: normal;">poi il
Reno e i territori degli Elvezi per poi giungere nei verdi pascoli
della </span><b>Gallia</b><span style="font-weight: normal;">,
</span><b>devastandola</b><span style="font-weight: normal;">, come
riporterà Cesare nel suo "De bello Gallico".</span><p></p>
<p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 109 a.C.</b>
- La <b>migrazione</b> di <b>Cimbri</b>, <b>Teutoni </b>ed <b>Ambroni
</b>viene affrontata dal <b>proconsole</b> romano Marco Giunio
Silano, al comando di 4 legioni (composte di 5 000÷6 000 armati
l'una) ma è <b>sconfitto</b> nelle terre dei <b>Sequani</b>, evento
che provoca un inizio di ribellione da parte delle tribù celtiche
che erano state di recente assoggettate dai Romani, nella parte meridionale del paese. La coalizione celto-germanica subisce poi una sconfitta da parte dei Celti Belgi.</p><p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjzP69HZX7feCCFpWdAP-ksElMvijW1McIAeE5o8S-UI_mfNPP_7NLC0vlF8MkZFjdARTwYMQbm7AYkZ8rkiVxM4A3gaTLc6Cvi2yZXMb1e36Pl_dtFYX-L950IgkO8MCaATvRj3r5Tal46Xwb2kSnxoUGn8Fp1yrH8EmAC5B4oBx4rsYHZP08D3S_-Mg=s799" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="799" data-original-width="787" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjzP69HZX7feCCFpWdAP-ksElMvijW1McIAeE5o8S-UI_mfNPP_7NLC0vlF8MkZFjdARTwYMQbm7AYkZ8rkiVxM4A3gaTLc6Cvi2yZXMb1e36Pl_dtFYX-L950IgkO8MCaATvRj3r5Tal46Xwb2kSnxoUGn8Fp1yrH8EmAC5B4oBx4rsYHZP08D3S_-Mg=s320" width="315" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gallie con relative tribù. Immagine di User Feitscherg<br />Opera propria, CC BY-SA 3.0, <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42753" target="_blank">https://commons.wiki<br />media.org/w/index.php?curid=42753</a>. Da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Gallia#/media/File:Map_Gallia_Tribes_Towns.png" target="_blank">https://it.wiki<br />pedia.org/wiki/Gallia#/media/File:Map_Gallia_Tribes<br />_Towns.png</a>. <span style="text-align: left;">I Romani suddividevano la Gallia in<br />cinque parti: Gallia Belgica, Gallia Celtica (corrispondente<br />alla provincia della Gallia Lugdunensis), Gallia Cisalpina,<br />Gallia Narbonensis e Gallia Aquitania.</span></td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 107 a.C.</b>
- I <b>Tigurini</b>, clan dei Celti <b>Elvezi</b>, guidati da un
certo Divicone, menzionato dallo stesso Cesare nel suo "De bello
Gallico", riescono a penetrare nella provincia romana della
<b>Gallia</b> <b>Narbonense</b>. Il console Lucio Cassio Longino,
accorso per difendere i territori romani con 6 legioni (composte da 5.000÷6.000 armati l'una) e 6.000 cavalieri, si dirige verso Tolosa,
percorrendo la via fatta costruire dal console Enobarbo nel 122 a.C. A pochi chilometri dall'oppidum celtico ingaggia una battaglia contro
il popolo dei Volci Tectosagi (i Volci erano un popolo celtico
originario della valle del Danubio) a cui si erano uniti parte dei
<b>Cimbri</b>, <b>Teutoni</b> e <b>Tigurini</b>, riuscendo a
batterli. Continuerà poi l'avanzata in territorio celtico portandosi
appresso i bagagli, quasi fosse una semplice marcia di trasferimento,
risalendo la valle del fiume Garonna fino alla zona di Bordeaux dove
le <b>legioni</b>, ormai distanti dai confini con la provincia
narbonense romana saranno <b>massacrate</b> nella zona di <b>Agen </b>
(presso il popolo dei Nitiobrogi), mentre lo stesso Lucio Cassio
perderà la vita. Fu un autentico massacro dove persero la vita
almeno 35.000 armati tra i due contendenti. Fu solo grazie
all'ufficiale di grado più elevato fra quelli sopravvissuti, Gaio
Popilio Lenate, figlio del console dell'anno 132 a.C., che si riuscì
a patteggiare una <b>resa</b> mettendo in salvo quanto restava delle
forze romane, ma solo dopo aver ceduto metà degli equipaggiamenti ed
aver subito l'umiliazione di far marciare il proprio esercito sotto
il <b>giogo</b>, in mezzo allo scherno dei vincitori.</p><p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 106 a.C.</b>
- Il console Quinto Servilio <b>Cepione</b> marcia da Narbona, alla
testa di ben 8 legioni (composte di 5 000÷6 000 armati l'una),
contro le tribù ribellatesi a Roma stanziate nella zona di Tolosa.
Si racconta che Cepione cercasse, all'interno della città di Tolosa
e per diversi giorni, il tesoro di cui narrava una leggenda,
un'enorme quantità di oro che pare fosse custodita nei santuari dei
templi (il cosiddetto <b>Oro</b> di <b>Tolosa</b> o Aurum Tolosanum).
Non trovando nulla, decise di prosciugare i laghi vicini alla città
e ritrovò così sotto la melma 50.000 lingotti d'oro, 10.000
lingotti d'argento e macine interamente in argento, una fortuna
incredibile. Durante il trasporto verso Massilia (l'odierna
Marsiglia), nel tratto tra Tolosa e Narbona, dove avrebbe dovuto
essere imbarcato), 1.000 predoni si impadronirono dei 450 carri che
trasportavano i soli lingotti d'oro. A Roma si sospettò dello stesso
Cepione, che però fu confermato nel comando anche per l'anno
successivo, ma si unì a lui nelle operazioni in Gallia meridionale
anche uno dei due nuovi consoli, Gneo Mallio Massimo.</p>
<p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 105 a.C.</b>
- Al pari di Gaio Mario, anche Gneo Mallio Massimo era un uomo nuovo,
che non faceva cioè parte di alcuna élite romana e la
collaborazione fra lui e Quinto Servilio Cepione si dimostrò fin da
subito impossibile. <b>Cimbri</b>, <b>Teutoni</b> e <b>Ambroni</b>
erano apparsi sul corso del fiume <b>Rodano</b> proprio mentre
l'esercito di Mallio si trovava nella stessa zona. Cepione, che era
accampato sulla riva opposta del fiume, si rifiutò in un primo
momento di venire in soccorso del collega minacciato, decidendosi ad
attraversare il fiume solo dopo che il Senato gli aveva ordinato di
cooperare con Mallio. Tuttavia si rifiutò di unire le forze dei due
eserciti mantenendosi a debita distanza dal collega. Il primo scontro
si ebbe 65 km a nord di <b>Arausio</b> (l'attuale Orange in Francia)
quando un certo Marco Aurelio Scauro, alla testa di 5.000 cavalieri,
ingaggiò una prima battaglia, che gli fu sfavorevole, con le
avanguardie della coalizione germanica. I successivi due <b>scontri</b>
si rivelarono <b>disastrosi</b> per entrambi i comandanti <b>romani</b>.
Prima Cepione (alla testa di 7 legioni) fu battuto a 48 km a Nord di
Arausio e poi Manlio (alla testa delle 7 legioni precedenti a cui se
ne erano aggiunte altre 2) a soli 8 km a nord di Arausio, il 6
ottobre del 105 a.C., subì una nuova disfatta. I Romani dovettero
combattere con il fiume alle spalle che impediva loro la ritirata e,
stando alle cronache, furono uccisi 80.000 soldati e 40.000
ausiliari. Dopo gli scontri, i Cimbri si spostarono in direzione
dell'Hispania per dedicarsi al <b>saccheggio</b> della <b>penisola</b>
<b>iberica</b> mentre Teutoni e Ambroni si stanziarono nella Gallia
Narbonense, diventata dal 121 a.C. provincia romana.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">Le perdite subite
nel decennio precedente erano state molto gravi, ma questa sconfitta,
provocata soprattutto dall'<b>arroganza </b>della <b>nobiltà</b> che
si rifiutava di collaborare con i più capaci capi militari non
nobili, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non soltanto le
<b>perdite</b> <b>umane</b> erano state <b>enormi</b>, ma l'Italia
stessa era ormai esposta all'invasione delle orde barbariche. Il
malcontento del popolo contro l'aristocrazia stava raggiungendo ormai
l'esasperazione. Nell'autunno del 105, mentre si trovava ancora in
Africa, Gaio Mario fu rieletto console. L'elezione in <i>absentia</i> era
una cosa abbastanza rara e inoltre una legge successiva all'anno 152
a.C., imponeva un intervallo di almeno 10 anni fra due consolati
successivi, mentre sembra che una legge del 135 a.C. addirittura
proibisse che questa carica potesse essere rivestita per due volte
dalla stessa persona. La grave minaccia incombente dal nord fece
tuttavia passare sopra ad ogni legge e consuetudine e <b>Mario</b>,
ritenuto il <b>più</b> <b>abile</b> comandante disponibile, sarà
rieletto console per ben 5 volte consecutive, dal 104 al 100 a.C.,
cosa mai avvenuta in precedenza.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b></b></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjxz0Ldir8Bj4bNHaVk09LA3XwITTT0gfMpnppCIqfkm8s0VWZeBdu_MiyNU0wBMVbEyZ6c-vsvLv-W87ySCcrKYJR679_GTJG37zTLrBl7x79dOUKfX9xAHh0TKqY27WxCd2OwRjLvFUuhIf8VxUxV9goByev0IPBYZXv2z2XLP9q5B6QK8YJvxheeww=s1199" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1199" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjxz0Ldir8Bj4bNHaVk09LA3XwITTT0gfMpnppCIqfkm8s0VWZeBdu_MiyNU0wBMVbEyZ6c-vsvLv-W87ySCcrKYJR679_GTJG37zTLrBl7x79dOUKfX9xAHh0TKqY27WxCd2OwRjLvFUuhIf8VxUxV9goByev0IPBYZXv2z2XLP9q5B6QK8YJvxheeww=w134-h200" width="134" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gaio Mario. Immagine<br />© José LuizBernardes<br /> Ribeiro,CCBY-SA4.0<br /><a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=62268155" target="_blank">https://commons.wiki<br />media.org/w/index.ph<br />p?curid=62268155</a>.<br />Da <a href="https://it.wikiquote.org/wiki/Gaio_Mario#/media/File:Bust_of_Marius_(GL_319)_-_Glyptothek_-_Munich_-_Germany_2017.jpg" target="_blank">https://it.wikiquote.<br />org/wiki/Gaio_Mario<br />#/media/File:Bust_of_<br />Marius_(GL_319)_-<br />_Glyptothek_-_Munich<br />_-_Germany_2017.jpg</a><br /></td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 103 a.C.</b> - I <b>Germani</b>
indugiavano ancora nelle proprie <b>scorribande</b> in <b>Hispania</b>
ed in <b>Gallia</b> e questo fatto, insieme alla morte del console
collega Lucio Aurelio Oreste, consentì a Gaio <b>Mario</b>, che
stava già marciando verso nord, di rientrare a Roma per venirvi
<b>confermato</b> <b>console</b> per l'anno <b>102 a.C.</b>, insieme
ad un nuovo collega, Quinto Lutazio Càtulo.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Gaio</b> <b>Mario</b> (Cereatae, nel territorio del comune di Veroli,
in provincia di Frosinone, oggi Casamari, da "casa Marii",157
a.C. - Roma, 13 gennaio 86 a.C.) è stato <span>un
"uomo nuovo", che non faceva cioè parte di alcuna élite
romana. M</span>ilitare e politico romano, per sette volte è stato
console della Repubblica romana. Lo storico Plutarco gli dedicherà
una delle sue <span>"</span>Vite
parallele<span>"</span>,
raffrontandolo al re d'Epiro Pirro, della stirpe macedone di
Alessandro. La carriera di Gaio Mario non sembrava destinata a grandi
successi fino al 110 a.C., quando gli fu proposto un <b>matrimonio</b>
con una giovane esponente dell'aristocrazia, <b>Giulia</b> Maggiore,
sorella del senatore Gaio Giulio <b>Cesare</b> il vecchio e futura
zia di Gaio Giulio Cesare. Mario accettò, divorziando dalla sua
prima moglie Grania di Pozzuoli. La gens Iulia era una famiglia
patrizia di antichissime origini (faceva risalire la propria
discendenza a Iulo, figlio di Enea, e a Venere, dea della bellezza),
ma nonostante ciò i suoi appartenenti avevano, per ragioni
finanziarie, notevoli difficoltà a ricoprire cariche più elevate di
quella di pretore (solamente una volta, nel 157 a.C. un Giulio Cesare
era stato console). Il matrimonio permise alla famiglia patrizia di
rimettere in sesto le proprie finanze e diede a Mario la legittimità
per candidarsi al consolato. Da sottolineare comunque che Gaio <b>Mario</b>
è stato il <b>campione</b> del partito dei <i><b>populares</b></i><span><span>
così come Lucio Cornelio Silla lo è stato degli aristocratici
</span></span><i><span>optimates</span></i><span><span>
e lo stesso Gaio Giulio Cesare rimarrà fedele ai </span></span><i><span>populares</span></i><span><span>
fino al suo assassinio, avvenuto nel Senato, il tempio degli <i>optimates</i> patrizi, i<i> patres</i> della patria.</span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b></b></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgCYkzYqJYu6mREsBR1tkaz0v1nYZN2HJkYYFEgJJPSdQLvPzWqxihDArSKG0ymcazKOlP0aKl_EDQP6jta_zEiipsF1fqRZiJ5bm9Jv8DfCFQMixe5tvZjyZ5eSRnvwIT_xRJhNc-3hK3t2itavsWyUCxadZsiLk1ZFZPyHQjyR3b905qL4XRXMJ-Uww=s600" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="520" data-original-width="600" height="277" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgCYkzYqJYu6mREsBR1tkaz0v1nYZN2HJkYYFEgJJPSdQLvPzWqxihDArSKG0ymcazKOlP0aKl_EDQP6jta_zEiipsF1fqRZiJ5bm9Jv8DfCFQMixe5tvZjyZ5eSRnvwIT_xRJhNc-3hK3t2itavsWyUCxadZsiLk1ZFZPyHQjyR3b905qL4XRXMJ-Uww=s320" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;">Invasione di Cimbri e Teutoni. Croci verdi per le loro<br /> vittorie e croci rosse per le sconfitte. Immagine di<br /></span>TcfkaPanairjdde - Cimbrians and Teutons.png, CC<br />BY-SA 3.0, <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4033347 " target="_blank">https://commons.wikimedia.org/w/ind<br />ex.php?curid=4033347</a>. Da <a href=" https://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_cimbriche#/media/File:Cimbrians_and_Teutons_-_it.png" target="_blank"> https://it.wikipedia.<br />org/wiki/Guerre_cimbriche#/media/File:Cimbrians<br />_and_Teutons_-_it.png</a></td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 102 a.C.</b> - I <span><b>Cimbri</b></span>
dall'Hispania tornano in Gallia e insieme ai <b>Teutoni</b> e agli
<b>Ambroni</b>, decidono un <b>attacco</b><span>
congiunto alla </span><b>Repubblica</b><span>
</span><b>romana</b>. Dalla Gallia, i <b>Teutoni</b> e gli <b>Ambroni</b><span>
</span>avrebbero dovuto puntare a sud-est dirigendosi verso le <b>coste</b>
del <b>Mediterraneo</b>, mentre i <b>Cimbri</b> dovevano penetrare
nell'Italia Settentrionale da nord-est attraversando il passo del
<b>Brennero</b> (”per alpes Rhaeticas”). Infine i <b>Tigurini</b>,
la tribù celtica loro alleata che aveva sconfitto Longino nel 107,
progettava di attraversare le Alpi provenendo <b>da</b> <b>nord</b>-<b>ovest</b>.
La decisione di <b>dividere</b> in questo modo le loro <b>forze</b>
si sarebbe dimostrata <b>fatale</b>, poiché diede ai Romani,
avvantaggiati anche dalle linee di approvvigionamento molto più
corte, la possibilità di affrontare separatamente i vari
contingenti, concentrando le proprie forze laddove era di volta in
volta necessario. Così mentre <b>Ambroni</b><span>
e </span><b>Teutoni</b><span>
transitavano nella Gallia Narbonense (a est di Marsiglia) verso
l'Italia, i </span><b>Cimbri</b><span> si
dirigevano verso il passo del </span><b>Brennero</b><span>
(”</span><i><span>per alpes
Rhaeticas</span></i><span>”) per poi
entrare da lì in Italia. Il console </span><b>Gaio</b><span>
</span><b>Mario</b><span> decise così di
intercettare Teutoni e Ambroni, che si trovavano in quel momento
nella provincia romana della Gallia Narbonense e si stavano dirigendo
verso le Alpi alla volta dell'Italia, stabilendo un campo sul loro
percorso.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;"></span></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh5dEU9nxD7LtdH8xfeyptFd8C4aSSusQcqRGjYL9qVLDLQmQOVFNWL70105K8xA-F7nq0l_zJzLe1yYCskE7c18FF1IKTe1lHkeun0BtH3l6Mtm_k_QfjQv041fLy6IwNxkCHZ3R3RIhJlrq4btzu1G89bUm1oZ2WRPNoEpM6T9PBrsnHwfTyw2iffag=s1067" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh5dEU9nxD7LtdH8xfeyptFd8C4aSSusQcqRGjYL9qVLDLQmQOVFNWL70105K8xA-F7nq0l_zJzLe1yYCskE7c18FF1IKTe1lHkeun0BtH3l6Mtm_k_QfjQv041fLy6IwNxkCHZ3R3RIhJlrq4btzu1G89bUm1oZ2WRPNoEpM6T9PBrsnHwfTyw2iffag=w150-h200" width="150" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;">Aquilifer. Immagine di<br /></span><span style="text-align: left;">Marten253 - Opera<br />propria, CC BY-SA 3.0<br /><a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4285150" target="_blank">https://commons.wikime<br />dia.org/w/index.ph<br />p?curid=4285150</a>.</span></td></tr></tbody></table><span>Sallustio narra che </span><b>Gaio Mario</b><span>
usò per la </span><b>prima volta</b><span>
l'</span><b>aquila</b><span> come insegna
nella guerra contro i Cimbri, consegnandone una ad </span><b>ogni</b><span>
</span><b>legione</b><span>. In battaglia
e durante le marce era tenuta in consegna dall'<i>aquilifer</i> (aquilifero)
e strenuamente difesa. La sua perdita era motivo di disonore e poteva
causare lo scioglimento dell'unità. L'aquila, nel periodo antico,
rappresentava l'Icona di </span><b>Giove</b><span>,
padre di tutti gli dei e protettore dello stato. Come tale fungeva da
simbolo del potere di Roma e del suo impero e venne utilizzata da
allora come insegna da parte dell'esercito. Ai tempi di Gaio Giulio
Cesare, l'aquila delle legioni era d'argento e oro ma a partire dalla
riforma augustea il materiale utilizzato fu il solo </span><b>oro</b><span>.
L'aquila era custodita dalla prima centuria della prima coorte,
conservata presso l'accampamento (assieme ai </span><i><span>signa</span></i><span>
</span><i><span>militaria</span></i><span>)
all'interno dell'</span><i><span>aedes</span></i><span>
</span><i><span>signorum</span></i><span>,
uno degli edifici dei </span><i><span>Principia</span></i><span>
(quartier generale della legione). L'aquila usciva dall'accampamento
romano solo in occasione dei trasferimenti dell'intera legione, sotto
la responsabilità di un sottufficiale legionario, l'Aquilifer che,
oltre a doverne garantire la custodia, era incaricato di portarla in
battaglia e difenderla anche a costo della propria vita. In tal
senso, l'</span><b>aquilifer</b><span>
può essere paragonato ad un alfiere, quindi un giovane ufficiale dei
moderni eserciti e la stessa aquila può essere considerata come una
bandiera di guerra o uno stendardo. Era segno di grave disfatta la
sua perdita, evento che accadde in rare occasioni, come nel corso
della battaglia della foresta di Teutoburgo nel 9 d.C., quando ben
tre aquilae caddero nelle mani del nemico germanico.</span><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">Gli </span><span><b>Ambroni</b></span><span style="font-weight: normal;"> e i </span><span><b>Teutoni</b></span><span style="font-weight: normal;">, guidati dal loro re Teutobod, assaltarono il
campo romano venendo respinti e decisero quindi di proseguire verso
l'Italia aggirando il campo, ma Mario li seguì accampandosi vicino a
quella che sarebbe passata alla storia col nome di </span><b>battaglia</b><span style="font-weight: normal;">
di </span><b>Aquae</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>Sextiae</b><span style="font-weight: normal;">
(l'attuale Aix en Provence, insediamento fondato dal console Gaio
Sestio Calvo nel 109 a.C.), in modo da sbarrare il cammino ai
Germani. Gaio Mario aveva organizzato nel migliore dei modi la
propria armata, i soldati erano stati sottoposti ad un addestramento
che mai in precedenza si era visto, e si erano abituati a sopportare
senza lamentele le fatiche delle lunghe marce e dell'allestimento di
accampamenti e macchine da guerra, tanto da meritarsi il soprannome
di </span><b>muli</b><span style="font-weight: normal;"> di </span><b>Mario</b><span style="font-weight: normal;">.
Ad </span><b>Aquae</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>Sextiae</b><span style="font-weight: normal;">,
alcuni contingenti di Ambroni, l'avanguardia dell'esercito dei
Germani, si lanciarono avventatamente all'attacco delle posizioni
romane, senza aspettare l'arrivo di rinforzi, attaccando i Romani
mentre stavano attingendo acqua da un vicino fiume. I Liguri, alleati
dei Romani, accorsero ad aiutarli ricacciando gli Ambroni al di là
del fiume. Secondo Plutarco, in occasione della battaglia di </span><b>Aquae</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>Sextiae</b><span style="font-weight: normal;"> del 102 a.C.,
quando i </span><b>Liguri </b><span style="font-weight: normal;">alleati
dei romani urlarono "Ambrones!" come grido di battaglia,
ottennero in risposta lo stesso grido dal fronte opposto dei Celti
Ambroni, che seguendo i costumi celtici, urlavano il nome della
propria tribù durante le entrate in battaglia. Da ciò deriva
l'ipotesi di una </span><b>derivazione culturale</b><span style="font-weight: normal;">
o </span><b>contaminazione, </b><span style="font-weight: normal;">nel
settentrione italico, dei Celti dai </span><b>Liguri</b><span style="font-weight: normal;">
(la cui originaria espansione si estendeva presumibilmente dalla
penisola a quella iberica e nella Francia meridionale prima
dell'espansione dei Celti, mentre i Romani consideravano gli Ambroni
Germani, non Celti. Queste circostanze suggeriscono la presenza di
</span><b>etnie</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>miste</b><span style="font-weight: normal;">,
probabilmente in origine </span><b>liguri</b><span style="font-weight: normal;">
poi </span><b>celtiche</b><span style="font-weight: normal;"> così
come etnie </span><b>celtiche</b><span style="font-weight: normal;">
assimilate poi dai </span><b>Germani</b><span style="font-weight: normal;">.
Non solo gli Ambroni provenivano da una regione settentrionale
recentemente germanizzata, ma in quel periodo le tribù </span><b>germaniche</b><span style="font-weight: normal;">
venivano pesantemente influenzate dalla cultura celtica.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">Nella </span><span><b>battaglia</b></span><span style="font-weight: normal;"> di </span><span><b>Aquae</b></span><span style="font-weight: normal;"> </span><span><b>Sextiae</b></span><span style="font-weight: normal;"> (ad Aix-en-Provence), i Romani
ricompattarono i ranghi rigettando gli Ambroni che tentavano di nuovo
di oltrepassare il fiume e lì gli </span><b>Ambroni</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>persero</b><span style="font-weight: normal;"> buona parte
delle loro </span><b>forze</b><span style="font-weight: normal;"> e
30.000 di loro rimasero uccisi. Gaio Mario schierò poi un
contingente di 3.000 uomini per tendere un'imboscata al grosso
dell'esercito dei Germani, che presi alle spalle e attaccati
frontalmente, furono completamente </span><b>sterminati</b><span style="font-weight: normal;">
e persero 100.000 uomini mentre quasi altrettanti ne furono
catturati. Gli </span><b>Ambroni</b><span style="font-weight: normal;">
furono annientati e, fondendosi con i Celti locali, diedero vita ad
una nuova tribù, gli </span><b>Aduatuci</b><span style="font-weight: normal;">,
storia che si può trovare nella vita di Gaio Mario nell'opera "Vite
Parallele" di Plutarco scritta nell'80. Dopo la battaglia, i
</span><b>Teutoni</b><span style="font-weight: normal;"> non verranno
più nominati nelle fonti romane. Le parti dell'esercito teutone
sopravvissute alla sconfitta si stabilirono presso la Mosa sotto il
nome anch'essi, di </span><b>Aduatuci</b><span style="font-weight: normal;">.
Verosimilmente, ancora nel II - III secolo d.C., risiedevano nei
dintorni del Meno. Dalle loro prime vittorie contro gli eserciti
romani, si era creato un collegamento fra i Teutoni ed il terrore
che avevano generato, così che gli storici romani parlavano di </span><i><span style="font-weight: normal;">furor
teutonicus</span></i><span style="font-weight: normal;">, furore
teutonico. A partire dalla tarda età carolingia, l'aggettivo latino
</span><i><span style="font-weight: normal;">teutonicus</span></i><span style="font-weight: normal;">
venne utilizzato per indicare la popolazione residente nell'Impero
carolingio che non parlasse una lingua romanza (così come i</span>l termine "theod" da cui
deriva "theodiscus" da cui "tedesco")<span> e nel corso del
Medioevo, venne utilizzato come traduzione per </span><b>deutsch</b><span>,
tedesco (ad esempio, Ordo Teutonicus o ordine dei Cavalieri
Teutonici, è la traduzione di Deutscher Orden). A volte, un "tedesco
tipico" viene indicato come teutone o teutonico nel
senso di "un uomo di forma possente e robusta" o di
deutschtümelnd, oppure</span>, a scopo ironico, un individuo che accenti fortemente i tratti
caratteriali di tedesco.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 101 a.C.</b> - Il collega di
Gaio Mario, Quinto Lutazio Càtulo, console nel 102, non era invece
riuscito ad impedire che i <b>Cimbri</b> forzassero il passo del
Brennero avanzando nell'<b>Italia</b> settentrionale verso il finire
del 102 a.C.. Gaio Mario apprese la notizia mentre si trovava a Roma,
dove era rieletto console per l'anno 101 a.C. e immediatamente si
mise in marcia per ricongiungersi con Càtulo, il cui comando fu
prorogato anche per il 101 a.C. Infine, nell'estate del 101 a.C., a
<b>Vercelli</b>, nella Gallia Cisalpina, in una località allora
chiamata Campi Raudii, ebbe luogo lo <b>scontro</b> <b>decisivo</b>.
Ancora una volta la ferrea disciplina dei Romani ebbe la meglio
sull'impeto dei Cimbri e almeno 65.000 di loro (o forse 100.000)
perirono, mentre tutti i sopravvissuti furono ridotti in schiavitù.
I <b>Tigurini</b>, <span style="font-weight: normal;">clan dei Celti
</span><b>Elvezi</b><span style="font-weight: normal;">, </span>a quel
punto rinunciarono al loro proposito di penetrare in Italia da
Nord-Ovest e <b>rientrarono</b> nelle loro sedi. Càtulo e Mario,
come consoli in carica, celebrarono insieme uno splendido <b>trionfo</b>,
ma nell'opinione popolare, tutto il merito venne attribuito a Mario.
In seguito Càtulo si trovò in contrasto con Mario, divenendone uno
dei più accaniti rivali. Come ricompensa per avere sventato il
pericolo dell'invasione barbarica, Mario venne rieletto console anche
per l'anno 100 a.C. Gli avvenimenti di quell'anno, tuttavia, non gli
furono propizi, poiché proprio nel corso dell'anno il tribuno della
plebe Lucio Appuleio Saturnino richiese con forza che si varassero
riforme simili a quelle per cui si erano in passato battuti i
Gracchi. Propose quindi una legge per l'assegnazione di terre ai
veterani della guerra appena conclusasi e per la distribuzione da
parte dello stato di grano a prezzo inferiore a quello di mercato. Il
senato si oppose a queste misure, provocando così lo scoppio di
violente proteste, che presto sfociarono in una vera e propria
<b>rivolta</b> <b>popolare</b>, e a Mario, come console in carica, fu
chiesto di reprimerla. Sebbene egli fosse vicino al partito popolare,
il supremo interesse della repubblica e l'alta magistratura da lui
rivestita gli imposero di assolvere, sebbene <b>riluttante</b>, a
questo compito. Dopodiché <b>lasciò</b> ogni <b>carica</b> pubblica
e partì per un viaggio in Oriente mentre Roma conobbe alcuni anni di
relativa tranquillità.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Vediamo ora le fasi della <span style="font-style: normal;"><b>conquista</b></span>
<b>romana</b> dei <b>territori</b> in cui erano stanziate tribù di <b>Germani</b> fino al 260
e.v. (d.C.).</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 72 a.C.</b> - Popolazioni
<b>germaniche</b> comandate dal re Ariovisto <b>invadono</b> dei
territori della <b>Gallia</b><span>,
appannaggio delle tribù celtiche,</span> sulla riva sinistra del
<b>Reno</b><span>, dopo averlo
attraversato i</span>nsieme a popolazioni <b>suebe</b> (sveve)
provenienti dalle vallate dei fiumi Neckar e Meno. Nel corso degli
anni, gli esponenti di quelle tribù germaniche cresceranno di numero
fino a raggiungere rapidamente le 120.000 unità.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjLsTzf6jKrA5TdMORka4jRS3PR0Q-VzLJdaKvCCLSaD7diF7r9MS7B09HeKt4pqSk7_g7c3sg54_SBgHeOryjKYHzz3F-kmgu3nuDN2wzSXLRWfxJk65-pl10dyJjNk7Fpj8DeVj0eorGfjhOCnNpfk1yiqXQL9GrrJ5OTPDlrJYE0TRqIFTuOu1YJRA" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="710" data-original-width="1024" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjLsTzf6jKrA5TdMORka4jRS3PR0Q-VzLJdaKvCCLSaD7diF7r9MS7B09HeKt4pqSk7_g7c3sg54_SBgHeOryjKYHzz3F-kmgu3nuDN2wzSXLRWfxJk65-pl10dyJjNk7Fpj8DeVj0eorGfjhOCnNpfk1yiqXQL9GrrJ5OTPDlrJYE0TRqIFTuOu1YJRA=w400-h278" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I domini della Repubblica di Roma nel 58 a.C., quando erano state<br />romanizzate solo la Gallia Narbonensis (Provenza, Languedoc<br />e Occitania) e la Gallia Cisalpina (l'Italia settentrionale), prima della<br />conquista delle altre Gallie. Immagine di Cristiano64 - Opera propria,<br />CC BY-SA 3.0 <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2985081" target="_blank">https://commons.wikimedia.org/w/index.php?<br />curid=2985081</a> </td></tr></tbody></table><br /></div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd97YKqH38lrq5AfutjbJskKWwPJlLPOuSXF3Dr-RuiR80Ef9XxcxY8CQQb6zCJC262K4vdvKe4sB76S-A2jyo2ffhH_sZlC_k-aruLD6cxsTcG6qcze7kRnMrDfcnAMeecZXfGj0ZoimH/s1600/julius-caesar-roman-forum-roma.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1300" data-original-width="867" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd97YKqH38lrq5AfutjbJskKWwPJlLPOuSXF3Dr-RuiR80Ef9XxcxY8CQQb6zCJC262K4vdvKe4sB76S-A2jyo2ffhH_sZlC_k-aruLD6cxsTcG6qcze7kRnMrDfcnAMeecZXfGj0ZoimH/s200/julius-caesar-roman-forum-roma.jpg" width="133" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">Statua di Gaio Giulio</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Cesare nel foro</div><div style="margin-bottom: 0cm;">romano, da <a href="https://it.123rf.com/photo_84967358_statua-di-bronzo-di-julius-caesar-roman-forum-roma-italia-giulio-cesare-ricostru%C3%AC-il-foro-romano-nel-4.html" target="_blank">QUI</a>.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"></div></td></tr></tbody></table><b>Nel 58 a.C.</b> - Durante la
conquista della Gallia da parte di Gaio Giulio Cesare, negli anni 58
e 57 a.C., si narra che Cesare, una volta battuti i celti Elvezi,
abbia rivolto la sua attenzione alle tribù germaniche di <b>Suebi</b> (stirpe, secondo Tacito, appartenente agli <i>Herminones</i>, che provenivano dal <i>Suebicum mare</i>, il Mar Baltico, chiamati Suebi da Strabone, Svevi durante il Medioevo, Schwäbisch in tedesco) che
avevano invaso la Gallia nel 72 a.C. e le affrontò in combattimento in Alsazia, in
una piana, ai piedi dei monti Vosgi, oggi compresa tra le città di
Mulhouse e Cernay. I Germani, al termine dello scontro assai cruento,
furono massacrati dalla cavalleria romana mentre cercavano di
riattraversare il fiume Reno e lo stesso <b>Ariovisto, il loro condottiero, </b>scampò a
stento alla morte, riuscendo a guadare il Reno insieme a pochi
fedeli. Da quel momento Ariovisto scomparve dalla storia mentre
Cesare, respingendo i Suebi al di là del <b>Reno</b>, eleggeva il
fiume in quella che sarebbe stata la <b>barriera</b> naturale della
<b>Repubblica</b> di<b> Roma</b> per molti anni a venire<span>.</span></div><div><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Prima della conquista della
Gallia da parte di Gaio Giulio Cesare, spinte alle spalle dalla
<b>pressione</b> dei <b>Suebi</b>, le tribù germaniche degli
<b>Usipeti</b> e dei <b>Tencteri</b> avevano vagato per tre anni e si
erano spinte a nord del fiume Meno, fino a raggiungere le regioni
abitate dalla tribù celtico-gallica dei <span style="font-weight: normal;">Menapi,</span>
alla foce del Reno. I Menapi possedevano, su entrambe le sponde del
fiume, campi, casolari e villaggi e quindi, spaventati dall'arrivo di
quella moltitudine di genti (Cesare sostiene fossero ben 430.000
persone), abbandonarono gli insediamenti a est del Reno e posero
alcuni presidi lungo il fiume, per impedire ai Germani di passare in
Gallia. Non riuscendo ad attraversare il fiume, Tencteri ed Usipeti
simularono la ritirata per poi tornare improvvisamente di notte
facendo strage dei Menapi che erano tornati nei loro villaggi. Si
impadronirono quindi delle loro navi e <b>passarono</b> il fiume
<b>Reno</b><span style="font-weight: normal;">, o</span>ccuparono i
loro villaggi in Gallia e si nutrirono per tutto l'inverno con le
loro provviste. </p><p style="margin-bottom: 0cm;">Venuto a conoscenza di questi fatti, <b>Cesare</b> decise di
anticipare la sua partenza per la Gallia e raggiungere le sue
legioni, che svernavano nei territori della Gallia Belgica. Era
venuto inoltre a sapere che alcune tribù galliche avevano invitato
le tribù germaniche ad abbandonare i territori appena conquistati
del basso Reno, per inoltrarsi in Gallia. « Attratti da questa
speranza, i Germani si spinsero più lontano con le loro scorrerie,
fino ai territori degli Eburoni e dei Condrusi, che sono un popolo
cliente dei Treviri [...] Cesare dopo aver blandito ed incoraggiato i
capi della Gallia, ed avergli <b>richiesto</b> <b>reparti</b> di <b>cavalleria</b>
alleata, stabilì di portare la <b>guerra</b> ai <b>Germani</b> [...]
Cesare dopo aver provveduto a raccogliere frumento ed arruolati i
cavalieri si diresse verso le regioni dove si diceva si trovassero i
Germani. » (Cesare, De bello Gallico, IV, 6-7,1). </p><p style="margin-bottom: 0cm;">I Germani <span><b>Usipeti</b></span><span style="font-weight: normal;">
e </span><span><b>Tencteri</b></span>, che si trovavano in una località non molto
distante dall'attuale città olandese di Nimega (in olandese
Nijmegen), una volta venuti a conoscenza dell'avvicinamento
dell'esercito romano decisero di inviare ambasciatori a Cesare, per
chiedere al generale il permesso di stanziarsi in quei territori,
offrendo in cambio la loro amicizia. Gli ricordarono il motivo per
cui erano stati costretti a migrare ed il loro valore in battaglia,
ma <b>Cesare</b> negò loro il permesso di occupare territori della
Gallia sostenendo che <b>non</b> <b>era</b> <b>giusto</b> che i
<b>Germani</b> si impadronissero delle <b>terre</b> di <b>altri</b>
<b>popoli</b>, proprio loro che non erano stati capaci di difendere i
propri territori dalle scorrerie dei Suebi. Cesare consigliò loro di
riattraversare il Reno e di occupare i territori del popolo amico
degli <b>Ubi</b>, che avevano chiesto a Cesare di intervenire oltre
il grande fiume offrendogli la loro <b>alleanza</b>, per potersi
<b>liberare</b> finalmente dal giogo dei vicini <b>Suebi</b>. </p><p style="margin-bottom: 0cm;">Gli <b>Ubi</b>
(in latino <i>Ubii</i>) erano un'antica popolazione germanica che aveva abitato, fino al 38 a.C., la sponda destra del fiume Reno nei territori di fronte
all'attuale città di Köln (Colonia, dai Romani chiamata Ara o Oppidum Ubiorum dal 39 a.C., quando permisero agli Ubi di insediarsi sulla riva sinistra del Reno e Colonia Claudia Ara Agrippinensium dal 49), territori che confinavano a sud con quelli dei Suebi, di cui gli Ubi dovettero diventare tributari. Appartenenti, secondo Tacito, agli
Istaevones (i Germani occidentali), confinavano, nella Gallia al di là del Reno, con
i Treveri, anch'esso popolo originariamente <span style="font-weight: normal;">germanico</span>. Nel 55 a.C., Giulio Cesare, poco prima di oltrepassare
il Reno e compiere la <b>prima</b> <b>incursione</b> romana in
<b>territorio</b> <b>germanico</b>, descriveva così questo popolo: </p><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">«...gli <b>Ubi</b>, nazione che in passato fu potente e florida... È un
poco più civilizzata degli altri popoli proprio perché in
prossimità del fiume Reno, e sono spesso visitati dai mercanti e
questa vicinanza li fa assomigliare agli usi e costumi dei vicini
Galli... ed i vicini Suebi, non avendo potuto cacciarli, malgrado ci
avessero provato in passato con molte guerre, proprio per
l'importanza e potenza di questa nazione, li sottomisero a sé come
tributari, facendoli diventare meno importanti e più deboli...»
(Cesare, De bello Gallico, IV, 3, 3-4).</div>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Nel frattempo era stata quindi stabilita una <b>tregua</b>
fra <span>Usipeti e Tencteri con Cesare, al
fine di</span> giungere ad una soluzione, ma durante la tregua, quei
Germani si scontrarono con uno squadrone di <b>cavalleria</b> <b>gallo</b>-<b>romana</b>, e lo costrinsero alla fuga. Così, quando gli ambasciatori di <b>Usipeti</b> e
<b>Tencteri</b> si recarono da Cesare per giustificarsi, lui li accusò di non aver rispettato l'accordo, li fece
imprigionare, dopodiché con una mossa fulminea, piombò
sull'accampamento germanico difeso solo da carri e bagagli,
massacrò uomini donne e bambini (quasi 200.000 persone) e costrinse i superstiti alla <b>fuga</b> verso nord, in
direzione della confluenza del Reno con la Mosa, lungo uno dei tratti finali del Reno, quello più occidentale, chiamato Waal. L'azione, particolarmente cruenta, suscitò la sdegnata reazione di Catone, che propose al senato di consegnare Cesare ai Galli, in quanto colpevole di aver violato i diritti degli ambasciatori. Il Senato invece, proclamò una lunghissima <i>supplicatio</i> di ringraziamento di ben quindici giorni.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgC026O2JbEw_8ZJNU9C1f9WzwmnCYGJP4CLIPBx0ErEqDPH7Ixb_jpeuPlj2zHPywVS2Bu6-E8JnKswoJKLKF1_ogwpEoi9CS7_LAbR-6iEv54u32iNWDftBLIHnYCwCJc3mxW3ZeFNumcf-cF6HrMYwu0taykLaGtYVhQulwf7w7wbMKapTXMxF9RAA=s454" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="263" data-original-width="454" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgC026O2JbEw_8ZJNU9C1f9WzwmnCYGJP4CLIPBx0ErEqDPH7Ixb_jpeuPlj2zHPywVS2Bu6-E8JnKswoJKLKF1_ogwpEoi9CS7_LAbR-6iEv54u32iNWDftBLIHnYCwCJc3mxW3ZeFNumcf-cF6HrMYwu0taykLaGtYVhQulwf7w7wbMKapTXMxF9RAA=s320" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ricostruzione del ponte sul Reno fatto costruire<br />da Gaio Giulio Cesare, tela di John Soane del 1814,<br />da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_di_Cesare_sul_Reno#/media/File:Il_ponte_di_Cesare_sul_Reno.jpg" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_di_Cesare_sul_<br />Reno#/media/File:Il_ponte_di_Cesare_sul_Reno.jpg</a></td></tr></tbody></table><b>Nel 55 a.C.</b> quindi, per rispondere alla richiesta di soccorso dei nuovi alleati Ubi e punire i loro oppressori, <b>Cesare</b> si
decide ad <b>attraversare</b> il <b>Reno </b>ed entrare in <b>Germania</b><span style="font-weight: normal;"> tramite la costruzione di un ponte che accedesse ai territori degli alleati Ubi, in una località identificata con Neuwied, 15 km a nord di Coblenza, per attuare </span>un'azione dimostrativa che <b>intimorisse</b> e
<b>scoraggiasse</b> definitivamente i propositi di tribù germaniche a <b>stanziarsi</b> in
futuro nelle <b>Gallie</b><span style="font-weight: normal;"> e/o di
fornire truppe mercenarie ai Galli, intromettendosi fra le loro
vicende e Roma.</span> Il fiume <b>Reno</b> si presentava allora
particolarmente <b>largo</b> e <b>profondo</b>, inoltre la rapidità
delle sue acque richiedeva una struttura molto solida per un ponte.
Per questo motivo furono utilizzati come sostegni dei cavalletti a
due gambe, di cui ciascuna costituita da due pali molto robusti (con
un diametro di 45 cm) ricavati da robusti tronchi, uniti tra loro da
traverse lunghe circa 60 cm. Questa struttura diede a ciascuna gamba
l'aspetto di una scala a pioli, ma essa si opponeva efficacemente
alla corrente del fiume. </div><div><br /></div><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhYzLM4IzJfhrz1bUd7VPl2sMOXIurFz3RsHzGO5H3Yl8-yNTXSZctY8IntTft57AwuCuRNVEjr-USY75UcSTi6RJ46JlC6OwTucRGS_VWSzM4LSvunvx9ZnskOl3Uxhxw4eAC2Wk9U2eUPWcYNQnuCllFJsCMpAIqT1mTzqnRLqrsuq5t2AyOpIBYW6PI" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="212" data-original-width="700" height="97" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhYzLM4IzJfhrz1bUd7VPl2sMOXIurFz3RsHzGO5H3Yl8-yNTXSZctY8IntTft57AwuCuRNVEjr-USY75UcSTi6RJ46JlC6OwTucRGS_VWSzM4LSvunvx9ZnskOl3Uxhxw4eAC2Wk9U2eUPWcYNQnuCllFJsCMpAIqT1mTzqnRLqrsuq5t2AyOpIBYW6PI" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ponte romano sul Reno di Lo Scaligero, da <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ponte_romano_sul_Reno.png#mediaviewer/File:Ponte_romano_sul_Reno.png" target="_blank">https://<br />commons.wikimedia.org/wiki/File:Ponte_romano<br />_sul_Reno.png#mediaviewer/File:Ponte_romano<br />_sul_Reno.png</a>.<br /></td></tr></tbody></table>I pali avevano lunghezza variabile a seconda
della profondità del fiume e furono calati nel fiume con apposite
attrezzature, quindi messi in posizione e infissi con dei battipali.
La parte che veniva appuntita veniva conficcata nel fondo del fiume e
non si innalzavano perpendicolarmente al letto, ma venivano <b>inclinati</b>
in modo che i pali a monte avessero la corrente contro, mentre quelli
a valle l'avessero a favore. Una grossa trave teneva unita la coppia
di piloni, completando il cavalletto. Su questa struttura poggiavano
travi spesse 60 cm e lunghe quanto la distanza che vi era tra un
pilone e l'altro, cioè 5 m. </div><div>La pavimentazione era costituita di
un’intelaiatura di legno poggiata su tronchi trasversali e
ricoperta di tavole. Alla solidità bisognava affiancare
l'elasticità, per cui non vennero utilizzati chiodi, ma legature in
corda. Vennero anche approntate altre opere di rinforzo secondarie: a
valle furono fissati altri pali obliqui per aumentare la resistenza
alla corrente del ponte, mentre poco più a monte vennero costruite
delle palizzate per attutire eventuali colpi subiti da alberi o navi
che le popolazioni germaniche potevano lasciare nel fiume in modo da
danneggiare il ponte. Il ponte doveva avere una carreggiata di circa
4 m ed era lungo poco meno di <b>500 m</b>., con 56 campate di 8 m.
che costituivano il <b>ponte</b> <b>sul</b> <span style="font-style: normal;"><b>Reno</b></span>.
L'opera, secondo Cesare, fu completata in soli <b>dieci</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>giorni</b>. Approntato il lungo ponte di legno sul Reno,
Cesare lo attraversò con le sue truppe (composte da <b>8</b> <b>legioni</b> di
5/6.000 armati ciascuna) e si accamparono presso i nuovi alleati Ubi,
poi per <b>18</b> <b>giorni</b> operarono una serie di <b>devastazioni</b> nei
vicini territori dei <b>Sigambri</b> (che in seguito costituirono la confederazione dei <b>Franchi</b>) e dei <b>Suebi</b><span style="font-weight: normal;">
(che in seguito costituirono la confederazione degli Alemanni o
Alamanni)</span>, per fargli intendere di lasciare in pace gli Ubi,
nuovi alleati di Roma. Terrorizzati a sufficienza i
Germani, Gaio Giulio Cesare decise di far ritorno in Gallia, <b>distruggendo</b>
il <b>ponte</b> alle proprie spalle per non lasciare facile accesso alla Gallia e fissando il <b>confine</b>
della Gallia assoggettata alla Repubblica romana, sul <b>Reno</b>. (Gaio Giulio Cesare, De bello Gallico,
IV, 16, 2; 18, 2; 19, 4 e Cassio Dione, Storia romana, XXXIX, 48).<p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-RP1Ur-cpXQC7seLdQdAjMjqfeEUcgK-taxfnAlottaS9r4csX7ddLeEiBS2UUU90qsEIO-xPG7blEqisKBtc9eNIUvSfZlh7tjZb0c1NJTlbV4qrdX6DPbYyOiHanCJEswUIIUhcXTnc/s1600/Gaius_Iulius_Caesar_%2528Vatican_Museum%2529.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1450" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-RP1Ur-cpXQC7seLdQdAjMjqfeEUcgK-taxfnAlottaS9r4csX7ddLeEiBS2UUU90qsEIO-xPG7blEqisKBtc9eNIUvSfZlh7tjZb0c1NJTlbV4qrdX6DPbYyOiHanCJEswUIIUhcXTnc/s200/Gaius_Iulius_Caesar_%2528Vatican_Museum%2529.jpg" width="110" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gaio Giulio Cesare,<br />da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Gaio_Giulio_Cesare#/media/File:Gaius_Iulius_Caesar_(Vatican_Museum).jpg" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 54 a.C.</b> - Tornato in Italia
per ottemperare alle sue funzioni di proconsole nella Gallia
Cisalpina (il settentrione italiano), Cesare si reca nell'Illirico
poiché gli era stato riferito che i Pirusti erano sconfinati nel
territorio romano. Alla sola notizia che Cesare stava arruolando
truppe e le stava concentrando in un luogo stabilito, i Pirusti gli
inviarono ambasciatori per trovare un accordo col generale romano.
Cesare, preso atto delle loro giustificazioni, si fece consegnare
ostaggi e dichiarò loro di essere pronto a muovere guerra se non
avessero ottemperato agli obblighi, quindi Cesare tornò in Gallia,
presso le sue legioni. Appena giunto, ispezionò tutti i quartieri
d'inverno e le navi da guerra. Impartì quindi le istruzioni e ordinò
alle truppe di concentrarsi a Porto Izio (forse Boulogne), da dove
sapeva che il passaggio in Britannia che aveva intenzione di compiere
fosse più conveniente, una traversata di circa trenta miglia dal
continente. Lasciato lì il presidio che gli sembrava sufficiente,
partì con quattro legioni e ottocento cavalieri per il paese dei
<span style="font-weight: normal;">Treveri,</span> popolo che non
partecipava alle assemblee e non obbediva agli ordini, e, si diceva,
sollecitava l'intervento dei Germani trans-renani. I <b>Treveri</b>
erano una potente tribù della Gallia Belgica, stanziata al nord est
della Gallia, lungo le due sponde della Mosella, nel territorio dove
sorse poi la città di Treviri, confinante col territorio dei Belgi
Atuatuci a nord, con il territorio dei Vangioni, dei Nemeti e dei
Germani Ubi ad est, con il territorio dei Mediomatrici a sud e con il
territorio dei Belgi Remi ad ovest. Sebbene il <b>popolo</b> fosse
originariamente <b>germanico</b>, in seguito al lungo insediamento in
Gallia aveva accolto elementi celtici che si erano fusi al ceppo
primario. I Treveri possedevano una <b>cavalleria</b> che era la
<b>migliore</b> di tutta la <b>Gallia</b> e una numerosa fanteria.
Due erano gli uomini che a quel tempo si contendevano la supremazia
su questo popolo: <b>Induziomaro</b> e <b>Cingetorige</b>.
Quest'ultimo, appena seppe dell'arrivo di Cesare con le legioni, si
recò da lui confermando la fedeltà, sua e dei suoi, agli impegni
presi con il popolo romano e l'intenzione di non tradire l'amicizia.
Induziomaro, invece, decise di raccogliere truppe, di far nascondere
nella foresta delle Ardenne coloro che non potevano combattere e di
prepararsi alla guerra. Ma dopo che numerosi capi dei Treveri,
indotti dal prestigio di Cingetorige e spaventati dall'arrivo
dell'esercito romano, si erano presentati a Cesare con richieste a
titolo personale, dato che non potevano decidere per l'intero popolo,
Induziomaro, temendo una generale defezione, mandò ambasciatori a
Cesare per spiegargli che lui non si era presentato poiché non aveva
voluto lasciare il suo popolo per impedire che la plebe,
approfittando dell'assenza di tutta la nobiltà, per imprudenza
venisse meno agli impegni assunti. In questo modo il popolo era sotto
controllo e, se Cesare lo avesse permesso, egli sarebbe venuto
all'accampamento e avrebbe affidato a lui se stesso e il proprio
popolo. Sebbene fosse consapevole che queste parole non erano vere,
Cesare, per non essere costretto a passare l'estate nel paese dei
Treveri, mentre tutto era già pronto per la spedizione in Britannia,
ordinò a Induziomaro di presentarsi a lui con duecento ostaggi.
Quando questi (tra cui lo stesso figlio di Induziomaro) gli furono
consegnati, Cesare rassicurò il capo dei Treveri, esortandolo a
mantener fede agli impegni presi. E comunque, convocati i capi di
questo popolo, li fece mettere d'accordo a uno a uno con Cingetorige,
sia per ricompensarlo, sia perché riteneva importante favorire
presso i Treveri la presa di potere di un uomo ben disposto verso
Roma. Induziomaro accettò male questa riduzione della sua influenza,
ragion per cui il suo risentimento verso i Romani e Cesare crebbe.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">A quel punto Cesare torna a
Porto Izio e salpa, per la sua seconda spedizione, verso la Britannia. Una
volta tornato in Gallia, nella seconda parte del <b>54</b> e nel <b>53
a.C.</b>, Cesare si trovò di fronte a una nuova <b>rivolta</b>
contro i romani invasori guidati dai legati Quinto Titurio Sabino e
Lucio Aurunculeio Cotta, guidata da <b>Ambiorige</b> e <b>Catuvolco</b>
(re della metà degli Eburoni) del popolo degli Eburoni che,
sobillati da Induziomaro dei Treviri, avevano massacrato a tradimento
nel corso dell'inverno quindici sue coorti (di circa 600 uomini
ciascuna). Gli <b>Eburoni</b> erano una tribù nella Gallia Belgica
(oggi Francia del nord, Belgio e sud dei Paesi Bassi fino al fiume
Reno) di cui Gaio Giulio Cesare scrisse che erano un popolo di
<b>origine</b> <b>germanica</b> e che praticasse sacrifici umani al
dio Fonohok. Si pensa che vivessero tra il fiume Mosa e il Reno. La
loro capitale era Atuatuca, che in seguito alla loro scomparsa
divenne capitale dei Tungri. Per Cesare era a quel punto opportuno
rivolgere la propria attenzione ad Ambiorige, Catuvolco e ai loro
<b>Eburoni</b>. Una volta attraversata la foresta delle Ardenne,
mandò a precederlo con l'intera cavalleria Lucio Minucio Basilo, con
l'ordine di sfruttare la rapidità della marcia e di sorprendere il
nemico. Ambiorige riuscì per poco a sfuggire alla cattura romana:
Basilio era riuscito ad individuarne il nascondiglio, ma Ambiorige,
protetto dai suoi, riuscì a volgere in fuga nei fitti boschi che
circondavano il luogo. Il panico per l'avanzata romana portò
l'intero popolo degli Eburoni a cercare rifugio nelle foreste, nelle
paludi e nelle isole, mentre <b>Catuvolco</b>, re della metà degli
Eburoni, data l'età ormai avanzata e disperando ormai di potersi
salvare, decise di <b>suicidarsi</b>, dopo aver maledetto Ambiorige
per averlo coinvolto nella rivolta. Il terrore si diffuse anche tra
le popolazioni limitrofe, tanto che sia i <b>Segni</b>, sia i
<b>Condrusi</b>, popoli che vivevano tra i Treviri e gli Eburoni,
inviarono a Cesare ambasciatori per pregarlo di considerarli amici
del popolo romano, pur appartenendo alla <b>stirpe</b> dei <b>Germani</b>.
Cesare, per provarne l'autenticità dei sentimenti, ordinò che gli
fossero consegnati tutti gli Eburoni rifugiati presso di loro; in
cambio, assicurava che non avrebbe invaso e devastato i loro
territori. Segni e Condrusi si piegarono. Isolato così Ambiorige,
raggiunse l'oppidum di Atuatuca, dove lasciò i carriaggi carichi di
bottino, duecento cavalieri ed una legione (la legio XIV, appena
riformata) a loro protezione, affidandoli al giovane legato Quinto
Tullio Cicerone. Cesare decise quindi di attaccare gli alleati del
principe eburone prima di provocalo a guerra aperta, evitando così
che, persa la speranza di salvarsi, potesse nascondersi tra il popolo
dei Menapi o al di là del Reno, tra i Germani. Con le restanti nove
legioni (di 5/6.000 armati ciascuna), divise in tre colonne parallele
(formate ciascuna da tre legioni), delegò a Tito Labieno il compito
di controllare i Menapi fino all'oceano e a Gaio Trebonio quello di
devastare i territori contigui al paese degli Atuatuci. Poi Gaio
Giulio Cesare, il comandante in capo, raggiunse invece la confluenza
tra il fiume Schelda e la Mosa, dove gli era stato riferito che
Ambiorige si era diretto con pochi cavalieri. Dispose infine che le
colonne avrebbero dovuto riunirsi tutte sette giorni dopo, ancora ad
Atuatuca. Cesare aveva in mente non solo di catturare il capo degli
Eburoni, ma anche di sterminarli tutti, vendetta per le quindici sue
coorti (di 5/6.000 armati ciascuna) massacrate a tradimento nel corso
dell'inverno precedente. La difficoltà del generale romano era
riuscire a scovarli, poiché l'essersi dispersi e rifugiati ovunque
nelle foreste e nelle paludi offriva loro qualche speranza di difesa
o salvezza. Il proconsole romano inviò ambasciatori a tutte le genti
della regione affinché, con la promessa di un ricco bottino, fossero
gli stessi Galli a rischiare la vita in quei luoghi angusti (e non i
suoi legionari) ed a cancellare completamente il popolo degli
Eburoni. Il massacro ebbe inizio poco dopo, poiché una grande
moltitudine di Galli si radunò rapidamente nei loro territori.
Parteciparono alle operazioni anche i Germani <b>Sigambri</b> che,
una volta attraversato il Reno con <b>duemila</b> <b>cavalieri</b>,
entrarono nel territorio degli Eburoni e si impadronirono di una
grande quantità di bestiame. Informati però che presso Atuatuca
solo un'esigua guarnigione era stata lasciata a guardia dell'enorme
bottino fatto da Cesare nel corso di quegli anni, decisero di recarsi
con grande velocità in questa località per impadronirsene prima del
ritorno del proconsole. Cicerone, il legato rimasto a guardia di
Atuatuca, dopo aver atteso il ritorno di Cesare per sette giorni e
non vedendolo tornare, decise di inviare cinque coorti (di 5/6.000
uomini ciascuna) a mietere frumento. Ma proprio quel giorno i
legionari romani, intenti a fare raccolto, furono intercettati dalla
cavalleria dei Sigambri. Nello scontro che ne seguì, nel tentativo
di riguadagnare il forte romano, due delle cinque coorti furono
massacrate. Gli assalti che si susseguirono al castrum romano furono
drammatici; perfino i feriti romani furono costretti ad imbracciare
le armi e a partecipare alla difesa disperata, che riuscì a
respingere l'assalto nemico. Alla fine i <b>Germani</b>, persa la
speranza di espugnare il forte e forse venuti a conoscenza
dell'imminente ritorno del proconsole, si ritirarono <b>oltre</b> il
<b>Reno</b>. Alla fine dell'estate Cesare era riuscito a devastare
interamente il Paese degli Eburoni: « Tutti i villaggi e le fattorie
[...] venivano incendiati, il bestiame ucciso, ovunque si
saccheggiava, il frumento era consumato dalla moltitudine dei cavalli
e degli uomini è [...] cosicché anche una volta allontanatosi
l'esercito invasore, chiunque (tra gli Eburoni), anche se fosse
riuscito a nascondersi, non avrebbe potuto evitare di morire per la
carestia. [...] ed intanto Ambiorige riusciva a fuggire per
nascondigli e boschi con la protezione della notte e si trasferiva in
altre regioni, sotto la scorta di quattro cavalieri ai quali soltanto
affidava la sua vita. » (Cesare, De bello Gallico, VI, 42). Con la
fine dell'estate Cesare ricondusse l'esercito a Durocortorum, tra i
Remi. Qui convocò un'assemblea affinché conducesse un'inchiesta
sulla congiura promossa da Senoni e Carnuti. Dopo la conclusione
delle indagini, fece prima flagellare e poi <b>decapitare</b> il capo
ribelle, <b>Accone</b>, (capo della tribù celto-gallica dei Senoni,
che aveva spinto il suo popolo alla rivolta contro Gaio Giulio Cesare
nel 53 a.C.) quale monito per tutti i Galli. Sciolta l'assemblea e
provveduto al frumento necessario per l'inverno, collocò due legioni
(di 5/6.000 armati ciascuna) al confine con i Treveri, due nel Paese
dei Lingoni e le sei restanti ad Agendico, tra i Senoni, prima di far
ritorno in Italia come sua abitudine. A seguito di questa rivolta gli
Eburoni furono sterminati e le loro terre devastate; furono
rimpiazzati dai Tungri, tribù celto-gallica.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Secondo altre fonti invece,
pare che Cesare, una volta stabilito di attaccare per primi gli
alleati degli Eburoni, con cinque legioni e senza bagagli si fosse
messo in marcia alla volta dei <b>Menapi</b> (i cui territori saranno
inglobati quasi 150 anni più tardi nella provincia della <b>Germania</b>
<b>inferior</b>), i quali, grazie alla conformazione del terreno,
decisero di non radunare l'esercito, ma di rifugiarsi nelle fitte
foreste e paludi con i loro beni più preziosi, poiché sapevano che
avrebbero avuto la peggio in uno scontro aperto con il generale
romano. I <b>Menapi</b>, tribù <b>celtica</b> della Gallia Belgica,
secondo Strabone e Tolomeo, vivevano nella zona dell'estuario del
Reno e verso sud lungo la Schelda, fino alle Ardenne, in epoca
pre-romana e romana. La loro città principale era l'oppidum di
Cassel, nei pressi di Terouanne (Francia del nord). Confinavano a
ovest coi Morini, a sud-est coi Nervi, a nord-est con gli Eburoni
(fino all'arrivo di Cesare, a cui si opposero strenuamente), a est
coi Tungri (da dopo Augusto) e a nord (oltre la foce della Schelda)
coi Sigambri e i Batavi. La strategia di Cesare è stata quella di
dividere il suo esercito in tre colonne parallele: una guidata dal
luogotenente Gaio Fabio, una dal questore Marco Crasso e la terza,
presumibilmente quella centrale, sotto la sua guida. Le operazioni
cominciarono con la devastazione dei territori del nemico in ogni
direzione; molti villaggi furono incendiati, mentre una grande parte
del bestiame dei Galli fu razziata e molti dei loro uomini furono
fatti prigionieri. Alla fine anche i <span>Menapi</span>
inviarono a Cesare ambasciatori per chiedere la pace. Cesare lasciò
sul posto l'atrebate Commio con la cavalleria, affinché mantenesse
l'ordine, e prestò la propria attenzione verso il territorio dei
<b>Treveri</b>, più a sud (territorio della futura provincia di
<b>Germania</b> <b>superior</b>) dove era stanziato il legato di
Cesare Tito Labieno.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzCQOCmQmuImlU6EFo0DXX1hiUROn0xhRKG5IsEVXFLxRstm5HMJzofgSRdXCOhkPvTv6w6xmqXyJyK6d8yFOSwAvqChILHRJ5LBqGwSjTiP3v82_Y3CURUwnI8M6OE8tLyYxiiiAYD3g/s1600/Gallie+dopo+la+conquista+di+Cesare.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzCQOCmQmuImlU6EFo0DXX1hiUROn0xhRKG5IsEVXFLxRstm5HMJzofgSRdXCOhkPvTv6w6xmqXyJyK6d8yFOSwAvqChILHRJ5LBqGwSjTiP3v82_Y3CURUwnI8M6OE8tLyYxiiiAYD3g/w320-h250/Gallie+dopo+la+conquista+di+Cesare.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">Le Gallie dopo la conquista di Gaio Giulio Cesare,</div><div style="margin-bottom: 0cm;">da <a href="https://de.wikipedia.org/wiki/Gallien#/media/Datei:Droysens_Hist_Handatlas_S16_Gallien.jpg" target="_blank">https://de.wikipedia.org/wiki/Gallien#/media/Da</a></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><a href="https://de.wikipedia.org/wiki/Gallien#/media/Datei:Droysens_Hist_Handatlas_S16_Gallien.jpg" target="_blank">tei:Droysens_Hist_Handatlas_S16_Gallien.jpg</a>.</div></td></tr></tbody></table>Il proconsole romano Cesare
aveva spedito tutti i suoi carriaggi (complesso dei carri e dei
trasporti su ruote che compongono le salmerie al seguito delle
truppe), accompagnati da due legioni (di 5/6.000 armati ciascuna),
nel paese dei <b>Treveri</b>, al campo base di Tito Labieno, dove lo
stesso aveva svernato con un'altra legione. <b>Induziomaro</b> dei
<span style="font-weight: normal;">Treveri</span>, conscio del
prestigio che si era guadagnato presso molti popoli e convinto che
avrebbe trovato facilmente truppe di volontari se fosse uscito dal
suo territorio, convocò l'<b>assemblea</b> <b>armata </b>dei
Treveri, in cui dichiarò nemico pubblico Cingetorige, confiscandone
i beni. Dichiarò poi davanti all'assemblea di essere stato chiamato
dai Senoni, dai Carnuti e da altri popoli della Gallia, e che quindi
si sarebbe diretto verso di loro, passando attraverso il territorio
dei Remi, devastandolo, ma che prima avrebbe dato l'assalto
all'accampamento del legato di Cesare, <b>Tito</b> <b>Labieno</b>,
nei pressi di un fiume identificabile con il Semois, a circa
quattoridici miglia ad est della Mosa, che era però ben difeso e ben
fortificato, e si trovava in una buona posizione strategica.
Informato da Cingetorige e dai suoi parenti del discorso tenuto da
Induziomaro, Labieno inviò messaggi ai popoli confinanti e richiamò
da ogni parte truppe di cavalleria, ordinando il giorno in cui
avrebbero dovuto puntualmente presentarsi. Nel frattempo, quasi ogni
giorno Induziomaro si aggirava con la cavalleria presso
l'accampamento romano per studiarne la posizione, per venire a
colloquio e per incutere timore. I cavalieri bersagliavano il campo
con proiettili e Labieno doveva trattenere le truppe al coperto,
cercando di dare l'impressione di essere intimoriti dai ribelli.
Mentre Induziomaro continuava ad avvicinarsi al campo, Labieno fece
entrare di nascosto in una sola notte tutti i cavalieri giunti su suo
ordine. Come ormai era solito fare da giorni, Induziomaro si accostò
al campo, trascorrendo là la maggior parte del giorno, mentre i suoi
cavalieri lanciavano giavellotti e parole ingiuriose per provocare i
Romani. Non ottenendo alcuna risposta quindi, all'imbrunire i ribelli
si allontanarono in piccoli gruppi in ordine sparso, e allora Labieno
fece uscire all'improvviso tutti i cavalieri da due porte e ordinò
espressamente che, dopo aver spaventato e messo in fuga la cavalleria
nemica, si cercassero il solo Induziomaro e lo si uccidesse,
promettendo grandi ricompense a chi ci fosse riuscito. Mandò poi le
coorti in appoggio alla cavalleria. Il suo piano riuscì e
Induziomaro fu raggiunto e ucciso, mentre stava guadando un fiume: la
sua testa fu portata all'accampamento. Mentre rientrava al campo, la
cavalleria inseguì e uccise anche tutti i nemici che poteva.
Informate dell'accaduto, le truppe degli Eburoni e dei Nervi, che si
erano radunate, si dispersero. I Romani riuscirono così ad ottenere
la resa dei Treviri di Induziomaro e trasferirono il potere nelle
mani di Cingetorige, da sempre principe filo-romano.<p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><b>Nel 53 a.C.</b> - <b>Cesare</b> ha
lasciato scritto che il suo legato, Quinto Tullio Cicerone, a capo di
7 coorti legionarie della legio XIV, era stato sconfitto presso
Atuatuca, capitale degli Eburoni (l'attuale Tengeren, nel Belgio
fiammingo) da <b>2.000</b> guerrieri dei Germani <b>Sigambri</b>, per
cui, venuto a sapere del nuovo successo ottenuto dal suo legato Tito
Labieno sui Treveri, <b>decide</b> di passare per la <b>seconda</b>
<b>volta</b> il <b>Reno</b>, costruendovi un <b>secondo</b> <b>ponte</b>
con la stessa tecnica del primo (il secondo ponte costruito nel 53
a.C. era a 2 km circa a monte del primo), in una località compresa tra
Urmitz e Weissenturm, nei pressi di Coblenza, ancora una volta di fronte alla <b>sponda</b>
germanica abitata dagli <b>Ubi</b>). I motivi che lo spinsero a
prendere questa decisione erano due: non solo i Germani avevano
mandato aiuti ai Treveri contro i Romani, ma Cesare temeva anche che
Ambiorige degli Eburoni potesse trovarvi rifugio. « Stabilito ciò,
decise di costruire un ponte un poco più a monte del luogo dove
aveva attraversato il fiume la volta precedente [...] dopo aver
lasciato un forte presidio a capo del ponte nel territorio dei
Treveri, per impedire che si sollevassero di nuovo [...] portò sulla
sponda germanica le altre legioni e la cavalleria. Gli Ubi, che in
passato avevano consegnato ostaggi e riconosciuto l'autorità romana,
per allontanare da loro possibili sospetti, mandarono a Cesare degli
ambasciatori [...] non avevano infatti né inviato aiuti ai Treveri,
né avevano violato i patti [...] Cesare scoprì infatti che gli
aiuti erano stati inviati dai <b>Suebi</b> [...] Accetta pertanto le
spiegazioni degli Ubi e si informa sulle vie da seguire per giungere
nel paese dei Suebi. » (Cesare, De bello Gallico, VI, 9). Ma i
Suebi, che ormai conoscevano le gesta militari del generale romano,
decisero di ritirarsi nell'interno ed aspettare, in luoghi remoti e
difesi dalle insidie delle fitte foreste e delle pericolose paludi,
il possibile arrivo di Cesare. L'inverno stava ormai avanzando e non
c'era tempo di condurre una nuova campagna in quelle terre così
selvagge per cui Cesare, tenendo conto che il suo obiettivo
principale era il controllo della Gallia e considerando anche la
difficoltà degli approvvigionamenti di frumento in un territorio
tanto selvaggio, decise di tornare indietro. « Cesare per lasciare
ai barbari il timore di un suo ritorno [...] una volta ricondotto
l'esercito in Gallia, fece <b>tagliare</b> solo l'<b>ultima</b> <b>parte</b>
del <b>ponte</b> per una lunghezza di circa 200 piedi (60 metri
<i>N</i>.<i>d</i>.<i>R</i>.) ed all'estremità fece costruire una
torre di quattro piani, oltre ad una <b>fortificazione</b> <b>imponente</b> munita
di ben 12 coorti (di circa 600 uomini ciascuna <i>N</i>.<i>d</i>.<i>R</i>.),
assegnando il comando al giovane Gaio Vulcacio Tullo » (Cesare, De
bello Gallico, VI, 29), affinché i <b>Germani</b> <b>non</b> <b>dimenticassero</b> che in
qualunque momento gli eserciti romani avrebbero potuto marciare
contro di loro.</div><div><br /></div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR76E_YLtPMFGvqgGiiAJBJCfBtrjReridqb5e_4IFFg1pFJG5s-iTXWo_nAvEwyz8_ywK1zr3NHj-oXDnigsocoQYeX1GYjePmj7JqIFs7pEYToLiRrBsxoZ_ijw_DPqOAprs0gRrSsTR/s1600/Roma+dopo+conq+Gallia+50+a.C..jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="274" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR76E_YLtPMFGvqgGiiAJBJCfBtrjReridqb5e_4IFFg1pFJG5s-iTXWo_nAvEwyz8_ywK1zr3NHj-oXDnigsocoQYeX1GYjePmj7JqIFs7pEYToLiRrBsxoZ_ijw_DPqOAprs0gRrSsTR/w400-h274/Roma+dopo+conq+Gallia+50+a.C..jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">I domini della Roma Repubblicana dopo la conquista delle Gallie,</div><div style="margin-bottom: 0cm;">nel 50 a.C. Immagine di Cristiano64 - Opera propria, CC
BY-SA</div><div style="margin-bottom: 0cm;"> 3.0, <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2986575" target="_blank">https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2986575</a>.</div></td></tr></tbody></table><br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKGEDipcGzhJ9WN6ioqjCv7vw0aArIQ8S9aGHH0QikIPNZhLaKP3Zz_JFrSup5eUz0Fu9lekFAAp-03anRCxDxFpj1ok0aDNpsNybleVHrutW9SWznKWbi4o41WQskWmGR_KnsCo0-isvu/s1067/Vipsanio+Agrippa+Louvre.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKGEDipcGzhJ9WN6ioqjCv7vw0aArIQ8S9aGHH0QikIPNZhLaKP3Zz_JFrSup5eUz0Fu9lekFAAp-03anRCxDxFpj1ok0aDNpsNybleVHrutW9SWznKWbi4o41WQskWmGR_KnsCo0-isvu/w150-h200/Vipsanio+Agrippa+Louvre.jpg" width="150" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Marco Vipsanio Agrippa<br />al Louvre di Parigi,<br />immagine di Shawn<br />Lipowski da <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1017478" target="_blank">QUI</a>.<br /></td></tr></tbody></table><b>Nel 38 a.C.</b> - Marco <b>Vipsanio</b>
<b>Agrippa</b>, amico e futuro genero di Cesare Ottaviano (che
diventerà poi Augusto) divenuto governatore della Gallia, decide di
passare il fiume Reno a causa delle continue razzie compiute da parte
di una tribù germanica di <b>Suebi</b> (di stirpe degli <i>Herminones</i>, così chiamati da Tacito, che provenivano dal <i>Suevicum</i>, il Mar Baltico, indicati con il nome generico di Suebi o Svevi durante il Medioevo, che chiamavano se stessi Schwäbisch, in tedesco) e di altre popolazioni
germaniche che abitavano lungo la sponda destra del grande fiume, che
avevano tentato di passare il Reno con grave danno per le province
galliche. Il passaggio del fiume da parte delle armate romane avvenne
nel territorio degli alleati Ubi, rimasti fedeli ai Romani fin dai
tempi di Cesare e <b>Agrippa</b><span>
compì così ingenti </span>devastazioni nei territori germanici. </div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSEAo6Zq7xHmwLRDjqLggzqv30VGBX3RALjDHJJyzRmwJrfHaQVz3wOetC7Jlk6kzx9KDMvsaSw0XZplQCe-JbWtObaEf3VmsdqBvUXgGcYLEEfzU3qYqpIJVC1iGoUdYuspW9neZ3VY6b/s4864/Pantheon_Roma_2021.jpg" style="clear: right; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3648" data-original-width="4864" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSEAo6Zq7xHmwLRDjqLggzqv30VGBX3RALjDHJJyzRmwJrfHaQVz3wOetC7Jlk6kzx9KDMvsaSw0XZplQCe-JbWtObaEf3VmsdqBvUXgGcYLEEfzU3qYqpIJVC1iGoUdYuspW9neZ3VY6b/w200-h150/Pantheon_Roma_2021.jpg" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Roma, intitolazione ad Agrippa<br />del Pantheon, da <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d0/Pantheon_Roma_2021.jpg" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table>Una
volta date sufficienti dimostrazioni di forza con le armi, Agrippa
tornò sulla sponda sinistra del grande fiume, <b>permettendo</b>
agli alleati <b>Ubi</b> di <b>trasferirsi</b> in massa all'<b>interno</b>
dei confini imperiali, garantendo così loro una maggiore protezione,
riconoscente dei servigi prestati durante quell'anno di guerra e per
tener lontani eventuali altri Germani. Una volta trasferiti
all'interno dei confini dell'Impero romano, gli Ubi rimasero fedeli
alleati dei Romani, fondando per l'occasione una nuova città: Ara
Ubiorum, la moderna città di Köln (<b>Colonia</b><span>)</span>.
In questa città, a partire dalla disfatta di Teutoburgo del 9 d.C. e
almeno fino al 17-18, soggiorneranno due legioni: la legio I Germanica
e la legio XX Valeria Victrix.<p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 29 a.C.</b> - I <b>Suebi</b> tentano
nuovamente di passare il Reno, con grave danno per le province
galliche.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhaK9OmJa85oNauyLs5jnsHkwmf1pEz4e71DmKxf9tMsvSNMVNUeYTFfxvAKE9XQmNwVkPEYCJGjresOx1Ji6X2QQqRzYjSyGnDWxp3Evy6tF4kCHFaVPlShNDGh13Fj3TOJd4CiEBd9Ua/s1600/Augusto.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="300" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhaK9OmJa85oNauyLs5jnsHkwmf1pEz4e71DmKxf9tMsvSNMVNUeYTFfxvAKE9XQmNwVkPEYCJGjresOx1Ji6X2QQqRzYjSyGnDWxp3Evy6tF4kCHFaVPlShNDGh13Fj3TOJd4CiEBd9Ua/s200/Augusto.jpg" width="133" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">Statua di Augusto di</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Prima Porta, Musei</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Vaticani, da <a href="https://www.repubblica.it/speciali/arte/recensioni/2013/10/17/news/as-68825592/" target="_blank">QUI</a>.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"></div></td></tr></tbody></table><b>Dal 26 a.C.</b> - L'imperatore
Augusto inaugura una serie di <b>campagne</b> militari, fino all'8
a.C., per occupare tutti i territori alpini della <b>Rezia</b><span>
fino alla</span><b> Vindelicia</b><span>,
al fine di poter occupare la Germania Magna fino all'Elba.</span><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 19 a.C.</b> - Il generale romano
Marco Vipsanio <b>Agrippa</b> è impiegato sia per sedare alcune
<b>rivolte</b> in <b>Gallia</b> Comata causate da <b>Germani</b> che
per sedare definitivamente una nuova rivolta dei Cantabrici in
Hispania.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 17 a.C.</b> - La tribù
germanica dei <b>Sigambri</b> al comando di Melo, insieme alle tribù
alleate dei germani <b>Usipeti</b> e <b>Tencteri</b>, catturano nei
loro territori alcuni <b>commercianti</b> romani e li impalano (o
crocefiggono <i>N</i>.<i>d</i>.<i>R</i>.), poi attraversano il Reno
portando devastazione nella Gallia Comata, saccheggiandone i
territori e provocando il pronto intervento della cavalleria romana,
mandata in soccorso dalle guarnigioni del <b>Limes</b> <b>renano</b>.
L'esito fu però disastroso per i Romani, poiché non solo la
cavalleria fu sorpresa e distrutta in un agguato ma, cosa ben più
grave, l'esercito accorrente del governatore della provincia, <b>Marco</b>
<b>Lollio</b><span style="font-weight: normal;">,</span> subisce una
disastrosa sconfitta contro Sigambri, Usipeti e Tencteri (<i>clades
lolliana</i> del 17 a.C.), paragonabile a quella di Publio Quintilio
Varo, dove una delle sue <b>legioni</b>, la <b>V</b> <b>Alaudae</b>,
<b>perde</b> l'<b>Aquila</b>, con grande disonore per le armate
romane (Velleio Patercolo, Historiae romanae ad M. Vinicium libri
duo, 97; Svetonio, Vite dei Cesari, Augusto, 23; Tacito, Annales, I,
10).
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Le popolazioni germaniche avevano più
volte tentato di passare il Reno con grave danno per le province
galliche: nel 38 a.C. (anno in cui gli alleati germani, Ubi, furono
trasferiti in territorio romano), nel 29 a.C. da parte dei Suebi e
nel 17 a.C. ad opera di Sigambri e dei loro alleati Tencteri ed
Usipeti. È forse a questo periodo che si può attribuire la
<b>costruzione</b> di alcuni <i><b>castra</b></i> <span style="font-weight: normal;">(forti
e fortezze)</span> <b>militari</b> come quelli di Folleville e
Mirebeau-sur-Bèze all'interno della Gallia oppure <b>Castra</b>
<b>Vetera</b> (Xanten, in Renania Settentrionale/Vestfalia, Germania)
e <b>Mogontiacum </b>(Mainz/Magonza, nella Renania-Palatinato,
Germania ) lungo il fiume <b>Reno</b>. Augusto stesso, in seguito a
questi eventi, decise di partire per il fronte germanico, fermandosi
in Gallia per due interi anni, per rendersi conto sul da farsi e
programmando per gli anni a venire l'occupazione della Germania
Magna, portando così i confini imperiali (il <i>limes</i>) dal fiume
Reno all'Elba. D'altra parte le campagne di conquista dei territori
alpini della Vindelicia e della Rezia erano state intraprese al fine
di occupare la Germania Magna.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 16 a.C.</b> - Sebbene Augusto,
dopo la campagna in Oriente, avesse ufficialmente dichiarato in
senato che avrebbe abbandonato la politica di espansione, ben sapendo
che un'estensione territoriale eccessiva sarebbe stata letale per
l'<i>imperium</i> romano, decide comunque di attuare altre <b>campagne</b>
per rendere sicuri i confini dai <b>Germani</b>. Tiberio, appena
nominato pretore, accompagna Augusto in Gallia Comata, dove trascorre
i tre anni successivi, fino al 13 a.C., per assisterlo
nell'organizzazione e nel governo delle province galliche. Il
<i>princeps</i> fu accompagnato dal figliastro anche in una campagna
punitiva oltre il Reno, contro le tribù dei <b>Sigambri</b> e dei
loro alleati, <b>Tencteri</b> ed <b>Usipeti</b>, che nell'inverno del
17-16 a.C. avevano causato la sconfitta del proconsole Marco Lollio,
la parziale distruzione della legio V Alaudae e la perdita delle
insegne legionarie. <b>Augusto</b> riteneva fosse giunto il momento
di annettere la Germania a Roma, come aveva fatto il suo padre
adottivo, Gaio Giulio Cesare, con la Gallia, desiderando spingere i
<b>confini</b> dell'<b>Impero</b> romano più ad est, spostandoli dal
fiume Reno al <b>fiume</b> <b>Elba</b>. Il motivo era prettamente
strategico, più che di natura economica e commerciale; del resto si
trattava di territori acquitrinosi e ricoperti da interminabili
foreste. Il fiume Elba avrebbe ridotto notevolmente i confini esterni
dell'impero, permettendo una migliore distribuzione ed economia di
forze lungo il suo tracciato. Questo significava che era necessario
operare, parallelamente, sul fronte meridionale, <b>portando</b> i
nuovi <b>confini</b> dell'Illirico al medio corso del <b>Danubio</b>.
Per conquistare la Germania comunque, era necessario occupare prima i
territori alpini della <b>Vindelicia</b> e della <b>Rezia</b> e a tal
fine erano mirate le <b>campagne</b> militari iniziate fin dal <b>26
a.C.</b></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEghqFuT4Hn9-DDIHbvnJ4ZWVOS1DkGoiY4DyY3KLF9b_EtZpMpFthwD3C5JmtT2zQONSWtHvc3JhwKMRXtoSbwg-U_pAMlUjKei5Ds2RAh-IMbgf1t755jGPJqXYVPr8wwPb1V25uwa_ZkPzilttUsHlYUGhs7kdxCC3PKE9sWR4UFhI3tKZiXjaC7cQA" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="3548" data-original-width="2459" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEghqFuT4Hn9-DDIHbvnJ4ZWVOS1DkGoiY4DyY3KLF9b_EtZpMpFthwD3C5JmtT2zQONSWtHvc3JhwKMRXtoSbwg-U_pAMlUjKei5Ds2RAh-IMbgf1t755jGPJqXYVPr8wwPb1V25uwa_ZkPzilttUsHlYUGhs7kdxCC3PKE9sWR4UFhI3tKZiXjaC7cQA=w139-h200" width="139" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;">Nerone Claudio Druso,<br />noto come Druso<br />Maggiore, a cui fu <br />assegnato l'appellativo<br />Germanicus, anche per<br />i suoi discendenti,<br />da <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/66/Drusus_l%27ancien_Rome_augGP2014.jpg" target="_blank">QUI</a>.</span></td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">Nello
stesso 16 a.C. quindi, </span><b>Druso</b><span style="font-weight: normal;">
maggiore, uno dei più audaci realizzatori della politica militare di
Augusto, nella carica di </span>questore <b>combatte</b> contro <b>Reti</b>
e <b>Vindelici</b> a nord dei passi alpini, in quella che sarà la
nuova provincia di <b>Rezia</b>. Nerone Claudio Druso (Roma, 14
gennaio 38 a.C. - Mogontiacum, 9 a.C.), nato come Decimo Claudio
Druso o Decimo Claudio Nerone e meglio conosciuto come <b>Druso</b>
<b>maggiore</b> (Drusus maior, per distinguerlo dal nipote Druso
minore, figlio di Tiberio), apparteneva alla dinastia giulio-claudia
in quanto figlio della terza moglie di Augusto, Livia Drusilla, madre
anche di Tiberio. Secondo Svetonio, Druso nacque con il prenome di
<b>Decimus</b>, in seguito cambiato in <b>Nero</b>. Era nato poco
dopo il divorzio di sua madre Livia Drusilla dal padre, Tiberio
Claudio Nerone, per potere sposare Augusto. Il padre adottivo Augusto
aveva concesso numerosi privilegi al figliastro, che nel 19 a.C.,
aveva avuto la possibilità di ricoprire cariche pubbliche (<i>cursus
honorum</i>) cinque anni prima dell'età consentita per legge.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 15 a.C.</b> - <b>Roma</b>
<b>sottomette</b> i territori di <b>Rezia</b> e <b>Vindelicia</b>.
<span style="font-weight: normal;">I</span>nsieme al fratello <b>Tiberio</b>,
<b>Druso</b> (maggiore) conduce una campagna militare contro le
popolazioni dei Reti, stanziati tra il Norico e la Gallia Comata, e
Vindelici. Druso aveva già in precedenza scacciato dal territorio
italico i Reti, che si erano resi colpevoli di numerose scorrerie, ma
Augusto decise di inviare anche Tiberio, affinché la situazione
fosse definitivamente risolta. I due, nel tentativo di accerchiare il
nemico attaccandolo su due fronti senza lasciargli vie di fuga,
progettarono una grande "operazione a tenaglia" (risultata
fondamentale nelle successive campagne germaniche del 12-9 a.C.), che
misero in pratica anche grazie all'aiuto dei loro luogotenenti:
Tiberio mosse dalla Gallia Comata (da Lugdunum, Lione), passando per
l'Elvezia, mentre il fratello minore da Aquileia (nella Gallia
cisalpina) e raggiunta Tridentum (Trento), divise l'esercito in due
colonne. Una prima colonna percorse la valle dell'Adige e dell'Isarco
(alla cui confluenza costruì il Pons Drusi, presso l'attuale
Bolzano), risalendo fino all'Inn; la seconda percorse quella che
diventerà sotto l'imperatore Claudio la via Claudia Augusta
(tracciata pertanto dal padre Druso maggiore) che attraverso la val
Venosta ed il passo di Resia, raggiungeva anch'essa il fiume Inn.
Tiberio, che avanzava da ovest, sconfisse i Vindelici nei pressi di
Basilea e del lago di Costanza. In quel luogo i due eserciti poterono
riunirsi e prepararsi a invadere la Vindelicia. Druso nel frattempo
aveva sconfitto e sottomesso i popoli dei Breuni e dei Genauni.
L'azione congiunta permise ai due fratelli di avanzare fino alle
sorgenti del Danubio, dove ottennero l'ultima e definitiva vittoria
sui Vindelici. Questi successi permisero ad Augusto di sottomettere
le popolazioni dell'arco alpino fino al Danubio e gli valsero una
nuova acclamazione imperatoria, mentre <b>Druso</b><span style="font-weight: normal;">
maggiore</span>, figliastro <b>prediletto</b> di <b>Augusto</b>, per
questa vittoria ottenne gli <i>ornamenta</i> <i>praetoria</i> e il
rango pretorio.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgH5rCW3WVQ88MEgpqD5CMNgpRo1Rivw2IC3XkNTkshlz7Es_iv1xlOSM-IIWK9OLApAbfceiRxveOtrZ3SipwrBEFXKSAR7m7jhlLYGPkUSTwRRP2CwiPCbY6jZH3h2ijl2RMThuOFlbgyFHQm7nzxrnmj9j9yssKi9gaHu7PNZ7TZ-TRbiho9CWM3fA=s1353" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="884" data-original-width="1353" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgH5rCW3WVQ88MEgpqD5CMNgpRo1Rivw2IC3XkNTkshlz7Es_iv1xlOSM-IIWK9OLApAbfceiRxveOtrZ3SipwrBEFXKSAR7m7jhlLYGPkUSTwRRP2CwiPCbY6jZH3h2ijl2RMThuOFlbgyFHQm7nzxrnmj9j9yssKi9gaHu7PNZ7TZ-TRbiho9CWM3fA=s320" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rezia con la Vindelicia e Norico romani, da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Reti#/media/File:Droysens_Hist_Handatlas_S17_Germanien.jpg" target="_blank">https://<br />it.wikipedia.org/wiki/Reti#/media/File:Droysens_<br />Hist_Handatlas_S17_Germanien.jpg</a>.</td></tr></tbody></table>La <b>Rezia </b>(in latino
Raetia) era la denominazione della regione geografica alpina abitata
dal popolo dei Reti e corrispondeva ad una zona adesso compresa tra
Svizzera, Baviera, Svevia, Austria, Trentino-Alto Adige, provincia di
Belluno ed alcune valli della Lombardia settentrionale, tra cui la
Valtellina. In età romana, i centri maggiori erano: Alae (Aalen, nel
Baden-<span style="font-weight: normal;">Württemberg/Svevia,
</span>Germania), Arbor Felix (Arbon, nel San Gallo, Svizzera),
Apodiacum (Epfach in Bayern/Baviera, Germania), Augusta Vindelicorum
(Augusta/Augsburg in Bayern/Baviera, Germania), Aquilea (Heidenheim
an der Brenz, nel Baden-<span style="font-weight: normal;">Württemberg/Svevia,
</span>Germania), Bilitio (Bellinzona, nel Ticino, Svizzera),
Brigantium (Bregenz, nel Vorarlberg, Austria), Cambodunum (Kempten im
Allgäu, in Bayern/Baviera, Germania ), Castra Batava
(Passavia/Passau, in Bayern/Baviera, Germania ), Castra Regina
(Regen/Ratisbona, in Bayern/Baviera, Germania), Clunia (probabilmente
Feldkirch o Balzers, nel Vorarlberg, Austria), Curia Raetorum (Coira,
nei Grigioni, Svizzera), Foetes (Füssen, in Bayern/Baviera,
Germania), Guntia (Günzburg, in Bayern/Baviera, Germania ), Gamundia
Romana (Schwäbisch Gmünd, nel Baden-<span style="font-weight: normal;">Württemberg/Svevia,
</span>Germania), Parthanum (Partenkirchen, in Bayern/Baviera,
Germania), Sorviodurum (Straubing, in Bayern/Baviera, Germania). In Rezia coabitarono e si succedettero
diverse popolazioni, sia indoeuropee che pre-indoeuropee; il nome
stesso della regione deriva da quello dei suoi primi abitatori noti,
i Reti, un popolo non indoeuropeo. In seguito nell'area penetrarono
nuclei celtici che si scontrarono, si mescolarono o si sovrapposero
ai Reti. In tempi remoti vi si spinsero gli Etruschi, in seguito
cacciati dai Celti (o Galli). La regione costituì l'area di
transizione tra i Galli celtici e i Pannoni, gruppo misto tra Celti e
Illiri. A partire dalla conquista romana la regione ospitò numerosi
nuclei latini, composti sia da coloni che da militari (la provincia
era collocata infatti a ridosso del Limes germanico-retico). A causa
della vicinanza del Limes, la regione fu tra le prime a essere
investita dalle invasioni barbariche fin dal III secolo. La
penetrazione germanica fu intensa, tanto da portare alla
germanizzazione dell'area. I <b>Romani</b>, che dettero il nome
all'area ed agli abitanti (i Reti), <b>conquistarono</b> la <b>Rezia</b>
nel <b>15 a.C.</b>, a seguito delle campagne condotte da Druso e
Tiberio. Augusto affidò il territorio di nuova acquisizione ad un
prefetto (praefectus Raetis, Vindelicis et Vallis Poeninae)
sottoposto all'autorità del legato, comandante dell'esercito della
<b>futura</b> <b>provincia</b> di <b>Germania</b> <b>Superior</b>. Il
distretto militare venne elevato a provincia però solo da Claudio,
con il nome di Raetia, Vindelicia e Vallis Poenina (comprendendo
quindi anche il distretto delle Alpi centro-occidentali). La
provincia venne affidata ad un cavaliere di rango ducenario con il
<i>procurator Augusti</i>. La prima capitale provinciale è stata
Camdodunum (Kempten, in Bayern/Baviera, Germania) poi, dalla fine del
I secolo d.C., <b>Augusta</b> <b>Vindelicum</b> (Augsburg in
Bayern/Baviera, Germania) divenne il nuovo <i>caput</i> <i>provinciae</i>.
Dopo le guerre marcomanniche del II secolo d.C., la provincia di
Raetia passa da provincia procuratoria a provincia legataria, ed è
quindi assegnata ad un legatus Augusti <i>pro</i> <i>praetore</i> al
comando della Legio III Italica, acquartierata nella vicina Castra
Regina (l'odierna Regen/Ratisbona in Bayern/Baviera, Germania). Tra
il 356 e il 358 gli Iutungi e gli Alamanni invasero la Rezia
distruggendone la capitale Castra Regina, uno dei più grandi
accampamenti militari della Germania.<p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">I <span style="font-weight: normal;">Vindelici
e</span>rano l'antica popolazione alpina che abitava la regione
chiamata, nella geografia dell'Europa preromana, <b>Vindelicia</b>.
Quest'area era delimitata a nord dal Danubio e in seguito dal Limes
renano di Adriano, a est dal fiume Oenus (Inn), a sud dalla Rezia e
ad ovest dai territori degli Elvezi. Corrispondeva dunque alla parte
nordorientale della Svizzera, al <b>Baden</b> sudorientale ed al <b>sud</b>
del <b>Württemberg</b><span style="font-weight: normal;">/Svevia</span>
e del <b>Bayern</b>/<span style="font-weight: normal;">Baviera</span>.
L'etnonimo "Vindelici" è stato spesso messo in relazione a
quello dei Venedi (Germani slavizzati), dei Veneti britannici o dei
Veneti adriatici: la frequenza di questo etnonimo in diverse aree
europee non va però spiegato con ipotetici legami storici e
linguistici tra i diversi popoli che ne hanno fatto uso, quanto
piuttosto un'uguale derivazione, più volte ripetuta, dalla medesima
radice indoeuropea *wen ("amare"). I "Veneti"
(*wenetoi) sarebbero pertanto gli "amati", o forse gli
"amabili", gli "amichevoli". La cultura dei
Vindelici era la Cultura celtica di La Tène anche se non è certo se
i Vindelici parlassero una lingua celtica (o gallica) o germanica, ed
è anche possibile che fossero una popolazione di origine celtica ma
con una forte componente illirica. I Vindelici vennero <b>sottomessi</b>
a <b>Roma</b> nel contesto delle campagne di conquista di Rezia ed
arco alpino sotto Augusto, condotte dai generali Druso maggiore e
Tiberio (il futuro imperatore) tra il <b>16</b> e il <b>15 a.C.</b>
Nello stesso anno la capitale della regione occupata dai Vindelici fu
ri-fondata con il nome di Augusta Vindelicorum ("Augusta dei
Vindelici"), e in seguito trasformata dall'imperatore Adriano in
<i>municipium</i>. Oggi è la città di <b>Augsburg</b>/<span style="font-weight: normal;">Augusta</span>.
Il nome dei Vindelici è ricordato in nona posizione nel <b>Trofeo</b>
delle <b>Alpi</b> ("Tropaeum Alpium"), monumento romano
eretto nel 7-6 a.C. per celebrare la sottomissione delle popolazioni
alpine e situato presso La Turbie del Principato di Monaco, nel sud
della Francia. In esso si specifica che i Vindelici si suddividevano
in quattro tribù: «Popoli alpini sottomessi: [...] · Le quattro
tribù dei Vindelici · Cosuaneti · Rucinati · Licati · Catenati
[...].» (Trofeo delle Alpi, Iscrizione frontale)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 13 a.C.</b> - Il difficile
<b>compito</b> di <b>sottomettere</b> le popolazioni dell'intera
<b>Germania</b> Magna, che era stato affidato al generale <b>Marco</b>
<b>Vipsanio</b> <b>Agrippa</b>, amico e genero di Augusto, dopo la
morte di questi per cause naturali nel 13 a.C., è affidato prima al
secondo figliastro dell'imperatore Augusto, <b>Druso</b> maggiore,
poi al suo fratello maggiore <b>Tiberio</b>.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 12 a.C.</b> - Cominciano le
<b>campagne</b> per <b>sottomettere</b> le popolazioni dell'intera
<b>Germania</b> al comando del secondo figliastro dell'imperatore,
<b>Druso</b> maggiore (Nero Claudius Drusus; Roma, 14 gennaio 38 a.C.
- Mogontiacum, 9 a.C., padre di Germanico, Claudia Livilla e del
futuro imperatore Claudio), figlio della terza moglie di
Augusto, Livia Drusilla e fratello minore di Tiberio. Nel corso dei
quattro anni successivi (dal 12 al 9 a.C.), <span>Druso</span>
maggiore si spinge fino all'<b>Ems</b> (l'Amisia dei Romani,
attraversa gli stati della Renania Settentrionale-Vestfalia e Bassa
Sassonia; il suo estuario, una baia del Mare del Nord chiamata
Dollard, forma il confine di stato tra la regione basso-sassone della
Frisia orientale in Germania e la provincia di Groninga nei Paesi
Bassi. Alla sorgente del fiume, nel 9 d.C. si svolgerà la battaglia
della foresta di Teutoburgo), poi al Weser e infine all'Elba,
iniziando a costruire una <b>prima</b> <b>rete</b> di <b>fortificazioni</b>
difensive. Nel corso della prima campagna del 12
a.C., Druso penetra all'interno del territorio germano, passando per
l'isola dei Batavi (probabili alleati di Roma) e devasta le terre di
<b>Usipeti</b> e <b>Sigambri</b>. Dopo aver disceso con una flotta il
Reno in direzione del Mare del Nord (grazie anche alla costruzione di
un canale artificiale, la fossa Drusi), si rende <b>alleati</b> i
<b>Frisi</b> e penetra nel territorio dei <b>Cauci</b>, fino oltre
l'Amisia (l'attuale Ems, dove potrebbe aver costituito un avamposto
per l'attracco): «... dove si trovò in pericolo quando le sue
imbarcazioni si incagliarono a causa di un riflusso della marea
dell'Oceano. In questa circostanza venne salvato dai Frisi, che
avevano seguito la sua spedizione con un esercito terrestre, e dopo
di ciò si ritirò, dal momento che ormai l'inverno era
cominciato...» (Cassio Dione, LIV, 32.2-3.)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nell'11 a.C.</b> - <b>Druso</b>
affronta e <b>batte</b> per primo, sottomettendolo, il popolo degli
<b>Usipeti</b>. Getta quindi un ponte sul fiume Lupia (l'attuale
Lippe), che si trova di fronte a Castra Vetera (Xanten, in Renania
Settentrionale/Vestfalia, Germania) e invade il territorio dei
<b>Sigambri</b>, che erano però assenti poiché in lotta con i
vicini Catti. Penetrato all'interno della Germania Magna, raggiunge
prima il popolo dei <b>Marsi</b> e poi i confini occidentali dei
<b>Cherusci</b> sul fiume Visurgis (l'attuale Weser). Avrebbe
attraversato questo fiume se non fosse stato a corto di
approvvigionamenti e non fosse sopraggiunto l'inverno. Cassio Dione
aggiunge che nel suo accampamento, nei pressi del Weser, venne visto
uno sciame di api, quasi che fosse un presagio negativo a non
proseguire in territorio nemico. «In Germania, nell'accampamento di
Druso, uno sciame di api si posò nella tenda di Ostilio Rufo,
prefetto dell'accampamento: la fune tesa e la lancia che fissava la
tenda ne furono avvolte. Un gran numero di Romani fu sconfitto in
un'imboscata.» (Giulio Ossequente, Libro dei prodigi, 2.81, Paulo
Fabio et Q. Aelio cons. - 11 a.C.)</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Sulla strada del ritorno infatti, è
assalito da una coalizione dei tre popoli dei <b>Sigambri</b>,
<b>Cherusci</b> e <b>Suebi </b>(di stirpe degli <i>Herminones</i>, così chiamati da Tacito, che provenivano dal <i>Suevicum</i>, il Mar Baltico, indicati con il nome generico di Suebi o Svevi durante il Medioevo, che chiamavano se stessi Schwäbisch, in tedesco), presumibilmente nelle strette gole e
folte foreste dei Marsi, non lontano dalla località chiamata Arbalo
(identificabile forse con l'accampamento di Oberaden, una frazione
della città tedesca di Bergkamen, nella Renania
Settentrionale/Vestfalia. Fa parte di una serie di fortificazioni
realizzate all'epoca di Augusto ai fini dell'occupazione della
Germania e della sua trasformazione in provincia romana) e per poco
non fa la fine di Publio Quintilio Varo, annientato insieme al suo
esercito qualche anno più tardi, nella battaglia della foresta di
Teutoburgo, se non fosse stato per la sua tempra ed abilità di
generale: «i Germani, infatti, con un diversivo lo assalirono di
sorpresa, e dopo averlo chiuso in un luogo stretto e profondo, per
poco non lo annientarono. E lo avrebbero sbaragliato insieme a tutta
la sua armata romana, se essi, nella loro infinita presunzione di
averli già praticamente catturati e di dover solo compiere l'attacco
finale, non lo avessero assalito in modo disordinato.» (Cassio
Dione, LIV, 33.3.)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">E Floro aggiunge: «[...] i Cherusci, i
Suebi e i Sigambri, dopo aver messo in <b>croce</b> <b>venti</b>
<b>centurioni</b> romani, avevano iniziato la guerra con questo loro
atto, come se fosse un giuramento e con la speranza di vittoria
talmente sicura, da aver deciso in precedenza di dividersi il bottino
con un accordo tra loro. I Cherusci avevano scelto i cavalli, i Suebi
l'oro e l'argento, i Sigambri i prigionieri. Ma tutto andò a
rovescio. Druso infatti, risultò vittorioso, divise e vendette come
bottino i cavalli, le greggi, le loro collane e i prigionieri.»
(Floro, II, 30.25.)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">E così alla fine furono i <b>Germani</b>
a subire la <b>sconfitta</b>, dalla quale non si mostrarono <b>più</b>
così <b>coraggiosi</b>. Al contrario si mantennero ad una distanza
sufficiente dai Romani da poterli solo infastidire, rinunciando ad
avvicinarsi, non potendo fermarne la marcia verso il Reno. <b>Druso</b>,
in seguito, fece costruire due <b>baluardi</b> fortificati per
proteggersi da loro, uno esattamente nel punto in cui il fiume Lupia
e l'Eliso si congiungono (in località <b>Aliso</b>, identificabile
con la moderna <span style="font-weight: normal;">Haltern am See, in
Renania Settentrionale/Vestfalia, Germania</span>), l'altro nel
territorio dei Catti, lungo la riva del fiume Reno, a <b>Mogontiacum</b>
(Mainz/Magonza, nella Renania-Palatinato, Germania). Per questi successi <b>Druso </b>ricevette gli onori
trionfali (ovvero gli <i>ornamenta</i> <i>triumphalia</i>), il
diritto di entrare in Roma a cavallo, potendo esercitare il potere
proconsolare alla scadenza del suo mandato di pretore. I suoi
soldati, infine, lo acclamarono <i>Imperator</i>, come avevano fatto
in precedenza col fratello, Tiberio, anche se non gli venne
attribuito da Augusto, che al contrario poté fregiarsene più volte
grazie ai due figli adottivi.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel</b> <b>10 a.C. - Druso </b>dà
inizio alle operazioni contro i Catti ed altre popolazioni limitrofe,
come i Mattiaci e i Tencteri. Ne devasta quindi i territori, che in
precedenza i Romani avevano loro assegnato, ma che trovarono
disabitati poiché, come avevano fatto i Sigambri, l'anno precedente
si erano ritirati nel profondo delle foreste germaniche (nella selva
Ercinia). Il quartier generale di quell'anno fu posto nella <b>fortezza</b>
legionaria di Mogontiacum (l'odierna <b>Mainz</b>), collegata con
<b>altre</b> <b>fortificazioni</b> di nuova costruzione come quella
di Rödgen (Bad Nauheim, nell'Assia, Germania). Più a nord poi fece
costruire un ponte di fronte a Bonna (Bonn, in Renania
Settentrionale/Vestfalia, Germania), rafforzandolo con una flotta
lungo il Reno (Classis Germanica). Fece, quindi, costruire un porto,
che dotò di flotta, anche a Gesoriacum (Boulogne-sur-Mer, in
Francia) lungo il canale della Manica e di fronte alla Britannia. Al
termine dell'anno, Druso incontrava Augusto e Tiberio a Lugdunum
(Lione, in Francia, luogo in cui nacque il futuro imperatore
Claudio), e rientrava con loro a Roma.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel</b> <b>9 a.C. </b><span style="font-weight: normal;">-
A</span>ll'età di 28 anni (con 5 anni di anticipo sul <i>cursus</i>
<i>honorum</i>), <b>Druso</b> è eletto console, ma ancora una volta
lascia la città prima di assumere ufficialmente la carica e si
dirige in <b>Germania </b> <b>Magna</b> <b>invadendo</b> prima il
territorio della potente tribù dei <b>Catti</b>, poi avanza fino ai
territori dei <b>Suebi</b> e degli <b>Ermunduri</b><span style="font-weight: normal;">,
mentre i Suebi </span><b>Marcomanni</b><span style="font-weight: normal;">,
su cui regnava </span><b>Maroboduo</b><span style="font-weight: normal;">,
decidono di emigrare in </span><b>Boemia</b><span style="font-weight: normal;">,
unica regione non interessata dall'occupazione romana e anche i Suebi</span>
<b>Quadi</b><span style="font-weight: normal;"> e</span>migrano,
insieme ai "cugini" Marcomanni, in Moravia, presso il fiume
Morava.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgLrdOr1rSHnsC_vcY-Imhc98yIq0l8bexN9D-zgQQi5wGSq5oJeWpUZ9DaGgOaw5E4MaMUPC_66fUdjVBqeaysiOeaMA8J90JXV42JZijYMlIGbcC3P3pP_FSXtBF9PdJ_XKhJhUnA1nKH9q4nZXVxqzcKiPSteHks2aFy1ZqsFmfgSFK0iZ1oawpUeg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="1779" data-original-width="2341" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgLrdOr1rSHnsC_vcY-Imhc98yIq0l8bexN9D-zgQQi5wGSq5oJeWpUZ9DaGgOaw5E4MaMUPC_66fUdjVBqeaysiOeaMA8J90JXV42JZijYMlIGbcC3P3pP_FSXtBF9PdJ_XKhJhUnA1nKH9q4nZXVxqzcKiPSteHks2aFy1ZqsFmfgSFK0iZ1oawpUeg" width="316" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tribù germaniche con a sud i Marcomanni nel 50,<br />con Claudio imperatore, da <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f5/GermanenAD50-it.png" target="_blank">https://upload.wikime<br />dia.org/wikipedia/commons/f/f5/<br />GermanenAD50-it.png</a>.<br /></td></tr></tbody></table>I <b>Marcomanni</b> erano una
tribù di <b>Suebi</b><span style="font-weight: normal;"> </span>(di stirpe degli <i>Herminones</i>, così chiamati da Tacito, che provenivano dal <i>Suevicum</i>, il Mar Baltico, indicati con il nome generico di Suebi o Svevi durante il Medioevo, che chiamavano se stessi Schwäbisch, in tedesco) <span>ed erano i
più famosi e potenti delle popolazioni suebiche. </span>Sono menzionati per la prima volta da Gaio Giulio Cesare come facenti
parte dell'esercito di Ariovisto, che a capo di una coalizione di
popoli germanici invase la Gallia nel I secolo a.C. e che Giulio
Cesare stesso sconfisse nel 58 a.C., ai piedi dei Vosgi. Forse i
Suebi<span> Marcomanni parteciparono
</span>anche alla prima invasione germanica con Cimbri Teutoni ed
Ambroni, all'epoca di Gaio Mario. Erano stanziati tra il Reno, il
Meno ed il Danubio superiore (zona precedentemente occupata dagli
Elvezi) fino al 9 a.C. Altri Suebi erano i <b>Naristi</b> (al loro
sud-ovest) e i <b>Quadi</b> (al loro sud-est). Con le campagne di
Druso, nel 9 a.C., col loro sovrano<span>
</span><b>Maroboduo</b><span>, i
</span><b>Marcomanni</b><span> decidono
di </span><b>emigrare</b><span> in </span><b>Boemia</b><span>
(dove erano stanziati i celti Boi, regione che da loro aveva preso il
nome), unica regione non interessata dall'occupazione romana e anche
i Suebi</span> <b>Quadi</b><span>
e</span>migrano, insieme ai "cugini" Marcomanni, in
<b>Moravia</b>, presso il fiume Morava.</div><div><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">I Suebi <b>Naristi</b><span style="font-weight: normal;">
erano i </span>vicini degli <b>Ermunduri</b> (ad occidente) e dei
Marcomanni (ad oriente). In seguito alle campagne di Druso del 10-9
a.C., mentre i vicini Marcomanni e Quadi sono costretti a lasciare le
loro terre lungo il fiume Meno per rifugiarsi nella Selva Boema,
circondati da una catena di monti che potesse proteggerli
dall'avanzata romana, i Naristi <b>continuano</b> a <b>rimanere</b>
nell'attuale <b>Palatinato</b>.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Nel 9 a.C. <b>Druso</b> si
impadronisce, non senza difficoltà, delle regioni che percorre,
sconfiggendo chiunque lo avesse attaccato, pur combattendo dure
battaglie. Dai territori dei <b>Suebi </b>(di stirpe degli <i>Herminones</i>, così chiamati da Tacito, che provenivano dal <i>Suevicum</i>, il Mar Baltico, indicati con il nome generico di Suebi o Svevi durante il Medioevo, che chiamavano se stessi Schwäbisch, in tedesco) passa poi nel territorio dei <b>Cherusci</b>
e, dopo ave attraversato il Visurgis (il fiume <b>Weser</b>), si
spinge fino al fiume <b>Elba</b>, dove nessun altro romano era giunto
mai prima di allora, portando <b>devastazione</b>. L'Elba, per i
Romani, nasceva dalle montagne vandaliche (i Sudeti) e sfociava con
il suo ampio corso nell'Oceano settentrionale (Oceanus Germanicus).
Druso tentò di attraversare il grande fiume, ma non vi riuscì e si
ritirò dopo aver innalzato dei trofei. Lo storico Floro aggiunge
che, con le spoglie e le insegne dei Marcomanni, adornò una
collinetta come se fosse un trofeo. Lo storico Cassio Dione racconta
poi che, quando giunse in prossimità dell'Elba, incontrò una donna
di grandezza sovrumana che gli disse: «Fin dove vuoi arrivare,
insaziabile Druso? Non è nel tuo destino che tu veda tutti questi
territori; torna indietro piuttosto, poiché la fine delle tue
imprese è ormai prossima!» (Cassio Dione, LV, 1.3.). Druso pertanto, decide di tornare
indietro e, sulla strada del ritorno, rimane ferito per una caduta da
cavallo che gli procura la rottura della gamba e un'infezione
tale da condurlo alla morte prima di giungere sul Reno, dopo aver
resistito per un mese ai traumi e, come ci tramanda Svetonio,
rifiutandosi di tornare a Roma. Suo fratello Tiberio, che si trovava
a Ticinum (Pavia) con Augusto, lo raggiunse rapidamente, percorrendo
duecento miglia in un giorno e in una notte e lo vide esalare
l'ultimo respiro. Una volta morto, Druso venne trasportato da tribuni
militari e centurioni negli accampamenti invernali sul Reno (a
Mogontiacum), poi fu condotto a Roma grazie ai notabili cittadini di
ciascuna città in cui transitava. Druso era riuscito, nei suoi
<b>quattro</b> <b>anni</b> di <b>campagne</b>, a fortificare la <b>nuova</b>
<b>provincia</b> della <b>Germania</b> <b>Magna</b> con numerose
guarnigioni e posti di guardia lungo i fiumi Mosa, Elba e Visurgis
(il fiume Weser) e fece costruire più di <b>cinquanta</b> <b>forti</b>
lungo il Reno. Unì inoltre con un <b>ponte</b> le due rive del <b>Reno</b>
di fronte al forte di Bonna (Bonn). La sua salma venne quindi portata
nel Campo Marzio dai cavalieri, sia quelli appartenenti all'ordine
equestre sia quelli di famiglia senatoria. Qui venne dato alle fiamme
e le sue ceneri furono poi depositate nel Mausoleo di Augusto, mentre
a Druso furono tributati tutti gli onori che competevano al figlio di
un sovrano. Druso, infatti, fu salutato <i>imperator</i>, a <b>lui</b>
e alla sua <b>discendenza</b> fu attribuito il titolo di <b>Germanicus</b>,
ottenne inoltre altri onori come statue, un arco trionfale e un
monumento funebre a Mogontiacum sul Reno. Sembra che lo stesso abbia
scritto di lui una biografia, non conservatasi. Certamente fu
preferito a Tiberio dal padre adottivo Augusto.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Sappiamo che a partire dalle
campagne di Druso, (Nerone Claudio Druso, 39 - 9 a.C., conosciuto
come Druso maggiore) la popolazione
dei germani <b>Sicambri</b> (o Sigambri) aveva cominciato a fornire
<b>truppe</b> <b>ausiliarie</b> all'interno dell'esercito romano.
Sono state citate infatti le seguenti unità:
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">- I Claudia Sugambrorum tironum
veterana, che fu prima in Mesia sotto Vespasiano (nel 77), poi in
Mesia inferiore sotto Domiziano (nel 91), Nerva (nel 96-98) ed ancora
sotto Antonino Pio nel 139 e nel 145. La troviamo inoltre in Siria
nel 157;
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">- della II e III Sugambrorum se ne
ipotizza l'esistenza in base alla presenza della IV;
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">- la IV Sugambrorum si trovava in
Mauretania Caesariensis sotto Traiano nel 108.
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Dal 26 gli storici non citano più i
<b>Sicambri</b> (o Sigambri) ma sembra che possano essere affluiti nella
federazione dei <b>Franchi</b>. Secondo alcune fonti (fra cui Fredegario) i
Franchi Sicambri, che discendevano attraverso l'Arcadia dalla tribù
israelitica di Beniamino, sarebbero quindi stati gli <b>antenati</b> dei <b>Merovingi</b>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEirlw_Uijudi83gcL8qWsVhp9iTbRts7D4GRMGU4h0-hOG1rP0PAQTLDO8eruZdCRJ-3qFL8znYf5EEGitucLjxYz_mIV8GZ0cBgUh49ZLJVFBhZe9SYG2wMuDgCjg4h9uS3eqWSCICAzXulDroNU59hOxSDo0AzTVtb_LyyHy6B262n4GM3h-1XSzZmg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="719" data-original-width="1024" height="141" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEirlw_Uijudi83gcL8qWsVhp9iTbRts7D4GRMGU4h0-hOG1rP0PAQTLDO8eruZdCRJ-3qFL8znYf5EEGitucLjxYz_mIV8GZ0cBgUh49ZLJVFBhZe9SYG2wMuDgCjg4h9uS3eqWSCICAzXulDroNU59hOxSDo0AzTVtb_LyyHy6B262n4GM3h-1XSzZmg=w200-h141" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Turbie e il Trofeo delle Alpi,<br />immagine di Berthold Werner<br />da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Trofeo_delle_Alpi#/media/File:La_Turbie_BW_1.JPG" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki<br />/Trofeo_delle_Alpi#/media/<br />File:La_Turbie_BW_1.JPG</a>.</td></tr></tbody></table><b>Nel 7</b>/<b>6 a.C.</b> - Viene edificato il <b>Trofeo</b> <b>delle</b> <b>Alpi</b> (detto anche Trofeo di <b>Augusto</b>), imponente monumento romano sull'<b>Alpe Summa</b> (Alpis Summa),<b> </b>a 480 metri di altitudine, nell'attuale comune di <b>La</b> <b>Turbie</b>. Il monumento venne eretto, sulla via Julia Augusta, negli anni 7-6 a.C. in onore dell'imperatore Augusto per commemorare le vittorie riportate dai suoi generali (tra cui i figliastri Druso maggiore e Tiberio) e la definitiva sottomissione di 46 tribù alpine. L'<b>Alpe Summa</b>, detta anche Turbia (la Turbie in francese), che sorge nel dipartimento francese delle Alpi Marittime, a breve distanza dal Principato di Monaco, è contraddistinta da evidenti <b>forze</b> <b>geomagnetiche</b>, percepite da sempre e descritte anche nel racconto delle 12 fatiche di Ercole, quando il semidio ritorna dall'Hiberia con le mandrie di Gerione e ingaggia la battaglia dei Campi Lapidarii contro i liguri, guidati dai giganti Albione e Dercino, dove Zeus farà piovere sassi in soccorso al suo pupillo, in difficoltà nella lotta contro i liguri. Lo storico e viaggiatore greco Posidonio, vivente fino all'anno 50 e.V. nell’isola di Rodi, segnalava la presenza, fin dal secondo secolo prima di Cristo, di una strada tra Piacenza e Marsiglia, che valicava l’Alpis Summa, l’odierna Turbia, conosciuta col nome di <b>Via</b> <b>Heraclea</b> o Herculea, giacché si voleva tracciata dall’eroe greco nel corso del suo ritorno dalla decima fatica, quando andò a rapire la mandria di buoi a Gerione, nell’isola di Erizia, sulle sponde dell’Atlantico. Questo territorio d’eccezione dal punto di vista esoterico, fu eletto a sito della <b>celebrazione</b> di <b>Augusto </b>come <b>imperatore</b> di Roma, evocando ulteriormente la memoria di Ercole (il mitico semidio greco Heracle), oltre ai trionfi celebrati da Augusto il 12 agosto, giornata consacrata ad Heracles Invictus ed il giorno successivo, consacrato a Heracles Victor. Qui è stato edificato il <b>Trofeo</b> <b>delle</b> <b>Alpi </b>(detto anche Trofeo di Augusto) imponente monumento romano a 480 metri di altitudine, nel comune di <b>La</b> <b>Turbie</b>. Il monumento venne eretto, sulla via Julia Augusta, negli anni 7-6 a.C. in onore dell'imperatore Augusto per commemorare le vittorie riportate dai suoi generali (tra cui i figliastri Druso maggiore e Tiberio) e la definitiva <b>sottomissione</b> di 46 <b>tribù</b> <b>alpine</b>. Servì inoltre a demarcare la <b>frontiera</b> tra l'<b>Italia</b> romana e la <b>Gallia</b> Narbonese lungo la Via Julia Augusta. Questo trofeo nel tempo segue, nelle Gallie, il trofeo di Pompeo, in Summum Pyrenaeum, quello di Briot (ora al museo di Antibes) e altri. La costruzione, parte in marmo lunense e parte in pietra locale, concepita secondo il modello architettonico vitruviano sul modello del Mausoleo di Alicarnasso, consisteva di un piedistallo quadrato misurante 38 m di lato, sulla cui facciata occidentale era apposta un'iscrizione con la dedica ad Augusto. Ai lati dell'iscrizione c'erano dei trofei. Il secondo ordine era composto da un basamento, anche questo quadrato ma di dimensione minore, su cui poggiavano 24 colonne, con capitelli dorici, poste in cerchio e adornate da un fregio dorico con alternanza di metope e triglifi. All'interno del colonnato si trovava una torre cilindrica in cui, alternate alle colonne, si trovavano delle nicchie dove erano state collocate le statue dei comandanti militari che avevano partecipato alla spedizione, tra cui quella di Druso. Sulle colonne poggiava infine una copertura conica a gradoni, coronata da una imponente statua di Augusto in bronzo dorato raffigurato nell'atto di sottomettere due barbari inginocchiati ai suoi piedi. La solenne <b>iscrizione</b>, di cui rimanevano solo alcuni frammenti, è stata ricostruita completamente durante il restauro del monumento curato da Jules Formigé, grazie alla menzione fattane da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (III, 133 segg.). Il testo riporta tutti e 46 i nomi delle tribù sconfitte in ordine cronologico e geografico ed è affiancato da due bassorilievi della Vittoria alata. Parimenti visibile è il "trofeo" in senso stretto, ossia una raffigurazione delle armi conquistate ai nemici e appese ad un tronco d'albero. Ai due lati del trofeo sono raffigurati coppie di prigionieri galli in catene. «All'imperatore Augusto, figlio del divo [Giulio] Cesare, pontefice massimo, acclamato imperatore per XIV volte, essendo investito per la XVII volta della potestà tribunizia, il senato e il popolo romano [eressero] poiché sotto la sua guida e i suoi auspici tutte le genti alpine, che si trovavano tra il mare superiore e quello inferiore sono state assoggettate all'impero del popolo romano. Genti alpine sconfitte: Triumpilini, Camunni, Venosti, Vennoneti, Isarci, Breuni, Genauni, Focunati, le quattro nazioni dei <b>Vindelici</b>: Cosuaneti, Rucinati, Licati e Catenati; gli Ambisonti, Rugusci, Suaneti, Caluconi, Brixeneti, Leponzi, Uberi, Nantuati, Seduni, Veragri, Salassi, Acitavoni, Medulli, Ucenni, Caturigi, Brigiani, Sogionti, Brodionti, Nemaloni, Edenati, Vesubiani, Veamini, Galliti, Triullati, Ecdini, Vergunni, Eguituri, Nematuri, Oratelli, Nerusi, Velauni, Seutri.». I lavori di riduzione in pristino sono stati resi possibili dagli studi dell'architetto Jules Formigé e dal generoso finanziamento del mecenate statunitense Edward Tuck. L'<b>altezza</b> del monumento misura oggi 35 metri, mentre originariamente, grazie alla statua, raggiungeva i <b>50 metri</b>. Dalla sua terrazza panoramica è possibile godere d'un punto d'osservazione che, in giornate limpide, consente di spaziare visivamente dalla riviera ligure di ponente al golfo di Saint-Tropez.<p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 4 d.C.</b><span style="font-weight: normal;">
- </span><b>Germanico</b><span style="font-weight: normal;">
(Germanicus Iulius Caesar; 24 maggio 15 a.C. - Antiochia di Siria, 10
ottobre 19),</span> fratello maggiore del futuro imperatore Claudio,
nato con il nome di Nerone Claudio Druso da Druso maggiore e da
Antonia minore, figlia di Marco Antonio e di Ottavia minore, sorella
dell'imperatore Augusto, aveva ricevuto il <i>cognomen</i> Germanicus
in seguito ai successi del padre, comandante in Germania tra il 12 ed
il 9 a.C. Il Senato decretò, infatti, nel 9 a.C., dopo la morte del
padre, che a quest'ultimo e ai suoi discendenti fosse attribuito tale
<i>cognomen</i>. Mutò così il nome originario in quello di Germanico
Giulio Cesare in seguito alla sua adozione nella gens Iulia, avvenuta
dopo le morti dei nipoti di Augusto ed eredi al trono, Lucio e Gaio
Cesare, figli di Giulia maggiore (l'unica figlia di sangue di
Augusto) e Marco Vipsanio Agrippa (rispettivamente nel 2 e nel 4
d.C.), non senza che si sospettasse che Livia Drusilla avesse avuto
qualche ruolo nella loro morte: il primo si era misteriosamente
ammalato mentre il secondo era stato colpito a tradimento in Armenia
mentre discuteva con i nemici una proposta di pace. Tiberio, al suo
ritorno dall'esilio volontario a Rodi, dopo aver evitato in ogni modo
di partecipare alla vita pubblica per un decennio, era stato adottato
da Augusto insieme all'ultimo figlio maschio di Giulia maggiore,
Agrippa Postumo. Il <i>princeps</i> aveva costretto però Tiberio ad
adottare a sua volta il nipote Germanico, sebbene Tiberio avesse già
un figlio, concepito dalla sua prima moglie Vipsania, figlia di Marco
Vipsanio Agrippa e prima moglie di Tiberio, di nome Druso (Druso
minore) e più giovane di un anno soltanto di Germanico. L'<b>adozione</b>
di <b>Tiberio</b> e di <b>Germanico</b> fu celebrata il 26 giugno del
4 d.C. con grandi festeggiamenti e Augusto ordinò che si
distribuisse alle truppe oltre un milione di sesterzi.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Nello stesso anno 4, a Germanico è
data in <b>moglie</b> Agrippina maggiore, figlia di Giulia maggiore e
del generale Marco Vipsanio Agrippa, quindi nipote di Augusto, dalla
quale ebbe nove figli, tra cui: il primogenito Nerone (nato nel 4/5 e
morto nel 30), Druso (nato nel 7/8 e morto nel 31), il futuro
imperatore <b>Caligola</b>, Agrippina minore (moglie e nipote del
futuro imperatore Claudio, fratello minore dello stesso Germanico e
madre del futuro imperatore <b>Nerone</b>), Giulia Drusilla e Giulia
Livilla.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 4</b><span style="font-weight: normal;">/</span><b>5
</b><span style="font-weight: normal;">- </span>Con le campagne del 4
e 5 d.C., <b>Tiberio</b>, figlio adottivo dell'imperatore Augusto,
aveva <b>completato</b> la <b>conquista</b> quasi ventennale della
parte settentrionale della <b>Germania</b>, e domato gli ultimi
focolai di una rivolta dei Cherusci, i territori compresi <b>tra</b>
i fiumi <b>Reno</b> ed <b>Elba</b> apparivano ai Romani come una
<b>nuova</b> <b>provincia</b>.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Le armate romane avevano percorso i
territori della Germania Magna partendo dai <i>castra</i> (fortezze)
principali di <b>Castra</b> <b>Vetera</b> (Xanten, in Renania
Settentrionale/Vestfalia, Germania) e <b>Mogontiacum</b>
(Mainz/Magonza, nella Renania-Palatinato, Germania), ottenendo la
<b>sottomissione</b> di tutti i <b>territori</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>germanici</b> e la costituzione della Germania in provincia
romana, con esclusione della sola <b>Boemia</b>, in cui erano
emigrati nel 9 a.C. i Suebi <span style="font-weight: normal;">Marcomanni
mentre i Suebi Quadi si erano spostati sul fiume </span><b>Morava</b><span style="font-weight: normal;">.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 6</b> - In seguito alla
progettata campagna di Tiberio del 6 d.C., i suebi <b>Quadi</b> diventano
popolo Cliente dei Romani, ed è forse per questo motivo che si
spostano ancora più ad est, in <b>Slovacchia</b><span style="font-weight: normal;">,</span>
come risulterebbe ai tempi di Tacito, alla fine del I secolo.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Strabone, in Geografia, VII
Germania, scrive che prima della battaglia della <span style="font-weight: normal;">Foresta
di Teutoburgo,</span><b> </b>a <b>Roma</b> si pensava che ormai fosse
arrivato il momento di introdurre <span style="font-weight: normal;">in
Germania</span> il <b>diritto</b> e le <b>istituzioni</b> <b>romane</b>.
L'imperatore Augusto aveva così deciso di affidare a un burocrate,
più che a un generale, il governo della nuova provincia della
<b>Germania</b> <b>Magna </b>scegliendo quindi il governatore della
Siria, Publio Quintilio Varo, personaggio certamente non noto per
l'abilità bellica ma che avrebbe potuto affabulare i Germani, che
non apprezzavano i modi rudi dei militari romani. <b>Varo</b> invece,
si rivolgeva ai Germani come fossero dei sudditi arresisi alla
volontà romana, più che dei provinciali in via di formazione e
romanizzazione e <b>non</b> <b>percepiva</b> il crescente <b>rancore</b>
che covavano per l'<b>invasore</b>, problematiche a cui invece
avrebbe dovuto porre maggiore attenzione, tanto più che di esempi
nel passato ve ne erano in abbondanza: dalle drammatiche resistenze
nella conquista della Gallia di 50-60 anni prima alla recentissima
rivolta delle genti dalmato-pannoniche.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b></b></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgVjUMzM4jNwMVG4laHakrxpT8yWG9tEpkx1xjVrZ91MK47XeMZDzDnGXoaUkF7jL4fm2602SdYy5Z4-AM9LKmcsRUn0aW_d7NdBY_tWbgDpc94vbB7zW3VylkNRBUU-FCyORKxUdtY2zMobnmqrq4-jZGbesj2mrds6_nOtwr_QH4wSAVPS-WALmS_dw" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="993" data-original-width="1248" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgVjUMzM4jNwMVG4laHakrxpT8yWG9tEpkx1xjVrZ91MK47XeMZDzDnGXoaUkF7jL4fm2602SdYy5Z4-AM9LKmcsRUn0aW_d7NdBY_tWbgDpc94vbB7zW3VylkNRBUU-FCyORKxUdtY2zMobnmqrq4-jZGbesj2mrds6_nOtwr_QH4wSAVPS-WALmS_dw" width="302" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Carta della Germania romanizzata, nel 9, con<br />l'ubicazione della foresta di Teutoburgo, da <br /><a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b3/Germania_7-9_Varo.jpg" target="_blank">https://upload.wikimedia.org/wikipedia/<br />commons/b/b3/Germania_7-9_Varo.jpg</a>.<br /></td></tr></tbody></table><b>Nel 9 d.C.</b> - Dall'8 all'11
settembre si combatte la <b>battaglia</b> della <b>Foresta</b> di
<b>Teutoburgo</b>, chiamata <i>clades Variana</i> (la disfatta di
Varo) dagli storici romani, tra tre <b>legioni</b> romane guidate da
Publio Quintilio <b>Varo</b> e una <b>coalizione</b> di <b>tribù</b>
<b>germaniche</b> comandate da <b>Arminio</b>, ufficiale delle truppe
ausiliarie di Varo, ma segretamente anche capo dei <b>Cherusci</b>.
La battaglia ebbe luogo nei pressi dell'odierna località di
Kalkriese, nella Bassa Sassonia, e si risolse in una delle più gravi
disfatte subite dai Romani: tre intere legioni (composte di 5/6.000
armati ciascuna), la XVII, la XVIII e la XIX, furono annientate,
oltre a 6 coorti di fanteria (di circa 600 uomini ciascuna) e 3 ali
di cavalleria ausiliaria (di circa 500 armati l'una). Nel settembre
dell'anno 9, finita la stagione di guerra (che per i Romani
incominciava a marzo e finiva a ottobre), Varo si muoveva verso i tre
campi invernali che si trovavano a Alise (Haltern am See, nella
Renania Settentrionale-Vestfalia, in Germania), sede amministrativa
lungo il Reno della nuova provincia di Germania, a Castra Vetera
(l'attuale Xanten, in Renania Settentrionale/Vestfalia, Germania) e
il terzo ad Ara Ubiorum (Köln/Colonia, anch'essa sul Reno). Il
percorso abituale sarebbe stato quello di scendere dal fiume Weser
(presso l'attuale località di Minden), attraversare il passo di
Doren (le cosiddette porte della Vestfalia) e raggiungere l'alto
corso della Lippe presso Anreppen, per poi proseguire fino a Haltern
(la romana Aliso) e di qui al Reno. Al comando di tre legioni (la
XVII, la XVIII e la XIX), reparti ausiliari (3 ali di cavalleria e 6
coorti di fanteria) e numerosi civili, Varo si spinse invece in
direzione ovest attraverso un nuovo percorso, affidandosi alle
indicazioni degli indigeni poiché non conosceva la regione. Non
sospettava che Arminio, principe dei Cherusci (che militava da anni
nelle file dell'esercito romano tra gli ausiliari), stava progettando
un'imboscata per sopraffare l'esercito romano in Germania, ma al
contrario si riteneva al riparo dai pericoli, considerando Arminio un
fedele alleato. Sia Velleio Patercolo sia Dione raccontano che Varo
non prestò fede ad alcuno, incluso Segeste, futuro suocero di
Arminio, che lo aveva informato dell'agguato. Venne simulata una
rivolta nei pressi del massiccio calcareo di Kalkriese (una collina
alta 157 metri, situata nella Bassa Sassonia, in Germania, oggi sito
e museo archeologico fra i più importanti in Germania), nel
territorio dei Bructeri, e Varo, non dando credito alle voci circa un
possibile agguato al suo esercito in marcia su un percorso finora mai
esplorato e all'interno di una folta foresta circondata da
acquitrini, non utilizzò alcuna precauzione che lo mettesse al
riparo da una possibile aggressione, facilitando il compito ad
Arminio e ai suoi Germani. Varo disponeva di tre intere legioni: la
XVII, XVIII e XIX, oltre ad alcune unità ausiliarie (3 ali e 6
coorti), pari a circa 15.000 legionari e 5.000 ausiliari (a ranghi
completi). I Germani di Arminio potevano invece contare su circa
20.000/25.000 guerrieri delle tribù dei <b>Cherusci</b>, <b>Bructeri</b>,
oltre probabilmente a <b>Sigambri</b>, <b>Usipeti</b>, <b>Marsi</b>,
<b>Camavi</b>, <b>Angrivari</b> e <b>Catti</b>. Gran parte dei
superstiti romani vennero sacrificati alle divinità germaniche. I
restanti vennero liberati o scambiati con prigionieri germanici,
oppure riscattati. A seguito di tale battaglia,
nell'esercito romano le legioni non ebbero più le numerazioni XVII,
XVIII e XIX. Lucio Asprenate, nipote di Varo e suo subordinato in
Germania, accorse con due legioni da Mogontiacum (Magonza), per
scongiurare un'invasione germanica, salvare i superstiti e rafforzare
gli animi incerti delle popolazioni galliche.<span>
Da allora a</span>lmeno fino al 17/18 d.C., ad Ara Ubiorum (la
moderna città di Köln/<b>Colonia</b><span>)</span>
soggiorneranno <b>due</b> <b>legioni</b>: la legio I Germanica e la
legio XX Valeria Victrix.<p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Arminio</b>, dopo questo grande
successo militare, avrebbe voluto <b>proseguire</b> l'<b>attacco</b>
a <b>Roma</b> alleandosi con l'altro grande sovrano germano
<b>Maroboduo</b>, il re dei <b>Marcomanni</b>, come ci racconta
Velleio Patercolo: «La crudeltà dei nemici germani aveva fatto a
pezzi il cadavere, quasi completamente carbonizzato, di Varo, e la
sua testa, una volta tagliata, fu portata a Maroboduo, il quale la
inviò a Tiberio Cesare, perché fosse seppellita con onore [...]»
(Velleio Patercolo, Storia romana II, 119)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Fu una fortuna per Roma che <b>Maroboduo</b>
avesse mantenuto <b>fede</b> ai patti stipulati con <b>Tiberio</b>
tre anni prima (nel 6), gesto che costerà caro al sovrano marcomanno
poiché nel 18 Arminio, raccolta un'enorme confederazione di genti
germane, lo sfiderà e riuscirà a sconfiggerlo in uno scontro
campale. Tiberio, ricordando quanto Maroboduo gli fosse rimasto
fedele evitando che la disfatta di Teutoburgo si trasformasse in una
nuova e ancor più devastante invasione germanica (come quella
avvenuta un secolo prima da parte di Cimbri e Teutoni, nel 113-101
a.C.), gli diede <b>asilo</b> politico, una volta caduto in disgrazia
presso la sua gente, all'interno dei confini imperiali, a <b>Ravenna</b>.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Ora a <b>Roma</b> necessitava
una <b>reazione</b> <b>militare</b> immediata e decisa per non
permettere al nemico germanico di prendere coraggio e di invadere i
territori della Gallia e magari dell'Italia stessa, mettendo a
rischio non solo una provincia ma la stessa salvezza di Roma.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWZ5mDqZ5ZD_JVivC2RzJ5b1egSJkXkNwH5eHLgc-5Wq2BXEbYBroVIcXAXLzYeKI39RwYHVHRbpXH7k17DE-Agj7EmoD8prFB3jnFS2diojXGm09ozNWkxhNrLsOxln3wCQu2UPlBZFQ/s1600/augusto+nell%27ara+pacis.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWZ5mDqZ5ZD_JVivC2RzJ5b1egSJkXkNwH5eHLgc-5Wq2BXEbYBroVIcXAXLzYeKI39RwYHVHRbpXH7k17DE-Agj7EmoD8prFB3jnFS2diojXGm09ozNWkxhNrLsOxln3wCQu2UPlBZFQ/s200/augusto+nell'ara+pacis.jpg" width="199" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ottaviano Augusto nell' Ara Pacis.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">In una situazione tanto drammatica,
<b>Augusto</b> fu costretto anche ad <b>arruolare</b> <b>liberti</b>:</p><p style="margin-bottom: 0cm;">«[...] Augusto organizzò comunque le
rimanenti forze con ciò che aveva a disposizione [...] arruolò
nuovi uomini [...] tra veterani e liberti e poi li inviò con la
massima urgenza, insieme a Tiberio, nella provincia di Germania
[...]» (Cassio Dione Cocceiano, Storia Romana, LVI, 23, 3.)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«[...] due volte soltanto arruolò i
liberti come soldati: la prima volta fu per proteggere le colonie
vicine dell'Illirico, la seconda per sorvegliare la riva del Reno.
Erano schiavi che provenivano da uomini e donne facoltosi, ma egli
preferì affrancarli subito e li collocò in prima linea, senza
mescolarli ai soldati di origine libera (peregrini) e senza dar loro
le stesse armi.» (Svetonio, Augustus, 25.)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«[...] (Tiberio Cesare) viene inviato
in Germania, e qui rafforza le Gallie, prepara e riorganizza gli
eserciti, fortifica i presidi e avendo coscienza dei propri mezzi,
non timoroso di un nemico che minacciava l'Italia con un'invasione
simile a quella dei Cimbri e dei Teutoni, attraversava il Reno con
l'esercito e passava al contrattacco, mentre al padre Augusto ed alla
patria sarebbe bastato di tenersi sulla difensiva. Tiberio avanza
così in territorio germano, si apre nuove strade, devasta campi,
brucia case, manda in fuga quanti lo affrontano e con grandissima
gloria torna ai quartieri d'inverno senza perdere nessuno di quanti
aveva condotto al di là del Reno [...]» (Velleio Patercolo, Storia
di Roma, II, 120.)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">Nel settembre del 9, dopo aver brillantemente sconfitto i ribelli
dalmati, </span><b>Tiberio</b><span style="font-weight: normal;">
torna a Roma dove decide, giunta la notizia della battaglia della
Foresta di Teutoburgo, di posticipare la celebrazione del trionfo che
gli era stato tributato in modo tale da rispettare il </span><b>lutto</b><span style="font-weight: normal;">
imposto per la </span><b>disfatta</b><span style="font-weight: normal;">
di </span><b>Varo</b><span style="font-weight: normal;">. </span><b>Augusto</b><span style="font-weight: normal;">
lo invia sul </span><b>Reno</b><span style="font-weight: normal;">,
per evitare che il nemico germanico attacchi la Gallia e che le
province appena pacificate possano rivoltarsi nuovamente in cerca
dell'indipendenza. Giunto in Germania, Tiberio poté constatare la
gravità della disfatta di Varo e delle sue conseguenze, che
impedivano di progettare una nuova riconquista delle terre che
andavano fino all'Elba. Adottò, dunque, una condotta particolarmente
prudente, prendendo ogni decisione assieme al consiglio di guerra ed
evitando di far ricorso, per la trasmissione di messaggi, a uomini
del luogo come interpreti. Sceglieva allo stesso modo con cura i
luoghi in cui erigere gli accampamenti, in modo tale da fugare
qualsiasi pericolo di rimanere vittima di una nuova imboscata e
mantenne infine, tra i legionari una disciplina ferrea, punendo in
modo estremamente rigoroso tutti coloro che trasgredivano i suoi
rigidi ordini. In questo modo poté ottenere numerose vittorie e
confermare il confine lungo il fiume Reno, mantenendo </span><b>fedeli</b><span style="font-weight: normal;">
a Roma i popoli germanici dei </span><b>Batavi,</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>Frisi </b><span style="font-weight: normal;">e </span><b>Cauci</b><span style="font-weight: normal;">,
che abitavano quei luoghi.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">E comunque, dopo la pesante sconfitta,
i Romani per riscattare l'onore dell'esercito sconfitto, diedero
inizio a una <b>guerra</b> durata <b>sette</b> <b>anni</b>. La
<b>battaglia</b> di <b>Idistaviso</b> del 16 è considerata la
<b>rivincita</b> dell'Impero romano contro i Germani.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6Yh8EKL7xFstKgvEGmG-mES4y-I82up7ZaAliehCtbAMPf2iPrmddqV8dqMAk2nb5vGvpemxWb0spVxEorrJM0ZvFuOEjTAZOulorDcwfW0w_9MJPu7pols5neRApN2lHpbaNPzyOM7e1/s254/TiberioMuseoVenezia2.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="254" data-original-width="180" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6Yh8EKL7xFstKgvEGmG-mES4y-I82up7ZaAliehCtbAMPf2iPrmddqV8dqMAk2nb5vGvpemxWb0spVxEorrJM0ZvFuOEjTAZOulorDcwfW0w_9MJPu7pols5neRApN2lHpbaNPzyOM7e1/w142-h200/TiberioMuseoVenezia2.jpg" width="142" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tiberio, dal Museo di<br />Venezia <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Tiberio#/media/File:TiberioMuseoVenezia2.jpg" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table><p></p><b>Nel 10 d.C. </b><span>-
</span><b>Tiberio</b> dimostra, ancora una volta, di essere un
generale <b>geniale</b><span> e </span>riesce
a frenare i propositi, da parte della genti germaniche vittoriose, di
una nuova invasione. Negli anni che si susseguirono (dal 10 al 12)
condusse egli stesso gli eserciti ancora al di là del Reno: «[...] abbatté le forze nemiche in
Germania, con spedizioni navali e terrestri, e placate più con la
fermezza che con i castighi la pericolosissima situazione nella
Gallia e la ribellione sorta tra la popolazione degli Allobrogi
[...]» (Velleio Patercolo, Storia di Roma, II, 121.). E ancora: «[nell'11 d.C.] [...] Tiberio e
Germanico, quest'ultimo in veste di proconsole, invasero la Germania
e ne devastarono alcuni territori, tuttavia non riportarono alcuna
vittoria, poiché nessuno gli si era opposto, né soggiogarono alcuna
tribù [...] nel timore di cadere vittime di un nuovo disastro non
avanzarono molto oltre il fiume Reno [forse fino al fiume Weser].»<p style="margin-bottom: 0cm;">Tutta la Germania del nord tra il
<b>Reno</b> e l'<b>Elba</b> era <span style="font-weight: normal;">definitivamente</span>
<b>perduta</b> da <b>Roma</b> e neppure le azioni intraprese da
Tiberio negli anni 10-11 e da Germanico nel 14-16, più che altro
volte a vendicare l'onore di Roma, poterono ripristinare quanto era
stato così faticosamente conquistato nei vent'anni di campagne
militari precedenti. Il <b>confine</b> naturale tornava
<b>temporaneamente</b> al fiume <b>Reno</b>, nonostante l'impresa
difficile e dispendiosa di Augusto del ventennio precedente, che
desiderava emulare la conquista delle Gallie da parte di Gaio Giulio
Cesare.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 14</b><span style="font-weight: normal;">
- Augusto muore all'età di 75 anni e </span><b>Tiberio</b><span style="font-weight: normal;">
gli succede alla guida dell'impero Romano. Asceso al </span><b>trono</b><span style="font-weight: normal;">
all'età di 55 anni, Tiberio (Roma, 16 novembre 42 a.C. - Miseno, 16
marzo 37 d.C.) operò molte importanti riforme in ambito economico e
politico e pose </span><b>fine</b><span style="font-weight: normal;">
alla </span><b>politica</b><span style="font-weight: normal;"> di
</span><b>espansione</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>militare</b><span style="font-weight: normal;">,
limitandosi a mantenere sicuri i confini grazie anche all'opera del
nipote Germanico Giulio Cesare, figlio del fratello minore di
Tiberio, Druso maggiore e di Antonia Minore, figlia di Marco Antonio
e Ottavia, sorella di Augusto. Tiberio, malgrado le aspettative del
giovane nipote e generale Germanico, riteneva di rinunciare a nuovi
piani di conquista della Germania poiché era una terra selvaggia e
primitiva, inospitale, ricoperta da immense paludi e fitte foreste,
con limitate risorse naturali (a quel tempo conosciute) e quindi, non
particolarmente appetibile da un punto di vista economico. Tiberio
decise, pertanto, di sospendere ogni attività militare oltre il
Reno, lasciando che fossero le stesse popolazioni germaniche a
sbrigarsela, combattendosi tra loro. Nonostante queste
considerazioni, Tiberio permise a Germanico, figlio del fratello
scomparso Druso, di compiere </span><b>tre</b><span style="font-weight: normal;">
nuove </span><b>campagne</b><span style="font-weight: normal;"> nel
territorio dei </span><b>Germani</b><span style="font-weight: normal;">,
dal 14 al 16, a capo di ben 8 legioni e relative truppe ausiliarie,
per riscattare in maniera definitiva l'onore di Roma, cercando di
recuperare le </span><b>tre</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>aquile</b><span style="font-weight: normal;"> legionarie
andate perdute nella battaglia di Teutoburgo. Una fu trovata da un
subordinato di Germanico, Lucio Stertinio, che ritrovò l'aquila
della Legio XIX recuperandola dai Bructeri nel 15. Il luogo dove era
nascosta la seconda aquila venne svelato a Germanico dal capo dei
Marsi, fatto prigioniero dopo la battaglia di Idistaviso nel 16. Non
riuscì invece a recuperare la terza insegna, che secondo Dione
Cassio Cocceiano nella sua Storia romana venne trovata solo nel 41 da
Publio Gabinio presso i Cauci. Inoltre Tiberio permetteva così al
figlio del fratello Druso, di ripercorrere le orme del padre e
soprattutto cercava di terrorizzare il nemico germanico,
dissuadendolo dal compiere nuove e possibili invasioni future del
suolo romano della Gallia.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 14/16 </b>- Il generale romano
<b>Germanico</b>, figlio di Druso maggiore e fratello maggiore del
futuro imperatore Claudio, per vendicare l'onta subita dagli eserciti
romani nella <b>Foresta</b> di <b>Teutoburgo </b>conduce sanguinose
campagne in Germania.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 15</b> - Durante una <b>spedizione</b>
in Germania (sei anni dopo la disfatta della <b>Foresta</b> di
<b>Teutoburgo</b>) <b>Germanico</b> si fa ricondurre sul campo di
Kalkriese avvalendosi dell'aiuto dei pochissimi superstiti della
battaglia, gli unici che potessero essere in grado di indicargli il
luogo, per dare degna sepoltura ai resti dei commilitoni morti sei
anni prima. Qui vede lo scempio di un autentico massacro. «[Germanico
giunse sul luogo della battaglia, ove] nel mezzo del campo
biancheggiavano le ossa ammucchiate e disperse [...] sparsi intorno
[...] sui tronchi degli alberi erano conficcati teschi umani. Nei
vicini boschi sacri si vedevano altari su cui i Germani avevano
sacrificato i tribuni ed i principali centurioni [...]» (Cornelio
Tacito, Annali I, 61.)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhtFlQcmFsNxEadtMCzKedUOl3Tsvb5MhFE8ljrE3tG7x1rBbt4Q68Yi2N5Aqd_G8zE8GXnkNxuq2hfm4dlZeCUP-n9NCA-j1z1zQ5OoKISJNznju8vV7psEPxKfUCot9NV-T6F2tc6Qpa90MAv_Jut32y1le2rbzoHCgLYtk88tXvQ89Hb8b_bsmrWkw" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="1216" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhtFlQcmFsNxEadtMCzKedUOl3Tsvb5MhFE8ljrE3tG7x1rBbt4Q68Yi2N5Aqd_G8zE8GXnkNxuq2hfm4dlZeCUP-n9NCA-j1z1zQ5OoKISJNznju8vV7psEPxKfUCot9NV-T6F2tc6Qpa90MAv_Jut32y1le2rbzoHCgLYtk88tXvQ89Hb8b_bsmrWkw=w132-h200" width="132" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Germanico Giulio<br />Cesare, figlio di Druso,<br />da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Germanico_Giulio_Cesare#/media/File:Bust_Germanicus_Massimo.jpg" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table>Durante la campagna in
Germania del 15 d.C., nella città di Ara Ubiorum, Germanico riceve
uno dei capi germani, <b>Segeste </b>(lo suocero dell'Arminio che
aveva procurato ai Romani l'agguato della <span style="font-weight: normal;">Foresta
di Teutoburgo nell'anno 9)</span>, che implorava la pace per la sua
fazione, ottenendone in seguito il perdono. Segestes era un nobile
appartenente alla tribù germanica dei <b>Cherusci</b>, suocero di
Arminio, altro nobile dei Cherusci nonché capo militare che ne aveva
sposato la figlia Thusnelda, nonostante il parere contrario dello
stesso Segeste, che ad Arminio preferiva i romani e che cercava un
modo per vendicarsi delle sue gesta. Nel 9 aveva avvertito il
governatore romano Publio Quintilio Varo dell'imminente crescita dei
suoi compatrioti e aveva consigliato Varo di imprigionare tutti i
comandanti germanici, lui stesso compreso, per aver tempo di
verificarne le reali intenzioni, ma non era stato creduto. Poi Varo e
le sue tre legioni vennero sterminati nella battaglia della foresta
di Teutoburgo, in cui numerosi alleati germanici, con a capo Arminio,
tesero loro un'imboscata. In seguito Segeste si schierò apertamente
contro Arminio quando Germanico invase la Germania settentrionale nel
15, nel tentativo di ristabilire il dominio romano sulla regione.
Assediato nella sua fortezza dai compatrioti, Segeste chiese aiuto a
Germanico, che lo soccorse. Segeste consegnò la figlia incinta,
moglie di Arminio, a Germanico sotto forma di prigioniera. Thusnelda
venne portata a Roma e, insieme al fratello Segimundo, venne esibita
nella parata che Germanico organizzò il 26 maggio del 17, con il
padre a fare da spettatore. Thusnelda non tornò mai a casa. Il solo
figlio di Arminio, Tumelico, partorito durante la prigionia, venne
addestrato come gladiatore a Ravenna e morì durante un combattimento
prima di compiere i 20 anni. Il colpo finale ci fu nel 21, quando
<b>Segeste</b> ed <b>altri</b> parenti <b>uccisero</b> <b>Arminio</b>.
Segeste venne infine spostato da Germanico in qualche provincia
romana ad ovest del Reno.<p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 16</b><span style="font-weight: normal;">
- I</span>l legato imperiale <b>Germanico</b><span style="font-weight: normal;">,
figlio di Druso maggiore,</span> riesce a battere Arminio in <b>due</b>
grandi <b>battaglie</b>: la prima nella piana di <b>Idistaviso</b>,
la seconda di fronte al Vallo angrivariano, entrambe tra la riva
destra del fiume Visurgi (l'attuale Weser), le colline circostanti,
la grande foresta germanica e le paludi più a nord. La <b>battaglia</b>
di <b>Idistaviso</b> del 16 è considerata la <b>rivincita</b> alla
disfatta di Varo dell'Impero romano contro i Germani. Le due
battaglie di Idistaviso si conclusero positivamente per l'esercito
romano; le legioni di Varo distrutte a Teutoburgo furono vendicate e
Germanico riuscì anche a recuperare due delle tre aquile perdute dai
romani nella disfatta, ma in realtà la campagna di Germanico non
ottenne risultati decisivi. A dispetto delle asserzioni di Tacito,
grande accusatore di Tiberio ed estimatore di Germanico, non fu
l'invidia dell'imperatore che vanificò l'esito della battaglia di
Idistaviso. Germanico non era in grado di rimanere stabilmente,
nonostante le vittorie, a est del Reno; inoltre la sua flotta aveva
subito forti perdite a causa di una tempesta.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: left; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiqE_CYo5pGT2KD6CVrl2j8WznVjZ_mjUs-nwK8A7e1SLplNO2q6-_4mMQuthg1XD5xyxh2qqQ-1Na8e7b6ZoVaQRnbnnUKIR0FR27DsUPn0ezzNpIrxOS4x1pqIAEwdQqwT4Uq6njY2VXnCTV2C46dRjWMp5E6uaPTg-imah1rO-TROFjgZ0v-BuYXJg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="993" data-original-width="1248" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiqE_CYo5pGT2KD6CVrl2j8WznVjZ_mjUs-nwK8A7e1SLplNO2q6-_4mMQuthg1XD5xyxh2qqQ-1Na8e7b6ZoVaQRnbnnUKIR0FR27DsUPn0ezzNpIrxOS4x1pqIAEwdQqwT4Uq6njY2VXnCTV2C46dRjWMp5E6uaPTg-imah1rO-TROFjgZ0v-BuYXJg" style="cursor: move;" width="302" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'ultima campagna in Germania, nel 16, di <br />Germanico. Immagine di Cristiano64-Opera<br />propria CC BY-SA 3.0 da <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2749288" target="_blank">https://commons.<br />wikimedia.org/w/index.php?curid=2749288</a>.</td></tr></tbody></table>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">L'imperatore
</span><b>Tiberio</b> considerava, prudentemente, che fosse <b>inutile</b>
e <b>dispendioso</b> tentare di nuovo la <b>conquista</b> della
<b>Germania</b> fino all'Elba e quindi richiamò Germanico, ritenendo
inoltre che le <b>discordie</b> <b>interne</b> tra i popoli germanici
avrebbero salvaguardato l'integrità dei confini imperiali sul Reno
più di una lunga e costosa guerra di conquista, e in quei tempi tale
politica poteva rivelarsi vincente. Al termine della campagna i
<b>Romani</b> <b>rinunciano</b> a ogni ulteriore conquista nella
<b>Germania</b> Magna e il <b>Reno</b> torna ad essere il <b>confine</b>
nord-occidentale dell'<b>Impero</b><span style="font-weight: normal;">,
anche se in seguito numerosi centri e territori sulla sponda destra
del Reno saranno romanizzati, andando a congiungersi alla Vindelicia
retica romana, che approssimativamente occupava il Bayern/Baviera
meridionale, dove già sorgeva Augusta Vindelicorum/</span><b>Augsburg</b><span style="font-weight: normal;">
e dove in seguito sorgerà Monaco/</span><b>München</b><span style="font-weight: normal;">
di Baviera/Bayern.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">Rimanevano
comunque </span><b>romane</b><span style="font-weight: normal;">, da
nord a sud: Aliso, identificabile con la moderna </span><b>Haltern</b><span style="font-weight: normal;">
am See (in Renania Settentrionale/Vestfalia), Ara Ubiorum Colonia
Claudia Agrippina (</span><b>Köln</b><span style="font-weight: normal;">/Colonia
in Renania Settentrionale/Vestfalia ), Bonna (</span><b>Bonn</b><span style="font-weight: normal;">,
in Renania Settentrionale/Vestfalia con un ponte sul Reno) e
avvicinandosi a Mogontiacum (</span><b>Mainz</b><span style="font-weight: normal;">/Magonza,
nella Renania-Palatinato) e ad Argentoratae (odierna </span><b>Strasburgo</b><span style="font-weight: normal;">)
diversi centri sulla riva destra del Reno saranno romanizzati
progressivamente.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiipGStsYPKVfz-NofWAa4C6joV2v-LMibHBliO2yhTPOR_KewLZbiLIFsGZ3PvMHuuqijZHxFee_3fSKPs9zU3UXTkbGvaAbclkIzyawyGWWv5NYmEAt9RUqiclvqmSRCVId9jJa8vHH-6/s1200/Claudius.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiipGStsYPKVfz-NofWAa4C6joV2v-LMibHBliO2yhTPOR_KewLZbiLIFsGZ3PvMHuuqijZHxFee_3fSKPs9zU3UXTkbGvaAbclkIzyawyGWWv5NYmEAt9RUqiclvqmSRCVId9jJa8vHH-6/w133-h200/Claudius.jpg" width="133" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Claudio, Museo<br />archeologico di<br />Napoli, da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Claudio#/media/File:Claudius_MAN_Napoli_Inv6060.jpg" target="_blank">QUI</a>.<br /></td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 41 </b>- <b>Claudio</b>
(Tiberius Claudius Caesar Augustus Germanicus; Lugdunum, 1º agosto
10 a.C. - Roma, 13 ottobre 54 d.C.) è <b>imperatore</b> di Roma dal
41 al 54 d.C. Quarto imperatore e membro della gens Claudia, è il
primo tra i Principi a non essere adottato nella gens Iulia, poiché
il suo predecessore, Caligola, aveva estinto la linea adottiva.
Claudio era il terzo <b>figlio</b> di Nerone Claudio Druso (<b>Druso</b>
maggiore) e Antonia minore, dopo Germanico e Livilla e l'imperatore
Tiberio era stato dunque suo zio paterno. Claudio era considerato dai
suoi contemporanei come un candidato improbabile al ruolo di
imperatore, soprattutto in considerazione di una qualche infermità
da cui era affetto, tanto che la sua famiglia lo tenne lontano dalla
vita pubblica fino all'età di quarantasette anni, quando tenne il
consolato assieme al nipote Caligola. Fu probabilmente questa
infermità e la scarsa considerazione politica di cui godeva che gli
permisero di sopravvivere alle purghe che colpirono molti esponenti
della nobiltà romana durante i regni di Tiberio e Caligola: alla
morte di quest'ultimo, Claudio divenne imperatore proprio in quanto
unico maschio adulto della dinastia giulio-claudia. </p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Claudio</b> ottenne il <b>Principato</b> con la <b>forza</b> delle <b>armi</b>; fu quindi il <b>primo</b> il fra gli imperatori a <b>comprarsi</b> la fedeltà dei <b>pretoriani</b> e sarà il <b>primo</b> <i>princeps</i> a <b>non</b> essere <b>eletto</b> dal <b>Senato</b>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Malgrado la
mancanza di esperienza politica, Claudio dimostrò notevoli qualità:
fu un abile amministratore, un grande patrono dell'edilizia pubblica,
espansionista in politica estera (sotto il suo comando si ebbe la
conquista della Britannia) e un instancabile legislatore, che
presiedeva personalmente i tribunali. Nonostante gli sforzi
perpetrati a suo tempo da Augusto, la volontà di conquistare la
Germania a est del Reno era naufragata con l'annientamento delle
legioni di Varo nella foresta di Teutoburgo nell'anno 9, ma rimaneva
il problema della <b>debolezza</b> del <b>limes</b> <b>retico</b> fra
il Rhein/Reno e il Donau/Danubio, dove non sussistevano ostacoli
naturali. Quindi l'imperatore <b>Claudio</b><span style="font-weight: normal;">,
mentre</span> da una parte avanzava in Britannia, dall'altra dotava la
<b>frontiera</b> <b>retica</b> fra il Rhein e il Donau di <b>truppe</b>
stanziate permanentemente in <b>forti</b> e <b>fortezze</b> che ne
garantissero il presidio.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 49</b> - Agrippina minore, moglie
dell'imperatore Claudio e figlia di Germanico, chiede che il
villaggio gallico sul Reno in cui è nata (Ara o Oppidum Ubiorum) sia
innalzato al rango di colonia, ed è allora istituita <b>Colonia</b> Claudia
Ara Agrippinensium ("la colonia di Claudio e l'altare di
Agrippina") o, più semplicemente, Colonia <b>Agrippina</b>, l'attuale
Köln in Germania.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjFELknERoilexqGNeRIhu3HHBx0jtHcKOoobbU3bJa02-sWW50CsRb2ox51GbdU3b8G4mcq590S9lwkx8zInbsEdVdpsAtTVotrOsQKD3_w4ZA0GuuGV1mbskzmbolbCapwXDsmSky1TRHxKZhnicqureBtLjpBtNtJW1RouftfKnH3-bN7JNiTpzz2Q" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" data-original-height="367" data-original-width="361" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjFELknERoilexqGNeRIhu3HHBx0jtHcKOoobbU3bJa02-sWW50CsRb2ox51GbdU3b8G4mcq590S9lwkx8zInbsEdVdpsAtTVotrOsQKD3_w4ZA0GuuGV1mbskzmbolbCapwXDsmSky1TRHxKZhnicqureBtLjpBtNtJW1RouftfKnH3-bN7JNiTpzz2Q" width="236" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La progressiva romanizzazione degli<br />Agri Decumates dal 50, immagine di<br />Von BishkekRocks, Archäologisches<br /> Landesmuseum Baden-Württem<br />berg. Stuttgart: Theiss, 2005. S. 44<br />-53., CC BY-SA 3.0 da <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3722407" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table>Il <b>primo</b> <b>re</b> dei suebi <b>Quadi</b> conosciuto è stato Vannio (19-50 d.C.), che era
<b>anche</b> re dei <b>Marcomanni</b>. Tacito racconta che Vannio fu
cacciato dagli stessi Suebi, grazie anche all'aiuto dei Lugi e del re
degli Ermunduri, un certo Vibilio. L'imperatore Claudio, preoccupato,
pur rifiutando di intervenire direttamente in questa contesa, ordinò
al governatore della Pannonia, un certo Sesto Palpellio Istro, "di
<b>disporre</b> una <b>legione</b> con un corpo scelto di milizie
ausiliarie sulla riva del <b>Danubio</b><span>"</span>
per proteggere la fazione perdente e per dissuadere i barbari
vittoriosi dalla tentazione di invadere la provincia. Le forze di
Vannio comprendevano truppe di <b>cavalleria</b> reclutate fra i
<b>Sàrmati</b> Iazigi. I figli della sorella di Vannio, ovvero
Vangio e Sidone, si spartirono il grande regno dei Suebi (Quadi e
Marcomanni), mantenendo verso Roma assoluta lealtà, mentre <b>Vannio</b>
con le sue genti furono sistemati in <b>Pannonia</b>.<p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 58</b> - Lo storico Cornelio
Tacito scrisse che, sul finire dell'anno 58, la nazione degli <b>Ubi</b>
era stata colpita da un improvviso flagello: un terremoto di notevoli
proporzioni, tanto che le "fiamme uscite dalla terra"
s'appiccavano ai villaggi ed ai campi, avvicinandosi fino alle mura
della capitale <b>Colonia</b> Claudia Ara Agrippinensium. Con la loro
definitiva integrazione all'interno dei confini imperiali, il popolo
degli Ubi aveva cominciato a fornire <b>truppe</b> <b>ausiliarie</b>
all'esercito romano, come la <i>cohors</i> I Ubiorum equitata,
posizionata all'epoca di Claudio nel <b>Norico</b>, sotto Domiziano e
Nerva nella <b>Mesia</b> inferiore e spostata in seguito alle guerre
di Traiano in <b>Dacia</b>, dove la troviamo ancora nel 179, con
Marco Aurelio imperatore e Publio Elvio Pertinace come governatore.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjESZdyha0C4pVeGEKTOXDL_BNwPeElhUIqi8wEJuzteyRRNRyqAyzNgef6aNz_tcJAAQ1IOBvbgq7-Oj18ZDScasSgfiOUOp5oxv4MdwU7XDs2Rw0fC5YWwqSdmLR-8hZRMLZjhFmhx-cV/s1067/Nerone.JPG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjESZdyha0C4pVeGEKTOXDL_BNwPeElhUIqi8wEJuzteyRRNRyqAyzNgef6aNz_tcJAAQ1IOBvbgq7-Oj18ZDScasSgfiOUOp5oxv4MdwU7XDs2Rw0fC5YWwqSdmLR-8hZRMLZjhFmhx-cV/w150-h200/Nerone.JPG" width="150" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nerone, da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Nerone#/media/File:Nero_1.JPG" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 68</b> - Con la <b>fine</b> del
regno di <b>Nerone</b> (imperatore dal 54 al 68 d.C.), nato con il
nome di Lucio Domizio Enobarbo, quinto ed ultimo imperatore della
dinastia Giulio-Claudia, e la conseguente guerra civile scatenata per
la sua successione, lungo il basso corso del Reno alcune <b>unità</b>
<b>ausiliarie</b> <b>germaniche</b> di <b>Batavi</b> si <b>ribellano</b> e
reclamano l'indipendenza. La rivolta è soffocata nel sangue dalle
legioni stanziate nelle Gallie, precisamente nei territori delle
future province di Germania inferiore e superiore. Durante il regno
di Nerone c'era stata una serie di rivolte e ribellioni in tutto
l'Impero: in Britannia, Armenia, Partia e Giudea. L'incapacità di
Nerone di gestire le ribellioni e la sua sostanziale incompetenza al
comando avevano scatenato gli eventi della sua caduta, quando perfino
la guardia pretoriana imperiale lo aveva abbandonato e Nerone si era
suicidato.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Nel <b>68</b> e.v. (d.C.) la
<b>frontiera</b> (<i>limes</i><span style="font-style: normal;">)</span>
a <b>nord</b><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
del</span></span><span style="font-weight: normal;">l'impero di </span><b>Roma</b><span style="font-weight: normal;">,
a est del Reno corre lungo</span> il fiume Danubio/Donau fin da dove
nasce, quando due piccoli fiumi della Foresta Nera del
Baden-Württemberg, il Brigach e il Breg, si uniscono a
Donaueschingen, per continuare lungo tutto il suo corso fino al Mar
Nero. La frontiera con l'attuale Europa dell'<b>est</b> è in vece
segnata dal corso del fiume <b>Reno</b><span style="font-weight: normal;">/Rhein,
che</span> dal Lago di Costanza /Bodensee scorre a ovest fino a
Basilia/Basel (attualmente in CH) nella Rezia, per poi svoltare verso
nord fino alla Frisia, sul Mare del Nord, delimitando i territori
delle Gallie romanizzate a ovest della Germania Magna, rimasta
indipendente dall'impero fin dall'agguato della foresta di Teutoburgo
nel 9 d.C. Rimaneva però evidente il problema della <b>debolezza</b>
del <b>limes</b> <b>retico</b> fra il Reno /Rhein e il Danubio/Donau,
dove non sussistevano ostacoli naturali. Perciò l'imperatore <b>Claudio</b><span style="font-weight: normal;">
aveva </span>dotato la <b>frontiera</b> <b>retica</b> fra il Rhein e
il Donau di <b>truppe</b> <b>stanziate</b> permanentemente in <b>forti</b>
e <b>fortezze</b> che ne garantissero il presidio. L'avanzata verso
nord di quella frontiera guadagnerà nel tempo i nuovi territori
germanici degli Agri Decumates.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiM-MpHZhMLwjiDYAX_tT0vanKo2xsQCb61z7BgN2I3-QIHGNKxtCD-5WSTYrkDqlPv5d0Ns-aKzI_BMJ4eCrKgFQaT5B-HTVwMa_x3gGdyGqW_SZRwGzTWgUPXtERlmoWt9aNzq3nxXyhM/s1600/Carta+limes+germanico+nell'80.GIF" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiM-MpHZhMLwjiDYAX_tT0vanKo2xsQCb61z7BgN2I3-QIHGNKxtCD-5WSTYrkDqlPv5d0Ns-aKzI_BMJ4eCrKgFQaT5B-HTVwMa_x3gGdyGqW_SZRwGzTWgUPXtERlmoWt9aNzq3nxXyhM/w400-h193/Carta+limes+germanico+nell'80.GIF" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption"><div style="text-align: center;">Carta del limes germanico-dacico dell'Impero Romano nell'80.</div><div style="text-align: center;"> In rosa gli stanziamenti delle legioni romane. Da <a href="https://www.capitolivm.it/esercito-romano/storia-delle-legioni-romane-2/" target="_blank">QUI</a>.</div></td></tr></tbody></table><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhylbvKlblJu7y9gha7TLc1_HW92-zz9W6IX0uf3ijykWaGNhcn2OMkcDMYP6-4WKF2MoMamzK0DJx3nnL-IXmrHXEG87eUlVDW-c5udomjhhU5zzcoOPqyeAlW9Uu-NfFcIaeF0i_pc1r8/s1600/legenda+legioni+nell%252780.GIF" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="453" data-original-width="392" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhylbvKlblJu7y9gha7TLc1_HW92-zz9W6IX0uf3ijykWaGNhcn2OMkcDMYP6-4WKF2MoMamzK0DJx3nnL-IXmrHXEG87eUlVDW-c5udomjhhU5zzcoOPqyeAlW9Uu-NfFcIaeF0i_pc1r8/s200/legenda+legioni+nell%252780.GIF" width="172" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Stanziamenti delle legioni<br /> romane, da <a href="https://www.capitolivm.it/esercito-romano/storia-delle-legioni-romane-2/" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table><br /><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><b>Nel 69 </b><span>-</span> Tacito narra della effettiva partecipazione di Sidone ed
Italico (a capo dei suebi <b>Quadi</b> e <b>Marcomanni</b>) alla
spedizione dell'anno dei 4 imperatori con cui <b>Vespasiano</b>
conquistò il trono imperiale contro Vitellio, e loda la loro antica
obbedienza verso Roma. Quale compenso per la loro alleanza, i <b>re</b>
degli <b>Suebi</b> ricevettero da Vespasiano non solo il
riconoscimento e l'appoggio politico-militare da parte di Roma, ma
anche un aiuto in <b>denaro</b> ed <b>armi</b>.<br /></div><div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglzAvEOxWU1h0FSTCZP1d-rjMOPVTR8JJWg0IkORJVIJh08HVrsb15srGjiLA0AR2-uECt3ns5rTYRBKYqDPwdsmvv6CMD9e30pizivwqe-d_VV23iAQ617lxJufX4EGwnlBmdbGCfLeJy/s1174/Vespasiano.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1174" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglzAvEOxWU1h0FSTCZP1d-rjMOPVTR8JJWg0IkORJVIJh08HVrsb15srGjiLA0AR2-uECt3ns5rTYRBKYqDPwdsmvv6CMD9e30pizivwqe-d_VV23iAQ617lxJufX4EGwnlBmdbGCfLeJy/w136-h200/Vespasiano.jpg" width="136" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vespasiano: Ny Carlsberg<br />Glyptotek, Copenhagen,<br />foto di Carole Raddato<br />da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Vespasiano#/media/File:Vespasian,_from_Naples,_c._AD_70,_Ny_Carlsberg_Glyptotek,_Copenhagen_(13646730625).jpg" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table><b></b><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 74</b> - Con <b>Vespasiano</b>
imperatore si inizia la penetrazione nell'area germanica degli <b>Agri</b>
<b>Decumates</b> o Decumates Agri, grazie alle campagne di Gneo
Pinario Cornelio Clemente, il legato della <span style="font-weight: normal;">Gallia
Lugdunensis che governava i territori che costituiranno </span>la
futura provincia della Germania superiore. Con il termine di <i>legatus</i>
<i>Augusti</i> <i>pro</i> <i>praetore</i> si designava un governatore
di provincia imperiale di rango senatorio, munito di <i>imperium</i>
delegato dal principe. Per le vittoriose imprese in Germania del 74,
Gneo Pinario Cornelio Clemente riceverà le insegne trionfali mentre
si edificano le prime <b>fortificazioni</b> sul nuovo <i>limes</i>
<b>germanico</b>-<b>retico</b><span style="font-weight: normal;">, che
parte da Argentoratae (Strasburgo) e si dirige</span> a Offenburg,
Waldm<span style="font-family: Times New Roman, serif;">ö</span>ssingen, Rottweil
fino a Hüfingen, nei pressi del Donau/Danubio, mentre all'interno
della nuova area romanizzzata si trovano i centri fortificati di
Schleitheim e Riegel am Kaiserstuhl. La costruzione di una nuova rete
di <b>strade</b> nella zona, facilita inoltre la comunicazione tra le
legioni migliorando la protezione contro eventuali tribù di
invasori. Una pietra miliare trovata ad Offenburg attesta la
costruzione di una via lungo il nuovo <i>limes</i> che da
Argentoratae (Strasburgo) conduceva alla Rezia.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjEnINNHFQIogJ4TyZbiDF9IA1x--7EcYtJmsDvp9d-3jzLPfggjhfvzrSzg2yByLWdnEP_GhQ_lI8kKWExBDMxLHeu9Tti3yXVhkdPD6XctbeLrTSFygsk7WP27lDeoWga6psVbOTtCWxE6AtCAzgZSzwE4bf1gXihfPJoGSigf0RJDDwuAUgd6G9wXw=s1641" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="930" data-original-width="1641" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjEnINNHFQIogJ4TyZbiDF9IA1x--7EcYtJmsDvp9d-3jzLPfggjhfvzrSzg2yByLWdnEP_GhQ_lI8kKWExBDMxLHeu9Tti3yXVhkdPD6XctbeLrTSFygsk7WP27lDeoWga6psVbOTtCWxE6AtCAzgZSzwE4bf1gXihfPJoGSigf0RJDDwuAUgd6G9wXw=w400-h226" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le conquiste di Vespasiano e Domiziano negli Agri Decumati, da<br /><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Campagne_germaniche_di_Domiziano#/media/File:Limes_germanico-retico_Domiziano.png" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Campagne_germaniche_di_Domizia<br />no#/media/File:Limes_germanico-retico_Domiziano.png</a>.</td></tr></tbody></table><br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp4DWZi9TyHDnx3ZSpw2s5J2y8jZWMIb9KzoqgHkir7r04BreUs_P9WDKnMkELazCCMhTL_et0pj2j8xaMvIl4sokRCw-5h4WJ6N2DPf9j3Xfim0LJW3Bt5KEonepReHzF0qW93xh2sPxR/s1200/Domiziano.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp4DWZi9TyHDnx3ZSpw2s5J2y8jZWMIb9KzoqgHkir7r04BreUs_P9WDKnMkELazCCMhTL_et0pj2j8xaMvIl4sokRCw-5h4WJ6N2DPf9j3Xfim0LJW3Bt5KEonepReHzF0qW93xh2sPxR/w133-h200/Domiziano.jpg" width="133" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Domiziano: Musei<br />Capitolini, Roma,<br />da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Domiziano#/media/File:Bust_Domitian_Musei_Capitolini_MC1156.jpg" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table></div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiKRN5taOV789g9b2MUoWl9C5mVKYM1iEdcj9-GLcTUy78PFMEJ7WLdh23EobYwrmCyW08juDmZL2jXnd9EnZqtt0lozPbFXZc2Bng1dznQIf0nXBCmbt5gynElgXJkzdd34bQIbk_S0R42gvOoKsE_pY9gsRiq6jQyAqBtlqC4t_A--_4sLj5m5Op1SA=s454" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="454" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiKRN5taOV789g9b2MUoWl9C5mVKYM1iEdcj9-GLcTUy78PFMEJ7WLdh23EobYwrmCyW08juDmZL2jXnd9EnZqtt0lozPbFXZc2Bng1dznQIf0nXBCmbt5gynElgXJkzdd34bQIbk_S0R42gvOoKsE_pY9gsRiq6jQyAqBtlqC4t_A--_4sLj5m5Op1SA=w200-h150" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I monti del Taunus e la valle del<br />Wetterau in Germania, immagine<br />di Eigene Bearbeitung nach
Maps<br />-for-free-Vorlage - <a href="http://www.maps-for-free.com/" target="_blank">http://www.<br />maps-for-free.com/</a> da <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6317853" target="_blank">https:<br />//commons.wikimedia.org/w/<br />index.php?curid=6317853</a>.</td></tr></tbody></table><b>Nell' 83</b> - Con <b>Domiziano</b>, secondo figlio di Vespasiano e imperatore dall'81 fino al suo assassinio nel 96, sono acquisiti <b>nuovi </b><b>territori</b> nella Germania Magna a seguito delle campagne
condotte dai suoi generali negli anni 83-85, al termine delle quali
sono costruiti una serie di <b>forti</b> e strade militari a sud dei
monti del <b>Taunus</b><span> verso i</span>l
<b>Wetterau</b> (la pianura attraversata dal fiume Wetter), con un nuovo <i>limes</i> che parte
da Koblenz, sul Reno dove affluisce il Lahn, e che giunge a Bad Nauheim, con centri fortificati a Friedberg, Okarben, Frankfurt/Francoforte, Hof heim am Taunus e Kastel, di fronte a Mogontiatum (Mainz/Magonza), dove hanno sede le legionini, stabilendo così il primo
<b>tratto</b> fortificato del <i>limes</i> che congiungeva il fiume
<b>Lahn</b> al fiume <b>Meno</b>. </div><div><br /></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiUYb3-zCfSS8dKqeDxVlJroCmKZU2h2kJxE2Mez3evttWIsf5D1zOAlDwij540iCE9hKwmVL0Wq4anwNyWkE-Z9mgyQ3TexqzeYitg05xi3bR8jpKeeXFkMmoG4KewUuFVJh-QludEptm5-6xMB7qRI6TdpyR0UYqEpOoQeGmgfl5Bgk1zSpmDmFck8A=s999" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="999" data-original-width="965" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiUYb3-zCfSS8dKqeDxVlJroCmKZU2h2kJxE2Mez3evttWIsf5D1zOAlDwij540iCE9hKwmVL0Wq4anwNyWkE-Z9mgyQ3TexqzeYitg05xi3bR8jpKeeXFkMmoG4KewUuFVJh-QludEptm5-6xMB7qRI6TdpyR0UYqEpOoQeGmgfl5Bgk1zSpmDmFck8A=s320" width="309" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le conquiste di Domiziano negli Agri Decumati, da<br /><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Campagne_germaniche_di_Domiziano#/media/File:Limes_germanico-retico_Domiziano.png" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Campagne_germaniche<br />_di_Domiziano#/media/File:Limes_germanico-<br />retico_Domiziano.png</a>.</td></tr></tbody></table><div>Verso sud, parallelamente al corso del
Reno, si procede all'occupazione dei territori di Nemeti e Triboci e
si edificano forti e fortezze a Gross Gerau, Gernsheim, Ladenburg e
Heidelberg-Neuenheim sul Nekar, dove il <i>limes</i> si dirige,
passando da Baden, a Offenburg, sul precedente<i> limes</i> del 74. In
quella parte meridionale della Germania, i Romani spostano la linea
di confine verso settentrione con la costruzione di una serie di
nuovi forti ausiliari a partire da Waldm<span style="font-family: Times New Roman, serif;">ö</span>ssingen
verso Sulz, Rottenburg, Geislingen, Burladingen, Gomadingen,
Donnstetten, Urspring fino a Günzburg nella Vindelicia retica e
apprestano una strada che <b>congiunge</b> la fortezza militare legionaria di
Argentoratae (l'odierna <b>Strasburgo</b>) con la capitale della
Rezia, Augusta Vindelicum/<b>Augsburg</b>, attualmente nel
Bayern/Baviera. I più importanti insediamenti romani in quegli anni
erano Sumelocenna (Rottenburg am Neckar), Civitas Aurelia Aquensis
(Baden-Baden), Lopodunum (Ladenburg) e Arae Flaviae (Rottweil). È forse in seguito alle
campagne negli Agri Decumati di Domiziano dell'83-85 d.C. che un <b>ramo</b>
dei suebi <b>Naristi</b> migrano ad est, spingendosi lungo il Danubio
fino all'attuale Bassa Austria, di fronte a Vindobona (l'odierna
Vienna).</div><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjMv1sfg-K2WMaYIlDWnLSOyADkeZuttWZ0YVWCfE37_G67SqEOm8XoQu-RpO9PSTzKm0SnJfsdzOdHMb6bJjYPEBUMXV6scUMjEkPnv8yMQF1w1R1Lh_I9J9HEpAeXP8e24E6622jbgfpmdXAnIndF9PSEaQZSwkEs1U1SQqqwlT_wIfTNHqHhglmPgw=s1967" style="clear: left; display: inline; font-weight: bold; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1967" data-original-width="1570" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjMv1sfg-K2WMaYIlDWnLSOyADkeZuttWZ0YVWCfE37_G67SqEOm8XoQu-RpO9PSTzKm0SnJfsdzOdHMb6bJjYPEBUMXV6scUMjEkPnv8yMQF1w1R1Lh_I9J9HEpAeXP8e24E6622jbgfpmdXAnIndF9PSEaQZSwkEs1U1SQqqwlT_wIfTNHqHhglmPgw=s320" width="255" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le province romane in Germania, con<br />sovrapposti in rosso i confini attuali della<br />Germania. Immagine modificata da<br /><a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/23/Droysens_Hist_Handatlas_S17_Germanien.jpg" target="_blank">https://upload.wikimedia.org/wikipedia/<br />commons/2/23/Droysens_Hist_Hand<br />atlas_S17_Germanien.jpg</a>.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nell' 85</b>/<b>90</b> - Si
determina per Roma la necessità di creare <b>due</b> nuove <b>province</b>
attorno agli Agri Decumates: la <b>Germania</b> <b>inferiore</b>
(lungo il corso finale del Reno, sulla riva occidentale in
corrispondenza degli attuali Paesi Bassi) e la <b>Germania</b>
<b>superiore</b><span style="font-weight: normal;"> (lungo il corso
medio del Reno nei territori appartenuti in precedenza alla Gallia
Lugdunensis).</span> I territori delle due nuove province, pur
essendo nelle <b>Gallie</b>, prendono il loro nome dai Germani che le
abitano e andranno a costituire importanti <b>aree militarizzate</b>
a difesa della frontiera lungo il Reno.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Ai tempi di Tacito, alla fine del I
secolo, i <b>Germani</b> erano ormai diventati <b>agricoltori</b>
<b>stanziali</b> e lo storico romano, come già Cesare prima di lui,
si occupava esclusivamente degli Istevoni, i Germani occidentali, i
primi ad essere descritti dettagliatamente dalla storiografia. Tacito
testimonia che inizialmente questi Germani non erano interessati ai
territori romani. Ogni tanto, sommovimenti generati all'interno o
indotti da pressioni esterne, convogliavano l'aggressività di queste
tribù guerriere verso i confini dell'Impero romano, che suscitava in
loro cupidigia ma anche paura e riverenza. All'epoca l'Impero era troppo forte e le tribù troppo deboli per potere consolidare quelle incursioni in vere e proprie campagne militari. Le incursioni erano piuttosto i Romani ad effettuarle nelle loro terre, con risultati terrorizzanti. Fu solo tra il II e il IV secolo che, spinti dalle tribù di nomadi delle steppe, superiori militarmente e che ne occuparono i pascoli e i territori, i Germani iniziarono a premere verso i confini dell'Impero.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLkwgrKQhraBxjtGSG20LOOeuMSGgSNkuej0hO0Ca145bQXyZaAgEh6qDimSw9NDrX-ufe5v5QxovRqcSgI1b3cdoNTp7r6oD8ZbittMPuAdTT-jKm2HQXYE6m8OV1sjWhoehxDjx4hV3KHMn1QMA7qzX421QzXaZ63vhWRWyrAAiS3hbpJ6ZKoaImdA/s2741/Germanie%20nell'antichit%C3%A0.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2213" data-original-width="2741" height="323" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLkwgrKQhraBxjtGSG20LOOeuMSGgSNkuej0hO0Ca145bQXyZaAgEh6qDimSw9NDrX-ufe5v5QxovRqcSgI1b3cdoNTp7r6oD8ZbittMPuAdTT-jKm2HQXYE6m8OV1sjWhoehxDjx4hV3KHMn1QMA7qzX421QzXaZ63vhWRWyrAAiS3hbpJ6ZKoaImdA/w400-h323/Germanie%20nell'antichit%C3%A0.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"> La Germania nell'antichità, immagine di una carta storica del 1886<br />disegnata
da Johann Gustav Droysen, da <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/23/Droysens_Hist_Handatlas_S17_Germanien.jpg" target="_blank">https://upload.wikimedia<br />.org/wikipedia/commons/2/23/Droysens_Hist_Hand<br />atlas_S17_Germanien.jpg</a>.</td></tr></tbody></table><p></p></div><br /><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixZAkftRFrxTBdw6LTEzNDaa4lYIn0Mf8_NnqP011Ji60MPAWFYVReMMnLwwyNUifUUBmNn_F-XM5zTA28gpEz0P2SWggPi_XdkuKATLP3rDBnMIaTePibppK2vdNLkjSUtKgmVMFXbSha/s1067/Nerva.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixZAkftRFrxTBdw6LTEzNDaa4lYIn0Mf8_NnqP011Ji60MPAWFYVReMMnLwwyNUifUUBmNn_F-XM5zTA28gpEz0P2SWggPi_XdkuKATLP3rDBnMIaTePibppK2vdNLkjSUtKgmVMFXbSha/w150-h200/Nerva.jpg" width="150" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nerva, imperatore dal 96<br />al 98: Museo Romano -<br />Germanico di Colonia,<br />foto di Carole Raddato<br />da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Nerva#/media/File:Portrait_bust_of_the_Emperor_Nerva,_Romisch- Germanisches_Museum,_Cologne_(8115619144).jpg" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table><b>Nell'89</b> - Nell'ambito della
guerra suebo-sarmatica dell'imperatore Domiziano, i <b>Quadi</b> sono aggrediti dallo stesso <b>Domiziano</b><span>,</span>
che non aveva gradito un loro mancato invio di truppe alleate contro
i Daci di Decebalo. La guerra si protrae per circa 10 anni, dall'89
al 97 d.C., quando sarà <b>Nerva</b> il nuovo imperatore, il primo degli adottati nel ruolo senza diritti ereditari e i <b>Quadi</b> rientrano quindi nell'orbita delle alleanze con Roma. Il successo finale sul conflitto
è ottenuto dal generale di Nerva e futuro imperatore <b>Traiano</b>,
che per questo risultato ottiene il titolo di <i>Germanicus</i>, il
trionfo e l'adozione imperiale da parte di Nerva.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgSXjB0itqgOpqebHZK6CEeVN-ao9cCderLSowQBgtRcWIOlj9noVPKpYWYVJDdJgCCihl893vUpBl-uWXjPNp-bxFJF_l9l1ouk7Plqq4X_otNL-BlQPcHxf3ribWpngJjdg1VxMP9tqEDX5kkbKpvNlR9XGHJfnO64qfzRGfH5NzqF96F84G727b_mQ=s1686" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1686" data-original-width="1680" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgSXjB0itqgOpqebHZK6CEeVN-ao9cCderLSowQBgtRcWIOlj9noVPKpYWYVJDdJgCCihl893vUpBl-uWXjPNp-bxFJF_l9l1ouk7Plqq4X_otNL-BlQPcHxf3ribWpngJjdg1VxMP9tqEDX5kkbKpvNlR9XGHJfnO64qfzRGfH5NzqF96F84G727b_mQ=w399-h400" width="399" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gli Agri Decumati nel 90, immagine da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Campagne_germaniche_di_Domiziano#/media/File:Limes_germanico-retico_Domiziano.png" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/<br />Campagne_germaniche_di_Domiziano#/media/File:Limes_germa<br />nico-retico_Domiziano.png</a>.</td></tr></tbody></table><br /><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1sUJHzVm8qrBO0sRiynZkq-ys79hHnjUnLqLLF0t7BeikGq3SwrMl1VsSQujuZIKpIWmE-JrXIiSFMcjw-aM8sW25318iMp2yx9atoBz3Y7Gx_f1zvSV-lSAp4Zq6010Z7R9APB_EohIhoO_K2KupqiSoF5dkUOHUXiI1jNPfK7OJIWtKgOAdsNlD5Q/s2245/Limes%20germanico%20sud-occidentale%20Heidenheim.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1417" data-original-width="2245" height="126" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1sUJHzVm8qrBO0sRiynZkq-ys79hHnjUnLqLLF0t7BeikGq3SwrMl1VsSQujuZIKpIWmE-JrXIiSFMcjw-aM8sW25318iMp2yx9atoBz3Y7Gx_f1zvSV-lSAp4Zq6010Z7R9APB_EohIhoO_K2KupqiSoF5dkUOHUXiI1jNPfK7OJIWtKgOAdsNlD5Q/w200-h126/Limes%20germanico%20sud-occidentale%20Heidenheim.png" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Heidenheim negli Agri Decumates,<br />immagine modificata da <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Agri_decumates_Karte.png" target="_blank">https://<br />commons.wikimedia.org/wiki/<br />File:Agri_decumates_Karte.png</a>.</td></tr></tbody></table><b>Dal 92</b> - Negli <span>Agri
Decumates </span><span><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0ViXfXbxG4la66qVnXMdtl3uuTNMSIxowm8Qf8CyXWBiM4MkIASkQJrV5g3MC_TXq9sO6g5rjoioQfSaGEiYHIo2hieJg11j9hH0FKdARI7BuT_xzQb1mZG1r-QtLNdMRroCnsB1ELf-gUkoDdvsgfBxgswv4BkY7NgSnHl_1NN0PPNAzhgnlM7ftTQ/s1490/Limes%20del%20Taunus-Wetterau.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="976" data-original-width="1490" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0ViXfXbxG4la66qVnXMdtl3uuTNMSIxowm8Qf8CyXWBiM4MkIASkQJrV5g3MC_TXq9sO6g5rjoioQfSaGEiYHIo2hieJg11j9hH0FKdARI7BuT_xzQb1mZG1r-QtLNdMRroCnsB1ELf-gUkoDdvsgfBxgswv4BkY7NgSnHl_1NN0PPNAzhgnlM7ftTQ/w200-h131/Limes%20del%20Taunus-Wetterau.png" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il limes del Taunus-Wetterau,<br />immagine modificata da <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Agri_decumates_Karte.png" target="_blank">https://co<br />mmons.wikimedia.org/wiki/File:<br />Agri_decumates_Karte.png</a>.</td></tr></tbody></table></span>germanici il <i><b>limes</b></i><span>
del </span><b>Taunus</b>-<b>Wetterau</b> continua a rafforzarsi con
la costruzione di <b>nuovi</b> <b>forti</b>, a Butzbach, Arnsburg,
Echzell (un forte tra i più grandi, di ben 5,2 ettari). </div><div><br /></div><div>Il
<b>rafforzamento</b> si verifica anche più a sud-est, a <b>Heidenheim</b>, dove risiedeva l'Ala II Flavia milliaria.</div><div><br /></div><div>Altro rafforzamento si edifica ancora più a sud-ovest, a <b>Degerfeld</b>, sulle Alpi suebe, le Schwäbische Alb.</div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj_G-72p7GFFrM_gPOkuWw3mIHxYdDjVa5xPSj8cVley0-WbKmRx_2m6_uSQKMihHRa3njJ-oO4bQMISKkt0v-AJr0GjlRksaLBfYvmAzqqqibG3-u4tCbqPjtCtYayFzeB61Rcee2R6qp5Gg5DBZsBNUeevQBlQSiZbk14VW0PIQ_nShgBHyVdgxVOOg=s2931" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1381" data-original-width="2931" height="94" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj_G-72p7GFFrM_gPOkuWw3mIHxYdDjVa5xPSj8cVley0-WbKmRx_2m6_uSQKMihHRa3njJ-oO4bQMISKkt0v-AJr0GjlRksaLBfYvmAzqqqibG3-u4tCbqPjtCtYayFzeB61Rcee2R6qp5Gg5DBZsBNUeevQBlQSiZbk14VW0PIQ_nShgBHyVdgxVOOg=w200-h94" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Degerfeld negli Agri Decumates,<br />immagine modificata da <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/06/Limes2.png " target="_blank">https://<br />upload.wikimedia.org/wikipedia<br />/commons/0/06/Limes2.png</a>.</td></tr></tbody></table><br /></div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlQvwVfiQ_erZPb0aS6x7zsp5qJWt06gpU8Cl5wURrFYgGp1_VwuFVIZFqcx1HR1U7CtkI1R4mE4R9i4_pj2mLkuYEWnQXh1DMXkFLZ6AqtftZFb5NQLt3j_EQzijF4r0TrHeQS88WFRCW/s1208/Traiano.jpg" style="clear: right; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1208" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlQvwVfiQ_erZPb0aS6x7zsp5qJWt06gpU8Cl5wURrFYgGp1_VwuFVIZFqcx1HR1U7CtkI1R4mE4R9i4_pj2mLkuYEWnQXh1DMXkFLZ6AqtftZFb5NQLt3j_EQzijF4r0TrHeQS88WFRCW/w133-h200/Traiano.jpg" width="133" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Traiano: Museo<br />Archeologico di<br />Venezia, foto di<br />Carole Raddato<br />da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Traiano#/media/File:Buts_of_Trajan,_ca._108_AD,_of_the_so-called_%E2%80%9CDecennalia_type%E2%80%9D,_Venice_Museo_Archeologico,_Italy_(20841123999).jpg" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table><b>Nel 97</b> - Con <b>Nerva</b> nuovo imperatore, il primo degli adottati nel ruolo senza diritti ereditari, i <b>Quadi </b>rientrano quindi nell'orbita delle alleanze con Roma. Il successo finale sul conflitto è ottenuto dal generale di Nerva e futuro imperatore <b>Traiano</b>, che per questo risultato ottiene il titolo di <i>Germanicus</i>, il trionfo e l'adozione imperiale da parte di Nerva.</div><div><br /></div><div><b>Dal 98</b> - Probabilmente fra l’anno 98 d.C. e l’anno 100 d.C., l’Imperatore <b>Traiano</b> potenzia il tratto di frontiera che collega il <i>limes </i><span>del </span><b>Taunus</b>-<b>Wetterau </b><span>con quello </span><b>retico </b></div><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhNbWqaO_h-Cx8uQoGRBy-Z1J9N7VDB0MzZWsic1axZpBD5cWDwekHB91S9n4pQFcTAPuoX5XDSGKo50b1le963gmjuFbGlT556le4gkL2adHf0qKk_YFHo2FNHUBJTT5AYdJxWp_O4_OVtoNe-XzHczkw8pry3kxjTXY66P74eqtCZroPfKghTvqAM4g=s2286" style="clear: right; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="2286" data-original-width="1409" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhNbWqaO_h-Cx8uQoGRBy-Z1J9N7VDB0MzZWsic1axZpBD5cWDwekHB91S9n4pQFcTAPuoX5XDSGKo50b1le963gmjuFbGlT556le4gkL2adHf0qKk_YFHo2FNHUBJTT5AYdJxWp_O4_OVtoNe-XzHczkw8pry3kxjTXY66P74eqtCZroPfKghTvqAM4g=s320" width="197" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il limes di Odenwald nell'ovale<br />viola, immagine modificata da<br /><a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/06/Limes2.png " target="_blank">https://upload.wikimedia.org/<br />wikipedia/commons/0/06/<br />Limes2.png </a> <br /></td></tr></tbody></table><span>a Donnstetten, spostandolo quindi ancora più </span>ad est, collegando il fiume Meno e il fiume Neckar con il cosiddetto <i><b>limes</b></i> di <b>Odenwald</b>, che dal Meno presso Wörth raggiungeva il medio Neckar a Bad Wimpfen per poi continuare, a sud del Neckar, a est di Dettingen unter Teck.</div><div>.</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaDyNOf3ai26IlU24a8uhZ58tIY1C6WoRDdWAlpz4LvUNl-0C6nNfs7QO2piY6KQ7ESgaQv_nR_8mNi0ygoYG_zp1V1xzwGxEjCxqF558kEVDNiCxUJVXQnntEWmu3ANNnJsonlP3jF4zFrPESNxLCCrCL8Sb-YvrhFzzlSkwaai3ZV3BvHFpsiyVtBQ/s2349/Limes%20di%20Odenwald.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2240" data-original-width="2349" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaDyNOf3ai26IlU24a8uhZ58tIY1C6WoRDdWAlpz4LvUNl-0C6nNfs7QO2piY6KQ7ESgaQv_nR_8mNi0ygoYG_zp1V1xzwGxEjCxqF558kEVDNiCxUJVXQnntEWmu3ANNnJsonlP3jF4zFrPESNxLCCrCL8Sb-YvrhFzzlSkwaai3ZV3BvHFpsiyVtBQ/w320-h306/Limes%20di%20Odenwald.png" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il limes di Odenwald, immagine modificata da <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/06/Limes2.png " target="_blank">https://<br />upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/06/<br />Limes2.png </a> </td></tr></tbody></table><div><br /></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEdBlcoxdbgdysIBf7WytXVipMxismTYzUPJMTnfP2EqoT_bXZhV5RinjNnPheqS2I_RPnk3kg6EEQvsT4WJsZRGzBvTdUlABgEKtzjZaKemOByhCwlkT-p4saY5w80qbiUET3DayFmRsu/s1203/Adriano.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1203" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEdBlcoxdbgdysIBf7WytXVipMxismTYzUPJMTnfP2EqoT_bXZhV5RinjNnPheqS2I_RPnk3kg6EEQvsT4WJsZRGzBvTdUlABgEKtzjZaKemOByhCwlkT-p4saY5w80qbiUET3DayFmRsu/w133-h200/Adriano.jpg" width="133" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Adriano: Museo delle<br />Terme, Roma. Foto di<br />Livioandronico2013<br />da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Adriano#/media/File:Head_of_Publius_Aelius_Traianus_Hadrianus_in_Museo_Nazionale_Romano.jpg" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table><b>Dal 117</b> - Il successore di Traiano,
<b>Adriano </b><span>(imperatore romano, della dinastia degli imperatori adottivi, dal 117 al 138)</span>,
recatosi lungo la frontiera germano-retica degli <b>Agri</b>
<b>Decumates</b>, contribuisce al prolungamento della <b>linea</b> <b>Alb</b> (a nord delle Alpi Sveve, le Schwäbische
Alb), che già partiva da Rottweil verso Geislingen, Lautlingen,
Burladingen, Gomadingen, Donnstetten, Ursprig e Heidenheim, avanzandola verso nord-est su Lauchheim,
Oberdorf, Dambach, Theilenhofen, Ellingen, Ober-hochstatt e Pförring; dota inoltre tutta la linea di <b>torri</b> di <b>guardia</b> paragonabili a quelle del <i>limes</i>
del Taunus-Wetterau-Odenwald, e di numerosi forti in
pietra, oltre al consolidamento di quanto fatto dai suoi
predecessori. Lo spostamento degli ausiliari (<i>auxilia</i><span>)</span>
sulla nuova linea di frontiera, porterà all'abbandono dei forti del
retroterra del <i>limes</i> del Taunus-Wetterau, come Wiesbaden ed
Heddernheim. <b></b></div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhldCNNmuiznF6OloQq7lB1lyjsMCiIdpGpgR2b0Cn_UHb_lbS-r-kuO3JiX8AZGbH-NCRgqSDuR7nMuyKPcS1GgSZLo_iBZX00kcfyb-CqUZqF5Pjxm2Wn-_HAaxL_nO59tfC_ZPkiNCKK_3ZlnBNx_iWGQWQx3sbIfbZtXdzGvgfaitWx9edooL_7gw/s2503/Schw%C3%A4bische%20Alb.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1777" data-original-width="2503" height="284" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhldCNNmuiznF6OloQq7lB1lyjsMCiIdpGpgR2b0Cn_UHb_lbS-r-kuO3JiX8AZGbH-NCRgqSDuR7nMuyKPcS1GgSZLo_iBZX00kcfyb-CqUZqF5Pjxm2Wn-_HAaxL_nO59tfC_ZPkiNCKK_3ZlnBNx_iWGQWQx3sbIfbZtXdzGvgfaitWx9edooL_7gw/w400-h284/Schw%C3%A4bische%20Alb.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le Alpi Sveve (Schwäbische Alb o Schwäbischer Jura)<br /> ad est della Foresta Nera (Schwarzwald), immagine da<br /><a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/78/Schwarzwald_-_Deutsche_Mittelgebirge%2C_Serie_A-de.png" target="_blank">https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/78/Schw<br />arzwald_-_Deutsche_Mittelgebirge%2C_Serie_A-de.png</a>.<br /></td></tr></tbody></table><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKa-DBacco_LoSRu6Ie29boRQ8v6tWEwCE2RvKZ8h3K43dcf-Slze7DqJOIQ9FwJ247C24NdkamvkImkjecN8e5do-tYyuO9eKRAbBEKjPlRasWHIUGpav1SO6Zp8sfaPZSf5gRyXcdUNzbPq0lw3KgOPPVbYxZh5ETB_wrtoh31aN3wGG5XHcNNIQBg/s4076/Limes%20germanico-retico%20linea%20Alb.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1896" data-original-width="4076" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKa-DBacco_LoSRu6Ie29boRQ8v6tWEwCE2RvKZ8h3K43dcf-Slze7DqJOIQ9FwJ247C24NdkamvkImkjecN8e5do-tYyuO9eKRAbBEKjPlRasWHIUGpav1SO6Zp8sfaPZSf5gRyXcdUNzbPq0lw3KgOPPVbYxZh5ETB_wrtoh31aN3wGG5XHcNNIQBg/w400-h186/Limes%20germanico-retico%20linea%20Alb.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La posizione del limes degli Agri Decumates con Adriano imperatore,<br /> immagine modificata da <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/06/Limes2.png " target="_blank">https://upload.wikimedia.org/wikipedia<br />/commons/0/06/Limes2.png</a>.</td></tr></tbody></table><br /><div><b>Nel 135</b> - Le popolazioni suebe
di <b>Quadi</b> e <b>Marcomanni</b>, si risvegliano dall'antica
alleanza con Roma intorno al 135, tanto da costringere il nuovo
imperatore <b>Adriano</b> ad inviare lungo il <b>fronte</b> <b>pannonico</b>
il suo erede designato, <b>Elio</b> <b>Cesare</b>, per combatterle
con le due campagne degli anni 136 e 137, nelle quali sappiamo dalla
"Historia Augusta" che ottenne buoni successi, come
dimostrerebbe la monetazione di quel periodo, costringendo quindi
<span>Quadi e Marcomanni</span><b> </b>a
tornare all'antico stato di popolazioni "clienti". Lucio
Elio Cesare, o Lucio Elio Vero, era il figlio adottivo e successore
designato dell'imperatore romano Adriano, ma non divenne mai
imperatore in quanto morì poco prima di Adriano. Era il padre di
Lucio Vero, futuro co-imperatore di Marco Aurelio.</div><div><p style="margin-bottom: 0cm;">L' imperatore Antonino Pio
pone sul <b>trono</b> del vicino popolo "cliente" dei
<b>Quadi</b>, a nord della <b>Pannonia</b> superiore ed inferiore, un
nuovo <b>re</b> <b>filo</b>-<b>romano</b>, dopo una nuova serie di
campagne militari condotte da Tito Aterio Nepote, che per questi
nuovi successi ottiene gli <i>ornamenta</i> <i>triumphalia</i>, tanto
che attorno al 142 sarà emessa una nuova moneta con l'iscrizione
"Rex Quadi datus".</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7HLKrnLHgQBAS02vqpka8uP_MYqUhIAdV14XRhlI-8N10AN7nzzkpaAbCPG7lu-liLtPd13RfWfRbCflQziHIP3ouKJMZtZthfvqpMWskoR0Z8DOU2aKTWVqb71znW8EPze60Zy0MGbuC/s1600/Antonino+Pio+337.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7HLKrnLHgQBAS02vqpka8uP_MYqUhIAdV14XRhlI-8N10AN7nzzkpaAbCPG7lu-liLtPd13RfWfRbCflQziHIP3ouKJMZtZthfvqpMWskoR0Z8DOU2aKTWVqb71znW8EPze60Zy0MGbuC/s1600/Antonino+Pio+337.jpg" width="154" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Busto di Antonino Pio<br />conservato a Monaco<br />di Baviera.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 145</b>/<b>146</b> - Durante il
principato di <b>Antonino</b> <b>Pio</b> (imperatore romano <span style="font-weight: normal;">romano
della dinastia degli imperatori adottivi </span>dal 138 al 161),
negli <b>Agri</b> <b>Decumates</b> molte delle torri e dei forti
costruiti in precedenza in legno sono ricostruiti interamente in
pietra e a volte in siti differenti, più avanzati rispetto al <i>limes</i>
precedente. Si ha infatti la definitiva avanzata del <i>limes</i> tra
Germania superiore e Rezia, dalla precedente <b>linea</b>
dell'<b>Odenwald</b>-<b>Neckar</b> ad una posizione <b>più</b>
<b>avanzata</b> di <b>30</b> <b>km</b> con una linea statica di
uomini nelle fortificazioni, detti appunto <i>limitanei</i> dal
termine latino <i>limes</i>. Non sappiamo se l'avanzata abbia
comportato operazioni di guerra nell’area; sappiamo invece che con
l’Imperatore Antonino Pio, il <i>limes</i> germano-retico ebbe la
sua <b>ultima</b> <b>evoluzione</b><span style="font-weight: normal;">.
</span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">L'ultimo <i>limes</i><span style="font-style: normal;">
germanico-retico</span> <b>partiva</b> così dal <b>Reno</b> a
Rheinbrohl, a sud di Bonna/<b>Bonn</b> e passava dalla fortificazione
di Niederbieber e proseguiva attraverso varie fortificazioni verso
Kemel - Arnsburg - Inheiden fino a Grosskotzenburg, quando era il
fiume Main/<b>Meno</b>, la cui riva sinistra era fortificata, a
segnare il limes fino a Miltenberg, da cui il limes fortificato
proseguiva a sud-sudest fino a <b>Lorch</b>, poi a est-nordest fino a
<b>Gunzenhausen</b> e a est-sudest fino a Pförring, sul
Donau/Danubio, a pochi chilometri dal grosso centro di Castra
Regina/<b>Regensburg</b>, dove il Regen affluisce nel <b>Donau</b>,
che da lì segnerà il <i>limes</i> nord-orientale.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOXPEFhHUwpGnc9vX3fhz7PaxzuN550LqitFTI3NnS72p2pBS85GXicXCw73CW5bIWhjgcuqoa8qyzjmk8AFLKoCCp8x7jJE3WesZ-5kv2uMbSrhHIzx0JZg1LFU8TQphDzwqTCrl8S3klwxfquAXsPyW3RzpQR7MPUvdYqTd45OGK3YANz-PVRH4awQ/s3105/Limes%20germanico-retico%20nord-ovest.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2039" data-original-width="3105" height="263" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOXPEFhHUwpGnc9vX3fhz7PaxzuN550LqitFTI3NnS72p2pBS85GXicXCw73CW5bIWhjgcuqoa8qyzjmk8AFLKoCCp8x7jJE3WesZ-5kv2uMbSrhHIzx0JZg1LFU8TQphDzwqTCrl8S3klwxfquAXsPyW3RzpQR7MPUvdYqTd45OGK3YANz-PVRH4awQ/w400-h263/Limes%20germanico-retico%20nord-ovest.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le varie fasi temporali dell'avanzamento del limes germanico-<br />retico a nord. Immagine <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/06/Limes2.png" target="_blank">https://upload.wikimedia.org/wikipedia<br />/commons/0/06/Limes2.png</a> modificata, presa da <a href="https://www.wikiwand.com/it/Limes_germanico-retico" target="_blank">https://www.<br />wikiwand.com/it/Limes_germanico-retico</a>.</td></tr></tbody></table><br /><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKbZ99r3qDBcegZ5KWcIOubmiiMkaOgECM5w9GYIxsQpkVme_QvKQUatOI6kjNyzOI1BYDjo9nvciLrH1yrTcCspdyh8lAPEz4TNcudYg1ybmz1AjoGLQr7r-D_tPMR0KtZP4yt1ThJdEnQ5uB6PWweZKtKW00b7YFz2dkMHUA80hQrH0W3uaazIKZSQ/s3521/Limes%20germanico-retico%20sud-est.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2330" data-original-width="3521" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKbZ99r3qDBcegZ5KWcIOubmiiMkaOgECM5w9GYIxsQpkVme_QvKQUatOI6kjNyzOI1BYDjo9nvciLrH1yrTcCspdyh8lAPEz4TNcudYg1ybmz1AjoGLQr7r-D_tPMR0KtZP4yt1ThJdEnQ5uB6PWweZKtKW00b7YFz2dkMHUA80hQrH0W3uaazIKZSQ/w400-h265/Limes%20germanico-retico%20sud-est.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le varie fasi temporali dell'avanzamento del limes germanico-<br />retico a sud-est. Immagine <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/06/Limes2.png" target="_blank">https://upload.wikimedia.org/wikipedia<br />/commons/0/06/Limes2.png</a> modificata, presa da <a href="https://www.wikiwand.com/it/Limes_germanico-retico" target="_blank">https://www.<br />wikiwand.com/it/Limes_germanico-retico</a>.</td></tr></tbody></table><br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie1XjzT7kipl2444rwl7warF10O7nmCCok-oTcwY_2DRS6AFgGnwMaP8SHrspS2jTbb1vc0bCuH8AByOjyFOcqaaoOvn5jTdnhuL6GqKpVs1hTK3arTdopkjqiQutTkPUMytboq_7qPIYp92UVz2sK6IraxxXX5i6beHD1w1H7EhBNFgz5ojlyCaysbA/s4655/Limes%20germanico-retico%20a%20sud.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="2538" data-original-width="4655" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie1XjzT7kipl2444rwl7warF10O7nmCCok-oTcwY_2DRS6AFgGnwMaP8SHrspS2jTbb1vc0bCuH8AByOjyFOcqaaoOvn5jTdnhuL6GqKpVs1hTK3arTdopkjqiQutTkPUMytboq_7qPIYp92UVz2sK6IraxxXX5i6beHD1w1H7EhBNFgz5ojlyCaysbA/w400-h217/Limes%20germanico-retico%20a%20sud.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">A sud del limes germanico-retico. Immagine <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/06/Limes2.png" target="_blank">https://upload.wikime<br />dia.org/wikipedia/commons/0/06/Limes2.png</a> modificata, presa da<br /> <a href="https://www.wikiwand.com/it/Limes_germanico-retico" target="_blank">https://www.wikiwand.com/it/Limes_germanico-retico</a>.</td></tr></tbody></table><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 161</b><span> - L'</span><b>Impero</b><span> </span><b>romano</b><span>, ormai in pace da lungo tempo, subisce una serie di </span><b>attacchi</b><span> contemporanei lungo </span><b>molti</b><span> dei suoi </span><b>fronti</b><span>. I Pitti nella Scozia premevano contro il vallo di Antonino, l'Hispania subiva le continue scorrerie dei pirati mauri mentre in Germania, tra l’alto Danubio ed il Reno, i </span><b>Catti</b><span> e i </span><b>Cauci</b><span> penetravano oltre le frontiere e lungo le coste, invadendo la Gallia Belgica e gli Agri Decumates. Inoltre il nuovo sovrano partico Vologese III, divenuto re nel 148, occupava l’Armenia, ponendo sul suo trono il fratello Pacoro, per poi invadere la vicina provincia romana di Siria nel 161. Nell'Europa centro-orientale il mondo barbaro era scosso da forti agitazioni interne e da </span><b>movimenti</b><span> </span><b>migratori</b><span> tra le sue popolazioni che tendevano a modificare gli equilibri con il vicino mondo romano. Vandali, Burgundi, Alemanni, Langobardi, Angli, Sassoni, Juti, Franchi e altre tribù ancora, attaccheranno i romani già nello stesso II sec.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 167</b> - Le <b>guerre</b>
<b>marcomanniche</b>, o guerre marcomanne, come sono state definite
nella "Historia Augusta", costituiscono un lungo <b>periodo</b>
di <b>conflitti</b> militari combattuti dall'esercito romano contro
le <b>popolazioni</b> <b>germano</b>-<b>sarmatiche</b> dell'Europa
continentale (dal 167 al 189 circa). I <b>Marcomanni</b> (da "uomini
della marca") erano <span style="font-weight: normal;">i più
famosi e potenti delle popolazioni suebiche. Forse i Marcomanni
parteciparono alla prima invasione germanica della Repubblica di Roma
con Cimbri Teutoni ed Ambroni all'epoca di Gaio Mario. </span>Sono
menzionati per la prima volta da Gaio Giulio Cesare come facenti
parte dell'esercito di Ariovisto, che a capo di una coalizione di
popoli germanici invase la Gallia nel I secolo a.C. e che Giulio
Cesare stesso sconfisse nel 58 a.C., ai piedi dei Vosgi. Fino al 9
a.C. erano stanziati tra il Reno, il Meno ed il Danubio superiore
(zona precedentemente occupata dagli Elvezi). Con le campagne di
Druso, nel 9 a.C., con alla testa il loro sovrano<span style="font-weight: normal;">
</span><b>Maroboduo</b><span style="font-weight: normal;">, i
</span><b>Marcomanni</b><span style="font-weight: normal;"> decisero
di </span><b>emigrare</b><span style="font-weight: normal;"> in
</span><b>Boemia</b><span style="font-weight: normal;">, unica regione
non interessata dall'occupazione romana e anche i suebi</span> <b>Quadi</b><span style="font-weight: normal;">
e</span>migrarono, insieme ai "cugini" Marcomanni, in
<b>Moravia</b>, strappandola Volcae Tectosages di stirpe
celto-gallica, presso il fiume Morava. Quadi e Marcomanni erano
alleati contro i Romani durante le guerre marcomanniche, che
rappresentano il preludio alle grandi invasioni barbariche del
III-IV-V secolo. All'interno e ai margini della massa germanica si
erano verificati movimenti e mescolanze di popoli, tanto da portare a
trasformazioni di natura politica, con l'avvento di un fenomeno nuovo
tra i Germani: interi popoli (come Marcomanni, Quadi e Naristi,
Vandali, Cotini, Iazigi, Buri ecc.), sotto la <b>pressione</b> dei
<b>Germani orientali</b>, su tutti i <b>Goti</b>, furono costretti a
ristrutturarsi e ad organizzarsi in sistemi sociali più robusti e
permanenti, ovvero si raggrupparono in <b>coalizioni</b>
("confederazioni") di natura più che altro militare, con
la conseguenza che il <b>limes</b> <b>renano</b>-<b>danubiano</b>
finì per essere sottoposto a una maggiore <b>pressione</b>. Tale
trasformazione fu anche, se non soprattutto, indotta dalla vicinanza
e dal confronto con la civiltà imperiale romana, le sue ricchezze,
la sua lingua, le sue armi, la sua organizzazione. Fatto sta che alle
tribù germaniche guerriere con <b>capi</b> <b>eletti</b>
democraticamente tipiche dei secoli precedenti <b>subentrarono</b>
coalizioni (come quella degli Alemanni, dei Franchi, ecc.) rette da
<b>aristocrazie</b> <b>guerriere</b>, prefigurazione della futura
nobiltà feudale. Alla fine la pressione violenta di altri popoli
migranti (Goti, Vandali, Sàrmati) finì per costringere queste
confederazioni di popoli confinanti con l'Impero Romano, che di
fronte a loro <b>non</b> <b>disponevano</b> di ampi <b>spazi</b> su
cui trasferirsi, a decidere di dare l'assalto direttamente alle
province renano-danubiane. </p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIYPIcZJBh2XYslNj2o1OntfeuDRYEP4mVCetm2msokneZIj94El5KkVGZirWeioqseUTn_9kbU5nZpYwOGC1KIwyzxCyOOjRNhEzHm_lgteIlDN3MW-2WxW2ody5uXcRy2ddJdHCiE2vf/s1600/marco+aurelio.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="146" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIYPIcZJBh2XYslNj2o1OntfeuDRYEP4mVCetm2msokneZIj94El5KkVGZirWeioqseUTn_9kbU5nZpYwOGC1KIwyzxCyOOjRNhEzHm_lgteIlDN3MW-2WxW2ody5uXcRy2ddJdHCiE2vf/s200/marco+aurelio.jpg" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">Marco Aurelio: Musei Capitolini</div><div style="margin-bottom: 0cm;">di Roma.</div></td></tr></tbody></table><p></p><b>Nel 168</b> - L'imperatore <b>Marco</b> <b>Aurelio</b>, ultimo degli imperatori adottati,<span> non essendo tranquillo sulla pace concordata</span> l'anno prima con i
barbari, decide di recarsi di persona (insieme al fratello e co-imperatore Lucio Vero) lungo il <i>limes</i> pannonico per controllare quali fossero le
reali intenzioni dei barbari. Nel corso di questi primi anni di
guerra Marco potrebbe aver iniziato a scrivere i “Colloqui con se
stesso”, unica opera pervenutaci dell'"imperatore filosofo",
opera che pur non raccontando in modo evidente le guerre di quegli
anni, comunica al lettore tutto il disagio di Marco Aurelio uomo, in
relazione a quegli eventi infausti.
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 169</b> - Agli inizi dell'anno,
il co-imperatore e fratello di<span style="font-weight: normal;">
Marco Aurelio, </span><b>Lucio</b> <b>Vero</b> è colpito da <b>infarto</b>
e muore a soli due giorni di viaggio da Aquileia, lungo la strada che
conduceva da Concordia Sagittaria ad Altino mentre i due imperatori
avevano deciso di far ritorno a Roma, dietro le insistenti pressioni
di Lucio. Marco Aurelio torna così a Roma per le esequie del
fratello. Il grosso dell'esercito, anche in mancanza dei due
imperatori, potrebbe essersi andato a concentrare lungo i confini
della piana del Tisza, visto che Marco avrebbe voluto punire i
Sàrmati per aver compiuto, l'anno precedente, un'incursione nella
provincia della Dacia, ora che aveva concluso dei trattati di pace
con le popolazioni suebe (Quadi, Marcomanni e Naristi) che
gravitavano lungo i confini del medio Danubio. Ma il conflitto con i
Sàrmati si rivelerà molto difficile per i Romani. All'inizio del
170 era officiata la <i><span style="font-weight: normal;">profectio</span></i>
dell'Imperatore, cerimoniale religioso che celebrava la partenza
dell'Imperatore romano in vista di una nuova campagna militare e
mentre <b>Marco</b> <b>Aurelio</b> giungeva lungo il limes pannonicus
e lanciava una nuova e massiccia offensiva al di là del Danubio
contro i Sàrmati Iazigi (chiamata <i>expeditio sarmatica</i>), una
grossa <b>coalizione</b> di <b>tribù</b> <b>germaniche</b>,
capeggiata da Ballomar, re dei <b>Marcomanni</b>, <b>sfondava</b> il
<b>limes</b> pannonico e batteva un esercito di 20.000 armati lungo
la cosiddetta via dell'Ambra, forse nei pressi di Carnuntum
(Carnunto, centro di origine celtica e dal 50 importante fortezza
legionaria dell'Impero romano, sede della Flotta Pannonica e del
governatore della Pannonia, in seguito della Pannonia superior; si
trova in Austria, nel comune di Petronell-Carnuntum, nell'est-sudest
di Vindobona/Vienna). I <b>Romani</b> ottennero comunque determinanti
vittorie, sia sui Sàrmati che sui Germani, ma capirono che i Suebi
(o Svevi) <b>Marcomanni</b> e <b>Quadi</b> ormai costituivano il
<b>principale</b> <b>avversario</b> da tenere sotto controllo.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 170</b><span style="font-weight: normal;">
- Sul finire del II secolo d.C. i </span><b>Quadi</b><span style="font-weight: normal;">
sono tra i maggiori protagonisti delle invasioni, effettuate insieme
ai </span><b>Marcomanni</b><span style="font-weight: normal;"> e
numerosi altri popoli, ai danni dell'Impero romano, durante il
periodo chiamato delle "</span><b>Guerre</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>marcomanniche</b><span style="font-weight: normal;">",
tanto da giungere ad assediare Aquileia e distruggere Opitergium
(Oderzo nella provincia di Treviso, in Veneto) nel 170 d.C., sotto
Marco Aurelio.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">Un ramo</span> degli suebi <b>Naristi</b> migra ad est, spingendosi
lungo il Danubio fino all'attuale Bassa Austria, di fronte a
Vindobona (Vienna). Partecipano, insieme ad una coalizione di ben 11
popoli germanico-celtici, alla grande invasione del 170 d.C. (<b>guerre</b>
<b>marcomanniche</b>). L'imperatore <b>Marco</b> <b>Aurelio</b>
riuscirà a batterli ed a sottometterli negli anni successivi. Rimane
celebre l'episodio, ricordato in un'iscrizione funeraria e
probabilmente anche sulla Colonna di Marco Aurelio, in cui il
generale Valerio Massimiano uccise il capo dei Naristi, un certo
Valao (172-173 d.C.). Alcuni contingenti di cavalleria (gli <i><span style="font-weight: normal;">equites</span></i>)
dei Naristi furono poi inviati in Oriente in seguito alla rivolta di
Avidio Cassio, sotto il comando di Valerio Massimiano (<i>praepositus</i>),
come testimoniato dal testo di un'iscrizione (<i>praeposito equitibus
gentium Marcomannorum Naristarum Quadorum ad vindictam Orientalis
motus pergentium</i>).</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 170 </b><span style="font-weight: normal;">-
La tribù germanica dei </span><b>Vandali</b><span style="font-weight: normal;">
(Wandili), dopo una prima migrazione dalla Scandinavia nei territori
dell'attuale Polonia (tra i bacini dell'Oder e della Vistola) intorno
al 400 a.C., sotto la pressione di altre tribù germaniche si
spostano più a sud, dove combattono e sottomettono la popolazione
celtica dei Boi (stanziati in </span><b>Boemia</b><span style="font-weight: normal;">,
regione che da loro aveva preso il nome e in cui erano emigrati i
suebi Marcomanni nel 9 a.C.) circa nel 170. Il termine "Vandali"
potrebbe essere un'erronea citazione dei "Victohali", visto
che secondo Eutropio (che "fioriva", aveva cioè
presumibilmente 40 anni, nel 363/387) la Dacia era in quel periodo
abitata da Taifali, Victohali e dai Goti Tervingi. Le popolazioni
vandaliche di Asdingi, Silingi e Lacringi, al tempo della guerre
marcomanniche (anni 171-175) si stabilirono a sud dell'arco
carpatico. Nel II secolo d.C., all'interno e ai margini della </span><b>massa</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>germanica</b><span style="font-weight: normal;"> si erano
verificati movimenti e mescolanze di popoli, tanto da portare a
trasformazioni di natura politica: intere popolazioni (come
Marcomanni, Quadi, Naristi, Cotini, Iazigi, Buri ecc.), sotto la
</span><b>pressione</b><span style="font-weight: normal;"> dei </span><b>Germani</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>orientali</b><span style="font-weight: normal;"> (su tutti i
</span><b>Goti</b><span style="font-weight: normal;">), furono
costrette a riorganizzarsi in </span><b>sistemi</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>sociali</b><span style="font-weight: normal;"> più </span><b>evoluti</b><span style="font-weight: normal;">
e </span><b>permanenti</b><span style="font-weight: normal;">, ovvero
si raggrupparono in coalizioni (confederazioni) di natura soprattutto
militare, con la conseguenza che il </span><i><b>limes</b></i><span style="font-weight: normal;">
</span><b>renano</b><span style="font-weight: normal;">-</span><b>danubiano</b><span style="font-weight: normal;">
finì per essere sottoposto ad una </span><b>costante</b><span style="font-weight: normal;">
e maggiore </span><b>pressione</b><span style="font-weight: normal;">.
Tale trasformazione fu anche indotta dalla vicinanza e dal confronto
con la civiltà imperiale romana, le sue ricchezze, la sua lingua, le
sue armi, la sua organizzazione. Alla fine la violenta pressione di
altri popoli migranti (Goti, Vandali e Sàrmati) finì per
costringere queste confederazioni di popoli confinanti con l'Impero
Romano, che </span><b>non</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>disponevano</b><span style="font-weight: normal;"> di ampi
</span><b>spazi</b><span style="font-weight: normal;"> su cui
trasferirsi, a decidere di dare l'</span><b>assalto</b><span style="font-weight: normal;">
direttamente alle </span><b>province</b><span style="font-weight: normal;">
renano-danubiane. E fu così che anche gli stessi Vandali,
parteciparono a questa iniziale fase di sfondamento delle frontiere
romane. La popolazione vandala era, a sua volta, divisa fra tre
principali etnie: Asdingi (dal nome della casata principale), Silingi
e Lacringi. La prima testimonianza storica di un loro scontro con
l'Impero romano avvenne, quindi, secondo quanto riferiscono Cassio
Dione Cocceiano e la "Historia Augusta", durante il periodo
delle cosiddette guerre marcomanniche (dal 166/167 al 188/189), al
tempo degli imperatori Marco Aurelio, Lucio Vero e Commodo. Sappiamo
infatti da Cassio Dione in "Storia romana", LXXII, 12, che
il "ramo" dei Vandali Asdingi mosse verso sud-est, guidato
dai loro re Raus e Raptus e che alla fine stipularono un trattato di
alleanza con i Romani, stanziandosi a nord-est della Dacia, nel
bacino dei Carpazi. La sconfitta segnò una svolta nella storia dei
</span><b>Vandali</b><span style="font-weight: normal;"> che dovettero
così </span><b>fornire</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>armati</b><span style="font-weight: normal;">
all'Impero Romano in qualità di alleati, anche dopo la morte di
Marco Aurelio nel 180.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg9ZpP6-MImFtTykWSpfhyGnI_9gNQeq_PX54gcfh8N7h7d5uiTLEnZVGf-xDY8F0pCiwNB7MyOGCdSdbSyfyoqOdA0icrpufgS-Nnp3v7xVTtHyhwzSgpg20KPlFcZ0ygsZBARC4LZ8Fd/s1600/germani+Marcomannia_e_Sarmatia_178-179_dC.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="138" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg9ZpP6-MImFtTykWSpfhyGnI_9gNQeq_PX54gcfh8N7h7d5uiTLEnZVGf-xDY8F0pCiwNB7MyOGCdSdbSyfyoqOdA0icrpufgS-Nnp3v7xVTtHyhwzSgpg20KPlFcZ0ygsZBARC4LZ8Fd/s200/germani+Marcomannia_e_Sarmatia_178-179_dC.jpg" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Carta del 178-179 durante le<br />guerre Marcomanniche.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 173</b> - Nel corso delle Guerre
marcomanniche il <b>re</b> dei <b>Quadi</b> , un certo Furtius,
favorevole a Roma poiché scelto per regnare sui Quadi dallo stesso
imperatore Marco Aurelio pochi anni prima, è <b>sostituito</b> con
l'<b>ostile</b> Ariogeso nel 173 d.C. circa. L'imperatore non può
tollerare un gesto del genere ed è costretto a condurre una nuova
campagna contro i Quadi. Ariogeso sarà catturato dai Romani ma non
condannato a morte, grazie alla clemenza di Marco Aurelio che lo
manderà in esilio ad Alessandria d'Egitto l'anno seguente.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Negli anni successivi la
<b>regione</b> degli <b>Agri</b> <b>Decumates</b> <b>fiorisce</b>,
nonostante alcuni periodi di caos come quello intorno al 185/186,
quando scoppia una <b>rivolta</b> ad Argentoratum (la moderna
<b>Strasburgo</b>) contro la presenza di militari Romani.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWV9eJKRPNGDbTdAFlK8UCXRRivkGUkmpIs7XrymIWKnoh5VQAde4-tuDw22MjYEKSmCIx01RPhkJfEs4v9nFeTQ_d9p_UDNVYnOra7EkmqbpIPp2RRDMY9AQqbHF0SRnRPTgYNEPy0MSV/s1600/Commodo.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWV9eJKRPNGDbTdAFlK8UCXRRivkGUkmpIs7XrymIWKnoh5VQAde4-tuDw22MjYEKSmCIx01RPhkJfEs4v9nFeTQ_d9p_UDNVYnOra7EkmqbpIPp2RRDMY9AQqbHF0SRnRPTgYNEPy0MSV/s200/Commodo.jpg" width="131" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">Commodo rappresentato<br />con gli attributi di</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ercole, da: <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:COMMODE_HERCULE.jpg#media%20viewer/File:COMMODE_HERCULE.jpg" target="_blank">https://com</a><br /><a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:COMMODE_HERCULE.jpg#media%20viewer/File:COMMODE_HERCULE.jpg" target="_blank">mons.wikimedia.org/</a><br /><a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:COMMODE_HERCULE.jpg#media%20viewer/File:COMMODE_HERCULE.jpg" target="_blank">wiki/File:COMMODE</a><br /><a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:COMMODE_HERCULE.jpg#media%20viewer/File:COMMODE_HERCULE.jpg" target="_blank">_HERCULE.jpg#media</a><br /><a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:COMMODE_HERCULE.jpg#media%20viewer/File:COMMODE_HERCULE.jpg" target="_blank">%20viewer/File:COM</a><br /><a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:COMMODE_HERCULE.jpg#media%20viewer/File:COMMODE_HERCULE.jpg" target="_blank">MODE_HERCULE.jpg</a>.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"></div></td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 193 </b><span style="font-weight: normal;">-
Con la </span><b>scomparsa</b><span style="font-weight: normal;"> di
</span><b>Commodo</b><span style="font-weight: normal;">, ucciso da
una congiura, si apre un periodo di instabilità politica
caratterizzata da una </span><b>guerra</b><span style="font-weight: normal;">
civile durata cinque anni, dal 193 al 197, con </span><b>scontri</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>tra</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>legioni</b><span style="font-weight: normal;">
acquartierate in diverse regioni dell'Impero, ciascuna delle quali
sostiene il proprio generale come nuovo imperatore. </span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVoFZ-DzXo6H_ya5CzyBjNmgqV5Zc9dw72afvMXqA1rMTP0FyIYVcXmckEMjLnX7CM-ELRzm_uNRbKr0Mkf7dRPDQeJBKE3dKEft4ntqhUqpmUdlGhJqx32ibyIrWkghhw2iuf-MHIP0Vm/s1600/Settimio+Severo.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVoFZ-DzXo6H_ya5CzyBjNmgqV5Zc9dw72afvMXqA1rMTP0FyIYVcXmckEMjLnX7CM-ELRzm_uNRbKr0Mkf7dRPDQeJBKE3dKEft4ntqhUqpmUdlGhJqx32ibyIrWkghhw2iuf-MHIP0Vm/s1600/Settimio+Severo.jpg" width="150" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Settimio Severo.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-weight: normal;">Ha la meglio
</span><span><b>Settimio</b></span><span style="font-weight: normal;"> </span><span><b>Severo</b></span><span style="font-weight: normal;">, originario della Tripolitania, in Africa,
governatore della Pannonia. Fondamentalmente il militare Settimio
Severo era diventato generale romano ma proveniva da una famiglia di
re-sacerdoti di Emesa, città santa e capitale del culto del Dio
solare "El-Gabal", il "Sol invictus" dei Romani e
sentiva molto la sua "sacra missione". Il culto del Dio
adorato dall'Imperatore e dai suoi soldati ebbe modo così di
diffondersi nei ranghi dell'</span><b>esercito</b><span style="font-weight: normal;">,
al </span><b>comando</b><span style="font-weight: normal;"> del quale
venivano </span><b>scelti</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>adoratori</b><span style="font-weight: normal;"> del </span><b>Dio</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>Solare</b><span style="font-weight: normal;">, il cui
vicario e sacerdote era l'Imperatore stesso. L'ascesa di </span><b>Settimio</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>Severo</b><span style="font-weight: normal;"> costituisce
uno </span><b>spartiacque</b><span style="font-weight: normal;"> nella
storia romana, essendo infatti considerato l'iniziatore del
"</span><b>dominato</b><span style="font-weight: normal;">",
gestione del potere in cui l'imperatore non agisce per conto del
Senato, come durante il principato, ma è unico e vero </span><i><b>dominus</b></i><span style="font-weight: normal;">,
che trae forza dall'</span><b>investitura</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>militare</b><span style="font-weight: normal;"> delle
legioni (anche se anticipazioni di questa tendenza si erano avute sia
durante la guerra civile seguita alla morte di Nerone che con
Traiano). Settimio Severo introduce un nuovo </span><b>culto</b><span style="font-weight: normal;">
che si incentra sulla figura dell'</span><b>imperatore</b><span style="font-weight: normal;">,
ponendo le basi per una sorta di "monarchia sacra" mutuata
dall'Egitto e dall'oriente ellenistico di Alessandro Magno e adotta
il titolo di </span><i><span style="font-weight: normal;">Dominus ac
Deus</span></i><span style="font-weight: normal;">, (</span><b>Signore</b><span style="font-weight: normal;">
e </span><b>Dio</b><span style="font-weight: normal;">) al posto di
quello di </span><i><span style="font-weight: normal;">princeps</span></i><span style="font-weight: normal;">
(Augusto definiva il </span><i><span style="font-weight: normal;">princeps</span></i><span style="font-weight: normal;">
come il primo degli uguali, cioè i senatori), e regola i </span><b>meccanismi</b><span style="font-weight: normal;">
di </span><b>successione</b><span style="font-weight: normal;">
assegnandosi il titolo di </span><i><span style="font-weight: normal;">Augustus</span></i><span style="font-weight: normal;">
ed usando quello di </span><i><span style="font-weight: normal;">Caesar</span></i><span style="font-weight: normal;">
per il suo successore designato. Sua moglie Giulia Domna, di origine
siriaca, promosse attivamente l'arrivo a Roma di culti monoteistici
solari, che sottolineavano l'</span><b>analogia</b><span style="font-weight: normal;">
tra </span><b>ordine</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>imperiale</b><span style="font-weight: normal;">
e ordine </span><b>cosmico</b><span style="font-weight: normal;">.
Settimio Severo pose le basi per il successivo sistema autocratico
fondato sugli imperatori militari, creando la prima forma di
</span><b>autocrazia</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>militare</b><span style="font-weight: normal;">,
</span><b>togliendo</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>potere</b><span style="font-weight: normal;">
al </span><b>Senato</b><span style="font-weight: normal;">. Si
racconta infatti che, poiché aveva preso il potere con l'aiuto dei
militari, ricambiò l'ostilità senatoria ordinando l'esecuzione di
29 senatori, accusati di corruzione e cospirazione contro di lui e
sostituendoli con suoi favoriti, soprattutto africani e siriani.
Inoltre attribuì e ampliò i </span><b>poteri</b><span style="font-weight: normal;">
degli </span><b>ufficiali</b><span style="font-weight: normal;">
dell'esercito investendoli anche di </span><b>cariche</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>pubbliche</b><span style="font-weight: normal;"> che erano
solitamente appannaggio del senato. Appena giunto a Roma avviò
l'</span><b>epurazione</b><span style="font-weight: normal;"> della
</span><b>guardia</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>pretoriana</b><span style="font-weight: normal;">,
che dopo essere stata per due secoli </span><b>reclutata</b><span style="font-weight: normal;">
in </span><b>Italia</b><span style="font-weight: normal;"> e in
piccola parte nelle province più romanizzate, fu smantellata e
riorganizzata con quadri e organici a lui fedeli, tratti dal
contingente danubiano. Da allora in poi l'accesso alla </span><b>Guardia</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>Pretoriana</b><span style="font-weight: normal;">, un tempo
avente un prerequisito geografico e culturale, sarebbe stata
</span><b>appannaggio</b><span style="font-weight: normal;"> dei
</span><b>soldati</b><span style="font-weight: normal;"> più
</span><b>battaglieri</b><span style="font-weight: normal;">, come
quelli dell'</span><b>Illirico</b><span style="font-weight: normal;">
durante il III secolo. Settimio Severo dovette trovare delle
resistenze a Roma e sia per prevenirle che per consolidare il proprio
potere, fece risiedere la </span><b>II Legio Parthica</b><span style="font-weight: normal;">
nei Castra Albana, sui Colli Albani, ad </span><b>Albano</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>Laziale</b><span style="font-weight: normal;">, a dispetto
della tradizione che voleva l'Italia libera dagli eserciti, come
</span><b>riserva</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>strategica</b><span style="font-weight: normal;">
di soldati ben addestrati (detti </span><i><span style="font-weight: normal;">comitatenses</span></i><span style="font-weight: normal;">)
pronti ad </span><b>intervenire</b><span style="font-weight: normal;">
nel </span><b>minor</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>tempo</b><span style="font-weight: normal;">
possibile ovunque, sia nella capitale che alle </span><b>frontiere</b><span style="font-weight: normal;">.
Settimio Severo diede inoltre impulso agli </span><b>studi</b><span style="font-weight: normal;">
di </span><b>diritto</b><span style="font-weight: normal;"> e nominò
il più importante giurista del tempo, Papiniano, </span><i><span style="font-weight: normal;">Praefectus</span></i><span style="font-weight: normal;">
</span><i><span style="font-weight: normal;">urbi</span></i><span style="font-weight: normal;">,
con poteri di polizia e repressione criminale su Roma. Il nuovo
ordine promosso da Settimio Severo si scontrò presto con i problemi
derivanti dallo scoppio di nuove guerre, infatti suo figlio Caracalla
(imperatore dal 211 al 217), dovendo guerreggiare contro i Parti a
oriente e i Marcomanni lungo il confine renano-danubiano, graverà
sulle finanze statali a causa dell'</span><b>arruolamento</b><span style="font-weight: normal;">
sempre più massiccio di </span><b>mercenari</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>germani</b><span style="font-weight: normal;">
nell'esercito, mentre la diminuzione del metallo prezioso nelle
monete causava </span><b>inflazione</b><span style="font-weight: normal;">.</span></p>
<p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">Ecco quindi che
con la <b>progressiva</b> <b>germanizzazione</b> dell'<b>esercito</b>
romano e il maggior potere dei militari, si giungerà ad avere
generali romani germanici che avrebbero avuto a che fare con invasori
germanici (come Stilicone con i Visigoti).</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; display: inline; float: none; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium;"></span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSMwzao7rGaE2br9BEMRg8ID7YPz5TTpeeGvvIgxSxW4Nfq9Ebklu124n2F_fy8jMihvD1DfMzsKmIg9rQFzX9y9L3alKXlmW5l8z7-pbTHnDi4_4zQSAAGaIKovCUH0W7zYaMYLhsLqv6/s1600/Franchi+e+Alemanni+III+sec..png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1100" data-original-width="1111" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSMwzao7rGaE2br9BEMRg8ID7YPz5TTpeeGvvIgxSxW4Nfq9Ebklu124n2F_fy8jMihvD1DfMzsKmIg9rQFzX9y9L3alKXlmW5l8z7-pbTHnDi4_4zQSAAGaIKovCUH0W7zYaMYLhsLqv6/s200/Franchi+e+Alemanni+III+sec..png" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Franchi Salii, Franchi Ripuari<br />e confederazione degli Suebi<br />Alemmani, da <a href="http://www.lionspalermodeivespri.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/10/Droysens-20c.jpg" target="_blank">http://www.lions<br />palermodeivespri.it/wordpress/wp<br />-content/uploads/2017/10/<br />Droysens-20c.jpg</a>.</td></tr></tbody></table><p style="margin-bottom: 0cm;">Sul Reno inferiore appare, dall'inizio del III secolo, la possente <b>federazione</b> dei <b>Franchi</b> (nome che alcuni pensano derivi da <span>"</span>arditi<span>"</span>), continuazione degli antichi <b>Chiauci</b>, frutto dell'<b>unione</b> di <b>tribù</b> germaniche stanziate lungo la sponda destra del corso inferiore del Reno, fra le quali vi furono probabilmente anche i <b>Brutteri</b> e i <b>Sicambri</b> (o Sigambri). Questa sorta di federazione si formò attraverso una serie di imprese militari che via via aggiunsero ad un nucleo originario i territori di popolazioni confinanti, senza soffocarne tuttavia l'influenza e l'autonomia. E' consuetudine suddividere i Franchi in due grandi gruppi. 1) I <b>Franchi</b> <b>Salii</b>, così chiamati perché abitavano la regione, negli attuali Paesi Bassi, prossima al fiume Sala, l'odierno Ijssel, nome caratterizzato dal digramma IJ che in olandese è una lettera dell'alfabeto che si scrive in maiuscolo, il più orientale dei tre rami principali in cui si divide il Reno prima di sfociare in mare; gli altri due sono il Nederrijn e il Waal. Anticamente l'Ijssel era chiamato dai Romani con il nome Isala (o Sala), nome che si pensa derivasse dal germanico "i sala", col significato di "acqua scura". Oggigiorno si getta, attraverso il Ketelmeer, nell'IJsselmeer, un lago artificiale che deve il suo nome all'IJssel stesso, che ne è tributario. 2) I <b>Franchi</b> <b>Ripuari</b>, (probabilmente da “ripa”, la riva del Reno), stanziati più a sud lungo la sponda destra del corso inferiore del Reno, in un'area oggi facente parte della Germania, nei territori di Colonia, Treviri, Francoforte). Nel corso del III secolo d.C. i Franchi sono ricordati per i loro tentativi, spesso con gli Alemanni (dal germanico <span>"tutti gli </span>uomini<span>"</span>, federazione di tribù germaniche suebiche stanziate al sud dei Franchi, fino al Danubio) di sfondare i confini dell'Impero Romano. Nel 254 Gallieno, che allora aveva la carica di Cesare, fermò uno di questi tentativi di invasione. Ancora Gallieno nel 257 intervenne contro i Franchi nei pressi di Colonia mentre Aureliano (che sarebbe divenuto imperatore nel 270) comandava una legione che li affrontò e sconfisse presso Mogontiacum (Mainz/Magonza). Altre imprese dei Franchi verso le Gallie e la Penisola Iberica si svolsero negli anni successivi e furono fermate dagli interventi di Postumo e di Aureliano. Fu negli anni successivi alla morte di Aureliano (nel 275) che i Franchi, ancora con gli Alemanni, riuscirono ad invadere la Gallia, portando ovunque la devastazione dei saccheggi finché non furono fermati da Probo e, nel 288, da Massimiano. Diventeranno infine <b>federati</b> di <b>Roma</b>, permettendo il prolungamento del potere nominale di Roma nei loro territori dopo la deposizione di Romolo Augustolo, ultimo imperatore dell'impero romano d'Occidente, nel 476, per mano di Odoacre, re degli Eruli.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 212</b><span style="font-weight: normal;">
- Era dai tempi di Marco Aurelio, durante le Guerre marcomanniche
(166/167-188), che le tribù germaniche non esercitavano una
pressione così forte lungo i confini settentrionali dell'Impero
romano. Le invasioni barbariche del III secolo (212/213-305), secondo
tradizione, ebbero inizio con la prima incursione condotta della
</span><b>confederazione</b><span style="font-weight: normal;"> dei
suebi </span><b>Alemanni</b><span style="font-weight: normal;"> (o
Alamanni) nel 212/13, con Caracalla imperatore, inaugurando un
periodo ininterrotto di </span><b>scorrerie</b><span style="font-weight: normal;">
all'interno dei confini dell'impero romano, per fini di saccheggio e
bottino, da parte delle popolazioni che gravitavano lungo le frontiere
settentrionali. Gli </span><b>Alemanni</b><span style="font-weight: normal;">, </span>conosciuti <span>anche come Allemanni o Alamanni, erano originariamente
un'</span><b>alleanza</b><span> di </span><b>tribù</b><span>
</span><b>germaniche</b><span> perlopiù suebiche, di cui il
nucleo originario era costituito dai suebi </span><b>Semnoni</b><span>, stanziati intorno alla parte superiore del fiume
Meno, a cui si erano unite le tribù suebiche di </span><b>Catti</b><span>,
</span><b>Naristi</b><span>, </span><b>Ermunduri</b><span>
e </span>Vandali <b>Iutungi</b><span>. Dopo circa
quarant'anni, i germani suebi </span><b>Catti</b><span>,
ora nella confederazione degli Alemanni, tornavano a sfondare il
<i>limes</i> romano nella regione del Wetterau (in Assia). Pitti e Caledoni
sconfinavano in Britannia e dai fiumi Reno e Danubio, fino al Mar Nero, premevano le tribù germaniche di Frisi, Sassoni, Franchi, Alemanni,
Burgundi, Marcomanni, Quadi, Lugi, Vandali Iutungi, Eruli e Goti
(in particolare Tervingi, Grutungi e Gepidi), oltre alle tribù daciche dei Carpi e a
quelle sarmatiche di Iazigi, Roxolani ed Alani; ed inoltre i
Bastarni (o Peucini, insieme di popolazioni di stirpe germanica e
sarmata), gli Sciti e i Borani, antico popolo che abitava la penisola
di Crimea, forse di ceppo sarmatico o germanico, come i Goti e gli
Eruli, ai quali si univano nelle loro scorrerie.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixaUBhkOJUERsOxdbUJh0MF8caCTxBsjJzs_xuDKcs30Y5_QZvIFMKw579OimIeGbvBk1bb59mT_wL4kmhXCDdr3-Y1wtJVJkmsCHxt_oYDpWDPwbKZG8CXuIQjqRNe7nm79p61t7uJ5_z/s1600/Caracalla.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixaUBhkOJUERsOxdbUJh0MF8caCTxBsjJzs_xuDKcs30Y5_QZvIFMKw579OimIeGbvBk1bb59mT_wL4kmhXCDdr3-Y1wtJVJkmsCHxt_oYDpWDPwbKZG8CXuIQjqRNe7nm79p61t7uJ5_z/s1600/Caracalla.jpg" width="133" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Caracalla.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 213</b> - In seguito alle prime
<b>invasioni</b> negli <b>Agri</b> <b>Decumates</b> da parte di tribù suebiche appartenenti alla confederazione tribale degli <b>Alemanni</b>, con
<b>Caracalla</b>, imperatore dal 211 al 217 (il figlio di Settimio Severo succedutogli), potrebbero essere stati aggiunti ulteriori sbarramenti, fossati,
palizzate e terrapieni al <i>limes</i> germanico-retico. Gli Alemanni comunque, continueranno a
guerreggiare con i successori di Caracalla, da Alessandro Severo a
Massimino Trace, fino a Gallieno, che nel 260 deciderà il definitivo
abbandono ed evacuazione di tutti i territori ad est del Reno e a
nord del Danubio, poiché sottoposti alle continue invasioni degli
Alemanni stessi.</p><p style="margin-bottom: 0cm;">Gli <b>Alemanni</b>, anche conosciuti
come Allemanni o Alamanni, erano originariamente un'alleanza di tribù
germaniche (tra le quali Catti, Naristi, Ermunduri, Iutungi e parte
dei Semnoni) stanziate attorno alla parte superiore del fiume Meno,
in una regione che oggi è posizionata nel sud-ovest della Germania.
Una delle prime testimonianze dell'esistenza di questo insieme di
popoli è il <i>cognomen</i> Alamannicus assunto dall'imperatore
Caracalla (che regnò dal 211 al 217), assunto per celebrare la loro
sconfitta per sua mano. Il primo documento in cui gli Alemanni
vennero menzionati fu la descrizione della campagna di Caracalla del
213, compilata dallo storico Cassio Dione Cocceiano: al tempo gli
Alemanni occupavano il bacino del Meno a sud del territorio popolato
dalla tribù dei Catti. Dione ritrae gli Alemanni come vittime del
suo sanguinario imperatore: secondo lo storico, Caracalla, chiamato
in aiuto dagli stessi Alemanni, approfittò della loro debolezza per
colonizzare il loro territorio, cambiare il nome dei loro
insediamenti e uccidere i loro guerrieri più valorosi. Quando
l'imperatore cadde ammalato, gli Alamanni rivendicarono di aver
lanciato su di lui una maledizione: Caracalla si dice, contrastò
questa influenza malvagia chiamando in aiuto gli spiriti dei suoi
antenati. In risposta al loro maleficio l'imperatore inviò loro
contro la Legio II Traiana Fortis, che li sconfisse e che fu per
questo chiamata Germanica. Gli scrittori romani, come appunto Cassio
Dione nel III secolo o Aurelio Vittore nel IV secolo, non ebbero
comunque una conoscenza precisa delle origini degli Alamanni, non
comparve nulla che lasciasse presagire che, presso quei popoli, vi
fosse l'esistenza di particolari leggende o antiche genealogie sulle
loro origini che facciano dedurre una comune identità originaria. L'alleanza Alemanna era comunque di tipo aggressivo, essendosi susseguiti
numerosi attacchi alle province della <i>Germania</i> <i>Superior</i>.
Si ritiene che gli Alemanni abbiano assunto come <b>modello</b> del loro agire i
<b>Franchi</b>, la prima alleanza di tribù germaniche, che aveva
fermato la penetrazione romana sul basso Reno prima di invadere la
provincia della Germania inferiore. Come indicato dallo storico romano del
terzo secolo Asinio Quadrato, il loro nome significa "tutti gli
uomini" (in effetti in tedesco tutto/tutti =
<b>alles</b> e uomo/uomini = mann/<b>männer</b>) e sta a indicare il loro eterogeneo conglomerato
tribale: questo fu il nome utilizzato per descriverli da Edward
Gibbon nella sua opera "Decline and Fall of the Roman Empire",
capitolo 10 e che si è consolidato nella storiografia nel corso dei
secoli. Tuttavia, come ci è stato tramandato dal monaco dell'abbazia
di San Gallo, Valafrido Strabone, che scrisse nel nono secolo, le
popolazioni del nord della Svizzera e delle regioni confinanti, che
gli stranieri chiamavano <b>Alemanni</b>, chiamavano se stessi
<b>Suebi</b> o <b>Svevi</b>, <b>Schwäbisch</b> nella loro lingua. Dal I secolo il Reno era diventato il
confine naturale che separava la Gallia romana dalle regioni
germaniche: tribù germaniche, celti e tribù miste di queste due
componenti etniche, si erano stabilite in quelle zone. I Romani
divisero quei territori in due distretti: Germania superiore e
Germania inferiore, situate rispettivamente lungo l'alto e il basso
Reno: la <i><b>Germania</b></i> <i><b>Superior</b></i> includeva le
regioni che si trovavano tra l'alto corso del Reno e l'alto corso del
Danubio, di cui la sponda destra segnava la frontiera della Rezia
romana e i romani chiamavano quei territori anche <b>Agri</b>
<b>Decumates</b>, il cui
confine fortificato con i territori della Germania Magna, fu chiamato
<i>Limes</i> <i>Germanicus (superior)</i>,
per noi limes germanico-retico. Le bande di Alemanni
superarono frequentemente questo confine, penetrando la Germania
Superior e gli Agri Decumates e occupando l'Alsazia, la Svizzera
settentrionale e parti della Baviera e dell'Austria, regioni
precedentemente occupate da tribù celtiche che si erano sottomesse
alla giurisdizione romana. Furono popolazioni sempre ostiche al
potere imperiale tanto che la fama di Proculo, usurpatore del trono
imperiale nel 280, derivò dai suoi successi contro queste tribù. La
tribù dei Semnoni e parte degli Herminones, costituì il nucleo
originario della federazione di tribù nota come <b>Alemanni</b> (o
Alamanni), nominati per la <b>prima volta</b> nel <b>213</b>. Gli
Alemanni inizialmente vennero arruolati nell'esercito romano come
<b>ausiliari</b>, ottenendo a fronte del graduale spopolamento il
diritto di insediarsi in alcune zone dell'impero e diventando così,
da pastori e cacciatori nomadi o seminomadi, agricoltori sedentari.
Il popolo si stanziò nella <b>valle</b> del <b>Neckar</b>. La
federazione degli Alemanni venne a conflitto con i Romani per la
prima volta lungo il Limes germanico-retico, dove fu sconfitta da
Caracalla nel 213. Alla sconfitta fece seguito un periodo di relativa
tranquillità, ma nel 235-236 il conflitto con Roma si riaccese;
questa volta a opporsi agli Alemanni fu Massimino Trace, che non solo
ne respinse le incursioni, ma penetrò anche profondamente
all'interno del loro territorio, al di là del Limes. Nel 254 un
nuovo tentativo di sfondamento del Limes fu arginato da Gallieno, ma
nel 260 gli Alemanni riuscirono a penetrare, attraverso il passo del
Brennero, in Italia, da dove solo a fatica l'imperatore riuscì a
ricacciarli, in una battaglia combattuta presso Milano. La pressione
alemannica indusse comunque Gallieno a rettificare il confine
settentrionale dell'Impero, abbandonando gli Agri decumates, che così
poterono essere occupati dagli stessi Alemanni. Negli anni
successivi, gli Alemanni ripeterono più volte il medesimo schema,
penetrando in Italia ttraverso i passi alpini (nel 268 e nel 270);
ogni volta furono respinti, ma soltanto a fatica e dopo che il primo
obiettivo delle loro incursioni (il saccheggio) era stato comunque
stato raggiunto. Nel 298 tornarono ad aggredire il Limes renano,
impegnando Costanzo Cloro. Nel 354 una nuova incursione alemanna
contro l'Impero romano, mossa partendo sempre dal loro territorio
d'insediamento nell'odierna Germania meridionale, sfociò in un ampio
conflitto contro l'imperatore Costanzo II. Guidata dai fratelli
Gundomado e Vadomario, la confederazione penetrò in Gallia
attraverso il Limes renano, saccheggiò numerose città e vinse nella
Battaglia di Reims (356) il cesare d'Occidente, Giuliano, che
tuttavia ebbe la sua rivincita già l'anno seguente, nella Battaglia
di Strasburgo (357). Poco più tardi gli Alemanni si accordarono con
lo stesso imperatore per scendere in campo contro Giuliano (359), che
tuttavia costrinse Vadomario a negoziare una pace (360). Roma,
dilaniata dalle rivalità tra i diversi cesari e augusti, cercò di
inserire gli Alemanni all'interno dei propri giochi politici;
nonostante un attacco a tradimento contro Giuliano nel 361, Vadomario
e i suoi guerrieri furono impiegati come truppe mercenarie in Asia
(365-366) e in Armenia (371). Il nucleo della confederazione
proseguiva intanto nelle sue scorrerie: nel 368 travolsero Magonza e
costrinsero l'imperatore Valentiniano I ad accorrere e a ricacciare i
Germani con la Battaglia di Solicinium; nel 378 a sconfiggerli fu
Graziano, nella Battaglia di Argentovaria. Nel V secolo vi fu ancora una
<b>distinzione</b> tra gli <b>Alemanni</b> e i <b>Suebi</b>, con la
sconfitta di questi popoli da parte di Clodoveo I, una prima volta
nel 476/477, e una seconda volta nel 506 con l'uccisione del <i>rex</i>
<i>Alamannorum</i>. Da questo momento persero alcuni territori con le
relative popolazioni che appunto andarono a formare il nucleo della
<b>Svevia</b>. Pur non costituendo più, da questo momento, una entità
politica, la loro importanza etnografica all'interno delle politiche
dei Franchi e degli Ostrogoti rimase importante. Dopo l'uccisione del loro re tentarono
un'alleanza con gli Ostrogoti. Si insediarono, sotto la protezione
dei Goti, una parte nel <b>nord</b> <b>Italia</b> e un'altra parte nella regione
tra il Lago di Costanza e il tratto alpino del Reno, nell'attuale
<b>Svizzera</b>. Gli stati germanici formatisi dalla
confederazione alemannica ricevettero così, durante il lento
processo di disgregazione dell'Impero Romano il nome di <b>Alemannia</b>.
Questa regione, dopo la caduta di Roma verrà occupata dai Franchi. Nel 537 il re Vitige cedette ai Franchi
l'Alemannia gotica, che da quel momento fece stabilmente parte del
regno dei Franchi e che in seguito si espanse in buona parte
dell'<b>altopiano</b> <b>svizzero</b> e in varie regioni dell'<b>arco</b> <b>alpino</b>. Al VI secolo risale la conversione
degli Alemanni al cristianesimo, ad opera principalmente dell'abate
irlandese <b>San</b> <b>Colombano</b> e all'opera missionaria evangelizzatrice
iniziata dall'Abbazia di Luxeuil e proseguita con le sue fondazioni
monastiche nel territorio e attorno al Lago di Costanza (Bregenz e
San Gallo) da parte di altri monaci benedettini bianchi di San
Colombano, detti anche colombaniani, fra cui spiccarono <b>San</b> <b>Gallo</b>
(monaco e compagno di Colombano) e <b>San</b> <b>Magno</b>. </p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSjX6Rm5MOycuEgsnogXp1Ck-6CEc7G4dZCxsEd_8qm3UjmmzVPbt7HNEI0xBMTm0gZbLkZ0P51oPiRaNdli4vjDGh5cXcU81dbBgiV4-5twIM9U7MrALIa0We-Dp-9IbTZyUp4giK0lulANYVAW8wHI0UOSFij8MxY13ZaZKQaCkfi_SCH5sB1tXe9w/s732/Dialetti%20svevo-alemannici%20tabella.png" style="clear: left; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="732" data-original-width="605" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSjX6Rm5MOycuEgsnogXp1Ck-6CEc7G4dZCxsEd_8qm3UjmmzVPbt7HNEI0xBMTm0gZbLkZ0P51oPiRaNdli4vjDGh5cXcU81dbBgiV4-5twIM9U7MrALIa0We-Dp-9IbTZyUp4giK0lulANYVAW8wHI0UOSFij8MxY13ZaZKQaCkfi_SCH5sB1tXe9w/w165-h200/Dialetti%20svevo-alemannici%20tabella.png" width="165" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tabella della distribuzione,<br />in azzurro, dei dialetti svevo-<br />alemannici. Tradotta da<br />Alemannic-Dialects-Map-<br />English.svg:*Alemannic-<br />Dialects-Map-German.svg:<br /> *Alemannic_language_<br /> location_map_in_1950-de.<br />svg: *derivative work: <br />Pyrokrat (talk) Alemannic<br />_language_location_map_<br />in_1950-fr.svg: Sémhurderi<br />vative work: Testtube (talk)<br />derivative work: Testtube<br /> (talk)- Alemannic-Dialects-<br />Map-English.svg, CC BY<br />-SA 3.0, <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11217226" target="_blank">https://commons.<br />wikimedia.org/w/index.php?<br />curid=11217226</a>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Alemanni#/media/File:Alemannic-Dialects-Map-English.png" target="_blank">https://it.<br />wikipedia.org/wiki/Alemann<br />i#/media/File:Alemannic-<br />Dialects-Map-English.png</a>.</td></tr></tbody></table>La <b>regione</b> dell'<b>Alemannia</b>
comprendeva un numero di distretti differenti, che riflettevano la
loro diversa composizione etnica: la diocesi di <b>Strasburgo</b>, il
territorio di <b>Augusta</b>, la diocesi di <b>Magonza</b> e <b>Basilea</b>. Oggi i
discendenti degli Alemanni sono divisi in parti di quattro differenti
nazioni: Francia (Alsazia), Germania (Svevia e parte della Baviera),
Svizzera e Austria, regioni caratterizzate da <b>dialetti</b>,
derivati dal <b>tedesco</b> <b>alemanno</b> che ben si
<b>contraddistinguono</b> dal tedesco parlato altrove e che ancora oggi
riesce a indicare l'area che questo popolo riuscì a occupare nel
corso dei secoli.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx2Oa8-WqjikVg5uBCFI3yUVFQn0IJnB70ZPKw6qhjHzR0ChTaXKlYPMfKvjAPi52c--_dGQPyYhmvW9tD5DhPcpEgGwXgfSJ78MS67fX722nyIivUdgo5NTjDWXfTHb-MhIK_I0hp9094CJvk5qbnKdulG219dEkIc3pRU0-b77jvBGztG8n1SOYzKA/s732/Dialetti%20svevo-alemannici.png" style="clear: right; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="732" data-original-width="686" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx2Oa8-WqjikVg5uBCFI3yUVFQn0IJnB70ZPKw6qhjHzR0ChTaXKlYPMfKvjAPi52c--_dGQPyYhmvW9tD5DhPcpEgGwXgfSJ78MS67fX722nyIivUdgo5NTjDWXfTHb-MhIK_I0hp9094CJvk5qbnKdulG219dEkIc3pRU0-b77jvBGztG8n1SOYzKA/w376-h400/Dialetti%20svevo-alemannici.png" width="376" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Carta della distribuzione, in azzurro, dei dialetti svevo-alemannici<br />nei XIX e XX secoli. Di Alemannic-Dialects-Map-English.svg:<br />*Alemannic-Dialects-Map-German.svg: *Alemannic_language<br />_ location_map_in_1950-de.svg: *derivative work:
Pyrokrat<br />(talk) Alemannic_language_location_map_in_1950-fr.svg:<br />Sémhurderivative work: Testtube (talk)derivative work:<br />Testtube
(talk) - Alemannic-Dialects-Map-English.svg,<br />CC BY-SA 3.0, <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11217226" target="_blank">https://commons.wikimedia.org/w/index.<br />php?curid=11217226</a>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Alemanni#/media/File:Alemannic-Dialects-Map-English.png" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Alemanni<br />#/media/File:Alemannic-Dialects-Map-English.png</a>.</td></tr></tbody></table><div><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 214</b> - L'imperatore <b>Caracalla</b>
fa <b>giustiziare</b> Gabiomarus, <b>re</b> dei suebi <b>Quadi</b>,
forse perché si era ribellato ai Romani o più semplicemente perché
non aveva inviato sufficienti armati ausiliari all'impero.
L'obbiettivo dell'imperatore era quello di mantenere invariati gli
equilibri con le clientele lungo il Danubio.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3W7bJ8MFdoTRo2veCBvsjOQb6zCj4qWdwThl9hdJZPzNe_oDhZ80W53BNPm1ZiG5F1NSqJct_PUy2aUYyvKFluVccE86QXuD9mcXi18UQ5K74YYEK37BztNTV3qEFpJIhDB_JBorsk_T0/s1600/Goti+230.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="366" data-original-width="467" height="156" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3W7bJ8MFdoTRo2veCBvsjOQb6zCj4qWdwThl9hdJZPzNe_oDhZ80W53BNPm1ZiG5F1NSqJct_PUy2aUYyvKFluVccE86QXuD9mcXi18UQ5K74YYEK37BztNTV3qEFpJIhDB_JBorsk_T0/s200/Goti+230.png" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I Goti nel 230.</td></tr></tbody></table><b>Nel 230</b> - I <b>Goti</b> arrivano
a <b>contatto</b> con il <b>mondo</b> <b>romano</b> nella zona che va
dalla foce del Danubio al Regno del Bosforo Cimmerio, regno
ellenistico situato nelle penisole di Crimea e di Taman'. I Goti (in
latino <i>Gothones</i>) erano una <b>federazione</b> di <b>tribù</b>
germaniche <b>orientali</b>, secondo le loro stesse tradizioni
originari dell'isola di Gotland e della regione di Götaland in
Svezia, che a ondate erano sbarcati sulle coste del Mar Baltico e da
lì si erano spinti a sud sottomettendo le popolazioni che avevano
trovato sul loro percorso. Due tribù strettamente apparentate, i
Gutar e i Götar, che rimasero in Scandinavia, sono annoverate fra i
Goti con i nomi di Gotlandi e Geati. Sappiamo che la prima
suddivisione interna della federazione gotica, fu tra le maggiori
tribù (si pensa che in totale le tribù fossero non meno di dodici),
i <b>Tervingi</b> a occidente e i <b>Greutungi</b> a oriente, che
successivamente, dal III/IV secolo, saranno denominati Visigoti (Goti
dell'ovest) e Ostrogoti (Goti dell'est), mentre i <b>Gepidi</b>
erano il ramo gotico settentrionale. Gli <b>Eruli</b>, che erano una
popolazione germanica di incerta origine (per alcuni erano
dell'Halland in Svezia, mentre secondo altri della vicina isola
danese di Selandia, se non dello Jutland stesso), si erano spostati,
contemporaneamente ai Goti, nella regione compresa tra il fiume Dnepr
e il mar d'Azov. I <b>Sàrmati</b><span>,
di origine scito-iranica invece, </span>a causa dell'arrivo degli
Eruli e dei Goti nei loro territori, si erano divisi alla destra e
alla sinistra dei nuovi arrivati.<p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">
</p>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMA5MOrx8K4qONLfoksbUiK_CgGbarO_-PaGup1iwlWYvw0tBulUp5KnLXIWO7vHiFEH1JrjKYkfbI0O8g26btMD4cxGeu9cmWoHeJ_8_WaWt4HerOjRi3YLjuPZEyyJt8yKPRN35liL2s/s1600/Illiria+e+Sarmazia+III+sec.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="147" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMA5MOrx8K4qONLfoksbUiK_CgGbarO_-PaGup1iwlWYvw0tBulUp5KnLXIWO7vHiFEH1JrjKYkfbI0O8g26btMD4cxGeu9cmWoHeJ_8_WaWt4HerOjRi3YLjuPZEyyJt8yKPRN35liL2s/s320/Illiria+e+Sarmazia+III+sec.jpg" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">Carta del III secolo con Sarmazia,</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Illiria e Anatolia, con le direttrici</div><div style="margin-bottom: 0cm;">delle incursioni delle popolazioni</div><div style="margin-bottom: 0cm;">germaniche e sarmatiche.</div></td></tr></tbody></table><b></b><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 235</b> - <b>Non</b><span style="font-weight: normal;">
tutte le </span><b>legioni</b><span style="font-weight: normal;"> si
erano </span><b>convertite</b><span style="font-weight: normal;"> al
nuovo culto del Dio Solare introdotto dall'imperatore Settimio Severo
e la discriminazione nella scelta dei comandi, volta a </span><b>escludere</b><span style="font-weight: normal;">
i </span><b>non</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>devoti</b><span style="font-weight: normal;">
alla divinità orientale, dovette alienare le simpatie di
quest'ultimi al giovane e ultimo discendente di Settimio Severo,
</span><b>Severo</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>Alessandro</b><span style="font-weight: normal;">,
</span><b>assassinato</b><span style="font-weight: normal;"> dal suo
successore Massimino il Trace nel 235 d.C., anno in cui inizia
l'</span><b>anarchia</b><span style="font-weight: normal;"> </span><b>militare</b><span style="font-weight: normal;">,
la </span><b>ribellione</b><span style="font-weight: normal;"> al
culto solare.</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqsnyM2VmaCNa06BWx0Qe-lNkDA_oZ22YjQ9NMaVn-ebz865U26SRH0tjs9Pqg8hP36OnyqDMNv3AKKSiwLw8AFwOnqD7K1Yq36Ro42ajBQVdIS3Z7LKGVYgV4nQpWyBXFZmrm1fa_GZZr/s1600/Massimino+il+Trace.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="319" data-original-width="184" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqsnyM2VmaCNa06BWx0Qe-lNkDA_oZ22YjQ9NMaVn-ebz865U26SRH0tjs9Pqg8hP36OnyqDMNv3AKKSiwLw8AFwOnqD7K1Yq36Ro42ajBQVdIS3Z7LKGVYgV4nQpWyBXFZmrm1fa_GZZr/s200/Massimino+il+Trace.GIF" width="115" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gaio Giulio Vero<br />Massimino, noto<br />come Massimino il<br />Trace, il primo<br />imperatore barbaro,<br />da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Massimino_il_Trace#/media/File:Maximinus_Thrax_Musei_Capitolini_MC473.jpg" target="_blank">QUI</a>.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">A seguito dell'assassinio dell'ultimo
imperatore della dinastia dei Severi, a Moguntiacum (l'odierna
Mainz/<b>Magonza</b>), capitale della provincia della Germania
Inferior, Massimino Trace è acclamato imperatore, malgrado la forte
opposizione del Senato e l'ostilità della popolazione. L'omicidio
avvenne nel limes settentrionale, al ritorno dal fronte orientale,
dopo tre anni di campagne contro i Sasanidi della Persia. <b>Massimino</b>
<span style="font-weight: normal;">il </span><b>Trace</b><span style="font-weight: normal;">,
nato senza la cittadinanza romana e senza aver percorso alcun </span><i><span style="font-weight: normal;">corsus</span></i><span style="font-weight: normal;">
</span><i><span style="font-weight: normal;">honorem</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,</span></span><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i>è stato il <b>primo</b> <b>barbaro</b> a raggiungere la
<b>porpora</b> imperiale grazie al <b>solo</b> <b>consenso</b> delle
<b>legioni</b><span style="font-weight: normal;"> a lui </span><b>fedeli</b>,
stanziate nei confini occidentali, sul <b>Reno</b> e sul <b>Danubio</b>,
che non osservavano il culto solare, mentre era già presente fra
loro una <b>forte</b> <b>componente</b> <b>barbarica</b><span style="font-weight: normal;">,
in gran parte </span><b>germanici</b><span style="font-weight: normal;">,</span>
che preferiva una politica tollerante, esente da carichi religiosi e
affine all'agnosticismo degli imperatori del secolo precedente, con
successioni al Principato non ereditarie. Dopo aver preso il potere,
Massimino lanciò l'<b>ultima</b> grande <b>offensiva</b> romana in
<b>Germania</b> con effettivi in gran parte germanici, contro la
confederazione sueba degli <b>Alemanni</b>, che da allora rimasero
tranquilli per vent'anni, ma perse la guerra e la vita contro i
futuri Imperatori Gordiano I e Gordiano II, che avevano i comandi e
l'appoggio dell'Africa romana, regione di provenienza di Settimio
Severo, dove il culto del Dio solare era invece diffuso e indiscusso.
Con il loro discendente Gordiano III, la <b>pressione</b> dei <b>barbari</b>
sui confini era aumentata e <b>necessitavano</b> quindi <b>eserciti</b>
fedeli e coesi. Sia l'Imperatore Filippo l'Arabo che il suo
successore Decio, erano stati generali dell'esercito di Gordiano III,
fedeli al dio solare, che pur non pretendendo esclusiva devozione e
quindi non configurandosi come un monoteismo, prendeva senz'altro il
primo posto nel Pantheon dell'Impero Romano. È significativo che
proprio sotto <b>Decio</b> cominciarono le <b>persecuzioni</b> contro
i <b>cristiani</b>. La <b>pressione</b> dei barbari lungo le
<b>frontiere</b> settentrionali e quella, contemporanea, dei Sasanidi
in Oriente, si erano non solo <b>intensificate</b>, ma avevano
diffuso la sensazione che l'<b>impero</b> fosse totalmente
<b>accerchiato</b> dai nemici. Si rivelavano ormai <b>inefficaci</b>
gli strumenti della diplomazia tradizionale, usati fin dai tempi di
Augusto e basati sulla minaccia dell'uso della forza e sulla
fomentazione di dissidi interni alle diverse tribù ostili (la
politica del “<b>dividi</b> <b>e</b> <b>impera</b>”) per tenerle
impegnate le une contro le altre. Si rendeva necessario reagire in
tempi brevi con la forza, schierando armate tatticamente superiori e
capaci di intercettare il più rapidamente possibile ogni possibile
via di invasione dei barbari, strategia resa difficoltosa dal dover
presidiare <b>immensi</b> <b>tratti</b> di <b>frontiera</b> con
contingenti militari per lo più scarsi.
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Con l'esaurimento dei proventi ottenuti
dalle conquiste, il <b>peso</b> <b>economico</b> e l'energia politica
delle <b>legioni</b> finirono per pesare all'interno dell'Impero, con
il risultato che l'esercito, che era stato il fattore principale
della potenza economica romana, finì per diventare un peso sempre
più <b>schiacciante</b>, mentre la sua prepotenza politica non
poteva essere arginata da alcuna istituzione. Molti degli <b>imperatori</b>
che vennero via via <b>proclamati</b> dalle <b>legioni</b>
successivamente, non riuscirono neppure a metter piede a Roma, né
tanto meno, durante i loro brevissimi regni, a intraprendere riforme
interne, poiché permanentemente occupati a difendere il trono
imperiale dagli altri pretendenti e il territorio dai nemici esterni.
In mancanza di nuove conquiste, di nuovi schiavi e di bottini di
guerra, le <b>spese</b> dello <b>Stato</b>, sempre più impellenti
per <b>rispondere</b> <b>militarmente</b> alle pressioni delle
popolazioni esterne dell'impero, furono coperte con un progressivo
aumento delle tassazioni, proprio quando la diminuzione del numero di
schiavi minava le possibilità economiche dei cittadini. Gradualmente
la ricchezza, l'importanza politica, sociale, istituzionale e
culturale si era <b>livellata</b> tra il <b>centro</b> e le <b>province</b>
dell'Impero romano, sebbene con disparità ancora evidenti (in genere
le province orientali erano economicamente più sviluppate di quelle
occidentali). La pressione fiscale divenne insostenibile per molti
piccoli proprietari, costretti a indebitarsi e quindi a vendere le
proprie terre, per andare a lavorare in condizioni di semischiavitù
sotto i grandi proprietari (colonato). Per questo fenomeno e per il
calo demografico determinato dalle perdite umane nei numerosi
conflitti, molte <b>terre</b> furono <b>abbandonate</b> e cessarono
di essere produttive (fenomeno degli agri deserti). Le difficoltà di
comunicazione in seguito ai numerosi conflitti avevano in diversi
casi reso indispensabile la <b>riscossione</b> diretta delle <b>tasse</b>
da parte dell'<b>esercito</b> stesso, causando <b>abusi</b> e
trasformandosi a volte in un vero e proprio diritto al <b>saccheggio</b>.
Lo spopolamento di intere regioni fu inoltre causato anche da
elementi climatici e sociali: i contadini, infatti, non conoscevano
la rotazione delle colture e via via che la terra diventava
improduttiva si dovevano spostare verso altre aree. Si diffusero così
i latifondi scarsamente produttivi e il ceto dei contadini liberi si
assottigliò, sostituito prima dagli schiavi e successivamente, dai
coloni affittuari. La scarsa capacità di acquisto delle classi
subalterne, impediva una qualsiasi crescita del mercato economico.
Fin dalla riforma di Settimio Severo, i <b>soldati</b> romani
costituivano una <b>casta</b> (ereditaria) di privilegiati mentre gli
altri, soprattutto gli <b>agricoltori</b>, si trovavano oberati dalle
tasse e di conseguenza in molti cercarono di abbandonare la terra per
trasferirsi in <b>città</b>. Le <b>aree</b> <b>spopolate</b> vennero
in seguito <b>concesse</b> ad alcune <b>popolazioni</b> <b>barbariche</b>
che si stabilirono nell'Impero come <i><b>foederati</b></i>. A tutto
ciò si aggiungeva un costante <b>reclutamento</b> <b>forzato</b> di
<b>militari</b>, a danno della manovalanza impiegata nelle campagne
agricole, con conseguente abbandono di numerose fattorie e vaste aree
di campi da coltivare mentre i coloni rimasti diventarono cittadini
semi-liberi, legati alla terra e con le successive riforme imperiali,
la loro posizione divenne ereditaria, il modello per la <b>servitù</b>
della <b>gleba</b>, la base della società feudale medievale.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">In questa fase storica si assiste
dunque ad una massiccia <b>germanizzazione</b> dell'<b>esercito</b>
romano che necessitava di sempre maggiori soldati da schierare lungo
i limites, sia come legionari che ausiliari o federati.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">I goti <b>Greutungi</b> assunsero il
nome di <b>Ostrogoti</b> (Goti dell'est) quando riconobbero
l’autorità degli <b>Amali</b>, la loro dinastia reale, considerati
come i più valorosi tra i loro guerrieri. Stando ad una loro
leggenda, gli Amali discendevano da un antico eroe le cui gesta gli
erano valse il titolo di Amala (ossia "potente"). La stirpe
degli Amali fornì i seguenti re Ostrogoti: Ostrogota, (principe e
condottiero vissuto all'epoca degli imperatori Gordiano III,
imperatore romano dal <b>238</b> al 244 e Filippo l'Arabo, imperatore
romano dal 244 al 249), Winitario (circa 380), Hunimundo (circa 390),
Torismondo (circa 400), Valamiro circa (447 - 465), Widemero o
Vidimero (circa 473), Teodemiro (468 - 474), Teodorico il Grande (474
- 526), Atalarico (526 - 534), Teodato (534 - 536). Inoltre tra gli
Amali si annovereranno anche le regine Amalasunta e Matasunta. Alla
morte di Teodato, avvenuta nel 536, gli Amali si estinsero
definitivamente.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: left; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"></b></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3zgjrl8AspHCiCPxxy3KZYZm-CAZ1kiS9bVkoxmYxZ4PcMJ1hJM_TWWZ7Y0m855G7VJ_s1T8tRmD4B6r6FjpqAP1vBTRgynKGwbMfJfZGG4UUADaGhP8oYQu__VOBHgc5rUsLbfWluRbg/s1600/carta+impero+romano+III+sec+con+invasioni+decumates+e+dacia.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3zgjrl8AspHCiCPxxy3KZYZm-CAZ1kiS9bVkoxmYxZ4PcMJ1hJM_TWWZ7Y0m855G7VJ_s1T8tRmD4B6r6FjpqAP1vBTRgynKGwbMfJfZGG4UUADaGhP8oYQu__VOBHgc5rUsLbfWluRbg/w400-h192/carta+impero+romano+III+sec+con+invasioni+decumates+e+dacia.png" style="cursor: move;" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Carta dell'impero romano con in verde i territori, perduti nel III sec.,<br />degli Agri Decumates e della Dacia. Sono
indicate, sempre in verde,<br />le direttrici delle migrazioni dei
Sassoni, dei Franchi, dei suebi<br />Alemanni, Iutungi, Marcomanni e Quadi, degli
Iazigi di origine<br />sarmatica, dei Carpi di stirpe dacica, dei Goti
Tervingi e dei Borani,<br />di stirpe incerta. Da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/File:Barbarian_invasions_from_3rd_century.png" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/File:Barbarian<br />_invasions_from_3rd_century.png</a>.</td></tr></tbody></table>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 248</b> - Durante una nuova
<b>incursione</b> di <b>Goti</b>, ai quali era stato rifiutato il
contributo annuale promesso da Gordiano III, si associarono anche i
<b>Vandali</b>, portando <b>devastazione</b> nella provincia di <b>Mesia</b>
inferiore: « Sotto l'impero di quel Filippo […] i Goti malcontenti
che non si pagasse più loro il tributo, si trasformarono in nemici
da amici che erano. […] Ostrogota, re dei Goti, marciò contro i
Romani alla testa di trentamila armati a cui si aggiunsero anche
guerrieri taifali, asdingi e tremila Carpi, quest'ultimo popolo assai
bellicoso e spesso funesto per i Romani. » (Giordane, De origine
actibusque Getarum, XVI, 1-3.). L'invasione alla fine fu fermata dal
futuro imperatore di origine illirica e allora generale
dell'Imperatore Filippo l'Arabo, <b>Decio</b> Traiano, presso la
città di Marcianopoli, rimasta sotto assedio dei barbari per lungo
tempo. La resa dei barbari fu motivata sia dall'ignoranza dei Germani
in fatto di macchine d'assedio che, come suggerisce Giordane, «dalla
<b>somma</b> <b>versata</b> loro dagli <b>abitanti</b>». Nel III
secolo inizia anche l'espansione di alcune tribù slave nella Boemia
(nome che deriva da "territorio dei Boi"), a danno dei
Celti.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 250</b> - Dopo il primo assalto
avvenuto durante l'epoca di Marco Aurelio, un'altra pesantissima e
ancor più devastante <b>epidemia</b> di <b>peste</b> colpisce i
territori dell'Impero nel ventennio 250-270. Si è calcolato che il
morbo abbia mietuto <b>milioni</b> di <b>vittime</b> e che alla fine
la popolazione dell'Impero fosse ridotta del 30 per cento, da 70 a 50
milioni di abitanti. Il prezzo da pagare per la sopravvivenza
dell'Impero fu molto alto anche in termini territoriali: a partire
dal 260, gli Imperatori che si susseguirono dovettero abbandonare
definitivamente, gli Agri decumates oltre il Reno (sotto Gallieno) e
la provincia delle Tre Dacie (sotto Aureliano, nel 271 circa).</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 251</b> - Insieme al figlio
Erennio Etrusco, <b>muore</b> Gaio Messio Quinto Traiano<b> Decio</b>
(201 - 1º luglio 251), imperatore romano dal 249, durante la
battaglia di Abrittus. Decio regnò così per soli due anni. Furono
avvenimenti torbidi quelli che seguirono la morte di Decio, che aveva
dovuto sostenere dure <b>lotte</b> coi <b>Goti</b> giunti sino a
Filippopoli. Gli eserciti <b>romani</b> <b>lasciarono</b> le
<b>frontiere</b> per marciare verso l'interno e i barbari passarono
dovunque i confini. I Goti, oltre a spingersi via terra a sud del
Danubio, arrivavano anche per mare in Asia Minore. <b>Alemanni</b> e
<b>Franchi</b> si rovesciarono sulla <b>Gallia</b>, attaccata per
mare dai <b>Sassoni</b><span style="font-weight: normal;">,</span>
<b>confederazione</b> di popoli germanici <b>occidentali</b>,
formatasi probabilmente nel III secolo e consolidatasi nel IV secolo,
grazie all'unione delle tribù germaniche che si affacciavano sul
Mare del Nord, come i Cauci, gli Angrivari, oltre ai Cherusci.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">In quei tempi l'<b>esercito</b>
<b>imperiale</b> era per buona parte <b>formato</b> da <b>Germani</b><span style="font-weight: normal;">,
d'</span>aspetto e organizzazione divenuti sempre più barbarizzati
e si era <b>persa</b> quella <b>superiorità</b> che gli veniva
dall'<b>armamento</b> e dalla <b>disciplina</b> <b>romana</b>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkzTNDXJkh0IDXTTATem-qv4AMcqi-0bEZ1IZwGAeiqjmQzRcy7YX5y3YMynH1TAyFXy8SovHY2rchN7tewd4POqQcn1VNampE9hVde6YK5MpyWs_OrTxAoApIjNv4HQJo-hIulHIJHIBG/s1600/Valeriano+moneta.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="148" data-original-width="158" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkzTNDXJkh0IDXTTATem-qv4AMcqi-0bEZ1IZwGAeiqjmQzRcy7YX5y3YMynH1TAyFXy8SovHY2rchN7tewd4POqQcn1VNampE9hVde6YK5MpyWs_OrTxAoApIjNv4HQJo-hIulHIJHIBG/s1600/Valeriano+moneta.GIF" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">Valeriano su sesterzo. Di</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Classical Numismatic Group,</div><div style="margin-bottom: 0cm;">Inc. <a href="https://www.cngcoins.com/" target="_blank">QUI</a>, da <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:ValarianusIsest.jpg" target="_blank">QUI</a>.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"></div></td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 253</b> - Il nuovo imperatore
<b>Valeriano</b> (imperatore dal 253 al 260), <b>spartisce</b> il
potere con il figlio <b>Gallieno</b> (imperatore dal 253 al 268),
affidandogli la parte occidentale dell'impero e riservando per sé
quella orientale, come in passato era già avvenuto con Marco Aurelio
e Lucio Vero (dal 161 al 169). Intorno al 253 gli <b>Eruli</b> si
erano uniti ai <b>Goti</b> nell'attacco a Pessinunte ed Efeso, che
distrussero. In seguito presero parte, insieme ai <b>Gepidi</b> (i
Goti settentrionali) e ad altre tribù, all'imponente coalizione
guidata dai Goti che saccheggiò le province romane della regione
balcanico-anatolica. Da queste basi, Goti ed Eruli partirono per
compiere varie incursioni e spedizioni di pirateria lungo le coste
prima del mar Nero e poi dell'Asia minore.
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Nel 257 e nel 258, Valeriano emanò due
editti, che prevedevano la confisca dei terreni religiosi e la
condanna dei seguaci del Cristianesimo; a differenza dei suoi
predecessori diresse il proprio attacco alla gerarchia ecclesiastica
piuttosto che ai semplici fedeli. Tra le vittime di questa
persecuzione vi furono infatti papa Stefano I, papa Sisto II, il
vescovo di Cartagine Cipriano (messo a morte nel settembre del 258 e
con la fine della sua corrispondenza manca un'importante fonte
storica di quel periodo), Dionisio di Alessandria e san Lorenzo
martire. Il momento più cupo del suo principato fu raggiunto nel
260, quando Valeriano stesso fu sconfitto in battaglia e preso
prigioniero dai Sasanidi, morendo in prigionia senza che fosse
possibile intraprendere una spedizione militare per liberarlo.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioBmQWs8rlffwQM35U8d1Eyg7uYB6pJzF2eOoJpgIOvU5m4WujR3Jnvxovlo0a3iciJ1wj1J7hlmrmpaAAcLIR-IAZybmRuq3XF8MHGVMSk-HhwWymZR5JAZbTa_dYg2OjWACg-IGPzIY0/s1600/Gallieno.jpg" style="clear: left; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioBmQWs8rlffwQM35U8d1Eyg7uYB6pJzF2eOoJpgIOvU5m4WujR3Jnvxovlo0a3iciJ1wj1J7hlmrmpaAAcLIR-IAZybmRuq3XF8MHGVMSk-HhwWymZR5JAZbTa_dYg2OjWACg-IGPzIY0/s1600/Gallieno.jpg" width="150" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'imperatore Gallieno.</td></tr></tbody></table><p></p><p style="margin-bottom: 0cm;">Se da un lato l'impero romano sembra
abbia attraversato, sotto <b>Gallieno</b>, uno dei periodi più "bui"
della sua storia, questo imperatore rappresentò il punto di <b>svolta</b>
nel tragico periodo della crisi del III secolo, che era seguito alla
dinastia dei Severi. Non è un caso che proprio Gallieno sia stato il
primo a regnare per quindici anni (sette con il padre ed otto da
solo), cosa assai rara se si considera il primo periodo dell'anarchia
militare (dal 235 al 253). Era, infatti, dai tempi di Settimio Severo
(193-211) che un Imperatore romano non regnava tanto a lungo.
Gallieno riformò l'esercito: resosi conto dell'impossibilità di
proteggere contemporaneamente tutte le province dell'impero con una
statica linea di uomini posizionati a ridosso della frontiera,
Gallieno sviluppò una pratica che era iniziata verso la fine del II
secolo sotto Settimio Severo (con il posizionamento di una legione,
la legio II Parthica, a pochi chilometri da Roma, ovvero posizionando
una riserva strategica di soldati ben addestrati pronti ad
intervenire, dove serviva nel minor tempo possibile (contingenti di
cavalleria a Mediolanum, Sirmio, Poetovio e Lychnidos). In accordo
con queste considerazioni, Gallieno attorno agli anni 264-268, o
forse poco prima, costituì questa riserva strategica centrale (che
sarà alla base della futura riforma dell'esercito di Diocleziano),
formata prevalentemente da unità di <b>cavalleria </b>pesante dotate
di armatura (i cosiddetti promoti, tra cui spiccavano gli equites
Dalmatae, gli equites Mauri et Osroeni), poiché queste percorrevano
distanze maggiori in minor tempo della fanteria legionaria o
ausiliaria. Ed ogni volta che i barbari sfondavano il <i>limes</i>
romano e s'inoltravano nelle province interne, la "riserva
strategica" poteva così intervenire con forza dirompente. La
<b>base</b> principale scelta da Gallieno per la nuova armata fu
posta a <b>Milano</b>, punto strategico equidistante da Roma e dalle
vicine frontiere settentrionali della Rezia e del Norico. Si trattava
di un'iniziativa resasi necessaria anche a causa della perdita degli
Agri decumates tra il Reno ed il Danubio, che aveva portato i vicini
Germani a trovarsi più vicini alla penisola italica, centro del
potere imperiale. La predisposizione per la cavalleria riguardava non
solo le forze ausiliarie ed i numeri, ma anche le legioni stesse,
dove il numero di <b>cavalieri</b> passò da 120 a <b>726</b> per
legione. Sembra infatti che Gallieno abbia aumentato il contingente
di cavalleria interno alla legione stessa, dove la prima coorte era
composta da 132 cavalieri, mentre le altre nove di 66 ciascuna.
Questo incremento fu dovuto proprio alla necessità di avere un
esercito sempre più "mobile". La riforma di Gallieno,
inoltre, <b>toglieva</b> ai <b>senatori</b> ogni <b>carica</b>
<b>militare</b>; se in passato i comandanti delle legioni (<i>legatus</i>
<i>legionis</i>) provenivano dal Senato a parte quelli che
comandavano le legioni egiziane, ora provenivano dalla classe
equestre (praefectus legionis). Con le riforme apportate da Gallieno
infatti, <b>mutava</b> sia l'<b>estrazione</b> <b>sociale</b> dei
<b>comandanti</b> <b>militari</b> e dei loro diretti subalterni, già
monopolio aristocratico, che quella degli ufficiali intermedi, un
tempo privilegio dell'ordine equestre: dopo il 260 il <b>comando</b>
delle <b>legioni</b> e la carica di tribuno militare fu assegnata a
ufficiali di carriera spesso di <b>bassa</b> <b>origine</b> sociale.
Era ora possibile, anche per un semplice legionario che si
distinguesse per abilità e disciplina, scalare i diversi gradi
dell'esercito: centurione, protector, dux, fino a ottenere incarichi
amministrativi prestigiosi, quale quello di praefectus, comandante
militare. La <b>riforma</b> <b>eliminava</b> inoltre, in modo
definitivo ogni <b>legame</b> tra le <b>legioni</b> e l'<b>Italia</b>,
poiché i nuovi comandanti, che erano spesso militari di carriera
partiti dai gradi più bassi e arrivati a quelli più alti, erano
interessati più al proprio tornaconto o al massimo agli interessi
della provincia d'origine (in particolare a quelle Illiriche, visti
quanti imperatori saranno illirici), ma non a Roma. I generali che
comandavano questa forza, quindi, avevano nelle loro mani un potere
incredibile e non è un caso che futuri augusti come Claudio II il
Gotico o Aureliano ricoprissero questo incarico prima di diventare
imperatori. Il periodo in cui Gallieno regnò da solo (260-268) fu
caratterizzato anche da un rifiorire delle arti e della cultura, con
la creazione di un ponte tra la cultura classica dell'epoca degli
Antonini e quella post-classica della Tetrarchia. Tale periodo vide
un cambiamento nella visione dei rapporti tra uomo e divino e tra
uomini, un movimento che consciamente tentò di far rinascere la
cultura classica ed ellenica, come si può osservare dalla
monetazione e dalla ritrattistica imperiale. « In verità Gallieno
si segnalava, non lo si può negare, nell'oratoria, nella poesia ed
in tutte le arti. Suo è il celebre epitalamio che risultò il
migliore tra cento poeti. [...] si racconta che abbia recitato:
"Allora andate ragazzi, datevi da fare con il profondo del cuore
tra voi. Non le colombe i vostri sussurri, né l'edera i vostri
abbracci, né vincano le conchiglie i vostri baci". » (Historia
Augusta, Gallieni duo, 11.6-8.) . Fu questo periodo che vide fiorire
il Neoplatonismo, il cui maggior rappresentante, Plotino, fu amico
personale di Gallieno e Salonina, mentre il Cristianesimo si
consolidava.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 256</b> - Nuove <b>minacce</b>
per l'<b>Impero</b> romano da parte di <b>Germani</b> e <b>Sàrmati</b>,
causate principalmente da un <b>cambiamento</b> nelle <b>strutture</b>
<b>tribali</b> delle loro società rispetto ai precedenti secoli: la
popolazione, sottoposta all'<b>urto</b> di altri <b>popoli</b>
barbarici provenienti dalla <b>Scandinavia</b> e dalle pianure
dell'<b>Europa</b> <b>orientale</b>, necessitava di una struttura
organizzativa più forte, pena l'estinzione delle tribù più deboli.
Da qui la <b>necessità</b> di <b>aggregarsi</b> in <b>federazioni</b>
etniche di <b>grandi</b> <b>dimensioni</b>, come quelle di Alemanni,
Franchi e Goti, per difendersi da altre bellicose popolazioni
barbariche o per meglio aggredire il vicino Impero romano, la cui
ricchezza faceva gola. I Germani occidentali presentano nuovi
raggruppamenti etnici che, sotto l'influsso della civiltà romana,
costituiscono più salde formazioni politiche. Dai Suebi avevano
avuto origine gli <b>Alemanni</b> (<span style="font-weight: normal;">"</span>uomini
di molte stirpi<span style="font-weight: normal;">"</span>), che
comparvero fra il Meno e il Danubio e, forzato dopo lunghe lotte il
limes, varcarono il Reno occupando l'Alsazia e il Palatinato. I
<b>Sassoni</b> dall'Elba inferiore si estesero sino al centro della
Germania e poi verso ovest e sud, incorporando molte tribù in uno
stato potente. Non si trattava comunque allora, di spostamenti di
massa di intere popolazioni come quelli che si sarebbero verificati
nei secoli successivi, quando l'irruzione degli Unni nello scacchiere
europeo avrebbe indotto molte tribù germaniche a cercare nuove sedi
d'insediamento all'interno dell'Impero romano. Lo <b>sfondamento</b>
del <b>limes</b> renano-danubiano era <b>favorito</b> dalla grave
<b>crisi</b> <b>interna</b> che travagliava l'Impero romano, fra cui
l'epidemia di peste. Roma, infatti, attraversava un periodo di grande
instabilità interna, causata dal continuo alternarsi di imperatori
ed usurpatori (nell'anarchia militare). Le guerre interne consumavano
importanti risorse negli scontri tra i vari contendenti, richiedevano
continui arruolamenti di non-romani e sguarnivano le frontiere,
facilitando lo sfondamento da parte delle popolazioni barbariche che
si trovavano lungo il limes. Daci, Alani, Carpi e soprattutto <b>Goti</b>
attaccarono l'impero romano, mentre le tribù <b>Slave</b> <b>orientali</b>
(dell'Europa orientale), ridussero fortemente i loro rapporti
commerciali con Roma, preferendo quelli con le tribù sarmatiche o
altre tribù slave orientali e parteciparono alle <b>guerre</b>
<b>anti</b>-<b>schiaviste</b> contro Roma, unendo parte delle loro
forze a quelle gotiche nel III e IV secolo. Le basi geopolitiche
fondamentali per le offensive dei cosiddetti "barbari"
contro l'impero romano, nel III secolo, furono le regioni fra il
Danubio, il Reno, l'Elba e la costa settentrionale del mar Nero.
Indispensabile, per la riuscita di queste campagne militari, fu
l'<b>alleanza</b> tra i <b>ceti</b> <b>nobiliari</b> <b>germanici</b>
e <b>slavi</b> e le grandi <b>masse</b> popolari, <b>schiavili</b> e
<b>semischiavili</b>, che consideravano i "<b>barbari</b>"
come loro <b>liberatori</b>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: left; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"></b></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKjbwqxHiIRCMTlad7tMuDs-BW7JvU53x18Z__fR6S1A0TVmYJv_V8cXsnOCdQQC-6yhHVFj6UO4eKd_LdJdXZrshXejsF8KsfdmI8BSzw1AwwOoWZihke-WmYdFFfUQqsQLmEOliTEgV5/s1600/Dacia.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="274" data-original-width="269" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKjbwqxHiIRCMTlad7tMuDs-BW7JvU53x18Z__fR6S1A0TVmYJv_V8cXsnOCdQQC-6yhHVFj6UO4eKd_LdJdXZrshXejsF8KsfdmI8BSzw1AwwOoWZihke-WmYdFFfUQqsQLmEOliTEgV5/s200/Dacia.GIF" style="cursor: move;" width="196" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Dacia, persa dai Romani<br />nel 257, da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Invasioni_barbariche_del_III_secolo#/media/File:Barbarian_invasions_from_3rd_century.png" target="_blank">https://it.wikipedia.<br />org/wiki/Invasioni_barbariche_<br />del_III_secolo#/media/File:<br />Barbarian_invasions_from_<br />3rd_century.png</a>.</td></tr></tbody></table>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Dal 257</b><b> </b>-<b> </b>La popolazione germanica dei <b>Goti</b><b> </b>conquista la<b> Dacia</b>, territorio dell'impero romano.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 260</b> - Con <b>Gallieno</b>
imperatore si <b>abbandonano</b> definitivamente gli <b>Agri</b>
<b>decumates</b> alla confederazione degli Alemanni, che giungono
fino alle porte di Mediolanum (Milano) nella primavera del 260 e che
le legioni romane riescono a respingere nella battaglia di Milano.
Sembra che l'imperatore d'Occidente Gallieno non fosse intervenuto
prima lungo il fronte germanico-retico a causa della contemporanea
crisi orientale, in cui il proprio padre, l'imperatore d'Oriente
Valeriano, era stato catturato dai Sasanidi di Sapore I e poco tempo
dopo era morto prigioniero. <b>Gallieno</b> si <b>rende</b> così
<b>conto</b> dell'<b>impossibilità</b> di <b>difendere</b>
contemporaneamente tutte le <b>frontiere</b> dell'impero con una
<b>linea</b> <b>statica</b> di uomini posizionati a ridosso della
frontiera (detti appunto <b>limitanei</b> dal termine latino limes)
ora che il fronte è stato sfondato definitivamente, perciò
formalizza e migliora la pratica che si era già diffusa dalla fine
del II secolo sotto Settimio Severo che, <span style="font-weight: normal;">a
dispetto della </span><b>tradizione</b><span style="font-weight: normal;">
che voleva l'</span><b>Italia</b><span style="font-weight: normal;">
</span><b>libera</b><span style="font-weight: normal;"> dagli
</span><b>eserciti</b><span style="font-weight: normal;">,</span>
aveva fatto acquartierare la Legio II Parthica, a pochi chilometri da
Roma come <b>riserva</b> <b>strategica</b> di soldati ben addestrati
(detti <i>comitatenses</i>), <b>pronti</b> ad intervenire nel <b>minor</b>
<b>tempo</b> possibile ovunque, sia nella capitale che alle
frontiere. Gallieno costituì questa riserva strategica centrale (che
sarà alla base della futura riforma dell'esercito di Diocleziano)
formata prevalentemente da unità di <b>cavalleria</b> <b>pesante</b>,
ovvero composte da cavalieri dotati di armatura pesante (i cosiddetti
<i>promoti</i>, tra cui spiccavano gli <i>equites Dalmatae</i> e gli
<i><span style="font-weight: normal;">equites Mauri et Osroeni</span></i>),
poiché questi percorrevano <b>distanze</b> <b>maggiori</b> in <b>minor</b>
<b>tempo</b> della fanteria legionaria o ausiliarie. Ogni volta che i
barbari sfondavano il limes e s'inoltravano nelle province interne,
interveniva la "riserva strategica". La <b>base</b>
principale scelta da Gallieno per la nuova armata fu proprio <b>Milano</b>,
punto strategico <b>equidistante</b> da <b>Roma</b> e dalle vicine
frontiere settentrionali di <b>Rezia</b> e <b>Norico</b>. Si trattava
di un'iniziativa resasi <b>necessaria</b> dalla <b>perdita</b> degli
<b>Agri</b> <b>Decumates</b> tra il Reno ed il Danubio, che aveva
portato i vicini <b>Germani</b> a trovarsi più <b>vicini</b> alla
penisola italica, centro del potere imperiale. Visto il nuovo ruolo
strategico della città che diverrà in seguito capitale della parte
occidentale dell'impero, per l'occasione Gallieno apre nell'antica
Mediolanum una nuova <b>zecca</b>.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><b style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: left; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"></b></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF-9kgaX4M00-kmZERxuRcoQ4J_um7f00h87zaNG00V6fLGdagy4c2V1xpwue6L2KXI4ZMbHF13cFJM2r1DkWvkSSoRMI7j1q7h865gJAsc-LXnFAz1I4ByL1ODA8ODfR3SDCUiblnpI7C/s1600/germani+258-260.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="330" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF-9kgaX4M00-kmZERxuRcoQ4J_um7f00h87zaNG00V6fLGdagy4c2V1xpwue6L2KXI4ZMbHF13cFJM2r1DkWvkSSoRMI7j1q7h865gJAsc-LXnFAz1I4ByL1ODA8ODfR3SDCUiblnpI7C/w400-h330/germani+258-260.png" style="cursor: move;" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'Europa centrale nel 258-260 con i percorsi delle migrazioni delle<br />confederazioni dei Franchi, degli Suebi Alemanni,
Marcomanni<br /> e Quadi, dei Sàrmati Iazigi. Immagine da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Milano_(260)#/media/File:Invasioni_occidente_258-260_png.png" target="_blank">https://it.wikipedia.<br />org/wiki/Battaglia_di_Milano_(260)#/media/<br />File:Invasioni_occidente_258-260_png.png</a>. </td></tr></tbody></table>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Inoltre con la <b>riforma</b>
dell'<b>esercito</b> operata da <b>Gallieno</b> (imperatore dal 260
al 268), il <b>Senato</b> di Roma finisce per essere <b>escluso</b>
non solo sostanzialmente, ma anche ufficialmente dal <b>comando</b>
<b>militare</b>, in quanto l'imperatore decreta che le legioni
possano essere guidate anche da <i>praefecti</i> di rango equestre,
la classe sociale intermedia fra Patrizi e Plebei istituita da Gaio
Sempronio Gracco nel 123 a.C., mentre in precedenza il comando delle
legioni era monopolio di legati patrizi, di classe senatoria.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; display: inline; float: none; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: left; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"></span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY8KuszYF3qrivB15Uez6N0Ntw-qBTRq8iCeAmSqmhhtmy9rk52jjlNHGo6DggeHiyYfIE0TASekXRA48oCI6X_xMkneXmTX8BrD1u5MZKCmkBFRZ6R5DiV-70Z36uwEK1egidSGBvCzQ/s1600/rom+impero+romano.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY8KuszYF3qrivB15Uez6N0Ntw-qBTRq8iCeAmSqmhhtmy9rk52jjlNHGo6DggeHiyYfIE0TASekXRA48oCI6X_xMkneXmTX8BrD1u5MZKCmkBFRZ6R5DiV-70Z36uwEK1egidSGBvCzQ/w400-h300/rom+impero+romano.jpg" style="cursor: move;" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'Impero Romano nel 260, quando erano imperatori Valeriano e<br />suo figlio Gallieno. Il Regno di Palmira e l'Impero delle Gallie<br />effettuarono una secessione che fu poi risolta da Aureliano<br />nel 271-274. </td></tr></tbody></table>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Dopo l'abbandono degli <b>Agri</b>
<b>decumates</b> da parte dei Romani, la confederazione suebica degli
<b>Alemanni</b> vi si stanzia e in particolare i suebi <b>Semnoni</b>
si stanziano lungo la <b>valle</b> del <b>Neckar</b>. Al 260 sembra
infatti che appartengano i numerosi segni di <b>distruzione</b> lungo
il <b>Limes</b> a Kempten, Bregenz, Grenoble e Losanna con la
riapertura della fortezza legionaria di Vindonissa (nel Baden
svizzero) e dei forti ausiliari di Augusta Raurica e Castrum
Rauracense nei pressi di Basilia, la moderna Basilea. Non a caso
l'iscrizione rinvenuta ad Augusta Vindelicorum (Augsburg) ricorda una
vittoria contro le genti germaniche di Semnoni e Iutungi, nell'anno
in cui Postumo era già Augusto dell'impero delle Gallie e console
insieme ad un certo Honoratiano.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Dallo stesso 260 (fino al 274 circa),
l'imperatore Gallieno è costretto ad assistere alla successiva
<b>secessione</b> di <b>due parti</b> dell'<b>impero</b>, una
nell'occidente britannico-gallico-hispanico usurpata da Postumo, ex
governatore delle Germanie superiore ed inferiore, e poco dopo una
nel vicino oriente in seguito all'assassinio del governatore di
Palmira, Settimio Odenato, la cui moglie Zenobia aveva preso il
potere in nome del figlio minorenne Vaballato per poi staccarsi da
Roma. Sembra che l'imperatore non avesse potuto intervenire lungo il
fronte germanico-retico a causa della contemporanea crisi orientale
del 260, in cui il proprio padre Valeriano, era stato catturato dai
Persiani Sasanidi durante la battaglia di Edessa, in Mesopotamia, dal
re Shapour I (Sapore I), per poi morire prigioniero qualche tempo
dopo. Va precisato comunque che grazie alla divisione provvisoria
dello Stato romano in tre parti (a occidente l'impero delle Gallie,
al centro Italia, Illirico e province africane e a oriente il Regno
di Palmira), l'<b>Impero</b> <b>riuscì</b> a <b>salvarsi</b> dal
tracollo. Ne scriveva in merito Eutropio: « Avendo così Gallieno
abbandonato lo Stato, l'Impero romano fu salvato in Occidente da
Postumo ed in Oriente da Odenato. » (Eutropio, Breviarium ab urbe
condita, 9, 11.). In Oriente Settimio Odenato aveva respinto i
Sasanidi e si era ritagliato un dominio personale, nominalmente
controllato da Roma, noto come "<b>Regno</b> <b>di</b> <b>Palmira</b><span style="font-weight: normal;">"</span>,
la sua capitale (l'attuale Tadmor in Siria) e che sua moglie Zenobia
staccherà da Roma dopo il suo omicidio, mentre in Occidente il
comandante delle truppe renane, Postumo, si era rivoltato uccidendo
Salonino, il figlio di Gallieno di cui era tutore, proclamandosi
augusto e creando l'"<b>Impero</b> <b>delle</b> <b>Gallie</b><span style="font-weight: normal;">"</span>,
un vero e proprio stato con senato, consoli e magistrature simili a
quelle dell'impero "centrale". Postumo era riuscito a
costituire un impero incentrato sulle provincie della Germania
inferiore e della Gallia Belgica alle quali si erano unite poco dopo
le altre province galliche, quelle della Germania superiore, della
Britannia, dell'Hispania e, per un breve periodo, anche quella di
Rezia.</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div><p style="margin-bottom: 0cm;"><b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br /> perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br /></p><div style="margin-bottom: 0cm;">Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br /><div style="margin-bottom: 0cm;">Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div> cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br /><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;">Per "Romani e Germani - I - Dall'antichità al limes degli Agri Decumates nella Germania romanizzata" <a href="https://storianet.blogspot.com/2022/02/romani-e-germani-i-dallantichita-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div><div style="margin-bottom: 0cm;">Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div></div></div>Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br /><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;">Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div>Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br /><div>Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div><b>Da altri 7 blog</b>:<br /><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;">Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br /><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: center;"><div style="text-align: left;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="text-align: center;"><div style="text-align: left;">Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span></span><br /><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><div><div style="margin: 0px;"><div><div><div><div>Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div>Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div><div>Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div><div><div>Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br /> a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div><div><div>Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div><div>Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div></div><div>Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div><div>Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div><div>Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div><div><div>Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div><div>Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div><div>Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div></div><div>Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div><div>Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div><div>Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div><div>Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div><div>Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div><div>Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div>andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-33174901025367200992020-05-12T04:15:00.005-07:002021-02-27T05:58:35.632-08:00Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAYYyVbY2GEnqOcN3YAw9XqQOm_-aRITQ9jcipAJJ3WsyhE8VtSW_drXCVHA1lbr56zuhwoHAk8y2vo43fU0htP_0ATmrvT0TmjRCWuPIdf7hf-8W2Rl6erXTqJ9Jd1kogi4KEiW5SIJQe/s1600/disunione+euro2.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="280" data-original-width="448" height="125" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAYYyVbY2GEnqOcN3YAw9XqQOm_-aRITQ9jcipAJJ3WsyhE8VtSW_drXCVHA1lbr56zuhwoHAk8y2vo43fU0htP_0ATmrvT0TmjRCWuPIdf7hf-8W2Rl6erXTqJ9Jd1kogi4KEiW5SIJQe/s200/disunione+euro2.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rappresentazione di disunione<br />
nell'eurozona.</td></tr>
</tbody></table>
<b>Dal 2010</b> - Tra il 2010 e il 2011 si è riscontrato l'allargamento della crisi ai debiti sovrani e alle finanze pubbliche di molti paesi (in larga misura gravati dalle spese affrontate nel sostegno ai sistemi bancari), soprattutto ai paesi dell'eurozona (impossibilitati a operare manovre sul tasso di cambio o ad attuare politiche di credito espansive e di monetizzazione), che in alcuni casi hanno evitato l'insolvenza sovrana (<b>Portogallo, Irlanda, Grecia</b>), grazie all'erogazione di ingenti prestiti (da parte di FMI e UE), denominati "piani di salvataggio", volti a scongiurare possibili default.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiujw5xU7Bl4wqUnk7UQxISk8gAkOtGlrxx85Fv6WIE78HGsAl-YuXhmAH5RyLqhVqPecV2rBigbtuxr0P2VSXKG7kLovXKXz7umTVK3WQffLHMmUlgF4xsROoSzwzIiONI3_kX8zqU8oM/s1600/ue+-+dati+macroeconomici+del+2010+stati+membri.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiujw5xU7Bl4wqUnk7UQxISk8gAkOtGlrxx85Fv6WIE78HGsAl-YuXhmAH5RyLqhVqPecV2rBigbtuxr0P2VSXKG7kLovXKXz7umTVK3WQffLHMmUlgF4xsROoSzwzIiONI3_kX8zqU8oM/s200/ue+-+dati+macroeconomici+del+2010+stati+membri.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Tabella dei dati macroeconomici</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del 2010 degli Stati membri</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dell'Unione Europea. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b><b style="font-weight: bold;"> La crisi economica i</b><b>n Portogallo</b>. A inizio aprile 2010 le banche portoghesi danno l'annuncio di non essere in grado di acquistare in asta i titoli del debito pubblico portoghese, destando la sorpresa del mercato. L'esito, anch'esso molto anomalo, dell'asta dei titoli di stato a breve termine portoghesi il 6 aprile 2011, con i T-bill a scadenza semestrale e annuale, assegnati con tassi in forte rialzo rispetto alle emissioni precedenti costituì il campanello d'allarme per l'imminente crisi di liquidità dello stato portoghese. Il Portogallo stava scontando la condizione di tassi di crescita economica molto lievi, dovuti all'erosione continua di competitività, di salari troppo alti rispetto alla produttività, di infrastrutture inadeguate o insufficienti, istruzione inadeguata e scarsa razionalizzazione della spesa pubblica. L'assenza di sviluppo si combinò con un gettito fiscale insufficiente, fattori che inseriti nel contesto di una crisi di fiducia degli investitori condussero rapidamente il Portogallo ad essere incapace di rifinanziarsi sul mercato e di onorare il debito già contratto. Nel marzo 2011 il premier José Sócrates era stato costretto alle dimissioni in seguito alla bocciatura in aula delle misure di austerità (quarta manovra economica in ordine di tempo). Dopo aver fatto richiesta ufficiale di aiuti per 80 miliardi di euro, l'eurogruppo approvò il piano di salvataggio del Portogallo, concesso a condizione che il parlamento approvasse il risanamento di bilancio. L'intervento, dell'ammontare complessivo di 80 miliardi, fu concesso in una situazione di estrema emergenza di fondi dello stato, impossibilitato a coprire i rimborsi e le spese ordinarie. Successivamente il parlamento portoghese sarà costretto a discutere e approvare pesanti misure riduzione del disavanzo e delle spese, tra le più dure degli ultimi 50 anni. Il 5 luglio 2011 anche il Portogallo fu colpito dal declassamento di Moody's, con un taglio di quattro note del rating a lungo termine (dal Baa1 a Ba2) e outlook negativo alla luce - secondo il comunicato ufficiale dell'agenzia - del "crescente rischio che il Portogallo chieda una seconda tranche di finanziamenti internazionali prima che possa tornare sul mercato privato e dell’aumento delle possibilità che venga chiesta come pre-condizione la partecipazione del settore privato".<br />
<br /></div>
<b>- </b>Il 23-04 il governo greco richiede all'Unione Europea e al FMI l'attivazione di un pacchetto d'aiuti con un prestito iniziale di 45 miliardi di euro: <b>inizia la crisi politico-sociale della Grecia</b>.<b style="font-weight: bold;"> </b><br />
<b style="font-weight: bold;"><br /></b><b>-</b> <b><b><b>La crisi economica della</b> </b>Grecia</b> è parte della crisi del debito sovrano europeo. A partire dalla fine del 2009 i timori di una crisi del debito sovrano sviluppati tra gli investitori sulla capacità della Grecia nel rispettare gli obblighi di debito, a causa della forte crescita del debito pubblico Questo portò ad una crisi di fiducia, indicata da un allargamento dello spread di rendimento delle obbligazioni e il costo di un'assicurazione contro i rischi su credit default swap rispetto agli altri paesi della zona euro, soprattutto la Germania. Il declassamento del debito pubblico greco a junk bond nell'aprile 2010 ha creato allarme nei mercati finanziari. Il 2 maggio 2010 i paesi dell'Eurozona e il Fondo Monetario Internazionale hanno approvato un prestito di salvataggio per la Grecia da 110 miliardi di euro, subordinato alla realizzazione di severe misure di austerità. Prestito che in realtà nasconde un parziale e già avvenuto default dello stato greco, non più in grado di vendere agli investitori a condizioni di mercato i propri titoli di debito. Nell'ottobre 2011 i leader dell'Eurozona hanno deciso di offrire un secondo prestito di salvataggio da 130 miliardi di euro per la Grecia, condizionato non solo dall'attuazione di un altro duro pacchetto di austerità ma anche dalla decisione di tutti i creditori privati per una ristrutturazione del debito greco, riducendo il peso del debito previsto da un 198% del PIL nel 2012 a solo 120,5% del PIL entro il 2020. La seconda operazione di salvataggio è stata ratificata da tutte le parti nel febbraio 2012, e venne attivato il mese successivo, quando è stata soddisfatta l'ultima condizione del piano di ristrutturazione del debito di tutti i titoli di stato greci. Il piano di salvataggio più recente è impostato per coprire tutte le esigenze finanziarie greche nei prossimi tre anni, 2012-2014. Se la Grecia riuscirà a soddisfare tutti gli obiettivi economici delineati nel piano di salvataggio, un ritorno pieno all'uso di capitali privati per la copertura di fabbisogni finanziari futuri sarà possibile nuovamente nel 2015. Per "Grecia: come sopprimere una democrazia" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/2015/01/grecia-come-sopprimere-una-democrazia.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRRTqlxL2i3gvo8kyA__kCWFNJRct2oMWsKvT-0AWq-1muDqxFRvyVd1psjMHi_7jML68z-zSXB9MSFOnoYJkUABqfPDP2hg2NZxn0k677wp6VBUklCGuNKXVr9ic0CsCKL-pF6vMAmUQ/s1600/ue+stati+divisi+per+pil+pro-capite+nel+2010.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRRTqlxL2i3gvo8kyA__kCWFNJRct2oMWsKvT-0AWq-1muDqxFRvyVd1psjMHi_7jML68z-zSXB9MSFOnoYJkUABqfPDP2hg2NZxn0k677wp6VBUklCGuNKXVr9ic0CsCKL-pF6vMAmUQ/s200/ue+stati+divisi+per+pil+pro-capite+nel+2010.png" width="186" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina dell'Unione Europea con il</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
PIL dei 27 Stati membri nel 2010.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 2011</b> - Il 1° gennaio l'<b>Estonia</b> adotta l'<b>euro</b>, portando la zona euro a diciassette membri.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 31 marzo Mayotte passa da COM a DOM francese, diventando ufficialmente territorio dell'Unione Europea.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b><b><b>La crisi economica i</b>n </b>Italia </b>è stata scatenata da tre ragioni combinate: l'enorme stock di debito, soprattutto se rapportato al Pil (che subì una forte crescita a partire dal 2008, in coincidenza con la crisi, dopo diversi anni di complessiva riduzione); la scarsa o assente crescita economica, con il prodotto interno lordo aumentato in termini reali solo del 4% nel decennio 2000-2010; la scarsa credibilità dei governi e del sistema politico, spesso apparso privo di decisione o tardivo agli occhi degli osservatori internazionali e degli investitori. L'indebitamento estero del settore privato (soprattutto verso i paesi centro-europei, cresciuto con l'adesione all'UEM), l'impossibilità di ricorrere alla svalutazione della moneta (proibita dagli accordi di Maastricht) per stimolare la competitività delle esportazioni, il forte deficit della bilancia commerciale, cui va aggiunto il dato dell'enorme quantità di debito pubblico pregresso (aumentato inoltre tra 2008 e 2011 del 7%), indussero molti investitori, soprattutto esteri, a nutrire sfiducia verso la capacità dell'Italia di essere solvibile, provocando un deflusso di investimenti e un ritiro improvviso dei capitali (con conseguente impennata dei tassi di interesse sui titoli di stato). Il 2009 aveva visto un crollo del Pil italiano del 5%, mentre l'indebitamento della amministrazioni pubbliche era aumentato a 80,8 miliardi, pari al 5,3% del Pil; il deficit aveva visto un incremento del 2,6%.Molto pesante fu il crollo del settore industriale, calato del 15,1%, come anche gli ordinativi che subirono un brusco contraccolpo. Particolarmente consistente fu il crollo del settore dell'auto, con un calo delle vendite a dicembre del 2008 del 48,9%. Sul fronte del debito pubblico, tra il 2008 e il 2010, nel contesto di una scarsa crescita e di un'economia in stagnazione (pur avendo avuto il Pil italiano un incremento nel 2010 intorno all'1,2%, ma segnando un nuovo calo nel 2011 con percentuali vicine allo zero), il debito pubblico italiano aumentò dal 103,6% al 119,0% (quarto valore più grande al mondo in rapporto al Pil), per un ammontare complessivo nel 2010 a 1.843.015 milioni di euro, a fronte di un Pil pari a 1.548.816 milioni. In rosso, gli stati europei chiamati "PIGS" nel mondo anglosassone (in inglese "maiali"), cioè Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna, indicati come fonti di tensioni nell'eurozona, in virtù della loro ritenuta cattiva situazione finanziaria e economica. A questi si è aggiunta prima l'Italia formando l'acronimo "PIIGS" e poi il Regno Unito con l'acronimo "PIIGGS".<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'ammontare dei titoli di stato italiani in circolazione fa riferimento a tutti i titoli emessi dallo stato, sia sul mercato interno (attraverso BOT, CTZ, CCT, BTP e BTP€i), sia sul mercato estero (programmi global, MTN e carta commerciale). A partire dal 2008 la forbice tra buoni del tesoro poliennali e Bund inizia ad ampliarsi. Essa appariva quasi del tutto irrilevante nel 2006, quando il tasso di rendimento dei titoli italiani rispecchiava un'affidabilità superiore ai Treasuries americani e ai Gilts britannici. Nel 2008 tuttavia lo spread raggiunse la soglia vicina ai 100 punti base, salendo l'anno successivo di ulteriori 50 punti e raggiungendo in dicembre i 176 punti base. La crisi del debito sovrano italiano raggiunse la sua fase più acuta a partire dall'estate del 2011, dopo che già Grecia, Irlanda e Portogallo avevano, a vario titolo, riscontrato difficoltà nel collocamento dei titoli di debito pubblico sul mercato finanziario (con tassi di rendimento ormai attestati su soglie proibitive), giungendo nella condizione di non potersi rifinanziare. Ciò alla fine di un anno circa lungo il quale il costo della raccolta per il Tesoro aumentò di oltre 1,5 punti percentuali: il BTP quinquennale nel 2010 assegnato in asta attorno al 2,64%, a luglio 2011 toccava il 4,629% (+2% circa). Fino all'inizio dell'estate 2011, tuttavia, i buoni del tesoro poliennali italiani avevano conservato contenuti rendimenti e buona appetibilità sul mercato, tanto da essere considerati un "bene rifugio", al pari dei titoli dei paesi più solidi dell'eurozona sotto il profilo dell'affidabilità del debito (Germania, Olanda, Austria e Francia). Per oltre dieci anni dall'introduzione della moneta unica l'Italia aveva potuto collocare a tassi vantaggiosi i propri titoli di stato, pur nelle differenze oggettive tra le economie dei paesi membri e nonostante le difficoltà maggiori riscontrate dall'Italia, già prima dell'adesione all'eurozona, nella distribuzione dei titoli pubblici. Prima che esplodesse la crisi della Grecia, nella primavera 2011 il Tesoro italiano rifinanziava il debito pubblico collocando titoli di stato in asta con costi medi all'emissione scesi a livelli record del 2,1 per cento. In un'asta tenutasi a metà luglio, però, i titoli a 15 anni vennero venduti al 5,90%, il massimo della storia della moneta unica, mentre quelli a 5 anni al 4,93%. L'ampliamento dello spread, il differenziale di rendimento fra titoli di stato italiani e tedeschi (Bund), contribuì a innescare una crisi di fiducia sulla redimibilità dell'Italia, provocando il ribasso dei mercati azionari europei e in particolare della Borsa di Milano. In una progressività crescente, il differenziale si attestò a 200 punti a fine giugno, a 350 a inizio luglio, a 400 a inizi agosto, per poi scendere lungo il mese di agosto, in coincidenza con l'intervento della BCE, e arrivare a 500 ai primi di novembre, toccando il massimo degli ultimi anni il 9 novembre 2011.<br />
<br /></div>
<b>-</b> Il 12 novembre l'UE convince Napolitano, presidente della repubblica italiana, a rimuovere Silvio Berlusconi dalla presidenza del consiglio dei ministri. L'UE (Germania in testa e Francia allineata), vede nella <b>catastrofica gestione economica italiana</b> (per quanto un nuovo sorpasso del PIL italiano su quello britannico si fosse verificato nel 2009) il rischio del crollo del delicato equilibrio interno all'UE. <b>Mario Monti</b>, che non è un politico, seppur ex funzionario di organismi internazionali, viene messo a capo di un governo di "tecnici" che riuscirà a spremere liquidità agli italiani, distruggendo sia ciò che era rimasto dello stato sociale italiano che i fondamentali per la crescita: ma darà alla BCE e alle banche europee ciò che esigono.<br />
<br />
<b>Nel 2012</b> - Il 1° aprile il diritto d'iniziativa dei cittadini europei consente ad un milione di cittadini europei di prendere direttamente parte all'elaborazione delle politiche dell'UE, invitando la Commissione europea a presentare una proposta legislativa.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiU0rnU8TuEFPqbD3PgifJ7TNMpnEFUNTsOcIdV4Zx78Fx4b-_dV31LaPROh5FA74mQX0F4W83u0K9jxTpWAehXCGaDPOXJBwCVZNQnRU5tI3okVhhmKhOZEWJjHewDiVrkR71FohuvHAo/s1600/ue+i+primi+10+comuni.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiU0rnU8TuEFPqbD3PgifJ7TNMpnEFUNTsOcIdV4Zx78Fx4b-_dV31LaPROh5FA74mQX0F4W83u0K9jxTpWAehXCGaDPOXJBwCVZNQnRU5tI3okVhhmKhOZEWJjHewDiVrkR71FohuvHAo/s200/ue+i+primi+10+comuni.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Unione Europea, i 10 maggiori</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
comuni dell'UE con i dati della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
popolazione. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> <b>La crisi economica i</b><b>n Spagna</b>. La crescita dell’economia spagnola, assistita da un credito facile e a buon mercato, si interrompe bruscamente nel 2008. Essa era ampiamente basata sullo sviluppo artificioso del settore immobiliare, la cui grave crisi a partire dal 2008 trascina con sé anche drammatiche conseguenze per il sistema finanziario. I crediti incagliati delle banche hanno così raggiunto l’8,4% del totale nel marzo 2012. Alcune fonti valutano che sia necessario immettere dei mezzi propri nel sistema per 50-60 miliardi di euro, mentre altre parlano di cifre intorno ai 100 miliardi di euro (The Economist, 2012) e c’è anche chi si spinge ragionevolmente sino ai 120 miliardi e oltre. Una delle vie seguite dal governo per cercare di uscire dalle difficoltà è stata quella di fondere insieme più istituti, permettendo così che, all’interno di ogni raggruppamento, quelli deboli siano sostenuti da quelli con un bilancio migliore. Ma già l’esperienza della Bankia, frutto a suo tempo della fusione di sette banche più piccole e che ora ha bisogno di 23 miliardi di euro di nuovo capitale (circa cinque volte tanto rispetto alle prime stime), mostra le difficoltà di tale opzione (Economics blog, 2012). Il governo conservatore spagnolo, che non cessa di commettere errori su errori, sembra persistere in tale politica, meditando di fondere altre tre banche tra di loro. Le opinioni degli osservatori sembrano unanimi nel giudicare molto difficile che la soluzione del problema di Bankia, così come delle altre banche in difficoltà, si possa trovare con le sole risorse interne al paese, come il governo sembrava pensare almeno sino a qualche giorno fa, mettendo a punto soluzioni dilettantesche al riguardo. D’altro canto, il popolo spagnolo, che è obbligato a stringere la cinghia, trova difficile digerire il salvataggio con le proprie risorse di quelle banche le cui follie lo hanno portato alla rovina (Tremlett, 2012). Si deve comunque considerare che in Spagna (ma anche altrove) si registra ormai una stretta interdipendenza tra le banche e l’andamento dei budget pubblici e non sembra esserci modo per uscire da questa trappola al solo livello nazionale. Una parte del debito pubblico è detenuto dalle banche, che così sono esposte a potenziali e devastanti perdite (gli istituti spagnoli hanno in più molti crediti immobiliari inesigibili). A sua volta un governo debole tenta di salvare il sistema bancario, ma non ne ha i mezzi. In ogni caso appare chiaro che ormai il problema europeo e non solo spagnolo non è solo quello dei budget pubblici, ma anche di un sistema bancario in pesanti difficoltà. Si va facendo così strada, a livello internazionale, l’idea della costruzione di un sistema bancario a livello europeo, con un meccanismo di regolazione e di supervisione unico, una garanzia europea sui depositi bancari degli istituti del continente, l’intervento del fondo salva stati o di qualche altro organismo nel salvataggio delle banche spagnole e, più in generale, di quelle del continente, oltre ad un qualche rafforzamento dell’intervento della Bce ed altro ancora. La caduta della fiducia nella Spagna provocata dalle difficoltà delle sue banche ricorda la crisi dell’Irlanda del 2009-2010, mentre la spirale perversa tra politiche di austerità e recessione appare simile al processo che ha spinto alla caduta dell’economia in Grecia e in Portogallo. <b>Nulla è stato risolto</b> ed ora con le drammatiche difficoltà di Grecia e Spagna si sono riaccesi, come era facile prevedere, i riflettori sulla crisi dell’euro e sull’impasse della costruzione europea.<br />
<br />
<b>-</b> Il 12 settembre entra in vigore nell'UE l'<b>Esm</b>, il Meccanismo europeo di stabilità (MES), detto anche <b>Fondo salva-Stati</b>, istituito dalle modifiche al Trattato di Lisbona (art. 136) approvate il 23 marzo 2011 dal Parlamento europeo e ratificate dal Consiglio europeo a Bruxelles il 25 marzo 2011, nasce come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro (art. 3). Esso ha assunto però la veste di organizzazione intergovernativa (sul modello dell'FMI), a motivo della struttura fondata su un consiglio di governatori (formato da rappresentanti degli stati membri) e su un consiglio di amministrazione e del potere, attribuito dal trattato istitutivo, di imporre scelte di politica macroeconomica ai paesi aderenti al fondo-organizzazione. Il Consiglio Europeo di Bruxelles del 9 dicembre 2011, con l'aggravarsi della crisi dei debiti pubblici, decise l'anticipazione dell'entrata in vigore del fondo, inizialmente prevista per la metà del 2013, a partire da luglio 2012. Successivamente, però, l'attuazione del fondo è stata temporaneamente sospesa in attesa della pronuncia da parte della corte costituzionale della Germania sulla legittimità del fondo con l'ordinamento tedesco. La Corte Costituzionale Federale tedesca ha sciolto il nodo giuridico il 12 settembre 2012, quando si è pronunciata, purché vengano applicate <b>alcune limitazioni</b>, in favore della sua compatibilità<b> con il sistema costituzionale tedesco</b>. Il MES sarà regolato dalla legislazione internazionale e avrà sede a Lussemburgo. Il fondo <b>emetterà prestiti</b> (concessi a tassi fissi o variabili) per assicurare assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà e acquisterà titoli sul mercato primario (contestualmente all'attivazione del programma Outright Monetary Transaction), ma<b> a condizioni molto severe</b>. Queste condizioni rigorose "possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite" (art. 12). Potranno essere attuati, inoltre, interventi sanzionatori per gli stati che non dovessero rispettare le scadenze di restituzione i cui proventi andranno ad aggiungersi allo stesso MES. È previsto, tra le altre cose, che "<b>in caso di mancato pagamento</b>, da parte di un membro dell'Esm, di una qualsiasi parte dell'importo da esso dovuto a titolo degli obblighi contratti in relazione a quote da versare [...] <b>detto membro dell'Esm non potrà esercitare i propri diritti di voto</b> per l'intera durata di tale inadempienza" (art. 4, c. 8). Il fondo è gestito dal Consiglio dei governatori formato dai ministri finanziari dell'area euro, da un Consiglio di amministrazione (nominato dal Consiglio dei governatori) e da un direttore generale, con diritto di voto, nonché dal commissario UE agli Affari economico-monetari e dal presidente della BCE nel ruolo di osservatori. Le decisioni del Consiglio devono essere prese a maggioranza qualificata o a maggioranza semplice (art. 4, c. 2). Il MES emette strumenti finanziari e titoli, simili a quelli che il FESF emise per erogare gli aiuti a Irlanda, Portogallo e Grecia (con la garanzia dei paesi dell’area euro, in proporzione alle rispettive quote di capitale nella BCE), e potrà acquistare titoli di stati dell’euro zona sul mercato primario e secondario. Il fondo potrà concludere intese o accordi finanziari anche con istituzioni finanziarie e istituti privati. È previsto l'appoggio anche delle banche private nel fornire aiuto agli stati in difficoltà. In caso di insolvenza di uno Stato finanziato dallo MES, quest’ultimo avrà diritto a essere rimborsato prima dei creditori privati. <b>L'operato del MES</b>, i suoi beni e patrimoni ovunque si trovino e chiunque li detenga, godono dell'<b>immunità da ogni forma di processo giudiziario</b> (art. 32). Nell'interesse del MES, tutti i membri del personale sono immuni a procedimenti legali in relazione ad atti da essi compiuti nell'esercizio delle proprie funzioni e godono dell'inviolabilità nei confronti dei loro atti e documenti ufficiali (art. 35). Tuttavia, un collegio di cinque revisori esterni (art. 30, comma 1 e 2), indipendente e nominato dai governatori del fondo, ha accesso ai libri contabili e alle singole transazioni del MES. La composizione del collegio è così ripartita: un membro proviene dalla Corte dei Conti Europea, e altri due a rotazione dagli organi supremi di controllo degli Stati membri. La <b>Corte Costituzionale tedesca ha posto un limite al contributo tedesco al salvataggio dei Paesi in difficoltà</b>, evitando comunque di vincolare ogni singola azione dell'Esm al giudizio del Parlamento.<br />
<br />
<b>Nel 2013 </b>- Il 1° gennaio entra in vigore nell'UE il "<b>Fiscal Compact</b>". Il “Patto di bilancio europeo”, formalmente “Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria” (conosciuto anche con l'anglicismo "fiscal compact", letteralmente "patto finanziario"), è un accordo approvato con un trattato internazionale il 2 marzo 2012 da 25 dei 27 stati membri dell'Unione europea, con l'eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca, entrato in vigore il 1º gennaio 2013.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il patto contiene una serie di regole, chiamate "regole d'oro", che sono vincolanti nell'UE per il principio dell'equilibrio di bilancio. Ad eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca, tutti gli stati membri dell'Unione europea hanno firmato il trattato. Negli Stati membri dell'Unione europea, la maggior parte delle decisioni riguardanti le tasse e la spesa pubblica rimaneva di competenza dei governi nazionali. Il controllo sulla politica fiscale era tradizionalmente considerato centrale per la sovranità nazionale e non esisteva un'unione fiscale tra stati indipendenti. Dopo qualche mese di trattative, il 30 gennaio 2012 il Consiglio europeo, con l'eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca, ha approvato il nuovo patto fiscale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Solo i paesi che avranno introdotto tale regola entro il 1º marzo 2014 potranno ottenere eventuali prestiti da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità. L'obiettivo, dopo l'entrata in vigore, è quello di incorporare entro cinque anni il nuovo trattato nella vigente legislazione europea. L'accordo prevede per i paesi contraenti, secondo i parametri di Maastricht fissati dal Trattato CE, l'inserimento, in ciascun ordinamento statale (con norme di rango costituzionale, o comunque nella legislazione nazionale ordinaria), di diverse clausole o vincoli tra le quali:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio (art. 3, c. 1),</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- obbligo di non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5% del PIL (e superiore all'1% per i paesi con debito pubblico inferiore al 60% del PIL)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- significativa riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL, pari ogni anno a un ventesimo della parte eccedente il 60% del PIL</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- impegno a coordinare i piani di emissione del debito col Consiglio dell'Unione e la Commissione europea (art. 6).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Sebbene sia stato negoziato da 25 Paesi dell'Unione europea, l'accordo non fa formalmente parte del corpus normativo dell'Unione europea</b>. I principali punti contenuti nei 16 articoli del trattato sono:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- l'impegno ad avere un deficit pubblico strutturale che non deve superare lo 0,5% del PIL e, per i paesi il cui debito pubblico è inferiore al 60% del PIL, l'1%;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- l'obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del PIL, di rientrare entro tale soglia nel giro di 20 anni, ad un ritmo pari ad un ventesimo dell'eccedenza in ciascuna annualità;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- l'obbligo per ogni stato di garantire correzioni automatiche con scadenze determinate quando non sia in grado di raggiungere altrimenti gli obiettivi di bilancio concordati;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- l'impegno a inserire le nuove regole in norme di tipo costituzionale o comunque nella legislazione nazionale, che verrà verificato dalla Corte europea di giustizia;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- l'obbligo di mantenere il deficit pubblico sempre al di sotto del 3% del PIL, come previsto dal Patto di stabilità e crescita; in caso contrario scatteranno <b>sanzioni semi-automatiche</b>;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- l'impegno a tenere almeno due vertici all'anno dei 18 leader dei paesi che adottano l'euro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il 14 gennaio 2014 il trattato è stato ratificato da 24 dei 25 firmatari, di cui 17 membri dell'eurozona.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 18-03, dopo nove mesi dalla prima<b> richiesta di salvataggio da parte di</b> <b>Cipro</b>, è arrivato l’accordo: poco preciso, poco lungimirante e in parte dettato dagli interessi dalla politica.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzSq2YhY3rLFyGZaoKVg7QSmKEZnItaui8RYGUCoqDUloSg0dgMKeWrL9s4q-tNiNa4fpvaPV2_pIjqd2C0W2lfW-f3wo3W4Ws8s4bO7_ZhUj5uiNLZiD56gGqbCM9fSh7BrbeWN4QsqzR/s1600/CIPRO.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzSq2YhY3rLFyGZaoKVg7QSmKEZnItaui8RYGUCoqDUloSg0dgMKeWrL9s4q-tNiNa4fpvaPV2_pIjqd2C0W2lfW-f3wo3W4Ws8s4bO7_ZhUj5uiNLZiD56gGqbCM9fSh7BrbeWN4QsqzR/s320/CIPRO.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta fisica e politica di Cipro con
indicate le città.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div>
<b>-</b> <b style="font-weight: bold;">La crisi economica a</b><b> Cipro</b>. Per la prima volta nella storia della crisi dell’Euro, i depositari contribuiranno alla ricapitalizzazione delle banche cipriote. Il piano consiste nell’estrazione di 5.8 miliardi di euro attraverso un’unica "leva di stabilità" sui depositi bancari. Il Fondo Monetario Internazionale contribuirà con un miliardo di Euro, mentre il resto (per un totale di 10 miliardi di Euro) sarà fornito dal meccanismo di Stabilità, ovvero il fondo ESM. Rappresentando lo<b> 0.2% del PIL dell’Eurozona</b>, <b>Cipro non costituisce un enorme rischio sistemico</b>, ma con il bailout i depositari non assicurati subiranno sicuramente delle perdite importanti. Le banche cipriote mantengono molti fondi depositari, così applicando un’imposta sui grandi possessori di titoli, significa ridurre sensibilmente la portata del bailout. Il punto, infatti, era proprio questo: decidere se colpire i grandi depositari di Cipro, oppure coinvolgere tutto il sistema dei contribuenti dell’Eurozona. FMI e Germania hanno certamente preferito la prima prospettiva. Probabilmente, Nicosia avrebbe preferito ridurre il carico sui grandi depositari, molti dei quali Russi, così da non dover ri-negoziare i prestiti da Mosca per 2.5 miliardi di Euro. Si teme, infatti, che questa operazione possa spaventare i flussi off-shore, attirati dalla facilità con la quale è possibile aggirare le norme anti-riciclaggio. Proprio venerdì, infatti, il presidente Cipriota, Nicos Anastasiades, ha dichiarato che non avrebbe accettato una leva a due cifre sui conti dei grandi depositari.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le banche cipriote detengono circa 30 miliardi di Euro in fondi depositari garantiti e circa 35 miliardi in fondi non assicurati. Se l’obiettivo è raggiungere un totale di 5.8 miliardi dai depositari; allora la leva sui depositi assicurati sarà circa del 7%. Non è chiaro, ad ogni modo, se l’imposta di una tassa sui piccoli depositi violi la garanzia di Cipro sui fondi inferiori ai 100,000 Euro: in ogni caso si prospettano seri rischi politici. Temendo una repentina corsa agli sportelli, il Gabinetto Cipriota ha imposto che le banche rimangano chiuse non soltanto questo lunedì, ma anche martedì, nonostante la Banca Centrale Europea abbia offerto liquidità illimitata alle banche soggette a voli di capitale. Secondo Greek radio, la banca centrale della Grecia ha inviato circa 5 miliardi di Euro a Cipro per contribuire alle richieste di liquidità dei clienti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sebbene il caso di Cipro sia unico, l’Europa sta così creando un precedente. Il principio verso il quale l’Europa ha deciso di procedere con l’unione bancaria è che i contribuenti non avrebbero dovuto pagare un soldo per salvare le banche finché tutti i creditori non fossero stati spazzati via: il risultato è che il conto è stato appioppato ai depositari.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4elBIGOGrQLCbZbD3xfqqCLZcSRkiPczF3zOc28_IfXlswj72FfyL70BTXUnoDXJRlDv-rrPeI_hnOOGTiAKyarYrf7uedxwt3yNXTZriCXw2ZMiV6w3DBVqXurPyp62uwrgmiyyrFC6b/s1600/cipro+cartina+fisica.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="125" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4elBIGOGrQLCbZbD3xfqqCLZcSRkiPczF3zOc28_IfXlswj72FfyL70BTXUnoDXJRlDv-rrPeI_hnOOGTiAKyarYrf7uedxwt3yNXTZriCXw2ZMiV6w3DBVqXurPyp62uwrgmiyyrFC6b/s200/cipro+cartina+fisica.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta fisica di Cipro con le
città.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div>
- Il 25 marzo a <b>Cipro</b> si definisce l'<b>entità del prelievo forzoso</b> sui conti correnti. I clienti della banca di Cipro, con <b>depositi superiori a 100.000 euro, avranno il 37,5%</b> convertito in azioni speciali con diritto di voto pieno e l'accesso ai futuri dividendi della principale banca dell'isola. Questa la mail informativa della sede centrale di Nicosia della Banca centrale. Un ulteriore 22,5% sarà congelato temporaneamente per garantire all'autorità mutuante di soddisfare i termini della propria ricapitalizzazione in accordo con il contratto di finanziamento stipulato da Cipro con i suoi creditori internazionali. Nell'accordo del 25 marzo il presidente Anastasiades ha imposto le perdite ai grandi depositanti sulla Banca di Cipro in cambio di 10 miliardi di euro sborsati dall'Eurozona e dal Fondo Monetario Internazionale, dopo non essere riuscito ad ottenere aiuti finanziari da uno dei più grandi investitori del paese, la Russia. L'accordo ha inoltre chiuso la seconda più grande banca dell'isola, la CPB (Cyprus Popular Bank Pcl). Marios Mavrides, un deputato del partito di governo Disy (raggruppamento democratico), ha detto in un'intervista telefonica da Nicosia: "Questo accordo farà peggiorare le cose, soprattutto le piccole e medie imprese resteranno a corto di liquidità. Non aiuterà a riconquistare la fiducia del popolo, questo potrà avvenire solo con i depositi liberi". La Banca centrale di Cipro nominerà un perito indipendente per il creditore commerciale e tutto o una parte del 22,5% congelato potrebbe essere convertito in azioni entro 90 giorni dal completamento di tale intervento. La banca ha già affermato che qualsiasi importo residuo verrà restituito con gli interessi. Il BAIL - IN, che consiste nel convertire asset della banca (obbligazioni subordinate, immobilizzazioni, crediti) in capitale ordinario, al fine di evitare un salvataggio statale, <b>non si applica ai titolari dei conti</b> i cui debiti verso il creditore si trovano <b>al di sotto della soglia dei 100.000 euro</b>, e a quelli che ne hanno in altre banche dell'isola.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilY7rkwZ9shXetvuDLxJ0NuTfIEOwkCbmJmYaccLhOqCUx-p1rQzgviS7oLtubYZQSKnALoKBfmps6khV7dNPgoamSHY81ZxrcwGfBWONSupIZB4eXAbmgPLS8CDrfTD62O9GuS42kT_ev/s1600/Cipro+nel+mediterraneo.bmp" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilY7rkwZ9shXetvuDLxJ0NuTfIEOwkCbmJmYaccLhOqCUx-p1rQzgviS7oLtubYZQSKnALoKBfmps6khV7dNPgoamSHY81ZxrcwGfBWONSupIZB4eXAbmgPLS8CDrfTD62O9GuS42kT_ev/s200/Cipro+nel+mediterraneo.bmp" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
L'ubicazione di Cipro nel contesto</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Europeo - Mediterraneo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 30 aprile arriva l'Ok del parlamento al piano di salvataggio. <b>Il parlamento di Cipro ha approvato</b> a stretta maggioranza <b>il piano di salvataggio</b> negoziato con la Troika (Ue-Bce-Fmi) per evitare il fallimento, che prevede un prestito di 10 miliardi di euro <b>a fronte di misure draconiane</b>. L'accordo e' stato approvato con voto per alzata di mano, 29 favorevoli e 27 voti contrari. L'approvazione di oggi e' stata necessaria per proseguire l'iter che portera' al versamento della prima tranche di aiuti gia' dal mese prossimo. Il piano, che prevede un prestito di circa dieci miliardi di euro, prevede anche delle misure draconiane per la popolazione già stremata, che dopo il prestito di un mese fa alle banche cipriote per dare liquidità, sembrano adesso arrivate all'esasperazione totale. Questo voto di fine aprile segue un iter che porterà il prossimo mese alla prima trance di aiuti internazionali. La disparità che agli stessi abitanti salta subito all'occhio, per non parlare dei turisti che arrivano ormai sporadicamente nei porti della parte greca dell'isola, è appunto quella disparità delle due economie dell'isola. Infatti l'isola è divisa in due protettorati, quella greca che sta andando in default, e quella turca che sembra vivere nell'agiatezza che è stata tipica anche dell'altra parte dell'isola ormai andata in rovina; tanto è vero che il governo turco ha messo in pratica, già dallo scorso 16 marzo, delle misure per evitare che capitali "stranieri" provenienti dall'altra parte dell'isola possano entrare nel proprio territorio, misura che la Turchia comunque ha dovuto adottare in accordo con l'Unione Europea, perché bisognava tenere sotto controllo i movimenti delle banche di parte greca. Lo scorso mese a Cipro già sono state adottate altre misure per dare liquidità alle banche, circa cinque miliardi di euro, che hanno sì ricapitalizzato le banche, ma il credit crunch cipriota è rimasto, anzi forse si è più inasprito del previsto.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOFc7mK-TQyXmnNTY95xVT4J38olzFbRl5gdM7KccDnOMaQvtdmeCF1ffNhraaAaj_L20JS2ACWoncfj6_xMYgFIq1pxTgMshjnjftSX132iJXErC-Tqdo8ir8gnG9CcZZz_bdfQMQPcpe/s1600/Troika.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOFc7mK-TQyXmnNTY95xVT4J38olzFbRl5gdM7KccDnOMaQvtdmeCF1ffNhraaAaj_L20JS2ACWoncfj6_xMYgFIq1pxTgMshjnjftSX132iJXErC-Tqdo8ir8gnG9CcZZz_bdfQMQPcpe/s200/Troika.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Ispettori della Troika, esponenti di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ue, Bce e Fmi.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 15 aprile: Grecia, trovato l'accordo con la troika. Via al prestito diviso per tranche, prevista una graduale crescita dal 2014. Accordo fatto tra il governo greco e i rappresentanti della troika (Ue, Bce e Fmi). Saranno concesse due tranche da 2,8 e da 6 miliardi di euro che fanno parte del prestito concesso alla Grecia dai suoi partner internazionali. Le prospettive economiche parlano di un graduale ritorno alla crescita nel 2014, grazie anche a un'inflazione ben al di sotto della media e una maggiore flessibilità dei salari. <b>Bruxelles precisa che la Grecia </b>''<b>ha compiuto importanti progressi con le misure per migliorare la riscossione delle imposte e del debito, con riforme dell'amministrazione delle entrate</b>'' che ora gode di maggiore autonomia, poteri e risorse.</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBIbHuIwJ5AmXOXwf_OHwmSeEdNT7S5oRIvBICP4PlbApU2izzMqHCmAMB6tAWNpYSYo4oEyTAPm-P3x7rIvShP10Qtz37J-mljGRcA39Soy8eg6nOUsyKdssGykxjmhWg70mBBc3_C9VA/s1600/politici+greci.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBIbHuIwJ5AmXOXwf_OHwmSeEdNT7S5oRIvBICP4PlbApU2izzMqHCmAMB6tAWNpYSYo4oEyTAPm-P3x7rIvShP10Qtz37J-mljGRcA39Soy8eg6nOUsyKdssGykxjmhWg70mBBc3_C9VA/s200/politici+greci.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Venizelos e Papademos.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
''Questo e' stato uno degli obiettivi principali della missione'', migliorare la riscossione ''per ridurre possibilità di evasione e corruzione, per garantire una distribuzione più equa degli aggiustamenti e sostenere il raggiungimento degli obiettivi di bilancio''. Splende il sole sull'acropoli di Atene. Segno del favore degli dei nell'antichità, ma quello che oggi accoglie la Grecia è il favore di autorità ben più terrene ma non meno importanti: i conti del Paese migliorano e, per questo, gli ispettori della Troika in visita hanno dato il loro “ok” alla nuova tranche di aiuti. A questo punto manca solo il via libera dei membri dell’eurozona. Soddisfatto il premier greco Antonis Samaras: “Mentre il mondo è stretto in una morsa d’insicurezza e ansia, la Grecia si stabilizza e la nostra posizione si va rafforzando. Ieri notte abbiamo raggiunto un accordo per il pagamento della prossima quota da 2,8 miliardi di euro, e che apre la strada a quella di maggio da 6 miliardi.”. Un clima insolitamente sereno in un rapporto in passato caratterizzato da continui obiettivi rinviati e pagamenti in ritardo. La ricapitalizzazione delle banche è quasi completa, il debito appare più sostenibile e lo snellimento del settore pubblico appare sicuro. <b>15.000 i tagli previsti entro il 2014</b>, con <b>gli scioperi</b> che, ormai, <b>sono diventati un evento regolare</b>.<br />
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
<div style="text-align: right;">
</div>
<div>
<b>-</b> Il 13-06: Proteste in Grecia contro la<b> chiusura della TV pubblica,</b> ad Atene circa 10.000 persone si sono radunate davanti la sede di ERT, la tv di Stato ellenica, per manifestare contro la chiusura dell'emittente, decisa dal governo. Manifestazioni simili anche in altre città come Salonicco, dove secondo le stime della polizia i manifestanti sarebbero 7.500.<br />
<br /></div>
<div>
<b>-</b> Il 18-06 in Grecia, il <b>Consiglio di Stato</b>, a cui si è rivolto il sindacato dei dipendenti, ha <b>deciso la riapertura </b><b>temporanea </b>dell'<b>emittente televisiva</b> di stato, in attesa che si costituisca un nuovo soggetto radiotelevisivo. Nei giorni scorsi contro la scelta del governo c’erano stati scioperi e proteste. La gestione provvisoria proposta dal governo prevede che il servizio pubblico riparta sotto la direzione di una commissione a tre, composta dai rappresentanti dei tre partiti che compongono la coalizione di governo (il conservatore Nea Dimokratia, il socialista Pasok e la sinistra democratica), che avrà l'incarico di individuare i nomi dei giornalisti che condurranno l'emittente in questa fase transitoria, assistiti, ha spiegato una fonte della Afp da consiglieri stranieri, fra cui alcuni della Bbc. Costretto a un parziale dietrofront, il governo di larghe intese greco paga le conseguenze di quella che appare a tutti gli effetti una decisione affrettata - quella di chiudere Ert -, dettata dalla necessità di consegnare ai rappresentanti della troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione europea e Banca centrale europea) la lista dei primi 2.000 dipendenti statali da licenziare. Una decisione che, oltre alle proteste, ha provocato un grave danno all'immagine internazionale di Atene e l'immediata reazione di coloro che sarebbero anche pronti a sostenere una riforma profonda della televisione pubblica ma non in forma così drastica.<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtY0nd8V6yRTdHgplvQu1me-VnAC6YhyphenhyphenoHqrEUw1a4y-hd6LD3nyS6dumm_4nkfWghBT0xVS2Rq8awYOf4gDhtjMIQjVItvjs7cIIq9Zye44p9n8UL1UsZsU4dOZdXX6mfYgX8ZLqaLdgg/s1600/bandiera+croazia.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="91" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtY0nd8V6yRTdHgplvQu1me-VnAC6YhyphenhyphenoHqrEUw1a4y-hd6LD3nyS6dumm_4nkfWghBT0xVS2Rq8awYOf4gDhtjMIQjVItvjs7cIIq9Zye44p9n8UL1UsZsU4dOZdXX6mfYgX8ZLqaLdgg/s200/bandiera+croazia.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Bandiera della Croazia e dell'UE.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div>
<b>-</b> Il 1° luglio la <b>Croazia entra a far parte dell’Unione Europea</b> come <b>ventottesimo stato membro</b>. Si tratta del primo paese dei Balcani occidentali a far parte dell’UE e, dopo la Slovenia, il secondo paese dell’ex Jugoslavia con un’esperienza recente di guerra e una transizione dal conflitto degli anni Novanta ancora in corso. La difficile riconciliazione con le ex repubbliche jugoslave e il processo di democratizzazione delle istituzioni hanno rallentato i tempi di integrazione: ci sono voluti infatti ben otto anni perché la Croazia ottenesse il parere positivo dell’UE. La sera del 30 giugno '13, in piazza a Zagabria, ci sono state grandi celebrazioni a cui hanno partecipato oltre cento rappresentanti dei paesi europei. Simbolicamente a mezzanotte le insegne della dogana che regolavano l’accesso di persone e merci al paese sono state rimosse dalla frontiera con la Slovenia, e la scritta “UE” è stata installata alla frontiera con la Serbia, l’altra repubblica dell’ex Jugoslavia che spera di ottenere presto una data precisa per l’avvio dei negoziati di adesione.</div>
<div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7mSAPxux70eQiObTmLllGns5TjV6I9oO4zta_gtFZxpJY0N9qAPHyL6Ikqhzgl6EvJJxhqY_CsGJU0Iq3gYRyMyqJOWdR8div5tiAHIAOjAblU6nUm19PxdgZhtQ9hs-tV9JofaOLbFki/s1600/Croatia.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="147" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7mSAPxux70eQiObTmLllGns5TjV6I9oO4zta_gtFZxpJY0N9qAPHyL6Ikqhzgl6EvJJxhqY_CsGJU0Iq3gYRyMyqJOWdR8div5tiAHIAOjAblU6nUm19PxdgZhtQ9hs-tV9JofaOLbFki/s200/Croatia.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della Croazia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La Croazia confina con la Bosnia-Erzegovina, l’Ungheria, il Montenegro, la Serbia e la Slovenia. Dal 1991 è una nazione indipendente, dopo aver fatto parte, per oltre 70 anni, dell’ex Jugoslavia. Attualmente ha 4,4 milioni di abitanti. Il governo è guidato dal socialdemocratico Zoran Milanović ed è composto dai partiti della coalizione “Kukurikum “di centrosinistra, che ha vinto le elezioni nel 2011. Dal 2010 il presidente è Ivo Josipović, del Partito socialdemocratico di Croazia. La Croazia è di fatto il primo dei paesi coinvolti nelle guerre degli anni Novanta nell’ex Jugoslavia a ottenere il riconoscimento dell’UE, anche se non tutte le questioni di quegli anni sono state completamente risolte - ci sono circa 500 mila persone che ricevono ancora sussidi direttamente legati alle conseguenze del conflitto - e anche se il rapporto con la Serbia e con la sua minoranza (che rappresenta il 4,4 per cento della popolazione) resta un punto critico. Inoltre, la Croazia sarà uno dei paesi con la linea di confine esterna all’Unione più estesa e complicata: con la Bosnia-Erzegovina, con la Serbia e a sud per un breve tratto con il Montenegro. «Ciò che mi auguro è che questo confine non diventi una specie di muraglia cinese ma che sia una porta da poter attraversare con facilità», ha precisato il presidente della Croazia Ivo Josipović.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>Il percorso della Croazia verso l’UE</b>. Il 29 ottobre del 2001 la Croazia ha firmato l’Accordo di stabilizzazione e associazione all’UE, primo passo verso l’integrazione, che consiste nella firma di una serie di accordi bilaterali che riguardano questioni politiche, economiche, commerciali e anche relative ai diritti umani. Il 21 febbraio del 2003 la Croazia ha presentato la richiesta formale di adesione ottenendo nel giugno del 2004 lo status di “candidato”. I negoziati sono iniziati due anni dopo (giugno 2006) e sono proseguiti fino al giugno del 2011. Il Parlamento europeo ha approvato l’ingresso della Croazia il 9 dicembre del 2011 e nel gennaio del 2012 si è svolto in Croazia il referendum di adesione: il 66,25 per cento della popolazione ha votato a favore e il 33,13 contro, con un’affluenza però piuttosto bassa (il 47 per cento degli aventi diritto). Tra il febbraio del 2012 e il giugno del 2013 si è svolto il processo di ratifica dell’adesione da parte dei diversi parlamenti europei: il primo parlamento a ratificare è stato quello della Slovacchia; l’ultimo quello della Germania, secondo cui il paese era ancora impreparato e lontano dall’aver raggiunto i criteri richiesti dall’Unione. Il Parlamento italiano ha ratificato l’adesione il primo marzo 2012. L’obiettivo della Croazia è ora un’ulteriore integrazione: il paese dovrebbe diventare membro dello spazio Schengen nel 2015, per eliminare i controlli alle frontiere per merci e persone, e rafforzare la cooperazione con gli altri stati che ne fanno parte. Dovrebbe inoltre abbandonare la kuna per adottare l’euro «non appena l’economia nazionale rispetterà i criteri stabiliti in materia di inflazione, finanze pubbliche, stabilità dei tassi di cambio e tassi di interesse», scrive l’Unione Europea. Infine anche la Croazia dovrà applicare le norme valide per tutta l’Unione, per esempio quelle sulla sicurezza alimentare e sul riconoscimento delle qualifiche professionali ottenute in altri paesi. In alcuni casi, precisa l’UE, sono previsti dei periodi transitori. «Per esempio, la Croazia continuerà ad applicare accise ridotte sulle sigarette fino a tutto il 2017, mentre fino a giugno 2014 i pescatori potranno utilizzare le reti che nel resto dell’UE sono ormai proibite».</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQmKtSpBS1NLxN7gBdCkH7DAThgpWLjz9_e0MnG_5Sc2hK3P9-Z7SBjsWdT1991urWT1rOOIKyNK7yXjqtY5hOj5X6Z0i5kx-vE8C75XXl6rnbrXITVGKEuissQ9lPPuMukr_rU_BMu3Kx/s1600/croazia+in+cirillico.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="139" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQmKtSpBS1NLxN7gBdCkH7DAThgpWLjz9_e0MnG_5Sc2hK3P9-Z7SBjsWdT1991urWT1rOOIKyNK7yXjqtY5hOj5X6Z0i5kx-vE8C75XXl6rnbrXITVGKEuissQ9lPPuMukr_rU_BMu3Kx/s200/croazia+in+cirillico.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della Croazia nei caratteri</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
cirillici: Hrvatska.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div>
- <b>La questione economica</b>. L’adesione della Croazia all’Unione europea avviene in un momento di gravissima crisi economica per il paese, tanto che in un rapporto pubblicato da Bruxelles lo scorso 29 maggio si parlava già del possibile avvio di una procedura d’infrazione per l’eccessivo deficit. Il debito della Croazia rappresenta il 54 per cento del PIL e secondo la Commissione europea potrebbe superare la soglia del 60 per cento nel 2014. Da quando è scoppiata la crisi economica, nel 2008, la situazione è andata progressivamente peggiorando anche a causa delle difficoltà dei paesi vicini alla Croazia e che sono i suoi principali partner commerciali, su tutti l’Italia. Le previsioni della Commissione europea, tra l’altro, indicano che anche il 2013 sarà un altro anno di recessione per il paese. Nel 2012 i consumi e la domanda interna sono diminuiti del 3 e del 2,9 per cento, gli investimenti diretti sono calati di 4 punti e la disoccupazione, secondo l’Ufficio statistico croato, supera il 20 per cento. Più della metà dei giovani croati sotto i 25 anni è senza lavoro.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div>
</div>
<b>-</b> Il 21-08 <b>riapre</b> in Grecia la<b> nuova televisione pubblica </b>a due mesi dalla chiusura di Ert.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La nuova televisione di Stato, denominata ‘‘Dt’‘, ovvero, Televisione Pubblica, ha cominciato a trasmettere i propri programmi a poco più di due mesi dalla controversa decisione del premier Samaras di chiudere la vecchia emittente Ert, denunciandone gli sprechi e i clientelismi e licenziandone i 2700 dipendenti.<br />
<br /></div>
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLD8FDyT5hPsR5R_J5hKTkOZZP76kPUum5O37iLQIbsLwJ7HemSRZK5h5kzE12K0h5SLy22a-pYfHVcwflwVaOgl004TjwLaqtrFiBBEfyVv1KlomNKGarBovHPAgz_aghD2JbZekDlMP4/s1600/rapper+greco.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="91" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLD8FDyT5hPsR5R_J5hKTkOZZP76kPUum5O37iLQIbsLwJ7HemSRZK5h5kzE12K0h5SLy22a-pYfHVcwflwVaOgl004TjwLaqtrFiBBEfyVv1KlomNKGarBovHPAgz_aghD2JbZekDlMP4/s200/rapper+greco.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Pavlos Fissas, noto come Killah P.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 21-09 ad Atene, è<b> ucciso</b> a coltellate il rapper <b>antifascista </b><b>Pavlos</b> <b>Fissas</b>, noto al pubblico come <b>Killah P</b>. Confessa l'omicidio il camionista Giorgos Roupakias, un estremista neonazista di Alba Dorata. La vittima aggredita all'uscita di un bar da un gruppo di 15 militanti della formazione neonazista al termine di una lite per motivi sportivi e politici. Pavlos Fissas è stato ucciso a coltellate martedì notte in un bar di Atene, nella zona del Pireo. L'aggressore, un militante di Alba Dorata, è stato arrestato dopo avere confessato il crimine. Il portavoce del partito neonazista greco, Ilias Kasidiaris ha subito preso le distanze dalla vicenda, parlando di «crimine odioso», negando un qualsiasi coinvolgimento del suo schieramento e minacciando querele. Pavlos Fissas, che militava nel gruppo di estrema sinistra "Antarsia", avrebbe avuto un diverbio con quello che è poi diventato il suo aggressore, in un caffè di Amfiali, nella zona di Keratsini (il Pireo), dove l'artista, 34 anni, stava guardando la partita di Champions League tra Olympiakos e Paris St Germain. La lite tra i due sarebbe scoppiata proprio a proposito del match e si sarebbe poi trasformata in uno scontro politico. </div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicUrRXVBDCEQdcOOzVTIG5xLkuuUx2z49sjRsCoHEUYVcAODy50YleRTs4BhPnEM-rsZdsHnBuWvSnvS3mdvS5GS8FZHr2rFNqVoQUNzZejDec9xPkFRDSGUwQbORSf498cETCp0lqhxjj/s1600/alba-dorata.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicUrRXVBDCEQdcOOzVTIG5xLkuuUx2z49sjRsCoHEUYVcAODy50YleRTs4BhPnEM-rsZdsHnBuWvSnvS3mdvS5GS8FZHr2rFNqVoQUNzZejDec9xPkFRDSGUwQbORSf498cETCp0lqhxjj/s200/alba-dorata.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Militante di Alba Dorata</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con bandiera.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'aggressore, un pregiudicato di 45 anni, avrebbe poi lasciato il locale per tornare poco dopo accompagnato da una quindicina di compagni: ha aspettato che Fissas uscisse dal bar per aggredirlo a colpi di coltello. Poco prima di morire in un ospedale della capitale greca, la vittima ha fatto in tempo a rivelare il nome del suo assassino alle forze dell'ordine. Le forze dell'ordine hanno effettuato delle perquisizioni nelle sedi di Alba Dorata di Leoforos Messogion e di via Deliyanni. Come riferisce il sito web Newsit.gr, all'operazione di polizia hanno partecipato anche due parlamentari del partito, Ilias Panayotaros e Christos Pappas. Alba Dorata è entrata per la prima volta nel parlamento di Atene nella primavera dell'anno scorso, conquistando il 7% dei suffragi. Secondo gli ultimi sondaggi ha attualmente un consenso che si aggira intorno al 12%.<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3PI9_zjU3Of9lPOJjTT7qdycFCusL_eXhoH1EuICS0DounvU9OQ8aviRBrwwz1eTSinc096o9EK8iCd1MRiDVZrzANw9J1F8F8-LhVTtaFvLapi0iiiPRM-DNOPyrou2FRqaPhPxh-VAk/s1600/Rapp+Nikos+Milako.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3PI9_zjU3Of9lPOJjTT7qdycFCusL_eXhoH1EuICS0DounvU9OQ8aviRBrwwz1eTSinc096o9EK8iCd1MRiDVZrzANw9J1F8F8-LhVTtaFvLapi0iiiPRM-DNOPyrou2FRqaPhPxh-VAk/s1600/Rapp+Nikos+Milako.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Nikos Mihaloliakos.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div>
<b>-</b> Il 29-09 in Grecia è <b>arrestato</b> Nikos Mihaloliakos, <b>leader di Alba Dorata</b>. Nikos Mihaloliakos, il leader del partito di estrema destra greco Alba Dorata, è stato arrestato insieme al portavoce Ilias Kassidiaris. con l'accusa di essere a <b>capo di un organizzazione criminale</b>. <b>Alba Dorata</b> ha <b>invitato i militanti </b>a <b>radunarsi davanti al quartiere generale della polizia</b>. All'appello hanno risposto in più di un centinaio.<br />
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Gli <b>Usa investono 5 miliardi di dollari</b> per fomentare disordini che tolgano l'Ucraina, da dove passano gasdotti e oleodotti russi, dall'orbita di Mosca, foraggiando anche numerosi politici per il "salto della quaglia". Il suo progetto? <b>Vendere all'Europa il suo gas</b>, lo Shale gas o gas di scisto, estratto dalle rocce poco porose nelle grandi profondità del sottosuolo, a prezzo di gravi danni ambientali. Da <a href="http://www.greenstyle.it/shale-gas-o-gas-di-scisto-cosa-ce-da-sapere-11525.html" target="_blank">http://www.greenstyle.it/shale-gas-o-gas-di-scisto-cosa-ce-da-sapere-11525.html</a>. Shale Gas o <b>gas di scisto</b>: cosa c’è da sapere. Con il termine di shale gas, o gas di scisto in italiano, si intende il gas naturale intrappolato nelle rocce poco porose ad alta profondità. Si tratta di gas a tutti gli effetti, in buona parte metano, che però non si trova in un normale giacimento e, di conseguenza, non basta trivellare un pozzo tradizionale per tirarlo fuori. Per estrarlo si usano due tecniche: la trivellazione orizzontale e il fracking idraulico, anche detto hydraulic fracturing. Entrambe sono tecniche già note all’industria petrolifera da diversi anni, ma solo di recente si è scoperto che usandole insieme si può pompare dal sottosuolo il gas intrappolato negli scisti e altri idrocarburi non convenzionali.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Negli ultimi anni lo shale gas è stato il<b> protagonista indiscusso degli scenari energetici</b>, <b>soprattutto negli Stati Uniti </b>dove è partita una nuova corsa all’oro che ha portato alla trivellazione di centinaia di pozzi per estrarre gas di scisto. Per comprendere bene la questione shale gas bisogna chiedersi quanto ce ne sia e dove nel mondo, quali ripercussioni sull’ambiente possano avere le trivellazioni orizzontali e il fracking e quale impatto sulle politiche di riduzione delle emissioni di CO2 avrà lo sviluppo di questo gas.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Una vera e propria mappa dello shale gas non esiste. Rispetto al gas convenzionale, contenuto in una sacca naturale sotto terra, il gas di scisto è difficile da quantificare finché non lo si estrae. Essendo intrappolato nella roccia, infatti, è quasi impossibile avere una fotografia realistica di quanto gas contenga un giacimento di shale gas. Le stime dell’Unione europea parlano di circa 450 trilioni di metri cubi, cioè 450.000 miliardi, a livello mondiale... e ...Il motivo per cui l<b>o shale gas è </b>tanto<b> contestato</b> è sintetizzabile in queste due parole. L’accoppiata tra le trivellazioni orizzontali e il fracking idraulico, infatti, oltre a permettere l’estrazione di questo gas è fortemente sospettata di causare <b>danni</b> (o quanto meno seri rischi) al <b>sottosuolo</b>. Capire come funziona il processo aiuta a comprendere i rischi. In un pozzo tradizionale la trivella scende in verticale, accompagnata da grandi quantità di fluido di trivellazione che diminuisce l’attrito, raffredda l’attrezzatura e tiene in pressione il pozzo. Solitamente la trivella, nella prima parte del suo percorso, attraversa una o più falde acquifere e per questo si usa la tecnica del “casing”. Una sorta di cappotto di acciaio e cemento inserito nel pozzo per renderlo a tenuta stagna e impedire che il petrolio, il gas o il fluido di trivellazione entrino a contatto con l’acqua dolce destinata all’uso umano inquinandola gravemente. Per estrarre lo shale gas a tutto questo si aggiunge una seconda e una terza fase. Una volta fatto il buco in verticale la trivella viene fatta progressivamente deviare finché non si trova a lavorare in orizzontale, rispetto al piano del terreno, in direzione del giacimento roccioso. Una volta <b>raggiunto lo scisto si inserisce dell’esplosivo nel canale scavato dalla trivella</b>, al fine di fratturare la roccia creando delle grosse fessure. Fatto ciò si pompa ad alta pressione dell’acqua con sabbia e agenti chimici al fine di microfratturare ulteriormente lo scisto e liberare il gas che contiene. Questa procedura viene ripetuta più volte facendo procedere a passo di gambero la trivella, facendo più esplosioni e più pompaggi per ogni condotto. E, dalla trivellazione verticale, si procede a fare altre deviazioni orizzontali in modo da fratturare il più possibile la roccia. In questo modo, da un solo pozzo visibile in superficie, si possono realizzare anche dieci vie d’uscita per il gas. Ognuna delle quali comporta varie cariche di esplosivo e conseguente pompaggio del fluido. Questo video, meglio delle parole, spiega il procedimento: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=lB3FOJjpy7s" target="_blank">https://www.youtube.com/watch?v=lB3FOJjpy7s</a>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'Europa ci casca, o finge di cascarci, e riconosce un golpe a danno di un parlamento democraticamente eletto come una giusta volontà popolare. Il Fmi e l'Ue foraggiano di milioni di euro il nuovo governo che non riuscirà neppure a pagare tutti i debiti con Mosca... i mercenari che combattono in piazza Mandan li paga la Cia. Ufficialmente in <b>Ucraina</b> si mobilitano i movimenti per l'adesione all'UE. Per "Ucraina: la crisi finanziata dagli USA per vendere gas all'UE" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/2015/01/ucraina-la-crisi-finanziata-dagli-usa.html" style="font-weight: bold;" target="_blank">QUI</a>. Cronistoria degli avvenimenti recenti da: <a href="http://www.europaquotidiano.it/2014/02/19/perche-e-riesplosa-la-crisi-ucraina-la-cronologia/" target="_blank">http://www.europaquotidiano.it</a><br />
<a href="http://www.europaquotidiano.it/2014/02/19/perche-e-riesplosa-la-crisi-ucraina-la-cronologia/" target="_blank">/2014/02/19/</a><a href="http://www.europaquotidiano.it/2014/02/19/perche-e-riesplosa-la-crisi-ucraina-la-cronologia/" target="_blank">perche-e-riesplosa-la-crisi-ucraina-la-cronologia/</a>.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtcFvnBq6t9GbhygPsYAo8UTfL26m8LVgcYqPaBQpdzh8V0WhbOZqauqD8Be-Cb30IZYtNOJB5EpRcywGEQHcuZ6yvxKGvygmAWqwg98D1htbAbWe-k39wuIO4fPBXnaeKTXJSmTonUWlN/s1600/ucraina+yanukovich.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="138" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtcFvnBq6t9GbhygPsYAo8UTfL26m8LVgcYqPaBQpdzh8V0WhbOZqauqD8Be-Cb30IZYtNOJB5EpRcywGEQHcuZ6yvxKGvygmAWqwg98D1htbAbWe-k39wuIO4fPBXnaeKTXJSmTonUWlN/s1600/ucraina+yanukovich.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Viktor Janukovyč.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 21-11 il presidente Viktor Yanukovich rifiuta gli "Accordi di associazione" e il "Deep and Comprehensive Free Trade Agreement", due misure di incentivi economico-commerciali offerti dall’Ue nello schema della Eastern Partnership, iniziativa mirata a rafforzare la cooperazione con i paesi ex Urss e a contenere, implicitamente, l’influenza di Mosca. Nello stesso giorno la Rada, il parlamento di Kiev, respinge una serie di emendamenti sulla liberazione dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko, condizione che l’Ue vincolava alle intese.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmckqoxZZ5LZMbaPy1k8U0EWaZl4YC9PBoth0HcKSTCMYcO_nnU_omufcUZXZp-TDTGLuLyg67egOA3UjpaiUBehqOuRz3Gn4_Hm4ZfTtYSkELg7FxuqMGuEYoam8HdFoL2Q0pfv7WAgFL/s1600/Ucraina+Tymo%C5%A1enko.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="112" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmckqoxZZ5LZMbaPy1k8U0EWaZl4YC9PBoth0HcKSTCMYcO_nnU_omufcUZXZp-TDTGLuLyg67egOA3UjpaiUBehqOuRz3Gn4_Hm4ZfTtYSkELg7FxuqMGuEYoam8HdFoL2Q0pfv7WAgFL/s1600/Ucraina+Tymo%C5%A1enko.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Julija Tymošenko.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
La Tymoshenko è stata condannata a sette anni di carcere nel 2011. Secondo l’accusa gli accordi sulle importazioni di gas da lei contratti con la Russia nel 2009 hanno causato un’emorragia finanziaria allo stato. Nella stessa giornata, piazza dell’Indipendenza, nel centro di Kiev, si riempie. Migliaia di persone prendono parte a una manifestazione contro le scelte di Yanukovich e a favore di una maggiore integrazione con l’Ue. Euromaidan (maidan significa <i>piazza</i> in lingua ucraina) diventa, da questo momento, il nome del movimento.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 27-11 si tiene a Vilnius, la capitale lituana, il vertice della "Eastern Partnership". Mezzo fiasco. Il rifiuto ucraino di siglare gli accordi con l’Unione europea ne depotenzia la portata.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 30-11 la polizia carica i manifestanti. Nel frattempo, la protesta, tenutasi quotidianamente dal 21 novembre, ha cambiato segno. Non si configura più come un moto d’indignazione e come la rivendicazione di un destino europeo. Piuttosto, assume la forma di un movimento contro Yanukovich e il suo sistema di potere, in cui trovano sempre più spazio i sussulti nazionalisti. Oltre che a Kiev si manifesta anche in altre città del paese. Persino a est, tradizionale bacino di voti del Partito delle regioni di Yanukovich.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'1-12: l’intervento contro i manifestanti, avvenuto il giorno prima, porta in piazza una marea umana di almeno 300mila persone. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNuxdcl_gucqV_gNd2SFpNC0lC1CMncSUP6qMnHQS8fbyMm55JGApDTki33tqy1heo6lyYJrfXubUhESfMcjjqcftbuOs-yiUtEmabg4LFHfv74mvPOH6pks6rzHTCCQ-KbeKsKIiTBrgy/s1600/Ucraina+Ju%C5%A1%C4%8Denko..jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="161" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNuxdcl_gucqV_gNd2SFpNC0lC1CMncSUP6qMnHQS8fbyMm55JGApDTki33tqy1heo6lyYJrfXubUhESfMcjjqcftbuOs-yiUtEmabg4LFHfv74mvPOH6pks6rzHTCCQ-KbeKsKIiTBrgy/s1600/Ucraina+Ju%C5%A1%C4%8Denko..jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Viktor Yushchenko (Juščenko).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
È la più grande protesta mai registrata dalla rivoluzione arancione del 2004-2005, quando la pressione popolare portò alla ripetizione del ballottaggio presidenziale (inizialmente vinto da Yanukovich) e alla vittoria di Viktor Yushchenko. I manifestanti occupano il comune di Kiev. L’iniziativa è coordinata in modo particolare dagli attivisti di <b>Svoboda, partito ultra-nazionalista</b> che nel 2012 è andato in doppia cifra alle politiche. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFONRCltuCXaAL6Fl166kdzA9EjV21h13oC7lMqDphTEjnsWc7jB_LkmRIvDDKvwgtRSlIkw4UfWGc_b_HBHLY1AIgGTkX8EIecgXn0-x5hYVnW9CQDkjFTj7IIHmgB4TUdmMldtTUhsxq/s1600/Ucraina+oleodotti+Russia-Europa.gif" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFONRCltuCXaAL6Fl166kdzA9EjV21h13oC7lMqDphTEjnsWc7jB_LkmRIvDDKvwgtRSlIkw4UfWGc_b_HBHLY1AIgGTkX8EIecgXn0-x5hYVnW9CQDkjFTj7IIHmgB4TUdmMldtTUhsxq/s1600/Ucraina+oleodotti+Russia-Europa.gif" width="248" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La rete di oleodotti e gasdotti russi
che</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
attraversano l'Ucraina.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il suo capo, Oleh Tyahnybok, è assieme all’ex pugile Vitali Klitschko e al luogotenente della Tymoshenko, Arseniy Yatseniuk, uno dei tre capi dell’opposizione parlamentare e di Euromaidan (maidan significa piazza in lingua ucraina). Sempre a Kiev, <b>viene occupata la sede dei sindacati</b>. Su piazza Indipendenza vanno avanti regolarmente i presidi quotidiani.<br />
<br />
<b>-</b> Il 2-12 Yanukovich va in Cina e ottiene otto miliardi in investimenti. La partita ucraina si gioca anche sul fronte finanziario. Il paese è stato martellato dalla crisi, i conti sono profondo rosso. Nei mesi precedenti Yanukovich aveva cercato di giocare su due tavoli, quello europeo e quello russo, allo scopo di alzare la posta e ottenere il più possibile.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli accordi proposti dagli europei, tuttavia, erano affiancati da un possibile prestito del Fmi che chiedeva a Yanukovich riforme troppo costose in termini politici, come l’adeguamento dei prezzi del metano al mercato. Ogni governo ucraino li ha sempre tenuti artificiosamente bassi.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 10-12 le autorità ucraine cercano di sgomberare piazza Indipendenza e di evacuare il comune di Kiev ma il tentativo fallisce e la tensione sale.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpTRh61xUmPSnwpyiQFkyuzapo385jCxPCQ5DQqLvD_1xOJ2I6dn1Qk238o_OLbrFb-8zqNBYCuODCRmZfdlTHqxuFJ6KHLX23YReZrAav-obt_8SIrMvZxuDYWa2BC3ElqF36RyOJ0nZS/s1600/Ucraina+il+PIL+nei+territori.PNG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="139" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpTRh61xUmPSnwpyiQFkyuzapo385jCxPCQ5DQqLvD_1xOJ2I6dn1Qk238o_OLbrFb-8zqNBYCuODCRmZfdlTHqxuFJ6KHLX23YReZrAav-obt_8SIrMvZxuDYWa2BC3ElqF36RyOJ0nZS/s1600/Ucraina+il+PIL+nei+territori.PNG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il PIL ucraino suddiviso per regioni,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dove primeggiano le zone russofone.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 17-12 Yanukovich va a Mosca e ottiene da Putin un prestito da 15 miliardi di dollari, più un vistoso sconto sul gas, il cui costo passa da 400 a 265 dollari per mille metri cubi. L’opposizione sostiene che sottobanco sia stata negoziata anche l’adesione all’Unione eurasiatica, progetto strategico con cui Mosca vuole riaggregare lo spazio post-sovietico. Putin lo considera non complementare con la Eastern Partnership, che a suo avviso è un’invasione europea nel cortile di casa.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 16-12 il parlamento ucraino approva senza discussione le cosiddette “<b>leggi anti-protesta</b>”, catapultate da Yanukovich nell’assemblea, che limitano fortemente il diritto a manifestare, comprimendo potenzialmente anche la libertà di stampa.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Dal 17 al 28-12, nei giorni successivi all’adozione della legge, si scatena la guerriglia sulle strade di Kiev. Ulica Grushevskogo, una via situata tra piazza Indipendenza e lo stadio della Dinamo Kiev, diventa un campo di battaglia. In <b>prima linea</b> si schierano <b>gruppi di estrema destra</b>, con postura chiaramente paramilitare. Il principale, tra questi, è <b>Pravyi Sektor</b>. Le forze di sicurezza rispondono con durezza. Gli scontri causano alcune vittime. Nel frattempo Spilna Prava, gruppo movimentista e nazionalista, inizia a occupare le sedi di alcuni ministeri a Kiev. Gli esponenti di Euromaidan, dal canto loro, assumono il controllo dei palazzi dei governatorati in diverse città dell’occidente ucraino, dove le forze dell’opposizione riscuotono il grosso del loro consenso elettorale. In questi giorni si registra una serie di consultazioni tra Yanukovich e i capi dell’opposizione. Si cerca una soluzione concordata alla crisi politica.<br />
<br />
<b>-</b> Dal 18-12 al 15-01-2014: in quest’arco di tempo la situazione a Kiev sembra ristagnare e le proteste calano di intensità. Si registra, la notte del 25 dicembre, il <b>pestaggio di Tetiana Chornovol</b>, un’attivista del campo anti-Yanukovich che si divide tra il giornalismo e la militanza attiva.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 2014</b> - Il 28-01 il <b>parlamento </b>ucraino<b> cancella le leggi anti-protesta</b>. Arrivano nelle stesse ore le dimissioni del primo ministro Mykola Azarov, uomo vicino a Yanukovich. Ma le concessioni da parte del presidente non convincono l’opposizione, che rilancia con la riforma della costituzione (più poteri al parlamento) e le presidenziali anticipate, rispetto alla data già stabilita, il febbraio 2015.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 29-01 il Partito delle regioni approva unilateralmente una <b>legge che azzera i processi nei confronti dei dimostranti</b> che hanno preso parte agli scontri, a patto che Euromaidan ponga fine alle occupazioni dei palazzi del potere entro due settimane. L’opposizione bolla la misura come ricattatoria e continua a chiedere riforma della costituzione e presidenziali anticipate, senza ottenere risposte da parte di Yanukovich, che offre invano a Yatseniuk di presiedere un esecutivo di unità nazionale. Nel frattempo la hryvnia, <b>la moneta ucraina, crolla ai minimi storici</b>. Mentre Mosca, dopo l’erogazione di una prima rata da tre miliardi, congela il prestito a Kiev. Il Cremlino vuole garanzie da Yanukovich.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisXzrlzgfM_Adq0Ii7em26lBDPrglyKOB1aWqpQjorI29_yu_r_utCEZl2jwO8G11PFx2hf9UWhTKkYdsOZ5mGvVu14a-j5AuYAIexyKxQNXHJlhnfpok8Tz4BGplII751q8VqJVzdtG_7/s1600/Ucraina+victoria-nuland.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="112" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisXzrlzgfM_Adq0Ii7em26lBDPrglyKOB1aWqpQjorI29_yu_r_utCEZl2jwO8G11PFx2hf9UWhTKkYdsOZ5mGvVu14a-j5AuYAIexyKxQNXHJlhnfpok8Tz4BGplII751q8VqJVzdtG_7/s1600/Ucraina+victoria-nuland.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Victoria Nuland.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 7-02 in una conversazione con l’ambasciatore a Kiev, intercettata e diffusa sul web, l’assistente al segretariato di stato americano, Victoria Nuland, manifesta la scarsa considerazione nei confronti del ruolo mediatore dell’Unione europea. «Fuck the Eu», le si sente dire. Sdegno da parte di Bruxelles, la cui “ministra degli esteri” Catherine Ashton s’è recata più volte a Kiev, da quando è scoppiata la crisi, cercando di riaprire la trattativa sugli Accordi di associazione, assecondata da prestiti del Fmi meno vincolanti rispetto a quelli prospettavi alla vigilia della Eastern Partnership. «Fanculo l’Unione europea» dice Victoria Nuland.<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiDsIDDI0CVV_5InyexDHerk7sbSTVJAR3l1RHheVpiNZFeuj1Qu2SuM0XqZHCv8-2tes4wRMmlCSIk5YkjyQnwxU9HrYkflO_J0WnmdcXPgJvgRNdBQq_R_wtvCmUvnftRO0BrWVcGmhH/s1600/Ucraina+scontri+18+feb.PNG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="135" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiDsIDDI0CVV_5InyexDHerk7sbSTVJAR3l1RHheVpiNZFeuj1Qu2SuM0XqZHCv8-2tes4wRMmlCSIk5YkjyQnwxU9HrYkflO_J0WnmdcXPgJvgRNdBQq_R_wtvCmUvnftRO0BrWVcGmhH/s1600/Ucraina+scontri+18+feb.PNG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli scontri del 18 febbraio a Kiev.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 16 e 17-02 i dimostranti di Euromaidan sgomberano una parte degli edifici occupati. Altri restano sotto il loro controllo. Entra comunque in vigore l’amnistia.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmG6HgRS_3u6n5bdHOD8xP5SBkNCVghZmZO49XcdvrJLBq2_iMDriCf-ODJKPCuAdDKx-xYdGwyzGAG-9nZTofW2r-D7LnyYKLthDJaIm9_8Dz6dhXFcKgAhl2J3WShbqCLXM3UKqi_zuI/s1600/Ucraina+scontri+18+feb+2.PNG" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="121" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmG6HgRS_3u6n5bdHOD8xP5SBkNCVghZmZO49XcdvrJLBq2_iMDriCf-ODJKPCuAdDKx-xYdGwyzGAG-9nZTofW2r-D7LnyYKLthDJaIm9_8Dz6dhXFcKgAhl2J3WShbqCLXM3UKqi_zuI/s1600/Ucraina+scontri+18+feb+2.PNG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli scontri del 18 febbraio a Kiev.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 18-02 il parlamento si riunisce e l’opposizione chiede che venga messa in agenda la riforma della costituzione. Richiesta inascoltata. Gli esponenti dei partiti di minoranza e gli attivisti di Euromaidan escono dal perimetro di piazza Indipendenza e si dirigono verso il parlamento, cercando di esercitare il blocco. Scoppia il finimondo. </div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisHgm-Q7vVro5vlU0D-I2MNOrbbAoaZhdi09S2w63kXUHo3PEaH2nPbyJTrJoHGvAxwiAfnUyQRCl_3OUazzwO89lYmw71Hm6EDokxJni8Hhy-cCXil8bQLcDX6qJonT88py4WsX4BekOA/s1600/Ucraina+scontri+18+feb+3.PNG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisHgm-Q7vVro5vlU0D-I2MNOrbbAoaZhdi09S2w63kXUHo3PEaH2nPbyJTrJoHGvAxwiAfnUyQRCl_3OUazzwO89lYmw71Hm6EDokxJni8Hhy-cCXil8bQLcDX6qJonT88py4WsX4BekOA/s1600/Ucraina+scontri+18+feb+3.PNG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli scontri del 18 febbraio a Kiev.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Scontri, zuffe, colpi d’arma da fuoco sia da parte dei gruppi radicali della protesta che delle forze di sicurezza.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJyR2-OpzRAOOBx4phb1szDaAwQt4IlRRSD_xQ6mnVWpCiYqhS4Nv3e_zvidtIDyTt3NkUadXXbguj1z6QrfZVJ_waVroW2MBEXqt9A_rG5U9FHx7vqKn6mmzb6xelvAJKbcrVVKBduaOp/s1600/Ucraina+scontri+18+feb+4.PNG" style="clear: left; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="140" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJyR2-OpzRAOOBx4phb1szDaAwQt4IlRRSD_xQ6mnVWpCiYqhS4Nv3e_zvidtIDyTt3NkUadXXbguj1z6QrfZVJ_waVroW2MBEXqt9A_rG5U9FHx7vqKn6mmzb6xelvAJKbcrVVKBduaOp/s1600/Ucraina+scontri+18+feb+4.PNG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli scontri del 18 febbraio a Kiev.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
In serata i corpi speciali del ministero dell’interno stringono d’assedio piazza Indipendenza, ma non vanno allo scontro finale.<br />
Sul terreno, al termine della giornata, si contano almeno venticinque vittime, in quella che è stata la più feroce giornata di scontri da quando è scoppiata, a novembre, la crisi politica più seria nella storia post-sovietica del paese. Nove delle vittime sarebbero poliziotti, lo ha riferito il ministero della sanità.@mat_tacconi<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Il 6-03: vecchie ferite e nuove preoccupazioni, in un’Europa dove la destra estrema è in crescita. E’ una storia vecchia di oltre 70 anni ma sempre viva nella memoria di un paese dove nazionalismo e Seconda Guerra Mondiale sono sempre rimasti temi divisivi, ammette lo stesso sito russo RT. Ed è tornata più che mai alla ribalta oggi che gli <b>ultranazionalisti neoNazisti e russofobi di Svoboda</b> (Libertà)e di <b>Pravy Sektor</b> (Right Sector, Settore Destro o Ala Destra), <b>dopo aver guidato la protesta di Maidan</b> hanno conquistato <b>ruoli di primissimo piano nel nuovo governo</b> e <b>controllano Forze Armate, Polizia, Giustizia e Sicurezza Nazionale</b>. Abbastanza da preoccupare la Russia, certo, ma forse anche l’Europa dove ci si accinge a votare fra qualche mese e dove i partiti di destra estrema, più o meno rivestiti di panni rispettabili, stanno conquistano posizioni tra gli euroscettici.</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-AnNwKB5CLM29R7aPshSlSBcE67HEYMLx1w7Uz2sMcKH4w4QJFNKdaBCCRfKhkcMXgvi7ObJBJj9h-eXSdIvoB_L0ivehRRcNaDDL7jH-d_zgyqYtJ1wDWEhkehumxBAxqpuPCGC4i1Sz/s1600/ucraina+stepan+bandera.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="159" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-AnNwKB5CLM29R7aPshSlSBcE67HEYMLx1w7Uz2sMcKH4w4QJFNKdaBCCRfKhkcMXgvi7ObJBJj9h-eXSdIvoB_L0ivehRRcNaDDL7jH-d_zgyqYtJ1wDWEhkehumxBAxqpuPCGC4i1Sz/s1600/ucraina+stepan+bandera.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Stepan Bandera, al centro.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Al centro della disputa è la figura di Stepan Bandera leggendario combattente per la libertà e l’indipendenza ucraina per i nazionalisti ucraini di cui sopra, ma collaboratore della Germania di Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale con la quale si alleò in funzione anti sovietica pur di conquistare l’indipendenza del suo paese. La sua organizzazione fascista OUN-B, contribuì all’Olocausto facendo uccidere migliaia di Ebrei e Polacchi e dopo la guerra si batteva per un’Europa totalitaria e etnicamente pura mentre un movimento affiliato portava avanti un fallimentare tentativo di sollevazione contro l’URSS, tanto che Bandera (che secondo alcune fonti era diventato un agente dell’MI6) alla fine venne fatto fuori dal KGB, scrive il sito progressista californiano Salon.com, in un post (25/2/2014) intitolato “ Gli Usa in Ucraina appoggiano i neo-Nazisti?”. E non è l’unico né il primo a esprimere perplessità e porsi interrogativi del genere - Vedi il Guardian già il 22/1 ( L’estrema destra ha infiltrato il movimento di protesta, che non riflette tutti), TIME il 28/1 ( La protesta di Kiev sequestrata da gruppi di estrema destra) e International Business Times (19/2), e Business Insider, che linka persino il Jerusalem Post e Counterpunch.org.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsTv-9eEg3uEkxXIkBwcQwP8FW4SBVzSlvQPk58FUUJvNa18oQtU0gqhPgLY16an9nmh3gjIVhVm_6-PKO0tLEn4UWv52QkTlfCNJ0mEKkens3A_k_ItqlWT8o4e6SJnoV610rxd0s6DqK/s1600/Ucraina+etnie+nei+territori+rep+crimea.PNG" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsTv-9eEg3uEkxXIkBwcQwP8FW4SBVzSlvQPk58FUUJvNa18oQtU0gqhPgLY16an9nmh3gjIVhVm_6-PKO0tLEn4UWv52QkTlfCNJ0mEKkens3A_k_ItqlWT8o4e6SJnoV610rxd0s6DqK/s1600/Ucraina+etnie+nei+territori+rep+crimea.PNG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta con l'origine etnica degli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
abitanti dell'Ucraina e i dati della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Crimea.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Il 16-03 si tiene il referendum in Crimea. Si chiede agli abitanti della regione autonoma dell’Ucraina se intendono ripristinare l’assetto degli anni Novanta (c’era un tasso di autonomia ancora maggiore) o se puntano a procedere sulla strada dell’indipendenza. Il quesito definitivo è diverso da quello proposto originariamente, in cui si domandava se si volesse mantenere l’attuale grado di autogoverno o se al contrario si preferisse tornare agli anni Novanta. La variazione, accompagnata dalla convocazione alle urne anticipata rispetto a quella prescelta in origine (25 maggio), suggerirebbe che c’è fretta di chiudere la conta e procedere con lo strappo. Il risultato della tornata è chiaro: il 97 per cento di chi ha votato ha scelto di separarsi dall’Ucraina.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 21-03 il si tiene un Consiglio europeo. L’<b>Ue firma con l’Ucraina</b> la parte politica degli <b>Accordi di associazione</b>, pacchetto di misure che agevolano economia e commerci, con l’intento di approfondire i legami tra le parti. Questi stessi provvedimenti erano stati negoziati dall’ex presidente Viktor Yanukovich, che poi li respinse il 21 novembre, dando il “la” alla protesta popolare, che nel corso dei giorni ha cambiato segno: da tendenzialmente europeista a chiaramente nazionalista, dalla critica a Yanukovich alla priorità di cacciarlo.<br />
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 24-03 Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Francia, Germania e Giappone decidono di boicottare il G8, fintanto che la politica russa sull’Ucraina non cambierà di segno. In altre parole, è un’esclusione di Mosca dal consesso dei potenti. Il Cremlino incassa, senza esibire particolare dispiacere.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Obama si è presentato a Bruxelles con la promessa che <b>ci penseranno loro, gli Stati Uniti, a compensare il ridotto afflusso di gas dalla Russia </b>all’Unione europea. Come? Aumentando le esportazioni di gas naturale dall’America verso l’altra sponda dell’Atlantico. <b>Non proprio un favore “disinteressato”</b>. Tanto più che il presidente ha spiegato che, per facilitare l’arrivo del gas americano sui mercati europei, bisognerà approvare nei tempi più rapidi possibili la nuova partnership transatlantica di libero scambio (Ttip l’acronimo). Peccato che in Europa non manchino i critici di questo accordo, accusato di consentire alle grandi aziende statunitensi di scavalcare la (spesso restrittiva) legislazione europea in fatto di tutela ambientale e dei consumatori. Obama ha poi aggiunto che, se l’Europa vuole continuare a usufruire della “protezione” americana in caso di un’escalation della tensione con Mosca, non può pensare di tagliare troppo la sua spesa per la difesa (un riferimento anche ai piani del governo italiano di tagliare il budget del ministro Pinotti?). «<b>La libertà non è gratis</b>», ha detto il presidente americano incontrando i vertici della Nato.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 27-03 l’Assemblea generale dell’Onu approva una risoluzione che bolla come illegale l’adesione della Crimea alla Federazione russa.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'1-04 la Nato sospende la cooperazione militare e civile con la Russia. Nel frattempo, nei giorni precedenti, Yulia Tymoshenko e Petro Poroshenko si sono registrati ufficialmente come candidati alle presidenziali, in calendario il 25 maggio.<br />
<br />
<b>-</b> Il 6-04 i gruppi filo-russi manifestano a Donetsk, occupano la sede del governatorato e chiedono un referendum sulla falsa riga di quello tenutosi in Crimea. Donetsk è la roccaforte industriale del paese e la roccaforte elettorale del Partito delle Regioni. Si trova nell’est del paese. Le stesse scene – occupazione e rivendicazione del referendum – si verificano a Lugansk e Kharkhiv, altri due centri urbani della fascia orientale dell’Ucraina. Kharkhiv è la seconda città più grande del paese, dopo la capitale Kiev.<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhijo4TOWiRHXkb6wcZoCMMkoyG9IOov_RBnlYDv24T2HiTw8_Z_OqtDbF0nENQ8YDl4ZmdNV9NDg7d5-nUvXSqXb6hOxkMI7YX3KfDZRrh7YneDSyE99I33WA0Z8cSmuE9FjRQkJnwplRu/s1600/Ucraina+OLEKSANDR-TURCHYNOV.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="100" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhijo4TOWiRHXkb6wcZoCMMkoyG9IOov_RBnlYDv24T2HiTw8_Z_OqtDbF0nENQ8YDl4ZmdNV9NDg7d5-nUvXSqXb6hOxkMI7YX3KfDZRrh7YneDSyE99I33WA0Z8cSmuE9FjRQkJnwplRu/s1600/Ucraina+OLEKSANDR-TURCHYNOV.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Oleksandr Turchynov.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 10-04 il presidente provvisorio dell’Ucraina, Oleksandr Turchynov, firma una legge sulla “lustrazione”. Riguarda i giudici. Potranno essere chiamati a spiegare di fronte a una commissione i loro presunti legami con l’amministrazione Yanukovich. In cantiere ci sarebbero altre misure analoghe, su diverse altre cariche della pubblica amministrazione. Oleksandr Turchynov, <b>pastore battista</b>, è stato incaricato come presidente facente funzione dell'Ucraina.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'11-04 continua la protesta dei filo-russi a est. A Donetsk e Lugansk le sedi dei governatorati restano occupate. Il primo ministro ucraino, Arseniy Yatseniuk, propone alle regioni orientali un’ampia autonomia amministrativa. L’aveva già fatto a fine marzo, nel corso di un intervento diretto proprio ai cittadini delle regioni dell’est. La differenza è che stavolta Yatseniuk ha parlato da Donetsk, dove si è recato in visita. Un gesto, forse tardivo.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 12-04 <b>arriva a Kiev il direttore della Cia</b>, John Brennan. La notizia suscita stupore. Secondo diverse testate la visita del numero uno dell’agenzia di intelligence americana, che ha conferito con gli esponenti del governo ucraino, si è concentrata sulla necessità di favorire un maggiore scambio di informazioni e una più solida collaborazione tra Washington e Kiev, sul piano dei servizi. Essendo le forze armate ucraine inadeguate al confronto con quelle russe, si punta sul rafforzamento della qualità dell’intelligence.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii_ggQbqZsfDrcnuBk23g55utFWVke3hIQFuOME0cdX72AxEQr45yP0uadAUUQaS_UgKMLT9tZVUGwl3CdG4OG7xqPVxwZ01axxVIDVq7zLtUULg698iWdLPk7zSEP_1GbvuzTL0fskvvH/s1600/Ucraina+secessionisti+mezzi+corazzati+21+aprile.PNG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii_ggQbqZsfDrcnuBk23g55utFWVke3hIQFuOME0cdX72AxEQr45yP0uadAUUQaS_UgKMLT9tZVUGwl3CdG4OG7xqPVxwZ01axxVIDVq7zLtUULg698iWdLPk7zSEP_1GbvuzTL0fskvvH/s1600/Ucraina+secessionisti+mezzi+corazzati+21+aprile.PNG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Milizie ucraine.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 15-04 Kiev lancia un’offensiva definita "anti-terrorismo" nelle regioni dell’est, inviando mezzi militari e soldati. In questi giorni si sono verificati degli scontri, con alcune vittime. Ieri tre filo-russi sono stati uccisi a Mariupol, nella regione di Donetsk. C’è l’impressione che tanto Kiev quanto Mosca abbiano alzato la posta in gioco proprio alla vigilia di questi negoziati di Ginevra. Questo non toglie che la situazione è delicatissima.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjIqXAa8tFOcGFRMG_F6ozd-BLTxqF7lZ4Ta-V0thzV14ogNJgvM2bOs5v4FUFlmvRZa4gZ4CKBBTjuId7JA_ox67L7Q4FkMsRlToPnpw-s6I6ic7ySz8Xt4mLiWFKNUsKPYnpe2EmkD3R/s1600/Ucraina+percentuali+di+russi.PNG" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="140" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjIqXAa8tFOcGFRMG_F6ozd-BLTxqF7lZ4Ta-V0thzV14ogNJgvM2bOs5v4FUFlmvRZa4gZ4CKBBTjuId7JA_ox67L7Q4FkMsRlToPnpw-s6I6ic7ySz8Xt4mLiWFKNUsKPYnpe2EmkD3R/s1600/Ucraina+percentuali+di+russi.PNG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta con la densità dell'etnia russa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in Ucraina.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div>
</div>
<b>-</b> Il 17-04 a Ginevra, tavola rotonda tra Russia, Stati Uniti, Unione europea e Ucraina. L’obiettivo è ricucire gli strappi che stanno dilaniando l’ex repubblica sovietica. Compito molto arduo, considerando anche quello che sta accadendo nell’est del paese. Le forze armate di Kiev sono intervenute allo scopo di bloccare l’offensiva dei gruppi armati filo-russi, infiltrati secondo i più da agenti e militari di Mosca. Ci sono stati scontri. Ci sono stati morti, a quanto pare.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4rwKkmLHg62WppxakvPwAPOY5gbeQooYPBLe3AWf-1T_yrN5yxhc7aAMjoF3-DeePODen3A01w7RQQTRQ0UPK8qesaxsQBpOCOkX8jRlbMp-g5FFIm_21_kg-v0dpFo3S-kboOMhOc_Mv/s1600/ucraina+lugansk.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4rwKkmLHg62WppxakvPwAPOY5gbeQooYPBLe3AWf-1T_yrN5yxhc7aAMjoF3-DeePODen3A01w7RQQTRQ0UPK8qesaxsQBpOCOkX8jRlbMp-g5FFIm_21_kg-v0dpFo3S-kboOMhOc_Mv/s1600/ucraina+lugansk.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Ucraina: ubicazione di Lugansk.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> L'1-05: Ucraina, attacco di filo-russi a Donetsk. Manifestanti filo-russi hanno preso d'assalto la sede dell'ufficio del procuratore regionale di Donetsk. Almeno quattro poliziotti sono rimasti feriti. La folla ha lanciato pietre contro l'edificio e i poliziotti in tenuta antisommossa intervenuti a difesa del sito, che hanno risposto all'attacco della folla con granate stordenti e gas lacrimogeni. I poliziotti sono stati picchiati e disarmati dalla folla, al grido di "fascisti fascisti!".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2S4HQXJl9UQAs1Fg5bmSzW8TobMdaPCakAexnn1i_Cj53qJ5Jyjrj9TmDPW0Beue0A88k-NW7N1Pz9q9vphNlqf8u8FF9lZ5fZ6tCPrEB7ccMjv7gG9P8yROlA6Mai3YsJyt7tmml35fv/s1600/Ucraina+provincia+Donetsk.PNG" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2S4HQXJl9UQAs1Fg5bmSzW8TobMdaPCakAexnn1i_Cj53qJ5Jyjrj9TmDPW0Beue0A88k-NW7N1Pz9q9vphNlqf8u8FF9lZ5fZ6tCPrEB7ccMjv7gG9P8yROlA6Mai3YsJyt7tmml35fv/s1600/Ucraina+provincia+Donetsk.PNG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La provincia di Donetsk in rosso.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La provincia (oblast) di Donetsk ha una spiccata vocazione industriale; prima lo sfruttamento del carbone, poi l’acciaio, hanno legato saldamente la sua storia economica all’Urss durante tutto il ’900. Donetsk era tanto importante per il suo acciaio che Mosca la ribbattezzò come Stalino.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il distretto di Donetsk è inoltre uno dei più popolosi dell’Ucraina, e le sue spinte separatiste non risalgono a oggi. Durante le elezioni presidenziali del 2004, l'oblast era già in odore di autonomia, perché Viktor Yanukovych, già presidente dell’oblat dal 1997 al 2002, perdeva le elezioni sotto le spinte di quella che tutti chiamarono Rivoluzione Arancione.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVfdo0ifdlQQIy57WjLSA2xDekgb92qESWGjQDb3h1buDff8b78JfMOrQlNkga6Jh4MSp0knSBrnL5nLUi4aVRro-aSo7qbWDz0yGlJqhnZpl68fCDlRTq-NGTdIrqTy1VhIFTt_CZqbEl/s1600/Ucraina+slavyansk.PNG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVfdo0ifdlQQIy57WjLSA2xDekgb92qESWGjQDb3h1buDff8b78JfMOrQlNkga6Jh4MSp0knSBrnL5nLUi4aVRro-aSo7qbWDz0yGlJqhnZpl68fCDlRTq-NGTdIrqTy1VhIFTt_CZqbEl/s1600/Ucraina+slavyansk.PNG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Ubicazione di Slavyansk.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 2-05 Kiev attacca Slavyansk, in mano ai filorussi. Due soldati ucraini uccisi, presi nove checkpoint che erano in mano ai separatisti. L’esercito ucraino ha lanciato “un attacco su larga scala” su Slavyansk, una delle città dell’est controllate dai miliziani filo-russi. Il ministero della Difesa ucraino ha riferito che durante la fase attiva dell’operazione militare a Slaviansk, due soldati sono stati uccisi e molti altri feriti, sono stati abbattuti due elicotteri Mi-24 e danneggiato un elicottero Mi-8. La fase attiva del raid sulla città dove vengono tenuti in ostaggio gli osservatori Osce è iniziata all’alba. Le forze di sicurezza utilizzano aeromobili mandati da Kiev e veicoli blindati.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKS06iS2VrzhkmXKNkiSa22c6kU-BektgT-dsMQa5SF4fcJzzNplHLstHjAnwKeKBcfFTi2UgxH-tzYv0o4LUtwG20tuEsA4_YJMXfGO2AmEpr57ILEz1CikbPOSq6XaTCYK-R8x4cbwyQ/s1600/Ucraina+Slavyansk+manif+statua+Lenin.PNG" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKS06iS2VrzhkmXKNkiSa22c6kU-BektgT-dsMQa5SF4fcJzzNplHLstHjAnwKeKBcfFTi2UgxH-tzYv0o4LUtwG20tuEsA4_YJMXfGO2AmEpr57ILEz1CikbPOSq6XaTCYK-R8x4cbwyQ/s1600/Ucraina+Slavyansk+manif+statua+Lenin.PNG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Manifestazione di filo-russi a</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Slavyansk, sotto la statua di Lenin.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nella città di 160.000 abitanti sono risuonate le campane delle chiese per avvertire la popolazione del pericolo imminente. Fonti del ministero dell’Interno ucraino hanno fatto sapere che il governo non commenterà quanto sta accadendo a Slavyansk “finche’ l’operazione non sarà terminata”. L’offensiva, se confermata, sarebbe la prima risposta militare su ampia scala ai miliziani filo-russi che hanno preso il controllo di numerosi edifici pubblici di città del sud-est dell’ex repubblica sovietica, alimentando la più dura contrapposizione tra Mosca e Occidente dai tempi della Guerra Fredda. Una conferma del clima teso era venuta dalla parata dei lavoratori sulla Piazza Rossa per il Primo maggio voluta dal presidente russo, Vladimir Putin, la prima dall’era sovietica, trasformatasi in una manifestazione di sostegno al Cremlino per l’annessione dell’Ucraina e la protezione della minoranza russofona.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi01PtpgW7fHRCreVgaGzxKkGgFOH_GV2iiSsfeR55njf_EQnXlNe_dKgx1grGjs2duq0IZonvl_QllyAp2Yc26r6y1BGA_8NiQAddNL4afl1CAENYO0jf5Pmp8vTttKw_TH2gLDCslrjr-/s1600/Ucraina+Kramatorsk+e+Odessa.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="138" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi01PtpgW7fHRCreVgaGzxKkGgFOH_GV2iiSsfeR55njf_EQnXlNe_dKgx1grGjs2duq0IZonvl_QllyAp2Yc26r6y1BGA_8NiQAddNL4afl1CAENYO0jf5Pmp8vTttKw_TH2gLDCslrjr-/s1600/Ucraina+Kramatorsk+e+Odessa.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Ucraina: evidenziate Kramatorsk</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e Odessa.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 3-05 Kiev, controffensiva nell’Est, 60 morti. Mosca: perso il controllo dei filorussi. Sloviansk, Odessa, e adesso anche Kramatorsk: l’offensiva di Kiev si allarga, con scontri sanguinosi tra filorussi e ucraini. Rilasciati gli osservatori dell’Osce. Il portavoce di Putin: non sappiamo come rispondere a violenze. Scontri a Odessa: sono 42 i morti e 125 feriti, tra cui 21 poliziotti, le vittime della guerriglia scoppiata venerdì sera a Odessa. A colpi di bastoni, lanci di pietre e molotov filorussi e filo ucraini si sono scontrati a Odessa, città portuale sul Mar Nero. Centinaia di militanti hanno attaccato una manifestazione per l’unità nazionale alla quale partecipavano circa 1.500 persone. La polizia è intervenuta per separare i due campi, ma il bilancio è tragico. Oltre alle vittime per gli scontri in piazza, almeno trentotto persone sono morte in un incendio nella sede dell’Unione dei sindacati (la Casa dei sindacati) della città. Una trentina di persone sono morte per l’intossicazione da fumo e altre 8 si sono schiantate al suolo dopo che si erano gettate dalle finestre dell’edificio per sfuggire alle fiamme. Nell’edificio si sarebbero rifugiati i filorussi dopo gli scontri in città. Secondo alcune fonti russe, alcuni dei filorussi si sono lanciati dalle finestre per sfuggire alle fiamme: e sopravvissuti alla caduta, sarebbero stati circondati e bastonati dagli estremisti filo-Kiev. Nell’incidente sono rimaste ferite anche una cinquantina di persone, compresi dieci ufficiali di polizia. La polizia ha arrestato più di 130 persone per il rogo, che sarebbe stato causato da bombe molotov lanciate contro il secondo e terzo piano dell’immobile: gli arrestati rischiano accuse che vanno dalla partecipazione ai disordini all’omicidio premeditato. Per il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, le autorità di Kiev «portano la responsabilità di quanto accaduto a Odessa» e ne sono «di fatto complici», come «chi considera legittima la giunta di Kiev». Putin ha inviato le sue condoglianze ai familiari delle vittime.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKekjwqLGylQEt9ubn7hYwFT8jGpBOd07PHJ3IfMtncy_H8QW8U4CdItT4oGmJ-xgHeDPVOGrx-XLK7gglvcfz_7za8feaGbOpDueAAZEjS4lc5Ettg0kSOV-FWkpu3pmrPo5_Jio48d6X/s1600/Ucraina+Donetsk+LAPRESSE-TELFOTO.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKekjwqLGylQEt9ubn7hYwFT8jGpBOd07PHJ3IfMtncy_H8QW8U4CdItT4oGmJ-xgHeDPVOGrx-XLK7gglvcfz_7za8feaGbOpDueAAZEjS4lc5Ettg0kSOV-FWkpu3pmrPo5_Jio48d6X/s1600/Ucraina+Donetsk+LAPRESSE-TELFOTO.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Immagine da Donetsk.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 4-05: Ucraina, terzo giorno di offensiva a Est. Cresce la tensione a Odessa. Il governo di Kiev proseguirà l'offensiva«su larga scala» iniziata venerdì contro le roccaforti ribelli filorusse nell'est del Paese, ha annunciato il segretario del consiglio di Difesa e Sicurezza Nazionale, Andriy Parubiy: «Quando si concluderà l'operazione a Slavyansk e Kramatorsk, lanceremo operazioni in altre città dove gli estremisti e i terroristi ignorano la legge ucraina e minacciano la vita dei cittadini ucraini». Intanto l'offensiva sferrata dalle truppe ucraine in varie roccaforti della regione mineraria di Donetsk, dove per l'11 maggio è stato indetto un referendum locale sulle orme di quello di Crimea, mette in allerta i miliziani filorussi che controllano vari edifici pubblici nel capoluogo regionale. Di fronte all'avanzata della Guardia Nazionale, i ribelli hanno dichiarato la mobilitazione generale in città. In segno di lutto per le <b>46 vittime di Odessa, in gran parte filorussi</b>, le bandiere che ondeggiano dinanzi al municipio di Donetsk sono listate a lutto.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 25-05 si svolgono le<b> elezioni </b>per la composizione e la presidenza del <b>parlamento europeo</b>.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHREhlrFSgOAoEfUFfk4npHNyrqDCTuOYT9p58jTGrvm2Cu_MOKgHgqUsNHGq0exT5T4yM8hRup7Pt69r1sxpsc5FjpMF9h29pqt1qyIcBfOC-kOW8e23rO4qs7c99W06NVEslyj16d7gQ/s1600/risultati+Elezioni+europee+2014.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="141" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHREhlrFSgOAoEfUFfk4npHNyrqDCTuOYT9p58jTGrvm2Cu_MOKgHgqUsNHGq0exT5T4yM8hRup7Pt69r1sxpsc5FjpMF9h29pqt1qyIcBfOC-kOW8e23rO4qs7c99W06NVEslyj16d7gQ/s1600/risultati+Elezioni+europee+2014.GIF" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Risultati delle elezioni per il</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
parlamento europeo 2014. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'Europarlamento cambia, ma non abbastanza per delineare, fin da subito, che strada imboccherà e chi sarà il nuovo presidente: cala il PPE ma rimane il gruppo più numeroso, si mantiene stazionario il PSE (S&D), grazie fondamentalmente al voto italiano, cresce il GUE/NGL con il suo 5,99% e si impongono gli euroscettici della Le Pen, di Farage e di Grillo. A quanto pare la politica dell'austerità non è stata molto gradita dai cittadini europei. Le ultime elezioni del Parlamento europeo si sono svolte in uno scenario profondamente diverso da quello dei precedenti appuntamenti. Le ragioni sono molteplici: il <b>Trattato di Lisbona,</b> se da una parte ha notevolmente accresciuto alcuni poteri del Parlamento, dall'altra <b>ha spostato l'equilibrio istituzionale verso il Consiglio europeo</b> a <b>scapito</b> della <b>Commissione</b>, che si è trovata a svolgere una funzione sempre più burocratica, <b>e</b> dello stesso <b>Parlamento</b>. A complicare ancora di più il quadro hanno notevolmente contribuito le modalità con cui è stata affrontata, sotto la spinta dell'emergenza, la crisi economica. Invece di trovare all'interno del Trattato gli strumenti per ridimensionarla, il Consiglio ha escogitato soluzioni istituzionali al suo esterno, con il varo di due trattati internazionali, il <b>Fiscal Compact</b> e l'<b>Esm</b>, con un conseguente <b>minore ruolo</b> per il <b>Parlamento</b>. L'azione svolta dal Parlamento per affrontare questi problemi e i suoi tentativi di influenzare l’evoluzione politico-istituzionale di questi ultimi anni sono rimasti largamente sconosciuti; certamente non hanno avuto un significativo impatto su un'opinione pubblica sempre più scettica e critica nei confronti delle istituzioni europee.<br />
non è stata molto gradita dai cittadini europei.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieaqngUzeQ9ON7RIaXwhWa_2nPSuccuZ1bBbcC2ELmEfwGAINJHo9plnGu7aLY4-sm9jZPXW6i54VIvdaqxWbA-YlOUe-jWmi1o0pyTaa1vOQgbMoBwBnoZKnvVuMJnl5mwIsRnhA346c/s1600/Carta+Scozia+voti+per+distacco+Uk.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieaqngUzeQ9ON7RIaXwhWa_2nPSuccuZ1bBbcC2ELmEfwGAINJHo9plnGu7aLY4-sm9jZPXW6i54VIvdaqxWbA-YlOUe-jWmi1o0pyTaa1vOQgbMoBwBnoZKnvVuMJnl5mwIsRnhA346c/s200/Carta+Scozia+voti+per+distacco+Uk.png" width="151" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta con gli esiti del</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
referendum in Scozia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>18-09-2014</b> - Si tiene <b>in Scozia</b> un secondo <b>referendum per l’indipendenza scozzese </b>dal Regno Unito. L'esito del referendum vede la <b>vittoria degli unionisti</b> con 2.001.926 voti, pari al <b>55,3% dei votanti</b>. La consultazione è stata frutto di un accordo tra il governo del Regno Unito e il governo scozzese, noto anche come Accordo di Edimburgo, firmato il 15 ottobre 2012 dal primo ministro britannico David Cameron, dal segretario di Stato per la Scozia Michael Moore, dal primo ministro scozzese Alex Salmond e dalla vice-primo ministro scozzese Nicola Sturgeon.<br />
<div>
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'1-12 il presidente russo<b> Vladimir Putin ha dato l’addio al progetto di gasdotto South Stream</b> e ha indicato come <b>tracciato alternativo quello che passa per la Turchia</b>.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjS9mhKez7oZfXobv3EMuEqIu07384Zp-MGwdaDAzZia_ySGvXMGlQqASQTjVBXsazILBZN7dfQtHPfAYBp4MYUHoAfCRaMPbR01NJx5g9fGSHDPVm0cRlJhuDs7ySc12WMs4ao8OaOidA/s1600/putin.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjS9mhKez7oZfXobv3EMuEqIu07384Zp-MGwdaDAzZia_ySGvXMGlQqASQTjVBXsazILBZN7dfQtHPfAYBp4MYUHoAfCRaMPbR01NJx5g9fGSHDPVm0cRlJhuDs7ySc12WMs4ao8OaOidA/s1600/putin.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Vladimir Putin.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Una decisione che riguarda direttamente anche il futuro della Siria, visto che una delle principali cause che hanno generato la guerra sono le vie del petrolio e del gas. Il South Stream (in italiano: flusso meridionale) era un progetto volto alla costruzione di un nuovo gasdotto che avrebbe dovuto connettere direttamente Russia ed Unione Europea, eliminando ogni Paese extra-comunitario dal transito. Era un progetto sviluppato congiuntamente da Eni, Gazprom, EDF e Wintershall. Secondo i programmi iniziali del progetto, i lavori per la realizzazione della prima delle 4 linee (in parallelo) dovevano essere conclusi entro la fine del 2015 e le consegne di gas dovevano iniziare immediatamente dopo. Entro la fine del 2017 invece era previsto il completamento dell’intero progetto. Nel 2008, l’Emiro del Qatar propose al Presidente Bashar al Assad un piano strategico per fare passare in Siria il gas in direzione dell’Europa. Assad si oppose, leggendo in quel progetto un piano contro la Russia e l’Iran, suoi storici alleati. Un rifiuto che rafforzò l’alleanza tra i Paesi del Golfo e la Turchia, in vista del rovesciamento di un regime che non “obbediva” alle mire espansionistiche della monarchia sunnita. La Turchia oggi però non è più interessata al progetto del Qatar. Erdogan ha infatti capito che gli unici vantaggi che possono derivare alla sua economia arrivano dalla costruzione del gasdotto russo che, attraverso il suo paese e la Grecia, arriverà nel cuore dell’Europa. Il nuovo gasdotto, con una capacità di 63 miliardi di metri cubi annui, partirà dal giacimento di Russkaya, lo stesso che avrebbe dovuto fornire il gas al South Stream. Un hub gasiero alla frontiera con la Grecia riceverà così ogni anno 50 miliardi di metri cubi, che poi andranno ai clienti dell’Europa meridionale che ne faranno richiesta. Per la parte offshore, nel mar Nero, continuerà a lavorare la stessa Southstream Transport. Questa mossa ha indebolito l’alleanza del Qatar con la Turchia in un momento dove sia l’Esercito Siriano, sia l’Esercito Iracheno e, infine, Hezbollah infliggono duri copi al terrorismo sostenuto dai Paesi del Golfo. Il vertice di Doha ha sancito il riavvicinamento ufficiale tra le monarchie del Golfo e l’Egitto. Il Qatar (alleato della Fratellanza Musulmana) si è unito ad Arabia Saudita,Bahrein, Emirati, Kuwait e Oman, gli altri 5 Paesi presenti al Consiglio di Cooperazione del Golfo, nell’affermare il pieno appoggio al programma politico del Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi. Che cosa farà il Qatar a questo punto? Forse continuerà a muoversi accanto ai movimenti islamici (tuttora sostiene i qaedisti del Fronte al Nusra), certamente farà in modo che questa sua attività non interferisca con questioni interne delle monarchie del Golfo o metta a rischio la sicurezza nella regione. La crisi politica e diplomatica negli ultimi otto mesi ha diviso i paesi arabi del Golfo. Il Qatar si è piegato ai diktat dell’Arabia Saudita, del Bahrein e degli Emirati Arabi Uniti scaricando i Fratelli musulmani e finendo per sostenere il nuovo corso egiziano del generale Abdel Fattah al Sisi. Nel discorso di apertura del vertice, l’emiro del Qatar ha invitato gli altri capi di stato regionali a mettere da parte le divergenze alla luce “del pericolo che stiamo correndo a causa della minaccia del terrorismo”.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 9-12 ondata di vendite sulla <b>Borsa di Atene</b>, che ha chiuso con un <b>ribasso del 12,78%</b>, affossata dagli storni sui titoli bancari. Per il listino greco è la peggior performance da 27 anni.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtlmjZkxujDX-gYiOVSjngkllAh__S8HigiKYr735L38rjqaQ6IVUgZZ9gVdty2zRPj7og5mEHvoXB3PfhptjOrfvygbvqBGX2LhIPu5L1AIk2j-FokpB6viDjxIp231uJMrCgL8WdMc4/s1600/borsa+di+Atene.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtlmjZkxujDX-gYiOVSjngkllAh__S8HigiKYr735L38rjqaQ6IVUgZZ9gVdty2zRPj7og5mEHvoXB3PfhptjOrfvygbvqBGX2LhIPu5L1AIk2j-FokpB6viDjxIp231uJMrCgL8WdMc4/s1600/borsa+di+Atene.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Borsa di Atene.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le tensioni sono tornate a tenere banco dopo la decisione del primo ministro Antonis Samaras di anticipare l’elezione del nuovo capo dello Stato entro questo mese. Una mossa che alimenta i rischi di elezioni anticipate. <span style="orphans: 1;">Nel caso il suo candidato venisse sconfitto (Samaras non ha ancora designato un nome per succedere al presidente Karolos Papoulias) il premier sarebbe di fatto costretto a indire </span><b style="orphans: 1;">elezioni politiche</b><span style="orphans: 1;"> generali che prevedibilmente porterebbero alla </span><b style="orphans: 1;">vittoria </b><span style="orphans: 1;">dell’</span><b style="orphans: 1;">estrema sinistra di Syriza</b><span style="orphans: 1;"> (stando ai sondaggi il primo partito del Paese) contraria al commissariamento da parte della della Troika. </span>L’annuncio a sorpresa è giunto ieri sera poco dopo la decisione dei ministri delle Finanze europei, riuniti a Bruxelles, di approvare una proroga di due mesi al piano di salvataggio della Grecia.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 12-12, mentre in UE la ripresa economica stenta a decollare, con le previsioni di crescita dei Pil nazionali vicino allo 0, Germania compresa, <b>il prezzo del petrolio greggio si affossa </b>e rischia di affondare l'intero Venezuela: il Paese con le maggiori risorse di petrolio al mondo. D'altra parte la produzione mondiale rimane stabile con un aumento da parte dei Paese che non aderiscono al cartello dell'Opec, mentre l'Agenzia internazionale dell'Energia è costretta a rivedere al ribasso, per la quarta volta in cinque mesi, la domanda globale. Secondo un rapporto dell'Aie, infatti, la richiesta mondiale per l'oro nero nel 2015 crescerà di 900.000 barili al giorno a quota 93,3 milioni di barili al giorno: ossia 230.000 barili al giorno in meno rispetto alle previsioni del mese scorso. Le stime sono state nuovamente riviste in calo perché i Paesi produttori sono in difficoltà a causa del calo dei prezzi, spiega l'Aie, sottolineando però che <b>a pesare maggiormente è la situazione in Russia</b>, dove le sanzioni (<b>per la questione ucraina</b>) stanno frenando la crescita. Le stime di domanda per il petrolio russo nel 2015 sono state, infatti, tagliate di 195.000 barili al giorno a 3,4 milioni di barili al giorno. Invece la produzione dei Paesi che non fanno parte del cartello Opec salirà a 57,8 milioni di barili al giorno l'anno prossimo, stima l'Aie. A farne le spese, più di chiunque altro, potrebbe quindi essere il Venezuela che - secondo un report di Moody's - rischia seriamente il default se le quotazioni del petrolio si stabilizzassero intorno a <b>quota 60 dollari al barile</b>: il paese guidato da Nicolas Maduro possiede, infatti, le riserve più importanti di greggio del pianeta, ma ha un enorme deficit fiscale oltre ad un elevato livello di spesa pubblica. Tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno del 2014, c’è stato un <b>significativo calo del prezzo del petrolio sui mercati mondiali</b>: il prezzo al barile è sceso sotto i 90 dollari. Gl'indici rilevati tra settembre e ottobre riflettono un andamento anomalo, soprattutto se si considera che la situazione politica del Medio Oriente - la zona del mondo con le più grandi riserve di greggio - continua a essere molto grave e instabile: nelle ultime settimane, per esempio, si è parlato molto delle conquiste di alcuni giacimenti petroliferi iracheni da parte dello Stato Islamico. Anche altri produttori di petrolio stanno affrontando diverse difficoltà: la Libia, la Nigeria, la Russia e la Siria. Nel rapporto mensile diffuso dall’OPEC a metà ottobre si legge che nell’ultimo mese gli stati membri dell’organizzazione hanno prodotto 400mila barili di greggio al giorno in più rispetto al mese precedente. Il Venezuela ha chiesto la convocazione di una riunione di emergenza per affrontare la questione della produzione, mentre l’Iran ha chiesto che si riducano i barili di greggio prodotti. La decisione dipende però in larga parte dall’Arabia Saudita, che ha ampio potere all’interno dell’OPEC e finora si è mostrata piuttosto restia ad acconsentire alle richieste di ridurre la produzione di petrolio (soprattutto per i timori di perdere fette di mercato in Asia). Riguardo al calo del prezzo del petrolio, diversi esperti e analisti hanno individuato almeno due cause, e tre conseguenze significative.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Prima ragione</b>: l’aumento della produzione di petrolio.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipN14lIUqvixeO-rTbePn5H1mrxnHh_XVFZHdKOpUSFsUCoUTz5nVA_7_Z5DXGqwTktvOCgC2ZL5H84k4NnYrVLG1n3k68-Id_zi8m36u5SfbK4DOahM1PtZIFV8hkNnjEivNeKUU7atc/s1600/sabbie+bituminose.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="146" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipN14lIUqvixeO-rTbePn5H1mrxnHh_XVFZHdKOpUSFsUCoUTz5nVA_7_Z5DXGqwTktvOCgC2ZL5H84k4NnYrVLG1n3k68-Id_zi8m36u5SfbK4DOahM1PtZIFV8hkNnjEivNeKUU7atc/s1600/sabbie+bituminose.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Sabbie bituminose in USA.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Se aumenta la produzione c’è più offerta, e quindi il prezzo cala. L'aumento della produzione è avvenuta soprattutto negli USA, grazie all’estrazione di petrolio da sabbie bituminose in North Dakota e Texas. La produzione statunitense di petrolio è salita a 8,5 milioni di barili al giorno, il più alto livello mai registrato dal 1986. Se si considerano anche i combustibili liquidi derivati dal petrolio, scrive il Washington Post, la produzione americana è quasi al livello di quella dell’Arabia Saudita.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvXPirHfcw2l2gQa7h7TCSNF0stIJbv-FHHaA7wYYDTyQweG57ghLSfj7-whqawajAbJAI2A3ucPjUkf9F8tX0qTDxSEMCa3PbotihFBPvQplkRy-3_UM_6ANhC4yZQACjY9Zz95s85Cw/s1600/sabbie+bituminose+in+alberta.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvXPirHfcw2l2gQa7h7TCSNF0stIJbv-FHHaA7wYYDTyQweG57ghLSfj7-whqawajAbJAI2A3ucPjUkf9F8tX0qTDxSEMCa3PbotihFBPvQplkRy-3_UM_6ANhC4yZQACjY9Zz95s85Cw/s1600/sabbie+bituminose+in+alberta.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Estrazione di sabbie bituminose</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in Alberta, Canada.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Allo stesso tempo sta aumentando anche la produzione del petrolio in Russia, dove si stanno raggiungendo gli alti livelli registrati nel 1987 (11,48 milioni di barili al giorno). Infine negli ultimi 14 mesi è cresciuta anche la produzione di petrolio in Libia, che era crollata a causa della guerra civile del 2011. Oggi in Libia si producono 925mila barili di petrolio al giorno: non è detto però che i ritmi che sta tenendo la Libia continuino a rimanere così alti nei mesi a venire, date le grosse violenze che si stanno verificando nelle ultime settimane tra islamisti, esercito e altre milizie paramilitari.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Seconda ragione</b>: la riduzione del consumo di petrolio. Il crollo del prezzo del greggio è dovuto ad una riduzione generale del consumo del petrolio. In Cina, uno dei maggiori importatori e consumatori di petrolio la mondo, la domanda di greggio non è cresciuta come ci si aspettava: nel corso del 2014 l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha abbassato la sua previsione annuale di crescita della domanda cinese di petrolio per cinque volte (nell’ultima stima si parla del 2,3 per cento; anche per il 2015 è stata abbassata la stima dal 4,2 al 2,3 per cento). Il consumo è calato anche negli Stati Uniti, soprattutto grazie a una politica annunciata dall’amministrazione di Barack Obama nel 2009, secondo la quale entro il 2025 le macchine vendute negli Stati Uniti dovranno fare in media 54,5 miglia con un gallone di benzina (circa 23 chilometri al litro: cioè dovranno consumare poco). Ci sono poi i guai economici dell’Europa: la debolezza dell’euro ha fatto sì che diventasse molto più costoso per gli europei comprare il petrolio. Infine ha ridotto il suo consumo di petrolio anche il Giappone, che ha cominciato a sostituire sempre più spesso il petrolio con il gas e il carbone: il consumo giapponese potrebbe diminuire ulteriormente nel 2015, ha detto il dipartimento dell’Energia statunitense, quando verranno rimesse in funzione le centrali nucleari.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Prima conseguenza</b>: i problemi della Norvegia. Secondo alcune stime il Mare di Barents, al largo della punta settentrionale della Norvegia, contiene circa il 40 per cento delle risorse petrolifere non ancora scoperte nel paese: è quindi visto come la chiave per aumentare dl produzione di petrolio nazionale, soprattutto visto il progressivo declino e “invecchiamento” dei giacimenti del Mare del Nord. Avviare i progetti per cominciare le trivellazioni nella zona, tuttavia, costa molto denaro (anche per la mancanza di oleodotti e piattaforme): e con i recenti problemi registrati dall’indice Brent – il mercato del greggio estratto nel Mare del Nord – l’inizio delle operazioni è stato rimandato di nuovo. La questione non riguarda solo gli eventuali benefici che ne ricaverebbe l’economia norvegese: il Mare di Barents si trova nel Circolo Artico, una regione che – secondo le stime della US Geological Survey – potrebbe contenere circa il 30 per cento delle riserve mondiali non ancora scoperte di gas e il 13 per cento di quelle di petrolio: far partire il progetto di sfruttamento dell’area, come dicono da anni molti analisti, potrebbe cambiare la geopolitica mondiale e rendere meno dipendente l’Europa e l’Asia dalle importazioni mediorientali.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Seconda conseguenza</b>: effetti sulla politica mondiale. Il crollo del prezzo del petrolio, nonostante infligga un danno economico significativo ai paesi esportatori, potrebbe avere conseguenze in qualche modo positive per l’Occidente. Per esempio, nei primi otto mesi di quest’anno la vendita di petrolio e prodotti derivati ha costituito il 46 per cento delle entrate di bilancio russe. In un momento in cui l’Occidente sta cercando di sanzionare la Russia per le sue interferenze nella crisi in Ucraina orientale, scrive il Washington Post, una diminuzione del 10-20 per cento del prezzo del petrolio potrebbe contribuire a raggiungere lo scopo politico delle sanzioni (non si tratterebbe comunque di danni ingenti). Un discorso simile si può fare per l’Iran, le cui esportazioni di petrolio sono limitate dalle sanzioni occidentali (qui le sanzioni sono legate al rifiuto del governo iraniano di limitare il suo programma nucleare e aprire le proprie installazioni a ispezioni internazionali): se si riduce il prezzo del petrolio si riducono le entrate, e il governo iraniano potrebbe essere costretto a raggiungere un accordo sul nucleare per alleggerire le sanzioni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Terza conseguenza</b>: gli effetti (notevoli) sulle singole economie. In generale, scrive l’Economist, il primo vincitore del calo del prezzo del petrolio è la stessa economia mondiale. Una variazione del 10 per centro del prezzo del petrolio è associato a una variazione dello 0,2 per cento del Prodotto Interno Lordo globale, ha detto Tom Helbling del Fondo Monetario Internazionale. Quando cala il prezzo del petrolio le risorse si spostano dai produttori ai consumatori, che sono più propensi a spendere i loro guadagni rispetto agli sceiccati del Golfo. A queste variazioni di prezzo del petrolio, gli effetti riguardano direttamente le economie di tutti i paesi. Il mondo produce poco più di 90 milioni di barili al giorno di petrolio: a 115 dollari al barile, si parla di un valore la produzione che raggiunge circa i 3.800 miliardi di dollari l’anno; a 85 dollari al barile il valore scende a 2.800 miliardi di dollari l’anno.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 16-12, dopo aver ripreso fiato all’apertura dei mercati,<b> il rublo è tornato a precipitare verso </b><b>nuovi minimi assoluti</b>: 80 rubli per un dollaro, addirittura 100 sull’euro, prima di risalire intorno a quota 90.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirqv3D67UzT38I00MjHFm1wefeGei1Y8PxhKMWhgiYsHKvoToLmvaA33HQ18f1A6u_nZUzzcN3gKfh_d6ShQTNizJif0a0v92ya1ROeC9BzIhmFq_5Xj2Dcf48g0CMJV1IHRdXFtDkcCQ/s1600/bank+rossii.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirqv3D67UzT38I00MjHFm1wefeGei1Y8PxhKMWhgiYsHKvoToLmvaA33HQ18f1A6u_nZUzzcN3gKfh_d6ShQTNizJif0a0v92ya1ROeC9BzIhmFq_5Xj2Dcf48g0CMJV1IHRdXFtDkcCQ/s1600/bank+rossii.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Bank Rossii, la banca russa.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
La mossa spettacolare di Bank Rossii, che la notte precedente aveva portato i tassi di interesse dal 10,5 al 17%, nel tentativo disperato di interrompere il crollo del rublo, non sarebbe bastata, l’effetto si è esaurito in poco tempo. Nel proseguo della giornata odierna, il rublo ha provato a recuperare, e il rapporto di parità rispetto all'euro è fissato ora a 84,55 rubli per un euro, ancora in crescita rispetto ai 78 della chiusura di ieri. Per dare un’idea della tempesta che si è abbattuta sulla moneta russa, basti pensare che tre mesi fa servivano 50 rubli per comprare un euro. In quello che gli analisti hanno battezzato “il giorno del giudizio” per il rublo, il petrolio è sceso per la prima volta dal luglio 2009 sotto la soglia dei 60 dollari al barile. Travolta anche la Borsa di Mosca, che perde il 19%, il crollo peggiore dal 1995.<br />
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZmyCRhe87J_SWQWKh2TcjpxytIiCMS_Y02GrN114R6TIP8ioFn5kUxOhd1RQJSstUJqM3dJwxQKMUx4CqR9BPz2YjDGvH-DgRG5LhbuSSh-5At1_8THsqEmX_FW4oiu58CtQsNy4OmCax/s1600/Carta+Europa+con+i+28+della+UE+2014.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZmyCRhe87J_SWQWKh2TcjpxytIiCMS_Y02GrN114R6TIP8ioFn5kUxOhd1RQJSstUJqM3dJwxQKMUx4CqR9BPz2YjDGvH-DgRG5LhbuSSh-5At1_8THsqEmX_FW4oiu58CtQsNy4OmCax/s1600/Carta+Europa+con+i+28+della+UE+2014.png" width="350" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta politica dell'Europa con i 28
stati membri dell'UE nel 2014</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e le loro bandiere: Belgio, Germania,
Francia, Italia, Paesi Bassi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(l'Olanda) , Lussemburgo, Danimarca,
Irlanda, Regno Unito,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Grecia, Spagna, Portogallo, Austria,
Finlandia, Svezia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Repubblica Ceca, Estonia, Cipro,
Lettonia, Lituania,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia,
Slovacchia, Bulgaria,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Romania e Croazia. Gli altri stati che
fanno parte dell'Europa:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Islanda, Norvegia, Russia, Kazakistan
europeo, Bielorussia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ucraina, Moldavia, Georgia, Armenia,
Azerbaigian, Andorra,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Liechtenstein, Svizzera, San Marino,
Città del Vaticano, Bosnia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Erzegovina, Serbia, Kosovo, Montenegro,
Albania, Macedonia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Turchia europea. Segue legenda degli
stati membri dell'UE</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e dei candidati a esserlo, l'adesione
congelata, quelle rifiutate</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dai cittadini o dall'UE, la tabella
bandiere-nomi degli stati</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
aderenti all'Unione Europea.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-61491038804993634382020-05-12T03:57:00.003-07:002020-10-07T03:35:34.639-07:00Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZfS-sMuxGDfYiObsJgv9tcI-uDKrb5dfmzbERgblyx-Z55SANL6w6DOJkzMHanM36m7E4eHxrmHj7xdJBmyJRAbExGfijlGh6UURXr_VkSAql4CAESxNtRL77nzJtOYw7tbeR0W_0Q6s/s1600/UE+Unione+Europea+27+2012.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZfS-sMuxGDfYiObsJgv9tcI-uDKrb5dfmzbERgblyx-Z55SANL6w6DOJkzMHanM36m7E4eHxrmHj7xdJBmyJRAbExGfijlGh6UURXr_VkSAql4CAESxNtRL77nzJtOYw7tbeR0W_0Q6s/s200/UE+Unione+Europea+27+2012.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta del continente Europa nel 2012</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con nomi in Italiano: i 27 Stati
dell''UE:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Belgio, Germania, Francia, Italia,
Paesi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Bassi (Olanda), Lussemburgo, Regno</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Unito, Grecia, Spagna, Portogallo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Danimarca, Irlanda, Austria, Finlandia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Svezia, Repubblica Ceca, Estonia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Malta, Polonia, Slovenia, Slovacchia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Bulgaria e Romania. Sono indicati
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
i territori extra-continentali dell'UE:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Azzorre, Madeira, Canarie, Guadalupe,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Martinica, Guyana Francese, Reunion.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli Stati candidati all'ingresso
nell'UE:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Croazia, Turchia, Islanda, Montenegro,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Macedonia. La Norvegia, che con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
un referendum ha rifiutato l'adesione,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
la Svizzera che con un referendum ha</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
congelato l'adesione e gli altri Stati
del</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
continente: Bosnia Erzegovina, Albania,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Serbia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Russia, Georgia, Armenia. Inoltre non</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
sono visibili: Andorra, Principato di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Monaco, Città del Vaticano, Repubblica</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di San Marino, Principato del
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Lichtenstein e il Kosovo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 2003</b> - Il 1° gennaio l'Ue succede all'ONU, in Bosnia ed Erzegovina, alla guida del contingente di pacificazione della regione.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 1° febbraio<b> entra in vigore </b>il<b> Trattato di Nizza</b>, che riguarda le riforme istituzionali da attuare in vista dell'adesione di altri Stati, approvato al Consiglio europeo di Nizza l'11 dicembre 2000 e firmato il 26 febbraio 2001. L'obiettivo del Trattato di Nizza è relativo alle dimensioni e composizione della commissione, alla ponderazione dei voti in consiglio e all'estensione del voto a maggioranza qualificata, e infine alle cooperazioni rafforzate tra i paesi dell'Unione Europea.</div>
</div>
<br />
<b>-</b> <b>Germania</b> e <b>Francia</b> sono complici nella creazione della crisi del debito europeo, perché dopo l’introduzione dell’euro, <b>hanno per prime ignorato le regole fiscali</b>, e liberamente hanno interagito con i deficit pubblici e del debito, non rispettando la famosa regola aurea del 3% nel rapporto deficit/Pil. I due paesi oltrepassarono quel valore senza essere punite, anche col tacito assenso italiano, che aveva la presidenza del consiglio Ecofin.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 2004</b> - I <b>prezzi del greggio</b>, sono tornati a essere sensibilmente più instabili dalla seconda metà degli anni novanta e sono<b> cresciuti a un ritmo sempre più sostenuto fra il 2004 e la metà del 2008</b>. Le prospettive future per l’offerta di petrolio indussero timori a livello internazionale, a causa del fatto che dalla fine del 2004 la crescita della produzione petrolifera nei paesi non appartenenti all’OPEC si mantenne praticamente nulla, come conseguenza di limiti di natura<br />
geologica. La decadenza economica degli anni 2000 si è cominciata a manifestare a partire dall'<b>incremento dei prezzi delle materie prime, alimentari e industriali</b>, che ha seguito una riduzione dei costi delle stesse nel precedente periodo 1980-2000.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6mDsbwnl3r3UghyRaTNb8DKSHHlLPZad7vh2K97vM6utC_PtP7KLsl_fbiJ0stxOSUOUvBBzMCj4__OSFEjUAF6NTQ84uIfxA4p6Wy8u1i3YaEkT0g4voAVFQCqoLcEWJVa6VqfC4qw4/s1600/ue+carta+con+nomi+in+lingua+originaria.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6mDsbwnl3r3UghyRaTNb8DKSHHlLPZad7vh2K97vM6utC_PtP7KLsl_fbiJ0stxOSUOUvBBzMCj4__OSFEjUAF6NTQ84uIfxA4p6Wy8u1i3YaEkT0g4voAVFQCqoLcEWJVa6VqfC4qw4/s200/ue+carta+con+nomi+in+lingua+originaria.jpg" width="176" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Unione Europea nel 2012,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con i nomi nelle lingue locali dei 27</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Stati membri: Belgio, Germania,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Bassi, Danimarca, Irlanda, Regno</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Unito, Grecia, Spagna, Portogallo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Austria, Finlandia, Svezia, Estonia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Repubblica Ceca, Cipro, Lettonia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Lituania, Ungheria, Malta, Polonia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Slovenia, Slovacchia, Bulgaria</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e Romania.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Nel 2000 il costo del greggio (che esercita un ulteriore impatto influenzando i prezzi di altre fonti energetiche, soprattutto il gas naturale e il carbone) subì un aumento del 45% circa, con una oscillazione da 26 dollari a 34 dollari nel corso dell’anno, mentre dal 2001 (anno dell'attentato alle Torri Gemelle) al 2003 il prezzo si conservò pressoché invariato, oscillando intorno ai 20 dollari. Nel 2004, a fine anno si ebbe un forte innalzamento pari al 100%, con il raggiungimento dei 40 dollari al barile. <b>L'area euro</b>, fortemente dipendente dalle importazioni di petrolio in percentuale vicina al 100%, <b>ha risentito </b>non solo a livello produttivo, ma anche sui prezzi al consumo, con conseguenze non indifferenti <b>in termini di Pil, consumi privati, investimenti e esportazioni</b>. Gli effetti sull'economia possono variare fra i paesi in base non solo alla dipendenza dall'importazione delle materie prime e alla loro intensità di utilizzo, ma anche in relazione al fatto che il rialzo delle quotazioni è indotto da una contrazione dell’offerta o da un eccesso di domanda.<br />
<br /></div>
<b>-</b> Il 1° maggio, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria aderiscono all'UE.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 29 ottobre viene firmato a Roma il<b> trattato che si propone di adottare una costituzione per l'UE</b>, ed in ogni caso la nuova Costituzione europea, per avere effetto legale dovrebbe essere approvata e ratificata dai parlamenti e/o dagli elettori dei vari Paesi europei aderenti all'UE.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiF9t1jG41Lf1u66UNgCw7zYQgeVNOgbqrbwBlaf1qd0GW2gO_fjXe52FuJlPgCAjGDzftdOv4iCCCnX2mZ4MuusR3FHOzw-WOB03mgRgSZb9QxbP18tuBiuPSRiKn8sdN9bykMjsqdpKJR/s1600/CRI.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="113" data-original-width="114" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiF9t1jG41Lf1u66UNgCw7zYQgeVNOgbqrbwBlaf1qd0GW2gO_fjXe52FuJlPgCAjGDzftdOv4iCCCnX2mZ4MuusR3FHOzw-WOB03mgRgSZb9QxbP18tuBiuPSRiKn8sdN9bykMjsqdpKJR/s1600/CRI.png" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Simbolo della Croce</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rossa Italiana.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 2005</b> - Ratifica del <b>Protocollo Aggiuntivo</b>, l'ultimo documento stilato delle quattro <b>Convenzioni di Ginevra</b>, che costituiscono il corpo fondamentale del <b>Diritto Internazionale Umanitario</b> dei conflitti armati e forniscono una solida<b> base </b>per l'azione del <b>Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: right;">
</div>
Il Movimento Internazionale della <b>Croce Rossa</b> e della <b>Mezzaluna Rossa</b> costituisce <b>la più grande organizzazione umanitaria del mondo</b>. L'organizzazione viene spesso indicata con i termini abbreviati Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Il movimento è costituito dal Comitato Internazionale della Croce Rossa con sede a Ginevra, dalla Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e dalle 189 società nazionali individuali. L'<b>8 maggio viene festeggiata</b> la giornata mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, poiché l'8 maggio 1828 nacque Henry Dunant, il fondatore.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- <b>Storia</b>. Nel 1863 Jean Henry Dunant, insieme ad altri quattro cittadini svizzeri (il giurista Gustave Moynier, il generale Guillaume-Henri Dufour e i medici Louis Appia e Theodore Maunoir) crea il "Comitato ginevrino di soccorso dei militari feriti" comunemente chiamato "Comitato dei cinque", predecessore del "Comitato Internazionale della Croce Rossa". Il motivo che spinse Dunant a fondare il Comitato fu la terribile carneficina e la disorganizzazione con cui furono portati i soccorsi durante la battaglia di Solferino (il 24 giugno 1859) a cui lui, banchiere ginevrino che passava da lì durante un viaggio d'affari, assistette. Il "Comitato dei cinque" promosse le idee di Henry Dunant proposte nel suo libro "Un ricordo di Solferino" ed il 26 ottobre 1863 organizzò, a Ginevra, una Conferenza Internazionale, con l'adesione di 18 rappresentanti di 14 Paesi che firmarono, il 29 ottobre dello stesso anno, la Prima Carta Fondamentale contenente dieci risoluzioni che definirono le funzioni ed i mezzi dei Comitati di soccorso. Nacque così il "Movimento Internazionale della Croce Rossa".</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7ekSnKpw-EUI7la1Er2dI-QU_ivY2V0T-zzNM39waWjM5lVSNddC_1UFxIbIf6fIjYsSSLuI3RlKrqx_8gv1wq7c-5yKQWICwssinFT1haoPYLf1WmdjzlUIxfT7ZWCVkIgyB9WCMUIuF/s1600/croce+rossa.GIF" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7ekSnKpw-EUI7la1Er2dI-QU_ivY2V0T-zzNM39waWjM5lVSNddC_1UFxIbIf6fIjYsSSLuI3RlKrqx_8gv1wq7c-5yKQWICwssinFT1haoPYLf1WmdjzlUIxfT7ZWCVkIgyB9WCMUIuF/s1600/croce+rossa.GIF" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Croce</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rossa.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Il simbolo della croce fu adottato poiché era quello della Svizzera</b>, ma rossa su fondo bianco (anziché bianca su fondo rosso come nella bandiera svizzera), facilmente riproducibile in una condizione di emergenza, come uno scenario di guerra. Il febbraio del 1864, durante la guerra tra la Danimarca e la Prussia, fu la prima occasione per le "<b>Società Nazionali di Soccorso</b>" di <b>intervenire in aiuto dei feriti e delle vittime da entrambi le parti</b>, ma si resero subito conto della difficoltà di intervento e della necessità di un serio impegno da parte degli stati a non colpire il personale e le strutture dedite alla cura delle vittime e dei feriti di guerra. Così, l'8 agosto 1864, il governo elvetico convocò una conferenza diplomatica alla quale parteciparono i rappresentanti di 12 nazioni (di cui gli USA fu l'unico stato non europeo a partecipare). La conferenza si concluse il 22 agosto 1864 con la ratifica della <b>prima convenzione di Ginevra</b> per il miglioramento della sorte dei feriti in battaglia (il primo principio della Croce Rossa è l'<b>Umanità</b>).</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8kUEYBAzCmHpWT8zEj8rdU11ExOYFuDjBoFLAFSzTohWOmfgFOGhu2FsUeEJLUsL38IzjOgDtVmMSNuCvmrbk948vwREK-BlESPXrCouBxPSbpErzXoquNVtD9T6XV97WxRTSeIxiVxnb/s1600/mezzaluna+rossa.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8kUEYBAzCmHpWT8zEj8rdU11ExOYFuDjBoFLAFSzTohWOmfgFOGhu2FsUeEJLUsL38IzjOgDtVmMSNuCvmrbk948vwREK-BlESPXrCouBxPSbpErzXoquNVtD9T6XV97WxRTSeIxiVxnb/s1600/mezzaluna+rossa.GIF" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Mezzaluna</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rossa.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'<b>impero Ottomano</b> turco, di religione musulmana, <b>contestò il simbolo della croce</b> come evocativo della religione cristiana. Per tale motivo fu adottata per quel paese il simbolo della <b>mezzaluna rossa</b>. Nel 1919 un dirigente della società nazionale della Croce Rossa Americana, Henry P. Davidson, vista l'ingente quantità di persone e mezzi utilizzati nelle attività di Croce Rossa durante la prima guerra mondiale, propose <b>per la prima volta l'impiego di queste risorse anche in tempo di pace</b>, ponendo le basi per la costituzione della Lega delle Società della Croce Rossa il 5 maggio 1919 a Parigi che nel 1991 prese il nome di Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. L'organizzazione è stata insignita del Premio Nobel per la pace in tre diverse occasioni: nel 1917, nel 1944 e nel 1963.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Attualmente della <b>Federazione</b> della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa fan parte il <b>Comitato Internazionale</b> che si occupa delle aree in cui sono presenti <b>conflitti armati</b> e le varie <b>Società nazionali</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- <b>I princìpi</b>. Il movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa Internazionale opera sulla base di sette principi fondamentali:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Umanità</b>: "Nato dalla preoccupazione di soccorrere senza discriminazioni i feriti dei campi di battaglia, il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, sia a livello internazionale che nazionale, opera per prevenire e alleviare in ogni circostanza le sofferenze degli uomini. Si applica a proteggere la vita e la salute, e a far rispettare la persona umana. Opera per la reciproca comprensione, l’amicizia, la cooperazione e una pace durevole tra tutti i popoli.".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Imparzialità</b>: "Non fa alcuna distinzione di nazionalità, razza, religione, di condizione sociale o di appartenenza politica. Si dedica esclusivamente a soccorrere gli individui a seconda della gravità e dell'urgenza delle loro sofferenze."</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Neutralità</b>: "Per conservare la fiducia di tutti, il Movimento si astiene dal prendere parte alle ostilità così come, anche in tempo di pace, alle controversie d'ordine politico, razziale, religioso e ideologico."</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Indipendenza</b>: "Il Movimento è indipendente. Le Società Nazionali di Croce Rossa e mezza luna svolgono le loro attività umanitarie come ausiliarie dei poteri pubblici e sono sottoposte alle leggi in vigore dei rispettivi paesi. Tuttavia esse devono conservare un'autonomia che permetta loro di operare sempre secondo i Principi del Movimento."</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Volontarietà</b>: "La Croce Rossa è un movimento di soccorso volontario e disinteressato."</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Unità</b>: "In un paese non può esserci che un'unica Società di Croce Rossa o di Mezzaluna Rossa. Essa dev'essere aperta a tutti e deve estendere la sua attività umanitaria all’intero territorio."</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Universalità</b>: "Il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa è universale: in esso tutte le Società hanno uguali diritti ed il dovere di aiutarsi reciprocamente."</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questi principi furono enunciati ufficialmente per la prima volta nella XX Conferenza Internazionale della Croce Rossa svoltasi nel 1965 a Vienna, prendendo spunto da quanto scritto da Jean Pictet nel suo libro del 1962 La Dottrina della Croce Rossa. Da allora tutte le manifestazioni ufficiali del Movimento sono aperte con la loro lettura.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- <b>Convenzione di Ginevra</b>. La convenzione garantisce neutralità e protezione alle ambulanze, agli ospedali militari, al personale sanitario, al materiale sanitario nonché ai feriti di ogni parte ed al personale civile di ogni parte che si adopera per migliorare la sorte dei feriti. In base a tale Convenzione <b>l'emblema dell'organizzazione</b>, posto sui veicoli e sugli edifici umanitari e sanitari, <b>fa sì che siano protetti dagli attacchi militari</b>.Come previsto dalla Convenzione di Ginevra, l'emblema della Croce Rossa deve essere usato solo per evidenziare:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- strutture per la cura di feriti e malati dei membri delle forze armate;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- equipaggiamento e personale medico delle forze armate;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- personale sanitario e religioso, al seguito delle forze armate;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- gruppi della Croce Rossa quali il Comitato Internazionale della Croce Rossa, la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, e le Società Nazionali di Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La Convenzione di Ginevra obbliga i suoi firmatari a prevenire l'uso non autorizzato del nome e dell'emblema, in tempo di guerra o di pace, allo scopo di garantire il rispetto universale del simbolo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nonostante ciò, l'emblema, con colori differenti, è un simbolo internazionale che indica pronto soccorso, unità paramediche e simili ma in maniera del tutto non autorizzata. Infatti l'uso dell'emblema della Croce Rossa è consentito, come protezione, solo ed esclusivamente agli ospedali civili. In tutti gli altri casi (medici, ambulanze non Croce Rossa ecc.) si tratta di abuso dell'emblema. L'uso dell'emblema della Croce Rossa distintivo è concesso solo alle sue componenti (in tutto tre in Italia, Volontari, Corpo Militare della Croce Rossa Italiana e Infermiere Volontarie).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Oggi l'organizzazione conta più di 115 milioni di volontari. In <b>Italia</b> è rappresentata dall'"Associazione Italiana della Croce Rossa", più nota come <b>Croce Rossa Italiana</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- <b>Le convenzioni</b>. Le quattro Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949, unitamente ai due Protocolli Aggiuntivi del 1977 ed al Protocollo Aggiuntivo del 2005, costituiscono il corpo fondamentale del <b>Diritto Internazionale Umanitario</b> dei conflitti armati e forniscono una solida base per l'azione del Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- I convenzione di Ginevra: Per il miglioramento delle condizioni dei militari feriti o malati in campagna</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- II convenzione di Ginevra: Per il miglioramento delle condizioni dei militari feriti, malati o naufraghi in mare</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- III convenzione di Ginevra: Per il miglioramento delle condizioni dei prigionieri di guerra</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- IV convenzione di Ginevra: Per la protezione dei civili in tempo di guerra</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I due protocolli aggiuntivi alle convenzioni di Ginevra 1977 si riferiscono alle vittime dei conflitti internazionali e non. Su Wikisource sono presenti i testi completi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- <b>I simboli</b>. Il simbolo della <b>croce</b> fu adottato poiché era quello della Svizzera, ma rossa su fondo bianco (anziché bianca su fondo rosso come nella bandiera svizzera), facilmente riproducibile in una condizione di emergenza, come uno scenario di guerra. </div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjt8wv5AAgYHuFCFqDabZHMUjma_RKfY9jamFdeC5KvjTSlnyBUBJ4XYzKz5iI8Riba3rW54iNLPQ311-7CipVZ0uZThTTMto-tPl9urV3NO_Iv4NudZahZnKyAHHCHaXMDsCwBhysq_LVF/s1600/leone+rosso.GIF" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjt8wv5AAgYHuFCFqDabZHMUjma_RKfY9jamFdeC5KvjTSlnyBUBJ4XYzKz5iI8Riba3rW54iNLPQ311-7CipVZ0uZThTTMto-tPl9urV3NO_Iv4NudZahZnKyAHHCHaXMDsCwBhysq_LVF/s1600/leone+rosso.GIF" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Leone</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rosso.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggSCTi4gCuNPNCQg4S7qIpzqwXLecZIhdfNg-Q7m0r1GbRha9oHrm8J1yCZQvCDk7CzgCXYaIVe9a7R1RGW1hMk7pag_Kr4xopVizK-LQhQzT98GB6FjVSsT7N6BzlHv4pXu3Ryd-wnfV5/s1600/cristallo+rosso.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggSCTi4gCuNPNCQg4S7qIpzqwXLecZIhdfNg-Q7m0r1GbRha9oHrm8J1yCZQvCDk7CzgCXYaIVe9a7R1RGW1hMk7pag_Kr4xopVizK-LQhQzT98GB6FjVSsT7N6BzlHv4pXu3Ryd-wnfV5/s1600/cristallo+rosso.GIF" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cristallo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rosso.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEise6i_N-rulAVyfUBfFJTVULlhSTh1AIagu4iXaXnP79x5L4O2L_UxobvAaqfJRcMfE46-06E9YWxEEIDAFL5LaPHSLdrpJRvl-vK6NDyL7zOvi-XQZsJwn8IXvEMJEYAzn9y4gOZbjyPC/s1600/cristallo+rosso+pi%25C3%25B9+stella+di+davide.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEise6i_N-rulAVyfUBfFJTVULlhSTh1AIagu4iXaXnP79x5L4O2L_UxobvAaqfJRcMfE46-06E9YWxEEIDAFL5LaPHSLdrpJRvl-vK6NDyL7zOvi-XQZsJwn8IXvEMJEYAzn9y4gOZbjyPC/s1600/cristallo+rosso+pi%25C3%25B9+stella+di+davide.GIF" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cristallo Rosso con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
la Stella di David.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Durante il 19° secolo, l'impero Ottomano turco, di religione musulmana, contestò il simbolo della croce come evocativo della religione cristiana. Per tale motivo fu adottata per quel paese il simbolo della <b>mezzaluna rossa</b>. Col tempo anche l'Iran adottò il simbolo del <b>leone rosso</b>. A questo punto, anche Israele voleva adottare come simbolo la <b>stella di David rossa,</b> e si decise quindi di adottare come simbolo internazionale il <b>Cristallo Rosso</b>, al cui interno si possono inserire i simboli territoriali.</div>
</div>
<br />
<b>Nel 2006 </b>- L'integrazione euro-atlantica dell'Albania, l'ultimo obiettivo dei governi albanesi-comunisti, si verifica finalmente nel 2006. Firmato un accordo di associazione e di stabilizzazione fra Albania e UE. L'Albania, con la Croazia e la Macedonia, inoltre, si proponevano per entrare a far parte della NATO nel 2008. La manodopera dell'Albania ha continuato a migrare in Grecia, in Italia, in Germania ed altre zone di Europa e dell'America del Nord. Tuttavia, col tempo, il flusso continuo di emigrazione è lentamente diminuito, per le sempre più opportunità emerse nella stessa Albania.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 2007</b> - Il 1° gennaio Bulgaria e Romania aderiscono all'UE. La Slovenia adotta l'euro.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 25 marzo l'UE compie 50 anni: in un vertice informale viene adottata la <b>Dichiarazione di Berlino</b> per cercare di sbloccare l'impasse costituzionale. La dichiarazione di Berlino (ufficialmente la "dichiarazione in occasione del 50º anniversario della firma del trattato di Roma") è un testo dell'Unione Europea firmato il 25 marzo 2007 a Berlino (Germania) per celebrare i 50 anni dalla firma del trattato di Roma, dal quale venne fondata la Comunità Economica Europe che ha preceduto l'odierna Unione Europea.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdgHuvw4HkX6TqGERMtdJs4BuqXBpArHkdvM2JE4HftgBZcjy4eA11-TTasgDxQi5G02zGQ7mmFu-oq45sXqdn_hklTqQmdk5EfOjo1xaeiqMCUK1TFpj0nIDZSXH9Q2rdz2O9gKSAl7g/s1600/ue+-+bandiere+stati+membri+e+data+di+adesione.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdgHuvw4HkX6TqGERMtdJs4BuqXBpArHkdvM2JE4HftgBZcjy4eA11-TTasgDxQi5G02zGQ7mmFu-oq45sXqdn_hklTqQmdk5EfOjo1xaeiqMCUK1TFpj0nIDZSXH9Q2rdz2O9gKSAl7g/s200/ue+-+bandiere+stati+membri+e+data+di+adesione.jpg" width="127" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
UE: Tabella con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
bandiera degli Stati</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
membri fino al 2007</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e la data di adesione.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il testo è stato concepito con la speranza di portare ad un futuro raggiungimento del consenso riguardo all'approvazione della <b>costituzione europea</b>, processo <b>bloccato</b> dalla ratificazione negativa ai <b>referendum di Francia e Olanda</b>. Di fatto il testo non menziona la costituzione per nome, ma provvede semplicemente a chiamare un "raggiungimento di una base comune" in tempo per le elezioni europee del 2009. </div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La dichiarazione è stata determinante per il raggiungimento del consenso sul nuovo testo, ridefinito "<b>Trattato di riforma</b>", successivamente chiamato "<b>Trattato di Lisbona</b>", che permetterà di attuare quello che era stato previsto nella Costituzione senza l'avvallo delle popolazioni europee.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 23 giugno il Consiglio europeo trova l'accordo sul "<b>Trattato di riforma</b>" che sostituirà la Costituzione europea.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>In agosto negli USA scoppia una crisi finanziaria a cui sono seguite una recessione, iniziata nel secondo trimestre del 2008 e una grave crisi industriale (seguita al fallimento di Lehman Brothers il 15 settembre) scoppiata nell'autunno dello stesso anno - di proporzioni più ampie che nella Grande crisi del 1929 - con una forte contrazione della produzione e degli ordinativi. La <b>crisi</b> imprevista <b>dei mutui sub-prime</b>, mutui a basse garanzie (perché sottoscritti da contraenti con reddito inadeguato o con passato di insolvenze o fallimenti) concessi dalle banche d'investimento americane (istituti che concedevano finanziamenti chiedendo tassi d’interesse variabili e crescenti nel tempo ottenendo una compensazione del rischio con il rendimento dei prestiti), inizia a manifestarsi nel 2006 per scoppiare nel 2008. La crisi raggiunse il punto di non ritorno quando i risparmiatori americani cominciarono a non ripagare più i mutui dando avvio a un massiccio aumento dei pignoramenti (1,7 milioni di case coinvolte nel solo 2007). <b>All'origine di questo fenomeno la vertiginosa crescita del mercato immobiliare americano</b> (picco 2004-2006), con il <b>forte aumento dei prezzi</b> delle abitazioni e la successiva espansione degli investimenti nel settore. Tale "bolla" speculativa si espanse di pari passo col costante apprezzamento delle case. Essa tendeva a raggiungere, attraverso l'aumento costante della destinazione di risorse nel settore, l'espansione permanente del mercato. L'indebitamento delle famiglie americane provocò nel 2006 l'esplosione dei prezzi delle attività, e in particolare di quelli immobiliari; l'indebitamento aumentava via via che cresceva il valore delle proprietà immobiliari. La caduta dei prezzi nel 2007 provocò l'esplosione del valore dei mutui a livelli superiori alla consistenza stessa del valore delle abitazioni. Le famiglie più fortemente indebitate avevano scommesso sul protrarsi della crescita, ignorando il rischio di un rovesciamento del mercato. <b>L'esplosione della bolla dei mutui fu amplificata dal fatto che le banche statunitensi</b>, al fine di ridurre l'esposizione rispetto a questi prodotti finanziari altamente rischiosi, <b>vendevano a terzi i mutui stessi attraverso diversi strumenti finanziari, parcellizzandoli e riassemblandoli con altri prodotti (CDO, CMO, CLO, ABS)</b>. In questo modo le banche scaricavano su altri soggetti (inizialmente investitori istituzionali, ma poi anche banche e risparmiatori) i rischi corsi concedendo tali finanziamenti. <b>La cartolarizzazione dei mutui subprime </b>(ovvero la creazione di titoli garantiti dai mutui ipotecari), sempre più diffusa, <b>moltiplicava spesso i rendimenti</b> in quanto chiedeva un ulteriore rendimento ai soggetti a cui si rivendevano i derivati dei mutui secondari. <b>Tali processi hanno reso infetto l'intero sistema finanziario </b>mondiale di questi titoli, a un certo punto della crisi conosciuti, con un'espressione peggiorativa ma efficace, come "<b>tossici</b>".<b></b> La cartolarizzazione e il successivo "impacchettamento" dei titoli in sempre nuovi prodotti nei quali doveva essere assemblato, assieme a una parte di titoli garantiti, un certo quantitativo di titoli tossici, aveva lo scopo di fare alzare il giudizio di affidabilità delle agenzie, cosicché a un rapporto maggiore di titoli sani rispetto a quelli tossici nello stesso "pacchetto" sarebbe corrisposta una qualità del rating superiore (A, AA, AAA ecc.). La <b>forte svalutazione di questi strumenti innescò difficoltà gravissime in alcuni fra i più grandi istituti di credito</b> <b>americani</b>. Bear Sterns, Lehman Brothers e AIG vennero ridotti al collasso e poi messi in sicurezza dall'intervento del Tesoro statunitense di concerto con la FED. Anche banche europee, come la <b>britannica </b>Northern Rock (quinto istituto di credito inglese), e grossi istituti finanziari (la <b>svizzera</b> UBS, la <b>belga</b> Fortis, la <b>franco-belga</b> Dexia -questi ultimi due parzialmente nazionalizzati dai governi francese, belga e lussemburghese-, la <b>tedesca </b>Hypo Real Estate e <b>l'italiana</b> Unicredit), furono investiti dalla svalutazione dei titoli immobiliari, venendo successivamente o nazionalizzati o costretti a ricapitalizzarsi.Dopo diversi mesi di debolezza e perdita di impieghi, il fenomeno è collassato tra il 2007 e il 2008 causando la bancarotta di banche ed entità finanziarie e determinando una forte riduzione dei valori borsistici e della capacità di consumo e risparmio della popolazione (con effetti immediatamente recessivi sull'economia).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhn6c1DxutMR_qUd1b-VDzPU1nFzAvE3TtlKfclr8JocIe4qUwBzqWwEu-fSD_SfvKLthDZuukP_O7FpvLT6rWqwoDoLdk_q7hEQIfQsKS0gvwoyn-bjJw2C9F5NuHPx6kv4flhwP7_LKD9/s1600/fuld.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhn6c1DxutMR_qUd1b-VDzPU1nFzAvE3TtlKfclr8JocIe4qUwBzqWwEu-fSD_SfvKLthDZuukP_O7FpvLT6rWqwoDoLdk_q7hEQIfQsKS0gvwoyn-bjJw2C9F5NuHPx6kv4flhwP7_LKD9/s200/fuld.jpg" width="133" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Dick Fuld detto</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"il gorilla".</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Tra coloro che sono ritenuti, a vario titolo, in quanto ricoprenti incarichi di rilievo nelle grandi banche d'affari, <b>tra i responsabili principali della bolla speculativa, molti hanno successivamente riassunto nuovi incarichi o non sono stati per nulla sottoposti al giudizio della magistratura americana</b>.<br />
Tra questi figurano:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Dick Fuld, amministratore delegato di Lehman Brothers, fallita il 16 settembre 2008, processato dal congresso, iniziò in proprio una nuova attività.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgg9PPM1W7rc4iEVGsM5xzUG1v-uHql69IfeJPM9MaICzlJ_z45HaPwVmxEqEPwqd7-2GF1bGcZNOzBkMaqVRsG6FcKJcyHP6MIFur_uIzeAoAqcqr2DVwvcEyxlZyUJsDiSkhyphenhyphen36Qo0Mg/s1600/cioffi.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgg9PPM1W7rc4iEVGsM5xzUG1v-uHql69IfeJPM9MaICzlJ_z45HaPwVmxEqEPwqd7-2GF1bGcZNOzBkMaqVRsG6FcKJcyHP6MIFur_uIzeAoAqcqr2DVwvcEyxlZyUJsDiSkhyphenhyphen36Qo0Mg/s200/cioffi.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Ralph Cioffi.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
- Ralph Cioffi e Matthew Tannin, gestori di fondi della Bear Stearns, accusati di aver mentito ai propri clienti, nel loro vano tentativo di contenere le perdite legate alle speculazioni dei subprime, rischiarono venti anni di reclusione, ma senza mai venire<br />
condannati.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIhV9mqMjhTYwuWmFfXesQ6yNwyKsFI-eCZ0VV9ePtOUjY_dtNsYVEqZTgcF2GZ5pfLVRRHvY3gyuVovKe2tOxNZ-qel1eudOabP1nqj7nifvT4N55RT3cWI79tzhsnDUKP0BCkHSNcMG5/s1600/matthew+tannin.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIhV9mqMjhTYwuWmFfXesQ6yNwyKsFI-eCZ0VV9ePtOUjY_dtNsYVEqZTgcF2GZ5pfLVRRHvY3gyuVovKe2tOxNZ-qel1eudOabP1nqj7nifvT4N55RT3cWI79tzhsnDUKP0BCkHSNcMG5/s200/matthew+tannin.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Matthew Tannin.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il 10 novembre 2010 saranno assolti dalle accuse.<br />
- Angelo Mozilo, amministratore delegato di Countrywide, accusato di aver nascosto l'entità delle perdite nel portafoglio immobiliare della sua società.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpow43iAjZL2tdfQ3dUX8vaWFoUowe8OII6LvdFOYnU_4C8oz5HqwRGCt0JGm05ZMByEuCUJfl2SV8cASAngGKVMoGohPxYzzENgQS0MY6ShyWnf7L16XWhkRIfWCuSWMZlRbDEMclSxzw/s1600/mozilo.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpow43iAjZL2tdfQ3dUX8vaWFoUowe8OII6LvdFOYnU_4C8oz5HqwRGCt0JGm05ZMByEuCUJfl2SV8cASAngGKVMoGohPxYzzENgQS0MY6ShyWnf7L16XWhkRIfWCuSWMZlRbDEMclSxzw/s200/mozilo.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Angelo Mozilo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
- Ken Lewis, numero uno di Bank of America, accusato di aver ingannato i suoi azionisti e lo stato sull'entità delle perdite della banca di investimento Merrill Lynch, che Bank of America acquisì nel 2008, si collocò in quiescenza con una liquidazione di 50 milioni di dollari.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Lloyd Blankfein, elemento di spicco di Goldman Sachs, dovette accettare una transazione record da 550 milioni di dollari che la banca versò il 16 aprile 2010 alla Sec e una multa da 267 milioni di dollari comminata dalla Fsa<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzD8GJeYtx1D_24PMp5euHd02aXSnoSffPmB5otVxIr-ZgZYrY0quF2m6Wwjp5cpH6Rs0xZ9Kl3319TWDbftZtHMnZU2Wko75437LXL0LBPXmfL29ITAeYfMsayNaIDSHBWEU2o6Hg4Qts/s1600/blanfkein.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="142" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzD8GJeYtx1D_24PMp5euHd02aXSnoSffPmB5otVxIr-ZgZYrY0quF2m6Wwjp5cpH6Rs0xZ9Kl3319TWDbftZtHMnZU2Wko75437LXL0LBPXmfL29ITAeYfMsayNaIDSHBWEU2o6Hg4Qts/s200/blanfkein.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Lloyd Blankflein.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE9noPqwai_3zjcrraABN6M-361HXAisnlg5bzvXLco3m8SjjRs9E_npYFsJ54AdmSQHLou1s8GQpz9seRjQGclnVgAEqL9wILG3CJRo4ABk0ZIRFYIns3LLMDSnoETSiehSvb06BFw7rW/s1600/ken+lewis.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE9noPqwai_3zjcrraABN6M-361HXAisnlg5bzvXLco3m8SjjRs9E_npYFsJ54AdmSQHLou1s8GQpz9seRjQGclnVgAEqL9wILG3CJRo4ABk0ZIRFYIns3LLMDSnoETSiehSvb06BFw7rW/s200/ken+lewis.jpg" width="144" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Ken Lewis.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
britannica per non aver reso pubblica la notizia di essere sotto inchiesta da parte della stessa Sec.<b> </b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Joseph Cassano, membro di Aig, la cui gestione sarebbe costata 180 miliardi dollari ai contribuenti americani a causa delle manovre speculative che avrebbe attuato attraverso Credit default swaps (contratti assicurativi sulle perdite sui titoli legati alle ipoteche sui subprime) che la divisione di Cassano aveva stipulato con eccessiva facilità.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbuDG62Ms27ENZWc01ZRUb2doW0u9rU9ulCILwMYNfKtEAbmAVrJDYcO_QnrVWB93GmqZTLyKmXvTdchQtrSdyp5kkXa2Jn76ZtLsQcCKXSGUBkmhQzmxlTNwCM8NKFTH-PEUVHo9U4wDT/s1600/cassano+the+bastard.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbuDG62Ms27ENZWc01ZRUb2doW0u9rU9ulCILwMYNfKtEAbmAVrJDYcO_QnrVWB93GmqZTLyKmXvTdchQtrSdyp5kkXa2Jn76ZtLsQcCKXSGUBkmhQzmxlTNwCM8NKFTH-PEUVHo9U4wDT/s200/cassano+the+bastard.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Joseph Cassano detto "the
bastard".</div>
</td></tr>
</tbody></table>
- John Thain, amministratore<br />
delegato di Merrill Lynch, venduta a Bank of America, accusato di aver lasciato l'istituto in uno stato deficitario, venne nominato nel febbraio 2012 a capo di Citigroup.<b> </b></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH0lRU6qsIqpiRTar0QSkfleing5kN9XFGHupHmL7L5tvwwlBQrjlxTmoxoPwpmFVSDedH_USkpwI-E76K5a8JxW1JCEGLnIW1TGRAqOM562PqHtEhS4Yd4B1FQLAu5r42J-bV-g2sTiLX/s1600/JohnThain.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH0lRU6qsIqpiRTar0QSkfleing5kN9XFGHupHmL7L5tvwwlBQrjlxTmoxoPwpmFVSDedH_USkpwI-E76K5a8JxW1JCEGLnIW1TGRAqOM562PqHtEhS4Yd4B1FQLAu5r42J-bV-g2sTiLX/s200/JohnThain.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
John Thain.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>La</b> generalizzata <b>presenza</b> nelle banche <b>di asset </b> "<b>tossici</b>"<b> </b>favorì l'<b>allargamento della crisi</b>, intaccando direttamente anche <b>diversi paesi europei</b>: le borse del vecchio continente accumularono sin dallo scoppio della crisi molteplici perdite. La crisi dei mutui toccò <b>per prima </b>la<b> Northern rock,</b> quinto <b>istituto di credito britannico</b>, specializzato nei mutui immobiliari. A metà settembre del 2007, la diffusione della notizia che la banca non sarebbe stata in grado di ripagare i suoi clienti a causa dell'impossibilità di rifornirsi sul mercato interbancario, innescò il panico tra i risparmiatori che presero d'assalto gli sportelli nel tentativo di recuperare i propri depositi. La Banca d'Inghilterra e l'FSA, l'ente che controlla il settore creditizio, diffusero proclami che invitavano alla calma i correntisti. Secondo i quotidiani britannici Northern rock aveva continuato tuttavia a concedere ai clienti prestiti sino a cinque volte l'ammontare dei salari e fino al 125% del valore delle case, nonostante tutti gli avvertimenti sull'instabilità economica e il possibile crollo delle quotazioni degli immobili.La Banca centrale britannica procedette d'imperio quindi alla nazionalizzazione dell'istituto impegnando circa 110 miliardi di sterline. L'intervento della Banca d'Inghilterra si è però allargato all'intero sistema bancario, attraverso interventi di ricapitalizzazione e acquisti ingenti di bond. </div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipe86pr1ypnHZ-yVYfOvH7n0_HU8CNlwB2sI5JyAtL8ugc3wc2Ez9I2Xde_CjaV18aN0c6pI1TPYOpbtJqJgMswbi1b4yvK1Adz9Jmeg6cOm4pNctZyjtSnnudl77pZ9Zm0O1QuVMs9hQ/s1600/ue+-+bandiere+stati+membri+e+dati+nel+2007.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipe86pr1ypnHZ-yVYfOvH7n0_HU8CNlwB2sI5JyAtL8ugc3wc2Ez9I2Xde_CjaV18aN0c6pI1TPYOpbtJqJgMswbi1b4yvK1Adz9Jmeg6cOm4pNctZyjtSnnudl77pZ9Zm0O1QuVMs9hQ/s200/ue+-+bandiere+stati+membri+e+dati+nel+2007.jpg" width="168" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Unione Europea: Tabella con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
bandiere degli Stati membri e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dati del 2007: Popolazione,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Superficie, PIL di ogni Stato,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
PIL pro capite di ogni Stato.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>La Bradford & Bingley</b> venne anch'essa tratta in salvo e <b>nazionalizzata</b>, mentre vennero acquistate anche azioni di Hbos, Lloyds Tsb e Royal Bank of Scotland. Il governo inglese in alcuni casi ha acquisito il diritto alla nomina dei vertici e alla deliberazione di decisioni importanti per le banche beneficiarie, imponendo più severe regole di governance. A<b> beneficiare degli aiuti di stato </b>sono stati anche altri due grandi gruppi: Dexia e Fortis. Dexia, banca specializzata nei prestiti alle collettività locali, finanziandosi in gran parte a breve termine, vendendo obbligazioni agli investitori o indebitandosi verso altre banche, si trovò particolarmente esposta alla crisi del credito e al clima di sfiducia tra gli istituti finanziari non più disposti a prestarsi denaro tra loro. Il <b>governo belga</b> intervenne per primo iniettando liquidità per 3 miliardi di euro insieme agli azionisti belgi. Anche il <b>governo francese</b>, in parte attraverso Cdc, la Cassa Depositi transalpina a controllo statale, intervenne riservandosi una parte consistente del capitale della banca. Il <b>Lussemburgo </b>partecipò al piano di salvataggio con una relativamente piccola quota di capitale. Anche il gruppo bancario <b>belga-olandese</b> Fortis subì una parziale nazionalizzazione. Pesantemente danneggiata a fine settembre dal crollo della borsa, ricevette il soccorso dei governi di Belgio, Olanda e Lussemburgo. Il contributo più importante fu quello belga; di proporzioni inferiori quello del governo olandese, mentre quello lussemburghese fu il più ridotto. La valutazione al ribasso delle stime sulla solidità della tedesca Hypo Real Estate e la conseguente richiesta di rifusione da parte dei creditori causò il rischio di <b>tracollo </b>dell'<b>istituto tedesco</b>. Guidata dal governo di Berlino, dalla Banca centrale tedesca e dalla BaFin, l'authority tedesca di controllo dei mercati finanziari, il <b>piano di salvataggio</b> della HRE fu <b>il più grande della storia tedesca</b>. Il governo tedesco intervenne anche su Sachsen Lb, West Lb e Ikb, optando per una strategia diretta ad assicurare la capitalizzazione di banche e compagnie assicurative e la garanzia sui titoli di nuova emissione. <b>Altri piani di salvataggio</b> vennero predisposti da <b>Svezia, Danimarca, Portogallo, Grecia e Olanda</b>.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD6jPNUquNPnb7qSVPVPFN3MJf5dRj20oHeAV3naVtp6cqkAwiQdvlgeqEuHOBRI-PqFWTVgiefKfCTTmai3PLPpYi0coMUNs0RHQ5MdrvVAx7XyewlHqveio-yP9Gupg9kJmLpyS7QoA/s1600/ue+-+bandiere+stati+membri%252C+dati+adesione+e+territorali+1.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD6jPNUquNPnb7qSVPVPFN3MJf5dRj20oHeAV3naVtp6cqkAwiQdvlgeqEuHOBRI-PqFWTVgiefKfCTTmai3PLPpYi0coMUNs0RHQ5MdrvVAx7XyewlHqveio-yP9Gupg9kJmLpyS7QoA/s320/ue+-+bandiere+stati+membri%2C+dati+adesione+e+territorali+1.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Unione Europea: Tabella con bandiera di
ogni Stato</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
membro, data di adesione all'Unione,
territori speciali</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
su cui ha sovranità.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
- Il 13 dicembre i capi di stato e di governo aderenti all'Ue firmano il "<b>Trattato di Lisbona</b>". Il Trattato, noto anche come Trattato di riforma, modifica il trattato sull'Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea. <span style="font-family: "times new roman" , serif;">È </span>firmato il 13 dicembre 2007, e apporta ampie modifiche al Trattato sull'Unione europea e al Trattato che istituisce la Comunità europea. Rispetto al precedente Trattato, quello di Amsterdam, <b>abolisce i </b>"<b>pilastri</b>", provvede al riparto di competenze tra Unione e Stati membri, e sembra rafforzare il principio democratico e la tutela dei diritti fondamentali, anche attraverso l'attribuzione alla Carta di Nizza, del medesimo valore giuridico dei trattati.<br />
In realtà, nel trattato di Lisbona si<b> fa passare il contenuto della</b> "<b>Costituzione europea</b>", discussa e proposta nel trattato di Roma del 29 ottobre 2004, che avrebbe dovuto essere ratificata dai vari Parlamenti Europei o perlomeno approvata dai cittadini europei tramite referendum, <b>come</b> "<b>trattato</b>", in barba alla democrazia e senza approvazione alcuna. Quando si vide infatti che quella Costituzione in Francia era stata bocciata e lo stesso in Olanda, prima di essere sottoposta all'Italia, con il rischio che venisse bocciata nuovamente, il 25 marzo 2007 con la "Dichiarazione di Berlino" fu trasformata in “trattato”, per evitarle un qualsiasi giudizio da parte delle popolazioni europee e perchè avesse lunga vita al riparo dei Parlamenti.<br />
Il trattato di Lisbona entrerà ufficialmente in vigore il 1º dicembre 2009.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 21-12 gli accordi di Schengen entrano in vigore anche per l'Estonia, la Lettonia, la Lituania, Malta, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Slovenia e l'Ungheria.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<b>Nel 2008</b> - Il 1° gennaio, <b>Cipro e Malta adottano l'euro</b>, portando la zona euro a quindici membri.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRaaaAAAdRA5SxELc43VRC0-OJGMaK9t8vWFiZk2kdpmoLaccb8MtzwHgee0-eabA3WDaLqaiQT3GnMpMFbBjcpFFXwrdaBtdPEGF8M7Kt8-ypYcSKB4LCgPzAkONMuPvkTB3otb_G2dxz/s1600/Carta+Serbia+e+Kossovo.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRaaaAAAdRA5SxELc43VRC0-OJGMaK9t8vWFiZk2kdpmoLaccb8MtzwHgee0-eabA3WDaLqaiQT3GnMpMFbBjcpFFXwrdaBtdPEGF8M7Kt8-ypYcSKB4LCgPzAkONMuPvkTB3otb_G2dxz/s200/Carta+Serbia+e+Kossovo.png" width="186" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La Serbia con in giallo la provincia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del Kosovo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Croati e Serbi vivono in vari stati balcanici, per cui <b>ogni stato </b>dell'ex-Jugoslavia <b>è multietnico</b>, così come la provincia serba del <b>Kosovo</b>, culla dell'etnia serba, è abitato in maggioranza da <b>albanesi</b>.<br />
Il Kosovo ha proclamato unilateralmente la <b>propria indipendenza</b> nel 2008, venendo subito riconosciuto da Germania e Ue e in seguito da circa la metà degli stati membri dell'ONU.<br />
La <b>Serbia continua a considerarlo una provincia secessionista</b>, nonostante gli accordi del 2013 sulla normalizzazione delle relazioni abbiano rilassato l'atmosfera tra i due paesi.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> La <b>crisi economica del 2008-2013</b> ha coinvolto tutto il mondo in seguito ad una crisi di natura finanziaria (originatasi negli Stati Uniti con la crisi dei sub-prime). Tra i principali fattori della crisi figurano gli alti prezzi delle materie prime (petrolio in primis), una crisi alimentare mondiale, un'elevata inflazione globale, la minaccia di una recessione in tutto il mondo e per finire una crisi creditizia con conseguente crollo di fiducia dei mercati borsistici. Viene considerata da molti economisti come una delle peggiori crisi economiche della storia, seconda solo alla Grande depressione iniziata nel 1929. Il rapido<b> crollo del mercato immobiliare</b> fu reso <b>più devastante dal graduale rialzo del tasso di sconto</b> operato dalla FED negli anni dell'esplosione della crisi dei mutui. Gli Stati Uniti, l'economia più grande del mondo, entrati in una grave crisi creditizia e ipotecaria patirono anche lo svilimento del valore del dollaro molto basso rispetto all'euro e ad altre valute.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il <b>peggioramento delle borse</b>, segnato dalle fortissime vendite sul mercato bancario, fu immediato. A causarlo la radicale crisi di fiducia dei depositanti e degli azionisti verso le banche. L’indice S&P500 di Wall Street, termometro dello stato di salute della finanza mondiale, nel periodo a cavallo tra settembre e ottobre 2008 segnò una flessione del 25,9%, con ondate di vere e proprie vendite da panico (panic selling) in alcuni giorni che riportarono alla memoria crolli storici del mercato come quelli del martedì nero 29 ottobre 1929 e del lunedì nero 19 ottobre 1987. A ciò si accompagnò una crisi del credito, determinata dal clima di pessimismo e di diffidenza tra le stesse banche (forte aumento dei tassi interbancari), che portò in breve tempo alla carenza di liquidità nel sistema economico. </div>
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ3-4TZyOWiP0Q4GWosuO1UBNWlLk6fu7gdawkVHNm1nhEpnmAHn9TffzQ8-TaiA4xc2l3s2AoqR3Ig1dfKRFDmWc9dR-j2ZuFQTIu0qSuNLAy6FqB74IVTXuPkfy3AAE54t4YSEPCcsk/s1600/ue+-+bandiere+stati+membri,+dati+adesione+e+territorali+e+candidati+2.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="113" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ3-4TZyOWiP0Q4GWosuO1UBNWlLk6fu7gdawkVHNm1nhEpnmAHn9TffzQ8-TaiA4xc2l3s2AoqR3Ig1dfKRFDmWc9dR-j2ZuFQTIu0qSuNLAy6FqB74IVTXuPkfy3AAE54t4YSEPCcsk/s200/ue+-+bandiere+stati+membri,+dati+adesione+e+territorali+e+candidati+2.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Unione Europea: Tabella con la</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
bandiera di ogni Stato membro</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e di ogni Paese candidato ad</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
entrarvi, data di ingresso per</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
gli stati membri e i territori</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
speciali su cui hanno sovranità</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
alcuni paesi membri Ue.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>La crisi dei mutui in pochi mesi colpì anche l'economia reale provocando recessione, caduta degli investimenti e dei redditi e crollo dei consumi.</b> La risposta più immediata alla crisi del credito e alla crisi di fiducia apparve il massiccio intervento degli stati e delle banche centrali che provvidero a tagliare i tassi d’interesse e a immettere liquidità nel sistema economico, cercando di incentivare gli investimenti e la rimessa in moto dell'economia. Altre misure di intervento ponderate furono la sospensione delle contrattazioni nelle piazze azionarie per impedire danni su scala mondiale e la proibizione, da parte delle commissioni di vigilanza delle piazze azionarie, delle vendite allo scoperto (ovvero quelle effettuate senza il reale possesso di titoli) su titoli finanziari e assicurativi. I<b> prezzi delle materie prime sono cresciuti vertiginosamente</b> negli ultimi anni, per poi arretrare in misura marcata a partire da metà 2008 allorché, in conseguenza della crisi finanziaria, sono state <b>riviste al ribasso le aspettative sulla crescita futura della domanda</b>. Nel gennaio 2008, il prezzo del petrolio superò i 100 dollari al barile per la prima volta nella sua storia, continuando a salire nei mesi successivi, fino ad arrivare ai 147 dollari a barile (qualità Brent), in rialzo del 470% rispetto all’inizio del 2000, per poi scendere a settembre. Nel caso del greggio, l’incremento fu dovuto all'effetto congiunto della crescente domanda mondiale, in particolare a causa della forte espansione delle economie emergenti (Cina, India e Medio Oriente in particolare), dell'aumento della frequenza delle interruzioni di fornitura e delle revisioni al ribasso apportate alle aspettative sugli approvvigionamenti futuri. Anche altre materie essenziali nella catena della produzione, come l'acido solforico e la soda caustica, hanno visto un forte incremento del loro prezzo fino al 60%. La crisi dell'aumento del costo del petrolio e di alcune altre sostanze alimentari sono state oggetto di dibattito nel 34° vertice del G8 tenutosi in Hokkaido nel luglio 2008. Le cause di questi repentini rialzi sono plurime (picco di Hubbert) e sono state individuate oltre che nei problemi di instabilità geopolitica (seconda guerra del Golfo), anche nella crescita delle potenze asiatiche, nella svalutazione del dollaro, nella carenza di investimenti tecnologici (rischiosi) nel campo dell'industria estrattiva, nell'impennata della domanda mondiale (2001-2007), con un potenziale di crescita ancora rilevante, nelle politiche di offerta di alcuni produttori, e, in ultima analisi, nella speculazione finanziaria (finanziarizzazione dei mercati delle materie prime).<br />
<br />
<b>-</b> <b>La crisi economica i</b><b>n Islanda</b>. Alla fine di 2008, gli effetti della <b>crisi nell'economia Islandese</b> sono devastanti. A ottobre Landsbanki, la banca principale del paese, è nazionalizzata. Il governo britannico congela tutti i beni della sua filiale IceSave, con 300.000 clienti britannici e 910 milione euro investiti dagli enti locali e dalle organizzazioni pubbliche del Regno Unito. Alla Landsbanki seguiranno le altre due banche principali, la Kaupthing e il Glitnir. I loro clienti principali sono in quei paesi e in Olanda, clienti ai quali i loro rispettivi stati devono rimborsare i depositi bancari, all'incirca 3.700 milioni di euro di soldi pubblici.<br />
L'insieme dei debiti per le attività bancarie dell'Islanda è equivalente a varie volte il suo PIL.<br />
Per "La rivoluzione d'Islanda" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/2015/01/la-rivoluzione-dislanda.html" target="_blank">QUI</a> </b><br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 2009</b> - Il 1° gennaio la <b>Slovacchia</b> adotta l'<b>euro</b>, portando la zona euro a sedici membri.<br />
<br /></div>
<b>-</b> L'anno <b>2009 ha visto una crisi economica generalizzata</b>, <b>pesanti recessioni e vertiginosi crolli di Pil</b> in numerosi paesi del mondo e in special modo nel mondo occidentale. Terminata la recessione nel terzo trimestre 2009, tra la fine dello stesso anno e il 2010 si è verificata una parziale ripresa economica.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
La stasi economica nei principali paesi avanzati e l'avvio della crisi finanziaria nel biennio 2007-2008, con la successiva drastica contrazione dell’attività economica mondiale (2009), provocarono il <b>rallentamento della domanda di greggio nelle economie emergenti</b> e il consequenziale crollo dei prezzi petroliferi.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>La crisi economica i</b><b>n Irlanda</b> - L'Irlanda è investita dallo <b>scoppio della bolla speculativa immobiliare</b> -Irish property bubble- (fortissima espansione del settore edilizio) con il repentino ribasso dei prezzi delle abitazioni, tra 2007 e 2008, che getta in crisi l'intero sistema bancario del paese. L'Irlanda aveva conosciuto un periodo di espansione economica tra i più vasti della sua storia, a tal punto che tale periodo storico venne definito della "Tigre celtica" (ventennio 1988-2008). In tempi recenti una crescita avvenuta con la leva degli aumenti salariali e l'attrazione di investimenti esteri (grazie al ricorso al dumping fiscale), accanto alla speculazione immobiliare che aveva contribuito a provocare l'espansione economica (con conseguente crescita della domanda di investimenti), della domanda interna e della prosperità delle famiglie (susseguente all'allargamento della capacità del credito), aveva segnato il riscatto del paese dopo decenni passati di arretratezza. Le conseguenze della crisi susseguitesi nei mesi del 2009 furono dure: riduzione del Pil del 7,5%, tasso di disoccupazione al 13,8% nel 2009 (12,5% nel marzo 2010), una deflazione al 6,5% nello stesso 2009, un aumento del deficit pubblico da 33,6 miliardi di euro a 40,46 miliardi di euro, contenuto da un rapporto debito-PIL del 63,7%. I timori relativi ad un indebolimento delle finanze pubbliche irlandesi sono inizialmente legati al piano di salvataggio di 30 miliardi deciso dal governo irlandese a sostegno della Anglo-Irish bank, cifra vicina al 20% del Pil e che avrebbe portato a un eccessivo ingrandimento del deficit. L'impennata degli spread fra titoli del debito irlandese e titoli tedeschi, rafforzava i segnali di sfiducia del mercato nei confronti delle finanze irlandesi e della sua capacità di ripagare i rendimenti: il 25 agosto i CDS irlandesi salirono a 322 punti base. Dopo che la BCE aveva già elargito finanziamenti a medio termine per le banche irlandesi, il governo di Brian Cowen fu così costretto a cedere alle pressioni europee e del FMI accettando a fine novembre un programma di salvataggio accanto a un prestito di 85 miliardi di euro (concertato anche assieme a paesi non membri della zona dell'euro, Gran Bretagna, Svezia e Danimarca), cui sarebbe corrisposto un piano di austerità e di contenimento del deficit, con severe riduzioni della spesa sociale, tagli degli stipendi pubblici e applicazione di nuove imposte. Il 12 luglio 2011 l'agenzia internazionale di rating Moody's tagliò il rating dell'Irlanda a livello "junk" (Ba1), con prospettive negative, nel timore che "al termine del corrente programma di aiuti di Unione europea e Fondo monetario, alla fine del 2013, il Paese abbia bisogno di ulteriori finanziamenti prima di tornare sul mercato. E con la probabilità che una partecipazione del settore privato sia richiesta come precondizione per un sostegno addizionale".<br />
<br /></div>
<b>-</b> Il 1° dicembre<b> entra in vigore il Trattato di Lisbona</b>. Vediamo ora quello che ha comportato il trattato di Lisbona da <a href="http://europa.eu/lisbon_treaty/glance/institutions/index_it.htm" target="_blank">http://europa.eu/lisbon_treaty/glance/institutions/index_it.htm</a>. Il trattato di Lisbona non modifica in modo sostanziale l'architettura istituzionale dell'Unione europea, che resta fondata sul triangolo <b>Parlamento</b>, <b>Consiglio</b>, <b>Commissione</b>. Introduce, tuttavia, alcuni elementi nuovi che ne rafforzano l'efficienza, la coerenza e la trasparenza per venire meglio incontro alle esigenze dei cittadini europei.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le<b> istituzioni dell'Unione</b> europea diventano <b>sette</b>:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- il Parlamento europeo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- il Consiglio europeo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- il Consiglio,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la Commissione europea,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la Corte di giustizia dell'Unione europea,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la Banca centrale europea e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la Corte dei conti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Che cosa è <b>cambiato</b> con il <b>trattato di Lisbona</b>?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Il Parlamento europeo</b> rappresenta i cittadini degli Stati membri. Il trattato di Lisbona ne consolida i poteri in materia legislativa, finanziaria e di approvazione degli accordi internazionali. Ne modifica anche la composizione: il numero dei deputati europei non può essere superiore a 751 (750 più il presidente) e la ripartizione dei seggi tra gli Stati membri deve rispettare il principio della proporzionalità decrescente. In poche parole, questo principio significa che i deputati dei paesi più popolosi rappresentano un numero di cittadini più elevato di quelli dei paesi con un minor numero di abitanti. Il trattato dispone inoltre che ciascuno Stato membro non può avere meno di 6 o più di 96 deputati. <a href="http://europa.eu/about-eu/institutions-bodies/european-parliament/index_it.htm" target="_blank">http://europa.eu/about-eu/institutions-bodies/european-parliament/index_it.htm</a>. Eletti direttamente a suffragio universale ogni 5 anni, i membri del Parlamento europeo rappresentano i cittadini dell'UE. Il Parlamento, insieme al Consiglio dell'Unione europea, è una delle principali istituzioni legislative dell'UE.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il Parlamento europeo ha tre funzioni principali:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- discutere e approvare le normative europee insieme al Consiglio</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- controllare le altre istituzioni dell'UE, in particolare la Commissione, per accertarsi che agiscano democraticamente</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- discutere e adottare il bilancio dell'UE insieme al Consiglio.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I gruppi parlamentari sono organizzati in base allo schieramento politico, non in base alla nazionalità. Il Parlamento europeo dispone di tre sedi: Bruxelles (Belgio), Lussemburgo e Strasburgo (Francia). Lussemburgo è la sede degli uffici amministrativi (il "Segretariato generale").</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le riunioni dell'intero Parlamento, note come "sessioni plenarie", si svolgono a Strasburgo e a Bruxelles. Anche le riunioni delle commissioni si svolgono a Bruxelles.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Il Consiglio europeo</b>, la cui funzione è dare slancio alla politica dell'UE, diventa un'istituzione europea, senza tuttavia ricevere nuove attribuzioni. Per contro, appare una nuova figura: il presidente del Consiglio europeo. Eletto per un periodo di due anni e mezzo, ha principalmente il compito di garantire la preparazione e la continuità dei lavori del Consiglio europeo e di ricercare il consenso. La funzione di presidente del Consiglio europeo non è compatibile con altri mandati nazionali. Da <a href="http://europa.eu/about-eu/institutions-bodies/european-council/index_it.htm" target="_blank">http://europa.eu/about-eu/institutions-bodies/european-council/index_it.htm</a>. Il Consiglio europeo è composto dai capi di Stato o di governo dei paesi membri, dal presidente della Commissione e dal Presidente del Consiglio europeo stesso, che presiede le sessioni. Anche l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza partecipa ai lavori. Il presidente del Consiglio europeo è Herman Van Rompuy. Il suo secondo mandato è iniziato il 1º giugno 2012 e scadrà il 30 novembre 2014.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Il Consiglio</b> rappresenta i governi degli Stati membri. Il suo ruolo resta pressoché invariato. Il Consiglio continua a condividere le funzioni legislative e di bilancio con il Parlamento europeo e conserva un ruolo centrale in materia di politica estera e di sicurezza comune (PESC) e di coordinamento delle politiche economiche. L'innovazione principale introdotta dal trattato di Lisbona riguarda il processo decisionale. Innanzitutto viene stabilito che il Consiglio delibera a maggioranza qualificata, salvo laddove i trattati prevedano una procedura diversa, come il voto all'unanimità. In pratica, con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona il voto a maggioranza qualificata viene esteso a numerosi settori d'intervento (quali l'immigrazione o la cultura). In secondo luogo, l'introduzione dal 2014 del voto a doppia maggioranza, vale a dire quella degli Stati (55%) e quella della popolazione (65%), che riflette la doppia legittimità dell'Unione, rafforzerà sia la trasparenza che l'efficacia. Questo nuovo sistema di calcolo sarà completato da un meccanismo analogo al cosiddetto "compromesso di Ioannina", che dovrebbe permettere ad un numero limitato di Stati membri (vicino alla minoranza di blocco) di manifestare la loro opposizione ad una determinata decisione. In tal caso il Consiglio è tenuto a fare di tutto per giungere, in un lasso di tempo ragionevole, ad una soluzione soddisfacente per entrambe le parti. Da <a href="http://europa.eu/about-eu/institutions-bodies/council-eu/index_it.htm" target="_blank">http://europa.eu/about-eu/institutions-bodies/council-eu/index_it.htm</a>. Il Consiglio dell'Unione europea, detto anche Consiglio UE, è l'istituzione in seno alla quale i ministri di tutti i paesi dell'UE si riuniscono per adottare le normative e coordinare le politiche. Non va confuso con:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
il Consiglio europeo: un'altra istituzione dell'UE, che riunisce i capi di Stato e di governo all'incirca quattro volte l'anno per discutere le priorità politiche dell'Unione. Il Consiglio d'Europa: non è un'istituzione dell'UE.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Di cosa si occupa? Approva la legislazione dell'UE, Coordina le politiche economiche generali dei paesi membri, Firma accordi tra l'UE e gli altri paesi, Approva il bilancio annuale dell'UE, Elabora la politica estera e di difesa dell'UE, Coordina la cooperazione fra i tribunali e le forze di polizia nazionali dei paesi membri.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Presidenza</b> dell'UE: Dal 1° gennaio al 30 giugno 2014 il compito di portare avanti l'agenda dell'UE spetta alla <b>Grecia</b>, toccherà poi all'<b>Italia</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>La Commissione europea</b>. Il suo compito principale è promuovere l'interesse comune europeo. Il nuovo trattato permette che vi sia un commissario per ciascuno Stato membro, mentre secondo i trattati precedenti il numero dei commissari andava ridotto e si sarebbero avuti meno commissari che Stati membri.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Altra importante novità: il trattato di Lisbona introduce un nesso diretto tra l'esito delle elezioni del Parlamento europeo e la scelta del candidato alla presidenza della Commissione. Il ruolo del presidente della Commissione risulta inoltre rafforzato, dal momento che potrà obbligare un membro del collegio ad abbandonare le sue funzioni. Da <a href="http://ec.europa.eu/about/index_it.htm" target="_blank">http://ec.europa.eu/about/index_it.htm</a>. La Commissione europea è l'organo esecutivo dell'UE e rappresenta gli interessi dell'Europa nel suo insieme (a differenza degli interessi dei singoli paesi). Il termine "Commissione" si riferisce sia al collegio dei commissari che all'istituzione stessa, la cui sede principale è a Bruxelles (Belgio). Alcuni uffici sono a Lussemburgo. La Commissione è inoltre presente in tutti i paesi membri dell'UE con le cosiddette "rappresentanze". Le principali funzioni della Commissione sono:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- fissare gli obiettivi e le priorità d'azione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- presentare proposte di legislazione al Parlamento e al Consiglio</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- gestire e attuare le politiche e il bilancio dell'UE</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- vigilare sull'applicazione del diritto europeo (insieme alla Corte di giustizia)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- rappresentare l'UE al fuori dell'Europa (negoziare accordi commerciali tra l'UE e il resto del mondo, ecc.).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ogni cinque anni viene nominata una nuova squadra di 28 commissari (uno per ciascun paese dell'UE). Il Consiglio europeo nomina un candidato per la carica di presidente della Commissione, che deve essere approvato dalla maggioranza dei membri del Parlamento europeo. Se gli eurodeputati respingono il nominativo proposto, il Consiglio ha un mese di tempo per presentarne un altro. Il presidente eletto sceglie i commissari (e i rispettivi portafogli) tra i candidati presentati dai paesi dell'UE. L'elenco dei commissari viene sottoposto per approvazione (con maggioranza qualificata) prima al Consiglio dei ministri, poi al Parlamento. Se quest'ultimo lo approva, la nuova Commissione è ufficialmente nominata dal Consiglio.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'attuale mandato della Commissione scade il 31 ottobre 2014.<br />
Il <b>presidente</b> è il portoghese <b>José Manuel Barroso</b>.<br />
<b>L'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione</b>. La creazione della figura di alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza costituisce una delle principali innovazioni istituzionali del trattato di Lisbona. La coerenza dell'azione esterna dell'UE ne dovrebbe risultare rafforzata. L'alto rappresentante ha un doppio incarico: è il mandatario del Consiglio per la politica estera e di sicurezza comune (PESC), nonché vicepresidente della Commissione, responsabile delle relazioni esterne. Incaricato di condurre sia la politica estera che la politica di difesa comune, presiede il Consiglio "Affari esteri". Inoltre rappresenta l'Unione europea sulla scena internazionale per le materie che rientrano nella PESC ed è assistito da un servizio europeo per l'azione esterna, composto da funzionari del Consiglio, della Commissione e dei servizi diplomatici nazionali.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Le altre istituzioni</b>. Per la Banca centrale europea (BCE) e la Corte dei conti vengono mantenute, senza cambiamenti di rilievo, le disposizioni degli attuali trattati. Quanto alla Corte di giustizia dell'Unione europea, il trattato di Lisbona ne amplia il campo d'intervento, specie in materia di cooperazione penale e di polizia, ed introduce alcune modifiche procedurali.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>I parlamenti nazionali</b>. I parlamenti nazionali, anche se non fanno parte della struttura istituzionale dell'Unione europea, svolgono un ruolo fondamentale nel suo funzionamento. Il trattato di Lisbona riconosce e rafforza il loro ruolo. Ad esempio, se un determinato numero di parlamenti nazionali è del parere che un'iniziativa legislativa avrebbe dovuto essere presa a livello locale, regionale o nazionale piuttosto che al livello dell'UE, la Commissione è tenuta a ritirarla o a spiegare chiaramente i motivi per i quali ritiene che la sua iniziativa sia conforme al principio di sussidiarietà.<br />
In realtà,<b> nel trattato di Lisbona</b> si<b> </b>fa<b> passare il contenuto della</b> "<b>Costituzione europea</b>", discussa e proposta nel trattato di Roma del 29 ottobre 2004, che avrebbe dovuto essere ratificata dai vari Parlamenti Europei o perlomeno approvata dai cittadini europei tramite referendum, <b>come</b> "<b>trattato</b>", <b>in barba alla democrazia </b>e senza approvazione alcuna. Quando si vide infatti che quella Costituzione in Francia era stata bocciata e lo stesso in Olanda, prima di essere sottoposta all'Italia, con il rischio che venisse bocciata nuovamente, il 25 marzo 2007 con la "Dichiarazione di Berlino" fu trasformata in “trattato”, <b>per evitarle un qualsiasi giudizio da parte delle popolazioni europee</b> e perché avesse lunga vita al riparo dei Parlamenti.</div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiujw5xU7Bl4wqUnk7UQxISk8gAkOtGlrxx85Fv6WIE78HGsAl-YuXhmAH5RyLqhVqPecV2rBigbtuxr0P2VSXKG7kLovXKXz7umTVK3WQffLHMmUlgF4xsROoSzwzIiONI3_kX8zqU8oM/s1600/ue+-+dati+macroeconomici+del+2010+stati+membri.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiujw5xU7Bl4wqUnk7UQxISk8gAkOtGlrxx85Fv6WIE78HGsAl-YuXhmAH5RyLqhVqPecV2rBigbtuxr0P2VSXKG7kLovXKXz7umTVK3WQffLHMmUlgF4xsROoSzwzIiONI3_kX8zqU8oM/s200/ue+-+dati+macroeconomici+del+2010+stati+membri.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Tabella dei dati macroeconomici</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del 2010 degli Stati membri</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dell'Unione Europea. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal 2010</b> - Tra il 2010 e il 2011 si è conosciuto l'allargamento della crisi ai debiti sovrani e alle finanze pubbliche di molti paesi (in larga misura gravati dalle spese affrontate nel sostegno ai sistemi bancari), soprattutto ai paesi dell'eurozona (impossibilitati a operare manovre sul tasso di cambio o ad attuare politiche di credito espansive e di monetizzazione), che in alcuni casi hanno evitato l'insolvenza sovrana (<b>Portogallo, Irlanda, Grecia</b>), grazie all'erogazione di ingenti prestiti (da parte di FMI e UE), denominati "piani di salvataggio", volti a scongiurare possibili default.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b><b style="font-weight: bold;"> La crisi economica i</b><b>n Portogallo</b>. A inizio aprile 2010 le banche portoghesi danno l'annuncio di non essere in grado di acquistare in asta i titoli del debito pubblico portoghese, destando la sorpresa del mercato. L'esito, anch'esso molto anomalo, dell'asta dei titoli di stato a breve termine portoghesi il 6 aprile 2011, con i T-bill a scadenza semestrale e annuale, assegnati con tassi in forte rialzo rispetto alle emissioni precedenti costituì il campanello d'allarme per l'imminente crisi di liquidità dello stato portoghese. Il Portogallo stava scontando la condizione di tassi di crescita economica molto lievi, dovuti all'erosione continua di competitività, di salari troppo alti rispetto alla produttività, di infrastrutture inadeguate o insufficienti, istruzione inadeguata e scarsa razionalizzazione della spesa pubblica. L'assenza di sviluppo si combinò con un gettito fiscale insufficiente, fattori che inseriti nel contesto di una crisi di fiducia degli investitori condussero rapidamente il Portogallo ad essere incapace di rifinanziarsi sul mercato e di onorare il debito già contratto. Nel marzo 2011 il premier José Sócrates era stato costretto alle dimissioni in seguito alla bocciatura in aula delle misure di austerità (quarta manovra economica in ordine di tempo). Dopo aver fatto richiesta ufficiale di aiuti per 80 miliardi di euro, l'eurogruppo approvò il piano di salvataggio del Portogallo, concesso a condizione che il parlamento approvasse il risanamento di bilancio. L'intervento, dell'ammontare complessivo di 80 miliardi, fu concesso in una situazione di estrema emergenza di fondi dello stato, impossibilitato a coprire i rimborsi e le spese ordinarie. Successivamente il parlamento portoghese sarà costretto a discutere e approvare pesanti misure riduzione del disavanzo e delle spese, tra le più dure degli ultimi 50 anni. Il 5 luglio 2011 anche il Portogallo fu colpito dal declassamento di Moody's, con un taglio di quattro note del rating a lungo termine (dal Baa1 a Ba2) e outlook negativo alla luce - secondo il comunicato ufficiale dell'agenzia - del "crescente rischio che il Portogallo chieda una seconda tranche di finanziamenti internazionali prima che possa tornare sul mercato privato e dell’aumento delle possibilità che venga chiesta come pre-condizione la partecipazione del settore privato".<br />
<br /></div>
<b>- </b>Il 23-04 il governo greco richiede all'Unione Europea e al FMI l'attivazione di un pacchetto d'aiuti con un prestito iniziale di 45 miliardi di euro: <b>inizia la crisi politico-sociale della Grecia</b>.<b style="font-weight: bold;"> </b><br />
<b style="font-weight: bold;"><br /></b><b>-</b> <b><b><b>La crisi economica della</b> </b>Grecia</b> è parte della crisi del debito sovrano europeo. A partire dalla fine del 2009 i timori di una crisi del debito sovrano sviluppati tra gli investitori sulla capacità della Grecia nel rispettare gli obblighi di debito, a causa della forte crescita del debito pubblico Questo portò ad una crisi di fiducia, indicata da un allargamento dello spread di rendimento delle obbligazioni e il costo di un'assicurazione contro i rischi su credit default swap rispetto agli altri paesi della zona euro, soprattutto la Germania. Il declassamento del debito pubblico greco a junk bond nell'aprile 2010 ha creato allarme nei mercati finanziari. Il 2 maggio 2010 i paesi dell'Eurozona e il Fondo Monetario Internazionale hanno approvato un prestito di salvataggio per la Grecia da 110 miliardi di euro, subordinato alla realizzazione di severe misure di austerità. Prestito che in realtà nasconde un parziale e già avvenuto default dello stato greco, non più in grado di vendere agli investitori a condizioni di mercato i propri titoli di debito. Nell'ottobre 2011 i leader dell'Eurozona hanno deciso di offrire un secondo prestito di salvataggio da 130 miliardi di euro per la Grecia, condizionato non solo dall'attuazione di un altro duro pacchetto di austerità ma anche dalla decisione di tutti i creditori privati per una ristrutturazione del debito greco, riducendo il peso del debito previsto da un 198% del PIL nel 2012 a solo 120,5% del PIL entro il 2020. La seconda operazione di salvataggio è stata ratificata da tutte le parti nel febbraio 2012, e venne attivato il mese successivo, quando è stata soddisfatta l'ultima condizione del piano di ristrutturazione del debito di tutti i titoli di stato greci. Il piano di salvataggio più recente è impostato per coprire tutte le esigenze finanziarie greche nei prossimi tre anni, 2012-2014. Se la Grecia riuscirà a soddisfare tutti gli obiettivi economici delineati nel piano di salvataggio, un ritorno pieno all'uso di capitali privati per la copertura di fabbisogni finanziari futuri sarà possibile nuovamente nel 2015. Per "Grecia: come sopprimere una democrazia" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/2015/01/grecia-come-sopprimere-una-democrazia.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-28272097519766604902020-05-12T03:49:00.002-07:002020-10-07T03:34:39.081-07:00Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6rYrq0myyItwwzxHtYOU9DGr4okTSJ8QEyzIwcFajCz2l3fIzfyP8nwHG4DtIKG8yC2GATmQyuthOhWv0dtLK79ubRHYKZRk8m0Euu9uI9ND8vUHt92wQZFKHKKf6WOmb79z1RYF2cTw/s1600/ue+la+bandiera.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6rYrq0myyItwwzxHtYOU9DGr4okTSJ8QEyzIwcFajCz2l3fIzfyP8nwHG4DtIKG8yC2GATmQyuthOhWv0dtLK79ubRHYKZRk8m0Euu9uI9ND8vUHt92wQZFKHKKf6WOmb79z1RYF2cTw/s200/ue+la+bandiera.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Bandiera dell'Unione Europea.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1992</b> - Il 7 febbraio i<b> dodici stati </b>della <b>CEE firmano</b> il<b> Trattato di Maastricht</b>, che istituisce l'<b>Unione europea </b>(abbreviata in UE o Ue), un'entità politica di carattere sovranazionale ed intergovernativo. Al trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (entrato in vigore il 1º novembre 1993), gli stati aderenti sono giunti dopo il lungo cammino delle Comunità europee precedentemente esistenti. L'Unione consiste attualmente in una zona di libero mercato, detto mercato comune, caratterizzata, tra l'altro, da una moneta unica, l'euro, regolamentata dalla Banca centrale europea e attualmente adottata da 17 dei 27 stati membri; essa presenta inoltre un'unione doganale nata già con il trattato di Roma del 1957 ma completata fra i paesi aderenti agli accordi di Schengen, che garantiscono ai loro cittadini libertà di movimento, lavoro e investimento all'interno degli stati membri.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWfXaUkoDjQXzzTj0llY6OZL89ba9gkr25jAk3o9KiYaeNajkmVzuaLQ5i2pYRweSpQKC5wWNDZACroTWDQQKc54RCM1SELJ-bcnySJkFmtmjDYnCMOzHZJFLgjvlsUJCTWkWn__sSbfI/s1600/UE+membri+con+bandiere+e+legende.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWfXaUkoDjQXzzTj0llY6OZL89ba9gkr25jAk3o9KiYaeNajkmVzuaLQ5i2pYRweSpQKC5wWNDZACroTWDQQKc54RCM1SELJ-bcnySJkFmtmjDYnCMOzHZJFLgjvlsUJCTWkWn__sSbfI/s200/UE+membri+con+bandiere+e+legende.jpg" width="191" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Unione Europea nel 2012</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con le bandiere dei 27 Stati membri:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Belgio, Germania, Francia, Irlanda,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Italia, Paesi Bassi, Lussemburgo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Danimarca, Regno Unito, Grecia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Spagna, Portogallo, Austria, Svezia,
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Finlandia, Repubblica Ceca, Estonia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Malta, Polonia, Slovenia, Slovacchia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Bulgaria e Romania. Legenda degli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
stati membri, i candidati e le</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
adesioni rifiutate.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
L'Unione presenta, inoltre, una politica agricola comune, una politica commerciale comune e una politica comune della pesca. L'Unione europea non è una semplice organizzazione intergovernativa (come le Nazioni Unite) né una federazione di Stati (come gli Stati Uniti d'America), ma un organismo sui generis (<i>di un genere suo proprio)</i>, alle cui istituzioni gli stati membri delegano parte della propria sovranità nazionale. Le sue competenze spaziano dagli affari esteri alla difesa, alle politiche economiche, all'agricoltura, al commercio e alla protezione ambientale. In alcuni di questi campi le funzioni dell'Unione europea la rendono simile a una federazione di stati (per esempio, per quanto riguarda gli affari monetari o le politiche ambientali); in altri settori, invece, l'Unione è più vicina ad una confederazione (per esempio, per quanto riguarda gli affari interni) o a un'organizzazione internazionale (come per la politica estera). <b>Gli organi principali dell'Unione comprendono</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- il<b> Consiglio</b> (denominazione che ha sostituito quella di Consiglio dei Ministri da parte del Trattato di Maastricht),<br />
- la <b>Commissione</b>,<br />
- la <b>Corte di Giustizia</b>,<br />
- il <b>Parlamento</b>,<br />
- il <b>Consiglio europeo</b> e<br />
- la <b>Banca centrale europea</b>.<br />
L'istituzione dell'Europarlamento risale al 1950 e dal 1979 i suoi membri sono democraticamente eletti, in tutti i territori dell'Unione, a suffragio universale, per una durata in carica di cinque anni. <b> </b><br />
<b>L'UE è considerata una potenza leader in un mondo multipolare</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikReD8o3pX5zOgVf8RyPDOh9KcOPFVJJ7ileEMKtvPRpkTrHczJALOjGR_tdB0ZoTyVg7mMYImiwagJQU62Y0ymBBVhMFm7WvjYwM4-yeehtBYCh97Tt115cBXTDajvuCcBhyul59I9bt6/s1600/albania-kosovo.gif" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikReD8o3pX5zOgVf8RyPDOh9KcOPFVJJ7ileEMKtvPRpkTrHczJALOjGR_tdB0ZoTyVg7mMYImiwagJQU62Y0ymBBVhMFm7WvjYwM4-yeehtBYCh97Tt115cBXTDajvuCcBhyul59I9bt6/s200/albania-kosovo.gif" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta con l'Albania e le sue città.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- Elezioni generali</b> in<b> Albania</b>, vinte dal nuovo partito democratico con il 62% dei voti. </div>
<b><br /></b><b>Nel 1993</b> - Il 1º gennaio, tre anni dopo la Rivoluzione di velluto, si verifica la <b>scissione della Cecoslovacchia</b>. La Cecoslovacchia è esistita dal 1918 al 1992 (eccetto che dal marzo 1939 sino al termine della seconda guerra mondiale), quando si è divisa in due Stati distinti dopo il crollo dell'Unione Sovietica: la <b>Repubblica Ceca</b> e la <b>Slovacchia</b>. La separazione è stata incruenta.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh20EGZCOpIwm_aL3HV5yFGxsALeEVavva_ytykPYQg4fK9YlyMqAwMVoGjUyn73vAGr5sYdOn8uyFeYfHatN_H-MneZE35VYhZznrBjdDe6CwXH5oBcczBujuwRMVJVyDMRzWHnPXRLO8/s1600/Rep+Ceca.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh20EGZCOpIwm_aL3HV5yFGxsALeEVavva_ytykPYQg4fK9YlyMqAwMVoGjUyn73vAGr5sYdOn8uyFeYfHatN_H-MneZE35VYhZznrBjdDe6CwXH5oBcczBujuwRMVJVyDMRzWHnPXRLO8/s200/Rep+Ceca.png" width="185" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Repubblica Ceca o Cechia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
- La <b>Repubblica Ceca</b>, la cui capitale è Praga, è formata storicamente da tre grandi regioni: Boemia (ovest), Moravia (est) e Slesia (a nord nord-est, divisa con la Polonia). Il paese conta oggi poco più di 10 milioni di abitanti, con una densità media di 132 ab./km². La distribuzione della popolazione è ineguale, dato che in Boemia vi è un forte accentramento urbano: si passa da aree densamente abitate ad altre che hanno caratteristiche molto più rurali nelle regioni montuose, le quali hanno naturalmente una bassa densità abitativa a causa del territorio. Gli abitanti della Repubblica Ceca sono suddivisi in due gruppi etnici, che provengono dal medesimo ceppo slavo: i boemi, che rappresentano la maggioranza della popolazione, e i moravi, che rappresentano poco più del 30% e abitano nell'omonima regione. Sono modeste le minoranze: slovacche (poco meno del 2%), ungheresi, polacche e tedesche. Fino alla seconda guerra mondiale nei Sudeti abitavano 3 milioni di tedeschi (su 10 milioni di abitanti); finita la guerra, a causa del forte risentimento antitedesco, i tedeschi furono espulsi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Seguono le percentuali dei dati del censimento del 2011: Cechi (Boemi e Moravi) 68,6%, Slovacchi 1,4%, Ucraini 0,5%, Polacchi 0,4%, Tedeschi 0,3%, Russi 0,2%, Ungheresi 0,1%, altri (rom, ruteni, rumeni, serbi, croati, ed altri) 26%. La Repubblica Ceca è abitata da una delle popolazioni meno religiose di tutta Europa. Secondo il censimento del 2001, il 59% della popolazione è atea, il 26,8% è cattolico, il 2,5% è protestante (Hussiti 1%, Fratelli Boemi 1,2%, Chiesa evangelica salesiana di confessione augustana 0,1%), lo 0,2% ortodosso. L'8,8% non ha risposto al censimento. Secondo un più recente sondaggio, effettuato da Eurobarometro nel 2005, il 19% dei cittadini cechi crede che ci sia un Dio (il secondo risultato più basso tra i paesi dell'Unione Europea dopo l'Estonia con il 16%), mentre il 50% crede che ci sia qualche tipo di spirito o forza vitale e il 30% non crede che ci sia alcun tipo di spirito, Dio o forza vitale.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPXr8rl4pHPzKvNsFNoHcAcY5t_yoQjOHFoB8kgAuNvUdSJ5TjXfiOFIFSAAeYG719ffXWN9HRn8PuppPp-mygeTZkUmwPv0u7qtXkRSPR8XuVyg4rF76Se3LvGULN1rHt1YDIIIatm9g/s1600/Rep+Slovacca.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="101" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPXr8rl4pHPzKvNsFNoHcAcY5t_yoQjOHFoB8kgAuNvUdSJ5TjXfiOFIFSAAeYG719ffXWN9HRn8PuppPp-mygeTZkUmwPv0u7qtXkRSPR8XuVyg4rF76Se3LvGULN1rHt1YDIIIatm9g/s200/Rep+Slovacca.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Repubblica Slovacca o Slovacchia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La <b>Slovacchia</b> ha come capitale Bratislava. La popolazione slovacca è di oltre 5.000.000 di abitanti,che si addensano nelle aree urbane per il 58,5%. La popolazione è composta in prevalenza da slovacchi (80,7% del totale). La principale minoranza del paese è rappresentata dagli ungheresi (8,5%), che abitano soprattutto le regioni meridionali e orientali. Vi sono poi rom, cechi, ruteni, ucraini, tedeschi e polacchi. Stando all'ultimo censimento, i rom sono il 2,0% della popolazione; tuttavia, sulla base di interviste a sindaci e altri rappresentanti degli enti locali, sarebbero il 5,6% (il che contrasterebbe con le stime secondo cui slovacchi e ungheresi insieme compongono il 96% della popolazione). Seguono le percentuali dei dati del censimento del 2011: Slovacchi 80,7%, Ungheresi 8,5%, Rom 2,0%, Cechi 0,6%, Ruteni 0,6%, Ucraini 0,1%, altri (Croati, Tedeschi, Polacchi, Serbi, Ebrei, altri) 7,5%. La Costituzione slovacca garantisce la libertà religiosa. Il 68,9% degli slovacchi si dichiara cattolico di rito romano, il 12,96% ateo, il 6,93% luterano, il 4,1% cattolico di rito bizantino, il 2,0% calvinista, lo 0,9% ortodosso, mentre il restante 1,1% professa altre religioni. Un tempo la comunità ebraica era molto numerosa (120.000 persone prima della seconda guerra mondiale), oggi restano solo 2.300 ebrei.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- L'1 novembre<b> entra in vigore il trattato di Maastricht</b> firmato il 7 febbraio 1992.</div>
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj94gZrvYvR0Eoam64t1CaYgDMUZ3PVJuyhmYXQwbHaZBnaWRCxu1bt3qSLqxk-xpfzGjj_yccC3jggPYN7gaxmu__FeB9O3QXKyLkdgi2gTr8fKhPLTjKRIIOTJJJORpeGpzEz4gY9zUY/s1600/mappa+europa+english.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj94gZrvYvR0Eoam64t1CaYgDMUZ3PVJuyhmYXQwbHaZBnaWRCxu1bt3qSLqxk-xpfzGjj_yccC3jggPYN7gaxmu__FeB9O3QXKyLkdgi2gTr8fKhPLTjKRIIOTJJJORpeGpzEz4gY9zUY/s200/mappa+europa+english.jpg" width="152" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta geografica dell'Europa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con i nomi in Inglese.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1995</b> - Il 26 marzo in Francia, Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo), Germania, Spagna e Portogallo entrano in vigore gli accordi di Schengen. Si può definire <b>la convenzione di Schengen</b> come una cooperazione rafforzata all'interno dell'Unione europea. L'accordo fu firmato a Schengen il 14 giugno 1985 fra il Belgio, la Francia, la Germania, il Lussemburgo e i Paesi Bassi con il quale si intendeva <b>eliminare</b> progressivamente<b> i controlli alle frontiere </b>comuni e introdurre un<b> regime di libera circolazione per i cittadini </b>degli Stati firmatari, degli altri Stati membri della Comunità o di paesi terzi. La convenzione di Schengen completa l'accordo e definisce le condizioni di applicazione e le garanzie inerenti all'attuazione della libera circolazione, firmata il 19 giugno 1990 dagli stessi cinque Stati membri e successivamente entrata in vigore solo nel 1995. Sia l'accordo e sia la convenzione di Schengen con tutte le regole adottate sulla base dei due testi e gli accordi connessi formano "l'acquis di Schengen". Dal 1999, l'acquis di Schengen è integrato nel quadro istituzionale e giuridico dell'Unione europea in virtù di un protocollo allegato al trattato di Amsterdam. Gli accordi di Schengen sono stati estesi nel tempo agli altri Stati membri: l'Italia ha firmato gli accordi nel 1990, la Spagna e il Portogallo nel 1991, la Grecia nel 1992, l'Austria nel 1995 e la Finlandia, la Svezia e la Danimarca (attraverso un adattamento dello statuto particolare) nel 1996. L'Irlanda e il Regno Unito partecipano, dal canto loro, solo parzialmente all'acquis di Schengen, in quanto sono stati mantenuti i controlli alle loro frontiere. Per quanto riguarda l'eliminazione dei controlli alle frontiere degli Stati dell'Ue che hanno aderito all'acquis di Schengen devono attendere la decisione del Consiglio dell'Unione europea. Anche due paesi terzi, l'Islanda e la Norvegia, fanno parte dello spazio di Schengen dal 1996. La loro partecipazione al processo decisionale è tuttavia limitata. La Svizzera ha aderito per le frontiere di terra il 12 dicembre 2008. Il Liechtenstein ha aderito il 19 dicembre 2011.<br />
<br />
<b>Nel 1996</b> - In<b> Albania</b>, nelle elezioni generali del giugno 1996, il partito democratico ha provato ad avere una maggioranza assoluta maneggiando i risultati e ottenendo così più dell' 85% .<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikReD8o3pX5zOgVf8RyPDOh9KcOPFVJJ7ileEMKtvPRpkTrHczJALOjGR_tdB0ZoTyVg7mMYImiwagJQU62Y0ymBBVhMFm7WvjYwM4-yeehtBYCh97Tt115cBXTDajvuCcBhyul59I9bt6/s1600/albania-kosovo.gif" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikReD8o3pX5zOgVf8RyPDOh9KcOPFVJJ7ileEMKtvPRpkTrHczJALOjGR_tdB0ZoTyVg7mMYImiwagJQU62Y0ymBBVhMFm7WvjYwM4-yeehtBYCh97Tt115cBXTDajvuCcBhyul59I9bt6/s200/albania-kosovo.gif" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta con Albania e Kosovo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
parte fondante della Serbia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1997</b>- In<b> Albania</b>, un'epidemia di schemi piramidali ha scioccato l'economia dell'intero paese. L'anarchia è prevalsa e molte città sono state controllate dalla milizia e dai cittadini. Il governo si è dimesso ed è sorto un governo di unità nazionale. In risposta all'anarchia, il partito socialista ha vinto le elezioni del 1997 e <b>Berisha si è dimesso</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1998</b> - La repressione serba in <b>Kosovo</b> ha condotto all'insurrezione del 1998-1999, con l'avvallo dell'Ue e l'intervento della NATO, motivato dall'impegno di arrestare la pulizia etnica degli albanesi in Kosovo da parte delle forze serbe. L'Albania è stata sommersa da rifugiati dal Kosovo nel 1998 e nel 1999 durante la guerra che ha reso autonoma la regione.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc6rUVnoHdIBwRLBpiOrBD624APlhB8U2bdEiJ4Pq6gjW3AfQ9DAXTNwa7irt-JvpIxvWB_OXbVojBKTUs2xgjdjFdRH7UqxRVX1L2cfp6VIHqvl42AyEbnpgbCgVItaTQWWsAFFzaOXU/s1600/carta+europa+fisica+mia.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc6rUVnoHdIBwRLBpiOrBD624APlhB8U2bdEiJ4Pq6gjW3AfQ9DAXTNwa7irt-JvpIxvWB_OXbVojBKTUs2xgjdjFdRH7UqxRVX1L2cfp6VIHqvl42AyEbnpgbCgVItaTQWWsAFFzaOXU/s200/carta+europa+fisica+mia.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina fisica del continente</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Europa con i nomi in Italiano.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1999</b> - Il 1° gennaio entra <b>in vigore l'euro</b>. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La<b> regola aurea</b> per entrare nella moneta unica europea, è che <b>il deficit pubblico non superi il 3% del Pil</b>. Con il primo governo Prodi, l'Italia riuscirà a rispettare questa regola (con grandi sacrifici sociali) e a rientrare quindi nell'area dell'euro.<br />
<br />
<b>-</b> Sotto la presidenza Clinton l'amministrazione democratica interruppe nel 1999 la separazione del sistema bancario (abrogando il Glass-Steagall Act, attraverso il Gramm-Leach-Billey Act) tra attività bancaria commerciale e d'investimento (investment banking), legittimando la <b>nascita di grandi conglomerati finanziari </b>(Merrill Lynch, Bear Sterns, Lehman Brothers, Goldman Sachs e Morgan Stanley) e favorendo negli anni successivi la <b>deregolamentazione del trading dei derivati e dei Credit default swap (CDS)</b> (in particolare attraverso il Commodity futures modernization act), e il ricorso alla cartolarizzazione dei titoli obbligazionari. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: right;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questi <b>fenomeni di deregolamentazione</b> si accompagnavano a eventi che preparavano una vera rivoluzione in senso finanziario dell'economia.<br />
- La crescita dei commerci internazionali,<br />
- la mondializzazione dei flussi finanziari,<br />
- l'avvento di una industria proiettata nel post-fordismo (il superamento del modello produttivo fordista-taylorista fondato sulla grande impresa, sull'organizzazione del lavoro e sulla catena di montaggio, sostituito dalle industrie fondate sui distretti e sulle reti produttive, sulla "ri-specializzazione" del lavoro e sul know-how),<br />
- la teoria del just in time,<br />
- la velocizzazione dei flussi informativi, monetari e informatici,<br />
- il <b>decentramento della produzione, </b><br />
- <b>la flessibilità del lavoro</b>,<br />
<b>aprirono una fase "post-industriale"</b> in cui <b>gli investimenti di natura finanziaria</b>, oltre ad apparire spesso preferibili rispetto a quelli produttivi, acquisivano importanza crescente non solo in relazione alla funzione stessa della produzione e del capitalismo classico, ma anche con riferimento a quella degli<br />
- <b>Stati</b> nazione (che apparivano vulnerabili di fronte alla rapidità, alla natura e alla dimensione dei movimenti finanziari, spesso<b> diretti a colpire </b>con finalità puramente speculative direttamente<b> i debiti sovrani</b>) e<br />
- dei <b>soggetti risparmiatori</b><br />
- e<b> lavoratori</b>.<br />
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2UDBbHQoelkzoPtWVlATMF8LwaR3CkxC6CPkAXVohkrnb9JpWUUdzWtgP53s-np4JHdco-AXPrG8frqSXk_eOP7eucJexvnksNK4qKrS6bHem7H5TR8YBowhBXwrGwwbAqpSN9jz0KdA/s1600/cartina+politica+continente+europa.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2UDBbHQoelkzoPtWVlATMF8LwaR3CkxC6CPkAXVohkrnb9JpWUUdzWtgP53s-np4JHdco-AXPrG8frqSXk_eOP7eucJexvnksNK4qKrS6bHem7H5TR8YBowhBXwrGwwbAqpSN9jz0KdA/s200/cartina+politica+continente+europa.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta politica del continente Europa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel 2012 con i nomi in Italiano.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 1° maggio entra in vigore il<b> Trattato di Amsterdam</b>. Il Trattato di Amsterdam è uno dei trattati fondamentali dell'Unione europea ed è il primo tentativo di riformare le istituzioni europee in vista dell'allargamento. Venne firmato il 2 ottobre 1997 dagli allora 15 paesi dell'Unione Europea ed è entrato in vigore il 1º maggio 1999. All'interno del Trattato di Maastricht esisteva già una disposizione che invitava gli stati membri a convocare una Conferenza intergovernativa (CIG) per la sua revisione. Nel 1995 ciascuna istituzione presenta le proprie riflessioni e chiede di "andare oltre Maastricht": una relazione in tal senso viene presentata al Consiglio europeo di Madrid del dicembre 1995. I paesi membri sono consapevoli della necessità di approfondire l'integrazione, soprattutto nei <b>due nuovi </b>"<b>pilastri</b>"<b> </b>introdotti appunto con il Trattato che ha visto nascere l'UE. La CIG si apre al Consiglio europeo di Torino del 29 marzo 1996 e si conclude al Consiglio europeo informale di Noordwijk del 23 maggio 1997. Il Trattato firmato ad Amsterdam contiene innovazioni che vanno nella direzione di rafforzare l'unione politica, con nuove disposizioni nelle politiche di Libertà, sicurezza e giustizia, compresa la nascita della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale, oltre all'integrazione di Schengen. Altre disposizioni chiarificano l'assetto della Politica estera e di sicurezza comune, con la quasi-integrazione dell'UEO, mentre viene data una rinfrescata (insufficiente) al sistema istituzionale, in vista dell'adesione dei nuovi membri dell'est. Proprio l'insoddisfazione alle modifiche istituzionali, spinse i capi di stato e di governo a prospettare subito un'ulteriore modifica del sistema istituzionale "prima che l'Unione conti venti membri".<br />
Il Trattato di Amsterdam è caratterizzato da:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- rinumerazione degli articoli dei trattati comunitari;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- formalizzazione e regolamentazione della cosiddetta "cooperazione rafforzata";</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- incorporamento degli Accordi di Schengen nel cosiddetto "primo pilastro";</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la dichiarazione che l'UEO "è parte integrante del processo di integrazione europea" (comma poi soppresso con il trattato di Nizza)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- <b>introduzione dell'occupazione nel </b>"<b>primo pilastro</b>";</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- inserimento dell'"Accordo Sociale" (firmato da 14 paesi) nel "primo pilastro".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'Unione europea occidentale o UEO era un'organizzazione internazionale regionale di sicurezza militare e cooperazione politica ed è nata con il trattato di Bruxelles del 17 marzo 1948, modificato il 23 ottobre 1954. La struttura dell'UEO prevedeva un segretariato generale, un consiglio dei ministri, un'assemblea consultiva e in un'agenzia di controllo degli armamenti, con funzione di controllo sulla produzione delle armi negli Stati membri. Il testo del Trattato sottoscritto ad Amsterdam si compone di 15 articoli, 13 protocolli, 51 dichiarazioni comuni relative alle disposizioni dei Trattati e dei Protocolli ed 8 dichiarazioni di alcuni degli stati firmatari.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 2000</b> - Il 1° gennaio gli <b>accordi di Schengen</b> entrano in vigore anche per la Grecia e il 25 marzo anche per Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 19 aprile il Regno Unito e la Spagna firmano un accordo che estende la cittadinanza dell'Unione a Gibilterra, che diventa il primo territorio esterno del Regno Unito ad entrare nei confini dell'UE.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'11dicembre i quindici stati membri firmano il<b> Trattato di Nizza</b>, uno dei trattati fondamentali dell'Unione europea che riguarda le riforme istituzionali da attuare in vista dell'adesione di altri Stati. Il trattato di Nizza ha modificato il Trattato di Maastricht e i Trattati di Roma. È stato approvato al Consiglio europeo di Nizza, l'11 dicembre 2000 e firmato il 26 febbraio 2001. Dopo essere stato ratificato dagli allora 15 stati membri dell'Unione europea, è entrato in vigore il 1º febbraio 2003. L'obiettivo del Trattato di Nizza è relativo alle dimensioni e composizione della commissione, alla ponderazione dei voti in consiglio e all'estensione del voto a maggioranza qualificata, e infine alle cooperazioni rafforzate tra i paesi dell'Unione Europea.<br />
<br />
<b>Nel 2001</b> - A <b>Genova</b>, da giovedì 19 luglio sino a domenica 22 luglio 2001, contestualmente allo svolgimento della riunione del <b>G8</b>, la riunione dei capi di governo dei maggiori paesi industrializzati svoltasi da venerdì 20 luglio a domenica 22 luglio, i movimenti no-global e le associazioni pacifiste diedero vita a manifestazioni di dissenso, seguite da gravi tumulti di piazza, con scontri tra forze dell'ordine e manifestanti. Durante uno di questi trovò la morte il manifestante Carlo Giuliani. Nei sei anni successivi,<b> lo Stato italiano subì alcune condanne in sede civile per gli abusi commessi dalle forze dell'ordine</b>. Nei confronti di funzionari pubblici furono inoltre aperti procedimenti in sede penale per i medesimi reati contestati. Altri procedimenti furono aperti contro manifestanti per gli incidenti avvenuti durante le manifestazioni. Circa 250 dei procedimenti, originati da denunce nei confronti di esponenti delle forze dell'ordine per lesioni, furono archiviati a causa dell'impossibilità di identificare personalmente gli agenti responsabili; la magistratura, tuttavia, pur non potendo perseguire i colpevoli, ritenne in alcuni casi effettivamente avvenuti i reati contestati. All'epoca il <b>presidente del consiglio era Silvio Berlusconi</b> e <b>ministro dell'Interno Claudio Scajola</b>.</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ6y0fpwDejMRel5tQQ8wE-zHzpaHFVuyruO5MO4sZAhFCZIBvQAfAP-ey1STEpWFbmmdL4I_M4I7cgI03yHIyc42z3hFZqQvsxmrezG9t38rJ7sIViwp0pEXmIi2Sd1v3S2eHcYWKLlQ-/s1600/g8+gen+la+storia.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ6y0fpwDejMRel5tQQ8wE-zHzpaHFVuyruO5MO4sZAhFCZIBvQAfAP-ey1STEpWFbmmdL4I_M4I7cgI03yHIyc42z3hFZqQvsxmrezG9t38rJ7sIViwp0pEXmIi2Sd1v3S2eHcYWKLlQ-/s200/g8+gen+la+storia.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Manifestazione antagonista al G8</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Genova nel 2001.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Fatti_del_G8_di_Genova" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Fatti_del_G8_di_Genova</a>: Venerdì 20 luglio erano state organizzate diverse manifestazioni, da svolgersi in varie zone della città. Nel primo pomeriggio avvennero i primi incidenti: nei pressi della stazione Brignole alcuni personaggi <b>definiti</b> Black Bloc dalle forze dell'ordine, (anche se probabilmente<b> i violenti sono stati reclutati da apparati dello stato</b> per giustificare la “macelleria messicana” messa in atto in città) attaccarono con lanci di bottiglie Molotov e sassi un cordone formato da carabinieri, allontanandosi velocemente a seguito della carica intervenuta immediatamente dopo, convergendo tra la folla dei manifestanti pacifici; durante questi scontri furono lanciati lacrimogeni e furono esplosi alcuni colpi di arma da fuoco in aria e diversi filmati amatoriali e televisivi mostrarono tanto <b>i contatti violenti tra le due anime dei manifestanti</b>, con l'intenzione, da parte di quelli pacifici, di preservare lo svolgimento ordinato della manifestazione, quanto i <b>dialoghi tra individui con il viso coperto e con abbigliamento scuro</b>, simile a quello usato dai gruppi violenti, <b>e poliziotti, carabinieri ed agenti dei servizi di sicurezza, anche all'interno del perimetro delle caserme</b>. Defilatosi dalla zona degli scontri, parte di questi manifestanti violenti si allontanò dalla zona rossa, dirigendosi verso il carcere situato nel quartiere di Marassi, di fianco allo stadio Luigi Ferraris. Giunti nel quartiere, alle 14:30 circa, il gruppo si divise nuovamente e parte di questo puntò verso l'ingresso del carcere, dove, adottando la tecnica del black bloc, danneggiò le telecamere di sorveglianza esterne e il portone. Diversi filmati diffusi dopo gli eventi mostrarono l'<b>arrivo dei manifestanti e il contemporaneo allontanamento delle forze dell'ordine presenti</b>: 4 blindati e 2 defender dei carabinieri, una volante della polizia e due auto della polizia municipale. Il personale presente sul piazzale antistante il carcere fornirà una ricostruzione dei fatti discordante rispetto a quanto dichiarato dal personale del carcere e da quanto mostrato da alcune riprese amatoriali acquisite dalla magistratura, incluse quelle raccolte dal regista Davide Ferrario nel suo documentario Le strade di Genova. Secondo i primi, circa 100 manifestanti staccati dal gruppo principale, di circa 1000 persone, avrebbero attaccato le forze dell'ordine armati di spranghe e lanciando diverse molotov, sassi e bottiglie di vetro; a questi se ne sarebbero aggiunti in seguito altri 200, che avrebbero tentato di accerchiare i mezzi nonostante il lancio di lacrimogeni, costringendoli alla fuga; <b>nei filmati si vede invece un gruppo di alcune decine di manifestanti violenti che si avvicina al piazzale antistante il carcere lanciando alcuni oggetti, e i mezzi dei carabinieri che con il gruppo ancora a distanza, ripiegano dopo aver lanciato solo due lacrimogeni</b>, uno dei quali finito lontano dai manifestanti e solo a questo punto, a piazzale vuoto, giungono altre persone provenienti dal gruppo principale. Nello stesso momento circa 300 carabinieri a piedi, appoggiati da blindati e camionette che a causa degli attacchi incontravano grosse difficoltà a muoversi nelle strette vie genovesi, si dirigevano verso la zona dei disordini allo scopo di bloccare i gruppi estremisti che da piazza Giusti stavano avanzando verso il quartiere di Marassi. Il loro percorso prevedeva il passaggio da via Tolemaide e il transito per il sottopasso ferroviario di via Archimede, evitando quindi il corteo pacifico che proveniva da corso Aldo Gastaldi in direzione di via Tolemaide. Un errore di direzione, dovuto alla non conoscenza della città, causò tuttavia il loro passaggio dalla parallela via Giovanni Tomaso Invrea e il loro posizionamento di fronte al sottopasso ferroviario che divide corso Torino da corso Sardegna . Qui, dopo alcuni attimi di sosta, i carabinieri caricarono per alcune centinaia di metri (fino all'incrocio con via Caffa) la testa del corteo autorizzato (tra i primi il gruppo delle "Tute Bianche") che stava sopraggiungendo, ufficialmente per liberare la strada e per contrastare il fitto lancio di oggetti di cui erano bersaglio. Le versioni che vennero fornite sull'accaduto furono di segno decisamente opposto: diversi <b>giornalisti</b> presenti riferirono durante il processo di "<b>un lancio simbolico</b> con non più di due o tre sassi" <b>da parte di alcuni manifestanti violenti, esterni al corteo</b>, aggiungendo le loro <b>perplessità rispetto alla tolleranza da parte delle forze dell'ordine</b> per alcune ore nei confronti degli atti vandalici <b>dei manifestanti violenti</b>, mentre <b>il corteo autorizzato veniva fatto bersaglio di lanci di lacrimogeni e caricato dopo solo poche decine di secondi di contatto visivo</b>. </div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9AT94RPlHgy1WVx0M8Nu1snkh8kbtgdd0wrjer_BHNLVHcHBUckBdxAUUs2bWyVO8cyS2W1LhYK6W-109lCHijFTY3W5UfjrP3SvVAlsY3gaPcGTiwcQf5zfhAkaRJLRRsynVP2951lsc/s1600/g8+gen+madama.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="145" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9AT94RPlHgy1WVx0M8Nu1snkh8kbtgdd0wrjer_BHNLVHcHBUckBdxAUUs2bWyVO8cyS2W1LhYK6W-109lCHijFTY3W5UfjrP3SvVAlsY3gaPcGTiwcQf5zfhAkaRJLRRsynVP2951lsc/s200/g8+gen+madama.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
A Genova nel 2001, durante il G8.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La versione fornita dalle forze dell'ordine viceversa indicò un "fitto" lancio di sassi proveniente dal corteo. La stranezza del comportamento delle forze dell'ordine emerse anche durante il processo, in cui furono ascoltate registrazioni provenienti dalla questura: in una di queste registrazioni si sentono sia un operatore urlare: "Nooo!... Hanno caricato le tute bianche, porco giuda! Loro dovevano andare in piazza Giusti, non verso Tolemaide... Hanno caricato le tute bianche che dovevano arrivare a piazza Verdi", sia le ripetute richieste del dirigente del commissariato di Genova, responsabile della sicurezza del corteo, relative al far ritirare il gruppo dei Carabinieri dalla zona per evitare di fare da "tappo" e bloccare il corteo in arrivo. Molti manifestanti e alcuni giornalisti si allontanarono dopo i primi lanci di lacrimogeni, per cercare riparo nelle strade laterali, ma nonostante ciò alcuni di essi non riuscirono a evitare di essere coinvolti negli scontri subendo pestaggi da parte delle forze dell'ordine. Il capitano dei Carabinieri che aveva ordinato le cariche sostenne al processo che si trattava di cariche "di alleggerimento", ammettendo però di non conoscere la topografia della zona e di non essersi reso conto che così facendo aveva chiuso le vie di fuga. <b>Dopo questa prima carica</b> i carabinieri iniziarono a ripiegare per permettere il passaggio del corteo, tuttavia alcuni manifestanti appartenenti al corteo, ai quali si erano aggiunti elementi provenienti dal gruppo che occupava il sottopasso di corso Sardegna, reagirono alle precedenti cariche assalendo e incendiando un mezzo blindato in panne. In quel frangente la centrale operativa perse i contatti radio con gli uomini presenti, i quali, avendo già impiegato tutti i lacrimogeni a disposizione, ripresero le cariche. <b>Durante gli scontri che seguirono, vennero rovesciati e dati alle fiamme cassonetti dell'immondizia, allo scopo di farne barricate, e furono compiuti altri atti vandalici</b>. La grande quantità di lacrimogeni lanciati causò <b>negli anni successivi problemi respiratori cronici e dermatologici </b>sia negli agenti, nonostante la protezione delle maschere, sia nei manifestanti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Lo scontro di piazza Alimonda</b>. Piazza Alimonda è una piccola piazza del quartiere Foce che divide in due via Caffa nel suo percorso da via Tolemaide a piazza Niccolò Tommaseo. Via Caffa è lunga in tutto circa 250 metri: 90 da via Tolemaide a piazza Alimonda, circa 60 sulla piazza, della quale costituisce il lato più esteso, e poco più di 100 da piazza Alimonda, angolo via Ilice, a piazza Tommaseo. Perpendicolare a via Caffa si trova via Giovanni Tomaso Invrea, che collega la parte alta di via Giuseppe Casaregis, parallela a via Caffa, con Piazza Alimonda. Dalla parte opposta, dietro la chiesa che si affaccia sulla piazza, collegata da via Ilice e via Odessa, corre via Crimea. Intorno alle ore 15.00, come risultò da alcune fotografie scattate da un balcone su via Caffa, verso via Tolemaide, nella piazza sulla quale stavano transitando passanti e manifestanti, <b>la situazione era tranquilla, ma poco dopo iniziò un lancio di lacrimogeni da parte dei carabinieri</b>, da via Invrea, <b>verso i manifestanti presenti</b>. Durante gli scontri <b>furono posti dei cassonetti dei rifiuti nella carreggiata, allo scopo di rendere difficoltoso il movimento dei mezzi</b> e, di fronte a uno di questi, <b>si fermò un Land Rover Defender dei carabinieri dal quale fu sparato un colpo di pistola da Mario Placanica che uccise il manifestante Carlo Giuliani</b>. </div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtCJq7kSzF_TZ75BVJadm7baGmltOc7LngwNltovRRMy-A8J26yOrvnqYrZecyAaWcXg-op1wCmmW_Ju7zH1MsuiIoeOUrU0R7-joRQIuPIQpuhD7vxxourZHr43fNCAgapoDejNQe2zV4/s1600/g8+gen+a+terra.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtCJq7kSzF_TZ75BVJadm7baGmltOc7LngwNltovRRMy-A8J26yOrvnqYrZecyAaWcXg-op1wCmmW_Ju7zH1MsuiIoeOUrU0R7-joRQIuPIQpuhD7vxxourZHr43fNCAgapoDejNQe2zV4/s200/g8+gen+a+terra.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
A Genova nel 2001, durante il G8.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Circa alle ore 16.00, carabinieri e polizia iniziarono le cariche e i pestaggi nei confronti dei manifestanti in piazza e nelle vie limitrofe e, grazie anche all'aiuto di numerosi mezzi, riuscirono a prendere il controllo dell'area; contemporaneamente giunse nella piazza, da via Invrea, un defender con a bordo il tenente colonnello dei carabinieri Giovanni Truglio, comandante dello stesso reparto cui apparteneva Placanica. Poco dopo le 17.00, una delle Compagnie di contenimento e intervento risolutivo (CCIR), la Echo dei Carabinieri, sotto il comando del capitano Claudio Cappello e con la direzione del vicequestore aggiunto Adriano Lauro, seguitoa da due Land Rover Defender, insieme ad altre forze di polizia tra via Caffa e Piazza Tommaseo, attraversò i 200 metri di via Caffa e caricò parte dei manifestanti che erano nell'incrocio con via Tolemaide, dove stavano avvenendo gli scontri, protetti da barricate improvvisate. Secondo la versione ufficiale la carica era stata effettuata per timore che i manifestanti, che avrebbero iniziato a lanciare oggetti in direzione dei carabinieri (tuttavia inizialmente fuori portata) e ad avanzare facendosi scudo con alcuni cassonetti rovesciati, attaccassero il gruppo delle forze dell'ordine. Tuttavia, secondo le ricostruzioni basate su fotografie della piazza e testimonianze effettuate da comitati e associazioni vicine ai manifestanti,<b> i carabinieri si sarebbero preparati a caricare senza che vi fosse stato alcun segno di ostilità da parte dei manifestanti</b>. In alcune foto relative alla costruzione della barricata compare Carlo Giuliani. Durante le inchieste su quei giorni si fece notare che questa carica avrebbe precluso ogni possibile via di fuga ai manifestanti così come avrebbe reso impossibile il retrocedere lungo via Tolemaide verso le cariche delle altre forze dell'ordine; la conseguenza fu che alcuni manifestanti, vistasi preclusa ogni via di fuga, cercarono di reagire alle cariche della polizia per farsi strada nella direzione opposta. Iniziato lo scontro, i carabinieri (dalle foto e dalle testimonianze, circa settanta) non furono però in grado di disperdere i manifestanti e, davanti alla loro reazione, indietreggiarono precipitosamente, inseguiti da questi, verso l'inizio di via Caffa, dove era schierato un intero reparto della polizia dotato di molti mezzi. Durante i processi, sulla presenza dei due Defender, Cappello affermò che "vi fu un arretramento disordinato. Io non mi sono reso conto che dietro di noi vi erano anche le due Land Rover, anche perché non c'era alcun motivo operativo".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'<b>assalto al Defender e la morte di Carlo Giuliani</b>. Durante la ritirata una Land Rover Defender dei Carabinieri, con tre giovani militari a bordo, l'autista Filippo Cavataio di 23 anni, Mario Placanica carabiniere di leva di 20 anni e il coetaneo Dario Raffone, restò temporaneamente bloccata di fronte a un cassonetto dei rifiuti mentre stava manovrando in Piazza Alimonda, secondo la testimonianza dell'autista, a causa di una manovra errata dell'altro mezzo e per l'asserito spegnimento del motore. Una quindicina di persone, appartenenti al gruppo che dopo la carica fallita stava inseguendo i carabinieri in ritirata, attaccò il mezzo che fu danneggiato a tergo e sul lato destro, con pietre, bastoni, una palanchina di legno e un estintore e, nell'assalto, furono feriti al viso da pietre dagli assalitori i carabinieri Raffone e Placanica. L'attacco al mezzo fu documentato da diversi filmati e foto e il tutto fu successivamente acquisito dalla magistratura. Alcuni media e politici in un primo tempo parlarono erroneamente di centinaia di persone intorno al mezzo, stima superiore anche alla consistenza stessa del più vasto gruppo di manifestanti caricato in via Caffa. L'aggressore con la palanca, M. Monai, nel descrivere la situazione, dichiarerà al magistrato: « Il rumore era assordante ed io trovata a terra una trave, cominciai a colpire il tetto del mezzo; l'ultimo colpo lo diressi all'interno del mezzo il cui finestrino posteriore destro era già frantumato. Vidi per un attimo il volto del carabiniere che era posizionato nella mia direzione, ne colpii la sagoma, poi lo vidi accucciarsi. Mentre avveniva tutto ciò la gente intorno urlava frasi di disprezzo e minaccia nei confronti dei CC quali "bastardi, vi ammazziamo". Non ho udito frasi provenienti dall'interno della camionetta ma in quel trambusto non posso escludere che siano state proferite ». (Dichiarazioni di M. Monai). Uno degli aggressori raccolse l'estintore e lo scagliò contro il mezzo, colpendo l'intelaiatura del finestrino della porta posteriore del mezzo. L'estintore rimase appoggiato tra la carrozzeria e la ruota di scorta: dall'interno uno degli occupanti lo colpì con un calcio, facendolo rotolare a terra in direzione di un manifestante con il volto coperto da un passamontagna, più tardi identificato nella persona di Carlo Giuliani, che in quel momento si trovava a diversi metri dal Defender, in direzione di via Tolemaide; questi sollevò da terra l'estintore e si avvicinò, tenendo l'estintore sopra la testa con le mani protese, verso la parte posteriore del Defender, ma venne colpito alla testa da un colpo d'arma da fuoco. Il carabiniere Mario Placanica si dichiarò in seguito autore dello sparo, aggiungendo di avere sparato due colpi in aria, uno dei quali colpì Giuliani, mentre l'altro proiettile colpì il muro a destra della chiesa in piazza Alimonda, lasciandovi un segno individuato solo dopo alcuni mesi. <b>Giuliani </b>cadde a terra <b>ancora vivo</b>, venendo <b>investito due volte dal mezzo</b> che era riuscito a ripartire e si allontanava dalla piazza mettendo in salvo i carabinieri: una prima volta in retromarcia e la seconda dopo la ripartenza. </div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-rekQ4CbdanB4qnJy-s-QyQcfxCUdSYs5Gj2wMeRvZGO2umi2R5I26vb09k_l_xwMji1unilYEHAqsQC5ICQ6fNbGHJHVrBL5qsDC9bhanw2q-49FvvGONLgHa3ALRCVXk57s6H5rJOg5/s1600/carlo+giuliani.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-rekQ4CbdanB4qnJy-s-QyQcfxCUdSYs5Gj2wMeRvZGO2umi2R5I26vb09k_l_xwMji1unilYEHAqsQC5ICQ6fNbGHJHVrBL5qsDC9bhanw2q-49FvvGONLgHa3ALRCVXk57s6H5rJOg5/s200/carlo+giuliani.png" width="133" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carlo Giuliani.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Secondo l'autopsia e in base ai filmati che ne mostrano il sangue zampillante, morì diversi minuti dopo essere stato colpito. Quando, dopo circa mezz'ora, il personale medico di un'ambulanza arrivò in soccorso, Giuliani era già morto, senza aver ricevuto alcun soccorso dalle Forze dell'Ordine che immediatamente dopo la sua caduta a terra rioccuparono la piazza e lo circondarono nascondendone la vista. <b>La scena, documentata da filmati e fotografie, venne trasmessa da emittenti televisive in tutto il mondo</b>, rendendo evidente il drammatico livello di violenza raggiunto dagli scontri di Genova. Un reporter del quotidiano La Repubblica e un medico giunti sul posto subito dopo il fatto notarono il bossolo di un proiettile vicino al corpo, ma, quando questo venne mostrato ai carabinieri presenti, la morte di Giuliani era ancora ritenuta causata da un sasso lanciato dai manifestanti e, stando a quanto riportato dalla testimonianza del cronista, questi sembrarono identificare il bossolo come uno di quelli prodotti dal lancio dei gas lacrimogeni. Il cronista raccolse il bossolo e lo consegnò pochi minuti dopo a un ispettore di polizia sopraggiunto e avvertito del ritrovamento. Il bossolo verrà identificato poche ore dopo come proveniente dal tipo di pistola in dotazione a Mario Placanica. Secondo il consulente tecnico del P.M., la distanza tra Giuliani e l'arma da fuoco era di circa 175 centimetri, e Giuliani "viene colpito nel mentre ha sollevato l'estintore sopra la testa ed è nell'atto di lanciarlo (più precisamente nel momento in cui lo lancia)"; secondo lo stesso C.T. le macchie rosse che appaiono in un filmato ripreso dalle forze dell'ordine sono da attribuirsi a effetti cromatici. Secondo i consulenti tecnici della persona offesa, Carlo Giuliani fu colpito mentre si trovava a 337 centimetri dalla bocca dell'arma da fuoco e teneva l'estintore dietro la nuca: ciò sarebbe dimostrato da un fiotto di sangue, visibile mentre egli è in tale posizione, mostrato in un filmato ripreso dalle forze dell'ordine. Tali conclusioni, in contrasto con quelle cui erano giunti i consulenti del P.M., non furono accolte dal G.I.P. che archiviò il procedimento, precludendo la possibilità di eseguire una perizia in sede dibattimentale da parte di periti nominati dal giudice. Diversi mesi prima di ricevere l'incarico di consulente del P.M. Silvio Franz (febbraio 2002), uno dei consulenti nominati del P.M., Paolo Romanini, esperto balistico, aveva pubblicato nel numero di settembre 2001 della rivista specialistica che dirigeva, Tacarmi, un editoriale nel quale prendeva decisamente partito a favore della tesi della legittima difesa quale causa di non punibilità per Placanica. Una foto scattata da Dylan Martinez dell'agenzia Reuters, con una prospettiva molto schiacciata causata dall'impiego di un teleobiettivo, fa apparire Giuliani immediatamente di fronte al finestrino posteriore sfondato, nel quale si intravede una mano che regge la pistola. La stessa fotografia mostra altri particolari: l'aggressione dal lato destro e posteriore, le dimensioni e la morfologia reali della palanchina in legno utilizzata contro il defender, e la pistola impugnata all'interno del mezzo dei Carabinieri, puntata tenendo il calcio in orizzontale e ad altezza d'uomo. Altre foto e riprese laterali, tra le quali quelle trasmesse da Rai News 24, mostrano Giuliani a diversi metri dal mezzo nel momento in cui fu colpito. Nonostante l'esito delle indagini della magistratura, che hanno visto in Mario Placanica il responsabile dei due colpi sparati ritenendo però la sua azione compatibile con l'uso legittimo delle armi e la legittima difesa, sono state evidenziate nel tempo diverse incongruenze nelle testimonianze delle persone coinvolte e sono state effettuate diverse ricostruzioni alternative relative allo svolgimento dei fatti. Lo stesso Placanica, alcuni anni dopo gli eventi, ha negato di essere stato colui che ha sparato a Giuliani.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I <b>momenti successivi la morte di Giuliani</b> e le testimonianze dei presenti. Gli spari, uditi da numerosi testimoni, inclusi fotoreporter e giornalisti, e registrati da una telecamera posta in via Ilice, spinsero gli aggressori ad allontanarsi e, pochi attimi dopo, il Defender ripartì passando due volte sul corpo di Carlo Giuliani rimasto a terra. Interrogato dal magistrato, l'autista Cavataio dichiarò di non aver udito alcun colpo d'arma da fuoco e di non essersi accorto di essere passato sul corpo di Giuliani, ritenendo che i sobbalzi del mezzo fossero dovuti a un "sacchetto delle immondizie"; i consulenti tecnici incaricati dal PM Silvio Franz affermarono che il Defender non avrebbe arrecato a Giuliani lesioni apprezzabili ma tale opinione fu confutata dalla parte civile, secondo la quale il doppio arrotamento subito dal corpo da parte di un mezzo del peso a vuoto di circa 18 quintali e con almeno tre persone a bordo non avrebbe potuto non provocare lesioni rilevanti. L'archiviazione del procedimento precluse il confronto dibattimentale tra le diverse consulenze tecniche e l'ulteriore approfondimento da parte di periti nominati dal giudice. La distanza della telecamera dal Defender è stata valutata in oltre trenta metri dai consulenti tecnici del P.M. e in oltre cinquanta metri dai consulenti della persona offesa. Dal tempo necessario perché il suono degli spari arrivasse alla telecamera, e quindi dalla distanza di questa dalla scena, verrà stimato il fotogramma contemporaneo allo sparo e da questo lo spazio esistente tra Giuliani e il Defender al momento dello sparo, discordante nelle due versioni. Solamente quattro degli aggressori furono identificati: Carlo Giuliani ucciso nell'assalto, M. M. ed E. P., genovesi, riconosciuti dalle numerose foto, che si consegneranno spontaneamente, e infine, L. F., di Pavia, estraneo al gruppo dei genovesi, identificato durante le indagini dalla Digos di Pavia. Nel Corriere Mercantile del 6 settembre, M. M. lanciò un appello a farsi avanti e a testimoniare nei confronti delle altre persone presenti, ma nessuno si presentò. L'impressione di isolamento e assedio del mezzo ricavata dalla maggior parte del materiale foto e video mostrato dai media, è tuttavia argomento di discussione, dato che in foto prese da angolazioni diverse compaiono alcuni carabinieri che, a pochi metri di distanza, in via Caffa direzione piazza Tommaseo, osservano lo svolgersi degli eventi facendo segno ai colleghi poco distanti di raggiungerli, senza tuttavia avere il tempo di intervenire; l'intera azione durò solo pochi secondi. James Matthews riferì di aver tentato invano di avvisare gli occupanti del Defender della presenza al suolo di Giuliani; Matthews, tra i primi a tentare di soccorrere Giuliani, riferì che era ancora vivo dopo essere stato due volte travolto dal pesante mezzo dei Carabinieri. Il comandante del reparto, Giovanni Truglio, distante poco più di una decina di metri dal defender, ritratto in alcune immagini mentre si trova sulle strisce pedonali che attraversano via Caffa all'angolo tra piazza Alimonda e via Ilice, dichiarò di non aver udito i colpi di pistola, dichiarazione analoga era stata fornita dall'autista del defender, Cavataio. Furono sfondati tre vetri su nove del mezzo: il vetro posteriore, un oblò sul tetto, un semivetro sulla parte destra, presumibilmente già sfondato in precedenza e dietro il quale era stato posto, incastrato tra telaio del finestrino e sedili interni, uno scudo protettivo, contro il quale cozzava la palanca che nelle foto si vede impugnata da M. M. Ma la presenza dello scudo fu omessa da gran parte della stampa che per anni alimentò la leggenda di una trave di legno, definizione impropria a descrivere la palanca impiegata nell'occasione. Nessun vetro fu infranto nella parte anteriore e sinistra, in quanto il mezzo fu attaccato da tergo e dal lato destro. Mario Placanica fu portato al pronto soccorso, per essere poi prelevato per testimoniare sui fatti e riportato al pronto soccorso, dove gli furono riscontrate lievi escoriazioni con una prognosi di 7 giorni. Anche Dario Raffone fu portato al pronto soccorso (prognosi di 8 giorni). Immediatamente dopo l'evento, il <b>fotoreporter</b> Eligio Paoni, arrivato sul posto subito dopo gli episodi, <b>fotografò il corpo di Giuliani </b>prima che venisse coperto all'arrivo delle forze dell'ordine: fu <b>malmenato</b> dalle forze dell'ordine, venendo <b>ferito alla testa</b>, gli fu <b>fratturata una mano</b>, gli fu distrutta una macchina fotografica e fu<b> costretto a consegnare un rullino</b> che aveva cercato di nascondere. Una foto, inoltre, mostra un carabiniere nell'atto di spingere la testa di Paoni sul cadavere di Giuliani, forse per intimorirlo. La questione del suo pestaggio e della distruzione delle sue fotografie verrà dibattuta anche durante le audizioni della successiva indagine conoscitiva delle commissione parlamentari, ma <b>non si risalì ai responsabili diretti</b>, mentre <b>i due vicequestori presenti, Lauro e Fiorillo, affermarono di non aver notato il fatto</b>, in quanto la loro attenzione era concentrata sul corpo di Giuliani. Anche il parroco della chiesa di Nostra Signora del Rimedio, che tentò di benedire il corpo di Giuliani, non venne fatto avvicinare. La giornalista de Il Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini, presente in piazza, riportò nella sua cronaca degli avvenimenti che nei momenti successivi agli spari vennero lanciati anche dei lacrimogeni e vi fu una carica dei carabinieri. Sarzanini, aiutata ad allontanarsi da un manifestante, finì a terra con questi e fu ripetutamente colpita dalle forze dell'ordine con calci, nonostante il tentativo di identificarsi come giornalista. Circa mezz'ora dopo la morte di Giuliani, alcuni giornalisti di Libero filmarono l'allora vicequestore Adriano Lauro che, in un alterco con un manifestante il quale attribuiva alle forze dell'ordine la responsabilità dell'uccisione apostrofandoli con la frase assassino in divisa, ribaltava sui manifestanti le accuse gridando: « Bastardo! Lo hai ucciso tu, lo hai ucciso! Bastardo! Tu l'hai ucciso, col tuo sasso, pezzo di merda! Col tuo sasso l'hai ucciso! Prendetelo! ». Un carabiniere e un agente della polizia accennarono un inseguimento del dimostrante e, vista la sua fuga, si esaurì dopo pochi metri. Le fotografie scattate da un abitante della zona e diffuse nel 2004 mostrarono un acceso diverbio tra un carabiniere e un poliziotto, fatto del quale aveva parlato in precedenza anche il fotografo Bruno Abile, il quale, in un'intervista all'ANSA del 21 luglio 2001 e in successive dichiarazioni, sostenne di avere visto uno degli agenti presenti, non riuscendo a specificare se si trattasse di un poliziotto o di un carabiniere, forse un ufficiale, dare un calcio alla testa di Giuliani e di essere riuscito a riprendere l'istante precedente a questo: "Ho fotografato l'ufficiale nell'istante di "caricare" la gamba, come quando si sta per tirare un calcio di rigore". Qualcuno, mentre la zona attorno al corpo del giovane ucciso era interamente circondata e occupata dalle forze dell'ordine, come comprovato dalla sequenza fotografica, avrebbe messo un sasso di fianco alla testa di Giuliani e <b>procurato una profonda ferita sulla fronte in modo da far pensare a una sassata</b>: a sostegno di questa tesi alcune fotografie mostrano il sasso prima ad alcuni metri a sinistra dal corpo e poi accanto alla testa sul lato destro, dove prima c'era solo un accendino bianco.</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheYdMZyBWwpNU4hKYIXMLonXkMozFjHu-LrJVFrHmcSa8-WkfivxFhqUfbjFttEs8UvVTmygG04EJ_CcDtSMOKwXAdztfSS4pf05d2LLttjEePllrVcrmPkQz43NzSJLenCFoZjN1L1b-7/s1600/g8+genova.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheYdMZyBWwpNU4hKYIXMLonXkMozFjHu-LrJVFrHmcSa8-WkfivxFhqUfbjFttEs8UvVTmygG04EJ_CcDtSMOKwXAdztfSS4pf05d2LLttjEePllrVcrmPkQz43NzSJLenCFoZjN1L1b-7/s200/g8+genova.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
A Genova nel 2001, durante il G8.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>L'assalto alla scuola Diaz</b>. La scuola Diaz e l'adiacente scuola Pascoli, nel quartiere di Albaro, in origine erano state concesse dal comune di Genova al “Genoa Social Forum” come sede del loro media center e, in seguito alla pioggia insistente che aveva costretto a evacuare alcuni campeggi, anche come dormitorio. Secondo le testimonianze dei manifestanti la zona era divenuta un punto di ritrovo di molti manifestanti, soprattutto tra chi non conosceva la città, venendo frequentata durante le tre giornate anche da coloro che non erano autorizzati a dormire nell'edificio e, sempre secondo quanto riferito dai manifestanti e dal personale delle associazioni che avevano sede nella Pascoli, non vi erano situazioni di tensione nei due edifici. Intorno alle 21 di sabato, alcuni cittadini segnalarono la presenza in zona (via Trento, piazza Merani e via Cesare Battisti) di alcune persone intente a posizionare dei cassonetti dell'immondizia in mezzo alla strada ed a liberarsi di caschi e di alcuni bastoni. Una volante della polizia mandata a verificare rilevò la presenza di un centinaio di persone davanti alla scuola Diaz, senza però essere in grado di verificare se fossero i soggetti segnalati dalle telefonate, né se stessero realmente spostando i cassonetti in mezzo alla strada.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Successivamente, stando alle ricostruzioni delle forze dell'ordine, la segnalazione di un attacco a una pattuglia di poliziotti portò alla decisione di effettuare una perquisizione presso la scuola Diaz e, ufficialmente per errore, alla vicina scuola Pascoli dove stavano dormendo 93 persone tra ragazzi e giornalisti in gran parte stranieri, la maggior parte dei quali accreditati; il verbale della polizia parlò di una "perquisizione" poiché si sospettava la presenza di simpatizzanti del Black bloc, ma <b>resta senza motivazione ufficiale</b> l'uso della tenuta antisommossa per effettuare una semplice perquisizione. Tutti <b>gli occupanti</b> furono <b>arrestati e la maggior parte picchiata</b>, sebbene non avessero opposto alcuna resistenza; i giornalisti accorsi alla scuola Diaz videro decine di persone portate fuori in barella, uno dei quali rimase in coma per due giorni e subì danni permanenti, ma la portavoce della questura dichiarò in conferenza stampa che 63 di essi avevano pregresse ferite e contusioni e mostrò del materiale indicato come sequestrato all'interno degli edifici, senza dare risposte agli interrogativi posti dai giornalisti. Le immagini delle riprese mostrarono muri, pavimenti e termosifoni macchiati di sangue, a nessuno degli arrestati venne comunicato di essere in arresto e dell'eventuale reato contestato, tanto che molti di loro scoprirono solo in ospedale, a volte attraverso i giornali, di essere stati arrestati per associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio, resistenza aggravata e porto d'armi. Dei 63 feriti tre ebbero la prognosi riservata: la ventottenne studentessa tedesca di archeologia Melanie Jonasch, vittima di un trauma cranico cerebrale con frattura della rocca petrosa sinistra, ematomi cranici vari, contusioni multiple al dorso, spalla ed arto superiore destro, frattura della mastoide sinistra, ematomi alla schiena e alle natiche; il tedesco Karl Wolfgang Baro, trauma cranico con emorragia venosa; e il giornalista inglese Mark Covell, mano sinistra e 8 costole fratturate, perforazione del polmone, trauma emitorace, spalla e omero, oltre alla perdita di 16 denti, il cui pestaggio, avvenuto a metà strada tra le due scuole, venne ripreso in un video. La versione ufficiale del reparto mobile di Genova fu che l'assalto sarebbe stato motivato da una sassaiola proveniente dalla scuola verso una pattuglia delle forze dell'ordine che transitava in strada alle ore 21:30 circa, anche se in alcune relazioni l'orario fu indicato nelle 22:30; il vicequestore Massimiliano Di Bernardini, in servizio alla squadra mobile di Roma e in quei giorni aggregato a Genova, riferì in un primo tempo di aver transitato "a passo d'uomo", a causa di alcune vetture presenti nella strada molto stretta, davanti alla scuola con quattro vetture e che il cortile della scuola e i marciapiedi "erano occupati da un nutrito gruppo, circa 200 persone, molti dei quali indossavano capi di abbigliamento di color nero, simile a quello tipicamente usato dai gruppi definiti Black bloc" e che questi avevano fatto bersaglio i mezzi con "un folto lancio di oggetti e pietre contro il contingente, cercando di assalire le autovetture", ma che queste riuscirono ad allontanarsi, nonostante la folla li inseguisse, "azionando anche i segnali di emergenza". Le forze dell'ordine tuttavia non furono in grado di fornire indicazioni precise sui mezzi coinvolti, né su chi li guidasse e le testimonianze sulla presenza di centinaia di simpatizzanti dei black bloc non venne confermata da alcuna fonte; successivamente Di Bernardini ammise di non aver assistito direttamente al lancio di oggetti e di avere "visto volare una bottiglia di birra sopra una delle quattro auto della polizia e una persona che si aggrappava allo specchio retrovisore", e di aver riportato quanto riferitogli da altri. In seguito tre agenti sostennero che un grosso sasso aveva sfondato un vetro blindato del loro furgone, un singolo mezzo, rispetto ai quattro dichiarati in un primo tempo, e che il mezzo venne poi portato in un'officina della polizia per le riparazioni; tale episodio tuttavia non risultò dai verbali dei superiori, stilati dopo l'irruzione, che invece riportano di una fitta sassaiola, né fu possibile identificare il mezzo che sarebbe stato coinvolto. Testimonianze successive di altri agenti, rese durante le indagini, sostennero al contrario il lancio di un bullone, evento a cui i superiori non avrebbero assistito, e di una bottiglia di birra, lanciata in direzione di quattro auto della polizia, a una delle quali si era aggrappato un manifestante. Alcuni giornalisti e operatori presenti all'esterno della scuola Pascoli racconteranno invece di aver visto solo una volante della polizia in coda insieme ad altre auto dietro un autobus che sostava in mezzo alla strada per far salire i manifestanti diretti alla stazione ferroviaria. L'auto, giunta all'altezza delle due scuole, accelerò improvvisamente sgommando. In quel momento venne lanciata una bottiglia che si infranse a terra a diversi metri di distanza dall'auto ormai lontana; versione confermata in parte da altri testimoni all'interno dell'edificio, che affermarono di aver sentito il rumore di una forte accelerata, seguito pochi istanti dopo da alcune urla e dal suono di un vetro infranto. Tali versioni, contrastanti nelle date, nei tempi e nella sostanza, misero fortemente in dubbio anche l'effettivo verificarsi del fatto addotto a motivo dell'irruzione. L'ora di arrivo delle forze dell'ordine di fronte all'edificio, contraddittoria tra le diverse ricostruzioni effettuate dalle difese rispetto ad altre testimonianze, è stata dibattuta durante i primi due gradi del processo; la Corte di Appello di Genova, concordando con le conclusioni del tribunale di primo grado, ricostruì nelle motivazioni della sentenza di secondo grado, tramite il confronto dei filmati che mostrarono l'uso di cellulari con i tabulati delle telefonate e gli orari di arrivo degli agenti: « Sulla base di tale elaborato il Tribunale ha ritenuto che l'arrivo delle forze di Polizia in Piazza Merani sia avvenuto alle ore 23.57.00 (orario desumibile anche dalla trasmissione in diretta di radio GAP, perché è in quel momento che il programma in corso viene bruscamente interrotto per dare notizia dell'arrivo della Polizia in assetto antisommossa), che l'ingresso dei reparti di Polizia operanti all'interno del cortile della scuola sia avvenuto alle 23.59.17 (visibile lo sfondamento del cancello del cortile mediante il mezzo del Reparto Mobile di Roma nel rep. 175), e che l'apertura del portone centrale in legno sia avvenuta alle ore 00.00.15 (visibile dai rep. filmati n. 175 e n. 239), meno di un minuto dopo l'ingresso nel cortile. » (Motivazioni della sentenza di secondo grado relativa ai fatti della scuola Diaz). All'operazione di polizia hanno preso parte un numero rimasto imprecisato di agenti: la Corte di Appello di Genova, pur richiamando questo fatto nelle motivazioni della sentenza di secondo grado, basandosi sulle informazioni fornite durante il processo da Vincenzo Canterini, li stima in circa "346 Poliziotti, oltre a 149 Carabinieri incaricati della cinturazione degli edifici". Un asserito ulteriore lancio di sassi e altri oggetti verso le forze dell'ordine, una volta che queste si erano radunate fuori dall'edificio - definito "fittissimo" nel verbale di arresto dei manifestanti e addotto a ulteriore motivo dell'irruzione nella scuola - venne escluso nel corso del processo dall'analisi dei filmati disponibili da parte del RIS. L'agente che dal verbale risultava aver assistito al lancio di un maglio spaccapietre dalle finestre della scuola, si avvalse della facoltà di non rispondere, mentre un altro dei firmatari dello stesso verbale riferì di aver visto in realtà solo "due pietre di piccole dimensioni" cadute "nel cortile della scuola". La Corte d'appello, nella ricostruzione dei fatti contenuta nelle motivazioni della sentenza, ricostruì così gli avvenimenti: « In ogni caso le emergenze probatorie raccolte escludono che si sia trattato di condotta particolarmente significativa e pericolosa, e che abbia avuto le caratteristiche con le quali è stata descritta negli atti sopra menzionati. Basta rilevare che gran parte della scena dallo sfondamento del cancello, al successivo ingresso nel cortile fino all'apertura del portone è stata ripresa nel filmato in atti, e che lo stesso, pure oggetto di attenta consulenza da parte dei RIS di Parma, non consente di apprezzare la caduta e tanto meno il lancio di oggetti (per cui se caduta vi è stata si deve essere trattato di oggetti di dimensioni insignificanti), come del resto confermato dal fatto che a terra nulla di tal genere è stato poi ritrovato, e che gran parte degli operatori staziona nel cortile senza assumere alcun atteggiamento di difesa o riparo da oggetti provenienti dall'alto (tra questi lo stesso Canterini che non indossa il casco, comportamento che per la sua esperienza di comandante non può essere dettato da leggerezza). Solo nella fase immediatamente precedente l'ingresso nella scuola, dopo l'apertura del primo portone, alcuni operatori portano lo scudo sulla testa, ma la condotta è ambigua, perché nello stesso frangente si vedono altri operatori nelle vicinanze che non assumono alcun atteggiamento protettivo; inoltre è stata fornita una spiegazione di tale condotta [...] ravvisata in una specifica tecnica operativa di approccio agli edifici, che contempla tale manovra in via cautelativa sempre, anche in assenza di effettivo pericolo. » (Motivazioni della sentenza di secondo grado relativa ai fatti della scuola Diaz). L'arresto in massa senza mandato di cattura venne giustificato in base alla contestazione dell'unico reato della legislazione italiana, esclusa la flagranza, che lo prevede, ovvero il reato di detenzione di armi in ambiente chiuso; dopo la perquisizione, le forze dell'ordine mostrarono ai giornalisti gli oggetti rinvenuti, tra i quali coltellini multiuso, sbarre metalliche e attrezzi che si rivelarono provenire in realtà dal cantiere per la ristrutturazione della scuola, alcune barre di metallo appartenenti ai rinforzi degli zaini (e, come evidenzieranno i giudici del processo d'appello, appositamente estratte per essere mostrate come prove della presenza di possibili armi) e 2 bombe molotov. Le molotov si scopriranno essere state sequestrate il giorno stesso in tutt'altro luogo e portate all'interno dell'edificio dalle stesse forze dell'ordine per creare false prove: un video dell'emittente locale Primocanale, visionato un anno dopo i fatti, mostrò infatti il sacchetto con le molotov in mano ai funzionari di polizia al di fuori della scuola. La scoperta di questo video porterà alla confessione di un agente, che ammise di aver ricevuto l'ordine di portarle davanti alla scuola. Nella stessa operazione venne perquisita, stando alle testimonianze dei funzionari durante i processi "per errore", anche l'adiacente scuola Pascoli, che ospitava l'infermeria, il media center e il servizio legale del <b>Genoa Social Forum</b>, che <b>lamentò la sparizione di alcuni hard disk dei computer e di supporti di memoria contenenti materiale sui cortei e sugli scontri</b>, oltre alle testimonianze di molti manifestanti circa i fatti dei giorni precedenti, sia su supporto informatico sia cartaceo. Alcuni dei <b>computer </b>che erano stati dati in comodato al Genoa Social Forum dal Comune e dalla Provincia e alcuni computer portatili dei giornalisti e dei legali presenti <b>vennero distrutti durante la perquisizione</b>; poche ore prima dell'assalto, in un comunicato stampa diffuso dal Genoa Legal Forum, si annunciò che il giorno successivo sarebbe stata sporta denuncia contro le forze dell'ordine per quanto avvenuto in quei giorni, avvalendosi di questo materiale; la <b>Federazione nazionale della stampa si costituì parte civile</b> al processo contro questa irruzione. Durante le indagini vennero rese note le difficoltà a risalire ai firmatari dei verbali di arresto e perquisizione, contenenti 15 firme il primo e 9 il secondo (questi ultimi firmatari anche del primo). Alla fine del processo di secondo grado una firma del verbale di arresto risultava ancora non identificata; a tal proposito la corte di appello, nelle motivazioni della sentenza, afferma: « La peculiarità dei verbali di perquisizione e sequestro, e di arresto oggetto del presente giudizio consiste innanzi tutto nella mancata indicazione nominativa dei verbalizzanti, posto che gli atti esordiscono con la frase “noi sottoscritti Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria effettivi a…” seguita dalla indicazione dei rispettivi corpi di appartenenza, ma senza specificazione delle generalità. Gli inquirenti hanno dovuto così investigare in base alle firme di sottoscrizione, spesso mere sigle, con il risultato che uno dei firmatari del verbale di arresto è rimasto ignoto (circostanza significativa secondo l'accusa pubblica della mancata collaborazione nelle indagini da parte della Polizia, pur delegata dalla Procura a investigare sui tragici fatti). » (Motivazioni della sentenza di appello del processo inerente ai fatti della scuola Diaz). Tutti gli arrestati della scuola Diaz e della scuola Pascoli vennero in seguito rilasciati, alcuni la sera stessa, altri nei giorni successivi, e con il tempo caddero tutte le accuse ai manifestanti; per quanto riguarda l'accoltellamento di un agente, fatto che venne contestato dalle perizie del RIS, secondo le quali i tagli sarebbero stati procurati appositamente, ma ritenuto invece veritiero dal consulente tecnico del tribunale. L'agente, come rimarcato sia dal procuratore generale sia dai giudici nel processo di secondo grado, cambiò versione sull'avvenimento diverse volte, al pari di un collega che inizialmente aveva sostenuto la sua tesi, e nei sette anni di indagini non si trovò nessun altro agente che ammise di aver assistito direttamente alla scena. L'agente nel processo di primo grado venne comunque assolto, seppur con forma dubitativa, ritenendo veritiera l'ultima delle sue versioni, mentre nel processo di secondo grado la ricostruzione venne ritenuta falsa. Gli arrestati stranieri vennero espulsi dall'Italia dopo il rilascio.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Terminate le manifestazioni, domenica 22 luglio</b> la città di Genova rilevò i danni: <b>le devastazioni cagionate da elementi violenti, mai arrestati</b> nonostante le numerose chiamate alle forze dell'ordine da parte di cittadini e persino da parte dell'allora presidente della Provincia di Genova Marta Vincenzi, e nel corso degli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine, causarono notevoli danni a proprietà private e pubbliche. La <b>grandissima maggioranza dei responsabili, sia tra i manifestanti che tra le forze dell'ordine, non venne mai identificata</b>, mentre <b>quasi tutti i fermati</b> dalle forze dell'ordine nei giorni degli scontri, un totale di 329 arresti, <b>sono poi risultati estranei ai fatti </b>contestati, o non sono state individuate responsabilità specifiche a loro carico. Probabilmente<b> le violenze sono state orchestrate da funzionari dello stato per avere il movente di potere attuare una “macelleria messicana” generalizzata in città</b>. Infatti alcuni sospettarono la responsabilità dei disordini da parte di simpatizzanti del movimento internazionale <b>Black block</b>, il cui arrivo dell'ala più estremista in Italia era stato preannunciato nelle settimane precedenti alle manifestazioni dalle autorità tedesche e da quelle italiane, ma nonostante tali avvisi, essi non furono fermati alle frontiere diversamente da altri manifestanti, e i simpatizzanti di tale movimento - solitamente usi rivendicare come propria pratica di lotta azioni simili compiute in passato - questa volta negarono la propria responsabilità, e <b>prove di una partecipazione organizzata del gruppo non sono state rilevate</b>. Da testimonianze di manifestanti e giornalisti che seguivano i cortei autorizzati, risulterebbe che parte dei componenti del gruppo di "<b>manifestanti violenti</b>" che <b>vestivano di nero e che si mossero liberamente per la città durante i cortei e le manifestazioni, non sembrava parlare italiano</b>. Suscitò polemiche anche <b>la presenza dell'allora vice presidente del consiglio Gianfranco Fini </b>nella sala operativa della questura genovese, presenza che da diversi giornalisti venne ritenuta inopportuna e criticamente <b>messa in relazione agli abusi poi compiuti dalle forze dell'ordine</b>. Le persone fermate e arrestate durante i giorni della manifestazione furono in gran parte condotte nella caserma di Genova Bolzaneto, che era stata approntata come centro per l'identificazione dei fermati, venendo poi trasferite in diverse carceri italiane; secondo il rapporto dell'ispettore Montanaro, frutto di un'indagine effettuata pochi giorni dopo il vertice, nei giorni della manifestazione transitarono per la caserma 240 persone, di cui 184 in stato di arresto, 5 in stato di fermo e 14 denunciate in stato di libertà, ma secondo altre testimonianze di agenti, gli arresti e le semplici identificazioni furono quasi 500. In numerosi casi <b>i fermati accusarono il personale delle forze dell'ordine di violenze fisiche e psicologiche e di mancato rispetto dei diritti degli imputati quali quello a essere assistiti da un legale o di informare qualcuno del proprio stato di detenzione; gli arrestati riferirono inoltre episodi di tortura</b>: costretti a stare ore in piedi, con le mani alzate, senza avere la possibilità di recarsi al bagno, cambiare posizione o ricevere cure mediche, riferirono inoltre di un clima di euforia tra le forze dell'ordine per la possibilità di infierire sui manifestanti, e riportarono anche invocazioni a dittatori e ad ideologie dittatoriali di matrice fascista, nazista e razzista, nonché minacce a sfondo sessuale nei confronti di alcune manifestanti. Il <b>ministro della Giustizia in carica Roberto Castelli</b>, che aveva visitato la caserma nelle stesse ore, <b>dichiarò di non essersi accorto di nulla</b>, ugualmente <b>confermò il magistrato antimafia Alfonso Sabella</b>, che durante il vertice ricopriva il ruolo di ispettore del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ed era responsabile delle carceri provvisorie di Bolzaneto e San Giuliano. Sabella fu comunque <b>tra i primi</b>, già una settimana dopo il G8, <b>ad ammettere la possibilità che ci fossero state violenze da parte delle forze dell'ordine contro i manifestanti arrestati</b>, pur escludendo che queste fossero state commesse da parte di quelle che erano a Bolzaneto sotto la sua responsabilità. I giudici nei giorni successivi scarcerarono tutti i manifestanti per l'insussistenza delle accuse che ne avevano causato l'arresto. I pubblici ministeri al processo contro le forze dell'ordine riguardo ai fatti della caserma Bolzaneto riferirono di <b>persone costrette a stare in piedi per ore e ore, fare la posizione del cigno e della ballerina, abbaiare per poi essere insultati con minacce di tipo politico e sessuale, colpiti con schiaffi e colpi alla nuca ed anche lo strappo di piercing, anche dalle parti intime</b>. Molte le <b>ragazze obbligate a spogliarsi</b>, a fare piroette con commenti brutali da parte di agenti presenti anche in infermeria. Il P.M. Miniati parlò dell'<b>infermeria </b>come un <b>luogo di ulteriore vessazione</b>. Secondo la requisitoria dei pubblici ministeri i medici erano consapevoli di quanto stava accadendo, erano in grado di valutare la gravità dei fatti ed hanno omesso di intervenire pur potendolo fare, hanno permesso che quel trattamento inumano e degradante continuasse in infermeria specificando che soltanto un criterio prudenziale impedisce di parlare di tortura, ma certo, alla tortura si è andato molto vicini. Il 5 marzo 2010 i giudici d'appello di Genova, ribaltando la decisione di primo grado, emisero 44 condanne per i fatti di Bolzaneto e, nonostante l'intervenuta prescrizione, condannò gli imputati a risarcire le vittime. Amnesty International sottolineò l'importanza della sentenza, che riconobbe come a <b>Bolzaneto</b> ebbero luogo «<b>gravi violazioni dei diritti umani</b>», aggiungendo che la prescrizione sarebbe stata impedita se l'Italia avesse introdotto nel suo sistema penale il reato di tortura, come vi è obbligata dalla firma della Convenzione ONU contro la Tortura del 1984. La <b>Cassazione</b>, nella motivazione della sua decisione del 2013, a proposito dei fatti di Bolzaneto, parla di un "<b>clima di completo accantonamento dei principi-cardine dello Stato di diritto</b>".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_De_Gennaro" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_De_Gennaro</a>: Nell'aprile 2008 viene richiesto <b>il rinvio a giudizio</b> per <b>De Gennaro</b> (che durante il G8 era il capo della polizia) per istigazione alla falsa testimonianza<b> nelle indagini inerenti ai fatti del G8 di Genova</b> e in particolare<b> i fatti della scuola Diaz</b>. Il 1º luglio 2009 il pm chiede che gli siano attribuiti due anni di reclusione per istigazione alla falsa testimonianza, cioè per pressioni sull'ex questore affinché dichiarasse il falso sugli eventi alla scuola Diaz durante il G8 di Genova, per cui in aprile dell'anno prima era stato chiesto il rinvio. L'8 ottobre 2009 nella sentenza di <b>1º grado</b>, De Gennaro<b> viene assolto</b>. Il 17 giugno 2010 De Gennaro viene <b>condannato in appello ad un anno e quattro mesi di reclusione</b> per istigazione alla falsa testimonianza nei confronti dell'ex questore di Genova Francesco Colucci nel processo per l'irruzione alla Diaz del G8 nel 2001. Il 23 novembre 2011 viene <b>infine assolto </b>in quanto "i fatti non sussistono". Il 10 dicembre 2012 l'ex questore di Genova Francesco <b>Colucci è però condannato a due anni e otto mesi per falsa testimonianza in favore di De Gennaro</b>, lasciando quindi diverse incongruenze circa il ruolo e le accuse rivolte a De Gennaro. Nell'Aprile 2015 <b>la corte europea dei diritti umani </b>accoglie un ricorso presentato da Arnaldo Cestaro, vittima del pestaggio all'epoca sessantaduenne e <b>condanna così l'Italia per il reato di tortura</b> data la violazione dell'art.3 della costituzione. La sentenza unanime dichiara inoltre che il sistema normativo italiano risulta essere non adeguato per quanto riguarda sanzioni contro gli atti di tortura evidenziando così gli aspetti poco lineari dell'intera vicenda giudiziaria fino ad allora occorsa.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPRsdI7a58P0m2_3PJumiFuYdvUIA8JmbHYRg4OleKWIlawnHLEfV3zPl8YE9-jQDR8AXXISdoocfR1e2ZEz3ogdglinlr0dUglDhAjMhkpPzWLLeTMoMS99V2limO99TApQWCBG7d-zjl/s1600/De_Gennaro.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPRsdI7a58P0m2_3PJumiFuYdvUIA8JmbHYRg4OleKWIlawnHLEfV3zPl8YE9-jQDR8AXXISdoocfR1e2ZEz3ogdglinlr0dUglDhAjMhkpPzWLLeTMoMS99V2limO99TApQWCBG7d-zjl/s200/De_Gennaro.png" width="133" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Giovanni De Gennaro.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Giovanni De Gennaro</b> (Reggio Calabria, 14 agosto 1948), è un prefetto italiano, Presidente di Finmeccanica ed ex Capo della Polizia. Già capo di gabinetto del Ministero dell'Interno e Commissario Straordinario per l'Emergenza rifiuti in Campania, nel maggio 2008 è stato nominato direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, l'11 maggio 2012 cessa dall'incarico e viene nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Governo Monti, incarico che ricopre fino al 28 aprile 2013. Il 26 maggio 2000 viene nominato dal Consiglio dei ministri <b>capo della Polizia italiana</b>. Il 2 luglio 2007 gli succede Antonio Manganelli, già suo vice, mentre De Gennaro diventa capo di gabinetto del Ministero dell'Interno. Dall'11 gennaio al 26 maggio 2008 riveste anche l'incarico di Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania. Il 23 maggio 2008 viene nominato dal Comitato Interministeriale per la sicurezza della Repubblica Direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. L'11 maggio 2012, il consiglio dei ministri del governo presieduto da Mario Monti lo nomina sottosegretario di Stato delegato per la sicurezza della Repubblica e ricopre tale incarico fino al 28 aprile 2013. Il 3 luglio dello stesso anno il governo Letta lo designa <b>presidente di Finmeccanica</b>, ruolo confermatogli dal Consiglio di Amministrazione del Gruppo Finmeccanica il 15 maggio 2014.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiOAe3uyCvmEZ2XOljSpfhRXWIFnBQuZBkut3oEEW2osMPzhXOatLbLMr2294rtrkRCDHRhHXxg8XHx6aJXjzOiS_ZmCC6DJqYz2FhDrPS9podhrv0mT28R-nvGh2ThamIrHOgH-r7ICI/s1600/ue+prospetto+date,+trattati+e+integrazione.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiOAe3uyCvmEZ2XOljSpfhRXWIFnBQuZBkut3oEEW2osMPzhXOatLbLMr2294rtrkRCDHRhHXxg8XHx6aJXjzOiS_ZmCC6DJqYz2FhDrPS9podhrv0mT28R-nvGh2ThamIrHOgH-r7ICI/s320/ue+prospetto+date,+trattati+e+integrazione.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
UE: Date,Trattati, Istituzioni, storia
dell'Integrazione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Europea. Clicca sull'immagine per
ingrandirla.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 15-12<b> i</b> quindici<b> paesi dell'UE</b> <b>adottano</b> la <b>Dichiarazione di Laeken</b> che prevede la creazione della Convenzione europea. A Laeken è stata sottoscritta il 15 dicembre 2001, dai 15 stati allora appartenenti all'Unione europea (prima dell'allargamento a 25) una dichiarazione che ha avuto importanti conseguenze per l'UE, in quanto prevedeva che fossero realizzate riforme atte al perseguimento di vari obiettivi, tra i quali:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- l'allargamento dell'Unione a nuovi stati;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- l'avvicinamento dell'Unione europea ai cittadini, tramite notevoli modifiche istituzionali;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la centralità nel processo costitutivo europeo del rispetto dei settori di competenza esclusiva dei singoli Stati membri e delle loro articolazioni territoriali;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la creazione di una convenzione per le riforme, presieduta da Valéry Giscard d'Estaing (affiancato da due vicepresidenti, uno dei quali Giuliano Amato) che si è poi insediata il 15 marzo 2002.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La decisione più significativa presa a Laeken è stata la creazione della Convenzione europea che ha avviato il processo di riforma delle istituzioni dell'Unione: quest'ultima, partita da 6 paesi fondatori, dopo progressive nuove adesioni avvenute nell'arco di 50 anni, si avviava a compiere un ben più grande allargamento che avrebbe potuto rendere inefficienti istituzioni pensate per una comunità con un numero minore di stati membri (con 25 paesi membri era, ad esempio, impensabile mantenere la composizione della Commissione europea con due commissari per ciascuno stato membro come avvenuto in precedenza).</div>
</div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwn7yqBeOIH1ylHnlgOf4wBSIH9DD4NGONYB_m0dbNGUzzSgS-0Km4t_4sIey-GxuM6XPR5BGo8WhPixVhWt5nhQ_B3bxpEFzMkfoTcuBISmmT_2T397x_Mp-J0pSm2g4vaQFUU6QhqcQ/s1600/carta+UE+con+nomi+in+lingua+orig.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwn7yqBeOIH1ylHnlgOf4wBSIH9DD4NGONYB_m0dbNGUzzSgS-0Km4t_4sIey-GxuM6XPR5BGo8WhPixVhWt5nhQ_B3bxpEFzMkfoTcuBISmmT_2T397x_Mp-J0pSm2g4vaQFUU6QhqcQ/s200/carta+UE+con+nomi+in+lingua+orig.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Unione Europea nel 2012,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con i nomi nelle lingue locali dei 27</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Stati membri, di colore giallo, ocra,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
marrone: Belgio, Germania, Francia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Italia, Paesi Bassi, Lussemburgo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Danimarca, Irlanda, Regno Unito,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Grecia, Spagna, Portogallo, Austria,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Finlandia, Svezia, Repubblica Ceca,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Estonia, Cipro, Lettonia, Lituania,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Slovacchia, Bulgaria e Romania.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sono indicati anche i territori extra</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
continentali delle Azzorre, Madeira,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Canarie, Guadalupe, Martinica,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Guyana Francese, Reunion.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 2002</b> - Il 1° gennaio l'euro diventa la valuta corrente di dodici paesi dell'Unione ed anche di San Marino, Vaticano e Monaco, oltre che de facto nei territori del Montenegro e del Kosovo (all'epoca entrambi parte della confederazione di Serbia e Montenegro) e in Andorra.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 2003</b> - Il 1° gennaio l'Ue succede all'ONU, in Bosnia ed Erzegovina, alla guida del contingente di pacificazione della regione.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZfS-sMuxGDfYiObsJgv9tcI-uDKrb5dfmzbERgblyx-Z55SANL6w6DOJkzMHanM36m7E4eHxrmHj7xdJBmyJRAbExGfijlGh6UURXr_VkSAql4CAESxNtRL77nzJtOYw7tbeR0W_0Q6s/s1600/UE+Unione+Europea+27+2012.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZfS-sMuxGDfYiObsJgv9tcI-uDKrb5dfmzbERgblyx-Z55SANL6w6DOJkzMHanM36m7E4eHxrmHj7xdJBmyJRAbExGfijlGh6UURXr_VkSAql4CAESxNtRL77nzJtOYw7tbeR0W_0Q6s/s200/UE+Unione+Europea+27+2012.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta del continente Europa nel 2012</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con nomi in Italiano: i 27 Stati
dell''UE:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Belgio, Germania, Francia, Italia,
Paesi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Bassi (Olanda), Lussemburgo, Regno</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Unito, Grecia, Spagna, Portogallo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Danimarca, Irlanda, Austria, Finlandia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Svezia, Repubblica Ceca, Estonia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Malta, Polonia, Slovenia, Slovacchia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Bulgaria e Romania. Sono indicati
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
i territori extra-continentali dell'UE:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Azzorre, Madeira, Canarie, Guadalupe,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Martinica, Guyana Francese, Reunion.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli Stati candidati all'ingresso
nell'UE:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Croazia, Turchia, Islanda, Montenegro,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Macedonia. La Norvegia, che con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
un referendum ha rifiutato l'adesione,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
la Svizzera che con un referendum ha</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
congelato l'adesione e gli altri Stati
del</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
continente: Bosnia Erzegovina, Albania,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Serbia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Russia, Georgia, Armenia. Inoltre non</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
sono visibili: Andorra, Principato di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Monaco, Città del Vaticano, Repubblica</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di San Marino, Principato del
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Lichtenstein e il Kosovo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 1° febbraio<b> entra in vigore </b>il<b> Trattato di Nizza</b>, che riguarda le riforme istituzionali da attuare in vista dell'adesione di altri Stati, approvato al Consiglio europeo di Nizza l'11 dicembre 2000 e firmato il 26 febbraio 2001. L'obiettivo del Trattato di Nizza è relativo alle dimensioni e composizione della commissione, alla ponderazione dei voti in consiglio e all'estensione del voto a maggioranza qualificata, e infine alle cooperazioni rafforzate tra i paesi dell'Unione Europea.</div>
</div>
<br />
<b>-</b> <b>Germania</b> e <b>Francia</b> sono complici nella creazione della crisi del debito europeo, perché dopo l’introduzione dell’euro, <b>hanno per prime ignorato le regole fiscali</b>, e liberamente hanno interagito con i deficit pubblici e del debito, non rispettando la famosa regola aurea del 3% nel rapporto deficit/Pil. I due paesi oltrepassarono quel valore senza essere punite, anche col tacito assenso italiano, che aveva la presidenza del consiglio Ecofin.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-6654971048842350982020-05-11T08:52:00.001-07:002020-10-07T03:33:53.708-07:00Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhazp-oQLW-Em1VUnFlLy07GaXPOxe9Cm4K_1pDEEF5Dr3WP-_vrVTkwWALBmVYVXxCvW6HL3-8IkeQFdnHWTIY5YTE6RsAd8ET7_Ni_indDOCb2Jsn1RMQQF3eyHipk_kcxG0HceVs5z8j/s1600/papa+luciani.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="274" data-original-width="184" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhazp-oQLW-Em1VUnFlLy07GaXPOxe9Cm4K_1pDEEF5Dr3WP-_vrVTkwWALBmVYVXxCvW6HL3-8IkeQFdnHWTIY5YTE6RsAd8ET7_Ni_indDOCb2Jsn1RMQQF3eyHipk_kcxG0HceVs5z8j/s200/papa+luciani.jpg" width="134" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Papa Luciani, Giovanni<br />
Paolo I.</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1978</b> - Morte di papa Paolo VI, <b>breve pontificato di Giovanni Paolo I</b>, morto misteriosamente dopo 30 giorni di pontificato: in uno dei suoi discorsi da papa, aveva detto "... Dio è anche madre, non solo padre".<br />
<br />
<b>-</b> <b>Elezione di Giovanni Paolo II</b>, primo papa polacco.<br />
<b><br /></b><b>-</b> A Londra <b>chiude il quotidiano </b>"<b>Times</b>" dopo 193 anni.<br />
<br />
<b>-</b> Assegnato <b>a Begin</b> (premier israeliano)<b> e Sadat </b>(premier egiziano) il premio Nobel per la pace. Non molto tempo dopo, Sadat sarà ucciso.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi113m9M-34jqvm5IiTHcruE-sg_B_WGDS4H0pFsAy01Xnzp3BQ_EWLX7uDa8vvFkrWkMAQW6s5J9ai1O5eMZONpfm9SFe0kaIQP7ZK9wEeToiREL-RGj_KwHoMQhAELwMWjvWWtZMlIfU/s1600/aldo+moro+br.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi113m9M-34jqvm5IiTHcruE-sg_B_WGDS4H0pFsAy01Xnzp3BQ_EWLX7uDa8vvFkrWkMAQW6s5J9ai1O5eMZONpfm9SFe0kaIQP7ZK9wEeToiREL-RGj_KwHoMQhAELwMWjvWWtZMlIfU/s1600/aldo+moro+br.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Aldo Moro prigioniero delle BR.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> <b>A Roma rapimento e assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse</b>. Imposimato conferma: “Moro fu ucciso per volere di Andreotti e Cossiga, responsabili della stragi: da Piazza Fontana a Via D’Amelio”: Postato il 28 luglio 2013 in <a href="http://siamolagente.altervista.org/imposimato-conferma-moro-fu-ucciso-per-volere-di-andreotti-e-cossiga-responsabili-della-stragi-da-piazza-fontana-a-via-damelio/" target="_blank">http://siamolagente.altervista.org/imposimato-conferma-moro-fu-ucciso-per-volere-di-andreotti-e-cossiga-responsabili-della-stragi-da-piazza-fontana-a-via-damelio/</a>. Ferdinando Imposimato torna a parlare del caso del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro e lo fa puntando il dito contro quelli che allora erano i vertici dello stato e della Democrazia Cristiana: Giulio Andreotti e Francesco Cossiga. Ferdinando Imposimato (Maddaloni, 9 aprile 1936) è un magistrato, politico e avvocato italiano. È presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. Si è occupato della lotta alla mafia, alla camorra e al terrorismo: è stato il giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l'attentato al papa Giovanni Paolo II del 1981, l'omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione. Attualmente si occupa della difesa dei diritti umani. L’ex giudice istruttore della vicenda dice: “L’uccisione di Moro è avvenuta per mano delle Brigate Rosse, ma anche e soprattutto per il volere di Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e del sottosegretario Nicola Lettieri”. Poi ha aggiunto: “Se non mi fossero stati nascosti alcuni documenti li avrei incriminati per concorso in associazione per il fatto. I servizi segreti avevano scoperto dove le Br lo nascondevano, così come i carabinieri. Il generale Dalla Chiesa avrebbe voluto intervenire con i suoi uomini e la Polizia per liberarlo in tutta sicurezza, ma due giorni prima dell’uccisione ricevettero l’ordine di abbandonare il luogo attiguo a quello della prigionia”. “Quei politici - ha detto Imposimato - sono responsabili anche delle stragi: da Piazza Fontana a quelle di Via D’Amelio. Lo specchietto per le allodole si chiama Gladio. A Falcone e Borsellino rimprovero soltanto di non aver detto quanto sapevano, perché avevano capito e intuito tutto, tacendo per rispetto delle istituzioni. Per ucciderli Cosa Nostra ha eseguito il volere della Falange Armata, una frangia dei servizi segreti”. Ferdinando Imposimato appena un mese fa ha presentato un esposto alla Procura di Roma, affermando che le forze dell’ordine sapevano dove si trovava la prigione di Aldo Moro.<br />
Per questo i magistrati hanno aperto un fascicolo per valutare se esistano i presupposti per riaprire il caso Moro. Nel testo di Imposimato ci sono le rivelazioni di 4 appartenenti a forze dell’ordine e armate secondo cui il covo Br di via Montalcini fu monitorato per settimane. Ma non è tutto: recentemente la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine relativo alle dichiarazioni di due artificieri, che hanno raccontato come il ritrovamento della Renault 4 contenente il cadavere di Moro sia avvenuto alle 11, e come sul posto fosse stato presente fin da subito Francesco Cossiga. "Si è detto che Moro fu rapito perché con lui le Brigate Rosse volevano colpire l'artefice della solidarietà nazionale, e dell'avvicinamento tra DC e PCI, la cui espressione fu il governo Andreotti IV. L'ottica delle BR, in realtà, era diversa: il rapimento in effetti non fu realizzato per colpire il regista di quella fase politica. Il loro scopo era più generale e rientrava nella loro particolare analisi di quella fase storica: colpire la DC (regime democristiano), cardine in Italia dello Stato imperialista delle multinazionali (SIM), mentre il PCI rappresentava non tanto il nemico da attaccare quanto un concorrente da battere. Nell'ottica brigatista, infatti, il successo della loro azione avrebbe interrotto la "lunga marcia comunista verso le istituzioni", per affermare la prospettiva dello scontro rivoluzionario e porre le basi del controllo BR della sinistra italiana per una lotta contro il capitalismo. In questo il loro obiettivo di lotta al capitalismo era simile a quello della RAF tedesca, come venne indicato in seguito nella ricostruzione del rapimento, fatta nel fumetto pubblicato dalla rivista "Metropolis", ove viene fatto un parallelo con il sequestro Hanns-Martin Schleyer, conclusosi anch'esso con l'uccisione del prigioniero. Stando a quanto ha dichiarato successivamente Mario Moretti, per le BR era rilevante che Moro fosse presidente della DC e che fosse da trent'anni al governo. Sembra, inoltre, che nei mesi precedenti il rapimento di Moro le BR avessero anche studiato la possibilità di rapire il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, ma che poi avessero abbandonato questa opzione perché questi godeva di una protezione di polizia troppo forte per le capacità dei brigatisti. Secondo questa ipotesi dunque, era uguale per le Brigate Rosse rapire Moro o Andreotti: l'importante era colpire un simbolo del potere. Le conseguenze politiche del rapimento di Moro furono da un lato l'esclusione del PCI da ogni ipotesi di governo per gli anni successivi, e dall'altro un ridisegno del cosiddetto "regime democristiano": la DC di Andreotti rimase partito di governo fino al 1992, anno di tangentopoli, partecipando sempre a maggioranze che lasciarono il PCI all'opposizione, ma queste politiche tuttavia portarono dal 1981, col primo Governo Spadolini ad avere alternanze di presidenti del consiglio democristiani con altri "laici", rompendo quindi il monopolio democristiano. All'interno del Partito socialista italiano (PSI), che aveva sostenuto la possibilità di uno scambio di prigionieri per liberare Moro, vinse la linea di Bettino Craxi per l'esclusione del PCI dal governo, e iniziò una lotta politica con lo stesso per tentare di superarlo nelle elezioni."</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1979</b> -<b> Prime elezioni a suffragio universale del Parlamento Europeo</b>.<br />
<b><br /></b><b>- Il 13 marzo 1979 </b>entra in vigore il sistema monetario europeo, detto anche <b>SME</b>, sottoscritto dai paesi membri dell'allora Comunità Europea (ad eccezione della Gran Bretagna, entrata nel 1990), costituì un accordo per il mantenimento di una parità di cambio prefissata (stabilita dagli Accordi di cambio europei), che poteva oscillare entro una fluttuazione del ±2,25% (del ±6% per Italia, Gran Bretagna, Spagna e Portogallo), avendo a riferimento una unità di conto comune (l'ECU), determinata in rapporto al valore medio dei cambi del paniere delle divise dei paesi aderenti.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nel caso di eccessiva rivalutazione o svalutazione di una moneta rispetto a quelle del paniere, il governo nazionale doveva adottare le necessarie politiche monetarie che ristabilissero l'equilibrio di cambio entro la banda. Il sistema prescriveva inoltre che ogni Stato membro conferisse a un fondo comune il 20% delle riserve in valuta e in oro. Lo SME fu istituito su impulso del presidente francese Giscard d'Estaing e dal cancelliere tedesco Helmut Schmidt; venne concepito alla luce del decennio precedente caratterizzato da una forte inflazione in Europa e nei paesi occidentali, con la volontà di garantire la stabilità dei cambi. Cessò di esistere il 31 dicembre 1998, con la creazione dell'Unione economica e monetaria.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Lo SME, in seguito alle turbolenze che nel 1992 avevano colpito il meccanismo di cambi (e avevano portato all'uscita di Gran Bretagna e Italia), fu revisionato nel 1993 con l'allargamento degli Accordi europei di cambio, che portarono ad un innalzamento dei margini di oscillazione della valuta fino al ±15%, un maggiore coordinamento delle politiche monetarie, e l'ulteriore liberalizzazione dei movimenti di capitale. Fu inoltre costituito nel 1994 l'Istituto monetario europeo, con sede a Francoforte, antenato della Banca centrale europea.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il sistema monetario voleva, contrariamente al pensiero keinesiano, <b>realizzare un mercato finanziario unico</b>, con libera circolazione di capitali (nel 1990 l'Italia dichiara la libera circolazione dei capitali), e creare uno spazio finanziario al cui interno fosse stabilito un tasso di cambio rigido (nominale, mentre quello reale, legato all'inflazione, rimaneva profondamente squilibrato tra i vari paesi). Non era più possibile quindi sostenere la domanda globale da parte degli stati (attraverso politiche monetarie espansive), venendo anche accantonato l'obiettivo del pieno impiego. Gli stati erano obbligati a recepire il saggio di cambio dai vincoli esterni e l'equilibrio finanziario prevaleva sul progetto keynesiano del perseguimento delle politiche fiscali espansive ai fini dell'abbattimento della disoccupazione. In questa situazione sebbene le importazioni di capitali consentissero di bilanciare il conto della partite correnti, ciò avveniva a costo di un forte rialzo dei tassi di interesse, sia sul debito pubblico, sia sul debito contratto dai soggetti privati, deprimendo gli investimenti e di conseguenza l'occupazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il Sistema monetario europeo era un progetto in cui la maggior parte delle nazioni della Comunità economica europea <b>vincolavano le loro monete</b> onde prevenire troppo ampie fluttuazioni reciproche.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli elementi basilari dello SME erano:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- L'ECU o Unità di conto europea: un paniere di monete, che fluttuavano entro il 2.25% (6% per la lira, a causa del suo elevato tasso di inflazione) attorno alla parità nei tassi di cambio bilaterali con altri paesi membri.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Un meccanismo di tasso di cambio.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>-</b> A Vienna si firma il <b>Trattato SALT-2 tra Reagan e Breznev </b>inerente la non proliferazione delle armi nucleari.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Shock petrolifero</b> causato dalla Rivoluzione iraniana il cui riferimento fu l'Ayatollah Komeini<br />
<br />
<b>-</b> L'<b>auto-razzo </b>di Barret <b>supera la barriera del suono a terra</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1980</b> - A <b>Bologna</b> una <b>bomba alla stazione ferroviaria</b> provoca <b>più di 80 vittime</b>: episodio più ecclatante di tanti altri nell'ambito della "<b>strategia della tensione</b>".<br />
<br />
<b>-</b> In <b>Jugoslavia</b> muore <b>Tito</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Imponenti <b>scioperi in Polonia</b>, nascita del sindacato Solidarnosc: il <b>papa polacco</b> dichiara <b>guerra </b>al <b>comunismo</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Prime <b>fotografie </b>degli anelli e delle<b> lune di Saturno</b> inviate a Terra da Pioneer 11 e Voyager 1.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Dagli anni '80, negli Stati Uniti <b>il processo di deregolamentazione</b> finanziaria fu portato avanti dapprima sotto la presidenza Carter, influenzato da Kahn, e poi proseguito in maniera più estesa da Ronald Reagan a partire dal biennio 1980-1981 (e contestualmente dal primo ministro Margaret Thatcher in Gran Bretagna), tanto da far parlare poi di deregulation reganiana. Il Federal reserve board all'epoca procedette ad innalzare al 25% la soglia di realizzo degli istituti di credito sui propri utili e a istituire il ricorso al leveraged buyout (LBO), che subì un vero boom tra 1983 e 1989. Le politiche di <b>liberalizzazione finanziaria</b> avviate nel mondo anglosassone furono immediatamente <b>recepite </b>dal resto del mondo sviluppato, come l'<b>Unione Europea</b> dove vennero compiute tra il 1985 e il 1990. <b>Le banche centrali furono sollevate dall'obbligo di finanziare i debiti pubblici (e rese indipendenti dal potere esecutivo</b>); allo stesso tempo banche, fondi finanziari e <b>fondi pensione furono liberalizzati</b>, venendo acquisite da soggetti privati; fu liberalizzata la circolazione internazionale dei capitali, non più sottoposti a controlli preventivi o a regole di movimentazione, mentre gli afflussi di capitali si fecero più massicci e si avviarono rimozioni di vincoli, come quello dei massimali di credito (divieto di erogare credito oltre certe soglie) o dell'obbligo di acquistare quote di titoli di debito nazionale per le istituzioni economiche controllate dallo stato.<br />
<br />
<b>Nel 1981</b> - Il <b>sistema monetario italiano </b>passa <b>dalle mani dello Stato</b> <b>a quelle della finanza speculativa</b> attraverso una sequenza di eventi di cui il primo è lo scorporo della Banca d'Italia dalle competenze del Ministero del Tesoro.<br />
Infatti il <b>ministro del Tesoro</b> Beniamino <b>Andreatta</b> e il <b>Governatore della Banca d'Italia</b>, Carlo Azelio <b>Ciampi</b>, decretano il <b>divorzio</b> tra il <b>ministero del Tesoro</b> e <b>Banca d'Italia</b>, con una lettera di Andreatta a Ciampi del 12-02-1981. Cessa quindi l'obbligo di Banca d'Italia di acquistare tutti i titoli di Stato che venivano emessi dal ministero del Tesoro per finanziare il deficit dello stato stesso. Questo porterà all'acquisto di titoli di stato da parte delle grandi banche commerciali che, comprando i titoli, costringerà lo stato a pagare loro interessi, generando così un debito vero che passerà dai 142 miliardi dell'81 (falso debito, in quanto alla Banca d'Italia bastava stampare il denaro per ripianarlo) a ben 850 miliardi nel 1992 (debito vero, in quanto contratto con banche commerciali private, che lo stato e quindi il popolo dovrà ripagare sotto forma di tassazione forzata).<br />
<b><br /></b><b>- A Bonn prime manifestazioni per la pace</b>.<br />
<br />
<b>-</b> A Roma <b>attentato a Giovanni Paolo II</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Volo della <b>prima navicella spaziale utilizzabile per più missioni, il Columbia</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1982</b> - In<b> Polonia </b>(nell'orbita dell'URSS) è applicata la<b> legge marziale</b>.<br />
<br />
<b>-</b> In URSS muore <b>Breznev</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Primo <b>trapianto di un cuore artificiale</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1983</b> -<b> </b>L'<b>Olivetti</b> M24, prodotto presso lo stabilimento di Scarmagno (TO) a partire dal 1983, nasce come clone del PC IBM e riscuote grande successo su tutti i mercati mondiali. A differenza del PC IBM, che adottava il processore Intel 8088 con clock a 4,7 MHz, l'M24 adottava il più potente Intel 8086, con la velocità di clock di 8 o 10 MHz (nella versione SP), un bus dati a 16 bit e la possibilità di incrementarne le prestazioni diminuendo la velocità di refresh della memoria via software. Prodotto a partire dal 1983, costava circa sei milioni di lire alla data del gennaio 1986, equivalenti a circa 6.600 € del 2008.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
All'<b>illuminato imprenditore Adriano Olivetti</b>, che ha fornito all'Italia un'eccellenza invidiabile in un tema sensibile come l'informatica finanziaria.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dal 1978 al 1996 Carlo De Benedetti è stato alla guida di Olivetti, <b>distruggendola </b>infine incomprensibilmente.</div>
<br />
<b>-</b> Elezione di <b>Andropov</b> a <b>presidente dell'URSS</b>. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Coniata</b> la prima <b>moneta da 1 sterlina</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1984</b> -<b> </b>In <b>Sudafrica</b>,<b> Desmond Tutù</b>, vescovo nero della Chiesa anglicana, <b>riceve il premio Nobel per la pace</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1985</b> -<b> Elezione</b> di <b>Gorbaciov </b>a segretario generale del Partito comunista<b> in URSS</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Con l'elezione di Michail Gorbačëv nel 1985 quale segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica (PCUS) era iniziata una nuova fase nella storia dell'U.R.S.S.; Gorbaciov fu sostenitore di una innovativa politica per l'Unione Sovietica fondata sui concetti chiave di <b>perestrojka</b> (ristrutturazione del sistema economico nazionale) e alla <b>glasnost</b> (trasparenza) volta al superamento dei problemi socio-economici della superpotenza sovietica. Questa politica di riforme, se da un lato portò alla fine della Guerra fredda e alla fine dell'isolamento internazionale dell'U.R.S.S., dall'altro lato portò all'emersione dei problemi economici dello Stato che fino ad allora erano stati caparbiamente nascosti. La fine della rigida politica di repressione interna, la recessione economica e l'ammissione della fragilità del sistema politico fecero emergere ben presto i contrasti, gli <b>odi razziali</b> e le <b>spinte indipendentistiche</b> dei numerosi popoli che erano stanziati nello sterminato territorio dell'impero sovietico e che fino a quel momento erano state tenute sotto controllo dall'apparato centrale.<br />
<br />
<b>-</b> Un <b>Commando palestinese </b>sequestra la motonave "<b>Achille Lauro</b>" in navigazione nel Mediterraneo e uccide un cittadino ebreo degli USA.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>Hoxha</b>, il dittatore albanese, <b>muore</b> e Ramiz Alia prende il suo posto. Inizialmente, Alia ha provato a seguire i passi di Hoxha, ma in Europa Orientale i cambiamenti erano cominciati: Mikhail Gorbachev era comparso, in Unione Sovietica con le nuove politiche (glasnost e perestroika),e il regime totalitario albanese era sotto pressione dagli Stati Uniti e dell'Europa .</div>
<br />
<b>Nel 1986</b> -<b> Crisi</b> nel <b>Golfo della Sirte</b> tra USA e Libia. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Disastro</b> nucleare al reattore di<b> Chernobyl</b> (Kiev), emergenza in Europa per la nube radioattiva.<br />
<br />
<b>-</b> Attacchi terroristici in Francia. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Vertice Reagan-Gorbaciov</b> a Reykjavik. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> Prime fotografie di <b>Urano</b> inviate a Terra da Voyager 2.<br />
<br />
<b>-</b> In USA la navetta spaziale <b>Challenger</b> esplode dopo 60" dalla partenza. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>A Napoli</b> il primo caso in Europa di <b>nascita col sesso preordinato</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1987</b> - Inizio dei lavori per la<b> costruzione del tunnel sotto la Manica</b>. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>La Terra ha 5 miliardi di abitanti</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1988</b> -<b> </b>Si stipulano nella CEE gli <b>Accordi di Basilea</b>, linee guida in materia di requisiti patrimoniali delle banche, redatte dal Comitato di Basilea, costituito dagli enti regolatori del G10 (composto attualmente da undici paesi) più il Lussemburgo allo scopo di perseguire la stabilità monetaria e finanziaria.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli accordi (assieme alle linee guida, agli standard e alle raccomandazioni) sono una particolare forma operativa attraverso cui il Comitato agisce e sono stabiliti nell'aspettativa che le singole autorità nazionali possano redigere disposizioni operative che tengano conto delle realtà dei singoli stati. Infatti il Comitato, pur non avendo capacità regolamentare autonoma, riesce a conferire efficacia all'attività svolta, in quanto <b>i paesi che vi aderiscono sono implicitamente vincolati </b>e quelli che non aderiscono si adeguano a quello che, di fatto, diventa uno standard regolamentare. In questo modo il Comitato incoraggia la convergenza verso approcci e standard comuni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Essendo centrale la solidità patrimoniale degli istituti di credito, diviene priorità dell'ente regolatore concentrarsi sul rischio. Questo approccio introduce alle principali innovazioni del settore creditizio in questi ultimi vent'anni: sviluppo di una<b> nuova cultura sui rischi</b>, standardizzazione delle tecniche ed individuazione delle<i> best practices</i>, appostamenti in funzione dell'esposizione corretta per il rischio.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Basilea I</b> (Il primo Accordo di Basilea del 1988) contiene la prima definizione e la prima misura (standard) del capitale minimo bancario accettate a livello internazionale. L'assunto di fondo è che a ciascuna operazione di prestito deve corrispondere una quota di capitale regolamentare da detenere a scopo precauzionale (cd. onere di capitale). Il capitale obbligatorio si determina confrontando l'entità del capitale o patrimonio di vigilanza (detto anche capitale eligibile) e l'ammontare delle attività bancarie impiegate nella concessione di prestiti (banking book) ponderato per il rischio di credito (ossia di mancato o tardivo rimborso da parte dei prenditori). Per un gruppo bancario, <b>il patrimonio di vigilanza bancario deve essere pari ad almeno l'8% delle attività creditizie</b> ponderate per il rischio di credito (Coefficiente di solvibilità). L'Accordo di Basilea obbligava le banche ad accantonare l'8% del capitale erogato, non investibile in attività creditizia tipica, né in attività para-assicurative, né in operazioni finanziarie sui mercati mobiliari, al fine di garantire solidità e fiducia nel sistema creditizio.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Col tempo, l'Accordo si è rivelato inadatto a fronteggiare le nuove sfide poste in essere dalle nuove tecnologie di comunicazione, prodotti finanziari, mercati bancari e dalle tecniche di gestione dei rischi (risk management). In particolar modo, non vengono presi in considerazione i rischi derivanti dalle operazioni sui mercati immobiliari e non sono accuratamente misurati i rischi di credito, che vengono piuttosto sottostimati. La principale conseguenza di ciò è l'<b>arbitraggio</b>, ossia una certa elusione del vincolo di capitale minimo imposto nel 1988. In pratica, a fronte del rispetto apparente della formula di Basilea I, <b>il management bancario è incentivato</b> a:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- <b>concedere</b> i tradizionali prestiti <b>alle controparti</b> relativamente <b>più rischiose</b>;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- intraprendere <b>operazioni finanziarie</b> innovative sempre più sofisticate e con un <b>basso o nullo onere di capitale corrispondente</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per far fronte a queste nuove problematiche si è provveduto ad una revisione dell'Accordo, culminata con il cosiddetto Basilea II del 2004, operativo nel 2007.</div>
</div>
<b><br /></b><b>- Fisici tedeschi</b> riescono a <b>superare</b> di 0,15 gradi <b>lo zero assoluto</b>, toccando i -273,15 gradi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1989</b> -<b> </b>Viene<b> abbattuto il Muro di Berlino </b>e inizia da una parte il dissolvimento dell'URSS e dall'altro il processo della riunificazone tedesca.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il 9 novembre 1989 il governo tedesco-orientale decreta l'apertura delle frontiere con la repubblica federale tedesca. Già l'Ungheria aveva aperto le proprie frontiere con l'Austria il 23 agosto 1989, dando così la possibilità di espatriare in occidente a coloro che in quel momento si trovavano lì in vacanza.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Quelli che nel giro di pochissimo tempo portarono alla <b>riunificazione tedesca</b>, furono due fattori decisivi:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- l'arrivo di <b>Gorbaciov</b> come leader dell'Unione Sovietica,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- le crescenti <b>difficoltà politiche ed economiche dei paesi dell'est</b>, specialmente della DDR. Gorbaciov istituì la "Perestroika", cioè la radicale ristrutturazione della politica e dell'economia sovietiche e la "Glasnost", che esigeva la trasparenza nella gestione della politica. Decisivo per gli eventi che portarono infine alla caduta del muro fu anche la decisione di Gorbaciov di lasciare <b>libertà nelle scelte</b> agli altri <b>paesi del Patto di Varsavia</b>, promettendo che l'URSS non si sarebbe più intromessa nei loro affari interni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Da <a href="http://www1.adnkronos.com/IGN/Speciali/Muro_Berlino/9-novembre-1989-Berlino-dice-addio-al-Muro_3930548099.html" target="_blank">http://www1.adnkronos.com/IGN/Speciali/Muro_Berlino/9-novembre-1989-Berlino-dice-addio-al-Muro_3930548099.html</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il 9 novembre 1989, nella <b>Germania orientale</b>, il Comitato centrale del partito comunista si riunisce in sessione. Principale punto all'ordine del giorno, la discussione di una proposta del Consiglio dei ministri per un <b>allentamento delle restrizioni sui viaggi all'estero</b>. Guenther Schabowski, capo della sezione del partito comunista a Berlino e responsabile per i rapporti con la stampa del Comitato centrale della Sed, è assente poiché impegnato in una conferenza stampa. Concluso questo impegno, torna al Comitato centrale dove gli viene consegnato il testo del provvedimento adottato, compresa la parte riguardante le nuove norme sui viaggi. Mezz'ora più tardi lo attende una conferenza stampa internazionale. Schabowski non ha avuto il tempo di leggere i documenti, che ha semplicemente sfogliato, ed annuncia, rispondendo ad una domanda, che la gente potrà recarsi per viaggi privati all'ovest senza restrizioni. Gli chiedono a partire da quando, lui sfoglia l'incartamento e dice: ''Per quanto mi risulta, da subito, senza rinvii''. Schabowski non si accorge che sullo stesso documento che consulta frettolosamente per rispondere alle domande, viene precisato che i nuovi regolamenti dovranno essere annunciati pubblicamente solo l'indomani 10 novembre, per dare tempo all'esercito, alla polizia e alla Stasi di dispiegare le forze necessarie a tenere sotto controllo la situazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ma ormai è tardi. A dissipare i dubbi che restano e la confusione che regna tra i tedeschi dell'est in seguito all'annuncio di Schabowski è l'<b>emittente ufficiale tedesco-orientale</b> "Aktuelle Kamera" che nel notiziario delle 19.30 annuncia: "Potrà essere presentata immediatamente domanda per recarsi in viaggio privato all'estero senza motivi particolari". I <b>berlinesi cominciano ad affluire</b> davanti ai checkpoint che regolano il passaggio da est a ovest attraverso il Muro. Si cerca - inutilmente - di convincere la gente a ripresentarsi l'indomani mattina. Alle 23 davanti ad un solo checkpoint si contano ventimila persone in fila. Temendo che la situazione esploda, due ufficiali della Stasi in servizio a Bornholmerstrasse, danno ordine di togliere la barriera.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Alle 23.20 una marea umana si rovescia dall'altra parte.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La<b> notizia raggiunge il Bundestag </b>a Bonn, la Camera bassa del parlamento tedesco, riunita in sessione. I<b> parlamentari si alzano in piedi e cantano l'inno</b> nazionale tedesco, lo cantano tutti, tutto, <b>compresa quella prima strofa</b> che la Germania del dopoguerra ha messo <b>fuorilegge</b>: "Deutschland, Deutschland uber alles...", "Germania sopra tutto"...</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tra le 23.30 e la mezzanotte, le barriere si aprono in altri chekpoint. Migliaia di tedeschi dell'est raggungono il centro di Berlino ovest. In tre giorni, saranno due milioni i tedeschi orientali passati a Berlino ovest, mentre altri tre milioni di cittadini della Rdt attraversano il confine tra i due stati in altre zone del paese.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkaGQWCre5lJvMNHVrOMhYD01KN6zRL5NdwhQ3hWN824tSztdL3dGs_HHYo-fMZ0PdI2OEL55RfkoS53RJncce7Cu2IvlnnFL1T1nJUtgE4SzU1ERm21Yi3kJhOB3JSBDu2r5Sfx8YNUqF/s1600/muro-di-berlino-caduta-picconate.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1022" data-original-width="1400" height="145" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkaGQWCre5lJvMNHVrOMhYD01KN6zRL5NdwhQ3hWN824tSztdL3dGs_HHYo-fMZ0PdI2OEL55RfkoS53RJncce7Cu2IvlnnFL1T1nJUtgE4SzU1ERm21Yi3kJhOB3JSBDu2r5Sfx8YNUqF/s200/muro-di-berlino-caduta-picconate.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
1989, picconate al muro di Berlino.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il <b>Muro</b> è il segno tangibile di una <b>ferita</b> il cui dolore <b>si avverte ancora</b>... A Berlino ovest si poteva rivestirlo di scritte, colori e graffiti, ma non si poteva nascondere la "divisione", conseguenza di una disfatta bellica inflitta dai nuovi padroni del mondo: gli Alleati atlantici e l'Unione Sovietica, le cui truppe avevano preso Berlino.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Alcuni tedeschi dell'ovest, ancora oggi, ritengono che <b>chi è cresciuto nella Germania dell'est</b> ai tempi della DDR <b>manchi di iniziativa</b> e deleghi tutto allo stato... anche se Angela <b>Merkel</b>, figlia di un pastore protestante della Germania ovest, è cresciuta proprio nella DDR; ma poi entrò nella CDU, conobbe Khol e intraprese la carriera politica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>- Rivoluzione in Romania</b> e deposizione di Ceauşescu, che viene condannato a morte e fucilato.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Elezioni libere </b>in<b> Polonia </b>e<b> Ungheria</b>. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Fermenti</b> anche in <b>Cecoslovacchia</b>. <b> </b><br />
<br />
<b>-</b> In <b>Albania</b>, dopo che Nicolae Ceauşescu, il capo comunista della Romania, fu ucciso nel 1989, Alia firmò l'<b>accordo delle Nazioni Unite</b> a Helsinki, che già era stato firmato da molti altri paesi nel 1975, riguardo alcuni diritti dell'uomo. Inoltre permise il pluralismo ed anche se il suo partito vinse l'elezione del 1991, era chiaro che il cambiamento non sarebbe stato interrotto.<b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> Il<b> Dalai Lama </b>ottiene il <b>Nobel per la pace</b>.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Scienziati</b> americani prima e italiani poi, <b>dichiarano di avere realizzato la fusione nucleare «a freddo»</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Il Voyager invia le <b>immagini di Nettuno</b>.<br />
<br />
<b>-</b> L'<b>Ente spaziale europeo</b> invia la <b>sonda Galileo</b>, destinata a raggiungere<b> Giove</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1990</b> -<b> </b><b>Il 30 luglio</b> è varata in Italia la legge 30 luglio 1990, n. 218 concernente disposizioni in materia di <b>ristrutturazione e integrazione patrimoniale degli Istituti di credito di diritto pubblico</b>, con la quale venne avviato un processo di <b>privatizzazioni</b> nel <b>sistema bancario italiano</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La legge è comunemente conosciuta come legge Amato, dal nome del precedente Ministro del tesoro Giuliano Amato (1987-1989), promotore e relatore della suddetta norma, durante il successivo Governo Andreotti VI.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Fino al 1990 il sistema bancario era largamente influenzato dal settore pubblico, infatti esistevano da una parte gli istituti di credito di diritto pubblico e dall'altro tre Banche di interesse nazionale (B.I.N.) che facevano capo all'IRI e quindi indirettamente allo Stato italiano: Banca Commerciale Italiana, Banco di Roma, Credito Italiano.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La legge, anche <b>in vista della normativa Basilea I</b> entrata in vigore nel 1990, era tesa a dare maggiore competitività alle banche italiane sui mercati nazionali e internazionali in una <b>visione europea e globale</b>. Il <b>modello di riferimento era quello della società per azioni</b>, anche se le banche potevano scegliere la propria forma giuridica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La legge abolisce di fatto la riforma bancaria voluta durante il fascismo, con il Decreto Legge n.375 del 12 marzo 1936 diventato Legge n.141 del 7 marzo 1938, in cui si riformava il sistema bancario introducendo la specializzazione degli enti di credito, che <b>dovevano scegliere se essere o commerciali o di investimento</b>, e che separava le banche dalla imprese non bancarie: le banche non potevano assumere partecipazioni in imprese industriali e commerciali.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tale legge ha permesso alle banche italiane che erano istituti di credito di diritto pubblico (Banco di Napoli, Monte dei Paschi di Siena, Istituto Bancario San Paolo di Torino, Banco di Sicilia, Banco di Sardegna, Banca Nazionale del Lavoro, Sicilcassa) di <b>trasformarsi</b> da una parte<b> in società per azioni </b>e dall'altra di generare delle fondazioni a cui sono state trasferite tutte quelle attività non tipiche dell'impresa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La legge ha previsto per gli istituti bancari meridionali uno stanziamento di fondi in quanto la loro rivalutazione patrimoniale determinava un gap fra patrimonio contabile e patrimonio liquido; tale rifinanziamento è avvenuto solo in parte con modalità temporali diverse da quelle programmate inizialmente. Le <b>fondazioni</b> generate dalla legge Amato, contrariamente alle previsioni, hanno assunto nel tempo un <b>notevole rilievo</b> e restano in termini relativi i principali azionisti di molte banche italiane.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La legge, nell'art.2, permette alle banche di superare il divieto, di cui alla riforma bancaria del Decreto Legge n.375 del 12 marzo 1936 e Legge n.141 del 7 marzo 1938, di operare contemporaneamente come imprese commerciali e di investimento e permette la partecipazione in imprese industriali e commerciali. Sostanzialmente dalla legge Amato nasce la <b>banca mista</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Mentre l'<b>Italia dichiara la libera circolazione dei </b>capitali, con la Legge 30.7.1990 n. 218 e il d.lg. 20.11.1990 n. 356, si intende determinare una profonda trasformazione nel sistema delle banche pubbliche italiane, perseguendo lo scopo di <b>affidare</b> <b>la gestione bancaria</b> non più a enti pubblici con capitale o fondo di dotazione detenuto totalmente, o a maggioranza, dallo Stato, ma <b>a società per azioni di diritto privato</b>, favorendo la concentrazione degli istituti bancari, con la costituzione di gruppi ispirati al modello del gruppo creditizio polifunzionale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Fondamentalmente la Legge Amato/Carli avvia la <b>privatizzazione delle Banche pubbliche</b> con la trasformazione degli istituti di Diritto Pubblico e delle Casse di Risparmio in Società per Azioni</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
aventi come principale azionista le Fondazioni di origine bancaria.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ad oggi, <b>tutti gli azionisti di Banca d'Italia sono s.p.a. e non necessariamente italiane</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>-</b> Inizia il processo di <b>dissoluzione</b> dell'<b>U</b>nione delle <b>R</b>epubbliche <b>S</b>ocialiste <b>S</b>ovietiche.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La dissoluzione dell'Unione Sovietica fu un processo di disintegrazione che coinvolse il sistema economico, la struttura sociale ed il sistema politico sovietico e che ebbe luogo dal 19 gennaio 1990 al 31 dicembre 1991, portando alla scomparsa dell'Unione Sovietica e all'indipendenza delle repubbliche sovietiche, al restauro dell'indipendenza negli Stati baltici (che erano stati occupati), avvenuta il 26 dicembre dello stesso anno, dando così nascita ai cosiddetti Stati post-sovietici.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZVQ8ZTf2hIPGdZUIgssEvalHElHevCrChkCvb9RfGoIDJ0_rMNxee7VQFHJwBq_cLI1lADTaFG4IMDGmra8rAbz3rSxsln9Tm7de5U-5hXAZigAEarcXAK9InlarP1A0T8SRMSN5BJ5Zf/s1600/mikhail+gorbaciov.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZVQ8ZTf2hIPGdZUIgssEvalHElHevCrChkCvb9RfGoIDJ0_rMNxee7VQFHJwBq_cLI1lADTaFG4IMDGmra8rAbz3rSxsln9Tm7de5U-5hXAZigAEarcXAK9InlarP1A0T8SRMSN5BJ5Zf/s1600/mikhail+gorbaciov.jpg" width="136" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Mickahil Gorbaciov.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Nel febbraio 1990, il Comitato Centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica accettò di rinunciare al suo stato di partito unico, e nel corso delle settimane successive, le 15 repubbliche dell'URSS tennero le loro prime libere elezioni. Le repubbliche costituenti iniziarono a dichiarare la propria sovranità nazionale e iniziarono una "guerra di leggi" con il governo centrale di Mosca, in cui i governi delle repubbliche costituenti respingevano la legislazione a livello di Unione, dove era in conflitto con le leggi locali, affermando il controllo su tutte le loro economie locali e rifiutandosi di pagare le entrate fiscali al governo centrale di Mosca.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- L'11 marzo 1990 la Lituania, guidata dal Presidente del Consiglio Vytautas Landsbergis, dichiara il ripristino dell'indipendenza. Tuttavia, l'Unione Sovietica mette in atto una sorta di embargo nei confronti della Lituania e vi mantiene le sue truppe "per garantire i diritti dell'etnia russa".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Il 30 marzo 1990 il Consiglio Supremo Estone dichiara illegale il potere sovietico in Estonia, e avvia un processo per ristabilire l'indipendenza dell'Estonia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Il processo di ripristino dell'indipendenza della Lettonia inizia il 4 maggio 1990, con voto del Consiglio Supremo che prevede un periodo transitorio di completa indipendenza.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'effetto della debolezza del potere sovietico in Europa provoca la <b>riunificazione delle due Germanie</b>.<br />
<br /></div>
<b>-</b> In <b>Polonia</b>, <b>Lech Walesa</b> del sindacato "Solidarnosc" è eletto <b>presidente </b>della Repubblica.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJE5rjlvfUaq3sFyJZCdtW7M_N-WEjJGu0fNy42T8cd2dwqknTOu0KCkHuG5uYuqLD6WLmUOMKkWa0GSP6Mj-RXe_KnYbGbLBWLvp-5Qxgr-sMSDgMPVXS9iSICd8syFxvyTATVU2u1zI/s1600/europa+nel+1990.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="152" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJE5rjlvfUaq3sFyJZCdtW7M_N-WEjJGu0fNy42T8cd2dwqknTOu0KCkHuG5uYuqLD6WLmUOMKkWa0GSP6Mj-RXe_KnYbGbLBWLvp-5Qxgr-sMSDgMPVXS9iSICd8syFxvyTATVU2u1zI/s200/europa+nel+1990.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica dell'Europa nel</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1990, con la Germania riunificata. La</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cecoslovacchia si dividerà nel 1992.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<b>-</b> <b>Fermenti in Jugoslavia e dissensi fra le repubbliche</b>, veicolati dalla nuova Germania unita.<br />
<br />
<b>-</b> In Gran Bretagna <b>si dimette Margaret Thatcher</b> e al suo posto viene eletto John Major.<br />
<br />
<b>-</b> A <b>Gorbaciov</b> è assegnato il <b>Nobel per la pace</b>.<br />
<br />
- Lancio della <b>sonda europea Ulisse</b>; scopo della missione è l'invio di foto delle zone polari del sole.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1991</b> -<b> </b>In URSS, le <b>repubbliche sovietiche </b>del<b> Baltico </b>chiedono l'<b>indipendenza</b>; l'<b>esercito reprime</b> le manifestazioni di protesta.<br />
Il 17 marzo 1991, in un <b>referendum</b>, il 76,4% di tutti gli elettori dell'URSS votano per il mantenimento dell'<b>Unione Sovietica</b> in una forma <b>riformata</b>. I Paesi Baltici, Armenia, Georgia e Moldavia boicottano il referendum. In ciascuna delle altre nove repubbliche, la maggioranza dei votanti sostiene un'Unione Sovietica riformata.<br />
- Il 12-06-1991, <b>Boris Elsin</b> vince con il 57% dei voti le elezioni per la<b> presidenza</b> della <b>Repubblica</b> Socialista Federativa Sovietica <b>Russa</b>, sconfiggendo Gorbaciov.</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwP5jzvc3ZrKUGrDC9hJqzwxQ4oXInStPLQ7ZV0pEcNXUN4B1hwtlKyS2g66ZaqauSn1aRDOCFU4tlu0-wRXFFRVz9pQkYiJTtQFFYavwbgOzsHzVVGYAHhWDQIk34ePQ3OxHUH4jLvyGd/s1600/USSR+le+Republiche.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="271" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwP5jzvc3ZrKUGrDC9hJqzwxQ4oXInStPLQ7ZV0pEcNXUN4B1hwtlKyS2g66ZaqauSn1aRDOCFU4tlu0-wRXFFRVz9pQkYiJTtQFFYavwbgOzsHzVVGYAHhWDQIk34ePQ3OxHUH4jLvyGd/s400/USSR+le+Republiche.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Repubbliche formanti l'Unione
delle Repubbliche Socialiste Sovietiche:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1. Armena, 2. Azera, 3. Bielorussa, 4.
Estone, 5. Georgiana, 6. Kazaka,
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
7. Kirghiza, 8. Lettone, 9. Lituana,
10. Moldava, 11. Russa, 12. Tagika,
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
13.Turkmena, 14.Ucraina, 15.Uzbeka.
Clicca sull'immagine per ingrandirla.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Di fronte al crescente desiderio di autonomia, Gorbaciov tenta di trasformare l'Unione Sovietica in uno stato meno centralizzato, e il 20 agosto 1991 è pronto a firmare il Nuovo Trattato d'Unione che contempla la conversione dell'Unione Sovietica in una federazione di repubbliche indipendenti con un comune presidente; ma già il giorno prima, il vice di Gorbaciov, Gennadij Janaev, il primo ministro Valentin Pavlov, il ministro della Difesa Dmitry Yazov, il ministro dell'Interno Boris Pugo, il capo del KGB Vladimir Kryuchkov e altri funzionari si uniscono per impedire la firma del Nuovo Trattato d'Unione formando il "Comitato generale sullo stato di emergenza", e organizzano così un <b>Colpo di Stato</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nonostante gli organizzatori del colpo di stato abbiano previsto un certo sostegno popolare per le loro azioni, la popolazione nelle grandi città e nelle altre repubbliche è in gran parte contro di loro e tale contrasto si manifesta con una <b>campagna civile di resistenza</b>, che ha luogo soprattutto a Mosca.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Migliaia di persone a Mosca escono in strada per difendere il Parlamento russo e il neo-presidente <b>Boris Eltsin</b> si affretta a <b>condannare il colpo di stato</b> e scende con i manifestanti, salendo sui carri armati dell'esercito per parlare al popolo; gli organizzatori del “golpe” tentano di far arrestare Eltsin, ma non hanno successo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Dopo tre giorni, il 21 agosto, il colpo di stato collassa su se stesso, gli organizzatori sono arrestati e Gorbaciov ridiventa presidente dell'Unione Sovietica, anche se la sua posizione è ormai compromessa, in quanto né l'Unione né le strutture di potere ascoltano più i suoi comandi. La fase finale del collasso dell'Unione Sovietica ha luogo con il <b>referendum</b> del 1º dicembre 1991, in cui il <b>90% dei votanti</b> opta per l'<b>indipendenza</b>. I leader delle tre repubbliche slave (Russia, Ucraina e Bielorussia) concordano di incontrarsi per una discussione sulle possibili forme di relazione.<br />
- L'8 dicembre 1991 i capi di Russia, Ucraina, e Bielorussia s'incontrano a Belavezhskaya Pushcha per firmare l'accordo di Belavezha, che dichiara dissolta l'Unione Sovietica che viene sostituita con la <b>C</b>omunità degli <b>S</b>tati <b>I</b>ndipendenti.<br />
- Il 12 dicembre 1991 è completata la secessione della Russia dall'Unione.<br />
- Il 15 dicembre 1991 muore Vasilij Grigor'evič Zajcev, l'eroico cecchino della battaglia di Stalingrado che sanzionò la sconfitta della Germania nazista nella II guerra mondiale. La notizia ebbe un forte impatto simbolico e venne considerato un altro segno della fine di un'epoca.<br />
- Il<b> 25 dicembre 1991</b> alle ore 18, <b>Gorbaciov</b> si dimette da presidente dell'Unione Sovietica, e dichiara <b>abolito</b> l'ufficio. Tutti i poteri passano al presidente della Russia, Boris Eltsin. Alle 18,35, la <b>bandiera sovietica</b> sopra il Cremlino è <b>ammainata </b>e <b>sostituita col tricolore russo</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Infine il 26 dicembre 1991, il Soviet Supremo riconosce formalmente la <b>dissoluzione dell'Unione Sovietica</b>. Entro il 2 gennaio 1992 tutte le istituzioni ufficiali dell'Unione Sovietica cessano di operare.<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUpY9T6Ia4oeJMNNnd7r9GdgO3bAtgqwS5Ibdt3iGTqJZs0xasPvekjSf6kHz1ArpfXXEved2qYjh40o8Hj7SsTceaNaU0tsPJBorgcTOcvPnhE2wrR3hkkjbcJfxqf6VUhbSzRr7Y-Zg/s1600/Yugoslavia+divisione.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="198" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUpY9T6Ia4oeJMNNnd7r9GdgO3bAtgqwS5Ibdt3iGTqJZs0xasPvekjSf6kHz1ArpfXXEved2qYjh40o8Hj7SsTceaNaU0tsPJBorgcTOcvPnhE2wrR3hkkjbcJfxqf6VUhbSzRr7Y-Zg/s200/Yugoslavia+divisione.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della divisione della Jugoslavia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in Slovenia, Croazia, Bosnia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Erzegovina e Serbia, che includeva</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Montenegro e Kossovo, diventate</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
indipendenti nel 2006 e 2008.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> <b>Iniziano </b>le <b>guerre Jugoslave</b> con conflitti etnici fra le repubbliche della Jugoslavia, una serie di conflitti armati, inquadrabili<b> tra una guerra civile e conflitti secessionisti</b>, che hanno coinvolto diversi territori appartenenti alla <b>Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia</b> tra il 1991 e il 1995, causandone la <b>dissoluzione</b>. Diverse le motivazioni che sono alla base di questi conflitti. La più importante è il nazionalismo imperante nelle diverse repubbliche a cavallo fra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta (in particolare in Serbia, Croazia e Kosovo, ma in misura minore anche in Slovenia e nelle altre regioni della Federazione). Influenti anche le motivazioni economiche, gli interessi e le ambizioni personali dei leader politici coinvolti e la contrapposizione spesso frontale fra le popolazioni delle fasce urbane e le genti delle aree rurali e montane, oltre che gli interessi di alcune entità politiche e religiose (anche esterne) a porre fine all'esperienza della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Si pensi comunque che Croati e Serbi vivono in vari stati balcanici e <b>ogni stato è così multietnico</b>, così come il <b>Kosovo</b>, culla dell'etnia serba, è a maggioranza di Albanesi. Il Kosovo ha proclamato unilateralmente la propria indipendenza nel 2008, venendo riconosciuto da circa la metà degli stati membri ONU. La Serbia continua a considerarlo una provincia secessionista, nonostante gli accordi del 2013 sulla normalizzazione delle relazioni abbiano rilassato l'atmosfera tra i due paesi. C'è da considerare che, mentre<b> Sloveni e Croati</b> sono a maggioranza <b>cristiani cattolici</b>, i <b>Serbi</b> sono <b>cristiani ortodossi</b> e adottano l'alfabeto cirillico. Inoltre<b> il lungo dominio turco</b> nei paesi balcanici ha originato un <b>discreto numero di musulmani</b> e <b>Sarajevo</b>, capitale della Bosnia-Erzegovina, era <b>famosa</b> per testimoniare<b> le tre religioni </b>con una <b>biblioteca</b> che conteneva <b>opere delle tre culture</b>.<br />
<br /></div>
</div>
<b>-</b> <b>Comincia l'esodo</b> in massa in Italia e in Europa dei <b>profughi albanesi</b>. Dopo che Nicolae Ceauşescu, il capo comunista della Romania, è stato giustiziato nel 1989, <b>Alia</b>, il presidente albanese, <b>firma l'accordo delle Nazioni Unite a Helsinki</b>, riguardo ad alcuni diritti dell'uomo, che già era stato firmato da molti altri paesi nel 1975. Inoltre permise il pluralismo ed anche se il suo partito vinse le elezioni nel 1991 ed era chiaro che il cambiamento non sarebbe stato interrotto.<b> </b><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6rYrq0myyItwwzxHtYOU9DGr4okTSJ8QEyzIwcFajCz2l3fIzfyP8nwHG4DtIKG8yC2GATmQyuthOhWv0dtLK79ubRHYKZRk8m0Euu9uI9ND8vUHt92wQZFKHKKf6WOmb79z1RYF2cTw/s1600/ue+la+bandiera.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6rYrq0myyItwwzxHtYOU9DGr4okTSJ8QEyzIwcFajCz2l3fIzfyP8nwHG4DtIKG8yC2GATmQyuthOhWv0dtLK79ubRHYKZRk8m0Euu9uI9ND8vUHt92wQZFKHKKf6WOmb79z1RYF2cTw/s200/ue+la+bandiera.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Bandiera dell'Unione Europea.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b></b><b>Nel 1992</b> - Il 7 febbraio i<b> dodici stati </b>della <b>CEE firmano</b> il<b> Trattato di Maastricht</b>, che istituisce l'<b>Unione europea </b>(abbreviata in UE o Ue), un'entità politica di carattere sovranazionale ed intergovernativo. Al trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (entrato in vigore il 1º novembre 1993), gli stati aderenti sono giunti dopo il lungo cammino delle Comunità europee precedentemente esistenti. L'Unione consiste attualmente in una zona di libero mercato, detto mercato comune, caratterizzata, tra l'altro, da una moneta unica, l'euro, regolamentata dalla Banca centrale europea e attualmente adottata da 17 dei 27 stati membri; essa presenta inoltre un'unione doganale nata già con il trattato di Roma del 1957 ma completata fra i paesi aderenti agli accordi di Schengen, che garantiscono ai loro cittadini libertà di movimento, lavoro e investimento all'interno degli stati membri.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWfXaUkoDjQXzzTj0llY6OZL89ba9gkr25jAk3o9KiYaeNajkmVzuaLQ5i2pYRweSpQKC5wWNDZACroTWDQQKc54RCM1SELJ-bcnySJkFmtmjDYnCMOzHZJFLgjvlsUJCTWkWn__sSbfI/s1600/UE+membri+con+bandiere+e+legende.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWfXaUkoDjQXzzTj0llY6OZL89ba9gkr25jAk3o9KiYaeNajkmVzuaLQ5i2pYRweSpQKC5wWNDZACroTWDQQKc54RCM1SELJ-bcnySJkFmtmjDYnCMOzHZJFLgjvlsUJCTWkWn__sSbfI/s200/UE+membri+con+bandiere+e+legende.jpg" width="191" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Unione Europea nel 2012</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con le bandiere dei 27 Stati membri:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Belgio, Germania, Francia, Irlanda,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Italia, Paesi Bassi, Lussemburgo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Danimarca, Regno Unito, Grecia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Spagna, Portogallo, Austria, Svezia,
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Finlandia, Repubblica Ceca, Estonia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Malta, Polonia, Slovenia, Slovacchia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Bulgaria e Romania. Legenda degli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
stati membri, i candidati e le</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
adesioni rifiutate.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
L'Unione presenta, inoltre, una politica agricola comune, una politica commerciale comune e una politica comune della pesca. L'Unione europea non è una semplice organizzazione intergovernativa (come le Nazioni Unite) né una federazione di Stati (come gli Stati Uniti d'America), ma un organismo sui generis (<i>di un genere suo proprio)</i>, alle cui istituzioni gli stati membri delegano parte della propria sovranità nazionale. Le sue competenze spaziano dagli affari esteri alla difesa, alle politiche economiche, all'agricoltura, al commercio e alla protezione ambientale. In alcuni di questi campi le funzioni dell'Unione europea la rendono simile a una federazione di stati (per esempio, per quanto riguarda gli affari monetari o le politiche ambientali); in altri settori, invece, l'Unione è più vicina ad una confederazione (per esempio, per quanto riguarda gli affari interni) o a un'organizzazione internazionale (come per la politica estera). <b>Gli organi principali dell'Unione comprendono</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- il<b> Consiglio</b> (denominazione che ha sostituito quella di Consiglio dei Ministri da parte del Trattato di Maastricht),<br />
- la <b>Commissione</b>,<br />
- la <b>Corte di Giustizia</b>,<br />
- il <b>Parlamento</b>,<br />
- il <b>Consiglio europeo</b> e<br />
- la <b>Banca centrale europea</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikReD8o3pX5zOgVf8RyPDOh9KcOPFVJJ7ileEMKtvPRpkTrHczJALOjGR_tdB0ZoTyVg7mMYImiwagJQU62Y0ymBBVhMFm7WvjYwM4-yeehtBYCh97Tt115cBXTDajvuCcBhyul59I9bt6/s1600/albania-kosovo.gif" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikReD8o3pX5zOgVf8RyPDOh9KcOPFVJJ7ileEMKtvPRpkTrHczJALOjGR_tdB0ZoTyVg7mMYImiwagJQU62Y0ymBBVhMFm7WvjYwM4-yeehtBYCh97Tt115cBXTDajvuCcBhyul59I9bt6/s200/albania-kosovo.gif" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Albania con le sue</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
città e con il Kosovo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
L'istituzione dell'Europarlamento risale al 1950 e dal 1979 i suoi membri sono democraticamente eletti, in tutti i territori dell'Unione, a suffragio universale, per una durata in carica di cinque anni. <b> </b><br />
<b>L'UE è considerata una potenza leader in un mondo multipolare</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- Elezioni generali</b> in<b> Albania</b>, vinte dal nuovo partito democratico con il 62% dei voti. </div>
<b><br /></b>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-29031051246541253382020-05-11T06:53:00.002-07:002020-10-07T03:33:13.867-07:00Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnxRj91F-jjuZlbgM8adi_zLtOp7NK0lWs3d017mMoW41IwM__GCqIVIbDn2KO_Kt4LQaFxneW_PXG-om76HBEe77EuRx3d5ICB3dZh2jGg6EM3Qd_kxJa3FcSplnT_QcNQNXz833ZbNo/s1600/carta+europa+2%C2%B0+dopoguerra.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnxRj91F-jjuZlbgM8adi_zLtOp7NK0lWs3d017mMoW41IwM__GCqIVIbDn2KO_Kt4LQaFxneW_PXG-om76HBEe77EuRx3d5ICB3dZh2jGg6EM3Qd_kxJa3FcSplnT_QcNQNXz833ZbNo/s200/carta+europa+2%C2%B0+dopoguerra.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Europa nel 1948, dopo la</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Seconda Guerra Mondiale, con la</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Germania divisa in due stati, la</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
RFT e la RDT.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1948</b> -<b> </b>Il <b>1° gennaio</b>, <b>entra in vigore</b> in Italia la <b>Costituzione</b>. La Costituzione italiana fu il risultato di diciotto mesi di lavoro intenso e appassionato di un’assemblea di cui facevano parte i più qualificati esponenti della nostre cultura, della politica antifascista e delle forze della Resistenza. Alla sua elaborazione concorsero tutte le componenti democratiche del Paese, apportandovi ciascuna il contributo delle sue motivazioni ideali. Come è noto, essa fu approvata a larghissima maggioranza: 458 voti contro 62. Perciò essa va riguardata come un dato identitario della nostra democrazia, basata su valori condivisi che uniscono tutti gli italiani senza distinzioni di partito o di ideologia politica. <b>La Repubblica Italiana ha le sue radici</b>, la sua ispirazione e il suo fondamento ideale <b>nella Resistenza</b>, nella <b>guerra di popolo contro il fascismo</b> alleato al nazismo tedesco che ha segnato la rinascita della democrazia e la restaurazione dei suoi valori nel nostro Paese. E’ in quel momento, alla fine del fascismo, che gli italiani hanno apprezzato più che mai questi valori, così come la salute si apprezza appieno solo al superamento della malattia. E’ in quel momento che è nata in Italia una democrazia nettamente caratterizzata su dati fondamentali diversi rispetto al passato pre-fascista, quali la forma repubblicana, il voto esteso alle donne, la partecipazione dei cittadini al processo legislativo con l’iniziativa popolare e il referendum, l’indipendenza della magistratura, la verifica di legittimità costituzionale delle leggi, l’ordinamento regionale come modello di governo diffuso sul territorio. Una democrazia i cui valori fondanti si individuano nella libertà, nella certezza dei diritti e dei corrispettivi doveri, nella cittadinanza solidale, nella partecipazione in condizioni di uguaglianza, nella funzione sociale della proprietà e dell’impresa, nella separazione dei poteri e nel controllo istituzionale. Questi valori trovano piena attuazione nei principi base della nostra <b>Costituzione </b>che fino ad oggi hanno garantito, anche in condizioni difficili, la convivenza democratica nel nostro Paese e che perciò vanno condivisi e difesi da tutti i cittadini senza distinzioni di parte, in una linea politica ideale per cui dal filosofo e politologo tedesco Jurgen Habermas è stato evocato il concetto di “patriottismo costituzionale”.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsd6BXndj8kz9Xn7tG0dOsMz2MRZ5XhqrCa3wImSsClwMfloi56_n-d1BpdZ8LwY_4mkG33bZmAQ6aXrPZq_oeZFAo6iq4mTDqAQLfMViCvmAF8dZ41KhoBc1mpbeV_Dfba9pLmQHZKv8/s1600/Berlino-1948.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsd6BXndj8kz9Xn7tG0dOsMz2MRZ5XhqrCa3wImSsClwMfloi56_n-d1BpdZ8LwY_4mkG33bZmAQ6aXrPZq_oeZFAo6iq4mTDqAQLfMViCvmAF8dZ41KhoBc1mpbeV_Dfba9pLmQHZKv8/s200/Berlino-1948.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
1948, ponte aereo per</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
approvvigionare Berlino Ovest.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 24 giugno 1948 si verifica il <b>blocco</b> di<b> Berlino</b>. Dopo mesi durante i quali <b>i sovietici</b> avevano iniziato a manifestare disagio e dissenso sulla situazione territoriale e logistica "anomala" di Berlino (con un'enclave occidentale in territorio filo-sovietico), che permetteva alle genti sottoposte al regime socialista di transitare facilmente all'ovest trovandovi rifugio, il 24 giugno decisero di <b>chiudere il corridoio terrestre attraverso il quale Berlino ovest era connessa</b> al mondo occidentale impedendo, di fatto, il suo approvvigionamento logistico: il successivo ponte aereo, organizzato dal mondo occidentale per assicurare la sopravvivenza della popolazione di Berlino Ovest, è entrato nella storia. Questa vicenda impressionò le popolazioni occidentali e, di fatto, fornì la motivazione per istituire un'Alleanza militare del mondo occidentale contro la minaccia sovietica, <b>inaugurando la Guerra Fredda</b>, una guerra fra paesi democratici e comunisti <b>che non poteva essere combattuta con le armi</b> poiché con l'uso delle armi nucleari non ci sarebbero stati vincitori ma solo morte e distruzione.<br />
Con l'avvio della Guerra Fredda, la situazione post-bellica durerà fino alla presa del potere in Cina da parte dei comunisti, nel 1949.<br />
<br />
<div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd1K-rF5tCHC4SGEys4YNCerfgcAcDoxwDYReNZcIe7lvezIYiKlGSgOvx9pEgQtbeyFYkB3AjY3a1EgVFKZ9f0dLR1YkKilih92UJGC5fF09G_wDBF-uHN-U0P-31fz9rItL87-srk70/s1600/mondo+nella+guerra+fredda.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="135" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd1K-rF5tCHC4SGEys4YNCerfgcAcDoxwDYReNZcIe7lvezIYiKlGSgOvx9pEgQtbeyFYkB3AjY3a1EgVFKZ9f0dLR1YkKilih92UJGC5fF09G_wDBF-uHN-U0P-31fz9rItL87-srk70/s200/mondo+nella+guerra+fredda.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta del mondo durante la "Guerra</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Fredda": 1948 - 1973. In rosso,
gli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
USA e suoi alleati, in verde URSS</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(CCCP) e suoi alleati. Le stellette</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nere indicano i focolai di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
tensione e le loro date.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> I<b> comunisti al potere</b> in <b>Cecoslovacchia, Polonia e Ungheria</b>.<br />
<br /></div>
<b>-</b> Inizia <b>l'era dei transistor</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<br />
<b>Nel 1949</b> -<b> Formazione della NATO</b>. I paesi occidentali concretizzano le mire del presidente degli USA, Harry S. Truman, costituendo la <b>NATO</b>, (in inglese North Atlantic Treaty Organization, in sigla NATO e in francese Organisation du Traité de l'Atlantique du Nord, in sigla OTAN) il patto atlantico di alleanza militare in funzione anti-sovietica. Il trattato istitutivo della NATO, fu firmato a Washington D.C. il 4 aprile <b>1949</b> ed entrò in vigore il 24 agosto dello stesso anno. Attualmente, fanno parte della NATO 28 stati del mondo. Il Patto Atlantico traeva origine dalla percezione che il cosiddetto mondo occidentale (costituito da Stati Uniti d'America, Canada, Regno Unito, Francia, Norvegia, Italia ed altri Paesi dell'Europa occidentale), dopo la seconda guerra mondiale, stesse cominciando ad accusare tensioni nei confronti dell'altro paese vincitore della guerra, ossia l'Unione Sovietica, con i suoi Stati satellite. Iniziava infatti a svilupparsi, nelle opinioni pubbliche occidentali, il timore che il regime sovietico potesse "non accontentarsi" della propria influenza nei territori che aveva occupato al termine della seconda guerra mondiale ma, radicalizzando i contenuti ideologici nelle società democratiche, ambisse ad espandersi per l'affermazione globale dell'ideologia comunista. Ciò generò un movimento di opinione che - anche grazie alle varie attività in tal senso organizzate dagli Stati Uniti d'America - iniziò a svilupparsi in modo generalizzato nei paesi occidentali e che richiedeva la sicurezza del mondo occidentale dalla minaccia comunista; la NATO, quindi, <b>rispondeva all'esigenza di allearsi</b> e di mettere a fattor comune i propri dispositivi di difesa, per reagire "come un sol uomo" ad un eventuale attacco da parte dei comunisti.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEysA8SuVxQqpsC4W9yIitFlm78Lj89jI6nML3DUxyCzuvQKRaCBsE8OJctOUIqLRwmSuN9BhVkUICQbX7QOhw8kHPAptkGArYebBiBc33it05d9SfL7gVq7rTdRS0DkhiNwlNfcnrbU4/s1600/carta+mec.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEysA8SuVxQqpsC4W9yIitFlm78Lj89jI6nML3DUxyCzuvQKRaCBsE8OJctOUIqLRwmSuN9BhVkUICQbX7QOhw8kHPAptkGArYebBiBc33it05d9SfL7gVq7rTdRS0DkhiNwlNfcnrbU4/s200/carta+mec.jpg" width="193" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta con formazione ed espansione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in Europa della CECA, di cui: Belgio,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Bassi (Olanda), e Germania Ovest,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(la RFT), che poi divenne il MEC,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
il Mercato Comune Europeo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dal 1951 al 1995.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> <b>George Orwell</b> pubblica “<b>1984</b>”.<b> </b><br />
<br />
<b>Nel 1951</b> -<b> </b>Il 18 aprile alcuni Stati europei filo-atlantici, per facilitare una reciproca ripresa industriale firmano, con l'ennesimo <b>Trattato di Parigi</b>, la <b>CECA</b> (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio), su iniziativa dei politici francesi Jean Monnet e Robert Schuman (il cosiddetto Piano Schuman o dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950), con lo scopo di mettere in comune le produzioni di queste due materie prime in sei paesi europei: Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi.<br />
<b></b><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoD-9i6p-Te6YmQEb3Syn8CXsRxwLNycRvNScIMGjnaLmSOes7MIjjRucqsUft1_tFfE3n-v62-o9fmabTD4JCyyRg_qzX69dfTRgNYvhLjfbSbd-1aFS1pGXkNsDvLoFRo-yeiIkvgEk/s1600/carta+patto+di+varsavia.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoD-9i6p-Te6YmQEb3Syn8CXsRxwLNycRvNScIMGjnaLmSOes7MIjjRucqsUft1_tFfE3n-v62-o9fmabTD4JCyyRg_qzX69dfTRgNYvhLjfbSbd-1aFS1pGXkNsDvLoFRo-yeiIkvgEk/s200/carta+patto+di+varsavia.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Europa con in rosa gli stati</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
aderenti al Patto di Varsavia del 1955</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(RDT è la Repubblica Democratica</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tedesca, comunista) e in verde i</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Paesi aderenti al patto Atlantico</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
NATO del 1949, di cui RFT è la</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Repubblica Federale Tedesca.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1952</b> - Viene messa a punto la <b>pillola contraccettiva</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1953</b> -<b> Morte di Stalin</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Viene sperimentata la <b>bomba</b><br />
<b>all'idrogeno</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Scoperto il <b>primo vaccino antipolio</b>. <b> </b><br />
<b></b><br />
<b>-</b> <b>Watson, Crick e Wilkins scoprono il DNA</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2xD3ZpzPG0H6-bOWlkhFwfgahyphenhyphenCuNwkXrNvsrY3CjQrWxZncI3_Aiw_vB5brEAXhiYaqMHyBnl8A5Mx2VaM7JMCEj2ddIh_M2J7GiWg4kVJqTHHv7P5Ex-IJh-E9b50qlwxOIaVY0weM/s1600/carta+pol+Europa,+Urss+e+Asia+nel+1989.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2xD3ZpzPG0H6-bOWlkhFwfgahyphenhyphenCuNwkXrNvsrY3CjQrWxZncI3_Aiw_vB5brEAXhiYaqMHyBnl8A5Mx2VaM7JMCEj2ddIh_M2J7GiWg4kVJqTHHv7P5Ex-IJh-E9b50qlwxOIaVY0weM/s200/carta+pol+Europa,+Urss+e+Asia+nel+1989.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta geografica politica con Europa,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
URSS (Unione delle Repubbliche</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Socialiste Sovietiche) e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Asia, dal 1948 al 1989.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> <b>Prima centrale nucleare </b>per la<b> produzione di energia</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Da <a href="https://www.corriere.it/scienze/14_agosto_04/nucleare-60-anni-fa-prima-centrale-uso-civile-0f17831c-1be3-11e4-91c9-c777f3f2edee.shtml" target="_blank">https://www.corriere.it</a><a href="https://www.corriere.it/scienze/14_agosto_04/nucleare-60-anni-fa-prima-centrale-uso-civile-0f17831c-1be3-11e4-91c9-c777f3f2edee.shtml" target="_blank">/scienze/</a><br />
<a href="https://www.corriere.it/scienze/14_agosto_04/nucleare-60-anni-fa-prima-centrale-uso-civile-0f17831c-1be3-11e4-91c9-c777f3f2edee.shtml" target="_blank">14_agosto_04/nucleare-60-anni-fa-prima-centrale-uso-civile-0f17831c-1be3-11e4-91c9-c777f3f2edee.shtml</a>: Il primo collegamento alla rete di una centrale atomica per uso (anche) civile data l’inizio dell’estate del <b>1954</b>. Il primato appartiene alla <b>centrale sovietica </b>di Obninsk, ora<b> in Russia</b>, a un centinaio di chilometri a sud-ovest di Mosca, disattivata nel 2002. «Si trattava di una centrale cosiddetta sovramoderata, del tipo di Chernobyl a neutroni moderati da grafite e acqua», spiega Riccardo Bevilacqua, ricercatore italiano a Lund (Svezia) presso la sede dell’European Spallation Source (Ess), la più potente sorgente al mondo di neutroni, alla quale l’Italia partecipa con poco meno del 10% di finanziamenti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
«La centrale di Obninsk in realtà venne costruita per motivi militari: per realizzare plutonio per le testate nucleari», prosegue Bevilacqua. «Era un tipo di centrale che non aveva bisogno di un forte arricchimento di uranio-235 e aveva quindi costi minori. Il problema di questo tipo di impianti è che se perdono l’acqua di raffreddamento entrano in stato supercritico, come avvenne nell’incidente di Chernobyl. Però per la centrale di Obninsk non sono noti incidenti significativi». </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli Stati Uniti rivendicano il primato per la prima produzione di energia elettrica atomica per uso civile, ma secondo gli storici e gli studiosi della materia non si può assegnare il titolo alla centrale di Arco, in Idaho. Si trattava di un reattore sperimentale (disattivato nel 1964) che il 20 dicembre 1951 produsse elettricità di origine nucleare sufficiente per accendere una lampadina da 200 watt. In seguito il reattore continuò a produrre energia sufficiente per le esigenze dell’edificio stesso e del laboratorio, ma mai per un vero utilizzo nella rete elettrica civile. <b>Il primato Usa di nucleare per uso civile</b> spetta al reattore Borax-III che il 17 luglio <b>1955</b> venne collegato alla rete per le necessità della stessa Arco, che divenne la prima città al mondo a utilizzare solo energia atomica.</div>
<b><br /></b><b>Nel 1955</b> -<b> Fondazione del Patto di Varsavia</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'istituzione della NATO convinse l'URSS ad istituire, nel <b>1955</b>, il "<b>Patto di Varsavia</b>", l'alleanza militare fra URSS e i paesi dell'est che aveva occupato in tempo di guerra e in cui erano stati instaurati governi filo-sovietici.</div>
<br />
<b>-</b> Nasce a <b>Londra</b> la <b>pop-art</b> con le opere di R. Hamilton, P. Blake e E. Paolozzi.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1956</b> -<b> Rivolte all'imperialismo dell'URSS in Polonia e in Ungheria</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfgV5K3ICrTE5Z5WueS7PMCDT0qcyxrhjJKg8jnpqU9OZ6eN_84tgprdgVdoGcuJ3jTZP_i2VWLuQBzm5hJ9frzG4eMim1uXouWOsklIklIOTwYmEmk-ZkiPDXsqTWp5YOtt2SpTPOSn4/s1600/europa+foto+trattati+a+roma.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="113" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfgV5K3ICrTE5Z5WueS7PMCDT0qcyxrhjJKg8jnpqU9OZ6eN_84tgprdgVdoGcuJ3jTZP_i2VWLuQBzm5hJ9frzG4eMim1uXouWOsklIklIOTwYmEmk-ZkiPDXsqTWp5YOtt2SpTPOSn4/s200/europa+foto+trattati+a+roma.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Roma, 1957, i rappresentanti dei sei</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
paesi fondatori della Comunità</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Europea firmano il trattato di Roma:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Paesi Bassi (Olanda) e Repubblica</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Federale Tedesca (Germania</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dell'Ovest) consentono lo sviluppo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del MEC (Mercato Comune Europeo)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dalla CECA (Comunità del Carbone e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dell'Acciaio).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1957</b> -<b> </b>con i <b>Trattati di Roma</b> del 25 marzo, i sei Stati europei della CECA fondano la Comunità Economica Europea (CEE o MEC, Mercato Comune Europeo), un'organizzazione che ha costituito il "Primo pilastro" della successiva Unione europea.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Considerata la più importante delle Comunità europee, appena nata, <b>CEE</b> stava per "comitato economico europeo". I trattati di Roma entrarono in vigore il 1º gennaio 1958, dando così vita effettiva alla Comunità economica europea che aveva nei suoi obiettivi l'<b>unione economica dei suoi membri</b>, fino a portare ad un'eventuale unione politica. Lavorò per il <b>libero movimento dei beni</b>, dei <b>servizi</b>, dei <b>lavoratori</b> e dei <b>capitali</b>, per l'abolizione dei cartelli e per lo sviluppo di politiche congiunte e reciproche nel campo del lavoro, dello stato sociale, dell'agricoltura, dei trasporti, del commercio estero.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La Comunità Europea sarà guidata dal punto di vista monetario dal «serpente monetario» nel 1972 e dal Sistema Monetario Europeo (SME) dal 1979. Con l'adozione del Trattato di Lisbona il 1º dicembre 2009 essa, formalmente, non esiste più (è stata assorbita dall'Unione europea).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nel 1956 il <b>Regno Unito</b> aveva proposto che il Mercato Europeo Comune (MEC) fosse esteso in una più ampia area di libero scambio rispetto a quella dei sei Stati della CECA, ma nel novembre 1958 la Francia pose il veto sulla creazione della nuova area, così il Regno Unito insieme alla Svezia si fecero promotori dell'Associazione europea di libero scambio (<b>EFTA</b>), concretizzatosi nel 1960, insieme ad altri paesi non membri CEE (Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Svezia, Svizzera e Regno Unito).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dal 1973 con l'ingresso di Regno Unito, Irlanda e Danimarca nella CEE, EFTA e <b>CEEA</b> (Comunità Europea dell'Energia Atomica, istituita contemporaneamente alla CEE con i trattati di Roma del 25 marzo 1957 allo scopo di coordinare i programmi di ricerca degli stati membri relativi all'energia nucleare ed assicurare un uso pacifico della stessa) negoziarono una serie di accordi per assicurare uniformità nelle politiche economiche delle due organizzazioni, sfociata infine nell'accordo per lo Spazio economico europeo (SEE). Dal 1995 solo 4 membri che non sono entrati nell'UE rimangono nell'organizzazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>-</b> Pierluigi Nervi realizza il <b>Palazzetto dello Sport di Roma</b>.<br />
<br />
<b>-</b> <b>L'URSS lancia nello spazio lo Sputnik I</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1958</b> - <b>De Gaulle</b> al potere in Francia, <b>fonda la Quinta repubblica</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Viene pubblicata “<b>Antropologia strutturale</b>” di <b>C. Lévi-Strauss</b>.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1959</b> -<b> Fondazione dell'EFTA</b> (associazione europea per il libero scambio).<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt4lH5BRdKOo8RLkmFC9I6J5HjPMxoUN_bbQTCZeKqc05phWwYjv6FLYfwAWhkBtfMaenHqM9z8yKNzFI9sUTnaly4XlFuyF12i-HedyalHxyvZru3NtlaXX43_ifbsfTTOjlrdfHZzow/s1600/carta+organizzazioni+nell%27economia+mondiale+2%C2%B0+dopoguerra.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt4lH5BRdKOo8RLkmFC9I6J5HjPMxoUN_bbQTCZeKqc05phWwYjv6FLYfwAWhkBtfMaenHqM9z8yKNzFI9sUTnaly4XlFuyF12i-HedyalHxyvZru3NtlaXX43_ifbsfTTOjlrdfHZzow/s200/carta+organizzazioni+nell'economia+mondiale+2%C2%B0+dopoguerra.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Le Organizzazioni Economiche dopo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
la Seconda Guerra Mondiale.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Gli architetti <b>Costa e Niemeyer</b> al lavoro per la realizzazione di<b> Brasilia</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Entra <b>in funzione</b> a titolo sperimentale l'<b>hovercraft</b>, veicolo a cuscino d'aria.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1960</b> -<b> Invenzione del laser</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1961</b> -<b> Costruzione del muro di Berlino</b>. <b> </b>Tra il 1949 e il 1961, circa 2,7 milioni di persone avevano lasciato la Germania orientale, la RDT e Berlino Est: il flusso di fuggiaschi era costituito per circa la metà da persone giovani, sotto i 25 anni, e poneva la dirigenza della RDT davanti a difficoltà sempre maggiori. Quotidianamente circa mezzo milione di persone passava i confini dei settori di Berlino in entrambe le direzioni e quindi potevano confrontare le differenze della qualità della vita fra un settore e l'altro. Solo nel 1960, circa 200.000 persone si trasferirono stabilmente nell’Ovest e la RDT si avvicinava al collasso sociale ed economico.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nelle prime ore del 13 agosto 1961, le maestranze di Berlino Est fecero erigere sbarramenti provvisori nei confini con Berlino Ovest e furono tolti tratti di pavimentazione sulle strade di collegamento fra i due settori. La scelta di una domenica di ferie in piena estate aveva un senso preciso. Nelle settimane e nei giorni successivi, gli <b>sbarramenti di filo spinato</b> sui confini fra Berlino Ovest ed Est furono <b>sostituiti da un muro di lastre di cemento e blocchi forati</b>, costruito da lavoratori edili di Berlino Est controllati pesantemente da sentinelle di frontiera della RDT. Gli edifici sul confine furono trasformati in fortificazioni. In Bernauer Straße, in cui i marciapiedi appartenevano al distretto di Wedding (Berlino Ovest), mentre la fila di edifici a sud apparteneva al distretto di Mitte (Berlino Est), il governo della RDT fece murare le entrate delle case e le finestre al piano terradel lato ovest e gli abitanti potevano accedere alle loro abitazioni solo passando dalla parte dei cortili che si trovavano dalla parte di Berlino Est.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Già prima del 1961 si erano verificati numerosi sfratti forzati, non solo in Bernauer Straße, ma anche in altre zone di confine. Attraverso la costruzione del Muro, da un giorno all’altro furono tagliate e separate strade, piazze, case e i collegamenti del traffico urbano furono interrotti. La sera del 13 agosto il borgomastro Willy Brandt disse davanti al parlamento di Berlino: "L’amministrazione (il Senat) di Berlino denuncia davanti a tutto il mondo le misure illegali e inumane di chi divide la Germania, opprime Berlino Est e minaccia Berlino Ovest". Il 25 ottobre 1961 carri armati americani e sovietici si fronteggiarono al "passaggio per stranieri", il Checkpoint Charlie: soldati delle truppe di frontiera della RDT avevano appena tentato di controllare rappresentanti degli alleati occidentali che stavano entrando nel settore sovietico. Agli occhi degli americani questo comportamento infrangeva il diritto vigente alla libertà di movimento illimitata in tutta la città. Per 16 ore si fronteggiarono così, a solo pochi metri di distanza, entrambe le potenze nucleari. Per i contemporanei fu un <b>momento di altissimo pericolo</b>, ma all'indomani tutte e due le parti si ritirarono; un’iniziativa diplomatica di J. F. Kennedy, il presidente degli Stati Uniti, favorì infatti la dichiarazione del capo del PCUS e dello stato sovietico, Cruschow, che confermava lo status di divisione di Berlino fra le quattro potenze di Francia, Gran Bretagna, USA e URSS.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tra Berlino Ovest e Berlino Est la <b>frontiera fu fortificata</b> da due <b>muri paralleli di cemento armato</b>, separati da una cosiddetta "striscia della morte", larga alcune decine di metri. Durante quegli anni, furono uccise dalla polizia di frontiera della DDR almeno 133 persone, mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Alcuni studiosi sostengono che furono più di 200 le persone uccise mentre cercavano di raggiungere Berlino Ovest o catturate ed in seguito assassinate. Il muro divise in due la città di Berlino per 28 anni, dal 13 agosto del 1961 fino al 9 novembre 1989.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>-</b> <b>II primo uomo nello spazio</b> è il russo <b>Yuri Gagarin</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1962</b> - II <b>Concilio Vaticano II </b>cerca di eliminare le divergenze nel mondo cattolico.<br />
<br />
<b>-</b> Gli Stati Uniti lanciano <b>in orbita il Telstar, primo satellite per comunicazioni</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1963</b> -<b> Vengono scoperti i quasars</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1964</b> - Viene <b>pubblicato</b> “<b>L'uomo a una dimensione</b>” di <b>H. Marcuse</b>.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTaaSm64YKudQ8sddKJsURNBBkTM6BfChB2W_c_fkGp6UVDhYF0lD1lPk6hdZfQAMLJJv321iEWY2xHd0H59ucCWNbJorNvrohYIpcmXBnnoOSeSe0RwSoB5pCtozPtD7_MRM7BxJqLx0/s1600/Mao+Tse+Tung.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTaaSm64YKudQ8sddKJsURNBBkTM6BfChB2W_c_fkGp6UVDhYF0lD1lPk6hdZfQAMLJJv321iEWY2xHd0H59ucCWNbJorNvrohYIpcmXBnnoOSeSe0RwSoB5pCtozPtD7_MRM7BxJqLx0/s200/Mao+Tse+Tung.jpg" width="157" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Mao Tse Tung.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Escono anche i “<b>Pensieri</b>”di <b>Mao Tse Tung</b>.<b> </b><br />
<br />
<b>Nel 1965</b> - Muore Winston Churchill. <b> </b><br />
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span lang="it-IT"><b>-</b> <b>Prime fotografie di Marte inviate a Terra dal Mariner </b></span><span lang="en-US"><b>IV</b>.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1967</b> -<b> Colpo di stato militare in Grecia</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Viene <b>pubblicato</b> “<b>Cent'anni di solitudine</b>” di G. Garcia Marquez (premio Nobel 1982). <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> In Sudafrica <b>Cristian Barnard esegue il primo trapianto di cuore</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1968</b> - Da maggio, a Parigi decolla la <b>contestazione giovanile in Europa</b>.<br />
<br />
<b>-</b> La "<b>primavera di Praga</b>" è repressa dai carri armati sovietici.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqiUfsDN5wd-c3NQsTJN9ETl4E8GHDENXvypVtV_XntdZPYi3RpUt3QXAgocsuzowog5_RwF9Fm7vlGXYh6U1e1n1RL-bSp7SxhucTPdngJnkUEta5NDRKnl7To5TMfTprBn2rmLcPIXKM/s1600/piazzaFontana+manif.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="82" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqiUfsDN5wd-c3NQsTJN9ETl4E8GHDENXvypVtV_XntdZPYi3RpUt3QXAgocsuzowog5_RwF9Fm7vlGXYh6U1e1n1RL-bSp7SxhucTPdngJnkUEta5NDRKnl7To5TMfTprBn2rmLcPIXKM/s200/piazzaFontana+manif.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Manifestazione studentesca dopo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
l'eccidio di Piazza Fontana a Milano.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1969</b> -<b> </b>Con lo scoppio della bomba in <b>piazza Fontana</b> a Milano, inizia<b> in Italia</b> la "<b>strategia della tensione</b>", orchestrata da organismi deviati dello stato, servizi segreti ed estremisti di destra.<br />
La stagione delle lotte studentesche e operaie, del mitico ’68 e del cosiddetto “Autunno Caldo” del ’69, verranno interrotte bruscamente da quella che si preannuncia, tristemente, come la prima di numerose stragi che macchieranno l’Italia nel corso di tutti gli anni ’70.<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzk48xabsxgkKgH4bluIgHf4E_PVEaXNGC6jDFxYqTfNOSBEIpwJDIjQR5AkkfU-a6G3CiLBCFV8Br_1tVYhoVaBoCinJQNxkxZ9z9W-5oIJ0VektyK9CdExlmPAFK94nh2k8QhYlMM95T/s1600/allunaggio.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzk48xabsxgkKgH4bluIgHf4E_PVEaXNGC6jDFxYqTfNOSBEIpwJDIjQR5AkkfU-a6G3CiLBCFV8Br_1tVYhoVaBoCinJQNxkxZ9z9W-5oIJ0VektyK9CdExlmPAFK94nh2k8QhYlMM95T/s200/allunaggio.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Immagini diffuse dalla stampa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
sull'atterraggio sulla Luna.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRCZMYG-dYe3-lwG6CLBXovlpSa7_BD1wEN8IVdnF45lvt-KiW7Ic2DN86Iglug5kb4JPZbpX9ZnVW53M168O5Y1-X4GolrfikQVXVFmWE3IZWHhEvz_3PlDd3gCkaq3ZIgMaflYz4bF4l/s1600/lunakhod+1.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRCZMYG-dYe3-lwG6CLBXovlpSa7_BD1wEN8IVdnF45lvt-KiW7Ic2DN86Iglug5kb4JPZbpX9ZnVW53M168O5Y1-X4GolrfikQVXVFmWE3IZWHhEvz_3PlDd3gCkaq3ZIgMaflYz4bF4l/s1600/lunakhod+1.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il Lunakhod 1, veicolo spaziale</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
sovietico.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> L'americano <b>Armstrong</b>, con la missione Apollo 11, <b>mette piede sulla Luna</b>, o almeno questo è quello che si sostiene ufficialmente. Sono in tanti a pensare che si sia trattato di una montatura eseguita negli studi televisivi americani. La coincidenza delle immagini degli astronauti americani e di un veicolo automatico dell'URSS che scorazzava nella stessa zona, ha fatto pensare ad un accordo russo-americano sull'eventuale "<b>balla spaziale</b>".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1971</b> -<b> Richard Nixon annuncia l'inconvertibilità dollaro-oro</b>. Richard Nixon,<b> </b>presidente degli Stati Uniti d'America, confessa che la Federal Riserve, non ha l'oro che controverta la massa dei dollari in circolazione nel mondo. Dalle banconote di tutto il mondo scompare la dicitura "..da cambiarsi con pari valore in oro." Tra il 1971 e il 1973, sotto la presidenza di Richard Nixon, <b>gli Stati Uniti abbandonarono il regime di convertibilità del dollaro in oro, adottando un sistema fondato sull'inconvertibilità del dollaro</b>. Gli Stati Uniti decidono quindi di lasciar fluttuare liberamente la moneta secondo la legge della domanda e dell'offerta, operando una serie di svalutazioni monetarie fino al 1973. Ciò favorisce un aumento improvviso e repentino della circolazione monetaria e un più forte irrobustimento dei fenomeni inflattivi già verificatisi alla fine degli anni sessanta, complice anche lo shock petrolifero dello stesso 1973 (che vide aumentare di tre volte il prezzo del petrolio). <b> </b><br />
<br />
<b>-</b> <b>Le teorie keynesiane in quel tempo subirono un rapido declino</b>, sotto i colpi delle critiche e delle accuse alla dottrina keynesiana stessa,<b> </b>di aver provocato stagflazione, rivolte dagli economisti monetaristi (convinti, sulla base dell'equazione di Fisher, che fosse il volume di moneta a determinare i prezzi) e neoclassici (tra cui il più influente fu Milton Friedman).<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWWc7wPZMSyCNR4mCvA645rf38WRpmoHVxnlRpsHuyUeQ6l9JhgDt8tie8b5x-A6FUZg-gBEkes5FHRRoeDnfxR9OlNIEXxZbnpSlpOi7vM2lyn8DN45cduA0Wv2BOPf_HzjbcxlCFEwFA/s1600/keynes.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWWc7wPZMSyCNR4mCvA645rf38WRpmoHVxnlRpsHuyUeQ6l9JhgDt8tie8b5x-A6FUZg-gBEkes5FHRRoeDnfxR9OlNIEXxZbnpSlpOi7vM2lyn8DN45cduA0Wv2BOPf_HzjbcxlCFEwFA/s200/keynes.jpg" width="166" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
John Maynard Keynes.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>L'economia keynesiana</b> è una scuola di pensiero economica basata sulle idee di <b>John Maynard Keynes</b>, economista britannico vissuto a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. Keynes ha spostato l'attenzione dell'economia dalla produzione di beni alla domanda, osservando come in talune circostanze la domanda aggregata è insufficiente a garantire la piena occupazione. Di qui la necessità di un intervento pubblico di sostegno alla domanda, nella consapevolezza che altrimenti il prezzo da pagare è un'eccessiva disoccupazione e che nei periodi di crisi, quando la domanda diminuisce, è assai probabile che le reazioni degli operatori economici al calo della domanda producano le condizioni per ulteriori diminuzioni della domanda aggregata. Da qui la necessità di un intervento da parte dello Stato per incrementare la domanda globale, che a sua volta determina un aumento dei consumi, degli investimenti e dell'occupazione. Questa teoria si oppone alle conclusioni della cosiddetta economia neoclassica, sostenitrice della capacità del mercato di riequilibrare domanda e offerta grazie alla legge di Say. Un particolare aspetto di questa dottrina economica è il keynesismo militare che teorizza un aumento della produzione industriale a scopi militari come fattore di sviluppo economico.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>I pilastri della teoria keynesiana sono</b>:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la <b>preferenza per la liquidità</b>; Nella teoria neoclassica, il tasso di interesse rappresenta il "premio per il risparmio", e questa variabile non viene presa in considerazione nella sua teoria monetaria, riconducibile alla teoria quantitativa della moneta di Irving Fisher. Nella teoria quantitativa, infatti, la moneta è vista solo nella sua funzione di "intermediario degli scambi". Il tasso di interesse è determinato nel cosiddetto mercato delle merci, ove vengono scambiati risparmio e investimento. Nella cosiddetta versione di Cambridge della teoria quantitativa della moneta, viene introdotto il movente "precauzionale" che soggiace alla preferenza per la liquidità: gli individui desidereranno mantenere moneta in forma liquida in maniera proporzionale rispetto alla propria ricchezza, per poter far fronte ad acquisti futuri. Questa versione della teoria quantitativa è detta versione in termini "di stock" (non "di flussi", come è invece per la teoria fisheriana), in quanto si riferisce alla quantità di moneta che gli individui intendono possedere in forma liquida in un determinato momento. Entra in gioco, quindi, la funzione della moneta di "riserva di valore". Secondo Keynes, che tratta approfonditamente questo argomento nel capitolo 15 della sua Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, Gli incentivi psicologici e commerciali alla liquidità (ma lo introduce nel capitolo 13, La teoria generale del tasso di interesse), il tasso di interesse non è il "premio per il risparmio" o, in altri termini, "per l'astensione dal consumo abituale", ma, piuttosto, esso rappresenta il costo-opportunità di detenere la moneta in forma liquida (tesoreggiamento), piuttosto che utilizzarla per acquistare titoli, immobili o altre attività (finanziarie o reali) fruttifere. La scelta tra i due modi di conservare la ricchezza è, quindi, determinata dal livello del tasso di interesse. Alle motivazioni transattiva e precauzionale, Keynes aggiunge quella speculativa, volta a ottenere il massimo vantaggio dalla suddivisione della propria ricchezza tra liquidità e le varie attività finanziarie e reali disponibili sul mercato. La preferenza per la liquidità aumenta al diminuire del tasso di interesse, secondo Keynes. Un abbassamento del tasso di interesse infatti, fa preferire la liquidità per due motivi: in primo luogo, si preferisce detenere moneta per approfittare di un possibile aumento del tasso in futuro; in secondo luogo, si preferisce detenere moneta per evitare le perdite patrimoniali derivanti dal fatto che quando il tasso di interesse aumenta, il valore dei titoli diminuisce. L'offerta di moneta è determinata endogeneamente: essa cioè non è determinata a discrezione del sistema bancario, ma si determina spontaneamente come risultato dell'equlibrio che si è creato nel mercato delle merci e in quelle del lavoro. Il tasso di interesse di equilibrio è quello che rende pari offerta e domanda di moneta.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la<b> legge della domanda effettiva</b>; Il principio della domanda effettiva, in macroeconomia, consiste nell'assunzione che il livello della produzione, e quindi del reddito, è influenzato dal livello della domanda aggregata. Il principio può anche essere enunciato dicendo che le variazioni del reddito portano in equilibrio risparmio e investimento. La domanda effettiva è il punto nel quale il ricavo previsto da un dato livello di occupazione eguaglia il prezzo complessivo di offerta, ed è il livello al quale si attesterà la produzione. Questo principio è alla base delle formulazioni teoriche di alcuni economisti. Il più conosciuto tra questi è John Maynard Keynes, che l'ha utilizzato nella sua Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta. In realtà, anche altri economisti prima di Keynes avevano teorizzato questo principio: tra essi vi sono Michał Kalecki, Thomas Robert Malthus e Karl Marx. La teoria in questione afferma il contrario di quanto sostenuto da Jean-Baptiste Say e dalla sua celebre "legge", in base alla quale l'offerta genera una domanda di importo equivalente.</div>
- il <b>moltiplicatore keynesiano</b>; In economia il moltiplicatore keynesiano è uno strumento fondamentale di analisi macroeconomica. Elaborato dall'economista inglese John Maynard Keynes, tale strumento permette di individuare l'effetto di un certo livello di consumo all'interno del sistema economico sul reddito finale del sistema stesso. Il moltiplicatore misura infatti la percentuale di incremento del reddito nazionale in rapporto all'incremento di una o più variabili macroeconomiche componenti la domanda aggregata: consumi, investimenti e spesa pubblica.<b></b><br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Nello stesso 1971 una <b>scoperta scientifica</b> fornirà una nuova arma al <b>sistema finanziario</b> liberista occidentale per la <b>conquista globale</b>, avvenuta dopo il crollo dell'URSS, la conseguente riunificazione tedesca e l'appropriazione dei meccanismi economici nazionali togliendolo dalle competenze degli Stati, <b>attraverso l'informatizzazione</b> degli scambi finanziari e la <b>creazione di capitali virtuali</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Intel - con sede a Santa Clara, in California - all'inizio produceva componenti per memorie e durante gli anni settanta era divenuta leader nella produzione di memorie DRAM, SRAM e ROM. Da quando però nel 1971 Marcian Hoff, Federico Faggin, Stanley Mazor e Masatoshi Shima costruirono il primo microprocessore, l'Intel 4004, la produzione si spostò verso quella dei microprocessori facendo diventare Intel una dei colossi in questo settore.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2McxSCQHKN8pYcVv_mkiU04UHM6hXEkaAkrOWlfGNXpk997kjY_3eviO7jHIoAKNjqvK8cEnsr_nM_hE6AnM5hkUOQoftC-_LmGkqjiNnlrHk8DwWXnIfnQlVVD1TfgDUtQylGFusc5A4/s1600/Federico-Faggin-Intel1-800x533.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="800" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2McxSCQHKN8pYcVv_mkiU04UHM6hXEkaAkrOWlfGNXpk997kjY_3eviO7jHIoAKNjqvK8cEnsr_nM_hE6AnM5hkUOQoftC-_LmGkqjiNnlrHk8DwWXnIfnQlVVD1TfgDUtQylGFusc5A4/s200/Federico-Faggin-Intel1-800x533.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Federico Faggin.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
A metà del 1969 un gruppo di ingegneri della ditta giapponese Busicom, fra cui Masatoshi Shima, si recò in California a visitare la Intel, che allora era una “startup”, cioè una ditta da poco avviata. Il loro obiettivo era negoziare lo sviluppo di sette circuiti integrati, necessari per realizzare il loro progetto di una serie di calcolatrici da tavolo. Il capo del dipartimento di "Application Research", Ted Hoff, dopo aver esaminato l'architettura Busicom, inizialmente ripartita su sette chip, di cui 3 erano dedicati a fare la funzione di una CPU specializzata, ebbe l'idea di semplificarla in soli quattro chip, implementando la CPU in un unico chip. La proposta di Hoff consisteva in un'architettura a blocchi ed un set di istruzioni formulate con l'aiuto del suo assistente Stanley Mazor; l'idea fu proposta a Busicom, che accettò e il gruppo rientrò in Giappone nel mese di ottobre del 1969. Ted Hoff a questo punto considerava finito il suo lavoro ed il progetto fu trasferito ad un altro dipartimento, il dipartimento MOS di cui era a capo Les Vadasz. Né Hoff né Mazor dettero ulteriori contributi nelle critiche fasi di design e sviluppo del progetto in quanto non erano progettisti di chip e non avrebbero potuto progettare un chip della complessità del 4004. Il progetto languì per molti mesi accumulando un grande ritardo rispetto ai tempi pattuiti con la Busicom, finché Federico Faggin fu assunto da Vadasz alla Intel come capo-progetto e designer dei chip agli inizi di aprile del 1970. Faggin preparò una nuova tabella di marcia che richiedeva l'aiuto di un secondo ingegnere per ridurre il ritardo. La Busicom accettò la nuova tempistica e Shima rimase in California per sei mesi ad aiutare Faggin. Shima era un software e logic designer, e non aveva alcuna esperienza di chip design, però aveva molta voglia di imparare ed affiancò Faggin, per sei mesi, collaborando con lui soprattutto nella delicata fase di controllo dei circuiti e della logica. Tornato in Giappone Shima si occupò poi di sviluppare il software per la calcolatrice, il primo prodotto commerciale che usò il 4004.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Lavorando con grande accanimento <b>Faggin riuscirà a completare il primo microchip digitale</b> con successo nel tempo record di nove mesi. Il 4004 fu completamente funzionale<b> verso la metà di marzo 1971</b>. Faggin in seguito convinse i manager della Intel a introdurre il chip sul mercato anche se il progetto originale era un progetto esclusivo per il cliente Busicom. Busicom aveva infatti richiesto un abbassamento del costo dei chip della famiglia MCS-4, ed Intel accettò a patto di poter usare la nuova CPU in sistemi che non fossero calcolatrici elettroniche. Busicom accettò e nel novembre del 1971 Intel annunciò al pubblico il 4004 con lo slogan "Annuncing a new era of integrated electronics". L'Intel 4004 fu <b>messo in commercio </b>con un formato a 16 piedini dual in-line<b> il 15 novembre del 1971</b> ed era costituito da circa 2.300 transistor. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1972</b> - I paesi della Comunità Economica Europea (<b>CEE</b>) si accordano per mantenere stabili i tassi di cambio attraverso operazioni finanziarie, dando vita al cosiddetto «<b>serpente monetario</b>», che si scioglie due anni dopo con l'uscita di Francia e Italia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nell'ottobre 1972 è creato <b>il fondo europeo</b> per la cooperazione monetaria, che stanziava gli <b>ECU</b> (o Unità di conto europea: un paniere di monete, che fluttuavano entro il 2.25% - 6% per la lira, a causa del suo elevato tasso di inflazione - attorno alla parità nei tassi di cambio bilaterali con altri paesi membri.alle banche centrali dei paesi membri in cambio di depositi in oro e dollari USA.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli aggiustamenti periodici incrementavano i valori delle monete forti e diminuivano quelli delle monete più deboli, ma dopo il 1986 i cambi nei tassi nazionali di interesse erano soliti mantenere le valute entro un intervallo ristretto.</div>
<br />
<b>Nel 1973</b> - <b>La finanza internazionale</b> <b>riprende le redini</b> dei cambi, che non sono più fissi e ottiene il controllo dell'economia mondiale, dando il via alle speculazioni finanziarie: <b>fine degli Accordi di Bretton Woods</b>. I<b> mercati finanziari riescono a riottenere il timone delle politiche economiche degli stati sovrani</b>. I cambi valutari diventano flessibili, la creazione di imprese multinazionali a cervello statunitense, scardinano il protezionismo europeo. I paradisi fiscali sottraggono alle economie degli stati, la liquidità.<br />
<b>Le teorie keynesiane</b> in quel tempo subirono un <b>rapido declino</b>, sotto i colpi delle <b>critiche</b> e delle accuse alla dottrina keynesiana stessa,<b> </b>di aver provocato stagflazione, rivolte dagli economisti monetaristi (convinti, sulla base dell'equazione di Fisher, che fosse il volume di moneta a determinare i prezzi) e <b>neoclassici </b>(tra cui il più influente fu Milton Friedman).<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOkFGVPf29kfmrcaFVlLIorSBz160148vv1JQ_Qsh2pti8Y0Uv-hMkEK0h1l0-PdpBqNuAFn89P9XAxT0TAPyRYPdMR06g08JbCEKr1FUvRu3JLL-RygD5qq-9ULSMyDQ4sQmwFlRcB9-M/s1600/friedman.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOkFGVPf29kfmrcaFVlLIorSBz160148vv1JQ_Qsh2pti8Y0Uv-hMkEK0h1l0-PdpBqNuAFn89P9XAxT0TAPyRYPdMR06g08JbCEKr1FUvRu3JLL-RygD5qq-9ULSMyDQ4sQmwFlRcB9-M/s200/friedman.jpg" width="173" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Milton Friedman.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
- <b>Milton Friedman</b> nacque in una famiglia ebrea poverissima, emigrata dall'Europa orientale, (Austria- Milton FriedmanUngheria, attualmente Ucraina), divenne un liberista convinto. È stato più volte definito l'anti-Keynes, per il suo rifiuto verso qualsiasi intervento dello Stato nell'economia ed il suo sostegno convinto a favore del libero mercato e della politica del laissez-faire. I suoi maggiori contributi alla teoria economica riguardano gli studi<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- sulla <b>teoria quantitativa della moneta</b>,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- sulla <b>teoria del consumo</b>, </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- sull'<b>elaborazione del concetto di tasso naturale di disoccupazione</b> </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- e <b>sul ruolo e l'inefficacia della curva di Phillips nel lungo periodo</b>. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Secondo Friedman, l'inflazione è solo un fenomeno monetario e non è utile nel lungo periodo per ridurre la disoccupazione. La sua regola di politica monetaria, incentrata nel conseguimento del controllo della crescita della massa monetaria, è stata utilizzata dalla Federal Reserve negli Stati Uniti ed anche dalla Banca centrale europea (BCE). Autore di molti libri tra i quali menzioniamo “Capitalismo e libertà”, “Liberi di scegliere” e “Due persone fortunate”, Friedman si dimostra un ottimo divulgatore ed uno dei più insigni rappresentanti del pensiero liberista in economia del nostro tempo. Le sue teorie hanno esercitato una forte influenza sulle scelte del governo britannico di <b>Margaret Thatcher</b> e di quello statunitense di <b>Ronald Reagan</b>, degli anni ottanta. Le sue idee sono ancora oggi oggetto di accesi dibattiti: ad esempio, rigettò la stakeholder view e la responsabilità sociale d'impresa, sul piano economico ed etico, sostenendo che i manager sono agenti per conto terzi e dipendenti dei proprietari-azionisti, e che devono agire nell'interesse esclusivo di questi ultimi (utilizzare il denaro degli azionisti per risolvere problemi sociali, significa fare della beneficenza con i soldi degli altri, senza averne il permesso e tassarli senza dare un corrispondente servizio, violando il principio del «no taxation without representation»). Sono stati oggetto di controversia i suoi rapporti con il regime dittatoriale di Augusto Pinochet in Cile. Pinochet intraprese una serie di riforme economiche di stampo liberista che seguivano gli orientamenti di Friedman. Diversi economisti suoi allievi consigliarono il generale nell'attuazione di queste riforme, e lo stesso Friedman nel 1975 indirizzò a <b>Pinochet</b> una lettera raccomandandogli un programma economico conforme alle proprie teorie. Per questa sua collaborazione con Pinochet, Milton Friedman è stato spesso attaccato, come avvenuto svariate volte anche a José Piñera, altro economista liberista autore della riforma delle pensioni in Cile. Il 17 ottobre 1988 è stato insignito della Medaglia presidenziale della libertà, la prestigiosa onorificenza statunitense, dal Presidente Ronald Reagan, convinto seguace neoliberista. Nel 2005, Milton Friedman è stato il primo firmatario di un appello sottoscritto da oltre 500 economisti statunitensi per denunciare gli enormi costi (7,7 miliardi di dollari all'anno) del proibizionismo sulla marijuana. Considerava questa legge un sussidio virtuale del governo al crimine organizzato. È morto per infarto cardiaco il 16 novembre 2006 a San Francisco all'età di 94 anni.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>Shock petrolifero</b> causato dalla Guerra del Kippur (conflitto fra Israele da una parte ed Egitto e Siria dall'altra) con improvvise difficoltà di approvvigionamento energetico e conseguenti consistenti abbassamenti dell'offerta (per ritorsione contro gli occidentali che appoggiavano Israele) e della capacità operativa dell’<b>OPEC</b> (di cui facevano parte principalmente paesi mediorientali e africani esportatori di petrolio).<br />
<br />
<b>-</b> <b>Gran Bretagna, Eire</b> e<b> Danimarca</b> entrano nella <b>CEE</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Lancio di <b>Pioneer 11 </b>verso<b> Giove e Saturn</b>o.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1974</b> - <b>Fine della dittatura</b> in<b> Portogallo </b>e in<b> Grecia</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Lo scrittore <b>Solgenitsyn deve lasciare l'URSS</b> per atteggiamenti non graditi al regime.<br />
<br />
<b>-</b> Morte di Pablo <b>Picasso</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Prime fotografie di<b> Giove </b>avvicinato dai Pioneer 10 e 11.<br />
<br />
<b>-</b> Petra Krause<b> </b>è<b> ricercata</b> da polizie e servizi di mezza Europa per attività terroristica e furti di materiale bellico che serviva ad alimentare gli arsenali di diversi gruppi eversivi europei.<br />
<b>Petra Krause</b> nasce a Berlino nel 1939 e dopo pochi mesi viene rinchiusa con la sua famiglia ad Auschwitz.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgauHJ513t8axRVx4RFaltQkot7wT_tNJfjfK6H4jxBZxlDyvgsuqY_1bDSTo90CE_Fd1vBzy8LSZpVbabUzmU441H4Wc-LS6gfwZG5t_QVenA9tGgAQeShLtURWU6bv3PSwSyYJehuOlU/s1600/petra+K.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgauHJ513t8axRVx4RFaltQkot7wT_tNJfjfK6H4jxBZxlDyvgsuqY_1bDSTo90CE_Fd1vBzy8LSZpVbabUzmU441H4Wc-LS6gfwZG5t_QVenA9tGgAQeShLtURWU6bv3PSwSyYJehuOlU/s1600/petra+K.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Petra Krause.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In Italia arriva per la prima volta nel ' 57, e ci tornerà più volte: nel ' 74 e '75 introduce in Italia ordigni. la Cassazione la condannerà a 6 anni e 3 mesi nell'84. Da un articolo del Corriere della Sera del 2000: "La terrorista tedesca starebbe dietro alla riorganizzazione dei gruppi armati a livello internazionale. Nelle indagini anche la primula rossa Petra Krause. ROMA - Mentre i riflettori sono puntati sul presunto telefonista delle nuove Br, il lavoro sotterraneo di intelligence sulle radici profonde della rinascita dei gruppi armati ha, al centro, ancora una volta una donna. Una vecchia conoscenza delle polizie e dei servizi segreti di mezzo mondo e da almeno venticinque anni vera primula rossa del terrorismo internazionale: la cittadina tedesca Petra Krause, assurta agli onori della cronaca anche in Italia a metà degli anni Settanta perché arrestata, scarcerata, definitivamente condannata a sei anni di reclusione per aver introdotto nel nostro Paese materiale bellico, rubato all' esercito elvetico. Berlinese, la Krause è coetanea della francese Helyette Bess (la «pasionaria» di Action Directe che, secondo il gip romano Otello Lupacchini, potrebbe aver aiutato a entrare in clandestinità in Francia due esponenti br intorno ai quali si sarebbe riorganizzata la banda armata) e dell' italiano Giuseppe Maj, il leader dei Carc (Comitati d' appoggio alla resistenza per il comunismo), che per gli investigatori è la struttura di collegamento tra Br e altre formazioni. Ma sicuramente il «peso» specifico della Krause nelle vicende del terrorismo mondiale (non solo in Europa, ma anche in Sud America) sarebbe di gran lunga maggiore. Non solo per il passato, ma anche per il presente. Un ruolo che si sarebbe addirittura rafforzato dopo la cattura nell' agosto del 1994 in Sudan del famoso «Carlos», lo Sciacallo, arresto che potrebbe aver giocato il ruolo di spartiacque nelle vicende terroristiche più recenti. Da allora, infatti, si è registrata una ripresa dei gruppi armati europei che proprio intorno al ' 95 e al ' 96 sembrano essersi come rivitalizzati. A questa riorganizzazione, secondo le analisi e le informazioni in possesso dei servizi segreti europei, non sarebbe estranea la Krause. Di certo, il voluminoso fascicolo che riguarda la donna, conservato al ministero dell'Interno, si è incrementato, nei mesi scorsi, di numerosi e particolareggiati dossier, raccolti dopo l' assassinio di Massimo D'Antona. Rapporti in cui si citano decine e decine di nomi di personaggi che sono transitati, anni fa, come meteore nel firmamento del terrorismo italiano ed europeo. Personaggi che sono ormai usciti dal carcere, o sono in semilibertà. Da vecchi esponenti napoletani dei Nap a leve relativamente nuove, composte da quarantenni svizzeri: tutti collegati più o meno direttamente con la Krause. Viene, insomma, disegnata una ragnatela di rapporti, conoscenze e supporti che, avendo delle ben precise radici nel passato, è pericolosamente presente ancora adesso, dentro e fuori le nostre frontiere. Gli investigatori hanno in particolare messo in evidenza l' esistenza di una centrale elvetica di sostegno presso un noto studio legale. Qui, lavora un uomo vicino alla Krause. Si tratterebbe di «una vera e propria colonna esterna» di appoggio alle bande armate. Un «Soccorso rosso internazionale», in grado di assicurare assistenza a trecentosessanta gradi. Tutto ciò preoccupa non poco gli investigatori, perché si tratta di una struttura in grado anche di aggregare consenso e di influire sull' atteggiamento dei media (in favore della Krause, alla fine degli anni Settanta, ci fu una straordinaria mobilitazione di stampa), cioè di dilatare al massimo la capacità di raccogliere simpatie e appoggi di ogni tipo. Potrebbe essere letta in questa luce anche la presenza di quella «talpa istituzionale» della cui esistenza è certo il gip Lupacchini dopo la fuga di notizie sull' imminente arresto di Alessandro Geri e la cui azione è stata definita «dolosa» dal ministro dell' Interno, Enzo Bianco. A questo proposito, tra gli investigatori, c' è chi ricorda il caso della talpa di cui si sospettò l'esistenza dopo il delitto Giorgieri. Si trattava di un militante delle Ucc che lavorava presso il Viminale."<br />
<b><br /></b><b>Nel 1975</b> - Morte di Franco; <b>fine della dittatura in Spagna</b>.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Prime <b>fotografie</b> della superficie di <b>Venere</b> raggiunta da Venera 9 e Venera 10.<br />
<br />
<b>-</b> L'<b>ONU</b> proclama "<b>l'anno internazionale della donna" a favore dell'emancipazione femminile nel mondo</b>.<b> </b><br />
<br />
<b>-</b> A partire dalla metà degli anni settanta la <b>deregolamentazione finanziaria</b>, la creazione di nuovi strumenti finanziari, i progressi tecnologici nel campo dell'informatica e l’aumento della liquidità nell'economia internazionale, accanto all’aumento del prezzo del petrolio, hanno prodotto un rafforzamento del ruolo della finanza internazionale all'interno del sistema economico, con perno nelle maggiori piazze borsistiche globali, tanto che, ad oggi, <b>il peso economico dei prodotti finanziari risulta superiore a quello della produzione mondiale di beni e servizi</b>. La costituzione di fondi sovrani (strumenti finanziari a controllo pubblico che dispongono di enormi liquidità), tra cui "hedge fund" e "private equity", attraverso l'impiego delle riserve accumulate dai paesi esportatori di petrolio (i petrodollari) e da alcuni paesi asiatici grazie ai surplus commerciali, hanno determinato la creazione di forti indotti di liquidità finanziaria utilizzati anche per scopi speculativi. Grazie alle politiche delle banche centrali, a partire da quelle adottate dalla FED (il Federal Reserve System conosciuto anche come Federal Reserve ed informalmente come la Fed è la banca centrale degli Stati Uniti d'America), che favorirono il basso costo del denaro, venne incentivata una più facile erogazione del credito alle<b> famiglie, spinte a indebitarsi in misura crescente</b> per alimentare i consumi, <b>e agli speculatori</b> (banche d'investimento, imprese e fondi finanziari), portati a effettuare investimenti sui mercati finanziari (con la conseguente creazione di <b>bolle speculative, con ricadute poi sull'economia produttiva</b>). Anche <b>i grossi istituti finanziari, le banche di investimento</b> in particolare, presero a<b> indebitarsi a breve termine per realizzare operazioni speculative</b>. Tutto ciò era favorito, soprattutto con riguardo alle più massicce attività di compravendita azionaria, dalla creazione di "sistemi bancari ombra" (sistemi di intermediazione creditizia costituiti da entità ed attività operanti al di fuori del normale sistema bancario), messi in opera dalle stesse banche, <b>che sfruttavano spazi di contrattazione non regolamentati</b> (le così dette "dark pools") e specializzati nella raccolta e nell'investimento di prodotti e sotto-prodotti finanziari strutturati, oltreché derivati finanziari. A ciò va aggiunto il <b>crescente peso esercitato dalle agenzie di rating americane</b> (Moody's, Standard & Poor's, Fitch), spesso accusate di esprimere giudizi di valutazione del credito tendenziosi. L'<b>aumento dell'inflazione</b> durante gli anni settanta, determinato da shock di natura geopolitica legata a squilibri nell'area mediorientale e dai conseguenti rialzi dei prezzi delle commodities (del petrolio su tutte, che triplicò il suo costo nuovamente nel 1979), dalle <b>rivendicazioni operaie</b> e poi dalla <b>recessione del 1975</b>, l'emergere di <b>teorie a supporto della liberazione da vincoli e posizioni di monopolio</b> (specie statale, connesso ai grandi enti a controllo pubblico) dell'economia, condusse alla ribalta le <b>teorie di matrice liberoscambista</b>, influenzate dalle ricerche dell'Università di Chicago e dalle teorie patrocinate dagli studiosi Ludwig von Mises, Friedrich von Hayek, Alfred Edward Kahn e lo stesso Friedman. Agli inizi degli anni sessanta gli Stati Uniti, che fino ad allora erano stati fornitori marginali di greggio, ovvero in grado di esercitare influenza sui prezzi ed equilibrare il mercato intervenendo sui volumi di forniture, videro erodere la propria capacità inutilizzata di petrolio. Successivamente, gli shock petroliferi del 1973 (Guerra del Kippur) e del 1979 (Rivoluzione iraniana) con improvvise difficoltà di approvvigionamento energetico e conseguenti consistenti abbassamenti dell'offerta e della capacità operativa dell’<b>OPEC</b> (di cui facevano parte tredici paesi esportatori di petrolio, principalmente mediorientali e africani: Algeria, Angola, Libia, Nigeria, Iran, Iraq, Kuwait, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Ecuador, Venezuela), crearono ulteriori turbolenze nel mercato petrolifero e<b> una impennata inflazionistica generalizzata, che colpì soprattutto i paesi dell'Europa occidentale e il Giappone</b>. L’aumento conseguente delle quotazioni del greggio causò una <b>marcata flessione della domanda mondiale</b>, specialmente nei paesi OCSE,<b> inducendo alcuni paesi esterni all’OPEC ad accrescere l’offerta di petrolio</b>. Ciò indebolì il controllo dell’Organizzazione, favorendo un<b> progressivo calo delle quotazioni</b>. (L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico <b>OCSE</b> o Organisation for Economic Co-operation and Development - OECD e Organisation de coopération et de développement économiques - OCDE in sede internazionale, è un'organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri, paesi sviluppati aventi in comune un sistema di governo di tipo democratico ed un'economia di mercato. L'organizzazione svolge prevalentemente un ruolo di assemblea consultiva che consente un'occasione di confronto delle esperienze politiche, per la risoluzione dei problemi comuni, l'identificazione di pratiche commerciali ed il coordinamento delle politiche locali ed internazionali dei paesi membri. L'OCSE conta 34 paesi membri e ha sede a Parigi.<br />
<br />
<b>Nel 1976</b> -<b> </b>"<b>The Mousetrap</b>" compie la <b>10.000° replica a Londra</b> e continua.<br />
<br />
<b>-</b> II <b>Concorde</b> è il<b> primo aereo supersonico impiegato in voli commerciali e passeggeri.</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1977</b> - A Bologna <b>un carabiniere uccide uno studente</b>: per <b>tre giorni scontri</b> fra Movimento degli studenti, disoccupati, non garantiti e la polizia.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Scoperta</b> in Grecia la <b>tomba di Filippo II il Macedone</b>. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Lancio di Voyager 1 e Voyager 2</b> destinati all'esplorazione dei pianeti esterni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1978</b> - Morte di papa Paolo VI, <b>breve pontificato di Giovanni Paolo I</b>, morto misteriosamente dopo 30 giorni di pontificato: in uno dei suoi discorsi da papa, aveva detto "... Dio è anche madre, non solo padre".<br />
<br />
<b>-</b> <b>Elezione di Giovanni Paolo II</b>, primo papa polacco.<br />
<b><br /></b><b>-</b> A Londra <b>chiude il quotidiano </b>"<b>Times</b>" dopo 193 anni.<br />
<br />
<b>-</b> Assegnato <b>a Begin</b> (premier israeliano)<b> e Sadat </b>(premier egiziano) il premio Nobel per la pace. Non molto tempo dopo, Sadat sarà ucciso.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi113m9M-34jqvm5IiTHcruE-sg_B_WGDS4H0pFsAy01Xnzp3BQ_EWLX7uDa8vvFkrWkMAQW6s5J9ai1O5eMZONpfm9SFe0kaIQP7ZK9wEeToiREL-RGj_KwHoMQhAELwMWjvWWtZMlIfU/s1600/aldo+moro+br.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi113m9M-34jqvm5IiTHcruE-sg_B_WGDS4H0pFsAy01Xnzp3BQ_EWLX7uDa8vvFkrWkMAQW6s5J9ai1O5eMZONpfm9SFe0kaIQP7ZK9wEeToiREL-RGj_KwHoMQhAELwMWjvWWtZMlIfU/s1600/aldo+moro+br.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Aldo Moro prigioniero delle BR.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> <b>A Roma rapimento e assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse</b>. Imposimato conferma: “Moro fu ucciso per volere di Andreotti e Cossiga, responsabili della stragi: da Piazza Fontana a Via D’Amelio”: Postato il 28 luglio 2013 in <a href="http://siamolagente.altervista.org/imposimato-conferma-moro-fu-ucciso-per-volere-di-andreotti-e-cossiga-responsabili-della-stragi-da-piazza-fontana-a-via-damelio/" target="_blank">http://siamolagente.altervista.org/imposimato-conferma-moro-fu-ucciso-per-volere-di-andreotti-e-cossiga-responsabili-della-stragi-da-piazza-fontana-a-via-damelio/</a>. Ferdinando Imposimato torna a parlare del caso del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro e lo fa puntando il dito contro quelli che allora erano i vertici dello stato e della Democrazia Cristiana: Giulio Andreotti e Francesco Cossiga. Ferdinando Imposimato (Maddaloni, 9 aprile 1936) è un magistrato, politico e avvocato italiano. È presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. Si è occupato della lotta alla mafia, alla camorra e al terrorismo: è stato il giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l'attentato al papa Giovanni Paolo II del 1981, l'omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione. Attualmente si occupa della difesa dei diritti umani. L’ex giudice istruttore della vicenda dice: “L’uccisione di Moro è avvenuta per mano delle Brigate Rosse, ma anche e soprattutto per il volere di Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e del sottosegretario Nicola Lettieri”. Poi ha aggiunto: “Se non mi fossero stati nascosti alcuni documenti li avrei incriminati per concorso in associazione per il fatto. I servizi segreti avevano scoperto dove le Br lo nascondevano, così come i carabinieri. Il generale Dalla Chiesa avrebbe voluto intervenire con i suoi uomini e la Polizia per liberarlo in tutta sicurezza, ma due giorni prima dell’uccisione ricevettero l’ordine di abbandonare il luogo attiguo a quello della prigionia”. “Quei politici - ha detto Imposimato - sono responsabili anche delle stragi: da Piazza Fontana a quelle di Via D’Amelio. Lo specchietto per le allodole si chiama Gladio. A Falcone e Borsellino rimprovero soltanto di non aver detto quanto sapevano, perché avevano capito e intuito tutto, tacendo per rispetto delle istituzioni. Per ucciderli Cosa Nostra ha eseguito il volere della Falange Armata, una frangia dei servizi segreti”. Ferdinando Imposimato appena un mese fa ha presentato un esposto alla Procura di Roma, affermando che le forze dell’ordine sapevano dove si trovava la prigione di Aldo Moro.<br />
Per questo i magistrati hanno aperto un fascicolo per valutare se esistano i presupposti per riaprire il caso Moro. Nel testo di Imposimato ci sono le rivelazioni di 4 appartenenti a forze dell’ordine e armate secondo cui il covo Br di via Montalcini fu monitorato per settimane. Ma non è tutto: recentemente la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine relativo alle dichiarazioni di due artificieri, che hanno raccontato come il ritrovamento della Renault 4 contenente il cadavere di Moro sia avvenuto alle 11, e come sul posto fosse stato presente fin da subito Francesco Cossiga. "Si è detto che Moro fu rapito perché con lui le Brigate Rosse volevano colpire l'artefice della solidarietà nazionale, e dell'avvicinamento tra DC e PCI, la cui espressione fu il governo Andreotti IV. L'ottica delle BR, in realtà, era diversa: il rapimento in effetti non fu realizzato per colpire il regista di quella fase politica. Il loro scopo era più generale e rientrava nella loro particolare analisi di quella fase storica: colpire la DC (regime democristiano), cardine in Italia dello Stato imperialista delle multinazionali (SIM), mentre il PCI rappresentava non tanto il nemico da attaccare quanto un concorrente da battere. Nell'ottica brigatista, infatti, il successo della loro azione avrebbe interrotto la "lunga marcia comunista verso le istituzioni", per affermare la prospettiva dello scontro rivoluzionario e porre le basi del controllo BR della sinistra italiana per una lotta contro il capitalismo. In questo il loro obiettivo di lotta al capitalismo era simile a quello della RAF tedesca, come venne indicato in seguito nella ricostruzione del rapimento, fatta nel fumetto pubblicato dalla rivista "Metropolis", ove viene fatto un parallelo con il sequestro Hanns-Martin Schleyer, conclusosi anch'esso con l'uccisione del prigioniero. Stando a quanto ha dichiarato successivamente Mario Moretti, per le BR era rilevante che Moro fosse presidente della DC e che fosse da trent'anni al governo. Sembra, inoltre, che nei mesi precedenti il rapimento di Moro le BR avessero anche studiato la possibilità di rapire il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, ma che poi avessero abbandonato questa opzione perché questi godeva di una protezione di polizia troppo forte per le capacità dei brigatisti. Secondo questa ipotesi dunque, era uguale per le Brigate Rosse rapire Moro o Andreotti: l'importante era colpire un simbolo del potere. Le conseguenze politiche del rapimento di Moro furono da un lato l'esclusione del PCI da ogni ipotesi di governo per gli anni successivi, e dall'altro un ridisegno del cosiddetto "regime democristiano": la DC di Andreotti rimase partito di governo fino al 1992, anno di tangentopoli, partecipando sempre a maggioranze che lasciarono il PCI all'opposizione, ma queste politiche tuttavia portarono dal 1981, col primo Governo Spadolini ad avere alternanze di presidenti del consiglio democristiani con altri "laici", rompendo quindi il monopolio democristiano. All'interno del Partito socialista italiano (PSI), che aveva sostenuto la possibilità di uno scambio di prigionieri per liberare Moro, vinse la linea di Bettino Craxi per l'esclusione del PCI dal governo, e iniziò una lotta politica con lo stesso per tentare di superarlo nelle elezioni."<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-40670227311338071112020-05-11T06:38:00.002-07:002020-10-07T03:32:20.663-07:00Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmqd-_NyXG8RsTw1Y4i-dp4fcS_ip_-zzut0F8FkDEu9uyw9wCFb4w7WvkTnY5W_ubDRL4TMe_eYTVgaMLG2F6NlOEmox23Sx4Tlpeleu1OD1tnbs5KVNmJCsPFjO0DNYBykrjVOeJRNiI/s1600/1940+11+giugno.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="136" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmqd-_NyXG8RsTw1Y4i-dp4fcS_ip_-zzut0F8FkDEu9uyw9wCFb4w7WvkTnY5W_ubDRL4TMe_eYTVgaMLG2F6NlOEmox23Sx4Tlpeleu1OD1tnbs5KVNmJCsPFjO0DNYBykrjVOeJRNiI/s200/1940+11+giugno.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Corriere della Sera dell'11 giugno
1940.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1940</b> - Il 10 giugno l'<b>Italia dichiara guerra</b> alla Francia e alla Gran Bretagna. Il Duce comunica la decisione dal balcone di palazzo Venezia: "Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 28 giugno: Italo Balbo, camicia nera della prima ora, attuale governatore della Libia, viene abbattuto per errore dalla contraerea italiana nei cieli di Tobruk.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 28 settembre: <b>Italia</b>,<b> Germania</b> e<b> Giappone</b> firmano il <b>Patto Tripartito</b>, e verranno definite le potenze dell'Asse.<br />
<br /></div>
<b>-</b> 15 ottobre: Mussolini inizia la disastrosa campagna contro la Grecia.<br />
<br />
<b>-</b> Viene <b>pubblicato </b>“<b>Per chi suona la campana</b>” di<b> H. Hemingway</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1941</b> -<b> </b>27 novembre: dopo la resa del duca Amedeo d'Aosta sull'Amba Alagi cadono le ultime forze italiane a Gondar, nell'Africa Orientale, segnando la fine dell'Impero.<br />
<br />
<b>-</b> <b>La Germania invade l'Unione Sovietica</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Vola <b>negli USA il primo aviogetto</b> sperimentale realizzato da F. Whittle.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1942</b> - Per la prima volta dall'inizio del conflitto Mussolini fa un <b>resoconto dei costi umani</b> pagati fino a quel momento dall'Italia: 42.000 morti, 232.000 prigionieri.<br />
<br />
<b>-</b> Nella seconda guerra mondiale, l'inizio della disfatta della Germania nazista e dei suoi alleati è segnata dalla<b> battaglia di Stalingrado</b>, svoltasi tra l'estate del 1942 ed il 2 febbraio 1943, che oppose i soldati dell'Armata Rossa sovietica alle forze tedesche, italiane, rumene ed ungheresi per il controllo della regione strategica tra il Don e il Volga e dell'importante centro politico ed economico di Stalingrado (oggi Volgograd), sul fronte orientale.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnfRgAWwJLX8wmYzFaW47zbzy2boAY6NbCkctNOaiuDlgfplRZeX1g0WqwuD6WS2ahdnDwr5i2NFH4XdeullnND5qs60siR4i3nUfPmFqP8ZA6NUdM41T1jYimfSuo61NfHjiYziZZXdk/s1600/carta+cortina+di+ferro.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnfRgAWwJLX8wmYzFaW47zbzy2boAY6NbCkctNOaiuDlgfplRZeX1g0WqwuD6WS2ahdnDwr5i2NFH4XdeullnND5qs60siR4i3nUfPmFqP8ZA6NUdM41T1jYimfSuo61NfHjiYziZZXdk/s200/carta+cortina+di+ferro.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Ubicazione di Stalingrado, oggi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
chiamata Volgograd.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La battaglia, iniziata nell'estate 1942 con l'avanzata delle truppe dell'Asse (tedeschi, italiani, rumeni ed ungheresi) fino al Don e al Volga, ebbe termine nell'inverno 1943, dopo una serie di fasi drammatiche e sanguinose, con l'annientamento della 6ª Armata tedesca rimasta circondata a Stalingrado e con la distruzione di gran parte delle altre forze germaniche e dell'Asse impegnate nell'area strategica meridionale del fronte orientale. Le truppe italiane furono massacrate e i pochi che tornarono, dovettero farlo a piedi, fra i ghiacci della steppa russa. Questa lunga e gigantesca battaglia, definita da alcuni storici come "la più importante di tutta la Seconda guerra mondiale", segnò la prima grande sconfitta politico-militare della Germania nazista e dei suoi alleati e satelliti, nonché l'inizio dell'avanzata sovietica verso ovest che sarebbe terminata due anni dopo con la conquista del palazzo del Reichstag e il suicidio di Hitler nel bunker della Cancelleria durante la battaglia di Berlino. Furono quindi<b> i sovietici i primi a vincere decisamente sui tedeschi </b>e furono loro a <b>prendere Berlino</b>.<br />
<br />
<div>
<b>-</b> Viene pubblicato “<b>Lo straniero</b>” di <b>A. Camus</b>. <b> </b><br />
<b><br /></b></div>
</div>
</div>
<b>- Fermi realizza</b> a Chicago <b>la prima pila atomica a uranio e grafite</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
<b>Nel 1943</b> -<b> </b>I <b>tedeschi</b> sono<b> sconfitti</b> a <b>Stalingrado </b>dai<b> Russi</b>, e da lì inizia la loro ritirata e la loro disfatta.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqL2csESj0tr0lnjduCL4xkGiEly1XwVbjzq9l9rZDCDrVICN3gvTXFR8pkLZ15XnaqNV_vj4TFGDx2Tcg-wq1qvogWu9dMjxX1VfxBKzAhS1L1A5RfcFuk3rQhz43gFLMnNJE5eNwgxp0/s1600/Ciano.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqL2csESj0tr0lnjduCL4xkGiEly1XwVbjzq9l9rZDCDrVICN3gvTXFR8pkLZ15XnaqNV_vj4TFGDx2Tcg-wq1qvogWu9dMjxX1VfxBKzAhS1L1A5RfcFuk3rQhz43gFLMnNJE5eNwgxp0/s1600/Ciano.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Galeazzo Ciano.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 25 luglio, il Gran Consiglio del Fascismo, con 19 voti a favore su 28, vota la<b> mozione di sfiducia a Mussolini</b>, che è invitato a rinunciare a tutte le sue cariche. Dino Grandi fu l'estensore dell'ordine del giorno che provocò la caduta di Mussolini. Fu decisivo infatti, il suo voto e fu essenziale la sua opera di persuasione nei confronti degli altri membri del Gran Consiglio del Fascismo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Da tempo, condiviso da Giuseppe Bottai e Galeazzo Ciano, il genero di Mussolini, Grandi riteneva che una via d'uscita per evitare la disfatta militare dell'Italia avrebbe potuto sortire soltanto dalla sostituzione (ovvero dalla deposizione) del duce, che nell'identificazione personale con il Regime (Fascismo = Mussolini, e viceversa) aveva condotto, a loro vedere, l'idea fascista originaria ad essere condizionata e compromessa dai suoi errori.<br />
Ciano, invece, pragmaticamente vedeva davanti a sé una soluzione "all'italiana": Mussolini, disse al suo interlocutore, «se ne andrà e noi in qualche modo ci aggiusteremo». E previde anche le prossime attribuzioni di alcuni ministeri.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 26 luglio il duce viene arrestato e i pieni poteri vengono conferiti al maresciallo Pietro Badoglio.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBPEAWLm9UYbKaDN7WDE6CH2C_NBPiGD3h4Y9nnkVg-0aziuxtQ0hIRiErnb55L4Xt7n5mpA59eKEPr2PDJF2Yo5Ssh2Ln-XHZL5f9khJm8UfXJ9MeeR4qpGnfCaot8B1mN5A3eYDLEExS/s1600/1934+pietro+Badoglio.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBPEAWLm9UYbKaDN7WDE6CH2C_NBPiGD3h4Y9nnkVg-0aziuxtQ0hIRiErnb55L4Xt7n5mpA59eKEPr2PDJF2Yo5Ssh2Ln-XHZL5f9khJm8UfXJ9MeeR4qpGnfCaot8B1mN5A3eYDLEExS/s200/1934+pietro+Badoglio.jpg" width="123" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Pietro Badoglio nel '34.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> L'<b>8 settembre</b> viene annunciato l'<b>armistizio</b> tra il governo Badoglio e gli alleati. Pochi giorni dopo Mussolini viene liberato dai paracadutisti tedeschi e crea la Repubblica Sociale, con sede a Salò.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2Q-Vvc6PxzoZciBEWUPLOzZ2vLdofGTCSY3vMNA9Frqnsli0zIsDzCcHWYuMOYgQKqYJ0jYWwRakC31TVrduvYSa4P7gK16_Nw3tWVZhryPelMiHrTkaEikzPhegT3g_wUV3slTVqwea7/s1600/1943+Mussolini+liberato+al+Gran+Sasso.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="125" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2Q-Vvc6PxzoZciBEWUPLOzZ2vLdofGTCSY3vMNA9Frqnsli0zIsDzCcHWYuMOYgQKqYJ0jYWwRakC31TVrduvYSa4P7gK16_Nw3tWVZhryPelMiHrTkaEikzPhegT3g_wUV3slTVqwea7/s200/1943+Mussolini+liberato+al+Gran+Sasso.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Mussolini liberato dai tedeschi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
al Gran Sasso.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
È l'inizio della guerra civile tra partigiani antifascisti e "repubblichini" filo-nazisti.<b> </b><br />
<div style="text-align: right;">
</div>
Dopo accordi presi con gli Alleati (Inghilterra, Stati Uniti e Francia) alla fine di luglio, Badoglio, nuovo capo del governo e dello stato maggiore militare, annuncia <b>la resa dell'Italia</b>, l'arresto di Mussolini e la nuova alleanza con gli Alleati. Nell'Italia centrale e settentrionale è stanziato l'esercito tedesco, ora nemico, e <b>non vengono dati nuovi ordini alle truppe italiane</b>, ormai <b>allo sbando</b> in Russia, Africa, Grecia e Albania. <b> </b><br />
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> La <b>Resistenza</b> nasce a Roma, in un alloggio al quartiere Salario, nel pomeriggio del <b>9 settembre </b>1943, il giorno seguente alla dichiarazione di armistizio, con la costituzione del <b>CNL</b> (Comitato di Liberazione Nazionale) durante una riunione cui partecipavano esponenti di tutte le forze di opposizione al fascismo, componenti di quello che fin allora si era definito “Comitato delle Opposizioni”.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil1-egqnRKVQJ4gSwVKR_nxs590ej25dxFOUIT2D0sjUgfdojkEprnCVXxoBb8onmLFgR_gcRkshUQ8YOC2pfl-MJeoQS5lTcE8N2layuh3u4gST65vizEGHEcHAMDiyMuNAMIni1-Gqrb/s1600/Partigiani.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="138" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil1-egqnRKVQJ4gSwVKR_nxs590ej25dxFOUIT2D0sjUgfdojkEprnCVXxoBb8onmLFgR_gcRkshUQ8YOC2pfl-MJeoQS5lTcE8N2layuh3u4gST65vizEGHEcHAMDiyMuNAMIni1-Gqrb/s200/Partigiani.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Formazione di Partigiani in</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
movimento durante la Resistenza.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Erano presenti l’indipendente Ivanoe Bonomi, il democristiano Alcide De Gasperi, il liberale Alessandro Casati, il socialista Pietro Nenni, il comunista Mauro Scoccimarro e Ugo La Malfa per il partito d’azione. Fu approvata una risoluzione che diceva: “Nel momento il cui il nazismo tenta di restaurare in Roma e in Italia il suo alleato fascista, i partiti antifascisti si costituiscono in Comitato di Liberazione Nazionale per chiamare gli italiani alla lotta e alla resistenza e per riconquistare all’Italia il posto che le compete nel consesso delle libere nazioni”. Al Comitato aderì in seguito Meuccio Ruini, del partito della Democrazia del Lavoro. L’<b>Italia</b> in quel momento si trovava <b>completamente prostrata</b> e <b>senza guida</b>. La mattina di quello stesso 9 settembre <b>il re</b>, <b>con la famiglia e con un largo seguito di generali e alti ufficiali</b>, <b>aveva lasciato Roma</b> alla volta di Pescara, dove poi si sarebbe<b> imbarcato per Brindisi</b>. La disfatta sul piano militare si presentava a quel punto totale e definitiva. <b>I tedeschi</b>, secondo i dati forniti dai loro comandanti sul campo, <b>avevano disarmato </b>“sicuramente” <b>51 divisioni italiane</b> e “probabilmente” <b>altre 29</b>, avevano fatto <b>547.000 prigionieri</b>, fra cui 34.744 ufficiali, e si erano impossessati di un enorme bottino di armi leggere e pesanti, cannoni e mezzi corazzati, oltre ad aerei di prima linea e di altro tipo e diverse unità navali. Per tutto il mese di agosto si assistette al passaggio di treni diretti al nord, carichi di uomini allo sbando, senza alcun ordine o disciplina, in condizioni pietose di vestiario, alla ricerca affannosa di cibo e di acqua da bere: una vicenda dalla quale io sono rimasto provato per tutta la vita. Il sentimento diffuso, come conseguenza prima di questa penosa situazione, fu l’<b>odio contro i tedeschi </b>che già nel corso del tempo era venuto maturando fra le gente: il tedesco, sia pure nei pochi giorni di totale dominio, era stato un <b>padrone brutale</b>, ed era ora anche un padrone sconfitto, che fuggiva. Al sud, dopo l’armistizio, la popolazione era insorta contro i tedeschi. A <b>Napoli la guerriglia esplose</b> disordinata, improvvisata, ma insistente e spavalda: dal 27 al 30 settembre alcune centinaia di persone, tra cui molti scugnizzi irridenti e speso intrepidi, tennero sotto scacco le truppe tedesche in ritirata costringendo il loro comandante a firmare un accordo per cui gli insorti consentivano a lasciar partire senza molestie un reparto asserragliato al Vomero in cambio della restituzione dei civili catturati. E tuttavia, nelle quattro giornate di Napoli si contarono 66 vittime civili. Episodi analoghi di resistenza spontanea della popolazione si registrarono in varie altre località della Campania e della Basilicata: di particolare rilievo fu la <b>sollevazione di Matera</b>, ove undici ostaggi perdettero la vita, fatti saltare in aria con la caserma dove erano stati rinchiusi. Lo storico Roberto Battaglia attribuisce a queste azioni un alto contenuto sociale: non c’era solo la collera contro l’occupante, ma “un improvviso e quasi brusco risveglio ad un clima durissimo di combattimento e di sacrificio, già preannunciato e anticipato dagli <b>episodi di rivolta contadina</b> … verificatisi nelle stesse regioni durante l’ultima fase del regime fascista”. <b>La</b> <b>Resistenza fu una sollevazione popolare</b>, una reazione di massa nel momento in cui le sofferenze della guerra, i disagi gravissimi per la popolazione, le distruzioni delle città e le perdite di vite umane diedero agli italiani la tragica misura della brutale follia del fascismo e della profondità del baratro in cui esso aveva precipitato il Paese. Da quella ormai chiara percezione dell’immane catastrofe nacque la Resistenza, con il rinnovato bisogno di libertà, con il ritorno appassionato ai valori della democrazia, infine con il recupero di una dignità nazionale che sarà poi il motore della ricostruzione. Al diffuso sentimento e allo sforzo coraggioso, spesso eroico, della popolazione civile si affiancò l’impegno patriottico di quei corpi militari che, ricostituitisi dopo l’armistizio, andarono a combattere contro i tedeschi per la liberazione del paese. Questo profondo cambiamento dell’anima del popolo italiano, per più di venti anni smarritosi in larga maggioranza nell’adesione acritica ad una nefasta ideologia nazionalistica che lo ha aveva privato della libertà e dei diritti fondamentali di cittadinanza riconosciuti in tutti i paesi civili, fu pagato a caro prezzo.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il <b>23 settembre</b>, col nome di Stato Nazionale Repubblicano,<b> fu costituita la Repubblica Sociale Italiana (o RSI, o Repubblica di Salò)</b>. Creata da Benito Mussolini, per espressa volontà di Adolf Hitler, dopo che il Regno d'Italia, nel contesto della Seconda guerra mondiale, aveva concluso il 3 settembre 1943 l'armistizio di Cassibile con le forze anglo-americane. Il suo primo consiglio dei ministri si tenne il 28 settembre 1943, alla Rocca delle Caminate, presso Forlì, per nominare i responsabili del nuovo governo repubblicano fascista ed è informalmente nota come Repubblica di Salò; tuttavia, la cittadina lombarda sulle rive del Garda non era né la capitale de facto, né la città sede del Capo di Stato e del governo, ma a Salò avvenivano gli incontri di relazione estera, essendo anche sede del Ministero della Cultura Popolare e degli Esteri e la maggior parte dei dispacci ufficiali recavano l'intestazione "Salò comunica...". Considerata uno "<b>Stato fantoccio</b>" della <b>Germania nazista</b> (lo stesso Mussolini ne era consapevole), la Repubblica Sociale Italiana non fu riconosciuta dalla comunità internazionale. Fu considerata erede del Regime fascista italiano dalla Germania, che la riconobbe ma esercitò su di essa un protettorato de facto. Fu riconosciuta anche dall'Impero giapponese e dalla maggioranza degli altri Stati dell'Asse: la Slovacchia, l'Ungheria, la Romania, la Croazia, la Bulgaria, la Francia di Vichy e il Manciukuò. Fondamenti ideologico-giuridico-economici della Repubblica Sociale Italiana furono il fascismo, il socialismo nazionale, il repubblicanesimo, la socializzazione, la cogestione, il corporativismo e l'antisemitismo. La Repubblica Sociale Italiana, proclamata il 23 settembre 1943, rivendicava la propria sovranità su tutto il territorio del Regno d'Italia, ma per gli sviluppi bellici poté esercitarla solo sulle province non soggette all'avanzata alleata. Inizialmente la sua attività amministrativa si estendeva nominalmente fino alle province settentrionali della Campania, ritirandosi progressivamente sempre più a nord, in concomitanza con l'avanzata degli eserciti angloamericani. A nord, inoltre, i tedeschi istituirono due "Zone d'operazioni" comprendenti rispettivamente: le province di Trento, Bolzano e Belluno (Zona d'operazioni delle Prealpi), e le provincie di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana (Zona d'operazioni del Litorale adriatico), che furono sottoposte direttamente ai Gauleiter tedeschi del Tirolo e della Carinzia, anche se non formalmente annesse al Terzo Reich. A nord l'exclave di Campione d'Italia rimase sotto la sovranità del Regno. Venuta meno de facto negli ultimi giorni dell'aprile 1945, la RSI cessò ufficialmente di esistere con la resa di Caserta del 29 aprile 1945 (operativa dal 2 maggio). <b>La RSI fu in realtà un protettorato tedesco</b>, sfruttato dai nazisti per legalizzare alcune loro annessioni e per ottenere mano d'opera a basso costo. Voluto dal Terzo Reich come apparato per amministrare i territori occupati del Nord e Centro Italia, lo Stato della RSI era infatti una struttura burocratica non dotata di potere autonomo effettivo, che in realtà era detenuto dai tedeschi. Con il funzionamento di uno Stato fantoccio i tedeschi potevano così riscuotere le spese di occupazione, stabilite nell'ottobre 1943 a 7 miliardi di lire, passate successivamente a 10 miliardi (17 dicembre 1943) e infine a 17 miliardi. L'intero apparato della Repubblica di Salò era infatti controllato dai militari tedeschi, memori del "tradimento" che gli italiani avevano consumato con l'armistizio dell'8 settembre. Il controllo non veniva esercitato solo sulla direzione della guerra e degli affari militari ma spesso anche sull'Amministrazione della Repubblica. Le stesse autorità militari potevano avere infatti anche funzioni civili. In tal modo «...una vasta rete di autorità avente competenze militari ma anche civili fu stesa dai tedeschi nell'Italia da essi controllata...». Alla Repubblica Sociale non fu consentito di poter riportare in patria i militari internati dai tedeschi in seguito all'8 settembre, ma solo di poter reclutare volontari fra di essi per la costituzione di divisioni dell'Esercito da addestrarsi in Germania. In Italia il <b>volontariato fascista</b> e la militarizzazione di organizzazioni esistenti dotarono la RSI di forze armate numericamente consistenti (complessivamente fra i 500 e gli 800.000 uomini e donne sotto le armi), ma queste furono impiegate, a volte anche contro il loro desiderio, soprattutto in <b>operazioni di repressione, sterminio e rappresaglia contro i partigiani e le popolazioni accusate di offrirgli sostegno</b>. Unità della Xª Mas, comandata dal principe Junio Valerio Borghese, parteciparono comunque ai combattimenti contro gli Alleati ad Anzio, in Toscana, sul fronte carsico e sul Senio; le divisioni addestrate in Germania si batterono sul fronte della Garfagnana (Monterosa e Italia) e su quello francese (Littorio e Monterosa). Reparti singoli furono incorporati in grandi unità tedesche, mentre nelle retrovie battaglioni del Genio italiani furono utilizzati dai comandi germanici per la costruzione di opere difensive, per le opere di riattamento delle vie di comunicazione danneggiate dall'offensiva aerea nemica e dai sabotaggi e come salmerie da combattimento. Contributi marginali alle operazioni militari contro gli Alleati furono compiuti dal naviglio sottile della Marina Nazionale Repubblicana e dai reparti di volo dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana; più intenso fu l'impiego dei reparti contraerei, inquadrati nella FlaK tedesca, e paracadutisti, sul fronte francese e laziale. Il grosso delle forze armate repubblicane fu impiegato soprattutto come presidio territoriale e guardia costiera. La creazione della Repubblica Sociale Italiana sotto diretta tutela della Germania fu l'inizio della <b>caccia all'ebreo</b> anche in territorio italiano, cui contribuirono attivamente reparti e bande armate della RSI. Talvolta il movente era costituito da ricompense in denaro «...essendo a conoscenza che i tedeschi pagavano una certa somma per ogni ebreo consegnato nelle loro mani, vi furono elementi delle Brigate Nere, delle SS italiane, delle varie polizie che infestavano il Nord, pronti a dedicarsi a questa caccia con tutto lo slancio possibile...». Secondo Liliana Picciotto Fargion, risulta che del totale degli ebrei italiani deportati, il 35,49%, venne catturato da funzionari o militari italiani della Repubblica Sociale Italiana, il 4,44% da tedeschi ed italiani insieme e il 35,49% solo da tedeschi (il dato è ignoto per il 32,99% degli arrestati). Fra le retate completamente organizzate ed eseguite da italiani della RSI assume particolare rilievo il rastrellamento di Venezia effettuato tra il 5 ed il 6 dicembre 1943: 150 ebrei furono arrestati in una sola notte. La stessa triste vicenda del rastrellamento e della deportazione degli ebrei romani (effettuata dai tedeschi sotto il comando di Herbert Kappler) vide l'attiva collaborazione delle autorità della Repubblica Sociale Italiana e in particolare del commissario Gennaro Cappa, responsabile del Servizio Razza della Questura di Roma. Il 30 novembre 1943 fu emanato da Buffarini Guidi l'Ordine di polizia n°5 secondo il quale gli ebrei dovevano essere inviati in appositi campi di concentramento. Il 4 gennaio 1944 gli ebrei vennero privati del diritto al possesso. Subito dopo iniziarono ad essere emessi i primi decreti di confisca che già il 12 marzo successivo ammontavano a 6.768 (fra terreni, fabbricati, aziende, ecc.); agli ebrei venivano sequestrati anche arti ortopedici, medicine, spazzole da scarpe e calzini usati. Nel frattempo iniziarono le deportazioni, effettuate dai nazisti con l'aiuto e la complicità della R.S.I. come si è già avuto modo di segnalare. Guido Buffarini Guidi concesse ai tedeschi l'uso del Campo di Fossoli, nei pressi di Carpi, nel modenese, attivo fin dal 1942 e preferì ignorare l'apertura del Campo di concentramento della Risiera di San Sabba che, sebbene situato nella Zona d'operazioni del Litorale adriatico, faceva ancora parte de iure della R.S.I. Le cifre degli italiani di religione ebraica deportati fino alla caduta della R.S. I., se rapportate alla consistenza complessiva della comunità israelita presente in Italia (costituita da 47.825 unità nel 1931, di cui 8.713 ebrei stranieri), sono elevate e rappresentano la quarta o la quinta parte del totale. Secondo fonti affidabili, i deportati furono 8.451 di cui solo 980 fecero ritorno; agli scomparsi nei campi di concentramento e di sterminio vanno aggiunti tuttavia 292 ebrei uccisi in Italia. In totale vennero assassinati dai nazifascisti 7.763 ebrei italiani. Le <b>Brigate Nere furono l'ultima creazione armata</b> della Repubblica Sociale. L'idea di un «esercito fascista», politicizzato, di partito, era sempre stata uno dei cavalli di battaglia del segretario del Partito Fascista Repubblicano Alessandro Pavolini, che aveva proposto l'istituzione di un corpo con queste caratteristiche sin dai primi del '44, ma aveva ottenuto ben poco: il suo «centro di arruolamento volontario», nel quale si sarebbero dovuti presentare in massa i fascisti non ancora sotto le armi, rimase deserto: in circa tre mesi, solo il 10% degli iscritti, circa 47.000 su 480.000, rispose alla chiamata. La Guardia Nazionale Repubblicana fu sempre a corto sia di uomini che di mezzi. Pavolini riuscì però a sfruttare due opportunità che gli si offrirono una di seguito all'altra: l'occupazione di Roma da parte degli Alleati a giugno, e l'attentato a Hitler a luglio. Mussolini, scosso da questi avvenimenti, cedette ed emanò il decreto (pubblicato sulla Gazzetta il 3 agosto) per l'istituzione del Corpo ausiliario delle Camicie Nere. Il nuovo corpo, sottoposto a disciplina militare ed al Codice penale militare di guerra, fu costituito da tutti gli iscritti al Partito Fascista Repubblicano di età compresa tra i diciotto e sessanta anni non appartenenti alle Forze Armate, organizzati in Squadre d'Azione; il segretario del Partito dovette trasformare la direzione del Partito in un ufficio di Stato maggiore del Corpo ausiliario delle Squadre d'Azione delle Camicie Nere, le Federazioni si trasformarono in Brigate del Corpo ausiliario, il cui comando fu affidato ai capi politici locali. Il decreto, in poche parole, come recitava il testo, faceva sì che «la struttura politico-militare del Partito si trasformasse in un organismo di tipo esclusivamente militare». Fu Pavolini a coniare la denominazione «Brigate Nere», con la quale voleva esprimere la loro contrapposizione alle formazioni partigiane della Resistenza legate ai partiti di sinistra, «Brigate Garibaldi», «Brigate Giustizia e Libertà», «Brigate Matteotti». Essendo segretario del Partito, e quindi comandante delle Brigate, spettò a lui compito di scegliere i suoi collaboratori: Puccio Pucci, funzionario del CONI, fu il suo più stretto aiutante, ed il primo capo di Stato maggiore fu il console Giovanni Battista Raggio. Il loro tentativo di riesumare lo squadrismo degli inizi (ma su scala più vasta) non si rivelò molto efficace: dei 100.000 uomini previsti da Pavolini se ne reperirono formalmente circa 20.000, e di questi solo 4.000 furono combattenti, militi cioè realmente operativi. Furono inquadrati nelle cosiddette Brigate Nere mobili, che sarebbero risultati gli unici reparti di questa milizia a combattere contro i partigiani.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per le armi e i mezzi di trasporto le Brigate mobili dipendevano dai militari tedeschi, inizialmente più che contenti di poter contare sui fascisti repubblicani per le imprese antipartigiane, e specialmente per il "lavoro sporco". Le Brigate avrebbero composto un poco invidiabile e davvero poco commendevole curriculum: <b>paesi incendiati</b>, <b>donne e bambini passati per le armi</b>, <b>deportazioni</b>,<b> sequestri</b>, <b>torture</b>, <b>esecuzioni sommarie</b>. Ai crimini tipici delle azioni di contro-guerriglia, si aggiunsero quelli tipici di reparti che avevano arruolato ogni sorta di elemento, includendo anche più di un criminale: i rapporti della Guardia Nazionale Repubblicana elencano numerosi casi di saccheggio, furto, rapina, arresto illegale, violenze a cose e persone. L'<b>indisciplina e la violenza gratuita e scoordinata manifestate dalle Brigate</b> sono dati accertati dagli stessi comandanti tedeschi, che persero il loro iniziale - seppur tiepido - entusiasmo verso la loro istituzione registrando come le Brigate fossero incapaci di coordinarsi con i reparti della Wehrmacht e non obbedissero agli ordini (che generalmente ignoravano); <b>le loro violenze erano tali che, nelle zone in cui operavano, per reazione popolare, i partigiani aumentavano di numero</b>. Il comandante in capo delle SS in Italia, generale Karl Wolff, forse per evitare un ulteriore aggravio del problema (ma anche perché stava per prendere iniziative di colloqui separati con gli Alleati e voleva operare un gesto di «distensione»), decise di mettere fuori combattimento le Brigate Nere mobili, prosciugando i loro canali di rifornimento.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>J. P. Sartre</b> in “L'essere e il nulla” delinea la<b> teoria esistenzialista</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQgEf6Aefqz9_h3XJiiVCKcFSnKVC8g0oW1aDzobZF-EU4VD-UyRs59atX-dSdCMD8A-QUMCDIq6XmhVmqygFLZ_sNQQT8h59P3YTFB611ysxpw9wdg4a3K9OoUnXE6vp46sxezXIYm3E/s1600/europa+nel+1943+il+rapporto+beveridge.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQgEf6Aefqz9_h3XJiiVCKcFSnKVC8g0oW1aDzobZF-EU4VD-UyRs59atX-dSdCMD8A-QUMCDIq6XmhVmqygFLZ_sNQQT8h59P3YTFB611ysxpw9wdg4a3K9OoUnXE6vp46sxezXIYm3E/s200/europa+nel+1943+il+rapporto+beveridge.jpg" width="116" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il piano Beveridge,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nell'edizione italiana.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' un rapporto di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Lord Beveridge,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
commissionato dal</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
governo conservatore</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Britannico, per</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
ovviare agli squilibri</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
sociali (come</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
disoccupazione, miseria,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
mancanza di cultura</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
ecc.) che avevano</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
minato l'Europa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
negli anni '30.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le truppe Britanniche</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
stanziate in Italia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel 1943 distribuivano</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
queste copie alla</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
popolazione italiana. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1944</b> -<b> Sbarco in Normandia delle forze Alleate</b>.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Accordi di Bretton Woods</b>. La conferenza di Bretton Woods si tenne dal 1º al 22 luglio 1944 nell'omonima località nei pressi di Carroll (New Hampshire), per stabilire le regole delle relazioni commerciali e finanziarie tra i principali paesi industrializzati del mondo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli accordi di Bretton Woods furono il primo esempio nella storia del mondo di un ordine monetario totalmente concordato, pensato per governare i rapporti monetari fra stati nazionali indipendenti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mentre ancora non si era spento il secondo conflitto mondiale, si preparò la ricostruzione del sistema monetario e finanziario, riunendo 730 delegati di 44 nazioni alleate per la conferenza monetaria e finanziaria delle Nazioni Unite (United Nations Monetary and Financial Conference) al Mount Washington Hotel, nella città di Bretton Woods (New Hampshire). Dopo un acceso dibattito, durato tre settimane, i delegati firmarono gli Accordi di Bretton Woods. Gli accordi erano un sistema di regole e procedure per regolare la politica monetaria internazionale. Le caratteristiche principali di Bretton Woods erano due; la <b>prima,</b> l'obbligo per ogni paese di adottare una <b>politica monetaria tesa a stabilizzare il tasso di cambio</b> ad un valore fisso rispetto<b> al dollaro</b>, che veniva così eletto a <b>valuta principale</b>, consentendo solo delle lievi oscillazioni delle altre valute; <b>la seconda,</b> il compito di <b>equilibrare gli squilibri causati dai pagamenti internazionali</b>, assegnato al<b> Fondo Monetario Internazionale (o FMI)</b>. Il piano istituì sia il FMI che la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (detta anche Banca mondiale). Queste istituzioni sarebbero diventate operative solo quando un numero sufficiente di paesi avesse ratificato l'accordo. Ciò avvenne nel 1946. Nel 1947 fu poi firmato il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade - Accordo Generale sulle Tariffe ed il Commercio) che si affiancava all'FMI ed alla <b>Banca mondiale</b> con il <b>compito di liberalizzare il commercio internazionale</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Durante la seconda guerra mondiale, a seguito dello smembramento del Regno di <b>Jugoslavia</b>, la <b>Serbia </b>divenne uno Stato fantoccio della Germania nazista, affidato da Hitler al generale Milan Nedić, lo stesso che<b> </b>nel 1918 fece firmare la resa agli Imperi Centrali, in modo simile al generale Pétain in Francia, ed al nazista serbo Dimitrije Ljotić. Il Governo filonazista di Nedić collaborò pienamente con la Germania sino alla liberazione congiunta della capitale da parte dell'Armata Rossa e dei partigiani jugoslavi nell'ottobre 1944. Il <b>croato maresciallo Tito</b>, che era a capo del movimento comunista della Resistenza jugoslava, in quell'occasione abbandonò l'isola di Lissa, dove risiedeva sotto protezione inglese, e si trasferì a Belgrado, dove, per rendersi accettabile alla città ostile al comunismo, concedette ampie amnistie ai collaborazionisti, integrandoli nell'Armata Popolare di Liberazione, e perseguitò poi aspramente gli oppositori fino a costringerli alla resa.<br />
<br />
<b>-</b> Nel novembre 1944, in <b>Albania</b>, dopo una guerra civile feroce, sostenuta dall'intelligenza britannica, i comunisti hanno guadagnato il controllo del governo con il comando della resistenza affidato a <b>Enver Hoxha</b>.Il partito comunista albanese è stato fondato l'8 novembre 1941 con l'aiuto dei partiti comunisti Bolscevichi.<b> </b><br />
<b><br /></b></div>
<b>-</b> Con le V-1 e le V-2 tedesche<b> inizia l'era dei missili</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Si <b>diffonde</b> l'uso del <b>DDT</b>.<br />
<br />
<b>-</b> La <b>IBM</b> produce una <b>calcolatrice meccanica</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEf4d-lTWoWNs9MsaB4m0OXD_4COWI5zfYqXKyMvpcHXHzAU3RMrIYO8tR6nbG7Rq8BS9HzYON2nODBjl4W6KZMjx0qB-IqQvzFYslV8iQ_l3LMZbajUtPTSReze_ExQ5o64p1H19hURD6/s1600/yalta+conf.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="128" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEf4d-lTWoWNs9MsaB4m0OXD_4COWI5zfYqXKyMvpcHXHzAU3RMrIYO8tR6nbG7Rq8BS9HzYON2nODBjl4W6KZMjx0qB-IqQvzFYslV8iQ_l3LMZbajUtPTSReze_ExQ5o64p1H19hURD6/s200/yalta+conf.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Churchill, Roosvelt e Stalin a Jalta.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1945</b> -<b> </b>Dal 4 all'11 febbraio, alla <b>Conferenza di Jalta</b>, in Crimea, Churchill, Roosevelt e Stalin definiscono il nuovo assetto europeo. L'alleanza in tempo di guerra tra Stati Uniti ed Unione Sovietica fu un'eccezione del normale tenore delle relazioni tra i due paesi. La <b>rivalità strategica</b> tra le due vaste nazioni, future superpotenze, risale al 1890 quando, dopo un secolo di amicizia, durante il quale, fra l'altro, la <b>Russia vendette agli USA l'Alaska</b>, americani e russi divennero rivali nello sviluppo della Manciuria.<br />
La Russia zarista, incapace di competere industrialmente, cercò di chiudere e colonizzare parti dell'Asia Orientale, mentre gli americani richiedevano la competizione aperta per i mercati. Nel 1917, la rivalità divenne intensamente ideologica. Gli <b>americani non dimenticarono</b> mai che l'appena costituito governo sovietico, a causa della situazione interna, negoziò <b>una pace separata con la Germania </b>nella Prima guerra mondiale, lasciando gli Alleati soli a combattere le Potenze Centrali. D'altra parte <b>la sfiducia sovietica</b> nei confronti degli USA derivava dallo <b>sbarco di truppe statunitensi in Russia nel 1918</b>, le quali furono coinvolte, direttamente o indirettamente, nell'assistere i Bianchi zaristi anti-bolscevichi nella guerra civile russa. Da parte degli Alleati, la rottura da parte dell'URSS del Patto di Monaco del 1938 e la successiva <b>firma del Patto Molotov-Ribbentrop </b>con il terzo Reich del 1939, contribuirono ad alimentare un <b>clima di sfiducia nei confronti dei sovietici</b>.<br />
Durante il secondo conflitto mondiale, i sovietici non dimenticarono le ripetute assicurazioni, a lungo disattese, di Franklin D. Roosevelt, che USA e Regno Unito avrebbero aperto un secondo fronte sul continente europeo. Infatti, mentre gli USA combattevano nel Mediterraneo e in Italia, prestavano aiuto ai sovietici solo bombardando pesantemente l'Europa Continentale e un'<b>invasione Alleata</b> su vasta scala del continente avvenne solo nel D-Day del giugno 1944, <b>più di due anni dopo la richiesta dei sovietici</b> e alla fine della guerra, l'URSS aveva sofferto <b>perdite tremende</b>, fino a venti milioni di morti.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjXoaBDXCv1yLmy9f8W9JxntDZL6n_xHfwrnOpG55tJC0mOPLhYYfYUyVh2xRneoVLy4at2DgWQ_dv4x93bR-Ve_YC0ycx-KvKlHp1AhHteMFmRgSHKzjJI5koKNK37IuM8hidyfoYmQ9d/s1600/F.D.Roosvelt.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjXoaBDXCv1yLmy9f8W9JxntDZL6n_xHfwrnOpG55tJC0mOPLhYYfYUyVh2xRneoVLy4at2DgWQ_dv4x93bR-Ve_YC0ycx-KvKlHp1AhHteMFmRgSHKzjJI5koKNK37IuM8hidyfoYmQ9d/s1600/F.D.Roosvelt.jpg" width="169" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Franklin Delano Roosvelt.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: left;">
<b></b></div>
Ma nonostante questi precedenti, a Jalta, Franklin Delano <b>Roosevelt</b> doveva essere sinceramente <b>convinto dell'esigenza di una pace </b><b>duratura </b>e probabilmente non pensava di aprire le ostilità contro Stalin, come invece avrebbe fatto Winston Churchill... ma morì il 12 Aprile 1945. Gli successe Harry S. Truman, che diventò presidente degli USA dall'aprile 1945, e che era determinato ad aprire i mercati mondiali al capitalismo e a modellare il mondo del dopoguerra secondo i principi stilati dalla Carta Atlantica: autodeterminazione, pari accesso economico, e un ricostruito capitalismo in Europa, che potesse servire nuovamente come centro degli affari mondiali. Ma non solo: <b>Truman</b>, e Eisenhower dopo di lui, si impegnarono soprattutto in una competizione internazionale con l'URSS e il blocco comunista. La <b>lotta al comunismo</b> ebbe risvolti anche all'interno degli USA, dando luogo ad una vera e propria “caccia al comunista”, il Maccartismo.<br />
<br />
<b>-</b> Il <b>25 aprile</b> è il <b>giorno della liberazione</b> dell'Italia dal nazifascismo.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'<b> 8 maggio la Germania si arrende</b> mentre il Giappone si arrenderà in agosto, dopo lo sgancio di due bombe atomiche americane. Le truppe sovietiche e quelle degli Alleati occidentali (USA, Regno Unito e Francia), erano dispiegate in determinate posizioni, essenzialmente lungo una linea al centro dell'Europa che venne chiamata Linea Oder-Neisse. Secondo lo <b>spirito di Jalta</b>, <b>i vincitori potevano stare dove si trovavano</b> e nessuno avrebbe usato la forza diretta per cacciar via gli altri. A parte alcuni aggiustamenti minori, questa sarebbe diventata la "Cortina di ferro" della Guerra Fredda.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEWY-k9q_ZcAKKKvaC4Z5nWxyK-PpFDNmmi0cII-SEL9aTV8T14nBWJJJGxaUlD1NiUfW8c03ZWm8RJjpALKP47sjr3KFE8YrGe-_TJ6Z0qSlil-m2MY3Z7nXBI9_B6iwXKD5EzabTXTM/s1600/berlin+1945.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEWY-k9q_ZcAKKKvaC4Z5nWxyK-PpFDNmmi0cII-SEL9aTV8T14nBWJJJGxaUlD1NiUfW8c03ZWm8RJjpALKP47sjr3KFE8YrGe-_TJ6Z0qSlil-m2MY3Z7nXBI9_B6iwXKD5EzabTXTM/s200/berlin+1945.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
1945, i Russi a Berlino,alla</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Porta di Brandeburgo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
La Germania fu suddivisa nella Repubblica Federale Tedesca (RFT) a ovest, con capitale Bonn e nella Repubblica Democratica Tedesca (RDT) a est, in tedesco Deutsche Demokratische Republik, abbreviato in DDR. Tale prospettiva si applicava anche all'Asia, come evidenziato dall'occupazione statunitense del Giappone e dalla divisione della Corea. Così <b>Berlino</b>, simbolo del nazismo e capitale della Germania hitleriana, venne a trovarsi nel territorio della Germania Est, ossia sotto l'influenza sovietica, benché <b>suddivisa fra i vincitori del conflitto in 4 zone</b>, tre delle quali, a Berlino ovest, controllate dagli Alleati democratici, con un corridoio via terra, <b>all'interno della Germania dell'est</b>, per poterla raggiungere. La quarta zona, Berlino est (la parte orientale della città) rimase appannaggio dell'Unione Sovietica, divenendo la capitale della Germania orientale, la RDT.<br />
<br />
<b>-</b> L'<b>egemonia sovietica</b> ora regnava su circa<b> un terzo del territorio mondiale</b>, mentre gli <b>Stati Uniti</b> emersero come la più influente superpotenza degli altri <b>due terzi</b>, ed era sfidata dai movimenti marxisti.<br />
<br />
<b>-</b> I <b>socialisti</b> (più spesso denominati comunisti) assumono la <b>direzione dell'Albania</b>. Per molti decenni, sotto la sua dominazione totalitaria, Hoxha ha generato e distrutto i rapporti con la Iugoslavia, l'Unione Sovietica e la Cina. Verso la conclusione dell'era di Hoxha, l'Albania è stata isolata, in primo luogo dall'ovest capitalista (Europa occidentale, America del Nord e Australasia) e più successivamente anche dall'est comunista, ma con <b>forti legami con la Cina maoista</b>.<br />
<br /></div>
<b>-</b> <b>Fabbricate</b> ad Alamogordo (negli USA) le prime<b> bombe atomiche</b>.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1946</b> -<b> Inizia il processo</b> alla Germania nazista, a <b>Norimberga</b>.<b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Nasce la Repubblica Italiana</b>. La nascita della Repubblica Italiana avvenne nel 1946, a seguito dei risultati del referendum istituzionale del<b> 2 giugno</b> dello stesso anno, indetto per determinare la forma di stato dopo il termine della seconda guerra mondiale. Si trattò di un passaggio di grande importanza per la storia dell'Italia contemporanea dopo il ventennio fascista ed il coinvolgimento nella seconda guerra mondiale ed un momento della storia nazionale assai ricco di eventi, cause, effetti e conseguenze, che è stato anche considerato una rivoluzione pacifica dalla quale si produsse l'attuale forma di Stato. La nascita della Repubblica fu accompagnata da polemiche circa la regolarità del referendum che la sancì. I presunti brogli elettorali ed altre supposte azioni "di disturbo" della consultazione popolare, tuttavia, non sono stati mai accertati dagli storici, pur avendo costituito un tema di rivendicazione da parte dei sostenitori della causa monarchica. Il 2 giugno 1946, insieme alla scelta sulla forma dello Stato, i cittadini italiani (comprese le donne, che votavano per la prima volta in una consultazione politica nazionale) elessero anche i componenti dell'Assemblea Costituente che doveva redigere la nuova carta costituzionale. Risultarono votanti: 12.998.131 donne e 11.949.056 uomini. La notte fra il 12 e 13 giugno 1946 il Consiglio dei ministri conferì al presidente Alcide De Gasperi le funzioni di Capo provvisorio dello Stato repubblicano. Umberto II lasciò il paese il 13 giugno 1946. Alla sua prima seduta, il 28 giugno 1946, l'Assemblea Costituente elesse a Capo Provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, con 396 voti su 501, al primo scrutinio. Con l'entrata in vigore della nuova Costituzione della Repubblica Italiana, De Nicola assunse per primo le funzioni di Presidente della Repubblica Italiana il 1º gennaio 1948.<br />
<br />
<b>-</b> De Gasperi fece notare nella sua fervida perorazione alla <b>Conferenza di Parigi dell’agosto 1946</b>, ove si discusse il trattato di pace dell’Italia, “le nostre perdite nella resistenza contro i tedeschi, prima e dopo la dichiarazione di guerra, furono di oltre 120.000 uomini tra morti e dispersi, senza contare i militari e i civili vittime dei nazisti nei campi di concentramento e i 50.000 patrioti caduti nella lotta partigiana”. Aggiunse De Gasperi: “Diciotto mesi durò questa seconda guerra, durante i quali i tedeschi indietreggiarono lentamente spogliando, devastando, distruggendo quello che gli aerei non avevano abbattuto”.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rivendicando la responsabilità e il diritto di parlare, oltre che nella veste di capo del governo italiano, “come democratico antifascista, rappresentante della nuova Repubblica”, De Gasperi mise in luce nel suo discorso il fatto importante e decisivo che <b>il ritorno dell’Italia alla libertà e alla democrazia non era stato un regalo dei vincitori, ma anche e soprattutto una dura conquista dei nostri uomini e delle nostre donne</b>. “Non v’ha dubbio” osservò, “che il rovesciamento del regime fascista non fu possibile che in seguito agli avvenimenti militari, ma il rivolgimento non sarebbe stato così profondo se non fosse stato preceduto dalla lunga cospirazione dei patrioti che in Patria e fuori agirono a prezzo di immensi sacrifici, senza l’intervento degli scioperi politici nelle industrie del Nord, senza l’abile azione clandestina degli uomini dell’opposizione parlamentare antifascista.” Ma di tutto questo non si volle purtroppo tener conto da parte degli alleati. Di fatto all’Italia, come paese vinto, come se la storia si fosse per noi fermata all’8 settembre 1943 e nulla fosse successo dopo, fu imposto un trattato di pace umiliante e gravemente punitivo con importanti mutilazioni dello stesso territorio nazionale.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>La Repubblica Italiana ha le sue radici</b>, la sua ispirazione e il suo fondamento ideale <b>nella Resistenza</b>, nella guerra di popolo contro il fascismo alleato al nazismo tedesco che ha segnato la rinascita della democrazia e la restaurazione dei suoi valori nel nostro Paese. Questi valori trovano piena attuazione nei principi base della nostra <b>Costituzione</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>Nel 1947</b> -<b> Scatta in aiuto dell'Europa</b> distrutta, il <b>Piano Marshall</b>. Il piano Marshall servì a dissuadere le simpatie verso il mondo comunista e a ricostruire il capitalismo in Europa da una parte, e a finanziare una ricostruzione dai danni provocati in larga parte dai bombardamenti angloamericani stessi dall'altra.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 10 febbraio l'<b>Italia firma il trattato di pace</b>,<b> a Parigi</b>,<b> tra lo Stato italiano e le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale</b>, che mise formalmente fine alle ostilità. I contenuti del trattato furono definiti a seguito della Conferenza di pace che si era svolta parimenti a Parigi, tra il 29 luglio e il 15 ottobre 1946. I rapporti tra l'Italia e il Regno d'Egitto, il cui stato di ostilità non era stato mai formalizzato da alcuna reciproca dichiarazione di guerra, furono regolati con separato accordo.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le condizioni del trattato includevano:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la restituzione dei territori francesi, jugoslavi e greci occupati durante la seconda guerra mondiale;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la cessione alla Francia del comune di Tenda e di parte dei comuni di Briga (vedi anche Briga Alta), Valdieri e Olivetta San Michele (le frazioni di Piena e di Libri), la vetta del monte Chaberton, quella della Cima di Marta e le fortificazioni sulla sommità del monte Saccarello; venivano inclusi in territorio francese anche una buona porzione del versante italiano dell'altopiano del Monginevro ad eccezione di Claviere che resta in territorio italiano, il bacino superiore della valle Stretta del monte Thabor, il colle del Moncenisio e la parte occidentale, al di là dello spartiacque, del colle del Piccolo San Bernardo;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la cessione alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia di parte del territorio ottenuto nel 1920 in base al trattato di Rapallo (Alta valle dell'Isonzo, Valle del Vipacco, parte dell'Altipiano carsico, parte dell'Istria comprese le isole adriatiche di Cherso e Lussino, Lagosta e Pelagosa, la città di Zara), nonché la città di Fiume ottenuta nel 1924 in base al trattato di Roma;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la cessione di Trieste e le aree circostanti alla “Zona A” del Territorio libero di Trieste, affidato al controllo del Governo militare anglo-americano. Nel 1954 le truppe anglo-americane lasciarono la "zona A", affidandone l'amministrazione civile all'Italia. L'assegnazione definitiva della Zona A all'Italia venne sancita con il trattato di Osimo, del 10 novembre 1975;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la cessione della parte nord-occidentale dell'Istria (da Capodistria fino al fiume Quieto/Mirna) alla Zona B del Territorio libero di Trieste, affidato alla amministrazione militare jugoslava. L'assegnazione definitiva della Zona B alla Jugoslavia venne sancita con il trattato di Osimo, del 10 novembre 1975;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- il riconoscimento dell'indipendenza dell'Albania e la cessione alla stessa dell'isola di Saseno;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la cessione delle isole del Dodecaneso alla Grecia;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la rinuncia alle colonie (Libia, Eritrea e la Somalia Italiana);</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La Libia, al momento sotto il controllo militare britannico (Tripolitania e Cirenaica) e francese (Fezzan), fu dichiarata indipendente il 24 dicembre 1951, come Regno Unito di Libia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Con l'Etiopia, ammessa come controparte nella sottoscrizione del trattato di pace, l'Italia concludeva un ininterrotto stato di guerra iniziato nel 1935, e, implicitamente, prendeva atto dell'illegalità dell'annessione effettuata nel 1936. Dopo un plebiscito tenuto dalle Nazioni Unite l'Eritrea fu unita federalmente all'Etiopia il 2 dicembre 1952, e, nel 1962, unilateralmente annessa a quest'ultima. L'Eritrea divenne de facto indipendente dall'Etiopia il 24 maggio 1991 e de jure il 24 maggio 1993.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La ex Somalia Italiana, sotto controllo britannico sino al 1 luglio 1950, fu affidata per dieci anni all'Italia sotto forma di amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite. Al momento dell'ottenimento dell'indipendendenza (1960), si unì alla ex Somalia Britannica, costituendo la Repubblica Somala.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la cancellazione dei trattati commerciali favorevoli all'Italia stipulati con la Cina (inclusa la cessazione della concessione di Tientsin avuta dal regno d'Italia a partire dal 7 settembre 1901)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- un paragrafo del trattato prendeva atto dell'autonomia culturale per la minoranza tedesca della provincia di Bolzano, concessa a seguito della stipula del trattato del 5 settembre 1946 (patto De Gasperi-Gruber).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il trattato prevedeva una clausola specifica (articolo 16) per <b>proteggere militari e civili che</b>, fin dall'inizio della guerra, <b>avevano appoggiato gli Alleati</b>: "L'Italia non incriminerà né molesterà i cittadini italiani, particolarmente i componenti delle Forze Armate, per il solo fatto di aver espresso simpatia per la causa delle Potenze Alleate e Associate o di aver svolto azioni a favore della causa stessa durante il periodo compreso tra il 10 giugno 1940 e la data di entrata in vigore del presente trattato".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L’art. 45 prevedeva, altresì, <b>l’impegno dell’Italia di assicurare l’arresto e la consegna</b>, ai fini di un successivo giudizio, <b>di tutte le persone accusate di aver commesso o ordinato crimini di guerra</b>. <b>L’Italia</b>, in seguito, <b>riuscì a ottenere la rinuncia all’applicazione di tali clausole</b>, impegnandosi a provvedere direttamente al giudizio di tutti i presunti criminali individuati dalla Commissione ONU. Peraltro,<b> i lavori della Commissione d’inchiesta italiana si conclusero con l’archiviazione delle posizioni di tutti gli accusati.</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le<b> restrizioni generali di carattere militare</b> (articolo 51) imponevano all'Italia di non possedere, acquistare, costruire o sperimentare armi atomiche, missili o proiettili ad autopropulsione e i relativi dispositivi di lancio (ad eccezione dei siluri e dei tubi di lancio ad essi associati presenti sul naviglio concesso dal Trattato); era altresì vietato il possesso di cannoni con gittate superiori ai 30 km, di mine e di siluri provvisti di congegni di attivazione ad influenza. L'Italia si impegnava inoltre a smantellare le fortificazioni militari poste ai confini con Francia e Jugoslavia, e a smilitarizzare le isole di Pantelleria, Lampedusa e Pianosa (articolo 49). Venne imposto lo smantellamento delle fortificazioni e delle installazioni militari in Sardegna (limitatamente a quelle situate a meno di 30 km dalle acque territoriali francesi) e Sicilia, fatta eccezione per le opere destinate all'alloggiamento delle forze di sicurezza (articolo 50).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'Esercito italiano doveva essere limitato ad un massimo di 250.000 uomini (compresi 65.000 carabinieri), con non più di 200 carri armati. L'Aeronautica Militare doveva essere ridotta ad un massimo di 200 caccia e ricognitori e di 150 aerei da trasporto, con un organico massimo di 25.000 uomini; la costruzione o l'acquisto di velivoli da bombardamento era vietata.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le restrizioni riguardanti la Marina Militare Italiana, (articolo 59), vietavano la costruzione, l'acquisto e la sostituzione di navi da battaglia, oltre all'utilizzazione e alla sperimentazione di unità portaerei, naviglio subacqueo, motosiluranti e mezzi d'assalto di qualsiasi tipo. Il dislocamento totale del naviglio militare in servizio ed in costruzione, eccettuate le navi da battaglia, non doveva superare le 67.500 tonnellate, mentre il personale effettivo non poteva eccedere le 25.000 unità. Il protocollo navale delle 4 potenze del 10 febbraio 1947 <b>impegnava inoltre l'Italia a mettere a disposizione delle Nazioni vincitrici</b> (in particolare Stati Uniti d'America, Unione Sovietica, Regno Unito, Francia, Jugoslavia, Albania e Grecia)<b> le seguenti unità navali </b>in conto riparazioni:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- navi da battaglia: Italia, Vittorio Veneto e Giulio Cesare;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- incrociatori ed esploratori: Emanuele Filiberto duca d'Aosta, Attilio Regolo, Scipione Africano, Eugenio di Savoia ed Eritrea;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- cacciatorpediniere : 5 unità classe "Soldati", più l'Augusto Riboty e l'Alfredo Oriani;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- torpediniere : 6 unità appartenenti a varie classi, fra cui le moderne Aliseo e Fortunale;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- sommergibili : 8 battelli, di cui 3 appartenenti alla recente classe Acciaio;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- nave scuola: Cristoforo Colombo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In base al trattato la Marina Militare rimaneva con le due vecchie corazzate Doria e Duilio (in discrete condizioni generali, ma oramai obsolete), 4 incrociatori (i due classe Duca degli Abruzzi e il Raimondo Montecuccoli in buone condizioni, più il Cadorna, subito declassato a pontone scuola e quindi radiato nel '51), altrettanti cacciatorpediniere (di cui uno il Nicoloso da Recco, in mediocri condizioni e posto quasi subito in disarmo) e 36 fra torpediniere e corvette (fra cui le 20 unità classe Gabbiano, dotate di buone caratteristiche generali). Il panorama era completato dal naviglio minore (una ventina di unità fra vedette antisom, dragamine e posamine) e da oltre 100 navi ausiliarie e d'uso locale. Di tutte queste unità, l'unica superstite ancora oggi in servizio è la nave scuola Amerigo Vespucci.<br />
<br />
<b>-</b> Nel marzo 1947 <b>l’Italia aderisce agli accordi monetari di Bretton Woods</b> ed <b>entra</b> a far parte nel<b> Fmi</b>.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKjO4wfc7lyL0bwozibsxrJByP47ntAgBSULDpzQ4lFtXrtiQc8-yu6UfRoXJq3Z6eiAqiCzZiKSEVLqTwWGFvirSgrt7UHRM0Oe45h4wCmv5ovKEOdBWCg1f2N8p6FnUko5tTC5-eSgMD/s1600/1947.GIF" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="623" data-original-width="861" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKjO4wfc7lyL0bwozibsxrJByP47ntAgBSULDpzQ4lFtXrtiQc8-yu6UfRoXJq3Z6eiAqiCzZiKSEVLqTwWGFvirSgrt7UHRM0Oe45h4wCmv5ovKEOdBWCg1f2N8p6FnUko5tTC5-eSgMD/s200/1947.GIF" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
"l'Unità" del 12 marzo 1947.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> La fondazione del <b>Cominform</b> nel settembre 1947 è l'evento determinante della<b> nuova impostazione della politica estera dell'Unione Sovietica</b>, che esprime l'esigenza di ripristinare il coordinamento tra il Partito comunista russo e i <b>partiti comunisti occidentali</b>, a cui viene chiesta un'azione di <b>opposizione incisiva verso i governi nazionali</b> e il<b> pieno allineamento all'URSS</b> nella politica internazionale. Le critiche di Zdanov alla linea "parlamentare", del PCI sono durissime. Mosca infatti, avalla possibilità insurrezioniste e ciò riapre la frattura tra moderati e intransigenti all'interno del PCI, ma de facto, al momento delle decisioni, la direzione sovietica sostiene Togliatti e i moderati, decidendo di non esprimersi formalmente sulla situazione italiana, pur restando incisiva la sua azione di propaganda e la sua dissuasione nel PCI a sostenere e attivare nuove mobilitazioni sociali: strategia volta non a scatenare una grande guerra, ma a indebolire il blocco occidentale dall'interno, per consolidare la propria posizione. La strategia del "partito nuovo" di Togliatti risulta quindi, in qualche modo, avallata dal PCUS: dopo un autunno in cui sostiene l'organizzazione aggressiva del malcontento popolare, il Partito trasforma la mobilitazione in campagna elettorale e concentra i suoi sforzi sulla conquista della maggioranza alle elezioni del 1948, lanciando quali parole d'ordine: rispetto della legalità costituzionale e azione contro l'imperialismo guerrafondaio, per la pace internazionale. Lo<b> scontro</b> si sposta ben presto <b>nelle piazze</b>, con scioperi e proteste in diverse occasioni cui seguiranno le ferme risposte del governo che non potevano non rendere ancora più crudo lo scontro in atto. La fine della collaborazione tra tutti i partiti antifascisti non bloccò comunque i lavori, già avanzati, dell'Assemblea Costituente, che avrebbero dovuto terminare il 25 febbraio 1947 e si prolungarono invece fino al 22 dicembre 1947, con l'approvazione definitiva della Costituzione con 458 voti favorevoli e 62 contrari. A seguito di ciò l'<b>Assemblea Costituente è sciolta e vengono indette nuove elezioni politiche</b>.<br />
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Le Corbusier costruisce a Marsiglia le <b>prime Unitées d'Habitation</b>.<br />
<br />
<b>-</b> L'<b>aerorazzo Bell i supera la barriera del suono</b>.<br />
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnxRj91F-jjuZlbgM8adi_zLtOp7NK0lWs3d017mMoW41IwM__GCqIVIbDn2KO_Kt4LQaFxneW_PXG-om76HBEe77EuRx3d5ICB3dZh2jGg6EM3Qd_kxJa3FcSplnT_QcNQNXz833ZbNo/s1600/carta+europa+2%C2%B0+dopoguerra.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnxRj91F-jjuZlbgM8adi_zLtOp7NK0lWs3d017mMoW41IwM__GCqIVIbDn2KO_Kt4LQaFxneW_PXG-om76HBEe77EuRx3d5ICB3dZh2jGg6EM3Qd_kxJa3FcSplnT_QcNQNXz833ZbNo/s200/carta+europa+2%C2%B0+dopoguerra.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Europa nel 1948, dopo la</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Seconda Guerra Mondiale. La</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Germania è divisa in due,
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
RFT e RDT.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1948</b> -<b> </b>Il <b>1° gennaio</b>, <b>entra in vigore</b> in Italia la <b>Costituzione</b>. La Costituzione italiana fu il risultato di diciotto mesi di lavoro intenso e appassionato di un’assemblea di cui facevano parte i più qualificati esponenti della nostre cultura, della politica antifascista e delle forze della Resistenza. Alla sua elaborazione concorsero tutte le componenti democratiche del Paese, apportandovi ciascuna il contributo delle sue motivazioni ideali. Come è noto, essa fu approvata a larghissima maggioranza: 458 voti contro 62. Perciò essa va riguardata come un dato identitario della nostra democrazia, basata su valori condivisi che uniscono tutti gli italiani senza distinzioni di partito o di ideologia politica. <b>La Repubblica Italiana ha le sue radici</b>, la sua ispirazione e il suo fondamento ideale <b>nella Resistenza</b>, nella <b>guerra di popolo contro il fascismo</b> alleato al nazismo tedesco che ha segnato la rinascita della democrazia e la restaurazione dei suoi valori nel nostro Paese. E’ in quel momento, alla fine del fascismo, che gli italiani hanno apprezzato più che mai questi valori, così come la salute si apprezza appieno solo al superamento della malattia. E’ in quel momento che è nata in Italia una democrazia nettamente caratterizzata su dati fondamentali diversi rispetto al passato pre-fascista, quali la forma repubblicana, il voto esteso alle donne, la partecipazione dei cittadini al processo legislativo con l’iniziativa popolare e il referendum, l’indipendenza della magistratura, la verifica di legittimità costituzionale delle leggi, l’ordinamento regionale come modello di governo diffuso sul territorio. Una democrazia i cui valori fondanti si individuano nella libertà, nella certezza dei diritti e dei corrispettivi doveri, nella cittadinanza solidale, nella partecipazione in condizioni di uguaglianza, nella funzione sociale della proprietà e dell’impresa, nella separazione dei poteri e nel controllo istituzionale. Questi valori trovano piena attuazione nei principi base della nostra <b>Costituzione </b>che fino ad oggi hanno garantito, anche in condizioni difficili, la convivenza democratica nel nostro Paese e che perciò vanno condivisi e difesi da tutti i cittadini senza distinzioni di parte, in una linea politica ideale per cui dal filosofo e politologo tedesco Jurgen Habermas è stato evocato il concetto di “patriottismo costituzionale”.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsd6BXndj8kz9Xn7tG0dOsMz2MRZ5XhqrCa3wImSsClwMfloi56_n-d1BpdZ8LwY_4mkG33bZmAQ6aXrPZq_oeZFAo6iq4mTDqAQLfMViCvmAF8dZ41KhoBc1mpbeV_Dfba9pLmQHZKv8/s1600/Berlino-1948.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsd6BXndj8kz9Xn7tG0dOsMz2MRZ5XhqrCa3wImSsClwMfloi56_n-d1BpdZ8LwY_4mkG33bZmAQ6aXrPZq_oeZFAo6iq4mTDqAQLfMViCvmAF8dZ41KhoBc1mpbeV_Dfba9pLmQHZKv8/s200/Berlino-1948.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
1948, ponte aereo per</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
approvvigionare Berlino Ovest.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 24 giugno 1948 si verifica il <b>blocco</b> di<b> Berlino</b>. Dopo mesi durante i quali <b>i sovietici</b> avevano iniziato a manifestare disagio e dissenso sulla situazione territoriale e logistica "anomala" di Berlino (con un'enclave occidentale in territorio filo-sovietico), che permetteva alle genti sottoposte al regime socialista di transitare facilmente all'ovest trovandovi rifugio, il 24 giugno decisero di <b>chiudere il corridoio terrestre attraverso il quale Berlino ovest era connessa</b> al mondo occidentale impedendo, di fatto, il suo approvvigionamento logistico: il successivo ponte aereo, organizzato dal mondo occidentale per assicurare la sopravvivenza della popolazione di Berlino Ovest, è entrato nella storia.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd1K-rF5tCHC4SGEys4YNCerfgcAcDoxwDYReNZcIe7lvezIYiKlGSgOvx9pEgQtbeyFYkB3AjY3a1EgVFKZ9f0dLR1YkKilih92UJGC5fF09G_wDBF-uHN-U0P-31fz9rItL87-srk70/s1600/mondo+nella+guerra+fredda.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="135" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd1K-rF5tCHC4SGEys4YNCerfgcAcDoxwDYReNZcIe7lvezIYiKlGSgOvx9pEgQtbeyFYkB3AjY3a1EgVFKZ9f0dLR1YkKilih92UJGC5fF09G_wDBF-uHN-U0P-31fz9rItL87-srk70/s200/mondo+nella+guerra+fredda.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta del mondo durante la "Guerra</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Fredda": 1948 - 1973. In rosso,
gli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
USA e suoi alleati, in verde URSS</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(CCCP) e suoi alleati. Le stellette</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nere indicano i focolai di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
tensione e le loro date.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Questa vicenda impressionò le popolazioni occidentali e, di fatto, fornì la motivazione per istituire un'Alleanza militare del mondo occidentale contro la minaccia sovietica, <b>inaugurando la Guerra Fredda</b>, una guerra fra paesi democratici e comunisti <b>che non poteva essere combattuta con le armi</b> poiché con l'uso delle armi nucleari non ci sarebbero stati vincitori ma solo morte e distruzione.<br />
Con l'avvio della Guerra Fredda, la situazione post-bellica durerà fino alla presa del potere in Cina da parte dei comunisti, nel 1949.<br />
<br />
<div>
<b>-</b> I<b> comunisti al potere</b> in <b>Cecoslovacchia, Polonia e Ungheria</b>.<br />
<br /></div>
<b>-</b> Inizia <b>l'era dei transistor</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-38692673918346587652020-05-09T06:28:00.002-07:002020-10-07T03:31:15.904-07:00Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjMEtlSuCF2SnfbAXTC0fvJaL3VJ8hE2MFP-NWk4ddf3WnWwqQNoBwlMM1qGQyqd9hB81HULB2Nujy0QAy2eofjjWxJxJ_jyXctgaECV9q2owD4Lx64hHIWO88Mt-iENk3yZf7NmpwrxA/s1600/carta+europa+1930.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjMEtlSuCF2SnfbAXTC0fvJaL3VJ8hE2MFP-NWk4ddf3WnWwqQNoBwlMM1qGQyqd9hB81HULB2Nujy0QAy2eofjjWxJxJ_jyXctgaECV9q2owD4Lx64hHIWO88Mt-iENk3yZf7NmpwrxA/s320/carta+europa+1930.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica politica dell'Europa
nel 1922,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dopo la Prima Guerra Mondiale. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.922</b> - Il 25 febbraio cade il governo Bonomi e gli succede Luigi Facta.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 24 ottobre, il governo Facta non riesce ad arginare lo strapotere delle squadre fasciste; Mussolini dichiara: "O ci daranno il potere o lo prenderemo calando su Roma".<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 28 ottobre avviene la <b>Marcia su Roma</b>. Mussolini con i quadrumviri Bianchi, Balbo, De Bono e De Vecchi, guida 14.000 camice nere nella capitale.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 31 ottobre, Mussolini presenta al re la lista dei ministri e il suo governo ottiene la fiducia del parlamento, votato anche dalle forze moderate ed ottiene addirittura l'assenso di Giolitti.<b> Mussolini </b>diventa così il<b> capo del governo in Italia</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 16 novembre, Mussolini tiene alla camera il famoso "discorso del bivacco". « Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto. » (dal discorso di insediamento del Presidente del Consiglio Benito Mussolini, pronunciato il 16 novembre 1922 alla Camera dei Deputati del Regno d'Italia). Le squadre fasciste vengono trasformate nella Milizia Volontaria.<br />
<br /></div>
<b>- Fondazione</b> dello stato libero d'<b>Irlanda </b>(<b>Eire</b>).<br />
<br />
<b>-</b> Viene <b>pubblicato</b> l'”<b>Ulisse</b>” di J. Joyce.<br />
<br />
<b>-</b> Viene <b>isolata l'insulina</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div>
</div>
<br />
<b>Nel 1.923</b> -<b> </b>In <b>Turchia</b> viene deposto l'ultimo sultano ottomano e <b>proclamata la repubblica</b>. Si procede, da parte del nuovo governo dei "Giovani Turchi", all'<b>olocausto degli Armeni</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.924</b> - Il 6 aprile, il "<b>listone</b>" <b>fascista</b> ottiene 374 rappresentanti alla camera: è il partito di <b>maggioranza assoluta</b>.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxw21BlxdT6Nl9lOMeqD5dDQb3vWpVlnaI9LUfx5YvoBX26fne4_HKN93gB7OtcAdaCBuH0avauA7Jx6UHGVXv_eCP44TEethukTJWajEP1LZ9xRjZ4WqQjAa6i1dF9EHwhKqt22fH8N6r/s1600/Giacomo_Matteotti.jpeg.jpeg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxw21BlxdT6Nl9lOMeqD5dDQb3vWpVlnaI9LUfx5YvoBX26fne4_HKN93gB7OtcAdaCBuH0avauA7Jx6UHGVXv_eCP44TEethukTJWajEP1LZ9xRjZ4WqQjAa6i1dF9EHwhKqt22fH8N6r/s200/Giacomo_Matteotti.jpeg.jpeg" width="175" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Giacomo Matteotti.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 10 giugno: <b>Giacomo Matteotti</b>, dopo aver pronunciato un vibrante atto d'accusa contro il metodo violento fascista durante la competizione elettorale, viene rapito sul lungotevere da uomini di fiducia di Mussolini, tra i quali Dumini, Volpi e Malacria, e <b>assassinato</b>.<br />
<br /></div>
<b>-</b> 27 luglio: i deputati dell'opposizione, guidati da Giovanni Amendola, tranne i membri del PCI, si ritirano dalla camera dei deputati nella speranza che questo "Aventino" mandi in crisi il governo. Il fascismo accusa il colpo, ma proprio la divisione tra comunisti e "aventiniani" permette al governo di promulgare numerose leggi a proprio favore.<br />
<br />
<b>-</b> 27 dicembre: scoppia la bomba del memoriale Rossi. L'ex capo dell'ufficio stampa di <b>Mussolini</b>, lo accusa di essere <b>il mandante </b>dell'omicidio Matteotti.<br />
<br />
<b>-</b> In Russia, a seguito delle <b>ferite riportate in un attentato</b> anni prima, muore<b> Lenin</b>.<br />
<br />
<b>-</b> A. Schònberg compone la <b>prima musica dodecafonica</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.925</b> -<b> </b>3 gennaio: <b>Mussolini</b>, con un discorso alla Camera, <b>si accolla tutte le responsabilità</b> delle violenze fasciste: « Dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento ad oggi. » Si instaura così il regime fascista con le sue caratteristiche violente ed antidemocratiche, preludio di una dittatura.<br />
<br />
<b>-</b> Il 26 gennaio, nel suo<b> primo e unico intervento</b> da deputato, <b>Gramsci</b> denuncia il carattere di regime piccolo-borghese del fascismo, alleato e sponsorizzato dai grandi proprietari terrieri e industriali ed ironizza pesantemente sull'ex alleato di partito, rievocando il suo passato socialista.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 4 novembre: Tito <b>Zaniboni</b>, ex deputato socialista, <b>attenta alla vita di Mussolini</b>, ma il suo gesto viene sventato dall'intervento della polizia.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Dal 1925 al 1939, l'<b>Albania</b> è stata governata da Ahmet Zogu, che si nominò <b>re Zog I</b> nel 1928.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>J.B. Watson</b> elabora la teoria del behaviorismo che cerca di spiegare in termini psicologici il comportamento umano.<br />
<br /></div>
<b>-</b> J.L. Baird inventa la <b>televisione</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.926</b> -<b> </b>7 aprile: Violet Gibson, inglese, <b>spara</b> alla tempia di <b>Mussolini</b>: un repentino balzo all'indietro salva il Duce dalla morte ma non da una ferita al naso.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 11 settembre:<b> terzo attentato a Mussolini</b>, questa volta ad opera dell'anarchico Gino Lucetti, il quale lancia una bomba verso la macchina di Mussolini, senonché l'ordigno rimbalza contro lo sportello dell'auto ed esplode nella strada.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 31 ottobre: <b>quarto </b>ed ultimo <b>attentato a Mussolini</b>. Anteo Zamboni, bolognese, dopo aver esploso un maldestro colpo di pistola verso la figura del Duce, viene linciato sul posto.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 25 novembre:<b> in Italia</b> viene istituita la<b> pena di morte</b>. Gli antifascisti vengono confinati o imprigionati.<br />
<br /></div>
<b>-</b> <b>Sciopero generale in Gran Bretagna</b>: è la <b>prima manifestazione di questo tipo</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Esce sugli schermi <b>il film </b>“<b>Metropolis</b>” di F. Lang.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.927</b> - L'<b>Italia</b> è ormai <b>controllata </b>dalla <b>dittatura</b> <b>fascista</b>.</div>
<br />
<b>Nel 1.928</b> -<b> </b>12 aprile: alla fiera di Milano<b> muoiono 20 </b>persone nel <b>mancato attentato al re</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Durante il mese di agosto, nel <b>Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni</b>, il deputato nazionalista serbo Puniša Račić, ferisce a morte il collega del Partito Contadino Croato Stjepan Radić: l'episodio crea una <b>forte instabilità politica</b> e da il via a numerosi <b>conflitti interetnici</b>.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Stalin</b> da<b> inizio all'industrializzazione dell'URSS</b> con il primo piano quinquennale.<br />
<br />
<b>-</b> Desta <b>scandalo</b> la pubblicazione di “<b>L'amante di Lady Chatterley</b>”.<br />
<br />
<b>-</b> Prime <b>scoperte sugli antibiotici</b> di <b>A. Fleming</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.929</b> -<b> </b>Il 6 gennaio, nel <b>Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni</b>, quando la situazione gli sembra ormai insostenibile, <b>il re Alessandro I</b> scioglie il parlamento, revoca la Costituzione ed <b>instaura una dittatura</b> personale (denominata "dittatura del sei gennaio"). Sono vietate tutte le organizzazioni politiche, sindacali e religiose, ed è imposta la censura alla stampa. Viene creato un tribunale speciale per la difesa dello Stato che persegue tutti i reati politici, la lesa maestà ed i comportamenti anti-nazionali; particolarmente sorvegliati sono gli aderenti alla Lega dei Comunisti di Jugoslavia. Venne inoltre dato il via alla politica dell'"integralismo jugoslavo" per cui tutte le divisioni etniche devono terminare al fine della creazione di una nazione unita e centralizzata. Sono aboliti tutti i toponimi tradizionali che richiamino le origini storiche delle località e viene vietata l'esposizione di vessilli ed emblemi che le ricordino: il territorio del regno è suddiviso in nove regioni (le banovine) senza tener conto delle province storiche e della composizione etnica, mentre sono inviati numerosi reparti dell'esercito in Croazia e in Macedonia.<br />
<br />
<b>-</b> 11 febbraio: vengono stipulati i <b>Patti Lateranensi</b> fra l'<b>Italia fascista</b> e il <b>Vaticano</b> per regolare i rapporti tra Stato e Chiesa<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 24 marzo: si vota per il plebiscito. I sì al fascismo sono più di 8 milioni mentre i no sono 136 mila. Nel clima di intimidazioni vota il 90 per cento degli aventi diritto.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 28 aprile: nasce l'Opera Nazionale Balilla, sorgono ovunque i campi DUX.<br />
<br />
<b>-</b> Il 3 ottobre il <b>Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni</b> cambia il suo nome ufficiale in <b>Regno di Jugoslavia </b>(che significa <b>Slavia del sud</b>), sotto la dinastia dei Karađorđević. Si pensi comunque che Croati e Serbi vivono in vari stati balcanici e <b>ogni stato è così multietnico</b>, così come il <b>Kosovo</b>, culla dell'etnia serba, è a maggioranza di Albanesi e ha proclamato unilateralmente la propria indipendenza nel 2008, venendo riconosciuto da circa la metà degli stati membri ONU, anche se la Serbia continua a considerarlo una provincia secessionista. C'è da considerare che, mentre<b> Sloveni e Croati</b> sono a maggioranza <b>cristiani cattolici</b>, i <b>Serbi</b> sono <b>cristiani ortodossi</b> e adottano l'alfabeto cirillico mentre gli <b>Albanesi </b>si distinguono fra<b> cristiani e musulmani</b>, grazie al <b>lungo dominio turco-ottomano</b> nei paesi balcanici, che ha originato un <b>discreto numero di musulmani</b>. Fino al 1.990, <b>Sarajevo</b>, la capitale della Bosnia-Erzegovina, era <b>famosa</b> per testimoniare<b> le tre religioni </b>con una <b>biblioteca</b> che conteneva <b>opere delle tre culture</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 28 ottobre: viene inaugurata l'<b>Accademia d'Italia</b> che annovera tra le sue fila Mascagni, Fermi, Marinetti, Pascarella, Romagnoli e Guglielmo Marconi.<br />
<br />
<b>-</b> Con il <b>crollo della borsa di Wall Street</b> il mondo precipita nella Grande Depressione, con conseguente lunga crisi mondiale.<br />
<b><br /></b><b>Nel 1.930</b> -<b> </b>Nozze fra il principe ereditario dei Savoia, il futuro re Umberto II, e Maria José del Belgio (Ostenda, 4 agosto 1906 - Thônex, 27 gennaio 2001), nata principessa del Belgio, che fu l'ultima regina d'Italia come consorte di Umberto II di Savoia. Poiché il suo regno durò solamente dal 9 maggio al 18 giugno 1946, venne soprannominata dagli italiani <b>Regina di maggio</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.931</b> -<b> </b>7 gennaio: Achille Starace è il nuovo segretario del partito fascista.<br />
<br />
<b>-</b> 3 febbraio: Michele Bianchi, primo segretario del PNF (partito nazionale fascista), quadrumviro al tempo della marcia su Roma, si spegne a Roma.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 24 aprile: Galeazzo Ciano sposa Edda Mussolini, figlia del dittatore.<br />
<br />
<b>-</b> Il 3 settembre, nel Regno di Jugoslavia, quando ritiene che la situazione sia tornata alla normalità, <b>Alessandro I dà al regno una nuova costituzione</b>, che lascia comunque al re enormi poteri. Il Parlamento è diviso in Camera alta di nomina regia e Assemblea nazionale eletta a suffragio universale maschile con voto palese; al sovrano spetta la nomina del capo del Governo e dei Ministri, che devono rispondere solo al re e non al Parlamento. Le libertà civili sono ripristinate, anche se con alcune limitazioni rispetto al passato.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 7 novembre: inizia la bonifica dell'Agro Pontino, è il periodo delle grandi opere fasciste.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 12 dicembre: il mahatma Gandhi giunge a Roma per una visita a Mussolini.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 17 dicembre: undici idrovolanti partono da Orbetello alla volta di Rio de Janeiro. Tra l'equipaggio spicca il nome di Italo Balbo. Per i 44 trasvolatori è un trionfo.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>La Spagna</b> diventa<b> repubblica</b>. La Seconda Repubblica spagnola, nota come Repubblica Spagnola, fu proclamata il 14 aprile 1931, contestualmente alla partenza per l'esilio di re Alfonso XIII, ed ebbe termine il 1º aprile 1939, a seguito alla vittoria nella Guerra civile spagnola dei ribelli nazionalisti guidati da Francisco Franco.<br />
<br /></div>
<b>-</b> Il chimico statunitense <b>Wallace Hume Carothers</b> inventa il<b> nylon</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.932</b> -<b> </b>30 giugno: nasce Littoria, l'attuale Latina. La nascita della città rappresentò per l’Italia intera una doppia scommessa vinta: da un lato, la bonifica delle malsane paludi fino ad allora portatrici di malattie e dall’altro l’edificazione di una «città ideale» in tempi record.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- 1 luglio: per festeggiare il primo decennale della rivoluzione (fascista) viene promossa la grande crociera di idrovolanti Roma-New York; è sempre Balbo il capitano dei 24 idrovolanti.<br />
<br /></div>
<b>- Lev Trotzkij</b> inizia la pubblicazione di “<b>Storia della rivoluzione russa</b>”.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmFz0zqsh5LXe1HrnjpCZ14Xg_PX0_Mj5RHAQNk7IFUIHEN1dAn6McAn6x0wxrbmC1yEnERzfG-3NbCmnljvMqa6iznL0w99ALB3SotOxih_RdZM5nSthkkER9ztNlq9-cg5Bl1nUWuNpd/s1600/1944+Benito_Mussolini_and_Adolf_Hitler.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmFz0zqsh5LXe1HrnjpCZ14Xg_PX0_Mj5RHAQNk7IFUIHEN1dAn6McAn6x0wxrbmC1yEnERzfG-3NbCmnljvMqa6iznL0w99ALB3SotOxih_RdZM5nSthkkER9ztNlq9-cg5Bl1nUWuNpd/s200/1944+Benito_Mussolini_and_Adolf_Hitler.jpg" width="149" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Mussolini e Hitler nel '44.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Prima dell'”<b>Opera da tre soldi</b>” di <b>B. Brecht</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Viene messo a punto il <b>primo microscopio elettronico</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.933</b> -<b> </b>7 giugno: Francia, Inghilterra e Germania firmano il patto a quattro ideato da Mussolini per "dare all'Europa dieci anni di pace".<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>Hitler </b>conquista il<b> potere</b> in<b> Germania</b> con conseguente incendio del Reichstag (il Parlamento) a Berlino.</div>
<br />
<b>Nel 1.934</b> - 12 giugno: a Stra di Venezia, <b>Mussolini</b> e <b>Hitler</b> si incontrano per la prima volta.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA8KbnWZNUIAickitmNcXRhV32bjVkm_DvrtOu9qms9x70TVugpIt5vBRqQxFxDLb9vbQGdCqOXjrvqbPsaxR-aybY9UkeOMIP7WxV5fMbF9lpPO8CXpKdsgBKuptVC0sbjyxnA_xb3PU/s1600/europa+tra+1%C2%B0+e+2%C2%B0+guerra+mondiale.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA8KbnWZNUIAickitmNcXRhV32bjVkm_DvrtOu9qms9x70TVugpIt5vBRqQxFxDLb9vbQGdCqOXjrvqbPsaxR-aybY9UkeOMIP7WxV5fMbF9lpPO8CXpKdsgBKuptVC0sbjyxnA_xb3PU/s320/europa+tra+1%C2%B0+e+2%C2%B0+guerra+mondiale.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Europa fra le due guerre
mondiali con i ritratti dei</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dittatori in ben 5 stati: Hitler in
Germania, Stalin in Unione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sovietica, Alessandro I in Jugoslavia,
Mussolini in Italia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e Francisco Franco in Spagna.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
- Il 9 ottobre 1.934<b> il re di Jugoslavia</b>, <b>Alessandro I</b>, si imbarca sul cacciatorpediniere Dubrovnik dal piccolo porto di Zelenica alla volta di Marsiglia dove sbarca alle quattro del pomeriggio, accolto dal Ministro degli esteri francese Louis Barthou. I due saligono a bordo di una vettura Delage scoperta, e il corteo composto da auto della polizia, soldati a cavallo e agenti in bicicletta che precedono e seguono l'automobile delle autorità si muove, tra due ali di folla, verso il palazzo della Prefettura. Alle quattro e un quarto del pomeriggio, Vlado Černozemski, appartenente all'Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone, che mira all'indipendenza della Macedonia dalla Jugoslavia e che ha collegamenti con la formazione degli Ustascia croati di Ante Pavelić, si avvicina alla vettura reale, si aggrappa alla fiancata e svuota il caricatore della sua Mauser C96 sul re e sul ministro Barthou. Immediatamente gli agenti di scorta aprono il fuoco all'impazzata e Černozemski è ucciso all'istante dai colpi di pistola e dalle sciabolate della guardia a cavallo. L'auto col re ed il ministro è condotta presso la stazione di polizia dove si cerca di prestare i primi soccorsi ai feriti, ma Alessandro, alle cinque, perde conoscenza e<b> muore</b>. Il ministro Barthou è trasportato all'ospedale Hôtel-Dieu, dove si spegne il giorno successivo: l'autopsia mostrerà che le pallottole che lo hanno ucciso sono state quelle sparate dalla polizia francese. L'assassinio di Alessandro I <b>sarà il primo omicidio filmato della storia</b> e rimane una delle più importanti riprese per cinegiornali ancora esistenti, accanto alla pellicola dell'incoronazione dello zar Nicola II, dei funerali della regina Vittoria, dell'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria e dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Poiché l'erede al trono Pietro non aveva ancora l'età per divenire re, fu proclamato reggente il principe Paolo, figlio di Arsen, fratello del re Pietro I, il padre di Alessandro I.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mussolini invio' una formale lettera di condoglianze, in realtà lui fu felice della sua morte in quanto pensava che Alessandro I fosse un impedimento alle sue mire espansionistiche. Durante le indagini Mussolini fu considerato un sospettato ma non si andò oltre perché il regno di Jugoslavia aveva già problemi con la Germania di Hitler.<br />
<br /></div>
<b>-</b> 5 dicembre: incidente di Ual-Ual. Una guarnigione italiana posta sul confine tra la Somalia e l'impero etiopico viene attaccata.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJQ3UM86upyxkRA0PEC-s3xg70LkTXtNWbSMenw5GZfi52NEKo3bW7iyUKayZNruoqPi73_WdQjjnvFa8L2GxiJlhu0nkXPPmbHK5-K_XW_p1nQJyJDwejue1kaL42yW_3xt28yo58Ezc/s1600/1938+colonie+italiane+in+africa.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJQ3UM86upyxkRA0PEC-s3xg70LkTXtNWbSMenw5GZfi52NEKo3bW7iyUKayZNruoqPi73_WdQjjnvFa8L2GxiJlhu0nkXPPmbHK5-K_XW_p1nQJyJDwejue1kaL42yW_3xt28yo58Ezc/s200/1938+colonie+italiane+in+africa.jpg" width="198" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
In verde le colonie Italiane</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in Africa nel 1938.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.935</b> - Il<b> </b>3 ottobre scoppia la <b>guerra d'Africa</b>; vengono prese subito Adua e Adigrat e l'8 novembre vengono prese Axum e Macallè.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 18 novembre: a Ginevra la Società delle Nazioni decide il<b> blocco economico contro l'Italia</b>. Il paese reagisce di slancio contro le "inique sanzioni": è <b>autarchia</b>.<br />
<br /></div>
<b>-</b> Primi esperimenti sui<b> radar</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.936</b> -<b> </b>15 febbraio: le truppe di Badoglio occupano il monte Amba Aradam con esecuzioni di massa e si apre la via verso l'Amba Alagi.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 6 marzo: si combattono le battaglie decisive nelle regioni di Tembien e dello Scirè con cui Badoglio si aprirà la via verso Addis Abeba.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 4 aprile: sulle rive del lago Ascianghi si combatte l'ultima grande e decisiva battaglia.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 9 maggio: la guerra d'<b>Abissinia è vinta</b>. Il negus è fuggito all'estero. Dal balcone di palazzo Venezia il duce grida: "<b>L'Italia ha il suo impero!</b>"<br />
<br />
<b>-</b> 18 luglio: ha inizio la <b>guerra civile spagnola</b>. Mussolini appoggerà il generale Franco anche con l'invio di volontari fascisti a cui si opporranno volontari comunisti e anarchici italiani. In seguito Stalin farà fucilare gli anarchici per tenere la guida dell'insurrezionalismo internazionale. I <b>clericali </b>di tutta Europa <b>si schierano </b>apertamente <b>con Francisco Franco</b>, di cui <b>appoggeranno il regime dittatoriale</b> dopo la sua vittoria. Unica voce cattolica apertamente contraria fu quella di Jacques Maritain.<br />
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIvEnn1Z5Cyty2JjwZUUePxp3RYG9jBCvEaY0h2v8-hrx6BMamZpeyONM9dWKNstMOfHhqijDi2_YEHdYNfAoJuHCuz8i7QC73U4mdBVm26rWOLyDsWbFQ4EbqJYFgOqvIVDVMW7zN3yU/s1600/guernica_picasso_2.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="115" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIvEnn1Z5Cyty2JjwZUUePxp3RYG9jBCvEaY0h2v8-hrx6BMamZpeyONM9dWKNstMOfHhqijDi2_YEHdYNfAoJuHCuz8i7QC73U4mdBVm26rWOLyDsWbFQ4EbqJYFgOqvIVDVMW7zN3yU/s200/guernica_picasso_2.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Pablo Picasso: "Guernica",</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
rappresentazione degli strazianti</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
effetti del bombardamento dei</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dei nazisti tedeschi sulla città.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.937</b> - In<b> </b>aprile la <b>guerra civile spagnola</b> vede combattere da una parte le forze fedeli alla repubblica, governata dopo regolari elezioni dalla sinistra e dall’altra le truppe degli insorti, che avevano trovato alleanza con le forze nazionaliste capeggiate dal generale Francisco Franco, di stanza con il suo esercito in Marocco, ma che, grazie all’aiuto di un ponte aereo e navale approntato dai tedeschi di Hitler e dai fascisti italiani, riuscì a sbarcare in Spagna e a ricongiungersi con le truppe che erano insorte in Spagna. I governi tedesco ed italiano si affrettarono a riconoscere quanto stabilito dalla giunta militare di Burgos che aveva nominato Franco generalissimo e capo del governo nazionalista.<br />
E non si limitarono a questo, ma assistettero gli insorti franchisti con consistenti aiuti in armi e in uomini, inviando, gli italiani, il Corpo Truppe Volontarie (CTV), e i tedeschi la Legione Condor. Nello scenario di questa guerra cruenta e per molti aspetti antefatto della seconda guerra mondiale, avvenne la <b>fucilazione di Federico García Lorca</b>, arrestato nel 1936 a Granada dai nazionalisti, che lo uccisero a Viznar senza processo. E in questo contesto è ambientato il romanzo di <b>Ernest Hemingway</b> "<b>Per chi suona la campana</b>". Il 26 aprile del 1937, la città basca di <b>Guernica venne rasa al suolo durante un massiccio bombardamento aereo voluto da Hitler </b>e al quale presero parte la Legione Condor tedesca e alcuni aerei dell’aviazione fascista italiana. Quello di Guernica fu il <b>primo bombardamento a tappeto</b> effettuato da una forza aerea e rappresentò un tragico preannuncio delle guerre aeree che si sarebbero da allora combattute.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Picasso dipinge </b>"<b>Guernica</b>".<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 25 settembre:<b> Hitler riceve Mussolini</b> e oltre un milione di tedeschi applaude i due dittatori allo stadio Olimpico di Berlino.<br />
<b><br /></b>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8F59Pd2_FrPz6aI2fF2MgnryVNKX_jVmafse4m4rbZCNMrB0eVQKO-9ZGQzXwo8i_7RWq0ei5lK7Av9XT3vaMYb9NG22QqrCd3ePQGJQdAalFDKdIzxF-cR3s_IeMKOAHWDRlT2kwlUc/s1600/1938+colonie+inglesi+in+africa+asia+oceania+cin+nuova+zelanda.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="142" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8F59Pd2_FrPz6aI2fF2MgnryVNKX_jVmafse4m4rbZCNMrB0eVQKO-9ZGQzXwo8i_7RWq0ei5lK7Av9XT3vaMYb9NG22QqrCd3ePQGJQdAalFDKdIzxF-cR3s_IeMKOAHWDRlT2kwlUc/s200/1938+colonie+inglesi+in+africa+asia+oceania+cin+nuova+zelanda.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
In rosa, le colonie della Gran Bretagna</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel 1938 in Africa, Asia e Oceania.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1938</b> - Il 1° marzo, a Gardone, muore Gabriele d'Annunzio.<br />
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 12 marzo: l'<b>esercito tedesco</b> occupa <b>l'Austria </b>e la <b>Cecoslovacchia</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 3 maggio: Hitler è a Roma e l'asse Roma-Berlino si rafforza. Il Duce incomincia a<b> farsi soggiogare</b> delle smanie del Fuhrer.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 3 settembre: la "Gazzetta del Popolo" annuncia le <b>prime misure razziste</b> adottate contro gli ebrei dal <b>gran consiglio del fascismo</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Il 18 settembre, a Trieste, Benito Mussolini, annuncia ed elenca dal balcone del Municipio, in occasione della sua visita alla città, le <b>leggi razziali fasciste</b>, un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi (leggi, ordinanze, circolari, ecc.) rivolti prevalentemente - ma non solo - contro le persone di religione ebraica, applicati inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBUgD8qvl7e_9WOx6YMKGkMo7pJL6SBXi542diY-ZIOWs0-F2RrjZZymittz14gK1bI3i9_ih51-57pKv1l6Eh_sQ2fIDreQ-FkModNVRZSNxzUO7xhyphenhyphenWH-hRTdKAa0TUmQViDBowAW7E/s1600/1938+colonie+inglesi+in+america054.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBUgD8qvl7e_9WOx6YMKGkMo7pJL6SBXi542diY-ZIOWs0-F2RrjZZymittz14gK1bI3i9_ih51-57pKv1l6Eh_sQ2fIDreQ-FkModNVRZSNxzUO7xhyphenhyphenWH-hRTdKAa0TUmQViDBowAW7E/s200/1938+colonie+inglesi+in+america054.jpg" width="121" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
1938, in rosa le colonie</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
britanniche in America</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del Nord e la Guyana</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel Sud.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Saranno abrogate con i regi decreti-legge nn. 25 e 26 del 20 gennaio 1944, emessi durante il Regno del Sud. La legislazione antisemita comprendeva: il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto per gli ebrei di avere alle proprie dipendenze domestici di razza ariana, il divieto per tutte le pubbliche amministrazioni e per le società private di carattere pubblicistico - come banche e assicurazioni - di avere alle proprie dipendenze ebrei, il divieto di trasferirsi in Italia a ebrei stranieri, la revoca della cittadinanza italiana concessa a ebrei stranieri in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere la professione di notaio e di giornalista e forti limitazioni per tutte le cosiddette professioni intellettuali, il divieto di iscrizione dei ragazzi ebrei - che non fossero convertiti al cattolicesimo e che non vivessero in zone in cui i ragazzi ebrei erano troppo pochi per istituire scuole ebraiche - nelle scuole pubbliche, il divieto per le scuole medie di assumere come libri di testo opere alla cui redazione avesse partecipato in qualche modo un ebreo.<br />
Fu inoltre disposta la creazione di scuole - a cura delle comunità ebraiche - specifiche per ragazzi ebrei e gli insegnanti ebrei avrebbero potuto lavorare solo in quelle scuole. Infine vi fu una serie di limitazioni da cui erano <b>esclusi</b> i cosiddetti <b>arianizzati</b>:<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga1jacMDvl7ISQCfzv0jM_TLweD9qgy1X5PCdEDvVR1mNprC7lvWUDBgrmg61K4Hw_LeSCPX_CurtczvmFSo5ntt5jaotu9ecrqlZ9aZF-dLihGGawCGs3IzaeTxIxPLL2dso6rqCahJg/s1600/1938+colonie+francesi+in+asia+africa+oceania049.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga1jacMDvl7ISQCfzv0jM_TLweD9qgy1X5PCdEDvVR1mNprC7lvWUDBgrmg61K4Hw_LeSCPX_CurtczvmFSo5ntt5jaotu9ecrqlZ9aZF-dLihGGawCGs3IzaeTxIxPLL2dso6rqCahJg/s200/1938+colonie+francesi+in+asia+africa+oceania049.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
1938, in blu le colonie francesi in</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Africa e Asia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
il divieto di svolgere il servizio militare, di esercitare il ruolo di tutore di minori, di essere titolari di aziende dichiarate di interesse per la difesa nazionale e di essere proprietari di terreni o di fabbricati urbani al di sopra di un certo valore. Per tutti fu disposta l'<b>annotazione dello stato di razza ebraica</b> nei registri dello stato civile.<br />
<b></b><br />
<b></b><b>Nel 1939</b> - 19 gennaio: la Camera dei deputati è sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni. <b>Scompare la separazione</b> tra potere<b> legislativo</b> ed <b>esecutivo</b>.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 4 aprile: l'Italia invade l'Albania e prende il controllo del paese.<br />
I comunisti ed i nazionalisti albanesi combatteranno attivamente una guerra partigiana contro le invasioni italiane e tedesche durante tutta la seconda guerra mondiale.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAG-1f9v1zghwhw8zgCwDneDxmV_efgyuGvywaneb-edg6bqk0On9XGdhff6SXM3q8eyy00it4HQ3aV150LsUvIq9Ypx7WxzzkcGyO2y5NdEF3l5-8lV5DzTc_pW4yXAPWVzLIj8I3Io0/s1600/1938+colonie+francesi+in+america055.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="60" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAG-1f9v1zghwhw8zgCwDneDxmV_efgyuGvywaneb-edg6bqk0On9XGdhff6SXM3q8eyy00it4HQ3aV150LsUvIq9Ypx7WxzzkcGyO2y5NdEF3l5-8lV5DzTc_pW4yXAPWVzLIj8I3Io0/s200/1938+colonie+francesi+in+america055.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
1938, la Guyana francese in blu e la</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Guyana olandese in grigio-verde nel</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sud America.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 22 maggio 1939 si sigla il <b>Patto d'Acciaio</b> (in tedesco Stahlpakt), un accordo tra i governi del Regno d'Italia e della Germania nazista, firmato dai rispettivi ministri degli Esteri, Galeazzo Ciano e Joachim von Ribbentrop. Viene stipulato a Berlino nella Cancelleria del Reich, alla presenza di Hitler e dello Stato Maggiore tedesco. Il patto stringe un'alleanza sia "difensiva" sia "offensiva" fra i due Paesi. Nello specifico le parti sono obbligate a fornire reciproco aiuto politico e diplomatico in caso di situazioni internazionali che mettano a rischio i propri "interessi vitali". Questo aiuto sarebbe stato esteso al piano militare qualora si fosse scatenata una guerra. Inoltre i due Paesi si impegnano a consultarsi permanentemente sulle questioni internazionali e, in caso di guerra, a non firmare eventuali trattati di pace separatamente. La durata del trattato fu inizialmente fissata in dieci anni.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoWn2y1TwW_jc15ig7t3wXbp66t42iAF385YdiQCkTiAa6JAnLjWr4yEEWC0skBUtac8RuLdJEQw2wNTw5u_DKHFOegwNp64mTcQh3bB9BBc02ZOLw69GSEJYmGuj8eoU_U6BXBayiBrA/s1600/1938+colonie+olandesi+in+indonesia051.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="115" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoWn2y1TwW_jc15ig7t3wXbp66t42iAF385YdiQCkTiAa6JAnLjWr4yEEWC0skBUtac8RuLdJEQw2wNTw5u_DKHFOegwNp64mTcQh3bB9BBc02ZOLw69GSEJYmGuj8eoU_U6BXBayiBrA/s200/1938+colonie+olandesi+in+indonesia051.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
1938, in marrone, le colonie olandesi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in Indonesia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Nell'ampio preambolo veniva garantita l'inviolabilità della frontiera tra Reich e Regno d'Italia del Passo del Brennero e si riconosceva l'esistenza di uno "spazio vitale" dell'Italia che la Germania si impegnava a non infrangere. Il patto propriamente detto, che fu subito reso pubblico, era completato da un protocollo segreto nel quale si rimarcava l'alleanza politica fra le due dittature e si dava accenno ai metodi attraverso cui la collaborazione economica, militare e culturale già prevista dal patto avrebbe dovuto implementarsi. Il fatto che l'accordo avesse sia carattere difensivo che offensivo costituiva una sostanziale novità nella storia delle relazioni internazionali, in quanto la durata inusitata (dieci anni) e lo sbilanciamento della potenza bellica delle due nazioni forniva alla Germania il potere di iniziativa, che comportò la<b> definitiva soppressione dell'autonomia italiana</b> circa la propria <b>politica estera</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKpCPvGSVONkNZBnCqqtYgW9JgzSJ7F1wDOq0AEbrKTc9FTMiEGSQWxAyXuV6e_Md1LLqkYZJa_n-w5SeNEF6e7YKVdjcdeDJEqLEUb553aO2Heisk3NVyr-xNJWJYSb1lxtg8HmrICsY/s1600/1938+colonie+di+Portogallo+e+Belgio+in+Africa050.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKpCPvGSVONkNZBnCqqtYgW9JgzSJ7F1wDOq0AEbrKTc9FTMiEGSQWxAyXuV6e_Md1LLqkYZJa_n-w5SeNEF6e7YKVdjcdeDJEqLEUb553aO2Heisk3NVyr-xNJWJYSb1lxtg8HmrICsY/s200/1938+colonie+di+Portogallo+e+Belgio+in+Africa050.jpg" width="135" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
1938, carta dell'Africa con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
le colonie spagnole in</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
arancione, il Congo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
belga in giallo e Angola</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con Mozambico, colonie</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
portoghesi, in marrone.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Alcuni membri del governo italiano, compreso il firmatario <b>Galeazzo Ciano</b>, ministro degli Esteri, si erano opposti al patto, ma invano. Al riguardo lo stesso Ciano, nel dicembre 1943, mentre era detenuto in vista del processo di Verona che lo avrebbe condannato a morte, scrisse nelle note introduttive al suo diario: « L'alleanza era stata firmata nel maggio. Io l'avevo sempre avversata ed avevo fatto in modo che le persistenti offerte tedesche fossero per lungo tempo rimaste senza seguito. Non vi era - a mio avviso - nessuna ragione per legarci - vita e morte - alla sorte della Germania nazista. Ero stato invece favorevole ad una politica di collaborazione perché, nella nostra posizione geografica, <b>si può e si deve detestare la massa di ottanta milioni di tedeschi</b>, brutalmente piantata nel cuore dell'Europa, ma non si può ignorarla. La decisione di stringere l'alleanza fu presa da Mussolini, all'improvviso, mentre io mi trovavo a Milano con Ribbentrop. Alcuni giornali americani avevano stampato che la metropoli lombarda aveva accolto con ostilità il ministro tedesco e che questa era la prova del diminuito prestigio personale di Mussolini. Inde ira [da ciò l'ira]. Per telefono ricevetti l'ordine, il più perentorio, di aderire alle richieste tedesche di alleanza, che da più di un anno avevo lasciato in sospeso e che pensavo di lasciarcele per molto tempo ancora. Così nacque il Patto d'acciaio. E una decisione che ha avuto influenze tanto sinistre sulla vita e sul domani dell'intero popolo italiano è dovuta, esclusivamente, alla reazione dispettosa di un dittatore contro la prosa, del tutto irresponsabile e senza valore, di alcuni giornalisti stranieri... ». Secondo un'altra versione, meno nota della prima, di <b>Edda Ciano</b> (figlia di Mussolini e moglie di Galeazzo Ciano) nemmeno il Duce, Benito Mussolini, intendeva allearsi con la Germania di Hitler, nonostante il governo tedesco insistesse, nella speranza di un'alleanza con Regno Unito e Francia. Così Mussolini decise di proporre un'alleanza a Hitler con accordi talmente svantaggiosi per i tedeschi da costringerlo a rifiutare. Il delicatissimo compito fu affidato a Galeazzo Ciano. In questo modo Mussolini sperava di ottenere altri tre o quattro anni durante i quali l'Italia si sarebbe preparata militarmente ad un eventuale conflitto in Europa, egli <b>sperava inoltre che le democrazie europee cambiassero idea </b>riguardo la loro decisione nel 1935 ( dopo la Guerra d'Etiopia) di rompere i rapporti diplomatici con l'Italia Fascista. Pur non essendo stabilita la data dell'inizio dei conflitti, cosa che appariva ormai inevitabile, Benito Mussolini si assicurò di comunicare più volte a Adolf Hitler che l'Italia non sarebbe stata pronta alla guerra prima di due o tre anni, e ribadendolo nell'agosto dello stesso anno, attraverso una lettera conosciuta comunemente come "memoriale Cavallero", dal nome dell'ufficiale incaricato di consegnare il messaggio.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 23 maggio, il giorno dopo la firma del Patto d'Acciaio, Hitler tenne un consiglio di guerra segreto: all'ordine del giorno c'è l'attacco alla Polonia. Per i tedeschi,<b> il compito degli italiani doveva essere quello di contenere la reazione di Francia e Inghilterra nel Mediterraneo</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Nel 1939, per la XXX legislatura <b>non ci sono elezioni politiche</b>, che avrebbero dovute essere le ventitreesime del Regno d'Italia, neppure plebiscitarie, e i membri della Camera dei Fasci e delle Corporazioni sono tutti nominati.<br />
<br /></div>
<b>-</b> Il 1° settembre inizia la <b>seconda guerra mondiale</b>, dopo l'<b>invasione della Polonia</b> da parte della <b>Germania</b>.<br />
<br />
<b>-</b> L'<b>Italia</b> proclama la propria <b>non belligeranza</b>, mentre Francia e Gran Bretagna (definite poi gli Alleati) si schierano contro i tedeschi.<b> </b><br />
<b><br /></b></div>
<b>-</b> Sviluppo della <b>penicillina</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmqd-_NyXG8RsTw1Y4i-dp4fcS_ip_-zzut0F8FkDEu9uyw9wCFb4w7WvkTnY5W_ubDRL4TMe_eYTVgaMLG2F6NlOEmox23Sx4Tlpeleu1OD1tnbs5KVNmJCsPFjO0DNYBykrjVOeJRNiI/s1600/1940+11+giugno.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="136" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmqd-_NyXG8RsTw1Y4i-dp4fcS_ip_-zzut0F8FkDEu9uyw9wCFb4w7WvkTnY5W_ubDRL4TMe_eYTVgaMLG2F6NlOEmox23Sx4Tlpeleu1OD1tnbs5KVNmJCsPFjO0DNYBykrjVOeJRNiI/s200/1940+11+giugno.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Corriere della Sera dell'11 giugno
1940.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1940</b> - Il 10 giugno l'<b>Italia dichiara guerra</b> alla Francia e alla Gran Bretagna. Il Duce comunica la decisione dal balcone di palazzo Venezia: "Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria".<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 28 giugno: Italo Balbo, camicia nera della prima ora, attuale governatore della Libia, viene abbattuto per errore dalla contraerea italiana nei cieli di Tobruk.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> 28 settembre: <b>Italia</b>,<b> Germania</b> e<b> Giappone</b> firmano il <b>Patto Tripartito</b>, e verranno definite le potenze dell'Asse.<br />
<br /></div>
<b>-</b> 15 ottobre: Mussolini inizia la disastrosa campagna contro la Grecia.<br />
<br />
<b>-</b> Viene <b>pubblicato </b>“<b>Per chi suona la campana</b>” di<b> H. Hemingway</b>.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-78770086361505850132020-05-09T05:59:00.004-07:002020-10-07T03:30:25.976-07:00Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh8-ndd8oItSU9TQ0D_017pua-TcE8WGcWIQzLY4fcDhHXzwM5Zzbt5W3j6g-IE8lIJeyS-GFi4ivQrhyphenhyphenAwa1WBQTG67C1XileJM8i_2Lt3_z_Fd1s-shgFCwCzeUQwMxVkjXJUU2Ek1s4/s1600/mappa-della-russia-del-1917.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="841" data-original-width="1200" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh8-ndd8oItSU9TQ0D_017pua-TcE8WGcWIQzLY4fcDhHXzwM5Zzbt5W3j6g-IE8lIJeyS-GFi4ivQrhyphenhyphenAwa1WBQTG67C1XileJM8i_2Lt3_z_Fd1s-shgFCwCzeUQwMxVkjXJUU2Ek1s4/s320/mappa-della-russia-del-1917.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Mappa della Russia con le sue etnie nel 1917, da: <a href="https://it.maps-russia.com/mappa-della-russia-del-1917" target="_blank">https:</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.maps-russia.com/mappa-della-russia-del-1917" target="_blank">//it.maps-russia.com/mappa-della-russia-del-1917</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.918</b> - Il 3 marzo, con la stipula del <b>Trattato di Brest Litovsk</b> con gli imperi centrali, la <b>Russia perderà un territorio immenso</b> pur di potere abbandonare il conflitto: dalla Finlandia all'Ucraina.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il Kaiser<b> Guglielmo II</b>, visti gli scarsi successi bellici,<b> viene convinto a lasciare l'esercito nelle mani dei due principali comandanti</b>, Hindenburg e Ludendorff, che riescono ad influenzare l'apparato politico creando le basi per un <b>regime militare</b>. L' ascesa al potere da parte dell'esercito non danneggi tanto il parlamento tedesco, il Reichstag, quanto piuttosto il Kaiser. Questi diventa sempre più logorroico, andando a passeggio nei boschi, litigando con l'imperatrice e lamentandosi della scarsa considerazione in è tenuto. Di conseguenza, <b>agli occhi del popolo</b>, il vero<b> leader</b> diventa <b>Hindenburg</b>, poiché il nuovo Cancelliere, Georg Michaelis è solo un'emanazione del potere militare.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> All'interno dei territori degli <b>imperi centrali</b>, la <b>coesione sociale comincia a cedere</b>. Mentre la Germania vedrà venire sempre meno la sua capacità di battersi più per il crollo del consenso interno che per le sconfitte militari, l'instabile agglomerato etnico dell'impero asburgico verrà meno prima e più delle strutture militari.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 26 ottobre 1918, di fronte all'impossibilità di proseguire la guerra, Guglielmo II convoca i due comandanti e parla a Ludendorff in modo tale da costringerlo a dimettersi. Le dimissioni presentate da Hindenburg invece, sono respinte. Il giorno dopo, <b>il nuovo imperatore austriaco</b>, <b>Carlo d'Asburgo</b>, comunica a Guglielmo II la sua <b>decisione di concludere la pace</b>. La notizia induce il governo tedesco, guidato ora da Maximilian di Baden, a decidere se accettare le <b>richieste</b> di principio che avevano <b>offerto gli Stati Uniti</b>: il <b>Kaiser decide di accoglierle</b>. A questo punto, sulla strada dell'armistizio, la sola speranza per la sopravvivenza del trono sembra l'<b>abdicazione</b>, ma <b>i socialisti tedeschi</b>,<b> rivitalizzati dalla rivoluzione russa, </b>sono<b> per la repubblica</b>. Risentito del fatto che il Cancelliere si rifiuta di pubblicare una lettera e un proclama nei quali assicurava il suo appoggio al governo e alle modifiche istituzionali, nella notte del 29 ottobre, Guglielmo II lascia Berlino per Spa, in Belgio, sede del quartier generale dell'esercito. Qui, fra i suoi generali, è raggiunto il 1º novembre dal ministro degli Interni prussiano Bill Drews (1870-1938) che gli comunica delle sempre più numerose<b> richieste per la sua abdicazione</b>. Guglielmo II risponde: «Come può lei, un funzionario prussiano, uno dei miei sudditi che mi ha giurato fedeltà, avere l'insolenza e la sfrontatezza di sottopormi una richiesta del genere?».<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI4cqSixc_JJuROag9_qVJAriuGah42D_M4YldB5GQauwQ1RAkfQ2KleO8-WdLeYAugZfTV8I8C7ku2wpSFelm3xObH5AlREIics0Wtn9L0OeOd3rT-zFyrE9l51a9xYvj_a3zyIWEa8uK/s1600/Carta+batt+Piave.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="142" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI4cqSixc_JJuROag9_qVJAriuGah42D_M4YldB5GQauwQ1RAkfQ2KleO8-WdLeYAugZfTV8I8C7ku2wpSFelm3xObH5AlREIics0Wtn9L0OeOd3rT-zFyrE9l51a9xYvj_a3zyIWEa8uK/s200/Carta+batt+Piave.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della battaglia del Piave con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Vittorio Veneto, da: Speciale "La</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Stampa" del 16 gennaio 2014.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> A fine ottobre 1918, la pressione italiana e il cedimento di un esercito austriaco, ormai politicamente e moralmente minato da processi disgregativi, spalancano alla <b>conquista italiana</b> le terre del Veneto e del Friuli con la successiva presa di <b>Trento e Trieste</b> nei primi giorni di novembre. L'<b>Italia</b>,<b> che è riuscita a riprendersi dalla rotta di Caporetto</b> del novembre'17, avvenuta per la sottovalutazione dei movimenti delle armate austro-tedesche a nord del fronte giuliano, e che ha <b>resistito vittoriosamente agli attacchi nemici sulla linea del Piave e del Grappa</b>, con l'avvicendamento al comando del gen. Diaz sferra la decisiva <b>controffensiva</b> di <b>Vittorio Veneto</b> fino alla <b>rotta delle forze austro-ungariche e tedesche</b>. Nei primi giorni di novembre la vittoria si completa con la presa di <b>Trento e Trieste</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 3 novembre viene siglato l'<b>armistizio di Villa Giusti</b>, nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino a Padova, sede del quartier generale italiano, fra l'Impero austro-ungarico e l'Italia in rappresentanza dell'Intesa. L'<b>Impero austro-ungarico si dissolve</b> e terminano <b>le ostilità</b>, costate alle forze armate italiane circa 650.000 caduti e un milione di feriti.<br />
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPYDE6SUWjadPSX4T6_5l_4OT0Dzf8WftX2T5T6xs87kh8E6_l2SbpsmO_hLWXFR5UsSebsZrfXnLeBkc_QnqHouljEpXojRtujA24bghFKAsu41rE4lPhZUaqWV_XmeSs3RLSuMOFlEoJ/s1600/Armando+Diaz.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPYDE6SUWjadPSX4T6_5l_4OT0Dzf8WftX2T5T6xs87kh8E6_l2SbpsmO_hLWXFR5UsSebsZrfXnLeBkc_QnqHouljEpXojRtujA24bghFKAsu41rE4lPhZUaqWV_XmeSs3RLSuMOFlEoJ/s200/Armando+Diaz.jpg" width="105" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il gen. Armando</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Diaz al fronte.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il<b> 4 novembre</b> è la data del<b> bollettino della vittoria</b> firmato dal gen. Armando Diaz e per l'Italia <b>si conclude la I guerra mondiale</b>. «Comando Supremo, 4 novembre 1918, ore 12 Bollettino di guerra n. 1268 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza. Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito».<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Lo stesso 4 novembre, in <b>Germania</b>, come risposta all'ordine di far salpare la flotta per una disperata e inutile battaglia sul mare, i <b>marinai ammutinati </b>occupano la città di Kiel e nei giorni seguenti <b>la rivolta si diffonde</b> agli altri porti della Germania estendendosi all'interno del Paese.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 7 novembre, i <b>ministri socialisti </b>reclamano l'abdicazione dell'Imperatore, che rifiuta ordinando che venga preparato un piano per marciare in Germania alla testa dell'esercito per restaurare l'ordine. A Berlino, la <b>maggioranza socialista</b> al Reichstag si dimette in blocco dal Parlamento e indicono uno <b>sciopero generale</b>. A <b>Colonia</b> i <b>marinai rivoluzionari prendono la città</b>, come già era accaduto a Kiel. Guglielmo II si trova allora di fronte al collasso del Paese e quando il principe Massimiliano di Baden lo prega per telefono di abdicare, gli urla il suo "no" al ricevitore.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> La sera dell'8 novembre, l'ammiraglio Paul von Hintze raggiunge a Spa, in Belgio, Guglielmo e gli comunica che la <b>Marina </b>è ormai <b>fuori controllo</b>. Il Kaiser, sperando di potersi mettere a capo dell'esercito assieme a Hindenburg per sedare le rivolte, chiede al generale Groener cosa ne pensa e questi risponde che non c'era operazione militare che possa avere successo.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 9 novembre, scoppia la <b>rivoluzione a Berlino</b>. I rivoluzionari hanno in mano i principali nodi ferroviari e<b> molti soldati </b>abbracciano la <b>causa della rivoluzione</b>. Alle 11 di mattina arriva un telegramma a Guglielmo che gli annuncia la ribellione dei soldati e della piazza di Berlino. A quel punto <b>il Kaiser cede</b> e decide di abdicare, ma solo come imperatore, conservando il titolo di re di Prussia e con un suo esercito. Quando per telefono sono trasmesse le sue decisioni a Berlino, il principe ereditario Massimiliano di Baden, per guadagnare tempo, proclama l'abdicazione del Kaiser e del principe ereditario, dopo di che il Cancelliere passa il <b>potere al socialista</b> Friedrich Ebert. Guglielmo s'infuria per come sono andate le cose, ma ormai <b>tutto è perduto</b>. La strada, per la monarchia, è sbarrata dalla rivoluzione.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 10 novembre 1918, visto che i fermenti rivoluzionare minacciano di estendersi anche tra i soldati stanziati a Spa, l'ex imperatore varca il confine con i Paesi Bassi.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'11 novembre 1918 <b>la Germania firma l'armistizio</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 28 novembre la consorte di Guglielmo II raggiunge il marito nei Paesi Bassi, al castello di Amerongen (presso Utrecht). Lo stesso giorno <b>Guglielmo</b> <b>regolarizza</b> la propria posizione firmando un formale atto di <b>abdicazione</b> che libera tutti i suoi funzionari dal giuramento di obbedienza. Il principe ereditario rinuncia analogamente ai suoi diritti.<br />
<br />
<b>-</b> Terminato il conflitto mondiale, il 1º dicembre 1918, Alessandro Karađorđević, (1888 - 1934, re dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni nel periodo 1921-1929 e primo re di Jugoslavia, con il nome di Alessandro I, nel periodo 1929-1934) riceve una delegazione del Consiglio nazionale del neonato Stato degli Sloveni, Croati e Serbi che gli chiede di annettere la loro nazione, che non gode di alcun riconoscimento internazionale, al Regno di Serbia. Alessandro accetta e quello stesso giorno<b> nasce il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni</b>, di cui re Pietro I, padre di Alessandro, accetta la corona.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Alla <b>fine della Grande Guerra</b>, si erano <b>dissolti quattro imperi</b>: russo, germanico, austro-ungarico e quello turco-ottomano avrà le ore contate. In Europa tutti gli stati, vincitori e sconfitti, dovettero affrontare il problema della ricostruzione di <b>sistemi politici, economici e sociali sconvolti dalla guerra</b>. Le perdite <b>militari</b> dei paesi europei saranno oltre i <b>13 milioni</b> di uomini, più di 8.000 per ogni giorno di guerra e <b>15 milioni</b> furono le <b>vittime</b> fra i <b>civili</b>, oltre che per i massacri anche per la fame, la denutrizione, le malattie, come la terribile epidemia di febbre spagnola.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj85oxFEurW3Gno7u0wtQmvvvb3g4nIMTaTu7i_Jv_pTu3AmiBhe0O9ZvoTfoqiU1fc6RbJnR7KvRcTj4umVHSKAuRK0y-uDhVM2tTMHltyxcWM81vdmTNLrtYUAoQyZWLay1zQftIlI-E/s1600/europa+di+versailles+nel+1919.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj85oxFEurW3Gno7u0wtQmvvvb3g4nIMTaTu7i_Jv_pTu3AmiBhe0O9ZvoTfoqiU1fc6RbJnR7KvRcTj4umVHSKAuRK0y-uDhVM2tTMHltyxcWM81vdmTNLrtYUAoQyZWLay1zQftIlI-E/s320/europa+di+versailles+nel+1919.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Europa nel 1920, dopo la
conferenza di Parigi, con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
i paesi vincitori in verde, gli
sconfitti in rosso, i nuovi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
stati in marrone.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.919</b> - Il 28 giugno, nella Galleria degli Specchi del Palazzo di Versailles, non lontano da Parigi, in Francia, viene <b>firmato</b> il <b>trattato di Versailles</b>, uno dei trattati di pace che pone ufficialmente <b>fine</b> alla <b>prima guerra mondiale</b>. Stipulato nell'ambito della <b>Conferenza di pace di Parigi</b> del 1919/1920, è firmato da 44 Stati ed è suddiviso in 16 parti e composto da 440 articoli. A Versailles, i paesi vincitori impongono ai vinti le loro condizioni, attribuendo loro l'esclusiva responsabilità di aggressori. In particolare, l'articolo 231 del Trattato di Versailles, riconosce la <b>Germania</b> come "<b>responsabile</b>, per esserne stata la causa, di tutte le perdite e di tutti i danni subiti dai governi alleati e associati e dai loro nazionali in conseguenza della guerra loro imposta dalla aggressione della Germania e dei suoi alleati". Le<b> potenze alleate</b>, dunque, <b>attribuiscono ogni responsabilità alle mire espansionistiche e alla politica tedesca </b>degli ultimi decenni. Nonostante la questione abbia generato numerosi dibattiti tra gli studiosi, è indubbio che la sconsiderata diplomazia condotta dal Kaiser Guglielmo II e dai suoi funzionari abbia rapidamente sconvolto l'equilibrio che il cancelliere Otto von Bismarck aveva cercato di instaurare tra le potenze europee, contribuendo in tal modo alla creazione delle due fazioni contrapposte degli Alleati e degli Imperi centrali. La Conferenza di Parigi produrrà comunque una pace “cartaginese”, simile a quella che, millenni prima, Roma aveva imposto a Cartagine. Soprattutto la Francia, si attribuisce il ruolo di giudice severo verso la <b>Germania</b>, che subisce i suoi diktat ma che stata piegata solo dal blocco navale interno e dal cedimento dei suoi alleati e che quindi è subito presa dall'<b>ossessione della </b>“<b>Revanche</b>” = “Rivincita”, come lo fu il movimento caratterizzato da acceso nazionalismo manifestatosi in Francia dopo il 1871, nei confronti della Germania imperiale. La Germania <b>si impegnò</b> così<b> a pagare 132 miliardi di marchi oro</b> (6.600.000.000 di sterline), anche se l'ammontare delle riparazioni venne in seguito ridimensionato, con l'accordo sui debiti esteri germanici del 27 febbraio 1953. In data 3 ottobre<b> 2.010</b>,<b> la Germania ha finito di onorare i debiti</b> imposti dal trattato, con il pagamento dell'ultimo importo di 69,9 milioni di euro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La <b>durezza dei trattati</b> impressionò alcuni: «Questa <b>non è una pace</b>, <b>è un armistizio per vent</b>'<b>anni</b> » commenterà, nel 1920, Ferdinand Foch, l'ufficiale francese al comando delle forze alleate. In particolare l'economista John Maynard Keynes, che partecipava ai trattati in qualità di rappresentante del ministero del tesoro britannico e in Italia il presidente del consiglio, Francesco Saverio Nitti, misero in luce come le condizioni dei trattati, per la Germania, fossero di una tale durezza che non si sarebbero potuto rispettarli, se non con la dissoluzione complessiva dell'economia e dello stato che sarebbe emerso dalle ceneri del Reich tedesco. Keynes scrisse un libro intitolato “Le conseguenze economiche e la pace” che trattava dell'ovvio spirito revanscista dei tedeschi che ne sarebbe nato e che<b> avrebbe</b> inevitabilmente<b> portato ad una seconda guerra mondiale</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il <b>vero vincitore</b> della Grande Guerra fu una potenza extraeuropea, <b>gli Stati Uniti d'America</b>, che possedeva il sistema industriale più solido e produttivo del mondo, e che con i crediti vantati verso le potenze belligeranti negli anni di guerra oltre ai finanziamenti per la ricostruzione, iniziarono ad esercitarono un<b> forte controllo sull’economia degli stati europei</b>. Ciò permise a Woodrow Wilson, il presidente degli Stati Uniti, un deciso controllo delle spartizioni dei territori occupati dai paesi vincitori, soprattutto nei confronti dell'Italia, per via degli accordi governativi segreti del Patto di Londra che, secondo Wilson, nessuno avrebbero mai più dovuto stipulare. Mentre <b>nel 1.914 il massimo centro finanziario mondiale era Londra</b>, la moneta di riferimento internazionale era la sterlina e gli USA erano debitori nei confronti dei paesi europei (fra cui la Germania, che per produzione industriale aveva sorpassato l'UK) per 5 miliardi di dollari, grazie alla sua produzione e vendita di armamenti ai paesi belligeranti, <b>gli USA vantavano nel 1.919 un credito di 10 miliardi di dollari </b>dagli stessi, divenendo così il <b>primo centro finanziario mondiale</b>, mentre <b>il dollaro si sostituiva al pound</b>-<b>sterlina </b>come valuta di riferimento mondiale. Da qui si scatenerà il circolo vizioso per cui i paesi debitori europei non potevano pagare i loro debiti agli Stati Uniti finché la Germania non li avesse indennizzati a sua volta, scatenando una <b>crisi economica</b> e una <b>disoccupazione generalizzata</b> che, sommatasi alla crisi del '29, genererà, un'ulteriore guerra. Il lavoro è una garanzia di pace e probabilmente per questo motivo la nostra Costituzione è fondata sul lavoro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' la <b>fine dell'Europa come fulcro mondiale</b>, mentre il nuovo <b>sistema comunista sovietico</b> nel biennio 1919-21 ispirerà in tutta l’Europa la nascita di <b>partiti comunisti</b> e in alcuni paesi (<b>Germania</b>, <b>Ungheria</b>, <b>Italia</b>), <b>tentativi rivoluzionari</b>, tutti peraltro falliti. Di fronte al pericolo rosso le potenze europee favorirono l’<b>affermazione di regimi autoritari di destra</b>, soprattutto negli stati confinanti con l’Unione Sovietica, secondo la politica del “cordone sanitario”.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Dal trattato di <b>Versailles</b>, la <b>cartina dell'Europa esce completamente ridefinita</b> in base al <b>principio di autodeterminazione dei popoli</b>, concepito dal presidente degli Stati Uniti d'America, Woodrow <b>Wilson</b>, (il secondo presidente degli Stati Uniti del Partito Democratico, dopo Andrew Jackson, a essere rieletto per un secondo mandato) nel tentativo, in seguito rivelatosi fallace, di<b> riorganizzare su base etnica</b> gli equilibri del continente europeo. L'emergere, alla fine del 1917, del Patto di Londra aveva dato il via ad una modifica degli orientamenti politici internazionali che influirà notevolmente sulla sua non completa implementazione a guerra finita. La <b>risoluta opposizione alla diplomazia segreta</b>, e la sua denuncia quale metodo inaccettabile nelle relazioni internazionali, fu uno dei principali motivi ispiratori della stesura, da parte del presidente degli Stati Uniti d'America, Woodrow Wilson, dei suoi celebri "<b>Quattordici punti</b>" e, non a caso, il presidente statunitense <b>si oppose risolutamente</b> alla completa realizzazione delle <b>rivendicazioni territoriali italiane</b> basate sul Patto di Londra. D'altra parte <b>il congresso</b> (parlamento) degli Stati Uniti d'America <b>non ratificò mai il Trattato</b> di Versilles così come fu stilato. Mentre Woodrow Wilson, nella sua proposta dei "14 punti" prevedeva, oltre all'autodeterminazione dei popoli, la <b>costituzione della Società delle Nazioni</b> per dirimere gli antagonismi mondiali, nelle elezioni del 1918, con la vittoria del Partito Repubblicano che prese il controllo del Senato, si bloccò per due volte la ratifica del Trattato di Versailles (la seconda volta il 19 marzo 1920). Alcuni Senatori favorivano così <b>il tipico isolazionismo americano</b>, avversando la Società delle Nazioni, altri lamentavano l'eccessivo ammontare delle riparazioni tedesche ai vincitori del conflitto. Come risultato,<b> gli Stati Uniti non si uniranno mai alla Società delle Nazioni</b> e in seguito negozieranno una pace separata con la Germania, con il trattato di Berlino del 1921, che confermerà il pagamento delle riparazioni e altre disposizioni previste nel trattato di Versailles ma escluderà esplicitamente tutti gli articoli correlati alla Società delle Nazioni.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAClVqYfmcylTZugp5QlEls1UVGV0XgxX6QVO9wXNgpFL9Jk08-YZuAyZNY2esuNq6hqgEPj60_giyxF6Axgj4Bc8dxHo4KtEBov9i6GK7xyANkYCpmfwMOdPcvQuS0OS9WiUMMmSgz75q/s1600/Carta+1%25C2%25B0+guerra+mond+territori+persi+imp+centr.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="141" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAClVqYfmcylTZugp5QlEls1UVGV0XgxX6QVO9wXNgpFL9Jk08-YZuAyZNY2esuNq6hqgEPj60_giyxF6Axgj4Bc8dxHo4KtEBov9i6GK7xyANkYCpmfwMOdPcvQuS0OS9WiUMMmSgz75q/s200/Carta+1%25C2%25B0+guerra+mond+territori+persi+imp+centr.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dei territori persi dagli imperi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
sconfitti e dall'impero russo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Nel 1919/20 si firmano a Sait-Germain e al Trianon, a <b>Parigi</b>, i<b> trattati di pace</b> in cui le perdite territoriali più consistenti saranno quelle sofferte dall'<b>Austria-Ungheria</b>, dai cui ex-domini si ricaveranno nuovi stati multietnici, come la <b>Cecoslovacchia</b> e il <b>Regno dei Serbi, Croati e Sloveni</b>, la futura <b>Jugoslavia</b>,<b> </b>(nuovi stati definiti "etnicamente omogenei" che saranno invece stati destinati a subire nuove tensioni ed instabilità, oltre ad esodi e <b>conflitti futuri</b>).</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5m0pYZpOnp3HMntwzcwJSYhp8lN9lqHw2UKm4GdPtiQRHnc1ljvmqMwEOeq1W0v3Zy4KxFvbxlxfsW_ykkNhVK3LHoDfemMEtuKGQibF_r7k8Uu_Ymnv_XrrHDHjaqiAV3vVK-3pfBjP5/s1600/Vojvodina.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5m0pYZpOnp3HMntwzcwJSYhp8lN9lqHw2UKm4GdPtiQRHnc1ljvmqMwEOeq1W0v3Zy4KxFvbxlxfsW_ykkNhVK3LHoDfemMEtuKGQibF_r7k8Uu_Ymnv_XrrHDHjaqiAV3vVK-3pfBjP5/s200/Vojvodina.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della Vojvodina.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Alla <b>Serbia</b>, che era stata coinvolta fin dall'inizio nel conflitto, viene assegnata la <b>Vojvodina</b>, che fino al 1914 era parte dell'Impero austro-ungarico. La Vojvodina è un'area multietnica, divisa tra più di 26 differenti gruppi, ma quello maggioritario è costituito dai serbi, circa il 70%. La grande diversità culturale e linguistica si accompagna a un elevato livello di tolleranza tra le varie genti e fa dell'area la parte economicamente più stabile della Serbia.<br />
Alla Romania e alla Polonia vengono ceduti vasti territori e l'Ungheria si stacca definitivamente da un'Austria che sarà ridotta ad un piccolo stato, dopo che avrà ceduto al regno d'Italia i territori di <b>Trento</b>, con annesso il <b>sud Tirolo</b>, ridefinito dagli italiani “Alto Adige”, <b>Trieste</b> e l'<b>Istria</b>.<br />
<b>Meno considerevoli</b> sono le <b>cessioni di territorio da parte del Reich</b> tedesco: l'Alsazia-Lorena alla Francia, a cui era appartenuta fino al 1870 e le regione prussiana di Poznan alla Polonia.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dai territori dell'ex<b> impero zarista russo</b> scaturivano la <b>Polonia</b>, di nuovo indipendente, la <b>Finlandia</b>, finalmente autonoma, la <b>Lettonia</b>, l'<b>Estonia</b>, la <b>Lituania</b>, mentre la giovane Repubblica Socialista Federativa Sovietica si riappropriava dell'Ucraina, che era stata invasa, durante il conflitto, dall'esercito germanico.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dai domini dell'<b>ex impero turco-ottomano</b>, alleato agli sconfitti imperi centrali, come pattuito nell'accordo Sikes-Picot del 1916, andavano <b>ai britannici</b> l'amministrazione dell'<b>Iraq</b>, della Giordania e delle <b>Palestina</b> (che verrà poi abitata genti ebraiche, come stabilito dalla conferenza di Sanremo nel 1920) e il controllo dello stretto dei <b>Dardanelli</b>. Alla <b>Francia</b> veniva concessa l'amministrazione della <b>Siria</b>, che includeva il futuro Libano.<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
<b>-</b> L'<b>Italia</b>, risultata anch'essa vittoriosa nel conflitto, alla Conferenza di pace di Versailles <b>chiede</b> che vengano <b>realizzati gli accordi</b> previsti nel <b>patto di Londra</b>, la cui applicazione integrale le avrebbe consentito di ottenere buona parte della Dalmazia con le isole adiacenti e aumenta le sue richieste chiedendo la <b>concessione della città di Fiume</b>, a motivo della prevalenza numerica dell'etnia italiana nel capoluogo quarnerino. I <b>contrasti con Wilson</b> furono netti, il presidente statunitense non era disponibile ad applicare alla lettera il patto di Londra e non era disponibile ad accettare le richieste di Roma a spese degli slavi, poiché «si spianerebbe la strada all'influenza russa e allo sviluppo di un blocco navale dell'Europa occidentale». La Francia inoltre non vedeva di buon occhio una Dalmazia italiana che avrebbe consentito all'Italia di controllare i traffici provenienti dal Danubio. Il risultato fu che <b>le potenze dell'Intesa</b> alleate dell'Italia opposero un rifiuto e <b>ritrattarono parte di quanto promesso </b>nel 1915. Alle richieste italiane, il neonato <b>Regno</b> dei <b>Serbi, Croati</b> e <b>Sloveni</b> (SHS, dal 1929 <b>Jugoslavia</b>) oppose un fortissimo <b>contrasto</b>, reclamando non solo i territori assegnati dal patto all'Italia (Trieste, Gorizia, Istria, Dalmazia settentrionale), ma anche la Slavia veneta, appartenente al Regno d'Italia fin dal 1866. Secondo la delegazione jugoslava, tutte queste terre andavano assegnate al Regno jugoslavo per motivi etnici e politici. La città di Trieste, pur riconosciuta di maggioranza italiana, doveva diventare jugoslava secondo il principio per cui le città dovevano seguire le sorti dell'entroterra circostante, a maggioranza slava. Lo stesso criterio doveva essere seguito per la città di Fiume, la cui maggioranza relativa di popolazione italiana era considerata in realtà costituita in massima parte di slavi italianizzati.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La non completa realizzazione del Patto di Londra, a cui si sommavano le rivendicazioni serbo-croato-slovene, causò<b> grave malcontento ed agitazione in Italia</b>, facendo sorgere il cosiddetto mito della "<b>Vittoria mutilata</b>", strumento politico che contribuì in modo decisivo alla <b>crisi del governo liberale</b> e alla nascita ed avvento del fascismo. Essendo stato il <b>Patto di Londra</b> un atto <b>deciso da governo</b>, <b>re</b> e <b>gerarchie militari </b>all'<b>insaputa del Parlamento</b> italiano, alcuni storici hanno ritenuto questo evento come l'atto finale del periodo di governo liberale e l'<b>inizio di fatto di un'epoca di governi autoritari illiberali</b> culminata con l'ascesa al potere di Benito Mussolini.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'<b>irredentismo </b>(aspirazione di un popolo a completare la propria unità territoriale) <b>nazionalista italiano</b>, rafforzatosi nel corso della guerra, si spostò perciò su posizioni di<b> aperta e radicale contestazione dell'ordine costituito</b>. Dopo l'abbandono della conferenza da parte dei delegati italiani, il mito della "vittoria mutilata" e le mire espansionistiche nell'Adriatico divennero i punti di forza del movimento che raccolse le tensioni di una fascia sociale eterogenea, della quale fecero parte i <b>reduci</b> degli<b> Arditi</b>, gli unici capaci di dare una svolta coraggiosa all'atteggiamento del governo. Gli Arditi erano stati una specialità dell'arma di fanteria del Regio Esercito italiano durante la prima guerra mondiale, sciolta dopo il conflitto, le cui tradizioni saranno ereditate, a partire dal 1975, dal 9º Battaglione d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin", poi Reggimento dal 1995.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmeXgELpKi-bQQ_DvNg1HYhNnSVEEcQzZDcK5TJGMaui17jl_cD9EuMEClEaloudnirWahKLyWszBWNXzpM9cryeNlJKtq-IjRO30YKSGyItm5BFvgq6Q-53zV8h8pT7o2Pxqi_G9cU-Lr/s1600/V.E.Orlando.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmeXgELpKi-bQQ_DvNg1HYhNnSVEEcQzZDcK5TJGMaui17jl_cD9EuMEClEaloudnirWahKLyWszBWNXzpM9cryeNlJKtq-IjRO30YKSGyItm5BFvgq6Q-53zV8h8pT7o2Pxqi_G9cU-Lr/s200/V.E.Orlando.jpg" width="138" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Vittorio Emanuele</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Orlando.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Attivi anche come <b>associazione combattentistica di reduci</b> (<b>Arditi d'Italia</b>), e <b>vicini al fascismo</b> tra il 1920 e il 1945, nel 1921 subirono la scissione dell'<b>ala sinistra e antifascista</b> (costituita da sindacalisti rivoluzionari e socialisti), che unitasi a gruppi di comunisti, anarchici e operai delle formazioni di difesa proletaria, costituì l'associazione <b>Arditi del Popolo</b>, che si oppose attivamente allo squadrismo.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFoq_b7W3cUEyG9uTQfxeg1Xf7dIWLxqvdbqiLg-nJ621WfhD3Ya2dt19S2tIZTSj8FdgDinylnXCDPeFmfw4OP-CO4Z9F3o9R9KZUtlC6DchdLqP8n5UW7ZVXTm8b2j_g3ucxwCJqJMam/s1600/Sidney_sonnino.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFoq_b7W3cUEyG9uTQfxeg1Xf7dIWLxqvdbqiLg-nJ621WfhD3Ya2dt19S2tIZTSj8FdgDinylnXCDPeFmfw4OP-CO4Z9F3o9R9KZUtlC6DchdLqP8n5UW7ZVXTm8b2j_g3ucxwCJqJMam/s200/Sidney_sonnino.jpg" width="131" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Sidney Sonnino.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Nel 1919, in molti ambienti italiani, si diffuse la convinzione, alimentata dai giornali e da alcuni intellettuali, che gli oltre<b> seicentomila morti della guerra erano stati</b> "<b>traditi</b>", mandati inutilmente al macello. Il governo, dal canto suo, era diviso sul da farsi; il presidente del Consiglio,Vittorio Emanuele Orlando (liberale democratico che appoggerà in seguito il fascismo) era un sostenitore del riconoscimento delle nazionalità in opposizione alla politica decisamente imperialistica del ministro degli Esteri, Giorgio Sidney Sonnino (liberal-conservatore): il contrasto fra i due politici italiani fu fatale. Orlando era disposto a rinunciare alla <b>Dalmazia</b> ma richiedeva l'annessione di <b>Fiume</b>, mentre Sonnino non intendeva cedere sulla Dalmazia, cosicché <b>l'Italia</b> finì col <b>richiedere entrambi i territori, senza ottenerne nessuno</b>.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh8-y3TFao7rWLWRhkZD5SUMPPnBzTZiLx-BQED6yLUdiB4JiD_Cj3QFm_IpJsm_BMWVTk_XrfmXWr64ckSx35P_EqVJvuenoqeRVl4nOmOe9YsEn714RshtvAs2dS2EYArqctliVOPKn0/s1600/Carta+colonie+somalia+italiana.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh8-y3TFao7rWLWRhkZD5SUMPPnBzTZiLx-BQED6yLUdiB4JiD_Cj3QFm_IpJsm_BMWVTk_XrfmXWr64ckSx35P_EqVJvuenoqeRVl4nOmOe9YsEn714RshtvAs2dS2EYArqctliVOPKn0/s200/Carta+colonie+somalia+italiana.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La colonia della Somalia Italiana.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A seguito di un appello diretto di Wilson al popolo italiano, che scavalcò il governo del paese, Vittorio Emanuele<b> Orlando abbandonò per protesta la conferenza di pace di Parigi</b>. In mancanza del presidente del consiglio italiano, le trattative però continuarono lo stesso, tanto che la delegazione italiana ritornò sui suoi passi. </div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDv86iHArWqu0DKb0OyErVLXnndLIuqHcccMoo8WRn9kKtDlYLf17cmtb_JWqP-GznZQpZ-MfTQnxB6ja2nLoClWt1fRo1vlxleRhnqxaDsR4uvjVEuThi3hhWl1nKoWpiwl0qfD0I-AR1/s1600/Carta+della+Libia.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDv86iHArWqu0DKb0OyErVLXnndLIuqHcccMoo8WRn9kKtDlYLf17cmtb_JWqP-GznZQpZ-MfTQnxB6ja2nLoClWt1fRo1vlxleRhnqxaDsR4uvjVEuThi3hhWl1nKoWpiwl0qfD0I-AR1/s200/Carta+della+Libia.png" width="196" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della Libia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Una delle <b>richieste italiane</b> durante la stesura del trattato di Versailles, fu quella di ricevere la Somalia francese e il Somaliland Britannico in cambio della rinuncia alla ripartizione delle ex colonie tedesche tra le forze dell'Intesa. Fu l'ultimo tentativo dello stato liberale di perseguire la politica di penetrazione nel Corno d'Africa e alla fine del trattato però, <b>l'Italia</b> ottiene solo l'<b>Oltregiuba</b> dalla Gran Bretagna, <b>da annettere alla Somalia Italiana</b>, una ridefinizione dei confini della <b>Libia</b>, che venne così <b>ampliata</b> e l'isola di <b>Saseno</b>, davanti a Valona, in Albania. </div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3wL2mXHQ_XMpbEHtaApvf5LxtkwqpFHF3Jx3gAvkJQ4NOEp9PYio35uV9xhbzZhKfeLRN4f9u1kw3lAKzh2hSqC26VH2OP06kayJsyHGbzca3r-y4-t_XrC1YUY3lTZMEW2fCSQfWygMi/s1600/Carta+del+Dodecaneso.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="151" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3wL2mXHQ_XMpbEHtaApvf5LxtkwqpFHF3Jx3gAvkJQ4NOEp9PYio35uV9xhbzZhKfeLRN4f9u1kw3lAKzh2hSqC26VH2OP06kayJsyHGbzca3r-y4-t_XrC1YUY3lTZMEW2fCSQfWygMi/s200/Carta+del+Dodecaneso.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta del Dodecaneso.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dal 1.919 e nei primi anni venti si verifica inoltrel'occupazione italiana di Adalia, in Anatolia, che finisce dopo soli tre anni con un nulla di fatto una volta che il generale e politico turco Kemal Atatürk riconosce la <b>sovranità italiana</b> nel<b> Dodecaneso</b>.<br />
<br /></div>
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinmyYBAxGKC_14N0ODufiJLE0tLkOxsLXQLWB6Yu5AcMp9AlezR8DEIzSEEg7_B_V52JMGkam0llWxZWnWvNthkVp1ZZuS1Z8xIvPjnUSzCfDubQFCOT5euwlkLJDfEsDr7RDCpASCV4at/s1600/1920-Guardie-rosse.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="140" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinmyYBAxGKC_14N0ODufiJLE0tLkOxsLXQLWB6Yu5AcMp9AlezR8DEIzSEEg7_B_V52JMGkam0llWxZWnWvNthkVp1ZZuS1Z8xIvPjnUSzCfDubQFCOT5euwlkLJDfEsDr7RDCpASCV4at/s200/1920-Guardie-rosse.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Occupazione delle Guardie rosse. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Nel 1.919, in <b>Italia</b>, inizia il <b>biennio rosso</b> degli <b>scioperi indetti dai socialisti</b>, che erano stati in <b>non interventisti </b>riguardo alla Grande Guerra, mentre la maggioranza dei socialisti europei aveva rinnegato le scelte della seconda internazionale del 1889 per lanciarsi in un conflitto suicida, dettato da motivazioni nazionalistiche. Mentre la <b>presa del potere dei bolscevichi</b>, nell'ambito della rivoluzione russa d'ottobre del 1917, aveva <b>rigenerato l'ideale socialista europeo</b>, spinto dall'idea leninista di un'esportazione mondiale della presa del potere da parte della classe operaia, in Italia divampò il "biennio rosso", locuzione con cui viene comunemente indicato il periodo compreso fra il 1919 e il 1920, caratterizzato da una serie di lotte operaie e contadine che ebbero il loro culmine e la loro conclusione con l'occupazione delle fabbriche del settembre 1920. In tale periodo si verificarono, soprattutto nell'Italia centro-settentrionale, mobilitazioni contadine, tumulti annonari, manifestazioni operaie, occupazioni di terreni e fabbriche con, in alcuni casi, tentativi di autogestione. Le agitazioni si estesero anche alle zone rurali e furono spesso accompagnate da scioperi, picchetti e scontri. Una parte della storiografia estende la locuzione ad altri paesi europei, interessati, nello stesso periodo, da analoghi moti. L'espressione "biennio rosso" entrò nell'uso comune già nei primi anni venti, con <b>accezione negativa</b>; venne utilizzata da pubblicisti di parte borghese per sottolineare il grande timore suscitato, nelle classi possidenti, dalle lotte operaie e contadine, e quindi<b> per giustificare la reazione fascista</b> che ne seguì. Negli anni settanta, il termine "biennio rosso", questa volta con connotazioni positive, venne ripreso da una parte della storiografia, politicamente impegnata a sinistra, che incentrò la sua attenzione sulle agitazioni del 1919-20, considerandole come uno dei momenti di più forte scontro di classe e come esperienza esemplare nella storia delle relazioni che intercorrono fra l'organizzazione della classe operaia e la spontaneità delle sue lotte. L'economia italiana si trovava in una situazione di grave crisi, iniziata già durante la guerra, che si protrasse a lungo; infatti, nel biennio 1917-1918 il reddito nazionale netto era sceso drasticamente, e rimase, fino a tutto il 1923, ben al di sotto del livello d'anteguerra, mentre il tenore di vita delle classi popolari era, durante la guerra, nettamente peggiorato; secondo una statistica, fatto pari a 100 il livello medio dei salari reali nel 1913, questo indice era sceso a 64,6 nel 1918. Nell'immediato dopoguerra si verificarono inoltre un ingentissimo aumento del debito pubblico, un forte aggravio del deficit della bilancia dei pagamenti, il crollo del valore della lira e un processo inflativo che portò con sé la repentina diminuzione dei salari reali. Il peggioramento delle condizioni di vita delle classi popolari (già duramente provate dalla guerra) fu la causa immediata dell'ondata di scioperi e di agitazioni, iniziata nella primavera del 1919, alla quale non rimase estranea nessuna categoria di lavoratori, sia nelle città sia nelle campagne, compresi i pubblici dipendenti, cosicché l'anno 1919 totalizzò complessivamente in Italia oltre 1.800 scioperi economici e più di 1.500.000 scioperanti. Mentre gli operai scioperavano prevalentemente per ottenere aumenti salariali e miglioramenti delle condizioni di lavoro (la riduzione dell'orario di lavoro a otto ore giornaliere fu ottenuta, nelle grandi industrie, nell'aprile 1919), gli scioperi nelle campagne, che coinvolsero nel 1919 più di 500.000 lavoratori, ebbero obiettivi diversi a seconda delle categorie: i sindacati dei braccianti lottavano per ottenere il monopolio del collocamento e l'imponibile di manodopera, mentre mezzadri e salariati fissi cercarono di ottenere dalla proprietà terriera nuovi patti a loro più favorevoli; contemporaneamente si verificarono, soprattutto nel Lazio e nel meridione, importanti lotte per l'occupazione delle terre incolte da parte di braccianti agricoli, coloni e contadini piccoli proprietari. Si ebbe un'ondata di moti contro il carovita (in Toscana ricordati come "Bocci-Bocci") che attraversò tutta la penisola tra la primavera e l'estate del 1919, cui il governo non riuscì a mettere un freno. Come in tutta l'Europa post-bellica, anche in Italia <b>gli ex combattenti</b>, costituiti in proprie <b>associazioni</b>, divennero un elemento importante del quadro politico. Le associazioni di reduci in Europa erano caratterizzate da alcune istanze comuni a tutte: la difesa del prestigio internazionale del proprio paese e la rivendicazione di importanti riforme politiche e sociali. In Italia gli orientamenti politici degli ex combattenti furono vari.<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
Solo <b>una minoranza aderì ai Fasci di combattimento</b> fondati da Mussolini nel 1.919; molti di più furono i reduci che diedero il proprio consenso alle idealità democratiche espresse dai "quattordici punti" del presidente statunitense Woodrow Wilson; l'Associazione Nazionale Combattenti, nel suo congresso di fondazione che ebbe luogo nell'aprile 1919, propose l'elezione di un'Assemblea Costituente che avrebbe avuto il compito di deliberare un nuovo assetto democratico dello Stato. Una parte della storiografia ha ritenuto che l'incomprensione e l'ostilità, che il Partito Socialista riservò in quegli anni alle istanze espresse dai reduci, abbiano contribuito a spingere questi ultimi a destra, verso il nazionalismo e il fascismo. Un'altra parte della storiografia ha rilevato, tuttavia, che l'<b>atteggiamento socialista di opposizione alla guerra</b> era in continuità con il pacifismo e il neutralismo che tale partito aveva già espresso prima e durante il grande conflitto, atteggiamento che era d'altronde largamente <b>condiviso dai suoi elettori</b> e che il partito molto difficilmente avrebbe potuto sconfessare a guerra finita. Peraltro, sia nel 1915 sia nel 1919 l'orientamento neutralista (che fosse di matrice cattolica, giolittiana o socialista) era quello ampiamente maggioritario in Italia, cosicché l'<b>interventismo</b> e il <b>bellicismo</b> finirono per assumere più facilmente un <b>carattere antidemocratico</b>. Due furono, comunque, i principali orientamenti politici nei quali si articolò il movimento degli ex combattenti: uno più radicale, che trovò espressione nell'associazione degli arditi e nei nazionalisti estremisti come<b> D'Annunzio</b>, <b>Marinetti</b> e <b>Mussolini</b> e un secondo orientamento più moderato, rappresentato dalla Associazione Nazionale Combattenti, la quale in politica estera non condivideva lo sciovinismo dei nazionalfascisti mentre in politica interna era piuttosto vicina alle posizioni di Nitti e di Salvemini. Gli <b>ex combattenti</b> furono anche protagonisti, in quegli anni, di importanti lotte sociali, soprattutto nell'Italia meridionale: specialmente in Calabria, in Puglia e nel centro-ovest della Sicilia ebbero luogo rilevanti <b>occupazioni di terre</b> già facenti parti di latifondi, per un'estensione che è stata stimata fra i quarantamila e i cinquantamila ettari nel biennio 1919-20; questi movimenti furono spesso guidati dalle associazioni dei reduci, a differenza dell'Italia settentrionale, dove i moti contadini ebbero prevalente carattere bracciantile e furono perlopiù egemonizzati dai socialisti.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9gs0k4qbqReo_r7XNlkyirusLoq7bD9gGaKm4XDA_5Mmz-vr5MrdYaJ_Q2UjfENPEA0xQKqJn7iHabcn3L12sdQIcdkvEsqj9NuaSs69z8wQoPKYoUTXmA05uFtBO5FCkdI-V4ITCrrAH/s1600/mussolini+segnaletica-%2540CorriereBologna.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9gs0k4qbqReo_r7XNlkyirusLoq7bD9gGaKm4XDA_5Mmz-vr5MrdYaJ_Q2UjfENPEA0xQKqJn7iHabcn3L12sdQIcdkvEsqj9NuaSs69z8wQoPKYoUTXmA05uFtBO5FCkdI-V4ITCrrAH/s1600/mussolini+segnaletica-%2540CorriereBologna.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Foto segnaletiche di Benito</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mussolini scattate dalle autorità</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
svizzere, da: @CorriereBologna.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 21 marzo 1919 <b>Benito Mussolini fonda il Fascio Milanese di Combattimento</b> e i 120 uomini che con lui danno vita al movimento verranno chiamati Sansepolcristi, dal nome della piazza nella quale avvenne la riunione. Mussolini, ormai ex dirigente del Partito Socialista Italiano e convertito alle idee del nazionalismo e dell'interventismo nella prima guerra mondiale, riuscirà a far confluire il confuso insieme di idee, aspirazioni e frustrazioni di una parte degli ex combattenti reduci dalla dura esperienza della guerra di trincea, in un movimento politico che all'inizio ebbe una chiara ispirazione socialista e rivoluzionaria ma che subito si contraddistinse per la violenza dei metodi impiegati contro gli oppositori. In questo clima <b>nasce il fascismo</b>, ufficialmente il <b>23 marzo</b> <b>1.919</b> a Milano. Quel giorno a piazza San Sepolcro, all'interno di Palazzo Castani, sede in quel tempo del Circolo per gli Interessi Industriali, Commerciali e Agricoli della provincia di Milano, i cui locali erano stati presi in affitto, si radunò un piccolo gruppo di circa 120 ex combattenti, interventisti, arditi e intellettuali, che fondarono i Fasci italiani di combattimento. Il programma di questo gruppo fu essenzialmente volto alla valorizzazione della vittoria sull'Austria Ungheria, alla rivendicazione dei diritti degli ex-combattenti, al "<b>sabotaggio con ogni mezzo delle candidature dei neutralisti</b>". Seguì quindi un programma economico-sociale che prevedeva, fra l'altro, l'<b>abolizione del Senato</b>, tasse progressive, pensione a 55 anni, giornata lavorativa di otto ore, abolizione dei Vescovati, sostituzione dell'Esercito con una milizia popolare. Dopo il primo congresso nazionale, tenutosi a Firenze nell'ottobre 1.919, i Fasci italiani di combattimento si presentarono alle elezioni politiche italiane del 1.919, nella circoscrizione di Milano, con una lista capeggiata da Benito Mussolini e Filippo Tommaso Marinetti, senza ottenere alcun seggio, avendo raccolto solo 4.795 voti, su circa 370.000. Le violenze perpetrate dallo squadrismo fascista durante il convulso periodo del biennio rosso in Italia, di cui l'esempio più famoso fu l'assalto all'"Avanti!", costituirono una violenta offensiva contro i sindacati e i partiti di ispirazione socialista (ma anche cattolici), in particolar modo nel centro-nord d'Italia (soprattutto Emilia-Romagna e Toscana), causando numerose vittime nella sostanziale indifferenza delle forze di polizia. Il movimento fu appoggiato anche da diversi personaggi come Dino Grandi, l'unico accreditato competitore di Mussolini per la leadership all'interno del movimento.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVHyfNHSsLiMO0oRwkBusNDnYdtwZeqU1HM0RS6G9FgFJV-Ld758KWV9KaXhFBQMmZXk5db9tPn33_BwDLb3ClVZp4uwSoRedBphsCcdFLPoX-AGFaw674x_UqDGns-5Sy9_68g1nDg8jV/s1600/Carta+delle+tre+venezie.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVHyfNHSsLiMO0oRwkBusNDnYdtwZeqU1HM0RS6G9FgFJV-Ld758KWV9KaXhFBQMmZXk5db9tPn33_BwDLb3ClVZp4uwSoRedBphsCcdFLPoX-AGFaw674x_UqDGns-5Sy9_68g1nDg8jV/s200/Carta+delle+tre+venezie.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Con il trattato di Saint-Germain,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
l'Italia ottiene la Venezia Tridentina,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con i territori di Trento e di Bolzano,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
il Sud-Tirolo o Alto Adige.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>- </b>Il 10 settembre 1919, il nuovo presidente del consiglio Francesco Saverio Nitti (antifascista, fu il primo Presidente del Consiglio proveniente dal Partito Radicale Italiano e il primo nato dopo l'unità d'Italia), sottoscrive il <b>Trattato di Saint-Germain</b>, che definiva i confini italo-austriaci, ma <b>non quelli orientali</b> e le parti del Tirolo comprendenti <b>Cortina d'Ampezzo</b> e le odierne <b>Province</b> Autonome <b>di Bolzano e di Trento</b> furono <b>annesse al Regno d'Italia</b>.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: right;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 12 settembre 1919 , alcuni <b>Arditi</b>, ex-combattenti italiani, guidati dal poeta <b>D'Annunzio</b>, <b>occupano militarmente la città di Fiume </b>chiedendone l'annessione all'Italia.<br />
<br /></div>
<b>-</b> Dal <b>1.919</b> e fino al <b>1.933</b>, in <b>Germania</b> governa la fragile <b>repubblica di Weimar</b>, che vacilla sotto il peso degli indennizzi di guerra richiesti dai vincitori nel trattato di Versailles e la cui debole democrazia non trova una stabilità politica poiché, pur avendo equivoci governi socialdemocratici, è percorsa da moti insurrezionali comunisti con reazioni violente della destra autoritaria. La Germania si era impegnata a pagare 132 miliardi di marchi oro (6.600.000.000 di sterline) ma l'ammontare delle riparazioni venne in seguito ridimensionato con l'accordo sui debiti esteri germanici del 27 febbraio 1953. In data 3 ottobre 2.010 la Germania ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato con il pagamento dell'ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro. L'effetto congiunto di quei debiti con la grande depressione del '29 porterà ad una ossessione di rivalsa della<b> Germania</b> nazista ad essere <b>responsabile</b> anche <b>della seconda guerra mondiale</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirhZ3UykBpZQHM1RYE_xF3DNafrNOzFcfOGSGSh-CwtGeXm5YbeZTeA1wwKJkbLQz_pVHN6im46a8p8VMe24jIIlk1VEDusHmGkqt-K1e0Hg5AqjdaGWcSA3xlRtEFLAFJjecFLF_q1VXP/s1600/Parlamento-Inglese-638x425.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirhZ3UykBpZQHM1RYE_xF3DNafrNOzFcfOGSGSh-CwtGeXm5YbeZTeA1wwKJkbLQz_pVHN6im46a8p8VMe24jIIlk1VEDusHmGkqt-K1e0Hg5AqjdaGWcSA3xlRtEFLAFJjecFLF_q1VXP/s200/Parlamento-Inglese-638x425.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Londra, il Parlamento.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> La<b> prima donna eletta al parlamento inglese fu Lady Nancy Astor</b>, nata Nancy Whitcher Langhorne, che era originaria della Virginia (negli USA) ed aveva acquisito la cittadinanza inglese sposando nel 1906, dopo aver divorziato dal primo marito Robert Goul Shaw, il ricco II visconte di Astor, Waldorf Astor. Ella fu eletta nel corso di una votazione suppletiva e fu <b>proclamata deputato per il partito conservatore il 1º novembre 1919</b>. Il movimento femminile aveva come scopo il raggiungimento di una parità rispetto agli uomini non solo dal punto di vista politico ma anche giuridico ed economico. Le donne volevano poter insegnare nelle scuole superiori, l'uguaglianza dei diritti civili, svolgere le stesse professioni degli uomini e soprattutto godere del diritto elettorale o di suffragio, termine dal quale deriva appunto il nome con il quale si era soliti indicare le partecipanti al movimento: suffragette. Le aderenti al movimento utilizzavano diffondere la proprie idee attraverso comizi, scritte sui muri o cartelli con slogan del tipo "Votes for woman" o contenenti frasi inneggianti alla promotrice della rivolta. Spesso queste manifestazioni venivano soffocate con la violenza da parte delle forze dell'ordine e con l'arresto di molte militanti femministe. Durante la prima guerra mondiale, con quasi tutti gli uomini validi mandati al fronte, le donne assunsero molti dei tradizionali ruoli maschili, e questo comportò una nuova considerazione delle capacità della donna. La guerra inoltre causò una spaccatura nel movimento delle suffragette inglesi, con Emmeline e Christabel Pankhurst, ed il loro Women's Social and Political Union, disponibili a sospendere la loro campagna per la durata della guerra, mentre le suffragette più radicali, rappresentata dal Sylvia Pankhurst con il suo Women's Suffrage Federation continuò la lotta. Tuttavia, nonostante le difficoltà e le divisioni, le donne, con le loro organizzazioni, riuscirono ad ottenere ciò per cui lottavano e vinsero così la loro battaglia. Nel 1918 il parlamento britannico approvò la proposta del diritto di voto limitato alle mogli dei capifamiglia con certi requisiti di età (sopra i 30 anni) che furono ammesse al voto politico. Solo più tardi, con la legge del <b>2 luglio 1928, il suffragio fu esteso a tutte le donne inglesi</b>.<b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> In Germania, W. Gropius fonda la <b>scuola di architettura</b> della <b>Bauhaus</b>.<br />
<br />
<b>Nel 1.920</b> -<b> </b>Il 13 giugno 1920 cade il governo Nitti, poiché impotente contro D'Annunzio e si instaura il quinto e ultimo governo Giolitti, che riuscirà a sbloccare la situazione.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVHyfNHSsLiMO0oRwkBusNDnYdtwZeqU1HM0RS6G9FgFJV-Ld758KWV9KaXhFBQMmZXk5db9tPn33_BwDLb3ClVZp4uwSoRedBphsCcdFLPoX-AGFaw674x_UqDGns-5Sy9_68g1nDg8jV/s1600/Carta+delle+tre+venezie.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVHyfNHSsLiMO0oRwkBusNDnYdtwZeqU1HM0RS6G9FgFJV-Ld758KWV9KaXhFBQMmZXk5db9tPn33_BwDLb3ClVZp4uwSoRedBphsCcdFLPoX-AGFaw674x_UqDGns-5Sy9_68g1nDg8jV/s200/Carta+delle+tre+venezie.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Con il trattato di Rapallo, l'Italia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
ottiene Trieste e la Venezia Giulia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Fiume esclusa.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 12 novembre 1920, il liberale Giovanni <b>Giolitti</b>, con il <b>Trattato di Rapallo</b>, raggiunge un accordo con gli jugoslavi:<b> l'Italia </b>acquisirà <b>quasi per intero il litorale ex-austriaco comprendente le città di Gorizia e Trieste col loro circondario</b>, nonché la <b>quasi totalità dell'Istria</b> e le <b>isole quarnerine di Cherso e Lussino</b>. Della Dalmazia promessa col patto di Londra <b>all'Italia andranno la città di Zara</b>, le <b>isole di Làgosta e Cazza e l'arcipelago di Pelagosa</b>. Il resto della regione fu assegnata al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. <b>Fiume</b> veniva riconosciuta città<b> indipendente</b>, ma <b>D'Annunzio non riconobbe </b>validità al Trattato di Rapallo<b> giungendo a dichiarare guerra all'Italia</b>: il poeta e la formazione irregolare di Arditi vennero costretti ad abbandonare la città solo dopo un intervento di forza da parte delle forze armate italiane (cosiddetto Natale di sangue della fine di dicembre del 1920).<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiutEnahMN_-uVf-PABTZTkS3h4P5mZcwy4y6GmGRfGdZ3QDmNpRDPAf4Vn7SNNi-C0JFFpjcg-rjZCpMJIvVaGioPOUvcosDPwHncL2KknJjwYFDrDSY2WRGeBGItx8DjxuLBb13ue1ow_/s1600/Carta+Estensione_della_Rivolta_dei_Bersaglieri_-_giugno_1920.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiutEnahMN_-uVf-PABTZTkS3h4P5mZcwy4y6GmGRfGdZ3QDmNpRDPAf4Vn7SNNi-C0JFFpjcg-rjZCpMJIvVaGioPOUvcosDPwHncL2KknJjwYFDrDSY2WRGeBGItx8DjxuLBb13ue1ow_/s200/Carta+Estensione_della_Rivolta_dei_Bersaglieri_-_giugno_1920.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Espansione, da Ancona, della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
rivolta dei bersaglieri ad altre</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
città d'Italia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>- Durante il biennio rosso italiano</b>, a Fiume, il 20 aprile 1.920 gli autonomisti di Riccardo Zanella, ostili ai legionari dannunziani, con l'appoggio dei socialisti, proclamarono lo sciopero generale. Il 1º maggio, in occasione della festa dei lavoratori furono indetti cortei nelle principali città che in alcuni casi furono dispersi dalla polizia come a Torino e a Napoli. Un nuovo sciopero indetto contro l'aumento del prezzo del pane indebolì il governo Nitti, che si dimise il 9 giugno 1.920 per lasciare il posto all'ottantenne Giovanni Giolitti. Manifestazioni e cortei proseguirono ininterrotti per lungo tempo con vittime sia tra i militari sia tra i manifestanti. Nel marzo 1.920 scoppiarono importanti scioperi, in particolare, presso la Fiat di Torino, il cosiddetto <b>sciopero delle lancette</b>, cosiddetto per l'episodio che diede origine alla vertenza. Gli operai di Torino della FIAT avevano chiesto alla direzione dello stabilimento, in concomitanza con l'entrata in vigore dell'ora legale, di posticipare di un'ora l'ingresso al lavoro. Dopo il diniego da parte della proprietà, la Commissione interna dell'officina Industrie Metallurgiche aveva proceduto, di sua iniziativa, a spostare di un'ora indietro l'orologio della fabbrica. In seguito a ciò, la direzione licenziò tre membri della Commissione interna; gli operai risposero con uno sciopero di solidarietà che, il 29 marzo 1.920, coinvolse tutte le officine metallurgiche di Torino ed al quale gli industriali risposero a loro volta con una serrata, pretendendo, come condizione per riprendere il lavoro negli stabilimenti, che venissero sciolti i Consigli di fabbrica. Lo sciopero generale, indetto alla metà di aprile, coinvolse circa 120.000 lavoratori di Torino e provincia. Tuttavia, tanto la direzione nazionale della CGdL quanto quella del Partito socialista si rifiutarono di dare il loro appoggio al movimento torinese, né vollero estendere la vertenza al resto d'Italia mediante la proclamazione di uno sciopero generale. Inoltre in quei giorni il governo inviò a presidiare la città una truppa di circa 50.000 militari. Isolati a livello nazionale e sotto la minaccia delle armi, gli operai di Torino dovettero capitolare: la vertenza si chiuse con un concordato che prevedeva un forte ridimensionamento dei Consigli di fabbrica. Lo sciopero terminò così il 24 aprile senza che i lavoratori coinvolti avessero visto riconosciute le proprie richieste, fra cui il riconoscimento, da parte degli industriali, dei Consigli di fabbrica. Antonio Gramsci, dalla rivista L'Ordine Nuovo, ammise la momentanea sconfitta: « La classe operaia torinese ha già dimostrato di non essere uscita dalla lotta con la volontà spezzata, con la coscienza disfatta. Continuerà nella lotta: su due fronti. Lotta per la conquista del potere di Stato e del potere industriale; lotta per la conquista delle organizzazioni sindacali e per l'unità proletaria. » (Antonio Gramsci)<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Uno degli eventi più significativi di tutto il biennio rosso fu <b>la rivolta dei Bersaglieri </b>che scoppiò ad Ancona nel giugno del 1.920. La scintilla che provocò la rivolta fu l'ammutinamento dei bersaglieri di una caserma cittadina che non volevano partire per l'<b>Albania</b>, dove era in corso una <b>occupazione militare decisa dal governo Giolitti</b>. Al contrario di altre manifestazioni del biennio, la Rivolta dei Bersaglieri fu una vera ribellione armata e coinvolse truppe di varie forze che solidarizzarono con i ribelli; da Ancona la rivolta divampò in tutte le Marche, in Romagna (fino al suo cuore, Forlì), in Umbria (Terni e Narni), in Lombardia (Cremona e Milano) e a Roma. Fu indetto uno sciopero da parte del sindacato dei ferrovieri per impedire che ad Ancona arrivassero le guardie regie e infine il moto fu sedato solo grazie all'<b>intervento della marina militare</b>, intervenuta per <b>bombardare la città</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le occupazioni, intese come l'inizio di un processo rivoluzionario, non riuscirono a produrre cambiamenti sensibili, soprattutto a causa della<b> mancanza di strategia della classe dirigente socialista</b> e della sua <b>incapacità di diffusione del movimento nel resto della società</b>. Giolitti assunse un atteggiamento neutrale, nonostante le pressioni degli industriali per sgomberare le fabbriche con l'esercito, presumendo che gli operai, non essendo in grado di gestire le fabbriche, avrebbero prima o poi accettato di trattare. Giovanni Giolitti sintetizzò così la sua linea politica nei confronti dell'occupazione delle fabbriche: « Ho voluto che gli operai facessero da sé la loro esperienza, perché comprendessero che è un puro sogno voler far funzionare le officine senza l'apporto di capitali, senza tecnici e senza crediti bancari. Faranno la prova, vedranno che è un sogno, e ciò li guarirà da pericolose illusioni. » (Giovanni Giolitti)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLGiq4jkCEoaFWVq8H8rgDVCrO3OhXdRFcP_WfvJga6OLnnWQlgwL1BFvfcMn5nXC9oPOZ-PRmelm7C3d7qRk25tcdi81-_-Yq01TJYpvJai_Go4GODvweWbf4fXcaILB8c4G2W-gSsJSu/s1600/Gramshi.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLGiq4jkCEoaFWVq8H8rgDVCrO3OhXdRFcP_WfvJga6OLnnWQlgwL1BFvfcMn5nXC9oPOZ-PRmelm7C3d7qRk25tcdi81-_-Yq01TJYpvJai_Go4GODvweWbf4fXcaILB8c4G2W-gSsJSu/s200/Gramshi.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Antonio Gramsci, il cui</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
cognome, d'origine</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
albanese era Gramshi.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Del tutto opposta la valutazione offerta, alcuni anni dopo i fatti, da un altro protagonista della vicenda, Antonio Gramsci, il quale affermò che, nei giorni dell'occupazione, la classe operaia aveva dimostrato la sua capacità di autogovernarsi, aveva saputo mantenere e superare i livelli produttivi del capitalismo, e aveva dato prova di iniziativa e di creatività a tutti i livelli; la sconfitta era stata determinata, secondo l'opinione di Gramsci, non da una presunta "incapacità" degli operai, bensì da quella dei loro dirigenti politici e sindacali: «Come classe, <b>gli operai italiani</b> che occuparono le fabbriche <b>si dimostrarono all'altezza dei loro compiti e delle loro funzioni</b>. Tutti i problemi che le necessità del movimento posero loro da risolvere furono brillantemente risolti. Non poterono risolvere i problemi dei rifornimenti e delle comunicazioni perché non furono occupate le ferrovie e la flotta. Non poterono risolvere i problemi finanziari perché non furono occupati gli istituti di credito e le aziende commerciali. Non poterono risolvere i grandi problemi nazionali e internazionali, perché non conquistarono il potere di Stato. Questi problemi <b>avrebbero dovuto essere affrontati dal Partito socialista e dai sindacati </b>che invece capitolarono vergognosamente, pretestando l'immaturità delle masse; in realtà i dirigenti erano immaturi e incapaci, non la classe. Perciò avvenne la rottura di Livorno e si creò<b> </b>un nuovo partito, il Partito comunista. » (1.926, <b>Antonio Gramsci</b>)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La vicenda dell'occupazione delle fabbriche ingenerò <b>rabbia e frustrazione negli industriali</b>, i quali, per quasi un mese, si erano visti spossessati dei propri stabilimenti, e che avevano dovuto alla fine accettare le richieste sindacali operaie, e alimentò i loro propositi di rivalsa, anche nei confronti del governo e dello stesso Stato liberale che (secondo loro) non li aveva sufficientemente tutelati; la classe operaia, invece, subì un contraccolpo psicologico di delusione e di scoraggiamento, in quanto aveva dovuto restituire agli industriali il possesso delle fabbriche senza ottenere alcun reale avanzamento politico. La conclusione della vicenda portò inoltre ad una crisi il Partito socialista, che si divise tra coloro che ritenevano opportuno continuare la lotta e i dirigenti che avevano accettato l'accordo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In seguito, <b>la pubblicistica del fascismo</b> dipinse l'occupazione delle fabbriche come emblematica di un'<b>epoca di profondo disordine</b>, caratterizzata da gravi e massicce violenze operaie e dal pericolo incombente di una rivoluzione bolscevica, pericolo che, in Italia, sarebbe stato sventato - secondo questa interpretazione - solo dall'avvento al potere di Mussolini. Su questo argomento, abbiamo già visto l'opinione espressa da Gramsci nel 1.926, secondo la quale la rivoluzione fallì solo a causa dell'insipienza dei dirigenti socialisti. Dopo la caduta del fascismo, più di uno storico ha invece negato che l'occupazione delle fabbriche avesse realmente la possibilità di costituire l'occasione di una rivoluzione proletaria vittoriosa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nelle elezioni amministrative del novembre 1.920, il Partito socialista italiano ottenne ancora un successo, raggiungendo la maggioranza in 26 dei 69 consigli provinciali e in 2.022 comuni su 8.346; in particolare, la maggior parte delle amministrazioni comunali dell'Emilia e della Toscana furono conquistate dai socialisti. In questi centri i sindaci e gli amministratori socialisti poterono esercitare una serie di importanti funzioni, fra cui l'assistenza sociale, la riscossione e l'impiego dei tributi locali e la gestione dei beni di proprietà del comune. Tuttavia i risultati elettorali del P.S.I. furono meno brillanti di quelli conseguiti nelle elezioni politiche del novembre 1.919. Nelle elezioni amministrative del 1.920 si verificò inoltre la tendenza dei partiti borghesi a coalizzarsi in funzione antisocialista, nei cosiddetti "blocchi nazionali" o "blocchi patriottici" che spesso comprendevano anche i fascisti. Ciò fu indice del crescente <b>orientamento di certi settori della borghesia verso</b> <b>soluzioni </b>apertamente anti-socialiste e <b>autoritarie</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'avversione della piccola borghesia verso i moti operai era stata alimentata, fra l'altro, dall'atteggiamento di ostilità del partito socialista nei confronti degli ufficiali delle forze armate; questi reduci furono spesso insultati per strada, in quanto ritenuti responsabili dello scoppio della guerra. Ad esempio Piero Operti, che nell'ottobre 1.920 a Torino era insieme ad altri reduci degenti nel locale ospedale, riferisce di aver subito un'aggressione da parte di militanti socialisti; secondo il suo resoconto, le medaglie gli furono strappate e, gettate al suolo, gli furono calpestate. Benché gli episodi di questo tipo fossero in realtà meno gravi e meno frequenti di quanto affermasse la pubblicistica antisocialista dell'epoca, essi contribuirono potentemente ad alienare al P.S.I. le simpatie di vasti strati della piccola e media borghesia, da cui provenivano la gran parte degli ex ufficiali e sottufficiali. Di fatto, verso la fine del 1.920, dopo la conclusione della vicenda dell'occupazione delle fabbriche e dopo le elezioni amministrative, <b>il movimento fascista</b>, che fino ad allora aveva avuto un ruolo piuttosto marginale, iniziò la sua tumultuosa <b>ascesa politica</b> che fu caratterizzata dal <b>ricorso massiccio e sistematico alle azioni squadristiche</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un tentativo di quantificare i costi, in termini di vite umane, delle agitazioni del Biennio Rosso fu compiuto da Gaetano Salvemini: questo storico, basandosi sulle cronache giornalistiche dell'epoca, calcolò in 65 le vittime complessive delle violenze operaie nel biennio, mentre nello stesso periodo 109 militanti di parte operaia morirono per mano delle forze dell'ordine durante scontri di piazza, e altri 22 furono uccisi da altre persone. La repressione dei moti popolari fu particolarmente cruenta nelle campagne. Sicuramente l'episodio più efferato fu l'eccidio di Canneto Sabino in provincia di Rieti, dove restarono uccisi undici braccianti, tra cui due donne. Il 15 gennaio <b>1.921</b> a Livorno si aprì il XVII Congresso Nazionale del Partito socialista che terminò con la scissione della componente comunista che il 21 gennaio diede vita al <b>Partito comunista d'Italia</b>. Tra i fondatori del nuovo partito vi furono personaggi di spicco messisi in evidenza durante i moti come Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci.<br />
<br /></div>
<b>- Fondazione della Società delle Nazioni</b>. La Società delle Nazioni, (uno dei 14 punti di Wilson, bocciati dal parlamento degli USA a maggioranza repubblicana) promossa dal presidente statunitense Wilson, tentò di sostituire al vecchio principio dell’equilibrio l’alleanza e la pari dignità di tutti i popoli, cui doveva essere riconosciuto il diritto di autodeterminazione. Essa rimase tuttavia priva di reali poteri e non riuscì a evitare le nuove degenerazioni nazionalistiche dei decenni successivi.<br />
<br />
<b>Nel 1.920</b> - Il 24 aprile, nella <b>conferenza </b>che si tiene nel castello Devachan <b>di Sanremo</b>, i <b>sionisti </b>ottengono <b>la Palestina</b>. Da <a href="http://www.ilvangelo-israele.it/news/immagini/ConferenzaSanRemo1922.pdf" target="_blank">http://www.ilvangelo-israele.it/news/immagini/ConferenzaSanRemo1922.pdf</a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"La Conferenza di San Remo", estratto da "The Arab-Israeli Reader", redatto da Walter Laqueur, New York 1.976, versione ridotta del completo <b>Accordo di San Remo</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1BZCOa9yxh5fZ6oEkMOsloGgK4w6Ub5NrUVbSy0kEzx6Yj8GNOywGCk88za7kh3zWm16X79gXWjVCKrfjZR-NRBzlm2zva_3twGWkbFw-8syXJ0ZCjj5wpiBbbwX-I8B8eSvLVuEziwbD/s1600/castello+Devachan.bmp" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="138" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1BZCOa9yxh5fZ6oEkMOsloGgK4w6Ub5NrUVbSy0kEzx6Yj8GNOywGCk88za7kh3zWm16X79gXWjVCKrfjZR-NRBzlm2zva_3twGWkbFw-8syXJ0ZCjj5wpiBbbwX-I8B8eSvLVuEziwbD/s200/castello+Devachan.bmp" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Sanremo, il castello Devachan.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
La Conferenza di San Remo decise il 24 Aprile 1.920 di assegnare il<b> Mandato</b> (<b>per la Palestina</b>) per conto della Lega delle Nazioni <b>alla Gran Bretagna</b>. I termini del Mandato furono discussi anche con gli Stati Uniti che non erano membri della Lega. Un testo convenuto fu confermato dal Consiglio della Lega delle Nazioni il 24 Luglio 1.922 e divenne operativo nel Settembre 1.923. "Il Consiglio della Lega delle Nazioni:<br />
Poiché le principali Potenze Alleate si sono accordate, al fine di dare effetto alle disposizioni dell’Articolo 22 del Patto della Lega delle Nazioni, per affidare a un Mandatario, scelto dalle dette Potenze, l’amministrazione del territorio della Palestina che precedentemente appartenne all’Impero turco entro i confini che potranno essere da loro determinati;<br />
e Poiché le principali Potenze Alleate si sono anche accordate che il Mandatario debba essere responsabile per dare effetto alla dichiarazione originalmente fatta il 2 Novembre 1.917 dal Governo di Sua Maestà Britannica e adottata dalle dette potenze, in favore della<b> costituzione in Palestina di una nazione per il popolo ebreo</b>, essendo chiaramente inteso che nulla dovrebbe essere fatto a pregiudizio dei diritti civili e religiosi delle comunità non-ebree esistenti in Palestina o dei diritti e status politico goduto dagli ebrei in qualsiasi altro paese;<br />
e Poiché con ciò è stato dato riconoscimento alla connessione storica del popolo ebreo con la Palestina e alle basi per ricostituire la loro nazione in quel paese;<br />
e Poiché le principali Potenze Alleate hanno scelto Sua Maestà Britannica come Mandatario per la Palestina; e Poiché il mandato nei confronti della Palestina è stato formulato nei termini seguenti ed è stato sottoposto al Consiglio della Lega per approvazione;<br />
e Poiché Sua Maestà Britannica ha accettato il mandato nei confronti della Palestina e ha cominciato ad esercitarlo per conto della Lega di Nazioni in conformità alle disposizioni seguenti;<br />
e Poiché dall’Articolo 22 summenzionato (paragrafo 8), è previsto che il grado di autorità, controllo o amministrazione da esercitarsi dal Mandatario, non essendovi stato precedente accordo tra i Membri della Lega, sarà definito esplicitamente dal Consiglio della Lega di Nazioni.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Confermando detto Mandato, definisce i suoi termini come seguono:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 1</b>. Il Mandatario avrà i pieni poteri di legislazione e di amministrazione, fatta salva la loro limitazione derivante dai termini di questo mandato.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 2</b>. Il Mandatario sarà responsabile per mettere il paese in condizioni politiche, amministrative e economiche tali che assicurino la costituzione della nazione, come disposto nel preambolo e lo sviluppo di istituzioni auto-governanti e anche per la salvaguardia dei diritti civili e religiosi di tutti gli abitanti della Palestina, senza distinzione di razza e religione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 3</b>. Il Mandatario, fino a quando le circostanze lo permetteranno, incoraggerà l’autonomia locale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 4</b>. Un’apposita agenzia ebrea sarà riconosciuta come persona giuridica con lo scopo di consigliare e cooperare con l’Amministrazione della Palestina in questioni economiche, sociali e altre concernenti la costituzione della nazione ebrea e gli interessi della popolazione ebrea in Palestina e, sempre soggetta al controllo dell’Amministrazione, assistere e prendere parte allo sviluppo del paese. L’Organizzazione Sionista, fin tanto che la sua organizzazione e costituzione siano adeguate nell’opinione del mandatario, sarà riconosciuta come tale agenzia. Procederà alla consultazione col Governo di Sua Maestà Britannica per assicurare la cooperazione di tutti gli ebrei disposti a collaborare alla costituzione della nazione ebrea.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 5</b>. Il Mandatario sarà responsabile per fare in modo che nessun territorio della Palestina sarà ceduto o affittato a, o in qualsiasi modo messo sotto il controllo di un Governo di qualsiasi Potenza straniera.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 6</b>. L’Amministrazione della Palestina, nell’assicurare che i diritti e la posizione di altre parti della popolazione non siano pregiudicate, faciliterà l’immigrazione ebrea sotto condizioni appropriate e incoraggerà, in co-operazione con l’agenzia ebrea indicata nell’Articolo 4, la prossima sistemazione degli ebrei sulla terra, incluse terre dello Stato e terre incolte non richieste per scopi pubblici.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 7</b>. L’Amministrazione della Palestina sarà responsabile per decretare una legge sulla nazionalità. Sarà incluso nelle disposizioni di questa legge quadro come facilitare l’acquisizione della cittadinanza palestinese da parte di ebrei che prendano la loro residenza permanente in Palestina.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 8</b>. I diritti e l’immunità degli stranieri, inclusi i benefici di giurisdizione e protezione consolare precedentemente goduti dalla Capitolazione o uso nell’Impero Ottomano, non saranno applicabili in Palestina. A meno che le Potenze i cui cittadini godettero i summenzionati privilegi il 1 Agosto 1.914, avranno precedentemente rinunciato al loro ristabilimento o si saranno accordate per la loro non applicazione per uno specifico periodo, questi diritti e immunità possono, all’espirazione del mandato, essere riattivati immediatamente nella loro interezza o con modifiche sulle quali si accordino le Potenze interessate.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 9</b>. Il Mandatario sarà responsabile per fare in modo che il sistema giudiziario stabilito in Palestina assicuri agli stranieri, così come ai nativi, una garanzia completa dei propri diritti. Il Rispetto per la condizione sociale e personale dei vari popoli e comunità e per i loro interessi religiosi sarà garantito pienamente. In particolare, il controllo e l’amministrazione di Waqfs saranno esercitate in concordanza con la legge religiosa e le disposizioni dei fondatori.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 10</b>. Pendente la creazione di speciali accordi d’estradizione che si riferiscono alla Palestina, i trattati d’estradizione in vigore tra il mandatario e altre potenze straniere si applicheranno alla Palestina.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 11</b>. L’Amministrazione della Palestina prenderà le misure necessarie per salvaguardare gli interessi della comunità in riferimento allo sviluppo del paese e, soggetto a qualsiasi obbligazione internazionale accettata dal Mandatario, avrà il pieno potere per provvedere alla proprietà pubblica o al controllo di alcune delle risorse naturali del paese o ai lavori, servizi e utilità pubbliche stabilite o in procinto di essere stabilite. Introdurrà un sistema agrario adatto alle necessità del paese con riguardo, fra le altre cose, alla desiderabilità di promuovere lo stanziamento e la coltura intensiva della terra. L’Amministrazione può trovare un accordo con l’agenzia ebrea menzionata nell’Articolo 4 per costruire o operare, con termini giusti ed equi, qualsiasi lavoro, servizio e utilità pubblica e sviluppare alcune delle risorse naturali del paese, fin tanto che queste questioni non siano intraprese direttamente dall’Amministrazione. Qualunque di tali accordi dovrà prevedere che nessun profitto distribuito da tale agenzia, direttamente o indirettamente, eccederà una tariffa ragionevole di interesse sul capitale e qualsiasi profitto ulteriore sarà da essa utilizzato per il beneficio del paese in modo approvato dall’Amministrazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 12</b>. Al Mandatario sarà affidato il controllo delle relazioni estere della Palestina, e il diritto di emettere exequatur a consoli nominati da Potenze straniere. Avrà titolo anche per la protezione diplomatica e consolare dei cittadini della Palestina quando si trovino fuori dai propri confini territoriali.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 13</b>. Tutta la responsabilità connessa coi Luoghi Santi ed edifici o luoghi religiosi in Palestina, inclusa quella di preservare i diritti esistenti e di assicurare libero accesso ai Luoghi Santi, edifici e luoghi religiosi e il libero esercizio del culto, assicurate le necessità di ordine pubblico e decoro, è assunto dal Mandatario che sarà responsabile solamente verso la Lega delle Nazioni per tutte le questioni connesse con quanto indicato, statuito che nulla in questo articolo preverrà il Mandatario da raggiungere accordi che possa ritenere ragionevoli con l’Amministrazione allo scopo di rendere effettive le disposizioni di questo articolo; è anche statuito che nulla in questo Mandato sarà determinato che conferisca all’autorità del Mandatario d’interferire con la struttura o la gestione degli edifici sacri solamente musulmani, le cui immunità sono garantite.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 14</b>. Una Commissione speciale sarà nominata dal Mandatario per studiare, definire e determinare i diritti e le richieste relative ai Luoghi Santi e i diritti e le richieste che si riferiscono alle diverse comunità religiose in Palestina. Il metodo di nomina, di composizione e delle funzioni di questa Commissione sarà sottoposto al Consiglio della Lega per la sua approvazione e la Commissione non sarà nominata o eserciterà le proprie funzioni senza l’approvazione del Consiglio.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 15</b>. Il Mandatario farà in modo che la completa libertà di coscienza e il libero esercizio di tutte le forme di culto, sottoposte solamente al mantenimento dell’ordine pubblico e dei costumi siano assicurati a tutti. Nessuna discriminazione di qualsiasi genere sarà fatta tra gli abitanti della Palestina in ragione della razza, religione o lingua. Nessuna persona sarà esclusa dalla Palestina per l’unica ragione del suo credo religioso. Il diritto di ciascuna comunità a mantenere le proprie scuole per l’istruzione dei propri membri nella propria lingua, posto che si adeguino ai requisiti didattica di natura generale determinati dall’Amministrazione imporre, non sarà negato o danneggiato.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 16</b>. Il Mandatario sarà responsabile per l’esercizio della supervisione su istituzioni religiose e di beneficenza di tutte le fedi in Palestina che può essere richiesta per il mantenimento dell’ordine pubblico e il buono governo. Sottoposta a tale supervisione, nessuna misura sarà presa in Palestina per ostruire o interferire con l’attività di tali istituzioni o discriminare qualsiasi loro rappresentante o membro in ragione della sua religione o nazionalità.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 17</b>. L’Amministrazione della Palestina può organizzare su base volontaria le forze necessarie per la conservazione della pace e dell’ordine, anche per la difesa del paese, soggette comunque alla soprintendenza del Mandatario, ma non le userà per scopi diversi da quelli sopra specificati salvo col beneplacito del Mandatario. A parte tali scopi, nessuna forza militare, navale o dell’aria sarà reclutata o mantenuta dall’Amministrazione della Palestina. Nulla in questo articolo precluderà l’Amministrazione della Palestina dal contribuire alle spese per il mantenimento delle forze del Mandatario in Palestina. Il Mandatario avrà titolo in qualsiasi tempo di usare le strade, ferrovie e porti della Palestina per il movimento delle forze armate e di trasporti di combustibile e approvvigionamenti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 18</b>. Il Mandatario farà in modo che non ci sia discriminazione in Palestina contro i cittadini di qualsiasi Stato Membro della Lega delle Nazioni (incluse società incorporate sotto le sue leggi) in comparazione con quelli del Mandatario o di qualsiasi Stato straniero in questioni riguardanti la tassazione, il commercio o la navigazione, l’esercizio di industrie o professioni o nel trattamento di vascelli mercantili o aerei civili. Egualmente non ci sarà discriminazione in Palestina contro beni che provenienti da o destinati ad alcuno di detti Stati e ci sarà libertà di transito sotto condizioni eque attraverso l’area affidata. Soggetta a quanto detto e agli altri provvedimenti di questo mandato, l’Amministrazione della Palestina può, su consiglio del Mandatario, imporre tasse e dazi doganali che possano essere considerati necessari e compiere i passi che si possano ritenere migliori per promuovere lo sviluppo delle risorse naturali del paese e per salvaguardare gli interessi della popolazione. Può anche, su consiglio del Mandatario, concludere speciali accordi doganali con qualsiasi Stato il cui territorio nel 1.914 era interamente incluso nella Turchia Asiatica o Arabia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 19</b>. Il Mandatario aderirà per conto dell’Amministrazione della Palestina a qualsiasi convenzione internazionale generale già esistente o che possa essere conclusa in futuro con l’approvazione della Lega delle Nazioni e relative alla tratta degli schiavi, al traffico d’armi e munizioni o al traffico di droga o relativa all’equità commerciale, libertà di transito e navigazione, navigazione aerea e comunicazione postale, telegrafica e senza fili o proprietà letteraria, artistica o industriale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 20</b>. Il Mandatario coopererà per conto dell’Amministrazione della Palestina, fino a che le condizioni religiose, sociali e altre lo permettano, all’esecuzione di qualsiasi politica comune adottata dalla Lega delle Nazioni per prevenire e combattere la malattia, incluse le malattie di piante e animali.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 21</b>. Il Mandatario assicurerà la promulgazione entro dodici mesi da questa data, e ne assicurerà l’esecuzione, di una Legge sulle Antichità basata sulle seguenti norme. Questa legge assicurerà uguaglianza di trattamento nella questione degli scavi e della ricerca archeologica ai cittadini di tutti gli Stati Membri della Lega delle Nazioni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 22</b>. L’inglese, l’arabo e l’ebraico saranno le lingue ufficiali della Palestina. Qualsiasi dichiarazione o iscrizione in arabo su francobolli o moneta in Palestina sarà ripetuta in ebraico e qualsiasi dichiarazione o iscrizione in ebraico sarà ripetuta in arabo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 23</b>. L’Amministrazione della Palestina riconoscerà i giorni santi delle rispettive comunità in Palestina come giorni legali di riposo per i membri di tali comunità.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 24</b>. Il Mandatario farà un rapporto annuale al Consiglio della Lega delle Nazioni a soddisfazione del Consiglio per le misure prese durante l’anno in esecuzione delle disposizioni del mandato. Copie di tutte le leggi e regolamentazioni promulgate o pubblicate durante l’anno saranno comunicate col rapporto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 25</b>. Nei territori Iying tra la Giordania e il confine orientale della Palestina come deciso in via definitiva, il Mandatario avrà titolato, col beneplacito del Consiglio della Lega delle Nazioni, di posticipare o non applicare le disposizioni di questo mandato in quanto da esso considerate inapplicabili alle condizioni locali esistenti, e di applicare provvedimenti per l’amministrazione dei territori che potrà considerare appropriati a quelle condizioni, purché nessuna azione che sarà presa sia incompatibile con le disposizioni degli Articoli 15, 16 e 18.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 26</b>. Il Mandatario acconsente che in caso qualsiasi disputa di qualsiasi genere sorgesse tra il Mandatario e un altro Membro della Lega delle Nazioni che si riferisse all’interpretazione o all’applicazione del mandato, tale disputa se non può essere risolta con una negoziazione, sarà sottoposta alla Corte Permanente di Giustizia Internazionale prevista dall’Articolo 14 dell’Accordo della Lega di Nazioni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 27</b>. Il beneplacito del Consiglio della Lega delle Nazioni è richiesto per qualsiasi modifica dei termini di questo mandato.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo 28</b>. Nell’eventualità della terminazione del mandato col presente conferito al Mandatario, il Consiglio della Lega delle Nazioni emetterà le disposizioni che potrà ritenere necessarie per salvaguardare per sempre, sotto garanzia della Lega, i diritti assicurati dagli Articoli 13 e 14, e userà la sua influenza per assicurare, sotto la garanzia della Lega che il Governo della Palestina onorerà pienamente le obbligazioni finanziarie legittimamente sottoscritte dall’Amministrazione della Palestina durante il periodo del mandato, inclusi i diritti dei dipendenti pubblici alle pensioni o gratifiche. Il presente strumento sarà depositato in originale nell’archivio della Lega delle Nazioni e copie munite di certificato saranno spedite dal Segretario Generale della Lega delle Nazioni a tutti i Membri della Lega. Redatto a <b>Londra</b> il ventiquattresimo giorno di <b>Luglio</b>,<b> mille novecento e ventidue</b>".<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> In Italia, il 13 giugno <b>cade il governo Nitti</b>, poiché <b>impotente contro D'Annunzio</b>; gli subentra Giolitti. I fascisti sono sconfitti alle elezioni.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> I più lungimiranti intellettuali e politici<b> europei</b> (Stresemann, A. Briand, Benedetto Croce, Thomas Mann) <b>auspicano l’unità politica del continente</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Iniziano <b>regolari trasmissioni radiofoniche</b> negli Stati Uniti.<b> </b><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI2w6XDR_bmWKx5FH9UjS4wZ3gZ2KK1vM3pmzBtNzB5Owp13tc76VtzlDXjTSogQjUs7T7CUjF9Za2CXFyILTfbFsE52BHKlt-XiUqOVlOT-QOL2FLJQC15e8dAt7ZkjNdpWhSLQE-lskx/s1600/1921-teatro+goldoni+livorno.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="141" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI2w6XDR_bmWKx5FH9UjS4wZ3gZ2KK1vM3pmzBtNzB5Owp13tc76VtzlDXjTSogQjUs7T7CUjF9Za2CXFyILTfbFsE52BHKlt-XiUqOVlOT-QOL2FLJQC15e8dAt7ZkjNdpWhSLQE-lskx/s200/1921-teatro+goldoni+livorno.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Livorno, il teatro Goldoni, dove si</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
tenne il 17° congresso socialista.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.921</b> - Il 15 gennaio, a Livorno si apre il XVII Congresso Nazionale del Partito socialista che termina con la scissione della componente comunista che il 21 gennaio darà vita al <b>Partito comunista d'Italia</b>. Tra i fondatori del nuovo partito, vi sono personaggi di spicco, messisi in evidenza durante i moti del biennio rosso, come Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci.<br />
<br />
<b>-</b> L'11 giugno, nel suo <b>primo discorso</b> come capo dei fascisti, <b>Mussolini</b> attacca Giolitti e offre alle sinistre un compromesso.<br />
<br />
<b>-</b> Il 1° luglio cade il governo Giolitti e gli succede il <b>governo di Ivanoe Bonomi</b>, mentre alla camera i fascisti guadagnano 35 deputati. Bonomi era un ex socialista che da Presidente del Consiglio fu molto<b> acquiescente </b>verso le <b>formazioni paramilitari fasciste</b>, o perlomeno non mostrò fermezza nella loro dispersione, tenendo peraltro una condotta repressiva nei confronti delle formazioni di difesa antifasciste, tra cui gli Arditi del Popolo. Durante il periodo del suo governo, il 2 agosto 1.921 ordinò la soppressione del corpo dei bersaglieri, forse perché durante la prima guerra mondiale avevano subito perdite ingenti o più verosimilmente per la loro rivolta, ad Ancona, nel giugno del 1.920.<br />
<br />
<b>-</b> Il 3 agosto viene stipulato il Patto Zaniboni-Acerbo che segna una <b>tregua</b> negli scontri tra <b>fascisti e socialisti</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Dal 7 al 10 novembre si tiene il <b>Congresso Fascista</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Il 9 novembre nasce il <b>Partito Nazionale Fascista</b> e viene accantonato il patto Zaniboni-Acerbo.<br />
<br />
<b>-</b> Messa a punto della <b>prima telescrivente</b>, brevettata nel 1846 dallo statunitense Royal Earl House..</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjMEtlSuCF2SnfbAXTC0fvJaL3VJ8hE2MFP-NWk4ddf3WnWwqQNoBwlMM1qGQyqd9hB81HULB2Nujy0QAy2eofjjWxJxJ_jyXctgaECV9q2owD4Lx64hHIWO88Mt-iENk3yZf7NmpwrxA/s1600/carta+europa+1930.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjMEtlSuCF2SnfbAXTC0fvJaL3VJ8hE2MFP-NWk4ddf3WnWwqQNoBwlMM1qGQyqd9hB81HULB2Nujy0QAy2eofjjWxJxJ_jyXctgaECV9q2owD4Lx64hHIWO88Mt-iENk3yZf7NmpwrxA/s400/carta+europa+1930.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica politica dell'Europa
nel 1922, dopo la Prima Guerra</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mondiale. Clicca sull'immagine per
ingrandirla.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.922</b> - Il 25 febbraio cade il governo Bonomi e gli succede Luigi Facta.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 24 ottobre, il governo Facta non riesce ad arginare lo strapotere delle squadre fasciste; Mussolini dichiara: "O ci daranno il potere o lo prenderemo calando su Roma".<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 28 ottobre avviene la <b>Marcia su Roma</b>. Mussolini con i quadrumviri Bianchi, Balbo, De Bono e De Vecchi, guida 14.000 camice nere nella capitale.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 31 ottobre, Mussolini presenta al re la lista dei ministri e il suo governo ottiene la fiducia del parlamento, votato anche dalle forze moderate ed ottiene addirittura l'assenso di Giolitti.<b> Mussolini </b>diventa così il<b> capo del governo in Italia</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 16 novembre, Mussolini tiene alla camera il famoso "discorso del bivacco". « Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto. » (dal discorso di insediamento del Presidente del Consiglio Benito Mussolini, pronunciato il 16 novembre 1922 alla Camera dei Deputati del Regno d'Italia). Le squadre fasciste vengono trasformate nella Milizia Volontaria.<br />
<br /></div>
<b>- Fondazione</b> dello stato libero d'<b>Irlanda </b>(<b>Eire</b>).<br />
<br />
<b>-</b> Viene <b>pubblicato</b> l'”<b>Ulisse</b>” di J. Joyce.<br />
<br />
<b>-</b> Viene <b>isolata l'insulina</b>.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-12220168319822541752020-05-09T05:43:00.001-07:002020-10-07T03:29:47.571-07:00Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho1M7BcTDpEMVunHKD-FoAsvX50qnQjxFsUe3nAFzinI96XNzdKPlh27jvI1ntAz1ckPo-56qrKBuFmbckbMzEaXXMNDdRHBwnkdVH1VzHx9jAhixIRNI62vH6QoY3xmQGd6D-bUd0DBcx/s1600/Carta+Stati+Balcanici+1914.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho1M7BcTDpEMVunHKD-FoAsvX50qnQjxFsUe3nAFzinI96XNzdKPlh27jvI1ntAz1ckPo-56qrKBuFmbckbMzEaXXMNDdRHBwnkdVH1VzHx9jAhixIRNI62vH6QoY3xmQGd6D-bUd0DBcx/s200/Carta+Stati+Balcanici+1914.png" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta degli stati balcanici nel 1914,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
anno in cui la Bosnia è annessa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
all'impero austro-ungarico.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.913</b> -<b> </b>All'indomani del congresso di Berlino del 1878, in cui venne ufficialmente riconosciuta come <b>Stato sovrano</b>, la <b>Serbia</b> rimaneva un piccolo paese con poco più di 50.000 km quadrati, con strutture arcaiche e una popolazione di poco inferiore ai 2 milioni di abitanti. Senza accesso al mare, priva di ferrovie, la Serbia era costituita da un'immensa società contadina di piccoli e medi proprietari, le cui attività principali consistevano nella coltivazione dei cereali, nell'arboricoltura e nell'allevamento di maiali. Le poche industrie manifatturiere erano specializzate nella trasformazione di prodotti agricoli. La sola città importante all'epoca era Belgrado, la capitale, con circa 30.000 abitanti. <b>Serbia e Montenegro</b>, che avevano partecipato alle guerre balcaniche (1912-1913) contro Turchia prima e Bulgaria poi, <b>uscendone rafforzati e ampliati territorialmente </b>erano comunque <b>frustrati</b> dal fatto che il progetto di una possibile<b> unificazione dei due Regni fu bloccato</b> <b>dall'Austria-Ungheria</b>. La stessa Austria-Ungheria dichiarò, poco tempo dopo, guerra al Regno di Serbia, a seguito dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando avvenuto a Sarajevo da parte di Gavrilo Princip, un nazionalista serbo-bosniaco, che dette il <b>pretesto</b> che provocò la prima guerra mondiale.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>-</b> La <b>Triplice Alleanza</b>, in scadenza l'8 luglio 1914, era stata <b>rinnovata anticipatamente</b> il 5 dicembre 1912, con l'aggiunta di un particolare<b> protocollo riguardante i Balcani</b>. Proprio in tale contesto, allorquando nel 1913 l'Austria-Ungheria aveva progettato una operazione militare contro la Serbia, l'<b>opposizione dell'Italia</b> lo aveva mandato a monte, esasperando l'avversione di Francesco Ferdinando e del generale Franz Conrad von Hötzendorf e del loro apparato militare.<br />
<br />
<span lang="en-US"><b>-</b> V. </span><span lang="it-IT">Tatlin da inizio al <b>movimento artistico</b> russo del <b>costruttivismo</b>.</span><br />
<span lang="it-IT"></span><br />
<span lang="it-IT"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Le <b>due guerre balcaniche </b>rappresentarono un'<b>importante premessa per lo scoppio della Prima guerra mondiale</b>: fu proprio in seguito all'espansione serba nella regione che l'<b>Austria-Ungheria cominciò ad allarmarsi</b>. Tali <b>timori erano condivisi dalla Germania</b>, che vedeva nella <b>Serbia</b> un <b>prezioso alleato della minacciosa Russia</b>. Dunque, fu proprio l'<b>accresciuta potenza serba</b> a rappresentare una delle principali ragioni che spinsero gli Imperi centrali a <b>decretare l'inizio della prima guerra mondiale</b>. Boris Urlanis, nel suo lavoro "Voini I Narodo-Nacelenie Europi" (del 1960), stimò che le due guerre balcaniche causarono l'uccisione di 122.000 persone durante le operazioni belliche e la morte di altre 20.000 per le ferite riportate durante gli scontri. A questi bisogna poi aggiungere gli 82.000 morti a causa delle malattie.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.914</b> - <b>Il massimo centro finanziario mondiale è Londra</b>, la moneta più ambita la sterlina e gli <b>USA</b> sono <b>debitori</b> con i paesi europei (fra cui la Germania, che per produzione industriale ha sorpassato l'UK) per <b>5 miliardi di dollari</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Nel 1914 l'<b>erede al trono asburgico</b> visita la città di Sarajevo proprio <b>nel giorno di Vidovdan</b>, una delle ricorrenze più sentite dal popolo serbo. Francesco Ferdinando sosteneva l'idea della trasformazione dell'impero, da duplice a triplice monarchia, comprendente dunque un terzo stato formato dai territori slavi della monarchia asburgica, cosa che avrebbe minacciato le idee espansionistiche serbe. Il 28 giugno del 1914 un giovane serbo-bosniaco di nome Gavrilo Princip, sospettato di appartenere alle schiere dell'organizzazione chiamata Crna ruka ("mano nera"), assassinò l'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo.<br />
<br />
<b>-</b> Inizia, dopo l'<b>attentato di Sarajevo</b>, la <b>prima guerra mondiale</b>. Il Kaiser Guglielmo II si trovava a Kiel in occasione dell'annuale regata sull'Elba nell'ambito della "Settimana di Kiel" quando il <b>28 giugno 1914</b> lo raggiunse un telegramma che annunciava che l'arciduca Francesco Ferdinando in visita <b>a Sarajevo</b> era rimasto vittima di un attentato insieme con la consorte morganatica, Sofia (un matrimonio morganatico è un tipo di matrimonio contratto in tra persone di diverso rango sociale, che impedisce il passaggio alla moglie dei titoli e dei privilegi del marito). L'erede al trono degli Asburgo si recò in visita ufficiale nella città serba il 28 giugno 1914, in occasione dell'anniversario della sconfitta che i turchi avevano inflitto ai serbi nella battaglia del Kosovo del 1349. L'organizzazione terroristica serba "<b>Mano Nera</b>" aveva affidato a sei giovani cospiratori il compito di <b>attentare alla vita dell'arciduca</b> in nome dell'<b>indipendenza serba</b>. In mattinata uno di questi lanciò una bomba contro la macchina dell'erede, ma l'ordigno, rimbalzando sulla fiancata, esplose contro l'automezzo successivo, ferendo due ufficiali. Nonostante il tentato assassinio, il corteo continuò il suo cammino e giunto in municipio Francesco Ferdinando apostrofò le autorità in tono irato: « È così che accogliete i vostri ospiti? Con le bombe? ». L'arciduca chiese di essere condotto in automobile all'ospedale, per far visita agli ufficiali feriti e il fato volle che in una strada stretta, incrociassero Gavrilo Princip, che esplose contro il "bersaglio mancato" due colpi ferendo entrambi i passeggeri, che morirono lungo il tragitto. Al diffondersi della notizia del crimine tutte le nazioni reagirono indignate e con orrore. Solo <b>due paesi rimasero insensibili all'accaduto</b>: l'<b>Austria </b>e la <b>Serbia</b>. Da una parte la stampa serba fece ben poco per dissimulare il suo compiacimento, come anche l'opinione pubblica e lo stesso governo che, appena uscito malamente dalle guerre balcaniche, non desiderava altro che pace e reagì in modo stranamente apatico. L'Austria, del resto, diede inizio a una debole indagine per determinare se la Serbia avesse effettivamente avuto parte all'attentato, dalla quale non emerse alcuna prova a sostegno di questa tesi. Gli attentatori non erano a conoscenza della natura dei rapporti tra l'imperatore d'Austria e l'<b>arciduca</b>. Questi, infatti, era <b>uno dei pochi uomini di potere che guardasse con una certa simpatia alla causa serba </b>e si pensava che progettasse di sostituire il dualismo austro-ungarico con un trialismo di Austria, Ungheria e paesi slavi meridionali. Per le sue idee politiche e per lo scandaloso matrimonio con Sophie Chotek von Chotkowa, che non apparteneva a nessuna delle dinastie europee regnanti, Francesco Ferdinando <b>si era alienato le simpatie della corte e dello stesso zio</b>, l'imperatore Francesco Giuseppe, che sembra aver reagito alla notizia dell'attentato con queste parole: « Un potere superiore ha ristabilito l'ordine che io, purtroppo, non sono riuscito a preservare ». Nonostante un mese di continui rimandi, già all'indomani dell'attentato, il ministro degli esteri austriaco, conte Berchtold, e il capo di stato maggiore, barone Conrad von Hötzendorf, <b>fremevano al pensiero di approfittare della situazione per ridimensionare il ruolo della Serbia</b>. <b>Francesco Giuseppe</b>, però, non si dimostrava pienamente convinto dal progetto e <b>temeva che un attacco alla Serbia avrebbe coinvolto </b>altre potenze, prima fra tutte <b>la Russia</b>. Il conte Tisza, il primo ministro ungherese, condivideva gli stessi dubbi dell'imperatore obiettando che non sarebbe stato difficile trovare un casus belli qualora ce ne fosse stato bisogno. Il capo di stato maggiore Conrad von Hötzendorf, allora, si preoccupò di coprire le spalle all'Austria e cercò di coinvolgere la Germania, inviando al Kaiser un memorandum e una lettera personale firmate dell'imperatore. D'altro canto <b>Guglielmo II</b> non aveva bisogno di sollecitazioni e rivelò subito i suoi più drastici intenti. In realtà, fino a poco tempo prima, il Kaiser si era sempre presentato di indole moderata riguardo a un conflitto su vasta scala e questo suo mutamento di umore risultò assai strano. Probabilmente le cause sono da ricercare nel fatto che <b>non voleva essere tacciato di debolezza</b> o, piuttosto, che voleva ricordare l'amicizia che lo legava al principe assassinato. Fatto sta che il 5 luglio con una lettera la <b>Germania assicurava il suo più completo appoggio</b>, aggiungendo che la Russia "non era assolutamente pronta per la guerra". Riguardo al terzo componente della Triplice Alleanza, l'Italia,<b> l'Austria preferì tenere Roma all'oscuro dei propri piani</b>, sicura che sarebbe bastato l'alleato tedesco a scongiurare il disastro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nelle due settimane successive all'attentato la situazione europea sembrava ancora lontana dallo scoppio di un conflitto su vasta scala, tanto che in tutti i paesi le previsioni si mostravano sempre ottimistiche. Il 30 giugno Sir Arthur Nicolson, il più alto funzionario al Foreign Office (il dicastero del Regno Unito responsabile della promozione degli interessi del Paese all'estero), scrisse all'ambasciatore britannico a San Pietroburgo: «La tragedia che si è appena consumata a Sarajevo non comporterà, credo, ulteriori complicazioni». Nel frattempo in Austria i ministri discutevano su quali misure dovessero adottare contro la Serbia e solo il conte Tisza sembra covare profetici dubbi: «[l'attacco austriaco alla Serbia] provocherà, per quanto umanamente possibile prevedere, una guerra mondiale». Le incertezze del primo ministro ungherese, però, vennero presto messe in sordina di fronte al fatto che ulteriori indugi avrebbero solo peggiorato la situazione. Se l'Austria si fosse mostrata debole, avrebbe infatti rischiato di perdere la stima e l'appoggio della Germania. Mentre Sir Arthur Nicolson persisteva nel suo atteggiamento ottimista, scrivendo all'ambasciatore britannico a Vienna «Dubito che l'Austria prenda iniziative serie e prevedo che la tempesta si placherà ».</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Intorno al <b>9 luglio in Austria </b>si cominciavano a muovere i primi passi per la redazione di un <b>ultimatum da inviare al governo serbo</b>. L'obiettivo consisteva nell'avanzare delle<b> richieste talmente improponibili </b>che il netto <b>rifiuto serbo </b>avrebbe inevitabilmente<b> spinto l'Austria a dichiararle guerra</b>. Le condizioni, definite a Vienna il 19 luglio, erano rappresentate in quindici punti, alcuni dei quali violavano palesemente l'autonomia serba. Oltre alla repressione di qualsiasi forma di propaganda antiaustriaca, l'ultimatum chiedeva che il governo serbo condannasse i militari implicati nell'attentato, che promettesse la cessazione delle ingerenze in Bosnia e esigeva l'esonero di qualsiasi funzionario serbo e la nomina di funzionari austriaci nei posti di potere.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il <b>21 luglio</b>, dietro spinta dei propri ministri, Francesco Giuseppe diede l'assenso alle condizioni poste, dichiarando: «La Russia non può accettarlo... Ciò significa la guerra generale». L'ultimatum venne consegnato alla 6 di mattina del <b>23 luglio </b>ponendo come termine massimo 48 ore. Il giorno successivo il governo tedesco avviò la propria politica offensiva trasmettendo ai governi di Russia, Francia e Gran Bretagna delle note diplomatiche che definivano le richieste austriache "moderate e giuste", aggiungendo, a mo' di minaccia, che "ogni interferenza" avrebbe portato a incalcolabili conseguenze. Due minuti prima della scadenza delle 48 ore, la risposta serba venne consegnata all'ambasciatore austriaco, barone Giesl, che, senza averla neanche letta, secondo gli ordini ricevuti, lasciò in treno Belgrado. Tre ore dopo cominciava la parziale <b>mobilitazione delle forze austriache sul fronte serbo</b>. Il <b>24 luglio</b>, d'altro canto, il consiglio dei ministri russo decise di mobilitare in segreto tredici corpi d'armata pronti a iniziare l'<b>offensiva contro l'Austria in nome del panslavismo</b>. La Triplice Alleanza, in scadenza l'8 luglio 1914, era stata rinnovata anticipatamente il 5 dicembre 1912, con l'aggiunta di un particolare protocollo riguardante i Balcani. Proprio in tale contesto, allorquando nel 1913 l'Austria-Ungheria aveva progettato una operazione militare contro la Serbia, l'<b>opposizione dell'Italia</b> lo aveva mandato a monte, esasperando l'avversione di Francesco Ferdinando e del generale Franz Conrad von Hötzendorf e del loro apparato militare. Questa insofferenza portò la diplomazia austro-ungarica durante gli ultimi giorni della cosiddetta crisi di luglio, a giocare d'astuzia. Il 22 luglio 1914 l'ambasciatore Kajetan Mérey incontrò<b> al ministero degli Esteri a Roma</b> il marchese Antonino di San Giuliano, il quale venne <b>rassicurato in maniera piuttosto generica sulla posizione che l'Austria-Ungheria intendeva assumere</b> nei confronti della Serbia e del Montenegro. Il 24 luglio, Di San Giuliano assieme a Antonio Salandra e all'ambasciatore tedesco Hans von Flotow presero visione dell'ultimatum presentato dall'Austria-Ungheria alla Serbia, rimanendone sconcertati. Il governo di Vienna non aveva minimamente ragguagliato Roma durante la fase di preparazione del durissimo ultimatum che aveva presentato, onde evitare le facilmente prevedibili reazioni negative e nel tentativo di impedire qualunque forma di protesta formale, la scadenza dell'ultimatum stesso venne prefissata alle ore 17 del giorno successivo. La Serbia rifiutò il documento e<b> il 28 luglio venne sancita la dichiarazione di guerra dell'Austria-Ungheria alla Serbia</b> dando inizio al gioco delle alleanze europee che in breve tempo portarono in guerra le grandi potenze europee. <b>La Triplice Alleanza</b>, con l'azione messa in atto dall'Austria-Ungheria <b>senza intesa preventiva con l'Italia</b> e anzi, tenendola deliberatamente all'oscuro, <b>era stato violata</b> non solo nello spirito ma anche nella pratica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAAxqtOJ32PJHpCkmCSuzvV8KJM2LyxEo0dYZHtnOiexR01UeZ63B5lDpq92j2LWXkATQ9nWn20iP3oNYtPZ1tjRL8sQqu6WY7zOhQGIcymYav8BdQMrhX9RypD6kn9J5yRNUdkfNYRSxx/s1600/la+catena+delle+alleanze.gif" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAAxqtOJ32PJHpCkmCSuzvV8KJM2LyxEo0dYZHtnOiexR01UeZ63B5lDpq92j2LWXkATQ9nWn20iP3oNYtPZ1tjRL8sQqu6WY7zOhQGIcymYav8BdQMrhX9RypD6kn9J5yRNUdkfNYRSxx/s320/la+catena+delle+alleanze.gif" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La catena delle alleanze, da: <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14895591" target="_blank">https://commons.wiki</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14895591" target="_blank">media.org/w/index.php?curid=14895591</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
In questo fumetto satirico, chiamato "La catena delle alleanze", viene chiaramente mostrato come il precario equilibrio europeo potesse crollare a causa dei fitti rapporti che si erano instaurati tra le potenze.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In realtà la <b>Serbia</b>, su consiglio dell'Intesa, aveva <b>risposto abilmente </b>alle brusche<b> richieste austriache</b> accettandole tutte, a eccezione dei punti che violavano manifestamente l'indipendenza serba. Nonostante a Vienna e Berlino non si tenesse conto di questa svolta continuando a percorrere la linea politica già predisposta, <b>l'accondiscendente risposta della Serbia mutò radicalmente la situazione</b>. Di fronte alla nuova situazione, solo il 27 luglio il cancelliere del Reich, Bethmann Hollweg, decise di cambiare strategia politica e, seguendo i consigli del governo britannico, esortò l'Austria-Ungheria alla moderazione spingendola ad avviare trattative bilaterali con la Russia. Lo stesso Guglielmo II dopo aver letto la nota serba pare che abbia esclamato: «Ma allora viene a mancare ogni motivo di guerra!». Ormai, però, i "giochi erano fatti" e l'Europa si era avviata verso una strada senza uscita. Tutte le grandi potenze avevano cominciato a dare le prime disposizioni militari (persino in Gran Bretagna il generale Smith-Dorrien aveva ordinato di presidiare "tutti i punti vulnerabili" nel sud del paese) e alle ore 12 del<b> 28 luglio l'Austria dichiarò ufficialmente guerra alla Serbia</b>. La mobilitazione totale avviata il 29 luglio, diede inizio al "fatale automatismo delle mobilitazioni" che nel giro di poco tempo avrebbe spinto tutte le nazioni europee nell'inesorabile vortice di una<b> guerra totale</b>.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbj23yMEn9U_BQUkbUf3nivUF6y9sZudQRXJJhvsW9INnh47R_iZfkwhJ_YTOeFnl6VowGWRUkr2arM9D5xF2BRaJhyphenhyphenyX222R0K6HWVavZKMLqPZzMgLvyY27SA8_EMA4JKgzvCH0l1ws/s1600/europa+gli+schieramenti+nella+I+guerra+mondiale+1914-1918.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="303" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbj23yMEn9U_BQUkbUf3nivUF6y9sZudQRXJJhvsW9INnh47R_iZfkwhJ_YTOeFnl6VowGWRUkr2arM9D5xF2BRaJhyphenhyphenyX222R0K6HWVavZKMLqPZzMgLvyY27SA8_EMA4JKgzvCH0l1ws/s400/europa+gli+schieramenti+nella+I+guerra+mondiale+1914-1918.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica dell'Europa dal 1914
al 1918, durante la prima guerra</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
mondiale, con indicati gli imperi
centrali con i loro alleati e la triplice intesa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con i suoi alleati. In rosso
l'offensiva e il limite degli imperi centrali, in blu</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
l'offensiva e il limite dell'intesa.
Clicca sull'immagine per ingrandirla. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- Il 1.914</b> inaugura l'”<b>età dei massacri</b>”, è l'anno spartiacque fra il <b>1</b>.<b>800</b> dal carattere umano e il <b>1</b>.<b>900</b> dal carattere ferino, dove si sarebbero vissute esperienze di guerra, violenza, tirannia, <b>oppressione</b> materiale e morale, <b>senza precedenti</b>. La rapidità con cui l'Europa della “Belle Epoque” precipita nella guerra, costituirà uno <b>shock</b> destinato a fissarsi nella memoria. Il <b>1.800</b>, che si era aperto con il principio di <b>legittimità dei sovrani artefici della Restaurazione </b>post-Napoleonica, si era <b>chiuso con i principi di nazionalità </b>e <b>autodeterminazione dei popoli</b>. Durante quel secolo, si era passati dalla prevalenza di regimi autoritari e conservatori ad <b>ordinamenti</b> sempre più <b>liberali e democratici</b>, caratterizzati da un'<b>impegno sociale crescente</b>. Fra il 1871 e il 1914 l'Europa era stata uno spazio civile più unitario che mai, caratterizzato da forti omogeneità e simbiosi di esperienze culturali e di orientamenti ideali. La relativa<b> facilità</b> con cui<b> i gruppi dirigenti che vollero la guerra</b>, la poterono scatenare, dimostrerà che le aggregazioni particolaristiche e le contrapposizioni di interessi <b>conservavano un'influenza determinante</b> rispetto ai motivi di omogeneità e di solidarietà. E' perciò legittimo parlare di <b>guerra civile</b> insita nel teatro europeo, per quella che sarà chiamata la prima guerra mondiale.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Ai <b>primi del '900</b>, fra i <b>paesi industriali</b> produttori, la <b>Germania</b> era seconda solo agli <b>Stati Uniti d'America</b>, che rappresentava il <b>maggior mercato interno del mondo</b>, per quanto il suo sistema bancario fosse ad uno stato embrionale ed esportava solo il 5% della sua produzione. Alcune nazioni europee, da parte loro, investivano negli USA per il 10% del suo mercato in: armamenti, nelle industrie telegrafiche, telefoniche e tranviarie oltre a gas, acqua ed elettricità... tutti asset collegati alle urbanizzazioni. Negli<b> USA</b>, già dal<b> 1.911</b>, si erano applicate, nelle industrie automobilistiche di Henri Ford, le teorie dell'ing. Frederick Winslow Taylor, pubblicate in “L'<b>organizzazione scientifica del lavoro</b>”: la catena di montaggio, immortalata in “Tempi moderni” da Charlie Chaplin. Ford, inoltre, mise al centro della sua politica aziendale l'idea che solo un'elevata capacità di consumo avrebbe assorbito una massiccia produzione industriale ed iniziò quindi a retribuire lautamente i propri dipendenti (cinque dollari al giorno, una cifra considerevole all'epoca) trasformandoli così in sicuri consumatori delle proprie automobili. Decretò fra l'altro in 8 ore la giornata di lavoro, richiesta che i socialisti europei avevano vanamente avanzato in precedenza. Comunque, <b>nel 1.914 il massimo centro finanziario mondiale era Londra</b>, la moneta più ambita la sterlina e <b>gli USA</b> erano <b>debitori</b> nei confronti dei <b>paesi europei</b> (fra cui la Germania, che per produzione industriale aveva sorpassato l'UK) per <b>5 miliardi di dollari</b>.<br />
<br /></div>
<b>-</b> Inizia, dopo l'<b>attentato di Sarajevo</b>, la <b>prima guerra mondiale</b>, la grande guerra, che scoppia come <b>guerra civile europea</b> e coinvolge poi anche potenze extraeuropee, come il Giappone e gli USA. Per le cause, i moventi e le conseguenze della Grande Guerra, vedi <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank">http://storianet.blogspot.it</a><a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank">/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html</a>.<br />
<br />
<b>- </b>Il 28 giugno è <b>assassinato a Sarajevo</b>, in Serbia, <b>l'erede al trono d'Austria</b>, <b>Francesco Ferdinando</b>, mentre il<b> kaiser Guglielmo II</b> è a Kiel, per delle regate con il suo yacht Meteor, il capo di stato maggiore dell'esercito tedesco, Moltke, era alle terme a Karlsbad e il capo della Marina, Tirpitz, in vacanza in Engadina (Svizzera). Erano quindi assenti le più alte cariche militari, in quei primi giorni di luglio, a Berlino e Potsdam. Fin dall'inizio, il Kaiser sottovalutava la forza e la volontà bellica dei potenziali nemici della triplice Intesa. Disse che lo zar Nicola II difficilmente avrebbe protetto dei regicidi e che la Russia non era in grado di entrare in guerra, mentre la Francia era in piena crisi finanziaria e mancava di artiglieria pesante. Fatte queste osservazioni, partì per la consueta crociera estiva in Norvegia.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 19 luglio, tuttavia, Guglielmo II avverte in via confidenziale le due grandi compagnie navali tedesche che gli avvenimenti sarebbero potuti precipitare dopo l'imminente ultimatum austriaco alla Serbia (che fu inviato il 23), e il giorno seguente da disposizioni per il rientro della flotta a Kiel.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 27 luglio, Guglielmo II approva l'azione del Cancelliere tedesco Bethmann che aveva respinto la proposta britannica per una conferenza e il mattino dopo prende visione della risposta serba all'ultimatum austriaco. In considerazione del fatto che il governo di Belgrado aveva accettato quasi tutte le richieste austriache, il Kaiser esclama: «Un brillante risultato [...] Una grande vittoria morale per Vienna, che però elimina ogni ragione di guerra». Ciononostante consiglia all'Austria di occupare provvisoriamente la capitale serba (poco lontana dal confine ungherese), così da poter lui stesso cominciare una mediazione.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 28 luglio, l'<b>Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia</b> e <b>inizia la Grande Guerra</b>. La notizia del <b>bombardamento austriaco di Belgrado</b> determina la <b>decisione russa di mobilitare l'esercito</b> ma, prima che siano diramati gli ordini relativi, un messaggio dell'ignaro Guglielmo II induce lo zar Nicola II a limitare la mobilitazione ai quattro distretti militari lungo la frontiera austriaca, escludendo i tre sul confine tedesco.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 30 luglio, <b>Guglielmo II</b> riceve la notizia della mobilitazione (seppure parziale) russa e scrive a margine del messaggio: «Dunque, <b>anch'io</b> <b>devo mobilitare</b>». Alla richiesta tedesca che revocasse la mobilitazione, la Russia risponde che è impossibile. A questo punto, Guglielmo, nell'eccitazione del momento, da sfogo ai suoi sentimenti nelle annotazioni scritte a margine della risposta russa: « [...] Io non ho più alcun dubbio che Inghilterra, Russia e Francia si siano messe d'accordo [...] per servirsi del conflitto austro-serbo come pretesto per intraprendere una guerra di annientamento contro di noi. [...] La stupidità e l'inettitudine del nostro alleato [austriaco] sono serviti da trappola. Ecco che il <b>famoso accerchiamento della Germania</b> è finalmente divenuto un fatto compiuto, nonostante tutti gli sforzi dei nostri uomini politici per impedirlo. [...] Il nostro dilemma di tener fede al vecchio venerando imperatore [austriaco] è stato sfruttato per creare una situazione che offre all'Inghilterra il pretesto che ha sempre cercato per annientarci con fittizia apparenza di giustizia, con la scusa di aiutare la Francia [...] In Turchia e in India bisogna che i nostri consoli, rappresentanti e via dicendo sollevino il mondo maomettano contro questo disonesto e odioso popolo di bottegai senza scrupoli, poiché se a noi toccherà dissanguarci, l'Inghilterra deve almeno perdere l'India. » (Appunti di Guglielmo II presumibilmente della notte fra il 30 e il 31 luglio 1914, da Balfour, pp. 454-455). I <b>piani militari tedeschi</b>, senza dubbio <b>aggressivi</b>, prevedevano che alla mobilitazione seguisse immediatamente lo sconfinamento verso i potenziali nemici e quindi lo <b>stato di guerra</b>, anche se le opinioni espresse dall'imperatore dimostrano che <b>non nutriva</b> grande <b>fiducia nella vittoria</b> finale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Di fronte al rifiuto della Russia di revocare la mobilitazione, il Cancelliere Bethmann sottopone a Guglielmo II l'ordine per la mobilitazione generale.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 31 luglio, il <b>socialista</b> umanitario Jean Jaures, contrario all'intervento in guerra, posizione condivisa dai socialisti europei, è <b>assassinato in Francia</b> da un nazionalista, quando due giorni dopo la Francia entrerà in guerra contro l’Austria.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 1º agosto 1914, alle 17, l'ordine di mobilitazione viene firmato dall'imperatore <b>Guglielmo II</b> e poco dopo, l'ambasciatore tedesco a San Pietroburgo consegna la <b>dichiarazione di guerra alla Russia</b>, facendo scattare, così facendo, l'alleanza franco-russa e la <b>discesa in campo di Parigi</b>,<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 2 agosto, mentre l’<b>impero turco-ottomano</b> stipula un trattato con la Germania e dichiara al tempo stesso la “<b>neutralità</b> armata”, la <b>Germania invade</b> lo stato neutrale del <b>Lussemburgo</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 3 agosto la <b>Germania dichiara guerra alla Francia</b>. Il Regno d'<b>Italia </b>si proclama <b>neutrale </b>e prende le distanze dalle alleate Germania ed Austria-Ungheria, visto che i suoi impegni di alleanza con esse sarebbero valse solo nel caso in cui gli alleati fossero stati aggrediti, mentre furono aggressori.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 4 agosto la <b>Germania dichiara guerra al </b>neutrale <b>Belgio</b> e lo invade, avanzando a gran velocità. Il Regno Unito avanza un ultimatum nei confronti del governo tedesco chiedendo il rispetto della neutralità belga, ma davanti al rifiuto dei tedeschi,<b> il Regno Unito dichiara guerra alla Germania</b>, anche se non aveva truppe sul continente europeo e il suo corpo di spedizione doveva ancora essere radunato, armato e inviato oltre la Manica. “Le luci si stanno spegnendo su tutta l'Europa, nel corso della nostra vita non le vedremo più accese” dice il ministro degli esteri britannico Gray affacciandosi al suo ufficio, quella sera. Dopo essersi opposto ai <b>bombardamenti aerei </b>tedeschi <b>su Londra</b>, <b>Guglielmo II</b> li consentì, nella convinzione che venissero colpiti solo obiettivi militari ma, in riferimento al fronte, frasi come «<b>Non fare prigionieri</b>» erano spesso sulle sue labbra. Alla fine del conflitto, nessuno dei paesi belligeranti accetterà di avere sostenuto la parte dell'aggressore e da tutti sarà propugnata la retorica della legittima autodifesa a giustificazione della loro mobilitazione alla guerra. L'<b>identità dell'aggressore</b> non era accettata da nessuno, salvo la contro-propaganda dei paesi nemici, ma alla fine sarà <b>attribuita ai tedeschi</b> che, avendo invaso in armi il Belgio neutrale per attaccare la Francia da dove meno se l'aspettava, non potevano certo esibire motivazioni di legittimità morale o di forzata autodifesa.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Nello stesso 4 agosto, a Vienna, Berlino, Parigi e Londra, ossia da ambo i lati dei fronti bellici, <b>i partiti socialisti</b>, unanimemente, <b>votarono l'approvazione della politica di guerra</b> e i crediti militari ai rispettivi governi. Mano a mano che la guerra procedeva, <b>veniva</b> sempre più <b>scomponendosi</b> il <b>fronte</b> neutralista<b> dell’Internazionale socialista </b>e i partiti socialisti europei assumevano sempre più posizioni ispirate alla difesa nazionale, prescindendo così dalle deliberazioni dei precedenti congressi (di Stoccarda del 1907, di Copenaghen del 1910 e di Basilea del 1912), che impegnavano le classi operaie dei singoli paesi a compiere ogni sforzo per scongiurare la guerra. I socialisti parlamentari non solo non trovarono una sola parola di opposizione, non solo non trovarono niente da dire al proletariato se non della giustezza degli ordini dì guerra delle proprie borghesie, ma ebbero il coraggio di entrare in quei governi passati alla storia con il nome di "unione sacra". Il primo a rompere il fronte del neutralismo fu il partito socialista tedesco, considerato il principale ed il più influente, che il 4 agosto votò a favore dei crediti militari di guerra, imitato poco dopo dal partito austriaco. I socialisti belgi, dopo l’invasione tedesca, furono tutt’uno col governo (fra cui Vandervelde, il segretario belga dell'Internazionale), così come una parte cospicua dei laburisti inglesi, che approvarono completamente l’azione dell’entrata in guerra, e dei socialisti francesi (che appoggiarono il governo e lo stesso Guesde finì per farne parte), indifferenti alla recentissima uccisione di Jaurès, il 31 luglio 1914, visceralmente contrario alla guerra, ad opera dei nazionalisti. I menscevichi e i socialisti rivoluzionari russi accettarono la guerra, contrariamente ai bolscevichi che la consideravano imperialista. Di fatto <b>l’Internazionale</b>, che era nata dopo i conflitti insanabili tra anarchici e socialisti, per coordinare e unificare i socialisti di tutta Europa, <b>moriva così con i primi colpi di cannone</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Il 6 agosto<b> l'Austria-Ungheria dichiara guerra alla Russia</b>; la Serbia dichiara guerra alla Germania. Un dirigibile Zeppelin tedesco attacca la città belga di Liegi, portando a termine il primo bombardamento strategico della guerra. Truppe francesi invadono la colonia tedesca del Togoland: inizia la campagna dell'Africa Occidentale.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 7 agosto 1914 il governo giapponese riceve da quello britannico una richiesta ufficiale di aiuto nel debellamento dei depredatori tedeschi della Kaiserliche Marine entro e nei pressi delle acque cinesi.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 14 agosto il Giappone intima un ultimatum alla Germania che rimane senza risposta.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 23 agosto il <b>Giappone</b> dichiara formalmente <b>la guerra all'Impero tedesco</b>. Il Giappone si schiera con l'Intesa con l'intento di conquistare le colonie tedesche in Cina, nell'estremo oriente.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> I <b>fronti della guerra</b> inizialmente <b>sono due</b>, quello <b>occidentale</b> fra Francia e Germania e quello <b>orientale</b> fra Germania e Russia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sul <b>fonte occidentale</b> il conflitto fra tedeschi e franco-britannici assume i contorni di una <b>sanguinosa guerra di posizione</b>, con i tedeschi che avanzano. Col tempo,<b> falliranno </b>le<b> strategie militari basate sullo sfondamento</b>, la guerra era entrata nella lunga fase di stallo, di fronteggiamento degli eserciti dei due schieramenti, con la prevalenza delle strategie difensive e delle sanguinose tecniche di logoramento. Era la <b>guerra di trincea</b>. Le massicce concentrazioni d'<b>artiglieria </b>e la scoperta delle <b>mitragliatrici</b>, rendevano <b>impossibili gli attacchi frontali</b> e mettevano <b>fuori causa la cavalleria</b>. D'altra parte, il perfezionamento delle tecniche di trinceramento imponevano uno svolgimento lento e cruento del conflitto. Le trincee simboleggiavano l'immobilità degli eserciti e la loro impossibilità a prevalere gli uni sugli altri: il sostanziale equilibrio delle forze. La <b>tecnologia delle armi</b> aveva raggiunto un <b>potere distruttivo</b> senza precdedenti, tale per cui, nella guerra di posizione, in trincea, in un assalto potevano essere distrutti il 90% degli attaccanti e per la prima volta, negli assalti, gli ufficiali stavano nelle retrovie, poiché, statitisticamente, le probabilità di sopravvivenza in quegli attacchi furono veramente scarse.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sul fronte occidentale, dopo un'iniziale avanzata tedesca all'interno del territorio francese, il fronte si stabilizzò e lì avvennero le più terribili carneficine della prima guerra mondiale, come quelle di Verdun e di La Somme.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sul <b>fronte orientale</b> si affrontano le armate austriache e quelle russe in campo aperto, con <b>frequenti capovolgimenti di fronte</b> ed un rapido susseguirsi di offensive e di battaglie.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La <b>guerra si estende</b> poi <b>sui mari</b>, inizialmente fra le flotte tedesca e britannica che forzerà, fra l'altro, lo stretto dei Dardanelli dell'impero turco ottomano, alleato degli imperi centrali.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Dovunque in Europa, l'<b>opinione pubblica</b>, infervorata dal <b>nazionalismo</b> “egoista”, <b>diverso dallo spirito ottocentesco</b> di nazionalismo continentale europeo condiviso, sospetta l'intrusione di nazionalismi altrui in banche e imprese dal nome straniero. Si susseguono manifestazioni aggressive di fronte alle sedi diplomatiche con atti di intimidazione e vandalismo, accompagnate da espulsioni ed internamento di stranieri. <b>Lo stato di guerra eclissa i propositi internazionalisti socialisti</b>, per cui i valori della seconda internazionale del 1889, vengono accantonati dai socialisti europei in nome delle ragioni della difesa nazionale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sono<b> colpiti </b>anche<b> gli internazionalismi dei capitalisti e degli aristocratici</b>. Durante il conflitto infatti, le strutture economiche dovranno sottomettersi a <b>regole e forme di controllo di dirigismo statale</b>, oltre a regole di produzione autarchica sconosciute al mondo capitalista e alle teorie del mercato internazionale. Si parlerà allora di capitalismo organizzato, delle prime forme di governo pubblico dell'economia e di pianificazione per potere sostenere l'enorme sforzo bellico.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Gli <b>aristocratici e i nobili</b>, dalle<b> relazioni</b> sociali e matrimoniali <b>sovra-nazionali</b>, dovranno staccarsi da quel mondo solidale di consanguinei e parenti, per essere risucchiati in un'<b>appartenenza nazionale</b>, contrariamente alla loro storia e cultura. Accade quindi che la stampa e le piazze si riempiano di un'<b>agitazione piccolo-borghese</b> e plebea con una forte ideologia retorica della Patria, mentre le cancellerie e le diplomazie, popolate dagli aristocratici, saranno libere da orpelli ideologici ma più attente agli equilibri e alle gerarchie fra le potenze, effettueranno la pratica dello scambio e resteranno immuni dalle ideologie delle folle. Più si sale di grado nelle scala sociale, dalle aristocrazie fino alle famiglie regnanti e più appare labile l'ideologizzazione nazionalistica della guerra.<br />
La <b>grande guerra</b> mise drammaticamente in rilievo<b> i pericoli del nazionalismo</b>, stimolando la ricerca di nuove soluzioni al problema dei rapporti tra gli stati.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 14 settembre 1914, dopo la <b>sconfitta della Marna</b>, il Kaiser destituì di propria iniziativa il capo dell'esercito Moltke e nominò al suo posto Erich von Falkenhayn.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 20 ottobre, due navi da guerra tedesche, formalmente passate alla flotta turca, attaccano le coste russe del Mar Nero.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 5 novembre, in conseguenza all'attacco navale turco delle coste russe del Mar Nero, <b>Russia, Inghilterra e Francia dichiarano guerra alla Turchia</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Nell'<b>Italia neutrale</b> del 1914/15, si contrappongono due posizioni.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8M-wJrqHSUH_hLrnVqFgbd-7tR5H4e4VsdrAp8ufMJzi_lfi5k1YNVFPOC84pll406DZ5yv6oZKySVSILL8z9f6WOgzWkjJuWL7nZqXSpK4mq3F-3Df_WkBK_-B7dwsfp4KaSc6CyKXrJ/s1600/Giolitti2.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8M-wJrqHSUH_hLrnVqFgbd-7tR5H4e4VsdrAp8ufMJzi_lfi5k1YNVFPOC84pll406DZ5yv6oZKySVSILL8z9f6WOgzWkjJuWL7nZqXSpK4mq3F-3Df_WkBK_-B7dwsfp4KaSc6CyKXrJ/s200/Giolitti2.jpg" width="141" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Giovanni Giolitti.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1) Da una parte le <b>fazioni </b>politiche-sociali <b>ostili alla guerra</b>, schieramento vasto e differenziato in cui ci sono i <b>liberali</b> guidati da Giolitti, che temono lo sconvolgimento delle fragili strutture materiali e morali dello stato italiano e che pensano di ottenere gli ultimi territori italiani occupati dall'Austria-Ungheria, Trento e Trieste innanzitutto, con una trattativa. <b>Giolitti non credeva alla guerra</b>, conosceva l’impreparazione militare italiana, peraltro reduce dalla guerra di Libia, prevedeva un conflitto di lungo periodo e pensava che il crollo dell’impero austro-ungarico non avrebbe certo favorito il nostro paese.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Poi ci sono i <b>cattolici</b> e i <b>socialisti </b>che da posizioni ideologiche distanti sono ostili alla guerra: “Inutile strage” la chiamerà il papa. Il <b>primo socialista </b>a prendere posizione <b>contro la guerra</b>, prima ancora che venisse ufficialmente dichiarata, è <b>Mussolini</b>, che sull’Avanti del 26 luglio 1914, proclama la “neutralità assoluta” e riprende il vecchio detto di Andrea Costa: “Né un uomo, né un soldo. A qualunque costo”. All'avvicinarsi dell'inizio del conflitto Morgari, Turati e Treves convocano il Gruppo parlamentare socialista il 27 luglio a Milano, nei locali dell’”Avanti”, dove si riprende il tema della “neutralità assoluta” e ai lavoratori si raccomanda “di tenersi pronti per quelle più energiche misure che il partito intendesse adottare”. Da ricordare che le prime nette posizioni contro la guerra si riferivano all’ipotesi di una discesa in campo dell’Italia coi paesi della Triplice alleanza, dunque a fianco dell’Austria, che aveva iniziato la guerra contro la Serbia. <b>Più sfumata era, fra i socialisti, la contrarietà all’ipotesi di una discesa in campo dell’Italia a fianco dell’Intesa</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ44IVpCJy2rNhwSLyLhvnSZdQHTYQHxtnJ5ynYfQXDcomFG2uqmXfQxjuoA0Pz7kl3QaeXEavnfyFSji4KUR2EVGFiOVEsywhNS9UbF3OniwdQddMigIVRysURtuy7-V3Oh3OaDYpcz8q/s1600/Turati.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ44IVpCJy2rNhwSLyLhvnSZdQHTYQHxtnJ5ynYfQXDcomFG2uqmXfQxjuoA0Pz7kl3QaeXEavnfyFSji4KUR2EVGFiOVEsywhNS9UbF3OniwdQddMigIVRysURtuy7-V3Oh3OaDYpcz8q/s200/Turati.jpg" width="170" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Filippo Turati.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il comunicato finale della Direzione socialista, riunita il 3 agosto, attribuisce ogni responsabilità del conflitto alle “cupidigie balcaniche dell’imperialismo austro-ungarico”. Il giorno prima Mussolini aveva scritto: “In caso di spedizione punitiva contro l’Italia da parte di un’Austria vittoriosa, è probabile che molti di quelli che oggi si sono occupati di anti patriottismo saprebbero compiere il loro dovere”. L’Avanti, il 4 agosto, parla “ di orda teutonica scatenata su tutta l’Europa”, il 6 agosto di “sfida germanica contro latini, slavi, ed anglosassoni”, mentre su “Critica sociale”, Turati ipotizza una non ben decifrabile “neutralità non dogmatizzante e imperativa”. Fino alla pubblicazione del suo nuovo quotidiano, “Il Popolo d’Italia”, Mussolini terrà una diversa valutazione dell’intervento italiano alleato agli imperi o contro gli imperi centrali, più o meno come quelle di Turati. E quando lo stesso Mussolini, il 10 settembre, scrive l’articolo sull’”Avanti” in cui si osservava la necessità di scegliere “tra i due mali, il minore e cioè la vittoria dell’Intesa”, nessuno lo contesterà... Fino a quel punto, le posizioni di Mussolini sulla diversa valutazione dell’intervento italiano alleato agli imperi o contro gli imperi centrali, erano più o meno quelle di Turati. E quando lo stesso Mussolini, il 10 settembre, scrive l’articolo sull’”Avanti” in cui si osservava la necessità di scegliere “tra i due mali, il minore e cioè la vittoria dell’Intesa”, nessuno lo contesta. Ma il 18 ottobre <b>Benito Mussolini</b>, ancora direttore del quotidiano ufficiale del partito socialista "Avanti", fino ad allora sostenitore della neutralità italiana come da direttive di partito, pubblica in terza pagina un articolo in cui sostiene che il mantenimento della linea di neutralità avrebbe ghettizzato il movimento, relegandolo in posizione subalterna. Egli propone perciò di armare il popolo per la guerra e, una volta essa terminata, rivolgersi contro le strutture dello Stato liberale e borghese, <b>dando luogo alla Rivoluzione</b> e al <b>trionfo del socialismo</b>. Ciò gli costa l'allontanamento dal giornale il 20 ottobre 1914 e, nemmeno un mese dopo esce con la prima copia di un nuovo quotidiano da lui fondato, il "Popolo d'Italia", dalla linea fortemente interventista, guadagnandosi inoltre il 29 novembre l'espulsione dal partito socialista a causa delle sue provocazioni nei confronti dei compagni. Il 14 novembre 1914, in un articolo intitolato Audacia, scrive sulle colonne del nuovo giornale: «Oggi - io lo grido forte - la propaganda antiguerresca è la propaganda della vigliaccheria. Ha fortuna perché vellica ed esaspera l'istinto della conservazione individuale. Ma per ciò stesso è una propaganda antirivoluzionaria … E riprendendo la marcia è a voi, giovani d'Italia; giovani delle officine e degli atenei; giovani d'anni e giovani di spirito; giovani che appartenete alla generazione cui il destino ha commesso di fare la storia; è a voi che io lancio il mio grido augurale, sicuro che avrà nelle vostre file una vasta risonanza di echi e di simpatie... “Guerra”». Sotto l'influsso di Mussolini e di Salvemini, l'allora studente universitario socialista Antonio Gramsci scriverà un articolo sul settimanale socialista di Torino Il Grido del Popolo il 31 ottobre 1914 dal titolo Neutralità attiva e operante con il quale anch'esso si discosta dalla linea ufficiale del partito e che spaccherà le fila dei giovani socialisti torinesi. Anche il socialista Palmiro Togliatti si arruolerà volontario nell'esercito per partecipare ai combattimenti.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2) Il <b>fronte interventista</b>, guidato dai <b>nazionalisti</b> che, al mito socialista della lotta di classe e della rivoluzione, sostituiscono la <b>guerra come garanzia dell'ordine sociale</b>, del <b>comando delle classi superiori su quelle inferiori</b>. La <b>nuova destra nazionalista</b> di Enrico Corradini e Alfredo Rocco indica la necessità di imparare ad <b>andare in piazza</b>, strappandola all'egemonia della sinistra, se si vuole essere politicamente all'altezza dei tempi; sono <b>linguaggi e forme nuove</b> dell'azione politica dell'<b>età delle masse</b>. La <b>piazza interventista</b> brulica, in Italia, di tecnici della mobilitazione popolare che vengono anche <b>da sinistra</b>, come il socialista riformista, deputato di Trento al parlamento di Vienna, Cesare Battisti, il socialista massimalista Benito Mussolini, che in precedenza era neutralista, i sindacalisti rivoluzionari Filippo Corridoni e Alceste De Ambris, i social-riformisti Leonida Bissolati e Gaetano Salvemini. Queste conversioni, dall'Internazionale dalla bandiera rossa alla Patria e al tricolore, si collocano nel quadro di una nuova compatibilità, della destra con la piazza e quindi di una <b>generale rifusione dei linguaggi e dei simboli della politica</b>. Quel che accomuna destra e sinistra interventista, è l'obiettivo di <b>portare</b>, comunque, <b>l'Italia in guerra</b>, nonostante <b>gran parte</b> degli <b>strati popolari</b> e gli stessi <b>rappresentanti delle istituzioni</b> siano <b>contrari</b>. Sono invece <b>favorevoli alla guerra</b> la <b>corona</b>, gli ambienti di corte e i <b>militari</b>.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcHnpbQOhTfYLhm2X-DsJkXZjH5t78SRxPgh4aVCp3bxNiAI7YxysQA8pl2AuOA2ahexEWGTf9cqgq8PO68ZUsC6AI_mZligVXp0rKPu8rGGHI1sXDyouyZj9T7rfIc9AmoRqSNgObgh3l/s1600/Par_Trattato+di+Londra.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcHnpbQOhTfYLhm2X-DsJkXZjH5t78SRxPgh4aVCp3bxNiAI7YxysQA8pl2AuOA2ahexEWGTf9cqgq8PO68ZUsC6AI_mZligVXp0rKPu8rGGHI1sXDyouyZj9T7rfIc9AmoRqSNgObgh3l/s200/Par_Trattato+di+Londra.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Antonio Salandra.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Tutto farebbe propendere i nazionalisti verso la triplice alleanza, gli imperi centrali, se l'imperialismo italiano non fosse entrato in rotta di collisione, nel mar Adriatico, con l'imperialismo austro-ungarico, per cui <b>la destra nazionalista si allea</b> con quelle <b>correnti della sinistra</b> che idealizzano la guerra democratizzandone i fini: Trento e Trieste all'Italia per completarne il Risorgimento e<b> giusti confini nazionali per tutti i popoli</b>. Il presidente del consiglio dei ministri, il conservatore Antonio Salandra, userà invece l'inconsueta formula del “sacro egoismo” dell'Italia, nel portare avanti una doppia trattativa segreta e parallela con i due fronti già in guerra e il ministro degli esteri Sidney Sonnino firmerà in segreto, nell'aprile del 1915, il patto di Londra, che impegna l'Italia ad entrare nel conflitto, entro un mese, al fianco della Triplice Intesa contro L'Austria-Ungheria.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdoHukfN4egNRh7PWoS3bBoW0Hg2f1-FthHsm928DGIqdiyBbmyHk2dbQrknFLTDc6HRCOKWvusbG4uZmz7h0ZaVqniGbaEgxa07oeAFkm-KBEp_rUE_xDJDhV7j1ZZTQ6Vv6fombjmu3A/s1600/Patto+di+Londra.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="134" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdoHukfN4egNRh7PWoS3bBoW0Hg2f1-FthHsm928DGIqdiyBbmyHk2dbQrknFLTDc6HRCOKWvusbG4uZmz7h0ZaVqniGbaEgxa07oeAFkm-KBEp_rUE_xDJDhV7j1ZZTQ6Vv6fombjmu3A/s200/Patto+di+Londra.GIF" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Londra con la vista su Westminster</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel 1915.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.915</b> - Il 26 aprile viene firmato il<b> Patto di Londra</b>, un accordo segreto stipulato tra il governo italiano e i rappresentanti della Triplice Intesa (Francia, Regno Unito e Impero russo) . Il patto, composto da 16 articoli, <b>prevedeva che l'Italia entrasse in guerra </b>al fianco dell'Intesa entro un mese ed in cambio avrebbe ottenuto, in caso di vittoria, il Trentino, il Tirolo meridionale, la Venezia Giulia, con gli altopiani carsico-isontini e con l'intera penisola istriana ma con l'esclusione di Fiume, una parte della Dalmazia, numerose isole dell'Adriatico, Valona e Saseno in Albania e il bacino carbonifero di Adalia in Turchia, oltre alla conferma della sovranità su Libia e Dodecaneso. L'azione del governo all'insaputa del Parlamento andava contro la consolidata prassi parlamentare che si era affermata fin dai tempi di Cavour. Per <b>evitare la crisi istituzionale</b>, considerando anche la posizione favorevole alla guerra del Re Vittorio Emanuele III, la Camera approvò, col voto contrario dei soli socialisti, la <b>concessione dei pieni poteri al governo</b>, che la sera del 23 maggio <b>dichiarava guerra</b> all'Impero austro-ungarico. Tuttavia, l'esistenza stessa del <b>trattato di Londra</b> non fu comunicata, e questo rimase segreto fino alla sua pubblicazione da parte del governo bolscevico. Il giorno seguente alla concessione dei pieni poteri al governo da parte del Parlamento italiano, <b>ebbero inizio le operazioni militari</b>. In Russia, durante la rivoluzione d'ottobre, il governo bolscevico renderà pubblici tutti i patti segreti siglati dallo zar, compreso quello di Londra, suscitando una grande riprovazione mondiale per tali patti, che durante il trattato di pace, a Versailles, non saranno rispettati.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUGtNHz4_TRW-OFBujds7U2OI5Z4-WR1o-OL-sLxw5JHFsELyY5PqxbBIeebK1rf-oJMIA6wUMc7mehwoNYZSLtH3rb0UxCJboJS-e63RvQ7J08m82pZKRM-KBO_ree4VmSMUe_rXS-Zgp/s1600/1915.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="100" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUGtNHz4_TRW-OFBujds7U2OI5Z4-WR1o-OL-sLxw5JHFsELyY5PqxbBIeebK1rf-oJMIA6wUMc7mehwoNYZSLtH3rb0UxCJboJS-e63RvQ7J08m82pZKRM-KBO_ree4VmSMUe_rXS-Zgp/s200/1915.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Entrata in guerra dell'Italia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 23 maggio 1.915, il<b> Regno d'Italia</b> <b>dichiara guerra </b>all'<b>Austria-Ungheria</b>, avviando le operazioni belliche a partire dal giorno seguente. L'Italia dichiarerà poi guerra<b> </b>all'<b>Impero ottomano il 21 agosto 1915</b>, al<b> Regno di Bulgaria</b> il<b> 19 ottobre 1915</b> e<b> all'Impero tedesco</b> il<b> 27 agosto 1916</b>. Con l'entrata in guerra dell'Italia al fianco dell'Intesa, in accordo al patto segreto di Londra, si aprirà<b> un terzo fronte a sud</b>, fra Italia ed Austria. Il maggio del 1915 sarà definito “radioso” dal poeta-soldato nonché vate, Gabriele D'Annunzio, che inciterà le piazze interventiste con le sue parole immaginifiche e gli attraenti slogan che si diffonderanno in seguito sia nella politica così come nella pubblicità commerciale: il discorso del 5 maggio dallo scoglio di Quarto (GE), là dove erano partiti i mille di Garibaldi, i discorsi romani, gli “Eia Eia Alalà” ("Eia!" era il grido con cui, secondo la tradizione, Alessandro Magno era solito incitare il suo cavallo Bucefalo; Alalà era una divinità femminile della mitologia greca che accompagnava in battaglia Ares, il dio della guerra e il grido di battaglia degli opliti greci era dunque "Alalà!"), insieme poi alle pubblicità che D'Annunzio nello stesso tempo aveva preparato per il liquore “Aurum” e per i grandi magazzini “La Rinascente” di cui aveva inventato il nome. Il vecchio stile della politica Giolittiana precipiterà, anche per l'infortunio lessicale del “parecchio” che, Giolitti disse, si sarebbe potuto ottenere da una semplice trattativa con l'impero austro-ungarico, preoccupato dall'eventuale apertura di un nuovo fronte bellico con l'Italia. Era l'ultimo oltraggio all'immagine grandiosa del Paese da parte di chi veniva definito un sensale (cioè un mediatore contrattuale) della politica, mentre veniva apprezzato il “sacro egoismo” di Antonio Salandra.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Così, <b>il parlamento italiano</b> fu completamente <b>emarginato dalla decisione di entrare in guerra</b>, evento che avrebbe preannunciato l'<b>avvento del conservatorismo autoritario al potere nel dopoguerra</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'entrata in guerra dell'Italia apre un lungo fronte sulle Alpi Orientali, esteso dal confine con la Svizzera a ovest fino alle rive del mare Adriatico a est: qui, le forze del Regio Esercito sostennero il loro principale sforzo bellico contro le unità dell'Imperiale regio Esercito austro-ungarico, con combattimenti concentrati nel settore delle Dolomiti, nell'Altopiano di Asiago e soprattutto nel Carso, lungo le rive del fiume Isonzo. Contemporaneamente alle operazioni belliche, la guerra ebbe anche una <b>profonda influenza sullo sviluppo industriale del paese</b> oltre ad avviare grandi cambiamenti in ambito sociale e politico. Il fronte interno giocò un ruolo fondamentale per il sostegno dello sforzo bellico: gran parte della vita civile e industriale fu completamente riadattata alle esigenze economiche e sociali che il fronte imponeva, e comparve la militarizzazione dell'industria, la soppressione dei diritti sindacali a favore della produzione di guerra, i razionamenti per la popolazione, l'<b>entrata della donna nel mondo del lavoro</b> e moltissime altre <b>innovazioni sociali</b>, politiche e culturali. La guerra impose uno sforzo popolare mai visto prima; enormi masse di uomini furono mobilitate sul fronte interno così come sul fronte di battaglia, dove i soldati dovettero adattarsi alla dura vita di trincea, alle privazioni materiali e alla costante minaccia della morte, che impose ai combattimenti la necessità di dover affrontare enormi conseguenze psicologiche collettive ed individuali, che andavano dalla nevrosi da combattimento, al reinserimento nella società fino alla nascita delle associazioni dei reduci.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Nello stesso mese di maggio del 1915, <b>un sottomarino tedesco affonda il transatlantico inglese </b>“<b>Lusitania</b>”, il lugubre segnale che nel conflitto<b> non ci sarebbero state limitazioni territoriali</b> e <b>negli obiettivi</b> militari era prevista anche la <b>distruzione</b> <b>delle popolazioni civili</b> oltre agli apparati militari nemici.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per la <b>prima volta</b> la <b>guerra</b> era non solo mondiale ma anche <b>totale</b>. Fu quindi la prima guerra <b>globale</b>, resa <b>possibile dal progresso</b> ottenuto nelle <b>società industriali</b>. Era la prima guerra della nuova civiltà industriale: la potenza delle armi, le capacità organizzative, i mezzi di trasporto, le forze produttive e le risorse finanziarie erano state notevolmente incrementate dalle economie industriali dei paesi coinvolti nel conflitto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dopo l'affondamento del transatlantico britannico Lusitania, che trasportava numerosi passeggeri americani, <b>Guglielmo II</b>, nel timore di un intervento degli Stati Uniti a fianco dell'Intesa,acconsente al Cancelliere del Reich, Bethmann, di ordinare ai sommergibili di non silurare i transatlantici e quando questa misura si dimostra inefficace, <b>ordina di sospendere tutta l'offensiva sottomarina</b>. Il Grande ammiraglio Tirpitz rassegna le dimissioni ma il Kaiser non le accetta.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Le <b>guerre del passato</b>, che avevano <b>obiettivi limitati,</b> non furono condotte fino all'annientamento del nemico. Nella precedente età degli imperi, gli obiettivi della politica e dell'economia si erano fusi e la competizione bellica aveva come posta la crescita economica. La<b> guerra totale illimitata </b>invece, <b>coinvolgeva l'intera società</b>. Tutte le strutture sociali, politiche, economiche e culturali subirono delle trasformazioni a ritmo fortemente accelerato: lo sviluppo industriale ed economico metteva a disposizione dei belligeranti mezzi di distruzione estremamente potenti. Per la prima volta la fitta<b> rete delle comunicazioni</b> ferroviarie e stradali, i collegamenti telefonici e telegrafici furono utilizzati sull'intera rete continentale, per <b>scopi bellici</b>. Le più recenti <b>invenzioni tecniche e scientifiche</b> furono rapidamente <b>riconvertite in strumenti di morte</b>. In primo luogo la chimica, con l'uso di <b>gas asfissianti</b>, con l'invenzione del motore a scoppio si semplificava il trasporto delle truppe e si costruì una nuova e potente arma, la cui efficacia fu riconosciuta alla fine del conflitto: il <b>carro armato</b>. Altra nuova invenzione fu l'<b>arma aerea</b>, sia per la ricognizione che per i bombardamenti dall'alto (e <b>i primi furono gli italiani</b> in Libia durante la <b>guerra italo-turca</b> del 1911/12). Tutti gli apparati interni furono utilizzati: gli scienziati, furono impegnati fino allo spasimo nelle ricerche, le tecniche di organizzazione furono perfezionate e tutto l'apparato industriale fu sconvolto dalla pressione di una domanda di prodotti bellici travolgente.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>La produzione</b> divenne un interesse diretto dello stato, un elemento decisivo della sua sicurezza e in quanto tale fu <b>assoggettata al controllo pubblico</b>. Requisizioni, ripartizioni pubbliche delle materie prime, militarizzazione dei lavoratori, furono gli aspetti più evidenti della nuova situazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nasce</b> così l'<b>economia moderna</b>: programmata, centralizzata, pianificata e organizzata dallo stato, quindi un <b>colpo mortale</b> al <b>modello liberale</b> e <b>liberista</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'<b>Albania</b>, pur avendo dichiarato la propria neutralità, per la sua posizione strategica <b>è invasa dai vari eserciti che combattono nei Balcani</b>. Un patto segreto fra Italia, Serbia e Grecia è firmato nel 1915 al fine di dividersi l'Albania finita la guerra, ma sarà grazie al presidente degli USA Wilson, che nei suoi 14 punti prevedeva l'autodeterminazione dei popoli, che quel patto non si concretizzò.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhepzHJUczA9IpxsScUpNdT48-0Ao4mjROyq32AMqpQd1UH3Hc-3G1gzBvgjSj43vjWXqsqskM8a2Rrns0fQyz0WsQxnkZdTRX1OXjasajGPEJm8RRiXlYoiKFJTXtDk7LQfH0vjW5L6muI/s1600/Carta+accordo+S-Picot.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhepzHJUczA9IpxsScUpNdT48-0Ao4mjROyq32AMqpQd1UH3Hc-3G1gzBvgjSj43vjWXqsqskM8a2Rrns0fQyz0WsQxnkZdTRX1OXjasajGPEJm8RRiXlYoiKFJTXtDk7LQfH0vjW5L6muI/s200/Carta+accordo+S-Picot.png" width="184" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Schema dell'accordo Sykes-Picot.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.916</b> - Il 16 maggio si firma l'<b>accordo Sykes-Picot</b>, ufficialmente "<b>Accordo sull'Asia Minore</b>", un accordo segreto stipulato fra i governi del <b>Regno Unito</b> e della <b>Francia</b>, che definisce le rispettive sfere di influenza nel Medio Oriente dopo che si fosse sconfitto l'impero ottomano. I negoziati, condotti dal francese François Georges Picot e dal britannico Mark Sykes, ebbero luogo tra il novembre 1915 e il marzo 1916, con l'<b>assenso della Russia</b>. L'accordo venne poi definitivamente firmato il 16 maggio 1916 e i termini dell'accordo furono pubblicati dal "Manchester Guardian" il 26 novembre 1917. I governi francese e britannico concordarono:</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: right;">
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"1) Francia e Regno Unito sono <b>pronti a riconoscere e proteggere</b> uno <b>Stato arabo indipendente</b> o una confederazione di Stati arabi sotto la sovranità di un capo arabo. Che nell'area A la Francia e nell'area B la Gran Bretagna avranno la preminenza su diritti d'impresa e sui prestiti locali. Che nell'area A solo la Francia e nell'area B solo la Gran Bretagna potranno fornire consiglieri o funzionari stranieri in caso di richiesta da parte di uno Stato arabo o di una confederazione di Stati arabi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2) nella zona blu alla Francia e nella zona rossa alla Gran Bretagna verrà permesso di istituire un controllo o un'amministrazione diretta o indiretta a loro piacimento e a seconda se ciò possa armonizzarsi con uno Stato arabo o una confederazione di Stati arabi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
3) nella zona marrone (fucsia nello schema, la <b>Palestina</b><i> n.d.r.</i>) potrà essere istituita un'amministrazione internazionale la cui forma dovrà essere decisa dopo essersi consultati con la Russia ed in seguito con gli altri alleati ed i rappresentanti dello sceriffo della Mecca.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
4) al Regno Unito verranno concessi i porti di Haifa e San Giovanni d'Acri e garantito lo sfruttamento delle acque dei fiumi Tigri ed Eufrate; per l'area B da parte sua il governo di Sua Maestà si impegna a non aprire negoziati per la cessione di Cipro a favore di potenze terze senza il previo consenso del governo francese.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
5) Alessandretta sarà un porto aperto nei confronti dei commerci dell'impero britannico e che non ci saranno discriminazioni a proposito di tasse portuali o strutture nei confronti di navi o merci britanniche; che ci sarà libertà di transito per le merci britanniche attraverso Alessandretta e su ferrovia attraverso la zona blu o tra l'area B e l'area A; e che non ci sarà alcuna discriminazione diretta od indiretta contro le merci britanniche sulle ferrovie o contro le merci e le navi britanniche in qualunque porto delle aree suddette. Che Haifa sarà un porto aperto nei confronti dei commerci della Francia, i suoi dominion e protettorati, e non ci saranno discriminazioni a proposito di tasse portuali o strutture nei confronti delle navi o delle merci francesi. Che ci sarà libertà di transito per le merci francesi attraverso Haifa e su ferrovia attraverso la zona marrone qualora tali merci siano destinate o provengano dalla zona blu, dall'area A o dalla area B e non ci sarà alcuna discriminazione diretta od indiretta contro le merci francesi sulle ferrovie o contro le merci e le navi francesi in qualunque porto delle zone suddette.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
6) nell'area A la ferrovia di Baghdad non verrà estesa verso sud oltre Mossul e nell'area B verso nord non oltre Samara fino al completamento della ferrovia che collega Baghdad ed Aleppo passando per la valle dell’Eufrate e successivamente previo accordo dei due governi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
7) il Regno Unito ha il diritto di costruire, amministrare ed essere il solo proprietario di una ferrovia che colleghi Haifa con l'area B e che ha il diritto di trasportare truppe lungo questa linea in ogni momento. I due governi concordano sul fatto che lo scopo di questa ferrovia è di facilitare il collegamento ferroviario tra Baghdad e Haifa e concordano inoltre che, nel caso in cui problemi tecnici o le spese che si dovrebbero sostenere per realizzare questa linea di collegamento attraverso la sola zona marrone possano rendere impraticabile questo progetto, il governo francese dovrebbe essere pronto a considerare che la linea in questione potrebbe attraversare anche Polgon, Banias, Keis Marib, Salkhad e Otsda Mesmie prima di raggiungere l'area B.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
8) nelle zone blu e rosse e anche nelle aree A e B e nessuna tariffa verrà aumentata né ci sarà una conversione da una tassa ad valorem a tariffe specifiche senza previo accordo tra le due potenze.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Non ci saranno barriere doganali interne tra le suddette aree. Le tasse sulle merci destinati verso l'interno verranno riscosse al porto d'entrata e consegnate all'amministrazione dell'area di destinazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
9) il governo francese non parteciperà mai a negoziati per la cessione dei suoi diritti e non cederà tali diritti sulla zona blu a qualunque potenza terza, tranne lo Stato arabo o la confederazione di Stati arabi, senza il previo consenso del governo di Sua Maestà che, da parte sua, si impegna allo stesso modo nei confronti del governo francese a proposito della zona rossa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
10) i governi britannico e francese, in qualità di protettori dello Stato arabo concordano che non acquisiranno e non consentiranno ad una potenza terza di acquisire possedimenti territoriali nella penisola arabica né consentiranno ad una potenza terza di installare una base navale sulla costa orientale o sulle isole del Mar Rosso. Ciò, tuttavia, non impedisce eventuali ritocchi della frontiera di Aden che si potrebbero rendere necessari come conseguenza dell'aggressione turca.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
11) i negoziati con gli arabi a proposito dei confini dello Stato arabo continueranno a seguire gli stessi canali di sempre da parte delle due potenze.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
12) alcune misure per controllare l'importazione di armi all'interno dei territori arabi devono essere analizzate dai due governi."</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge0nyJVfp4SssfxyGQuDQuZ5Imetr3jfo-iSsE8b1txHJgxFwm50oKJuKcheA9_179a_XlyA5sSCD11f8IsthRmqweuu1o_ZMxBceQriGzYLUBRQf8zX0s8iG0FJgYgjVQkDvIwuuWaizK/s1600/Accordo+Sykes_Picot+8_May_1916.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge0nyJVfp4SssfxyGQuDQuZ5Imetr3jfo-iSsE8b1txHJgxFwm50oKJuKcheA9_179a_XlyA5sSCD11f8IsthRmqweuu1o_ZMxBceQriGzYLUBRQf8zX0s8iG0FJgYgjVQkDvIwuuWaizK/s200/Accordo+Sykes_Picot+8_May_1916.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'accordo Sykes-Picot.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Le <b>conseguenze</b> dell'accordo furono che <b>al</b> <b>Regno Unito</b> fu assegnato il controllo delle zone comprendenti approssimativamente la<b> Giordania</b>, l'<b>Iraq </b>ed una piccola area intorno ad <b>Haifa</b> mentre <b>alla Francia</b> fu assegnato il controllo della zona<b> sud-est della Turchia</b>, la parte <b>settentrionale dell'Iraq</b>, la <b>Siria</b> ed il <b>Libano</b>. La zona che successivamente venne riconosciuta come <b>Palestina</b> doveva essere destinata ad un'<b>amministrazione internazionale</b> coinvolgente l'Impero russo e altre potenze. Da questo accordo, che permise alle <b>due potenze coloniali </b>una <b>supremazia</b> nel <b>medio oriente petrolifero</b>, si scateneranno<b> conflitti</b>, dovuti a confini arbitrari tracciati col righello, che si protrarranno<b> fino ai nostri giorni</b>. A lato, una mappa del Medio Oriente inclusa nel carteggio tra George Picot e Mark Sykes (dalla Royal Geographical Society). Anche oggi, <b>secondo il Daesh</b> (l'ISIS) e molti altri, il patto Sykes-Picot è <b>la causa</b> primaria<b> di tutti i mali del Medio Oriente</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV2DjWhk5lIZ1nHC4rGHuJwbwphHZK1_zcZqD48EypIflAIYeXmPGv5sJbww9u9SEGrQ1TDIjEEQG_fM9ChBQ9VJkoIoKZ0MD4XATIiz4Ap9d-beXPX3nHf6Hupt-HJrBecxwuh1K4iM4/s1600/Rosa_Luxemburg.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV2DjWhk5lIZ1nHC4rGHuJwbwphHZK1_zcZqD48EypIflAIYeXmPGv5sJbww9u9SEGrQ1TDIjEEQG_fM9ChBQ9VJkoIoKZ0MD4XATIiz4Ap9d-beXPX3nHf6Hupt-HJrBecxwuh1K4iM4/s200/Rosa_Luxemburg.jpg" width="165" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Rosa Luxemburg.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>- </b>In <b>Germania</b>, <b>Rosa Luxemburg</b> fonda, <b>assieme a Karl Liebknecht</b>, il <b>Gruppo Internazionale</b>, che sarebbe diventato in seguito la <b>Lega Spartachista</b>. Rosa Luxemburg, pseudonimo di Rozalia Luksenburg (Zamość, 5 marzo 1870 o 1871 - Berlino, 15 gennaio 1919), è stata una politica, teorica socialista e rivoluzionaria comunista. Tedesca di origini polacche ed ebraiche, nacque a Zamość, nel Voivodato di Lublino, all'epoca nell'Impero Russo (ora in Polonia), da una famiglia ebraica. Dopo essere fuggita in Svizzera per evitare la detenzione, frequentò l'Università di Zurigo assieme ad altre figure di spicco del socialismo, come Anatolij Lunačarskij e Leo Jogiches. Contro il nazionalismo del Partito Socialista Polacco (PPS) creò, nel 1893, assieme a Leo Jogiches e Julian Marchlewski, la rivista "Sprawa Robotnicza" (La causa dei lavoratori). Riteneva che l'indipendenza della Polonia sarebbe stata possibile solo tramite una rivoluzione in Germania, Austria e Russia, e che la lotta contro il capitalismo fosse più importante dell'indipendenza. Negava il diritto di autodeterminazione delle nazioni, in disaccordo con Lenin. Questo disaccordo non impedì però a Lenin di inviare alla Luxemburg una copia del suo libro "Materialismo ed Empiriocriticismo" che la Luxemburg recensirà l'8 ottobre 1909 sul "Die Neue Zeit" (Il nuovo tempo). Nel 1897 ottenne la cittadinanza tedesca e l'anno successivo si iscrisse al Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD), fino al 1914, il più forte partito socialista d'Europa con il suo segretario Karl Kautsky, considerato l'erede ed il continuatore di Marx ed Engels, il detentore ed il custode della autentica dottrina marxista, del marxismo più "puro" ed ortodosso. A fianco di Kautsky, Rosa Luxemburg condusse la polemica contro i riformisti, quando nel suo scritto intitolato "Riforma sociale o rivoluzione?" del 1899, prese risolutamente posizione per la rivoluzione. Rosa Luxemburg era comunque unita a Kautsky sia dalla comune militanza politica (anche se, come detto, non sempre in sintonia) sia da una vera e propria amicizia, che riservava anche a sua moglie Luise Kautsky. Di questa amicizia ci è rimasta una sua lettera del 13 giugno 1909 a Luise in cui fa un quadretto bellissimo di Levanto ove si trovava per una breve villeggiatura. Nella sua difesa del marxismo "classico" contro il revisionismo riformista, Rosa Luxemburg introdusse alcune importanti note personali: interamente suo è l'accento sulla creatività delle masse, sulla loro spontaneità rivoluzionaria che i dirigenti del partito operaio non devono né forzare, né reprimere o bloccare in una "camicia di forza burocratica". Per Rosa Luxemburg, il compito del partito è quello di indicare la via, ma l'iniziativa storica non spetta ad esso, bensì alle masse: anche i passi falsi di un reale movimento operaio sono storicamente più utili dell'infallibilità del miglior comitato centrale. Fece parte del fronte pacifista all'inizio della prima guerra mondiale e assieme a Karl Liebknecht, nel 1915, creò il Gruppo Internazionale, che sarebbe diventato in seguito la Lega Spartachista. Questa fece parte in un primo tempo del Partito Socialdemocratico e poi del Partito Socialdemocratico Indipendente, prima di divenire il nucleo del Partito Comunista di Germania. Il 28 giugno 1916 la Luxemburg, assieme a Karl Liebknecht, venne arrestata dopo il fallimento di uno sciopero internazionale e condannata a due anni di reclusione (dopo essere già stata in carcere per un intero anno a partire dal febbraio 1915). Durante questo lungo periodo scrisse diversi articoli, fra questi: la cosiddetta Juniusbroschüre (1915), che contiene la nota espressione "socialismo o barbarie", indicante che nel futuro gli unici sbocchi possibili per l'umanità sarebbero stati l'instaurazione della società socialista o la barbarie; e "La Rivoluzione Russa" (1918), in cui per prima critica "da sinistra" alcune scelte prese nei primi mesi dal potere bolscevico (limitazione delle libertà democratiche, scioglimento dell'Assemblea costituente, Terrore ecc.), vedendovi già il pericolo di una burocratizzazione precoce del processo rivoluzionario. Partecipò alla Rivoluzione Tedesca del novembre 1918 e contribuì a fondare il Partito Comunista di Germania, tra il dicembre 1918 e il gennaio 1919. Nel corso della "Rivolta di Gennaio", iniziata il 6 di gennaio 1919,<b> il 15 gennaio 1919</b>, venne <b>rapita ed in seguito assassinata</b>, insieme<b> con Liebknecht</b>, dai soldati dei cosiddetti <b>Freikorps</b>, <b>agli ordini del governo del socialdemocratico Friedrich Ebert e del ministro degli Interni, Noske</b>. Nel 1926, a lei e a Liebknecht venne dedicato un monumento di Ludwig Mies van der Rohe, monumento che in seguito fu distrutto dal regime nazista. Nel maggio 2009 il settimanale tedesco "Der Spiegel" ha pubblicato notizia del ritrovamento del cadavere di Rosa Luxemburg. Secondo il settimanale, le spoglie attualmente sepolte in un cimitero di Berlino, non sarebbero i reali resti della Luxemburg, che invece si troverebbero presso l'Istituto di medicina legale dell'ospedale Charité di Berlino. Prova ne sarebbe la presenza di una malformazione femorale di cui la Luxemburg soffriva, del tutto assente invece nei resti finora ritenuti autentici. Rosa Luxemburg fu infatti assassinata durante il suo trasporto in carcere. Il suo corpo fu gettato in un canale e in seguito recuperato, ma subito sorsero molti dubbi circa l'autenticità del riconoscimento a causa delle discordanze anatomiche. Rosa Luxemburg aveva criticato, in particolare, l'abolizione delle libertà democratiche: "senza libertà di stampa, senza diritto d'associazione e di riunione, la rivoluzione non può andare avanti, perché questi diritti sono uno strumento indispensabile per l'auto-educazione politica delle masse popolari. I bolscevichi hanno istituito i Soviet come organismo rappresentativo delle masse lavoratrici, ma col soffocamento della vita politica in tutto il paese - scriveva la Luxemburg - anche la vita dei soviet non potrà sfuggire a una paralisi sempre più estesa. Senza elezioni generali, libertà di stampa e di riunione illimitata, libera lotta d'opinione in ogni pubblica istituzione, la vita si spegne, diventa apparente e in essa l'unico elemento attivo rimane la burocrazia". Rosa Luxemburg condivideva il principio della dittatura del proletariato, ma per lei "questa dittatura deve essere opera della classe, e non di una piccola minoranza di dirigenti in nome della classe". La modernità, dapprima ha allontanato le donne dal potere e dai campi di battaglia ma in un secondo momento, l’avvento delle macchine ha portato, durante le grandi guerre, la massa femminile nelle fabbriche, a conoscere la tecnologia e a condividere il destino dell’uomo con un lavoro salariato. Da lì non è stato più possibile cacciarle e così hanno avuto luogo le <b>trasformazioni sociali che hanno spianato la strada alla parità delle donne</b>, fino al loro <b>diritto di scendere sul campo di battaglia</b>.<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD3ewlsVnBYoo-HMaQ5Io7FsfrPW9rEEZ_HcvPVCvg5Nz6OXjnOTxd-IaHQMfpw6Nhy_iohc1uaEi_YT_zLLoXpt4inGXJkEnosnIc-auLKRfQgP0Bs6FoTqUn8PVnZoqStkIpojE6uy3g/s1600/Francesco+Giuseppe.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD3ewlsVnBYoo-HMaQ5Io7FsfrPW9rEEZ_HcvPVCvg5Nz6OXjnOTxd-IaHQMfpw6Nhy_iohc1uaEi_YT_zLLoXpt4inGXJkEnosnIc-auLKRfQgP0Bs6FoTqUn8PVnZoqStkIpojE6uy3g/s200/Francesco+Giuseppe.GIF" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Francesco Giuseppe nel 1915.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 21 novembre del 1916 si <b>spegne</b> l'ormai anziano imperatore dell'Austria-Ungheria <b>Francesco Giuseppe</b>, a guerra non era ancora terminata e <b>gli succede</b> come nuovo imperatore austriaco, <b>Carlo d'Asburgo</b>. Ancora giovane, l'arciduca Francesco Giuseppe era cresciuto prevalentemente con l'energica madre Sofia, dalla quale apprese il vero modo di governare, pur non trascurando i suoi interessi principali. Francesco Giuseppe amava la caccia ed il ballo che praticava con regolarità, apprezzando nello specifico le musiche di Strauss ed i suoi valzer, che divennero un tratto distintivo del regno stesso dell'imperatore. Amava poco l'arte e la letteratura, leggendo pochissimo e riservando quindi poca considerazione ai letterati. Uno dei più grandi successi dell'epoca di regno di Francesco Giuseppe può essere ancora oggi riscoperto nella cultura austriaca del suo tempo, un boom economico associato all'area del Danubio senza precedenti nella storia. Dopo la demolizione delle mura medievali, la città di Vienna venne completamente riformata per ordine dell'Imperatore in persona il quale come prima azione creò la Ringstrasse, un grande anello stradale di congiunzione che ancora oggi esiste, testimonianza vivente di quell'epoca. Attorno a quest'area si svilupparono quartieri raffinati con edifici pubblici e case private in stile della seconda metà dell'Ottocento che affascinò molto Francesco Giuseppe nella sua concezione di "homo faber" della nuova capitale austriaca. Per sua inclinazione personale, Francesco Giuseppe diffuse moltissimo il gusto dell'"Austria cattolica", promuovendo la costruzione e il restauro di importanti edifici di culto nell'Impero.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Come molti personaggi del suo tempo, Francesco Giuseppe è ancora oggi una figura estremamente ambigua nella storiografia. Altalenante tra i compromessi della rivoluzione del 1848 e l'assolutismo che ne fece seguito, assieme agli sviluppi sociali della seconda metà dell'Ottocento in Austria, è ancora oggi un personaggio dai tratti sfaccettati anche se la storiografia liberale, dopo i fatti del 1859, lo ha in gran parte condannato come tiranno. In particolare a Francesco Giuseppe fu avversa la storiografia italiana che tese a vedere nella reggenza del Regno Lombardo-Veneto un periodo di soprusi e violenze come mai prima, e questa idea non si placò negli storici nemmeno quando l'Italia si unì in alleanza con l'Austria agli albori della Grande Guerra, fatto che imbarazzò moltissimo re Umberto I. Vale la pena di notare comunque, che Francesco Giuseppe portò avanti delle riforme in campo sociale che nessuno dei suoi predecessori aveva mai osato sottoscrivere, come ad esempio nel 1906 il suffragio universale maschile, contro la volontà dell'aristocrazia locale che voleva detenere il governo in mano propria (specialmente in Ungheria). «Nulla mi è stato risparmiato su questa terra»: così pare abbia detto Francesco Giuseppe, secondo l'aneddoto, quando gli venne annunziata la morte della moglie. Il fratello minore Massimiliano era stato nominato imperatore del Messico e venne fucilato dagli insorti a Santiago de Querétaro nel 1867; il figlio ed erede al trono Rodolfo morì tragicamente durante i cosiddetti fatti di Mayerling (1889), suicida insieme alla baronessina Maria Vetsera e la prima figlia, Sofia, morì nel 1857, in Ungheria, a Budapest, in seguito a una visita con i genitori e la sorella minore Gisella, anch'essa ammalata di polmonite. La moglie Elisabetta venne assassinata nel 1898 a Ginevra dall'anarchico italiano Luigi Lucheni, mentre il nipote Francesco Ferdinando fu ucciso a Sarajevo nel 1914 dallo studente serbo Gavrilo Princip, atto che scatenò il primo conflitto mondiale.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Verso la fine di dicembre del 1916, il <b>capo di stato maggiore tedesco</b> Paul von <b>Hindenburg</b> e il suo vice, Erich Ludendorff, dichiarano di non poter più assumersi la responsabilità delle operazioni militari se, entro un mese, non <b>si riprenderà la guerra sottomarina indiscriminata</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Escono sugli schermi cinematografici: “<b>Il vagabondo</b>” di <b>C. Chaplin</b> e “<b>La nascita di una nazione</b>” di <b>D.W. Griffith</b>.<br />
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7g3RaJdNXszv8mbnU_ZX4bs3hYO7giqgR-wJevFgaxZXgFXOWGfdpv1fAOuL-z6xiKvL-QlhoU4kIcg7iLEIje9SNMPVD9M-5uR5-w7MPn5tSnSTUGGxaCbGk0GO02a141tH0jvCJ0ujN/s1600/Carta+dei+fronti+nel+1917.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="147" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7g3RaJdNXszv8mbnU_ZX4bs3hYO7giqgR-wJevFgaxZXgFXOWGfdpv1fAOuL-z6xiKvL-QlhoU4kIcg7iLEIje9SNMPVD9M-5uR5-w7MPn5tSnSTUGGxaCbGk0GO02a141tH0jvCJ0ujN/s200/Carta+dei+fronti+nel+1917.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dei fronti di guerra nel 1917.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel</b> <b>1.917</b> - Il 9 gennaio, nonostante l'opposizione del Cancellere Bethmann, <b>Guglielmo II</b>, decide di <b>riprendere le azioni dei sommergibili</b>. La notizia è accolta con entusiasmo in Germania e anche la Borsa invia un telegramma di congratulazioni al Kaiser. La risposta degli <b>Stati Uniti</b> è la rottura delle relazioni diplomatiche il 3 di febbraio.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 1.917 sarà <b>un anno tragico</b> e cruciale per le sorti del conflitto. La guerra si sta protraendo da troppo tempo e popoli ed eserciti sono ormai materialmente e moralmente stremati; tuttavia non se ne vede la fine. Gli scarsi risultati ottenuti, gettano in una crisi profonda gli eserciti. Sui diversi fronti <b>si diffondono gli ammutinamenti dei soldati</b>. Le gerarchie militari dei paesi belligeranti, <b>per garantire la disciplina</b>, ordinano un <b>gran numero di fucilazioni</b>. Nell'esercito italiano, dopo la rotta di Caporetto di novembre, saranno<b> fucilati anche un gran numero di ufficiali</b>, una barbarie che denuncia quanto vacillasse il potere centrale.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> A Mosca scoppia la rivolta di<b> febbraio </b>e in tutto<b> </b>l'impero zarista dilaga la <b>rivoluzione russa</b>, che rovescia il governo dell'impero zarista e che con la presa del potere bolscevica nella rivoluzione d'ottobre porta alla formazione della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, mentre cinque anni più tardi, nel 1922, in seguito alla guerra civile russa, costituirà l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. All'inizio del 1917 l'Impero russo, che da tre anni combatteva nella prima guerra mondiale come membro della triplice intesa, era stremato: le perdite ammontavano a più di sei milioni tra morti, feriti e prigionieri e tranne alcune vittorie sul fronte austriaco, ormai vanificate dagli eventi, la Russia aveva subito una grave serie di sconfitte che avevano comportato la perdita della Polonia, di una parte di Paesi Baltici e dell'Ucraina, portando così il fronte all'interno dei suoi stessi confini, mentre le condizioni del popolo si aggravavano fortemente. Il <b>regime zarista</b>, chiuso a riccio nella difesa del principio dell'<b>autocrazia</b>, aveva ormai perso del tutto il contatto con la realtà della Russia, al punto che anche molti degli elementi conservatori delle classi tradizionalmente alleate del regime, stavano prendendo coscienza che solo un'uscita di scena di Nicola II, e forse dello stesso zarismo, avrebbero loro permesso di mantenere il controllo dello Stato. Il 2 marzo <b>Duma</b> (il parlamento) e <b>Soviet</b> (comitati) di operai e soldati si accordarono per la <b>deposizione dello zar</b>, e l'istituzione di un governo provvisorio formato da cadetti, menscevichi e socialisti rivoluzionari. Si formò il governo provvisorio di L'vov, che indusse Nicola II ad abdicare.</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy17Nyg0IFTjU1PnnkmOY7I6PFvRCFSU7lWnH7hgYnZWVHnAMbs9vY35CMTwXWt8D-I-JxU0XbSBgWgPi9FR4d2EgrK6zh2frl54GsKA9BEgcPCJ29yGVu71lwe7jqiA3p6OB1xE2Vzao/s1600/LeninSpeaking-ptg.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy17Nyg0IFTjU1PnnkmOY7I6PFvRCFSU7lWnH7hgYnZWVHnAMbs9vY35CMTwXWt8D-I-JxU0XbSBgWgPi9FR4d2EgrK6zh2frl54GsKA9BEgcPCJ29yGVu71lwe7jqiA3p6OB1xE2Vzao/s200/LeninSpeaking-ptg.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Vasili Filippovich Ivanov:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Vladimir Ilich Lenin parla".</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Mentre lo zar e la sua famiglia venivano arrestati, nel paese si formarono due poteri: quello del governo provvisorio, e quello dei Soviet, formato da delegati eletti, compresi i bolscevichi.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Contemporaneamente si diffuse in tutto il paese il disfattismo nazionale, segno della crescente stanchezza verso la guerra. Il leader bolscevico Lenin, tornato dall'esilio, sostenne la necessità di trasformare la rivoluzione borghese di febbraio in Rivoluzione Proletaria, guidata dai Soviet, che mirasse all'instaurazione di una società comunista. In ottobre i bolscevichi occuparono i punti nevralgici della capitale istituendo il Consiglio dei Commissari del Popolo, dando vita alla<b> rivoluzione d'ottobre</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz8TMdRS1MXwdyY-QwBenFMbtgXJH614hKGRsRd5BJ4GwEjq6gVZqkcFVNvMVZ8lPkCm7B2P1Jh_A4ZD5bzuc95kTot0cGdJ_6DH3vkL22PscPZTIFPkVzCXz2TKYrinFlpliEaH_NRhv7/s1600/Serrati+e+Trotzki.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz8TMdRS1MXwdyY-QwBenFMbtgXJH614hKGRsRd5BJ4GwEjq6gVZqkcFVNvMVZ8lPkCm7B2P1Jh_A4ZD5bzuc95kTot0cGdJ_6DH3vkL22PscPZTIFPkVzCXz2TKYrinFlpliEaH_NRhv7/s200/Serrati+e+Trotzki.jpg" width="165" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Mosca, il socialista Giacinto</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Matteotti Serrati con il</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
comandante dell'armata</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rossa, l'ebreo Lev Trotzky.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
La vittoria dei bolscevichi portò al rovesciamento del Governo Provvisorio Russo e alla nascita della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa. Dal 1917 al 1921 esploderà la Guerra civile russa che vedrà la vittoria dell'<b>Armata Rossa </b>(dei bolscevichi, il cui comandante era l'ebreo comunista Lev Trotzky, poi fatto assassinare da Stalin nel 1940) sull'Armata Bianca (dei contro-rivoluzionari). A seguito di ciò, nel 1922, verrà istituita l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) dove, formalmente, Lenin applicherà le teorie sociali ed economiche di Karl Marx e Friedrich Engels, messe nel cassetto poi dall'imperialismo di Stalin. Dalla Rivoluzione russa nascerà <b>una nuova frattura nel continente</b>; al sistema capitalistico degli stati occidentali si contrapporrà il nuovo sistema comunista sovietico, che nel biennio 1919-21 ispirerà <b>in tutta l’Europa</b> la <b>nascita dei partiti comunisti</b> e, in alcuni paesi (Germania, Ungheria, Italia), tentativi rivoluzionari, tutti peraltro falliti. Di fronte al pericolo rosso le potenze europee favoriranno <b>l’affermazione di regimi autoritari di destra</b>, soprattutto negli stati confinanti con l’Unione Sovietica, secondo la politica del “cordone sanitario”.<br />
<br />
<b>- La Russia esce</b> così, definitivamente dal<b> sistema degli Stati europei </b>in cui figurava <b>come una delle protagoniste</b>, proprio<b> mentre</b> una potenza extra-continentale, gli <b>USA</b>, <b>interviene</b> nel conflitto europeo determinandone l'esito finale. Il sistema degli Stati europei, sorto durante le guerre d’Italia del 1500, si era sviluppato nella <b>convinzione</b> che la <b>libertà</b> di ciascuna delle potenze e la <b>sicurezza</b> di tutte coloro che operassero nel sistema, <b>dipendessero da un’azione comune contro ogni potenza che sembrasse acquistare una preponderanza eccessiva</b>. La rivoluzione d'ottobre segnerà inoltre una nuova e definitiva frattura economica nel continente, <b>al sistema capitalistico</b> degli stati europei e statunitense, <b>si opporrà</b> il nuovo <b>sistema comunista sovietico</b>.<br />
<br />
<b>-</b> L'11 febbraio, <b>Antonio Gramsci</b> scrive: “<b>Odio gli indifferenti</b>. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Il 6 aprile 1917 gli <b>USA</b> <b>dichiarano guerra</b> alla <b>Germania</b>. L'enorme entità delle risorse americane garantisce un'iniezione di fiducia ai paesi dell'Intesa. Nel corso del '17, l'Intesa godrà inoltre dell'appoggio del <b>Brasile </b>e della <b>Cina</b>. E' in questo anno che<b> la guerra civile europea assume l'aspetto di conflitto mondiale</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Compromessa ogni speranza di vittoria netta, il 12 luglio 1917, il Cancelliere tedesco Bethmann, facendosi portavoce del <b>Reichstag</b>, incontra Guglielmo II per sottoporgli una <b>risoluzione di pace</b>, che il Kaiser trova ragionevole. Una comunicazione telefonica annuncia invece, che tutto lo stato maggiore si trovava nell'impossibilità di continuare a collaborare con Bethmann. <b>Guglielmo</b>, a difesa del suo cancelliere, <b>minaccia l'abdicazione</b> e questi, per evitare uno scontro fra la corona e l'esercito, il giorno dopo si dimette.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR3X9w1Kbz8IA8qRxJvI8bPxNYAfbtfEDJ5KBZbRE0uRzWaKvuX8CzbffJP0Sy3ouMQSO79jJsWmWrrnGZmDihINwrOEQUbe9Y-cW6PFz4SDOHaXc97YS-Z28-DbxiXqDNemb-8HoYjSkh/s1600/Carta+batt.+Caporetto.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR3X9w1Kbz8IA8qRxJvI8bPxNYAfbtfEDJ5KBZbRE0uRzWaKvuX8CzbffJP0Sy3ouMQSO79jJsWmWrrnGZmDihINwrOEQUbe9Y-cW6PFz4SDOHaXc97YS-Z28-DbxiXqDNemb-8HoYjSkh/s200/Carta+batt.+Caporetto.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta del fronte italiano con le linee</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del 24 ottobre e del 12 novembre '17,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Caporetto#/media/File:Battle_of_Caporetto_IT.svg" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Batta</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Caporetto#/media/File:Battle_of_Caporetto_IT.svg" target="_blank">glia_di_Caporetto#/media/File:Battle</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Caporetto#/media/File:Battle_of_Caporetto_IT.svg" target="_blank">_of_Caporetto_IT.svg</a> </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> In <b>Italia</b>, dopo una lunga serie di inconcludenti battaglie, si verifica l'offensiva degli austro-ungarici e dei contingenti tedeschi venuti dal fronte russo, dove il conflitto era terminato per via della Rivoluzione d'Ottobre, che nella battaglia di<b> Caporetto</b> dell'ottobre-novembre 1917 costringe gli italiani alla ritirata fino alle rive del fiume Piave, dove la resistenza italiana si consolida. Alla rotta segue una<b> lunga serie di fucilazioni di militari</b> e di un gran numero di <b>ufficiali</b>, barbarie che denota quanto vacillasse il potere centrale.<br />
<br />
<b>-</b> Alla fine del 1917, dopo la rivoluzione bolscevica d'ottobre, <b>disintegrato </b>l'<b>impero degli zar</b>, il<b> governo rivoluzionario russo</b> decide di uscire dallo stato di guerra, firmando poi il <b>Trattato di Brest Litovsk</b> con gli imperi centrali i 3 marzo '18, mentre dà immediata e <b>massima pubblicità ai patti diplomatici segreti</b> rinvenuti negli<b> archivi zaristi</b>. Tra di essi si rinviene il "<b>Patto di Londra</b>", la cui pubblicazione avrà vasta risonanza internazionale, causando grave imbarazzo alle potenze firmatarie e suscitando<b> inquietudine presso l'opinione pubblica mondiale</b>, ponendo in scacco il metodo della "diplomazia segreta", seguito da decenni dalle potenze europee. Il <b>trattato di Londra </b>era stato stipulato nella capitale britannica il 26 aprile 1915 e firmato dal marchese Guglielmo Imperiali, ambasciatore a Londra in rappresentanza del governo italiano, Sir Edward Grey per il Regno Unito, Pierre-Paul Cambon per la Francia e dal conte Alexander Benckendorff per l'Impero russo. Il trattato era stato <b>firmato</b> in tutta <b>segretezza</b> per incarico del governo Salandra <b>senza che il Parlamento</b>, in maggioranza neutralista, <b>ne fosse stato informato</b> e segreto rimase finché i bolscevichi, giunti al potere in Russia dopo la Rivoluzione d'Ottobre, lo pubblicarono sul quotidiano "Izvestija" insieme ad altri documenti diplomatici segreti, allo scopo di denunciare le trame della politica estera zarista. Il patto, composto da<b> 16 articoli</b>, prevedeva che l'Italia entrasse in guerra al fianco dell'Intesa entro un mese. In cambio, in caso di vittoria, avrebbe ottenuto il Trentino, il Tirolo meridionale (l'odierno Alto Adige), la Venezia Giulia, con gli altopiani carsico-isontini e con l'intera penisola istriana fino al Quarnaro compresa Volosca (con l'esclusione di Fiume), cioè l'intera linea alpina dal Brennero al Monte Nevoso con le isole di Cherso, Lussino e altre minori; un terzo della Dalmazia con Zara e Sebenico con le isole a nord e a ovest del litorale, insieme alle neutralizzazione del resto della Dalmazia da capo San Niccolò alla penisola di Sabbioncello e da Ragusa a Durazzo in modo da garantire l'egemonia italiana sull'Adriatico; ancora, Valona e Saseno in Albania e il bacino carbonifero di Adalia in Turchia, oltre alla conferma della sovranità su Libia e Dodecaneso. In caso di spartizione delle colonie tedesche in Africa, l'Italia avrebbe avuto compensi territoriali in Libia, Eritrea e Somalia. Alla <b>Conferenza di pace di Parigi</b> invece, gli Stati Uniti daranno la precedenza alle tesi croate e slovene del nuovo Regno dei serbi, croati e sloveni, per <b>impedire l'espansione italiana nell'Adriatico</b>; la non completa realizzazione del Patto causerà grave malcontento ed agitazione in Italia, facendo sorgere il cosiddetto mito della "<b>Vittoria mutilata</b>". L'emergere del Patto di Londra darà il via ad una <b>modifica degli orientamenti politici internazionali </b>che influirà notevolmente sulla sua non completa attuazione a guerra finita. La risoluta opposizione alla diplomazia segreta, e la sua denuncia quale<b> metodo inaccettabile nelle relazioni internazionali</b>, fu uno dei principali motivi ispiratori della stesura, da parte del presidente degli Stati Uniti d'America, Woodrow <b>Wilson</b>, dei suoi celebri "<b>Quattordici punti</b>" e, non a caso, il presidente statunitense si oppose risolutamente alla completa realizzazione delle rivendicazioni territoriali italiane basate sul Patto di Londra non riconoscendo ad esso, come ad accordi similari con altri paesi, alcuna validità.<br />
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.918</b> - Il 3 marzo, con la stipula del <b>Trattato di Brest Litovsk</b> con gli imperi centrali, la <b>Russia perderà un territorio immenso</b> pur di potere abbandonare il conflitto: dalla Finlandia all'Ucraina.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il Kaiser<b> Guglielmo II</b>, visti gli scarsi successi bellici,<b> viene convinto a lasciare l'esercito nelle mani dei due principali comandanti</b>, Hindenburg e Ludendorff, che riescono ad influenzare l'apparato politico creando le basi per un <b>regime militare</b>. L' ascesa al potere da parte dell'esercito non danneggi tanto il parlamento tedesco, il Reichstag, quanto piuttosto il Kaiser. Questi diventa sempre più logorroico, andando a passeggio nei boschi, litigando con l'imperatrice e lamentandosi della scarsa considerazione in è tenuto. Di conseguenza, <b>agli occhi del popolo</b>, il vero<b> leader</b> diventa <b>Hindenburg</b>, poiché il nuovo Cancelliere, Georg Michaelis è solo un'emanazione del potere militare.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> All'interno dei territori degli <b>imperi centrali</b>, la <b>coesione sociale comincia a cedere</b>. Mentre la Germania vedrà venire sempre meno la sua capacità di battersi più per il crollo del consenso interno che per le sconfitte militari, l'instabile agglomerato etnico dell'impero asburgico verrà meno prima e più delle strutture militari.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 26 ottobre 1918, di fronte all'impossibilità di proseguire la guerra, Guglielmo II convoca i due comandanti e parla a Ludendorff in modo tale da costringerlo a dimettersi. Le dimissioni presentate da Hindenburg invece, sono respinte. Il giorno dopo, <b>il nuovo imperatore austriaco</b>, <b>Carlo d'Asburgo</b>, comunica a Guglielmo II la sua <b>decisione di concludere la pace</b>. La notizia induce il governo tedesco, guidato ora da Maximilian di Baden, a decidere se accettare le <b>richieste</b> di principio che avevano <b>offerto gli Stati Uniti</b>: il <b>Kaiser decide di accoglierle</b>. A questo punto, sulla strada dell'armistizio, la sola speranza per la sopravvivenza del trono sembra l'<b>abdicazione</b>, ma <b>i socialisti tedeschi</b>,<b> rivitalizzati dalla rivoluzione russa, </b>sono<b> per la repubblica</b>. Risentito del fatto che il Cancelliere si rifiuta di pubblicare una lettera e un proclama nei quali assicurava il suo appoggio al governo e alle modifiche istituzionali, nella notte del 29 ottobre, Guglielmo II lascia Berlino per Spa, in Belgio, sede del quartier generale dell'esercito. Qui, fra i suoi generali, è raggiunto il 1º novembre dal ministro degli Interni prussiano Bill Drews (1870-1938) che gli comunica delle sempre più numerose<b> richieste per la sua abdicazione</b>. Guglielmo II risponde: «Come può lei, un funzionario prussiano, uno dei miei sudditi che mi ha giurato fedeltà, avere l'insolenza e la sfrontatezza di sottopormi una richiesta del genere?».<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI4cqSixc_JJuROag9_qVJAriuGah42D_M4YldB5GQauwQ1RAkfQ2KleO8-WdLeYAugZfTV8I8C7ku2wpSFelm3xObH5AlREIics0Wtn9L0OeOd3rT-zFyrE9l51a9xYvj_a3zyIWEa8uK/s1600/Carta+batt+Piave.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="142" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI4cqSixc_JJuROag9_qVJAriuGah42D_M4YldB5GQauwQ1RAkfQ2KleO8-WdLeYAugZfTV8I8C7ku2wpSFelm3xObH5AlREIics0Wtn9L0OeOd3rT-zFyrE9l51a9xYvj_a3zyIWEa8uK/s200/Carta+batt+Piave.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della battaglia del Piave con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Vittorio Veneto, da: Speciale "La</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Stampa" del 16 gennaio 2014.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> A fine ottobre 1918, la pressione italiana e il cedimento di un esercito austriaco, ormai politicamente e moralmente minato da processi disgregativi, spalancano alla <b>conquista italiana</b> le terre del Veneto e del Friuli con la successiva presa di <b>Trento e Trieste</b> nei primi giorni di novembre. L'<b>Italia</b>,<b> che è riuscita a riprendersi dalla rotta di Caporetto</b> del novembre'17, avvenuta per la sottovalutazione dei movimenti delle armate austro-tedesche a nord del fronte giuliano, e che ha <b>resistito vittoriosamente agli attacchi nemici sulla linea del Piave e del Grappa</b>, con l'avvicendamento al comando del gen. Diaz sferra la decisiva <b>controffensiva</b> di <b>Vittorio Veneto</b> fino alla <b>rotta delle forze austro-ungariche e tedesche</b>. Nei primi giorni di novembre la vittoria si completa con la presa di <b>Trento e Trieste</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 3 novembre viene siglato l'<b>armistizio di Villa Giusti</b>, nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino a Padova, sede del quartier generale italiano, fra l'Impero austro-ungarico e l'Italia in rappresentanza dell'Intesa. L'<b>Impero austro-ungarico si dissolve</b> e terminano <b>le ostilità</b>, costate alle forze armate italiane circa 650.000 caduti e un milione di feriti.<br />
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPYDE6SUWjadPSX4T6_5l_4OT0Dzf8WftX2T5T6xs87kh8E6_l2SbpsmO_hLWXFR5UsSebsZrfXnLeBkc_QnqHouljEpXojRtujA24bghFKAsu41rE4lPhZUaqWV_XmeSs3RLSuMOFlEoJ/s1600/Armando+Diaz.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPYDE6SUWjadPSX4T6_5l_4OT0Dzf8WftX2T5T6xs87kh8E6_l2SbpsmO_hLWXFR5UsSebsZrfXnLeBkc_QnqHouljEpXojRtujA24bghFKAsu41rE4lPhZUaqWV_XmeSs3RLSuMOFlEoJ/s200/Armando+Diaz.jpg" width="105" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il gen. Armando</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Diaz al fronte.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il<b> 4 novembre</b> è la data del<b> bollettino della vittoria</b> firmato dal gen. Armando Diaz e per l'Italia <b>si conclude la I guerra mondiale</b>. «Comando Supremo, 4 novembre 1918, ore 12 Bollettino di guerra n. 1268 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza. Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito».<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Lo stesso 4 novembre, in <b>Germania</b>, come risposta all'ordine di far salpare la flotta per una disperata e inutile battaglia sul mare, i <b>marinai ammutinati </b>occupano la città di Kiel e nei giorni seguenti <b>la rivolta si diffonde</b> agli altri porti della Germania estendendosi all'interno del Paese.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 7 novembre, i <b>ministri socialisti </b>reclamano l'abdicazione dell'Imperatore, che rifiuta ordinando che venga preparato un piano per marciare in Germania alla testa dell'esercito per restaurare l'ordine. A Berlino, la <b>maggioranza socialista</b> al Reichstag si dimette in blocco dal Parlamento e indicono uno <b>sciopero generale</b>. A <b>Colonia</b> i <b>marinai rivoluzionari prendono la città</b>, come già era accaduto a Kiel. Guglielmo II si trova allora di fronte al collasso del Paese e quando il principe Massimiliano di Baden lo prega per telefono di abdicare, gli urla il suo "no" al ricevitore.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> La sera dell'8 novembre, l'ammiraglio Paul von Hintze raggiunge a Spa, in Belgio, Guglielmo e gli comunica che la <b>Marina </b>è ormai <b>fuori controllo</b>. Il Kaiser, sperando di potersi mettere a capo dell'esercito assieme a Hindenburg per sedare le rivolte, chiede al generale Groener cosa ne pensa e questi risponde che non c'era operazione militare che possa avere successo.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 9 novembre, scoppia la <b>rivoluzione a Berlino</b>. I rivoluzionari hanno in mano i principali nodi ferroviari e<b> molti soldati </b>abbracciano la <b>causa della rivoluzione</b>. Alle 11 di mattina arriva un telegramma a Guglielmo che gli annuncia la ribellione dei soldati e della piazza di Berlino. A quel punto <b>il Kaiser cede</b> e decide di abdicare, ma solo come imperatore, conservando il titolo di re di Prussia e con un suo esercito. Quando per telefono sono trasmesse le sue decisioni a Berlino, il principe ereditario Massimiliano di Baden, per guadagnare tempo, proclama l'abdicazione del Kaiser e del principe ereditario, dopo di che il Cancelliere passa il <b>potere al socialista</b> Friedrich Ebert. Guglielmo s'infuria per come sono andate le cose, ma ormai <b>tutto è perduto</b>. La strada, per la monarchia, è sbarrata dalla rivoluzione.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 10 novembre 1918, visto che i fermenti rivoluzionare minacciano di estendersi anche tra i soldati stanziati a Spa, l'ex imperatore varca il confine con i Paesi Bassi.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'11 novembre 1918 <b>la Germania firma l'armistizio</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 28 novembre la consorte di Guglielmo II raggiunge il marito nei Paesi Bassi, al castello di Amerongen (presso Utrecht). Lo stesso giorno <b>Guglielmo</b> <b>regolarizza</b> la propria posizione firmando un formale atto di <b>abdicazione</b> che libera tutti i suoi funzionari dal giuramento di obbedienza. Il principe ereditario rinuncia analogamente ai suoi diritti.<br />
<br />
<b>-</b> Terminato il conflitto mondiale, il 1º dicembre 1918, Alessandro Karađorđević, (1888 - 1934, re dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni nel periodo 1921-1929 e primo re di Jugoslavia, con il nome di Alessandro I, nel periodo 1929-1934) riceve una delegazione del Consiglio nazionale del neonato Stato degli Sloveni, Croati e Serbi che gli chiede di annettere la loro nazione, che non gode di alcun riconoscimento internazionale, al Regno di Serbia. Alessandro accetta e quello stesso giorno<b> nasce il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni</b>, di cui re Pietro I, padre di Alessandro, accetta la corona.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Alla <b>fine della Grande Guerra</b>, si erano <b>dissolti quattro imperi</b>: russo, germanico, austro-ungarico e quello turco-ottomano avrà le ore contate. In Europa tutti gli stati, vincitori e sconfitti, dovettero affrontare il problema della ricostruzione di <b>sistemi politici, economici e sociali sconvolti dalla guerra</b>. Le perdite <b>militari</b> dei paesi europei saranno oltre i <b>13 milioni</b> di uomini, più di 8.000 per ogni giorno di guerra e <b>15 milioni</b> furono le <b>vittime</b> fra i <b>civili</b>, oltre che per i massacri anche per la fame, la denutrizione, le malattie, come la terribile epidemia di febbre spagnola.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-6314077748431625222020-05-09T05:26:00.001-07:002020-10-07T03:28:47.543-07:00Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCCdrpu9voEYyRBhBPUVfP6MNg9lWMtV6kNFlfuOHznqnhr0C_O6eIA81bsouizcH7T6ckDAzdI6MBmuO_pAiAWY2Ew5Ahff5OcRuHI5zJV954nZjSwSTuVVrKRa3ePoNIznYp1ooBSJoY/s1600/1898+-+13+gennaio+zola+j%2527accuse.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="293" data-original-width="484" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCCdrpu9voEYyRBhBPUVfP6MNg9lWMtV6kNFlfuOHznqnhr0C_O6eIA81bsouizcH7T6ckDAzdI6MBmuO_pAiAWY2Ew5Ahff5OcRuHI5zJV954nZjSwSTuVVrKRa3ePoNIznYp1ooBSJoY/s200/1898+-+13+gennaio+zola+j%2527accuse.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il "J'Accuse" di Zola in
merito</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
all'"affaire Dreyfus".</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.897</b> -<b> </b>L'<b>affaire Dreyfus </b>stimola la <b>nascita del sionismo</b>, l'aspirazione degli ebrei a possedere una loro nazione. Il fondatore del sionismo è Theodor Herzl, un giornalista ashkenazita (ebreo originario della Germania o di altri stati dell'Europa centrale e orientale) assimilato suddito dell'Impero austro-ungarico. Nel 1895 Herzl fu inviato come corrispondente del suo giornale a Parigi per seguire il processo dell'affare Dreyfus, esploso nel 1894, che fu accompagnato da una feroce campagna di stampa francese che riproponeva stereotipi antisemiti. In seguito a questa esperienza, Herzl si rese conto che l'assimilazione e<b> l'integrazione degli ebrei in Europa non aveva dato frutti</b> e che <b>gli ebrei avevano bisogno di un proprio Stato</b>, dove poter vivere in pace e sicurezza lontano dai pregiudizi e dalle false accuse tipici dell'antisemitismo. La sua conclusione derivava dalla sua esperienza nell'Impero austro-ungarico: in una compagine nazionale eterogenea, come si presentava a fine Ottocento l'Impero asburgico, italiani, serbi, croati, ungheresi, cechi, slovacchi, polacchi galiziani, tedeschi di Boemia e di Transilvania, tutti avevano i propri rappresentanti nel Parlamento imperiale e potevano appellarsi a una propria "nazione" e a una "terra" che loro apparteneva, una "patria" dentro o fuori i confini dell'impero, tutti tranne gli ebrei, né gli altri popoli riconoscevano gli ebrei come parte di essi. Herzl avrebbe sviluppato la sua idea e l'avrebbe tradotta in Der Judenstaat ("Lo Stato degli Ebrei"), un volume pubblicato all'inizio del 1896 senza conoscere gli scritti dei suoi predecessori e subito tradotto in varie lingue. All'immediato successo del volume e al dibattito suscitato, Herzl fece seguire <b>il primo Congresso Sionista Mondiale</b>, che si tenne a Basilea dal 29 al 31 agosto <b>1897</b>, col fine di costituire un movimento permanente. Il Programma di Basilea affermava che: "il sionismo si sforza di ottenere per il popolo ebraico un focolare garantito dal diritto pubblico in Palestina". I metodi da adottare per il raggiungimento di questo obiettivo erano: 1) l'incoraggiamento della colonizzazione ebraica in Palestina; 2) l'unificazione e l'organizzazione di tutte le comunità ebraiche; 3) il rafforzamento della coscienza ebraica individuale e nazionale; 4) iniziative per assicurarsi l'appoggio dei diversi governi per realizzare gli obiettivi del sionismo. Herzl si inserì in una tradizione di pensiero di lingua tedesca iniziata con Hess, e in quella tradizione riunì attorno a sé la prima generazione di leader sionisti (Max Bodenheimer, Max Nordau, Otto Warburg, David Wolffsohn), a cui sono state vicine anche personalità come Albert Einstein. Questa tradizione era quasi compattamente parte della corrente dei "Sionisti generali" (ossia non affiliati a movimenti specifici) di ispirazione liberale. Le idee di Herzl si inserirono in un movimento migratorio ebraico già in atto, causato, in Russia, dai pogrom degli anni 1881-1882 e poi degli anni 1903-1906. Secondo dati del 1930, dal 1880 al 1929 emigrano dalla Russia 2.285.000 ebrei e di questi, 45.000 affluirono in Palestina. La stragrande maggioranza preferì recarsi altrove: 1.930.000 scelsero le Americhe, 240.000 l'Europa ed i restanti l'Africa e l'Oceania. Dall'Austria, dall'Ungheria e dalla Polonia emigrano, dal 1880 al 1929, in 952.000: 697.000 nelle Americhe, 185.000 in altri Paesi europei, 40.000 in Palestina. Proporzioni analoghe si riscontrarono fra i migranti provenienti da altri Paesi. In totale, durante questi decenni migrano 3.975.000 ebrei: 2.885.000 negli Stati Uniti, 365.000 nel resto delle Americhe (principalmente Argentina e Canada), 490.000 in Europa occidentale e centrale (specie Francia e Germania), e solo 120.000 in Palestina. L'importanza dell'emigrazione dalle terre soggette all'Impero russo (oggi facenti parte di Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia, Ucraina) portò naturalmente all'emergere di una leadership di tali origini nel movimento sionista, come ad esempio Leon Pinsker. Nell'Ebraismo americano, importante più dal punto di vista del sostegno finanziario che dell'emigrazione, svolse un ruolo fondamentale il rabbino Solomon Schechter.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzbwMqrtlz0LEgnPzlig9ZF9xLdkrwGgbuXsMq6i7R9Vj9uA6gvvLrGdwSbRVv1chXuhs81pjyg_W6UMjWBeSFfK6YWqZi3PdY-NdXeVFzF2LgPFqjrMApUIGfzuVULDjdd5-swnOAJitJ/s1600/Gustav+Klimt%252C+Danae%252C+1907-1908+collezione+privata%252C+Vienna.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="736" data-original-width="760" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzbwMqrtlz0LEgnPzlig9ZF9xLdkrwGgbuXsMq6i7R9Vj9uA6gvvLrGdwSbRVv1chXuhs81pjyg_W6UMjWBeSFfK6YWqZi3PdY-NdXeVFzF2LgPFqjrMApUIGfzuVULDjdd5-swnOAJitJ/s200/Gustav+Klimt%252C+Danae%252C+1907-1908+collezione+privata%252C+Vienna.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Gustav Klimt: "Danae" (1907/1908).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvLHH2ZwRa8chFyMiwBSZ8aDNErxhyW2wL-Z8FYB4gkGw5Pcovxm2OeyZ-Y2utmKMtfv8Qs1kS7Vr4GpMWgs316OIYAP6GelXuV053_fcBM-3ZFxF9Bm_ECkph_qb2Uw79QZzEXT3adJk/s1600/Klimt+il+bacio.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvLHH2ZwRa8chFyMiwBSZ8aDNErxhyW2wL-Z8FYB4gkGw5Pcovxm2OeyZ-Y2utmKMtfv8Qs1kS7Vr4GpMWgs316OIYAP6GelXuV053_fcBM-3ZFxF9Bm_ECkph_qb2Uw79QZzEXT3adJk/s200/Klimt+il+bacio.jpg" width="196" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Gustav Klimt: "Il bacio" (1907/1908).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>- A Vienna</b>,<b> Gustav Klimt </b>guida il movimento artistico della <b>Sezession</b>.<br />
<br />
<b>Dal 1.898 </b>- In Italia, tra il <b>1898</b> e il 1899 la <b>fame</b> e la <b>disoccupazione </b>portarono a una situazione apparentemente rivoluzionaria.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.899</b> - Nell'<b>impero austro-ungarico </b>la situazione continuò a rimanere instabile sino al governo Koerber (1899-1904). Ernest von Koerber riuscì a raggiungere <b>una certa stabilità </b>manovrando abilmente l'opinione pubblica, con l'introduzione di un'assicurazione contro l'invalidità e la vecchiaia e con la riduzione della giornata lavorativa dei minatori a nove ore. Limitandosi a risolvere problemi amministrativi, non avrebbe certo assicurato pace e stabilità per gli anni successivi.<br />
<br />
<b>- La </b>tedesca <b>Bayer</b> mette in commercio l'<b>aspirina</b>.</div>
<br />
<b>-</b> L<b>'800</b>, che si era aperto con il principio di <b>legittimità dei sovrani artefici della Restaurazione </b>post-Napoleonica, si <b>chiude con i principi di nazionalità </b>e autodeterminazione dei popoli. Durante quel secolo, si era passati dalla prevalenza di regimi autoritari e conservatori ad <b>ordinamenti</b> sempre più <b>liberali e democratici</b>, caratterizzati da un'<b>impegno sociale crescente</b>.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.900</b> - Agli inizi del '900, l'Europa rappresentava uno spazio, dal punto di vista civile e culturale, fortemente solidale. Dal 1.871 al 1.914 era stata unitaria come mai prima e condivideva gli stessi valori e ideali, ma la relativa facilità con cui <b>i gruppi dirigenti</b> poterono scatenare una grande guerra sul suolo europeo, dimostra che le aggregazioni particolaristiche e le contrapposizioni conservavano un'<b>influenza determinante</b> rispetto ai motivi di omogeinità e solidarietà. E' perciò legittimo indicare la <b>Grande Guerra</b>, il primo conflitto mondiale, come <b>guerra civile europea</b>. Da un secolo non vi erano state guerre, sul suolo europeo, fra potenze europee lontane e le spedizioni militari avvenivano perlopiù per le occupazioni, nelle colonie, contro popolazioni più deboli. Ma i motivi del conflitto non vanno ricercati nella competizione coloniale fra potenze, infatti le maggiori potenze imperialistico-coloniali, Francia e Gran Bretagna, furono alleate fra di loro e con la Russia (formando la <b>Triplice Intesa</b>), altra potenza imperialistica rivale del Regno Unito in Oriente, contrapposte alla <b>Triplice Alleanza</b>, formata da potenze che si interessavano di più ai loro interessi e confini in Europa: l'impero germanico, quello austro-ungarico e l'Italia. In particolare, l'impero militaristico prussiano era stato frustrata nelle sue aspirazioni coloniali e aveva spostato le sue pressioni imperialistiche sull'Europa orientale mentre nell'impero asburgico austro-ungarico, costellato dalle popolazioni tedesche, magiare (ungheresi), ceche, slovacche, polacche, ucraine, slovene, croate, serbe, rumene e italiane, erano in corso lotte per l'autonomia e l'autodeterminazione.<br />
<br />
<b>-</b> In <b>Europa</b>, nel mondo culturale, a un periodo di generale fiducia positivistica nei progressi della scienza e della tecnica (positivismo), subentrò, dalla fine dell'800, una<b> fase di crisi di certezze</b> e di abbandono nichilistico dei valori progressisti che avevano accompagnato le lotte politiche liberali, democratiche e socialiste. Si determinò un <b>clima irrazionalistico</b> che consentì la<b> diffusione di massa di ideologie nazionaliste</b>, razziste e belliciste, contribuendo ad arroventare lo scenario politico europeo. La crescente<b> rivalità tra gli stati</b> <b>modificò il significato del nazionalismo</b> che cessò di essere legato all’unità solidale del continente ma si trasformò in un'esaltazione del “sacro diritto” di ogni popolo a coltivare l’<b>egoismo nazionale</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Nel merito dell'evoluzione del <b>pensiero filosofico europeo</b>,<b> </b>i movimenti d'opinione che si sono scatenati fin dalla metà dell'800, in cui Marx ed Engels avevano individuato nel <b>materialismo storico</b> nuove vie per gestire la massificazione, con la rivendicazione alla partecipazione delle risorse, sono stati: il <b>positivismo</b> con la sua fede nel sistema scientifico, che pretendeva di gestire la pesante massificazione conseguita dalla rivoluzione industriale e il <b>decadentismo</b> come ricerca della sopravvivenza culturale dell'occidente che causò a sua volta l'<b>espressionismo</b>, la volontà dell'individuo di rappresentare il proprio "sentire" nella corsa generale verso il futuro. Nel '900 apparirà il <b>futurismo</b> ed in seguito l'<b>esistenzialismo</b> che separerà l'essenza umana (impersonale) dalle specificità della vita individuale... l'ansia insita nel scegliere, occasione che solo la libertà offre. E <b>le Arti </b>hanno materializzato, punto per punto, tutto il percorso di questo pensiero.<br />
<br />
<b>-</b> Ai <b>primi del '900</b>, fra i paesi industriali produttori, la <b>Germania</b> fu <b>seconda</b> solo agli <b>Stati Uniti d'America</b>, che rappresentava il <b>maggior mercato interno del mondo</b>, per quanto il suo sistema bancario fosse ad uno stato embrionale ed esportava solo il 5% della sua produzione. Alcune nazioni europee, da parte loro, investivano negli USA per il 10% del suo mercato in: armamenti, nelle industrie telegrafiche, telefoniche e tranviarie oltre a gas, acqua ed elettricità... tutti asset collegati alle urbanizzazioni.<br />
<br />
<b>-</b> In <b>Italia</b>, con l'ascesa al trono di Vittorio Emanuele III, in seguito all'<b>assassinio di Umberto I </b>per mano dell'anarchico Gaetano Bresci (il 29 luglio <b>1900</b>), ebbe inizio un periodo di <b>rapida evoluzione</b>.<br />
<br />
<b>- </b>A Vienna <b>Sigmund Freud</b> pubblica "<b>L'interpretazione dei sogni</b>".<br />
<br />
<b>-</b> (Negli USA) <b>M. Planck</b> enuncia la “<b>Teoria dei quanti</b>”.<br />
<br />
<b>Nel 1.902</b> - Dopo anni in cui la Germania pareva dirigere le sorti d'Europa, intorno al <b>1902</b> le altre potenze, sempre più urtate dall'arroganza tedesca, cominciarono a intraprendere trattative più o meno segrete per regolare i loro rapporti a proposito delle colonie, estromettendo la Germania. Il primo patto in tal senso venne stipulato il 30 gennaio 1902 tra <b>Gran Bretagna</b> e <b>Giappone</b>, alleanza che porterà indirettamente lo stato giapponese<b> in guerra con la Russia</b>. Questa trattativa diplomatica fu la prima a decretare la fine dello "splendido isolamento" e l'avvicinamento alla nascita di un nuovo e solido blocco politico europeo.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Nello stesso anno, erano cominciate le prime <b>trattative</b> segrete tra <b>Francia</b> e <b>Italia</b>, che avrebbero preparato quest'ultima alla guerra italo-turca combattuta tra il 1911 e il 1912. In tale modo l'Italia aveva intrapreso un doppio gioco diplomatico: se da una parte nell'autunno del <b>1902</b> rinnovava la Triplice Alleanza con Germania e Austria, dall'altra assicurava alla Francia la neutralità nel caso in cui i suoi alleati le avessero dichiarato guerra.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Fondamentalmente <b>ogni alleanza fra potenze europee</b>, era <b>valida solo per la difesa</b> da un'eventuale attacco, infatti, alla fine della Grande Guerra<b> nessuno avrebbe riconosciuto di avere attaccato per primo</b>.<br />
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRqwoXk_yqcMYrj32A8xQvF4dqCYX72Yfh-41WI-cqbMo4gRVy7fpxwC2DSOKVXzk294CPWK5L82t8RlqsMRE7xYiFgSHWokFmQ7KH2BTcsU8QMSUZN4t4g1D3JRuCmHs2fQ4MLS8QOXKO/s1600/Julio+Cervera+Baviera.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRqwoXk_yqcMYrj32A8xQvF4dqCYX72Yfh-41WI-cqbMo4gRVy7fpxwC2DSOKVXzk294CPWK5L82t8RlqsMRE7xYiFgSHWokFmQ7KH2BTcsU8QMSUZN4t4g1D3JRuCmHs2fQ4MLS8QOXKO/s200/Julio+Cervera+Baviera.jpg" width="127" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Julio Cervera.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> L'opinione mondiale (USA esclusi) conserva la certezza, dimostrabile da libri e da <b>l'inventore della radio fu</b> <b>Julio Cervera</b>, che secondo recenti ricerche, ha sviluppato la radio<b> undici anni prima di Marconi</b>, per quanto abbia lavorato con Marconi quando erano entrambi a Londra. È vero che Marconi ha inventato il telegrafo senza fili, ma per trasmettere i segnali, senza nessun suono. Julio Cervera Baviera trasmise la voce umana senza fili tra Alicante e Ibiza <b>nel 1.902</b>. Tuttavia, va tenuto a mente che 15 anni prima di Marconi e 4 anni prima Julio Cervera, Nikola Tesla aveva già fatto diversi spettacoli e pubblicazioni sui principi della radio. Dopo la contesa sul brevetto Marconi, Nikola Tesla andò in tribunale con Marconi e vinse la causa davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti, essendo riconosciuto come il vero inventore della radio.<br />
documentazione storica, che prova che </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.903</b> -<b> Primo volo di un aereo a motore</b>, quello dei <b>fratelli Wright</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.904</b> -<b> </b>Intesa <b>Franco-Britannica</b> sulle<b> colonie</b>. L'“Entente cordiale”, in cui le due parti riconoscevano le loro sfere d'influenza coloniale, fu un duro colpo per il Reich germanico che, pur mantenendo una facciata di indifferenza, capiva di perdere importanza nelle questioni d'oltremare.<br />
<br />
<b>-</b> Inizia il <b>conflitto russo-giapponese</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.905</b> -<b> </b>Nella <b>guerra russo-giapponese</b> del <b>1904</b>-<b>1905</b> <b>per la prima volta nella storia moderna</b> uno <b>stato europeo fu sconfitto da una nazione di razza non bianca</b>. L’umiliazione fu particolarmente sentita in un periodo in cui andavano diffondendosi teorie razziste sulla superiorità biologica della razza bianca, destinata a dominare e a civilizzare il mondo intero (razzismo).<br />
<br />
<b>- Rivoluzione in Russia</b>; lo <b>zar concede</b> la costituzione di un<b> parlamento</b>. Il primo organo russo degno di un regime parlamentare fu la Duma, frutto della cosiddetta <b>prima rivoluzione</b> del <b>1905</b>, nata anche a causa delle delusioni nella guerra persa contro il Giappone. Alla fine della rivoluzione lo zar concesse un regime vagamente parlamentare basato su due Camere con potere legislativo (il consiglio di stato e la Duma), ma con nessuna possibilità di influenzare l'attività di governo, <b>continuando i ministri a dipendere dai voleri dello zar</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Nasce in <b>Germania</b> il gruppo di <b>pittori espressionisti</b> del movimento Die Brùcke.<br />
<br />
<b>-</b> A Parigi <b>Pablo Picasso</b>, superata la fase del "periodo blu", vive il "<b>periodo rosa</b>" della sua pittura.<br />
<b> </b><br />
<b>-</b> <b>Einstein enuncia la teoria della relatività ristretta</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.907</b> -<b> </b>La <b>corsa alle alleanze </b>scatenata da Otto von Bismarck, che nel 1882 aveva allargato l'alleanza fra la Germania e gli Asburgo all'Italia, (la <b>triplice alleanza</b>) nel tentativo di spegnere nei francesi ogni velleità di rivincita per la sconfitta patita nel 1871 e pensata anche in senso anti russo, sbarrando allo zar ogni possibilità di mettere piede nel Mediterraneo, <b>per reazione</b>, vide <b>sancita un'alleanza tra Francia e Russia</b> nel 1893 alla quale si aggiunse, nel <b>1907</b> la <b>Gran Bretagna</b> (<b>la triplice intesa</b>).<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK80T5klWduoJgfcNj3HqulTy-c_elNWojWnnbadcVBP9G2m6xFn3gXsP-lK73dibGpELjTVM9wTFVWP9s8QHP6zSIA5Ow5wYv4bnPvDZU78NuenGGkygST1bo_pv_fi_PmVe3ngHDuqnf/s1600/Carta+etnie+Austria_Hungary_1911.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="249" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK80T5klWduoJgfcNj3HqulTy-c_elNWojWnnbadcVBP9G2m6xFn3gXsP-lK73dibGpELjTVM9wTFVWP9s8QHP6zSIA5Ow5wYv4bnPvDZU78NuenGGkygST1bo_pv_fi_PmVe3ngHDuqnf/s320/Carta+etnie+Austria_Hungary_1911.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Le varie etnie presenti nell'impero
austro-ungarico nel 1910.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Fondamentalmente <b>ogni alleanza fra potenze europee</b> era <b>valida solo per la difesa</b> da un'eventuale attacco e infatti, alla fine della Grande Guerra<b> nessuno avrebbe riconosciuto di avere attaccato per primo</b>.<br />
<br />
<b>-</b> La crescente<b> rivalità tra gli stati</b> <b>modifica il significato del nazionalismo</b>: l’idea di nazione cessa di essere legata ad un’aspirazione all’unità del continente e si trasforma in esaltazione del “sacro diritto” di ogni popolo a coltivare l’<b>egoismo nazionale</b>.<br />
<br />
<span lang="it-IT"><b>- </b>Il papa <b>Pio </b></span><span lang="en-US" style="font-weight: bold;">X </span><span lang="it-IT"><b>condanna il modernismo</b>, che considera i dogmi idee morali e non verità assolute.</span><br />
<span lang="it-IT"><br /></span><span lang="it-IT">- </span>Nell'<b>impero ottomano</b>, i vari gruppi che costituivano l’opposizione al governo sultaniale, capeggiati dal Comitato “Unione e Progresso” e dalla società “Patria e Libertà” guidata da Mustafa Kemal (il futuro Atatürk) si fusero nel Partito che ordinariamente venne denominato “dei <b>Giovani Turchi</b>”, con un programma fortemente <b>nazionalista e modernizzatore</b> ispirato principalmente al <b>nazionalismo tedesco</b> e alle tesi <b>teistico-scientiste</b> care agli<b> ambienti massonici</b> (le logge massoniche erano penetrate nel mondo musulmano già dalla fine del Settecento, sull’onda dell’entusiasmo suscitato in Egitto dal proclama che il giovane generale Bonaparte aveva pubblicato in Alessandria il 2 luglio del 1798). Le genti anatoliche, pretendevano i “Giovani Turchi”, andavano rigorosamente turchizzate<b> espellendo dalla penisola le minoranze etniche</b> (arabi nel Meridione, turchi e armeni nell’interno, greci sulle coste occidentali); da questo punto di vista – mentre i curdi, iranici e musulmani, venivano soggetti a una specie di turchizzazione unilaterale -, il<b> problema più grave era costituito dagli armeni, che per giunta erano anche cristiani</b>. L’Islam difatti, dal punto di vista non tanto propriamente religioso quanto storico-culturale, stava sempre più divenendo nella prospettiva nazional-progressista turca una parte del progetto di costruzione di una nuova “grande patria turca”. I “Giovani Turchi”, filotedeschi e ammiratori della Germania guglielmina, si andavano dal canto loro distinguendo in <b>nazionalisti </b>“piccolo-turchi e in “grandi turchi” panturanici: una distinzione che <b>ripeteva esattamente quella dei nazionalisti tedeschi</b> in “piccoli tedeschi” che guardavano alla Germania vera e propria e in “grandi tedeschi” pangermanisti che aspiravano all’unione di tutte le stirpi germaniche d’Europa, così come era stato per <b>panslavisti</b>. La fazione dei “Giovani Turchi” che s’ ispirava al pangermanesimo sognava un futuro impero “da Edirne a Samarcanda”, fondato sull’unione in un solo grande stato-nazione di tutte le genti turche a ovest e ad est del Caspio. Non bisogna dimenticare queste aspirazioni, perché nella società turca di oggi esse stanno risorgendo e fanno parte del complesso panorama nazional-religioso dei movimenti che appoggiano il presidente Erdoğan. (Franco Cardini da <a href="https://ytali.com/2016/06/03/a-proposito-del-genocidio-armeno-e-non-solo-2/" target="_blank">https://ytali.com/2016/06/03/a-proposito-del-genocidio-armeno-e-non-solo-2/</a>). Inoltre i dirigenti dei "<b>Giovani Turchi</b>", in particolare Talat Paşa, si macchiarono delle colpe del <b>genocidio armeno</b>, condotto durante la prima guerra mondiale.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.908</b> - L’amicizia del più potente sovrano d’Europa, il Kaiser Guglielmo II, non bastò a proteggere il <b>sultano ottomano</b> dai giovani militari e intellettuali che erano, fra l'altro, a loro volta dei sinceri ammiratori della giovane e fiera Germania imperiale. La<b> rivolta militare di Salonicco </b>capeggiata da un gruppo di giovani ufficiali (i <b>Giovani Turchi</b>) tra i quali si distingueva il leader Enver Bey, nel luglio del 1908, aveva come scopo immediato il ristabilimento della costituzione del 1876 che era stata successivamente sospesa: ma rappresentava in realtà la generale sconfessione del governo di Abdül-Hamit che, nonostante avesse accettato il reintegro costituzionale, fu deposto meno di un anno dopo. Il nuovo sultano Mehmet V dovette affrontare una serie di sollevazioni, dall’Albania alla penisola arabica.<br />
<br />
<b>- </b>In seguito alla presa del potere dei <b>Giovani Turchi </b>nell'impero ottomano, l'<b>Austria-Ungheria </b>si<b> annette </b>la <b>Bosnia-Erzegovina</b>, che era stata controllata legalmente dall'impero asburgico fin dalla stesura del primo trattato di Berlino, nel 1878, quando in seguito al conflitto russo-turco, Romania, Serbia e Montenegro ottennero l'indipendenza. L'annessione provocherà<b> preoccupazione</b> e <b>risentimento da parte </b>della<b> Serbia</b> nei confronti dell'Austria-Ungheria, poiché nei territori della Bosnia-Erzegovina viveva una popolazione di soli <b>serbo</b>-<b>croati</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Nel settembre del 1908, la <b>Grecia</b> si annette Creta e in ottobre di quell'anno, Ferdinando I di Sassonia-Coburgo si proclama czar di <b>Bulgaria</b>, che si stacca così dall'orbita ottomana. Si andava preparando, con l’accordo almeno provvisorio di Austria e Russia - e la riserva di un loro<b> futuro scontro per l’egemonia -</b> la definitiva <b>deturchizzazione</b>, anche formale, <b>dell’intera penisola balcanica</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<b>-</b> (Negli USA) <b>Inizia</b> a Detroit la <b>produzione in massa delle automobili</b> con il Modello T della Ford.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.909</b> -<b> </b>Deluso dall'<b>annessione all'Austria-Ungheria della Bosnia</b> (dove vivevano 825.000 serbi di fede ortodossa e abitavano molti altri sostenitori della causa serba) e costretto a riconoscere tale annessione nel marzo 1909, mettendo così un freno alle agitazioni dei nazionalisti serbi, <b>il governo serbo rivolge le sue mire espansionistiche verso sud</b>, in quella che era la "Vecchia Serbia" (il Sangiaccato di Novi Pazar e la provincia del <b>Kosovo</b>). Alle mire serbe si aggiunsero quelle della Bulgaria, che dopo aver ottenuto l<b>'appoggio della Russia</b> nell'aprile 1909, desiderava annettere i territori ottomani in Tracia e Macedonia. Nel frattempo, il 28 agosto 1909 in <b>Grecia</b>, un gruppo di ufficiali (Stratiotikos Syndesmos) chiesero una riforma costituzionale, la rimozione della famiglia reale dalla guida delle forze armate e una politica estera più decisa e nazionalista con cui poter risolvere la questione cretese e ribaltare l'esito della sconfitta del 1897.<br />
<br />
<b>-</b> In Italia, Filippo Tommaso Marinetti pubblica il "<b>Manifesto del futurismo</b>".<br />
<br />
<b>-</b> <b>Produzione</b> della <b>bachelite</b>, resina sintetica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.910</b> - A seguito delle mire espansionistiche serbe verso la "Vecchia Serbia" del 1909, si verifica l'<b>insurrezione</b> della <b>popolazione albanese in Kosovo</b> (appoggiata dai Giovani Turchi) e, nell'agosto 1910, il <b>Montenegro diventa a sua volta un regno</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Comincia la <b>pubblicazione</b> dei “<b>Principia mathematica</b>” di B. Russell.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<b>Nel 1.911</b> - Guidata dalla forte personalità di Giovanni Giolitti, l'<b>Italia</b> fece progressi notevoli, coronati dalla fortunata <b>guerra italo-turca</b> combattuta tra il settembre del <b>1.911</b> e l'ottobre del 1.912. Tra il 1910 e il 1914 si conseguì la massificazione dell'istruzione secondaria e l'ingresso della donna del mondo del lavoro qualificato (con la "rivoluzione" della macchina da scrivere). Alla vigilia della prima guerra mondiale l'Italia, passando da un'economia prevalentemente agricola a una di stampo industriale, era divenuta la <b>settima potenza industriale del mondo</b> e aveva inoltre dato prova di <b>buone capacità militari</b> nel conflitto contro la Turchia. La <b>guerra italo-turca </b>(nota in italiano anche come guerra di Libia e per i turchi come Guerra di Tripolitania) fu combattuta dal Regno d'Italia contro l'Impero ottomano tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per conquistare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica. Le ambizioni coloniali spinsero l'Italia ad impadronirsi delle due province ottomane che nel 1934, assieme al Fezzan, avrebbero costituito la Libia, dapprima come colonia italiana ed in seguito come Stato indipendente. Durante il conflitto fu occupato anche il Dodecanneso, arcipelago del Mar Egeo; quest'ultimo avrebbe dovuto essere restituito ai turchi alla fine della guerra, ma rimase sotto amministrazione provvisoria da parte dell'Italia fino a quando, con la firma del trattato di Losanna nel 1923, la Turchia rinunciò a ogni rivendicazione, e riconobbe ufficialmente la sovranità italiana sui territori perduti nel conflitto. Nel corso della guerra, l'Impero ottomano si trovò notevolmente svantaggiato, poiché avrebbe potuto rifornire il suo piccolo contingente in Libia solo attraverso il Mediterraneo e la flotta turca non fu in grado di competere con la Regia Marina; gli Ottomani, così non riuscirono ad inviare rinforzi alle loro province nordafricane. Pure se minore, questo evento bellico fu un importante <b>precursore della prima guerra mondiale</b>, perché contribuì al<b> risveglio del nazionalismo nei Balcani</b>. Osservando la facilità con cui gli italiani avevano sconfitto i disorganizzati turchi ottomani, i membri della Lega Balcanica attaccarono l'Impero prima del termine del conflitto con l'Italia. Durante il conflitto italo-turco si registrarono numerosi <b>progressi tecnologici nell'arte militare</b> tra cui, in particolare, l'<b>impiego dell'aeroplano</b> (furono schierati in totale 9 apparecchi) sia come mezzo offensivo che come strumento di ricognizione. Il 23 ottobre 1911 il pilota Carlo Maria Piazza sorvolò le linee turche in missione di ricognizione, e il 1º novembre dello stesso anno l'aviatore Giulio Gavotti <b>lanciò a mano la prima bomba aerea</b> (grande come un'arancia, si disse) sulle truppe turche di stanza in Libia. Altrettanto significativo fu l'<b>impiego della radio</b> con l'allestimento del primo servizio regolare di radiotelegrafia campale militare su larga scala, organizzato dall'arma del genio sotto la guida del comandante della compagnia R.T. Luigi Sacco e con la collaborazione dello stesso Guglielmo Marconi. Infine, il conflitto libico registrò il <b>primo utilizzo nella storia di automobili in una guerra</b>: le truppe italiane furono dotate di autovetture Fiat Tipo 2 e motociclette SIAMT.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Resta il fatto che<b> la Libia</b> è stata <b>un'entità inventata dall'Italia</b> e non era mai stata un'entità politica unitaria, antefatto che potrebbe motivare l'attuale crisi libica. La Libia non ha mai posseduto un tessuto sociale comune fra le varie tribù.<br />
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_vsWdSIKOOYnc8PTS4dt6lcskp4u6lDqXlHqIIxPizMdzGdx_RxD98iWqi4aIInwH_dcQ61UJxI8c7rIrs23NEZaRBamSJILNTeyf1QmtD8js-k690Vis5n0Dr24uYsdDjZ7ZSBpTah0/s1600/kandisky+composition.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_vsWdSIKOOYnc8PTS4dt6lcskp4u6lDqXlHqIIxPizMdzGdx_RxD98iWqi4aIInwH_dcQ61UJxI8c7rIrs23NEZaRBamSJILNTeyf1QmtD8js-k690Vis5n0Dr24uYsdDjZ7ZSBpTah0/s200/kandisky+composition.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Wassily Kandinsky:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Composition".</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> In Germania inizia la sua attività il <b>gruppo espressionista</b> "der Blaue Reiter", con <b>Kandinsky</b> e <b>Klee</b>.<br />
<br />
<b>-</b> A Parigi <b>S. Diaghilev</b> mette in scena il balletto "<b>Petruska</b>".<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> (Negli USA) Il 25 marzo 1.911, a New York, vi fu un incendio della fabbrica Triangle dove <b>148 persone</b>, di cui <b>la maggior parte donne, persero le loro vite</b>... C'è chi pensa che questo tragico evento sia avvenuto l'8 di marzo, da cui l'anniversario della Giornata internazionale della Donna. La "Giornata Internazionale della Donna", nei nostri tempi comunemente definita "Festa della Donna", è un giorno di celebrazione per le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne; una festività internazionale celebrata in diversi paesi del mondo occidentale l'<b>8 marzo</b>. L'8 marzo era originariamente una giornata di lotta, specialmente nell'ambito delle associazioni femministe: una protesta alle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli. Tuttavia nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po' sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata anche, se non soprattutto, da connotati di carattere commerciale e politico: l'usanza di regalare mimose in occasione della festa non è diffusa ovunque.<br />
La <b>prima giornata internazionale della Donna</b> fu celebrata il<b> 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti</b> in seguito alla sua dichiarazione da parte del Partito Socialista Americano. L'idea di istituire una giornata internazionale della donna fu per la prima volta presa in considerazione all'alba del 20° secolo quando la rapida industrializzazione e l'espansione economica portò a molteplici proteste sulle condizioni di lavoro.<b> Nel 1.910 si tenne la prima conferenza internazionale delle donne</b> nell'ambito della <b>seconda internazionale socialista</b> a Copenaghen, nell'edificio del movimento operaio al 69 di Jagtvej, la Folkets Hus (Casa del Popolo) chiamata poi "Ungdomshuset". Qui più di 100 donne rappresentanti di 17 paesi scelsero di istituire una festa per onorare la lotta femminile per l'ottenimento dell'uguaglianza sociale, chiamata "<b>Giornata internazionale della Donna</b>" e la tedesca Rosa Luxemburg propose di celebrarla l'<b>8 marzo</b> di ogni anno a venire; una giornata di lotta per promuovere l'impegno alle pari opportunità e dignità della Donna. L'anno seguente, la giornata mondiale della donna segnò oltre un milione di manifestanti in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera e fu poco dopo, il 25 marzo 1911 che vi fu l'incendio della fabbrica Triangle, che uccise 148 lavoratori, la maggior parte donne. L'insufficienza delle misure di sicurezza è stata considerata la causa dell'alto numero di morti. Questo richiamò l'attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, tema molto caro alle giornate internazionali della donna degli anni seguenti. Più tardi, nel 1913, prima dell'inizio della prima guerra mondiale, le donne di tutta Europa tennero delle marce di pace l'8 marzo.<br />
Le donne russe si ritrovarono a manifestare il 23 febbraio 1917 (l'8 marzo del calendario giuliano) per la morte di circa 2 milioni di soldati russi morti in guerra. Le proteste continuarono per vari giorni fintanto che lo Zar fu costretto ad abdicare ed il governo dovette concedere il diritto al voto anche alle donne. Da quell'anno la festa viene celebrata in una data fissa, mentre precedentemente era festeggiata l'ultima domenica di febbraio. Alcuni sostengono che la data dell'8 marzo deriva da una leggenda sorta fra i circoli comunisti francesi negli anni '50, secondo la quale alcune donne di fabbriche tessili e di confezioni avrebbero condotto tali proteste l'8 marzo di tutti gli anni a partire dal 1857 nella città di New York.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJNP333T3KSomHZaAbe0gd9ZRRORMzYOmRCmzzoliakurKCN6iePaBbJezaIfsT9r96wVrM86bknchpThcz6mNQh10fdlkD5YwUJCAp2IHPMQ4w73xQ0Ip6am8Kvs3Z4-p_aEctiQE5Qo/s1600/mimosa1.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJNP333T3KSomHZaAbe0gd9ZRRORMzYOmRCmzzoliakurKCN6iePaBbJezaIfsT9r96wVrM86bknchpThcz6mNQh10fdlkD5YwUJCAp2IHPMQ4w73xQ0Ip6am8Kvs3Z4-p_aEctiQE5Qo/s200/mimosa1.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Mimosa, il fiore che in Italia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
celebra l'8 marzo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>In Italia</b>, nel secondo dopoguerra, la giornata internazionale della donna fu ripresa e rilanciata dall'UDI (Unione Donne Italiane) associando nel contempo alla data dell'8 marzo l'ormai tradizionale fiore della <b>mimosa</b>. Nell'occidente la giornata mondiale della donna fu commemorata comunque, anche se con sempre meno successo, fino alla nascita del femminismo negli anni '60. Il 1975 fu designato come "Anno Internazionale delle Donne" dalle Nazioni Unite. Le organizzazioni delle donne hanno osservato la giornata internazionale della donna in tutto il mondo l'8 marzo tenendo eventi su larga scala che onorassero gli avanzamenti della donna e ricordassero diligentemente che la continua vigilanza e l'azione sono richieste per assicurare che l'uguaglianza delle donne sia ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita. A partire da quell'anno la Nazioni Unite hanno cominciato a celebrare la giornata internazionale della donna l'8 marzo. Due anni dopo, nel dicembre 1977, l'assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una "giornata delle nazioni unite per i diritti della donna e la pace internazionale" da osservare in un qualsiasi giorno dell'anno dagli stati membri in accordo con le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l'assemblea generale riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe anche l'urgenza di porre fine alla discriminazione ed ad aumentare il supporto alla piena ed eguale partecipazione.<br />
<br />
<b>-</b> Negli<b> USA</b>, già dal 1911, si erano applicate, nelle industrie automobilistiche di Henri <b>Ford</b>, le teorie dell'ing. Frederick Winslow <b>Taylor</b>, pubblicate in “<b>L'organizzazione scientifica del lavoro</b>”: la catena di montaggio, immortalata in “Tempi moderni” da Charlie Chaplin. Ford, inoltre, mise al centro della sua politica aziendale l'idea che solo un'elevata capacità di consumo avrebbe assorbito una massiccia produzione industriale ed iniziò quindi a retribuire lautamente i propri <b>dipendenti </b>(cinque dollari al giorno, una cifra considerevole all'epoca)<b> trasformandoli</b> così in sicuri <b>consumatori</b> delle proprie automobili. Decretò fra l'altro in 8 ore la giornata di lavoro, richiesta che i socialisti europei avevano vanamente avanzato in precedenza.<br />
<br />
<b>Nel 1.912</b> -<b> </b>Iniziano le «<b>guerre balcaniche</b>», che proseguiranno nel 1913. Le <b>guerre balcaniche </b>furono combattute nell'Europa sud-orientale dagli stati componenti la <b>Lega Balcanica</b> (Regno di Bulgaria, Grecia, Regno del Montenegro e Regno di Serbia) dapprima conquistando agli <b>ottomani</b> la Macedonia e gran parte della Tracia per poi <b>scontrarsi tra loro</b> per la spartizione delle terre conquistate. Le promesse disattese ed i malumori furono causati dal <b>mancato completamento del processo di emancipazione</b> delle terre balcaniche da quel che rimaneva dell'Impero Ottomano. I <b>serbi</b>, durante la guerra russo-turca del <b>1877</b>-78, avevano infatti conquistato molti territori mentre la Grecia si era annessa la Tessaglia nel 1881 (anche se poi ne dovette restituire una piccola parte agli Ottomani nel 1897) e la Bulgaria (principato autonomo dal 1878) la provincia della Rumelia orientale nel 1885. Ma anche Serbia, Grecia e Montenegro, nutrivano mire espansionistiche verso i territori che, ancora sotto il dominio ottomano, erano noti con il nome di "Rumelia orientale", la Macedonia e la Tracia. Del resto, già a metà Ottocento, le tensioni fra gli stati balcanici desiderosi di sottrarre terre in Macedonia e Tracia all'Impero Ottomano, avevano spinto le grandi potenze a far sì che lo status quo fosse mantenuto e che le autorità ottomane garantissero l'incolumità delle popolazioni cristiane a loro sottomesse coinvolte nella lotta per la liberazione dal dominio dell'impero ottomano stesso. Queste questioni, tuttavia, si ripresentarono quando nel<b> luglio 1908</b> i <b>Giovani Turchi</b> costrinsero il Sultano a ripristinare la Costituzione ottomana da lui stesso sospesa. Fu così che l'<b>Austria-Ungheria</b> approfittò dell'instabilità politica dell'Impero Ottomano per <b>annettersi</b> la provincia della <b>Bosnia ed Erzegovina</b> (già occupata, in realtà, nel 1878). A sua volta, la<b> Bulgaria</b> si proclamò un regno completamente <b>indipendente </b>(nell'ottobre 1908), mentre<b> i greci </b>procedettero con l'<b>annessione dell'isola di Creta</b> (le grandi potenze, tuttavia, bloccarono quest'ultima operazione).<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Nel 1912, dopo la seconda guerra Balcanica, gli <b>Ottomani</b> sono <b>cacciati dall'Albania</b> e quasi la metà delle terre Albanesi sono assorbite dalla Serbia (Kosovo, Macedonia occidentale), Montenegro, e la punta a sud dalla Grecia (Çamëria). Questa decisione non piacque gli italiani, che non desideravano che la Serbia avesse una linea costiera estesa, ed anche gli Austro-Ungarici non volevano una Serbia potente sul loro confine a sud. Fu deciso che il paese non dovesse essere diviso ma trasformato nel <b>Principato di Albania</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Produzione del <b>cellophan</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>Nel 1.913</b> -<b> </b>All'indomani del congresso di Berlino del 1878, in cui venne ufficialmente riconosciuta come <b>Stato sovrano</b>, la <b>Serbia</b> rimaneva un piccolo paese con poco più di 50.000 km quadrati, con strutture arcaiche e una popolazione di poco inferiore ai 2 milioni di abitanti. Senza accesso al mare, priva di ferrovie, la Serbia era costituita da un'immensa società contadina di piccoli e medi proprietari, le cui attività principali consistevano nella coltivazione dei cereali, nell'arboricoltura e nell'allevamento di maiali. Le poche industrie manifatturiere erano specializzate nella trasformazione di prodotti agricoli. La sola città importante all'epoca era Belgrado, la capitale, con circa 30.000 abitanti. <b>Serbia e Montenegro</b>, che avevano partecipato alle guerre balcaniche (1912-1913) contro Turchia prima e Bulgaria poi, <b>uscendone rafforzati e ampliati territorialmente </b>erano comunque <b>frustrati</b> dal fatto che il progetto di una possibile<b> unificazione dei due Regni fu bloccato</b> <b>dall'Austria-Ungheria</b>. La stessa Austria-Ungheria dichiarò, poco tempo dopo, guerra al Regno di Serbia, a seguito dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando avvenuto a Sarajevo da parte di Gavrilo Princip, un nazionalista serbo-bosniaco, che dette il <b>pretesto</b> che provocò la prima guerra mondiale.<br />
<br />
<b>-</b> La <b>Triplice Alleanza</b>, in scadenza l'8 luglio 1914, era stata <b>rinnovata anticipatamente</b> il 5 dicembre 1912, con l'aggiunta di un particolare<b> protocollo riguardante i Balcani</b>. Proprio in tale contesto, allorquando nel 1913 l'Austria-Ungheria aveva progettato una operazione militare contro la Serbia, l'<b>opposizione dell'Italia</b> lo aveva mandato a monte, esasperando l'avversione di Francesco Ferdinando e del generale Franz Conrad von Hötzendorf e del loro apparato militare.<br />
<br />
<span lang="en-US"><b>-</b> V. </span><span lang="it-IT">Tatlin da inizio al <b>movimento artistico</b> russo del <b>costruttivismo</b>.</span><br />
<span lang="it-IT"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho1M7BcTDpEMVunHKD-FoAsvX50qnQjxFsUe3nAFzinI96XNzdKPlh27jvI1ntAz1ckPo-56qrKBuFmbckbMzEaXXMNDdRHBwnkdVH1VzHx9jAhixIRNI62vH6QoY3xmQGd6D-bUd0DBcx/s1600/Carta+Stati+Balcanici+1914.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho1M7BcTDpEMVunHKD-FoAsvX50qnQjxFsUe3nAFzinI96XNzdKPlh27jvI1ntAz1ckPo-56qrKBuFmbckbMzEaXXMNDdRHBwnkdVH1VzHx9jAhixIRNI62vH6QoY3xmQGd6D-bUd0DBcx/s200/Carta+Stati+Balcanici+1914.png" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta degli stati balcanici nel 1914,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
anno in cui la Bosnia è annessa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
all'impero austro-ungarico.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Le <b>due guerre balcaniche </b>rappresentarono un'<b>importante premessa per lo scoppio della Prima guerra mondiale</b>: fu proprio in seguito all'espansione serba nella regione che l'<b>Austria-Ungheria cominciò ad allarmarsi</b>. Tali <b>timori erano condivisi dalla Germania</b>, che vedeva nella <b>Serbia</b> un <b>prezioso alleato della minacciosa Russia</b>. Dunque, fu proprio l'<b>accresciuta potenza serba</b> a rappresentare una delle principali ragioni che spinsero gli Imperi centrali a <b>decretare l'inizio della prima guerra mondiale</b>. Boris Urlanis, nel suo lavoro "Voini I Narodo-Nacelenie Europi" (del 1960), stimò che le due guerre balcaniche causarono l'uccisione di 122.000 persone durante le operazioni belliche e la morte di altre 20.000 per le ferite riportate durante gli scontri. A questi bisogna poi aggiungere gli 82.000 morti a causa delle malattie.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-53497307103599105172020-05-09T05:14:00.005-07:002020-10-07T03:27:56.626-07:00Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPdYFdbXWWGVjngjrs_xGjEQYgLr2sMKqAfQRRCrQEuiL_y85KdLpZfavesR3XYJsNwcJqk0m_lbgS_Jz06Elx6EQgfnSO249HT1STcNnnWCYpHrNCiuiHYS8idC3rx8M3htu3P6iFGmBl/s1600/1861unit%25C3%25A0+d%2527italia.webp" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1417" data-original-width="1024" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPdYFdbXWWGVjngjrs_xGjEQYgLr2sMKqAfQRRCrQEuiL_y85KdLpZfavesR3XYJsNwcJqk0m_lbgS_Jz06Elx6EQgfnSO249HT1STcNnnWCYpHrNCiuiHYS8idC3rx8M3htu3P6iFGmBl/s200/1861unit%25C3%25A0+d%2527italia.webp" width="144" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
"Domenica del Corriere"</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del 1° gennaio 1961.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.861</b> - Il 18 febbraio<b> si costituisce </b>il <b>regno d'Italia</b>. All'unità d'Italia, Napoleone III fu sentimentalmente favorevole, come lo era - senza sentimento - anche la Gran Bretagna, poiché un'Italia unita avrebbe potuto contrastare la potenza francese. In un tumultuoso precipitare degli eventi, nel 1861 nasce il Regno d'Italia.<b> </b></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b><b>- Abolizione della servitù della gleba in Russia</b>. Le modeste riforme dello zar Alessandro II, che aveva abolito la servitù della gleba, non avevano nemmeno contemplato la creazione di un sistema parlamentare, sia pure di tipo consultivo. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Pasteur </b>perfeziona i suoi <b>studi sui microrganismi patogeni</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.863</b> - A <b>Parigi</b>, al Salon des Refusés, trovano consacrazione le opere dei <b>pittori impressionisti</b>, tra cui Manet, Pissarro, Cézanne.<br />
<br />
<b>-</b> Costruzione della prima <b>ferrovia sotterranea a Londra</b>.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvY1L8UVvkap4_c1RV6mM4WNTZ_L7nz7dN0nkW9s9IKTIZsvclzCtC8b28YuFJGntSP7nvJ6SxmnB3GLiuG-ZJIljnDaUHRRo5bF5H_RuVkOphTMOtQhLydqXbSqd0z6XCSkBldgw84fJx/s1600/CRI.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="113" data-original-width="114" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvY1L8UVvkap4_c1RV6mM4WNTZ_L7nz7dN0nkW9s9IKTIZsvclzCtC8b28YuFJGntSP7nvJ6SxmnB3GLiuG-ZJIljnDaUHRRo5bF5H_RuVkOphTMOtQhLydqXbSqd0z6XCSkBldgw84fJx/s1600/CRI.png" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Simbolo della Croce</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rossa Italiana.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.864</b> - Il 22 agosto si ratifica la<b> prima Convenzione di Ginevra</b>, data che sarà il segno di riconoscimento del simbolo della <b>Croce Rossa Italiana</b>. Il Movimento Internazionale della <b>Croce Rossa</b> e della <b>Mezzaluna Rossa</b> costituisce <b>la più grande organizzazione umanitaria del mondo</b>. L'organizzazione viene spesso indicata con i termini abbreviati Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Il movimento è costituito dal Comitato Internazionale della Croce Rossa con sede a Ginevra, dalla Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e dalle 189 società nazionali individuali. L'<b>8 maggio viene festeggiata</b> la giornata mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, poiché l'8 maggio 1828 nacque <b>Henry Dunant</b>, il <b>fondatore</b>. Nel 1863 Jean Henry Dunant, insieme ad altri quattro cittadini svizzeri (il giurista Gustave Moynier, il generale Guillaume-Henri Dufour e i medici Louis Appia e Theodore Maunoir) crea il "Comitato ginevrino di soccorso dei militari feriti" comunemente chiamato "Comitato dei cinque", predecessore del "Comitato Internazionale della Croce Rossa". Il motivo che spinse Dunant a fondare il Comitato fu la terribile carneficina e la disorganizzazione con cui furono portati i soccorsi durante la battaglia di Solferino (il 24 giugno 1859) a cui lui, banchiere ginevrino che passava da lì durante un viaggio d'affari, assistette. Il "Comitato dei cinque" promosse le idee di Henry Dunant proposte nel suo libro "Un ricordo di Solferino" ed il 26 ottobre 1863 organizzò, a Ginevra, una Conferenza Internazionale, con l'adesione di 18 rappresentanti di 14 Paesi che firmarono, il 29 ottobre dello stesso anno, la Prima Carta Fondamentale contenente dieci risoluzioni che definirono le funzioni ed i mezzi dei Comitati di soccorso. Nacque così il "Movimento Internazionale della Croce Rossa".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7ekSnKpw-EUI7la1Er2dI-QU_ivY2V0T-zzNM39waWjM5lVSNddC_1UFxIbIf6fIjYsSSLuI3RlKrqx_8gv1wq7c-5yKQWICwssinFT1haoPYLf1WmdjzlUIxfT7ZWCVkIgyB9WCMUIuF/s1600/croce+rossa.GIF" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7ekSnKpw-EUI7la1Er2dI-QU_ivY2V0T-zzNM39waWjM5lVSNddC_1UFxIbIf6fIjYsSSLuI3RlKrqx_8gv1wq7c-5yKQWICwssinFT1haoPYLf1WmdjzlUIxfT7ZWCVkIgyB9WCMUIuF/s1600/croce+rossa.GIF" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Croce</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rossa.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Il simbolo della croce fu adottato poiché era quello della Svizzera</b>, ma rossa su fondo bianco (anziché bianca su fondo rosso come nella bandiera svizzera), facilmente riproducibile in una condizione di emergenza, come uno scenario di guerra.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8kUEYBAzCmHpWT8zEj8rdU11ExOYFuDjBoFLAFSzTohWOmfgFOGhu2FsUeEJLUsL38IzjOgDtVmMSNuCvmrbk948vwREK-BlESPXrCouBxPSbpErzXoquNVtD9T6XV97WxRTSeIxiVxnb/s1600/mezzaluna+rossa.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8kUEYBAzCmHpWT8zEj8rdU11ExOYFuDjBoFLAFSzTohWOmfgFOGhu2FsUeEJLUsL38IzjOgDtVmMSNuCvmrbk948vwREK-BlESPXrCouBxPSbpErzXoquNVtD9T6XV97WxRTSeIxiVxnb/s1600/mezzaluna+rossa.GIF" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Mezzaluna</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rossa, che</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nei paesi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
musulmani</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
sostituisce</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
la croce.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il febbraio del 1864, durante la guerra tra la Danimarca e la Prussia, fu la prima occasione per le "<b>Società Nazionali di Soccorso</b>" di <b>intervenire in aiuto dei feriti e delle vittime da entrambi le parti</b>, ma si resero subito conto della difficoltà di intervento e della necessità di un serio impegno da parte degli stati a non colpire il personale e le strutture dedite alla cura delle vittime e dei feriti di guerra. Così, l'8 agosto 1864, il governo elvetico convocò una conferenza diplomatica alla quale parteciparono i rappresentanti di 12 nazioni (di cui gli USA fu l'unico stato non europeo a partecipare). La conferenza si concluse il 22 agosto 1864 con la ratifica della <b>prima convenzione di Ginevra</b> per il miglioramento della sorte dei feriti in battaglia.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Nel<b> 1.864</b> viene fondata l'<b>Associazione internazionale dei lavoratori</b> (A.I.L.), conosciuta anche come <b>Prima Internazionale</b>, un organismo avente lo scopo di creare un legame internazionale tra i diversi gruppi politici di sinistra: socialisti, anarco comunisti, repubblicani mazziniani, marxisti e tra le varie organizzazioni di lavoratori, in particolare operai. Per questo motivo viene anche conosciuta come Associazione internazionale degli operai. L'organizzazione non va confusa con la (bakuniana) Lega Internazionale dei Lavoratori la cui componente anarchica in seguito confluirà nella Prima Internazionale, con una convivenza dibattuta prima della frattura tra anarchici e marxisti in seno all'organizzazione, del 1872. Anarchici e marxisti prenderanno due strade definitivamente indipendenti durante la Seconda Internazionale, nel 1896. Fu fondata nel <b>1864</b> in seguito all'incontro avvenuto due anni prima a Londra tra delegazioni operaie francesi ed inglesi. L'esperienza rivoluzionaria del 1848-49 aveva infatti dimostrato come i problemi dei diversi paesi fossero strettamente legati tra loro. Inoltre veniva considerato necessario un organismo che coordinasse la lotta a livello internazionale così come la repressione veniva coordinata dalle alleanze tra stati. L'Internazionale si pose soprattutto degli obiettivi pratici da conseguire per migliorare la condizione dei lavoratori: tra questi si ricorda la <b>limitazione della giornata lavorativa ad otto ore</b>.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpLmxsMqQ8sPWsni2vVyBZM4wYFPSP1xy9JBxMvi1RS28rgBH5_sj77-4DeTASLHZYDKIBDisZLcx0diG7qpf7iw0wXelhEvruz3lbysqZs8IOc6B9hJJkpIQlHlRyP0Smmw7bhNbKaNId/s1600/Bakunin+Michail.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpLmxsMqQ8sPWsni2vVyBZM4wYFPSP1xy9JBxMvi1RS28rgBH5_sj77-4DeTASLHZYDKIBDisZLcx0diG7qpf7iw0wXelhEvruz3lbysqZs8IOc6B9hJJkpIQlHlRyP0Smmw7bhNbKaNId/s1600/Bakunin+Michail.jpg" width="149" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Michail Bakunin.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questa prima esperienza fu caratterizzata dalla convivenza di più correnti ideologiche: in origine, l'organizzazione conteneva gruppi operai inglesi, anarchici, socialisti francesi e repubblicani italiani, e vedeva al suo interno personaggi noti del tempo come Karl Marx, Michail Bakunin e molti altri. Si accese quindi un intenso dibattito, che portò all'allontanamento dei mazziniani; subito dopo emerse la discussione tra marxisti ed anarchici (proudhoniani prima, Michail Bakunin e seguaci poi). Entrambi rifiutavano lo Stato borghese, ma mentre i primi teorizzavano la conquista della società comunista attraverso le fasi della “dittatura del proletariato”, della proprietà collettiva dei mezzi di produzione che in ultimo avrebbe portato alla società senza classi, gli anarchici puntavano ad un’azione diretta mirante alla disarticolazione e all’estinzione immediata dello Stato e di ogni tipo di istituzione, indipendentemente da chi ci fosse a reggerla. Il confronto tra Marx ed i proudhoniani (Proudhon era morto pochi anni prima) portò all'espulsione di quest'ultimi dall'organizzazione. In seguito, dispute tra Marx e Bakunin, l'esponente anarchico più rilevante nell'Internazionale, portarono ad una rottura tra gli anarchici ed i marxisti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nel 1866 dal 3 - 8 settembre, al I Congresso, a Ginevra (assente Marx), massiccia partecipazione di delegati francesi e svizzeri, oltre ai rappresentanti inglesi e tedeschi, e i delegati del Consiglio generale. Si confrontano e scontrano le tendenze mutualiste e collettiviste. Importante è la risoluzione a favore della lotta per la limitazione della giornata lavorativa a otto ore, che verrà posto come uno degli obiettivi dell'Associazione. Al Congresso dell'Aia (1872), dove si modificarono gli statuti dell'AIL in confermazione delle decisioni prese alla Conferenza di Londra del 1871), vennero espulsi Bakunin e lo svizzero James Guillaume, segnando la rottura definitiva tra le due ali. Gli anarchici si considerarono sempre vittime di un'ingiustizia e, con il sostegno delle federazioni della Spagna, dell'Italia, del Belgio e della Svizzera romanda, decisero di continuare l'Internazionale, ripristinando i suoi statuti e organizzando un nuovo congresso da tenersi a Saint-Imier (Svizzera). Questa internazionale antiautoritaria avrà altri 4 congressi fino al 1877.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Guerra dei Ducati: la <b>Prussia sconfigge la Danimarca</b>.<br />
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.865</b> - (Negli USA) Viene <b>fondato</b> il <b>Massachusetts Institute of Technology</b>.<b> </b></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.866</b> -<b> Terza guerra d'indipendenza in Italia</b>, la <b>Prussia</b>, nel corso del conflitto, <b>vince gli austriaci</b> a Sadowa. Nel 1866, durante il regno di Francesco Giuseppe, l'<b>Impero austriaco venne sconfitto dalla Prussia e dall'Italia</b>. In questo modo perse alcuni territori (tra cui il Veneto) e con essi tutta la sua influenza sulle regioni tedesche e italiane. Per l'<b>Italia</b> fu la <b>terza guerra di indipendenza</b>, uno degli episodi del Risorgimento e il primo conflitto come Regno d'Italia, dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866, nel più ampio quadro della guerra austro-prussiana, della quale rappresentò il fronte meridionale. Il conflitto ebbe origine dalla necessità dell'Italia di affiancare la Prussia nel tentativo comune di <b>eliminare l'influenza dell'Austria sulle rispettive nazioni</b>. Dopo l'attacco della Prussia all'Austria del 15 giugno 1866, così come previsto dal trattato di alleanza italo-prussiana dell'aprile 1866, l'Italia dichiarò guerra all'Austria. Passato il confine, una parte dell'esercito italiano comandata da Alfonso La Marmora fu però sconfitta nella battaglia di Custoza. Né tale insuccesso fu bilanciato dagli eventi successivi, poiché alle vittorie di Giuseppe Garibaldi e la sua avanzata verso Trento seguì per l'Italia un'altra sconfitta nella battaglia navale di Lissa. Nonostante ciò, grazie sia agli accordi presi in precedenza che alla vittoria della Prussia sul fronte settentrionale, nonché all'intervento diplomatico della Francia, al termine della guerra l'Austria cedette formalmente alla Francia il Veneto (oltre a Mantova e a parte del Friuli) che fu girato all'Italia. Un plebiscito confermò l'annessione. L'Italia non riuscì però ad annettersi i territori nel Tirolo meridionale conquistati. Il conseguente<b> indebolimento austriaco</b> si riversò anche negli affari di politica interna, rappresentati in particolar modo dal difficile rapporto con la nazione magiara.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<b>-</b> <b>Nobel inventa la dinamite</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.867</b> -<b> </b>Viene concluso un compromesso tra Austria e Ungheria e, in seguito a lunghe trattative, venne firmato l'Ausgleich ("compensazione"), il 12 giugno <b>1867</b>, che avrebbe<b> diviso lo stato asburgico</b> in Cisleitania (<b>Austria</b>) e Transleitania (<b>Ungheria e Croazia</b>): nasceva così l'<b>Impero austro-ungarico</b>. Pur politicamente uniti, <b>i due regni</b>, riguardo a questioni di politica interna, rappresentavano <b>due entità separate</b>. In base all'Ausgleich, ogni dieci anni veniva deliberato un gran numero di decreti-legge in materia economica, politica e finanziaria, che dovevano regolare i rapporti tra le due parti dell'Impero ed essere approvati sia dalla camera ungherese che dal consiglio imperiale. Con questo compromesso, da una parte vennero quindi smorzate le <b>pericolose tensioni interne</b> tra popolazione austriaca e ungherese, ma dall'altra si creò una significativa divisione che spezzava in due la mastodontica struttura dell'Impero, eliminando la presenza di un unico parlamento centrale. Gli immensi territori gestiti dagli Asburgo riunivano in sé un'infinità di <b>etnie</b>, spesso in contrasto con il governo centrale, che <b>rivendicavano la propria autonomia</b>. Talvolta, come nel caso degli italiani e dei serbi, le spinte autonomiste erano ancora più <b>stimolate dall'esistenza di stati nazionali al di là dei confini dell'Impero</b>. Le varie popolazioni, pur essendo unite dallo stesso desiderio di autonomia, erano spesso in contrasto tra di loro, tanto che si sviluppò una forte convergenza tra nazionalità e stratificazione sociale: la nazionalità più numerosa, ma, soprattutto, più progredita a livello culturale, lo era anche a livello economico, occupando nelle aree urbane le posizioni di maggior rilievo politico e amministrativo; le altre, invece, prevalevano nelle campagne. Spesso le nazionalità di maggior rilievo seguivano una vera e propria politica di oppressione nei confronti delle rispettive minoranze nazionali. In Austria <b>le due popolazioni di maggiore rilievo erano quella ceca</b> (slava)<b> e quella tedesca</b>. La prima continuò a rivendicare fino alla fine dell'Impero la propria autonomia, anelando alla ricostituzione del Regno di Boemia, come ai tempi di Venceslao, mentre l'altra sottolineò sempre il carattere tedesco della monarchia asburgica, considerandosi l'unico stato nazionale legittimo dell'Impero.<br />
<br />
<b>- Karl Marx</b> <b>pubblica</b> il primo volume di “<b>Il Capitale</b>”.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.868</b> -<b> </b>Viene <b>pubblicato “L'idiota” di F. Dostoievski</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.870</b> -<b> Guerra Franco-Prussiana</b>, che si chiuderà con la<b> sconfitta francese </b>a <b>Sedan</b>. La battaglia di Sedan ebbe luogo fra il 31 agosto ed il 1º settembre 1870; fu lo scontro decisivo della prima fase della guerra franco-prussiana (19 luglio 1870 - 10 maggio 1871) e si concluse con il totale accerchiamento e la resa dell'armata francese "di Châlons" al comando inizialmente del Maresciallo di Francia Patrice de Mac-Mahon, e, dopo il ferimento di quest'ultimo, dei generali Ducrot e de Wimpffen. L'imperatore Napoleone III, presente sul campo di battaglia con le sue truppe, fu costretto alla capitolazione, il 2 settembre, insieme ai resti dell'armata, di fronte alla schiacciante superiorità dell'Esercito prussiano guidato dall'abile feldmaresciallo von Moltke. A causa della catastrofe, a Parigi venne rapidamente decisa (il 4 settembre) la <b>deposizione dell'imperatore </b>e la fine del Secondo Impero. In Francia apparve la rima: <b>Napoléon, cedant Sedan cédet ses dents... </b>(Napoleone, cedendo Sedan cedette i suoi denti). La popolazione di Parigi<b> </b>decide di non capitolare ai prussiani e si costituisce in<b> </b>"<b>Comune</b>"<b>, una repubblica popolare</b> che<b> </b>ispirerà il "<b>comunismo</b>" e continua la guerra contro la Prussia. Con la sconfitta di Sedan, Napoleone III non può più proteggere il papa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL9bH-vBTCtLMPY6r8IJ0LX9hilm3HGRhHT-oMYfC60x3KTIlZ7W5DUusrchVUTwrAgs4C45YE_1_t8jNO0ifFDmyG5Ysb1hIpF0tB9hreZf3Pv-xCepGyFBTWCOe23DU6gKYVH7CC_qw/s1600/la+breccia+di+porta+pia.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="169" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL9bH-vBTCtLMPY6r8IJ0LX9hilm3HGRhHT-oMYfC60x3KTIlZ7W5DUusrchVUTwrAgs4C45YE_1_t8jNO0ifFDmyG5Ysb1hIpF0tB9hreZf3Pv-xCepGyFBTWCOe23DU6gKYVH7CC_qw/s320/la+breccia+di+porta+pia.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carlo Ademollo: "La breccia di
Porta Pia" (1880). Il 20</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
settembre 1870, l'apertura della
breccia di Porta Pia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
permise ai soldati italiani di
strappare la città di Roma</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e il Lazio al Papa e di annetterli al
Regno d'Italia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> In <b>Italia</b>, con la <b>conquista di Roma</b>, continua l'unificazione, che si completerà nel 1918.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il <b>XX settembre 1870</b>, dopo varie azioni diplomatiche volte ad acquistare Roma dal Vaticano e approffittando della sconfitta di Napoleone III a Sedan, che difendeva militarmente la Roma papale, <b>i bersaglieri prendono militarmente Roma</b>; ne moriranno 45 contro 19 zuavi della guardia pontificia. Si indirà quindi un referendum per i romani che devono esprimersi se accettare l'inserimento di Roma nel Regno d'Italia o se rimanere sotto il regno del papa re. I voti a favore dell'appartenenza al Regno d'Italia saranno la larga maggioranza, e il papa, ritiratosi in castel Sant'Angelo lancerà un anatema contro i cristiani che collaboreranno con il Regno d'Italia e <b>il sentimento nazionale si manterrà fieramente anticlericale</b>. Solo nelle <b>elezioni politiche del </b>1909, con la collaborazione tra UECI e moderati, il "patto Gentiloni", <b>diversi cattolici si candideranno nelle liste liberali</b>, in cui saranno eletti 21 "deputati cattolici" nelle liste liberali di Giolitti.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il <b>predominio coloniale mondiale</b> della <b>triade anglo-franco-russa</b> nel <b>1870</b> poteva dirsi <b>concluso</b>, ma non erano concluse le pretese delle potenze europee in Africa.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0ePKjYH_h4Z7S3IVINfas3qRmiXTAw6-tCVTHmv9_PM-gNhotx1sV61aJetFMFSw7nYmAz917VkvWAEvTBOGjJszIXsltkd_bcs_tuArcUd9-xDOqrzeBAmEBTf8Xyi-1FAKaEyeoiidJ/s1600/1871+Commune_de_Paris_d%25C3%25A9cret_du_29_mars_1871_sur_les_locataires.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1318" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0ePKjYH_h4Z7S3IVINfas3qRmiXTAw6-tCVTHmv9_PM-gNhotx1sV61aJetFMFSw7nYmAz917VkvWAEvTBOGjJszIXsltkd_bcs_tuArcUd9-xDOqrzeBAmEBTf8Xyi-1FAKaEyeoiidJ/s200/1871+Commune_de_Paris_d%25C3%25A9cret_du_29_mars_1871_sur_les_locataires.jpg" width="164" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Atto della Comune di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parigi del 29 marzo 1871.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.871</b> -<b> </b>Dopo la sconfitta della Comune di Parigi, in Francia torna la repubblica, la Terza Repubblica, mentre la Prussia si unisce ai territori della Germania meridionale<b> formando il Reich (impero) tedesco</b> di Germania con<b> Guglielmo I </b>come <b>Kaiser</b> (imperatore, da "Cesare"). In <b>Germania</b>, dopo la guerra franco-prussiana, durata dal 19 luglio 1870 al 10 maggio <b>1871</b>, tra il secondo Impero francese e il Regno di Prussia, sostenuto dalla Confederazione Tedesca del Nord e alleato con i regni tedeschi del sud di Baden, Baviera e Württemberg, che avevano nel frattempo sancito<b> l'unità dell'impero tedesco</b>, il cancelliere del nuovo Reich,<b> Otto von Bismarck</b>, costruì il suo complesso sistema di alleanze che avrebbe dovuto mettere al sicuro il neonato Impero tedesco, ponendolo alla stessa altezza delle altre grandi potenze europee. Bismarck non aveva alcuna intenzione offensiva o espansionistica ma, al contrario, mirava al consolidamento dei rapporti diplomatici con gli altri paesi europei. Egli stesso aveva definito la Germania uno stato "saturo" che, <b>dopo la vittoriosa guerra franco-prussiana</b>, a conseguenza di cui era sorta la <b>Comune di Parigi</b> e avrebbe permesso <b>ai Savoia l'occupazione di Roma</b>, libera dalle truppe di Napoleone III Bonaparte, aveva finalmente messo a tacere lo scomodo vicino francese che gli aveva ceduto l'<b>Alsazia</b> e buona parte della <b>Lorena</b>. A questo punto il <b>primo obiettivo di Bismarck </b>sarebbe consistito nel far rimanere<b> la Francia</b> in uno <b>stato di permanente incapacità</b>, scongiurando una possibile guerra di rivincita. Il cancelliere raggiunse lo scopo cercando di isolare completamente la repubblica privandola di amici e sostenitori e quindi<b> diresse i propri interessi verso le nazioni delle est</b>: l'Impero russo e l'Impero austro-ungarico, assicurando al contempo la fine di pericolose tensioni nei Balcani.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP5W0mjOiA4xHARVGBi06dusy6gcK1fLFJdvEfOw_k7HYA6CUMy4o0vtSPs44YS7TGSkfmSuIGEZiMKye0giEYMDQmkiymf4Vy3R7qYh-kyE2Wg_ThKI5ojxBSlvPbI_222ETZ2r_06mM/s1600/Nietzsche.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP5W0mjOiA4xHARVGBi06dusy6gcK1fLFJdvEfOw_k7HYA6CUMy4o0vtSPs44YS7TGSkfmSuIGEZiMKye0giEYMDQmkiymf4Vy3R7qYh-kyE2Wg_ThKI5ojxBSlvPbI_222ETZ2r_06mM/s200/Nietzsche.jpg" width="182" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Friedrich Nietzsche.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.872</b> - Pubblicazione di "<b>La nascita della tragedia</b>" di <b>Friedrich Nietzsche</b>. Nell'opera "La nascita della tragedia", la tragedia greca viene vista come massima espressione dello slancio vitale o "spirito <b>dionisiaco</b>", <b>istintivo e irrazionale</b>. Esso, però, si coniuga e nello stesso tempo si contrappone all'<b>apollineo</b>, <b>razionale e astratto</b>.<b> </b>Socrate è considerato da Nietzsche come un pensatore che sottovaluta l'umanità finendo per disumanizzarla in un modello astratto, in quanto padre di una filosofia che prende in considerazione solo la conoscenza razionale e il conseguimento di una virtù ideale. Da questa posizione nasce la radicale critica di Nietzsche verso l'"intellettualismo etico" socratico, considerato negazione della vita nella sua espressione più genuina, libera, istintiva. Altrettanto forte è l'avversione di Nietzsche nei confronti di Platone, che egli considera autore di una concezione del mondo fondata sull'idealità metafisica e sul disprezzo nei confronti della realtà tangibile. Da Platone egli ritiene giustamente esser nata quella continuità ideologica che lega Parmenide, Platone e poi Plotino all'idealismo tedesco dell'Ottocento. Tutta l'opera di Nietzsche sarà incentrata sulla demolizione di ogni metafisica e la critica di ogni idealismo. Nietzsche attacca, quindi, i tradizionali valori fondamentali della società (filosofia, cristianesimo e democrazia), giungendo a mostrare la natura meramente metaforica e prospettica di qualsiasi principio trascendente e della stessa morale, così come di ogni concezione tradizionale. Il suo obiettivo era di smascherare la falsità e l'ipocrisia del sistema culturale su cui si fondava l'Europa dei suoi tempi e in particolare il mondo germanico. Egli individua così la stessa storia dell'Occidente come lungo processo di decadenza dell'uomo, come negazione della vita; l'affermazione della libertà è invece il destino dell'uomo. Destino che dovrà essere perseguito attraverso l'esercizio della volontà di potenza, e che condurrà l'uomo alla condizione di <b>Oltreuomo</b> (l'uomo in grado di oltrepassare se stesso). Del pensiero dell'illustre pensatore si appropriò l'ideologia nazionalsocialista, anche a causa delle manipolazioni messe in atto dalla sorella Elisabeth sul materiale inedito e postumo, in particolare sull'opera edita come "La volontà di potenza"; queste manipolazioni furono in realtà soprattutto di tipo filologico, piuttosto che schiettamente ideologizzate, ma favorirono l'uso che il nazismo fece, successivamente, di alcuni concetti nietzschiani. Nietzsche mostra come i grandi valori della cultura occidentale, quali la verità, la scienza, il progresso, la religione, vadano smascherati nella loro mancanza di fondamento e nella loro natura di mera finzione. C'è nell'uomo una sostanziale paura della creatività della vita, verso la volontà di potenza, che produce valori collettivi sotto la cui giurisdizione la vita viene disciplinata, regolata, schematizzata. Sono "valori che disprezzano la vita", che generano un processo di nullificazione della vita piena e gioiosa, della vita in quanto tale, a favore di un "sembrare" ipocrita e bacchettone. Ecco l'aforisma sulla "<b>Volontà di Potenza</b>"<span style="font-size: small;"> [VP 300]: </span>"Immagino che ciascun corpo specifico aspiri a dominare lo spazio intero, ad estendere la sua forza (la sua volontà di potenza), e a respingere tutto ciò che resiste alla sua espansione. E il processo continua..."<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La storia della cultura occidentale è pertanto la storia del nichilismo, e quindi la storia della decadenza. Il nichilismo è visto da Nietzsche in maniera particolare: esso è il processo per cui i concetti capitali della metafisica (essere, verità, realtà, ecc.) si rivelano infondati e come tali si nullificano nella loro totale inconsistenza filosofica. Nietzsche afferma che il nichilismo passivo (Schopenhauer) coincide con la perdita o sfiducia di fede dell'uomo europeo verso i valori della propria civiltà; coincide con la "diminuzione vitale", con la massa di malattie, con la pazzia, con tare psichiche e fisiche che colpiscono l'umanità. Nel nichilismo viene meno anche la fiducia nella scienza, che ha ispirato il positivismo. L'uomo nichilista è caduto nell'angoscia per aver scoperto che i fini assoluti e le realtà trascendenti non esistono, ma insiste nel perseguirli per omologazione e mancanza di originalità. L'uomo ha dovuto illudersi per dare un senso all'esistenza (si pensi anche a Freud), in quanto ha avuto paura della verità, non essendo stato capace di accettare l'idea che "la vita non ha alcun senso", che non c'è nessun "oltre" di essa e che va vissuta con desiderio e libero abbandono pieno di "fisicità". Se il mondo avesse un senso e se fosse costruito secondo criteri di razionalità, di giustizia e di bellezza, l'uomo non avrebbe bisogno di auto-illudersi per sopravvivere, costruendo metafisiche, religioni e morali. L'umanità occidentale, passata attraverso il cristianesimo, percepisce ora un senso di vuoto, trova che "Dio è morto", cioè che ogni costruzione metafisica vien meno davanti alla scoperta che il mondo è un caos irrazionale. Fino a che non sorgerà l'Oltreuomo, cioè un uomo in grado di sopportare l'idea secondo cui l'Universo non ha un senso, l'umanità continuerà a cercare dei valori assoluti che possano rimpiazzare il vecchio dio (inteso come qualsiasi tipo di realtà ultraterrena e non come semplice entità quale potrebbe essere il Dio cristiano); dei sostituti idolatrici quali, ad esempio, lo Stato, la scienza, il denaro, ecc. La mancanza, però, di un senso metafisico della vita e dell'universo fa rimanere l'uomo nel nichilismo passivo, o disperazione nichilista. È tuttavia possibile uscire dal nichilismo superando questa visione e riconoscendo che è l'uomo stesso la sorgente di tutti i valori e delle virtù della volontà di potenza (nichilismo attivo). L'uomo, ergendosi al di sopra del caos della vita, può generare propri significati e imporre la propria volontà. Chi riesce a compiere questa impresa è l'Oltreuomo, cioè l'uomo che ha compreso che è lui stesso a dare significato alla vita. Attraverso le tre metamorfosi dello spirito, di cui parla nel primo discorso del testo Così parlò Zarathustra, Nietzsche mostra come il motto "Tu devi" vada trasformato dapprima nell'"Io voglio", ed infine in un sacro "Dire di sì", espresso dalla figura del fanciullo giocondo.<br />
Ovviamente il nichilismo attivo non giustifica i modelli valoriali proposti nel corso dei secoli per dare senso alla realtà, poiché questi non sono altro che il frutto dello spirito apollineo e, pertanto, non corrispondono all'effettiva essenza dell'uomo, che è dionisiaco, ossia legato inscindibilmente a quei "valori" (vitalità, potenza) intrinseci alla sua natura terrena.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbCar6QNYN8lknvp5RWlY5P107_CC4QS6lGbSua-787YePBQFcsKQRCUCUccVfgzAEwCRmM_5lkwo-dKfrpvhUVGsNu9Y-tmkSzGgKE7GQbUgozgMDyQFgAQFCczPC0WrIqDIKbR2dpg0/s1600/Claude_Monet,_Impression,_soleil_levant,_1872.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbCar6QNYN8lknvp5RWlY5P107_CC4QS6lGbSua-787YePBQFcsKQRCUCUccVfgzAEwCRmM_5lkwo-dKfrpvhUVGsNu9Y-tmkSzGgKE7GQbUgozgMDyQFgAQFCczPC0WrIqDIKbR2dpg0/s200/Claude_Monet,_Impression,_soleil_levant,_1872.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Claude Monet: "Impressione,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
sol levante" (1872).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il valore fondamentale del suo pensiero è che <b>nella storia, non esistono</b> dei <b>fatti</b>, <b>ma</b> delle <b>opinioni</b>. Per crescere, l'individuo deve lasciare andare i vecchi rifugi dentro se stesso: <b>Dio è Morto</b>. Quindi , non essendoci più porti sicuri e spiegazioni rassicuranti, ci si avvia oltre il senso comune del vivere, evolvendosi nell'<b>Oltre-Uomo</b> (e <b>Oltre-Donna</b>).<b> </b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b></b><br />
<b></b><b>Nel 1.874</b> -<b> </b>II <b>movimento impressionista</b>, con una nuova mostra a Parigi, trova <b>consacrazione ufficiale</b>.<br />
<br />
<b>-</b> (Negli USA) <b>A New York</b> entrano in servizio<b> i primi tram elettrici</b>.<br />
<b> </b><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy1jPkaWsxdkEE23bT2QAonnUHLLFlUv_xsSsIa8S_-u8SCJY6dtj6bRPp9DpRvYrTFHXjMR7W-8d4CSALRZQXmXPINEVNwR5MxXjH7bpQL-I5TySfNEeHhNTZIUMKYM0B1rQgxUf1BzA/s1600/Helena+Blavatsky.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy1jPkaWsxdkEE23bT2QAonnUHLLFlUv_xsSsIa8S_-u8SCJY6dtj6bRPp9DpRvYrTFHXjMR7W-8d4CSALRZQXmXPINEVNwR5MxXjH7bpQL-I5TySfNEeHhNTZIUMKYM0B1rQgxUf1BzA/s200/Helena+Blavatsky.jpg" width="144" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Helena Petrovna</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Blavatsky.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.875</b> - (Negli USA) A New York viene <b>fondata</b> da Helena Blavatsky la <b>Società Teosofica.</b></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.876</b> - In <b>Italia</b>, la <b>Destra </b>Storica <b>cade</b>, lasciando spazio ad un'<b>aggressiva Sinistra</b> che, guidata da Francesco <b>Crispi</b>, voleva portare il paese allo stesso livello delle grandi potenze. Le spese militari subirono un'improvvisa impennata e cominciarono a profilarsi le prime avventure colonialistiche.<br />
<br />
<b>-</b> (Negli USA) <b>A. Bell brevetta il telefono</b>, (<b>inventato</b> nel 1854 da <b>A. Meucci</b>).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.877</b> -<b> </b>(Negli USA) <b>T. A. Edison inventa il fonografo</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.878</b> - <b>Congresso di Berlino sulle colonie</b> e la "<b>questione d'oriente</b>". Dal 13 giugno al 13 luglio <b>1878</b>, nella capitale tedesca si svolse il Congresso di Berlino, promosso dall'Austria e accettato dalle altre potenze europee, per rettificare il trattato di Pace di Santo Stefano, con il quale la <b>Russia</b>, dopo aver sconfitto l'impero ottomano nella Guerra del 1877-1878, aveva <b>accresciuto il suo potere nei Balcani</b>. Il Congresso rettificò, rispetto alla Pace di Santo Stefano, la destinazione dei territori turchi in Europa: ridimensionò e divise la nascente <b>Bulgaria</b>, <b>satellite della Russia</b>, e stabilì l'amministrazione austriaca della Bosnia. Confermò invece l'<b>indipendenza </b>della <b>Romania</b>, della <b>Serbia</b> e del <b>Montenegro</b>. La <b>Germania</b>, che fece da mediatrice, per aver scongiurato la grave crisi fra la Russia e l'Austria aumentò il suo prestigio ma <b>incrinò i suoi rapporti con la Russia</b> che non fu soddisfatta dei negoziati. La Turchia, pur perdendo estesi territori, limitò i danni rispetto alla Pace di Santo Stefano. Oltre alla Russia, alla Turchia, all'Austria e alla Germania, al Congresso di Berlino parteciparono la Gran Bretagna, la Francia e l'Italia. Le decisioni prese costituirono il Trattato di Berlino.<br />
<br />
<b>-</b> A <b>Londra</b> prime <b>strade</b> con <b>illuminazione elettrica</b>, che sostituiva l'illuminazione a<b> olio di balena</b>. Finiva così l'epopea delle baleniere britanniche che cacciavano i cetacei negli oceani che avevano ispirato la leggenda di <b>Moby Dick</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.879</b> - Se il progetto di <b>Bismark</b> (isolare la Francia e aprirsi verso le nazioni delle est: l'Impero russo e l'Impero austro-ungarico) non venne ostacolato dall'<b>Austria</b>, con la quale la <b>Germania</b> stipulò un'<b>alleanza difensiva</b> nel <b>1879</b>, l'attrito con il primo ministro russo Gorčakov e le conseguenze della vittoria russa nella guerra russo-turca del <b>1877</b>, resero <b>difficili le trattative con l'impero zarista</b>.<br />
<br />
<b>- Nell'impero austro-ungarico</b>, l'unico modo efficace per tenere a bada le <b>spinte rivoluzionarie</b> interne, stava in un'energica amministrazione centrale, in grado di neutralizzarle facendo leva sugli <b>antagonismi tra le nazionalità</b>. Questa fu la linea politica adottata dal conte Eduard Taaffe, che <b>dal 1879</b> al 1893 ricoprì la carica di primo ministro. Con la politica del <b>pugno di ferro</b> controllò rigidamente la stampa, arrestando in tempo lo sviluppo di movimenti prima liberal-borghesi e poi social-democratici (1886). I primi segnali di cedimento di questa fragile struttura cominciarono ad apparire nel 1890, nell'occasione in cui la politica dell'Ausgleich affrontava il problematico rapporto tra le nazionalità ceca e tedesca. Taaffe trattò l'Ausgleich solo con i rappresentanti del partito conservatore dei Vecchi Cechi, molto meno radicale nelle questioni di nazionalità rispetto a quello dei <b>Giovani Cechi</b>, guidato da Karel Kramář. Già nell'elezioni dell'anno successivo, quest'ultimo riuscì a conquistare i <b>tre quarti dei seggi del parlamento boemo</b>, rendendo i rapporti con il conservatore Taaffe inesistenti e decretandone la fine. Con le dimissioni di Taaffe, gli successe Alfred III di Windisch-Grätz, che fece approvare una riforma elettorale che riuscì a sistemare la situazione, pur sempre in equilibrio precario. Se nella zona transleitanica (Ungheria e Croazia) le spinte indipendentiste preoccupavano il potere centrale, in quella cisleitanica (Austia) lo sviluppo interno era dominato dai contrasti nazionalistici tra partiti cechi e tedeschi, che non davano speranze di raggiungere un compromesso, reso impossibile dalla inconciliabilità delle proposte dell'una e dell'altra fazione. Per migliorare la situazione, Francesco Giuseppe assegnò la carica di primo ministro al conte Kazimierz Badeni. Questi, con <b>riforme atte a diffondere in tutto il territorio moravo e boemo il bilinguismo </b>per tutti gli uffici, ottenne esattamente l'effetto contrario, acuendo ancora l'<b>odio tra le due nazionalità</b>. Seguirono quindi dimostrazioni in tutti i territori da parte di tedeschi e cechi. Essendo in minoranza nel consiglio imperiale, i tedeschi assunsero una politica di ostruzionismo che rese impossibile qualsiasi lavoro parlamentare e Badeni decise di usare il pugno di ferro rendendo possibile la temporanea sospensione dei parlamentari dell'opposizione. Così però, spinse i socialdemocratici ad abbracciare la causa tedesca, costringendo il primo ministro alle dimissioni. I governi successivi (Gautsch e Thun), pur cercando di ammorbidire la situazione, non ci riuscirono e il clima sociale si manteneva pericolosamente esplosivo. Nella zona cisleitanica ormai non esisteva più un ordine costituzionale e il frazionamento della monarchia danubiana sembrava inevitabile. I <b>cechi </b>costituirono un<b> partito nazional-socialista</b> che premeva per l'indipendenza di uno stato ceco e i <b>tedeschi</b>, erano capeggiati dall'<b>antisemita</b> radicale Georg von Schönerer, che entusiasmava i seguaci con l'idea di una <b>possibile annessione al Reich</b>. La situazione continuò a rimanere instabile sino al governo Koerber (<b>1899</b>-1904). Ernest von Koerber riuscì a raggiungere una certa stabilità manovrando abilmente l'opinione pubblica, con l'introduzione di un'assicurazione contro l'invalidità e la vecchiaia e con la riduzione della giornata lavorativa dei minatori a nove ore. Limitandosi a risolvere problemi amministrativi, non avrebbe certo assicurato pace e stabilità per gli anni successivi.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<b>-</b> (Negli USA) <b>T. A.</b> <b>Edison brevetta la lampadina</b>.<br />
<br />
<b>Nel 1.880</b> - Dal 1880, <b>Germania e USA </b>si distinguono come <b>società industriali emergenti</b>. Mentre il <b>Regno Unito</b> detiene da sempre la leadership nei processi industriali, eccelle nel trattamento dell'acciaio e in particolar modo nell'<b>ingegneria ferroviaria</b>. La <b>Francia</b> si dedica all'<b>ambito finanziario</b> esportando capitali nei paesi emergenti mentre l'<b>impero germanico</b> finanza la propria <b>industrializzazione</b> industrializzando le sue<b> aree d'influenza nell'Europa orientale</b>.<br />
<br />
<b>-</b> (Negli USA) Charles Russell fonda il movimento evangelico dei <b>testimoni di Geova</b>.<br />
<br />
<b>Nel 1.881</b> - La tensione politica sui<b> Balcani </b>si stabilizzò temporaneamente con la nascita dell'<b>alleanza</b> fra <b>Germania</b>, <b>Russia</b> e <b>Austria</b>.<br />
<br />
<b>-</b> Riguardo alla politica estera, sin <b>dagli anni settanta dell'800</b> la <b>Russia </b>aveva avviato un <b>processo espansionistico</b> che l'aveva messa in contatto particolarmente con le nazioni dell'est. Nel <b>1877</b>-1878 la vittoria nella guerra russo-turca le consentì la conquista della Bessarabia mentre già nel <b>1875</b> aveva strappato l'isola di Sachalin, nel Pacifico, alla Cina. In questo modo l'impero russo andava sviluppandosi sulle coste dell'Oceano Pacifico, entrando in contatto con nuove potenze, quali gli Stati Uniti (a cui vendette l'Alaska) e il nascente Giappone, con cui entrò in conflitto nel 1904. Tuttavia questa fase di espansione territoriale terminò nel 1905, quando ulteriori avanzamenti avrebbero scatenato conflitti di ampia portata. L'ultima conquista fu la regione dell'Amur, su cui dovette ripiegare dopo aver perso ogni speranza in Manciuria e in Corea con la guerra russo-giapponese. Nel <b>1881</b>, comunque, lo zar "buono" finì vittima di un attentato e con Alessandro III ogni ulteriore tentativo riformista venne arrestato. Nel 1894 gli successe il figlio, Nicola II, che diede il via ai primi deboli tentativi di un regime parlamentare</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.882</b> -<b> Triplice alleanza</b> tra <b>Austria, Germania e Italia</b>. L'<b>Italia</b>, <b>fino al</b> <b>1876</b> era stata<b> governata dalla destra</b> dello schieramento parlamentare. Favorevoli alla cosiddetta "Italietta", i conservatori cercarono di favorire lo sviluppo interno del paese, tenendolo lontano da pericolose ambizioni espansionistiche e da alleanze scomode. Il ministro degli esteri Visconti Venosta, nel 1873 affermava: «Se l'Italia fosse aggredita dalla Francia sarà la Germania a correrle spontaneamente in aiuto, perché ciò è nel suo interesse. Legata da patti alla Germania, l'Italia potrebbe invece essere costretta ad una guerra d'aggressione, non in qualità di alleato, ma di sgherro». A partire <b>dal 1862</b> vennero presi provvedimenti atti a ridurre al minimo le spese militari, anche su spinta dello stesso Bismarck e nel <b>1882</b> l'Italia confluì nell'alleanza tra Germania e Austria. I due imperi centrali si assicurarono così un alleato per un possibile conflitto con la Francia. Nacque in questo modo il <b>primo ampio blocco politico europeo</b>, la <b>Triplice alleanza</b>, sotto la cui protezione l'anno seguente si posero anche i regni di Romania, Serbia (tramite l'Austria) e Spagna (tramite l'Italia).<br />
<br />
<b>-</b> Visto che Gran Bretagna, Francia e più timidamente anche la Germania, si erano assicurate ampie conquiste in Africa, anche l'<b>Italia</b> cercò il suo spazio nel corno d'Africa.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1FKYIR_1XqPCKzhOIIYnX-w-2AcVeSSz8dW8tjbUNuhmzp7sp_Fgf6SknVDNllTC041WioKsNbTDw3MsyxbNYRgP2OO4CtsMd773YKxrMLgIkoAoTq5dL3JlaKOR459xyP2y9UNMvj-3X/s1600/1896+adua+battaglia.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1FKYIR_1XqPCKzhOIIYnX-w-2AcVeSSz8dW8tjbUNuhmzp7sp_Fgf6SknVDNllTC041WioKsNbTDw3MsyxbNYRgP2OO4CtsMd773YKxrMLgIkoAoTq5dL3JlaKOR459xyP2y9UNMvj-3X/s320/1896+adua+battaglia.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La battaglia di Adua in un celebre
dipinto etiope.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Anche il poeta romagnolo e socialista Giovanni Pascoli, reclamava <b>un posto al sole</b> per l'Italia.<br />
Nel <b>1.882</b> il Regno d'Italia acquistò dalla compagnia Rubattino la baia di Assab, iniziando così la penetrazione nell'area e iniziò così la <b>campagna d'Eritrea</b>, in un clima di ottimismo che venne stroncato durante la battaglia di Adua, dove, all'alba del 1º marzo 1896, i 15.000 soldati del generale Oreste Baratieri vennero travolti dagli oltre 100.000 guerrieri di Menelik II. La <b>finale annessione dell'Eritrea e della Somalia</b> non poterono compensare le<b> enormi spese militari </b>che <b>ritardarono</b> inevitabilmente <b>il decollo industriale </b>italiano. Il <b>cattivo utilizzo dei capitali </b>ebbe inevitabili ripercussioni in tutto il paese.<br />
<br />
<b>-</b> La <b>corsa alle alleanze</b> scatenata da Otto von Bismarck, che aveva allargato l'alleanza fra la Germania e gli Asburgo all'Italia, (la <b>triplice alleanza</b>) nel tentativo di spegnere nei francesi ogni velleità di rivincita per la sconfitta patita nel 1871 e pensata anche in senso anti russo, sbarrando allo zar ogni possibilità di mettere piede nel Mediterraneo, per reazione, vide sancita un'<b>alleanza tra Francia e Russia </b>nel 1893 alla quale si aggiunse, nel 1907, la <b>Gran Bretagna</b> (la <b>triplice intesa</b>).<br />
<br />
<b>-</b> (Negli USA) <b>Prima centrale idroelettrica</b> nel Wisconsin.<br />
<b><br /></b><b>Nel 1.884</b> - II <b>Trattato di Berlino</b> definisce la <b>spartizione dell'Africa tra le potenze Europee</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Viene <b>perfezionata la mitragliatrice Maxim</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.885</b> -<b> </b>In Germania, <b>Daimler e Benz</b> mettono a punto i primi <b>motori a scoppio</b>.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel</b> <b>1.886 </b>- Donata dalla Francia, viene installata a New York, la <b>statua della Libertà</b>.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.887</b> -<b> </b>L'<b>alleanza fra i tre imperi </b>austro-ungarico, tedesco e russo mutò con il <b>Trattato di controassicurazione</b>, che assicurava la neutralità di Germania e Russia nel caso che uno dei due si fosse trovato in guerra con una terza potenza. Riguardo ai rapporti con la Gran Bretagna, Bismarck tendeva a semplicemente a evitare che stringesse un'alleanza con Francia e Russia. Finché durò il governo liberale di Gladstone, Bismarck continuò a mantenere le distanze dal paese, al quale si riavvicinò con il ritorno del partito conservatore di Lord Salisbury, proponendo un'alleanza formale, inizialmente accolta con soddisfazione ma poi rifiutata, temendo che tale impegno internazionale potesse legare le mani al paese.<br />
<br />
<b>-</b> Con l'umiliante <b>sconfitta di Sedan del 1871</b>, nella guerra franco-prussiana, in <b>Francia</b> era crollato definitivamente il sogno di una nuova egemonia francese. Il nuovo governo che s'instaurò, la Terza Repubblica, presentò sin dal principio debolezze strutturali tali da portare il paese, anche a causa di gravi crisi e scandali, sull'orlo della rovina totale. La Francia fu guidata dal partito repubblicano, perlopiù sostenuto dall'<b>alta borghesia</b> che, ispirandosi all'ideale del "laissez-faire" e del "juste-milieu", operava in nome di un'economia prospera, da difendere anche <b>a scapito dei ceti meno abbienti</b>. A questo schieramento di centro si opponevano i radicali, sempre alla ricerca di riforme egualitarie e i conservatori, nazionalisti e nostalgici della monarchia. Dopo la breve <b>parentesi boulangista</b>, la situazione politica <b>si normalizzò</b> con la <b>presidenza di Sadi Carnot </b>nel <b>1887</b>. Georges Ernest Jean-Marie<b> Boulanger</b> (Rennes, 29 aprile 1837 - Ixelles, 30 settembre 1891) è stato un generale e politico francese. Era entrato nell'esercito nel 1856 e prestò servizio in Algeria, Italia, Cocincina e nella guerra franco-prussiana, guadagnandosi una buona reputazione. Fu promosso generale di brigata nel 1880 e nel 1882 fu nominato ispettore della Fanteria al Ministero della Guerra, cosa che gli permise di farsi un nome come riformatore militare. Nel 1884 venne assegnato al comando dell'armata che occupava Tunisi, ma venne richiamato a causa delle differenze d'opinione con Pierre-Paul Cambon, funzionario politico della città. Ritornato a Parigi, iniziò a prendere parte alla vita politica sotto l'egida di Georges Clemenceau e del Partito Radicale. Nel gennaio 1886, quando Freycinet venne portato al potere grazie al sostegno del leader radicale, a Boulanger venne affidato l'incarico di Ministro della Guerra. Fu al Ministero della Guerra che Boulanger ottenne notorietà. Egli introdusse delle riforme a vantaggio dei soldati e si appellò al desiderio francese di rivincita contro l'Impero tedesco. Facendo ciò, finì per essere visto come l'uomo destinato a portare avanti tale rivincita. Con la sconfitta politica di Freycinet, nel dicembre 1886, venne confermato ministro da René Goblet, ma fu costretto ad andarsene nel 1887 e in seguito fu anche privato del suo comando nell'esercito, per via di accuse di insubordinazione. A dimostrazione del fatto che era difficile mettere a tacere una persona rispettata, Boulanger venne prontamente eletto alla Camera, con un programma che chiedeva la riforma della costituzione. Alla Camera faceva parte della minoranza e le sue azioni erano dirette al mantenimento della sua immagine pubblica. Né il suo fallimento come oratore, né la sua sconfitta in un duello con Floquet, allora un anziano civile, ridussero l'entusiasmo del suo seguito popolare. Durante il 1888 la sua personalità fu la caratteristica dominante della politica francese, e quando rassegnò il suo seggio, come protesta contro il ricevimento avuto alla Camera delle sue proposte revisioniste, gli elettori gareggiarono l'uno contro l'altro per sceglierlo come loro rappresentante. Il "movimento" Boulangista marciò quindi a pieno ritmo. I bonapartisti si erano collegati al generale, e anche il Conte di Parigi incoraggiò i suoi seguaci ad appoggiarlo. Il suo nome era il tema della canzone popolare "C'est Boulanger qu'il nous faut". Boulanger e il suo cavallo nero divennero gli idoli della popolazione parigina e il generale venne invitato a concorrere per la presidenza. Accettò, ma la sua ambizione personale gli alienò ben presto i suoi sostenitori repubblicani, che vedevano in lui un potenziale dittatore militare. Diversi monarchici comunque gli diedero sostegno finanziario, nonostante che Boulanger si vedesse più come un futuro dittatore che come un restauratore della monarchia. Nel gennaio 1889, un colpo di Stato sembrava realizzabile, dato che Boulanger era ormai divenuto una minaccia per la repubblica parlamentare. Se si fosse messo immediatamente alla testa di una rivolta, avrebbe potuto effettuare il "coup d'état" su cui avevano lavorato i cospiratori e avrebbe potuto governare la Francia, ma il momento propizio passò. Poco dopo il governo francese emise nei suoi confronti un mandato di arresto per tradimento. Tra lo stupore dei suoi amici, il 1º aprile fuggì da Parigi, prima che il mandato venisse eseguito, andando prima a Bruxelles e poi a Londra. Dopo la fuga, il sostegno di cui godeva si ridusse, e i boulangisti vennero sconfitti nelle elezioni generali del luglio 1889. Lo stesso Boulanger, essendo stato processato e condannato in contumacia per tradimento, andò a vivere in Inghilterra, nel Jersey, prima di tornare al Cimitero di Ixelles, a Bruxelles, nel settembre 1891, per suicidarsi con un colpo di pistola alla testa sulla tomba della sua amante, Madame de Bonnemains (nata Marguerite Crouzet), che era morta nel luglio precedente. Boulanger venne così sepolto nello stesso cimitero.<br />
<br />
<b>Nel 1.888</b> -<b> </b>A Belfast, nell'Irlanda del Nord, <b>Dunlop inventa i pneumatici</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.889</b> -<b> </b>Viene fondata a Parigi, dai partiti socialisti e laburisti europei, l'organizzazione <b>Seconda Internazionale</b>, scioltasi nel 1916, ma di fatto il 4 agosto 1914. L'Internazionale Socialista si prefiggeva di essere la centrale di coordinamento fra i partiti nazionali collegati al movimento operaio; proponeva riforme nel campo economico e della legislazione sociale, oltre a propugnare una politica antimilitarista. Erede della Prima Internazionale, al contrario dell'organismo che la precedette, fu dominata dal Partito Social Democratico tedesco, di indirizzo riformista. I primi rimanevano fedeli alle teorie marxiste (Karl Kautsky), arrivando però ad operare una distinzione tra il fine ultimo del movimento (la società senza classi) e gli obiettivi immediati della lotta (il cosiddetto programma minimo: suffragio universale, giornata lavorativa di 8 ore), tipici del riformismo; gli altri predicavano una revisione delle stesse teorie (Eduard Bernstein) sulla base degli avvenuti mutamenti nel sistema non presi in considerazione da Marx. Bernstein infatti faceva notare che il capitalismo non si era avviato alla crisi, ma era riuscito a superarla e ad evitare il crollo, molti videro in questo un errore nella teoria marxiana, dato che Marx diceva che ci sarebbe stata una crisi nel sistema capitalistico.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIxqgQKAk8QVKT5TdwS4o7Kj9xq4omZIqeVD_OWYR85ZyqaWh8C1EeotY9YZjlGAzIaqDo8PY1G-Alsz0VGv4_CtB9wJCWoH-4s2OkXW9NEvNG9qw-f9tHdGPwFvLKAgqiSKVHKfDNSAYx/s1600/Bernstein_Eduard_1895.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIxqgQKAk8QVKT5TdwS4o7Kj9xq4omZIqeVD_OWYR85ZyqaWh8C1EeotY9YZjlGAzIaqDo8PY1G-Alsz0VGv4_CtB9wJCWoH-4s2OkXW9NEvNG9qw-f9tHdGPwFvLKAgqiSKVHKfDNSAYx/s1600/Bernstein_Eduard_1895.jpg" width="149" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Eduard Bernstein.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per Bernstein, in Marx c'erano ancora residui hegeliani, nella dialettica, che si pone a generalizzazioni eccessive, che non tengono conto della realtà e creano illusioni quali il crollo del sistema capitalista. Oltre che da questa discussione, l'internazionale va ricordata per essere fondamentalmente una federazione di partiti, cassa di risonanza delle diverse problematiche nazionali. Il Partito Socialdemocratico Tedesco fu senza dubbio il più influente ed il modello per molti altri partiti socialisti europei. Questa sua struttura federalistica sarà però anche la causa della sua dissoluzione. Negli anni immediatamente precedenti alla Prima guerra mondiale infatti, l'<b>Internazionale iniziò a dividersi fra leader e correnti che perseguivano la politica di opposizione alla guerra</b>, come Rosa Luxemburg, e chi invece solidarizzava, per vari motivi, con le ragioni che i propri paesi portavano avanti sul tavolo diplomatico e che furono poi all'origine dell'esplosione del conflitto nel 1914. Il dissidio principale era fra chi si opponeva alla guerra ritenendo che avrebbe portato solo lutti e sofferenze ai lavoratori, destinati a costituire il grosso degli eserciti, e chi riteneva che invece avrebbe accelerato la crisi del sistema capitalistico, avvalorando la teoria di Marx e spianando la strada alla rivoluzione. La confederazione entrò in crisi e si sciolse con il voto favorevole alla Grande Guerra dato dal partito socialdemocratico tedesco, che violava il comune rifiuto alla guerra imperialista e borghese accordato precedentemente. In seguito vi fu inoltre il tentativo di Max Adler, Karl Kautsky ed Eduard Bernstein, non pronunziatisi né a favore né contro la guerra, di mantenere in vita l'organizzazione sotto il nome di Unione dei Partiti Socialisti per l'Azione Internazionale o Unione internazionale socialista o Internazionale di Vienna (detta spregiativamente dai marxisti "Internazionale due e mezzo").<br />
<br />
<b>-</b> <b>A Parigi</b>, in occasione dell'Esposizione Universale, viene costruita la <b>Torre Eiffel</b>.<br />
<b><br /></b><b>Nel 1.890</b> -<b> Dimissioni di Bismarck</b>, forzate dal Kaiser Guglielmo II.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.891</b> - Viene <b>pubblicato </b>“<b>Il Ritratto di Dorian Gray</b>” di<b> Oscar Wilde</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.893</b> - La <b>corsa alle alleanze </b>scatenata da Otto von Bismarck, che nel 1882 aveva allargato l'alleanza fra la Germania e gli Asburgo all'Italia, (la <b>triplice alleanza</b>) nel tentativo di spegnere nei francesi ogni velleità di rivincita per la sconfitta patita nel 1871 e pensata anche in senso anti russo, sbarrando allo zar ogni possibilità di mettere piede nel Mediterraneo, <b>per reazione</b>, vide <b>sancita un'alleanza tra Francia e Russia</b> nel <b>1893</b> alla quale si aggiunse, nel 1907, la <b>Gran Bretagna</b> (<b>la triplice intesa</b>).<br />
<br />
<b>-</b> (Per gli USA) Forse, <b>Nikola</b> <b>Tesla inventa la radio</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizaGH3ZaVjoLnGLb1sdglIzot1xTCXG15SLlrmoY6nii147_bqQ7k31ZDFOxR3bNVlZ2HUIMk1UVXgFEzCKe7Of-53_vRktCPmprMkasIeimYsDeNDFx4_myH_IZ259bttHAPeQXfEG2_G/s1600/tesla.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizaGH3ZaVjoLnGLb1sdglIzot1xTCXG15SLlrmoY6nii147_bqQ7k31ZDFOxR3bNVlZ2HUIMk1UVXgFEzCKe7Of-53_vRktCPmprMkasIeimYsDeNDFx4_myH_IZ259bttHAPeQXfEG2_G/s200/tesla.GIF" width="148" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Nikola Tesla.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Secondo una sentenza della corte statunitense, non riconosciuta in ambito internazionale, il primo a costruire una radio (mezzo con cui avviene la trasmissione di contenuti sonori fruiti in tempo reale da più utenti situati in una o più aree geografiche, predisposte da apposite reti di telecomunicazione) fu Nikola Tesla nel 1893 in una conferenza pubblica a St.Louis, Missouri. Secondo la corte, l’apparato che Tesla usò conteneva tutti gli elementi che erano incorporati nei sistemi radio prima della sviluppo della “valvola termoionica”. Da precisare che comunque, il presunto apparato costruita da Tesla, non è riuscito a trasmettere né a ricevere segnali e la sentenza è stata emessa dagli U.S.A. e non viene riconosciuta da nessun altro stato non U.S.A. Infatti, l'opinione mondiale conserva la certezza, dimostrabile da libri e da documentazione storica, che prova che <b>l'inventore della radio fu</b> <b>Julio Cervera</b>, che secondo recenti ricerche, ha sviluppato la radio<b> undici anni prima di Marconi</b>. È vero che Marconi ha inventato il telegrafo senza fili, ma per trasmettere i segnali, senza nessun suono. Julio Cervera Baviera trasmise la voce umana senza fili tra Alicante e Ibiza <b>nel 1902</b>. Tuttavia, va tenuto a mente che 15 anni prima di Marconi e 4 anni prima Julio Cervera, Nikola Tesla aveva già fatto diversi spettacoli e pubblicazioni sui principi della radio. Dopo la contesa sul brevetto Marconi, Nikola Tesla andò in tribunale con Marconi e vinse la causa davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti, essendo riconosciuto come il vero inventore della radio.<br />
<br />
<b>- Il primo paese</b> a <b>riconoscere il suffragio universale femminile</b> fu la <b>Nuova Zelanda</b> nel <b>1.893</b>. <b>Negli Stati Uniti</b>, a partire dal 1869, si verificarono movimenti analoghi a quelli inglesi, ma le donne riuscirono a ottenere il suffragio universale <b>solo nel 1920</b>, dopo la fine della prima guerra mondiale. Tra le leader del movimento statunitense deve essere ricordata Alice Paul. <b>In Germania</b> le donne ottennero tale diritto <b>nel 1919</b>. In diversi altri paesi la conquista del suffragio universale fu più tortuoso. <b>La Francia</b>, ad esempio, che pure aveva avuto già nella rivoluzione francese una prima presa di coscienza, concesse il diritto solo<b> nel 1945</b>. La <b>Svizzera</b> riconobbe il diritto di voto alle donne solo <b>nel 1971</b>. In Italia il percorso fu in parte rallentato dalla unificazione avvenuta solo nel 1861. Nel 1919 le donne ottennero l'emancipazione giuridica, e pure papa Benedetto XV si pronunciò pubblicamente favorevole al diritto di voto alle donne. <b></b><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4I-rGBMdSdJA47d8BsBeIgCmoOR2z4hUTLDN3Y-ksSzrTtFygrViLDLKxbZG0-IHfLGbIq9HlVJ9hJP8cZa9fu1Jsq3XVeW7d_QanJUiTMcHVUC2D3vbfP3Ch7mvCrWfi-P99_ZXRGj8/s1600/Anna_Kuliscioff_c_1907.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4I-rGBMdSdJA47d8BsBeIgCmoOR2z4hUTLDN3Y-ksSzrTtFygrViLDLKxbZG0-IHfLGbIq9HlVJ9hJP8cZa9fu1Jsq3XVeW7d_QanJUiTMcHVUC2D3vbfP3Ch7mvCrWfi-P99_ZXRGj8/s1600/Anna_Kuliscioff_c_1907.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Anna Kuliscioff (1907).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
Storicamente, ai primi nuclei femminili organizzati di inizio '900, aderirono inizialmente le donne della borghesia, alle quali si affiancarono successivamente cattoliche e socialiste. Tra queste ultime, da ricordare in modo particolare: Giuditta Brambilla, Carlotta Clerici e Anna Kuliscioff. Fu solo <b>il 30 gennaio 1945</b>, quando <b>l'Italia</b> era ancora in guerra, che il Consiglio dei Ministri dell’Italia Libera presieduto da Bonomi approvò il decreto legge De Gasperi-Togliatti, che prevedeva il diritto di voto esteso a tutti gli italiani che avessero 21 anni compiuti. Le donne votarono, per la prima volta,<b> il 2 giugno 1946</b>, per l'elezione dell’Assemblea costituente e per il Referendum per la scelta tra monarchia e repubblica. Il principio, stabilito dal decreto legge del 1945 e firmato dal Luogotenente generale del Regno Umberto di Savoia, venne ripreso in seguito dalla Carta costituzionale italiana, entrata in vigore nel 1948 dopo la conclusione della seconda guerra mondiale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b> </b><br />
<b>Nel 1.894</b> -<b> Affare Dreyfus</b> in <b>Francia</b>, che giustificherà la nascita del sionismo. In seguito alla presidenza di Sadi Carnot del <b>1887</b>, nuovi<b> movimenti nazionalisti</b> presero il sopravvento e al grido di "La Francia ai Francesi" iniziò a diffondersi una preoccupante <b>ideologia antisemita</b> che raggiunse il suo culmine nel settembre <b>1894 </b>con l'<b>Affaire Dreyfus</b>, che riguardò l'accusa di spionaggio militare a favore della Germania di un ufficiale francese di origine ebrea. Le accuse, basate su elementi estremamente deboli, costarono a Dreyfus cinque anni di carcere sull'isola del Diavolo, per essere riabilitato completamente solo nel 1906. Un diplomatico italiano allora in servizio a Parigi, Raniero Paolucci di Calboli, si convinse ben presto dell'innocenza di Dreyfus e cominciò così a raccogliere materiale sul caso, tanto da lasciare ai posteri un notevole archivio, oggi conservato a Forlì. L'affaire produsse grande <b>risonanza mediatica e </b>sancì la <b>nascita dell'intellettuale moderno</b> nel "<b>J'accuse!</b>" di <b>Émile Zola</b>. Nel dettaglio dell'"affaire", il colonnello Picquart riuscì ad avvertire contemporaneamente dei fatti comprovanti l'innocenza di Dreyfus, sia il vicepresidente del Senato Auguste Scheurer-Kestner che lo scrittore ebreo Bernard Lazare, amico di famiglia di Dreyfus, il quale fece partire un'intensa campagna stampa a favore del prigioniero. I «dreyfusards» presero coraggio. Molti intellettuali radicali, per esempio Octave Mirbeau, aderirono alla campagna innocentista. Il 25 novembre 1897, Émile Zola pubblica sul quotidiano «Le Figaro» un articolo che finisce con: «La verità è in marcia». Così spiegò il suo interventismo pubblico: «Dietro le mie azioni non si nascondono né ambizione politica, né passione di settario. Sono uno scrittore libero, che ha dedicato la propria vita al lavoro, che domani rientrerà nei ranghi e riprenderà la propria opera interrotta [...] E per i miei quarant'anni di lavoro, per l'autorità che la mia opera ha potuto darmi, giuro che Dreyfus è innocente...Sono uno scrittore libero, che ha un solo amore al mondo, quello per la verità...». Un «antidreyfusard» onesto, Georges Clemenceau, energico e famosissimo politico radicale francese soprannominato «Il Tigre», rivide le sue posizioni e a novembre iniziò la sua campagna per la revisione del processo ospitando sul suo giornale, «L'Aurore», il 13 gennaio 1898, la famosa lettera di Zola al Presidente della Repubblica Félix Faure, intitolata "J'accuse!". Nelle parole della storica statunitense Barbara W. Tuchman, si trattò di "una delle grandi rivoluzioni della storia". Il giorno dopo, sempre su «L'Aurore», apparve la celebre «Petizione degli intellettuali», che reca tra i firmatari metà dei professori della Sorbona e numerosi artisti, come Gallè, l'artista del vetro, il grande Manet, Jules Renard, Andrè Gide, Anatole France. Erano stati tanti giovani brillanti della Parigi di fine secolo - tra i quali Marcel Proust e il fratello Robert, con gli amici Jacques Bizet, Robert des Flers - a impegnarsi a far firmare il manifesto nel quale si dichiaravano pubblicamente dalla parte di Zola - subito inquisito e condannato per vilipendio delle forze armate sia in primo che secondo grado - e quindi di Dreyfus. Lo Stato Maggiore rispose facendo arrestare Picquart e scatenando sui giornali nazionalistici una violenta campagna di diffamazione contro ebrei, democratici e liberali.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.895</b> -<span lang="it-IT"><b> </b>L</span>a <b>Germania raggiunge</b>, nel panorama <b>europeo</b>, il <b>primato nei 4 settori industriali</b>: siderurgico, chimico, elettrico e meccanico.<br />
<br />
<b>- Scoperta dei raggi </b><span lang="en-US"><b>X</b> </span><span lang="it-IT">da parte del tedesco <b>Rontgen</b>.</span><br />
<span lang="it-IT"><br /></span><span lang="it-IT"><b>-</b> <b>Marconi inventa il telegrafo senza fili</b>; </span><br />
<span lang="it-IT"><br /></span><span lang="it-IT"><b>-</b> Prima <b>proiezione cinematografica pubblica dei </b>francesi <b>fratelli Lumiére</b>.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.896</b> -<b> Theodor Herzl</b>,<b> </b>ebreo originario della Germania, pubblica “<b>Lo Stato ebraico</b>”, testo fondamentale del <b>movimento sionista</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCCdrpu9voEYyRBhBPUVfP6MNg9lWMtV6kNFlfuOHznqnhr0C_O6eIA81bsouizcH7T6ckDAzdI6MBmuO_pAiAWY2Ew5Ahff5OcRuHI5zJV954nZjSwSTuVVrKRa3ePoNIznYp1ooBSJoY/s1600/1898+-+13+gennaio+zola+j%2527accuse.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="293" data-original-width="484" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCCdrpu9voEYyRBhBPUVfP6MNg9lWMtV6kNFlfuOHznqnhr0C_O6eIA81bsouizcH7T6ckDAzdI6MBmuO_pAiAWY2Ew5Ahff5OcRuHI5zJV954nZjSwSTuVVrKRa3ePoNIznYp1ooBSJoY/s200/1898+-+13+gennaio+zola+j%2527accuse.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il "J'Accuse" di Zola in
merito</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
all'"affaire Dreyfus".</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.897</b> -<b> </b>L'<b>affaire Dreyfus </b>stimola la <b>nascita del sionismo</b>, l'aspirazione degli ebrei a possedere una loro nazione. Il fondatore del sionismo è Theodor Herzl, un giornalista ashkenazita (ebreo originario della Germania o di altri stati dell'Europa centrale e orientale) assimilato suddito dell'Impero austro-ungarico. Nel 1895 Herzl fu inviato come corrispondente del suo giornale a Parigi per seguire il processo dell'affare Dreyfus, esploso nel 1894, che fu accompagnato da una feroce campagna di stampa francese che riproponeva stereotipi antisemiti. In seguito a questa esperienza, Herzl si rese conto che l'assimilazione e<b> l'integrazione degli ebrei in Europa non aveva dato frutti</b> e che <b>gli ebrei avevano bisogno di un proprio Stato</b>, dove poter vivere in pace e sicurezza lontano dai pregiudizi e dalle false accuse tipici dell'antisemitismo. La sua conclusione derivava dalla sua esperienza nell'Impero austro-ungarico: in una compagine nazionale eterogenea, come si presentava a fine Ottocento l'Impero asburgico, italiani, serbi, croati, ungheresi, cechi, slovacchi, polacchi galiziani, tedeschi di Boemia e di Transilvania, tutti avevano i propri rappresentanti nel Parlamento imperiale e potevano appellarsi a una propria "nazione" e a una "terra" che loro apparteneva, una "patria" dentro o fuori i confini dell'impero, tutti tranne gli ebrei, né gli altri popoli riconoscevano gli ebrei come parte di essi. Herzl avrebbe sviluppato la sua idea e l'avrebbe tradotta in Der Judenstaat ("Lo Stato degli Ebrei"), un volume pubblicato all'inizio del 1896 senza conoscere gli scritti dei suoi predecessori e subito tradotto in varie lingue. All'immediato successo del volume e al dibattito suscitato, Herzl fece seguire <b>il primo Congresso Sionista Mondiale</b>, che si tenne a Basilea dal 29 al 31 agosto <b>1897</b>, col fine di costituire un movimento permanente. Il Programma di Basilea affermava che: "il sionismo si sforza di ottenere per il popolo ebraico un focolare garantito dal diritto pubblico in Palestina". I metodi da adottare per il raggiungimento di questo obiettivo erano: 1) l'incoraggiamento della colonizzazione ebraica in Palestina; 2) l'unificazione e l'organizzazione di tutte le comunità ebraiche; 3) il rafforzamento della coscienza ebraica individuale e nazionale; 4) iniziative per assicurarsi l'appoggio dei diversi governi per realizzare gli obiettivi del sionismo. Herzl si inserì in una tradizione di pensiero di lingua tedesca iniziata con Hess, e in quella tradizione riunì attorno a sé la prima generazione di leader sionisti (Max Bodenheimer, Max Nordau, Otto Warburg, David Wolffsohn), a cui sono state vicine anche personalità come Albert Einstein. Questa tradizione era quasi compattamente parte della corrente dei "Sionisti generali" (ossia non affiliati a movimenti specifici) di ispirazione liberale. Le idee di Herzl si inserirono in un movimento migratorio ebraico già in atto, causato, in Russia, dai pogrom degli anni 1881-1882 e poi degli anni 1903-1906. Secondo dati del 1930, dal 1880 al 1929 emigrano dalla Russia 2.285.000 ebrei e di questi, 45.000 affluirono in Palestina. La stragrande maggioranza preferì recarsi altrove: 1.930.000 scelsero le Americhe, 240.000 l'Europa ed i restanti l'Africa e l'Oceania. Dall'Austria, dall'Ungheria e dalla Polonia emigrano, dal 1880 al 1929, in 952.000: 697.000 nelle Americhe, 185.000 in altri Paesi europei, 40.000 in Palestina. Proporzioni analoghe si riscontrarono fra i migranti provenienti da altri Paesi. In totale, durante questi decenni migrano 3.975.000 ebrei: 2.885.000 negli Stati Uniti, 365.000 nel resto delle Americhe (principalmente Argentina e Canada), 490.000 in Europa occidentale e centrale (specie Francia e Germania), e solo 120.000 in Palestina.<br />
L'importanza dell'emigrazione dalle terre soggette all'Impero russo (oggi facenti parte di Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia, Ucraina) portò naturalmente all'emergere di una leadership di tali origini nel movimento sionista, come ad esempio Leon Pinsker. Nell'Ebraismo americano, importante più dal punto di vista del sostegno finanziario che dell'emigrazione, svolse un ruolo fondamentale il rabbino Solomon Schechter.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzbwMqrtlz0LEgnPzlig9ZF9xLdkrwGgbuXsMq6i7R9Vj9uA6gvvLrGdwSbRVv1chXuhs81pjyg_W6UMjWBeSFfK6YWqZi3PdY-NdXeVFzF2LgPFqjrMApUIGfzuVULDjdd5-swnOAJitJ/s1600/Gustav+Klimt%252C+Danae%252C+1907-1908+collezione+privata%252C+Vienna.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="736" data-original-width="760" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzbwMqrtlz0LEgnPzlig9ZF9xLdkrwGgbuXsMq6i7R9Vj9uA6gvvLrGdwSbRVv1chXuhs81pjyg_W6UMjWBeSFfK6YWqZi3PdY-NdXeVFzF2LgPFqjrMApUIGfzuVULDjdd5-swnOAJitJ/s200/Gustav+Klimt%252C+Danae%252C+1907-1908+collezione+privata%252C+Vienna.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Gustav Klimt: "Danae" (1907/1908).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvLHH2ZwRa8chFyMiwBSZ8aDNErxhyW2wL-Z8FYB4gkGw5Pcovxm2OeyZ-Y2utmKMtfv8Qs1kS7Vr4GpMWgs316OIYAP6GelXuV053_fcBM-3ZFxF9Bm_ECkph_qb2Uw79QZzEXT3adJk/s1600/Klimt+il+bacio.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvLHH2ZwRa8chFyMiwBSZ8aDNErxhyW2wL-Z8FYB4gkGw5Pcovxm2OeyZ-Y2utmKMtfv8Qs1kS7Vr4GpMWgs316OIYAP6GelXuV053_fcBM-3ZFxF9Bm_ECkph_qb2Uw79QZzEXT3adJk/s200/Klimt+il+bacio.jpg" width="196" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Gustav Klimt: "Il bacio" (1907/1908).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>- A Vienna</b>,<b> Gustav Klimt </b>guida il movimento artistico della <b>Sezession</b>.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-65111506392326006472020-05-09T03:52:00.002-07:002020-10-07T03:27:17.496-07:00Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgK4s8q6nfiqP5s7pGQjFvZibo8TEkxNm9Gsy-Wlfuh5znXqng_V13_tEzqCc2gYl45l9P5E7yKeH2dbSL9mgz5BRZR-CYzKDUDNEU1xmxAMmuAJ2fjljWv1qNq7KBA70_sJ5CBu5Kosfc/s1600/dialettigranbretagnairlanda.jpg" style="clear: left; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1230" data-original-width="820" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgK4s8q6nfiqP5s7pGQjFvZibo8TEkxNm9Gsy-Wlfuh5znXqng_V13_tEzqCc2gYl45l9P5E7yKeH2dbSL9mgz5BRZR-CYzKDUDNEU1xmxAMmuAJ2fjljWv1qNq7KBA70_sJ5CBu5Kosfc/s200/dialettigranbretagnairlanda.jpg" width="133" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dei dialetti della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gran Bretagna, di Laura</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Canali, da: <a href="https://www.limesonline.com/i-dialetti-di-gran-bretagna-e-irlanda/92834?refresh_ce" target="_blank">https://www.</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.limesonline.com/i-dialetti-di-gran-bretagna-e-irlanda/92834?refresh_ce" target="_blank">limesonline.com/i-diale</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.limesonline.com/i-dialetti-di-gran-bretagna-e-irlanda/92834?refresh_ce" target="_blank">tti-di-gran-bretagna-e-</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.limesonline.com/i-dialetti-di-gran-bretagna-e-irlanda/92834?refresh_ce" target="_blank">irlanda/92834?refresh</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.limesonline.com/i-dialetti-di-gran-bretagna-e-irlanda/92834?refresh_ce" target="_blank">_ce</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.800</b> -<b> </b>Con un nuovo<b> </b>Atto di Unione tra il Regno di Gran Bretagna ed il regno d'Irlanda, <b>nasce</b> il <b>Regno Unito</b> di Gran Bretagna e Irlanda, che in seguito diventerà il Regno Unito <b>di Gran Bretagna e Irlanda del Nord</b>.</div>
<br />
<b>- </b>Nel <b>XIX secolo</b> il diffondersi della <b>rivoluzione industriale</b> impresse una svolta fondamentale nella storia materiale dell’Europa. Iniziata in Inghilterra negli ultimi decenni del Settecento, si diffuse nel resto del continente durante la prima metà del nuovo secolo. La produzione, grazie all’affermazione di nuove tecnologie, si moltiplicò in ogni settore economico, consentendo uno sviluppo strettamente intrecciato con la crescita demografica. La parallela rivoluzione dei trasporti produsse un’integrazione economica dapprima nazionale e continentale, con la nascita e la rapida diffusione delle<b> comunicazioni ferroviarie</b>, poi, grazie alla navigazione a vapore, mondiale. Si consolidò così la <b>borghesia imprenditoriale</b>, ormai pronta a entrare da protagonista sulla scena politica. E si pose anche la “questione sociale”, connessa alla nascita della nuova classe del <b>proletariato urbano</b>. L’affermazione politica della borghesia richiese una lunga lotta contro i privilegi della nobiltà e del clero e contro la struttura assolutistica degli stati. La <b>prima metà dell’Ottocento</b> fu caratterizzata politicamente dal <b>conflitto tra l’Europa dei sovrani</b>, sostenitori di una concezione assolutistica e paternalistica del potere, <b>e l’Europa delle nazioni</b>, espressione delle istanze ideali e politiche delle borghesie. Dopo la sconfitta di Napoleone, nel congresso di Vienna (1814-15) le potenze vincitrici ridisegnarono la carta geopolitica del continente sulla base dei principi dell’equilibrio e della legittimità. Con la Santa Alleanza si affermarono i princìpi della solidarietà internazionale tra i sovrani nella repressione di ogni insurrezione. Si aprì così l’età della Restaurazione, caratterizzata dal tentativo di frenare l’<b>affermazione delle idee di nazione, di libertà e di cittadinanza </b>(diritti dell'uomo e della donna), largamente <b>diffuse dalla Rivoluzione francese e dall’impero napoleonico</b>. L’idea di nazione fu il frutto dell’evoluzione in senso storicistico della cultura romantica, che rifiutò il cosmopolitismo illuministico e rivalutò le peculiari tradizioni di ogni popolo. Sebbene gli intellettuali cercassero di dimostrare il primato morale e spirituale del proprio popolo (in particolare il tedesco Fichte, gli italiani Mazzini e Gioberti, il francese Guizot),<b> l’idea di nazione non fu inizialmente in contrasto con l’ideale di un’Europa pacifica e unitaria</b>. Il primato nazionale fu infatti concepito come missione di guida degli altri popoli sulla via del progresso materiale e spirituale e non come giustificazione di pretese egoistiche e prevaricatrici (come doveva poi avvenire nella seconda metà del secolo). In questo periodo maturò ulteriormente, sebbene ancora minoritario, l’<b>ideale federalista europeo</b>, sostenuto da intellettuali come Saint-Simon, Cattaneo, Mazzini e Proudhon. L’età della <b>Restaurazione</b> fu scossa da ondate di <b>moti insurrezionali e rivoluzionari</b>, portatori di istanze dapprima solo <b>liberali e nazionali</b> (moti del 1820-21 e moti del 1830-31), poi, con la crescita della partecipazione politica della piccola borghesia e della classe operaia, anche <b>democratiche e socialiste</b> (rivoluzioni del 1848-49).<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- Alessandro Volta</b> costruisce la <b>pila elettrica</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis6P2UvNvYzXigXsywyyPbL6CMCaKH0_Tci_Pi3_IDjSMZbvZpQu6Y3CLYxPo_ati77jZh63onlR0p3T1e9zWhcnu9X6aNk_sYafxAHUFrFvHr1w_tUDGj74sHk7TfplBOBxsUYAhNd5g/s1600/david_napoleone-alpi.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis6P2UvNvYzXigXsywyyPbL6CMCaKH0_Tci_Pi3_IDjSMZbvZpQu6Y3CLYxPo_ati77jZh63onlR0p3T1e9zWhcnu9X6aNk_sYafxAHUFrFvHr1w_tUDGj74sHk7TfplBOBxsUYAhNd5g/s200/david_napoleone-alpi.jpg" width="170" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Jacques L. David: "Napoleone</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
valica il San Bernardo" (1801).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.804</b> -<b> Napoleone</b> si incorona <b>imperatore dei Francesi</b>.<b> </b><br />
<br />
<b>Nel 1.805</b> -<b> Napoleone </b>Bonaparte <b>si incorona Re d'Italia</b>. E' l'<b>incoronazione più famosa</b> avvenuta con la corona Ferrea: nel rito celebrato nel Duomo di Milano, egli si impose da solo la corona sul capo, pronunciando la frase: "<b>Dio me l'ha data e guai a chi me la toglie!</b>". Per devozione alla corona Napoleone istituì poi l'"Ordine della Corona del Ferro".<br />
<br />
<b>-</b> <b>Napoleone è sconfitto</b> dalla flotta Inglese comandata da Orazio Nelson nella battaglia navale di <b>Trafalgar</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.806</b> - A <b>Londra</b> inizia l'<b>illuminazione stradale a gas</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.807</b> - Alleatosi con Alessandro I zar di Russia, <b>Napoleone proclama il blocco continentale</b> (fino al 1810).<br />
<br />
<b>-</b> Viene pubblicata la "<b>Fenomenologia dello spirito</b>" di <b>G.W.F. Hegel</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJP1-Ith6XdbQ_IcY7aoM7tEEvVWncrdFKClVbVG95EoCV6LrCr8HXWmr4Xq1hmZz1oHII9REPvRJ_rrKBmEfStchi2V-d9AxP9wJrhAI6_bqwEcLLj_fDqOgNWBGBH1vqn4qagtvNvyE/s1600/eur+con+napoleone.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="141" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJP1-Ith6XdbQ_IcY7aoM7tEEvVWncrdFKClVbVG95EoCV6LrCr8HXWmr4Xq1hmZz1oHII9REPvRJ_rrKBmEfStchi2V-d9AxP9wJrhAI6_bqwEcLLj_fDqOgNWBGBH1vqn4qagtvNvyE/s200/eur+con+napoleone.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica dell'Europa con la</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Francia nel 1789 e l'espansione con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
l'impero di Napoleone Bonaparte in</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
verde scuro, i territori da lui
controllati</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in verde chiaro, gli stati a lui
alleati</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in blu. Il percorso nella campagna</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
d'Egitto e Palestina del 1798-99,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
della campagna di Russia del 1812,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e della sua fuga dall'Elba fino</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
alla sconfitta di Waterloo nel 1815.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Percorso marittimo di Wellington</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nella guerra peninsulare del 1808.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.808</b> - Guerra peninsulare: la <b>Francia invade </b>la <b>Spagna</b>. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Dalton</b> formula la <b>teoria atomica</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.810</b> -<b> Francisco Goya</b> inizia a dipingere i <b>disastri della guerra</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.812</b> -<b> Napoleone invade la Russia</b>; l'anno successivo i resti del suo esercito sono battuti a Lipsia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.814</b> -<b> Napoleone abdica</b> ed è esiliato all'Elba.<br />
<br />
<b>Nel 1.815</b> -<b> I Cento Giorni: Napoleone fugge dall'Elba</b> e marcia su Parigi. <b>Sconfitto a Waterloo</b> è esiliato a S. Elena dove morirà nel 1821.<br />
<br />
<b>-</b> Il <b>Congresso di Vienna restaura l'ordine monarchico-aristocratico in Europa</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_eLIe9lp5MZDsWHl8AtmS_gF94qorvvlxiDnx-QLVg_zSyApJRttZQhTFEaRCoIJfwR0XtqEF3PF-g6B6Q0orMLbA_ajhR2b4si5EeW78fZ-mS7o6_krUoJJ4esS9FgQUUwFiZMSCo0Q/s1600/europa+congr+vienna+1814.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_eLIe9lp5MZDsWHl8AtmS_gF94qorvvlxiDnx-QLVg_zSyApJRttZQhTFEaRCoIJfwR0XtqEF3PF-g6B6Q0orMLbA_ajhR2b4si5EeW78fZ-mS7o6_krUoJJ4esS9FgQUUwFiZMSCo0Q/s200/europa+congr+vienna+1814.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica dell'Europa dal</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1814 con la restaurazione dei poteri</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
prima esautorati da Napoleone</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Bonaparte e dall'esercito della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Repubblica Francese. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L<b>'800</b> si era apre quindi affermando il principio di <b>legittimità dei sovrani artefici della Restaurazione </b>post-Napoleonica.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> La Serbia, con l'inizio del XIX secolo, sostenuta anche dall'Impero russo, cercò di aumentare la sua autonomia rispetto all'Impero Ottomano strutturandosi nel semi-indipendente <b>Principato di Serbia</b> (1815) che si caratterizzò con una lotta interna fra le due dinastie più potenti del Paese, gli Obrenović e i Karađorđević. Il <b>risveglio</b> dei serbi di Serbia non fu solamente <b>politico</b> ma anche<b> intellettuale</b>. L'insegnamento compì sensibili progressi e nel 1835, secondo i dati dell'epoca, vi erano in Serbia 60 scuole elementari e nessun istituto superiore; nel 1859, il numero delle scuole elementari era arrivato a 352, di cui 15 riservate alle ragazze, alle quali bisogna aggiungere l'istituto di istruzione superiore di Belgrado, aperto nel 1855. Tuttavia i serbi di Serbia erano nettamente in ritardo in questo campo rispetto a coloro che vivevano nell'Impero asburgico.</div>
<b><br /></b><b>Nel 1.819</b> -<b> Oersted </b>scopre l'<b>elettromagnetismo</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.820</b> -<b> Moti rivoluzionari in Spagna, Italia e Portogallo</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.821</b> -<b> Napoleone Bonaparte muore</b> in esilio sulla sperduta isola africana di Sant'Elena.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Guerra d'indipendenza greca</b> contro la dominazione ottomana.<br />
<br />
<b>-</b> <b>M. Faraday inventa il generatore e il motore elettrico</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.824</b> -<b> Ludwig van Beethoven</b> compone la <b>Nona Sinfonia</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.825</b> -<b> Rivolta </b>decembrista in <b>Russia</b> contro lo zar Nicola I. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Prima ferrovia</b> con <b>treni a vapore</b> per passeggeri tra Stockton e Darlington, <b>in Inghilterra</b>; la <b>locomotiva</b> è il Pocket di <b>G. Stephenson</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.829</b> - La Turchia riconosce l'<b>indipendenza della Grecia</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.830</b> - <b>Moti rivoluzionari a Parigi</b>, in <b>Prussia</b>, in <b>Polonia</b>, in <b>Italia</b>; il <b>Belgio</b> diventa <b>indipendente</b>.<br />
<b><br /></b><b>-</b> Viene pubblicato “<b>Il rosso e il nero</b>” di <b>Stendhal</b>.<br />
<b><br /></b><b>-</b> (Negli USA) Joseph Smith fonda negli Stati Uniti la <b>setta avventista del mormoni</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2nra0LO6l_37IVXQqIciJ87SKEIrLkszabASnBRhld0JPcJyv_ajXkIylNHmOR7PoLw_wNkR3Ulhhe7jThQYPUR2WI4OtDc4qKUtUBF0Xa5vVbcNyz_CKw-24oGTCtVuOOofsEvNyMkY/s1600/italia+dal+1815+al+1919.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2nra0LO6l_37IVXQqIciJ87SKEIrLkszabASnBRhld0JPcJyv_ajXkIylNHmOR7PoLw_wNkR3Ulhhe7jThQYPUR2WI4OtDc4qKUtUBF0Xa5vVbcNyz_CKw-24oGTCtVuOOofsEvNyMkY/s200/italia+dal+1815+al+1919.jpg" width="171" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina dell'Italia dal 1815 al</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1919, da divisa fra vari poteri,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
finalmente unita, grazie alle</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
lotte risorgimentali e alle</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Guerre d'Indipendenza. Ne</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
sono segnalate le battaglie. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.832</b> -<b> Muore W. Goethe</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.833</b> - Formazione dello Zollverein, l'<b>unione doganale tra gli Stati tedeschi</b>.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Abolizione della schiavitù in tutto l'impero britannico</b>. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Darwin</b> inizia il suo viaggio a bordo della Beagle.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.834</b> -<b> Guerre carliste in Spagna</b> (fino al 1839).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOCL9VYt-A7BgS5Nv23GALoUwc93nsGkOf6TdgFrHfog8OrhefFCLO3OJB1tZHqMPz-PzuV9zP8zHfVJb43BG0Ihfll2__YXAR4qjbtW2lgCmYRp54EyUtQgP3cwyMCZDVRVPaPxQsIR0/s1600/suffragette.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOCL9VYt-A7BgS5Nv23GALoUwc93nsGkOf6TdgFrHfog8OrhefFCLO3OJB1tZHqMPz-PzuV9zP8zHfVJb43BG0Ihfll2__YXAR4qjbtW2lgCmYRp54EyUtQgP3cwyMCZDVRVPaPxQsIR0/s200/suffragette.jpg" width="135" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Suffragette Inglesi.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.835</b> - Con la legge comunale Corporations Act, del 1835, <b>alle donne venne concesso il diritto di voto</b>, <b>anche se era limitato alle elezioni locali, mentre per quelle nazionali non era possibile</b>. Le donne iniziarono anche in Inghilterra la lotta per il cambiamento all'interno della società, sin dall'inizio sostenute dal lavoro di personalità fautrici dei diritti delle donne, come John Stuart Mill. Mill propose l'idea del suffragio femminile in un programma presentato agli elettori britannici nel 1865,e successivamente venne affiancato da numerosi uomini e donne, pronti a lottare per la stessa causa. Contemporaneamente a quanto avveniva in Francia, quindi, pure in Inghilterra si pubblicarono libri a sostegno della tesi dei diritti per le donne.<b> Mary Wollstonecraft</b> pubblicò, nel 1792, A "Vindication of the Right of Women", mentre iniziavano a formarsi i primi circoli femminili. Tuttavia le richieste delle donne non ottennero risposte adeguate, sino a quando con la riforma del 1832 e con la legge comunale Corporations Act, del 1835, <b>alle donne venne concesso il diritto di voto</b>, <b>anche se era limitato alle elezioni locali, mentre per quelle nazionali non era possibile</b>. Il movimento delle suffragette, come movimento nazionale volto a chiedere il suffragio femminile, vide la luce nel Regno Unito solo nel <b>1872</b>. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZbcvnosFmPIvCoy85QiICYEptKjcgegcjOO5HeYiLakcMAJNviy9d2m0B_MC_8oK1gsQPVu1AsG6TxU-F5vhHDLanmp6RHweWjvqIf1d71prAzV_8LlB_b3Qe1OttkuMcKlAYVX_RyHs/s1600/europa+inghilterra+XIX+sec.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZbcvnosFmPIvCoy85QiICYEptKjcgegcjOO5HeYiLakcMAJNviy9d2m0B_MC_8oK1gsQPVu1AsG6TxU-F5vhHDLanmp6RHweWjvqIf1d71prAzV_8LlB_b3Qe1OttkuMcKlAYVX_RyHs/s200/europa+inghilterra+XIX+sec.jpg" width="147" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Inghilterra,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
protagonista della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rivoluzione Industriale</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e della Scozia, nel XIX</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
secolo, con i dati
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
demografici del 1801</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e le materie prime.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
E' <b>da questa data </b>quindi che fu possibile parlare, a tutti gli effetti, di <b>suffragette</b>, perché solo allora ebbe vita un movimento nazionale per rivendicare il diritto di voto, ancora non riconosciuto, che portò, nel 1897, alla formazione della Società Nazionale per il suffragio femminile (National Union of Women's Suffrage). La fondatrice, Millicent Fawcett, cercò di convincere anche gli uomini ad aderire al movimento, perché erano i soli, in quel momento storico, che legalmente potessero concedere il diritto di voto, ma ebbe scarso successo. I progressi sul piano del riconoscimento sociale, in quel primo periodo, furono quindi molto limitati, e tale situazione si protrasse sino a circa il 1903. Sul piano economico e sociale il notevole e crescente benessere dovuto all'industrializzazione intanto aveva cambiato radicalmente la vita delle donne. I movimenti femminili ripresero nuovo vigore quando Emmeline Pankhurst fondò, nel 1903, l'Unione sociale e politica delle donne (Women's Social and Political Union - WSPU), con il preciso intento di far ottenere alle donne il diritto di voto politico, concesso solo agli uomini tranne che per le elezioni ai consigli municipali e per le elezioni di contea. Le suffragette attuarono azioni dimostrative, incatenandosi a ringhiere, incendiando le cassette postali, rompendo finestre e così via. Una suffragetta, Emily Davison, morì durante i disordini al Derby di Epsom del 1913, e le venne dedicata una edizione speciale del quotidiano The Suffragette. Molte vennero incarcerate e iniziarono lo <b>sciopero della fame</b> emulando <b>Marion Dunlop</b>, l<b>a prima suffragetta ad attuare tale forma di protesta</b>.<br />
<b><br /></b><b>Nel 1.837</b> - Inizio del <b>regno della regina Vittoria</b> in Gran Bretagna. <b> </b><br />
<b><br /></b>- <b>C. Wheatstone brevetta il telegrafo elettrico</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.839</b> -<b> Theodor Schwann</b> formula la <b>teoria cellulare</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.840</b> - <span lang="it-IT">Inizia la pubblicazione dell'edizione definitiva dei "<b>Promessi Sposi</b>" di <b>Alessandro Manzoni</b>. </span><br />
<span lang="it-IT"><br /></span><b>-</b> <b>Primo servizio postale con francobolli in Inghilterra</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.842</b> - <b>C. Long</b> introduce in chirurgia l'<b>anestesia con l'etere</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.844</b> -<b> Morse trasmette il primo messaggio telegrafico</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.845</b> - Una <b>grande carestia in Irlanda</b> causa una <b>massiccia emigrazione verso gli Stati Uniti</b>.<br />
<br />
<span lang="it-IT"><b>-</b> Prima <b>traversata atlantica</b> del Great Britain, <b>nave a elica costruita in ferro</b>.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.848</b> -<b> Rivoluzione in Francia</b> dove si instaura la <b>Repubblica</b>. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>- </b><b>Moti rivoluzionari in Austria, Ungheria, Germania</b>. <b>Prima guerra d'indipendenza in Italia</b>. Alla notizia dell'insurrezione di Vienna,<b> Venezia insorse</b> il 17 marzo 1848, costringendo la guarnigione austriaca (del generale Zichy) ad abbandonare la città (la sera del 22). Costituitosi quindi un governo provvisorio presieduto da Daniele Manin (il 23 marzo), dapprima venne proclamata la Repubblica di San Marco e successivamente (il 4 luglio) la <b>formale annessione agli stati sardi</b>. Dopo la battaglia di Custoza, il popolo insorse di nuovo (l'11 agosto 1848), costringendo i commissari piemontesi ad abbandonare il campo e nominando Manin presidente di un nuovo governo provvisorio. Gli austriaci assediarono la città e invano le milizie veneziane tentarono numerose sortite. Con l'armistizio di Novara gli austriaci poterono aumentare le loro forze all'assalto della città. Dopo una serie di scontri preliminari, il 4 maggio fu attaccato il forte di Marghera, che dovette essere abbandonato dopo una resistenza di ben ventidue giorni. Gli assediati fecero saltare allora il lungo ponte ferroviario che univa la città alla terraferma e la resistenza continuò nonostante la fame, il colera e il cannoneggiamento nemico. La resa venne solo il 24 agosto e con la sospensione immediata delle operazioni, fu concessa l'amnistia per tutti i soldati e sottufficiali combattenti. I militari, gli ufficiali e i quaranta patrioti più in vista (tra cui Manin) dovettero lasciare la città. Ritornata quindi sotto il dominio austriaco, solo dopo la terza guerra d'indipendenza, in base al Trattato di Vienna (del 3 ottobre 1866) e al plebiscito del successivo 22 ottobre, Venezia passò all'Italia.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-sNIWYuSANRE_4kCI8UgU4_SIawsPHEmxaH5ydFu6vw49DKpjspbtA_VOkkWXERYEI8PCkTrCcN9l5H2KJ6xby9VujinT1Wr6pBQW6CV6X-6xREohNHq0s9RSnfh8RbMckrDZf_tXMTU/s1600/marx+engels.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-sNIWYuSANRE_4kCI8UgU4_SIawsPHEmxaH5ydFu6vw49DKpjspbtA_VOkkWXERYEI8PCkTrCcN9l5H2KJ6xby9VujinT1Wr6pBQW6CV6X-6xREohNHq0s9RSnfh8RbMckrDZf_tXMTU/s200/marx+engels.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Karl Marx e Fredrich Engels.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> A Londra esce il "<b>Manifesto</b> del <b>Partito Comunista</b>"<b> </b>di <b>Karl Marx</b> e <b>Fredrich Engels</b>, un librettino di sole 23 pagine destinato ad avere un successo editoriale di portata colossale.<br />
Il <b>manifesto</b> compendia<b> i principi fondamentali del marxismo</b>:</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1°) il principio della lotta di classe, che la storia delle società civili (schiavismo, modo asiatico di produzione, feudalesimo, capitalismo) è storia di lotte di classi e che la lotta tra proletariato e borghesia culmina nella dittatura del proletariato;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2°) il principio del carattere conseguentemente rivoluzionario e universalmente liberatorio della lotta proletaria in quanto di tutte le classi che stanno di fronte alla borghesia soltanto il proletariato è una classe veramente antagonista e, a differenza di tutte le altre classi che impossessandosi del potere hanno assoggettato la società ai propri interessi, esso libera l’intera società dal dominio dell’uomo sull’uomo;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
3°) il principio del raggiungimento dell’autonomia di classe attraverso l’organizzazione in partito politico;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
4°) il principio che il partito comunista è l’avanguardia che guida il proletariato al rovesciamento del dominio borghese;</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
5°) il principio che il lavoro, che nella società borghese serve ad arricchire il capitalista, nella società comunista serve invece ad arricchire la vita sociale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I concetti le idee la teoria esposta nel Manifesto danno alla classe sfruttata gli strumenti elementari per capire e rivoluzionare la società. Sono quindi il primo armamentario dell’arsenale del marxismo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il Manifesto ebbe una prima grande diffusione con le insurrezioni popolari del 18 marzo 1848 a Milano e a Berlino. Da allora, sia pure con alti e bassi, esso ha formato generazioni su generazioni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3wX9mdwhagiJ9i8QVIK9xCcvwIAGAqt4I9qqBhsVguhpi8rEBTX4Op5U7AlHp0tQdyX0DRACrTignQCcDRWJSQgbfaUMznpfsz69U89wmnSByhIziyoDqBueR1FtwokSVMYgMrMnwXOw/s1600/europa+nel+1848.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3wX9mdwhagiJ9i8QVIK9xCcvwIAGAqt4I9qqBhsVguhpi8rEBTX4Op5U7AlHp0tQdyX0DRACrTignQCcDRWJSQgbfaUMznpfsz69U89wmnSByhIziyoDqBueR1FtwokSVMYgMrMnwXOw/s200/europa+nel+1848.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica dell'Europa del</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1848 con indicati con una fiammella</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
l'esitenza di moti rivoluzionari e con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
una stella moti già avvenuti con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
la data di avvenimento.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"<b>Uno spettro ossessiona l’Europa, lo spettro del comunismo</b>. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono unite in una Santa Alleanza per braccare questo spettro: il Papa lo Zar, Metternich e Guizot, i radicali di Francia e i poliziotti di Germania.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Quale forza di opposizione non è stata accusata di comunismo dai suoi avversari al potere? Quale è la forza di opposizione che, a sua volta, non ha rinfacciato ai suoi avversari di destra o di sinistra l’epiteto infamante di comunisti?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Da questi fatti si ricavano due conclusioni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1°) Ormai il comunismo è considerato da tutte le potenze d’Europa come una potenza.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2°) È ora che i comunisti proclamino al mondo intero il loro modo di vedere, i loro scopi e tendenze; è ora che oppongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A questo fine, dei comunisti di diverse nazionalità si sono riuniti a Londra ed hanno redatto il seguente manifesto, che sarà pubblicato in inglese, francese, tedesco, italiano, fiammingo e danese...</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
...PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!" Karl Marx e Friedrich Engels.<br />
<br />
<b>-</b> Nel XIX secolo, con l'arrivo di ideali liberali e nazionali diffusi <b>negli ambienti colti slavi</b>, in seguito al romanticismo e alle guerre napoleoniche,<b> nacque il panslavismo</b>, movimento culturale che mirava alla presa di coscienza dei popoli slavi di radici comuni e si poneva come <b>obiettivo</b> quello di <b>creare un unico Stato nazionale</b>. La bandiera panslava assunta nel Primo Congresso Panslavo a Praga nel 1848, fu poi la bandiera della Jugoslavia, letteralmente Slavia del Sud. Lo scrittore Ján Kollár (1793-1852) aveva attributo agli idiomi slavi, nel saggio "Sulla reciprocità letteraria dei diversi ceppi e dialetti della nazione slava" (del 1836), il carattere di dialetti riferentisi a un'unica antica lingua, quella che i linguisti odierni definiscono proto-slavo. I principali teorici del movimento erano residenti dentro i confini dell'Impero Asburgico, ovvero Cechi, Sloveni, Slovacchi, Croati e Serbi. Il primo congresso panslavo avvenne a Praga nel 1848, presieduto dallo storico František Palacký. La più grande divisione teorica fu quella tra il "Piccolo Panslavismo", che escludeva la Russia e il "Grande Panslavismo" che la comprendeva. L'<b>Impero Russo usò spesso l'idea della riunificazione slava</b> e di<b> Mosca</b> come <b>Terza Roma</b>, la seconda era stata Costantinopoli, per giustificare la sua espansione nell'Europa centro-orientale e nei Balcani. Il movimento ebbe ruolo ideologico fondamentale per la creazione del Regno di Jugoslavia. I principali ostacoli alla riunione dei popoli slavi furono determinati da aspri conflitti d'origine storica e dalla mancanza di coesione territoriale, essendo slavi del nord e del sud, divisi geograficamente dalla presenza di Austriaci, Ungheresi e Romeni, popoli di cultura e lingua non slava.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.850</b> - In <b>Europa</b>, nella <b>seconda metà dell'800</b>, la borghesia raggiunse l’egemonia sociale in tutte le nazioni più industrializzate. L’economia entrò nell’età della cosiddetta “<b>seconda rivoluzione industriale</b>”, caratterizzata da un crescente <b>legame tra ricerca scientifica e produzione economica</b>, dalla concentrazione monopolistica delle imprese, dalla razionalizzazione dell’organizzazione del lavoro, dal <b>ruolo fondamentale delle banche e delle nuove forme di finanziamento industriale</b>, dal massiccio intervento dello stato nella tutela degli interessi degli imprenditori nazionali (con misure protezionistiche contro la concorrenza straniera, commesse statali, ecc.). Il bisogno di materie prime a basso costo e di nuovi mercati provocò una nuova<b> corsa delle potenze europee alle colonie</b>, soprattutto in Africa e in Asia (<b>imperialismo</b>). Inizialmente il numero delle potenze interessate agli immensi territori da esplorare e da conquistare fu relativamente ridotto (e tra queste primeggiavano Inghilterra e Francia), per cui fu possibile concordare pacificamente e diplomaticamente la spartizione. Successivamente, la riduzione dei territori disponibili e l’aumento delle potenze imperialistiche (Russia, Belgio, Olanda, Germania e Italia) causarono un’aggressiva rivalità che inasprì le relazioni internazionali. Dopo il quarantennio di pace inaugurato dal congresso di Vienna, l’<b>Europa conobbe nuovamente le guerre per l’egemonia</b>. La nascita degli stati italiano (1861) e soprattutto tedesco (1871), la politica dell’imperatore francese Napoleone III e il declino della potenza austriaca fecero cadere i pilastri su cui aveva poggiato l’equilibrio costruito dal cancelliere austriaco Metternich. Verso la fine del secolo il continente, soprattutto con l’avvento al trono in Germania del nuovo imperatore Guglielmo II, entrò in una fase di inasprimento delle rivalità nazionali. L’Europa si frantumò anche economicamente, per la concorrenza tra le grandi potenze capitalistiche e per la diversa velocità di sviluppo tra gli stati e tra le regioni all’interno degli stati. Le aree più arretrate furono penalizzate dal rapido sviluppo di quelle avanzate. Ne conseguì, tra l’altro, <b>un movimento migratorio di milioni di persone </b>dai paesi poveri verso quelli in grado di assorbire forza lavoro. Si trattò del <b>più imponente spostamento demografico dai tempi delle invasioni barbariche</b>. Le classi lavoratrici crebbero numericamente e aumentarono la propria capacità organizzativa, creando ovunque <b>sindacati e partiti socialisti e popolari </b>e confrontando le proprie esperienze nella Prima (1864-76) e nella Seconda (1889-1914) Internazionale.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Dal <b>1850</b>, l'<b>UK</b>, l'impero britannico, è indubbiamente l'<b>incontrastata potenza economica mondiale</b>. Cuore della “rivoluzione industriale”, motore dell'economia moderna, la Gran Bretagna poneva le basi della sua decisiva affermazione già alla fine del Settecento, potendosi considerare, alla metà del secolo successivo, come l'“officina” del mondo. La presenza di risorse minerarie (specie carbonifere) assai cospicue e di una dinamica classe imprenditoriale, arricchita dai capitali accumulati nei secoli da un'abile politica mercantile, furono la straordinaria base di partenza per un'espansione economica che, avvalendosi altresì di una sapiente organizzazione del lavoro e di una tecnologia per l'epoca di assoluta avanguardia, toccò vertici forse irripetibili di prosperità. Né va dimenticato il ruolo importantissimo svolto dall'immenso impero coloniale, creato dalla Gran Bretagna in tempi relativamente brevi grazie alla sua marina, ai suoi eserciti e alla sua moneta; esso costituì per l'economia britannica un enorme serbatoio dal quale attingere materie prime a costi bassissimi e nel quale riversare ogni sorta di prodotti industriali, in un regime, quindi, di pressoché assoluta mancanza di concorrenza. In particolare, grazie ai suoi primati nella produzione di acciaio-ghisa e nell'ingegneria ferroviaria, <b>esportava materiali</b> per le <b>costruzioni ferroviarie</b>, <b>personale tecnico</b> e i <b>capitali</b> per finanziare i lavori. Con capitali forniti dall'impero britannico, vennero costruite le ferrovie nel continente europeo e negli USA, e l'impero stesso contribuì così allo<b> sviluppo dei suoi potenziali concorrenti</b>.<br />
<br /></div>
<b>-</b> Un <b>cavo telegrafico sottomarino</b> viene steso sotto la <b>Manica</b>.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.851</b> -<b> I. Singer </b>perfeziona la <b>macchina per cucire</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.852</b> - Luigi Napoleone è incoronato<b> imperatore di Francia</b> come <b>Napoleone III</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.853</b> -<b> Inizia la guerra di Crimea</b>; si concluderà nel 1856 col congresso di Parigi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.856</b> -<b> </b>Con la <b>fine</b> della <b>guerra di Crimea</b>, combattuta vittoriosamente dall'Impero ottomano, Francia, Gran Bretagna e Regno di Sardegna contro l'Impero russo, si riunì nella capitale francese il <b>congresso di Parigi</b>, nel quale il Presidente del consiglio del Regno di Sardegna, Camillo Benso conte di Cavour, ottenne che per la prima volta in una sede internazionale si ponesse la <b>questione italiana</b>. All'unità d'Italia, Napoleone III fu sentimentalmente favorevole, come lo era - senza sentimento - anche la Gran Bretagna, poiché un'Italia unita avrebbe potuto contrastare la potenza francese. In un tumultuoso precipitare degli eventi, nel <b>1861</b> <b>nasce il Regno d'Italia</b> e un decennio più tardi nascerà l'impero della Germania unita sotto gli Hohenzollern, mentre si avviavano alla loro affermazione nuove potenze extraeuropee, quali Stati Uniti d'America e Giappone.<br />
<br />
<b>- Flaubert scrive “Madame Bovary”</b>. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Bessemer</b> scopre un <b>metodo industriale di produzione dell'acciaio</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.857</b> - Viene <b>pubblicato “I fiori del male” </b>di<b> C. Baudelaire</b>.<br />
<b><br /></b><b>Nel 1.859</b> -<b> Seconda guerra d'indipendenza italiana</b>.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: right;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWmnG2SFgZpFw1yhE2B-UKn6MXaVNMdsxTU-SOL6haMcG6dyuuMf6x_PM1XSxVVjcpS9yPqhG8TuQ3IBBOoQbjXfguOJ-Pf6lSy_onyu2mtcc5wGxjLblIaVH9qNx-wIABSxbze41Z9ELz/s1600/Romania+con+3+regioni.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="899" data-original-width="1058" height="169" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWmnG2SFgZpFw1yhE2B-UKn6MXaVNMdsxTU-SOL6haMcG6dyuuMf6x_PM1XSxVVjcpS9yPqhG8TuQ3IBBOoQbjXfguOJ-Pf6lSy_onyu2mtcc5wGxjLblIaVH9qNx-wIABSxbze41Z9ELz/s200/Romania+con+3+regioni.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Romania con le tre regioni storiche,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
da: <a href="http://www.terraeasfalto.it/romania-transilvania-maramures-e-tutto-quello-che-verra/" target="_blank">http://www.terraeasfalto.it/roma</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="http://www.terraeasfalto.it/romania-transilvania-maramures-e-tutto-quello-che-verra/" target="_blank">nia-transilvania-maramures-e-</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="http://www.terraeasfalto.it/romania-transilvania-maramures-e-tutto-quello-che-verra/" target="_blank">tutto-quello-che-verra/</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> La <b>Romania</b> nasce il 24 gennaio <b>1859</b>, quando la Moldova (Moldavia in italiano) occidentale e la Valacchia si uniscono, conferendo il principato unico ad Alexandru Ioan Cuza.</div>
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- Darwin pubblica “L'origine delle specie”</b>.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFvzJp_Shg5T13cUGLcOJqNhzNA6FGFZv8sC-dUFRnxkF6XA8v2HK4WnOjsAmK2v77OmicIO3DS8AtbUSefZcw3BsBKxL88sH5raqHF1sMhZi9VyyX_9zEl6aOx5psGalaoYsS9YqGV0k/s1600/Stati+USA,+cartina+e+nomi.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFvzJp_Shg5T13cUGLcOJqNhzNA6FGFZv8sC-dUFRnxkF6XA8v2HK4WnOjsAmK2v77OmicIO3DS8AtbUSefZcw3BsBKxL88sH5raqHF1sMhZi9VyyX_9zEl6aOx5psGalaoYsS9YqGV0k/s200/Stati+USA,+cartina+e+nomi.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta degli stati appartenenti agli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Stati Uniti d'America, gli USA,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
comprese Alaska Isole Hawaii.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel </b><b>1.860</b> - Il 6 marzo viene brevettato<b> negli Stati Uniti</b> il <b>fucile a ripetizione Spencer</b>. Questo fucile è stato sviluppato con l’unico scopo di usarlo contro i propri fratelli durante la Guerra Civile. Nelle parole di Warren Fisher, Jr. tesoriere della società Spencer Fucili a Ripetizione: “… Nelle mani di esploratori, tiratori scelti o truppe regolari – tenendo in considerazione tutti gli elementi peculiari della gamma di prodotto, rapidità di fuoco e facilità di ricarica – il Rifle Spencer è così efficace da rendere un uomo solo equivalente a mezza dozzina di uomini armati di fucili a caricamento singolo … “. Di questo fucile, insieme alle testimonianze di un gran numero di componenti dello staff dello Stato Maggiore dell’Esercito Federale, George Armstrong Custer scrisse: "Al Signor F. Cheney: Caro signore, in qualità di comandante di una brigata di cavalleria, interamente equipaggiata con carabine e fucili a ripetizione Spencer, ho il piacere di testimoniare la loro superiorità su tutte le altre armi. Sono fermamente del parere che millecinquecento uomini armati di carabina Spencer sono più efficaci di venticinquemila uomini armati di qualsiasi altra arma da fuoco. So che questo è vero perché ho potuto sperimentarlo dal vivo". La <b>guerra di secessione americana</b>, nota negli Stati Uniti come la guerra civile, fu combattuta dal 12 aprile 1861 al 9 aprile 1865 fra gli Stati Uniti d'America e gli Stati Confederati d'America (CSA), entità politica sorta dalla riunione confederale di Stati secessionisti dall'Unione. In risposta alla elezione di Abraham Lincoln come Presidente degli Stati Uniti d'America, 11 stati del sud dichiararono la propria secessione e formarono la Confederazione degli Stati d'America. Dopo quattro anni di guerra la Confederazione si arrese e lo schiavismo fu abolito in tutta la nazione. Le questioni che portarono alla guerra furono in parte risolte durante la cosiddetta era della ricostruzione.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHOL_SnHR3wLyLN2Ggg34eoL0YcYkTu2zckDtyXjL0DQ05OnPw7wptAZTQy_oTOJxpR3p7A2UdvdsNRY5b5BgLBE6C11rgf85G16Nv00-9gel3iYgaF8kvhd67t3xWUzh2rv5dmJ_mi1pL/s1600/Regno+di+Sardegna+1843%252C+gli+stati+continentali.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="797" data-original-width="718" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHOL_SnHR3wLyLN2Ggg34eoL0YcYkTu2zckDtyXjL0DQ05OnPw7wptAZTQy_oTOJxpR3p7A2UdvdsNRY5b5BgLBE6C11rgf85G16Nv00-9gel3iYgaF8kvhd67t3xWUzh2rv5dmJ_mi1pL/s200/Regno+di+Sardegna+1843%252C+gli+stati+continentali.png" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Stati continentali del Regno di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sardegna nel 1843, da: <a href="https://cronologia.leonardo.it/storia/regno04.htm" target="_blank">https://</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://cronologia.leonardo.it/storia/regno04.htm" target="_blank">cronologia.leonardo.it/storia/</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://cronologia.leonardo.it/storia/regno04.htm" target="_blank">regno04.htm</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>- </b>Nel 1.860, il 24 marzo, con il trattato di Torino, si sancisce l'<b>annessione</b> della Contea di <b>Nizza</b> e della <b>Savoia</b>, appartenenti al Regno di Sardegna,<b> alla Francia</b>. In seguito agli accordi di Plombières (del luglio 1858), il primo ministro del Regno di Sardegna, Cavour, promette all'imperatore francese Napoleone III la cessione della Savoia in cambio del suo appoggio alla politica di unificazione italiana condotta dalla monarchia sabauda. La proposta viene poi ufficializzata per mezzo del trattato di alleanza sardo-francese firmato nel gennaio 1859. Con quest'ultimo patto, quale ulteriore compenso ai francesi, alla Savoia si aggiunse Nizza. Nel giro di pochi mesi, nel corso della Seconda guerra d'indipendenza, le truppe franco-piemontesi inflissero sconfitte all'esercito austriaco a Magenta e Solferino e il successivo armistizio di Villafranca obbligò l'Austria a cedere la Lombardia alla Francia, che la girò al Regno di Sardegna. In compenso, Napoleone III chiese la Savoia e Nizza, come precedentemente promesso. Il 24 marzo 1860 venne perciò siglato il Trattato di Torino, col quale il Piemonte acconsentiva alla cessione degli antichi territori sabaudi, da confermare mediante plebiscito; nel contempo le truppe piemontesi iniziarono a ritirarsi dalla Savoia e da Nizza.<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_CgR1XYaYZoB_cCcACrACoeIcfHEovac3JIv4WJJ-I_CCIDNMx7yv9gCJvz00PhGPwRQ9uhQ4u_F2_w4JZSh24KoPwz0463QwOQ2J02FR_a65SLaDDILiLeaLOJnDSWTybQg1El1AXJ5k/s1600/Contea+di+Nizza.bmp" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1023" data-original-width="892" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_CgR1XYaYZoB_cCcACrACoeIcfHEovac3JIv4WJJ-I_CCIDNMx7yv9gCJvz00PhGPwRQ9uhQ4u_F2_w4JZSh24KoPwz0463QwOQ2J02FR_a65SLaDDILiLeaLOJnDSWTybQg1El1AXJ5k/s200/Contea+di+Nizza.bmp" width="174" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Territori della Contea di Nizza</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
ceduti alla Francia, da: <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:County_of_nice.svg" target="_blank">https://</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:County_of_nice.svg" target="_blank">commons.wikimedia.org/</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:County_of_nice.svg" target="_blank">wiki/File:County_of_nice.svg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il trattato venne reso pubblico il 30 marzo successivo e, il 1º aprile, Vittorio Emanuele II sottoscrisse questo proclama alle popolazioni di Nizza e della Savoia: «Un trattato concluso il 24 marzo stabilisce che la riunione della Savoia e di Nizza alla Francia avrà luogo colla adesione delle popolazioni e la sanzione del Parlamento. Per quanto siami penoso di separarmi da province che hanno per sì lungo tempo fatto parte degli Stati de’ miei antenati, e alle quali si attaccano tante reminiscenze, io ho dovuto considerare, che i cangiamenti territoriali, originati dalla guerra in Italia, giustificherebbero la domanda, che il mio augusto alleato l’imperatore Napoleone mi ha indirizzato per ottenere questa riunione. Io ho dovuto inoltre tener conto dei servigî immensi che la Francia ha resi all’Italia, dei sacrifizî che essa ha fatto nell’interesse della sua indipendenza, dei vincoli che le battaglie e i trattati hanno formato tra i due paesi. Io non potea disconoscere da altra parte che lo sviluppo del commercio, la rapidità e la facilità delle comunicazioni aumentano ogni giorno di più l’importanza ed il numero delle relazioni della Savoia e di Nizza colla Francia. Io non ho potuto dimenticare infine, che le grandi affinità di razza, di linguaggio e di costumi rendono codeste relazioni ognor più intime e naturali. Tuttavia un simile grande cangiamento nella sorte di codeste provincie non potrebbe esservi imposto; esso dev’essere il risultato del libero vostro consentimento. Questa è la mia ferma volontà, e tale è pur anche l’intenzione dell’Imperatore dei Francesi. Affinché nulla possa imbarazzare la libera manifestazione de’ vostri voti, io richiamo quelli tra i principali funzionarî dell’ordine amministrativo, che non appartengono al vostro paese, e li surrogo momentaneamente da alcuni de’ vostri concittadini, che più godono la stima e la considerazione generale. In queste circostanze solenni voi vi mostrerete degni della riputazione che vi siete acquistata. Se voi dovete seguire altri destini, fate in modo che i Francesi vi accolgano come fratelli, che si è da lunga mano appreso a valutare e stimare. Fate che la vostra unione alla Francia sia un legame di più tra due nazioni, la cui missione è di operare di accordo allo sviluppo della civiltà. Torino, 1º aprile 1860. Vittorio Emmanuele ».</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>-</b> (Negli USA) Nello stesso anno, perforazione del <b>primo pozzo petrolifero in Pennsylvania</b>.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPdYFdbXWWGVjngjrs_xGjEQYgLr2sMKqAfQRRCrQEuiL_y85KdLpZfavesR3XYJsNwcJqk0m_lbgS_Jz06Elx6EQgfnSO249HT1STcNnnWCYpHrNCiuiHYS8idC3rx8M3htu3P6iFGmBl/s1600/1861unit%25C3%25A0+d%2527italia.webp" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1417" data-original-width="1024" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPdYFdbXWWGVjngjrs_xGjEQYgLr2sMKqAfQRRCrQEuiL_y85KdLpZfavesR3XYJsNwcJqk0m_lbgS_Jz06Elx6EQgfnSO249HT1STcNnnWCYpHrNCiuiHYS8idC3rx8M3htu3P6iFGmBl/s200/1861unit%25C3%25A0+d%2527italia.webp" width="144" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
"Domenica del Corriere"</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del 1° gennaio 1961.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.861</b> - Il 18 febbraio<b> si costituisce </b>il <b>regno d'Italia</b>. All'unità d'Italia, Napoleone III fu sentimentalmente favorevole, come lo era - senza sentimento - anche la Gran Bretagna, poiché un'Italia unita avrebbe potuto contrastare la potenza francese. In un tumultuoso precipitare degli eventi, nel 1861 nasce il Regno d'Italia.<b> </b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b><b>- Abolizione della servitù della gleba in Russia</b>. Le modeste riforme dello zar Alessandro II, che aveva abolito la servitù della gleba, non avevano nemmeno contemplato la creazione di un sistema parlamentare, sia pure di tipo consultivo. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>Pasteur </b>perfeziona i suoi <b>studi sui microrganismi patogeni</b>.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-25045798820139418442020-05-08T09:05:00.002-07:002020-10-07T03:26:20.116-07:00Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidcgJpN2LsIJ1VQs3M6naBE-_6ae_XGoCiLjzxGmHm36TuLB6p60UTWY0DSYxHWEMMK2g3OdxjAJ5l2n6ShYx_lUQD0nj3NycAGVPxJkEOZeAPgXQd9V2PtkdIIqYdQ-Ghxh7O_smoLNI/s1600/adam+smith.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidcgJpN2LsIJ1VQs3M6naBE-_6ae_XGoCiLjzxGmHm36TuLB6p60UTWY0DSYxHWEMMK2g3OdxjAJ5l2n6ShYx_lUQD0nj3NycAGVPxJkEOZeAPgXQd9V2PtkdIIqYdQ-Ghxh7O_smoLNI/s200/adam+smith.jpg" width="163" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Adam Smith.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.776</b> -<b> </b>Pubblicazione di "<b>La ricchezza delle nazioni</b>" dell'Inglese <b>Adam Smith</b>. Il 9 marzo del 1.776 veniva pubblicata “La ricchezza delle nazioni”,<b> bibbia dei moderni studi economici e testo fondamentale del pensiero liberale</b>. Un suo studio attento aiuta a capire che lo Stato e le regole, per Smith, erano molto importanti. E lo erano, perfino, le norme a tutela degli operai. E' accezione comune individuare nella “Ricchezza delle Nazioni” la nascita dell’economia classica e quindi, in parte, del pensiero liberale. Infatti per molti autori neoclassici, il concetto della “mano invisibile” è stato il precursore per lo sviluppo della “teoria dell’equilibrio generale” introdotta da Léon Walras nel 1.874. <b>Nato in concomitanza con la Prima rivoluzione industriale, Adam Smith (1.723-1.790), può essere considerato il filosofo che pose le basi per lo sviluppo della moderna teoria economica.</b> Definire Adam Smith un puro economista può risultare erroneo per due motivi: da un lato, nei suoi libri non sono presenti formule; dall’altro di formazione Smith era filosofo morale. Docente di logica all’Università di Glasgow, nel 1.759 venne pubblicata la “Teoria dei Sentimenti morali” in cui è descritta la morale della simpatia. Secondo questa teoria, l’uomo è mosso nelle sue azioni dal desiderio di ottenere l'approvazione e quindi la simpatia dei sui simili, o meglio l’approvazione di quello “spettatore imparziale” che rappresenta, appunto, la collettività. Dopo un viaggio in Francia tra il 1.764 e il 1.766, dove andò in visita ai suoi amici Hume (sotto vi propongo un interessante scambio epistolare tra i due) e F. Quesnay, dopo quasi 17 anni dalla prima opera, pubblicò l’opera pilastro delle scienze economico-sociali: La Ricchezza delle Nazioni. Quest’opera si articola in cinque volumi nei quali viene analizzata l’economia nel suo complesso, grazie all’unione delle varie componenti del puzzle economico. La ricchezza di una nazione deriva da due fattori: il numero dei lavoratori produttivi sul totale della popolazione (individuati nella borghesia e distinti dai lavoratori improduttivi caratteristici del sistema feudale) e la produttività di ogni lavoratore. <b>Nel primo volume</b> “<b>Delle cause del progresso nelle capacità produttive del lavoro, e dell’ordine secondo cui il prodotto viene naturalmente a distribuirsi tra i diversi ceti della popolazione</b>” vengono indagate le cause sia del miglioramento e dello sviluppo economico (dovute alla divisione del lavoro) sia della distribuzione naturale del reddito. Per esprimere l’utilità marginale derivante dalla divisione del lavoro, raggiunta grazie alle prime forme di meccanizzazione del lavoro stesso, Smith studia la famosa fabbrica di spilli, notando come: «Si può dunque considerare che ogni persona, facendo la decima parte di quarantottomila, fabbricasse quattromilaottocento spilli al giorno. Se invece avessero lavorato tutti in modo separato e indipendente e senza che alcuno di loro fosse stato previamente addestrato a questo compito particolare, non avrebbero certamente potuto fabbricare neanche venti spilli per ciascuno». Viene esaltata così la divisione del lavoro la quale segnerà, per sempre, la superiorità dell’industria manifatturiera sui sistemi agricoli che, un tempo (ora non più), non consentivano altrettanta divisione del lavoro. Fin dal primo volume, e proprio sulla questione della divisione del lavoro, emerge l’importanza dello Stato nell’economia, che può essere sottolineata ricorrendo alle parole di Noam Chomsky: “Tutti leggnoo solo il primo paragrafo delle ricchezza della nazioni dove viene esaltata l’importanza e la magnificenza della divisione del lavoro. Ma poche persone sono arrivate cento pagine più avanti, dove Smith precisa che <b>la divisione del lavoro distruggerà l’anima umana rendendo le persone creature stupide ed ignoranti</b>. Per questo in ogni società civilizzata lo Stato deve necessariamente prendere delle misure in modo tale da prevenire che la divisione del lavoro raggiunga i suoi limiti”. Ed è in questo primo libro che Smith attacca, fortemente, le “Caste”. Vengono ripetutamente criticati quei politici o individui che grazie alla loro influenza (politica ed economica) riescono a manipolare il funzionamento del governo per poterne trarre un proprio vantaggio a scapito dell’interesse della comunità. Viene precisato come l’interesse della comunità deve necessariamente essere garantito dallo Stato e come associazioni quali oligopoli, banchieri internazionali, trade unions possano ostacolare l’interesse comune. Queste “istituzioni” che operano in un mercato comune, secondo Smith, nei loro incontri pianificano delle cospirazione contro la collettività, e questo il più delle volte attraverso l’aumento del prezzo dei beni che producono. Quello che viene proposto contro queste lobby, sono delle dure leggi per riportare all’interno del mercato giustizia e libertà. È evidente l’utilità di questa riflessione per capire ciò che succede oggi giorno nel mercatoprovando a sottolineare l’importanza che aveva per Smith, sia il ruolo dello Stato sia quello della collettività, questioni che comunemente vengono escluse o dimenticate. Considerando la maestosità dell’opera verranno approfonditi solo pochi passaggi. Non so sei sia accurato individuare la nascita del capitalismo in concomitanza con la pubblicazione del secondo volum delle materie prime, in assoluto nel mercato del grano, regolato da grandi lobby o più esattamente oligopoli. È importante ricordare che nel caso della Compagnia inglese delle Indie orientali, cioè di una società privata che aveva conseguito un dominio monopolistico sul proprio mercato, Smith si dichiarò a favore del controllo pubblico. <b>Nel secondo volume</b>, “<b>Della natura, dell’accumulazione e dell'impiego dei fondi</b>”, viene illustrato il ruolo della moneta e la teoria dell’accumulazione del capitale che regola la proporzione dei lavoratori utili al sistema economico. In questo libro viene analizzato il ruolo della moneta o meglio della “nuova” cartamoneta che, nel 1.717, fu ufficialmente ancorata al valore dell’oro ad opera di Sir Isaac Newton. Ne viene esaltata la facilità di scambio e l’ampliamento degli scambi che ne conseguiva. Tutto questo, ovviamente, perché il valore ultimo era rappresentato dall’oro. Anche le banche vengono promosse come mezzo di sviluppo economico, precisando però che lo stato deve intervenire con delle regolazioni: «Le uniche restrizioni bancarie necessarie sono la proibizione di banconote di piccolo taglio e <b>la prescrizione che tutte le banconote siano pagabili su richiesta</b>». È importante notare come il sistema capitalistico-liberale (entrambi discepoli della filosofia di Adam Smith) abbiano abolito la seconda restrizione proposta dall’autore. Dal 1.971 la nostra moneta è un moneta senza un sottostante, senza un valore materiale reale una volta rappresentato dall’oro, la così detta Fiat Money. La caratteristica di tutte le nostre monete è quella di poter essere prodotta in quantità infinita. Mentre nel 1.700 la moneta emessa da una banca rappresentava un debito (per la banca stessa) perché doveva essere necessariamente convertibile in oro, ora<b> la moneta</b> (che <b>rappresenta sempre un debito</b>) è convertibile solo in altra moneta, che però rappresenta sempre un debito pagabile con altra moneta, che comunque rimane debito e potrà essere ripagata solo con altro moneta-debito, e cosi via infinitamente, come il debito appunto. La Storia e La Storia del pensiero economico, sono i protagonisti del terzo e del quarto volume. <b>Nel terzo libro intitolato</b> “<b>Del diverso progresso della prosperità nelle diverse nazioni</b> “ viene proposta una analisi storica delle teorie economiche precedenti, dall'Iimpero romano in poi, chiarendo che il «<b>corso naturale delle cose porta prima all’agricoltura, poi alle industrie e poi al commercio estero</b>». Dopo una precisa analisi storica, nel <b>quarto libro</b> “<b>Dei sistemi di economia politica</b>” si sviluppa la critica alla Storia. Questo volume, può essere ritenuto un piccolo trattato di <b>storia del pensiero economico con una critica aspra al sistema mercantilistico</b> grazie anche all’appoggio di una mano invisibile. Il sistema mercantilistico sviluppatosi tra il XVI e la prima metà del XVII, era un sistema economico relazionato a politiche economiche di carattere nazionalistico e protezionistico. Le politiche dei mercantilisti erano orientate verso forti esportazioni e poche importazioni, questo per garantire un saldo attivo nelle casse dello Stato. Smith critica apertamente queste politiche economiche poiché favorendo solo le esportazioni, quello che si va a creare è una restrizione del mercato generale. È in questo volume, più precisamente all’interno del secondo capitolo che compare, per la seconda volta, il concetto della mano invisibile (la prima volta venne citato nella Teoria dei sentimenti morali). Si può ritenere che la mano invisibile (o la mano della Provvidenza) discenda direttamente dall’individualismo-illuministico settecentesco: «Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio – dice Smith – che ci aspettiamo il nostro desinare, ma dalla considerazione del loro personale interesse. Non ci rivolgiamo alla loro umanità ma al loro egoismo (self-love), e parliamo dei loro vantaggi, e mai delle loro necessità». E ancora: ciascun individuo impiegando il proprio capitale in modo da dare il massimo valore al suo prodotto «mira soltanto al proprio guadagno» ed «è condotto da una mano invisibile a promuovere un fine che non entrava nelle sue intenzioni». Secondo Amartya Sen, premio nobel per l’Economia nel 1.998, questo è stato uno dei passi più abusati della teoria smitthiana. Il Premio Nobel e docente di Harvard, fa notare come nel pensiero di Smith lo scambio, è si un beneficio per il funzionamento del mercato,<b> ma anche come la ricerca del solo interesse personale non sia utile per il beneficio della società</b>. Infatti, analizzando la Teoria dei Sentimenti Morali in una sua pubblicazione, Sen fa notare, come Smith nel libro precisi che la prudenza sia la virtù più utile all'individuo ma anche che “l’umanità, la giustizia, la generosità e lo spirito pubblico (public spirit) sono le qualità più utili per gli altri”. Secondo la rivisitazione di Sen del pensiero di Adam Smith: «Un’economia di mercato per essere di successo richiede diversi valori che includono la fiducia reciproca e la fiducia nell’altro». <b>Nel quinto libro </b>“<b>Del reddito del sovrano e della repubblica</b>” (Of the Revenue of the Sovereign or Commonwealth), Smith analizza appunto il ruolo dello Stato e delle finanze statali nello sviluppo economico. I punti cruciali e critici di questo libro sono 3:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1) <b>Il mantenimento da parte dello Stato della giustizia</b>, attuabile prima di tutto garantendo la proprietà privata, quest’ultima necessaria per evitare possibili rivolte del popolo. Smith, in questo libro fa riferimento ai poveri e ai bisogni in più passaggi;<br />
2) <b>Il ruolo dello Stato nel garantire una istruzione per tutto il Paese, a tutti gli individui</b>. Secondo Smith il governo deve insistere affinché il Paese raggiunga un’alfabetizzazione generale della popolazione cosi da creare individui pronti per il mercato;<br />
3)<b> Il debito pubblico</b>, sopratutto quello causato durante le guerre. Sembra strano, ma è facile notare come gli Stati Uniti non seguano affatto le indicazioni di Smith: fanno guerre e accumulano debito (che compra la Cina) mentre la Cina non fa guerra e punta su una forte produttività di ogni singolo lavoratore (sia in Cina che a Milano, comprandosi inoltre il debito Americano). </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Smith riconosce, inoltre, due obiettivi fondamentali che l’economia politica deve perseguire:<br />
<b>Provvedere ad abbondanti redditi</b> (revenue) per il sostentamento delle singole persone;<br />
<b>Offrire allo Stato o al commonwealth</b> (bene comune) sufficienti redditi per garantire il servizio pubblico.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le prime critiche al sistema smitthiano vengono dal filosofo-giurista Jeremy Bentham. Il primo dei teorici dell’utilitarismo (teoria degli incentivi) critica Smith per l’eccessivo ruolo che attribuisce allo Stato. Può sembrare strano, ma come è ben sottolineato in quest’ultimo libro per Smith lo Stato ha un ruolo importante sopratutto nella redistribuzione delle risorse. Diversamente da Malthus e Bentham, Smith riconosceva l’importanza delle Poor Laws (sistemi di assistenzialismo sociale) proponendo anche riflessioni per il miglioramento di queste ultime. Secondo Amartya Sen: «Smith sottolinea la necessità di varie istituzioni che garantiscano il raggiungimento di alcuni obiettivi che il mercato (da solo) non sarà mai in grado di raggiungere. Lui era profondamente preoccupato dall’incidenza della povertà, dell’alfabetizzazione e della relativa miseria sull’economia. Tutti problemi che possono diffondersi nonostante il buon funzionamento dell’economia di mercato. […] Smith richiede diverse istituzioni e diverse motivazioni – non un mercato monolitico e il solo dominio del profitto». Uno degli elementi più importanti e discussi del pensiero di Smith è il Lavoro. Il valore di un bene è proprio la quantità di lavoro impiegata, lo stesso lavoro che rappresenta proprio il valore aggiunto alla materia prima, un valore che in ultima istanza è determinato dalla produttività del lavoratore. Anche in Italia il tema del lavoro è un tema caldo. Entro marzo il governo Monti ha annunciato il via o la conclusione della riforma del mercato del lavoro e del tanto discusso articolo 18.<br />
Vorrei provare a far entrare in questo dibattito, tutto italiano, anche Adam Smith attraverso le sue stesse parole, dove parlando di norme viene dato risalto – anche in quest’ultimo caso – al ruolo dello Stato:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
«When the regulation, therefore, is in favour of the workmen, it is always just and equitable, but it is sometimes otherwise when in favour of the masters». «<b>Quando la regolamentazione</b> (l’insieme delle norme), inoltre, <b>è in favore dell’operaio, essa è giusta ed equa, ma ciò spesso non avviene, quando questa</b> (la legge o norma)<b> è in favore dei padroni</b>». </div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.781</b> - Viene<b> </b>pubblicata la “<b>Critica della Ragion Pura</b>” di <b>Immanuel Kant</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.782</b> -<b> </b>Lo Scozzese <b>James Watt </b>costruisce una<b> macchina a vapore </b>con <b>cilindro </b>a<b> duplice propulsione</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span lang="it-IT"><b>Nel 1.783</b> -<b> </b></span>Dopo la <b>Rivoluzione Americana</b>, o guerra d'Indipendenza delle colonie inglesi in nord America, l'<b>Inghilterra</b>, col Trattato di Parigi, <b>riconosce l'indipendenza degli Stati Uniti d'America</b>. <b> </b><br />
<b><br /></b><span lang="it-IT"><b>- </b></span>La <b>Russia annette</b> la <b>Crimea</b>.<br />
<br />
<span lang="it-IT"><b>-</b> <b>Volo </b>dei<b> fratelli Montgolfier</b>.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span lang="it-IT"><b>Nel 1.788</b> -<b> A. Meikle </b>brevetta la<b> trebbiatrice</b>.</span><br />
<br /></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT9tYSSmNGORBQnQnri4wGXO_2ERQADHuDi6ow5spyCJmhyvDNSNDrQJBq8VDrSl0R17fc_zC4EjSqFks_IbI-wzFaXCrtFzHBbQ7uJZYVKy3wxu6rBBp63ngF-M_qPiQqzhBqNJoBUfM/s1600/eugene_delacroix_la_libert%C3%A0_guida_il_popolo_1830.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT9tYSSmNGORBQnQnri4wGXO_2ERQADHuDi6ow5spyCJmhyvDNSNDrQJBq8VDrSl0R17fc_zC4EjSqFks_IbI-wzFaXCrtFzHBbQ7uJZYVKy3wxu6rBBp63ngF-M_qPiQqzhBqNJoBUfM/s200/eugene_delacroix_la_libert%C3%A0_guida_il_popolo_1830.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Eugene Delacroix:"La Libertà</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
guida il Popolo" (1830).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.789</b> -<b> </b>Con la <b>presa della Bastiglia</b>, fortezza-carcere parigina della monarchia di Luigi XVI, inizia la <b>Rivoluzione Francese</b>. Nell'ambito della rivoluzione, viene emanata la "<b>Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino</b>".<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1.789 (Déclaration des Droits de l'Homme et du Citoyen) è un testo giuridico elaborato nel corso della Rivoluzione francese, contenente una solenne elencazione di diritti fondamentali dell'individuo e del cittadino. È stata emanata il 26 agosto del 1.789, basandosi sulla Dichiarazione d'indipendenza americana. Tale documento ha ispirato numerose carte costituzionali e il suo contenuto ha rappresentato uno dei più alti riconoscimenti della libertà e dignità umana. Dopo il successo della Rivoluzione francese, l'Assemblea Nazionale Costituente decise di assegnare ad una speciale Commissione di cinque membri eletta il 14 luglio 1.789 il compito di stilare una Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino da inserire nella futura costituzione, nell'ottica del passaggio dalla monarchia assoluta dell'Ancien Régime ad una monarchia costituzionale. Basato sul testo proposto dal marchese di La Fayette, il progetto della Dichiarazione venne discusso in Assemblea dal 20 al 26 agosto e, nella redazione definitiva, fu accettato dal re Luigi XVI il 5 ottobre per essere inserito come preambolo nella Carta costituzionale del 1.791.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5T4fNBDVSzmcZ6-IdOEE6JZJ7ksYW8UhsWcHPkvSm0afj2Oymk_0qAv7qgo94McpfA-6iCUUbKmcg3JFTBO7xBvaokfKd6RysIShNv8W2o_AFZVgaPy9w6TFBocTV2DXhroojHXN9oVk/s1600/europa+rivoluzione+francese.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5T4fNBDVSzmcZ6-IdOEE6JZJ7ksYW8UhsWcHPkvSm0afj2Oymk_0qAv7qgo94McpfA-6iCUUbKmcg3JFTBO7xBvaokfKd6RysIShNv8W2o_AFZVgaPy9w6TFBocTV2DXhroojHXN9oVk/s200/europa+rivoluzione+francese.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta geografica della Francia del</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1.789, all'inizio della Rivoluzione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Francese, le aree interessate dai</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
successivi conflitti, fino alle</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
annessioni francesi del 1.793.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sono segnalati i luoghi delle</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
battaglie.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
L'impatto di questa elencazione di principi fu innovatore e rivoluzionario allo stesso tempo. Sei mesi dopo la presa della Bastiglia e sole tre settimane dopo l'abolizione del feudalesimo, la Dichiarazione attuò uno <b>sconvolgimento radicale della società </b>come mai era avvenuto nei secoli precedenti. La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino d'altro canto non fu un episodio casuale e gran parte del contenuto della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino è confluito a sua volta nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo adottata dalle Nazioni Unite nel 1.948.<b> </b><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnyfOhw160NvUu9_kFOlS_MfktczTGRSAGPkEA_BQgb-PJsQZ-fyo1rUjjXXu8T5N0Aybxl1I9ONp3djkx_S5GwGw7SHyBN6mcrJh0TNcrbpj73IQN73XPaiDlV2TidRsHLvk6iTMv9d0/s1600/dichiarazione+diritti+dell%27uomo+e+del+cittadino.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnyfOhw160NvUu9_kFOlS_MfktczTGRSAGPkEA_BQgb-PJsQZ-fyo1rUjjXXu8T5N0Aybxl1I9ONp3djkx_S5GwGw7SHyBN6mcrJh0TNcrbpj73IQN73XPaiDlV2TidRsHLvk6iTMv9d0/s200/dichiarazione+diritti+dell'uomo+e+del+cittadino.jpg" width="151" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La stampa originale della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Dichiarazione dei Diritti</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dell'Uomo e del Cittadino".</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino Preambolo</b>: I Rappresentanti del Popolo Francese, costituiti in Assemblea Nazionale, considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti dell’uomo sono le uniche cause delle sciagure pubbliche e della corruzione dei governi, hanno stabilito di esporre, in una solenne dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri dell’uomo, affinché questa dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, rammenti loro incessantemente i loro diritti e i loro doveri; affinché maggior rispetto ritraggano gli atti del potere legislativo e quelli del potere esecutivo dal poter essere in ogni istanza paragonati con il fine di ogni istituzione politica; affinché i reclami dei cittadini, fondati da ora innanzi su dei principi semplici ed incontestabili, abbiano sempre per risultato il mantenimento della Costituzione e la felicità di tutti. In conseguenza, l’Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell’Essere Supremo, i seguenti diritti dell’uomo e del cittadino.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art. 1</b>. Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art. 2</b>. Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
all’oppressione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art. 3</b>. Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo o individuo può esercitare un’autorità che non emani direttamente da essa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art. 4</b>. La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri; così, l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha come limiti solo quelli che assicurano agli altri membri della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
società il godimento di questi stessi diritti. Questi limiti possono essere determinati solo dalla legge.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art. 5</b>. La legge ha il diritto di vietare solo le azioni nocive alla società. Tutto ciò che non è vietato dalla legge non può essere impedito, e nessuno può essere costretto a fare ciò che</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
essa non ordina.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art. 6</b>. La legge è l’espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno diritto di concorrere, personalmente o mediante i loro rappresentanti, alla sua formazione. Essa deve essere</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
uguale per tutti, sia che protegga, sia che punisca. Tutti i cittadini essendo uguali ai suoi occhi sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impieghi pubblici secondo le loro</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
capacità, e senza altra distinzione che quella della loro virtù e dei loro talenti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art. 7</b>. Nessun uomo può essere accusato, arrestato o detenuto se non nei casi determinati dalla legge, e secondo le forme da essa prescritte. Quelli che procurano, spediscono,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
eseguono o fanno eseguire degli ordini arbitrari, devono essere puniti; ma ogni cittadino citato o tratto in arresto, in virtù della legge, deve obbedire immediatamente; opponendo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
resistenza si rende colpevole.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art. 8</b>. La legge deve stabilire solo pene strettamente ed evidentemente necessarie e nessuno può essere punito se non in virtù di una legge stabilita e promulgata anteriormente al</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
delitto, e legalmente applicata.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art. 9</b>. Presumendosi innocente ogni uomo sino a quando non sia stato colpevole, se si ritiene indispensabile arrestarlo, ogni rigore non necessario per assicurarsi della sua persona</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
deve essere severamente represso dalla legge.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art.10</b>. Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose, purché la manifestazione di esse non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla legge.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art.11</b>. La libera comunicativa dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art.12</b>. La garanzia dei diritti dell’uomo e del cittadino ha bisogno di una forza pubblica; questa forza è dunque istituita per il vantaggio di tutti e non per l’utilità particolare di coloro ai</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
quali essa è affidata.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art.13</b>. Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese di amministrazione, è indispensabile un contributo comune: esso deve essere ugualmente ripartito fra tutti i cittadini, in</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
ragione delle loro sostanze.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art.14</b>. Tutti i cittadini hanno il diritto di constatare, da loro stessi o mediante i loro rappresentanti, la necessità del contributo pubblico, di approvarlo liberamente, di controllarne l’impiego</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e di determinarne la quantità, la ripartizione e la durata.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art.15</b>. La società ha il diritto di chieder conto ad ogni agente pubblico della sua amministrazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Art.16</b>. Ogni società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri determinata, non ha costituzione.<br />
<b>Art.17</b>. La proprietà essendo un diritto inviolabile e sacro, nessuno può esserne privato, salvo quando la necessità pubblica, legalmente constatata, lo esiga in maniera evidente,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN4bQGNSpttV55pDKHpP4bX4nZLH9xHlQJ-2M_GQrFLeCK_0h9EbzN0-J8duOW7lpLCDTtAsky1ZB9wzF-gioJRNCBGSCXqVIAEwXTHBEENiSi1uEnY6EFuvVmJMZT6vS6609A6arVNFji/s1600/vittorio-Alfieri.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN4bQGNSpttV55pDKHpP4bX4nZLH9xHlQJ-2M_GQrFLeCK_0h9EbzN0-J8duOW7lpLCDTtAsky1ZB9wzF-gioJRNCBGSCXqVIAEwXTHBEENiSi1uEnY6EFuvVmJMZT6vS6609A6arVNFji/s200/vittorio-Alfieri.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Vittorio Alfieri.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
e previa una giusta indennità.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.790</b> - "<b>Tirannide</b> indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo." (Vittorio Alfieri, 1.790)</div>
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.791</b> - <b>Olympe de Gouges</b> pubblica "<b>La Dichiarazione dei diritti della Donna e della Cittadina</b>". La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (titolo in francese Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne) è un testo giuridico francese, che esige la piena assimilazione legale, politica e sociale delle donne, pubblicato nel settembre 1.791 dalla scrittrice Olympe de Gouges sul modello della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1.789 proclamata il 26 agosto dello stesso anno. Primo documento a invocare l'uguaglianza giuridica e legale delle donne in rapporto agli uomini, la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina è stata pubblicata allo scopo di essere presentata all'Assemblée nationale per esservi adottata. La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina costituisce un'imitazione critica della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, che elenca i diritti validi solo per gli uomini, allorché le donne non dispongono del diritto di voto, dell'accesso alle istituzioni pubbliche, alle libertà professionali, ai diritti di possedimento, ecc. L'autrice vi difende, non senza ironia sulle considerazioni dei pregiudizi maschili, la causa delle donne, scrivendo che « La donna nasce libera e ha uguali diritti all'uomo ». Volendo, si può dire che Olympe de Gouges criticò la Rivoluzione francese di aver dimenticato le donne nel suo progetto di libertà e di uguaglianza.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlSEZQG9N5-sZKYnzdNTaIcyEat6VCvOUausAWo_uIBKQm4cpPOqmdlTVkOz_jhaefHyTiyazoTy9J1e3YnARpvgkBdel8IR2AzCiuYdfwZGj4UYXRfdveok_WpmfrAakzKATrC3JtdUc/s1600/olympe+de+gouges.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlSEZQG9N5-sZKYnzdNTaIcyEat6VCvOUausAWo_uIBKQm4cpPOqmdlTVkOz_jhaefHyTiyazoTy9J1e3YnARpvgkBdel8IR2AzCiuYdfwZGj4UYXRfdveok_WpmfrAakzKATrC3JtdUc/s200/olympe+de+gouges.jpg" width="162" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Olympe de Gouges, colei che</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
pubblicò la "Dichiarazione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dei diritti della Donna e della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cittadina". </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina:</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Uomo, sei capace d'essere giusto? È una donna che ti pone la domanda; tu non la priverai almeno di questo diritto. Dimmi? Chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso? La tua forza? Il tuo ingegno? Osserva il creatore nella sua saggezza; scorri la natura in tutta la sua grandezza, di cui tu sembri volerti raffrontare, e dammi, se hai il coraggio, l'esempio di questo tirannico potere. Risali agli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali, getta infine uno sguardo su tutte le modificazioni della materia organizzata; e rendi a te l'evidenza quando te ne offro i mezzi; cerca, indaga e distingui, se puoi, i sessi nell'amministrazione della natura. Dappertutto tu li troverai confusi, dappertutto essi cooperano in un insieme armonioso a questo capolavoro immortale. Solo l'uomo s'è affastellato un principio di questa eccezione. Bizzarro, cieco, gonfio di scienza e degenerato, in questo secolo illuminato e di sagacia, nell'ignoranza più stupida, vuole comandare da despota su un sesso che ha ricevuto tutte le facoltà intellettuali; pretende di godere della rivoluzione, e reclama i suoi diritti all'uguaglianza, per non dire niente di più.</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTA_zyX3ge8eiIMcEnV91J-r6-xnRCePH6Emrp4E-kfowEOR4bc7ISMh7j_LwsVYyDKjW6wLvRq8dRd5wTL7LElDLRlGVgiUxAS60EPNH9wHDsVhykRF8UEHsynBavfRApM3Gj-1oxlX4/s1600/diritti_umani_donne.gif" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="169" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTA_zyX3ge8eiIMcEnV91J-r6-xnRCePH6Emrp4E-kfowEOR4bc7ISMh7j_LwsVYyDKjW6wLvRq8dRd5wTL7LElDLRlGVgiUxAS60EPNH9wHDsVhykRF8UEHsynBavfRApM3Gj-1oxlX4/s200/diritti_umani_donne.gif" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Donne, Cittadine del mondo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Preambolo</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le madri, le figlie, le sorelle, rappresentanti della nazione, chiedono di potersi costituire in Assemblea nazionale. Considerando che l'ignoranza, l'oblio o il disprezzo dei diritti della donna sono le cause delle disgrazie pubbliche e della corruzione dei governi, hanno deciso di esporre, in una Dichiarazione solenne, i diritti naturali, inalienabili e sacri della donna, affinché questa dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, ricordi loro senza sosta i loro diritti e i loro doveri, affinché gli atti del potere delle donne e quelli del potere degli uomini, potendo essere paragonati ad ogni istante con gli scopi di ogni istituzione politica, siano più rispettati, affinché le proteste dei cittadini, fondate ormai su principi semplici e incontestabili, si rivolgano sempre al mantenimento della Costituzione, dei buoni costumi, e alla felicità di tutti. In conseguenza, il sesso superiore sia in bellezza che in coraggio, nelle sofferenze della maternità, riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell'essere supremo, i seguenti Diritti della Donna e della Cittadina:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo I</b>. La Donna nasce libera ed ha gli stessi diritti dell'uomo. Le distinzioni sociali possono essere fondate solo sull'utilità comune.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo II</b>. Lo scopo di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili della Donna e dell'Uomo: questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e soprattutto la resistenza all'oppressione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo III</b>. Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella nazione, che è la riunione della donna e dell'uomo: nessun corpo, nessun individuo può esercitarne l'autorità che non ne sia espressamente derivata.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo IV</b>. La libertà e la giustizia consistono nel restituire tutto quello che appartiene agli altri; così l'esercizio dei diritti naturali della donna ha come limiti solo la tirannia perpetua che l'uomo le oppone; questi limiti devono essere riformati dalle leggi della natura e della ragione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo V</b>. Le leggi della natura e della ragione impediscono ogni azione nociva alla società: tutto ciò che non è proibito da queste leggi, sagge e divine, non può essere impedito, e nessuno può essere obbligato a fare quello che esse non ordinano di fare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo VI</b>. La legge deve essere l'espressione della volontà generale; tutte le Cittadine e i Cittadini devono concorrere personalmente, o attraverso i loro rappresentanti, alla sua formazione; esse deve essere la stessa per tutti: Tutte le cittadine e tutti i cittadini, essendo uguali ai suoi occhi, devono essere ugualmente ammissibili ad ogni dignità, posto e impiego pubblici secondo le loro capacità, e senza altre distinzioni che quelle delle loro virtù e dei loro talenti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo VII</b>. Nessuna donna è esclusa; essa è accusata, arrestata e detenuta nei casi determinati dalla Legge. Le donne obbediscono come gli uomini a questa legge rigorosa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo VIII</b>. La Legge non deve stabilire che pene restrittive ed evidentemente necessarie, e nessuno può essere punito se non grazie a una legge stabilita e promulgata anteriormente al delitto e legalmente applicata alle donne.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo IX</b>. Tutto il rigore è esercitato dalla legge per ogni donna dichiarata colpevole.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo X</b>. Nessuno deve essere perseguitato per le sue opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere ugualmente il diritto di salire sulla Tribuna; a condizione che le sue manifestazioni non turbino l'ordine pubblico stabilito dalla legge.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo XI</b>. La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi della donna, poiché questa libertà assicura la legittimità dei padri verso i figli. Ogni Cittadina può dunque dire liberamente, io sono la madre di un figlio che vi appartiene, senza che un pregiudizio barbaro la obblighi a dissimulare la verità; salvo rispondere dell'abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo XII</b>. La garanzia dei diritti della donna e della cittadina ha bisogno di un particolare sostegno; questa garanzia deve essere istituita a vantaggio di tutti, e non per l'utilità particolare di quelle alle quali è affidata.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo XIII</b>. Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese dell'amministrazione, i contributi della donna e dell'uomo sono uguali; essa partecipa a tutte le incombenze, a tutti i lavori faticosi; deve dunque avere la sua parte nella distribuzione dei posti, degli impieghi, delle cariche delle dignità e dell'industria.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo XIV</b>. Le Cittadine e i Cittadini hanno il diritto di costatare personalmente, o attraverso i loro rappresentanti, la necessità dell'imposta pubblica. Le Cittadine non possono aderirvi che a condizione di essere ammesse ad un'uguale divisione, non solo dei beni di fortuna, ma anche nell'amministrazione pubblica, e di determinare la quota, la base imponibile, la riscossione e la durata dell'imposta.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo XV</b>. La massa delle donne, coalizzata nel pagamento delle imposte con quella degli uomini, ha il diritto di chiedere conto, ad ogni pubblico ufficiale, della sua amministrazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Articolo XVI</b>. Ogni società nella quale la garanzia dei diritti non sia assicurata, né la separazione dei poteri sia determinata, non ha alcuna costituzione; la costituzione è nulla, se la maggioranza degli individui che compongono la Nazione, non ha cooperato alla sua redazione.</div>
<b>Articolo XVII</b>. Le proprietà appartengono ai due sessi riuniti o separati; esse sono per ciascuno un diritto inviolabile e sacro; nessuno ne può essere privato come vero patrimonio della natura, se non quando la necessità pubblica, legalmente constatata, l'esiga in modo evidente, a condizione di una giusta e preliminare indennità.<b> </b><br />
Con il termine <b>suffragette</b> si indicavano le appartenenti a un movimento di emancipazione femminile nato per ottenere il diritto di voto per le donne (dalla parola "suffragio" che significa "dichiarazione della propria volontà in procedimenti elettivi o deliberativi; voto"). In seguito la parola "suffragetta" ha finito per indicare, in senso lato, la donna che lotta o si adopera per ottenere il riconoscimento della piena dignità delle donne, coincidendo in parte quindi col termine femminista. <b>Il movimento presentò all'Assemblea Rivoluzionaria, all'inizio della rivoluzione francese</b>, nel 1789, il "Cahier de Doléances des femmes", una prima richiesta formale di riconoscimento dei diritti delle donne. Negli stessi anni, sempre in Francia, <b>Olympe de Gouges </b>pubblicò "Le prince philosophe", romanzo che rivendicava i diritti delle donne, ed iniziò ad organizzare gruppi di donne. La sua azione tuttavia fu interrotta quando iniziò a criticare lo stesso Robespierre, e, <b>nel 1793, venne ghigliottinata</b>.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Muore</b>, a 36 anni e in miseria,<b> Wolfgang Amadeus Mozart</b>. <b> </b><br />
<br />
<b>Nel 1.792</b> -<b> Proclamazione della Repubblica Francese</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.793</b> - <b>Seconda spartizione della Polonia</b>. Le spartizioni della Polonia del XVIII secolo, posero fine all'esistenza della Confederazione Polacco-Lituana. Le spartizioni coinvolsero la Prussia, l'Impero Russo e l'Impero Austriaco, che si divisero le terre della confederazione. Le tre spartizioni avvennero: il 5 agosto 1772, il 23 gennaio 1793 e il 24 ottobre 1795.<br />
<br />
<b>- David</b> dipinge la "<b>Morte di Marat</b>".<br />
<br />
<b>-</b> Inevitabilmente, gli avvenimenti francesi del 1789 scatenarono l’<b>entusiasmo degli Occitani</b>. Il vecchio ideale di libertà e di progresso, sempre perseguito con le motivazioni ideologiche più diverse e mai raggiunto, sembrava a un passo dalla sua realizzazione. Il <b>colpo di Stato del marzo del 1793, che porta Robespierre al potere</b> (e dietro di lui l’alleanza della piccola borghesia e del “popolo”) provoca un’immediata risposta in Occitania: la sollevazione girondina. L’<b>ideologia Girondina</b>, moderatamente federalista, era, del resto, condivisa in altre regioni “francesi”: in Normandia e a Lione, per esempio. Essa era tuttavia forte soprattutto in Occitania: e una motivazione nazionale occitanica, magari inconscia, certamente esisteva sul fondo. Infatti, la borghesia d’oc aderì subito all’appello di Vernhaud (Vergniaud), un politico limosino che riteneva giunto il momento di studiare “le misure da prendersi per formare, con i 24 dipartimenti del “Midi”, una repubblica federativa che vada da Bordeaux a Lione”. I <b>Giacobini</b> mandano subito un corpo di spedizione in Occitania. Tolone viene conquistata, Parigi ha vinto ancora una volta. L’Occitania appoggerà sempre i movimenti “rivoluzionari” che tenteranno di conferirle una propria autonomia nazionale ma verrà più volte tradita dalla mancanza dell’appoggio popolare. I suoi abitanti, infatti, sono sempre stati più portati allo scambio fraterno e culturale non riuscendo a darsi un'organizzazione unitaria politica. Solo ultimamente, con la caduta delle frontiere europee, l’Occitania sta prendendo una coscienza di Stato unitario ed indipendente. A differenza dei “fratelli” baschi, non sono le bombe a far parlare della voglia di autonomia, ma la <b>musica</b>, le <b>danze,</b> la <b>poesia</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhy3CRIZdiovjtlQSj1q_COc-gMGF_1hWup_dRTiB2dfCnR78LUAxGaoXVv-otRmgxy90opPMfXQhgLb5EUnLnv_s_zPal_D2S5-nuKtXkvfnIN7Xa0hOJnf9-CN0KeNsLgSReif7bfMLU/s1600/ita+padania+Italy_1796.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhy3CRIZdiovjtlQSj1q_COc-gMGF_1hWup_dRTiB2dfCnR78LUAxGaoXVv-otRmgxy90opPMfXQhgLb5EUnLnv_s_zPal_D2S5-nuKtXkvfnIN7Xa0hOJnf9-CN0KeNsLgSReif7bfMLU/s200/ita+padania+Italy_1796.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina politica dell'Italia del Nord</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nei primi mesi del 1796, prima dello</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
abbattimento dei regimi aristocratico</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
-monarchici da partedi Napoleone. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.795</b> - Si adotta in Francia, e poi in tutto il mondo, il <b>sistema metrico decimale</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.796</b> -<b> E. Jenner </b>scopre la <b>vaccinazione antivaiolosa</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5RmUkLRkYuPjTPaOYEyi1dD14XBOYPY7NCl2TuiY24_jKDZaCfQ4vBwBnhefGP3sloOBkBsjWTHCEjgBDFmIZTZwDHhKgjX7eor2NpwHWRAd7sgEY7gN__n4ZeRmRfvYU1zXQTmxs6bI/s1600/ita+rep+cispadana+particolare.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="136" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5RmUkLRkYuPjTPaOYEyi1dD14XBOYPY7NCl2TuiY24_jKDZaCfQ4vBwBnhefGP3sloOBkBsjWTHCEjgBDFmIZTZwDHhKgjX7eor2NpwHWRAd7sgEY7gN__n4ZeRmRfvYU1zXQTmxs6bI/s200/ita+rep+cispadana+particolare.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta dell'Italia del Nord alla fine</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del 1796. Il 9 gennaio 1797 viene</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
fondata la Repubblica Cispadana.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In verde sono segnati i confini</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
della nuova Repubblica, che</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
comprende i territori di Massa e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Carrara, Reggio Emilia, Modena,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Bologna, Ferrara e la Romagna. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.797</b> -<b> </b>Nell'ambito delle guerre napoleoniche ai vecchi regimi, in <b>Italia </b>vengono fondate la <b>repubblica Cisalpina</b>, con capitale Milano e la <b>repubblica Cispadana</b> comprendente i territori di Massa e Carrara, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara e Romagna, con capitale Bologna. Nella <b>Repubblica Cispadana</b> si indicono <b>elezioni aperte a tutti i maschi maggiorenni</b> per eleggere<b> </b>un parlamento e viene inoltre promulgata una Costituzione.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgETkG3RuezG94_KOrq6aPSjFovcWhTMhETEipJ8ToXSq_XK2QfLNsVTQ_uB0xMb1v0WJWerbmiJxEfDsHf1Yl84Gb4e29F0yHKtqSiFO6Zu_VklAZ_D5jSGAMpIwn2kXCxdUDm2hTmUg/s1600/cost+cispadana+1.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgETkG3RuezG94_KOrq6aPSjFovcWhTMhETEipJ8ToXSq_XK2QfLNsVTQ_uB0xMb1v0WJWerbmiJxEfDsHf1Yl84Gb4e29F0yHKtqSiFO6Zu_VklAZ_D5jSGAMpIwn2kXCxdUDm2hTmUg/s200/cost+cispadana+1.jpg" width="130" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Costituzione della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Repubblica Cispadana.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjb0mhoTH3LmwGbiWhA2lkSkaHrY1AcG60YOcUYvYmIlGD2G3kqkhND3PdJwJY0evFCsBdEP-ud73wLhBSlm2l-g1URVQkTtThx06ubMtUzTbchgoeIf40i5WMRHZQSADSg42GksD9QC0o/s1600/cost+cispadana+2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjb0mhoTH3LmwGbiWhA2lkSkaHrY1AcG60YOcUYvYmIlGD2G3kqkhND3PdJwJY0evFCsBdEP-ud73wLhBSlm2l-g1URVQkTtThx06ubMtUzTbchgoeIf40i5WMRHZQSADSg42GksD9QC0o/s200/cost+cispadana+2.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Nella Costituzione della Repubblica</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cispadana: i capoluoghi dei territori</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e il concetto di cittadinanza.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlaTu5Mo_1AwQuecXV8mqyT904ZG9ASgINtUa8AKPDjaWKYLhQAEcMXFgjRSatBcP3BIqHRrs0EGpRReEyWPtT-tWja6ispFAtiEV_9Of63ANATn2qsYo7VxikPu30j_oOpTbFObk7w1A/s1600/band+Repubblica_Cispadana.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlaTu5Mo_1AwQuecXV8mqyT904ZG9ASgINtUa8AKPDjaWKYLhQAEcMXFgjRSatBcP3BIqHRrs0EGpRReEyWPtT-tWja6ispFAtiEV_9Of63ANATn2qsYo7VxikPu30j_oOpTbFObk7w1A/s1600/band+Repubblica_Cispadana.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La bandiera della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Repubblica Cispadana,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con stemma di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
faretra a 4 frecce.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nella Repubblica Cispadana</b> stessa viene <b>adottato il tricolore come bandiera</b> della libera Repubblica, <b>stabiliti dal Senato di Bologna</b> con un documento datato <b>28 ottobre 1796</b>, in cui si legge: "Bandiera coi colori Nazionali - Richiesto quali siano i colori Nazionali per formarne una bandiera, si è risposto il Verde il Bianco ed il Rosso."</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyu0wHHsn4Q7WiDnMqy6000A9DxyEOpiAgyuzGzmvFz4cT92CUNMAPWgNEUVt14eR86bf_CgJFUTvDV4ylA-zKRDNq_IJg-YFGRucskcQiL6e2D6mhnBWUMi1ymTSL2bK8gs66DPEPKBQ/s1600/cost+cispadana+3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyu0wHHsn4Q7WiDnMqy6000A9DxyEOpiAgyuzGzmvFz4cT92CUNMAPWgNEUVt14eR86bf_CgJFUTvDV4ylA-zKRDNq_IJg-YFGRucskcQiL6e2D6mhnBWUMi1ymTSL2bK8gs66DPEPKBQ/s200/cost+cispadana+3.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Costituzione della Repubblica</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cispadana: i comizi primari per le</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
libere elezioni.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
A <b>Reggio Emilia</b> il <b>7 gennaio 1797</b> è stata fatta <b>mozione</b> che si rendesse universale lo stendardo o bandiera cispadana di tre colori, verde, bianco e rosso e che questi tre colori si usassero anche nella coccarda cispadana, la quale debba essere portata da tutti: "Viene decretato.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc2JIHpmMVSPdudoMm6cAzs5mpCPc04-nTXKaOJu0Fz7xueo6OqAhAUJnSUhrvI55lNgDbrgrV-_cu6iEHKQ1difWXuzFCNv9tZPvpYx6FxJ-gxjGADd5t_vUDqlYa3iF2ornU9Ufrizbp/s1600/Stemma+Rep.+Cispadana.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="118" data-original-width="126" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc2JIHpmMVSPdudoMm6cAzs5mpCPc04-nTXKaOJu0Fz7xueo6OqAhAUJnSUhrvI55lNgDbrgrV-_cu6iEHKQ1difWXuzFCNv9tZPvpYx6FxJ-gxjGADd5t_vUDqlYa3iF2ornU9Ufrizbp/s1600/Stemma+Rep.+Cispadana.png" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Stemma della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Repubblica</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cispadana.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il congresso della Repubblica Cispadana convocato a Modena il 21 gennaio del 1797 confermando le deliberazioni di precedenti adunanze decretò vessillo di stato il tricolore per virtù d'uomini e di tempi fatto <b>simbolo dell'unità indissolubile della nazione</b>".<br />
<br />
<b>-</b> Gravata da un <b>debito pubblico</b> di quasi cento milioni di ducati verso il 1790, la <b>Repubblica di</b> <b>Venezia</b>, che aveva avuto ancora uno sprazzo di effimera gloria con le imprese marinare di Giacomo Nani (1766-68) e Angelo Emo (1784-92) contro le reggenze barbaresche (Tunisi, Tripoli e Algeri), cade quasi senza avvedersene sotto i colpi dell'offensiva napoleonica. Costretta a lasciare il passo sul suo territorio alle truppe francesi e austriache durante la prima campagna d'Italia, con la rivolta popolare di Verona (1797) offre il pretesto al Bonaparte per porre termine alla sua millenaria esistenza. Il 12 maggio 1797, su richiesta del Bonaparte, il Maggior Consiglio dichiara <b>dissolto lo stato </b>e il doge Ludovico Manin lascia il posto a una municipalità di giacobini filofrancesi.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-cvOBdJWIbEwMHPXvDHDr5WX1Kohp80r1Jy92lc1vsTQyaYdRb6Q-kJZ7VSt2IUalT6sVEJKPQ5HLtSGFDNCjnwUyN3w8SoGquw_qF3AzMhXdqofg-d1IpZ-IZYS7BUvev0POaMkbGls/s1600/europa+napoleonica.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="129" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-cvOBdJWIbEwMHPXvDHDr5WX1Kohp80r1Jy92lc1vsTQyaYdRb6Q-kJZ7VSt2IUalT6sVEJKPQ5HLtSGFDNCjnwUyN3w8SoGquw_qF3AzMhXdqofg-d1IpZ-IZYS7BUvev0POaMkbGls/s200/europa+napoleonica.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica dell'Europa dal</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1796, con le conquiste di Napoleone</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Bonaparte e dell'esercito</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
della Repubblica Francese.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.798</b> -<b> T. Malthus</b> pubblica il "<b>Saggio sul principio della popolazione</b>".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.799</b> - In Francia, <b>Napoleone Bonaparte</b> diventa <b>Primo Console</b>.<br />
<br />
<b>-</b> II ritrovamento dei Francesi dello <b>stele di Rosetta</b>, in Egitto, permette a Champollion di <b>decifrare i geroglifici egiziani</b>.</div>
<br />
<b>Nel 1.800</b> -<b> </b>Con un nuovo<b> </b>Atto di Unione tra il Regno di Gran Bretagna ed il regno d'Irlanda, <b>nasce</b> il <b>Regno Unito</b> di Gran Bretagna e Irlanda, che in seguito diventerà il Regno Unito <b>di Gran Bretagna e Irlanda del Nord</b>.<br />
<br />
<b>- </b>Nel <b>XIX secolo</b> il diffondersi della <b>rivoluzione industriale</b> impresse una svolta fondamentale nella storia materiale dell’Europa. Iniziata in Inghilterra negli ultimi decenni del Settecento, si diffuse nel resto del continente durante la prima metà del nuovo secolo. La produzione, grazie all’affermazione di nuove tecnologie, si moltiplicò in ogni settore economico, consentendo uno sviluppo strettamente intrecciato con la crescita demografica. La parallela rivoluzione dei trasporti produsse un’integrazione economica dapprima nazionale e continentale, con la nascita e la rapida diffusione delle<b> comunicazioni ferroviarie</b>, poi, grazie alla navigazione a vapore, mondiale. Si consolidò così la <b>borghesia imprenditoriale</b>, ormai pronta a entrare da protagonista sulla scena politica. E si pose anche la “questione sociale”, connessa alla nascita della nuova classe del <b>proletariato urbano</b>. L’affermazione politica della borghesia richiese una lunga lotta contro i privilegi della nobiltà e del clero e contro la struttura assolutistica degli stati. La <b>prima metà dell’Ottocento</b> fu caratterizzata politicamente dal <b>conflitto tra l’Europa dei sovrani</b>, sostenitori di una concezione assolutistica e paternalistica del potere, <b>e l’Europa delle nazioni</b>, espressione delle istanze ideali e politiche delle borghesie. Dopo la sconfitta di Napoleone, nel congresso di Vienna (1814-15) le potenze vincitrici ridisegnarono la carta geopolitica del continente sulla base dei principi dell’equilibrio e della legittimità. Con la Santa Alleanza si affermarono i princìpi della solidarietà internazionale tra i sovrani nella repressione di ogni insurrezione. Si aprì così l’età della Restaurazione, caratterizzata dal tentativo di frenare l’<b>affermazione delle idee di nazione, di libertà e di cittadinanza </b>(diritti dell'uomo e della donna), largamente <b>diffuse dalla Rivoluzione francese e dall’impero napoleonico</b>. L’idea di nazione fu il frutto dell’evoluzione in senso storicistico della cultura romantica, che rifiutò il cosmopolitismo illuministico e rivalutò le peculiari tradizioni di ogni popolo. Sebbene gli intellettuali cercassero di dimostrare il primato morale e spirituale del proprio popolo (in particolare il tedesco Fichte, gli italiani Mazzini e Gioberti, il francese Guizot),<b> l’idea di nazione non fu inizialmente in contrasto con l’ideale di un’Europa pacifica e unitaria</b>. Il primato nazionale fu infatti concepito come missione di guida degli altri popoli sulla via del progresso materiale e spirituale e non come giustificazione di pretese egoistiche e prevaricatrici (come doveva poi avvenire nella seconda metà del secolo). In questo periodo maturò ulteriormente, sebbene ancora minoritario, l’<b>ideale federalista europeo</b>, sostenuto da intellettuali come Saint-Simon, Cattaneo, Mazzini e Proudhon. L’età della <b>Restaurazione</b> fu scossa da ondate di <b>moti insurrezionali e rivoluzionari</b>, portatori di istanze dapprima solo <b>liberali e nazionali</b> (moti del 1820-21 e moti del 1830-31), poi, con la crescita della partecipazione politica della piccola borghesia e della classe operaia, anche <b>democratiche e socialiste</b> (rivoluzioni del 1848-49).<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- Alessandro Volta</b> costruisce la <b>pila elettrica</b>.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-90201211151362432742020-05-08T08:55:00.002-07:002020-10-07T03:25:22.919-07:00Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)<div style="clear: both;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg733eOwpGg5GmLLuJhk9UPwQ1XBKBkVH249XnWiDlGt2CoeVjzRsyrgtlPFi8jvKsysMT775Oon8IeCLO8I-8pXmlZ0yYWuCx7nmw3N3b-kGSLFYSAPqoIzNcEj_b2JXfmR5_RIN62xzw/s1600/europa+nel+1500.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="156" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg733eOwpGg5GmLLuJhk9UPwQ1XBKBkVH249XnWiDlGt2CoeVjzRsyrgtlPFi8jvKsysMT775Oon8IeCLO8I-8pXmlZ0yYWuCx7nmw3N3b-kGSLFYSAPqoIzNcEj_b2JXfmR5_RIN62xzw/s200/europa+nel+1500.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica dell'Europa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel 1700.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.707</b> -<b> </b>Si <b>istituisce</b>, con l'Atto di Unione, ratificato sia dal parlamento scozzese che da quello inglese, il <b>Regno di Gran Bretagna</b>. La regina Anna, ultima monarca degli Stuart, diventa la prima sovrana del nuovo regno. I parlamenti di Inghilterra e Scozia vennero anch'essi fusi a formare il Parlamento di Gran Bretagna la cui sede fu fissata nel Palazzo di <b>Westminster</b> a <b>Londra</b>. A questo punto il regno d'Inghilterra cessò di esistere come entità politica distinta e non ebbe più un governo nazionale. Legalmente comunque le giurisdizioni di Inghilterra e Galles da una parte e Scozia dall'altra rimasero separate continuando ad avere leggi e tribunali distinti. Ciò continuò fino all'Atto di Unione del 1800 tra il Regno di Gran Bretagna ed il regno d'Irlanda che creò il <b>Regno Unito</b> di Gran Bretagna e Irlanda (che in seguito sarebbe diventato il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b><b>- D. Papin</b>, esule in Germania, nel 1707 <b>costruisce un battello</b> sperimentale <b>a vapore</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.709</b> -<b> Pietro il Grande sconfigge </b>gli <b>Svedesi</b> a Pollava.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Abraham Darby </b>(1678-1717), imprenditore inglese, pioniere dell'industria siderurgica e il primo di una dinastia di fonditori che hanno caratterizzato il primo periodo della rivoluzione industriale inglese e la storia della siderurgia, <b>perfeziona </b>la <b>tecnica </b>di<b> fusione </b>della<b> ghisa</b>.<b> </b><br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.713</b> -<b> </b>Finisce la<b> </b>guerra di successione spagnola e si firma la <b>pace di Utrecht </b>tra la Francia, da una parte, e l'Inghilterra, il Portogallo, la Prussia, l'Olanda e la Savoia, dall'altra (per la pace fra Francia e Austria si dovrà attendere la pace di Rastadt del 1.714). Gli impegni assunti a Utrecht saranno i seguenti:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- <b>Filippo d'Angiò</b> veniva riconosciuto legittimo <b>re di Spagna</b> con il nome di Filippo V, ma la sua <b>corona</b> veniva separata da quella di <b>Francia</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La Spagna cedeva all'<b>Austria</b> i <b>Paesi Bassi</b> spagnoli, il regno di <b>Napoli</b> e quello di <b>Sardegna</b>, nonché il Ducato di <b>Milano</b> e lo Stato dei Presidii in <b>Toscana</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La Spagna cedeva <b>all'Inghilterra</b> la rocca di <b>Gibilterra</b> e l'isola di <b>Minorca</b> nelle Baleari.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La Francia cedeva all'<b>Inghilterra</b> i territori nordamericani di <b>Terranova</b>, l'<b>Acadia</b> e la <b>Baia di Hudson</b>. Inoltre si impegnava a non appoggiare più le rivendicazioni dei cattolici Stuart al trono inglese espellendo Giacomo Francesco Edoardo Stuart dalla Lorena e riconoscendo quale legittimo <b>re d'Inghilterra Guglielmo d'Orange</b>, marito di Maria, figlia primogenita del defunto Giacomo II.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Agli olandesi veniva concesso <b>il diritto di costruire fortificazioni militari</b> lungo il confine tra i Paesi Bassi ex spagnoli, ora austriaci, e <b>la Francia</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Al duca <b>Vittorio Amedeo II di Savoia </b>venne assegnata la <b>Sicilia</b> con il relativo <b>titolo regio</b>, nonché Casale e tutto il <b>Monferrato</b>, parte della <b>Lomellina</b> e la <b>Valsesia</b>. I Savoia mantennero la sovranità sulla Sicilia fino al 1.720 quando, a causa delle pressioni internazionali, dovettero accettare lo scambio col Regno di Sardegna (che, nel 1.861, sarebbe <b>diventato il Regno d'Italia</b>).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Il Ducato di Mantova (gli ex domini gonzagheschi) rimaneva all'<b>Austria</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La regione della Gheldria veniva ceduta alla <b>Prussia</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La <b>Spagna cedeva all'Inghilterra</b> l'asiento de negros, ovvero <b>il monopolio del commercio degli schiavi africani verso l'America</b>, nonché il cosiddetto vascello di permissione, ovvero l'autorizzazione ad un vascello inglese di attraccare una volta l'anno in uno dei porti dell'America meridionale per poter commerciare liberamente le proprie merci. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per poter mettere definitivamente la parola fine alla guerra di successione spagnola, era necessario, però, che anche l'Austria sottoscrivesse il trattato di pace con la Francia: ciò avvenne il 6 marzo 1.714 nella città di Rastatt. Inoltre la Pace di Utrecht lasciò <b>i Corsari disoccupati </b>e, dato che erano senza lavoro, cominciarono ad <b>assalire le navi mercantili Spagnole e Inglesi</b>, nelle Indie Occidentali, trasformandosi così in <b>pirati </b>e provocando gravi danni alle economie dei due imperi.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpz-HeOpx-StXzzzB0NEKbIqpY9kFk94BgWRDOgJhs7cN_WwRns5auosXoaFaL4Up_73f7jTV8kNr9J-BF4lAQ0CE7ehgsoZKJznLR9imjBXm4kqPz-meDkomi_qqZG-7bxKAA6-aKIQXK/s1600/nave+corsara.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpz-HeOpx-StXzzzB0NEKbIqpY9kFk94BgWRDOgJhs7cN_WwRns5auosXoaFaL4Up_73f7jTV8kNr9J-BF4lAQ0CE7ehgsoZKJznLR9imjBXm4kqPz-meDkomi_qqZG-7bxKAA6-aKIQXK/s200/nave+corsara.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Dipinto con nave corsara.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
- Il <b>corsaro</b> era una persona al servizio di un governo, cui cedeva parte degli utili, ottenendo in cambio lo status di combattente (lettera di corsa) e la bandiera (il che lo autorizzava a rapinare solo navi mercantili nemiche, e ad uccidere persone ma solo in combattimento). Una nave privata, armata e dotata di capitano ed equipaggio, che operasse con una lettera di corsa (talvolta intestata all'armatore, che restava a terra), era chiamata una nave corsara. Una <b>lettera di corsa,</b> detta anche <b>lettera di marca</b> o <b>patente di corsa</b>, era una garanzia (o commissione) emessa da un governo nazionale che autorizzava l'agente designato a cercare, catturare o distruggere, beni o personale appartenenti ad una parte che aveva commesso una qualche offesa alle leggi od ai beni od ai cittadini della nazione che rilasciava la patente. Questa veniva di norma usata per autorizzare dei gruppi di privati ad assalire e catturare bastimenti mercantili di una nazione nemica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkFaqV31Z5JTynI3VyuVarmOi-HqIHoNpL0gXHPcACHkn1aT8ZS5NuB6dilMjwsVQfQQPva5Kpt__jwgjZevRlpyPJZhA9dxR_ygRZ4D5dNgBEiLlt-7vZgYmKnCqvAh7-8vOsIsQ3K5nx/s1600/Pace+di+Utrecht+a+Rastatt+1713.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="159" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkFaqV31Z5JTynI3VyuVarmOi-HqIHoNpL0gXHPcACHkn1aT8ZS5NuB6dilMjwsVQfQQPva5Kpt__jwgjZevRlpyPJZhA9dxR_ygRZ4D5dNgBEiLlt-7vZgYmKnCqvAh7-8vOsIsQ3K5nx/s200/Pace+di+Utrecht+a+Rastatt+1713.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
L'Europa dopo la pace di Utrecht</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del 1.713 e quella di Rastadt del 1714.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.714</b> -<b> </b>Finita la<b> </b>guerra di successione spagnola e dopo la pace di Utrecht del 1.713 (tra la Francia, da una parte, e l'Inghilterra, il Portogallo, la Prussia, l'Olanda e la Savoia, dall'altra) si firma la <b>pace di Rastadt</b> fra<b> </b>Francia e Austria. Gli impegni assunti a Rastadt furono i seguenti: La Francia riconosceva tutti i nuovi possedimenti asburgici in Italia: il milanese, il napoletano e la Sardegna e riconosceva, altresì, l'assegnazione definitiva all'Impero dei Paesi Bassi spagnoli. I principi elettori di Baviera e di Colonia venivano reintegrati nei loro possedimenti. I trattati di Utrecht e Rastadt, <b>dopo aver smembrato l'impero spagnolo</b>, sancirono molti cambiamenti nel rapporto di forze tra le maggiori potenze europee e mondiali. Sinteticamente potremmo così riassumerli:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Il tramonto definitivo della Spagna come grande potenza, nonostante le colonie d'oltremare fossero rimaste legate alla madrepatria.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Il fallimento delle mire espansionistiche ed egemoniche della Francia di Luigi XIV.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La <b>rinuncia</b> parziale da parte <b>della Francia</b> e a <b>favore dell'Inghilterra</b> di parte dei suoi <b>possedimenti continentali nell'America del Nord</b>, riservandosi soltanto poche presenze nell'area caraibica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
-<b> </b>L'<b>affermazione dell'Inghilterra come potenza marittima egemone nel mondo</b> e suo monopolio, <b>unitamente agli olandesi</b>, del <b>controllo sulle rotte commerciali verso l'America e verso l'oriente</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- L'affermazione dell'<b>Austria</b> asburgica come <b>prima e più grande potenza</b> presente sul <b>continente europeo</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La <b>nascita</b> del nuovo <b>Regno di Prussia</b> nell'Europa orientale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- L'acquisizione del <b>titolo regio da parte dei Savoia</b>, del quale Vittorio Amedeo II fu il primo a fregiarsi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- L'avvicendamento della dinastia <b>Borbone</b> sul <b>trono di Spagna</b>, dopo due secoli di dinastia asburgica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- L'<b>attracco</b> di un vascello <b>inglese</b>, una volta l'anno, in uno dei porti spagnoli dell'<b>America meridionale</b>, notoriamente chiusi a tutti i Paesi non appartenenti alla Spagna, per poter liberamente commerciare significava l'inizio dello scardinamento delle misure protezionistiche adottate dalla Spagna per favorire le proprie navi nel trasporto delle merci da e verso l'Europa. Inoltre, in seguito ai trattati di Utrecht e Rastadt, Filippo V salvò il trono ma allo stesso tempo dovette rinunciare a tutti i possedimenti in Europa, cosa che però gli permise di concentrarsi maggiormente sulla politica interna per migliorarne la situazione. Successivamente la Spagna si ritrovò nuovamente a fronteggiare l'Austria a causa degli<b> interessi in Italia</b> di <b>entrambe le potenze</b>, così la Spagna firmò con la Francia i cosiddetti <i>Pactos de familia</i>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Si chiudeva, così, dopo oltre un decennio di sanguinosi conflitti, combattuti per terra, per mare e oltre Atlantico, la cosiddetta “guerra di successione spagnola”, forse <b>la vera prima guerra mondiale della storia</b>, la prima in cui<b> il binomio fucile-baionetta soppianta la picca e la cavalleria</b>. In realtà la Pace di Utrecht lasciò insoluti alcuni problemi, il più importante dei quali era il predominio, o anche solo l'equilibrio delle forze, nel mare Mediterraneo: questo si risolverà con un'altra guerra, la Guerra della Quadruplice alleanza che inizierà di fatto nel 1.717, con iniziativa spagnola (invasione di Sicilia e Sardegna) e terminerà con la sconfitta di quest'ultima, ed il trattato dell'Aia, all'inizio del 1.720.<br />
<br /></div>
<b>-</b> Viene pubblicata la “<b>Monadologia</b>" di <b>Leibniz</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>G. Farenheit inventa il termometro a mercurio</b>.<br />
<b><br /></b><b>Dal 1.718 </b>- Nel Mediterraneo la <b>Serenissima</b> repubblica di San Marco aveva ottenuto qualche brillante successo (a Paro nel 1651 e nei Dardanelli nel 1656), ma alla fine dovette cedere anche Creta e il suo vittorioso ritorno nel Peloponneso del 1687 era stato vanificato dalla Pace di Passarowitz del 1718. Ridotta alla Dalmazia, alle isole Ionie e alle Bocche di Cattaro, impotente contro la concorrenza dei porti europei e italiani, Venezia si riduce a <b>potenza di secondo piano</b>, avviata a una progressiva decadenza <b>a causa della tendenza a investire i capitali nella proprietà terriera</b>.<br />
<b><br /></b><b>- T. Lombe brevetta</b> una <b>macchina per la tessitura della seta</b>.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.725</b> -<b> </b>Inizia la <b>pubblicazione</b> della “<b>Scienza Nuova</b>” di <b>Gian Battista Vico</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.730</b> -<b> John Wesley fonda il Metodismo</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.733</b> -<b> Inizia la guerra di successione polacca</b>, che si concluderà cinque anni dopo con la pace di Vienna. <b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> <b>J. May inventa</b> la<b> spoletta volante</b> che consentirà la realizzazione dei <b>telai meccanici</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.738</b> -<b> </b>Vengono <b>pubblicati</b> i “<b>Discorsi sull'uomo</b>” di <b>Voltaire</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiQODv_4Va-n5ExCvqtyBFDtQJrvzQ737eM8cHUTZrb5wpW-7mFiSgVan88L4Q5nWYqbyJPCyNb-mVgG0cLkmefg7O7VQowFzZJGEeweIf11V8icLFCFyRHvv50ShCQFBJPsV5oshZR4k/s1600/europa+nel+1740.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiQODv_4Va-n5ExCvqtyBFDtQJrvzQ737eM8cHUTZrb5wpW-7mFiSgVan88L4Q5nWYqbyJPCyNb-mVgG0cLkmefg7O7VQowFzZJGEeweIf11V8icLFCFyRHvv50ShCQFBJPsV5oshZR4k/s200/europa+nel+1740.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta geografica dell'Europa nel 1740</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con i domini Borbonici, quelli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
degli Hohenzollern e degli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Absburgo, con i confini del</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sacro Romano Impero.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.740</b> -<b> Inizia la guerra di successione austriaca</b>. La guerra di successione austriaca era motivata da una complessa situazione successoria: l'imperatore Carlo VI, privo di figli maschi, con la Prammatica Sanzione del 1.713 regolava la successione imperiale a vantaggio della figlia Maria Teresa. Nonostante la precedente approvazione delle potenze europee, alla morte di Carlo VI (19 ottobre 1.740), nacque un conflitto europeo scatenato dai disegni annessionistici di Federico II di Prussia, della Spagna, del regno di Sardegna e dalle aspirazioni alla corona imperiale dell'elettore di Baviera Carlo Alberto e di Augusto III di Sassonia; il conflitto coinvolse anche la Francia e le colonie spagnole, aggredite dalla Gran Bretagna. Si concluderà nel 1.748 con la pace di Aquisgrana.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.742</b> -<b> A. Celsius </b>fissa la <b>scala </b>delle<b> temperature</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.746</b> -<b> J. Roebruck inventa </b>un sistema per<b> produrre acido solforico</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtlUPs_6W1ZL-5S-TiLB749Ai6vui0qFNJeL0alTEB0mTNu0ijFp8ZZ0kFUHVzwJT8ca5F5eui5K1wz9g6cclRuA25QWF-_QFgDx6Vn86yWmovfyOqdSkM9Uf30sovIEghabY14fuMhjo/s1600/carta+pace+aquisgrana+1748.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtlUPs_6W1ZL-5S-TiLB749Ai6vui0qFNJeL0alTEB0mTNu0ijFp8ZZ0kFUHVzwJT8ca5F5eui5K1wz9g6cclRuA25QWF-_QFgDx6Vn86yWmovfyOqdSkM9Uf30sovIEghabY14fuMhjo/s200/carta+pace+aquisgrana+1748.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica dell'Europa nel</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1.748 che con la Pace di Aquisgrana</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
vedeva concludersi la guerra</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di successione austriaca.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.748</b> -<b> </b>Con la <b>pace di Aquisgrana</b> si conclude la guerra di successione austriaca.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5IxaW59ukQx5XLihQD5qTzI0v7DM0lwv_387BH8OB3To1KkPn8A9cgTQsS3sI0Xw4I4WIyXZNXwvs1TvYNMHkG9FkD97-dorOBpU76WR2tfCtKKQPGgTpsj882QY_JKz5_KTrS0TdcHA/s1600/la-pace-di-aquisgrana.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5IxaW59ukQx5XLihQD5qTzI0v7DM0lwv_387BH8OB3To1KkPn8A9cgTQsS3sI0Xw4I4WIyXZNXwvs1TvYNMHkG9FkD97-dorOBpU76WR2tfCtKKQPGgTpsj882QY_JKz5_KTrS0TdcHA/s200/la-pace-di-aquisgrana.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Schema delle guerre di successione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in Europa dal 1700.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
In base al trattato di Aquisgrana, venne confermata la Prammatica Sanzione del 1.713 e riconosciuta la coppia imperiale formata da Maria Teresa e Francesco Stefano di Lorena. La Francia restituì i Paesi Bassi (cioè, nel linguaggio dell'epoca, il Belgio) all'Austria e accettò il ristabilimento dello status quo nei territori d'Oltremare (scambio di Madras con la Fortezza di Louisbourg; proroga per quattro anni dell'asiento in favore della Gran Bretagna). Lo Stato che ottenne il maggior vantaggio fu la Prussia che annetté definitivamente la Slesia, strappata all'Austria. Il trattato attribuì inoltre:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla a Filippo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- il marchesato di Finale alla Repubblica di Genova</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- le contee di Angera, Vigevano, Voghera e Bobbio al re Carlo Emanuele III di Sardegna<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs2Nz8SFCrtHxYrN4Cbz9efySo46SA9e9tD-1Or4y-MXmF5zk13v4QC9FQXy42P13JcjXCtTNmKhit37OcImbxpciyQTtW1ZLRYMQ5g7deInq3mwZUR_XH7PJAYYJavXASSt_M_xqLPjc/s1600/carta+italia-del-1748-dopo-la-pace-di-aquisgrana.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs2Nz8SFCrtHxYrN4Cbz9efySo46SA9e9tD-1Or4y-MXmF5zk13v4QC9FQXy42P13JcjXCtTNmKhit37OcImbxpciyQTtW1ZLRYMQ5g7deInq3mwZUR_XH7PJAYYJavXASSt_M_xqLPjc/s200/carta+italia-del-1748-dopo-la-pace-di-aquisgrana.jpg" width="151" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta geografica dell'Italia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel 1748 dopo la Pace</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Aquisgrana. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.751</b> -<b> </b>Viene<b> pubblicato </b>il <b>primo volume </b>dell'”<b>Encyclopedie</b>” di Diderot e D'Alembert; sarà completata nel 1.772.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.754</b> -<b> Inizia </b>a<b> Pietroburgo</b> la costruzione del <b>Palazzo d'Inverno</b>.<b> </b><br />
<br />
<b>Nel 1.756</b> -<b> Inizia</b> la<b> guerra dei Sette anni</b> che vede la Prussia di Federico II e l'Inghilterra schierate contro Austria, Francia e Russia.</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.758</b> -<b> J. Bird </b>mette a punto il<b> sestante</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.759</b> -<b> Voltaire</b> pubblica “<b>Candido</b>”.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.762</b> -<b> Jean Jacques Rousseau</b> scrive il “<b>Contratto sociale</b>”.<br />
<br />
<b>-</b> L'inglese <b>John Harrison </b>costruisce il <b>primo cronometro</b>.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIu0_WlOClJHN523aNUk8f-T9g9mDTuG5e-oLDl1CJDWdEMjLf3cLn-tc4A8FQkvXC-4f_qMHR4GIZfteYTFba9Q55rLbIeYLCjR952k6fBRwIYZkNLXlRSsKw3Ecn4v8L8Bi7jFDKy9Pd/s1600/Trattato_di_Versailles_%25281768%2529.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="599" data-original-width="376" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIu0_WlOClJHN523aNUk8f-T9g9mDTuG5e-oLDl1CJDWdEMjLf3cLn-tc4A8FQkvXC-4f_qMHR4GIZfteYTFba9Q55rLbIeYLCjR952k6fBRwIYZkNLXlRSsKw3Ecn4v8L8Bi7jFDKy9Pd/s200/Trattato_di_Versailles_%25281768%2529.jpg" width="125" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Trattato di Versailles</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del 1768.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.768 </b>- Il 15 maggio è stipulato il trattato di Versailles tra la Repubblica di Genova e la Francia, firmato dal plenipotenziario genovese, Agostino Paolo Domenico Sorba e dal ministro francese, il duca Étienne François de Choiseul, in base al quale<b> la Repubblica di Genova offre la Corsica</b> come garanzia per i debiti contratti (pari a circa due milioni di lire genovesi) verso il <b>re di Francia</b> Luigi XV, che aveva inviato proprie truppe sull'isola a sostegno di Genova contro i Còrsi in rivolta. <b>Genova</b>, già<b> in bancarotta</b>, non fu mai in grado di onorare i suoi debiti e così la Francia assunse quasi immediatamente l'iniziativa militare di occupare stabilmente l'intera isola, che fu conglobata da allora e fino alla Rivoluzione francese, nel "patrimonio personale" del re di Francia. Il trattato fu firmato da Agostino Paolo Domenico Sorba e Sebastiano Francesco Batini, con la mediazione del duca Étienne François de Choiseul tra il doge Marcello Durazzo e il re di Francia Luigi XV. La Corsica si trovava nell'orbita della Repubblica di Genova e poi sotto la sua diretta dominazione sin dal 1284. Durante il XVIII secolo Genova, ormai in piena decadenza, si trovava ad affrontare una lunga rivolta dei Còrsi, che mirava ad ottenere l'indipendenza della grande isola mediterranea. Ridotta a controllare solo alcune piazzeforti e porti, la Repubblica dovette assistere persino all'autoproclamazione di un avventuriero tedesco, Teodoro di Neuhoff, a re di Corsica; proclamazione realizzata con l'appoggio della corona britannica che nel mar Mediterraneo, già controllava Minorca e Gibilterra. In Francia, dopo il disastro della battaglia di Rossbach e le numerose disfatte nelle colonie, Étienne François de Choiseul, successivamente alla testa della diplomazia e dei ministeri della guerra e della marina, cercava di finire rapidamente la guerra e frenare la caduta del potere francese su scala globale ed europea. Il trattato di Parigi (1763) confermò la sconfitta francese, con la perdita della Nuova Francia in Nord America e dei domini francesi in India a favore dei britannici, tranne Pondicherry, Karaikal, Yanam e Mahe. Agendo come segretario di Stato agli affari esteri di Francia, Choiseul mirava ad occupare posizioni strategiche nel Mediterraneo per opporsi, in tal modo, alla crescente potenza britannica ed evitare quindi un accerchiamento anche a sud, dove la Corsica occupa una posizione strategicamente importante. Nello stesso tempo la situazione politica dell'isola era la più fragile nello scacchiere mediterraneo: essa era già oggetto delle mire inglesi e, conseguentemente, divenne un obbiettivo fondamentale e prezioso anche per il ministro francese. Incapace di opporsi da sola alla rivolta còrsa, Genova, dopo aver ricevuto un sostegno non decisivo da parte delle truppe imperiali, si vide costretta ad appellarsi al re di Francia per ottenere truppe d'occupazione da inviare per reprimere la ribellione.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4Op6pAlVTgRnbYjy_NhVJlhl_gYB_XAyUQ5GRgM5aOlPulYgrJNwcrTbq86unu7hA9r5U1qtS_6QlPLVO14h3pH3nghndbunFu9Td6VxwKXmftmqZ0Ixrgp3Nqb7EAhgLg76GvUVECM7H/s1600/Carte_Corse_1768.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="652" data-original-width="1280" height="101" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4Op6pAlVTgRnbYjy_NhVJlhl_gYB_XAyUQ5GRgM5aOlPulYgrJNwcrTbq86unu7hA9r5U1qtS_6QlPLVO14h3pH3nghndbunFu9Td6VxwKXmftmqZ0Ixrgp3Nqb7EAhgLg76GvUVECM7H/s200/Carte_Corse_1768.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della Corsica del 1768.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Choiseul astutamente vide in questo appello l'occasione che aspettava per occupare l'isola senza rischiare di scatenare un nuovo conflitto europeo che la Francia in quel momento non avrebbe potuto sostenere. Migliaia di soldati francesi, per conto del governo genovese ed a sue spese, furono così inviati a presidiare le principali fortezze dell'isola contro i Còrsi che le assediano. Choiseul cercò di tenere le truppe rinchiuse a guardia dei porti e delle fortezze còrse piuttosto che impiegarle per attaccare e spazzare via la rivolta, atteggiandosi quasi a mediatore tra i Còrsi e Genova. Nel giro di pochi anni, in una situazione di stallo e senza aver nulla ottenuto, l'antica Repubblica si trovò indebitata verso il re di Francia al di là delle sue possibilità economiche.</div>
Così<b> Choiseul costrinse Genova a cedere i propri diritti sull'isola</b>, in cambio della rinuncia da parte del re di Francia ai crediti che vantava presso Genova, e che si erano accumulati per una cifra di due milioni di lire d'argento. Questo però non portò all'immediato controllo dell'isola da parte della Francia, poiché sarà necessaria una nuova e più corposa spedizione militare contro i Còrsi, nel maggio 1769.<br />
<br />
<b>Nel 1.769</b> -<b> </b>Lo Scozzese <b>James Watt </b>brevetta la<b> macchina a vapore</b>.<br />
<br />
<b>-</b> L'inglese <b>Richard Arkwright </b>inventa il<b> filatoio </b>a<b> energia idraulica</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.771</b> -<b> Studi di Galvani sull'elettricità</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.772</b> -<b> </b>Prima <b>spartizione </b>della<b> Polonia</b>.<b> </b><br />
<br />
<b>Nel 1.774</b> -<b> </b>Con il Trattato di Kuçiuk Kainarge,<b> inizia il declino dell'impero Ottomano</b>.<br />
<br />
<b>-</b> L'inglese <b>Joseph Priestley </b>scopre<b> l'ossigeno</b>.<b> </b><br />
<br />
<b>Nel 1.776</b> -<b> </b>Pubblicazione di "<b>La ricchezza delle nazioni</b>" dell'Inglese <b>Adam Smith</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidcgJpN2LsIJ1VQs3M6naBE-_6ae_XGoCiLjzxGmHm36TuLB6p60UTWY0DSYxHWEMMK2g3OdxjAJ5l2n6ShYx_lUQD0nj3NycAGVPxJkEOZeAPgXQd9V2PtkdIIqYdQ-Ghxh7O_smoLNI/s1600/adam+smith.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidcgJpN2LsIJ1VQs3M6naBE-_6ae_XGoCiLjzxGmHm36TuLB6p60UTWY0DSYxHWEMMK2g3OdxjAJ5l2n6ShYx_lUQD0nj3NycAGVPxJkEOZeAPgXQd9V2PtkdIIqYdQ-Ghxh7O_smoLNI/s200/adam+smith.jpg" width="163" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Adam Smith.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il 9 marzo del 1.776 veniva pubblicata “La ricchezza delle nazioni”,<b> bibbia dei moderni studi economici e testo fondamentale del pensiero liberale</b>. Un suo studio attento aiuta a capire che lo Stato e le regole, per Smith, erano molto importanti. E lo erano, perfino, le norme a tutela degli operai. E' accezione comune individuare nella “Ricchezza delle Nazioni” la nascita dell’economia classica e quindi, in parte, del pensiero liberale. Infatti per molti autori neoclassici, il concetto della “mano invisibile” è stato il precursore per lo sviluppo della “teoria dell’equilibrio generale” introdotta da Léon Walras nel 1.874. <b>Nato in concomitanza con la Prima rivoluzione industriale, Adam Smith (1.723-1.790), può essere considerato il filosofo che pose le basi per lo sviluppo della moderna teoria economica.</b> Definire Adam Smith un puro economista può risultare erroneo per due motivi: da un lato, nei suoi libri non sono presenti formule; dall’altro di formazione Smith era filosofo morale. Docente di logica all’Università di Glasgow, nel 1.759 venne pubblicata la “Teoria dei Sentimenti morali” in cui è descritta la morale della simpatia. Secondo questa teoria, l’uomo è mosso nelle sue azioni dal desiderio di ottenere l'approvazione e quindi la simpatia dei sui simili, o meglio l’approvazione di quello “spettatore imparziale” che rappresenta, appunto, la collettività. Dopo un viaggio in Francia tra il 1.764 e il 1.766, dove andò in visita ai suoi amici Hume (sotto vi propongo un interessante scambio epistolare tra i due) e F. Quesnay, dopo quasi 17 anni dalla prima opera, pubblicò l’opera pilastro delle scienze economico-sociali: La Ricchezza delle Nazioni. Quest’opera si articola in cinque volumi nei quali viene analizzata l’economia nel suo complesso, grazie all’unione delle varie componenti del puzzle economico. La ricchezza di una nazione deriva da due fattori: il numero dei lavoratori produttivi sul totale della popolazione (individuati nella borghesia e distinti dai lavoratori improduttivi caratteristici del sistema feudale) e la produttività di ogni lavoratore. <b>Nel primo volume</b> “<b>Delle cause del progresso nelle capacità produttive del lavoro, e dell’ordine secondo cui il prodotto viene naturalmente a distribuirsi tra i diversi ceti della popolazione</b>” vengono indagate le cause sia del miglioramento e dello sviluppo economico (dovute alla divisione del lavoro) sia della distribuzione naturale del reddito. Per esprimere l’utilità marginale derivante dalla divisione del lavoro, raggiunta grazie alle prime forme di meccanizzazione del lavoro stesso, Smith studia la famosa fabbrica di spilli, notando come: «Si può dunque considerare che ogni persona, facendo la decima parte di quarantottomila, fabbricasse quattromilaottocento spilli al giorno. Se invece avessero lavorato tutti in modo separato e indipendente e senza che alcuno di loro fosse stato previamente addestrato a questo compito particolare, non avrebbero certamente potuto fabbricare neanche venti spilli per ciascuno». Viene esaltata così la divisione del lavoro la quale segnerà, per sempre, la superiorità dell’industria manifatturiera sui sistemi agricoli che, un tempo (ora non più), non consentivano altrettanta divisione del lavoro. Fin dal primo volume, e proprio sulla questione della divisione del lavoro, emerge l’importanza dello Stato nell’economia, che può essere sottolineata ricorrendo alle parole di Noam Chomsky: “Tutti leggnoo solo il primo paragrafo delle ricchezza della nazioni dove viene esaltata l’importanza e la magnificenza della divisione del lavoro. Ma poche persone sono arrivate cento pagine più avanti, dove Smith precisa che <b>la divisione del lavoro distruggerà l’anima umana rendendo le persone creature stupide ed ignoranti</b>. Per questo in ogni società civilizzata lo Stato deve necessariamente prendere delle misure in modo tale da prevenire che la divisione del lavoro raggiunga i suoi limiti”. Ed è in questo primo libro che Smith attacca, fortemente, le “Caste”. Vengono ripetutamente criticati quei politici o individui che grazie alla loro influenza (politica ed economica) riescono a manipolare il funzionamento del governo per poterne trarre un proprio vantaggio a scapito dell’interesse della comunità. Viene precisato come l’interesse della comunità deve necessariamente essere garantito dallo Stato e come associazioni quali oligopoli, banchieri internazionali, trade unions possano ostacolare l’interesse comune. Queste “istituzioni” che operano in un mercato comune, secondo Smith, nei loro incontri pianificano delle cospirazione contro la collettività, e questo il più delle volte attraverso l’aumento del prezzo dei beni che producono. Quello che viene proposto contro queste lobby, sono delle dure leggi per riportare all’interno del mercato giustizia e libertà. È evidente l’utilità di questa riflessione per capire ciò che succede oggi giorno nel mercatoprovando a sottolineare l’importanza che aveva per Smith, sia il ruolo dello Stato sia quello della collettività, questioni che comunemente vengono escluse o dimenticate. Considerando la maestosità dell’opera verranno approfonditi solo pochi passaggi. Non so sei sia accurato individuare la nascita del capitalismo in concomitanza con la pubblicazione del secondo volum delle materie prime, in assoluto nel mercato del grano, regolato da grandi lobby o più esattamente oligopoli. È importante ricordare che nel caso della Compagnia inglese delle Indie orientali, cioè di una società privata che aveva conseguito un dominio monopolistico sul proprio mercato, Smith si dichiarò a favore del controllo pubblico. <b>Nel secondo volume</b>, “<b>Della natura, dell’accumulazione e dell'impiego dei fondi</b>”, viene illustrato il ruolo della moneta e la teoria dell’accumulazione del capitale che regola la proporzione dei lavoratori utili al sistema economico. In questo libro viene analizzato il ruolo della moneta o meglio della “nuova” cartamoneta che, nel 1.717, fu ufficialmente ancorata al valore dell’oro ad opera di Sir Isaac Newton. Ne viene esaltata la facilità di scambio e l’ampliamento degli scambi che ne conseguiva. Tutto questo, ovviamente, perché il valore ultimo era rappresentato dall’oro. Anche le banche vengono promosse come mezzo di sviluppo economico, precisando però che lo stato deve intervenire con delle regolazioni: «Le uniche restrizioni bancarie necessarie sono la proibizione di banconote di piccolo taglio e <b>la prescrizione che tutte le banconote siano pagabili su richiesta</b>». È importante notare come il sistema capitalistico-liberale (entrambi discepoli della filosofia di Adam Smith) abbiano abolito la seconda restrizione proposta dall’autore. Dal 1.971 la nostra moneta è un moneta senza un sottostante, senza un valore materiale reale una volta rappresentato dall’oro, la così detta Fiat Money. La caratteristica di tutte le nostre monete è quella di poter essere prodotta in quantità infinita. Mentre nel 1.700 la moneta emessa da una banca rappresentava un debito (per la banca stessa) perché doveva essere necessariamente convertibile in oro, ora<b> la moneta</b> (che <b>rappresenta sempre un debito</b>) è convertibile solo in altra moneta, che però rappresenta sempre un debito pagabile con altra moneta, che comunque rimane debito e potrà essere ripagata solo con altro moneta-debito, e cosi via infinitamente, come il debito appunto. La Storia e La Storia del pensiero economico, sono i protagonisti del terzo e del quarto volume. <b>Nel terzo libro intitolato</b> “<b>Del diverso progresso della prosperità nelle diverse nazioni</b> “ viene proposta una analisi storica delle teorie economiche precedenti, dall'Iimpero romano in poi, chiarendo che il «<b>corso naturale delle cose porta prima all’agricoltura, poi alle industrie e poi al commercio estero</b>». Dopo una precisa analisi storica, nel <b>quarto libro</b> “<b>Dei sistemi di economia politica</b>” si sviluppa la critica alla Storia. Questo volume, può essere ritenuto un piccolo trattato di <b>storia del pensiero economico con una critica aspra al sistema mercantilistico</b> grazie anche all’appoggio di una mano invisibile. Il sistema mercantilistico sviluppatosi tra il XVI e la prima metà del XVII, era un sistema economico relazionato a politiche economiche di carattere nazionalistico e protezionistico. Le politiche dei mercantilisti erano orientate verso forti esportazioni e poche importazioni, questo per garantire un saldo attivo nelle casse dello Stato. Smith critica apertamente queste politiche economiche poiché favorendo solo le esportazioni, quello che si va a creare è una restrizione del mercato generale. È in questo volume, più precisamente all’interno del secondo capitolo che compare, per la seconda volta, il concetto della mano invisibile (la prima volta venne citato nella Teoria dei sentimenti morali). Si può ritenere che la mano invisibile (o la mano della Provvidenza) discenda direttamente dall’individualismo-illuministico settecentesco: «Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio – dice Smith – che ci aspettiamo il nostro desinare, ma dalla considerazione del loro personale interesse. Non ci rivolgiamo alla loro umanità ma al loro egoismo (self-love), e parliamo dei loro vantaggi, e mai delle loro necessità». E ancora: ciascun individuo impiegando il proprio capitale in modo da dare il massimo valore al suo prodotto «mira soltanto al proprio guadagno» ed «è condotto da una mano invisibile a promuovere un fine che non entrava nelle sue intenzioni». Secondo Amartya Sen, premio nobel per l’Economia nel 1.998, questo è stato uno dei passi più abusati della teoria smitthiana. Il Premio Nobel e docente di Harvard, fa notare come nel pensiero di Smith lo scambio, è si un beneficio per il funzionamento del mercato,<b> ma anche come la ricerca del solo interesse personale non sia utile per il beneficio della società</b>. Infatti, analizzando la Teoria dei Sentimenti Morali in una sua pubblicazione, Sen fa notare, come Smith nel libro precisi che la prudenza sia la virtù più utile all'individuo ma anche che “l’umanità, la giustizia, la generosità e lo spirito pubblico (public spirit) sono le qualità più utili per gli altri”. Secondo la rivisitazione di Sen del pensiero di Adam Smith: «Un’economia di mercato per essere di successo richiede diversi valori che includono la fiducia reciproca e la fiducia nell’altro». <b>Nel quinto libro </b>“<b>Del reddito del sovrano e della repubblica</b>” (Of the Revenue of the Sovereign or Commonwealth), Smith analizza appunto il ruolo dello Stato e delle finanze statali nello sviluppo economico. I punti cruciali e critici di questo libro sono 3:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1) <b>Il mantenimento da parte dello Stato della giustizia</b>, attuabile prima di tutto garantendo la proprietà privata, quest’ultima necessaria per evitare possibili rivolte del popolo. Smith, in questo libro fa riferimento ai poveri e ai bisogni in più passaggi;<br />
2) <b>Il ruolo dello Stato nel garantire una istruzione per tutto il Paese, a tutti gli individui</b>. Secondo Smith il governo deve insistere affinché il Paese raggiunga un’alfabetizzazione generale della popolazione cosi da creare individui pronti per il mercato;<br />
3)<b> Il debito pubblico</b>, sopratutto quello causato durante le guerre. Sembra strano, ma è facile notare come gli Stati Uniti non seguano affatto le indicazioni di Smith: fanno guerre e accumulano debito (che compra la Cina) mentre la Cina non fa guerra e punta su una forte produttività di ogni singolo lavoratore (sia in Cina che a Milano, comprandosi inoltre il debito Americano). </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Smith riconosce, inoltre, due obiettivi fondamentali che l’economia politica deve perseguire:<br />
<b>Provvedere ad abbondanti redditi</b> (revenue) per il sostentamento delle singole persone;<br />
<b>Offrire allo Stato o al commonwealth</b> (bene comune) sufficienti redditi per garantire il servizio pubblico.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le prime critiche al sistema smitthiano vengono dal filosofo-giurista Jeremy Bentham. Il primo dei teorici dell’utilitarismo (teoria degli incentivi) critica Smith per l’eccessivo ruolo che attribuisce allo Stato. Può sembrare strano, ma come è ben sottolineato in quest’ultimo libro per Smith lo Stato ha un ruolo importante sopratutto nella redistribuzione delle risorse. Diversamente da Malthus e Bentham, Smith riconosceva l’importanza delle Poor Laws (sistemi di assistenzialismo sociale) proponendo anche riflessioni per il miglioramento di queste ultime. Secondo Amartya Sen: «Smith sottolinea la necessità di varie istituzioni che garantiscano il raggiungimento di alcuni obiettivi che il mercato (da solo) non sarà mai in grado di raggiungere. Lui era profondamente preoccupato dall’incidenza della povertà, dell’alfabetizzazione e della relativa miseria sull’economia. Tutti problemi che possono diffondersi nonostante il buon funzionamento dell’economia di mercato. […] Smith richiede diverse istituzioni e diverse motivazioni – non un mercato monolitico e il solo dominio del profitto». Uno degli elementi più importanti e discussi del pensiero di Smith è il Lavoro. Il valore di un bene è proprio la quantità di lavoro impiegata, lo stesso lavoro che rappresenta proprio il valore aggiunto alla materia prima, un valore che in ultima istanza è determinato dalla produttività del lavoratore. Anche in Italia il tema del lavoro è un tema caldo. Entro marzo il governo Monti ha annunciato il via o la conclusione della riforma del mercato del lavoro e del tanto discusso articolo 18.<br />
Vorrei provare a far entrare in questo dibattito, tutto italiano, anche Adam Smith attraverso le sue stesse parole, dove parlando di norme viene dato risalto – anche in quest’ultimo caso – al ruolo dello Stato:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
«When the regulation, therefore, is in favour of the workmen, it is always just and equitable, but it is sometimes otherwise when in favour of the masters». «<b>Quando la regolamentazione</b> (l’insieme delle norme), inoltre, <b>è in favore dell’operaio, essa è giusta ed equa, ma ciò spesso non avviene, quando questa</b> (la legge o norma)<b> è in favore dei padroni</b>».<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-42015573000581114762020-05-08T08:35:00.001-07:002020-10-07T03:24:53.955-07:00Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhMnLF3oihDlQKwqM9H30AumbEMqaPIAuzrmttvOoCsHxzo53yKgoszsyQZcFYz0dJ6m1Z3HDC4U3toyUuDcyyVmF_MHhzq7v6KM0V8p44YOB8nP3yfLeawwpYs_Q-qupDFQ4iIsdkVmc/s1600/oliver+cromwell+monumento" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhMnLF3oihDlQKwqM9H30AumbEMqaPIAuzrmttvOoCsHxzo53yKgoszsyQZcFYz0dJ6m1Z3HDC4U3toyUuDcyyVmF_MHhzq7v6KM0V8p44YOB8nP3yfLeawwpYs_Q-qupDFQ4iIsdkVmc/s200/oliver+cromwell+monumento" width="130" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Statua di Cromwell</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
all'ingresso del</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Palazzo di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Westminster,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
a Londra.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.642</b><span lang="it-IT"> - </span><span lang="it-IT">In <b>Inghilterra</b> ha inizio la<b> Rivoluzione Inglese</b>,</span> guerra civile che si è svolta tra il 1.642 e il 1.660. Il motivo è da ricercarsi quando Giacomo VI, re di Scozia, ottenne la corona di Inghilterra come Giacomo I dopo la morte di Elisabetta I (rimasta senza eredi), causando l’<b>unione dei due regni di Inghilterra e Scozia</b> per la prima volta nella storia. Nel 1601 Giacomo era stato iniziato in Massoneria nella loggia di Scone e Perthe da John Mylne e nel 1603, poche ore dopo la morte di Elisabetta, un consiglio di successione aveva proclamato Giacomo re di Inghilterra e Irlanda. Fu incoronato il 25 luglio nell'Abbazia di Westminster. La Scozia e l'Inghilterra non divenivano però un unico regno, cosa che avverrà con l'Atto di unione del 1707. Sorsero però due grossi problemi. Dal <b>punto di vista politico</b>, la cultura del re scozzese era portata, per tradizione, a considerare il potere monarchico donato da Dio, per cui non era disposto a scendere a compromessi con un Parlamento con grandi poteri come era quello inglese. Tali problemi si erano palesati nel 1.625, quando a Giacomo I era subentrato il figlio, Carlo I. Il re aveva convocato il Parlamento nel 1.628, chiedendo di poter emanare delle tasse per iniziare una campagna militare contro gli Ugonotti. In risposta il Parlamento gli aveva chiesto conto di tutte le ingiustizie commesse durante il suo breve regno e richiesta l'accettazione della "<i>Petition of Rights</i>" (petizione dei diritti), che avrebbe diminuito ulteriormente le opportunità regie di poter imporre il proprio potere indiscriminatamente. Il re aveva risposto con lo scioglimento del Parlamento stesso, dando vita ad un governo personale. Dal <b>punto di vista religioso</b>, al re sarebbe convenuto appoggiare la chiesa anglicana, poiché nella chiesa anglicana vi erano vescovi e, in generale, un numero grandissimo di autorità che permettevano al re di governare capillarmente il territorio e di arricchirsi. Questo contribuì a rompere l’unità statale, infatti fra i sudditi,<b> i riformatori </b>(protestanti) <b>erano un numero sempre maggiore</b>, e questo portò ad una spaccatura. Tutti questi elementi portarono, alla fine, a una <b>rivolta in Scozia</b>, causando una riconvocazione del Parlamento, dove venne proposta un’<b>ordinanza per eliminare il re</b>. Questa <b>non riuscì ad essere approvata</b> e causò la vera e propria <b>guerra civile</b>, che iniziò nel 1.642. L'influenza di Cromwell come comandante militare durante la guerra civile inglese è stata di importanza cruciale per la storia successiva delle Isole Britanniche. Cromwell entrò nell'esercito dei parlamentari all'età di 43 anni e reclutò un reparto di cavalleria al cui comando riportò una serie di vittorie in Anglia Orientale, guadagnando esperienza ed una grande reputazione. Era noto per scegliere i propri ufficiali in base al merito piuttosto che al titolo nobiliare, come invece si faceva abitualmente a quei tempi. Questa nuova mentalità fece diventare il New Model Army il punto di riferimento per molti movimenti sia radicali e politici, come i "Livellatori" ("<i>Levellers</i>"), che religiosi, come i "<i>Fifth Monarchist</i>". È da notare come Cromwell pur non avendo alcun tipo di addestramento in fatto di tattica militare, dimostrò fin dall'inizio un innato talento per il comando. Riuscì in molte occasioni a dimostrarsi più abile del Principe Rupert, (generale e ammiraglio tedesco, il più giovane figlio dell'elettore palatino Federico V e di Elisabetta Stuart, fra l'altro il primo Governatore della <b><i>Hudson's Bay Company</i></b>, la proprietaria del dominio britannico chiamato<b> Canada</b>)) veterano di molte campagne in Europa. I soldati di Cromwell impararono presto ad apprezzare ed ammirare il suo coraggio e la sua costante preoccupazione di farli operare nelle migliori condizioni possibili. Promosso comandante generale della cavalleria, addestrò i suoi uomini a compiere rapide sortite, per poi raggrupparsi velocemente dopo ogni attacco, tattica adottata con grande successo nella Battaglia di Naseby. In combattimento i suoi reparti dimostravano sempre un alto grado di disciplina e di motivazione. Le vittorie ottenute sul campo fecero aumentare progressivamente la sua influenza politica, fino a farlo diventare il personaggio più potente ed autorevole del tempo. Nel 1.646, alla fine della guerra civile, il re Carlo era di fatto prigioniero del parlamento e ormai delegittimato, mentre <b>Cromwell</b>, nella sua posizione di comandante in capo dell'esercito vittorioso (con la conquista dell'Irlanda e della Scozia), era il vero<b> arbitro</b> del futuro dell'Inghilterra.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1644</b> -<b> Blaise</b> <b>Pascal</b> inventa la <b>macchina calcolatrice</b>. Blaise Pascal (Clermont-Ferrand, 1.623 - Parigi, 1.662) è stato un matematico, fisico, filosofo e teologo francese.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIWUYhWB3q5Sg5TD48vpvuG-A69TnNoPBJEjHYgLiSZz4Lcm4KfE7Dqn-Vo8Pv-lZU2QhzUWywKsY5No9r6OAfTVoHS_KqgtvbSlsdE0FYGQyH5-LxZpAHxwrUNn1v8z7ZKxXgEfNrxPb6/s1600/Pascal.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIWUYhWB3q5Sg5TD48vpvuG-A69TnNoPBJEjHYgLiSZz4Lcm4KfE7Dqn-Vo8Pv-lZU2QhzUWywKsY5No9r6OAfTVoHS_KqgtvbSlsdE0FYGQyH5-LxZpAHxwrUNn1v8z7ZKxXgEfNrxPb6/s1600/Pascal.png" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Blaise Pascal.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Bambino precoce, fu istruito dal padre; i suoi primi lavori sono relativi alle scienze naturali e alle scienze applicate. Contribuì in modo significativo alla costruzione di calcolatori meccanici e allo studio dei fluidi, oltre ad aver chiarito i concetti di pressione e di vuoto ampliando così il lavoro di Torricelli. Pascal scrisse importanti testi sul metodo scientifico: a sedici anni scrisse un trattato di geometria proiettiva, dal 1.639 al 1.647 fu a Rouen, dove suo padre aveva avuto un incarico da parte del cardinale Richelieu e qui, nel 1.640, compose la sua prima opera scientifica "Sulle sezioni coniche" (Essai pour les coniques), basata sul lavoro di Desargues. Nel 1.644 costruì la sua prima macchina calcolatrice, la <b>Pascalina</b>. Nel 1.646 suo padre si ferì in una caduta e fu curato da due gentiluomini della setta di Giansenio, che in breve convinsero sia lui che i figli ad <b>abbracciare le idee religiose e morali gianseniste</b>. Dal 1.654 lavorò con Pierre de Fermat sulla <b>teoria delle probabilità</b> che influenzò fortemente le moderne teorie economiche e le scienze sociali. Dopo un'esperienza mistica seguita ad un incidente in cui aveva rischiato la vita, nel 1654, <b>abbandonò matematica e fisica per dedicarsi alle riflessioni religiose e filosofiche</b>. Morì due mesi dopo il suo 39º compleanno, nel 1.662, dopo una lunga malattia che lo affliggeva dalla fanciullezza.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX2rswjjsDotFAU9XmNGMFOvekGz4nOxH-owOqXuL8JvueHY9qW04KTFT1kqL365aZwyULFJQ-iAmzyjcuYCEljEKge4C2nfoT3cMiKUrOELX3u0E70Q4QJRQXqnvQlktkm1zKJXvkSTM/s1600/europa+centrale+nel+1648.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX2rswjjsDotFAU9XmNGMFOvekGz4nOxH-owOqXuL8JvueHY9qW04KTFT1kqL365aZwyULFJQ-iAmzyjcuYCEljEKge4C2nfoT3cMiKUrOELX3u0E70Q4QJRQXqnvQlktkm1zKJXvkSTM/s200/europa+centrale+nel+1648.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta geografica dell'Europa Centrale</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel 1.648, dopo la pace di Westfalia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con la definizione dei domini di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Brandeburgo (la futura Prussia),</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Asburgo di Austria e Spagna,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
stati minori e confini del Sacro</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Romano Impero.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.648</b> - I <b>trattati </b>di<b> Westfalia</b> (o<b> Vestfalia</b>) pongono <b>fine alla guerra dei Trent'anni</b>. I princìpi sanciti dalla pace furono i seguenti:</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Riguardo alla questione religiosa fu confermata la pace di Augusta (1.555), fu estesa la <b>tolleranza</b> anche ai <b>calvinisti</b>, e fu stabilito che i sovrani dovessero rispettare le minoranze religiose e che <b>i beni ecclesiastici in possesso dei protestanti fino al 1624, non fossero restituiti alla Chiesa cattolica</b>. I provvedimenti attinenti agli aspetti ecclesiastici includevano il divieto di persecuzione religiosa in Germania e la riaffermazione della pace di Augusta. Se però un principe si fosse convertito ad altra religione, non avrebbe più avuto alcun diritto sulle proprie terre (misura atta a controllare la diffusione della Riforma). La pace di Vestfalia determinò la fine di un lungo periodo di guerre di religione: i successivi conflitti armati in Europa furono intrapresi per motivi di ordine esclusivamente politico. Riguardo all'ordinamento interno del Sacro Romano Impero, fu riconosciuta ai prìncipi la piena sovranità territoriale e il diritto di stringere alleanze, purché non fossero contro l'Imperatore e l'Impero. Riguardo ai <b>mutamenti territoriali</b>:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La Francia ebbe la Lorena, Metz, Toul e Verdun e i territori asburgici dell'Alsazia, ma non i territori della città di Strasburgo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La Svezia ricevette un risarcimento in denaro, la Pomerania Anteriore e i vescovati di Brema e Verden, che assicuravano il controllo delle foci dei fiumi Oder, Elba e Weser, ottenendo in tal modo l'egemonia sul Mar Baltico; gli fu inoltre concesso di inviare tre rappresentanti al Consiglio dei prìncipi dell'Impero, che rappresentava uno dei collegi del Reichstag.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Il Palatinato fu diviso tra il figlio di Federico V, cui fu restituita la dignità elettorale, e il duca Massimiliano di Baviera, che ottenne l'Alto Palatinato.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Il Duca di Baviera conservò il titolo di elettore garantitogli nel 1.628 (il numero degli elettori dell'imperatore venne quindi portato a otto): cinque cattolici, due protestanti e uno calvinista.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Il Brandeburgo (futura Prussia) ricevette la Pomerania Orientale e i vescovadi di Magdeburgo, Halberstadt, Kammin e Minden, nonché i territori di Cleves, Mark e Ravensberg in seguito alla risoluzione della disputa per i territori del defunto Duca di Jülich-Cleves-Berg.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi13v-KMZEhb44IPnhnSMFtBuehTI3u0vgtChU_35SVs2i2oUZxx7oOnzZLBcj2SbDVLDduY4eNQ1_aN5olPyMCXm-y2s9UacKGlfJqQYtjog3IjfFWqxGJfU5upz67Gvql8TZC20CDImI/s1600/paesi-bassi+XVII+sec.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi13v-KMZEhb44IPnhnSMFtBuehTI3u0vgtChU_35SVs2i2oUZxx7oOnzZLBcj2SbDVLDduY4eNQ1_aN5olPyMCXm-y2s9UacKGlfJqQYtjog3IjfFWqxGJfU5upz67Gvql8TZC20CDImI/s200/paesi-bassi+XVII+sec.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina dei Paesi Bassi nel XVII sec.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con le Province Unite indipendenti,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
l'Olanda di oggi, dopo il trattato</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Westfalia del 1648.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
- I <b>Paesi Bassi</b>, la <b>Svizzera</b> e il <b>Portogallo</b> furono riconosciuti <b>sovrani e indipendenti</b> dall'Impero.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La Spagna, che non aveva aderito alla pace di Vestfalia, riuscì a occupare il porto di Dunkerque, nelle Fiandre, ma il cardinale Mazzarino si alleò con l'Inghilterra, promettendole, in caso di vittoria, Dunkerque e la Giamaica; l'esercito francese, al comando del maresciallo di Francia Henri de La Tour d'Auvergne, visconte di Turenne, riuscì a sconfiggere nella battaglia delle Dune, presso Dunkerque (il 14 giugno 1.658), gli spagnoli guidati dal Gran Condé. Filippo IV fu costretto così a firmare la pace dei Pirenei (nel 1.659), che segnò il <b>declino degli Asburgo di Spagna</b>. Il paragrafo 52 dell'articolo V del trattato di pace, denominato “<i>Itio in partes</i>”, consiste nell'<b>eliminazione della religione come elemento centrale dei conflitti politici</b>, separando dunque il campo religioso da quello statale: « Nelle faccende religiose e in tutti gli altri affari, dove non si può considerare lo stato come un unico corpo, come anche negli stati di confessione cattolica e augustea che si dividono in due parti, un solo accordo divida la lite, senza badare alla pluralità di voti. Ciò che invece si basa sulla pluralità di voti, nelle faccende che riguardano tutti quanti, poiché non è stato possibile decidere questa cosa nel presente incontro, è rimandato ai prossimi incontri. ».</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>Nel 1.649</b> - Gli <b>Inglesi mandano al patibolo re Carlo I </b>e proclamano la <b>Repubblica</b>. Nel gennaio 1.649, quando i membri superstiti del parlamento, si riunirono a Whitehall per decidere se procedere o meno alla condanna del re, le truppe di Cromwell fecero irruzione nell'aula, e permisero di votare solo a coloro che erano favorevoli al regicidio. La condanna a morte fu controfirmata da 59 membri del parlamento, e <b>Carlo fu giustiziato il 30 gennaio</b>. Sul momento Cromwell non ebbe tempo di occuparsi del nuovo assetto istituzionale da dare al paese, poiché dovette immediatamente lasciare l'Inghilterra per attaccare le residue roccaforti reali in Irlanda e Scozia. Sull'onda emotiva della cattura del re, dopo il suo tentativo di fuga, la <b>monarchia</b> fu <b>abolita </b>e, fra il 1.649 ed il 1.653 il paese divenne nominalmente una <b>repubblica</b>, una vera rarità nell'Europa del tempo. La repubblica venne denominata il <b>Commonwealth d'Inghilterra</b>, anche se tutti i resoconti concordano nell'indicare che Cromwell, durante quegli anni, governò a tutti gli effetti come un dittatore militare. Molti atti politici di Cromwell dopo la presa del potere vennero descritti dai commentatori dell'epoca come "eccessivamente rigorosi, avventati e tirannici". Egli fu spesso spietato nel reprimere gli ammutinamenti che si verificarono nelle file dei suoi eserciti verso la fine della guerra (che furono a volte causati dal rifiuto del parlamento di pagare il salario alle truppe). Cromwell dimostrò poca simpatia per i Livellatori (<i>Levellers</i>), un movimento egualitarista che aveva dato un grande contributo all'affermazione della causa parlamentare. Il programma politico dei Levellers era stato discusso vigorosamente in occasione dei cosiddetti <i>Putney debates</i> (Dibattimenti di Putney), tenutisi fra le varie fazioni appena prima della fuga del re. Cromwell non era pronto a gestire una vera e propria democrazia radicale, ma d'altra parte, come dimostrarono gli eventi successivi, non era nemmeno in grado di istituire una repubblica parlamentare stabile, basata su una oligarchia di fatto. Con la scomparsa del re e dei suoi sostenitori venne a mancare il motivo principale del consenso coagulatosi intorno a Cromwell, e le varie fazioni presenti in parlamento avevano presto cominciato a contrapporsi l'una all'altra. Seguendo, ironicamente, la stessa procedura adottata dal re detronizzato (che aveva causato lo scoppio della guerra civile), Cromwell sciolse il parlamento repubblicano nel 1.653 ed assunse in prima persona il controllo diretto del paese con i poteri di un vero e proprio dittatore, forte della popolarità e dell'appoggio incondizionato da parte di quell'esercito che lui stesso aveva creato durante la guerra civile. La politica estera di Cromwell portò allo scoppio della <b>Prima guerra anglo-olandese</b> (1.652 - 1.654), contro la Repubblica delle Sette Province Unite dei Paesi Bassi, poi vinta dall'ammiraglio Robert Blake nel 1654. In coerenza con il proprio impegno a <b>garantire </b>la più assoluta <b>libertà religiosa </b>a tutte le confessioni, <b>eccetto quella cattolica</b>, incoraggiò gli<b> ebrei </b>a<b> ritornare in Inghilterra </b>a 350 anni di distanza dalla loro cacciata ad opera di Edoardo I.<b> </b>Nel 1.655 egli volse la sua attenzione ai nemici tradizionali dell'Inghilterra, Francia e Spagna, cercando di approfittare del conflitto fra i due, impegnati nella guerra franco-spagnola (1.635-1.659). Sebbene egli fosse convinto che la volontà di Dio era l'affermazione del protestantesimo come religione prevalente in Europa, egli perseguì una politica estera pragmatica e realistica, alleandosi con la Francia cattolica contro la Spagna, anch'essa cattolica. In sostanza, dichiarando guerra alla Spagna, egli contava sul ritorno alla politica di opportunismo mercantile già perseguita ai tempi della regina Elisabetta e successivamente abbandonata dagli Stuart. Alleatosi dunque con la Francia del cardinale Mazarino, diede corso alla guerra inglese contro la Spagna (1.655-1.660) ottenendo, grazie al risultato positivo di questa, il porto di Dunkerque sulla Manica (secondo gli accordi con il Mazarino) e l'isola di Giamaica nei Caraibi, strappata agli spagnoli grazie all'azione della flotta inglese condotta da sir William Penn.<b> </b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.656</b> - I <b>Veneziani scacciano</b> i <b>Turchi </b>dai Dardanelli.<b> </b><br />
<br />
<b>Nel 1.660</b> - <b>Carlo II d'Inghilterra</b> venne <b>richiamato</b> sul <b>trono</b> dando così luogo alla <b>Restaurazione inglese</b>. Nonostante l'unione delle corone, i regni di Inghilterra e Scozia rimarranno stati indipendenti e separati fino al 1707. Nel 1.657 il parlamento inglese, appositamente ricostituito, aveva offerto a Cromwell la corona di re, mettendolo di fronte ad un dilemma, dal momento che proprio lui era stato l'artefice del rovesciamento della monarchia. Dopo sei settimane di riflessione, alla fine Cromwell aveva respinto l'offerta, accettando in compenso di essere solennemente insignito nell'Abbazia di Westminster, assiso sul trono del precedente monarca, con il titolo di Lord Protettore. Si trattò, in buona sostanza, di una vera e propria incoronazione, che fece di lui un monarca "a tutti gli effetti, eccetto che nel nome". Inoltre fu stabilito che la carica non avrebbe potuto essere tramandata ereditariamente. Fu promulgata una nuova Costituzione scritta, che gli conferiva persino il potere di attribuire titoli nobiliari, prerogativa che egli utilizzò subito, esattamente alla stessa maniera dei precedenti sovrani.<b> Cromwell soffriva</b> di malaria e di "<b>calcoli</b>"<b>,</b> un termine spesso usato a quell'epoca per definire generiche infezioni dell'apparato renale-urinario. Un diplomatico veneziano medico, che si trovava ospite a corte, lo visitò ed espresse l'opinione che i suoi medici personali non lo stessero curando in modo appropriato, causando un rapido peggioramento delle sue condizioni. La morte di Cromwell, ufficialmente attribuita a malaria, avvenne il 3 settembre 1.658 e il parlamento restaurò la monarchia incoronando Carlo II, poiché Richard Cromwell, figlio di Oliver, si era dimostrato un "successore non all'altezza". Il 30 gennaio 1.661, nell'anniversario dell'esecuzione di Carlo I, la salma di Cromwell venne riesumata dall'Abbazia di Westminster e, insieme alle salme di Robert Blake, John Bradshaw ed Henry Ireton, sottoposta al macabro rituale dell'<b>esecuzione postuma</b> (<i>hanged</i>,<i> drawn and quartered</i>). Al termine il corpo fu gettato in una fossa comune, tranne la testa, infilata su un palo ed esposta davanti all'Abbazia di Westminster fino al 1.685. In seguito questo macabro cimelio passò di mano molte volte, per essere finalmente sepolto nel cimitero del Sidney Sussex College nel 1.960. Nonostante il discredito gettato sulla sua memoria per tutto il periodo della Restaurazione monarchica e la pessima reputazione che di lui si ha in Irlanda, ancora viva nel presente, va detto che la figura di Cromwell ha guadagnato nel tempo la stima di significativi settori dell'opinione pubblica inglese. Considerato "uno dei più ragguardevoli parlamentari inglesi", la sua statua fa bella mostra di sé di fronte al Palazzo di Westminster, nonostante il fatto che alcuni suoi atti siano tuttora considerati come "degni di un traditore". La figura di Cromwell gode inoltre di una particolare considerazione da parte dei gruppi protestanti e nella regione del Cambridgeshire, dove è ricordato come "Il signore dei Fens".<b> Oliver Cromwell</b>, esponente della gentry inglese, era divenuto il <b>leader </b>dello schieramento degli <b>indipendenti</b>, <b>puritani</b> fautori in ambito religioso della piena libertà di culto e di organizzazione per tutte le comunità protestanti (ma non per i cattolici). Inoltre, dopo due anni di conflitto tra realisti e parlamentari, lo stesso Cromwell fece pendere la bilancia dalla parte dei parlamentari per l'iniziativa assunta in campo militare: creò infatti la New Model Army, ovvero "esercito di nuova concezione" composto dai cosiddetti<i> Ironsides</i>, letteralmente "fianchi di ferro". Tale esercito si basava su due principi fortemente innovativi, ovvero l'<b>elezione degli ufficiali da parte delle truppe</b> - che consentiva una scelta sulla base della capacità e non dell'estrazione sociale - e la <b>formazione politica dei soldati</b> - con l'obiettivo di renderli consapevoli delle finalità per cui erano chiamati a combattere.<br />
<span lang="it-IT"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span lang="it-IT"><b>Nel 1.661</b> - Iniziano a <b>Versailles i lavori </b>del <b>palazzo di Luigi </b></span><span lang="en-US"><b>XIV</b>.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.662</b> - <b>Fondazione</b> a Londra della <b>Royal Society</b>.</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.666</b> - A Parigi viene <b>fondata l'Académie Fran<span style="font-family: "times new roman" , serif;">ç</span>aise</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span lang="it-IT"><b>Nel 1.667</b> - Serie di <b>guerre provocate da Luigi </b></span><b>XIV </b><span lang="it-IT">di Francia per imporre la sua egemonia in Europa.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.668</b> -<b> Isaac Newton inventa il telescopio</b> a riflessione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.670</b> -<b> </b>Pubblicati postumi a Parigi i “<b>Pensieri</b>" di <b>Blaise Pascal</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.673</b> -<b> Molière</b> scrive “<b>Il Malato immaginario</b>”, sua ultima commedia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.675</b> -<b> Costruzione </b>dell'<b>osservatorio di Greenwich</b>.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Olaus Romer</b> calcola la <b>velocità della luce</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.683</b> -<b> </b>I <b>Turchi</b> assediano <b>Vienna</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.685</b> -<b> Nascono</b> due grandi compositori, <b>Handel</b> e <b>Bach</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.687</b> -<b> Vengono pubblicati</b> i<b> </b>“<b>Principiati</b>” di <b>Isaac Newton</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal 1.688</b> - Dopo il fallimento della <b>rivolta serba agli ottomani </b>del 1688-1690, migliaia di serbi guidati dal Patriarca di Peć Arsenije III devono rifugiarsi in Ungheria, dove il re Leopoldo I concede loro terre e privilegi, ed è questa l'origine della <b>presenza di popolazione serba nelle provincie meridionali dell'Ungheria</b>. Per rappresaglia, i turchi soppressero il Patriarcato di Peć e il clero serbo rimasto in patria venne annesso alla chiesa ortodossa greca.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.689</b> - <b>Guglielmo d'Orange</b>, nuovo re d'Inghilterra dopo la "Rivoluzione Gloriosa" del 1.688, <b>accetta</b> la «<b>Dichiarazione dei Diritti</b>».</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.690</b> - <b>Locke</b> pubblica il “<b>Saggio sull'intelletto umano</b>”.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.699</b> -<b> Pace di Carlowitz</b>, con la quale gli Absburgo d'Austria <b>tolgono ai Turchi l'Ungheria</b>.</div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg733eOwpGg5GmLLuJhk9UPwQ1XBKBkVH249XnWiDlGt2CoeVjzRsyrgtlPFi8jvKsysMT775Oon8IeCLO8I-8pXmlZ0yYWuCx7nmw3N3b-kGSLFYSAPqoIzNcEj_b2JXfmR5_RIN62xzw/s1600/europa+nel+1500.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="156" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg733eOwpGg5GmLLuJhk9UPwQ1XBKBkVH249XnWiDlGt2CoeVjzRsyrgtlPFi8jvKsysMT775Oon8IeCLO8I-8pXmlZ0yYWuCx7nmw3N3b-kGSLFYSAPqoIzNcEj_b2JXfmR5_RIN62xzw/s200/europa+nel+1500.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica dell'Europa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel 1700.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.703</b> - <b>Pietro il Grande</b> di Russia fonda <b>Pietroburgo</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.704</b> - In <b>Inghilterra</b> Daniel Defoe pubblica “<b>The Review</b>”, uno dei <b>primi giornali</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.707</b> -<b> </b>Si <b>istituisce</b>, con l'Atto di Unione, ratificato sia dal parlamento scozzese che da quello inglese, il <b>Regno di Gran Bretagna</b>. La regina Anna, ultima monarca degli Stuart, diventa la prima sovrana del nuovo regno. I parlamenti di Inghilterra e Scozia vennero anch'essi fusi a formare il Parlamento di Gran Bretagna la cui sede fu fissata nel Palazzo di <b>Westminster</b> a <b>Londra</b>. A questo punto il regno d'Inghilterra cessò di esistere come entità politica distinta e non ebbe più un governo nazionale. Legalmente comunque le giurisdizioni di Inghilterra e Galles da una parte e Scozia dall'altra rimasero separate continuando ad avere leggi e tribunali distinti. Ciò continuò fino all'Atto di Unione del 1800 tra il Regno di Gran Bretagna ed il regno d'Irlanda che creò il <b>Regno Unito</b> di Gran Bretagna e Irlanda (che in seguito sarebbe diventato il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord).<br />
<b><br /></b><b>- D. Papin</b>, esule in Germania, nel 1707 <b>costruisce un battello</b> sperimentale <b>a vapore</b>.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-3221980168998595552019-11-26T16:46:00.001-08:002020-06-25T11:49:07.835-07:00Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale: cattolica, universale e teocratica<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOoYUXVlr3Fnqqd9ooUl5NyI3rGRYRL9rkzBaJI6l1nbQMV4hDiZeltSBM8MSS75wSLuWOD1pLY0A12diJRg4PLgzs8pV3Axas6LTOZFBFpp0qMNKU38Yxpj2TIcz6QhqI71caabFdq9mK/s1600/piazza-san-pietro1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="410" data-original-width="606" height="135" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOoYUXVlr3Fnqqd9ooUl5NyI3rGRYRL9rkzBaJI6l1nbQMV4hDiZeltSBM8MSS75wSLuWOD1pLY0A12diJRg4PLgzs8pV3Axas6LTOZFBFpp0qMNKU38Yxpj2TIcz6QhqI71caabFdq9mK/s200/piazza-san-pietro1.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Roma, Città del Vaticano, basilica di<br />
San Pietro, centro della cristianità<br />
cattolica, da: <a href="https://livesicilia.it/2016/09/10/lallarme-della-santa-sede-roma-abbandonata_782261/" target="_blank">https://livesicilia.it/2016</a><br />
<a href="https://livesicilia.it/2016/09/10/lallarme-della-santa-sede-roma-abbandonata_782261/" target="_blank">/09/10/lallarme-della-santa-sede-</a><br />
<a href="https://livesicilia.it/2016/09/10/lallarme-della-santa-sede-roma-abbandonata_782261/" target="_blank">roma-abbandonata_782261/</a></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho
voluto segnalare, in questo post, gli eventi che hanno consentito al
dipartimento di Roma di una setta secondaria dell'ebraismo chiamata
Cristianesimo, di ergersi come depositaria dell'intermediazione con
la divinità, gestendo in prima persona poteri politici,
amministrativi e giudiziari nei territori che appartennero all'impero
romano d'occidente.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Visto che i primi passi della setta giudaico-cristiana si sono svolti in seno a comunità in cui la posizione farisaica era dominante, vorrei chiarire gli aspetti distintivi delle varie correnti di pensiero </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">all'interno dell'ebraismo,</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> correnti che
determinarono l'humus culturale durante la predicazione di Yeshuah
Ben Yossef (<b>Gesù</b> figlio di Giuseppe), dalla cui vita pubblica è
derivata la <b>Chiesa apostolica</b>, mentre nella sua vita privata, secondo
i documenti del Priorato di Sion, ha generato con la moglie due stirpi importanti per la storia: una che è sfociata nei Franchi Merovingi e l'altra è stata quella dei "re pescatori" del Graal. </span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV5t_uIy1kkQWonJELivvMZYwnyBT_jX5cQHWGA0sK95GRE9kPBK8wLzbqpesXbq-_t_yZGim345DwDwBfojv99D54yD3odJysbdhRPMBtFb9DNIamqLrFNVdW4re1Dm4mbRec1MFRJgBy/s1600/stemma+ordine+di+sion.GIF" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="493" data-original-width="573" height="171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV5t_uIy1kkQWonJELivvMZYwnyBT_jX5cQHWGA0sK95GRE9kPBK8wLzbqpesXbq-_t_yZGim345DwDwBfojv99D54yD3odJysbdhRPMBtFb9DNIamqLrFNVdW4re1Dm4mbRec1MFRJgBy/s200/stemma+ordine+di+sion.GIF" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Stemma dell'Ordine di Nostra<br />
Signora di Sion, poi divenuto<br />
Priorato di Sion, da: <a href="http://www.prieure-de-sion.com/1/" target="_blank">http://</a><br />
<a href="http://www.prieure-de-sion.com/1/" target="_blank">www.prieure-de-sion.com/1/</a></td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBbTnuhldqP4_VoAFGon-lwYSzBmpvlAnHNrYrzmMF39_2coR6h1M706IEP2Fgn4vaKbO9CBsqtD8aMICPWo_g9gLE_nWfdhjmPj1Cm7MvMxRZIMXEPj0YpeqR5V7VA1t35Sm5caDRfxvW/s1600/Migdal+Eder.bmp" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="251" data-original-width="350" height="142" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBbTnuhldqP4_VoAFGon-lwYSzBmpvlAnHNrYrzmMF39_2coR6h1M706IEP2Fgn4vaKbO9CBsqtD8aMICPWo_g9gLE_nWfdhjmPj1Cm7MvMxRZIMXEPj0YpeqR5V7VA1t35Sm5caDRfxvW/s200/Migdal+Eder.bmp" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Migdal-Eder nei pressi di Betlemme.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Secondo i documenti del "Priorato di Sion" infatti, Maria Maddalena (Mariamne
Migdal-Eder Principessa della Tribù di Beniamino) ha sposato nel 26,
a Tabgha in Galilea, in seconde nozze poiché rimasta vedova, Gesù
(Yeshuah Ben Yossef), figlio di Yossef (a sua volta figlio di Jacob)
e di Myriam Principessa della Tribù di Giuda Bat Héli (figlia di
Héli), nato l' 1 MAR a Bethléem e morto nel 33 a Jérusalem. Loro
figli sono stati Sarah-Damaris Principessa della Tribù di Giuda Bat
Yeshuah, nata nel 27 e Yeshuah-Joseph Yuz Asaf Jésus le cadet,
Joseph Harama Théo du Graal Ben Yeshuah, nato nel 33 in Giudea e
morto nel 120 a Sringar, in Cachemire.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Preciso
che</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> le datazioni</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> degli eventi descritti in seguito, non sono
indicate in base al calendario ebraico ma all'</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">era volgare</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
(abbreviata in e.v., corrispondente a d.C.), comprendente prima
dell'era volgare (abbreviata in p.e.v., corrispondente ad a.C.), che
indica il posizionamento temporale di una data relativamente al
calendario gregoriano usato in Occidente. Sono sottintesi come e.v.
gli anni 1 e successivi, e indicati con p.e.v. gli anni precedenti.</span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO9BUcMn0sk_C0eT9LwR-k1l16edYAj9PR58Jla9Bw8fZUr2pUDBF1a1UkM6GYzt4RGJLUPgFEGOpn-QOQ21TPq3QtjPxXpF15lEBP1NcDwF1k7Z-9j4UsDLHJReYnKPSzM-dbENzICy9d/s1600/Kepler+1610.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1099" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO9BUcMn0sk_C0eT9LwR-k1l16edYAj9PR58Jla9Bw8fZUr2pUDBF1a1UkM6GYzt4RGJLUPgFEGOpn-QOQ21TPq3QtjPxXpF15lEBP1NcDwF1k7Z-9j4UsDLHJReYnKPSzM-dbENzICy9d/s200/Kepler+1610.jpg" width="145" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Johannes Kepler (1610), da<br />
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Johannes_Kepler_1610.jpg#/media/File:Johannes_Kepler_1610.jpg" target="_blank">https://commons.wikimedia<br />.org/wiki/File:Johannes_Ke<br />pler_1610.jpg#/media/File:<br />Johannes_Kepler_1610.jpg</a></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La locuzione deriva da </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Era Vulgaris</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, usata per la prima volta
nel 1615 da Giovanni Keplero, volendo indicare il concetto di "era
popolare". Questa terminologia è stata adottata in diverse
culture non cristiane, da molti studiosi sia di religioni che di
altri settori accademici, per non specificare il riferimento a
Cristo, dal momento che la datazione sarebbe scorretta se Yeshuah Ben
Yossef, Gesù figlio di Giuseppe chiamato il Cristo, fosse nato circa
7 anni prima della data convenzionale dell'anno 1, quindi al tempo di
Erode il Grande, come pensano molti storici. Inoltre molte persone
non-cristiane desiderano utilizzare termini non-cristiani. Con le
datazioni riferite all'era volgare o del popolo infatti, non si fa
esplicitamente uso del titolo religioso Cristo, utilizzato nella
notazione avanti Cristo e dopo Cristo.</span><br />
<b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nel
1010</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">/</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">933</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">p.e.v.</span></b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"> - </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Sadoc</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> (o Zadok), nipote di Aronne, è il <b>sommo</b> </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">sacerdote</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> al tempo dei re</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"> David e di suo figlio
Salomone, durante </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>il regno ebraico</b></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"> ancora </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>unificato</b></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">. </span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; font-weight: normal; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFHiJu8WGIC_sGsJsp1WWiymaZ3G2XhKgmUu4Z2pCrH-i6f7HKQB2BNzR_4l-xXEQaWoTGe-4Tt9a_YnWDbByQ83PRQG9gDteBAlw93e52JxlWmfOscjnn794u4dTDR6i68lJfycSlpdkb/s1600/Tempio+di+Salomone+2+colonne.bmp" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="357" data-original-width="600" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFHiJu8WGIC_sGsJsp1WWiymaZ3G2XhKgmUu4Z2pCrH-i6f7HKQB2BNzR_4l-xXEQaWoTGe-4Tt9a_YnWDbByQ83PRQG9gDteBAlw93e52JxlWmfOscjnn794u4dTDR6i68lJfycSlpdkb/s200/Tempio+di+Salomone+2+colonne.bmp" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ipotesi di come potrebbe essere<br />
apparso il Tempio di Salomone o<br />
Primo tempio.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">Sadoc era un discendente di Aronne poiché suo padre, Elèazar, era un figlio di Aronne.
Inizialmente Sadoc esercitava il suo ministero nel santuario di
Gabaon, mentre un secondo sommo sacerdote, Abiatar, parimenti
discendente di Aronne, seguiva il re David. Alla morte di questi,
Sadoc intervenne nella lotta per la successione al trono schierandosi
dalla parte di Salomone contro Adonia, sostenuto da Abiatar. La
vittoria di Salomone fu anche la vittoria di Sadoc, che rimase unico
sommo sacerdote. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sadoc fu considerato il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">capostipite</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> delle
famiglie sacerdotali</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"> di Gerusalemme (i sadociti o </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">sadducei</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">)
nel periodo posteriore all'esilio (degli Ebrei) a Babilonia, famiglie che appartenevano alla tribù di Levi, la tribù dei sacerdoti.</span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; font-weight: normal; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuz74hbLOP7pfsqFX8vegf6eOtGPEl0jQeQzFxhHrciwSkO8SSWtawEaj73s-cv-kHeKJi76E97X-cUB-g39f0ZXRfNrwkERoyv_11pAIUjCYJgqtR2vKMxrQJNQev4z9Hd_n11f59uasM/s1600/Cattivit%25C3%25A0+israelitiche.bmp" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="469" data-original-width="510" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuz74hbLOP7pfsqFX8vegf6eOtGPEl0jQeQzFxhHrciwSkO8SSWtawEaj73s-cv-kHeKJi76E97X-cUB-g39f0ZXRfNrwkERoyv_11pAIUjCYJgqtR2vKMxrQJNQev4z9Hd_n11f59uasM/s200/Cattivit%25C3%25A0+israelitiche.bmp" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cattività israelitiche.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel
586 p.e.v.</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> - <b>Gerusalemme</b> è<b> conquistata</b> e distrutta dai
babilonesi di <b>Nabucodonosor II</b> che distruggono il Tempio di Salomone
(il primo tempio) e che trascinano in schiavitù numerosissimi ebrei.
La distruzione del Tempio provocò cambiamenti drammatici nella
cultura e religione ebraiche. Durante l'esilio durato 70 anni a
Babilonia, l'ebraismo approfondirà l'essenza del proprio fondamento con insegnamenti scritti e orali che conserveranno una supremazia rispetto al periodo post esiliaco. Parallelamente molte genti Gentili, non ebree, si erano insediate in Samaria e Galilea, per cui si può dire che<b> solo in Giudea</b> rimanevano i discendenti dell'<b>ebraismo tradizionale</b>.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel
539 p.e.v.</b> - I persiani conquistano Babilonia e nel 537 il loro
re,<b> Ciro</b><b style="font-weight: normal;"> il Grande</b>, <b>permette</b><b style="font-weight: normal;"> agli </b><b>ebrei</b><b style="font-weight: normal;"> di</b><b> tornare in
Giudea</b>, di ricostruire Gerusalemme, le sue fortificazioni e il
Tempio (il <b>Secondo Tempio</b>). <b style="font-weight: normal;">Non consente </b>tuttavia il <b style="font-weight: normal;">ripristino della monarchia</b>
giudea, fatto che rende<b> i sacerdoti</b> della Giudea l'<b>autorità
</b><b>dominante</b>. Senza il potere vincolante della monarchia, l'autorità
del Tempio nella vita civile fu amplificato. Fu in questo periodo che<b>
il partito dei Sadducei</b> emerse come il partito dei sacerdoti e delle
élite consociate.</span><br />
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><br /></b>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel
323 p.e.v</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. - Con la</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> morte di Alessandro Magno</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, il potere
effettivo passa nelle mani dei suoi generali, i diadochi, che si
spartiscono il suo immenso impero suddividendolo in satrapìe.</span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmnpMz4iukSYdIT4dZfEwuSay4KPis42ADjtHz3wmFA1v32VAbSEEHQeeFexxjHshyM8INNaQ-6fxofh1pmXQD6PMoWW0m-ZY8nKEvhyHXk9nwxDQVbZsla0pfGxRenOfc7IZnTPzsLKZZ/s1600/Impero+Alessandreo+Diadochi+dopo+Alessandro.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="769" data-original-width="1600" height="152" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmnpMz4iukSYdIT4dZfEwuSay4KPis42ADjtHz3wmFA1v32VAbSEEHQeeFexxjHshyM8INNaQ-6fxofh1pmXQD6PMoWW0m-ZY8nKEvhyHXk9nwxDQVbZsla0pfGxRenOfc7IZnTPzsLKZZ/s320/Impero+Alessandreo+Diadochi+dopo+Alessandro.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'impero di Alessandro Magno diviso fra i suoi generali,<br />
i diadochi, di cui Seleuco ne ottiene la maggior parte.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La
Persia è suddivisa tra vari satrapi macedoni, tra i quali emerge
presto la figura di Seleuco, satrapo di Babilonia mentre la Giudea è
governata dai satrapi egiziano-ellenici Tolomei fino al 198 p.e.v.,
quando l'Impero Seleucida siriano-ellenico, con Antioco III, ne
assume il controllo.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel
460 p.e.v.</b> circa - Vedendo dilagare l'anarchia in Giudea, il
successore di Serse, Artaserse I di Persia, invia <b>Esdra lo Scriba</b> a ristabilire
l'ordine. Esdra, f</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">iglio o nipote di Seraiah, </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">era un discendente diretto di Pincas, un figlio di Aronne. C</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">ondusse il ritorno del secondo
contingente di ebrei dall'esilio babilonese nel 459 p.e.v. e a lui
vengono attribuiti i vari Libri di Esdra (ritenuti diversamente
canonici o apocrifi dalle religioni bibliche) e i libri delle
Cronache della Bibbia. Ciò che si conosce della sua
storia è contenuto negli ultimi quattro capitoli del Libro a lui
attribuito, e in Neemia 8 e 12,26. Fu considerato come un</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b> secondo
Mosè</b></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">, e degno anch’egli di ricevere la Torah. Egli introdusse la
scrittura quadrata ebraica per usarla nella redazione della Torah. Il
Tempio non fu più l'unica istituzione di vita religiosa ebraica. Nel
tempo di Esdra lo Scriba, le case di studio e di culto rimasero
importanti istituzioni secondarie della vita ebraica. Fra le pratiche
che egli introdusse insieme all'Assemblea dei Sapienti, che dirigeva,
vi fu la lettura trisettimanale della Torah: il lunedì, il giovedì,
e il sabato pomeriggio. Al di fuori della Giudea, la sinagoga era
spesso chiamata casa di preghiera e sebbene la maggior parte degli Ebrei non potessero frequentare regolarmente il servizio del Tempio,
si potevano però incontrare nella sinagoga per le preghiere di
mattina, pomeriggio e sera. Sebbene i sacerdoti controllassero i
rituali del Tempio, i Sapienti, scribi e saggi, successivamente
chiamati Rabbini (in ebraico "mio maestro"), dominavano lo
studio della Torah. </span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRY-MEXDJL0sPwFEUEQLwNkUkKPHJ00v37bXJCnhsekt6CW6ya_mgjJAF7Tnn0FlH6ZEmJH9Ch5QcNhkBoKoUUQNWwOFeIfscrtTFkaV_gfZkVZxXaykIBP7ssQOfMTd_FHi7OiDWxvnzU/s1600/Farisei.GIF" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="567" data-original-width="474" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRY-MEXDJL0sPwFEUEQLwNkUkKPHJ00v37bXJCnhsekt6CW6ya_mgjJAF7Tnn0FlH6ZEmJH9Ch5QcNhkBoKoUUQNWwOFeIfscrtTFkaV_gfZkVZxXaykIBP7ssQOfMTd_FHi7OiDWxvnzU/s200/Farisei.GIF" width="166" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rappresentazione di<br />
un Fariseo.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">Questi saggi mantenevano una tradizione orale che
credevano si fosse originata sul Monte Sinai insieme alla Torah di
Mosè. I</span><b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Farisei</span></b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"> traevano le loro </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>origini</b></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"> da questo </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>nuovo
</b></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>gruppo </b></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">di autorità. Il termine Fariseo deriva dal latino</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">
pharisæus</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"> -</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">i</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"> attraverso il greco </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">pharisaios</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">,
dall'ebraico </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">pārûsh</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"> e aramaico</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> parush</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"> o </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">parushi</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">,
che significa "colui che si è separato o distintosi". La
corrente dei farisei costituisce, probabilmente, il gruppo religioso
più significativo all'interno dell'ebraismo nel periodo che va dalla
fine del II secolo p.e.v. all'anno 70 e.v. ed oltre. Essi, in vari
momenti, si identificavano come un partito politico, un movimento
sociale ed una scuola di pensiero, a cominciare dal periodo del
Secondo Tempio (515 p.e.v.) fino alla rivolta dei Maccabei contro il
regno seleucide. I conflitti tra Farisei e Sadducei hanno avuto luogo
nel contesto di conflitti sociali e religiosi tra ebrei da lunga
data, risalenti alla cattività babilonese e aggravatisi con la
conquista romana. Un conflitto era di classe, tra ricchi e poveri,
poiché i sadducei includevano principalmente le famiglie sacerdotali
e aristocratiche. Un altro conflitto era culturale, tra chi favoriva
l'ellenizzazione e coloro che la resistevano. Un terzo era
giuridico-religioso, tra chi enfatizzava l'importanza del Secondo
Tempio con i suoi riti e servizi cultuali, e coloro che
sottolineavano l'importanza di altre Leggi mosaiche. Un quarto punto
di conflitto, specificamente religioso, coinvolgeva diverse
interpretazioni della Torah e come applicarle alla vita ebraica, con
i sadducei che riconoscevano solo la Torah scritta e respingevano le
dottrine della Torah orale e della risurrezione dei morti. I Farisei
affermavano infatti che le Sacre Scritture non erano complete nei
loro termini e senza gli insegnamenti e commenti orali non potevano
essere comprese. I saggi del Talmud credevano che la legge orale
fosse stata rivelata a Mosè sul Sinai e che fosse stata integrata
dai dibattiti tra i saggi Rabbini. Così, si può concepire la "Torah
orale" non come un testo fisso, ma come un processo continuo di
analisi e discussione in cui Dio è coinvolto attivamente: questo fu
il processo continuativo rivelato al Sinai, e partecipando a tale
processo i rabbini ed i loro discepoli partecipano attivamente
all'atto dinamico della rivelazione divina. Il </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Talmud</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">, che
significa insegnamento, studio, discussione è uno dei testi sacri
dell'Ebraismo ed è riconosciuto solo dall'Ebraismo che, assieme ai
Midrashim e ad altri testi Rabbinici o mistici noti del Canone
ebraico, lo considera come </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">trasmissione e discussione orale </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">della
</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Torah</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">. La Torah orale fu rivelata sul monte Sinai a Mosè e fu
trasmessa a voce, di generazione in generazione, fino alla conquista
romana. Il Talmud fu fissato per iscritto solo quando, con la
distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme, gli Ebrei temettero
che le basi religiose di Israele potessero essere disperse e consiste
in una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti (Chakhamim) e
i maestri (Rabbanim) circa i significati e le applicazioni dei passi
della Torah scritta.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyToF3B9tgDV7NyQCWvZQMV1hreebP9Cst3d4ruSeXdRvJGvwT3XK1VzJGz9hmcbT8w-MNCl2M-z2rReuLCXXg2hVSyfrgukg4wz9aJRCVYlV2_Np7m6J1G4eEMQcsgv5D8b2asZTKnZbO/s1600/antichi+romani+menorah.bmp" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="164" data-original-width="123" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyToF3B9tgDV7NyQCWvZQMV1hreebP9Cst3d4ruSeXdRvJGvwT3XK1VzJGz9hmcbT8w-MNCl2M-z2rReuLCXXg2hVSyfrgukg4wz9aJRCVYlV2_Np7m6J1G4eEMQcsgv5D8b2asZTKnZbO/s1600/antichi+romani+menorah.bmp" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La menorah scolpita<br />
nell'arco di Tito<br />
a Roma.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">nessun momento storico</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">una</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> delle </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">sette</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> nate dopo la costruzione del
Secondo Tempio costituì la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">maggioranza</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">: la maggior parte degli </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Ebrei</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
erano </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">non settari</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Nonostante ciò, lo storico Flavio Giuseppe (Joseph ben
Matthias) indica che i Farisei avevano ricevuto il sostegno e
l'accettazione della gente comune, contrariamente ai sadducei, più
elitisti e associati alle classi dominanti. In generale, mentre i
Sadducei erano monarchici aristocratici, i Farisei erano eclettici,
populisti e più democratici.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel
167</b>/<b>161 p.e.v. </b>- <b>Rivolta dei Maccabei </b>(o Asmonei)
contro l'impero ellenistico dei Seleucidi, condotta da Giuda
Maccabeo, conclusasi con la vittoria. Gerusalemme è liberata nel 165 p.e.v. e il Tempio
restaurato.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1nkkHS45zfJuyiK0U4KQB-HhwsoaQT1W8O4P9FYCo9WVodC-BdKZ7YTRiD2-GyCeCJeqO8GguIpJbkBv5ZgaNlJrN_t5z5wOplnFJ_tFipdB95kOTp9rQlvw1Ozr5LH7zwuQ2zckGYRYR/s1600/Israele+e+Giuda+933+pev.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1157" data-original-width="688" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1nkkHS45zfJuyiK0U4KQB-HhwsoaQT1W8O4P9FYCo9WVodC-BdKZ7YTRiD2-GyCeCJeqO8GguIpJbkBv5ZgaNlJrN_t5z5wOplnFJ_tFipdB95kOTp9rQlvw1Ozr5LH7zwuQ2zckGYRYR/s320/Israele+e+Giuda+933+pev.png" width="190" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Regni di Israele e di Giuda (Giudea).</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 141</b><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> p.e.v.</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> - Dopo aver sconfitto le forze seleucide, un'assemblea di sacerdoti e altre cariche pubbliche proclama Simone
Maccabeo, figlio di Giuda Maccabeo, sommo sacerdote e capo del
popolo, in effetti stabilendo la dinastia degli Asmonei come Casa
Reale della Giudea. Nasce così una nuova monarchia nella forma della
dinastia sacerdotale, investendo i sacerdoti di autorità sia
politica che religiosa. Sebbene gli Asmonei fossero considerati
eroi per aver resistito ai Seleucidi, il loro regno mancava della
legittimità conferita dalla discendenza della dinastia davidica del
Primo Tempio. La dinastia degli Asmonei (forse dall'ebraico
</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">ḥašmannīm</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, oppure dall'eponimo Asmon, il nome del bisnonno
di Mattatia, padre dei Maccabei) fu fondata da Simone Maccabeo che
segnò l'inizio del regno di Giudea a partire dal 140 p.e.v. e
mantenne il potere civile e religioso fino alla conquista romana,
dopo la quale, nel 37 p.e.v., fu posto a governo della regione
l'idumeo Erode il Grande. Poiché </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">i re dovevano</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> idealmente
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">discendere dalla casa di David</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, i </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Maccabei</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, che erano
una famiglia di sacerdoti, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">non avevano</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> un effettivo </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">diritto
al potere regale</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Il loro regno venne messo in pericolo
dall'opposizione dei Farisei, e il Talmud li ricorda appena. La loro
ascesa è descritta nei libri Primo e Secondo libro dei Maccabei
della Bibbia. La dinastia Asmonea alla fine si disintegrò a causa
della guerra civile tra i figli di Alessandra Salomé: Giovanni
Ircano II e Aristobulo II.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="font-weight: normal;">
<br /></div>
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel
II sec. p.e.v. </b>- Da <b>Sadoc</b> deriverà non solo il gruppo
politico dei <b>Sadducei</b> ma anche un movimento religioso fondato
probabilmente da membri di famiglie sacerdotali, più tardi
conosciuto col nome di <b>Esseni</b>. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel
150 </b>/<b>70 e.v. </b>- Vengono stilati i<b> manoscritti del Mar
Morto</b> (o Rotoli del Mar Morto), un insieme di manoscritti
rinvenuti nei pressi del Mar Morto. Di essi fanno parte varie
raccolte di testi, tra cui i manoscritti di Qumran, che ne
costituiscono una delle parti più importanti. I rotoli del Mar Morto
sono composti da circa 900 documenti, compresi testi della Bibbia
ebraica, scoperti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte dentro e
intorno al Uadi di Qumran, vicino alle rovine dell'antico
insediamento di Khirbet Qumran, sulla riva nord-occidentale del Mar
Morto.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">I
testi sono di grande significato religioso e storico, in quanto
comprendono alcune fra le più antiche copie superstiti note dei
libri biblici e dei loro commenti, e conservano la testimonianza
della fine del tardo giudaismo del Secondo Tempio. Sono scritti
in ebraico, aramaico e greco, perlopiù su pergamena, ma ve ne sono alcuni
scritti su papiro. I manoscritti, datati tra il 150 p.e.v. e il 70
e.v., sono comunemente associati all'antica setta ebraica degli
<b style="font-weight: normal;">Esseni</b>. I rotoli del Mar Morto sono tradizionalmente divisi in
tre gruppi: manoscritti "<b>biblici</b>" (copie di testi dalla
Bibbia ebraica), che costituiscono circa il 40% dei rotoli
identificati; manoscritti "<b>apocrifi</b>" o "pseudepigrafici"
(documenti noti del periodo del Secondo Tempio, come Enoch, Giubilei,
Tobia, Siracide, salmi non canonici, ecc. che non sono stati, in
ultima analisi, canonizzati nella Bibbia ebraica, ma in qualche caso
sono stati accettati dalla versione greca dei Settanta e/o utilizzati
dalla tradizione rabbinica), che costituiscono circa il 30% dei
rotoli identificati; e il terzo gruppo è quello dei manoscritti "<b>settari</b>" (documenti
precedentemente sconosciuti, che descrivono le norme e le credenze di
un particolare gruppo o gruppi all'interno della maggioranza ebraica)
come la Regola della Comunità, il Rotolo della guerra, commento (in
ebraico<i style="font-weight: normal;"> pesher</i>) ad Abacuc e la Regola della Benedizione, che
costituiscono circa il 30% dei rotoli identificati. </span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;"><br /></span><b>
Dal 130 p.e.v.</b> - I <b>Sadducei</b>
costituirono un'importante corrente spirituale del tardo giudaismo
(fine del periodo del secondo Tempio), e anche una <b>distinta fazione
politica</b> verso il 130 p.e.v. sotto la dinastia asmonea. Rappresentata
eminentemente dall'aristocrazia delle antiche famiglie, nell'ambito
delle quali venivano reclutati i sacerdoti dei ranghi più alti,
nonché, in particolare, il Sommo sacerdote, la corrente dei Sadducei, si richiamava, nel proprio nome, all'antico e leggendario
Zadok (o anche Sadoq o Zadoq), sommo sacerdote al tempo di Salomone.
Cercavano di vivere un giudaismo illuminato e quindi di trovare un
compromesso anche con il potere romano. Dei Sadducei e della loro
spiritualità non conosciamo molto, perché la loro fazione, ritenuta
colpevole di collaborazionismo nei confronti dei romani, fu
letteralmente sterminata durante la rivolta giudaica del I secolo
d.C. dagli insorti più esagitati e violenti, come narra lo storico
Flavio Giuseppe, in quella prima guerra giudaica che, oltre ad essere
una lotta di liberazione dalla dominazione straniera, fu anche una
vera e propria cruenta e spietata guerra civile. Gli eventuali
residui superstiti dei Sadducei o furono assimilati dalla società
romano-ellenica nella quale si rifugiarono, oppure si convertirono al
cristianesimo. In ogni caso, dopo la catastrofe nazionale giudaica
del 70 d.C., culminata nella distruzione di Gerusalemme e del suo
Tempio, l'ebraismo riemerge coagulandosi attorno alla corrente
spirituale dei Farisei, avversaria dei Sadducei e di questi ultimi
non vi è alcuna traccia. Sui Sadducei cala, quindi, un velo che
assomiglia molto ad una sorta di <i>damnatio memoriae</i>: i romani, che si
erano appoggiati a loro per governare la Giudea, dovettero constatare
il sostanziale fallimento della loro categoria in quanto
amministratori e alleati, un po' come gli inglesi, nella prima metà
del secolo XX dovettero prendere atto che i marajah, da loro
sostenuti, non riuscivano più a controllare l'India; dai farisei,
che già ne avevano avversato la dottrina, i Sadducei vennero
parimenti ritenuti responsabili della catastrofe che aveva colpito la
nazione ed il Tempio. Per i cristiani, infine, i Sadducei rimasero
indelebilmente associati alle figure di Caifa ed Anna; il primo fu il
sommo sacerdote che fece arrestare e condannare a morte Gesù. In
buona sostanza, mancarono ai Sadducei "buoni avvocati" che
ne perpetuassero la memoria storica con dovizia di particolari.<br />
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mentre
al tempo dei re Saul, Davide e Salomone suo figlio, il re aveva
esclusivamente potere politico, in seguito la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Giudea</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> è stata
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">governata</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> da </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">re-sacerdoti di provenienza</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> sadducea.</span></div>
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il<b>
popolo</b>, che non voleva essere governato da un re ma dal clero
teocratico, <b>fece appello</b> in questo spirito, probabilmente
tramite i propri rappresentanti farisei, alle<b> autorità romane</b>:
ne seguì quindi una <b>campagna romana di conquista</b> e
<b>annessione</b>, guidata da Pompeo Magno, che occupò Gerusalemme
nel 63 p.e.v..</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPs-VxURPScrLwPOQtiAE8SGkFo4r-vojFWYEg_Wj28N_m30z9gOC4gPE2r0EbM2zeK0GiZrSd5ddfZm4EXxk_4dr0UZKiVbSRG8S1Plr5HiBPx5fl-4tTLo5PJKefUd7aAsUZhO4PwRWX/s1600/Pompejus.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1317" data-original-width="1086" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPs-VxURPScrLwPOQtiAE8SGkFo4r-vojFWYEg_Wj28N_m30z9gOC4gPE2r0EbM2zeK0GiZrSd5ddfZm4EXxk_4dr0UZKiVbSRG8S1Plr5HiBPx5fl-4tTLo5PJKefUd7aAsUZhO4PwRWX/s200/Pompejus.png" width="164" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gneo Pompeo Magno<br />
da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_piratica_di_Pompeo" target="_blank">https://it.wikipedia.<br />org/wiki/Guerra_pira<br />tica_di_Pompeo</a></td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel
63 p.e.v.</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> - Gneo </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Pompeo </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Magno </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">assedia Gerusalemme ed
entra nel Tempio</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">: la Giudea diventa un regno vassallo di Roma.
Secondo Flavio Giuseppe, i </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Farisei</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> si presentarono davanti a
Pompeo per chiedergli di non interferire e di </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">ripristinare
l'antico sacerdozio</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">abolendo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> completamente </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">la
sovranità</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> degli Asmonei (Antichità giudaiche 14:3, § 2). I
Farisei ritenevano la dissacrazione del Tempio di Gerusalemme da
parte di Gneo Pompeo una </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">punizione divina</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> per il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">malgoverno
sadduceo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Pompeo abolì la monarchia nel 63 p.e.v. e nominò
Ircano II sommo sacerdote ed etnarca, titolo inferiore a "re".</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel
37 p.e.v.</b> - <b>Erode</b> d'Idumea, non Ebreo ma Edomita, figlio di Erode Antipatro, <b>conquista
Gerusalemme</b><b style="font-weight: normal;"> </b>con l'<b>aiuto</b> di <b>Roma</b> e viene riconosciuto come <b>re</b><b style="font-weight: normal;">
dei Giudei</b> fino alla morte (avvenuta nel 4 p.e.v.). Per
consolidare il potere, Erode <b style="font-weight: normal;">fece uccidere buona parte del
Sinedrio</b> (il Consiglio degli ebrei), il cognato Aristobulo, la
moglie Mariamne, la suocera Alessandra, i figli Alessandro,
Aristobulo e Antipatro. Attorno al 20/19 p.e.v. intraprese il
restauro e l'ampliamento del tempio di Gerusalemme. Fece costruire o
ricostruire diverse città e fortezze: Samaria, Cesarea Marittima,
l'Erodium, Macheronte, Masada, la Fortezza Antonia. Secondo Flavio
Giuseppe, l'opposizione sadducea contro Erode lo portò inizialmente
a trattare favorevolmente con i Farisei (Antichità giudaiche 14:9, § 4;
15:1, § 1; 10, § 4; 11, §§ 5-6), anche se col tempo, Erode
divenne impopolare poiché era percepito come un burattino in mano ai
romani e il trattamento della sua famiglia a favore degli ultimi
Asmonei erosero definitivamente la sua popolarità. Secondo Flavio
Giuseppe, i Farisei infine gli si opposero e quindi caddero vittime, nel
4 p.e.v., della sua sete di sangue (Antichità giudaiche 17:2, § 4;
6, §§ 2-4). La famiglia di Boeto, che Erode aveva designato al
sommo sacerdozio, rivitalizzò lo spirito dei Sadducei e da allora i Farisei li ebbero nuovamente come antagonisti (Antichità giudaiche
18:1, § 4). Questo portò anche gravi divergenze teologiche tra Sadducei e Farisei: l'idea che il<b> sacro</b> potesse esistere al di<b> fuori
dal tempio</b> - concetto centrale per gli <b>Esseni</b> - era condiviso ed
esaltato dai <b>Farisei</b>.</span><br />
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEip5eeAq0gVkIa5eH7pKcZd-MGFcRjSj0lBbKD6HyAJybN0fC9a0KOPcVhAW2sY0dIAznz7Li-v1G0NbFACTttyeGR_HERVVbaqfScjqpEKUWtDjXbWCwhpeNQxfmDP-s6p3APHdt5NrW3r/s1600/Israele+Galilea+Samaria+e+Giudea+4aC.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="791" data-original-width="576" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEip5eeAq0gVkIa5eH7pKcZd-MGFcRjSj0lBbKD6HyAJybN0fC9a0KOPcVhAW2sY0dIAznz7Li-v1G0NbFACTttyeGR_HERVVbaqfScjqpEKUWtDjXbWCwhpeNQxfmDP-s6p3APHdt5NrW3r/s200/Israele+Galilea+Samaria+e+Giudea+4aC.png" width="145" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Galilea, Samaria e Giudea<br />
nel 4 p.e.v. con Erode<br />
il Grande di Idumea<br />
come re.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel
7 p.e.v.</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> - In Giudea, a Betlemme, secondo il vangelo di Matteo,
nacque Gesù, da una famiglia benestante. Nel vangelo di Luca invece,
è scritto che i suoi genitori risiedevano in Galilea, a Nazareth;
costretti ad intraprendere un viaggio per farsi censire (censimento
che non è menzionato negli archivi storici), dovettero affrontare il
parto a Betlemme, in un ricovero di fortuna, da cui nascerà la
tradizione della "mangiatoia". In ogni caso Gesù fu
comunque definito "il galileo" e infatti visse fino all'età
adulta in Galilea. Probabilmente, per i errate traduzioni dell'aggettivo "nazareno", che poteva riferisi agli appartenenti ai "Nazirei", come Sansone, Gesù
non risiedeva a Nazareth, che non sappiamo neppure se all'epoca
esistesse già. La Giudea, su cui regnava Erode il Grande,
comprendeva anche la Galilea. Così come era stato per l'Idumea,
anche la Galilea era stata convertita forzatamente all'ebraismo, ma
con scarsi risultati. "...quando il triunviro romano Pompeo, nel
63 p.e.v. riordinò la zona con criteri non confessionali, lasciò al
sommo sacerdote Ircano II solo i territori occupati da gente che
vedeva il suo punto di riferimento etnico-religioso nella città di
Gerusalemme e nel culto del suo tempio. Stando così le cose, è
difficile sottoscrivere l'opinione di qualche studioso che ritiene la
Galilea, al tempo di Gesù, «una regione di stampo giudaico»"
(Teissen - A. Meri, o.c. 213). Abbiamo frequenti accenni, nel vangelo
di Giovanni all'antagonismo, o meglio al </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">disprezzo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, da parte
dei giudei </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">nei</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">confronti dei galilei</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, per quanto era
evidente la differenza fra i due gruppi ebraici: «Forse che il
Cristo viene dalla Galilea?» Gv 7, 41. E a Nicodemo, che pone
obiezione a che venga condannato Gesù «Prima che lo si ascolti, in
modo che si sappia cosa fa», rispondono sdegnati: «Sei anche tu
della Galilea? Studia a fondo e vedrai che non sorge profeta dalla
Galilea!» (Gv 7,41-49). I dati rabbinici assai posteriori a
quest'epoca, a proposito della Galilea e dei suoi abitanti non mancano mai
di segnalare differenze di costumi, di cultura, perfino di pronunzia,
nei confronti dei giudei autentici e si divertivano perfino ad
ironizzare sul linguaggio provinciale dei galilei. In qualche caso il
confronto stabilito dai signori della Legge andava anche a scapito
della loro gente, come in quello riguardante la continenza
prematrimoniale che, a sentir loro, in Giudea non funzionava bene, al
contrario di quello che accadeva in Galilea e forse lo ammettevano
proprio per evidenziare una maggiore sensibilità morale presente in
quella zona tanto svalutata. Nel Talmud, R. Johanan ben Zakkai
maledice la Galilea in questi termini: «Galilea, Galilea, tu odi la
Torah!», il che equivale a tacciarla di un'empietà imperdonabile.".
Quando si definisce Gesù come ebreo della Galilea, si dovrebbe
convenire che, probabilmente, per lui fu molto faticoso farsi
accettare come ebreo ortodosso e ancor più come "rabbi",
maestro, dai Giudei, proprio in quanto Galileo. Il Vangelo di Matteo,
non a caso, inizia con la geneologia di Gesù, la cui madre è della
tribù di Giuda, discendente di Davide, della legittima casa reale
d'Israele. I quattro vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e
Giovanni) rappresentano le uniche fonti testuali antiche accettate che
descrivano dettagliatamente la vita di Gesù, soprattutto gli ultimi
anni, caratterizzati dal ministero pubblico. La nascita del moderno
metodo storico-critico ha portato a esaminare criticamente i racconti
evangelici, cercando di distinguerne il nucleo storico dagli aspetti
leggendari e mitici. Alcuni approfondimenti, in particolare
relativamente a nascita, infanzia e giovinezza di Gesù, sono
presenti anche nei vangeli apocrifi. Questi particolari tuttavia non
sono riconosciuti dagli studiosi come storicamente fondati, sebbene
abbiano influenzato più o meno ampiamente la tradizione artistica e
devozionale cristiana. La narrazione della vita e dell'insegnamento
di Gesù procede nei quattro vangeli prevalentemente in modo
parallelo, soprattutto tra i primi tre (Matteo, Marco, Luca), detti
per questo "sinottici". Un certo episodio è narrato da più
vangeli, solitamente con alcune variazioni, ma sono presenti anche
lacune o racconti propri di un singolo evangelista. In Giovanni
mancano numerosi racconti presenti nei sinottici, mentre sono
presenti svariate aggiunte proprie.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghU51KL4SyMM5wkW1Z7zNjkaxqfpxXzWnmbMAfPuQHvlHcl7zPuaKoEPNzn3A8LtrmE8GhhThU4Zr_Jo6CWir1YIdyEQmOXKffAuSzVMN5mg-t9LoRvy6iIcPHo8AA02Xmr8WCYQEknxMz/s1600/icona+ges%25C3%25B9.GIF" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="115" data-original-width="159" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghU51KL4SyMM5wkW1Z7zNjkaxqfpxXzWnmbMAfPuQHvlHcl7zPuaKoEPNzn3A8LtrmE8GhhThU4Zr_Jo6CWir1YIdyEQmOXKffAuSzVMN5mg-t9LoRvy6iIcPHo8AA02Xmr8WCYQEknxMz/s1600/icona+ges%25C3%25B9.GIF" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Immagine del Mandylion,<br />
quella che è considerata<br />
la prima icona, con il<br />
volto di Gesù, da <a href="http://www.internetica.it/Maestro.htm" target="_blank">http://<br />www.internetica.it/<br />Maestro.htm</a></td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Dal
30 e.v. </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Scisma all'interno dell'Ebraismo durante l'era del
Secondo Tempio. Una setta di </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Ebrei ellenizzati</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> fonda il
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Cristianesimo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Per "Ellenizzazione" si intende il processo di trasformazione culturale
mediante il quale alcune componenti proprie dei popoli venuti a
contatto con la civiltà greca si combinarono in varie forme e gradi
con quelle tipicamente elleniche. Questo fenomeno, dovuto
all'espansione della civiltà greca ad opera di Alessandro Magno, che
portò questa cultura nei territori conquistati, portò ad un
graduale processo di assimilazione culturale per cui le
popolazioni non greche adottarono peculiari caratteristiche elleniche, come la lingua, i costumi, le credenze religiose e la filosofia.
Durante l'età ellenistica (dal 323 a.C., anno della morte di
Alessandro Magno, fino alla morte di Cleopatra d'Egitto, l'ultima
sovrana ellenistica, con la conquista romana del regno tolemaico
d'Egitto nella battaglia di Azio del 31 p.e.v.), che </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">politicamente </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">portò l'oriente
nell'orbita occidentale romana, il processo interessò anche i Siri,
gli Ebrei, gli Egizi, i Galati, i Persiani e gli Armeni.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il
Secondo Tempio rimaneva comunque il centro della vita rituale
ebraica. Secondo la Torah, gli ebrei erano tenuti a recarsi a
Gerusalemme e offrire sacrifici al Tempio tre volte l'anno: a <i>Pesach</i>
(Pasqua), <i>Shavuot </i>(la Festa delle Settimane) e <i>Sukkot</i>
(la Festa dei Tabernacoli). Sia i Farisei che i Sadducei, erano
politicamente quiescenti e studiavano, insegnavano e servivano a modo
loro, secondo le proprie tradizioni.</span></span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRysVfNGLlmGfsMxAsqcEe_bK5QiHeEb-0TdVjLaCaM1kO74kCr2ujYTe7Ptwf0eeANq9yUiQEeJWeaqdR7KLgF1wZq1F6NsGothxsDROK2rejtCO-L9NzaQ7YxR_7DxYtkXpcnNb4Amhk/s1600/Giuseppe+flavio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="401" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRysVfNGLlmGfsMxAsqcEe_bK5QiHeEb-0TdVjLaCaM1kO74kCr2ujYTe7Ptwf0eeANq9yUiQEeJWeaqdR7KLgF1wZq1F6NsGothxsDROK2rejtCO-L9NzaQ7YxR_7DxYtkXpcnNb4Amhk/s200/Giuseppe+flavio.jpg" width="133" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lo storico ebreo<br />
Joseph Ben Mattias,<br />
romanizzatosi in<br />
Giuseppe Flavio.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le testimonianze più note sui
Farisei sono costituite dal Nuovo Testamento e dalle opere dello
storico Flavio Giuseppe (il cui nome ebraico era Joseph ben Matthias,
37 - ca. 100 e.v.), egli stesso dichiaratosi Fariseo. Giuseppe
stimava la popolazione totale dei Farisei prima della distruzione del
Secondo tempio a circa 6.000 persone e affermava inoltre che i Farisei ricevessero il supporto del popolino, contrariamente alla più
elitistica corrente dei Sadducei: « Per questi (insegnamenti) hanno
un reale ed estremamente autorevole influsso presso il popolo; e
tutte le preghiere e i sacri riti del culto divino sono eseguiti
conforme alle loro disposizioni. La pratica dei loro altissimi ideali
sia nel modo di vivere sia nei ragionamenti, è l'eminente tributo
che gli abitanti delle città pagano all'eccellenza dei Farisei. »
(Antichità giudaiche, 18:15).</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel
6 e.v. </b>- Sotto Ottaviano Augusto imperatore, da regno vassallo di
Roma, la Giudea diventa Provincia romana, unendo insieme Giudea,
Samaria e Idumea. In questo periodo <b>gravi divergenze teologiche</b>
emersero tra Sadducei e Farisei: l'idea che il sacro potesse esistere
al di fuori del Tempio - concetto centrale per gli Esseni - era
condiviso ed esaltato dai Farisei. Lo<b> storico</b>
ebreo-romanizzato <b>Flavio Giuseppe</b> elenca in una descrizione le
"<b>quattro scuole di pensiero</b>", o "quattro
sette," in cui si dividevano gli Ebrei nel I secolo:</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>-</b>
i <b>Farisei</b>, che credevano che la persona avesse il libero
arbitrio, ma che Dio avesse anche prescienza del destino umano e, fra
tante altre questioni, si distinguevano dai Sadducei anche in quanto
credevano nella risurrezione dei morti. I farisei si attribuivano
<b style="font-weight: normal;">autorità mosaica </b>nelle loro interpretazioni delle Legge
ebraiche (<i>Halakhah</i>). Nella sua Lettera ai Filippesi, Paolo di Tarso
asserisce che dei cambiamenti si erano verificati nelle sette
liturgiche della diaspora, identificandosi tuttavia ancora come
"giudeo" o "ebreo", « circonciso l'ottavo
giorno, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da
Ebrei, fariseo quanto alla legge » (Filippesi 3:5), ed esistono
inoltre numerosi riferimenti nel Nuovo Testamento a Paolo di Tarso
come Fariseo prima della sua conversione al cristianesimo. La
relazione tra primo cristianesimo ed i farisei non è stata sempre
ostile: per esempio Gamaliele viene spesso citato quale leader
farisaico favorevole ai cristiani. Gli autori dei Vangeli presentano
Gesù come duro contestatore di alcuni Farisei e altri appaiono
coinvolti in conflitti con Giovanni Battista e con Gesù, nonché con
Nicodemo il Fariseo (Giovanni 3:1) che, insieme a Giuseppe
d'Arimatea, aiutò a deporre il corpo di Gesù nella tomba (19,39-42)
a grande rischio personale. Gamaliele, il rinomato rabbino e
difensore degli apostoli, era anch'egli un fariseo e, secondo alcune
tradizioni cristiane, si convertì segretamente al cristianesimo. </span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYCBt-4lLfg8hyFg9qXJ0MpZcJUDGeLJIREz2GrnmqAEgJOCk0sx2XZ6Nfzd6SMXMAh9AqfwJ2TqIh7PnN-16UJtF_pzJ2IrNQx3q7PeUBqimTaiSXVZ5Lw5PIndUsdgnofZxKH0Xn5Faf/s1600/fariseo+visto+dai+cristiani.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="240" data-original-width="320" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYCBt-4lLfg8hyFg9qXJ0MpZcJUDGeLJIREz2GrnmqAEgJOCk0sx2XZ6Nfzd6SMXMAh9AqfwJ2TqIh7PnN-16UJtF_pzJ2IrNQx3q7PeUBqimTaiSXVZ5Lw5PIndUsdgnofZxKH0Xn5Faf/s200/fariseo+visto+dai+cristiani.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Immagine di Fariseo proposta nel<br />
Nuovo Testamento.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il
Nuovo Testamento, particolarmente i Vangeli sinottici, presenta la
dirigenza dei farisei come ossessionata da regole artificiali (in
particolare in materia di purezza), mentre Gesù è più interessato
all'amore di Dio; i farisei disprezzano i peccatori mentre Gesù li
cerca. Il Vangelo di Giovanni, che è l'unico vangelo in cui è
menzionato Nicodemo, in particolare ritrae la setta come divisa e
disposta a discutere. A causa delle frequenti rappresentazioni nel
Nuovo Testamento dei farisei come attaccati alle regole e boriosi, la
parola "fariseo" (e suoi derivati) è entrata in uso quasi
comune a descrivere una persona ipocrita e arrogante, che pone la
lettera della legge prima dello spirito;</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>-
</b>gli <b>Esseni</b> ritenevano che tutta l'esistenza della persona
fosse predestinata. Erano generalmente apolitici e potrebbero essere
emersi come una setta di sacerdoti dissidenti che avevano rifiutato,
come illegittimi, i sommi sacerdoti nominati sia dai Seleucidi che
dagli Asmonei. Da Sadoc erano derivati non solo il gruppo politico
dei sadducei ma anche un<b> movimento religioso fondato</b>
probabilmente da <b>membri di famiglie sacerdotali</b>, più tardi
conosciuto col nome di esseni. Il concetto centrale, per gli esseni,
era l'idea che il sacro potesse esistere al di fuori del tempio e
conducevano quindi una vita appartata e solitaria. Si erano
organizzati, fuori dal contesto sociale, in comunità isolate di tipo
monastico e cenobitico (una forma comunitaria di monachesimo
praticata in monasteri, i cenobi, sotto la guida di un'autorità
spirituale che faceva osservare una disciplina fissata da una serie
di regole). Protetti da Erode il Grande, al tempo di Gesù erano
oltre 4.000 e vivevano dispersi in tutto il paese, circa 150 erano
quelli residenti a Qumran. Questo sito andò incontro a una fine
violenta nel 68 e.v. a opera dei romani a causa del loro
coinvolgimento nelle sommosse negli anni della prima rivolta
giudaica, che si concluse con la distruzione di Gerusalemme. Prima
della loro fine però, riuscirono a nascondere la loro biblioteca
nelle grotte vicine. Alcuni scampati, sembra, si unirono agli zeloti
di Masada e ne condivisero la sorte. Lo proverebbe il ritrovamento,
durante gli scavi del 1963 a Masada, di un frammento di pergamena dei
"Canti della santificazione del sabato", noto dai
ritrovamenti della grotta 4 di Qumran. Tra i reperti di Qumran si
ritrovano tracce che collegano la comunità essena ai rivoltosi
zeloti, come ad esempio il "Rotolo della guerra". «...
Sono divisi (gli esseni) fin dall'antichità e non seguono le
pratiche nella stessa maniera, essendo ripartiti in quattro
categorie. Alcuni spingono le regole fino all'estremo: si rifiutano
di prendere in mano una moneta (non ebraica) asserendo che non è
lecito portare, guardare e fabbricare alcuna effigie; nessuno di
costoro osa perc</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">iò entrare in una città per tema di attraversare
una porta sormontata da statue, essendo sacrilego passare sotto le
statue. Altri udendo qualcuno discorrere di Dio e delle sue leggi, si
accertano se è incirconciso, attendono che sia solo e poi lo
minacciano di morte se non si lascia circoncidere; qualora non
acconsenta essi non lo risparmiano, lo assassinano: è appunto da
questo che hanno preso il nome di zeloti, e da altri quello di
sicari. Altri ancora si rifiutano di dare il nome di padrone a
qualsiasi persona, eccetto che a Dio solo, anche se fossero
minacciati di maltrattamenti e di morte.» (Ippolito Romano,
Refutatio IX, 26). L'<b>associazione tra</b> gli <b>zeloti</b> e gli
<b>esseni</b> è evidente in particolare negli scritti di Giuseppe
Flavio, dai quali derivano in gran parte le notizie disponibili oggi
di quei tempi. Nell’opera di Giuseppe Flavio redatta da Benedictus
Niese, sette volumi in tedesco, monumentali e ineguagliabili, sono
leggibili a chiare lettere gli argomenti in base ai quali la nozione
di <b>popolo eletto</b> appare messa in crisi e criticata per il suo
tendere a comporre una casta chiusa e genealogicamente determinata,
dal movimento di riforma esseno, che vede il popolo eletto come
l'<b>insieme dei giusti che osservano le leggi</b> eterne della
"Torah": ed è qui che trovano il punto di unione l'Antico
ed il Nuovo Testamento e il Corano. Il padre della Chiesa, Epifanio,
(che scrisse intorno al IV secolo e.v.) sembra fare una distinzione
tra <b>due gruppi principali</b> all'interno degli esseni: "Coloro
che vennero prima di lui (Elxai, un profeta esseno), gli Ossaeni e i
Nazareni." (Panarion 1:19). Epifanio descrive ogni gruppo nel
modo seguente:</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
Esseni "Nazareni": "I Nazareni erano Ebrei per
provenienza, originariamente da Gileaditis, dove i primi seguaci di
Yeshua (Gesù) fuggirono dopo il martirio di Giacomo (un fratello di
Gesù), Bashaniti e Transgiordani. ...Essi riconoscevano Mosè e
credevano che avesse ricevuto delle leggi, ma non la nostra legge ma
altre. E così, essi erano Ebrei che rispettavano tutte le osservanze
ebraiche, ma non offrivano sacrifici e non mangiavano carne. Essi
consideravano un sacrilegio mangiare carne o fare sacrifici con essa.
Affermavano che i nostri Libri sono delle falsità, e che nessuno dei
costumi che essi affermano sono stati istituiti dai padri. Questa era
la differenza tra i Nazareni e gli altri..." (Panarion 1:18)</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
Esseni "Ossaeani": "Dopo la setta dei Nazareni viene
un'altra setta legata strettamente a essi, chiamata Ossaeani. Costoro
sono Giudei come i primi... originari della Nabataea, Ituraea,
Moabitis e Arielis, le terre oltre il bacino che le Sacre Scritture
chiamavano Mare di Sale... Sebbene siano diverse dalle altre sei
sette essa si è separata da loro solo perché proibiscono l'uso dei
libri di Mosè come fanno i Nazareni." (Panarion 1:19). Flavio
Giuseppe aggiunge: "Oltre a essi, esiste un'altra frangia di
Esseni che concordano per leggi e costumi ma differiscono nella
visione del matrimonio." (Guerra Giudaica 2.160). Infine gli
esseni scomparvero, forse perché i loro insegnamenti divergevano
notevolmente dalle problematiche di quei tempi o forse furono
dispersi dai romani.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un
esperto moderno ritiene che i Rotoli del Mar Morto « offrono altri
motivi per credere che molti episodi [del Nuovo Testamento] siano
semplicemente proiezioni, nella storia di Gesù, dei fatti che ci si
attendeva dal Messia » (Allegro, Dead Sea Scrolls, p. 175). Gli Esseni si identificavano facilmente per le vesti bianche che,
nonostante quanto mostrano la pittura e il cinema, a quel tempo in
Terrasanta erano meno comuni di quanto in genere si creda;</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>-</b>
i <b>Sadducei</b> credevano che la persona avesse un completo libero
arbitrio ed erano i principali antagonisti dei Farisei.
Rappresentavano l'autorità dei privilegi sacerdotali e delle
prerogative stabilite sin dai tempi di Salomone, quando Sadoc o
Zadok, loro avo, officiava come Sommo Sacerdote. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">I sacerdoti appartenevano alla tribù di Levi ed avevano in Aronne, fratello del costruttore del popolo ebraico, Mosè, il loro archetipo. I Sadducei non credevano alla resurrezione dei morti, ossia alla perpetuazione dell'individuo dopo la morte, in corpo e spirito e sembra che respingessero anche l'esistenza di un'anima immortale. Tuttavia è lecito dubitare che avessero, al riguardo, una posizione di netta preclusione, sia perché ciò non si concilierebbe con il contenuto della stessa Legge scritta, sia perché l'evidenza archeologica delle modalità di sepoltura seguite dai sadducei attesta, in ogni caso, una fede nell'esistenza di un mondo ultraterreno del quale il defunto, alla morte, entra a far parte. Pare che non accettassero nemmeno la dottrina degli angeli. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il calendario liturgico dei Sadducei differiva leggermente da quello adoperato dai farisei, la qual cosa spiega le lievi divergenze temporali relative ai racconti della Passione tra i Vangeli sinottici e quello di San Giovanni. Il rifiuto della tradizione orale fu, probabilmente, il fattore che consentì ai Sadducei di aprirsi alla cultura dell'ellenismo, pur conservando la fede nel giudaismo, facendone </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">un'élite intellettuale ed imprenditoriale capace di esercitare notevole influenza persino nell'ambito della politica imperiale romana. La loro permeabilità agli influssi stranieri, connessa alla capacità di mantenere intatta la propria identità, è </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">tipica dei ceti aristocratici </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">di ogni tempo ed ogni nazione e l'opposizione ai sadducei da parte dei Farisei riecheggia motivi di orgoglio nazionale e di rivalsa anti-aristocratica che troviamo, nella Storia, replicati numerose volte in diversi contesti. I sadducei sono scomparsi dalla scena storica nel I secolo dell' e.v.;</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>-</b>
la "quarta filosofia" di Giuda il Galileo o di Gamla, associata ai
gruppi rivoluzionari antiromani come i <b>Sicarii</b> e gli <b>Zeloti</b>.
Gli Zeloti (in ebraico: <i>Ḳannaim</i>) erano partigiani accaniti
dell'indipendenza politica del regno ebraico, nonché difensori
dell'ortodossia e dell'integralismo ebraici. Spesso venivano chiamati
anche Sicarii, dal momento che andavano in giro con i pugnali (<i>sicæ</i>)
nascosti sotto la cappa e che venivano utilizzati dagli Zeloti per
ferire o persino uccidere chiunque fosse colto a compiere sacrilegi,
atti offensivi o anche omissioni nei confronti della fede giudaica.
Considerati dai Romani alla stregua di terroristi e criminali comuni,
si ribellavano con le armi alla presenza romana in Palestina. Fondati
da Giuda il Galileo, ebbero <b>stretti rapporti </b>con la <b>comunità
Essena</b> di Qumran di cui furono il <b>braccio armato</b>. Svolsero
un ruolo importante nella grande rivolta del 66-70 e la maggior parte
di essi perì durante la presa di Gerusalemme da parte di Tito Flavio
Vespasiano nel 70. Tra i reperti di Qumran si ritrovano le
testimonianze che collegano gli Esseni ai rivoltosi Zeloti, come ad
esempio il<b> rotolo della guerra </b>(vedi sopra).<b> Fonti</b>
sull'origine del movimento zelota sono le testimonianze convergenti
di Giuseppe Flavio e dell'evangelista Luca: « In Gerusalemme nacque
una nuova forma di banditismo, quella dei così detti sicari
(<i>Ekariots</i>), che commettevano assassini in pieno giorno nel
mezzo della città. Era specialmente in occasione delle feste che
essi si mescolavano alla folla, nascondevano sotto le vesti dei
piccoli pugnali e con questo colpivano i loro avversari. Poi, quando
questi cadevano, gli assassini si univano a coloro che esprimevano il
loro orrore e recitavano così bene da essere creduti e quindi non
riconoscibili » (Giuseppe Flavio, Guerra Giudaica II - 12). La
testimonianza dello storico ebreo sulla dottrina degli zeloti è
interessante: « Giuda il Galileo introdusse una quarta setta i cui
membri sono in tutto d'accordo con i Farisei, eccetto un invincibile
amore per la libertà che fa loro accettare solo Dio come signore e
padrone. Essi disprezzano i diversi tipi di morte e i supplizi dei
loro parenti e non chiamano nessun uomo signore. » (Giuseppe Flavio,
Antichità Giudaiche, XVIII, 23).</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">C'erano
poi tante altre sette minori, come i <b>Cristiani </b>in Giudea e i
<b>Terapeuti</b> presso il lago Mareotide, nelle vicinanze di
Alessandria d'Egitto, ma centrale era l'insieme del <b>popolo
ebraico</b>. Il termine "popolo" usato da Flavio Giuseppe
indica chiaramente che la maggioranza degli ebrei erano
"semplicemente popolo ebraico", separandoli e rendendoli
<b>indipendenti</b> dai principali gruppi liturgici (da lui descritti
nel Libro XVIII). Il Nuovo Testamento inoltre fa spesso riferimento
alla gente comune, al popolo, indicando che l'identità ebraica era
indipendente e più forte di questi gruppi. </span>
</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le
cause delle<b> tre </b>rivolte giudaiche (o <b>guerre
giudaico-romane</b>) che seguirono alla presa del potere da parte di
Roma, vanno ricercate nell'epoca precedente alla dominazione romana,
dove vennero sviluppate le <b>teorie apocalittiche</b> e
<b>premessianiche </b>che trovarono ampio spazio nella letteratura di
quei tempi, in special modo nel Libro di Daniele, idee che
successivamente, in epoca romana, avrebbero permesso
l'identificazione dell'Impero Romano come quarto impero
premessianico, che avrebbe preceduto la comparsa del Messìa, il
quale avrebbe guidato la guerra finale fra il bene e il male. In
quegli anni era diventata spasmodica l'<b>attesa di un nuovo Messia</b>
(<i>Christos</i> in greco col significato di unto, consacrato) e si
stava verificando una grande diffusione del messianismo o
messianesimo, una visione del mondo incentrata sull'attesa di un
Messia. In senso più lato, il messianismo denota un'attesa di
rinnovamento e trasformazione radicale della società da parte di un
popolo. I termini che indicavano i combattenti messianisti
(<i>chrestianoi</i> in greco) sono:</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
in ebraico: Qanana (Cananei) e Bariona,</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
in greco: Zelotes e Lestes,</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
in latino: Sicarii, Latrones e Galilaei (Sicari, Ladroni e Galilei).</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO9xgEfRklqDDDl5YE8R320MfRkGyot3OXUcTdVKBjSsNvnEfBg_72QkSgdtUpP-WXF3UoRxks305dLOWd1edwVyA_cm1Ox8cu3vlDejFSNHb-whbyPnQN7HfJKQLEwuJjYOxt0RtE9uUx/s1600/L%2527arresto+di+Ges%25C3%25B9+Giotto+cappella+degli+Scrovegni.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="781" data-original-width="800" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO9xgEfRklqDDDl5YE8R320MfRkGyot3OXUcTdVKBjSsNvnEfBg_72QkSgdtUpP-WXF3UoRxks305dLOWd1edwVyA_cm1Ox8cu3vlDejFSNHb-whbyPnQN7HfJKQLEwuJjYOxt0RtE9uUx/s200/L%2527arresto+di+Ges%25C3%25B9+Giotto+cappella+degli+Scrovegni.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giotto: "L'arresto di Gesù" con il<br />
bacio di Giuda e Pietro che taglia<br />
un orecchio a Malco, il servo<br />
del sommo sacerdote. Padova,<br />
Cappella degli Scrovegni.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si
presenta, a questo punto, piuttosto articolata la questione circa il
<b>coinvolgimento</b> di alcuni <b>apostoli</b> di Gesù negli <b>Zeloti</b>
o <b>Sicarii</b>:
</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
Giuda detto Iscariota, nel caso fosse vera l'equivalenza tra
Iscariota e Sicario,</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
Simone detto Pietro nel caso fosse correttamente attributo il
soprannome di Bariona,</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
Simone il Cananeo chiamato sempre Simone lo Zelota nel Vangelo di
Luca, per distinguerlo da Simone Pietro, universalmente riconosciuto
come zelota da ambienti ecclesiastici e accademici</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un
passo del vangelo di Luca nel quale Giacomo di Zebedeo e suo fratello
Giovanni chiedono a Gesù il permesso di incendiare un villaggio di
samaritani dal quale il Cristo e i suoi seguaci erano stati respinti,
lascia intendere che quella fosse quella la norma di comportamento,
atteggiamento che si discosta dalla visione odierna di Cristo e dei
suoi Apostoli.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Negli
Atti degli Apostoli, il fariseo Gamaliele, accomuna la situazione
degli apostoli appena arrestati alla storia di due capi zeloti, Giuda
il Galileo e Teuda: Atti 5,33-39.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Secondo
gli studi di Eisemann sembrerebbe, ma non è certo, che l'elemento
zelota nell'originale gruppo di apostoli sia stato mascherato e
sovrascritto <b>per dar modo alla Chiesa cristiana </b>di Paolo di Tarso di<b>
assimilarsi all'elemento romano</b> e di far proseliti tra i gentili. </span>
</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il
termine "<b>chiesa</b>" deriva dal latino <i>ecclesĭa</i>,
a sua volta dal greco classico <i>ekklēsía</i>. In greco, per
ecclesia si intendeva un'assemblea politica, militare o civile. A
monte sta il verbo <i>ekkaléo</i>, che significa "io chiamo",
"mando a chiamare", "faccio appello a".
L'espressione è ripresa nelle parti più recenti della Septuaginta
(la versione in greco della Bibbia) come omologo dei termini ebraici
<i>qāhāl</i> e <i>‛ēdāh</i>, con il senso di "adunanza"
del popolo ebraico, adunanza religiosa e politica allo stesso tempo.
È dunque nella Septuaginta che il termine <i>ekklēsía</i> inizia
ad assumere in greco un significato specificamente "cultuale e
giuridico". Gli scrittori del Nuovo Testamento hanno ricavato
questo termine dalla Septuaginta.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dall'etimologia
deriva la regola di ortografia per cui "chiesa" (con
lettera iniziale minuscola) si usa per indicare un edificio di culto
mentre "Chiesa" (con lettera iniziale maiuscola), intesa
partendo dalla storia della parola Ecclesia per fermarsi su quello di
Ecumene, si usa per indicare la comunità.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'apostolo
<b>Barnaba</b> è stato il <b>primo</b> a <b>fondare una Chiesa
</b>cristiana fuori da Gerusalemme, a Cipro. Nato con il nome di
Giuseppe, era giudeo di famiglia levitica emigrata a Cipro. Per
questa sua discendenza levitica era probabile la sua frequente
presenza in Gerusalemme. Secondo gli Atti degli Apostoli, non molto
dopo l'episodio della Pentecoste, vendette tutti i suoi averi e
consegnò il ricavato alla Chiesa cristiana appena nata; dopo il
battesimo fu rinominato Barnaba, che significa "figlio della
consolazione" o "figlio dell'esortazione". Fu lui,
divenuto un membro autorevole della prima comunità cristiana, a
farsi garante di Saulo di Tarso, ex-persecutore dei cristiani
recentemente convertitosi a Damasco, che verrà chiamato Paolo.
Quando ad Antiochia iniziò la conversione dei primi cristiani non
ebrei, Barnaba vi fu inviato insieme a Paolo per il loro primo
viaggio missionario (46-48 d.C.).</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Dal
44</b> - Dopo il 44, secondo lo storico ebreo Giuseppe Flavio, vi
furono altre cause di scontento nella popolazione: il malgoverno dei
prefetti romani, come Lucceio Albino e Gessio Floro, e la crescente
avversione dei Giudei all'aristocrazia, sia laica che sacerdotale,
sempre più corrotte, avrebbero accresciuto la <b>certezza</b> di
essere nel <b>periodo di tribolazione premessianica</b>, come
preannunciato nel Libro di Daniele, in special modo, con il
manifestarsi di <b>numerosi profeti </b>ritenuti <b>mendaci</b>.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_0x97FX28vq9Pp0yGOV3fX_M4S_PXscwEnL4rBZG6c5gQ4kV6Nq_MBTgSSEemlD1QybrbKgKwalkS6Brk-CA78s345LyoRjPZgmI4wdKBbDz6dlcbswQ4Rs3FwDYjojkIN0XOT8jbAww7/s1600/Barnaba.GIF" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="467" data-original-width="362" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_0x97FX28vq9Pp0yGOV3fX_M4S_PXscwEnL4rBZG6c5gQ4kV6Nq_MBTgSSEemlD1QybrbKgKwalkS6Brk-CA78s345LyoRjPZgmI4wdKBbDz6dlcbswQ4Rs3FwDYjojkIN0XOT8jbAww7/s200/Barnaba.GIF" width="155" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Barnaba, da <a href="http://www.podlasie24.pl/wiadomosci/z-kraju/swiety-barnaba-apostol-6e35.html" target="_blank">http://www.<br />podlasie24.pl/wiadomosci<br />/z-kraju/swiety-barnaba-<br />apostol-6e35.html</a></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel
46</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">
- Secondo la tradizione avviene la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">fondazione
della Chiesa di Cipro</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">
ad opera di Barnaba, originario proprio di Cipro. A Cipro ha quindi
sede</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> la più
antica comunità cristiana</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">dopo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-weight: normal;">
quella di </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Gerusalemme</b><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">.
Nell'anno 46, Barnaba insieme a Paolo erano partiti da Antiochia ed
essendo Barnaba cristiano già da tempo, mentre Paolo si era
convertito da poco, era a capo della missione. I due fecero tappa
nell'isola come meta iniziale, poi Barnaba guidò Paolo dal porto di
Salamina fino a giungere a Pafo, a circa 150 km di distanza. Qui,
nella capitale dell'isola che apparteneva all'Impero romano,
predicarono nelle sinagoghe. A Pafo sorgeva uno dei santuari ellenici
più importanti del mondo, il tempio dedicato ad Afrodite, che
secondo la mitologia greca era nata proprio sull'isola. Qui Paolo
effettuò la sua prima conversione, parlando con un proconsole
romano,</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> Sergio Paolo. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">V</span></span></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">isto il successo tra i Gentili (non
ebrei), partirono per evangelizzare altri popoli, accompagnati da
Giovanni Marco, futuro Marco evangelista e parente di Barnaba. A
Perge, in Panfilia, Marco lasciò i suoi compagni per motivi non
conosciuti e tale gesto dispiacque a Paolo che successivamente non lo
volle più tra i suoi compagni di missione. Dopo un viaggio pieno di
problemi e maltrattamenti ma con notevole successo missionario,
viaggio che interessò Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra e Derbe,
tornarono ad Antiochia di Siria.</span><br />
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><br /></b>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 49</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> - Paolo e Barnaba si ritrovano
insieme intorno al 49 a Gerusalemme, per la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">disputa sulla
circoncisione</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> o meno dei pagani convertiti. Il "concilio degli
apostoli" diede loro ragione sulla non necessità
dell'osservanza della legge mosaica per i neo-convertiti. A questo
punto i due apostoli si separarono: Barnaba volle portare con sé
Marco, in un nuovo viaggio di evangelizzazione, che Paolo - memore
della precedente separazione - non gradiva. </span><br />
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></b>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nel
50</span></b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> - </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Primo concilio dei cristiani a Gerusalemme</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Il
cristianesimo delle origini si presenta con il duplice aspetto di
Giudeo-cristianesimo ed etno-cristianesimo (o cristianesimo dei
gentili, i non ebrei), come si desume dai racconti degli Atti di Luca
e da alcune lettere di Paolo (come la Lettera ai Galati e le lettere
ai Corinzi). </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrIY3ykJ8kVPleJzLy8G9Uwkm7avmHz6v2vAm74ERKrZd6ffDpMz-S_EkWb5U-f_K8ar6jl0Bk6OyzxE8R7qF6iYrqgw_vHt-bXzRvHZcdLxMQH5_Cy-27r1bfyyosJkICjg5dYxa4SECD/s1600/pietro-paolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="299" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrIY3ykJ8kVPleJzLy8G9Uwkm7avmHz6v2vAm74ERKrZd6ffDpMz-S_EkWb5U-f_K8ar6jl0Bk6OyzxE8R7qF6iYrqgw_vHt-bXzRvHZcdLxMQH5_Cy-27r1bfyyosJkICjg5dYxa4SECD/s200/pietro-paolo.jpg" width="147" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paolo e Pietro, in realtà<br />
antagonisti nel primo<br />
Concilio di Gerusalemme.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tuttavia mostra che le<b> due anime</b> convivono senza alcuna
scissione e di avere raggiunta una formula di concordia con il Primo
Concilio di Gerusalemme (Atti 15). I cristiani assunsero dal
giudaismo le sue sacre scritture tradotte in greco ellenistico e
lette non nella maniera degli ebrei (anche a causa della prevalente
origine greco-romana della maggioranza dei primi adepti), le dottrine
fondamentali come il monoteismo, la fede in un messia o cristo (unto,
consacrato), le forme del culto (incluso il sacerdozio), i concetti
di luoghi e tempi sacri, l'idea che il culto debba essere modellato
secondo il modello celeste, l'uso dei salmi nelle preghiere comuni.
Forse il cristianesimo inteso come religione distinta da quella
ebraica lo possiamo individuare a partire dalla seconda metà del II
secolo, dove i cristiani, che credono negli insegnamenti di Gesù,
sono quasi soltanto i non ebrei.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nel
concilio di Gerusalemme del 50, fra la Chiesa di Gerusalemme e Paolo
di Tarso si giunse all'accordo ufficiale sulla ripartizione delle
missioni:</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
i gerosolimitani (i seguaci di Giacomo il Minore, definito dalle scritture "fratello del
Signore") e Pietro per i giudeo-cristiani circoncisi e</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
Paolo per i gentili (non ebrei) provenienti dal paganesimo.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il
Concilio viene presieduto da Giacomo il Minore e da Pietro,
quest'ultimo solo dopo un'accesa disputa tra le diverse fazioni:</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
una che avrebbe voluto imporre la legge mosaica ai pagani convertiti
e</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
l'altra che considerava questa proposta iniqua e richiamò così
tutto il collegio a rispettare la volontà di Dio, chiaramente
manifestatasi in occasione della sua visita a Cornelio, dove lo
Spirito Santo era disceso anche sui pagani non facendo «alcuna
distinzione di persone».</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dopo
Pietro intervennero Paolo e Barnaba, i più attivi evangelizzatori
dei gentili. Infine prese la parola anche Giacomo il Minore, capo
della chiesa di Gerusalemme (probabilmente, in un primo tempo, il
leader di quanti volevano imporre la legge mosaica, come traspare
anche nella lettera di S. Paolo ai Galati) che, richiamandosi a
Pietro, aggiunse la proposta di una soluzione di compromesso che
prevedeva la prescrizione ai pagani convertiti di pochi divieti tra
cui l'astensione dal nutrirsi di cibi immondi e dalla fornicazione.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Gli
Atti degli Apostoli e la Lettera ai Galati presentano, da due punti
di vista diversi, il primo problema dottrinale del cristianesimo
nascente, che in sintesi può essere così espresso:</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- il cristianesimo è solo una filiazione, un ramo del giudaismo?
Oppure è qualcosa di diverso, di discontinuo con la tradizione
giudaica? (e dunque è qualcosa di nuovo);</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- di conseguenza, il cristianesimo è riservato a chi è divenuto un
proselita del giudaismo? Oppure è possibile essere seguaci di Cristo
senza osservare i rituali e le tradizioni della fede giudaica? Cioè
per essere cristiani bisogna prima essere ebrei, oppure possono
diventare cristiani anche i non ebrei?</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È
evidente che dalla risposta ai quesiti dipende l'universalità del
messaggio di Cristo. E ancora:</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
se un cristiano doveva essere circonciso, allora il sacrificio di
Cristo perdeva di valore e la redenzione veniva drasticamente ridotta
di significato e subordinata all'osservanza della Legge. Non si
trattava più di Grazia ma del risultato delle opere legalistiche
dell'uomo. Non si trattava del mettere in atto l'etica cristiana, ma
del concetto che portava a ritenere opere meritorie quelle che
attenevano ai rituali ed ai cerimoniali dell'ebraismo. </span>
</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quando
Pietro ritornò da Ioppe a Gerusalemme, venne contestato dai
Cristiani “circoncisi” (Atti 11:1-3) per il fatto di essere
entrato in casa di pagani incirconcisi, e questo dimostra il
persistere della diffidenza nei confronti degli esterni al mondo
giudaico; pur tuttavia questi si rallegrarono quando egli spiegò
loro che quelli avevano ricevuto la stessa Grazia e la stessa
benedizione.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Paolo
di Tarso riferisce (Lettera ai Galati, 2) di un episodio avvenuto ad
Antiochia nel corso di una visita di Pietro che, mentre prima
manifestava comunione con i credenti gentili, appena arrivarono da
Gerusalemme quelli provenienti da Giacomo, si intimorì e se ne
stette in disparte provocando infine la dura reazione di Paolo. Nello
stesso capitolo Paolo definisce Pietro apostolo dei circoncisi e se
stesso quello degli incirconcisi, intendendo con ciò una vocazione
più etnica che religiosa. Questo «scontro» tra Pietro e Paolo
manifesta una dialettica interna alla Chiesa nascente, che andava
necessariamente chiarita.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il
concilio di Gerusalemme evidenzia chiaramente che tutta la
problematica non nasceva da posizioni preconcette degli apostoli (che
pur c'erano), ma era frutto del <b>massiccio ingresso di farisei</b>
convertiti nella comunità paleocristiana di Gerusalemme (Atti 15:5).</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lo
svolgimento del dibattito, pur nella sintetica relazione lucana,
(Luca evangelista, Antiochia di Siria, 10 circa - Tebe?, 93 circa,
venerato come santo da tutte le Chiese cristiane che ne ammettono il
culto, è autore del Vangelo secondo Luca e degli Atti degli
Apostoli, il terzo ed il quinto libro del Nuovo Testamento) evidenzia
tutto questo e dimostra inoltre come la <b>comunità di Gerusalemme
</b>avesse una <b>conduzione collegiale</b>. E Pietro, pur sempre
pronto a parlare per primo, non fosse comunque colui che tirava le
somme o le conclusioni, cosa che invece faceva Giacomo. La formula di
concordia del concilio di Gerusalemme di Atti 15 dimostra, comunque,
che il problema venne superato solo in parte, perché di fatto <b>una
divisione rimase</b> e ne troviamo traccia nella maggior parte delle
Lettere di San Paolo, nelle quali risalta la sua continua lotta
contro le problematiche create nelle Chiese dai cristiani ebrei che
volevano salvaguardare la legge ebraica. </span></div>
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Agli inizi dell'era
cristiana, <b>a Roma</b> si assistette alla <b>conversione</b> al giudaismo di
parecchi romani,<b> soprattutto donne</b>, poiché la pratica della
circoncisione, simbolo del patto fra la divinità ed il popolo ebraico, scoraggiava le adesioni maschili. </span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel
53</b> - Negli Atti degli Apostoli è scritto che Paolo partì per
l'Asia con Sila mentre Barnaba e Marco andarono a Cipro, tra il 50 e
il 53. Negli Atti non si menziona più Barnaba, che da qui inizierà
il suo viaggio in Italia. Secondo quanto attestano alcuni cataloghi
bizantini sui discepoli del Signore (VII-VIII sec.), Barnaba si recò
prima a Roma, insieme a Pietro, poi si spostò velocemente verso il
nord d'Italia, per fondare la <b>Chiesa in Milano</b>. Una leggenda
devozionale milanese lo vede arrivare a Milano il 13 marzo del 53: al
suo passaggio la neve intorno a lui sarebbe scomparsa e sarebbero
sbocciati i primi fiori. Nei pressi di Sant'Eustorgio convertì e
battezzò e Milano diventò diocesi: il vescovo fu Anatalone, suo
compagno di viaggio. Secondo la leggenda Barnaba continuò a
viaggiare e predicare fino a Salamina, dove fu lapidato da alcuni
giudei nell'anno 61; sembra che al momento del martirio avesse in
mano una copia del Vangelo di Matteo.</span></div>
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel 58</b> - Il <b>cristianesimo</b> compare
<b>nell'Illirico</b>. Paolo di Tarso è segnalato predicare in Dyrrachium,
odierna Durrës, in Albania centrale. Una diocesi è fondata nel 58
d.C. Le diocesi successive sono state fondate inoltre a Apolonia,
Buthrotum (oggi Butrint, nella punta del sud dell'Albania) e a Scodra
(oggi Shkodër).</span><br />
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="font-weight: normal;">
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel
63</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> - A </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Roma</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, con Nerone imperatore (54-68) avvengono le
prime </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">persecuzioni contro i cristiani</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Nell’Apocalisse di S.
Giovanni (paragrafo 13, verso 18) si legge: «Chi ha intendimento
conti il numero della bestia, poiché è numero d’uomo: e il suo
numero è </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">666</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">». La bestia sarebbe Satana, o l’Anticristo.
Poiché in ebraico le cifre si indicano con le lettere, i primi
cristiani credettero di vedere in quel numero una combinazione delle
lettere-cifre che formavano il nome di “Nerone Cesare”,
l’imperatore che diede inizio alla loro persecuzione. Le
persecuzioni contro i Cristiani non avevano un fondamento giuridico
specifico, l'unico appiglio legale che l'autorità imperiale poteva
impugnare era la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">lesa maestà</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> dei "mores", i costumi
dei cristiani che </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">non riconoscevano l'autorità divina
all'imperatore</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, rifiutandosi di offrire incenso all'immagine
della sua persona, e per questo accusati poi di ateismo. Nella
cultura antica, così come lo scritto era sacro, anche l'immagine
evocava la presenza fisica del rappresentato. Nei tribunali le
immagini dell'imperatore garantivano la sua presenza e per tali
motivi nell'ebraismo erano proibite le raffigurazioni di immagini e
idoli: l'Islam stesso adotterà tali provvedimenti e nel 730,
l'imperatore romano orientale Leone III Isaurico scatenerà
nell'impero bizantino l'iconoclaustia, che provocherà la distruzione
delle immagini sacre.</span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La
comunità cristiana era ordinata, coesa, con propri vescovi e con
liturgie comunitarie, ma il rapporto con il divino non era mediato da
altri che se stessi. I <b>primi cristiani</b> erano spinti a
ricercare un <b>rapporto individuale</b> con una divinità
individualizzata a sua volta. Il carattere di divinità per gruppi o
popolazioni, comunemente usato nell'antichità (Atena per la città
di Atene, Venere per la corporazione dei mercanti Italici del Sannio,
ecc.) lascia il posto alla ricerca individuale di una divinità che
salvi l'individuo nell'aldilà. E' una tensione molto forte, che
troviamo anche nel Mitraismo, che ha somiglianze con il
cristianesimo, e nell'adorazione del "<i>Sol Invictus</i>"
apollineo, la cui festività era il 25 dicembre.<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFR2wi2sxR-neWNiUYkbBURMkoyoHbdCyr3Sus-d_tgHOk2diCGrVEkPflp073WmF88GOLznG8vwBkFVYJedSa8LAC2SmnN5JpQDfT9o3lyWkP1pNaUfSbMgxVuZ5qfDlDbbwn6nqycqkK/s1600/antichi+romani+sol+invictus.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="287" data-original-width="356" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFR2wi2sxR-neWNiUYkbBURMkoyoHbdCyr3Sus-d_tgHOk2diCGrVEkPflp073WmF88GOLznG8vwBkFVYJedSa8LAC2SmnN5JpQDfT9o3lyWkP1pNaUfSbMgxVuZ5qfDlDbbwn6nqycqkK/s200/antichi+romani+sol+invictus.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gesù Sol Invictus.</td></tr>
</tbody></table>
</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E' di questi tempi
la raffigurazione di "Gesù Sol Invictus" che vede un
giovane Gesù, raggiato, come il sole, alla guida del cocchio solare
con 4 cavalli (<i>Helios</i>), oppure l'Iside che allatta Horus
identica a quella che poi verrà chiamata Nostra Signora Madre di
Gesù. Sono tempi che vengono avvertiti come gli ultimi prima di un
evento che sovvertirà il mondo. In questo contesto <b>il martirio è
considerato il metodo più sicuro per salvare la propria anima
nell'aldilà</b>. Ma questa presa di coscienza individuale, di una
divinità che si è incarnata e che con un martirio individuale
permette la salvezza a tutti gli individui, non deve far pensare che
non fosse presente un senso di società cristiana.</span></div>
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nel primo periodo della cristianità, a giudicare dallo studio delle catacombe, <b>il simbolo della croce</b>, graffiato nel tufo o tracciato con il colore, si trova <b>abbastanza di rado</b> e gli storici ritengono che la croce fu rappresentata solo quando questo strumento di tortura non venne più utilizzato a tal fine. Esso è certamente meno frequente degli altri simboli della Cristianità come il pesce, i pani o l'ancora. Più diffuso si ritiene esser stato l'uso della "crux dissimulata", ottenuta ad esempio, interponendo la lettera "tau" maiuscola (T) al centro del nome del defunto. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Erano piuttosto diffusi i <b>cristogrammi</b>, c</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">ombinazioni di lettere dell'alfabeto greco o
latino che formano una abbreviazione del nome di Gesù. Essi vengono
tradizionalmente usati come simboli cristiani nella decorazione di
edifici, arredi e paramenti. Alcuni cristogrammi sono nati come
semplici abbreviazioni o acronimi, anche se sono diventati
successivamente dei monogrammi, cioè dei simboli grafici unitari.
Altri, come il notissimo Chi Rho, sono stati pensati sin dall'inizio
come monogrammi. I principali cristogrammi sono:</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
il Titulus crucis INRI, un acronimo ottenuto dalla frase latina
Iesous Nazarenus Rex Iudaeorum, che significa: Gesù di Nazaret, re
dei giudei.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYOYqtf-8GFWdxroZyEYh1UMFR5jrineDM0BOOYiBFd0MyA7QKzvHwqHG8WRk8x34R_10UhzFplBWxcMY9MQBozolDnTQ6sxEHaMpEkxiwCLvE3Abpzeb0KdoonU1CvNLT3BWItuBhxaMq/s1600/antichi+romani+Chi-Rho.GIF" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="138" data-original-width="129" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYOYqtf-8GFWdxroZyEYh1UMFR5jrineDM0BOOYiBFd0MyA7QKzvHwqHG8WRk8x34R_10UhzFplBWxcMY9MQBozolDnTQ6sxEHaMpEkxiwCLvE3Abpzeb0KdoonU1CvNLT3BWItuBhxaMq/s1600/antichi+romani+Chi-Rho.GIF" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Chi Rho o Chrismon.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
il Chi Rho o per antonomasia monogramma di Cristo (nome abbreviato
talora in <i>chrismon</i> o <i>crismon</i>) è un monogramma costituito
essenzialmente dalla sovrapposizione delle prime due lettere del nome
greco di Cristo, X (equivalente a “ch” nell'alfabeto latino) e P
(che indica il suono “r”). Alcune altre lettere e simboli sono
spesso aggiunti.</span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgouOUNhnY97KvlwUkgi-HIiFz8wvdB0d0HyaoWFYHaft_c-j2hE_Y67gVJXzD8Ir1gDmrfsCyRaHbfKiIl2TZOo88jLz6uMKVN7Y1T0mBcaemAb3fjXa7uXRJlY35v8ugubYJhmgFvWj62/s1600/Tab+ichthys.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="315" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgouOUNhnY97KvlwUkgi-HIiFz8wvdB0d0HyaoWFYHaft_c-j2hE_Y67gVJXzD8Ir1gDmrfsCyRaHbfKiIl2TZOo88jLz6uMKVN7Y1T0mBcaemAb3fjXa7uXRJlY35v8ugubYJhmgFvWj62/s200/Tab+ichthys.jpg" width="196" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cristogramma per Ichthys.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
ΙΧΘΥΣ o ICHTHYS (che letteralmente significa “pesce” in
greco) è un acronimo formato con le iniziali della frase greca:
“Gesù Cristo, figlio di Dio, salvatore”. Le lettere sono
normalmente accompagnate o addirittura sostituite dal disegno
(stilizzato) di un pesce.</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
ICXC è un acronimo ottenuto dalla prima ed ultima lettera delle due
parole Gesù e Cristo, scritte secondo l'alfabeto greco (ΙΗΣΟΥΣ
ΧΡΙΣΤΟΣ - si noti che la lettera finale sigma viene scritta
nella forma lunata che ricorda la lettera latina C). </span>
</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">-
il trigramma di Bernardino da Siena, IHS o Nome di Gesù. È formato
da tre lettere del nome greco di Gesù (ΙΗΣΟΥΣ) . Ne esiste
anche la variante IHC, sorta per la somiglianza fra la lettera latina
“C” e la diffusa forma lunata della lettera greca sigma.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRocn-_6uSQPFYQITpmkuPDPMppfIW4vMk4Pd1Sc3hRShEjUENe059uosKuTPmBP_gq1oro62AiKaAFiokvLJNJHXqEf5nW3qZs7XjZicsIpPiqr-q29vsZBM9KSRQZj7AyQrIhZEgaJSK/s1600/arco+di+Tito+la+Menorah.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="301" height="111" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRocn-_6uSQPFYQITpmkuPDPMppfIW4vMk4Pd1Sc3hRShEjUENe059uosKuTPmBP_gq1oro62AiKaAFiokvLJNJHXqEf5nW3qZs7XjZicsIpPiqr-q29vsZBM9KSRQZj7AyQrIhZEgaJSK/s200/arco+di+Tito+la+Menorah.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Roma, arco di Tito, rappresentazione<br />
del tesoro del secondo tempio<br />
trafugato dai romani.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel
70</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> - Si arriva alla presa di Gerusalemme da parte dei romani,
comandati da Tito. Dopo le varie rivolte in Giudea, dove il potere di
Roma era stato richiesto dai giudei stessi per sedare dissidi
interni,</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> Tito distrugge il secondo Tempio</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> di Gerusalemme
portandone il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">tesoro</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, detto "di Salomone", a Roma,
ed è importante comprendere la responsabilità degli Zeloti riguardo
alla fine dell'esistenza dell'entità politica giudaica.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidM9xZKYDWTEK1YVcHP8uqB_guxytZtfoVnRQ6NEmoMMC9yvG_95gH0vbgRmf-WcjxZaLoNPzH35Hay6N6Llpci0_vrpHrA_0c22neCIpIr-3di90MdXnr4GzY0t5uNWvIAypJnGa1ARu7/s1600/Masada_%2528Israel%2529_01.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="609" data-original-width="1024" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidM9xZKYDWTEK1YVcHP8uqB_guxytZtfoVnRQ6NEmoMMC9yvG_95gH0vbgRmf-WcjxZaLoNPzH35Hay6N6Llpci0_vrpHrA_0c22neCIpIr-3di90MdXnr4GzY0t5uNWvIAypJnGa1ARu7/s200/Masada_%2528Israel%2529_01.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Masada.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel
73 </b>- L'<b>assedio di Masada</b> è stato l'episodio che ha
concluso la prima guerra giudaica, nel 73. Masada (o Massada, o
Metzadain ebraico) era un'antica fortezza, situata su una rocca a 400
m di altitudine rispetto al Mar Morto, nella Giudea sud-orientale, a
circa 100 km a sud-est di Gerusalemme. Nel 66, Masada era stata
conquistata da un migliaio di Sicarii che vi si insediarono con donne
e bambini; quattro anni dopo (nel 70), una volta caduta Gerusalemme,
vi trovarono rifugio gli ultimi strenui ribelli Zeloti non ancora
disposti a darsi per vinti. Al governo della Giudea, successe Lucio
Flavio Silva, poiché Sesto Lucilio Basso morì improvvisamente nel
72. Il nuovo governatore, avendo osservato che tutto il paese era
stato sottomesso tranne l'unica fortezza di Masada, ancora in mano ai
ribelli, radunò la sua armata dalla regione circostante e marciò su
di essa. Masada era stata occupata dai Sicarii, che avevano eletto
quale loro leader un certo Eleazar ben Yair, un uomo potente,
discendente da quel Giuda che aveva persuaso molti Giudei a sottrarsi
al censimento fatto nel 6-7 e.v. da Publio Sulpicio Quirinio in
Giudea.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alcuni
biblisti credono che quei passi del Nuovo Testamento che appaiono più
ostili ai farisei, siano stati scritti dopo la distruzione del Tempio
di Erode nel 70 e.v..<b> Solo</b> il <b>cristianesimo</b> e il
<b>farisaismo</b> <b>sopravvissero</b> alla distruzione del Tempio e
i due rivaleggiarono per un breve periodo di tempo, fino a quando i
<b>farisei</b> emersero come la <b>forma dominante dell'ebraismo</b>.
Quando i Cristiani videro che molti Ebrei non si convertivano,
cercarono nuovi convertiti tra i pagani o gentili, non circoncisi. I
Cristiani dovevano spiegare perché i convertiti dovessero ascoltare
loro piuttosto che gli ebrei non messianici in merito alla Bibbia
ebraica, e si dovevano inoltre dissociare dagli ebrei ribelli, che
tanto spesso respingevano l'autorità romana e l'autorità in
generale, venendo così percepiti <b>come se avessero presentato</b>
una <b>storia di Gesù</b> più <b>in sintonia coi romani</b> che con
gli ebrei.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel I</b>/<b>II
sec. </b>- Vengono stilati i <b>codici di Nag Hammâdi</b>, un
insieme di <b>testi gnostici</b> cristiani e pagani, rinvenuti nei
pressi di Nag Hammâdi (in Egitto), nel dicembre 1945. Si tratta di
13 papiri che furono ritrovati in una giara di terracotta da un
abitante del villaggio di al-Qasr, presso un monastero cenobita
pacomiano nell'isola di Nag Hammâdi, detta anche isola elefantina. I
cenobiti (dal latino <i>cenòbium</i>, a sua volta dal greco <i>koivòs</i>
"comune" e <i>bios</i> "vita") sono monaci
cristiani le cui prime comunità risalgono al IV secolo. La zona del
ritrovamento dei codici di Nag Hammâdi è situata accanto alla
parete rocciosa di Jabal-al Tarif, circa 450 km a sud del Cairo, in
Egitto. I papiri rimasero nascosti per lungo tempo dopo il
ritrovamento e in seguito ad una complessa vicenda, dopo essere stati
dispersi, furono recuperati e messi a disposizione degli studiosi. I
testi contenuti nei codici sono, per la maggior parte, scritti
gnostici, ma includono anche tre opere appartenenti al <i>Corpus
Hermeticum</i> ed una parziale traduzione della Repubblica di
Platone. Si ipotizza che tali codici appartenessero alla biblioteca
di un monastero della zona, e che i monaci li abbiano nascosti per
salvarli dalla distruzione quando si cominciò a considerare lo
gnosticismo come eresia. I testi sono scritti in egiziano copto,
benché la maggior parte di essi (o forse tutti) siano stati tradotti
dal greco. L'opera più importante presente in essi è il <b>Vangelo
di Tommaso</b>, l'unico testo completo noto dell'opera. Grazie a
questa scoperta gli studiosi riscontrarono la presenza di frammenti
di questo testo nei manoscritti di Ossirinco, scoperti nel 1898, e ne
ritrovarono tracce nelle citazioni presenti negli scritti dei Padri
della Chiesa. La datazione dei manoscritti risale al III e IV secolo,
mentre per i testi greci originali, benché ancora controversa, è
generalmente accettata una datazione del I e II secolo. Lo
gnosticismo è stato un movimento filosofico-religioso, molto
articolato, la cui massima diffusione si ebbe tra il II e il IV
secolo dell'era cristiana. Il termine <b>gnosticismo</b> deriva dalla
parola greca <i>gnósis</i> cioè "conoscenza". Sebbene
parrebbe collocarsi principalmente in un contesto cristiano, in
passato alcuni studiosi ritennero che lo gnosticismo precedesse il
cristianesimo e inclusero credenze religiose pre-cristiane e pratiche
spirituali comuni alle origini del cristianesimo, al neoplatonismo,
al giudaismo del Secondo Tempio, alle religioni misteriche e allo
zoroastrismo (specialmente per ciò che riguarda lo zervanismo). La
discussione sullo gnosticismo è cambiata radicalmente con la
scoperta dei Codici di Nag Hammadi, i quali condussero gli studiosi
ad una revisione delle precedenti ipotesi. Le origini dello
gnosticismo risalgono all'<b>epoca precristiana</b>, mentre in
passato lo gnosticismo veniva considerato soprattutto come una delle
eresie del cristianesimo. Pare che le prime tracce di sistemi
gnostici possano essere trovate già alcuni secoli prima dell'era
cristiana. Al quinto Congresso degli Orientalisti (a Berlino nel 1882)
Kessler fece notare il collegamento tra <i>gnosis</i> e <b>religione
babilonese</b>, non la religione originale di Babilonia, ma la
religione <b>sincretistica</b> che si sviluppò <b>dopo la conquista</b>
della regione da parte <b>di Ciro</b> il Grande. Lo gnosticismo, a
prima vista, può apparire un mero sincretismo di tutti i sistemi
religiosi dell'antichità (religioni misteriche, astrologia magica
persiana, zoroastrismo, ermetismo, kabbalah, filosofie ellenistiche,
giudaismo alessandrino, cristianesimo dei primi secoli) ma, in
realtà, ha una radice profonda, che ha assimilato in ogni substrato
culturale ciò di cui aveva bisogno per la sua vita e per la sua
crescita: il motivo portante di questa corrente di pensiero è il
<b>pessimismo filosofico</b> e religioso. Gli gnostici, ad onor del
vero, presero in prestito quasi completamente la loro terminologia
dalle religioni esistenti, ma la usarono solamente per illustrare la
loro grande<b> idea</b> del <b>male</b> insito <b>nell'esistenza </b>ed
il dovere di fuggirlo con l'aiuto di <b>incantesimi</b> e di un
<b>Salvatore sovrumano</b>. Qualunque cosa abbiano preso in prestito
dalle altre religioni, sicuramente non fu il pessimismo. Benché la
rilevanza del pensiero gnostico cominci a declinare a partire dal IV
secolo, esistono tuttavia tracce della persistenza di tali concezioni
nella storia del pensiero religioso e filosofico occidentale fino ai
giorni nostri. Quando Ciro il Grande entrò a Babilonia nel 539
p.e.v. (a.C.), s'incontrarono due grandi scuole di pensiero e iniziò
il sincretismo religioso. Il pensiero persiano cominciò a mescolarsi
con l'antica civiltà babilonese. L'idea della lotta titanica tra
bene e male, che pervade l'universo in eterno, è l'idea da cui
deriva il mazdeismo, o <b>dualismo persiano</b>. Questo, e
l'immaginata esistenza di innumerevoli spiriti intermedi, <b>angeli</b>
e <b>demoni</b>, fu la spinta che <b>fece superare</b> le idee del
<b>Semitismo</b>. D'altra parte la fiducia incrollabile
nell'astrologia e la convinzione che il sistema planetario avesse
un'influenza totale sugli affari di questo mondo si sviluppò proprio
tra i caldei. La grandezza dei Sette (la Luna, Mercurio, Venere,
Marte, il Sole, Giove, e Saturno), il sacro Hebdomad, simboleggiato
per millenni dalle torri di Babilonia, non fu sminuito. In verità,
essi cessarono di essere adorati come divinità, ma rimasero come
arconti e <i>dynameis</i>, regole e poteri, la cui quasi
irresistibile forza contrastava l'uomo. Furono trasformati da dei a
devas, spiriti cattivi. La religione degli invasori e quella degli
invasi si fusero in un compromesso: <b>ogni anima</b>, nella sua
ascesa verso il buon Dio e la luce infinita dell'<i>Ogdoade</i>, <b>doveva
combattere</b> contro l'avversa influenza del dio o degli dei
dell'<i>Hebdomad</i>. Questa ascesa dell'anima attraverso le sfere
planetarie fino al paradiso cominciò ad essere concepita come una
lotta contro poteri avversi e divenne la<b> prima</b> e predominante
<b>linea</b> dello <b>gnosticismo</b>. La <b>seconda</b> grande linea
del pensiero gnostico fu la <b>magia</b>, il potere <i>ex opere</i>
operato di nomi, suoni, gesti ed azioni. Queste formule magiche, che
provocavano risate e disgusto ai non iniziati, non sono corruzioni
più tarde della filosofia gnostica, ma una parte essenziale dello
gnosticismo e furono osservate in tutte le forme di gnosticismo
cristiano. Nessuna <i>gnosis</i> era completa senza la conoscenza
delle formule che, una volta pronunciate, permettevano l'annullamento
dei poteri ostili. Lo gnosticismo entrò in contatto col giudaismo
abbastanza presto. Considerando le forti, ben organizzate ed
estremamente colte colonie ebree nella valle dell'Eufrate, questo
primo contatto col giudaismo è perfettamente naturale. Forse l'<b>idea
gnostica di un Redentore</b> deriva proprio <b>dalle speranze
messianiche ebree</b>. Ma, fin dall'inizio, la concezione gnostica
del Salvatore è più sovrumana di quella del giudaismo; il loro
Manda d'Haye, o Soter, è una manifestazione immediata della
Divinità, un Re della Luce, un Æon (Eone). Una definizione
piuttosto parziale del movimento, basata sull'etimologia della
parola, può essere: "<b>dottrina della salvezza tramite la
conoscenza</b>". Mentre il cristianesimo tradizionale (così
come definito dai concili ecumenici) sostiene che l'anima raggiunge
la salvezza dalla dannazione eterna per grazia di Dio principalmente
mediante la fede, per lo gnosticismo invece l<b>a salvezza dell'anima
dipende </b>da una forma di <b>conoscenza superiore</b> e illuminata
(gnosi) dell'uomo, del mondo e dell'universo, frutto del vissuto
personale e di un percorso di ricerca della Verità. Gli gnostici
dunque erano "persone che sapevano", e la loro conoscenza
li costituiva in una classe di esseri superiori, il cui status
presente e futuro era sostanzialmente diverso da quello di coloro
che, per qualsiasi ragione, non sapevano. Per quanto insoddisfacente
possa sembrare questa definizione, l'oscurità, la molteplicità e la
confusione dei sistemi gnostici permettono difficilmente di
formularne un'altra. Lo gnosticismo descrive un insieme di antiche
religioni il cui principio base era l'insegnamento attraverso il
quale si può fuggire dal mondo materiale, creato dal Demiurgo, per
abbracciare il mondo spirituale. Gli ideali gnostici furono
influenzati da molte delle antiche religioni che predicavano tale
gnosi (variamente interpretata come conoscenza, illuminazione,
salvezza, emancipazione o unicità con Dio), che, a seconda del culto
in questione, poteva essere raggiunta praticando la filantropia, tale
da raggiungere la povertà personale, l'astinenza sessuale (per
quanto possibile per gli ascoltatori, completamente per iniziati) e
una diligente ricerca della saggezza aiutando gli altri. Nello
gnosticismo il mondo del Demiurgo è rappresentato dal mondo
inferiore, che è associato con la materia, la carne, il tempo e più
particolarmente con un mondo imperfetto, effimero. Il mondo di Dio è
rappresentato dal mondo superiore ed è associato all'anima e alla
perfezione. Il mondo di Dio è eterno e non rientra nei limiti della
fisica. È impalpabile, e il tempo non esiste. Per arrivare a Dio, lo
gnostico deve raggiungere la conoscenza, che mescola filosofia,
metafisica, curiosità, cultura, saperi e i segreti della storia e
dell'universo. In generale gli gnostici tendevano ad identificare<b>
il Dio dell'Antico Testamento</b> con la <b>potenza inferiore del
malvagio Demiurgo</b>, creatore di tutto il mondo materiale, mentre
il Dio del Nuovo Testamento con l'Eone perfetto ed eterno, il
generatore degli eoni Cristo e Sophia, incarnati sulla Terra
rispettivamente come <b>Gesù</b> e <b>Maria Maddalena</b>. Dalla
concezione docetista insita in gran parte delle religioni gnostiche,
deriverebbe poi il rifiuto della resurrezione del corpo di Gesù,
poiché dopo la sua morte, egli sarebbe tornato sulla Terra solo
nella sua forma divina, liberato dal corpo materiale. Inoltre, nel
periodo tra la Resurrezione e l'Ascensione, periodo considerato dagli
gnostici ben più esteso dei canonici quaranta giorni, avrebbe
impartito solo a pochi dei suoi discepoli una sorta di insegnamento
segreto (di tale insegnamento tratta l'apocrifo<i><b> Pistis Sophia</b></i>).
Tale insegnamento, parallelamente alla dottrina della Chiesa, fondata
sulla predicazione pubblica del Cristo, venne <b>tramandato per via
occulta</b> a beneficio di <b>pochi eletti</b>, escludendo, così, la
gerarchia della Chiesa. Inoltre, aspetto fondamentale, la <b>salvezza</b>
doveva giungere attraverso <b>esperienze personali </b>e non
attraverso lo studio dei testi canonici. Tutte queste convinzioni
contrastavano fortemente con l'ortodossia del cattolicesimo che
andava formandosi in quei primi secoli. La visione gnostica della
creazione teorizzava che da Dio Primo Eone fossero state generate più
coppie di eoni composte sempre da un eone maschile e uno femminile.
Dio e gli eoni nel loro complesso formavano il Pleroma. Gli eoni, in
molti sistemi gnostici, rappresentano le varie emanazioni del Dio
primo, noto anche come l'Uno, la Monade, Aion Teleos (l'Eone
Perfetto), Bythos (greco per Profondità), Proarkhe (greco per Prima
dell'Inizio), Arkhe (greco per Inizio). Questo primo essere è
anch'esso un eone e contiene in sé un altro essere noto come Ennoia
(greco per Pensiero), o Charis (greco per Grazia), o Sige (greco per
Silenzio). L'essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il
terzo eone: il maschio Caen (greco per Potere) e la femmina Akhana
(Verità, Amore). Quando un eone chiamato Sophia emanò senza il suo
eone partner, il risultato fu il Demiurgo, o mezzo-creatore (nei
testi gnostici a volte chiamato Yalda Baoth, Hysteraa, Saklas (= il
folle) o Rex Mundi per i Catari), una creatura che non sarebbe mai
dovuta esistere e che creò il mondo materiale. Questa creatura non
apparteneva al pleroma, e l'Uno emanò due eoni, Cristo e Sophia,
ovvero lo Spirito Santo, per salvare l'umanità dal Demiurgo. Cristo
prese poi la forma della creatura umana Gesù in modo da poter
insegnare all'umanità la via per raggiungere la gnosi: il ritorno al
pleroma. Anche il <b>Vangelo di Giuda</b>, recentemente scoperto,
tradotto e poi acquistato dalla National Geographic Society menziona
gli eoni e parla degli insegnamenti di Gesù al loro riguardo. In un
passo di tale Vangelo, Gesù deride i discepoli che pregano l'entità
che loro credono essere il vero Dio, ma che è in realtà il malvagio
Demiurgo. Gli gnostici ofiti, o naaseni, veneravano il serpente,
perché, come narrato nella Genesi (3,1), era stato mandato da Sophia
(o era lei stessa nelle sue sembianze) per indurre gli uomini a
nutrirsi del frutto della conoscenza, al fine di infondere in loro la
<i>gnosis</i> di cui avevano bisogno per svegliarsi dagli inganni del
malvagio Demiurgo ed evolversi a Dio. Secondo gli Ofiti, il Padre di
Tutti, o Primo Uomo, emanò il Figlio (il Pensiero), o Secondo Uomo.
Poi comparve l'Agape (Spirito Santo), o Prima Donna. Questa terna
generò Cristo (presso alcune culture identificate nell'Adam Kadmon)
e sua sorella Sophia (la Saggezza). Anche Sophia ebbe dei figli, uno
dei quali, il Demiurgo Ialdabaoth, si ribellò all'autorità e creò
il mondo materiale e l'uomo. Costui, identificato col dio
veterotestamentario, rinchiuse i primi uomini, Adamo ed Eva
nell'Eden, in maniera da essere venerato da loro. Però Sophia mandò
il serpente a spingerli a mangiare il frutto proibito e così
risvegliare la loro conoscenza, i cui livelli erano superiori a
quelli di Ialdabaoth. Infatti, Sophia aveva instillato negli uomini,
all'insaputa del loro creatore, una scintilla divina che, per le
manovre del Demiurgo, restava sopita. Gesù, a volte identificato col
serpente, quindi discese dal cielo per accendere questa scintilla e
liberare gli uomini dalla tirannia di Ialdabaoth. Per questo motivo
gli ofiti veneravano il serpente e tutti i personaggi del Vecchio
Testamento che si erano in qualche modo opposti a Yahweh, cioè il
Demiurgo. Agostino d'Ippona riferiva che allevavano serpenti in carne
ed ossa e li addestravano a sfiorare il loro pane che poi,
santificato in questo modo, usavano come eucarestia. Le loro opere
principali, conosciute, erano la Predica dei Naasseni e il Diagramma
degli ofiti. Quest'ultimo, composto prima del 150, descriveva la
cosmogonia ofita. Nonostante sia andato perduto, però, è stato
descritto minuziosamente sia dal filosofo pagano Celso che
dall'eresiologo Origene Adamantio. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ogni
setta predicava una propria variante del credo gnostico e quindi
praticava un proprio culto. Alcune sette respingevano completamente i
sacramenti, mentre altre accettavano quali strumenti di conoscenza
solo il battesimo e l'Eucaristia, affiancandoli ad altri riti, per
mezzo di inni e formule magiche, o pratiche, come l'astinenza
sessuale o la povertà, che dovevano propiziare l'ascesa al regno
spirituale del principio divino imprigionato nel corpo materiale. Da
un punto di vista etico, lo gnosticismo oscillava fra il rigore ed il
lassismo: se, infatti, la valutazione negativa della materia e del
corpo spingeva alcuni gruppi ad astenersi anche dal matrimonio e
dalla procreazione, fino ad arrivare all'ascetismo più rigoroso
(Saturnino, encratiti), la convinzione che l'anima fosse
assolutamente estranea al mondo materiale portava altre correnti a
giudicare in termini relativistici ogni atto connesso con il corpo
(Basilide, Carpocrate, barbelognostici, fibioniti, cainiti). </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il
Vangelo di Maria o </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Vangelo di Maria Maddalena</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> è un vangelo
gnostico, scritto in lingua copta verso la metà del II secolo a
partire da un proto-testo greco. Esalta il ruolo della discepola
Maria Maddalena. Perduto e noto solo attraverso citazioni
patristiche, in epoca moderna ne sono stati ritrovati frammenti in
greco e copto non contenenti il testo nella sua integrità. Il
Vangelo di Maria, al pari di molti altri vangeli gnostici, è andato
perduto con l'estinguersi dello Gnosticismo. Per secoli ne rimasero
disponibili solo brevi citazioni indirette ad opera di alcuni Padri
della Chiesa. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il
testo si conserva attraverso tre testimoni: il papiro Rylands 463, un
frammento in greco datato III secolo, pubblicato nel 1938; il papiro
Oxyrhynchus 3525, un frammento in greco datato III secolo, pubblicato
nel 1983; il papiro Berolinensis 8502, conservato dal 1896 presso il
dipartimento di egittologia di Berlino. Fu acquistato al Cairo da
Carl Reinhardt e sembra probabile la sua provenienza da Achmin, in
Egitto. Tuttavia a causa di complesse vicende il manoscritto fu
pubblicato soltanto nel 1955. Il papiro è datato al V secolo.
Contiene anche altri testi apocrifi, come l'Apocrifo di Giovanni.
Nessuno dei tre testimoni riporta il testo integrale; il
Berolinensis, più recente, è più ampio degli altri due frammenti
greci. Il personaggio cui il titolo si riferisce - Vangelo di Maria -
è Maria Maddalena, cui il testo attribuisce molto rilievo, al punto
da lasciare intendere che Gesù l'anteponesse ai suoi stessi
apostoli. Il frammento si compone di due parti: nella prima Gesù
risorto risponde alle domande degli apostoli e affida loro la
missione della predicazione del Vangelo, mentre la seconda si apre
con l'intervento di Pietro affinché Maria Maddalena riveli le parole
dette a lei da Gesù. Successivamente al racconto di Maria, Andrea e
Pietro manifestano la loro incredulità riguardo al fatto che il
Salvatore possa aver rivelato ad una donna ciò che non aveva
rivelato ai suoi discepoli. Infine Levi, biasimando i due discepoli,
li esorta a seguire gli insegnamenti che il Cristo ha loro impartito.
Nel testo frammentato, i discepoli fanno domande al Signore risorto e
ricevono risposta. «Ma essi rimasero tristi e piangevano forte.
Dissero: "Come possiamo andare dai gentili e predicare loro il
vangelo del regno del figlio dell'uomo? Là non è mai stato
dispensato, dobbiamo dispensarlo (proprio) noi?» «E Maria
Maddalena: "Non piangete, fratelli, non siate malinconici, e
neppure indecisi. La sua grazia sarà con voi tutti e vi proteggerà.
Lodiamo piuttosto la sua grandezza, avendoci egli preparati e mandati
agli uomini.» Allora racconta - alla richiesta di Pietro - di aver
avuto una visione del Salvatore nella quale si descrive il viaggio
dell'anima attraverso i cieli durante il quale apprende come fuggire
alle potenze malvagie[1], e riporta il suo discorso con lui, che
mostra influenze gnostiche. La sua visione non fu creduta: «Ma
Andrea replicò e disse ai fratelli: "Che cosa pensate di quanto
lei ha detto? Io, almeno, non credo che il Salvatore abbia detto
questo. Queste dottrine, infatti, sono sicuramente delle opinioni
diverse.» «Riguardo a queste stesse cose, anche Pietro replicò
interrogandoli a proposito del Salvatore: "Ha forse egli parlato
in segreto a una donna prima che a noi e non invece apertamente? Ci
dobbiamo ricredere tutti e ascoltare lei? Forse egli l'ha anteposta a
noi?» Karen King ha osservato che «Il confronto di Maria con
Pietro, uno scenario trovato anche nel Vangelo apocrifo di Tommaso,
Pistis Sophia, e nel Vangelo apocrifo degli Egiziani, riflette alcune
delle tensioni nella Cristianità del II secolo. Pietro e Andrea
rappresentano posizioni ortodosse che negano la validità della
rivelazione esoterica e rigettano l'autorità delle donne a
insegnare». Una traduzione commentata del Vangelo di Maria Myriam di
Magdala, basata sul papiro di Berlino, è stata realizzata da
Jean-Yves Leloup, teologo e scrittore francese, e pubblicata in
Italia da Servitium (2007 e 2011). Una delle conclusioni che si
ricavano da Sant'Ireneo di Lione, dove per la prima volta appare il
termine "gnostico", è che esistono tanti tipi di
gnosticismo quante le persone che lo proclamano con una certa
autorità. Più tardi ripresero il modello gnostico l'</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">alchimia</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
e l'</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">astrologia</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> rinascimentale, scienze esoteriche che si
nutrivano delle pubblicazioni di letterati come </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Marsilio Ficino</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
(1433 - 1499), che nel 1463 tradusse il Corpus Hermeticum, una
raccolta di scritti sapienziali di epoca ellenistica, attribuiti a
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Ermes Trismegisto</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Esiste anche una setta di gnostici che,
isolandosi geograficamente, è giunta fino a noi in forma molto pura:
i mandei dell'Iraq meridionale, i cui caratteri gnostici sono molto
evidenti. La scoperta, nel 1945 dei Codici di Nag Hammadi ha dato
nuova forza a molti di questi movimenti, con diversi filoni di
pensiero. Ad esempio, Carl Gustav Jung studiò a lungo il pensiero
gnostico, affiancando ad esso le sue conoscenze di psicologia. È
possibile riscontrare tracce delle dottrine gnostiche in opere
letterarie contemporanee.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il
<b>Cristianesimo</b>, avviatosi come setta giudaica, <b style="font-weight: normal;">sviluppa</b><b>
propri test</b><b>i e ideologie</b> e soprattutto<b> non impone la
Legge Ebraica</b> (come l'obbligo della <b>circoncisione</b>, segno
tangibile del patto con Dio), <b>allontanandosi</b><b style="font-weight: normal;"> </b>progressivamente<b>
dal Giudaismo </b>per diventare poi una<b style="font-weight: normal;"> </b><b>religione distinta</b>
nella <b>seconda metà del II secolo</b><b style="font-weight: normal;"> e.v.</b>. Dopo la prima guerra
giudaico-romana, i rivoluzionari come gli zeloti erano stati
schiacciati dai romani e avevano poca credibilità (gli ultimi zeloti
morirono a Masada nel 73). Allo stesso modo, i sadducei, i cui
insegnamenti erano stati così strettamente connessi al Tempio,
scomparvero con la distruzione del Secondo Tempio del 70. Anche gli
esseni scomparvero, forse perché i loro insegnamenti divergevano
notevolmente dalle problematiche di quei tempi o forse perché erano
stati dispersi dai Romani a Qumran. Di tutte le principali sette
del Secondo Tempio <b>solo i farisei rimasero</b>, presentando
insegnamenti diretti a tutti gli ebrei, che potevano sostituirli al
culto nel Tempio, insegnamenti che si estesero anche oltre le pratiche
rituali.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Arianesimo</b>
è il nome con cui è conosciuta la dottrina cristologica elaborata
dal presbitero, monaco e teologo cristiano <b>Ario</b> (256-336), che
sosteneva come la natura divina del Figlio fosse sostanzialmente
inferiore a quella di Dio e che, pertanto, vi fu un tempo in cui il
Verbo (l'agente in Terra) di Dio non era esistito e che fosse stato
creato soltanto in seguito. Ario fu, all'epoca in cui prendeva forma
definitiva la dottrina della Trinità, il massimo rappresentante di<b>
una delle interpretazioni di maggior seguito </b>della relazione tra
le persone della Trinità, in particolar modo di quella tra il Padre
e il Figlio. Non negava la Trinità, ma subordinava il Figlio al
Padre (subordinazionismo), negandone la consustanzialità che sarà
poi formulata nel concilio di Nicea (nel 325) nel credo
niceno-costantinopolitano. Alla base della sua tesi, permeata della
<b>cultura neoplatonica</b> tanto in voga nell'ambiente ellenistico
egiziano, vi era la convinzione che Dio, principio unico,
indivisibile, eterno e quindi ingenerato, non potesse condividere con
altri la propria <i>ousìa</i>, cioè la propria essenza divina. Di
conseguenza il Figlio, in quanto “generato” e non eterno, non può
partecipare della sua sostanza (negazione della consustanzialità), e
quindi non può essere considerato Dio allo stesso modo del Padre (il
quale è ingenerato, cioè <i>aghènnetos archè</i>), ma può al
massimo esserne una creatura: certamente una creatura superiore,
divina, ma finita (avente cioè un principio) e per questo diversa
dal Padre, che è invece infinito. Padre e Figlio non possono dunque
essere identici e il Cristo può essere detto "Figlio di Dio"
soltanto in considerazione della sua natura creata e non di quella
increata, posta allo stesso livello di quella del Padre. Così
facendo, Ario non negava di per sé la Trinità, ma la considerava
costituita da tre diverse persone (<i>treis hypostaseis</i>)
caratterizzate da nature diverse.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNxbT3gT_xW1kN4zbiBlGcF-p6YIWw5y_Gkk9qYlA7AzgMQ07GEvY9M59_h3b2w3JQTpiNi0Jbt0TyBrbgtKts28j6OqIS1CQ9N4bnTFbarOPx72Wjv9I5SM8y143NLyvc8G1mqmMocFhE/s1600/in+hoc+signo+vinces.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1040" data-original-width="1600" height="129" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNxbT3gT_xW1kN4zbiBlGcF-p6YIWw5y_Gkk9qYlA7AzgMQ07GEvY9M59_h3b2w3JQTpiNi0Jbt0TyBrbgtKts28j6OqIS1CQ9N4bnTFbarOPx72Wjv9I5SM8y143NLyvc8G1mqmMocFhE/s200/in+hoc+signo+vinces.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giulio Romano della scuola di<br />
Raffaello: "In hoc signo vinces",<br />
musei vaticani.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel
313</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> - In febbraio, l'imperatore romano d'oriente Licinio si reca
a Mediolanum, per incontrare Costantino, divenuto l'unico imperatore
della parte occidentale, dopo aver sconfitto Massenzio: i due
stringono un'alleanza, rafforzata dal matrimonio di Licinio con la
sorella di Costantino, Flavia Giulia Costanza (da cui ebbe nel 315 il
figlio Valerio Liciniano Licinio), e promulgano insieme l'</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Editto
di Milano</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, che garantisce </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">ampia libertà di culto</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> alle
diverse religioni dell'Impero. L'Editto viene difatti a rappresentare
nella Chiesa un confine epocale tra l'era della semplicità e della
spiritualità evangelica del periodo delle catacombe e quella della
graduale acquisizione, almeno da parte della sua gerarchia, di
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">interessi terreni</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, materiali e politici, a scapito della
funzione spirituale. Costantino è Imperatore e </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Pontifex Maximus</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
(titolo a cui non rinunciò mai e di cui in seguito si approprieranno
i Papi). Lo Stato pone termine alle persecuzioni ma nello stesso
tempo tenta di controllare (e spesso vi riesce) la gerarchia sia
della Chiesa che delle religioni pagane. Dal 313 il vescovo di
Alessandria usa per sé stesso il termine "Papa". Tale
titolo, che i vescovi di Roma cominceranno ad usare intorno al 400,
sarà per lungo tempo adottato da diversi vescovi e anche da semplici
presbiteri. Dopo l'editto di Milano del 313 la diffusione del simbolo
della croce si espande ed assume l'aspetto della "crux commissa"
(T), o della "croce latina" (†) detta anche "</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">crux
immissa</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">", o della croce greca a bracci uguali (+).
L'alleanza tra Licinio e Costantino escludeva chiaramente il terzo
imperatore, Massimino Daia, che si fece proclamare unico imperatore
dalle truppe e mosse dalla Siria verso occidente con un esercito di
70.000 armati, conquistando Bisanzio dopo soli 11 giorni: Licinio lo
affrontò e lo sconfisse nella battaglia di Tzirallum il 30 aprile di
quell'anno. Massimino Daia, dopo aver provocato una nuova rivolta
contro Licinio presso Tarso, qui morì, prevenendo la propria rovina.
Restavano ora solo due augusti: Costantino per l'Occidente e Licinio
per l'Oriente. Divenuto unico signore della parte orientale
dell'impero, Licinio si rese colpevole della purga che colpì le
famiglie dei tetrarchi: per suo ordine vennero uccisi Candidiano,
figlio di Galerio, Severiano, figlio di Flavio Severo e il figlio e
la figlia di Massimino, di otto e sette anni. Dichiaratosi cristiano
per mossa politica sin dal periodo della sua rivalità con Massimino
Daia, cominciò progressivamente ad inimicarsi i seguaci di quella
religione, adottando politiche insensatamente ostili a questi,
ritenendo, probabilmente non in maniera del tutto infondata, che
costoro appoggiassero il suo rivale Costantino. Avviò pertanto una
serie di attività persecutorie nei confronti dei cristiani, che lo
abbandonarono nella fase decisiva del suo conflitto con Costantino.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnJ6hbPqRwRDv51IZ_drtyCiEHP5hXrNBYX2ChH_QFhnF7tkIMeFSkZuJ94mu-Gm6oEYtVSdAJDNQQxNMh0Fca5sNeulCuqDv48ZtLu0J6fU3KCDWGn52NStkd5aYucJeGd3kmpRT9meMa/s1600/Constantino%252C+testa+mus.capit.roma.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="450" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnJ6hbPqRwRDv51IZ_drtyCiEHP5hXrNBYX2ChH_QFhnF7tkIMeFSkZuJ94mu-Gm6oEYtVSdAJDNQQxNMh0Fca5sNeulCuqDv48ZtLu0J6fU3KCDWGn52NStkd5aYucJeGd3kmpRT9meMa/s200/Constantino%252C+testa+mus.capit.roma.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Costantino I il Grande,<br />
musei capitolini de Roma.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 325 </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Con la definitiva
sconfitta di Licinio, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Costantino</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> è </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">imperatore</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
dell'</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Impero Romano </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">di nuovo </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">unificato</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. A questo punto,
Costantino indice il </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Concilio di
Nicea</span>, dove il cristianesimo adotterà come propria, la tradizione della "Torah" ebraica, conosciuta nella "Bibbia" col nome greco di "Pentateuco", Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio e alcuni Vangeli come liturgia. Il passaggio interessante è che si stabilisce quali sono i "<b>Libri ispirati da Dio</b>". In questo concilio fu fissata la data della Pasqua e furono stabilite regole che definivano l'<b>autorità dei vescovi</b> e spianavano quindi la strada a una concentrazione del potere nelle mani degli ecclesiastici. I vescovi, capi delle comunità cristiane, non pagano tasse all'impero pur<b> incassando</b> le decime,<b> il 10% dei redditi</b> delle loro curie (termine che i Latini usavano per indicare i loro raggruppamenti, le assemblee cittadine). Inoltre i vescovi ebbero la facoltà di esercitare il magistero di<b> giudici nei processi</b> di diritto ordinario. Il vescovo di Roma si insediò nel palazzo del Laterano. Dal 384 il<b> vescovo di Roma</b>, che aveva assunto il titolo di «<b>papa</b>», come il patriarca di Alessandria, rivendicherà il primato del suo patriarcato che era stato dell'apostolo Pietro, il primo vescovo di Roma, sancito da Gesù in Matteo 16:18. Nel Concilio di Nicea prende forma e posizione la nuova <b>Chiesa</b>, che non è più il nome della comunità cristiana, ma un <b>vertice</b> che da una parte<b> </b>gestisce potere psicologico, politico, economico e giudiziario e dall'altra si pone come tramite tra il fedele e la divinità, coronando così gli sforzi di <b>Paolo </b>di Tarso, che <b>aveva minacciato perfino l'apostolo Pietro</b> ad adeguarsi ad una strategia di controllo sulla comunità dei cristiani. L'ebreo Saul di Tarso (S. Paolo), diventerà così, insieme a Pietro, chiamato Simone dei Vangeli, fondante per la<b> Chiesa Cristiana</b> "<b>Cattolica</b>", e cioè "<b>Universale</b>". Il Concilio di Nicea dovrà inoltre costringere i vari rivoli del cristianesimo al controllo del clero, marchiando come eresie l'Arianesimo di Ario, il Manicheismo di Mani, lo Gnosticismo, il Nestorianesimo del "monofisismo" e tutte le forme di cristianesimo non conformi alla dottrina ufficiale. A <b>Costantino</b> stava a cuore l'unità nell'impero e non la fede religiosa. Come Dio, Gesù poteva venire opportunamente associato al Sole Invitto, come profeta mortale, sarebbe stato più difficile dargli una collocazione. Insomma, l'ortodossia cristiana si prestava a una fusione politicamente auspicabile con la religione ufficiale di Stato e per questo Costantino le diede il suo appoggio. Fu così che, un anno dopo il Concilio di Nicea, sanzionò la <b>confisca</b> e la<b> distruzione</b> di tutte le <b>opere </b>che contestavano i dettami cristiani emersi nel concilio: le opere<b> degli autori pagani</b> che parlavano di Gesù e quelle dei cristiani<b> « eretici »</b>. Il<b> capolavoro di Costantino</b> I il Grande, poi fatto Santo, era dunque compiuto: <b>l'Imperatore Romano </b>aveva<b> fondato una Chiesa </b>Romana, in cui si sarebbero<b> trasferiti i poteri Romani</b>. Le <b>dottrine cristologiche</b> (dottrine riguardanti la natura di Gesù Cristo, la sua divinità, i suoi rapporti con la tradizione giudaica e con il monoteismo precristiano) dei primi secoli vennero vagliate nel concilio e alcune vennero giudicate eterodosse (non ortodosse) e <b>considerate eresie</b> dalle altre Chiese cristiane e negli scritti dei Padri della Chiesa. Le discordie erano assai radicate nella comunità cristiana e il <b>Concilio di Nicea del 325 </b>rappresentò un momento importante di questo confronto, essendo il <b>primo concilio della cristianità</b>, nato dalla constatazione che il <b>tema cristologico</b> aveva ormai assunto un <b>rilievo politico</b>. Nel Concilio di <b>Nicea I</b> (del 325) si affermava la <b>consustanzialità</b>, cioè la stessa natura, del <b>Padre</b> e del <b>Figlio</b>, come si recita nella preghiera "Credo", chiamato appunto niceno e quelle che sostenevano dottrine diverse sarebbero divenute "chiese scismatiche". Seguono <b>alcune linee di pensiero</b> avversate dal Concilio di Nicea e <b>considerate eretiche</b>, non ortodosse:<br />
<div class="" style="clear: both;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Il <b>Nestorianesimo</b>, oggetto di vari scismi, di cui si discuterà a lungo. <b>Nestorio</b>, patriarca di Costantinopoli, <b>enfatizzava la natura umana di Gesù</b>, a spese di quella divina. La Vergine Maria aveva dato vita ad un uomo Gesù, non a Dio, quindi non al<i> Logos</i> ("Il Verbo", Figlio di Dio). Il Logos risiedeva in Cristo, era custodito nella sua persona come in un tempio. Cristo quindi era solo <i>Theophoros</i>, termine greco che significa "portatore di Dio". Di conseguenza Maria doveva essere chiamata<i> Christotokos</i>, "Madre di Cristo" e non <i>Theotokos</i>, "Madre di Dio". Si veda anche Vangelo di Luca 1, 43. </div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
-<b> </b>L'<b>Arianesimo</b>, il movimento teologico più rilevante del IV secolo. Secondo <b>Ario</b>, sacerdote di Alessandria d'Egitto (256-336), la figura del Padre deve collocarsi in posizione preminente all'interno della Trinità, subordinando così il Figlio al Padre e<b> riducendo la figura di Gesù alla dimensione umana</b>, soltanto in rapporto di somiglianza con quella divina. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
-<b> </b>Il <b>Donatismo</b> prende il nome da Donato di Case Nere (nel 315 vescovo di Cartagine). Questo movimento nasce e si sviluppa in Africa nel IV secolo e prende le mosse dalla critica nei confronti di quei vescovi che non avevano resistito alle persecuzioni di Diocleziano ed avevano consegnato ai magistrati romani i libri sacri. Secondo i donatisti i sacramenti amministrati da questi sacerdoti non sarebbero validi. Ciò porterebbe a considerare i Sacramenti non efficaci di per sé, ma dipendenti dalla dignità di chi li amministra. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=5234444391470304839" name="cite_ref-0"></a>-<b> </b>Lo <b>Gnosticismo</b> è un movimento filosofico-religioso, molto articolato, la cui massima diffusione si ebbe tra il II e il IV secolo dell'era cristiana. Il termine gnosticismo <b>deriva dalla parola greca gnósis</b> (γνῶσις), «<b>conoscenza</b>». Una definizione piuttosto parziale del movimento basata sull'etimologia della parola può essere: "<b>dottrina della salvezza tramite la conoscenza</b>". Mentre il giudaismo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza attraverso l'osservanza delle 613 mitzvòt e il cristianesimo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza dalla dannazione eterna per Grazia mediante la Fede (Efesini 2,8), per lo gnosticismo invece la salvezza dell'anima dipende da una forma di conoscenza superiore e illuminata (gnosi) dell'uomo, del mondo e dell'universo, frutto del vissuto personale e di un percorso di ricerca della Verità.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
-<b> </b>Il <b>Manicheismo</b> è la religione fondata in Persia da <b>Mani</b> (215-277), predicatore e teologo nato nel regno dei Parti e vissuto nell'Impero sasanide, nel tentativo di fondare una religione universale che fondesse caratteristiche dello Zoroastrismo con il Cristianesimo (probabilmente con influenze di seguaci di Marcione e Bardesane) e del Buddismo che egli aveva conosciuto durante un viaggio in India. Il Manicheismo è una religione radicalmente dualista: due princìpi, la Luce e le Tenebre, coevi, indipendenti e contrapposti che influiscono in ogni aspetto dell'esistenza e della condotta umana. </div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
-<b> </b>Il <b>Marcionismo</b>. Fu <b>Marcione</b> (85-160), vescovo nato a Sinope sul Mar Nero, il fondatore di questa dottrina; alcuni Padri della Chiesa (Epifanio di Salamina ad esempio) indicano in Cerinto un suo maestro.</div>
</div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La Chiesa marcionita era probabilmente ben organizzata con un clero ("i perfetti") accuratamente preparati e che conducevano una vita contemporaneamente attiva e duramente ascetica, tanto che sopravvisse per secoli e probabilmente continuò in vari movimenti tardi, come Bogomili e Catari (vedi Manichei medievali).</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYidA-cuvgY9jC1kj8NDEbz3cW6SeKrgeWCZijEoV4XG9DUmR8LA1hiOhskhk96H3DE0UhkqIiFG9WpAQX83YaULosAUqnsAl_fd5oN5hUg-qDhXiUe0KXOxgQ9oRoI-FzlEUPYhIPuOot/s1600/patriarcati+e+papati+cristiani.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="618" data-original-width="985" height="125" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYidA-cuvgY9jC1kj8NDEbz3cW6SeKrgeWCZijEoV4XG9DUmR8LA1hiOhskhk96H3DE0UhkqIiFG9WpAQX83YaULosAUqnsAl_fd5oN5hUg-qDhXiUe0KXOxgQ9oRoI-FzlEUPYhIPuOot/s200/patriarcati+e+papati+cristiani.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Patriarcati delle Chiese cristiane. </td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Col <b>Concilio di Nicea</b> del 325 voluto dall'imperatore Costantino, in cui fece valere le proprie posizioni in qualità di Pontefice Massimo, la <b>nuova Chiesa</b> post-apostolica si organizza, all'interno dell'impero romano, attorno ai <b>cinque patriarcati</b> di Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, mentre esterne all'impero erano la </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Chiesa Armena o Gregoriana, la più
antica (</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">del I secolo) insieme alla </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Chiesa di Cipro del 46</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, retta da un patriarca detto </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">cathòlicos</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, con sede a
Echmiadzin e la </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Chiesa Assira Nestoriana, retta da un
patriarca con sede a Ninive, dal 378.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuUGInjvAaHJbAsyAq3yNLdsVcKuSmH-Mln0h2M0ES3avfy_mlc1aQmt7K0mqsQshOdUO8PWMS_Evv5OyTcyvgVpkc5gdQoTUcl5Wdq50sIhkDoXmIEMD54OnfpOqaR81ZaboUGy8iMeta/s1600/costantinopoli+pianta.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="622" data-original-width="700" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuUGInjvAaHJbAsyAq3yNLdsVcKuSmH-Mln0h2M0ES3avfy_mlc1aQmt7K0mqsQshOdUO8PWMS_Evv5OyTcyvgVpkc5gdQoTUcl5Wdq50sIhkDoXmIEMD54OnfpOqaR81ZaboUGy8iMeta/s200/costantinopoli+pianta.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Antica Costantinopoli.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel
330</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> - Costantino I inaugura la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nova Roma</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, copia fedele e
nostalgica della prima Roma, che sarà poi chiamata </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Costantinopoli</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">.
Il greco era la lingua di cultura e d'uso, com'era stata da sempre
nelle province orientali dell'impero romano. Il latino, piuttosto
diffuso presso le classi alte di Costantinopoli fino almeno all'età
marcianea (Flavio Marciano è stato un imperatore romano d'Oriente
dal 450 al 457), rimase comunque la lingua ufficiale dell'Impero
d'Oriente: Eraclio I lo sostituì con il greco intorno al 625.
Curiosamente, per lungo tempo fu considerato disdicevole riferirsi
all'impero come "greco", poiché tale termine aveva
l'accezione spregiativa di "pagano".</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifDIosBvEncvYG8gHJGjZh62OrO0gPSqv035IjjlbmHJmEWFapX9sUkX5_aQZgWFn9r2dC3Y1t7h3KqrpI4idoZQxYIqgonW_WRS2w5A4_UbV8CUxCK4aqtUCp9jHpZuDKI-of-aVY23c8/s1600/Papa_Damaso_S._Paolo_fuori_le_mura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="300" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifDIosBvEncvYG8gHJGjZh62OrO0gPSqv035IjjlbmHJmEWFapX9sUkX5_aQZgWFn9r2dC3Y1t7h3KqrpI4idoZQxYIqgonW_WRS2w5A4_UbV8CUxCK4aqtUCp9jHpZuDKI-of-aVY23c8/s200/Papa_Damaso_S._Paolo_fuori_le_mura.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Papa Damaso I in un mosaico della<br />
basilica di S. Paolo fuori le mura<br />
a Roma.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 366</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> - Il 1º ottobre</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> Damaso I</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> è
consacrato vescovo di Roma, quindi </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">papa</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, evento che costerà </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">furiosi
scontri</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> costati almeno 137 morti fra due fazioni di cristiani. Damaso
I (Roma o Guimarães, 305 ca. - Roma, 11 dicembre 384) è stato il
37º papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Figlio
dell'iberico Antonio, prete aggregato alla chiesa di San Lorenzo e di
una certa Laurentia, si è ritenuto per molto tempo che fosse nato
nell'attuale Portogallo, ma ricerche storiche più recenti sembrano
indicare che possa essere nato a Roma. Di certo crebbe a Roma al
servizio della chiesa di San Lorenzo martire. Morto papa Liberio il
24 settembre 366, il clero romano si divise in due fazioni. Una,
favorevole alla politica del defunto antipapa Felice II, del tutto
contraria ad ogni accordo con i sostenitori delle teorie ariane
(nonostante Felice II fosse ariano) riunita nella basilica di Santa
Maria in Trastevere elesse e consacrò frettolosamente papa il
diacono Ursino.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nello stesso tempo l'altra fazione,
maggioritaria, più conciliante e favorevole ad accordi e
compromessi, nella basilica di San Lorenzo in Lucina, scelse Damaso,
che fu consacrato nella basilica di San Giovanni in Laterano il 1º
ottobre 366. Molti dettagli degli avvenimenti inerenti a queste
elezioni vennero narrati nel Libellus Precum, una petizione
all'autorità civile da parte di Faustino e Marcellino, due
presbiteri della fazione di Ursino e dallo storico pagano Ammiano
Marcellino, che così narrava: « L'ardore di Damaso e Ursino per
occupare la sede vescovile superava qualsiasi ambizione umana.
Finirono per affrontarsi come due partiti politici, arrivando allo
scontro armato, con morti e feriti; il prefetto, non essendo in grado
di impedire i disordini, preferì non intervenire. Ebbe la meglio
Damaso, dopo molti scontri; nella basilica di Sicinnio, dove i
cristiani erano riuniti, si contarono 137 morti e dovette passare
molto tempo prima che si calmassero gli animi. Non c'è da stupirsi,
se si considera lo splendore della città di Roma, che un premio
tanto ambito accendesse l'ambizione di uomini maliziosi, determinando
lotte feroci e ostinate. Infatti, una volta raggiunto quel posto, si
gode in santa pace una fortuna garantita dalle donazioni delle
matrone, si va in giro su di un cocchio elegantemente vestiti e si
partecipa a banchetti con un lusso superiore a quello imperiale. ».
Il prefetto di Roma, di cui parlava Ammiano Marcellino, era un tal
Vivenzio Scisciano, che attese che si concludessero i disordini per
prendere posizione nella contesa. Una volta accertata la vittoria del
partito di Damaso, esiliò da Roma Ursino, ma i seguaci di Ursino non
vollero accettare la sconfitta e si rifugiarono nella basilica di
Santa Maria Maggiore, che i damasiani il 26 ottobre assalirono: si
accese una vera e propria battaglia, con le conseguenze citate da
Ammiano Marcellino. Riammesso l'anno seguente a Roma, Ursino cercò
nuovamente di prendere il posto di Damaso, dando vita ad altri
disordini e ricavandone un nuovo esilio per decreto dell'imperatore
Valentiniano I. Dalla Gallia prima e da Milano successivamente,
tramite un ebreo di nome Isacco, nel 370 Ursino fece accusare Damaso
di gravi delitti. Fu celebrato un processo che nel 372 assolse il
vescovo di Roma e Ursino, per decreto del nuovo imperatore Graziano,
fu definitivamente esiliato a Colonia. Questi contrasti si
rifletterono non solo sulla reputazione di Damaso ma anche in quella
della Chiesa romana. Molti, sia nella società pagana che in quella
cristiana, videro in Damaso un uomo le cui ambizioni terrene erano
superiori alle preoccupazioni pastorali. Damaso amava infatti il
fasto e gli spettacoli e non esitava a commissionare grandi opere
visto che in quel periodo le grandi famiglie di senatori e benestanti
coprivano di doni gli ecclesiastici. Sotto il suo pontificato la<b>
residenza papale</b> assunse un <b>aspetto principesco</b> e la <b>Chiesa</b> iniziò
ad accumulare <b>grandi ricchezze</b>, tanto che non pochi accusarono i
sacerdoti di essere mossi solo da ragioni economiche. In tal senso,
un decreto imperiale del 370 proibì agli ecclesiastici di far visita
a vedove ed ereditiere per evitare che le inducessero a fare
donazioni alla Chiesa. Nel 378, alla corte imperiale, fu mossa contro
Damaso anche un'accusa di adulterio, dalla quale fu scagionato prima
dall'Imperatore Graziano e poco dopo, da un sinodo romano di
quarantaquattro vescovi, che scomunicò gli accusatori di Damaso.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Dal 368</b> - Nei due sinodi romani del</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> 368 e 369/370, papa<b> Damaso I</b> <b>condanna</b> fermamente l'<b>apollinarismo</b> e il <b>macedonianismo</b>.</span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Apollinare di Laodicea (310 circa -
390) è stato un vescovo greco antico. Studiò ad Alessandria e ad
Antiochia e divenne vescovo di Laodicea nel 360. Teologo erudito,
amico di Atanasio di Alessandria e difensore del credo niceno,
polemizzò contro pagani, manichei, contro Origene e contro Ario.
Nella sua lotta anti-ariana, a partire dal 352, enfatizzò la natura
divina di Cristo a scapito di quella umana, cadendo in una posizione
cristologica eterodossa, detta da lui apollinarismo. Condannato dai
sinodi di Roma del 374 e 377, di Alessandria del 378, di Antiochia
del 379 e dal concilio ecumenico di Costantinopoli del 381,
Apollinare costituì ad Antiochia una comunità con una propria
gerarchia ecclesiastica ma l'imperatore Teodosio I (379-395), con una
ordinanza imperiale del 388, lo condannò all'esilio. Alla sua morte,
alcuni seguaci tornarono nell'ortodossia, altri abbracciarono il
monofisismo di Eutiche.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- La pneumatomachia è una corrente di
pensiero teologica del primo Cristianesimo d'Oriente risalente al IV
secolo, dichiarata eretica durante il Primo Concilio di
Costantinopoli che trattava del mistero della Trinità, in particolar
modo della subordinazione dello Spirito Santo rispetto al Padre ed al
Figlio. Il nome deriva dal greco, e vuol dire letteralmente “la
lotta dello spirito”. Il concetto di pneuma, e cioè soffio,
respiro, mutò infatti, nel suo profondo significato descrittivo
filosofico, da significato di semplice anima-soffio individuale o
respiro/soffio divino-pneuma, a vero e proprio pneumata, e cioè ad
indicare una precisa entità metafisica indipendente ed ultraterrena
(ad esempio come gli angeli e i demoni). La pneumatomachia non è da
confondersi con la pneumatologia, scienza filosofica che invece
tratta in generale delle cose spirituali, ed in particolar modo
ripresa dal Cristianesimo, come una branca teologica che studia lo
Spirito Santo. La pneumatomachia riteneva che lo Spirito Santo non
fosse la terza persona della Santissima Trinità, quindi non di pari
dignità e divinità del Padre e del Figlio. Per gli pneumatomachi,
lo Spirito Santo era una creatura di Dio, superiore sì agli angeli,
ma non consustanziale a Dio, quindi subordinato al Padre e al Figlio.
Venne indicata anche con il nome di macedonianismo, in quanto
Macedonio di Costantinopoli, vescovo morto attorno al 360, ne fu uno
dei primi divulgatori, pur provenendo da un pensiero cristologico
ariano. La pneumatomachia fu ritenuta eretica sia dai cristiani
d'Oriente, sia dai cristiani d'Occidente, a partire dal Primo
Concilio di Costantinopoli del 381, che approvarono l'ancora oggi
valido credo o simbolo niceno-costantinopolitano. Poco o nulla è
rimasto scritto su questa teoria. Quello che si conosce è dedotto
dagli scritti di confutazione di tale idea. In particolare gli
scritti di Atanasio di Alessandria, con le sue lettere a Serapione di
Thmuis e dei documenti del Sinodo di Alessandria del 362. Morto
Atanasio, furono in particolare i presbiteri Didimo il Cieco e
Basilio il Grande a proseguire il dibattito attorno a questo tema.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nel secondo dei due sinodi, Damaso
scomunicò Aussenzio, il vescovo ariano di Milano (che comunque
mantenne la sede fino alla morte, nel 374, quando fu sostituito da
Ambrogio). Il sinodo di Antiochia del 378 stabilì la legittimità di
un vescovo solo se riconosciuto tale da quello di Roma, e forte di
questo diritto (e spalleggiato dal vescovo Ambrogio di Milano che
coniò, per l'occasione, la formula "Dove è Pietro, là è la
Chiesa") depose immediatamente tutti i vescovi ariani.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Da papa Damaso I</b> in poi si nota un
marcato <b>aumento</b> del volume e dell'<b>importanza</b> delle pretese di
<b>autorità e di primato</b> da parte dei <b>vescovi romani</b>. Questo sviluppo
dell'ufficio papale, specialmente ad Occidente portò un<b> grande
aumento dello sfarzo</b>. Tale splendore secolare riguardò molti membri
del clero romano, i cui scopi mondani ed i cui costumi furono
duramente redarguiti da san Girolamo, provocando, il 29 luglio 370,
un editto dell'imperatore Valentiniano I indirizzato al papa, che
vietava ad ecclesiastici e monaci (più tardi anche vescovi e
monache) di perseguire vedove ed orfani nella speranza di ottenere da
loro regali e lasciti. Il papa impose che la legge fosse strettamente
osservata.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 375</b> - L’Imperatore
<b>Graziano</b>, di religione cristiana, <b>rinuncia</b> alla carica
di <b>Pontefice Massimo</b>, che con Augusto era stata assorbita
dalla figura dell’Imperatore, per donarla al Vescovo di Roma e di
lì in poi diventerà sinonimo di <b>Papa</b>. Graziano così opera
una netta <b>distinzione</b> fra potere <b>politico</b> e autorità
<b>religiosa</b> decretando
comunque un <b>primato </b>di
<b>Roma</b> nell'ambito del
Cristianesimo, in cui Costantino I aveva trasfuso l'istituzionalità
dell'Impero Romano.</div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel 379</b> - L<b>'Illiria si stacca
dall'Impero romano d'Occidente</b>, per cui <b>Damaso I</b> si affretta a salvaguardare
l'autorità della <b>Chiesa di Roma</b> nominando un <b>vicario apostolico</b>
nella persona di Ascolio, vescovo di Tessalonica. Questa fu l'origine
dell'importante vicariato papale legato a quella sede. Damaso invocò
il "testo petrino" (Matteo 16,18), e fu<b> il primo papa a
definire la chiesa romana</b> "<b>sede apostolica</b>" (<i>sedes
apostolica</i>), definizione utilizzata per tutto il millennio successivo
e che rivendicava alla chiesa romana una posizione monopolistica con
sovranità e primato su tutte le altre chiese.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ72EJ91hyphenhyphenYGEF_SuaeFdXcZEfXqTAJq2bzuH860RJ6hdZiWPE7NCW2x1bvbbyd7UdakCqyF7Cl2I5817qV-7hVPxtkEglfBDVb6iGUlOESAqDNJe20cXJSi8ijQzneLHcWSy3f8rPJGvQ/s1600/teodosio+i.gif" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="398" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ72EJ91hyphenhyphenYGEF_SuaeFdXcZEfXqTAJq2bzuH860RJ6hdZiWPE7NCW2x1bvbbyd7UdakCqyF7Cl2I5817qV-7hVPxtkEglfBDVb6iGUlOESAqDNJe20cXJSi8ijQzneLHcWSy3f8rPJGvQ/s200/teodosio+i.gif" width="171" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Teodosio I.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 380 </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Papa Damaso I sostiene l'appello dei senatori cristiani all'Imperatore Graziano per la rimozione dell'altare della Vittoria dal Senato, fatto lì ricollocare dall'imperatore Giuliano e sotto il suo pontificato è </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">emanato</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> il famoso "</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Editto di Tessalonica</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">" di Teodosio I, (27 febbraio 380), che definisce il credo niceno (e quindi il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Cristianesimo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> nella </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">formulazione romana</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">) come </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">religione di stato</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Oltre all'affermazione della formula nicena, che dunque toglieva di mezzo le dottrine ariane, l’editto definiva per la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">prima volta</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> i Cristiani seguaci del vescovo di Roma “</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">cattolici</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">”, bollando </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">tutti gli altri </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">come </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">eretici</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> e come tali soggetti a pene e punizioni. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nel 380, il 27 febbraio, viene emesso dagli imperatori Graziano, Teodosio I e Valentiniano II (quest'ultimo all'epoca aveva solo nove anni) l'editto di Tessalonica, conosciuto anche come "</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Cunctos populos</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">". Il decreto dichiara il cristianesimo secondo i canoni del credo niceno la religione ufficiale dell'impero, proibisce in primo luogo l'arianesimo e secondariamente anche i culti pagani. Per combattere l'eresia si esige da tutti i cristiani la confessione di fede conforme alle deliberazioni del concilio di Nicea. La</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> nuova legge riconosceva</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> alle due sedi episcopali di</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> Roma e Alessandria d'Egitto </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">primato </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">in materia di</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> teologia</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. « GLI IMPERATORI GRAZIANO, VALENTINIANO E TEODOSIO AUGUSTI. EDITTO AL POPOLO DELLA CITTÀ DI COSTANTINOPOLI. Vogliamo che tutti i popoli che ci degniamo di tenere sotto il nostro dominio seguano la religione che san Pietro apostolo ha insegnato ai Romani, oggi professata dal Pontefice Damaso e da Pietro, vescovo di Alessandria, uomo di santità apostolica; cioè che, conformemente all'insegnamento apostolico e alla dottrina evangelica, si creda nell’unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in tre persone uguali. Chi segue questa norma sarà chiamato cristiano cattolico, gli altri invece saranno considerati stolti eretici; alle loro riunioni non attribuiremo il nome di chiesa. Costoro saranno condannati anzitutto dal castigo divino, poi dalla nostra autorità, che ci viene dal Giudice Celeste. DATO IN TESSALONICA NEL TERZO GIORNO DALLE CALENDE DI MARZO, NEL CONSOLATO QUINTO DI GRAZIANO AUGUSTO E PRIMO DI TEODOSIO AUGUSTO » Codice Teodosiano, xvi.1.2). Ad Alessandria d'Egitto, viene chiuso una prima volta il Serapeo, tempio della tradizione religiosa ellenistica, che contiene la biblioteca con la memoria del pensiero ellenistico. La popolazione alessandrina decide di desistere dall'occupazione del tempio solo quando i messi imperiali leggono l'ordine dell'imperatore: per gli antichi, lo scritto è sacro, e maggiormente è sacro lo scritto dell'imperatore, rappresentante in terra dell'ordine divino. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'editto, pur proclamando il Cristianesimo religione di Stato dell'impero romano, non stabiliva alcuna direttiva specifica a proposito. Bisognerà attendere i cosiddetti decreti teodosiani, promulgati dallo stesso Teodosio I, che tra il 391-392 normarono l'attuazione pratica dell'editto di Tessalonica. L'editto di Tessalonica è ritenuto importante dagli storici in quanto diede inizio a un processo in base al quale «per la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">prima volta</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> una </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">verità dottrinale </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">veniva </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">imposta</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> come </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">legge dello Stato</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> e, di conseguenza, la dissidenza religiosa si trasformava giuridicamente in </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">crimen publicum</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">: ora gli </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">eretici</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> potevano e dovevano essere perseguitati come pericolo pubblico e </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">nemici dello Stato</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">». Nello stesso anno Graziano inviò alcuni generali per liberare l'Illiria dai Goti, consentendo a Teodosio di entrare finalmente a Costantinopoli il 24 novembre del 380, al termine di una campagna militare durata due anni. Durante il regno di Teodosio le regioni orientali rimasero relativamente tranquille, anche se i Goti e i loro alleati, insediatisi stabilmente nei Balcani, erano motivo di continuo allarme. La tensione crebbe a poco a poco, tanto che, a un certo punto, l'imperatore associato Graziano rinunciò a mantenere il controllo delle province illiriche e si ritirò a Treviri, allora compresa nel territorio della Gallia. La manovra aveva lo scopo di consentire a Teodosio di portare avanti senza intralci le successive operazioni militari. Un motivo di grave debolezza degli eserciti romani del tempo era legato alla pratica di arruolare contingenti fra le popolazioni barbare e farli combattere contro altri barbari, spesso etnicamente affini. Per tentare di limitare gli effetti negativi che ne derivavano, Teodosio inviò ripetutamente le nuove reclute in Oriente, nelle province più lontane dai confini danubiani (soprattutto in Egitto), con la necessaria e costosa conseguenza di doverle rimpiazzare con leve romane più affidabili in altre aree dell'impero. Tale politica non fu esente da inconvenienti: oltre a improvvise defezioni si registrarono anche incomprensioni e persino scontri armati fra romani e federati barbari. A Filadelfia, in Lidia, i federati goti diretti in Egitto incontrarono sul proprio cammino un'armata romana proveniente da questa stessa provincia e ingaggiarono contro di essa una assurda e sanguinosa battaglia.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="font-weight: normal;">
</div>
</div>
</div>
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel
381</b> - <b>Concilio</b> ecumenico di <b>Costantinopoli</b>, cui
presero parte solo esponenti della Chiesa dell'Impero romano
d'Oriente, in cui venne ribadita l'<b>uguaglianza</b> tra le divinità
del <b>Padre</b>, del <b>Figlio </b>e dello <b>Spirito Santo</b> e
nello specifico è accettato il dogma che lo Spirito Santo procede
dal Padre attraverso il Figlio (in latino: ex Patre procedit).
Successivamente, la sola Chiesa di Roma celebrerà un suo Concilio a
Toledo, nell'anno 589 (sotto Papa Pelagio II), nel quale modificherà
questo dogma e stabilirà che lo Spirito Santo promana dal Padre e
dal Figlio (in latino: ex Patre <b>Filioque</b> procedit). Questa
variazione non sarà accettata dagli altri patriarcati, soprattutto
da quello di Costantinopoli, che intravvederà in questo cambiamento
una sorta di negazione del monoteismo, e si arriverà, nel 1.054 ad
uno scisma della chiesa cristiana fra "cattolica" cioè
universale, quella romana e "ortodossa", fedele al dogma
di Nicea del 325, quella costantinopolitana. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Inoltre Graziano, imperatore romano dell'Occidente, sposta la sua
capitale da Treviri a Milano. </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Nello stesso 381, durante la</span><b style="font-family: arial, sans-serif;"> lotta contro l'arianesimo</b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">, che fu sensibilmente ridotto
anche per la favorevole politica degli imperatori Graziano in
Occidente e Teodosio I in Oriente, papa Damaso I si avvalse anche del
grande aiuto di </span><b style="font-family: arial, sans-serif;">San Girolamo</b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">, ardente predicatore dell'ortodossia. Il
momento era favorevole al </span><b style="font-family: arial, sans-serif;">dogmatismo cattolico</b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">, come è dimostrato
dalla convocazione del Concilio di Costantinopoli (381), dove Damaso
inviò i suoi legati e nel quale, oltre alla ferma condanna di tutte
le eresie, venne affermata la divinità dello Spirito Santo e
ribadito, in una formulazione più precisa, il "simbolo niceno"
già affermato nel concilio di Nicea del 325. Damaso sollecitò san
Girolamo (che fu anche suo segretario privato per qualche tempo) ad
intraprendere la</span><b style="font-family: arial, sans-serif;"> revisione</b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"> delle antiche versioni latine della
</span><b style="font-family: arial, sans-serif;">Bibbia</b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">, nota come "Vulgata". Grazie al suo impegno, la
Chiesa orientale, nella persona di Basilio di Cesarea (nei confronti
del quale Damaso nutrì però sempre dei sospetti), ne implorò
l'aiuto e l'incoraggiamento contro l'arianesimo che laggiù era
trionfante. Sulla questione dello scisma meleziano ad Antiochia di
Siria, Damaso, con Atanasio di Alessandria prima e poi Pietro II di
Alessandria (che ospitò a Roma durante l'esilio) parteggiò per la
fazione di Paolino, considerato più rappresentativo dell'ortodossia
di Nicea; alla morte di Melezio, Damaso cercò di assicurare la
successione a Paolino nella sede episcopale di Licopoli.</span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>Nel 382</b>
- Si tiene il <b>Concilio di Roma</b> in cui papa<b> Damaso I</b> sancisce il<b>
primato di Roma</b> in qualità di <b>sede apostolica</b>. In un periodo
piuttosto burrascoso per il cristianesimo e nonostante le accuse a
proprio carico, grazie alla sua forte personalità, Damaso si batté
per il riconoscimento della supremazia della sede episcopale di Roma
e difese con vigore l'ortodossia cattolica contro tutte le eresie. In
contrapposizione con i decreti del Concilio di Costantinopoli I, il
Concilio di Roma del 382 decretò che la chiesa romana non era stata
creata da un decreto sinodale, ma era stata fondata da due apostoli,
san Pietro e san Paolo. Altra affermazione del Concilio romano fu
quella secondo cui la <b>Chiesa romana </b>era stata <b>fondata</b> per <b>volontà
divina</b>. Il risultato ideologico conseguito da questo Concilio fu che
la giustificazione storica e politica del primato della chiesa romana
fu sostituita dall'affermazione di una legge divina che aveva fatto
degli apostoli i suoi fondatori. La formula utilizzata nel Concilio
per la prima volta "<b>primato della chiesa romana</b>" ebbe
effetti decisivi nella storia papale successiva. Damaso morì l'11
dicembre 384, ma dal 382 il vescovo di Roma, che aveva assunto il
titolo di «papa», come d'altra parte il patriarca di Alessandria,
rivendicherà il primato del suo patriarcato come continuità del
primato dell'apostolo Pietro (sancito da Gesù in Matteo 16:18), che
era stato il primo vescovo di Roma.</span></div>
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel 388</b> -
In ottobre, Teodosio I si stabilisce a <b>Milano</b>, dove aveva
fissato la propria residenza anche Valentiniano II, facendone la sua
<b>capitale</b> e dimorandovi, salvo brevi interruzioni, per oltre
due anni, fino all'aprile del 391. Intensa fu in questo periodo
l'attività legislativa dell'imperatore ispanico, tesa a combattere
gli abusi: gratificazioni non dovute che i funzionari esigevano,
produzione di monete false, violenze compiute da schiavi talvolta
istigati dai loro stessi padroni, vendita di bambini da parte di
genitori ridotti in miseria, campi saccheggiati di notte dai militari
che oltretutto si dedicavano a tendere anche imboscate sulle strade.
Fece anche una legge che dichiarava nulli i codicilli e le clausole
mediante i quali venivano attribuiti lasciti all'imperatore o a
membri della sua famiglia, che fu particolarmente lodata da Quinto
Aurelio Simmaco. </span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggdwgCnUJOEh4qQMAzYjFzXWWAoTcOZ3Dwjy3-6Ro3_SWqrIF3ydVzLiv4Xf1j8NF-zvGFfhiD9pkyCcy_PwAiO2HAZNULo2WKwenr_GlVJpncrExmuD8Rz87704t2fmLW56gAN_Z_46t-/s1600/ambrogio+di+mi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="306" data-original-width="236" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggdwgCnUJOEh4qQMAzYjFzXWWAoTcOZ3Dwjy3-6Ro3_SWqrIF3ydVzLiv4Xf1j8NF-zvGFfhiD9pkyCcy_PwAiO2HAZNULo2WKwenr_GlVJpncrExmuD8Rz87704t2fmLW56gAN_Z_46t-/s200/ambrogio+di+mi.jpg" width="153" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">S. Ambrogio di Milano.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Milano era anche la <b>sede episcopale di Ambrogio</b>,
sicché il vescovo poteva mantenere contatti regolari col supremo
potere secolare. In occasione degli scontri che ebbero
inevitabilmente a verificarsi, Ambrogio difese con tanta fermezza lo
«ius (il diritto) sacerdotale» che possiamo riconoscere in lui <b>il
primo</b> campione della Chiesa che sia riuscito <b>a tracciare</b>,
in sede teorica e pratica, una netta <b>linea di demarcazione</b> tra
le <b>giurisdizioni secolare</b> e <b>spirituale</b>. Gli ariani
avevano fatto molti proseliti a Milano fino al regno di Teodosio I
che, con l'editto del 380, aveva inflitto loro un colpo mortale in
tutto il mondo romano. Durante il periodo di maggiore influenza
ariana, il governo imperiale, cedendo alle pressioni degli
scismatici, aveva ordinato ad Ambrogio di ceder loro la sua basilica
episcopale. Egli rifiutò motivando il rifiuto con la teoria che «i
palazzi, e non le chiese, son sotto la giurisdizione dell'autorità
secolare», e che «le cose divine sono al di sopra del potere
imperiale». Ebbe partita vinta e si tenne la basilica.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel 390</b> -
In giugno, la <b>popolazione di Tessalonica</b> (l'odierna Salonicco)
<b>si ribella</b> e impicca il <i>magister militum </i>dell'Illirico
e governatore della città Buterico, reo di aver arrestato un famoso
auriga e di non aver permesso i giochi annuali. Teodosio ordina una
rappresaglia, per cui viene organizzata una gara di bighe nel grande
circo della città a pochi giorni dai fatti e, chiusi gli accessi,
vengono <b>trucidate</b> circa <b>7.000 persone</b>. Un misfatto
simile di proporzioni anche maggiori sarà fatto molto tempo dopo da
Giustiniano, a Costantinopoli. Quando giunse la notizia in Occidente,
l'opinione pubblica ne fu profondamente commossa. <b>Ambrogio</b>,
vescovo di Milano ne valutò tutta la gravità e mosso dal principio
che «anche l'imperatore è nella Chiesa, non al disopra della
Chiesa», scrisse a Teodosio una lettera sdegnata, <b>imponendogli di
espiare </b>l'ingiusto massacro con mesi di penitenza e una richiesta
pubblica di perdono. Grande fu la meraviglia dell'imperatore
all'inaudita pretesa del prelato, ma infine, <b>minacciato di
scomunica</b>, si arrese e deposte le insegne imperiali, si sottopose
pubblicamente al rito espiatorio nella basilica milanese. Nel Natale
del 390, l'imperatore poté tornare a comunicarsi. Tutto ciò
accadeva nel IV secolo, solo <b>pochi decenni da quando la Chiesa era
uscita dalle catacombe</b> alla luce della legalità. Fu un'altra
vittoria, ancor più clamorosa, di Ambrogio; secondo molti storici
l'inasprimento della politica religiosa di Teodosio nei confronti del
paganesimo fu in gran parte dovuta all'influenza che Ambrogio ebbe su
di lui e sicuramente, dopo questi fatti, la politica religiosa
dell'imperatore si irrigidì notevolmente.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dalla strage di
Tessalonica, <b>Teodosio vieta</b> i <b>Giochi Olimpici</b>, ponendo<b>
fine a una storia durata più di 1000 anni</b>. Interpretando i
Giochi olimpici come una festa pagana, Teodosio ne decise la
chiusura, influenzato da Ambrogio. A determinare tale decisione
contribuì anche l'ormai intollerabile livello di corruzione tra gli
atleti, che falsava le competizioni.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiViB_ZkhpeWeW2-aMBzWfvUoEHLc4KHNRbF6aOyKYGWFq6Sx4a4_i6Xc0DVZxpmOGGfb3l0mg_SxqicjM4tHmSNJF77wUhF0B1nq2mRqzfIwjTUaa2pOsDpDTCn_3cHai7dshDImNM3cjZ/s1600/croce+gemmata+Santa+Pudenziana.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="150" data-original-width="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiViB_ZkhpeWeW2-aMBzWfvUoEHLc4KHNRbF6aOyKYGWFq6Sx4a4_i6Xc0DVZxpmOGGfb3l0mg_SxqicjM4tHmSNJF77wUhF0B1nq2mRqzfIwjTUaa2pOsDpDTCn_3cHai7dshDImNM3cjZ/s1600/croce+gemmata+Santa+Pudenziana.JPG" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Croce gemmata nell'abside della<br />
basilica paleocristiana di Santa<br />
Pudenziana a Roma.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">croce</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">,
diventata il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">simbolo del culto cristiano dopo l'editto di Milano</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">,
emanato dagli imperatori Costantino e Licinio nel 313, si inizia a
trovare nelle chiese primitive: uno degli esempi più significativi è
la croce gemmata realizzata a mosaico (fine del IV - inizio del V
secolo), posta sopra il Calvario, nell'abside della basilica
paleocristiana di Santa Pudenziana in Roma. Nel mosaico, risalente a
circa il 390, è rappresentato Cristo in trono circondato dagli
apostoli (ne sono rimasti dieci, gli altri probabilmente sono
scomparsi con le ristrutturazioni cinquecentesche) e da due donne che
gli porgono una corona ciascuna, la cui identità è oggetto di
discussione: secondo alcuni sarebbero le sante Pudenziana e Prassede,
figlie di Pudente, secondo altri rappresenterebbero la "Chiesa"
e la "Sinagoga", cioè i templi dei cristiani e degli
ebrei. Solo la figura del Cristo ha l'aureola, e tiene in mano un
libro aperto sul quale campeggia l'iscrizione DOMINUS CONSERVATOR
ECCLESIAE PUDENTIANAE. Le figure si stagliano davanti a un'esedra
porticata, dietro la quale si intravede il profilo di una città, che
potrebbe essere identificata con Gerusalemme, di cui si
intravederebbero le chiese costruite da Costantino I. Questa
interpretazione è resa plausibile dalla presenza, al centro del
mosaico, di una croce ricoperta di gemme che, secondo la tradizione,
sarebbe stata fatta erigere dall'imperatore Teodosio II nel 416 sul
Calvario, in ricordo, probabilmente di una miracolosa apparizione
della croce. Accanto alla Croce svettano in un cielo animato da
nuvolette rosacee e azzurre i quattro Viventi dell'Apocalisse
(l'angelo, il bue, il leone e l'aquila), una delle più antiche
rappresentazioni del Tetramorfo giunte sino a noi in sede
monumentale. Altri esempi di rappresentazioni di croci, poco più
tardi, sono quelli che troviamo nei mosaici che ornano l'arco
trionfale di Santa Maria Maggiore a Roma ed in quelli del Mausoleo di
Galla Placidia a Ravenna.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; font-weight: normal; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUIH1hxNqSlg-ZisxqbEZzuH-xp_9BU-ALQDF1GS-go1TZnK669zvpvUkXbULk-raprnOjb2o1E1xH5NH3J2ymRq0Y3KhrWz6hxZsy0Ys4EG9gPtEc-GsMeGXR6M-ysrPJMWUsGgiZ9wHR/s1600/antichi+romani+vestale+anziana+Emilia%252C+che+custodisce+il+fuoco+sacro+nel+tempio+di+Vesta.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="240" data-original-width="484" height="98" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUIH1hxNqSlg-ZisxqbEZzuH-xp_9BU-ALQDF1GS-go1TZnK669zvpvUkXbULk-raprnOjb2o1E1xH5NH3J2ymRq0Y3KhrWz6hxZsy0Ys4EG9gPtEc-GsMeGXR6M-ysrPJMWUsGgiZ9wHR/s200/antichi+romani+vestale+anziana+Emilia%252C+che+custodisce+il+fuoco+sacro+nel+tempio+di+Vesta.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rappresentazione della vestale Emilia<br />
che spegne il fuoco sacro.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="font-weight: normal;">
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 391</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">/</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">392</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
- Tra il 391 e il 392 furono emanati una serie di decreti (noti come
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">decreti teodosiani</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">) che </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">attuavano </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">in pieno l'</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">editto
di Tessalonica</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">: venne interdetto l'accesso ai templi pagani e
ribadita la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">proibizione</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> di qualsiasi forma di </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">culto che non
fosse il cristianesimo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> di </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">fede nicea</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, compresa
l'adorazione delle statue. Furono inoltre inasprite le pene
amministrative per i cristiani che si fossero riconvertiti al
paganesimo e, nel decreto emanato nel 392 da Costantinopoli,
l'immolazione di vittime nei </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">sacrifici</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> e la consultazione
delle viscere erano equiparati al delitto di (lesa) maestà, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">punibile
con la condanna a morte</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. I </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">templi</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> pagani furono oggetto di
sistematica </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">distruzione violenta</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> da parte di fanatici
cristiani e monaci appoggiati dai vescovi locali (in molti casi con
l'appoggio dell'esercito e delle locali autorità imperiali) che si
ritennero autorizzati dalle nuove leggi: si veda, per esempio, la
distruzione del tempio di Giove ad Apamea, a cui collaborò il
prefetto del pretorio per l'oriente, Materno Cinegio. L'inasprimento
della legislazione con i "decreti teodosiani" provocò
delle resistenze presso i pagani. Ad Alessandria d'Egitto il vescovo
Teofilo ottenne il permesso imperiale di trasformare in chiesa un
tempio di Dioniso, provocando una ribellione dei pagani, che si
asserragliarono nel Serapeo (che conteneva la famosa bibblioteca) e
compiendo violenze contro i cristiani. Quando la rivolta fu domata,
per rappresaglia il tempio di Dioniso fu distrutto. Teodosio durante
il suo regno fece coniare monete in cui era raffigurato nell'atto di
portare un labaro recante il Chrismon. </span></div>
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Da quei tempi, l'antica <b>religione delle divinità degli elementi</b> venne praticata di nascosto, nel "<i><b>pagus</b></i>" (selva o campagna) per cui da allora venne<b> chiamata pagana</b>.</span><br />
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Da allora,
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">nell'Impero Romano</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> non ci sarebbe </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">più stata libertà di
pensiero</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> e di </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">culto</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> al di fuori dell'ortodossia cristiana.
Per i successivi secoli, (e fino al presente) la Chiesa di Roma
manovrerà principi, re, imperatori e la totalità delle menti per
tenere a freno i suoi più acerrimi nemici: la verità, il sapere, la
conoscenza, la scienza e più in generale la cultura. La Chiesa di
Roma ostacolerà l'autodeterminazione personale e collettiva, il
diritto alle pari opportunità, cosa che d'altra parte hanno fatto e
fanno la maggioranza delle religioni, ma soprattutto le tre
monoteiste.</span></div>
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD26zW32I1IArPiUxgd6jxgiQlf7Bdkh_6onbHTwljVeLC78zCUxrH8n5gTRYRu5Ttm7QQ4LyUKDqPbkMnpipyVDKN1KQFeb0xtApp35WduOSNRmoAAPi8bQqUeqSMOSqjGIMOe-3W2rMB/s1600/romano+Impero+450+divisione+orient-occidente+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="315" data-original-width="400" height="157" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD26zW32I1IArPiUxgd6jxgiQlf7Bdkh_6onbHTwljVeLC78zCUxrH8n5gTRYRu5Ttm7QQ4LyUKDqPbkMnpipyVDKN1KQFeb0xtApp35WduOSNRmoAAPi8bQqUeqSMOSqjGIMOe-3W2rMB/s200/romano+Impero+450+divisione+orient-occidente+%25282%2529.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Divisione dell'impero romano in<br />
Occidentale e Orientale.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 395</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> -
Muore Teodosio I. </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Teodosio I</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> è stato </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">l'ultimo imperatore</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
a regnare su di un </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">impero unificato</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> e ha fatto del
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">cristianesimo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">religione unica e obbligatoria
</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">dell'Impero; per questo è stato chiamato Teodosio il Grande
dagli scrittori cristiani e dalle Chiese orientali è venerato come
santo (San Teodosio I il Grande, commemorato il 17 gennaio). Per
ragioni amministrative, l'Impero Romano si divide definitivamente fra
Impero Romano d'Occidente con imperatore Onorio, figlio di Teodosio I
e Impero Romano d'Oriente con imperatore Arcadio, altro figlio di
Teodosio I. La parte orientale dell'impero è ricca, grazie alle
produzioni di cereali dell'Egitto e dell'Africa nord-orientale, i
commerci della Siria, le produzioni agricolo-artigianali e
manufatturiere di Siria, penisola Anatolica e Greca; inoltre la
cultura, di stampo ellenistico, ha in </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Alessandria d'Egitto</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> il
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">centro</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> più </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">evoluto</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> del mondo conosciuto. La parte
occidentale ha come risorse agrarie solo la Sicilia e il nord Africa
centrale, mentre è continuamente minacciata da invasioni di
popolazioni Germaniche, dirottate a occidente dalle solide mura e
dalle politiche di Costantinopoli. Mentre aristocratici e notabili di
tradizione e formazione romana entrano nel tessuto amministrativo
della cristianità, le gerarchie e le formazioni dell'esercito sono
sempre più composte da esponenti di quelle popolazioni che
minacciano l'integrità dell'impero. Il pagamento dei loro servizi
nei territori di confine impoverisce progressivamente l'impero e
indebita sempre più un'amministrazione che non ha risorse. Per
questi motivi, l'</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">impero romano d'Oriente</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, che verrà poi
chiamato Bizantino dagli storici del XVI secolo, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">sopravviverà per
quasi mille anni</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> all'impero romano d'Occidente.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjab9PlgGQepTVOT9XBk1uaIU1K0V3LASznKTTLx00Zs37F0eYd67hYDxOa9_SXNemy3d4MJB9_aDX-UgRvEk-VlqfURgSBLSvAzKpuxJ_7IjzELKFXhghu8jMz12MjIxOwHZQc2X47Qm3N/s1600/ipazia+rappr..jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="354" data-original-width="567" height="124" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjab9PlgGQepTVOT9XBk1uaIU1K0V3LASznKTTLx00Zs37F0eYd67hYDxOa9_SXNemy3d4MJB9_aDX-UgRvEk-VlqfURgSBLSvAzKpuxJ_7IjzELKFXhghu8jMz12MjIxOwHZQc2X47Qm3N/s200/ipazia+rappr..jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rappresentazione di Ipazia<br />
d'Alessandria, da <a href="http://www.latinacittaaperta.info/2018/07/27/ipazia-di-alessandria/" target="_blank">http://www.latina<br />cittaaperta.info/2018/07/27/<br />ipazia-di-alessandria/</a></td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 415</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> -
Ad </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Alessandria</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> d'Egitto, il vescovo e patriarca d'Alessandria,
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Cirillo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, poi fatto santo e "dottore e padre della chiesa
universale" come Ambrogio di Milano, Giovanni Crisostomo e
Agostino d'Ippona, dopo avere disposto la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">distruzione del tempio
Serapeo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, che ospitava la famosa </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">biblioteca </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">contenente la
memoria delle scoperte del pensiero scientifico ellenistico (si parla
di 500.000 volumi), che fu data alle fiamme, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">ordina l'assassinio
di Ipazia</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, astronoma, matematica e filosofa. Ipazia d'Alessandria
era la geniale figlia del matematico Teone, sovrintendente della
biblioteca, nata nel 370 ed erede della Scuola Alessandrina.
Antesignana della scienza sperimentale, Ipazia concepì e realizzò
l'astrolabio, l'idroscopio e l'aerometro. Cirillo invece aveva
studiato per cinque anni, dal 394 al 399, nel monastero della
montagna della Nitria, nel deserto di San Marco, e lì era stato
ordinato Lettore (insegnante, autorizzato a tenere lezioni). In
questo monastero aveva stretto vincoli di amicizia con gran parte dei
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">monaci parabolani</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> di cui si servì per sterminare Ebrei,
cristiani Nestoriani e Novaziani oltre ai pagani; ed in particolar
modo legò a se Pietro il Lettore, a cui sedici anni dopo ordinò di
uccidere Ipazia, cosa che lui fece al grido di: "Questo dice
Agostino d'Ippona! La donna è immondizia! E anche tu, Ipazia
d'Alessandria, sei solo immondizia!".</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel 445</b> -
In luglio, l'imperatore <b>Valentiniano III </b>emana un <b>editto</b>
che contribuisce in maniera determinante all'<b>affermazione
</b>dell'autorità e del <b>primato della sede vescovile di Roma</b>
in Occidente. Questo editto, che non era valido nella parte orientale
dell'Impero, riconosceva pienamente il primato giurisdizionale del
papato, perché «Nulla deve essere fatto contro o senza l'autorità
della Chiesa romana». In molti casi, la politica degli imperatori
successivi si basò sul presupposto che l'unità dell'impero
richiedesse anche un'unità religiosa. Così Giustiniano impose
pesanti restrizioni a tutte le religioni non cristiane.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel 482</b> - <b>Pubblicazione</b>
dell'"<b>Henotikon</b>" da parte dell'imperatore romano d'Oriente
Zenone, l'«Atto di unione» promulgato nel 482 per mediare tra le
opposte visioni dei calcedoniani, che riconoscevano in Cristo due
nature, <b>umana e divina</b> (<b>difisisti</b>, da <i>phisis</i>, natura) e dei miafisiti
(<b>monofisisti</b>) che ne riconoscevano <b>solo una</b>, <b>divina</b>. Il Concilio di
Calcedonia del 451 aveva promulgato il credo calcedoniano e
condannato la posizione miafisita, ma i miafisiti erano ancora forti,
specie nelle province orientali dell'impero, e il Patriarca di
Alessandria, Pietro III Mongo, era miafisita. Sostenere i miafisiti
era stato uno degli errori dell'imperatore Basilisco (imperatore per
un breve periodo, dal 9 gennaio 475 all'agosto 476), in quanto il
popolo di Costantinopoli era calcedoniano, ma Zenone aveva bisogno
del sostegno delle province a maggioranza miafisita, Egitto, Siria,
Palestina e Asia Minore. Anche il Patriarca di Costantinopoli,
Acacio, era interessato a ridurre la distanza tra le posizioni delle
due fazioni avverse. Per queste ragioni Zenone promulgò, nel 482,
l'Henotikon, un documento elaborato con l'aiuto di Acacio e
indirizzato alle due fazioni in Egitto. L'editto presentava il credo
niceno-costantinopolitano come un simbolo, un'espressione di fede
finale e unitaria. Tutti gli altri simboli erano esclusi: Eutiche e
Nestorio erano chiaramente condannati con un anatema, mentre i dodici
capitoli di Cirillo di Alessandria erano accettati. L'insegnamento di
Calcedonia non era ripudiato esplicitamente, ma passato sotto
silenzio; Gesù Cristo era descritto come «l'unigenito Figlio di Dio
[...] uno e non due» e non c'era un riferimento esplicito alle due
nature. Il vescovo di Roma, <b>papa Felice III</b>, si rifiutò di accettare
il documento e <b>scomunicò Acacio</b> (484), dando inizio allo scisma
acaciano, ricomposto solo nel 519.</span><br />
<div style="font-weight: normal;">
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><br /></b></div>
<div style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel 484</b> - <b>Dopo</b>
l'emanazione, da parte dell'imperatore romano d'Oriente Zenone,
dell'"<b>Henotikon</b>", avviene uno <b>scisma</b>, detto
"acaciano", fra le <b>chiese cristiane</b>, d'oriente e
d'occidente. Prese il nome da Acacio, all'epoca patriarca di
Costantinopoli, che aveva ispirato l'"Henotikon" stesso, in
cui Gesù Cristo era descritto come «l'unigenito Figlio di Dio [...]
uno e non due» e non c'era un riferimento esplicito alle due nature,
come invece stabilito dal Concilio di Calcedonia del 451, dove era
stata condannata la posizione miafisita (solo una natura divina), ma
i miafisiti erano ancora forti, specie nelle province orientali
dell'impero. Il vescovo di Roma, <b>papa Felice III</b>, si rifiutò
di accettare il documento e <b>scomunicò Acacio</b>, provocando lo
<b>scisma</b> di Costantinopoli, che si ricomporrà nel 519, con
Giustino I imperatore d'Oriente. Può
essere considerato il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">primo scisma fra chiese cristiane</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">,
orientale ed occidentale. A metà del V secolo, mentre l'impero
romano d'Occidente si stava dissolvendo nella barbarizzazione
germanica, per l'agiato clero cristiano d'Oriente, divenne
improcrastinabile risolvere le </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">dispute teologiche sulla natura di
Cristo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Da tempo i teologi discutevano se Gesù possedesse
entrambe le nature, umana e divina, oppure solamente quella divina
e si interrogavano se le due nature fossero compresenti o distinte.
Nelle chiese d'oriente, influenzate dalle speculazioni filosofiche di
stampo ellenistico, la questione sollevava da tempo un profondo e
articolato dibattito. Le due massime chiese d'oriente erano quelle di
Antiochia, in Siria, e di Alessandria d'Egitto, entrambe sede di
patriarcato. I teologi di Antiochia, di scuola aristotelica,
mettevano in risalto l'umanità di Cristo e l'unione delle sue due
nature, rimaste integre in una sola persona. L'autonomia della natura
umana veniva accentuata fino a farla diventare un secondo soggetto
accanto al </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Logos</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Diversamente da loro, ad Alessandria, di
scuola platonica, si dava l'assoluta precedenza alla divinità di
Cristo. Il </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Logos</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> divino sarebbe stato l'unico vero centro di
azione in Cristo. I teologi di Alessandria non si riferivano mai a un
soggetto umano o a un distinto principio operativo. In Cristo vi era
la perfetta unità del Verbo nella carne: l‘uomo è il Verbo, ma il
Verbo in quanto unito a un corpo. I massimi esponenti della scuola
teologica alessandrina (</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Didaskaleion</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">) furono Clemente, Origene
e Atanasio. Sia la chiesa di Antiochia sia quella di Alessandria
accettarono le decisioni del Concilio di Nicea I (del 325), che aveva
affermato la consustanzialità, cioè la stessa natura, del Padre e
del Figlio. Nel concilio successivo, a Costantinopoli (381), cui
presero parte solo esponenti della Chiesa dell'Impero romano
d'Oriente, venne ribadita l'uguaglianza tra le divinità del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo. Nella prima metà del V secolo fu
patriarca di Alessandria, Cirillo (370-444), colui che ordinò il
femminicidio di Ipazia d'Alessandria. Durante la sua epoca si
sviluppò l'eresia nestoriana, teoria cristologica di matrice
antiochena. Cirillo fu il primo vescovo a denunciare gli errori del
nestorianesimo; fu l'estensore della lista delle 12 rinunce
(“anatemi”) che il papa di Roma Celestino I sottopose a Nestorio.
Fu la figura centrale del concilio di Efeso I del 431, che condannò
definitivamente il nestorianesimo come eresia. Il concilio di Efeso
però, aveva lasciato irrisolta una questione fondamentale: che tipo
di rapporto sussiste tra la natura umana e quella di Cristo dopo
l'incarnazione: sono tra loro subordinate, o sono fuse, ovvero
separate? Uno dei discepoli di Cirillo, il monaco Eutiche, provò a
dare una risposta. Eutiche viveva a Costantinopoli come
rappresentante diplomatico della chiesa di Alessandria. Nella
capitale bizantina era anche padre superiore di un importante
convento di monaci. Nella sua prova di risposta, Eutiche affermò che
in Cristo, dopo l'incarnazione la natura umana è stata assorbita
completamente da quella divina. La divinità avrebbe accolto
l'umanità "come il mare accoglie una goccia d'acqua".
Contro Eutiche si pronunciarono i patriarchi di Costantinopoli e di
Antiochia e il papa di Roma. A suo favore si schierò invece Cirillo,
che però morì pochi anni dopo. Per dirimere la questione, fu
comunque convocato il concilio di Efeso II che si tenne nel 449; gli
alessandrini, rappresentati dal loro papa (il titolo del loro
patriarca) Dioscoro I, uscirono vincitori: il sinodo confermò
l'ortodossia della teoria di Eutiche, definita “</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">monofisismo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">”,
cioè una natura, quella divina.</span></div>
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmL18BEdFtT8j1tXMqX0Pk2rx9GUXR_1Kk7C4OsiYWknk5QMlfX0Ob5c3h8uzje9mtfXQBZAHZlXyh82TanbESpGeO1KQfB6eq3Y5kxdD94Xp81Bj4poBrgrNoTmQw9CDfr45GLO0Gko0Y/s1600/Regni+Merovingi.bmp" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1541" data-original-width="1041" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmL18BEdFtT8j1tXMqX0Pk2rx9GUXR_1Kk7C4OsiYWknk5QMlfX0Ob5c3h8uzje9mtfXQBZAHZlXyh82TanbESpGeO1KQfB6eq3Y5kxdD94Xp81Bj4poBrgrNoTmQw9CDfr45GLO0Gko0Y/s200/Regni+Merovingi.bmp" width="135" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I quattro regni merovingi<br />
alla morte di Clovis I, da<br />
"Il Santo Graal", 1982<br />
ed. Mondadori.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 496</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> -
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Conversione </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">dei </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Franchi</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> al </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">cattolicesimo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. I
Franchi, insediati nel nord di quella che divenne la Francia,
mantennero per qualche tempo la loro lingua ed i loro costumi
germanici; tuttavia, a causa della loro scelta religiosa, il
cattolicesimo, (con la conversione ed il battesimo di Clodoveo, il
primo re della stirpe reale chiamata merovingia, da Meroveo, il nome
del padre e del nonno) divennero gli alleati naturali della Chiesa di
Roma e si fecero passare di buon grado per il braccio secolare della
“vera fede”. Durante il battesimo di Clovis, il vescovo di Reims,
Remigio, gli intimò: "Fiero Sigambro, brucia ciò che hai
adorato e adora ciò che hai bruciato!", in quanto il termine
Sigambro evocava ancora il significato di valoroso guerriero
germanico. Nel 496, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">la Chiesa di Roma era in una situazione
precaria</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> e durante il V secolo la sua stessa esistenza era stata
gravemente minacciata. Per gran parte del V secolo, tutte o quasi
tutte le </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">diocesi dell'Europa occidentale</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> furono </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">ariane</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
o </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">vacanti</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Se la Chiesa di Roma voleva sopravvivere e
affermare la propria autorità, le era necessario l'appoggio di un
campione, un potentissimo personaggio laico che la rappresentasse.
Nel 486 Clodoveo aveva già esteso notevolmente i domìni merovingi,
partendo dalle Ardenne per annettersi numerosi regni e principati
confinanti. Molte città importanti - ad esempio Troyes, Reims e
Amiens - furono così incorporate nel suo regno. In meno di un
decennio apparve evidente che Clodoveo era ormai avviato a diventare
il sovrano più potente dell'Europa occidentale. Secondo la
tradizione, la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">conversione di Clodoveo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> fu improvvisa e
inaspettata, e si compì </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">grazie alla moglie</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> del re, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Clotilde</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">,
fervida devota di Roma, che sembra assillasse il marito fino a quando
questi accettò la sua fede e che in seguito fu canonizzata per
questi meriti. Secondo i documenti del Priorato di Sion, Maria
Maddalena (Mariamne Migdal-Eder Principessa della Tribù di
Beniamino) ha sposato nel 26, a Tabgha in Galilea, in seconde nozze
poiché rimasta vedova, Gesù (Yeshuah Ben Yossef), figlio di Yossef
(a sua volta figlio di Jacob) e di Myriam Principessa della Tribù di
Giuda Bat Héli (figlia di Héli), nato l' 1 MAR a Bethléem e morto
nel 33 a Jérusalem. Loro figli sono stati Sarah-Damaris Principessa
della Tribù di Giuda Bat Yeshuah, nata nel 27 e Yeshuah-Joseph Yuz
Asaf Jésus le cadet, Joseph Harama Théo du Graal Ben Yeshuah, nato
nel 33 in Giudea e morto nel 120 a Sringar, in Cachemire. Da
quest'ultimo, attraverso vari "re pescatori", discendeva
Clothilde (Santa Clotilde) dei Burgundi di Borgogna, nata nel 475 in
Burgundia e morta il 3 giugno 545 nel monastero di St. Martin a
Tours, in Francia, figlia di Chilperico II di Borgogna e di Agrippina
di Narbonne. Nel 493 Clothilde ha sposato Clovis I di Francia, figlio
di Childérico I di Francia e di Basine Di Turingia, nato nell'ago.
466 a Tournai e morto il 27 nov. 511 a Paris, Seine. Si sa che nel
496 vi furono numerosi incontri segreti tra Clodoveo e san Remigio.
Subito dopo, fu ratificato un accordo tra il re e la chiesa di Roma.
Per quest'ultima, l'accordo rappresentava un grande trionfo politico.
Avrebbe assicurato la sua sopravvivenza e la posizione di suprema
autorità spirituale dell'Occidente. Avrebbe </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">consolidato la
posizione di Roma</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, alla </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">pari con quella di Costantinopoli</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
e Clodoveo sarebbe stato colui che avrebbe realizzato tutto questo,
la spada della Chiesa di Roma. In cambio, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Clodoveo </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">ricevette
il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">titolo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> di «</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Novus Costantinus</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">». II patto tra
Clodoveo e la chiesa ebbe</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> conseguenze enormi per la cristianità</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">.
E non solo per la cristianità di quel tempo, ma per tutto il
millennio successivo. Il battesimo di Clodoveo segnò la</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> nascita
di un nuovo impero romano</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">: un impero cristiano </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">basato sulla
Chiesa di Roma</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> e </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">amministrato</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, a livello laico, dalla
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">stirpe merovingia</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. In altre parole, venne stretto un vincolo
indissolubile tra Chiesa e Stato, ognuno dei quali giurava all'altro
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">fedeltà perpetua</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. A ratifica di questo vincolo, nel 496
Clodoveo si fece battezzare da san Remigio a Reims. Al momento
culminante della cerimonia, san Remigio pronunciò le famose parole:
</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Mitis depone colla, Sicamber, adora quod incendisti, incendi quod
adorasti</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. (China umilmente la testa, o Sicambro, adora ciò che
bruciavi, e brucia ciò che adoravi.). È importante notare che il
battesimo di Clodoveo non fu un'incoronazione, contrariamente a
quanto talvolta sostengono gli storici. La Chiesa non nominò re
Clodoveo. Clodoveo era già re, e la Chiesa non poteva far altro che
riconoscerlo. E così facendo, si legò ufficialmente non soltanto a
Clodoveo, ma anche ai suoi successori: non a un individuo, ma a una
stirpe. Sotto questo aspetto, il patto ricorda l'alleanza che,
nell'Antico Testamento, Dio stringe con re Davide: un patto che può
venire modificato, come nel caso di Salomone, ma non revocato,
infranto o tradito. E i Merovingi non persero mai di vista questo
parallelo. Per il resto della sua vita, Clodoveo realizzò quanto la
Chiesa si attendeva da lui. Con efficienza irresistibile, la fede fu
imposta con la spada; e con la sanzione, e il mandato spirituale
della Chiesa, il regno franco estese i suoi domini a est e a sud,
abbracciando gran parte dell'odierna Francia e dell'odierna Germania.
Fra i numerosi avversari di Clodoveo i più importanti furono i</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">
Visigoti</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, che </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">avevano abbracciato</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> l'</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">eresia ariana</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">.
Contro l'Impero visigoto, situato nell'odierna Spagna e, a nord, a
cavallo dei Pirenei ed esteso fino a Tolosa, Clodoveo condusse le sue
campagne più assidue e organizzate.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel 527</b> -
Tutti gli <b>eretici</b> e i <b>pagani</b> <b>persero</b> le <b>cariche
statali</b>, i titoli onorifici, l'abilitazione all'<b>insegnamento</b>
e gli <b>stipendi pubblici</b>.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY1zonojdGvq4sMWgDgVBPjg-mmFhHNy4alFGKtj-IOOg8YR5Hj7tjKkUA-h7Nd90dBC3EsBAEfxflp3eLDYz2zChZao_QXxR4TF1yL8OeHSlNg405946phuDpVmJ9dZwH3RA-XwWfaV9Z/s1600/Scuola_di_atene+di+raffaello.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="956" data-original-width="1400" height="136" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY1zonojdGvq4sMWgDgVBPjg-mmFhHNy4alFGKtj-IOOg8YR5Hj7tjKkUA-h7Nd90dBC3EsBAEfxflp3eLDYz2zChZao_QXxR4TF1yL8OeHSlNg405946phuDpVmJ9dZwH3RA-XwWfaV9Z/s200/Scuola_di_atene+di+raffaello.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Raffaello Sanzio:<br />
"La scuola di Atene.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 529</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> -
Fu imposta di fatto la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">chiusura </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">della </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">scuola filosofica di
Atene</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, ultimo centro di eccellenza ancora attivo della cultura
ellenistica mentre a Costantinopoli e in Asia Minore i</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> pagani</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">,
ancora numerosi, furono </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">costretti al battesimo</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5_jbsRucoPNen9Webo3OTFHgByIvSJjvAo7xps_PJHebvCtpSSj4Naxozrs3ZFrWmbpZynfdZzV_ixjvWXuqAws6SmHGVyDKvh1hekadnITcLcRPedvx4wZqyhKeURlfxecnoDfTk4wF2/s1600/giustiniano+Justinianus_I_-_Basilica_San_Vitale_%2528Ravenna%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="299" data-original-width="216" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5_jbsRucoPNen9Webo3OTFHgByIvSJjvAo7xps_PJHebvCtpSSj4Naxozrs3ZFrWmbpZynfdZzV_ixjvWXuqAws6SmHGVyDKvh1hekadnITcLcRPedvx4wZqyhKeURlfxecnoDfTk4wF2/s200/giustiniano+Justinianus_I_-_Basilica_San_Vitale_%2528Ravenna%2529.jpg" width="144" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mosaico con Giustiniano<br />
nella chiesa di S. Vitale<br />
a Ravenna.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 545</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> -
L'imperatore romano orientale Giustiniano, in qualità di Pontefice
Massimo, poichè da Costantino in poi, l'imperatore era il capo della
chiesa cristiana, emana l'</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Editto</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">contro</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> i "</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Tre
Capitoli</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">" che provocherà lo </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">scisma</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> della cristianità
dell'</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Italia settentrionale e nord-orientale</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Con scisma
tricapitolino (o Scisma dei Tre Capitoli, in greco </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">trîa
kephálaia</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">) si indica una divisione all’interno della Chiesa
avvenuta tra i secoli VI e VII, causata da un folto gruppo di
vescovi, per lo più occidentali, che interruppero le relazioni con
gli altri vescovi e con il papa, rifiutando le decisioni del Concilio
di Costantinopoli II del 553. L'imperatore romano orientale
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Giustianiano I</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> (527-565), </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">per salvaguardare l'unità
dell'impero romano d'Oriente</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> nel suo disegno di espansione
dell'egemonia sui paesi dell'area mediterranea, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">cercò di
ingraziarsi gli eretici monofisiti</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> (numerosi e con molti agganci
politici, compresa l'imperatrice Teodora, alla corte di
Costantinopoli). Le tesi monofisiste, che racchiudevano in un'unica
natura la divinità e l'umanità di Cristo, vennero condannate dal
concilio di Calcedonia (451), ma l'imperatore, poiché non avrebbe
potuto rigettare un concilio ecumenico già celebrato un secolo prima
e riconosciuto da gran parte delle Chiese, decise di condannare
alcuni teologi del passato, assertori di teorie difisiste sospettate
di nestorianesimo, che a Calcedonia avevano goduto di grande
autorevolezza. Con il termine nestorianesimo si intende la dottrina
cristologica attribuita al vescovo di Costantinopoli Nestorio
(381-451) e alla Chiesa cristiana afferente alla sua figura religiosa
che afferma la totale separazione delle due nature del Cristo, quella
divina e quella umana", negandone l'unione ipostatica. Afferma
pure che Maria ha generato l'uomo Gesù, e non Dio, per cui rifiuta a
Maria il titolo di «Madre di Dio» (</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Theotókos</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">),
riconoscendola solo come "Madre di Cristo" (</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Christotókos</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">),
e afferma che colui che fu nato da Maria era solo un uomo in cui Dio
poi discese come discese nei profeti. Riconosce la presenza in
Cristo, piuttosto che di due nature, di due persone (Dio e uomo),
unite dal punto di vista "morale" più che sostanziale.
L'umanità, il corpo di Gesù sarebbe stata una sorta di "tempio
dello Spirito", in cui era accolta la divinità. Tale dottrina
fu condannata dal Concilio di Efeso del 431, che insegnò come dogma
della Chiesa l'applicazione a Maria della descrizione </span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Theotókos</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">.
Il concilio fu perciò rigettato da quei cristiani che poi venivano
chiamati nestoriani e in particolare da quelli dell'Impero persiano,
che vivevano ad est dell'Impero romano, nella Chiesa
d'Oriente.Pertanto, con un editto imperiale intorno all'anno 545,
Giustiniano condannò come eretici:</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- la persona e
tutti gli scritti del teologo antiocheno Teodoro di Mopsuestia (morto
intorno al 428),
</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- gli scritti di
Teodoreto di Cirro (morto nel 457) contro il patriarca di Alessandria
Cirillo,
</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- una lettera di
Iba di Edessa (morto nel 457) a difesa dello stesso Teodoro. Questi
scritti, raccolti appunto in tre "capitoli", venivano
considerati di tendenza nestoriana poiché negavano valore
all'attribuzione <i>Theotokos</i> (Madre di Dio) a Maria e
sembravano eccessivi nella difesa della duplice natura del Cristo.
Teodoro, inoltre, era considerato il maestro di Nestorio e nei suoi
scritti tendeva a giustapporre le due nature, senza riuscire a
spiegare, in maniera soddisfacente, come potessero coesistere nella
stessa persona. Teodoreto e Iba avevano già, col tempo, anatemizzato
Nestorio, per cui Giustiniano evitò di condannarli in toto. Da
notare che erano tutti e tre esponenti della scuola teologica di
Antiochia, ed erano morti da tempo. La confutazione dei "Tre
Capitoli" era stata preparata da Teodoro Askida, vescovo di
Cesarea. Il vescovo africano Facondo di Ermiane, contrario alla
condanna, pubblicò la Difesa dei Tre Capitoli esponendo in modo
circostanziato i motivi della sua contrarietà. Giustiniano convocò
anche un concilio ecumenico, il secondo Costantinopolitano, aperto il
5 maggio 553, in modo che l'assemblea dei vescovi recepisse l'editto
e desse alla condanna dei tre teologi un valore ancora maggiore. Gran
parte dei patriarchi e vescovi orientali accettò la cosa senza
grandi reazioni. Più difficile era <b>ottenere</b> l'<b>assenso</b>
del <b>papa romano</b>, Vigilio, che venne <b>trasferito a forza</b>
a Costantinopoli, fu imprigionato, e dopo vari tentennamenti firmò
la condanna dei Tre Capitoli (8 dicembre 553). Molti vescovi
dell'Italia Settentrionale, della Gallia e del Norico, non
accettarono l'imposizione del concilio voluto da Giustiniano, anche
perché già durante il concilio di Calcedonia, nel 451, i teologi
antiocheni erano stati riammessi nelle loro sedi e la vicenda doveva
essere chiusa. Pertanto, questi vescovi non si considerarono più in
comunione con gli altri vescovi che avevano accettato supinamente la
cosa. Tra questi "ribelli" all'autorità imperiale e
conciliare c’erano i vescovi delle province ecclesiastiche di
Milano, Ansano e di Aquileia, Macedonio. Il loro dissenso si acuì
ulteriormente ai tempi del successore di papa Vigilio, papa Pelagio I
(556 - 561), il quale, dopo tentativi di chiarimento e persuasione,
invitò Narsete a ridurre lo scisma con la forza. Narsete non volle
però obbedire alla richiesta del papa. Frattanto la Chiesa di
Aquileia si era resa gerarchicamente indipendente ed il suo vescovo
Paolino I (557 -569) fu nominato Patriarca dai suoi suffraganei (568:
patriarcato autonomo) per sottolineare la propria autonomia. Nel 568
i Longobardi iniziano l'invasione del Nord Italia. Il patriarca
Paolino trasferì la sua sede e le reliquie alla città di Grado
(Aquileia Nova), rimasta bizantina finché nel 606 il Patriarcato di
Aquileia si divise in due sedi: Aquileia e Grado. Il territorio
ecclesiastico era suddiviso in diocesi, governate da un vescovo
(episcopus) e corrispondenti grosso modo ai municipia amministrativi
romani. Più diocesi erano "suffraganee" (dipendenti) di
una sede "metropolitica". Le “metropoli” nel nord
Italia furono inizialmente Milano ed Aquileia, cui si aggiunse
Ravenna nel V secolo, in quanto sede imperiale in tale periodo. I
metropoliti vennero chiamati “arcivescovi” (“archiepiscopi”)
e le sedi metropolitiche “arcidiocesi”; alcuni metropoliti, nelle
sedi più importanti, presero il titolo di “Patriarchi” (ad
Alessandria, Antiochia, Costantinopoli, Aquileia), mentre quello di
Roma, ma non solo lui, ad un certo punto iniziò a chiamarsi “Papa”.
Da Milano dipendevano non soltanto l’Italia nord occidentale, ma
anche terre transalpine, come ad esempio, la diocesi di Coira
(l'antica Curia e attuale Chur, capitale del Canton Grigioni
svizzero) e la provincia ecclesiastica di Aquileia, che oltre a
comprendere l’Italia del nord Est, si spingeva addirittura nella
<i>Raetia secunda</i> (Baviera), nel Norico (Austria) e nei Balcani,
fino alla Pannonia (Ungheria). Così, sia per la sua vastità che per
la sua importanza, divenne un patriarcato. Ad Aquileia venne
nominato il patriarca Giovanni, tricapitolino, con il sostegno dei
Longobardi (come il duca del Friuli, Gisulfo II); a Grado, alla cui
sede venne riservata la giurisdizione sui territori di dominazione
bizantina, fu nominato il patriarca Candidiano, cattolico, sostenuto
dall'esarca bizantino Smaragdo). La Chiesa scismatica tricapitolina,
come aveva ribadito un sinodo convocato a Grado nel 579 dal patriarca
Elia, rimaneva rigorosamente calcedoniana: manteneva il credo
niceno-costantinopolitano, non professava alcuna eresia cristologica
(anzi era decisamente anti-monofisita e anti-monotelita, come
prevedibile) e venerava Maria "madre di Dio" a differenza
dei Nestoriani. La Chiesa scismatica di Aquileia non riconobbe più
l'autorità del papa perché contestò vigorosamente, fino alla
rottura, l'atteggiamento che riteneva ondivago del papato nella
questione dei tre teologi condannati, in quanto, secondo essa, non
contrastava adeguatamente l'ingerenza del potere dell'imperatore
bizantino nelle questioni dottrinarie e, inoltre, i tricapitolini non
ritenevano necessaria tale condanna perché i teologi antiocheni
avevano accettato la cristologia espressa dal concilio di Calcedonia.
L'arcidiocesi di Milano, che inizialmente faceva parte del gruppo che
aveva rifiutato con sdegno la condanna dei tre teologi antiocheni,
tornò però presto in comunione con l'ortodossia romana e
greco-orientale: l'arcivescovo Onorato, incalzato dall'invasione
longobarda intorno all'anno 570, si trasferì con il clero maggiore a
Genova (ancora città bizantina) e rientrò in piena comunione con
Roma e con Bisanzio. Il clero minore milanese, rimasto sul territorio
diocesano, che dal 568 era sotto la dominazione longobarda, rimase
prevalentemente tricapitolino ancora per diversi anni. Le altre
diocesi dipendenti dal metropolita di Aquileia (dei due, quello che
aveva la sua sede proprio ad Aquileia longobarda) rimasero
scismatiche. In particolare la diocesi di Como, il cui vescovo
sant'Abbondio aveva avuto un ruolo diplomatico importante proprio
durante la preparazione del concilio di Calcedonia, recise il
rapporto di dipendenza dall'arcidiocesi di Milano e Como divenne
suffraganea di Aquileia. La diocesi comense venera ancora oggi, con
il titolo di santo, un vescovo, Agrippino (vescovo dal 607 al 617),
che si mantenne in modo intransigente su posizioni scismatiche in
opposizione anche alla sede romana. I fatti che condussero alla
<b>conclusione dello scisma</b> furono determinati dalle<b> lotte di
potere tra i clan longobardi</b>. Nella definitiva battaglia di
Coronate (oggi Cornate d'Adda), avvenuta nel 689, il re longobardo
Cuniperto, cattolico, sbaragliò il duca Alachis, ariano, che
capeggiava un fronte d'insorti dell'Austria longobarda (l'Italia
nord-orientale), tra i quali c'erano anche molti aderenti allo scisma
tricapitolino. Con la <b>vittoria di Coronate</b>, l'<b>elemento</b>
"<b>cattolico</b>" <b>si impose</b> definitivamente non
solo sui Longobardi, che si professavano ariani, ma anche sui
dissidenti, che ancora restavano fedeli allo scisma dei Tre Capitoli.
Il consolidamento anche nell'Italia settentrionale, dopo che nel
resto dell'Europa, di un <b>cattolicesimo saldamente unito alla sede
romana</b> fu propiziato dall'opera missionaria dell'abate irlandese
<b>san Colombano</b>, fondatore nel 614 dell'abbazia di San Colombano
a <b>Bobbio</b>, territorio donatogli dai sovrani longobardi Agilulfo
e Teodolinda; Colombano riprese il simbolo del trifoglio, già
utilizzato anche da san Patrizio, per descrivere la Trinità, ma
anche per contribuire al dialogo fra i territori extra-bizantini ed
il papato di Gregorio I e successori. Nel 698 Cuniperto convocò un
sinodo a Pavia in cui i vescovi cattolici e tricapitolini, tra cui
Pietro I, Patriarca di Aquileia, ricomposero "nello spirito di
Calcedonia" la loro comunione dottrinaria e gerarchica. In molti
casi, la politica degli imperatori romano-orientali si basò sul
presupposto che <b>l'unità dell'impero richiedesse </b>anche
un'<b>unità religiosa</b>. Così Giustiniano impose pesanti
restrizioni a tutte le religioni non cristiane.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZSgqQUIlBO0DlN16gJu0orroD9pTsqOXxjuEsVWqPJLgosRw9DNCMbmb_lMM8TdsDWsdiQ1YaxN4WsaM_0reI6RPxX8k1G_1UzIDjnqNz0apmTCiwWX3K_MQDUt1WZn2vQQ1TzoYGs6Vm/s1600/Papa_Gregory_I.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="338" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZSgqQUIlBO0DlN16gJu0orroD9pTsqOXxjuEsVWqPJLgosRw9DNCMbmb_lMM8TdsDWsdiQ1YaxN4WsaM_0reI6RPxX8k1G_1UzIDjnqNz0apmTCiwWX3K_MQDUt1WZn2vQQ1TzoYGs6Vm/s200/Papa_Gregory_I.jpg" width="140" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Papa Gregorio I Magno,<br />
da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Gregorio_I#/media/File:Pope_Gregory_I.jpg" target="_blank">https://it.wikipedia.org/<br />wiki/Papa_Gregorio_I#/<br />media/File:Pope_Grego<br />ry_I.jpg</a></td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 590</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> -
Inizia il pontificato di </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Gregorio Magno</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, durante il quale i
Longobardi, divisi fra cristiani di fede ariana e pagani, si
convertiranno al cattolicesimo. Il romano, di fatto e di cultura,
Gregorio, si sente suddito dell'imperatore d'oriente, ma deve
difendere e tutelare il territorio di Roma dall'invasione longobarda
da solo, poichè l'impero costantinopolitano ha problemi di maggiore
e più vicina entità con la Persia. Gregorio si erge quindi come</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">
tutore dell'integrità della cristianità occidentale</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Nonostante
lo scisma tricapitolino, è proprio in questa fase che si intenderà,
per Europa, l'insieme della cristianità nei territori barbarizzati
dell'ex impero romano d'occidente. Sarà un'Europa sempre più
Germanizzata. Popolazioni Germaniche domineranno la Francia,
l'Inghilterra, Belgio, Olanda oltre a Germania (con la Prussia nei
territori russi), Scandinavia, Austria, Svizzera oltre a una vera e
propria mescolanza con le popolazioni della Romania e della Russia
(dove le aristocrazie erano di ceppo germanico) e mediterranee,
invase e occupate per secoli, Italia per prima oltre all'area
balcanica, i territori iberici e il nord-Africa.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel 625</b> -
Nell'Impero romano d'Oriente, l'<b>imperatore</b> Eraclio I<b>
sostituisce</b> il <b>latino</b>, lingua ufficiale dell'impero, col<b>
greco</b>.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Dal 726</b> -
<b>Leone III </b>Isaurico <b>proibisce</b> il culto delle <b>immagini
sacre</b>. Leone III Isaurico (675 circa - 18 giugno 741) è stato
Basileus dei Romei (Imperatore d'Oriente) dal 25 marzo 717 sino alla
sua morte del 741. Durante il periodo di regno introdusse numerose
riforme fiscali, trasformò i servi della gleba in una classe di
piccoli proprietari terrieri e introdusse nuove norme di diritto
della navigazione e di famiglia, non senza sollevare molte critiche
da parte dei nobili e dell'alto clero. Proibì il culto delle
immagini sacre, con due editti distinti nel 726 e 730, e nel 726
promulgò un codice di leggi, l'Ecloga, una selezione delle più
importanti norme di diritto privato e penale vigenti. L'Ecloga, pur
rifacendosi al diritto romano e in particolare al Codice di
Giustiniano, apportò alcune modifiche sostanziali quali un
ampliamento dei diritti delle donne e dei bambini, la
disincentivazione del divorzio, la proibizione dell'aborto e
l'introduzione di mutilazioni corporali (taglio del naso, delle mani
ecc.) come pene. Queste riforme aggiornavano il diritto bizantino
alla situazione dell'epoca, che era cambiata rispetto a quella di
Giustiniano e rendevano le leggi più accessibili dato che i libri di
Giustiniano erano troppo vasti e difficilmente consultabili. Poi
Leone III iniziò a chiedersi se le calamità che affliggevano
l'Impero non fossero dovute alla collera divina e cercò di
conseguenza di ingraziarsi il Signore, imponendo il battesimo a Ebrei
e a Montanisti (nel 722). Constatando che queste prime leggi non
erano bastate a far finire le calamità (tra cui un'eruzione nel mar
Egeo), l'Imperatore iniziò a credere che il Signore fosse in collera
con i romano-orientali perché adoravano le icone religiose, cosa
contraria alle leggi di Mosé. L'opposizione alle immagini religiose
era già diventata piuttosto diffusa nelle regioni orientali,
influenzate dalla vicinanza con i musulmani, che vietavano
l'adorazione delle icone. Secondo Teofane l'Imperatore fu convinto ad
adottare la sua <b>politica iconoclastica</b> (distruzione delle
icone) da un tal Bezér, un cristiano che, fatto schiavo dai
musulmani, rinnegò la fede cristiana per passare a quella dei suoi
padroni e che, una volta liberato e trasferitosi a Costantinopoli,
riuscì a indurre nell'eresia l'Imperatore. Nel 726, su pressione dei
vescovi iconoclasti dell'Asia Minore e in seguito a un maremoto che
lo convinse ancora di più della correttezza della sua teoria
dell'ira divina, Leone III iniziò a battersi contro le immagini
religiose. Inizialmente tentò di predicare alla gente la necessità
di distruggere le immagini, successivamente decise di distruggere
un'icona religiosa raffigurante Cristo dalla porta del palazzo,
scatenando una rivolta sia nella capitale che nel tema Ellade.
L'esercito dell'Ellade mandò una flotta a Costantinopoli per deporre
Leone e porre sul trono l'usurpatore da loro scelto, un tal Cosma,
tuttavia durante una battaglia con la flotta imperiale (avvenuta il
18 aprile 727), la flotta ribelle venne distrutta dal fuoco greco e
l'usurpatore, catturato, venne condannato alla decapitazione. Nel
frattempo in Asia Minore gli Arabi assediarono Nicea ma non
riuscirono ad espugnarla, a dire di Teofane, per intercessione del
Signore. Gli Arabi si ritirarono quindi con ricco bottino.
L'Imperatore allora cercò di convincere il Patriarca di
Costantinopoli e il Papa ad accettare l'iconoclastia, ma tali
tentativi non ebbero effetto: entrambi infatti si mostrarono contrari
e quando, forse nel 727, Papa Gregorio II ricevette l'ordine di
vietare le icone religiose, (l'imperatore infatti, come Pontefice
Massimo esercitava sia il potere temporale che religioso) si oppose
strenuamente, ottenendo l'appoggio di buona parte delle truppe
bizantine nell'Esarcato, che si rivoltarono all'autorità imperiale.
Gli abitanti dell'Italia bizantina considerarono anche la possibilità
di nominare un usurpatore e mandare una flotta a Costantinopoli per
deporre l'Imperatore a loro dire eretico ma il Papa si oppose, un po'
perché sperava che l'Imperatore si ravvedesse, un po' perché
contava sull'aiuto dell'Imperatore per respingere i Longobardi. Le
truppe bizantine fedeli all'Imperatore tentarono di deporre il Papa e
di assassinarlo, ma tutti i loro tentativi non ebbero effetto a causa
dell'opposizione delle truppe romane che appoggiavano il Papa.
Scoppiò una rivolta anche a Ravenna, nel corso della quale venne
ucciso l'esarca Paolo: nel tentativo di vendicare l'esarca, fu
mandata dai Bizantini una flotta a Ravenna, che però non riuscì
nell'intento, subendo anzi una completa disfatta. Venne nominato
esarca Eutichio, il quale però a causa del mancato appoggio
dell'esercito, non poté instaurare l'iconoclastia in Italia e fallì
anche nel tentativo di assassinare il Papa. Cercando di approfittare
del caos in cui si trovava l'esarcato a causa della politica
iconoclastica dell'Imperatore, i Longobardi condotti dal loro re
Liutprando, invasero il territorio bizantino conquistando molte città
dell'esarcato e della pentapoli. Quindi, con l'editto del 730, Leone
ordinò la distruzione di tutte le icone religiose e
contemporaneamente convocò un <i>silentium</i> (un'assemblea) a cui
impose la promulgazione dell'editto. Di fronte all'insubordinazione
del patriarca Germano, contrario all'iconoclastia e che si rifiutava
di promulgare l'editto se non veniva convocato prima un concilio
ecumenico, Leone lo destituì e pose al suo posto un patriarca a lui
fedele, tal Anastasio. Il decreto venne ancora una volta respinto
dalla Chiesa di Roma e il nuovo Papa Gregorio III, nel novembre 731,
riunì un sinodo apposito per condannarne il comportamento. Al
Concilio, a cui parteciparono 93 vescovi, si stabilì la scomunica
per chi avesse osato distruggere le icone. Il Papa tentò di
persuadere l'Imperatore ad abbandonare la sua politica iconoclastica
ma i suoi vari messi non riuscirono nemmeno a raggiungere
Costantinopoli poiché arrestati prima di raggiungerla. Come
contromossa l'imperatore bizantino decise prima di inviare una flotta
in Italia per reprimere ogni resistenza nella penisola, ma questa
affondò e quindi, successivamente, confiscò le proprietà terriere
della Chiesa Romana in Sicilia e Calabria, danneggiandola
economicamente e decise inoltre di portare la Grecia ed il sud
dell'Italia sotto l'egida del Patriarca di Costantinopoli. Tali
misure non ebbero un grande effetto e l'esarca non poté comunque
applicare il decreto iconoclasta in Italia, anzi cercò di perseguire
una politica conciliante con il Pontefice. L'Italia bizantina si
trovava sempre più in difficoltà. Forse nel 732, Ravenna cadde
temporaneamente in mano longobarda e solo con l'aiuto di Venezia
l'esarca poté rientrare nella capitale dell'esarcato. Poi nel
739/740, Liutprando invase il ducato romano e si impadronì del
corridoio umbro che collegava Roma con Ravenna e fu solo per
l'autorità del Pontefice che rinunciò a queste sue conquiste.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nelle <b>fonti
papali </b>del VI-VII-VIII secolo l'Impero romano d'oriente era
definito "<i>Sancta Res Publica</i>" o "<i>Res Publica
Romanorum</i>": solo con la rottura dei rapporti tra Papa e
Imperatore d'Oriente in seguito all'Iconoclastia (a metà dell'VIII
secolo) coloro che venivano fino a poco tempo prima definiti "Romani"
divennero per la Chiesa di Roma "Greci" e la "<i>Res
Publica Romanorum</i>" si trasformò in "<i><b>Imperium
Graecorum</b></i>". Il papa, <b>patriarca latino di Roma</b>,
definendo l'impero romano d'oriente "impero dei greci", si
impadronisce della "romanità imperiale" e del potere di
poterla dispensare. Il patriarcato romano, secondario nella storia
della cristianità, si pone invece come centro della chiesa
"universale" o "cattolica" ed <b>erede
dell'impero romano</b>.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI6y-qCIQ8YIXr3AG4yZNARdPBYtHuEYku-r-I9aadjDf-oqE_dgD61I_X00-KNiaopTzrjpMnduk3z1tmR9I-SwV36xKvysW7bKKieInOsL_ItOGHBD5Mxuk8hZ55nuJYdB0OZiXvb7oj/s1600/medioevo+Corona+ferrea+Corona+d%2527Italia.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="488" data-original-width="800" height="121" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI6y-qCIQ8YIXr3AG4yZNARdPBYtHuEYku-r-I9aadjDf-oqE_dgD61I_X00-KNiaopTzrjpMnduk3z1tmR9I-SwV36xKvysW7bKKieInOsL_ItOGHBD5Mxuk8hZ55nuJYdB0OZiXvb7oj/s200/medioevo+Corona+ferrea+Corona+d%2527Italia.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Corona Ferrea dei Re d'Italia.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nell' 800</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> -
La notte di Natale, a Roma, tradendo il patto fatto con i merovingi,
papa Leone III incorona Carlo Magno imperatore del Sacro Romano
Impero, nuova entità politica erede, attraverso la romanità
cristiana, dell'impero romano d'occidente. Quella di </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Carlo Magno</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
come </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">imperatore del Sacro Romano Impero</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, è stata la più
famosa e </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">significativa incoronazione</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> della storia occidentale,
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">per la prima volta officiata dal papa</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> romano. Secondo
Eginardo, biografo del re dei Franchi, Carlo era assorto in preghiera
nella Basilica vaticana quando, inaspettatamente, il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">papa</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
Leone III </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">cinse il suo capo con una corona</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, mentre il popolo
lo acclamò per tre volte con la formula "A Carlo augusto,
coronato da Dio, grande e pacifico imperatore dei Romani, vita e
vittoria!". Carlo stesso, al titolo di re dei Franchi, aggiunse
quello di "</span><i style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Augustus Imperator Romanorum gubernans Imperium</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">",
conferitogli da papa Leone III durante l'incoronazione. Si è
trattato di un evento storico di portata eccezionale, visto che
questa è stata la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">prima incoronazione imperiale</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> celebratasi
in Europa occidentale dalla deposizione di Romolo Augusto con la
rappresentazione dei </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">due poteri universali</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> nel nuovo assetto
euro-occidentale in cui il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">potere politico</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> è sancito dal
papa, il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">vescovo di Roma</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, che in tal modo si erge a garante
del </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">diritto divino</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> degli imperatori </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">cristiano-latini</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">,
proiettandoli così nella </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">continuità dell'impero romano
occidentale</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, visto che nell'impero romano d'oriente dal 457
l'incoronazione imperiale è competenza del patriarca di
Costantinopoli.</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'aggettivo "</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Sacro</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">" nel
titolo del nuovo Sacro Romano Impero, oltre che manifestare il
diritto divino del regnante va a confermare il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">monopolio del
papato</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> romano sul </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">collegamento</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> fra la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">divinità</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> e
la cristianità "cattolica", che significa universale. Si
tratta di un episodio-chiave su cui gli studiosi ancora
s'interrogano, perché è proprio dalle modalità di quel rito che
derivarono i successivi </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">conflitti fra l'autorità papale e quella
imperiale</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. In ossequio a questo illustre precedente, le
successive incoronazioni imperiali furono tradizionalmente celebrate
dal </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">papa</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> secondo lo stesso rituale, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">il solo in grado di
sancire </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">in piena legittimità la </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">consacrazione degli
imperatori</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> del Sacro Romano Impero. Esso rappresentò un
fondamentale strumento di lotta nelle mani dei pontefici, che se ne
servirono per arginare le mire dei sovrani troppo ambiziosi, e fu un
costante terreno di trattativa politica fra le due massime autorità
dell'Europa medievale.</span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Nel 1.054</b> -
Scisma d'Oriente: la <b>Chiesa cristiana si scinde</b> in "<b>cattolica</b>"
a Roma e "<b>ortodossa</b>" a Costantinopoli. Nel 1.054 la
tradizionale estraneità tra la Chiesa occidentale che faceva
riferimento al Papa di Roma e la Chiesa orientale che faceva
riferimento al Patriarca di Costantinopoli era sfociata in uno
scisma. La figura di papa Leone IX resta legata al grande scisma. Nel
Concilio ecumenico di Costantinopoli dell'anno 381, sotto papa Damaso
I (che nel Concilio di Roma del 382 sancì il primato di Roma in
qualità di sede apostolica) era stato accettato il dogma che lo
Spirito Santo procede dal Padre attraverso il Figlio (in latino: ex
Patre procedit). Successivamente, la sola Chiesa di Roma aveva
celebrato un suo Concilio a Toledo, nell'anno 589 (sotto Papa Pelagio
II), nel quale questo dogma era stato modificato e si era stabilito
che lo Spirito Santo promana dal Padre e dal Figlio (in latino: ex
Patre <b>Filioque</b> procedit). Questa variazione non era stata
accettata dagli altri patriarcati, soprattutto da quello di
Costantinopoli, che intravvedeva in questo cambiamento una sorta di
negazione del monoteismo, mettendo sullo stesso piano il Padre e il
Figlio. Era iniziata, così, una disputa dottrinale all'interno del
mondo cristiano destinata a durare per molti secoli. Nel tempo,
sorsero diverse interpretazioni sul “filioque” deciso da Roma,
volte ad aumentarne l'autorevolezza. Alla metà del secolo XI, mentre
a Roma regnava Leone IX, a Costantinopoli era stato nominato
Patriarca Michele Cerulario. Va ricordato che, mentre il Papa di Roma
veniva eletto con il concorso di tante componenti (anche laiche, ma
con la preminenza di quelle ecclesiastiche), il Patriarca di
Costantinopoli veniva nominato direttamente dall'imperatore a cui
doveva rendere conto, la qual cosa poneva<b> il capo della Chiesa
d'Oriente in subordine rispetto all'imperatore</b>, così come era
stato l'<b>intento di Costantino I</b>, l'architetto della chiesa
cristiana. Michele Cerulario, sulla scorta della mai accolta
variazione del dogma sullo Spirito Santo, cominciò a contestare
tutte le innovazioni che Leone IX stava introducendo nelle regole
della Chiesa. Per contrastare la Chiesa di Roma in ogni modo, Michele
cominciò prima a contestare il celibato ecclesiastico, poi la
tonsura della barba, quindi la celebrazione dell'eucarestia con pane
azzimo. Leone IX inviò, allora, a Costantinopoli alcuni legati con
l'incarico di convincere i cristiani d'oriente a rimuovere le
contestazioni e ad accettare le nuove direttive che egli, in qualità
di Primate dei cinque patriarcati cristiani, riteneva suo diritto
impartire a tutti i cristiani, pena la scomunica del Patriarca
contenuta in una bolla già in possesso dei legati. Michele Cerulario
rifiutò l'invito del Papa e subì la scomunica, a seguito della
quale emanò, a sua volta, una scomunica verso i cristiani
d'occidente. Nel frattempo, Leone IX morì. Queste scomuniche
incrociate determinarono, dopo la sua morte, lo<b> scisma tra le due
Chiese, tuttora in essere</b>. Da allora in poi, la Chiesa cristiana
di Roma si definì "cattolica", cioè universale; quella di
Costantinopoli si definì "ortodossa", cioè fedele al
dogma del concilio di Nicea del 325.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEholSm1LGYAjbIkBtGVgWY_9t-N3Lm7hFHR6W8hOs-oVeIcgfXpcKp26Z-GsZMyDBhULVPaZsF5YAAjuYT_p9R1OXhUTaqqHax-7pLiTNGXN-Q5N5UXhgm_fhJjJ-U1ZfCTA9iBnpM6O2ti/s1600/innocenzo_iii.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="501" data-original-width="435" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEholSm1LGYAjbIkBtGVgWY_9t-N3Lm7hFHR6W8hOs-oVeIcgfXpcKp26Z-GsZMyDBhULVPaZsF5YAAjuYT_p9R1OXhUTaqqHax-7pLiTNGXN-Q5N5UXhgm_fhJjJ-U1ZfCTA9iBnpM6O2ti/s200/innocenzo_iii.jpg" width="173" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Papa Innocenzo III.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 1.198</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> -
Innocenzo III è eletto papa. Forse a proposito di nessun altro papa
si è parlato tanto di </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">teocrazia </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">quanto nei riguardi di
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Innocenzo III </b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">(Lotario dei conti di Segni, papa dal 1198 al
1216), ed a lui più che ad altri è stata fatta risalire la
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">responsabilità di atteggiamenti</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> troppo </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">superbi</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> o di
condanne ingiustificate delle autorità temporali. All'indomani della
propria elezione al soglio pontificio, nella sua prima enciclica
dell'agosto 1198, papa Innocenzo III vede la liberazione di
Gerusalemme come necessaria e indice così la quarta crociata, che
doveva essere diretta contro i musulmani in Terra santa ma che in
realtà si risolse nel saccheggio di Costantinopoli da parte
dell'esercito crociato, portando alla spartizione di quello che era
rimasto dell'Impero Romano d'Oriente (bizantino) e alla costituzione
da parte dei crociati dell'Impero Latino.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrVkWURtHwzYitJ7_iAn1ymHw6z-FjuikCzDgASKjKtZ5KJ-3UwHvlPawZnO4Pd7KWYuRKyQcki6JAb14g-HAW0RJ_p_XhJBD262xVnICQElnQXuzMfjrxgkrqwOmOsNAuHeQQnEI-K6Mu/s1600/INNOCENZO+IV.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="370" data-original-width="250" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrVkWURtHwzYitJ7_iAn1ymHw6z-FjuikCzDgASKjKtZ5KJ-3UwHvlPawZnO4Pd7KWYuRKyQcki6JAb14g-HAW0RJ_p_XhJBD262xVnICQElnQXuzMfjrxgkrqwOmOsNAuHeQQnEI-K6Mu/s200/INNOCENZO+IV.jpg" width="135" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Papa Innocenzo IV.</td></tr>
</tbody></table>
<b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Nel 1.243</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> -
Sinibaldo Fieschi dei Conti di Lavagna (1195 circa - 1254) è eletto
papa (il 180°) con il nome di Innocenzo IV. Se a proposito di
Innocenzo III si pensa alla teocrazia,</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> Innocenzo IV</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> fu il
</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">primo vero papa teocratico</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, e la sua preoccupazione eminente
fu quella religiosa; soltanto in funzione di questa si spiegano i
suoi gesti in campo politico. Solo dopo questa precisazione si può
inquadrare nei suoi giusti termini la concezione innocenziana del
potere spirituale e la sua teologia del primato papale; non
s'incontreranno novità dottrinali nel vero senso della parola, ma
un'inusitata energia nell'affermazione dei diritti della sede romana
ed una più consapevole dimostrazione delle basi che li giustificano.
Egli ribadì anzitutto l'idea che la preminenza del papa nella Chiesa
è fondata sul passo evangelico di Matteo, dato che esso consacrava
il posto del primo pontefice e giustificava tutte le prerogative che
vennero poi formulate a favore dei successori: «Il </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">primato della
sede apostolica</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, che Iddio ha stabilito, è provato dalle
testimonianze dei Vangeli e degli Apostoli; da esse derivano le
costituzioni canoniche che asseriscono concordemente che la Chiesa
romana è sopra le altre come maestra e madre»; «come uno solo è
il mediatore tra Dio e gli uomini, così Gesù Cristo volle che nella
sua Chiesa uno solo fosse il capo di tutti»; «Cristo mise a capo di
tutti uno solo che ordinò suo vicario in terra perché, come a lui
si piega ogni ginocchio, così a quello tutti ubbidiscano affinché
vi sia un solo ovile ed un solo pastore». </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Da qui in poi il papa è
il vicario</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> (colui che fa le veci di un suo superiore)</span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> di
Cristo stesso</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">.</span><br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="font-weight: normal;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.) clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-49141917939048374642019-10-19T03:36:00.002-07:002020-10-07T03:22:11.715-07:00Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYwAzSwoYnohq16KUBX0py6xaVpeei0_wbXP81XDNqfOnWYN31zpvzlSvTbtC_OT6ayEQGsEYN5PThJgZWOYRFr91Il0f0nar9QWNbHE0xngyh3_6vEW1wbdy_bRg1UWYf1OpxpHtw_vuP/s1600/copernico.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYwAzSwoYnohq16KUBX0py6xaVpeei0_wbXP81XDNqfOnWYN31zpvzlSvTbtC_OT6ayEQGsEYN5PThJgZWOYRFr91Il0f0nar9QWNbHE0xngyh3_6vEW1wbdy_bRg1UWYf1OpxpHtw_vuP/s200/copernico.jpg" width="157" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Niccolò Copernico.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.543</b> - Niccolò <b>Copernico</b> pubblica "<b>Delle rivoluzioni dei corpi celesti</b>", rivoluzionando le teorie astronomiche. Mikołaj Kopernik (in italiano Niccolò Copernico; Toruń, 1.473 - Frombork, 1.543) fu un astronomo, un ecclesiastico, un giurista, un governatore, un astrologo e un medico. Copernico è in genere considerato un polacco discendente da una famiglia di origini tedesche. La sua teoria, che propone il Sole al centro del sistema di orbite dei pianeti componenti il sistema solare, riprende quella greca di Aristarco di Samo dell'<b>eliocentrismo</b>, la teoria opposta al geocentrismo, che voleva invece la Terra al centro del sistema. Quindi non è merito suo l'idea, già espressa dai greci, ma la sua rigorosa dimostrazione tramite procedimenti di carattere matematico. Nel 1.542 Retico aveva pubblicato con il nome di Copernico un trattato di trigonometria (poi incluso nel secondo libro del "De revolutionibus") e di lì a poco Copernico finalmente acconsentì a pubblicare la sua opera sull'eliocentrismo, anche per effetto delle reazioni, talune favorevoli, altre negative, ma in genere tutte di grande interesse verso i suoi studi. Copernico, che era un ecclesiastico, aveva sempre temuto che la chiesa romana lo avrebbe punito per sue eventuali opere, così come successe poi a Galileo. Affidò così in tarda età il testo del "<b>De revolutionibus orbium caelestium</b>" al suo fraterno amico Tiedemann Giese, vescovo di Chelmno, perché lo consegnasse a Retico, che lo avrebbe fatto stampare a Norimberga. Vuole la leggenda che <b>Copernico ne abbia ricevuta la prima copia sul letto di morte</b> e taluno scrisse che, avendogliela alcuni amici messa fra le mani, lui incosciente, si sia risvegliato dal coma, abbia guardato il libro e, sorridendo, si sia spento.<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Nel
1.543 l'<b>impero ottomano</b> e la <b>Francia</b>, uniti
dall'<b>opposizione al dominio Asburgo</b>, diventano alleati. La
conquista francese di Nizza (1543) e della Corsica (1553) sarà
un'impresa comune delle forze di Francesco I e di Solimano, comandata
dagli ammiragli ottomani Khayr al-Din Barbarossa e Dragut. Un mese
prima l'artiglieria francese aveva sostenuto gli Ottomani durante
l'assedio di Esztergom. Dopo la successiva avanzata dei turchi, nel
1547 Ferdinando I d'Asburgo riconobbe ufficialmente il dominio
ottomano dell'Ungheria. Alla fine del regno di Solimano la
popolazione dell'Impero ammontava a 15 milioni di abitanti. L'<b>impero
ottomano era una notevole potenza navale</b>, controllava gran parte
del Mar Mediterraneo ed era una <b>parte significativa </b>e
soprattutto accettata dello <b>scacchiere europeo</b>.</div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel
1.544</b> - Si firma la <b>Pace di Crepy</b>. Il <b>fallimento</b> da
parte della <b>flotta Imperiale</b> nella conquista di Algeri, che
aveva l'obiettivo di <b>annientare le forze del colonnello Khayr
al-Din Barbarossa</b>, artefice delle scorrerie corsare nel
Mediterraneo in nome del Sultano, si presentò <b>agli occhi di
Francesco I </b>come una nuova <b>possibilità di innescare una
guerra </b>contro un Imperatore apparentemente indebolito e
frustrato. Cominciati nel luglio del 1542, gli scontri ebbero come
teatro i Paesi Bassi, il Piemonte, dove i francesi ottennero
l'importante vittoria di Ceresole Alba, e il Rossiglione. Dopo due
anni di battaglie convulse e sanguinose, intervallate da brevi tregue
per la disastrosa situazione finanziaria dei contendenti, Carlo V,
forte dell'alleanza con il re d'Inghilterra Enrico VIII, poté
conquistare il Lussemburgo e spingersi verso Parigi, mentre il
sovrano inglese assediava Boulogne: ciò indusse Francesco a chiedere
la cessazione delle ostilità, che terminarono ufficialmente con la
firma della <b>Pace di Crepy </b>nel settembre <b>1544</b>. Le mire
di espansione in Italia del sovrano francese così come quelle sulla
Borgogna dell'Imperatore poterono dirsi definitivamente concluse mentre subisce una distensione la crisi tra la <b>Lega</b> <b>di Smalcalda</b> e il
<b>Sacro Romano Impero</b> visto che la<b> Lega si ritrova senza</b> il <b>sostegno</b> del regno di <b>Francia</b>. </div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.545</b> - Inizia il <b>concilio di Trento</b>; durerà fino al 1.563 senza riuscire a ricomporre l'unità dei cristiani.<br />
<br />
<b>-</b> Pubblicazione del "<b>Trattato di Chirurgia</b>" di Ambroise Pare.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>Fissazione di un tasso di interesse legale</b> in Francia.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.546 </b>- <b>Carlo
V</b> (che era riuscito ad ottenere, sfruttando dei contrasti di
natura dinastica e territoriale, l'appoggio di Maurizio di Wettin,
cugino dell'Elettore di Sassonia Giovanni Federico) e <b>papa Paolo
III</b> <b>radunarono un esercito</b>, mentre i membri della Lega di
Smalcalda acuivano le loro divisioni, incapaci di unirsi in un
progetto di difesa comune come avevano originariamente previsto.
Nonostante l'imprevista defezione delle truppe papali, <b>Carlo entrò
in Germania</b> alla testa delle sue truppe nel 1546. Dopo aver
sottomesso Ulma e il Ducato del Württemberg e sconfitto l'Elettore
Palatino, si spinse fino in Sassonia alla ricerca dello scontro con
Giovanni Federico. Lo scontro decisivo si svolse a Mühlberg il 24
aprile 1547, dove l'imperatore sbaragliò l'esercito sassone e
catturò lo stesso elettore, ottenendone la sottomissione. Questo
segnò simbolicamente la <b>fine della Lega di Smalcalda</b>, il cui
ultimo rappresentante, Filippo d'Assia, rimasto solo nella sua
opposizione all'imperatore dopo la resa dell'alleato sassone, accettò
di firmare un atto di pace poco dopo. La Lega di Smalcalda si
dissolse ufficialmente dopo la resa di Filippo, ma nonostante la
vittoria militare, <b>Carlo V non riuscì mai</b> a <b>placare il
dissidio</b> che la <b>Riforma</b> aveva creato in seno alle terre
dell'Impero. </div>
<b><br /></b>
<b>-</b> Nel 1.546 <b>Fracastoro</b> ipotizza l'<b>esistenza dei microbi</b>. Il suo nome viene associato
principalmente allo studio del morbo gallico, cioè della <b>sifilide</b>,
la cui prima testimonianza risale agli ultimi anni del XV secolo, <b>introdotta</b> in Europa da coloro che
erano tornati da viaggi in <b>America</b>. Nato intorno al 1476 a
Verona, Fracastoro dal 1496 ha studiato all'università di Padova, dove si è
laureato in arti nel 1502 e dove ha conseguito il dottorato in
medicina nel 1505. Probabile compagno di studi di Copernico e allievo
di Pomponazzi, nell'ateneo patavino ha anche ricoperto l'incarico di
lettore (docente) di logica.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio7rjm7z43AWaKv0P8ggcirbHYTMRlTOzUZi6Iw4GL88j6YUx8ZyRXjGpEz7TTfiRWXdFaoDAqF-6ipIZyh3hu-Q9hhZ0K5rS9Me0JTeS2fUZZQw8Yejmi7Lm2M47dvLu5XfwSSUsIGqbh/s1600/FrancescoI.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="599" data-original-width="493" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio7rjm7z43AWaKv0P8ggcirbHYTMRlTOzUZi6Iw4GL88j6YUx8ZyRXjGpEz7TTfiRWXdFaoDAqF-6ipIZyh3hu-Q9hhZ0K5rS9Me0JTeS2fUZZQw8Yejmi7Lm2M47dvLu5XfwSSUsIGqbh/s200/FrancescoI.jpg" width="164" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Tiziano Vecellio: Ritratto di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Francesco I (1539), Parigi,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
museo del Louvre, da: <a href="https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2383575" target="_blank">https</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2383575" target="_blank">://it.wikipedia.org/w/index.</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2383575" target="_blank">php?curid=2383575</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.547 -</b> Re <b>Francesco I muore di setticemia</b> nel castello di Rambouillet ed è sepolto con la prima moglie nella basilica di Saint-Denis. La sua tomba verrà poi profanata durante la rivoluzione francese, nell'ottobre del 1793. Il regno di Francesco, che aveva segnato un momento di <b>gravi difficoltà finanziarie per la Francia</b>, aveva favorito la <b>centralizzazione amministrativa dello Stato</b>, attraverso ufficiali regi e commissari inviati in provincia e la sospensione del diritto di rimostranza dei parlamenti locali. La <b>vita di corte</b> fu la nuova dimensione offerta dal sovrano a una nobiltà con sempre meno peso politico. Nelle questioni religiose, a un'iniziale tolleranza verso i dissidenti ugonotti e valdesi, suggeritagli dall'amatissima sorella Margherita di Navarra, vera ispiratrice tra le altre cose del mecenatismo di Francesco ed ella stessa scrittrice e poetessa, dal 1534 Francesco fece seguire una tenace intransigenza che si concretizzò in misure repressive. Francesco I pensò, a quanto pare, di far rimuovere l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci da Santa Maria delle Grazie a Milano per portarlo in Francia. Sebbene non gli sia riuscito, sia lui sia il suo predecessore al trono Luigi XII, riuscirono a impossessarsi di due dipinti fra i massimi di Leonardo, ovvero La Gioconda e La Vergine delle Rocce, attualmente al Louvre. Probabilmente la Gioconda fu venduta da Leonardo a Francesco I che la pagò. Appassionato d'arte classica anche a soggetto erotico, ricevette in dono da Cosimo I de' Medici l'Allegoria del trionfo di Venere di Agnolo Bronzino. Nel suo castello di caccia di Villers-Cotterêts, nel 1539, Francesco firmò un'ordinanza che rese la <i>langue d'oïl</i> la lingua ufficiale dell'amministrazione e del diritto, che divenne così la lingua francese, in luogo del latino. Con lo stesso documento impose al clero di registrare le nascite e i battesimi.<br />
<b><br /></b><b>-</b> Anche il re inglese <b>Enrico VIII</b> <b>muore</b> nel 1.547 e gli succede il figlioletto Edoardo VI.<br />
<br />
<b>- </b>Nel 1.547 i lavori della <b>basilica di San Pietro</b>, a Roma, passano sotto la direzione di <b>Michelangelo</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZUH3qJDRdM1Ohrat6xus524TRjRrY-E8JRJDoSJCVAQlppa_YMpua3AXmtCByV8sEINkTq5d8SM9a4x34IKXMWte2JffCHIUm6l9rYQo6M9m_B0YAoaeXrbubL2az8kPBMZSOeVQEw2c/s1600/poussin+1+et+in+Arcadia+ego.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1204" data-original-width="882" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZUH3qJDRdM1Ohrat6xus524TRjRrY-E8JRJDoSJCVAQlppa_YMpua3AXmtCByV8sEINkTq5d8SM9a4x34IKXMWte2JffCHIUm6l9rYQo6M9m_B0YAoaeXrbubL2az8kPBMZSOeVQEw2c/s200/poussin+1+et+in+Arcadia+ego.jpg" width="146" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Nicolas Poussin:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"I pastori d'Arcadia" n. 1.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<b>-</b> Nel XVI secolo l'<b>Arcadia</b> e il « fiume sotterraneo » divennero una dilagante <b>moda culturale</b>. In Inghilterra ispirarono l'opera più importante di Sir Philip Sidney, <i>Arcadia</i>.<i> </i>Sir Philip Sidney era amico di <b>John Dee</b>, protagonista di svariati fumetti di <b>Moebius</b>, e come lui era versato nel pensiero ermetico. Frances Yates ritiene che John Dee fosse la <b>fonte dei manifesti rosacrociani</b> (Yates, <i>Occult Philosophy</i>, pp. 170 sgg. Per ulteriori notizie su Sidney e Dee, cfr. French, <i>John Dee</i>. Sidney conosceva quindi il « fiume sotterraneo » che scorreva nella cultura europea) in Italia ispirarono letterati illustri come <b>Torquato Tasso</b>, il cui capolavoro, la Gerusalemme liberata, canta la conquista della Città Santa ad opera di Goffredo di Buglione. Nel XVII secolo, il tema dell'Arcadia trovò il suo culmine in <b>Nicolas Poussin</b> e <i>Les bergers d'Arcadie</i>. Il « fiume sotterraneo » alludeva costantemente a qualcosa a certe eminenti famiglie dell'epoca che figurano nelle genealogie dei documenti del Priorato di Sion. E sembra che queste famiglie trasmettessero l'immagine agli artisti da loro protetti. Da Renato d'Angiò, sembra che qualcosa sia stato trasmesso ai <b>Medici</b>, agli <b>Sforza</b>, agli <b>Estensi</b> e ai <b>Gonzaga</b>, e questi ultimi, secondo i « documenti del Priorato », diedero a Sion due Gran maestri, Ferrante e Luigi, duca di Nevers. Sembra inoltre che, da queste grandi famiglie, il tema sia passato nell'opera dei poeti e dei pittori più illustri del tempo, inclusi il <b>Botticelli </b>e <b>Leonardo da Vinci</b>.<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.555</b> -
L'opposizione dei principi protestanti tedeschi e la concomitante
ripresa delle ostilità contro i turchi ed i francesi, costringe
l'imperatore Carlo V a stipulare la <b>pace religiosa</b> di <b>Augusta</b>,
(Augsburg, nel Bayern tedesco) che stabilì definitivamente la
<b>divisione religiosa</b> della <b>Germania</b>, affermando il
principio del <i>cuius regio</i>, <i>eius religio</i>
per cui la religione osservata dal principe coinvolgeva il suo regno
con relativo popolo.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<b>- </b>Dal 1.555 nelle edizioni veneziane, stampate a cura di Ludovico Dolce, la "<b>Commedia</b>" di Dante assume l'aggettivo "<b>Divina</b>", attribuitogli precedentemente dal Boccaccio.</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA6vj39xWqKS92_-fw4Gc4RKVRUQQ84fuMjzOAMcRkAUqQQdYOjKl7ZIRfXGvnNpfiWyxc_rA9SBpiTwHTSJUk98-ztQKgJ07evA422Ur2ta2gb7bvUpGBs3WW8sk9wAfce3WHEfwZ1P_T/s1600/charles_v.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="813" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA6vj39xWqKS92_-fw4Gc4RKVRUQQ84fuMjzOAMcRkAUqQQdYOjKl7ZIRfXGvnNpfiWyxc_rA9SBpiTwHTSJUk98-ztQKgJ07evA422Ur2ta2gb7bvUpGBs3WW8sk9wAfce3WHEfwZ1P_T/s200/charles_v.png" width="196" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Juan Pantoja de la Cruz: copia di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"L'imperatore Carlo V con un</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
bastone" di Tiziano Vecellio</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(1490-1576), da: <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16089" target="_blank">https://commons</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16089" target="_blank">.wikimedia.org/w/index.</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16089" target="_blank">php?curid=16089</a> </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.556</b><span lang="it-IT"> - Si <b>conclude</b>, con il ritiro in monastero e l'abdicazione a favore del figlio Ferdinando II il cattolicissimo,<b> il regno dell'imperatore Carlo </b></span><span lang="en-US"><b>V</b> d'Habsburg</span><span lang="it-IT"> (Absburgo o Asburgo); </span><span lang="en-US"> </span><span lang="it-IT">i suoi domini</span><span lang="it-IT"> sono divisi tra la corona di Spagna e quella d'Austria. </span>I maggiori <b>crucci</b> di <b>Carlo V</b> d'Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re della cattolicissima Spagna, che aveva posseduto territori nelle Americhe, per cui si era detto che sul suo regno non tramontava mai il sole, erano stati provocati dalle minacce alla supremazia della religione cattolica, di cui si sentiva, essendo il monarca di un impero intitolato “sacro” per via dell'intesa con il papa, il paladino. Ed erano stati in particolar modo la <b>pressione dei Turchi </b>islamici alle soglie dell'Impero, in Ungheria soprattutto, le <b>rivendicazioni</b> dei <b>principi tedeschi</b> <b>luterani </b>della Lega di Smalcalda e la diffusione della <b>dottrina calvinista </b>nelle ricche <b>province</b> <b>settentrionali delle Fiandre</b>, i futuri Paesi Bassi dove nel 1500 era nato lui stesso.<br />
<span lang="it-IT"><br /></span><b>-</b> Pubblicazione a Basilea del testo di <b>Georg Bauer</b> "<b><i>De Re metallica</i></b>" con fondamentali <b>nozioni di chimica e metallurgia</b>.<br />
<div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.557</b> - Le relazioni tra i Serbi e gli Ottomani migliorano, soprattutto dopo che il Gran Visir di origine serba Mehmed-paša Sokolović (in turco conosciuto come Sokullu Mehmet Paşa) ristabilisce il Patriarcato serbo nella sua sede originaria a monastero patriarcale di Peć (in Kosovo), permettendo di includere tutti i Serbi dell'Impero. La <b>Chiesa ortodossa serba diventò a quel punto l'anima della resistenza </b>e <b>unica custode delle tradizioni </b>statali, della <b>lingua</b> e della <b>cultura serba</b>. Venne avviata anche la ricostruzione di alcuni monasteri. Tuttavia i buoni rapporti non durarono a lungo.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirxFNyEvaKkFACu8IEcMgl04XvuHcIoa1jOBv1THG5rzcyg1v1u0EsMvJAWNWWWCP6MSKnadHlu5HbFlY-o9jXNzvV91rjc9lXMuwU6jE72nMTAIp31K2yyq7sf2C5_C38JFxEHQ3Nq6A/s1600/elisabetta+I.JPG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirxFNyEvaKkFACu8IEcMgl04XvuHcIoa1jOBv1THG5rzcyg1v1u0EsMvJAWNWWWCP6MSKnadHlu5HbFlY-o9jXNzvV91rjc9lXMuwU6jE72nMTAIp31K2yyq7sf2C5_C38JFxEHQ3Nq6A/s200/elisabetta+I.JPG" width="158" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Elisabetta I d'Inghilterra</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.558</b> - Durante il regno inglese di Maria I, figlia maggiore di Enrico VIII, <b>Calais</b> è conquistata il 7 gennaio 1558 da Francesco I di Guisa, ritornando così territorio<b> francese</b>. Il 17 novembre dello stesso anno è incoronata regina d'Inghilterra <b>Elisabetta I</b>, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, chiamata anche "regina vergine", la quinta e <b>ultima monarca </b>della dinastia Tudor. Liberata dalla prigionia alla quale era stata sottoposta per evitare che prendesse il potere <b>succedette</b> alla sorellastra <b>Maria I </b>Tudor, chiamata anche "la sanguinaria", morta senza eredi.</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdT0nS_2fVwvC4DnEJvxr331jR-lvy5eBuqFYRRSn3pK2RPxuGCPLTqAu1WXtMcG75Yt0AF5Vjx8nAJzOGcRL-3UIQD3EJLOUK76W-dnkRbVCLuA1BWTX891kDM7vCrwn0P5Z2zHCclQg/s1600/Mary+Stuart" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdT0nS_2fVwvC4DnEJvxr331jR-lvy5eBuqFYRRSn3pK2RPxuGCPLTqAu1WXtMcG75Yt0AF5Vjx8nAJzOGcRL-3UIQD3EJLOUK76W-dnkRbVCLuA1BWTX891kDM7vCrwn0P5Z2zHCclQg/s200/Mary+Stuart" width="130" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Maria Stuart</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il suo regno fu lungo e segnato da molti avvenimenti importanti. La sua politica di pieno sostegno alla Chiesa d'Inghilterra (anglicana), dopo i tentativi di restaurazione cattolica da parte della sorellastra Maria I, (figlia di Caterina d'Aragona, la prima moglie di Enrico VIII, che aveva inoltre sposato il cattolicissimo Filippo di Spagna), provocò forti tensioni religiose nel regno e vi furono parecchi tentativi di congiure contro di lei, in cui rimase coinvolta anche la cugina scozzese Maria Stuart, che ella fece giustiziare dopo averla imprigionata per quasi vent'anni. Coinvolta a più riprese nei conflitti religiosi della sua epoca, uscì vittoriosa dalla guerra contro la Spagna. Durante il suo regno furono poste le<b> basi della futura potenza commerciale e marittima</b> della nazione ed ebbe inizio la<b> colonizzazione dell'America settentrionale</b>. La sua epoca, denominata età elisabettiana, fu anche un periodo di straordinaria fioritura artistica e culturale: <b>William Shakespeare</b>, Christopher Marlowe, Ben Jonson, Edmund Spenser, <b>Francis Bacon</b> sono solo alcuni degli scrittori e pensatori che vissero durante il suo regno. Il nome della <b>prima colonia inglese in America</b>, la <b>Virginia</b>, fu proprio scelto in onore della "regina vergine".</div>
</div>
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz2Iso1WUlyM9Ogw5kUmQF0xJHH4MTmQNprxowwUT96BAt9VQ-F5-0vIhid3-s_OTJ-cv0BhpIkdaXhzpZOsuhBgFUhKniZHlGMm913CBL8T8c2vIYXveXp86mHA47wU6YUHEUJR3_GMY/s1600/europa+nel+1559.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="115" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz2Iso1WUlyM9Ogw5kUmQF0xJHH4MTmQNprxowwUT96BAt9VQ-F5-0vIhid3-s_OTJ-cv0BhpIkdaXhzpZOsuhBgFUhKniZHlGMm913CBL8T8c2vIYXveXp86mHA47wU6YUHEUJR3_GMY/s200/europa+nel+1559.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica dell'Europa nel</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1.559 con in verde i possedimenti</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
che aveva Carlo V in Europa, in</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
verde chiaro quelli ereditati da</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Filippo II, più scuri quelli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
ereditati da Ferdinando I.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.559</b> - Stipula del trattato di <b>Cateau-Cambresis</b> fra Francia e Spagna, con cui inizia la <b>dominazione spagnola in Italia</b>.</div>
</div>
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigHoVfLRo_r55kJlgCfLojaGb64fetGvAjS-5ZyJ2LtSC8zICWYfkkIUkdcVKVGAdJVcaK3vxY3coBG60SK48McjWzgSXzvQOdAtEav-PQcwm0Hpp_JqHWw9OY-DYJ4gXlwesIDUyGxq_1/s1600/Bacone.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigHoVfLRo_r55kJlgCfLojaGb64fetGvAjS-5ZyJ2LtSC8zICWYfkkIUkdcVKVGAdJVcaK3vxY3coBG60SK48McjWzgSXzvQOdAtEav-PQcwm0Hpp_JqHWw9OY-DYJ4gXlwesIDUyGxq_1/s200/Bacone.png" width="162" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Francis Bacon</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.561</b> - Nasce Bacone. Sir <b>Francis Bacon</b>, dapprima latinizzato in Franciscus Baco(nus) e poi italianizzato in Francesco <b>Bacone</b> (Londra, 1.561 - Londra, 1.626), è stato un filosofo, politico, giurista e saggista inglese vissuto alla corte inglese, sotto il regno di Elisabetta I Tudor e di Giacomo I Stuart. Formatosi con studi in legge e giurisprudenza, divenne un sostenitore e <b>strenuo difensore della rivoluzione scientifica</b> sostenendo il metodo induttivo fondato sull'esperienza. Nei suoi scritti filosofici si dipana una complessa metodologia scientifica, spesso indicata con il suo nome (metodo baconiano). Sir Francis Bacon è il filosofo empirista della rivoluzione scientifica che ha incentrato la sua ricerca su un <b>metodo di conoscenza </b>della natura, che possiamo definire <b>scientifico</b>, nel senso che deve essere <b>ripetibile</b>, e quindi<b> esatto</b>. Per Bacone si parte dall'osservazione
della natura per scoprirne le leggi (le scienze) e quindi dominarla,
così come l'assimilazione della scienza può far produrre
applicazioni utili per il genere umano, come sarà infatti nell'età
industriale, riprendendo le idee dei pensatori del '400 italiani (fra
i quali Leonardo da Vinci). Secondo Bacone, quando vogliamo studiare
la natura di un certo fenomeno fisico dobbiamo far uso di tre tavole:
la tavola della presenza (<i>tabula praesentiae</i>), la tavola dell'assenza
(<i>tabula absentiae in proximitate</i>) e la tavola dei gradi (<i>tabula
graduum</i>).<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Nella tavola della presenza sono
raccolti tutti i casi positivi, cioè tutti i casi in cui il fenomeno
si verifica (per esempio, tutti i casi in cui appare il calore,
comunque prodotto, dal sole, dal fuoco, dai fulmini, per
strofinamento, ecc.).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Nella tavola dell'assenza sono
raccolti tutti i casi in cui il fenomeno non ha luogo, mentre si
sarebbe creduto di trovarlo (per esempio, nel caso dei raggi della
luna, della luce delle stelle, dei fuochi fatui, dei fuochi di
Sant’Elmo, ecc.).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Nella tavola dei gradi, infine, sono
presenti i gradi in cui il fenomeno aumenta e diminuisce (ad esempio,
si dovrà porre attenzione al variare del calore nello stesso corpo
in ambienti diversi o in particolari condizioni).</div>
<br />
<b></b><b>Nel 1.564</b> - Nascono William <b>Shakespeare</b> e Galileo <b>Galilei</b>.<b> </b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.571</b> - A <b>Lepanto</b> la flotta cristiana sconfigge quella turca.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.576</b> - Dai Doria, <b>Oneglia</b> è ceduta ad Emanuele Filiberto di Savoia e diventa "Civitas Fidelissima" della casata piemontese. Con Nizza sarà, per alcuni secoli, il principale sbocco sul mare del Piemonte, pur circondata dalla Repubblica di Genova anche se, per lavori continuamente rinviati, non riuscirà mai a diventare il più importante porto del Regno. Oneglia è stata un comune autonomo fino al 1.923 poi, insieme a Porto Maurizio, è un abitato costituente il capoluogo del comune di <b>Imperia</b>.<br />
<b></b><br />
<b></b><b>Nel 1.577</b> - Nella <b>Serenissima Repubblica di Venezia</b> si procede all'<b>estinzione del debito pubblico</b>, constatato che i pagamenti degli interessi del Monte Vecchio, Nuovo e Novissimo e dei depositi volontari in Zecca, comportavano uscite pari al 20% circa del bilancio statale, con notevole dissipamento del gettito fiscale. Si stimava inoltre che la mancanza di rendite fisse e sicure, avrebbe indotto i privati detentori di beni mobili a cercare forme alternative di investimento (nell'immobiliare, nell'acquisto di proprietà fondiarie, nell'intrapresa di attività commerciali e di produzione agricola o proto industriale, con contestuale probabile aumento dei consumi). Fu così predisposto dai governanti di Venezia un piano di <b>ammortamento del debito sovrano</b>: al 1584 risale quindi la liquidazione totale dei depositi in Zecca, al 1587 l'istituzione di una <b>Banca di Stato</b> con denaro pubblico per supplire al fallimento dei Banchi privati e nel 1602 infine, si registra l'estinzione di tutti i Monti con la cancellazione del debito accumulatosi per secoli: furono pagati tutti i creditori con il rimborso del capitale versato, interessi inclusi, smentendo il "postulato" del debito quale elemento ineluttabile delle voci della spesa pubblica. </div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b><b>Nel 1.581</b> - Le Province Unite (<b>Olanda</b>) si proclamano <b>indipendenti dal dominio spagnolo</b>.</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.582</b> - Riforma del <b>calendario gregoriano</b>.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCT5YGBiTgT1Z_C7DREGbIbgRYrfsnpBg2JCy9ZDzwQDQmVyIZBxsQMHhYkWrwalaoU8OTD5OaPVHEGl3sMqeLzdVt9fuitQoYZaM9bhKUetMlCc4sZ89AoCNvsj1OQsqK12lUu7mVx00/s1600/mondo+nel+conflitto+ihghilterra+Spagna.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCT5YGBiTgT1Z_C7DREGbIbgRYrfsnpBg2JCy9ZDzwQDQmVyIZBxsQMHhYkWrwalaoU8OTD5OaPVHEGl3sMqeLzdVt9fuitQoYZaM9bhKUetMlCc4sZ89AoCNvsj1OQsqK12lUu7mVx00/s200/mondo+nel+conflitto+ihghilterra+Spagna.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina del mondo nel XVI secolo con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
i conflitti marittimi dei Corsari ai
danni</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
delle navi Spagnole per il controllo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
marittimo e commerciale delle Compagnie</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Inglesi e Olandesi. In verde le vie</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
commerciali marittime percorse dagli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Spagnoli, in rosso gli attacchi Inglesi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e Olandesi, in giallo le direttrici
delle</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
compagnie commerciali Inglesi. Sono</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
indicate le aree più calde dei
conflitti.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.588</b> - L'<b>Invincibile Armada</b> di Filippo II di Spagna è <b>sconfitta</b> al largo della costa inglese dalle navi di <b>Elisabetta I</b> d'Inghilterra. Nell'aprile 1.587 Francis Drake aveva bruciato la flotta spagnola alla fonda nel porto di Cadice, ritardando i piani del re spagnolo, ma nel 1.588 l'Invincibile Armata, una grande flotta di 130 navi e 30.000 uomini salpò nella speranza di aiutare l'esercito spagnolo, allora in Olanda sotto il comando di Alessandro Farnese, ad attraversare la Manica ed invadere l'Inghilterra. Elisabetta, nel grande pericolo del momento, tenne un famoso discorso alle truppe inglesi radunate a Tilbury, noto come Il discorso alle truppe a Tilbury. La flotta spagnola fu sconfitta da quella inglese, comandata da Charles Howard, I conte di Nottingham e da Francis Drake, aiutati dal maltempo. L'Armada fu costretta a ritornare in Spagna e la vittoria aumentò molto la popolarità di Elisabetta. La battaglia non fu però decisiva e la guerra con la Spagna continuò. La guerra continuava anche in Olanda, che combatteva per l'indipendenza, ed in Francia, dove un protestante Enrico di Borbone, aveva rivendicato il trono. Elisabetta appoggiò con 20.000 uomini e 300.000 sterline Enrico, e con 8.000 uomini e aiuti per oltre un milione di sterline gli olandesi. I corsari inglesi continuarono ad attaccare la flotta spagnola che ritornava carica d'argento dalle Americhe, con alterni esiti (nel 1.595 morì Francis Drake); nel 1.595 si verificò anche una modesta incursione della flotta spagnola in Cornovaglia. Nel 1.596, l'Inghilterra si ritirò dalla Francia lasciando Enrico IV saldamente al potere e la Lega Cattolica, sua nemica, distrutta; altre battaglie seguirono fino al 1.598, quando Francia e Spagna fecero pace. La morte di Filippo II l'anno successivo portò il conflitto tra Spagna ed Inghilterra ad un punto di stallo, che avrebbe trovato soluzione con il trattato di pace negoziato sotto Giacomo I, noto come Trattato di Londra (1.604). Elisabetta amava le imprudenze e soprattutto fare ciò che i medici le vietavano. Ma nel 1.603 fu colpita da una brutta depressione. Non sopportava più i discorsi di governo, sentiva la morte vicina e si lasciava andare. Morì il 24 marzo nel Palazzo di Richmond pronunciando la famosa frase "Chiamatemi un prete: ho intenzione di morire". All'età di settanta anni, era la più anziana sovrana sino ad allora vissuta e non fu superata fino a che Giorgio II morì a settantasette anni nel 1.760. Elisabetta fu seppellita nell'abbazia di Westminster, di fianco alla sorella Maria I. L'iscrizione sulla loro tomba recita: "Compagne nel trono e nella tomba, qui noi due sorelle, Elisabetta e Maria, riposiamo, nella speranza di un'unica resurrezione". Il testamento di Enrico VIII dichiarava
che ad Elisabetta dovevano succedere i discendenti della sua sorella
minore, Maria Tudor, piuttosto che i discendenti scozzesi di
Margherita Tudor, e all'epoca della morte della regina c'erano alcuni
possibili pretendenti in vita, oltre a Giacomo Stuart. Alcune opere
storiche riferiscono che Elisabetta dichiarò Giacomo suo erede nel
suo letto di morte, altre invece sostengono che essa mantenne fino
alla fine il silenzio su questo argomento. In ogni caso nessun
pretendente era abbastanza forte da poter seriamente contrastare la
rivendicazione al trono di Giacomo Stuart, che poco dopo la sua morte
fu proclamato re Giacomo I d'Inghilterra. Tale proclamazione ruppe la
consuetudine perché non fu fatta dal nuovo sovrano stesso, ma dal
Consiglio di Accessione, come sarebbe poi divenuto consuetudine nella
pratica moderna.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal 1.594</b> -<b> Rivolta dei Cròcants</b>. Un elemento di opposizione costante alla politica francese, rappresentata dai governatori, è costituito dal popolo occitano, il quale scatena tutta una serie di rivolte contro il malgoverno e la miseria, la più importante delle quali è quella dei “<b>cròcants</b>” (da “cròc”, uncino, la loro arma preferita) del 1.594-95, diffusa in tutta l’Occitania nord-occidentale e non priva di una vena ideologica ugonotta. <b>Ugonòtto</b> è il termine, dal francese <i>huguenot</i>, che deriva dal tedesco <i>Eidgenosse </i>«confederato» (nome di un partito di Ginevra nel 16° sec.), incrociato con il nome del capo del partito antisavoiardo Hugues Besançon, e si riferisce al movimento religioso, civile e politico-militare dei <b>protestanti calvinisti</b> che, dal 1.535 al 1.628 (e in particolare dal 1.560 al 1.598), si batté in Francia, in lunghe guerre, per la restaurazione delle libertà feudali contro l’assolutismo regio.<br />
<b><br /></b><b>Nel 1.598</b> - L'editto di Nantes pone <b>fine alle guerre di religione in Francia</b>.<b> </b><br />
<br />
<b>Nel 1.600</b> -<b><b> Giordano Bruno </b>è <b>arso sul rogo</b></b>, a Roma, dall'inquisizione della chiesa cattolica.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV-5nyLyllOTaSXvoB7KamD_bEosgIDwlPRBNj1RIki8fGTyaXIMBKk3iFoCIMeVfzHz0vh7FGM2gFF1mt4zq2ZmasIF8mJYyX5c8_-lyBMJSbVGCzXAh_V_bo2ih7GGBN8oC08_GfwmA/s1600/Giordano_Bruno_Campo_dei_Fiori.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV-5nyLyllOTaSXvoB7KamD_bEosgIDwlPRBNj1RIki8fGTyaXIMBKk3iFoCIMeVfzHz0vh7FGM2gFF1mt4zq2ZmasIF8mJYyX5c8_-lyBMJSbVGCzXAh_V_bo2ih7GGBN8oC08_GfwmA/s200/Giordano_Bruno_Campo_dei_Fiori.jpg" width="109" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Roma, statua di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Giordano Bruno</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in piazza di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Campo de' Fiori.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Giordano Bruno fu probabilmente torturato alla fine di marzo 1.597, secondo la decisione della Congregazione presa il 24 marzo, ma non rinnegò i fondamenti della sua filosofia: ribadì l'infinità dell'universo, la molteplicità dei mondi, la non generazione delle sostanze - «queste non possono essere altro che quel che sono state, né saranno altro che quel che sono, né alla loro grandezza o sostanza s'aggionge mai, o mancarà ponto alcuno, e solamente accade separatione, e congiuntione, o compositione, o divisione, o translatione da questo luogo a quell'altro» - e il moto della Terra. A questo proposito spiega che «il modo e la causa del moto della terra e della immobilità del firmamento sono da me prodotte con le sue raggioni et autorità e non pregiudicano all'autorità della divina scrittura». All'obiezione dell'inquisitore, che gli contesta che nella Bibbia è scritto che la «Terra stat in aeternum» e il sole nasce e tramonta, risponde che vediamo il sole «nascere e tramontare perché la terra se gira circa il proprio centro»; alla contestazione che la sua posizione contrasta con «l'autorità dei Santi Padri», risponde che quelli «sono meno de' filosofi prattichi e meno attenti alle cose della natura». Sostiene che la terra è dotata di un'anima, che le stelle hanno natura angelica, che l'anima non è forma del corpo; come unica concessione, è disposto ad ammettere l'immortalità dell'anima umana. Il 12 gennaio 1.599 è invitato ad abiurare otto proposizioni eretiche, nelle quali si comprendevano la sua negazione della creazione divina, dell'immortalità dell'anima, la sua concezione dell'infinità dell'universo e del movimento della Terra, dotata anche di anima, e di concepire gli astri come angeli. La sua disponibilità ad abiurare, a condizione che le proposizioni siano riconosciute eretiche non da sempre, ma solo ex nunc, è respinta dalla Congregazione dei cardinali inquisitori, tra i quali il Bellarmino. Una successiva applicazione della tortura, proposta dai consultori della Congregazione il 9 settembre 1.599, fu invece respinta da papa Clemente VIII. Nell'interrogatorio del 10 settembre Bruno si dice ancora pronto all'abiura, ma il 16 cambia idea e infine, dopo che il Tribunale ha ricevuto una denuncia anonima che accusa Bruno di aver avuto fama di ateo in Inghilterra e di aver scritto il suo Spaccio della bestia trionfante direttamente contro il papa, il 21 dicembre rifiuta recisamente ogni abiura, non avendo, dichiara, nulla di cui doversi pentire. L'8 febbraio 1.600 è costretto ad ascoltare inginocchiato la sentenza di condanna a morte per rogo; si alza e ai giudici indirizza la storica frase: «Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam» («Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell'ascoltarla»). Dopo aver rifiutato i conforti religiosi e il crocefisso, il 17 febbraio, con la lingua in giova - serrata da una morsa perché non possa parlare - viene condotto in piazza Campo de' Fiori, denudato, legato a un palo e arso vivo. Le sue ceneri saranno gettate nel Tevere.<b> </b><br />
<b><br /></b><b>-</b> Fino all'avvento del cristianesimo, la mentalità dei Romani antichi era piuttosto pragmatica e libera da eventuali condizionamenti filosofico-religiosi. La locuzione latina <i>Faber est suae quisque fortunae</i>, tradotta letteralmente, significa "Ciascuno è artefice della propria sorte". L'espressione è caratteristica della teoria dell'<i>homo faber</i>, secondo cui <b>l'unico artefice del proprio destino è l'uomo stesso</b>; viene talvolta vista come un iniziale contrapporsi dell'uomo romano all'<b>idea del fato</b> (<b>dominante nel mondo classico</b>), per essere responsabile protagonista delle sue azioni o nella lotta contro il bisogno e la miseria.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questa teoria verrà in seguito <b>sviluppata</b> soprattutto durante l'<b>Umanesimo </b>e il <b>Rinascimento</b>, specialmente alla luce della riconsiderazione del rapporto tra virtù e fortuna intesa come destino dell'uomo in genere. Se, infatti, nel Medioevo l'uomo è considerato succube del destino, nell'Umanesimo e nel Rinascimento esso è visto come intelligente, astuto ed energico, e perciò capace di utilizzare al meglio ciò che la natura gli offre ed essere dunque artefice del proprio destino. <b>Forte sostenitore</b> di questa visione dell'uomo è stato il <b>filosofo Giordano Bruno</b>.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.603 </b>- Con la <b>morte di
Elisabetta I</b> d'Inghilterra del 24 marzo, termina la dinastia dei
Tudor. Senza eredi diretti al trono, la corona passa così a Giacomo
VI re di Scozia, un lontano parente presbiteriano di Elisabetta, del
casato degli Stuart, che ascende <b>al trono inglese</b> col nome di
<b>Giacomo I</b>.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>Nel 1.605</b> -<b> Cervantes</b> inizia la stesura del "<b>Don Chisciotte della Mancia</b>".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.607</b> -<b> </b>Monteverdi compone "<b>La Favola d'Orfeo</b>", il primo esempio di <b>opera lirica</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0gb1logjks7HuwdI30oZEo27ac5AH9vgdDq6AIJcqwP1NOjT5I7c4mnJ0acHzyX0kUpRV7ET48KEnyBSKWLcp9QNUVJt6KcuDqrgtWNEsiDJUcdYcDyB3tWxFjimQ8gSfM3f3hv7stvbq/s1600/Cann+gal.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="135" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0gb1logjks7HuwdI30oZEo27ac5AH9vgdDq6AIJcqwP1NOjT5I7c4mnJ0acHzyX0kUpRV7ET48KEnyBSKWLcp9QNUVJt6KcuDqrgtWNEsiDJUcdYcDyB3tWxFjimQ8gSfM3f3hv7stvbq/s200/Cann+gal.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
L'obiettivo del cannocchiale di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Galileo Galilei.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.608</b> - Nell'autunno del 1608, come certificato da documenti, in Olanda viene costruito il <b>primo cannocchiale</b>. L’esatta paternità del cannocchiale risulta ancora incerta e abbondano le ipotesi sul suo inventore. Il luterano Simon Mayr (Marius) nel suo "Mundus Jovialis", scritto nel ., scrive che un certo olandese (<i>quidam belga</i>) era presente alla Fiera di Francoforte tenutasi nel settembre del 1.608, offrendo a caro prezzo (300 fiorini) un esemplare di cannocchiale che aveva però una lente rotta. Nel 1.618, Girolamo Sirtori pubblica a Francoforte il "Telescopium sive ars perficiendi", in cui, oltre a descrivere la tecnica di costruzione.dello strumento, dà anche notizie sulla sua prima diffusione . Il Sirtori indica Johannes Lippershey quale primo costruttore noto del cannocchiale ma aggiunge che questo occhialaio aveva appreso i segreti dello strumento da un viaggiatore che era arrivato al suo negozio. Hans Lippershey era nato a Wesel in Westfalia e faceva l’occhialaio nella città di Middelburg, nell’isola di Walcheren (Zeeland). Un documento del 2 ottobre 1.608 cita la sua richiesta di brevetto in cambio del mantenimento del segreto dell’invenzione. Esiste anche una lettera del 25 settembre 1.608 inviata al principe Maurizio di Nassau da parte del Consiglio Municipale di Middelburg, nella quale il Lippershey afferma di essere in possesso di uno strumento che permette di vedere cose lontane come se fossero vicine. Il principe Maurizio di Nassau (figlio di Guglielmo di Orange) era lo Stadhouder (ossia luogo tenente governatore) della Repubblica delle Sette Province Unite protestanti (all’incirca l’attuale Olanda) in ribellione contro i cattolici degli Asburgo di Spagna delle Fiandre spagnole (all’incirca l’attuale Belgio). Jacob Adriaenszoon, chiamato anche Metius, nativo di Alkmaar (cittadina a nord di Amsterdam), in una lettera inviata verso la metà di ottobre del 1.608 alle maestranze delle Province Unite, diceva di poter fornire un telescopio di qualità superiore a quello di Lippershey. Il fratello di Jacob era Adriaen Adriaenszoon, uno degli allievi di Tycho Brahe e successivamente professore di Astronomia e Matematica a Franeker, nella Frisia. (<b>Brahe </b>offrìrà in seguito un posto come suo assistente a <b>Keplero</b>, che diverrà così matematico e astronomo imperiale a Praga). Il padre di Jacob e Adriaen Adriaenszoon era Adriaen Anthonisz, ingegnere militare e matematico di cui è nota una approssimazione per pi-greco (il rapporto 355/113) nota come “proporzione di Metius”. Cartesio, nella sua "Dioptrique" del 1637, considera il Metius (Jacob Adriaenszoon) quale il vero inventore del cannocchiale, ma forse è influenzato dalla sua amicizia con il fratello Adriaen. Sacharias Jansen, (1.588-1.632) anche lui di Middelburg e vicino di casa di Lippershey; secondo la testimonianza del figlio Johannes Sachariassen, nato nel 1.611, citata da Borel nel suo "De vero telescopii inventore", avrebbe costruito un telescopio già nel 1.590.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSahkeIkVnbtX4975P4kOSRaQg9jbL4DtEvjVIo9OaZQfowk6sl4cdjXCr7HQvnc8U7BiMLZL-qRBGvX2TMre4XbzGrQUi2kShm2uKJwhaLiWPA-w3kjfht_ddNedbG1G-DypuuYhkGEiL/s1600/Kepler+1610.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSahkeIkVnbtX4975P4kOSRaQg9jbL4DtEvjVIo9OaZQfowk6sl4cdjXCr7HQvnc8U7BiMLZL-qRBGvX2TMre4XbzGrQUi2kShm2uKJwhaLiWPA-w3kjfht_ddNedbG1G-DypuuYhkGEiL/s200/Kepler+1610.jpg" width="145" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Johannes Keplero nel 1.610</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di anonimo. Licenza di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
pubblico dominio tramite</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Wikimedia Commons:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Johannes_Kepler_1610.jpg#/media/File:Johannes_Kepler_1610.jpg" target="_blank">https://commons.wiki</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Johannes_Kepler_1610.jpg#/media/File:Johannes_Kepler_1610.jpg" target="_blank">media.org/wiki/File:Joha</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Johannes_Kepler_1610.jpg#/media/File:Johannes_Kepler_1610.jpg" target="_blank">nnes_Kepler_1610.jpg#/</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Johannes_Kepler_1610.jpg#/media/File:Johannes_Kepler_1610.jpg" target="_blank">media/File:Johannes_</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Johannes_Kepler_1610.jpg#/media/File:Johannes_Kepler_1610.jpg" target="_blank">Kepler_1610.jpg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.609</b> - <b>Keplero pubblica</b> il suo capolavoro, “<b>Astronomia nova</b>”, in cui formula <b>le sue due prime leggi</b>. Giovanni Keplero (in originale Johannes von Kepler; Weil der Stadt, 27 dicembre 1.571 - Ratisbona (Regensburg), 15 novembre 1.630) fu un astronomo, astrologo, matematico, musicista e un teologo evangelico tedesco. <b>Scoprì</b> empiricamente<b> le leggi che regolano il movimento dei pianeti</b> e che sono chiamate, appunto, leggi di Keplero. I genitori di Keplero decisero che egli sarebbe diventato un ecclesiastico e infatti nel 1.584 entrò nel seminario di Adelberg, trasferendosi poi nel seminario superiore a Maulbronn. Nel 1.588 cominciò i suoi studi presso l'Università di Tubinga, seguendo due anni di istruzione generale, con lezioni di etica, dialettica, retorica, greco, ebraico, astronomia e fisica. Nel 1.592 intraprese lo studio della teologia a Tubinga, università protestante, dove insegnavano alcuni seguaci del copernicanesimo; tra questi vi era Michael Maestlin, che convinse Keplero della validità delle teorie di Niccolò Copernico. Nel 1.594 Keplero dovette interrompere gli studi teologici, perché gli venne affidato l'insegnamento di matematica presso la Scuola Evangelica di Graz (in Austria) e successivamente divenne matematico territoriale degli Stati di Stiria, in Austria. Tra<b> i suoi compiti</b>, oltre all'obbligo di insegnare matematica presso l'Università di Graz, <b>vi era quello di redigere carte astrali e fare previsioni astrologiche</b>; gli capitò così di prevedere un inverno molto rigido, le rivolte contadine e la guerra con i Turchi. Anche negli anni a seguire non si sottrasse alla stesura di oroscopi, che si configurano come ritratti dal forte tratto psicologico. Nell'aprile 1.597 sposò Barbara Mühleck, che morì prematuramente nel 1.611, ma dopo avergli dato due figli. Sempre nel 1.597 pubblicò l'opera “Mysterium Cosmographicum”, nella quale tentò una prima descrizione dell'ordine dell'Universo. Nel 1.599 Brahe gli offrì un posto come suo assistente, che Keplero accettò l'anno dopo, sfuggendo così anche agli editti contro i luterani che venivano emanati in Austria da ferventi controriformatori quali Ferdinando II d'Austria e Massimiliano III d'Austria. Nel 1.601, dopo la morte di Brahe, ne divenne il successore nell'incarico di matematico e astronomo imperiale a Praga. Nel 1.604 osservò una supernova che ancora oggi è nota col nome di Stella di Keplero. Le basi per le sue scoperte astronomiche furono gettate nel 1.609, quando pubblicò il suo capolavoro “Astronomia nova”, in cui formulò le sue prime due leggi. Alla morte dell'imperatore Rodolfo II (1.612), il nuovo imperatore Mattia (fratello di Rodolfo II) acconsentì a Keplero di ricoprire la carica di "matematico territoriale (Landschaftsmathematiker) a Linz (in Austria), pur mantenendo la nomina di "matematico imperiale" e quindi l'obbligo di portare avanti l'elaborazione delle “Tabulae Rudolphine”. Il 15 maggio 1.618 scoprì la terza legge che prende il suo nome, che rese nota l'anno dopo nell'opera “Harmonices mundi”. Nell'agosto del 1.620, la madre di Keplero venne accusata di stregoneria dalla Chiesa protestante e rilasciata solo nell'ottobre 1.621; il processo durò sei anni e Keplero assunse la sua difesa. Lo scienziato, in <b>disgrazia e in povertà</b>, morì nel 1.630 a 58 anni a Ratisbona e venne qui sepolto presso il Cimitero di San Pietro. La sua tomba si perse nel 1.632 quando le truppe di Gustavo Adolfo (impegnate nell'invasione della Baviera durante la guerra dei trent'anni) distrussero il cimitero; rimane però la lapide dove ancora oggi si può leggere l'epitaffio da lui stesso composto: "Mensus eram coelos, nunc terrae metior umbras. Mens coelestis erat, corporis umbra iacet" (Misuravo i cieli, ora fisso le ombre della terra. La mente era nella volta celeste, ora il corpo giace nell'oscurità). Nel 1.634 uscì postumo il “Somnium” a cura del figlio Ludovico, un racconto fantascientifico scritto in gioventù da Keplero che aveva arricchito di note negli ultimi vent'anni della sua vita.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.610</b> - Servendosi del cannocchiale, <b>Galileo scopre le lune di Giove </b>e le<b> fasi di Venere</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.612</b> - Viene pubblicato "<b>L'arte di fare il vetro</b>" di Antonio Neri.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcpHOp6lsTvsznxmu_ryWQ9mOtgAwDtN87lxTyzAQUzEN5Xgtxmv4n3OsItkn2xXHDfQlFqCW1uY_W_Z-a5fUiBEs5D3ASHLr_nAncfzuynkwcCyVPXJo7F542riE65PZ-p0RcwREKtQ0/s1600/prime+colonie+nord-est+america.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcpHOp6lsTvsznxmu_ryWQ9mOtgAwDtN87lxTyzAQUzEN5Xgtxmv4n3OsItkn2xXHDfQlFqCW1uY_W_Z-a5fUiBEs5D3ASHLr_nAncfzuynkwcCyVPXJo7F542riE65PZ-p0RcwREKtQ0/s200/prime+colonie+nord-est+america.jpg" width="136" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica degli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
inizi della colonizzazione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
degli europei nel Nord-Est</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Americano con le colonie</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Olandesi del 1614-1664</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in marrone, (Nieuw</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Amsterdam diventerà poi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
New York), Svedesi nel</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1638-56 in viola, Inglesi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dal 1601in rosa. In bianco</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
i territori Irochesi.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1617</b> - La Repubblica di <b>Venezia</b> riesce a sgominare gli Uscocchi che infestavano l'Adriatico e nel 1618 sventa in extremis la congiura organizzata dal Bedmar per abbattere la signoria con un colpo di mano, mentre dalla guerra in Valtellina uscirà praticamente sconfitta (Trattato di Monzón del 1626). </div>
</div>
<br />
<b>Nel 1.618</b> - Inizia la <b>guerra dei Trent'anni</b>. La guerra dei trent'anni fu una serie di conflitti armati che dilaniarono l'Europa dal 1.618 al 1648. I combattimenti si svolsero inizialmente e soprattutto nei territori dell'Europa centrale appartenenti al Sacro Romano Impero Germanico, ma coinvolsero successivamente la maggior parte delle potenze europee, con le eccezioni di Inghilterra e Russia. Nella seconda parte del periodo di guerra, i combattimenti si estesero anche alla Francia, ai Paesi Bassi, all'Italia settentrionale e alla Catalogna. Durante questi trent'anni, la guerra cambiò gradualmente natura e oggetto: <b>iniziata come conflitto religioso fra cattolici e protestanti</b>, si concluse in <b>lotta politica per l'egemonia tra la Francia e gli Asburgo</b>. La guerra, caratterizzata da gravissime e ripetute devastazioni di centri abitati e campagne, da uccisioni in massa, da continue operazioni militari condotte con spietata ferocia da eserciti mercenari che senza controllo saccheggiavano e depredavano, da micidiali epidemie e carestia, fu una catastrofe epocale in particolare per i territori dell'Europa centrale. Secondo l'accademico Nicolao Merker, la guerra dei trent'anni, che avrebbe provocato 12 milioni di morti, fu in assoluto la maggiore catastrofe mai abbattutasi sulla Germania. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.620</b> - Ad <b>Amsterdam viene stampato il primo giornale</b> a cadenza <b>settimanale</b>.<b> </b><br />
<br />
<b>Nel 1.628</b> - Fondamentali <b>scoperte sulla circolazione sanguigna</b> di W. Harvey.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>Nel 1.630</b> - <b>Gustavo Adolfo </b>di Svezia <b>interviene nella guerra dei Trent'anni</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.631</b> - <b>Rembrandt</b> si trasferisce ad Amsterdam e dipinge i suoi <b>maggiori capolavori</b>.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv-VRzhHFpgu7G7lXqxg-vsU0DH8yRtwyTN8jtRDpIoIEEqN2-CqpfWseho-Y-Bc9vr3hLwUjsIQTs8E9VjOnvynmAJRA4gDsYOzI9AjV3oxoxdMLy3RpVSdaOUb-ivE1sEDCDRV3sBBgG/s1600/galileo.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv-VRzhHFpgu7G7lXqxg-vsU0DH8yRtwyTN8jtRDpIoIEEqN2-CqpfWseho-Y-Bc9vr3hLwUjsIQTs8E9VjOnvynmAJRA4gDsYOzI9AjV3oxoxdMLy3RpVSdaOUb-ivE1sEDCDRV3sBBgG/s200/galileo.jpg" width="196" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Galileo Galilei</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.632</b> - <b>Galileo</b> <b>Galilei</b> scrive i "<b>Dialoghi sopra i due massimi sistemi</b>" del mondo, ed è <b>condannato</b> dall'<b>Inquisizione</b>. Per una istituzione quale era la Chiesa cattolica del 1600, sarebbe stato molto difficile non condannare Galileo, dal momento che moltissimi scienziati del tempo presero posizione contro di lui e quei pochissimi che avrebbero potuto sostenerlo pubblicamente rimasero silenziosi. Durante la fase del processo nessun membro della comunità scientifica fece sentire la sua voce a favore di Galileo (l'unico che si levò a difenderlo fu un uomo di Chiesa, Tommaso Campanella, che nell'anno del primo processo di Galileo, dalla prigione di Castel dell'Ovo in cui era rinchiuso, gli inviò la famosa "Apologia pro Galileo".<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nei dibattiti sulla validità dell'astrologia può saltar fuori l'argomentazione secondo la quale <b>Keplero</b>, Tycho <b>Brahe</b>, <b>Copernico</b>, <b>Galileo</b> <b>facevano gli oroscopi</b>. Nel caso di Galileo, poi, l'argomentazione sarebbepesante, perché lo scienziato pisano non solo ha dato un nuovo impulso all'astronomia puntando per la prima volta un cannocchiale verso il cielo, ma è anche stato<b> il padre del metodo scientifico-sperimentale</b> che è alla<b> base della scienza moderna</b>. Mentre per Tycho Brahe e Keplero abbiamo testimonianze che ci permettono di ricostruire chiaramente il loro punto di vista sull'astrologia, per quanto riguarda Galileo queste sono relativamente scarse e disperse tra i molti documenti che ci sono pervenuti, fornendo un quadro ambiguo e difficile da interpretare. Andrea Albini, nel suo ricco e documentato saggio “Oroscopi e cannocchiali”, sviscera il rapporto fra Galilei e l'astrologia. Negli anni dell'insegnamento, a Pisa e poi Padova, Galileo ha un rapporto ambivalente con l'astrologia: se, come richiesto all'epoca, insegna ai suoi studenti i rudimenti dell'astrologia medica e fa qualche oroscopo per i suoi amici o per le figlie, è tuttavia evidente il suo scetticismo. Si vede per esempio nella sua reazione ai tentativi di interpretazione in chiave astrologica della supernova del 1604, o nel fatto che spesso "passava" ad amici astrologi le richieste di oroscopo che gli arrivavano, come se fossero per lui una perdita di tempo. Perdita di tempo forse necessaria a Galileo, sempre<b> alle prese con difficoltà economiche</b>: come fa notare Margherita Hack nella prefazione, «il lavoro di astrologo, allora, come paradossalmente anche adesso, era molto più redditizio, dal punto di vista economico, di quello di matematico e astronomo». Una "chicca" che Albini regala ai lettori è un fatto noto agli esperti solo da pochi anni (i documenti sono stati ritrovati e pubblicati solo nel 1991): già nel 1604 Galileo rischiò fortemente di andare sotto processo non per le sue idee copernicane, ma proprio per la pratica dell'astrologia giudiziaria, ossia previsionale, proibita dalla Chiesa perché contrastante con la dottrina cristiana del libero arbitrio. Grazie all'intervento della Repubblica di Venezia, sempre attiva nel tutelare la <i>patavina libertas</i>, il processo non cominciò neppure e le accuse furono lasciate cadere. Arrivato infine a Firenze nel 1610, con la maggiore sicurezza economica Galileo si sente più libero di esprimere il suo parere sull'astrologia. Le posizioni sono sempre sfumate, probabilmente per non urtare la sensibilità dei suoi protettori, ma il disinteresse e lo scetticismo sono chiari nel Dialogo sopra i due massimi sistemi e nella corrispondenza con Tommaso Campanella o Federico Cesi, uno dei fondatori dell'Accademia dei Lincei. Con l'avvento della "nuova scienza" sperimentale, conclude Albini, «a partire dal 1615 l'astrologia sembrò a Galileo una cosa del passato». Al di là della vicenda personale di Galileo, il libro riesce a dare un'idea dell'ambiguo e tormentato rapporto tra la scienza rinascimentale e l'astrologia, con la Chiesa che da un lato condanna la visione copernicana e dall'altro proibisce la pratica della divinazione astrologica e i filosofi che con difficoltà accettano un po' alla volta il primato dell'osservazione sperimentale sulla speculazione filosofica, lasciando spazio a una nuova figura: quella dello scienziato.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKQ9QeVBZWS15H1u9ZjGQGs46JilQt3UgorHYfd6bQuJOi1pEKZvPcFaFKMxaMRLW5lm8NcegmG0JgrfCLywH88c4T3sXqPIf5GUHc6IZbtmLL7QVg1_Fd67A8qM-Glir4ePpxVdBkzaBP/s1600/oroscopi+galileo.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKQ9QeVBZWS15H1u9ZjGQGs46JilQt3UgorHYfd6bQuJOi1pEKZvPcFaFKMxaMRLW5lm8NcegmG0JgrfCLywH88c4T3sXqPIf5GUHc6IZbtmLL7QVg1_Fd67A8qM-Glir4ePpxVdBkzaBP/s200/oroscopi+galileo.jpg" width="144" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Oroscopo che Galileo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
fece per se stesso,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
copia nella biblioteca</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Firenze.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
D’altra parte però, alla fine del Rinascimento, la figura del “<b>matematico</b>” si <b>confondeva</b> spesso con quella dell’<b>astrologo</b>, che a sua volta era legata alla scienza dell’osservazione delle stelle. Quest’ultima si sarebbe evoluta in astronomia proprio grazie al contributo decisivo dato dallo scienziato pisano attraverso le sue scoperte al telescopio. Va tuttavia considerato che Galileo ebbe per quasi tutta la vita grossi problemi finanziari e non ci si deve stupire se nel periodo padovano abbia ricevuto da alcuni suoi allievi compensi in denaro per oroscopi fatti su commissione. Alla Biblioteca Nazionale di Firenze si conservano delle “carte natali”, calcoli astronomici ed oroscopi fatti per puro gioco che Galileo decise di conservare e riguardanti sé stesso, le figlie e l’amico Giovanfrancesco Sagredo (uno degli attori del "Dialogo sopra i Massimi Sistemi"). Ma soprattutto <b>Galileo</b> utilizzò l’astrologia a scopo politico quando i potenti lo gradivano o lo volevano:<b> calcolò</b>, ad esempio, l’<b>oroscopo</b> del granduca di Toscana Ferdinando I su richiesta della moglie. Sembra che fosse <b>molto favorevole</b>. Peccato che<b> il nobile signore morì due settimane dopo</b>! La stessa dedica del "Sidereus Nuncius" al granduca Cosimo II contiene alcuni riferimenti astrologici. In fin dei conti, ai tempi di Galileo la figura dello scienziato professionista non esisteva ancora ed egli aveva bisogno di un “mecenate” per portare avanti i suoi studi scientifici, adattandosi perciò agli usi e costumi del tempo. Questi gli unici fatti. Né d’altra parte Galileo si espresse apertamente e pubblicamente riguardo all’astrologia per le ovvie ragioni pratiche menzionate precedentemente. Sappiamo però che nel 1630 scrisse a Tommaso Campanella dicendo di non crederci. Tre anni dopo, in una lettera ad Elia Diodati, Galileo mostrò un analogo scetticismo riguardo alle credenze astrologiche del celebre matematico e astrologo francese Morin de Villefranche. Molto più vero è il fatto che le osservazioni astronomiche strumentali di Galileo misero in crisi non solo la filosofia aristotelica ma anche l’astrologia: la nuova scienza astronomica cancellò infatti la distinzione tra un cielo sacro inaccessibile ed incorruttibile ed una Terra, centro dell’Universo, ma anche ricettacolo di tutti i mali. Non dimentichiamo poi che dire che la Terra era un corpo celeste come tutti gli altri, significava anche smentire la possibilità che gli astri fossero la causa remota e primaria di tutti i processi terrestri di alterazione e corruzione.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.636</b> - (Negli USA) Fondazione dell'<b>Harvard College</b>, la prima <b>università dell'America</b> settentrionale.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhczwGpM3JuIDOyxNeI-BOhlaKDpriEtQ3axXBvfQtduemApIz_C18kmLvt2IxWYeJ7hpA-C5uRFtCY3HJG5re1_6XXEND1FxoUo2wJFjQIFQ8taf5Lquc3RMUtdPp3xiqc5q3iqzymZD8n/s1600/Cartesio.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhczwGpM3JuIDOyxNeI-BOhlaKDpriEtQ3axXBvfQtduemApIz_C18kmLvt2IxWYeJ7hpA-C5uRFtCY3HJG5re1_6XXEND1FxoUo2wJFjQIFQ8taf5Lquc3RMUtdPp3xiqc5q3iqzymZD8n/s200/Cartesio.png" width="196" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Frans Hals: "Cartesio", 1.649.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<span lang="it-IT"><b>Nel 1.637</b> - Pubblicazione del "<b>Discorso sul metodo</b>" di <b>Cartesio</b>. </span>René Descartes, latinizzato in Renatus Cartesius e italianizzato in Renato Cartesio (La Haye en Touraine, oggi Descartes, 1.596 - Stoccolma, 1.650) è stato un filosofo e matematico francese. È ritenuto il fondatore della matematica e della filosofia moderne. Cartesio estese la concezione razionalistica di una conoscenza ispirata alla precisione e certezza delle scienze matematiche, così come era stata propugnata da Francesco Bacone, ma formulata e applicata effettivamente solo da Galileo Galilei, a ogni aspetto del sapere, dando vita a quello che oggi è conosciuto con il nome di <b>razionalismo continentale</b>, una posizione filosofica dominante in Europa tra il XVII e il XVIII secolo.</div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhMnLF3oihDlQKwqM9H30AumbEMqaPIAuzrmttvOoCsHxzo53yKgoszsyQZcFYz0dJ6m1Z3HDC4U3toyUuDcyyVmF_MHhzq7v6KM0V8p44YOB8nP3yfLeawwpYs_Q-qupDFQ4iIsdkVmc/s1600/oliver+cromwell+monumento" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhMnLF3oihDlQKwqM9H30AumbEMqaPIAuzrmttvOoCsHxzo53yKgoszsyQZcFYz0dJ6m1Z3HDC4U3toyUuDcyyVmF_MHhzq7v6KM0V8p44YOB8nP3yfLeawwpYs_Q-qupDFQ4iIsdkVmc/s200/oliver+cromwell+monumento" width="130" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Statua di Cromwell</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
all'ingresso del Palazzo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Westminster,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
a Londra.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.642</b><span lang="it-IT"> - </span><span lang="it-IT">In <b>Inghilterra</b> ha inizio la<b> Rivoluzione Inglese</b>,</span> guerra civile che si è svolta tra il 1.642 e il 1.660. Il motivo è da ricercarsi quando Giacomo VI, re di Scozia, ottenne la corona di Inghilterra come Giacomo I dopo la morte di Elisabetta I (rimasta senza eredi), causando l’<b>unione dei due regni di Inghilterra e Scozia</b> per la prima volta nella storia. Nel 1601 Giacomo era stato iniziato in
Massoneria nella loggia di Scone e Perthe da John Mylne e nel 1603,
poche ore dopo la morte di Elisabetta, un consiglio di successione
aveva proclamato Giacomo re di Inghilterra e Irlanda. Fu incoronato
il 25 luglio nell'Abbazia di Westminster. La Scozia e l'Inghilterra
non divenivano però un unico regno, cosa che avverrà con l'Atto di
unione del 1707. Sorsero però due grossi problemi. Dal <b>punto di vista politico</b>, la cultura del re scozzese era portata, per tradizione, a considerare il potere monarchico donato da Dio, per cui non era disposto a scendere a compromessi con un Parlamento con grandi poteri come era quello inglese. Tali problemi si erano palesati nel 1.625, quando a Giacomo I era subentrato il figlio, Carlo I. Il re aveva convocato il Parlamento nel 1.628, chiedendo di poter emanare delle tasse per iniziare una campagna militare contro gli Ugonotti. In risposta il Parlamento gli aveva chiesto conto di tutte le ingiustizie commesse durante il suo breve regno e richiesta l'accettazione della "<i>Petition of Rights</i>" (petizione dei diritti), che avrebbe diminuito ulteriormente le opportunità regie di poter imporre il proprio potere indiscriminatamente. Il re aveva risposto con lo scioglimento del Parlamento stesso, dando vita ad un governo personale. Dal <b>punto di vista religioso</b>, al re sarebbe convenuto appoggiare la chiesa anglicana, poiché nella chiesa anglicana vi erano vescovi e, in generale, un numero grandissimo di autorità che permettevano al re di governare capillarmente il territorio e di arricchirsi. Questo contribuì a rompere l’unità statale, infatti fra i sudditi,<b> i riformatori</b> (protestanti) <b>erano un numero sempre maggiore</b>, e questo portò ad una spaccatura. Tutti questi elementi portarono, alla fine, a una <b>rivolta in Scozia</b>, causando una riconvocazione del Parlamento, dove venne proposta un’<b>ordinanza per eliminare il re</b>. Questa <b>non riuscì ad essere approvata</b> e causò la vera e propria <b>guerra civile</b>, che iniziò nel 1.642. L'influenza di Cromwell come comandante militare durante la guerra civile inglese è stata di importanza cruciale per la storia successiva delle Isole Britanniche. Cromwell entrò nell'esercito dei parlamentari all'età di 43 anni e reclutò un reparto di cavalleria al cui comando riportò una serie di vittorie in Anglia Orientale, guadagnando esperienza ed una grande reputazione. Era noto per scegliere i propri ufficiali in base al merito piuttosto che al titolo nobiliare, come invece si faceva abitualmente a quei tempi. Ecco, in proposito, una sua celebre affermazione: « Preferisco un capitano vestito da rozzo contadino, che ama le cose per cui sta combattendo, piuttosto che un cosiddetto gentiluomo che altro non è, appunto, che un gentiluomo. ». Questa nuova mentalità fece diventare il New Model Army il punto di riferimento per molti movimenti sia radicali e politici, come i "Livellatori" ("Levellers"), che religiosi, come i "Fifth Monarchist". È da notare come Cromwell pur non avendo alcun tipo di addestramento in fatto di tattica militare, dimostrò fin dall'inizio un innato talento per il comando. Riuscì in molte occasioni a dimostrarsi più abile del Principe Rupert, veterano di molte campagne in Europa. <b>Ruperto</b>, conte palatino del Reno, duca
di Baviera, comunemente chiamato principe Ruperto del Reno (in
tedesco: Ruprecht Pfalzgraf bei Rhein, Herzog von Bayern) (Praga, 17
dicembre 1619 - Westminster, 29 novembre 1683), è stato un generale
e ammiraglio tedesco, il più giovane figlio dell'elettore palatino
Federico V e di Elisabetta Stuart, fratello maggiore dell'elettrice
Sofia nonché nipote prediletto di Carlo I d'Inghilterra che lo creò
duca di Cumberland e conte di Holderness. La carriera di Ruperto fu
piuttosto varia: in giovane età combatté contro la Spagna nei Paesi
Bassi, terra d'esilio della sua famiglia. A ventitré anni fu
nominato comandante della cavalleria dell'esercito realista dallo zio
materno, re Carlo I Stuart nell'ambito della rivoluzione inglese.
Sconfitto nella battaglia di Naseby, fu bandito dalle isole
britanniche e seguì la famiglia reale inglese in esilio. In seguito
esercitò la professione di bucaniere nei Caraibi. Dopo la
restaurazione del cugino Carlo II Stuart nel 1660, poté fare ritorno
in Inghilterra, dove si occupò di comando navale, divenendo il primo
Governatore della <b>Hudson's Bay Company</b>, la proprietaria del dominio
britannico chiamato<b> Canada</b>. Si spense nel 1682, all'età di
sessantadue anni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I soldati di<b> Cromwell </b>impararono presto ad apprezzare ed ammirare il suo coraggio e la sua costante preoccupazione di farli operare nelle migliori condizioni possibili. Promosso comandante generale della cavalleria, addestrò i suoi uomini a compiere rapide sortite, per poi raggrupparsi velocemente dopo ogni attacco, tattica adottata con grande successo nella Battaglia di Naseby. In combattimento i suoi reparti dimostravano sempre un alto grado di disciplina e di motivazione. Le vittorie ottenute sul campo fecero aumentare progressivamente la sua influenza politica, fino a farlo diventare il personaggio più potente ed autorevole del tempo. Nel 1.646, alla fine della guerra civile, il re Carlo era di fatto prigioniero del parlamento e ormai delegittimato, mentre Cromwell, nella sua posizione di comandante in capo dell'esercito vittorioso, era il vero<b> arbitro</b> del futuro dell'Inghilterra. Se durante la guerra civile Cromwell dette ottima prova di sé come coraggioso comandante di reparti di cavalleria, negli anni successivi guiderà intere armate con eccezionale capacità e competenza. Le brillanti campagne che si conclusero con la<b> conquista dell'Irlanda e della Scozia </b>dimostrarono una grande abilità, oltre che sul campo di battaglia, anche, e soprattutto, nell'organizzazione delle linee di rifornimento e delle operazioni logistiche in quei territori ostili. I parlamentari, compreso Cromwell, speravano di raggiungere un compromesso col re Carlo I, il quale, tuttavia, non era disposto ad accettare una qualsiasi soluzione in <b>contrasto</b> con la propria concezione della <b>monarchia fondata sul diritto divino</b>. La cosiddetta Seconda Guerra civile inglese, scoppiata nel 1.648 dopo che Carlo I riuscì ad evadere dalla prigione, fece chiaramente capire a Cromwell che non sarebbe mai stato possibile venire a patti col re. Il re fu nuovamente imprigionato e processato per alto tradimento, e Cromwell fu subito messo sotto pressione dai suoi seguaci perché "Il sanguinario Carlo Stuart" fosse giustiziato.<b> </b><br />
<b><br /></b>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-20795780143024047222019-10-19T01:49:00.001-07:002020-10-07T03:21:14.003-07:00Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8zin9oG4p68lJ3MEn2ZJil3cFmW57TOrstXNXZQIwiL6t3D1-chFW76l4H17BCn3dAj9sRtUtIY5A7UAAFUWPI180WPkZdMzf3MW5HGy4jFIiTbF4zt7cRjrPx1cMYQvGQ9ivxQvlnDk/s1600/europa+riforma+XV-XVI+sec.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="172" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8zin9oG4p68lJ3MEn2ZJil3cFmW57TOrstXNXZQIwiL6t3D1-chFW76l4H17BCn3dAj9sRtUtIY5A7UAAFUWPI180WPkZdMzf3MW5HGy4jFIiTbF4zt7cRjrPx1cMYQvGQ9ivxQvlnDk/s200/europa+riforma+XV-XVI+sec.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina dell'Europa nel XV - XVI</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
secolo, con le aree delle religioni:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
cattolica, luterana, calvinista,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
anglicana, ortodossa, musulmana.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.519</b><span lang="it-IT"> - N</span>ella <b>corsa al potere</b> per la corona del <b>Sacro Romano Imperatore</b>,<b> Francesco I</b> <b>perde l'elezione</b> alla carica imperiale (1519) in favore di <b>Carlo V </b>d'Asburgo, che <b>riuscirà a comprare i voti</b> degli elettori grazie al sostegno finanziario del<b> banchiere tedesco</b> Jacob Fugger. <span lang="it-IT">Inizia così il <b>regno di Carlo </b></span><span lang="en-US"><b>V</b>. </span>In quegli anni <b>si afferma</b> il fatto che l'<b>Europa</b> non è più solo un piccolo continente, ma un <b>sistema di Stati interdipendenti</b><b> nel sistema politico europeo</b> che ha ormai unificato i sistemi regionali precedenti. Intanto si sviluppa la <b>convinzione</b> che la <b>libertà</b> di ciascuna delle potenze e la <b>sicurezza</b> di tutte coloro che operano nel sistema <b>dipendano da un’azione comune contro ogni potenza che possa acquistare una preponderanza eccessiva</b>.<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.520</b> - In giugno, <b>Francesco I</b> <b>incontra</b> nelle Fiandre, tra le città di <b>Calais</b>, allora <b>ultimo possedimento inglese sul continente europeo</b>, e di Guînes, il re inglese <b>Enrico VIII</b>. L'incontro, organizzato dal cardinale Thomas Wolsey, arcivescovo di York e Lord Cancelliere di Enrico VIII, avvenne nella cornice sfarzosa del cosiddetto Campo del Drappo d'Oro, un accampamento riccamente allestito per l'occasione. Francesco I mirava ad avere l'Inghilterra alleata nello scacchiere della lotta contro Carlo V e tentò di combinare il matrimonio fra la figlia di Enrico, Maria Tudor e il proprio figlio Francesco di Valois, Delfino di Francia. Nonostante il grande sfarzo e gli sforzi di Francesco, l'incontro non sortì l'effetto sperato: il matrimonio fra Maria e Francesco non avvenne mai e Enrico VIII strinse poi un'alleanza con Carlo V.</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel
1.521</b> - Le mire espansionistiche di <b>Francesco I</b> e il
timore che l'<b>autonomia della Francia</b>, accerchiata com'era dai
possedimenti concentratisi nelle mani di un unico sovrano, si trovi<b>
in grave </b>pericolo lo porteranno, durante tutta la sua vita, a
<b>scontrarsi con l'Imperatore Carlo V</b>.</div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b>
Il sultano ottomano <b>Solimano</b> il Magnifico (1520-1566)
successore di Selim tenta nuovamente la strada dell'espansione nei
Balcani, ed entra così ancora in contrasto con i regni europei per
il predominio sul mar Mediterraneo. Nel 1521 conquista <b>Belgrado</b>,
nel 1522 <b>Rodi</b>, nel 1526 nella battaglia di Mohács sconfigge
il re d'Ungheria e Boemia Luigi II, che morirà in combattimento. La
vittoria nelle guerre ottomano-ungheresi stabilirono il <b>dominio
turco</b> nelle parti meridionali e centrali del Regno di <b>Ungheria</b>.</div>
<br />
<b>-</b> Il motivo per cui i <b>romeni</b> si identificano attraverso la parola latina <i>romanus</i> (română român) comincia a essere menzionato<b> a partire dal XVI secolo</b> da alcuni autori, tra i quali alcuni umanisti italiani che ebbero modo di viaggiare in <b>Transilvania</b>, <b>Moldavia</b> e <b>Valacchia</b>. Il più antico <b>documento</b> scritto i<b>n lingua romena</b> è una lettera del <b>1521</b> (conosciuta sotto il nome di Lettera di Neacșu da Câmpulung - <i>Scrisoarea lui Neacșu din Câmpulung</i>) nella quale veniva annunciato al rappresentante locale di Brașov l'imminente attacco da parte dei turchi. Lo stesso documento risulta <b>il più antico</b> attestante la denominazione di <i>Țara Românească</i> (Paese Romeno). Ancor oggi la pronuncia corretta della parola român è più vicina a quella di romano, che alla traduzione fonetica romeno (che nella lingua italiana convive con l'espressione rumeno). I confini della Romania includono la maggior parte dell'<b>antico territorio della Dacia</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsfPCjr9A2-PGq556gWF4nvX6Y5RQGmZkGbRcF4fHe48HuN4-7Sda2DHVVMVWKZP8_7kWgX_0bvFK2y8WDtgNnxkw4XGK_HTMdz-YVce-HBC66pUGS5ai5-Yvy6t5_yh_XeY-w14w1Q8bd/s1600/1529+verrazzano+voyage.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="457" data-original-width="369" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsfPCjr9A2-PGq556gWF4nvX6Y5RQGmZkGbRcF4fHe48HuN4-7Sda2DHVVMVWKZP8_7kWgX_0bvFK2y8WDtgNnxkw4XGK_HTMdz-YVce-HBC66pUGS5ai5-Yvy6t5_yh_XeY-w14w1Q8bd/s200/1529+verrazzano+voyage.jpg" width="161" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il primo viaggio del 1524 in</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nord America di Giovanni da</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Verazzano, per conto del re</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Francia, da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_da_Verrazzano" target="_blank">https://it.</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_da_Verrazzano" target="_blank">wikipedia.org/wiki/Gio</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_da_Verrazzano" target="_blank">vanni_da_Verrazzano</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.523</b> - Re <b>Francesco I</b> di Francia <b>manda</b> il toscano <b>Giovanni da Verrazzano</b> a <b>esplorare</b>, nel <b>Nuovo Mondo</b>, la regione tra la Florida e il Terranova in cerca di una via che porti all'oceano pacifico. Partito da Dieppe (in Normandia), Giovanni da Verrazzano costeggiò il litorale spagnolo e attraversò l'Atlantico a bordo di una piccola caravella con una cinquantina di uomini. Si avvicinò alla costa vicino a Cape Fear intorno al 1º marzo <b>1524</b> e, dopo una breve sosta, continuò ad andare lungo la costa in direzione Nord, a largo dell'odierna Carolina del Nord e della laguna di Pamlico Sound, che descrisse nella sua Lettera a Francesco I come una grande insenatura che pensava fosse l'inizio dell'Oceano Pacifico, da cui accedere direttamente alle coste della Cina. Egli scrisse che l'istmo era largo circa un miglio. Questa registrazione fu all'origine di una duratura tradizione cartografica errata, con propaggini fino al XVIII secolo, incominciando dalle carte di Visconte di Maggiolo nel 1527 e in Girolamo da Verrazzano (fratello di Giovanni) nel 1529 che vedevano il continente nordamericano diviso in due parti, unite da un piccolissimo istmo sulla costa atlantica. Giovanni Da Verrazzano fece numerosi scali durante la sua esplorazione entrando in contatto coi Nativi americani della costa.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFWd0NPYtJxkwQPXhXHITeN0EoRvytGfyWGzPLaXZijR0-RUIb12pgHvrysI3dh_k9Gb0a7XJsgipx-vHMsRfAEXSLsrLy5PTILjEtTelVPdsMgrcBQVwpEopsshosDoVu6vSIVhxtpXBw/s1600/Giovanni+da+Verrazzano.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1003" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFWd0NPYtJxkwQPXhXHITeN0EoRvytGfyWGzPLaXZijR0-RUIb12pgHvrysI3dh_k9Gb0a7XJsgipx-vHMsRfAEXSLsrLy5PTILjEtTelVPdsMgrcBQVwpEopsshosDoVu6vSIVhxtpXBw/s200/Giovanni+da+Verrazzano.jpg" width="125" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giovanni da Verazzano,<br />
da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_da_Verrazzano" target="_blank">https://it.wikipedia<br />.org/wiki/Giovanni_<br />da_Verrazzano</a></td></tr>
</tbody></table>
Continuando la navigazione passò oltre la Baia di Chesapeake e il fiume Delaware. Successivamente arrivò alla Baia di New York, gettò l'ancora in The Narrows, lo stretto fra Staten Island e Long Island, dove ricevette un gruppo di canoe dei nativi Lenape. Qui osservò quello che credeva essere un grande lago di acqua dolce a nord della baia senza però riscontrare l'esistenza del fiume Hudson. Proseguendo il suo viaggio verso nord, Da Verrazzano costeggiò Long Island, attraversò il Block Island Sound ed entrò nella Baia di Narragansett, dove probabilmente incontrò il popolo Narragansett. Seguì poi la costa verso nord nell'odierno Maine, nella Nuova Scozia sudorientale per poi rientrare in Francia passando per Terranova.<br />
Da Verrazano assegnerà i nomi Francesca e Nova Gallia alla terra tra Nuova Spagna e il Terranova inglese. <b>Giovanni da Verrazzano</b> (Greve in Chianti, 1485 circa - Isole Abaco, 1528 circa), esploratore e navigatore italiano, compì i suoi viaggi per conto della Francia ed esplorò molte zone della costa atlantica degli attuali Stati Uniti, compresa la Baia di New York, e del Canada. Nonostante abbia lasciato una descrizione dettagliata dei suoi viaggi nel Nord America, poco sappiamo della sua vita. Facendo parte di una ricca famiglia fiorentina, raggiunta la maggiore età, (intorno al 1506-1507), scelse la carriera di navigatore e per questo si trasferì in Normandia, a Dieppe. Effettuò numerosi viaggi nel Mar Mediterraneo orientale e nel 1523 fu inviato dal re di Francia Francesco I a esplorare una zona tra la Florida e Terranova per cercare una nuova rotta per l'Oceano Pacifico. Dopo il viaggio del 1524, Da Verrazzano fece altri due viaggi nelle Americhe. Nel primo si approvvigionò di legno "pau Brasil" in Brasile. La natura della morte dell'esploratore non è conosciuta con sicurezza. Secondo alcuni egli fu<b> ucciso e divorato da cannibali</b> nativi delle Bahamas nel 1528, nel suo terzo viaggio nel Nuovo Mondo.<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel
1.524</b> - La campagna del 1524-25 di <b>Francesco I</b> in Italia
si risolve in un <b>disastro</b> per i francesi nella <b>battaglia di
Pavia</b>: la cavalleria francese, con il re in testa, è spazzata
via dagli archibugieri spagnoli e l'esercito è messo in rotta. Lo
stesso Francesco I è imprigionato per tre mesi a Pizzighettone,
nella torre detta "del Guado", per poi rimanere prigioniero
per una settimana in una torre dell'Abbazia della Cervara, prima di
essere condotto in Spagna. La cattura del re di Francia è da
attribuirsi a tre cavalieri spagnoli, Diego D'Avila, Juan de Urbieta
e Alonso Pita da Veiga, citati da Paolo Giovio nella sua "Vita
del Marchese di Pescara" (Fernando Francesco D'Avalos), i cui
discendenti conservano i documenti comprovanti la veridicità del
fatto.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Francesco
I </b>rimane <b>detenuto a Madrid </b>per un<b> </b>anno ed è
liberato dietro versamento di un riscatto, con l'obbligo di firmare
il Trattato di Madrid, che prevede condizioni umilianti:
sottoscrivendolo, si impegna a cessare ogni rivendicazione sulle
regioni dell'Artois, delle Fiandre, e del Regno di Napoli, oltre a
rinunciare alla Borgogna e al Ducato di Milano <b>e si impegna a
lasciare i due figli</b>, Francesco di Valois il primogenito ed
Enrico il secondo,<b> in Spagna come ostaggi</b>, tenuti prigionieri
al buio e in <b>totale isolamento</b>, come <b>criminali comuni</b>.
I principini dimenticarono il francese e riconoscevano solo qualche
parola spagnola.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRua3soLjC-5ACffZNDmrbnyore1V2XosIhkVtpY8w0MkOlX42hCWquRZQHwZVfNJ62oTr4tvXgj7msOIt5Tk-fntHguO5QcQ8JSyfbO-P4hI1xZHGnQLS35OzQE-f8kTKEt4319g1iXPJ/s1600/Franciszek_III_Breto%25C5%2584ski+corneille+de+lyon.JPG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="698" data-original-width="600" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRua3soLjC-5ACffZNDmrbnyore1V2XosIhkVtpY8w0MkOlX42hCWquRZQHwZVfNJ62oTr4tvXgj7msOIt5Tk-fntHguO5QcQ8JSyfbO-P4hI1xZHGnQLS35OzQE-f8kTKEt4319g1iXPJ/s200/Franciszek_III_Breto%25C5%2584ski+corneille+de+lyon.JPG" width="171" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
Corneille
de Lyon: “Francesco</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
di
Valois-Angoulême” il</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
primo
figlio maschio di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
Francesco
I di Francia, da:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2635520" target="_blank">https://commons.wikimedia.</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2635520" target="_blank">org/w/index.php?curid=</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2635520" target="_blank">2635520</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
Dopo la liberazione di entrambi, avvenuta dietro
riscatto, le angustie sofferte durante la prigionia continuarono ad
avere conseguenze sulla loro personalità e Francesco, in
particolare, rimarrà sempre taciturno e riservato. Dopo la morte
della madre Anna di Bretagna, come erede al trono Francesco sarà
incoronato, a Rennes, duca di Bretagna con il nome di Francesco III e
a 17 anni avrà la sua prima ed ultima amante, Mademoiselle de
l'Estrange. Dopo una partita alla pallacorda, giocata col suo
segretario, il conte di Montecuculli (Montecuccoli), il delfino berrà dell'acqua ghiacciata che gli procurerà una polmonite fulminante e
il giorno successivo morirà. I medici che eseguiranno l'autopsia
dichiareranno come la morte sia dovuta a cause naturali ma l'opinione
pubblica dell'epoca non accettò tale responso e credette piuttosto ad un avvelenamento. Il colpevole sarà trovato proprio in
Montecuculli (Montecuccoli), ovvero la persona che aveva dato da bere
al principe l'acqua fredda. Sotto tortura, l'uomo confessò il
crimine e un pubblico processo, svoltosi a Lione, lo condannò a
morire per squartamento, il supplizio inflitto ai regicidi. Diventò così delfino di Francia e duca di Bretagna il fratello minore di
Francesco, Enrico,<b> il futuro Enrico II</b> di Francia. Tornando a re Francesco I, tornato in Francia e per nulla deciso a cedere la
Borgogna, oggetto del desiderio di Carlo V, come lo era stato in precedenza per suo
nonno Massimiliano, contestò le clausole del trattato che si
rifiutò di ratificare.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; text-align: left; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
</div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiRswPqrxs9v68DLuy-hsrPKyhuoUWFiRwxzm-KJyW8C7t394oMAulHl4JrMZYiQKFBte4tTX_5tANGGBvPQrXz5zfDWLMKzRALbbF9CnMEjM0rgrSJHmLfqNFb1z1I-MrLRCE7dHEDlkX/s1600/Prussia+degli+albori.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="715" data-original-width="1600" height="88" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiRswPqrxs9v68DLuy-hsrPKyhuoUWFiRwxzm-KJyW8C7t394oMAulHl4JrMZYiQKFBte4tTX_5tANGGBvPQrXz5zfDWLMKzRALbbF9CnMEjM0rgrSJHmLfqNFb1z1I-MrLRCE7dHEDlkX/s200/Prussia+degli+albori.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La Prussia degli albori, da: <a href="https://www.albertomassaiu.it/la-nascita-dellaquila-nera-la-prussia-di-federico-il-grande/" target="_blank">https://</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.albertomassaiu.it/la-nascita-dellaquila-nera-la-prussia-di-federico-il-grande/" target="_blank">www.albertomassaiu.it/la-nascita-</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.albertomassaiu.it/la-nascita-dellaquila-nera-la-prussia-di-federico-il-grande/" target="_blank">dellaquila-nera-la-prussia-di-</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.albertomassaiu.it/la-nascita-dellaquila-nera-la-prussia-di-federico-il-grande/" target="_blank">federico-il-grande/</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.525 </b>- Con la conversione al luteranesimo, <b>Albrecht Hohenzollern</b>, ultimo Hochmeister dell’<b>Ordine Teutonico</b> sul Baltico, toglie a Roma gli appannaggi del seggio di Pietro, i territori dell'ordine e secolarizza i domini dei monaci-cavalieri e <b>fondando</b> così il <b>ducato di Prussia</b> di cui <b>lui</b> sarà il <b>duca</b>. I suoi discendenti diventeranno, dopo due secoli, Re di Prussia e Kurfürst - Principi-Elettori - del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica per il Brandeburgo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.526</b> - Il 22 maggio, <b>Francesco I</b> aderisce alla <b>Lega di Cognac</b> promossa da <b>papa Clemente VII</b>. Nei piani della Lega, di cui facevano parte anche <b>Venezia</b>, <b>Genova</b>, <b>Firenze</b> e <b>Francesco II Sforza</b>, vi era quello di <b>strappare il Regno di Napoli agli spagnoli</b>, insediandovi un principe italiano che avrebbe pagato un canone a Francesco I. I patti prevedevano che il re di Francia costituisse due eserciti, uno dei quali sarebbe sceso in Lombardia e l'altro direttamente in Spagna, ma per tutto il 1526 Francesco I, impegnato a trattare la liberazione dei figli, non partecipa agli eventi bellici, <b>disattendendo i patti stretti con gli alleati</b>. Questi furono facilmente superati dalle truppe imperiali che marciavano verso Roma. Il brutale <b>sacco di Roma</b>, compiuto dai <b>lanzichenecchi</b> e propiziato dal <b>tradimento del cardinale Pompeo Colonna</b>, segnò la disfatta e la dissoluzione della Lega di Cognac ma fu anche il motivo che spinse Francesco ad intervenire.</div>
<br /></div>
<b>- </b>Nel 1.526, con la vittoria di Mohács <b>i Turchi si impadroniscono dell'Ungheria</b>. Dopo la morte del re ungherese Luigi II nella battaglia di Mohács , combattuta contro gli Ottomani, l'ascesa di Ferdinando d'Austria al trono ungherese fu ostacolata dal governatore della Transilvania, Giovanni Zápolya e nella conseguente lotta dinastica s'inserì anche Solimano il Magnifico, che dopo la morte di Zapolya occupò l'Ungheria centrale con l'intenzione di sostenere la causa del figlio del precedente governatore, Giovanni Sigismondo. Il 13 gennaio 1568 la <b>Dieta di Transilvania</b> riunitasi a Turda, dichiarò la piena<b> libertà religiosa</b>. Nessuno poteva essere perseguitato o menomato per causa della sua confessione. Questa legge rimase uno dei <b>capisaldi dell'identità transilvana</b>. La situazione si stabilizzò per qualche decennio con la <b>tripartizione dell'Ungheria</b>, che lasciò la Transilvania semi-indipendente e, nel 1571, i Báthory presero il controllo della regione e instaurarono un <b>Principato</b>. Il suo dominio si tradusse nella
sostanziale difesa delle libertà religiose della popolazione, mentre
il Principato era in conflitto con gli austriaci, gli ottomani e il
principe di Valacchia Michele il Coraggioso. Quest'ultimo prese
possesso della Transilvania e la unì con i Principati di Moldavia e
Valacchia; tuttavia l'unificazione fu rapidamente sovvertita dagli
Asburgo che, con un esercito mercenario condotto dal generale Giorgio
Basta, eliminarono il principe Michele e instaurarono un governo
autoritario[senza fonte], il quale si prodigò nel restituire ogni
dominio alla nobiltà e restaurare il cattolicesimo mediante la
controriforma. Il Principato di
Transilvania riacquistò tuttavia la propria indipendenza fra il 1604
e il 1606, quando il calvinista Stefano Bocskai, eletto principe di
Transilvania (5 aprile 1603), condusse con successo una ribellione
contro il governo asburgico[senza fonte] . La dinastia che ne seguì
condusse il Principato attraverso un periodo di massimo
sviluppo[senza fonte], riuscendo ad ampliare i propri domini a sette
contee dell'Ungheria settentrionale. La sconfitta turca nella
battaglia di Vienna (1683) sancì il progressivo ritorno della zona
della Transilvania sotto il controllo asburgico, che attraverso le
istituzioni della Chiesa cattolica incominciò a incrinare i rapporti
fra protestanti e cattolici[senza fonte], riducendo inoltre
l'influenza della nobiltà protestante. Alla Dieta dell'"Ungheria
Reale", la parte dell'Ungheria sottoposta agli Asburgo fin dalla
metà del XVI sec., tenutasi a Presburgo nel 1687, l'imperatore
Leopoldo I promise di osservare tutte le leggi e i privilegi
ungheresi, ma impose il riconoscimento ufficiale dell'ereditarietà
del trono d'Ungheria agli Asburgo, abrogando le pretese degli altri
nobili. Nel 1690 Leopoldo incominciò la ridistribuzione delle terre
conquistate ai turchi, dunque anche in Transilvania. I nobili
protestanti e gli altri ungheresi che si erano dimostrati infedeli
alla causa regia, persero i loro possedimenti che vennero assegnati a
stranieri. Il graduale scollarsi delle diverse dimensioni sociali del
Principato e l'unificazione della Chiesa ortodossa di Transilvania
con la Chiesa cattolica, sotto le spinte della controriforma
cattolica e delle vittorie militari asburgiche, testimoniarono la
perdita d'indipendenza della Transilvania[senza fonte], che nel 1711
perse il Principato per essere sottoposta al controllo diretto di
governatori asburgici, in quanto parte del riunificato Regno
d'Ungheria. La repressione dei protestanti e la divisione delle terre
frustrò gli ungheresi, e nel 1703 una sommossa contadina portò a un
periodo di 8 anni di rivolta contro il governo degli Asburgo. In
Transilvania, che divenne nuovamente parte dell'Ungheria dalla fine
del XVII secolo (come provincia, nota come "Principato di
Transilvania" con una propria Dieta di sede a Gyulafehérvár),
la popolazione venne riunita sotto Francesco II Rákóczi, un magnate
cattolico. Gran parte dell'Ungheria presto si schierò dalla parte di
Rákóczi, e la Dieta ungherese votò per annullare i diritti di
successione al trono degli Asburgo. A ogni modo, quando gli Asburgo
si riappacificarono a ovest dei loro possedimenti (guerra di
successione spagnola) e si rivolsero completamente alla causa
dell'Ungheria la rivolta fu soffocata e si concluse nel 1711, quando
il conte Károlyi, generale delle armate ungheresi concluse il
Trattato di Szatmár. Il trattato prevedeva ancora una volta la
sottomissione degli ungheresi agli Asburgo ma l'obbligo da parte
dell'imperatore di convocare periodicamente la Dieta ungherese e di
garantire l'amnistia a tutti i ribelli. Il
successore di Leopoldo, re Carlo III (1711/40), era intenzionato a
costruire relazioni operose con l'Ungheria dopo il Trattato di
Szatmár. Carlo chiese alla Dieta di Budapest di approvare la
Prammatica Sanzione, con la quale si prevedeva che i monarchi
asburgici non potessero reggere l'Ungheria come imperatori, ma come
re soggetti alla costituzione e alle leggi ungheresi. Egli sperava
che la Prammatica Sanzione avrebbe potuto mantenere intatte tutte le
terre del vasto impero asburgico anche se sua figlia Maria Teresa
avesse dovuto succedergli come unica erede al trono. La Dieta approvò
la Prammatica Sanzione nel 1723 e l'Ungheria divenne così una
monarchia ereditaria sotto il comando degli Asburgo per tutto il
periodo in cui la dinastia rimase al potere. A livello pratico, però,
Carlo e i suoi successori governarono perlopiù autocraticamente,
controllando tutti gli aspetti della vita pubblica e sociale
dell'Ungheria, di cui la Transilvania era parte integrante, con
l'eccezione dell'imposizione delle tasse che dovevano essere
istituite con il consenso dei nobili locali. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel
1.528</b> - Dopo aver<b> riconsegnato Milano</b> agli <b>Sforza</b>,
<b>Francesco I</b> tenta la <b>presa di Napoli</b>, ma la <b>peste</b>
che decima il suo esercito e la <b>defezione dei genovesi</b> lo
portano alla <b>sconfitta di Aversa</b>.
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel
1.529</b> - In estate, a <b>Cambrai</b>, è stipulata una <b>nuova
pace tra Francesco I e Carlo V</b> che, pur sancendo il dominio
asburgico in Italia, rettifica in modo favorevole alla Francia le
condizioni dell'accordo di Madrid: Francesco, impegnandosi ad
abbandonare ogni pretesa sul Regno di Napoli e sul Ducato di Milano,
<b>ottiene la liberazione dei figli</b> tenuti in ostaggio e <b>lega
saldamente la Borgogna alla propria corona</b>. <span style="font-family: "times new roman" , serif;">È</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
in </span>questo periodo che, essendo rimasto vedovo dal 1924,
contrae il suo <b>secondo matrimonio</b>, in ottemperanza al Trattato
di Madrid, <b>con la sorella dell'Imperatore</b>, Eleonora, già
vedova del re del Portogallo Manuele I.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-
</b>Nel 1529 <b>gli ottomani </b>proseguono <b>verso Vienna</b>,
assediano la città senza però riuscire a prenderla.
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.530</b> - Francesco I fonda il <b>College de France</b> in cui, con l’insegnamento del greco e dell’ebraico, si voleva contrapporre la <b>nuova cultura umanistico</b>-<b>riformatrice</b> all’insegnamento scolastico dell’università.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.531</b> - Il 27
febbraio viene fondata la <b>Lega</b> di <b>Smalcalda</b>
(Schmalkalden, in Turingia). La diffusione della Riforma induceva gli
stati tedeschi del Sacro Romano Impero ad affermare la propria
autonomia sul piano religioso e di conseguenza su quello politico.
Una <b>federazione di principi</b> <b>tedeschi</b> uniti
dall'<b>opposizione al potere imperiale</b> e dalla volontà di
<b>difendere il luteranesimo </b>dai tentativi di restaurazione
cattolica attuati dall'imperatore Carlo V venne pertanto
ufficialmente costituita a Smalcalda
venerdì 27 febbraio 1531 da Filippo I di Assia e Giovanni Federico,
elettore imperiale di Sassonia, che giurarono di difendersi
reciprocamente se i loro territori fossero stati attaccati da Carlo.
Anhalt, Brema, Brunswick-Lüneburg, Magdeburgo, Mansfeld, Strasburgo
ed Ulma furono gli altri membri originari della Lega. Costanza,
Reutlingen, Memmingen, Lindau, Biberach an der Riß, Isny im Allgäu
e Lubecca si unirono in seguito. La Lega si accordò per fornire
10.000 uomini e 2.000 cavalieri per la mutua protezione.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Nel 1531, l'11
ottobre, nella battaglia di Kappel, in Svizzera, è ferito e <b>ucciso
dai cattolici</b> vittoriosi, Huldreich <b>Zwingli</b>, italianizzato in
Ulrico Zuinglio (Wildhaus, 1º gennaio 1484 - Kappel am Albis, 11
ottobre 1531), teologo svizzero, vissuto nel periodo della Riforma
protestante e uno dei fondatori delle Chiese riformate svizzere.
Aveva promosso importanti riforme religiose nel suo Paese, sul
modello della Riforma di Martin Lutero. La sua proposta di riforma
del cristianesimo ottenne prima il supporto della popolazione e delle
autorità di Zurigo, coinvolgendo successivamente altri cinque
cantoni svizzeri, mentre i rimanenti cinque rimasero fedeli alla
Chiesa cattolica. La sua interpretazione del cristianesimo propone un
approccio ragionato alla fede, evidenziando un <b>forte legame con il
clima umanistico </b>che attraversava l'Europa di allora. In questo
senso, la teologia di Zwingli presenta alcune <b>differenze</b>
rispetto all'impostazione data da <b>Lutero</b>, incentrata sulla
tragica condizione umana corrotta dal peccato e sulla salvezza
operata da Dio. Nel 1506, conseguito il titolo di maestro in
teologia, venne ordinato prete a Costanza. Seguì successivamente i
mercenari svizzeri nella guerra della Lega di Cambrai sino alla
battaglia di Marignano del 1515, come cappellano militare. Esercitò
poi il suo ministero come parroco a Glarona e poi a Einsiedeln, già
allora famosa meta svizzera di pellegrinaggi. In quel periodo si
avvicinò al pensiero di Erasmo da Rotterdam, ma elaborò presto la
sua<b> nuova concezione teologica</b> a cui avrebbe cercato di dare
applicazione durante la sua permanenza a Zurigo. Nel 1525 progettò
una liturgia della Santa Cena in tedesco, che prevedeva la
soppressione dei canti non biblici e di tutto l'accompagnamento
strumentale. In seguito alla disputa teologica del 19 maggio 1526 a
Baden, tra la fazione cattolica rappresentata da Johannes Eck e
quella zwingliana guidata da Giovanni Ecolampadio, le posizioni di
Zwingli vennero condannate e il riformatore svizzero fu <b>scomunicato</b>
da papa Adriano VI, con conseguente <b>esclusione dalla Chiesa
cattolica</b>. I tredici cantoni della Svizzera si divisero tra le
due posizioni, ma non in modo pacifico: ne seguì addirittura un
<b>conflitto armato</b>, e Zwingli, che era cappellano e
portabandiera delle truppe che lo sostenevano, fu ferito nella
battaglia di Kappel, avvenuta l'11 ottobre 1531, e <b>ucciso dai
cattolici</b> vittoriosi, i quali diedero anche alle fiamme le sue
spoglie. Dopo la sua morte, la Riforma protestante in Svizzera si
attestò soprattutto nelle città a nord delle Alpi (e nella zona
rurale dei Grigioni, che allora non faceva parte della Confederazione
elvetica): la Svizzera è tuttora divisa tra cantoni cattolici e
cantoni protestanti. La dottrina di Zwingli si
può riassumere in quattro punti: 1) superiorità delle Sacre
Scritture rispetto alla Tradizione ecclesiastica; 2) rifiuto
dell'autorità papale; 3) confutazione del conciliarismo; 4)
coinvolgimento attivo all'interno della società (il cosiddetto
Vangelo sociale). In qualche modo, anche i <b>Quaccheri </b>e i
<b>Battisti </b>di oggi possono essere visti come continuatori delle
istanze di Zwingli.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.532</b> - Dopo la morte di
Ulrico Zwingli alcune città della Germania meridionale cercarono
l'appoggio della <b>Lega di Smalcalda</b>, che divenne il <b>centro
dell'opposizione anti-asburgica</b>: nel 1532 la Lega si alleò con
la Francia e nel 1538 con la Danimarca. Raramente la Lega provocò
Carlo V direttamente, ma confiscò terreni alla Chiesa, espulse
vescovi e principi cattolici e aiutò a diffondere il Luteranesimo
nella Germania settentrionale.</div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Nel
1.532 l'ottomano <b>Solimano lancia un altro attacco a Vienna</b>, ma
è respinto nell'assedio di Güns.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Nel 1.532 Rabelais pubblica "<b>Gargantua e Pantagruel</b>". Pantagruel gode liberamente delle gioie
dell'esistenza e manifesta la propria vitalità sfrenata attraverso
il riso. Rabelais nel prologo del romanzo, indirizzato ai lettori,
scrive: "E, leggendo, non vi scandalizzate: / Qui non si trova
male né infezione.[...] Meglio è di risa che di pianti scrivere, /
Ché rider soprattutto è cosa umana". La creatività e
l'allegria di Pantagruele e dei suoi compagni di viaggio sono la
rappresentazione comica dell'<b>ottimismo umanistico</b> sulla <b>bontà
della natura umana</b> rivalutata in tutti i suoi aspetti. Rabelais
si pone contro l'ascetismo e il dogmatismo medievale, contro il
tentativo di sopprimere gli istinti da parte delle religioni
cattolica e protestante, contro le teorie e i procedimenti
speculativi di teologi e filosofi. L'ideale è quello di un uomo
tollerante e libero, naturalmente buono, e la regola stabilita
nell'Abbazia di Thelème ("Fa' quello che vuoi"), riassume
la fiduciosa e utopistica aspirazione umanistica alla <b>libertà</b>,
contrapposta al dogmatismo della cultura ufficiale e alla censura del
potere ecclesiastico e politico.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx0ucHvNsph0IBYgaD4g1qK6Y5fZPhX1T3cCb8bBuiHFj8d8SfAHdy4UNtMuwOr9ubEDkhplduX5YB1jSf0shnjQbALxJig7RzWAcGfl06nB0gHb04OKFRhcJhrwsbFL26qVjochGit-N8/s1600/80Henry_VIII_-_Google_Art_Project.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1406" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx0ucHvNsph0IBYgaD4g1qK6Y5fZPhX1T3cCb8bBuiHFj8d8SfAHdy4UNtMuwOr9ubEDkhplduX5YB1jSf0shnjQbALxJig7RzWAcGfl06nB0gHb04OKFRhcJhrwsbFL26qVjochGit-N8/s200/80Henry_VIII_-_Google_Art_Project.jpg" width="113" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Hans Holbein il</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Giovane: "Enrico</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
VIII" (1497/98) da:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=21878559" target="_blank">https://commons.wi</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=21878559" target="_blank">kimedia.org/w/ind</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=21878559" target="_blank">ex.php?curid=</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=21878559" target="_blank">21878559</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.533</b> - Il 25 gennaio si celebrano le<b> nozze</b> di<b> Enrico VIII </b>d'Inghilterra e <b>Anna Bolena</b>. Il Lord cancelliere di corte, Tommaso Moro non approvò l'annullamento del matrimonio tra Enrico e Caterina d'Aragona e non partecipò alla cerimonia di incoronazione di Anna, tuttavia scrisse a Enrico che riconosceva Anna come sua regina. In seguito la principessa Maria, figlia di Caterina, venne dichiarata illegittima e nuova erede al trono designato diventò la figlia della regina Anna, la principessa Elisabetta. Caterina perse il titolo di regina e morì, con ogni probabilità di cancro, nel gennaio 1536. Papa Clemente VII rispose al nuovo matrimonio di Enrico con la scomunica, emessa nel mese di luglio del 1533. Tommaso Moro, nel frattempo, si dimise dall'incarico di governo, sostituito da Thomas Cromwell, che divenne il nuovo Lord Cancelliere. Il Parlamento approvò gli atti che sancirono la <b>frattura con Roma</b> nella primavera del 1534. In particolare l'<i>Act of Supremacy</i> (Legge di Supremazia) stabilì che <b>il re</b> è «...<b>l'unico Capo Supremo della Chiesa d'Inghilterra</b>» e il <i>Treasons Act</i> (Legge sui Tradimenti) del 1534 rese alto tradimento, punibile con la morte, il rifiuto di riconoscere il Re come tale. Al papa vennero negate le fonti di finanziamento come l'obolo di San Pietro. L'<i>Act of Succession</i> (Legge di Successione), sempre del 1534, spostò la linea dinastica dalla ex sovrana alla discendenza di Anna Bolena. Tutti gli adulti del regno vennero tenuti ad accettare le disposizioni di queste leggi e chiunque avesse rifiutato sarebbe stato giudicato colpevole di alto tradimento e passibile di pena di morte. Come conseguenza di queste leggi tutta la struttura della chiesa cattolica inglese venne attaccata. Cromwell, spinto e sostenuto dal sovrano, fece approvare dal parlamento, nel 1536, una <b>legge</b> che <b>espropriò i possedimenti dei monasteri</b> minori: questa azione portò nelle casse dello stato, nel giro di alcuni anni, <b>ingenti quantità di denaro,</b> ma ancora - formalmente - Enrico era un re cattolico. Solo in seguito, sotto l'influenza di Thomas Cranmer, arcivescovo di Canterbury e di Edward Seymour, primo duca di Somerset e conte di Hertford, l'<b>anglicanesimo</b> di Enrico VIII prese un <b>indirizzo protestante</b>.<br />
<br /></div>
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirxFNyEvaKkFACu8IEcMgl04XvuHcIoa1jOBv1THG5rzcyg1v1u0EsMvJAWNWWWCP6MSKnadHlu5HbFlY-o9jXNzvV91rjc9lXMuwU6jE72nMTAIp31K2yyq7sf2C5_C38JFxEHQ3Nq6A/s1600/elisabetta+I.JPG" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirxFNyEvaKkFACu8IEcMgl04XvuHcIoa1jOBv1THG5rzcyg1v1u0EsMvJAWNWWWCP6MSKnadHlu5HbFlY-o9jXNzvV91rjc9lXMuwU6jE72nMTAIp31K2yyq7sf2C5_C38JFxEHQ3Nq6A/s200/elisabetta+I.JPG" width="158" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Elisabetta I</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Nello stesso 1.533<b> nasce</b> <b>Elisabetta I </b>Tudor <b>d’Inghilterra</b>, l'unica figlia sopravvissuta di Enrico VIII e della sua seconda moglie, Anna Bolena, fatta decapitare dal sovrano, che egli aveva segretamente sposato tra la fine del 1.532 e l'inizio del 1.533. Elisabetta nacque nel palazzo di Placentia a Greenwich, il 7 settembre 1.533 e venne battezzata tre giorni dopo con il nome delle nonne Elisabetta di York ed Elisabetta Howard. Enrico avrebbe desiderato un maschio per assicurare la successione, ma dato che Maria, l'unica figlia superstite di Caterina d'Aragona, era stata dichiarata illegittima con l'annullamento del matrimonio dei genitori, Elisabetta era, all'epoca, l'erede presunta. Nel gennaio 1.536 Anna Bolena partorì un figlio che morì nel travaglio; il re, per potersi risposare, la accusò di tradimento con il fratello, e di stregoneria: il 2 maggio venne rinchiusa nella torre di Londra ed il 19 maggio fu decapitata; il giorno successivo Enrico si fidanzò con Jane Seymour. Elisabetta, che allora aveva tre anni, fu dichiarata illegittima, perse il titolo di principessa e fu cresciuta in esilio nel palazzo di Hatfield con la sorellastra, Maria, fino a che Jane Seymour non diede alla luce un figlio maschio, Edoardo. Elisabetta e Maria non erano comunque viste di buon occhio perché illegittime. In seguito, la sesta moglie di Enrico, Caterina Parr, riconciliò il re con la figlia che, assieme alla sorellastra Maria, fu reinserita nella linea di successione dopo il principe Edoardo, con l'Atto di Successione del 1.544. Grazie a Caterina Parr, Elisabetta ricevette un'educazione in un ambiente rigidamente protestante, sotto la guida dell'insigne umanista Roger Ascham, studiando latino, greco, francese, italiano (di fatto, uno dei primi documenti autografi di Elisabetta, una lettera, è scritta in italiano) e spagnolo. Enrico VIII morì nel 1.547 e gli successe Edoardo VI. Caterina Parr sposò Thomas Seymour, zio di Edoardo, e tenne Elisabetta con sé. Finché Edoardo VI visse, la situazione di Elisabetta rimase sicura. Nel 1.553 Edoardo, quindicenne, morì, lasciando un testamento che annullava le volontà del genitore e dichiarava sua erede Lady Jane Grey. Lady Jane ascese al trono, ma fu deposta meno di due settimane dopo.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Lady <b>Jane Grey</b> (Bradgate Park,
1537 - Londra, 12 febbraio 1554) è stata la prima regina
d'Inghilterra e d'Irlanda per soli nove giorni, dal 10 al 19 luglio
1553. In quanto figlia di lady Frances Brandon, a sua volta figlia
della principessa Maria Tudor (sorella del re Enrico VIII), e di
Henry Grey, era pronipote di Enrico VIII e quarta nella linea di
successione al trono inglese, dopo i cugini di primo grado per parte
di madre Edoardo VI, Maria I ed Elisabetta I. Fin dalla sua infanzia, Jane era stata
al centro delle ambizioni dei genitori, che avrebbero voluto vederla
sul trono d'Inghilterra per ottenere più influenza. Nel 1546 fu
mandata a corte come dama di compagnia di Caterina Parr, sesta moglie
del re. L'anno dopo, con la morte di Enrico VIII, l'ascesa al trono
di Edoardo VI d'Inghilterra e il nuovo matrimonio di Caterina Parr
con il lord ammiraglio Thomas Seymour, Jane si era trasferita a
Whitehall dove, sotto la tutela della Regina vedova, si era dedicata
allo studio, assieme alle cugine Maria ed Elisabetta. Nel 1553, morì
il re quindicenne Edoardo VI, dopo aver designato come futura sovrana
la cugina Jane. Quando i genitori, lo suocero e il marito
comunicarono a Jane la notizia, la giovane si rifiutò di diventare
regina, affermando che la legittima erede di Edoardo era Maria
(figlia di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona). Ma lo suocero John
Dudley, facendo leva sui sentimenti religiosi di Jane, la convinse ad
accettare il trono per mantenere la fede anglicana in Inghilterra
che, con Maria, sarebbe stata sostituita dalla fede cattolica. Allora
Jane accettò la corona, ma regnò per soli nove giorni. Infatti
Maria, che godeva il consenso popolare, fu dichiarata legittima
sovrana d'Inghilterra, depose Jane e la fece imprigionare, assieme al
consorte, nella Torre di Londra, mentre il suocero, John Dudley,
venne decapitato. Dopo otto mesi di carcere, Maria firmò la condanna
a morte di Jane e Guilford, per evitare una futura sommossa
protestante. L'esecuzione avvenne nel febbraio 1554. Prima fu
decapitato il marito Guilford, poi Jane. Quando Jane salì sul
patibolo chiese perdono per aver offeso Maria, pur proclamandosi
innocente; quando le misero la benda sugli occhi, non riuscì a
trovare il ceppo sul quale appoggiare la testa, suscitando la
compassione dei presenti, tanto che John Feckenham, decano della
cattedrale di San Paolo, con il quale Jane, durante la prigionia,
aveva avuto una costruttiva conversazione sulla fede riformata, la
aiutò ad appoggiare la testa sul ceppo. Così lady Jane Grey fu
decapitata e sepolta prima in una tomba anonima, poi nel 1876, per
decisione della regina Vittoria, nella cappella reale della chiesa di
San Pietro ad Vincula, accanto alle spoglie di Anna Bolena e Caterina
Howard. </div>
Resa forte dal sostegno popolare, <b>Maria I</b> Tudor (detta "<b>la Cattolica</b>" ma anche "<b>la Sanguinaria</b>") entrò trionfalmente in Londra con la sorellastra Elisabetta al fianco. Quindi, Maria I sposò Filippo II di Spagna, un matrimonio molto sgradito ai suoi sudditi protestanti e temendo di poter essere deposta e sostituita dalla sorellastra, a seguito della fallita ribellione di Wyatt, fece imprigionare Elisabetta nella Torre di Londra. Thomas Wyatt, detto il Giovane (1521 -
Londra, 11 aprile 1554) per distinguerlo dall'omonimo padre, il poeta
Thomas Wyatt, è stato un ribelle britannico attivo durante il regno
di Maria I d'Inghilterra. Gli spagnoli chiesero l'esecuzione di Elisabetta, ma pochi inglesi desideravano mettere a morte un membro della popolare dinastia Tudor ed anche i tentativi di rimuoverla dalla successione fallirono a causa dell'opposizione del Parlamento, oltre al fatto che Maria I non firmò mai il documento dell'esecuzione. Dopo due mesi nella Torre, ad Elisabetta furono concessi gli arresti domiciliari al castello di Woodstock (il Blenheim Palace, a Woodstock nello Oxfordshire), sotto la custodia di Sir Henry Bedingfield. Alla fine dell'anno, quando si era diffusa la voce che Maria era in attesa di un figlio, Elisabetta poté tornare a corte con l'assenso di Filippo che, preoccupato che la moglie potesse morire di parto, preferiva che la corona inglese passasse a lei piuttosto che a Maria Stuart, regina di Scozia. Tale preferenza, da parte del cattolicissimo Filippo, nasceva da motivi strettamente politici: sebbene cattolica, la giovane Stuart era stata cresciuta alla corte francese, era promessa al delfino, il futuro Francesco II ed una sua ascesa al trono d'Inghilterra avrebbe portato le isole britanniche interamente nella sfera di influenza della Francia, con la quale la Spagna era in guerra dall'inizio del secolo (la pace di Cateau-Cambrésis fra Francia e Spagna sarà stata firmata solo nel 1.559). Per tutta la durata del suo regno Maria I continuò a perseguitare i protestanti, guadagnandosi il soprannome di "Maria la Sanguinaria" e tentò di convertire Elisabetta, che si finse cattolica ma mantenne il suo credo protestante. Liberata dalla prigionia alla quale era
stata sottoposta, per evitare che prendesse il potere, nel 1558, <b>succedette alla corona</b> il 17 novembre dello stesso anno, per la morte senza eredi della sorellastra Maria I Tudor. La regina trovò però una pericolosa rivale nella cugina, la cattolica Maria Stuart, regina di Scozia e moglie del re di Francia Francesco II, la quale aveva un carattere impulsivo in antitesi con la prudenza tipica della cugina Elisabetta.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdT0nS_2fVwvC4DnEJvxr331jR-lvy5eBuqFYRRSn3pK2RPxuGCPLTqAu1WXtMcG75Yt0AF5Vjx8nAJzOGcRL-3UIQD3EJLOUK76W-dnkRbVCLuA1BWTX891kDM7vCrwn0P5Z2zHCclQg/s1600/Mary+Stuart" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdT0nS_2fVwvC4DnEJvxr331jR-lvy5eBuqFYRRSn3pK2RPxuGCPLTqAu1WXtMcG75Yt0AF5Vjx8nAJzOGcRL-3UIQD3EJLOUK76W-dnkRbVCLuA1BWTX891kDM7vCrwn0P5Z2zHCclQg/s200/Mary+Stuart" width="130" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Maria Stuart</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Mary Stuart</b>, italianizzata in
Maria Stuarda (Linlithgow, 8 dicembre 1542 - Fotheringhay, 8 febbraio
1587), è stata regina di Scozia dal 14 dicembre 1542 al 24 luglio
1567, regina consorte di Francia dal 10 luglio 1559 al 5 dicembre
1560 e regina d'Inghilterra per i legittimisti inglesi dell'epoca che
non riconoscevano Elisabetta I come legittima erede di Enrico VIII.
Regina a pochi giorni di vita, consacrata per diritto divino a soli
nove mesi, quella di Maria Stuarda fu una vita tragica. Scappata
dalle guerre anglo-scozzesi, fu cresciuta nell'ambiente colto e
raffinato della corte francese di Caterina de' Medici ed ebbe
un'ottima educazione in ambito culturale, ma non altrettanto
approfondita in ambito politico, dal momento che come regina consorte
di Francia non avrebbe dovuto avere potere effettivo. Alla morte del
suo primo marito, il re di Francia Francesco II, Maria Stuart tornò
in Scozia, dove l'attendeva lo scontro con la nuova religione
calvinista, istituita durante la sua assenza. Fu una sovrana molto
tollerante e questo non fece altro che aumentare il potere dei Lord
protestanti, che però le rivoltarono contro il paese, approfittando
della sua turbolenta vita privata. Scappata in Inghilterra, pensando
di poter essere aiutata dalla regina protestante Elisabetta I
d'Inghilterra, sua cugina, fu invece imprigionata per quasi
vent'anni, diventando il fulcro e l'anima del cattolicesimo inglese.
Molti complotti furono organizzati in suo nome per assassinare
Elisabetta e innalzarla al trono. La regina di Scozia si ritrovò
dunque a essere il simbolo vivente della Controriforma e finì
sacrificata nella lotta tra la Spagna cattolica di Filippo II e
l'Inghilterra protestante di Elisabetta I. La sua esecuzione fu un
duro colpo all'autorità divina dei sovrani assoluti: per la <b>prima
volta nella storia</b> una "regina consacrata da Dio" fu
giudicata e <b>condannata a morte</b>. Il suo unico figlio, Giacomo
VI di Scozia e I d'Inghilterra, succeduto ad Elisabetta, fu il primo
re britannico che riunì i domini scozzesi a quelli inglesi. Da Maria
Stuart discende l'attuale regina del Regno Unito Elisabetta II.</div>
Nel 1.559, Maria Stuart si era proclamata regina d'Inghilterra avvalendosi della controversa legittimità di Elisabetta (che era illegittima per le norme cattoliche, in quanto il matrimonio di Enrico VIII con Caterina d'Aragona non aveva mai ottenuto l'annullamento papale, ma non lo era per le leggi della Chiesa d'Inghilterra, che invece lo aveva annullato), con il supporto dei francesi, previsto dagli accordi nuziali tra Maria e Francesco II. In Scozia la madre di Maria Stuart, Maria di Guisa, che aveva governato la Scozia come reggente, tentò di aumentare l'influenza francese in Gran Bretagna concedendo all'esercito francese fortificazioni in Scozia. Un gruppo di lord scozzesi (protestanti) alleati di Elisabetta deposero Maria di Guisa e, posti sotto pressione dagli Inglesi, i rappresentanti di Maria Stuart firmarono il Trattato di Edimburgo, in base a cui le truppe francesi dovevano essere ritirate dalla Scozia. Sebbene Maria Stuart rifiutasse di ratificare il trattato, esso ottenne l'effetto desiderato e la minaccia francese fu allontanata dall'Inghilterra. Dopo la morte del marito Francesco II, Maria Stuart ritornò in Scozia, mentre per la Francia iniziava il periodo delle Guerre di Religione: temendo ulteriori possibili minacce da parte francese, Elisabetta diede segretamente aiuto agli Ugonotti. Fece pace con la Francia nel 1.564, rinunciando all'ultimo possedimento inglese in territorio francese, Calais, ma non abbandonò la rivendicazione formale al trono di Francia che i monarchi inglesi mantenevano dal regno di Edoardo III, durante la Guerra dei Cent'Anni, e che fu abbandonata solo da Giorgio III, nel XVIII secolo. Nel suo testamento Maria lasciò in eredità a Filippo la sua rivendicazione del trono inglese e Filippo iniziò a progettare un'invasione. Nell'aprile 1.587 Francis Drake bruciò la flotta spagnola alla fonda nel porto di Cadice, ritardando i piani del re, ma nel 1.588 l'Invincibile Armata, una grande flotta di 130 navi e 30.000 uomini salpò nella speranza di aiutare l'esercito spagnolo, allora in Olanda sotto il comando di Alessandro Farnese, ad attraversare la Manica ed invadere l'Inghilterra. Elisabetta, nel grande pericolo del momento, tenne un famoso discorso alle truppe inglesi radunate a Tilbury, noto come Il discorso alle truppe a Tilbury. La flotta spagnola fu sconfitta da quella inglese, comandata da Charles Howard, I conte di Nottingham e da Francis Drake, aiutati dal maltempo. L'Armada fu costretta a ritornare in Spagna e la vittoria aumentò molto la popolarità di Elisabetta. La battaglia non fu però decisiva e la guerra con la Spagna continuò. La guerra continuava anche in Olanda, che combatteva per l'indipendenza, ed in Francia, dove un protestante Enrico di Borbone, aveva rivendicato il trono. Elisabetta appoggiò con 20.000 uomini e 300.000 sterline Enrico, e con 8.000 uomini e aiuti per oltre un milione di sterline gli olandesi. I corsari inglesi continuarono ad attaccare la flotta spagnola che ritornava carica d'argento dalle Americhe, con alterni esiti (nel 1.595 morì Francis Drake); nel 1.595 si verificò anche una modesta incursione della flotta spagnola in Cornovaglia. Nel 1.596, l'Inghilterra si ritirò dalla Francia lasciando Enrico IV saldamente al potere e la Lega Cattolica, sua nemica, distrutta; altre battaglie seguirono fino al 1.598, quando Francia e Spagna fecero pace. La morte di Filippo II l'anno successivo portò il conflitto tra Spagna ed Inghilterra ad un punto di stallo, che avrebbe trovato soluzione con il trattato di pace negoziato sotto Giacomo I, noto come Trattato di Londra (1.604). Elisabetta amava le imprudenze e soprattutto fare ciò che i medici le vietavano. Ma nel 1.603 fu colpita da una brutta depressione. Non sopportava più i discorsi di governo, sentiva la morte vicina e si lasciava andare. Morì il 24 marzo nel Palazzo di Richmond pronunciando la famosa frase "Chiamatemi un prete: ho intenzione di morire". All'età di settanta anni, era la più anziana sovrana sino ad allora vissuta e non fu superata fino a che Giorgio II morì a settantasette anni nel 1.760. Elisabetta fu seppellita nell'abbazia di Westminster, di fianco alla sorella Maria I. L'iscrizione sulla loro tomba recita: "Compagne nel trono e nella tomba, qui noi due sorelle, Elisabetta e Maria, riposiamo, nella speranza di un'unica resurrezione". Il testamento di Enrico VIII dichiarava che ad Elisabetta dovevano succedere i discendenti della sua sorella minore, Maria Tudor, piuttosto che i discendenti scozzesi di Margherita Tudor, e all'epoca della morte della regina c'erano alcuni possibili pretendenti in vita, oltre a Giacomo Stuart. Alcune opere storiche riferiscono che Elisabetta dichiarò Giacomo suo erede nel suo letto di morte, altre invece sostengono che essa mantenne fino alla fine il silenzio su questo argomento. In ogni caso nessun pretendente era abbastanza forte da poter seriamente contrastare la rivendicazione al trono di Giacomo Stuart, che poco dopo la sua morte fu proclamato re Giacomo I d'Inghilterra. Tale proclamazione ruppe la consuetudine perché non fu fatta dal nuovo sovrano stesso, ma dal Consiglio di Accessione, come sarebbe poi divenuto consuetudine nella pratica moderna.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel
1.535</b> - Mentre <b>Francesco I</b> pensa bene di stringere
<b>alleanze </b>con il <b>sultano Solimano il Magnifico</b> <b>e</b>
con la <b>Lega di Smalcalda</b>, si verifica l'occasione per un <b>nuovo
conflitto</b>, il terzo, contro <b>Carlo V</b>. Nello stesso 1535,
alla morte del duca di Milano Francesco II Sforza, che aveva sposato
Cristina di Danimarca, nipote di Carlo V, troppo giovane per dargli
eredi, il ducato rischiava di essere ereditato dal figlio
dell'Imperatore, Filippo II di Spagna (come in effetti avvenne nel
1540), cosa inaccettabile per il re di Francia.</div>
<b><br /></b>
<b>- </b>Dal 1.535 i<b> protestanti calvinisti</b> o <b>ugonòtti </b>(dal francese <i>huguenot</i>, che deriva dal tedesco <i>eidgenosse</i> , nome di un partito di Ginevra nel 16° sec. che significa confederato, incrociato con il nome del capo del partito antisavoiardo Hugues Besançon), dal 1.535 al 1.628 (e in particolare dal 1.560 al 1.598), si batteranno in Francia in lunghe guerre per la <b>restaurazione delle libertà feudali </b>contro l’assolutismo regio.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel
1.536</b> - All'inizio dell'anno, 40.000 soldati <b>francesi invadono
il Ducato di Savoia</b>, conquistano Torino e si fermano alla
frontiera lombarda, nell'attesa di un'eventuale soluzione negoziata.
Per tutta risposta l'imperatore <b>Carlo V invade la Provenza</b>, rinunciando
però all'assedio di Avignone, notevolmente fortificata e ripara anzi in Spagna. Dopo intensi negoziati si addivenne alla <b>tregua di
Nizza</b>, del 1538, con papa Paolo III impegnato a fare la spola da
una camera all'altra nel tentativo di mediare tra i due contendenti
che tanto si odiavano da rifiutare di sedere nella stessa stanza. Si
mantenne ai francesi la città di Torino, senza che gli equilibri
nella scacchiera italiana mutassero troppo. Nella Contea di Aosta,
non invasa da Francesco I, nel timore di un'eventuale invasione venne
modernizzato l'apparato difensivo del Castello di Verrès e venne
istituito il <i>Conseil des Commis</i> che diventerà una storica
istituzione valdostana.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>- </b>Nel 1.536 il <b>Galles</b>,
che aveva mantenuto un sistema amministrativo e legale separato
dall'Inghilterra, come era stato stabilito da Edoardo I alla fine del
XIII secolo, col secondo monarca dei Tudor, Enrico VIII, <b>fuse</b>
definitivamente i <b>territori gallesi con quelli inglesi</b> con
l'Atto di Unione del 1536. Il Galles cessò così di essere un
possedimento privato del re e fu annesso al regno d'Inghilterra con i
relativi rappresentanti nel Parlamento.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal 1.537</b> - Il protrarsi della potenza ottomana e la scoperta delle Americhe emargina la <b>Repubblica di Venezia</b> dalle nuove vie commerciali e ne risente le irreversibili conseguenze. Nonostante l'abilità diplomatica e l'energia militare spesa nella ricerca di nuove conquiste in Italia, la sua politica sarà da allora costretta a una condotta cauta ed essenzialmente conservatrice. Il ritorno offensivo dei turchi le infligge la perdita di gran parte delle isole Egee, Malvasia e Nauplia (nel 1537-39) e infine di Cipro. Anche la vittoria di Lepanto del 1571 non le reca tangibili vantaggi ma riesce solo a salvare i suoi privilegi commerciali nell'Impero ottomano. E se di fronte ai tentativi d'ingerenza pontificia Venezia riesce ancora trovare atteggiamenti di risoluta indipendenza,<b> i momenti della grande politica sono però finiti</b>. Stretta tra il ducato spagnolo di Milano e l'incombente minaccia degli Asburgo e dei turchi, opta per una <b>politica di difesa</b>.</div>
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglP6uRwAv6Aqg6tgW-EoMvtoQBK6Oc6ODj-pmcQcELnq2xB8KQGkyh2GCuwlOp_SALgoEAztDTvgjGsr2NvQWVbtv2A9wugXXyrqTcpay9vqj3VNL9_VcWd_V-Dyd-ghO38i84yDpd3U0/s1600/europa+scoperte+geografiche+XV-XVI+sec.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="115" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglP6uRwAv6Aqg6tgW-EoMvtoQBK6Oc6ODj-pmcQcELnq2xB8KQGkyh2GCuwlOp_SALgoEAztDTvgjGsr2NvQWVbtv2A9wugXXyrqTcpay9vqj3VNL9_VcWd_V-Dyd-ghO38i84yDpd3U0/s200/europa+scoperte+geografiche+XV-XVI+sec.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina del mondo con esplorazioni e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
colonie degli europei nei sec. XV-XVI:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in rosso esplorazioni (di Colombo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e Magellano) e colonie spagnole, in</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
verde esplorazioni (Diaz, De Gama</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e Vespucci) e colonie portoghesi,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in blu esplorazioni (di Cartier) e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
colonie francesi, in fucsia
esplorazioni</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(dei Caboto) e colonie inglesi,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in giallo esplorazioni (di Barents)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e colonie olandesi. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.539</b> - <b>Mercatore</b> pubblica il suo <b>atlante cartografico del mondo</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Fondazione della <b>Compagnia di Gesù </b>da parte di Ignazio di Loyola.<br />
<br />
<b>-</b> Il<b> re di Francia</b> Francesco I <b>bandisce la lingua occitana</b> dagli atti amministrativi; ciò nonostante la lingua d'oc conserva fino al XVII secolo uno status ufficiale nel Regno di Navarra.<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel
1.541</b> - Dopo lungo e sanguinoso assedio cade in<b> mano
turco-ottomana Buda</b>, la capitale ungherese. Dopo la caduta delle
maggiori città ungheresi e slave in mano turca (tra cui Belgrado,
Pécs, Buda), molti Stati danubiani patteggiarono la <b>sottomissione
formale</b> alla Porta (l'impero ottomano o Sublime Stato ottomano,
era noto anche come Sublime porta), impegnandosi al pagamento di una
tassa in cambio di una pressoché completa libertà di azione. Così
fecero, tra gli altri, la <b>Repubblica di Ragusa</b>, il <b>Montenegro</b>,
il Principato di <b>Transilvania</b> (indipendente dopo la caduta del
regno d'Ungheria), la <b>Moldavia</b> e la <b>Valacchia</b>. Solimano
espanse l'Impero anche verso l'Asia e l'Africa, impossessandosi di
Baghdad, di Tunisi e dell'Algeria (1534), dello Yemen (1547), di
Tripoli (1551). Con la conquista della persiana Baghdad, gli ottomani
ottennero il controllo della Mesopotamia e l'accesso navale al Golfo
Persico.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Nel 1.541, durante il regno del re inglese <b>Enrico VIII</b>, il parlamento d'Irlanda lo proclama Re d'Irlanda, dichiarando così il <b>Regno d'Irlanda proprietà personale</b> del re d'Inghilterra.</div>
</div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeXs1nq_g_sD6nrhjHTm-_dWGnc280X8kDosmg19YhRE3z_s9_WZ3zmXY-LiPR-ygd63kMyYegPNgg1GyJPeevA3amdsuz1hWGFaFm46lFhLR_i_0Y3WWvhRsGJh_9AqC1hkhyphenhyphenrTHWLbM/s1600/cristianit%C3%A0+principali+rami.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="75" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeXs1nq_g_sD6nrhjHTm-_dWGnc280X8kDosmg19YhRE3z_s9_WZ3zmXY-LiPR-ygd63kMyYegPNgg1GyJPeevA3amdsuz1hWGFaFm46lFhLR_i_0Y3WWvhRsGJh_9AqC1hkhyphenhyphenrTHWLbM/s200/cristianit%C3%A0+principali+rami.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli scismi nella cristianità dai
concili</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Efeso e Calcedonia alla Riforma</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
protestante. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>- </b>Nel 1.541 Giovanni <b>Calvino fonda</b> a Ginevra la sua <b>chiesa riformata </b>i cui aderenti erano chiamati <b>ugonòtti</b>, dal francese <i>huguenot</i>, che deriva dal nome del capo del partito antisavoiardo Hugues Besançon incrociato con il tedesco <i>eidgenosse</i> (<i>confederato</i>, nome degli appartenenti ad un partito di Ginevra nel 16° sec.). Il movimento religioso, civile e politico-militare dei <b>protestanti calvinisti</b>, dal 1.535 al 1.628 (e in particolare dal 1.560 al 1.598), si batté in Francia, in lunghe guerre, per la restaurazione delle libertà feudali contro l’assolutismo regio. Quello che oggi è indicato sotto il nome di <b>calvinismo</b> è una dottrina cristiana sorta nel XVI secolo nell'ambito della Riforma protestante a seguito dell'opera e della predicazione di Giovanni Calvino. Le chiese che seguono la dottrina calvinista sono spesso chiamate <b>Chiese riformate</b>, sebbene il termine sia talvolta utilizzato per indicare l'insieme più vasto delle chiese protestanti. Le chiese calviniste condividono le principali dottrine del cristianesimo e delle altre chiese, in particolare per quanto riguarda l'unità e trinità di Dio e la natura divina di Gesù Cristo, così come formulate nei primi concili ecumenici e fissate nel credo niceno-costantinopolitano. <b>Il calvinismo si differenzia dalla Chiesa cattolica ma anche dal luteranesimo</b> per le sue particolari visioni dottrinali, come ad esempio la presenza reale ma solo spirituale di Cristo nell'Eucaristia, il principio regolatore del culto e la <b>proibizione di adorare immagini religiose</b>.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_-HSQevyrtRqEEaeh3frz_fRnqxvt8JbQd5KKF8Ou8K6UONNCWttfZSuatQLytZKsfQoLYaKsqeHq1Ewo4iQyrZo6SPY8uNBfuS96OKLbFEVT1Q7UHI-w7NI45cENBb7tNx1QSGyrcUN1/s1600/Croce+ugonotta.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_-HSQevyrtRqEEaeh3frz_fRnqxvt8JbQd5KKF8Ou8K6UONNCWttfZSuatQLytZKsfQoLYaKsqeHq1Ewo4iQyrZo6SPY8uNBfuS96OKLbFEVT1Q7UHI-w7NI45cENBb7tNx1QSGyrcUN1/s1600/Croce+ugonotta.png" width="130" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Croce ugonotta, uno</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dei simboli valdesi.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I<b> valdesi</b>, duramente perseguitati nei secoli precedenti, a differenza dei catari non erano stati sterminati dall'Inquisizione, nonostante la durissima repressione. Vivendo nella clandestinità, e spesso riuscendo a nascondersi in zone eccentriche, <b>il movimento valdese</b> era riuscito ad arrivare al XVI secolo e ad <b>aderire alla Riforma protestante calvinista</b> nel 1.532, col sinodo di Chanforan, segnando una svolta decisiva per il futuro della comunità. Il termine "calvinismo" venne coniato ed utilizzato dai luterani per indicare quelli che seguono la dottrina di Calvino; molte denominazioni all'interno della Riforma preferiscono comunque utilizzare il termine "riformate" per differenziarsi dai calvinisti veri e propri. A partire dalla controversia arminiana, i riformati (cioè i cristiani protestanti che si distinguono dai luterani) si sono divisi in calvinisti e arminiani; ad ogni modo, dal momento che gli arminiani e i calvinisti rappresentano due scuole di pensiero diverse, oggi il termine "riformato" (con il quale gli arminiani non si sono mai identificati) è diventato sinonimo di "calvinista". L'<b>arminianesimo </b>è un sistema teologico che prende nome da Jacobus Arminius (Jakob Hermandszoon), chiamato comunemente <b>Arminio</b>, teologo olandese (1560-1609) ministro della Chiesa riformata olandese (1588). I credenti di fede evangelica che oggi si definiscono "arminiani" riconoscono in genere la Bibbia come assoluta regola di fede e di condotta e pongono tutti forte enfasi sul sacrificio di Gesù Cristo alla croce come unica offerta di salvezza per tutta l'umanità. Il dono della vita eterna è dunque gratuito: nessuna opera o sforzo umano possono contribuire in questo senso, ma Dio stesso, nel rispetto della volontà umana, consente che la Sua grazia possa essere rifiutata liberamente dagli uomini che scelgono di respingerlo. Pertanto la chiamata di Dio è condizionata solo dalla fede, cioè alla disponibilità da parte dell'uomo a riconoscere Gesù Cristo come Signore e Salvatore. Questo insegnamento, che secondo gli arminiani è lo stesso messaggio annunziato dai cristiani dell'era apostolica e riportato fedelmente nella Bibbia, è sempre stato oggetto di distorsione, fraintendimento e discredito da parte dei calvinisti. Per esempio, nei circoli calvinisti oggi l'appellativo "arminianesimo" o "arminiano" viene usato per identificare una posizione teologica che, pur non dipendente storicamente da questo movimento, adatta il messaggio biblico alla filosofia umanistica ottimista contemporanea, negando la radicalità degli effetti disabilitanti del peccato sull'essere umano ed ammettendone l'autonomia e la libertà della sua risposta all'agire di Dio. A seguito di questo processo di distorsione, arminianesimo diventa sinonimo di semi-pelagianesimo, nonostante l'impostazione radicalmente diversa di questi due impianti teologici (alcuni studiosi hanno coniato il termine "semiagostinianesimo" per definire con esattezza l'impostazione arminiana). Le aree europee dove il <b>calvinismo</b> ha avuto la maggiore diffusione sono la <b>Svizzera</b> (con Ginevra e Zurigo come centri più importanti), la Francia (dove però non riuscì a prevalere), l'Olanda, la Scozia, l'Ungheria e alcuni principati della Germania, sebbene nei territori dell'Impero sia diventata religione ammessa, al pari del luteranesimo, solo dopo la guerra dei trent'anni. In <b>Italia</b> ha aderito al protestantesimo riformato la <b>Chiesa Valdese</b>.</div>
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi854s86zWZB1WbZ_xcbq74DFDB9PJ3j06rbFtS1alwJAkbdhqzNZgcRROp9ZMCmldDZZuV9oZTeQPWusoHf8E-kfdCyGdUu7dCf05mIlzo2zFo33_877TF_64vKoSeoyekRc4_2LW7GTZr/s1600/John+Calvin+%25281509-1564%2529.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi854s86zWZB1WbZ_xcbq74DFDB9PJ3j06rbFtS1alwJAkbdhqzNZgcRROp9ZMCmldDZZuV9oZTeQPWusoHf8E-kfdCyGdUu7dCf05mIlzo2zFo33_877TF_64vKoSeoyekRc4_2LW7GTZr/s1600/John+Calvin+(1509-1564).jpg" width="141" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Giovanni Calvino</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1509-1564.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il <b>fine</b> ultimo o principio ultimo del calvinismo è la <b>gloria di Dio</b>. Creazione e redenzione non hanno per fine ultimo nostra soddisfazione e piacere. L'evangelizzazione, il servizio sociale e altre attività simili non dovrebbero essere intese per il beneficio ultimo della creatura umana, ma per dare gloria al Dio trino. A servizio di Dio su questa terra, il cristiano si prefigge di manifestare la maestà, la potenza e la grazia di Dio, glorificare Dio in ogni cosa. Il cristiano non guarda alle cose che fa semplicemente come qualcosa che gli sia richiesto, come semplici attività terrene, ma come qualcosa che deve tornare a credito della lode di Dio per tutta l'eternità. Sebbene questo sistema di pensiero sia stato reso esplicito da Calvino nei suoi scritti, esso è stato ulteriormente elaborato (spesso nel contesto di controversie) nell'ultima parte del XVI secolo e in parte riassunto nei Canoni del Concilio di Dordrecht (1.618) in ciò che comunemente sono stati chiamati i "<b>cinque punti del calvinismo</b>":</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Depravazione totale della creatura umana (la creatura umana è totalmente contaminata dal peccato tanto che tutto ciò che fa ne è inficiato e condizionato).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Elezione incondizionata (Dio ha predestinato dall'eternità chi sarebbe stato oggetto della grazia salvifica indipendentemente da qualsiasi loro merito, per solo Suo insindacabile e giusto beneplacito).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Redenzione limitata o particolare (Cristo è morto ed ha guadagnato la salvezza soltanto per coloro che Dio ad essa ha designato);</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Grazia irresistibile (gli eletti sono attirati a Cristo e Lo abbracciano con fede in modo irresistibile);</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Perseveranza dei santi (gli eletti giungeranno alla salvezza in modo certo e non possono scadere dalla grazia).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- La principale distinzione tra Calvinismo e Luteranesimo sussiste in materia di dottrina della Santa Cena. Se, infatti, per Lutero e i suoi seguaci l'ascolto della Parola e la Santa Cena avrebbero eguale importanza nella vita del cristiano e della comunità, nell'interpretazione calvinista la Parola assume maggior rilievo della Santa Cena, la cui rilevanza non è, tuttavia, disconosciuta.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le confessioni di fede riformate pubblicate dopo il 1.618 pure esprimono queste dottrine, sebbene le pongano nel contesto più ampio dell'universale sovranità di Dio. Ciononostante, molti noti teologi come James Ussher (1.581-1.656), John Davenant (1.576-1.641), John Cameron (1.579-1.625) ed altri, insegnavano la redenzione generale. Il calvinismo, negli ultimi 400 anni, ha esercitato una vasta influenza su ogni aspetto della vita del mondo occidentale, anche se spesso il suo reale impatto è stato misconosciuto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Teologia</b> - Il contributo del calvinismo è stato più ovvio nel campo della teologia e della vita ed azione cristiana. Si potrebbe stilare una lunga lista di teologi, predicatori e riformatori dei passati 400 anni. Ricordiamo, per esempio, John Owen, Thomas Boston, George Whitefield, William Wilbeforce, Anthony Ashley-Cooper (settimo conte di Shaftesbury), Abraham Kuyper, Charles Hodge, Benjamin B. Warfield, John Gresham Machen, Karl Barth e molti altri dalla forte posizione calvinista. Nessuno di loro mai ha sostenuto l'idea che la religione fosse qualcosa da tenersi separata dalla loro vita nel mondo. Essi vedevano il Calvinismo come qualcosa che abbraccia il tutto della vita, che influenza ogni sfera del pensiero e dell'azione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Scienze naturali - </b>Il calvinismo, sin dall'inizio, pure ha avuto un'influenza considerevole sullo sviluppo delle scienze naturali. Pierre de la Ramée, Ambroise Paré (Pareto), Bernard Pallissy, Francis Bacon (Bacone), John Napier di Merchistoun, ed altri nei primi giorni della rivoluzione scientifica, pure erano calvinisti, e molti scienziati dal XVII secolo hanno sostenuto questa posizione teologica, credendo che Dio, con la Sua provvidenza sostiene tutta la natura secondo le Sue leggi e le Sue strutture. È per questo che l'essere umano può comprenderle ed usarle in questo mondo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Politica </b>- Dal tempo di John Knox in Scozia e dell'ammiraglio Gaspard de Coligny in Francia, per tutta la <b>rivoluzione puritana</b> in Inghilterra nel XVII secolo, fino ad Abraham Kuyper e Herman Dooyeweerd in Olanda, come pure Émile Doumergue in Francia nel XIX e XX secolo, i calvinisti hanno pure avuto un ruolo importante nel cercare di sviluppare ed applicare una concezione cristiana della politica e dello stato. Credendo che Cristo è "Signore dei signori e Re dei re", hanno cercato di portare sia governanti che governati a riconoscerlo come Colui verso il quale sono responsabili. Al tempo stesso essi hanno insistito, come lo stesso Calvino che <b>il dispotismo</b> o l'<b>oligarchia</b>, a causa della natura peccaminosa dell'essere umano, <b>conduce solo all'oppressione</b>, ma che <b>la democrazia </b>regolata dalle leggi fornisce la sola vera organizzazione politica che <b>può garantire la giustizia e la libertà</b>. Proprio per questo punto di vista, è stato il calvinismo a fornire la <b>base</b> del moderno <b>costituzionalismo</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Arte </b>- Anche nell'Arte il calvinismo ha avuto un considerevole effetto. Non solo Calvino, con l'uso che faceva della lingua francese ha fatto molto per stabilirla su solide fondamenta, ma anche l'uso che ne ha fatto Clement Marot, Beza, ed altri per preparare il Salterio cantato in lingua volgare per il culto, ha stimolato l'interesse del Protestantesimo nella poesia. Sotto la sua influenza sono comparsi Salmi in musica e in metrica in molte lingue, fra cui l'inglese, l'olandese, l'italiano e l'ungherese. Le prime opere di John Milton riflettono questo stimolo, come pure fanno William Cowper, Willem Bilderdijk e molti altri. Nelle arti figurative i cosiddetti "piccoli maestri calvinisti" nell'Olanda del XVII secolo e molti altri che li seguono in Francia, Inghilterra ed America, sono stati influenzati dal punto di vista calvinista. Da un punto di vista certamente più negativo, l'<b>iconoclastia</b><i> </i>calvinista comportò notevoli perdite in opere d'arte (in particolare statue e vetrate) che furono distrutte tra il 1.520 e il 1.530.<br />
È diventato comune l'associare il <b>calvinismo</b> alla <b>nascita del capitalismo</b>, a causa della sua dottrina sulla vocazione, sulla sua insistenza sulla necessità di lavorare in modo duro e diligente, come pure la moderazione in ogni cosa ed il risparmio. Max Weber, sociologo tedesco, seguito da Richard Henry Tawney, Ernst Troeltsch e molti altri, hanno proposto questa particolare interpretazione. C'è senza dubbio una certa misura di verità in questo (lavorare diligentemente, vivere in modo moderato e risparmiare, il tutto per la gloria di Dio, è indubbiamente una prospettiva biblica sul lavoro). L'insistenza però sul fatto che il calvinismo ponga troppo l'<b>accento sulla proprietà privata</b>, la pratica dell'<b>interesse bancario</b> e l'approccio razionale all'attività economica che conduce allo <b>sfruttamento del lavoratore</b>, mettendo così le basi per un capitalismo senz'anima, manca del tutto di evidenze storiche ed è ancora da comprovare. Alcuni hanno giustamente osservato come, di fatto, sono stati gli avversari del calvinismo a favorire e sviluppare il capitalismo. Negli ultimi 400 anni il calvinismo ha conosciuto un'evoluzione della maggior parte delle chiese riformate storiche, nel pieno spirito dell'idea di riforma, sulla base delle <b>concezioni liberali</b>, <b>democratiche</b>, di tolleranza e di <b>laicità dello stato</b>, del secolo dei lumi e della Rivoluzione Francese. In questo quadro sono state aperte nuove prospettive dello studio e dell'interpretazione del testo biblico, in senso storico. L'evoluzione in tal senso implica anche un rapporto non conflittuale verso i progressi tecnici e scientifici. L’<b>editto di Nantes</b> elesse l’<b>Occitania</b> a<b> rifugio legale</b> per gli <b>Ugonotti</b>,<b> </b>di fede cristiana "protestante" aderente al calvinismo. L'editto di Nantes fu un decreto emanato dal re Enrico IV il 13 aprile <b>1.598</b> che pose termine alla serie di guerre di religione che avevano devastato la Francia dal 1.562 al 1.598, regolando la posizione degli ugonotti (calvinisti). Esso fu revocato nel 1.685 da Luigi XIV (editto di Fontainebleau). L'editto riconosceva la libertà di coscienza, cioè la libertà di avere convinzioni interiori e di comportarsi di conseguenza, in tutto il territorio francese, la libertà di culto nei territori dove i protestanti si erano già installati prima del 1.597, tranne che a Parigi, Rouen, Lione, Digione e Tolosa e l'inverso (cioè il divieto di praticare il culto cattolico) a Saumur, La Rochelle e Montpellier; la possibilità di accedere a cariche pubbliche e scuole; concedeva inoltre ai protestanti un centinaio di piazzeforti. Nelle città di Bordeaux, Grenoble e Castres i protestanti ebbero il diritto di venire giudicati da tribunali costituiti per metà da loro correligionari. Nell'editto tuttavia la parola "tolleranza" non compare mai: in quel tempo infatti essa era associata ad un concetto negativo per entrambe le fedi. Ciascun credente si riteneva il detentore della verità assoluta e colui che praticava un altro credo pregiudicava così la propria vita eterna e quindi <b>era un dovere impedire che </b>“<b>l’altro</b>” <b>permanesse nell'errore</b>. Ciascuna fede pretendeva pertanto il diritto di salvare, anche con la costrizione fisica, gli appartenenti alla fede avversa. Pertanto i cattolici considerarono l'editto un mezzo per contenere l'espansione protestante, in attesa della futura estinzione del nuovo credo, mentre i protestanti lo considerarono nient'altro che una pausa nell’impegno doveroso di conversione dei cattolici. L'editto pose fine alle cosiddette guerre di religione francesi. Nel "Trattato sulla tolleranza", <b>Voltaire</b>, passato alla storia come pensatore anticristiano per antonomasia, tanto da arrivare a sostenere che «ogni uomo sensato, ogni uomo dabbene, deve avere orrore per la setta cristiana», descrive una persecuzione di cui i valdesi furono vittime nell'aprile del 1.545: « Poco tempo prima della morte di Francesco I alcuni membri del Parlamento di Provenza, sobillati da alcuni ecclesiastici contro gli abitanti di Mérindol e di Cabrières, chiesero al re dei soldati per appoggiare l'esecuzione di diciannove persone di questi paesi, da loro condannate: invece ne fecero sgozzare 6.000, senza risparmiare né donne, né vecchi, né bambini; ridussero in cenere trenta villaggi.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYgvRqwqr3De70w9RODjkZS4iKKRRI4RuS-XUFKc6gQsqtbvyvA9iwce3cda_k5cLoIRD6P8Tx6BuAO4Pa9FiUuAdqwBqWK_YV7jnqK1AtQMQAIfAuFp4MviEamVARFxnBOy5ycStpV6A/s1600/europa+XVI+sec.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYgvRqwqr3De70w9RODjkZS4iKKRRI4RuS-XUFKc6gQsqtbvyvA9iwce3cda_k5cLoIRD6P8Tx6BuAO4Pa9FiUuAdqwBqWK_YV7jnqK1AtQMQAIfAuFp4MviEamVARFxnBOy5ycStpV6A/s200/europa+XVI+sec.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta geografica dell'Europa nel XVI</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
secolo con in giallo i possedimenti</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Spagnoli, in fucsia il Sacro Romano</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Impero, Repubblica di Venezia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in grigio, Regno di Francia arancio,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Regno d'Inghilterra in verde oliva,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Regno di Danimarca in verde</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
brillante e Svezia in viola.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Queste popolazioni, fino allora sconosciute, avevano il torto, senza dubbio, di essere valdesi: era questa la loro unica malvagità. Da trecento anni vivevano in deserti e montagne che avevano reso fertili con un lavoro incredibile. La loro vita pastorale e tranquilla ricordava l'innocenza attribuita alle prime età del mondo. Le città vicine non erano conosciute da loro che per i prodotti che vi andavano a vendere; ignoravano i processi e la guerra. Non si difesero: furono sgozzati come degli animali in fuga, che si spingono in un recinto e si uccidono». Nel 1.561 venne firmata la Pace di Cavour, primo esempio di libertà religiosa nell'Europa moderna. <b>In realtà il valdismo poteva essere confessato solo nelle zone di montagna, al di sopra dei 700 m</b>. Persecuzioni vengono scatenate in Puglia e soprattutto in Calabria, dove dalla fine di maggio al giugno 1.561 un migliaio di Valdesi sono massacrati dalle truppe del Regno di Napoli con l'appoggio dell'Inquisizione di Roma. Oltre a una certa immigrazione, si verificò così anche una lunga serie di conversioni alla fede calvinista. Il regno di Navarra assunse addirittura questa fede quale religione di Stato. Vasti territori d’oc divennero protestanti (ugonotti).<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel
1.542 </b>- Scoppia la <b>crisi</b> tra la <b>Lega</b> <b>di
Smalcalda</b> e il <b>Sacro Romano Impero</b> degli Habsburg: nella
Dieta (nel Sacro Romano Impero era un'assemblea che riuniva il
sovrano e i maggiori principi dell'impero, con compiti di carattere
prevalentemente legislativo) di Spira, in cui<b> i principi
protestanti chiedono</b> all'imperatore il <b>riconoscimento
ufficiale </b>della loro posizione politico-religiosa e ad esso
<b>condizionano gli aiuti militari </b>e <b>finanziari</b> necessari
per la guerra contro i turchi. Intanto la sconfitta della <b>flotta Imperiale</b> nella conquista di Algeri, che aveva l'obiettivo di <b>annientare le forze del colonnello Khayr al-Din Barbarossa</b>, artefice delle scorrerie corsare nel Mediterraneo in nome del Sultano, si presenta <b>agli occhi di Francesco I </b>come una nuova <b>possibilità di innescare una guerra </b>contro un imperatore apparentemente indebolito e frustrato. Cominciati nel luglio del 1542, gli scontri ebbero come teatro i Paesi Bassi, il Piemonte, dove i francesi ottennero l'importante vittoria di Ceresole Alba, e il Rossiglione. La condizione che rese possibile a Carlo di affrontare
direttamente i principi protestanti che gli si opponevano, sarà la
stipula, nel 1544 della pace di Crépy, che priverà la Lega del
sostegno internazionale del regno di Francia.</div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel
1.543 </b>- L'<b>Impero ottomano</b> e la <b>Francia</b>, uniti
dall'<b>opposizione al dominio Asburgo</b>, diventano alleati. La
conquista francese di Nizza (1543) e della Corsica (1553) sarà
un'impresa comune delle forze di Francesco I e di Solimano, comandata
dagli ammiragli ottomani Khayr al-Din Barbarossa e Dragut. Un mese
prima l'artiglieria francese aveva sostenuto gli Ottomani durante
l'assedio di Esztergom. Dopo la successiva avanzata dei turchi, nel
1547 Ferdinando I d'Asburgo riconobbe ufficialmente il dominio
ottomano dell'Ungheria. Alla fine del regno di Solimano la
popolazione dell'Impero ammontava a 15 milioni di abitanti. L'<b>impero
ottomano era una notevole potenza navale</b>, controllava gran parte
del Mar Mediterraneo ed era una <b>parte significativa </b>e
soprattutto accettata dello <b>scacchiere europeo</b>.</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYwAzSwoYnohq16KUBX0py6xaVpeei0_wbXP81XDNqfOnWYN31zpvzlSvTbtC_OT6ayEQGsEYN5PThJgZWOYRFr91Il0f0nar9QWNbHE0xngyh3_6vEW1wbdy_bRg1UWYf1OpxpHtw_vuP/s1600/copernico.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYwAzSwoYnohq16KUBX0py6xaVpeei0_wbXP81XDNqfOnWYN31zpvzlSvTbtC_OT6ayEQGsEYN5PThJgZWOYRFr91Il0f0nar9QWNbHE0xngyh3_6vEW1wbdy_bRg1UWYf1OpxpHtw_vuP/s200/copernico.jpg" width="157" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Niccolò Copernico.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b></b><b>- </b>Nel 1.543 Niccolò <b>Copernico</b> pubblica "<b>Delle rivoluzioni dei corpi celesti</b>", rivoluzionando le teorie astronomiche. Mikołaj Kopernik (in italiano Niccolò Copernico; Toruń, 1.473 - Frombork, 1.543) fu un astronomo, un ecclesiastico, un giurista, un governatore, un astrologo e un medico. Copernico è in genere considerato un polacco discendente da una famiglia di origini tedesche. La sua teoria, che propone il Sole al centro del sistema di orbite dei pianeti componenti il sistema solare, riprende quella greca di Aristarco di Samo dell'<b>eliocentrismo</b>, la teoria opposta al geocentrismo, che voleva invece la Terra al centro del sistema. Quindi non è merito suo l'idea, già espressa dai greci, ma la sua rigorosa dimostrazione tramite procedimenti di carattere matematico. Nel 1.542 Retico aveva pubblicato con il nome di Copernico un trattato di trigonometria (poi incluso nel secondo libro del "De revolutionibus") e di lì a poco Copernico finalmente acconsentì a pubblicare la sua opera sull'eliocentrismo, anche per effetto delle reazioni, talune favorevoli, altre negative, ma in genere tutte di grande interesse verso i suoi studi. Copernico, che era un ecclesiastico, aveva sempre temuto che la chiesa romana lo avrebbe punito per sue eventuali opere, così come successe poi a Galileo. Affidò così in tarda età il testo del "<b>De revolutionibus orbium caelestium</b>" al suo fraterno amico Tiedemann Giese, vescovo di Chelmno, perché lo consegnasse a Retico, che lo avrebbe fatto stampare a Norimberga. Vuole la leggenda che <b>Copernico ne abbia ricevuta la prima copia sul letto di morte</b> e taluno scrisse che, avendogliela alcuni amici messa fra le mani, lui incosciente, si sia risvegliato dal coma, abbia guardato il libro e, sorridendo, si sia spento.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-77637584447119868772019-05-29T07:15:00.002-07:002020-10-07T03:20:41.332-07:00Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBVoemWbgvdMIe5LQjR-4tbcW2bIaQn4VkZ0mHRMswRVevvwkzNAMQ4BNYFOB6jbp9jyMp5aAcuRkFisT57UQ6g93Vfi76lQLx70uO41UU39-Cf3n6CNhbkWuIEnMxS1_weiaMBNaKA5Mf/s1600/Savoia+1450-1631.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="470" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBVoemWbgvdMIe5LQjR-4tbcW2bIaQn4VkZ0mHRMswRVevvwkzNAMQ4BNYFOB6jbp9jyMp5aAcuRkFisT57UQ6g93Vfi76lQLx70uO41UU39-Cf3n6CNhbkWuIEnMxS1_weiaMBNaKA5Mf/s320/Savoia+1450-1631.png" width="231" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Savoia dal 1450 al 1631, da: <a href="https://keynes.scuole.bo.it/siti_tematici/farestoria/cartografia/c04_09.html" target="_blank">https://<br />keynes.scuole.bo.it/siti_tematici/<br />farestoria/cartografia/c04_09.html</a></td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.416</b> - <b>Nasce il Ducato di Savoia</b>, antico Stato derivato dalla Contea di Savoia, culla della dinastia dei Savoia. Dal 1034, il conte Umberto Biancamano poté esercitare un <b>pieno controllo sui valichi alpini</b> <b>che</b> nel Medioevo <b>collegavano il nord con il sud dell’Europa</b>, in particolare i passi del <b>Moncenisio</b> e del <b>Piccolo</b> <b>San Bernardo</b>, ma anche su Gran San Bernardo e Monginevro. Ambendo a nuovi territori, fu creato nel 1046 un legame con il Piemonte tramite il matrimonio di suo figlio Oddone (1010 - 1060) e Adelaide, figlia del Marchese di Torino: l’unione apportava così<b> i territori </b>delle aree montane del Piemonte occidentale, specie la <b>Valle di Susa</b> e la <b>Val Chisone</b>, attorno alla città di <b>Pinerolo </b>oltre al marchesato di<b> Torino</b>, tutti <b>in Italia</b>. Fu questa una tappa fondamentale per l'<b>ingresso di questo casato in Italia</b> che li avrebbero visti crescere e diventare <b>duc</b><b>hi di Savoia</b>, poi <b>principi di Piemonte</b>, <b>re di Sardegna</b> ed infine <b>re d'Italia</b>. Mercanti e pellegrini che volevano valicare le Alpi per entrare nella pianura padana potevano farlo solo con il consenso dei Savoia. Controllare quei valichi significava <b>controllare i traffici</b> e si potevano <b>accumulare ricchezze imponendo pedaggi </b>per il transito, <b>gestendo locande e </b>offrendo <b>servizi </b>ai viaggiatori. Ciò comportò enormi vantaggi a favore di un territorio privo di frutti e di risorse economiche. Ma la possibilità di bloccare quei valichi con sbarramenti militari, e quindi <b>favorire il passaggio solo a eserciti disposti a concedere favori e possessi feudali</b>, costituì la <b>vera forza dei Savoia </b>che seppero fondare un originale «<b>stato di passo</b>» e giocare con spregiudicatezza tutte le opportunità diplomatiche che questo possesso garantiva. Ad Oddone I succedettero in via del tutto nominale Amedeo II (1.048-1.078) e Pietro I (1.048-1.080), dato che la gestione della contea restò nelle mani abili della madre Adelaide fino alla sua morte. Succedettero Umberto II (1.070-1.103) ed Amedeo (1.095-1.148), che edificò l'abbazia di Altacomba e morì di peste nel ritorno dalla crociata. Gli succedette il figlio Umberto III (1.136-1.189), proclamato beato e poi Tommaso I (1.177-1.233) che, nominato vicario imperiale da Federico II (1.225), ristabilì i domini della casata in Piemonte e ampliò i possessi d'oltralpe. Alla morte di Tommaso I i membri della famiglia, antagonisti da tempo, si divisero i possedimenti: Amedeo IV (1.197-1.253) mantenne il dominio diretto sui beni con il titolo di conte di Savoia, il fratello Tommaso ricevette le terre di Piemonte da Avigliana in giù e assunse il titolo di signore di Piemonte. Ad Amedeo IV succedettero gli zii Pietro II prima e Filippo I poi. Alla morte di Filippo I (1.285), la contea di Savoia fu scossa dai conflitti che sorsero fra i pretendenti alla successione e durarono per un decennio: prevaleva ancora il concetto che l’eredità dovesse passare al rappresentante più forte della famiglia, senza il principio della primogenitura o della successione diretta del defunto. Ci fu così una spartizione del potere fra tre pretendenti: il titolo comitale e la maggior parte dei domini andarono ad Amedeo V (1.249-1.323, nipote del defunto, che ottenne il controllo delle vie commerciali attraverso le Alpi; a suo fratello più giovane, Luigi I di Savoia-Vaud, andarono la regione nord-orientale organizzata nella Baronia del Vaud ed il paese di Bugey, così egli iniziò la dinastia cadetta dei Savoia-Vaud; infine a Filippo I di Savoia-Acaia (figlio di Tommaso III, fratello di Amedeo IV) andarono assegnate un terzo delle terre piemontesi (da lui poi si originerà l'altra casa cadetta dei Savoia-Acaia). Ad Amedeo V succedettero i due figli maschi: Edoardo (1.284-1.329) ed Aimone (1291-1.343) che lasciò il trono al figlio Amedeo VI (1.334-1.383), detto il "Conte Verde", che acquisì i territori di Biella, Cuneo, Santhià e riassorbì nei domini comitali la Baronia del Vaud; il figlio Amedeo VII (1.360-1.391), detto il "Conte Rosso", estese la contea di Savoia acquistando quella di Nizza (a patto di non fornire mai, né alla Provenza né alla Francia) e suo figlio, Amedeo VIII (1.383-1451), diciannovesimo conte di Savoia, fu designato duca dall’imperatore Sigismondo nel 1.416.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnmZbkYxLUNe2lEUccrGq8T3tpZ_C0dcheKyzoGuDsPrki_Mi2PPO_2w_rN9QZGI7fhqNYnxFQLoB8rCTg4GHoq6aCI_rsxoU7cVf_eb-9Wn7ODk1EnuCdP4gxE429ZRJgOCZFkEod22n1/s1600/Savoia+1295-1435.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="614" data-original-width="513" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnmZbkYxLUNe2lEUccrGq8T3tpZ_C0dcheKyzoGuDsPrki_Mi2PPO_2w_rN9QZGI7fhqNYnxFQLoB8rCTg4GHoq6aCI_rsxoU7cVf_eb-9Wn7ODk1EnuCdP4gxE429ZRJgOCZFkEod22n1/s320/Savoia+1295-1435.png" width="267" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Espansione dello Stato dei Savoia dal
1295 al</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1435, da: <a href="https://digilander.libero.it/mediaivrea/medioita/savoia.htm" target="_blank">https://digilander.libero.it/mediaivrea</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://digilander.libero.it/mediaivrea/medioita/savoia.htm" target="_blank">/medioita/savoia.htm</a> </div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il Ducato nasce in seguito all'<b>assegnazione </b>del<b> titolo ducale </b>da parte del sacro romano imperatore<b> Sigismondo di Lussemburgo al </b>conte<b> Amedeo VIII di Savoia</b>. Il territorio del Ducato si estendeva allora alla Savoia, alla Moriana, alla Valle d'Aosta, mentre il Piemonte, soggetto a varie signorie, tra cui i marchesati di Monferrato e di Saluzzo, era dominio dei Savoia nell'area occidentale, che comprendeva la Valle di Susa, il Canavese e città come Pinerolo (capoluogo dei Savoia-Acaia, un ramo cadetto vassallo dei duchi), Savigliano, Fossano, Cuneo e Torino. Lo sbocco sul mare, conquistato dal 1388, consisteva in pochi chilometri di costa intorno a Nizza, capoluogo dell'omonima contea. In quanto terra di frontiera, rimase conteso tra varie potenze per gran parte della sua storia, riuscendo, infine, con Emanuele Filiberto I di Savoia, ad imporsi con fermezza nella scena politica italiana, pur appoggiandosi prima alla corona di Spagna, poi al Regno di Francia ed infine all'Impero Austriaco. Al termine della Guerra di successione spagnola, grazie al Trattato di Utrecht ed essendo tra i vincitori, i <b>Savoia</b> <b>otterranno</b> la corona del Regno di Sicilia e il conseguente<b> titolo regio nel 1.713</b>. I Savoia manterranno la sovranità sulla Sicilia fino al 1.720 quando, a causa delle pressioni internazionali, dovettero accettare lo scambio col Regno di Sardegna (che, nel 1861, <b>diventerà il Regno d'Italia</b>).<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.422 </b>- Mentre l'avanzata
ottomana oltre il Danubio veniva respinta da Dan di Valacchia e
mentre il Voivoda di Moldavia, Alexandru cel Bun, spostava l'<b>attenzione
internazionale sul Regno di Polonia</b>, il Sultano <b>Murad II</b>
succeduto a Maometto I sferra una dura offensiva contro l'Impero
bizantino, <b>assediando Costantinopoli e Tessalonica</b>: le
massicce fortificazioni della prima producono una netta sconfitta
dell'aggressore, la seconda invece cade nel 1430. Alla crescente
potenza ottomana, Sigismondo tentò d'opporsi affrontando il nuovo voivoda di Valacchia Alexandru I Aldea ed il successore Vlad II
Dracul nell'assedio di Smederevo. Quando<b> al trono ungherese
sedettero l'imperatore Alberto II e Ladislao III di Polonia</b>, la
scena della guerra ai turchi fu occupata da <b>Jànos Hunyádi</b>, ban di Severin e signore di Transilvania.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Da <a href="http://www.italiamedievale.org/sito_acim/contributi/guerre_ottomano_ungheresi.html" target="_blank">http://www.italiamedievale.org/sito_acim/contributi/guerre_ottomano_ungheresi.html</a>: Dopo le vittorie conseguite nelle battaglie del Kosovo nel 1389 e in quella di Nicopoli del 25
settembre 1396, gli ottomani conquistarono gran parte dei Balcani
e ridussero l'impero bizantino alla sola area limitrofa a
Costantinopoli, costantemente tenuta in stato d'assedio. La loro
ulteriore avanzata, ostacolata dal<b> re d'Ungheria</b>, capo della<b>
grande coalizione cristiana</b>, generò le <b>guerre
ottomano</b>-<b>ungheresi</b>, a causa di cui il territorio fu devastato
e diviso fra turchi e austriaco-asburgici. Per
ben dieci lustri, le mire del sultano Maometto II saranno contenute dal voivoda di Transilvania <b>Jànos Hunyádi</b>, reggente del regno
d'Ungheria, coraggioso condottiero ed abile politico. Il dibattito sulle origini della sua
famiglia è ancora controverso: per alcune fonti, sua madre fu
Erzsébet di Cincis, figlia di un membro della nobiltà minore
romena, per altre la magiara Erzsébet Morzsinay. Si ignora, poi, se
il padre Vajk fosse di estrazione turco-cumana o valacca, ma è certo che si
fosse distinto al servizio dell'imperatore Sigismondo d'Ungheria e
che ne fosse stato compensato col titolo di conte e con la signoria sul
castello di Hunyad, divenendo Vajk Hunyádi. Detto il <b>cavaliere bianco</b>, fin
da giovane Jànos aveva servito Sigismondo, accompagnandolo a
Francoforte nel 1410 per la rivendicazione del diritto alla tiara
imperiale, aderendo all'ordine del drago, una confraternita
politico-militare vicina alla corona ed incaricata della difesa dei
confini orientali, <b>distinguendosi nell'azione di contrasto
all'eresia hussita nel 1420</b>. Tuttavia, prima di porsi
definitivamente agli ordini del sovrano nell'assedio di Smeredevo
del 1437, aveva militato anche tra i ranghi dell'italiano Filippo
Buondelmonte degli Scolari, signore di Orsova e si era fatto valere,
tra il 1431 ed il 1433, presso il duca Filippo Maria Visconti. Per l'attività prestata, Jànos
ottenne privilegi, titoli ed anche il ruolo di consigliere imperiale
e consolidò il proprio potere sposando nel 1432 la nobildonna
Erzsébet Szilágy, padrona di gran parte della regione del Salaj. Dall'unione nacquero i figli László e Mattia. Nel 1438, Alberto II,
successo a Sigismondo, lo designò Ban di Severin a difesa dell'area
da infiltrazioni ottomane ma, morto il sovrano, in danno del
legittimo erede Ladislao il Postumo, Hunyádi appoggiò la
candidatura di <b>Ladislao III Jagellone</b> di Polonia<b> a re d'Ungheria</b>,<b> </b>onde garantire una guida salda al regno, indebolito dalle mire
dei tutori Elisabetta di Lussemburgo e l'inviso Ulrich di Celje, poi
assassinato. Incoronato nel 1440 col nome di Ulászò
I, il sovrano polacco delegò il potere di controllo dell'Ungheria al consigliere Zbigniew Olesnicky, vescovo di Cracovia. In quell'anno,
il cavaliere bianco soverchiò Murad III in Bosnia ma l'anno
successivo i turchi lo cacciarono dalla Serbia. Ancora in vantaggio
fra il 1442 e 1443 a Nagyszeben, sconfisse il sultano, attaccò
la Valacchia e ne depose il voivoda filo-ottomano Vlad II Dracul,
sostituendolo con Basarab II. Sgominò un'altra armata nemica e,
quale capo delle forze cristiane, <b>incoraggiò la crociata bandita
da Eugenio IV</b>,<b> impegnandosi alla riconquista dei Balcani</b>. Alla
testa delle prime linee infatti, sfondò la resistenza di Ihtiman, sbaragliò tre potenti eserciti avversari, occupò
Sofia e mise in rotta Murad a Snaim. Nel febbraio del 1444, dopo aver
devastato le posizioni turche di Bosnia, Herzegovina, Serbia,
Bulgaria ed Albania, i crociati ripararono a Costantinopoli. Il
crescente successo delle operazioni condotte durante la prima fase
della spedizione persuasero il Despota serbo Durad Brankovic, il principe albanese Giorgio Kastrioti e Mircea II di Valacchia ad
allearsi con Jànos e Ladislao. Mentre il legato papale Giuliano
Cesarini sorvegliava i preparativi militari, il preoccupato sultano
mandò a Seghedino ambasciatori incaricati di proporre una tregua
decennale. Fu il cardinale a suggerire di simularne l'accoglimento,
funzionalmente ad un'azione già preordinata. Nel frattempo, Jànos
sottoscrisse i patti anche per il suo re. A due giorni dall'intesa
convenuta però, Cesarini apprese che un'armata navale veneziana
puntava sul Bosforo per intralciare i turchi, ormai decisi a
rientrare in Grecia e a raggiungere Murad, riparato in Anatolia.
Sollecitato dal porporato, Ladislao si pose in marcia verso
Costantinopoli, ma Brankovic sabotò la missione, persuase Kastrioti
a disertarla ed avvertì segretamente Murad che, col sostegno
genovese, sbarcò in armi a Varna. Il 1° novembre 1444 quarantamila fra ungheresi, polacchi, serbi, transilvani, boemi e crociati sfidarono
sessantamila ottomani. A sera, in campo si contarono circa
ventimila morti fra i due schieramenti. Quella battaglia fu la <b>fase
culminante della crociata </b>e l'epilogo di eventi verificatisi anni
prima. A seguito delle intese raggiunte nei <b>concili di Basilea,
Ferrara e Firenze</b>, nel <b>1438</b> il basileus bizantino Giovanni
VIII Paleologo aveva accettato di superare lo scisma proprio per
ottenere dai potentati cristiani europei ogni possibile aiuto nella
lotta al minaccioso espansionismo turco. Nel 1443, per tutelare i bizantini e per difendere l'Ungheria cui tre anni prima era stata
sottratta Belgrado, aveva sollecitato il continente alla sacra
spedizione e formato un'ampia coalizione. I ripetuti successi
cristiani, in particolare quello inizialmente conseguito da
Brankovic, che aveva liberato le bulgare Nissa e Sofia, avevano
costretto i turchi alla ritirata. Al sultano, impegnato sui fronti di
Anatolia, Albania, Morea, non restò che accettare i trattati di
Adrianopoli, una tregua decennale durante la quale s'impegnava a non
invadere alcun paese cristiano e a restituire alcuni territori
all'Ungheria e alla Serbia. Non soddisfatto il papa, ad avviso del
quale Murad avrebbe dovuto rinunciare all'intera area balcanica,
invalidò i patti e persuase l'Ungheria a riprendere la guerra,
impegnando anche la Serenissima che, per dividere l'impero ottomano,
schierò la potente marina tra i Balcani e l'Asia Minore. Murad, allora, si rivolse alla
<b>Repubblica genovese</b>. Il 10 novembre del 1444, malgrado
l'inferiorità numerica, Hunyádi alla testa di metà dell'esercito
ungherese dette scacco ai turchi, ma il suo vantaggio fu vanificato
dal giovane Ladislao che, alla guida della retroguardia, si gettò
nella mischia sottovalutando la potenza d'urto dei giannizzeri e ne
fu massacrato. Cadde, con lui, anche il cardinale Cesarini. I crociati superstiti ripararono oltre il Danubio, sotto il comando di
Mircea II di Valacchia, e Jànos tentò di sottrarsi
rocambolescamente alla cattura finché non cadde in un agguato
tesogli da Vlad II Dracul, che lo liberò previo pagamento
dell'ingente riscatto corrisposto dall'aristocrazia magiara. La battaglia, naturalmente, ebbe come
conseguenze politiche il mantenimento della regione balcanica da
parte dei turchi e la sospensione delle clausole di ogni precedente
negoziato. Il basileus, che meglio più di tutti si era impegnato per
il buona esito della spedizione, dovette piegarsi al sultano e
diventarne vassallo. Per effetto della morte di Ladislao, la nobiltà
ungherese, intanto, elesse cinque capitani e gli affidò il comando
della nazione assegnando a Jànos il controllo della Transilvania e
delle terre irrigate dal Tibisco. L<b>'Ungheria,</b> tuttavia,
<b>scivolò nell'anarchia</b> e fu necessario individuare un reggente
che governasse per conto del minore Ladislao il Postumo: la scelta
ricadde ancora su Hunyádi che, investito del ruolo il 5 giugno del
1446, marciò contro l'imperatore Federico III, del quale il piccolo
erede era prigioniero. Pose a sacco Stiria, Carinzia e Carniola e
minacciò Vienna, finché pervenne ad una tregua di due anni. Nel 1447, Jànos riportò la Valacchia
in orbita ungherese decretando la decapitazione del voivoda Vlad
Dracul II e facendone seppellire vivo il figlio Mircea II poi,
sconfitti i Draculesti, insediò sul trono Vladislav II. L'anno
successivo, riprese la campagna contro i turchi ricevendo il titolo
di principe da Niccolò V. Infine, marciò sulla Moldavia e vi
restaurò il potere del voivoda Petru II, dopo avere occupato e
fortificato il porto di Chilia. Nel giugno di quell'anno, Murad II
attaccò contemporaneamente proprio questa località e
Costantinopoli, ma fu sconfitto: in settembre, gli Ungheresi
varcarono il Danubio e puntarono verso Sud per riunirsi a Kastrioti,
mentre Mihály Szilágyi batteva i turchi nella valacca Vidin. Ancora una volta Brankovic spiccò per
slealtà: rivelata la presenza albanese, favorì la sconfitta di
Jànos nella seconda battaglia del Kosovo, il 18 ottobre del 1448. Lo
catturò e lo deportò nelle segrete di Smederevo. Nel 1450, liberato dai compatrioti,
egli riaprì le trattative con Federico III per la libertà del
giovane Ladislao, ma il mancato accordo consentì all'aristocrazia
capeggiata dal conte di Celje di accusarlo di cospirazione funzionale
al mantenimento del potere. Egli, allora, abbandonò anche il ruolo
di reggente, tuttavia, nel 1453, Ladislao il Postumo si insediò e
come primo atto, riscattandone l'immagine, lo nominò Conte di
Beszterce-Naszód e capitano generale del regno, non trascurando di
farne giustiziare il figlio per vendicare la morte dello zio tutore. La reazione violentissima
dell'aristocrazia insorta in difesa di Jànos, già voivoda di
Transilvania e signore di Belgrado, costrinse il re alla fuga. In
procinto di sposare Maddalena, figlia di Carlo VII di Francia, egli
era sulla via di Praga quando morì in circostanze ancora misteriose:
con lui si estinse la linea asburgico/albertina. Nel 1453, padrone di Costantinopoli,
Maometto II puntò all'Ungheria progettando di penetrare in Europa
attraverso Belgrado, che assediò. La città fu però soccorsa da
Jànos che la approvvigionò a proprie spese, vi insediò un presidio
comandato dal germano Mihály e dal figlio László. Reclutò uomini
freschi ed armò duecento navi, mentre il frate francescano Giovanni
da Capestrano raccoglieva adesioni crociate nel basso popolo. Il 14 luglio del 1456 l'armata navale
ottomana fu distrutta e il 21 successivo l'esercito fu respinto a
Rumelia da Szilágyi, che favorì l'attività di attacco ungherese: a
margine di un cruento e breve scontro, il sultano fuggì. L'11
agosto però, aggredito dalla peste, <b>Jànos si spense</b>. Fu sepolto
nella cattedrale cattolica transilvana di Alba Iulia e la sua statua
domina la Piazza degli Eroi di Budapest. Suo figlio Mattìa Corvino
ascese al trono nel 1458 e governò fino al 1490. Emulo del padre,
contrastò i turchi col supporto dell'abile voivoda di Moldavia
Stefan III. Il crescente potere del regno di
Polonia, intanto, spinse la Moldavia a chiedere l'appoggio di Bayezid
II per mantenere l'indipendenza.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.429</b> - <b>Giovanna d'Arco</b>, suddita di Renato d'Angiò, arriva alla fortezza di Vaucouleurs, situata sulla Mosa a pochi chilometri più a monte di Domrémy, si presenta al comandante della fortezza e annuncia la sua « missione divina »: salvare la Francia dagli invasori inglesi e far sì che il delfino, il futuro Carlo VII, sia incoronato re. <b>Chiede di essere ricevuta dal duca di Lorena</b>, suocero e prozio di Renato. L'udienza è accordata a Giovanna nella capitale del duca, Nancy. Quando la Pulzella vi arriva, si sa che Renato d'Angiò è presente. E quando il duca di Lorena le chiede che cosa desideri, Giovanna risponde esplicitamente con parole che hanno sempre sconcertato gli storici: « Vostro figlio [genero], un cavallo e alcuni uomini valenti per portarmi in Francia ».<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsmeEWcGDmTGVisCf8FoxvuoTaRPcpq7YDWMOriytk7aG1WZUjKseNcmhLwPrpcXF_CnlhI55A8BBq-_tyMkRk6CHMfm30k4YqGBLoqLfvdUHV-Nh6-TN3AhFnHGZKgewtgWN8A4lZex2F/s1600/Renato+d%2527Angi%25C3%25B2.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1293" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsmeEWcGDmTGVisCf8FoxvuoTaRPcpq7YDWMOriytk7aG1WZUjKseNcmhLwPrpcXF_CnlhI55A8BBq-_tyMkRk6CHMfm30k4YqGBLoqLfvdUHV-Nh6-TN3AhFnHGZKgewtgWN8A4lZex2F/s200/Renato+d%2527Angi%25C3%25B2.jpg" width="161" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Renato di Valois-Angiò, noto</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
come Renato I di Napoli, detto</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
il Buono. Di Jean-Pierre</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dalbéra di Parigi, dal museo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Storia di Marsiglia: CC BY</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2.0, <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37213826" target="_blank">https://commons.wikime</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37213826" target="_blank">dia.org/w/index.php?curid</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37213826" target="_blank">=37213826</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sebbene oggi sia poco noto, <b>Renato
d'Angiò</b> - « il buon re René », come veniva chiamato - fu uno dei
personaggi più importanti della cultura europea negli anni
immediatamente precedenti al Rinascimento e Gran maestro del Priorato di Sion dal 1418 al 1480. Nato nel 1409, nel corso
della sua vita divenne detentore di una sfilza impressionante di
titoli. Fra i più importanti c'erano i seguenti: conte di Bar, di
Provenza, di Piemonte, e di Guisa, duca di Calabria, d'Angiò, e di
Lorena, re d'Ungheria, di Napoli e Sicilia, d'Aragona, di Valenza, di
Maiorca e Sardegna, e, quello forse più altisonante di tutti, di
Gerusalemme. Naturalmente, quest'ultimo era un titolo soltanto
nominale. Tuttavia indicava una continuità che risaliva a Goffredo
di Buglione, ed era riconosciuto dagli altri potentati europei. Una
delle figlie di Renato, Margherita d'Angiò, sposò nel 1445 Enrico
VI d'Inghilterra, ed ebbe un ruolo di grande rilievo nella Guerra
delle due rose. Nei primi tempi della sua « carriera
», Renato d'Angiò sembra legato in modo piuttosto oscuro a Giovanna
d'Arco. A quanto si sa, Giovanna era nata nel paesello di Domrémy,
nel ducato di Bar, e quindi era suddita di Renato. Si impose per la
prima volta all'attenzione della storia del 1429, quando arrivò alla
fortezza di Vaucouleurs, situata sulla Mosa a pochi chilometri più a
monte di Domrémy. Si presentò al comandante della fortezza e
annunciò la sua « missione divina »: salvare la Francia dagli
invasori inglesi e far sì che il delfino, il futuro Carlo VII, fosse
incoronato re. Per adempiere tale missione, avrebbe dovuto
raggiungere il delfino alla sua corte di Chinon, sulla Loira, molto
più a sud-ovest. Ma Giovanna non chiese al comandante di Vaucouleurs
i mezzi per raggiungere Chinon; chiese invece di essere ricevuta dal
duca di Lorena, suocero e prozio di Renato. L'udienza fu accordala a Giovanna nella
capitale del duca, Nancy. Quando la Pulzella vi arrivò, si sa che
Renato d'Angiò era presente. E quando il duca di Lorena le chiese
che cosa desiderava, Giovanna rispose esplicitamente con parole che
hanno sempre sconcertato gli storici: « Vostro figlio [genero], un
cavallo e alcuni uomini valenti per portarmi in Francia » (Lecoy de la Marche, <i>Le Roi René</i>,
vol.I, p.69. Il duca di Lorena non aveva figli maschi, e secondo le
convenzioni del tempo Giovanna si riferiva a Renato). A quei tempi, non meno che in seguito,
correvano voci di ogni sorta circa la natura dei rapporti tra Renato
e Giovanna. Secondo alcune fonti, probabilmente inesatte, i due erano
amanti. Ma resta il fatto che si conoscevano, e che Renato era
presente quando Giovanna intraprese la sua missione. Inoltre, i
cronisti del tempo affermano che quando Giovanna partì per
raggiungere la corte del delfino a Chinon, Renato l'accompagnò. E
non è tutto. Gli stessi cronisti riferiscono che Renato era a fianco
dell'eroina durante l'assedio di Orléans (Staley, <i>King René d'Anjou</i>,
pp.153 sgg). Nei secoli che
seguirono, sembra siano stati fatti tentativi sistematici per
espungere ogni traccia del possibile ruolo avuto da Renato nella vita
di Giovanna. Tuttavia i biografi di Renato non sono in grado di
spiegare dove fosse e cosa facesse tra il 1429 e il 1431, al culmine
della « carriera » di Giovanna. Di solito si sottintende
tacitamente che Renato vegetava alla corte ducale, a Nancy: ma non
c'è nulla che lo confermi. Le circostanze indicano che Renato
accompagnò Giovanna a Chinon. Infatti, se a quel tempo c'era a
Chinon una personalità dominante, era Iolanda d'Angiò. Era Iolanda
che incoraggiava e sosteneva incessantemente il debole, febbrile
delfino. Fu Iolanda ad autoproclamarsi, inspiegabilmente, protettrice
e garante ufficiale di Giovanna. Fu Iolanda a vincere la diffidenza
della corte nei confronti della fanciulla visionaria e le ottenne
l'autorizzazione ad accompagnare l'esercito a Orléans. Fu sempre
Iolanda a convincere il delfino che Giovanna poteva essere la
salvatrice che affermava di essere. Fu Iolanda a combinare il
matrimonio del delfino con la propria figlia. E Iolanda era la madre
di Renato d'Angiò. Da “Il Santo Graal” di Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln, 1982 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal 1.430 </b>- I <b>territori ottomani</b> nei Balcani (come Salonicco, la Macedonia e il Kosovo), temporaneamente persi dopo il 1402, sono <b>riconquistati </b>da Murad II fra il 1430 e il 1450.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfCywOywb35TvAQzLosMuVPbyS7eFozVQp73djD-uYScilOCUMrDmX47ehglzXv8CIwX9nN73-uuK5dkrACLsVllLjmWc2kU69OSg7ikg8RRK5XAc6ywv4NTcOJq_hQfkvfDcTbeTMWwzW/s1600/kozackie+matrimonio.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1164" data-original-width="750" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfCywOywb35TvAQzLosMuVPbyS7eFozVQp73djD-uYScilOCUMrDmX47ehglzXv8CIwX9nN73-uuK5dkrACLsVllLjmWc2kU69OSg7ikg8RRK5XAc6ywv4NTcOJq_hQfkvfDcTbeTMWwzW/s200/kozackie+matrimonio.jpg" width="128" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Matrimonio fra i <br />
Cosacchi.</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Durante il terzo decennio del XV secolo
la regione del <b>Tatarstan</b>, l'antica <b>Bulgaria del Volga
</b>divenne nuovamente indipendente in quanto base del <b>Khanato di
Kazan' </b>(i cui abitanti erano i
<b>Cosacchi</b>),
fondato nelle vicinanze della distrutta capitale dei protobulgari
<b>Fanagoria</b>, sul mar d'Azov. Nel VII secolo la città si era
ripresa da un secolo di invasioni barbariche e divenne la capitale
del khanato di Bulgaria tra il 632 e il 665. Dopo la partenza dei
Proto-bulgari guidati da Asparukh, terzo figlio di Khan Kubrat, la
città divenne, almeno nominalmente, una dipendenza bizantina.
Ciononostante, un<i> tudun</i> (governatore) cazaro resse la città
probabilmente fino al 1016, quando Giorgio Tzul, comandante cazaro,
fu sconfitto da Bisanzio. Nel 704 l'imperatore deposto Giustiniano II
si installò a Fanagoria, allora governata dal <i>tudun</i>
Balgatzin, con la moglie Teodora, sorella del re cazaro Busir Glavan,
prima di tornare a Bisanzio. Nel X secolo la città dovette
probabilmente fronteggiare l'invasione dei Rus'. Dopodiché Fanagoria
non riuscì più a competere con la vicina Tmutarakan' (prima
Ermonassa). Nel basso Medioevo fu edificata, sulle rovine di
Fanagoria, Matrega, un <b>avamposto genovese</b>. Durante il XV
secolo la città fu il centro dei domini dei Ghisolfi, una ricca
famiglia di commercianti genovesi e poco dopo la città venne
completamente abbandonata.<br />
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinHrt3vCzBbZwUJ5kdwTDm3sE4ZYoNQxs7lngEuvvlRyrYAukIN9-YuunELP6aHvkqZzJHIk1JlFV7X0gy3_MropZXuTPCshpQYRCSxbSmN07en_wSxm9-jYS222RB6iduneYvsuy7VVum/s1600/Valacchia.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="302" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinHrt3vCzBbZwUJ5kdwTDm3sE4ZYoNQxs7lngEuvvlRyrYAukIN9-YuunELP6aHvkqZzJHIk1JlFV7X0gy3_MropZXuTPCshpQYRCSxbSmN07en_wSxm9-jYS222RB6iduneYvsuy7VVum/s200/Valacchia.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Valacchia, da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Valacchia#/media/File:Walachia.png" target="_blank">https://it.wikipedia.<br />org/wiki/Valacchia#/media<br />/File:Walachia.png</a></td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.436</b> - <b>Vlad II Dracul </b>sale sul <b>trono della Valacchia</b>. Vlad II, nel 1431 era diventato membro dell'Ordine del Drago, un ordine cavalleresco fondato da Sigismondo di Lussemburgo nel 1418 e il simbolo di questa confraternita era appunto un dragone prostrato, con la coda avvolta attorno al collo. Sulla schiena del mostro si trovava una croce, che alludeva al trionfo del Signore sul maligno. Dato che nel medioevo il drago era simbolo del demonio, ecco spiegata l'origine dell'appellativo Dracul. <b>In romeno</b> "<b>Dracul</b>" significa "<b>il diavolo</b>": drac = "diavolo" e "ul" = "il", mentre -ulea è un patronimico, per cui Draculea significa "figlio del diavolo". Dato che il potere di Vlad II<b> </b>era traballante, lui decise di renderlo più saldo concordando una pace con il sultano ottomano, che in quel momento appariva il sovrano più potente dello scacchiere balcanico. Il trattato prevedeva da parte del voivoda (comandante e/o principe) l'obbligo di recarsi ogni anno alla corte di Edirne, per versare il tributo ed eventualmente guidare e scortare le truppe turche dirette contro l'Ungheria. Negli anni successivi Vlad II avrebbe tentato di non infrangere l'accordo con gli Ottomani e nel contempo di non apparire troppo compromesso con gli infedeli, agli occhi del vicino ungherese. Nel marzo del 1442 gli Ottomani entrarono in Valacchia, puntando sulla Transilvania, allora ungherese. Dracul non si unì a loro, ma d'altro canto non fece nemmeno nulla per contrastarli, osservando una rigida neutralità, per non compromettere la sua già precaria situazione.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA0diYn9BhCY57D-z8BHMWmpyQxLJSWDrrIzuyPVS3bR31RgDbBECj785JiAX05tuFMtdvRpimnrCCGLP5UB0yLoL44HF7X-ZhMFHXPrDtCFDNv3aLn_CateplrDzFRzHr4EawfQh0Navw/s1600/Vlad_Dracul.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="229" data-original-width="201" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA0diYn9BhCY57D-z8BHMWmpyQxLJSWDrrIzuyPVS3bR31RgDbBECj785JiAX05tuFMtdvRpimnrCCGLP5UB0yLoL44HF7X-ZhMFHXPrDtCFDNv3aLn_CateplrDzFRzHr4EawfQh0Navw/s200/Vlad_Dracul.jpg" width="175" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Vlad Dracul in un affresco<br />
dell'epoca, da: </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Vlad_II_Dracul#/media/File:Vlad_Dracul.jpg" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Vlad</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Vlad_II_Dracul#/media/File:Vlad_Dracul.jpg" target="_blank">_II_Dracul#/media/File:Vlad</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Vlad_II_Dracul#/media/File:Vlad_Dracul.jpg" target="_blank">_Dracul.jpg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
La campagna si concluse però con una grande sconfitta ottomana presso la cittadina di Sibiu. Quindi l'ungherese Cavaliere bianco, János Hunyadi, inseguì i nemici in rotta fino in Valacchia, scalzando dal trono Vlad II (il padre di Dracula, Vlad III) e insediando al suo posto Basarab II. Il deposto voivoda, accompagnato dai pochi boiardi rimastigli ancora fedeli, non ebbe altra scelta che rifugiarsi in territorio turco, cercando la protezione e l'appoggio del sultano. Dopo essere stato accolto in maniera piuttosto calorosa, fu arrestato al termine di un banchetto e messo sotto custodia a Gallipoli (sullo stretto di Dardanelli). Nella primavera del 1443 Vlad II venne liberato e, appoggiato da truppe turche, riconquistò il suo trono. Murad II aveva deciso che avere un sovrano non allineato alla causa ungherese, ancorché infido, era preferibile che fare i conti con una Valacchia solidale con essa. Del resto la controffensiva cristiana, guidata dal Cavaliere bianco (János Hunyadi), aveva messo i Turchi in seria difficoltà. L'anno successivo (estate del 1444), in base ai pesanti accordi raggiunti con il sultano, Dracul inviò alla corte ottomana i suoi figli Vlad e Radu <i>cel Frumos</i> (il Bello) come ostaggi. Il voivoda inoltre si era impegnato a pagare il solito tributo annuale e a inviare, sempre annualmente, un certo numero di fanciulli, per rimpolpare le schiere dei Giannizzeri. Durante gli anni di prigionia, i due giovani Drăculești sarebbero stati educati dai Turchi all'arte della guerra, alla logica ed alla fede musulmana, ma la loro situazione sarebbe sempre rimasta piuttosto delicata: tre anni prima i figli del despota serbo Đurađ Branković, erano stati accecati con dei ferri roventi, poiché sospettati di voler fuggire dalla loro prigionia.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.437</b> - L'imperatore romano orientale (bizantino) <b>Giovanni VIII</b>, insieme al fratello <b>Demetrio Paleologo</b> (despota della Morea dal 1436 al 1438 e dal 1451 al 1460, legittimo rivendicatore al trono di Bisanzio dopo il 1453, fino a quando nel 1460 si alleò con gli ottomani contro suo fratello Tommaso, despota a sua volta della Morea, per cui perse il titolo essendosi alleato con gli infedeli), accompagnato da <b>Lucas Notaras </b>che sarà l'ultimo <i>Mega Dux </i>dell'impero bizantino, dal 1444 al 29 maggio 1453, partecipano al <b>Concilio di Basilea</b>, <b>Ferrara</b> e <b>Firenze</b>. Questo concilio, svoltosi in tre fasi e in tre città diverse, costituiva un tentativo di <b>riunire la Chiesa cattolica romana con la Chiesa ortodossa orientale</b> e ufficialmente il tentativo riuscì, ma la decisione fu di fatto <b>smentita dal popolo bizantino</b>, che non ne voleva sapere della fede cattolica. Contestato dal seguito di Giovanni VIII, Demetrio se ne andò prima della fine del concilio e partì nel 1439 senza l'Imperatore suo fratello, il che costituiva un segno di sfida a Giovanni VIII, il quale non avrebbe potuto sorvolare su tale comportamento di Demetrio. A questo proposito, è universalmente nota <b>la frase con cui Notaras</b> <b>condannò la riunificazione della chiesa di Costantinopoli con la chiesa di Roma </b>nel 1452: «Meglio il turbante musulmano che la mitra papale» (Lucas Notaras). Secondo un'altra versione la frase pronunciata da Notara è "Vedrei più volentieri nella città il turbante turco che la tiara di Roma". Ciò è confermato dal fatto che, mentre <b>Costantino XI</b>, imperatore dal 1449, dopo la morte di Giovanni VIII nel 1448, <b>si adopererà per assicurarsi l'aiuto occidentale</b>, chiedendo sussidio e truppe ai latini, il Notaras invece soffiava sul fuoco, incitando gli ortodossi contro l'intervento degli occidentali. Sembra che Lucas Notaras esponesse le sue idee anche nei suoi discorsi politici, spesso con riferimenti ambigui, provocando per questo molti contrasti nella gerarchia imperiale bizantina. L'amico più stretto di Costantino XI, nonché suo segretario personale, Giorgio Sfranze, spese raramente una parola in difesa del Notaras, e si dice che avesse una grande antipatia verso di lui.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOaVx-wzc7V2HWLD2P_ZmJ25AVFknnlUkTilXTCyCdxYgWqfdJfpYhSVn-fdILOCr-iZrtkg_XQULjJaaX3yO80aNipFEYl-LMTNkCniufg8TLAC0qutLr8icm54i7bvZYmYMIxCnN1Tjz/s1600/Bobilna_1957_stamps.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="800" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOaVx-wzc7V2HWLD2P_ZmJ25AVFknnlUkTilXTCyCdxYgWqfdJfpYhSVn-fdILOCr-iZrtkg_XQULjJaaX3yO80aNipFEYl-LMTNkCniufg8TLAC0qutLr8icm54i7bvZYmYMIxCnN1Tjz/s320/Bobilna_1957_stamps.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Francobolli romeni commemorativi la rivolta contadina</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Bábolnai del 1437, da <a href="https://it.qwerty.wiki/wiki/Transylvanian_peasant_revolt" target="_blank">https://it.qwerty.wiki/wiki/Transyl</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.qwerty.wiki/wiki/Transylvanian_peasant_revolt" target="_blank">vanian_peasant_revolt </a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Nel 1.437 divampa una rivolta contadina in <b>Transilvania</b> (la <b>rivolta contadina</b> in chiave anticlericale<b> di Bábolnai</b>), nel Regno d'Ungheria, che coinvolge quasi tutta la popolazione della Transilvania.Nel regno d'Ungheria, ungheresi,
sassoni e secleri (székelys,
comunità di guardie di frontiera privilegiate) avevano aderito al
cattolicesimo. I cattolici dovevano pagare una tassa ecclesiastica,
la decima (pari a un decimo dei redditi), ma papa Giovanni XXIII
aveva esentato i nobili minori al pagamento nel 1415. Tuttavia,
György Lépes , il vescovo della Transilvania, ignorava questa
decisione, soprattutto dopo che Giovanni fu dichiarato un antipapa .
I valacchi (o rumeni) erano in origine esentati dalla tassa
ecclesiastica, poiché non cattolici ma Sigismondo di Lussemburgo, re
d'Ungheria, aveva decretato che i valacchi che si erano stabiliti
sulle terre abbandonate dai contadini cattolici dovesse anche loro
pagare la decima. Sigismondo era un monarca assente, profondamente
coinvolto nella politica europea e trascorreva molto tempo fuori
dell'Ungheria, in particolare nei suoi altri regni, come la Germania
e la Boemia. A partire dal 1420, gli ottomani
attaccavano la Transilvania quasi ogni anno e i contadini dovevano
così pagare i costi crescenti per la difesa contro gli ottomani,
regolarmente obbligati a pagare tasse "straordinarie" in
aggiunta al profitto della Camera (l'imposta tradizionale dovuta da
ogni famiglia contadina al tesoro reale). Il re aveva inoltre
ordinato che un contadino ogni dieci, avrebbe dovuto prendere le armi
in caso di attacco ottomano, anche se i contadini erano sempre stati
esenti da obblighi militari. Anche la sistemazione delle truppe era
un dovere fastidioso, poiché i soldati spesso costringevano i
contadini a fornire loro cibo e vestiti. I proprietari terrieri
cominciarono a raccogliere il nono (tassa signorile pari al nono dei
redditi fondiari) dai contadini anche se il nono, che era già stato
introdotto nel 1351, non era state raccolto regolarmente in
Transilvania. I nobili tentavano inoltre ad ostacolare la libera
circolazione dei loro servi (servi della gleba). Le imposte crescenti e i nuovi oneri
avevano fomentato ribellioni fra la gente comune. Nel 1417 i Sassoni
di Transilvania potettero domare i loro servi ribelli solo con
l'aiuto del vice-voivoda, Roland Lépes. Gli eserciti uniti delle
contee e dei presidi sassoni avevano schiacciato una rivolta della
gente comune di etnia seclera (székely) nel 1433. Nei primi mesi del
1434, i borghesi di Kronstadt avevano dovuto chiedere l'assistenza
del conti secleri (székely, guardie di frontiera privilegiate)
contro i valacchi che si erano sollevati a Fogaras. Dal 1430, <b>idee
hussite</b>, in particolare nelle versioni <b>taborite</b>,
cominciarono a <b>diffondersi tra i contadini transilvani</b>, tanto
che nel maggio del 1436, il vescovo György Lépes, fratello del
vice-voivoda Roland Lépes, aveva esortato l'inquisitore Giacomo
della Marca ad intervenire in Transilvania, poiché i predicatori
hussiti avevano convertito molte persone alla loro fede nella sua
diocesi. Per affrontare gli oneri finanziari
derivanti dalle guerre hussite e dalle campagne militari contro l'
Impero Ottomano, Sigismondo di Lussemburgo aveva messo in
circolazione, nel 1432, monete d'argento di scarso valore, che
contenevano solo un quarto d'argento rispetto alla vecchia valuta. Il
vescovo di Transilvania György Lépes, che sapeva che monete di
valore più elevato sarebbero state coniate in pochi anni, sospese la
raccolta delle decime e delle none (tasse signorili pari al nono dei
redditi fondiari) nel 1434. Quando, nel 1437, monete di buona
qualità furono nuovamente messe in circolazione, il vescovo emise
l'ordine agli esattori di riscuotere gli emolumenti dei tre anni
passati con soldi nuovi, che valevano molto di più dei vecchi. Gli
storici stimano che le famiglie contadine erano tenuti a pagare
decime da sei a nove fiorini d'oro, anche se il reddito di un lotto
medio contadino era solo di circa 40 fiorini. La maggior parte dei
contadini non era così in grado di pagare tali importi, soprattutto
perché dovevano anche pagare le tasse signorili ai proprietari dei
loro terreni. Per garantire il pagamento degli
arretrati, il vescovo applicò sanzioni ecclesiastiche, ponendo
interi villaggi ad interdizione (e scomunica) nell'estate del 1436.
Inoltre scomunicò i piccoli nobili che si erano rifiutati di pagare
la decima. Tuttavia, la maggior parte dei servi resistette e i loro
signori non vollero assecondare il vescovo, che sollecitò il re ad
ordinare al voivoda Ladislao Csáki e alle magistrature delle contee
la raccolta delle decime ai primi di settembre. Il re decretò
inoltre che tutti i contadini che non fossero riusciti a pagare gli
arretrati entro un mese dopo la loro scomunica, dovessero pagare
dodici fiorini d'oro a titolo di penale. La <b>rivolta</b> in chiave
<b>anticlericale</b> iniziò con disturbi locali nella prima metà
del 1437. Gli abitanti di Daroc, Makó e Türe (Dorolţu , Macau e
Turea) aggredirono l'abate di Kolozsmonostor a Bogártelke (Bagara)
in marzo. Ad Alsó-Fehér e intorno a Deva, i servi sono erano
riuniti in piccoli gruppi ed avevano attaccato i manieri dei nobili.
Contadini di Alparét e Bogata (Bogata de Sus) si stabilirono per
primi sulla sommità del vicino Monte Bábolna in maggio o giugno.
Circondata da alte scogliere e dense foreste oltre ad essere coronata
da un altopiano di circa 7-8 ettari (17-20 acri), la montagna era un
luogo ideale per un'eventuale difesa. Seguendo la <b>strategia
militare dei taboriti</b>, i ribelli si stabilirono in un
accampamento fortificato sulla cima piatta della montagna. Contadini ungheresi, valacchi ortodossi
(rumeni), poveri cittadini e piccoli nobili vessati dalle none (tasse
signorili pari al nono dei redditi fondiari), per cercare di
organizzare le loro rimostranze contro le pretese del vescovo,
iniziarono a radunarsi sulla cima piatta del Monte Bábolna (o
Bobalna) vicino ad Alparét. Un nobile minore, <b>Antal Nagy de Buda</b>
(Antal Budai Nagy, ? - Cluj 10/14 dicembre 1437), giunse con un
gruppo di contadini da Dios e Burjánosóbuda (Deuşu e Vechea) alla
montagna mentre il valacco Mihai vi arrivò con persone provenienti
da Virágosberek (Floreşti). Minatori di sale secleri (szek) da Sic,
Cluj e poveri cittadini da Kolozsvár (oggi Cluj-Napoca in Romania)
si unirono ai contadini. Secondo la stima dello storico Lajos Demeny,
sul pianoro entro la fine di giugno si potevano contare circa <b>5</b>-<b>6.000
uomini armati</b>. Il vescovo Lépes e suo fratello, il
vice-voivoda, iniziarono a radunare le loro truppe vicino al campo
dei contadini. Il voivoda Ladislao Csáki, che era assente, tornò di
corse di Transilvania. I conti dei secleri, Michael Jakcs e Henry
Tamási, si congiunsero agli eserciti riuniti dal voivoda e dal
vescovo. I giovani nobili che aderirono alla campagna, volevano
condurre un assalto improvviso sui contadini, ma il vescovo suggerì
che i contadini avrebbero dovuto essere pacificate attraverso dei
negoziati. Il ritardo permise così ai rivoltosi di completare la
fortificazione del loro campo. I ribelli intanto, avevano inviato
quattro loro emissari dal voivoda per chiedergli di porre fine agli
abusi sulla riscossione della decima e di convincere il vescovo a
togliere le interdizioni ecclesiastiche, oltre alla conferma del
diritto dei servi alla libera circolazione, ma furono catturati,
torturati e giustiziati alla fine di giugno. Il voivoda ed i suoi
sodali tentarono poi d'invadere il campo dei ribelli, ma i contadini
resistettero e condussero con successo un contro-attacco uccidendo
molti nobili durante la battaglia. Per favorire la deposizione delle
armi da parte dei ribelli, il vescovo e i capi dei nobili avviarono
negoziati con altri inviati dei ribelli. Il <b>compromesso</b> a cui
arrivarono è stato registrato nell'Abbazia di Kolozsmonostor il 6
luglio 1437. L'accordo riduceva la decima della metà, si abolivano
le none e veniva garantito il diritto dei contadini alla libera
circolazione. Li si autorizzava inoltre a tenere un'assemblea annuale
che vigilasse sull'esecuzione del contratto. I nobili, i conti secleri (székelys)
e i delegati dei sassoni stipularono invece l'"unione
fraterna" ("Tre Nazioni di Transilvania") contro i
loro nemici a Kápolna (Căpâlna) all'inizio di settembre,
impegnandosi a fornire assistenza militare tra di loro sia contro
aggressori interni che esteri. Il vescovo sembra aver riconosciuto
che i piccoli nobili erano esenti dal pagamento della decima, secondo
Demeny, poiché la dieta d'Ungheria ha decretato che i nobili non
potevano essere costretti a pagare la decima nel 1438. I ribelli abbandonarono il loro
accampamento fortificato sul monte Bábolna, molto probabilmente
poiché avevano bisogno di nuovi schieramenti. Si mossero verso Des,
saccheggiando manieri di nobili durante la loro marcia e minacciando
severe punizioni a chi non li avesse supportati. Stabilirono così un
nuovo campo sul fiume Szamos (a Someş) nei pressi della città e una
nuova battaglia fu combattuta tra i ribelli ei loro nemici vicino al
campo a fine settembre. Dopo essere stati in grado di tener
testa ai ribelli, i nobili cominciarono nuovi negoziati con loro a
Dellőapáti (Apatiu). I rappresentanti delle due parti raggiunsero
<b>un nuovo compromesso</b>, il 6 ottobre, che è stato trascritto in
una nuova carta nell'Abbazia di Kolozsmonostor quattro giorni più
tardi. Per ragioni sconosciute, i contadini accettarono condizioni
meno favorevoli rispetto a quelle del primo accordo. Demeny sostiene
che i loro leader avevano molto probabilmente capito che non
sarebbero stati in grado di resistere per molto tempo. Secondo il nuovo accordo, l'importo
minimo del canone da pagare dai contadini ai proprietari era
aumentato a 12 fiorini all'anno e i contadini che lavoravano gli
appezzamenti più grandi avrebbero pagato da 25 a 100 fiorini ai
loro signori, che era pari alla somma da versare prima della rivolta.
Il nuovo accordo non ha stabilito i "doni" che i contadini
dovevano offrire ai proprietari terrieri, solo si affermava che essi
erano tenuti a ottemperare a tale obbligo tre volte l'anno. L'accordo
confermava il diritto dei nobili ad amministrare la giustizia sui
contadini che vivevano nelle loro terre, ma prevedeva anche che i
contadini potessero appellarsi contro le sentenze dei loro signori
alla corte di un villaggio o piccola città nelle vicinanze. Il secondo accordo fu ancora una volta
considerato come un compromesso provvisorio da entrambe le parti. La
carta prescriveva inoltre che una delegazione congiunta di ribelli e
nobili dovesse essere inviata al re, che abitava a Praga, a
richiederne l'arbitrato. Non ci sono le prove della nomina di
delegati e della loro partenza per Praga. Sigismondo di Lussemburgo
morì il 9 dicembre 1437. Sapendo che il loro accampamento sul
Szamos poteva facilmente essere attaccato, i ribelli marciarono verso
Kolozsvár in ottobre o novembre. Invasero e saccheggiarono le tenute
dei Bathory a Fejérd (Feiurdeni). Inoltre catturarono e decapitarono
molti nobili prima di attaccare l'abbazia di Kolozsmonostor,
costringendo l'abate a fuggire. Un gruppo di ribelli prese possesso
del castello di Nagyenyed (Aiud) con l'assistenza dei borghesi poveri
locali e degli abitanti dei villaggi vicini. Anche la maggior parte
dei borghesi di Kolozsvár simpatizzavano per i ribelli, che in tal
modo entrarono nella città senza resistenza. Un documento sassone ha
registrato che Antal Nagy de Buda è morto combattendo contro i
nobili entro il 15 dicembre. Demeny confuta la credibilità del
rapporto, dicendo che tutte le altre fonti indicano che i contadini
stavano ancora resistendo nel gennaio 1438. Gli eserciti uniti del
nuovo voivoda, Desiderio Losonci e del seclero (dei székelys) Michael Jakcs
assediarono Kolozsvár. Il 9 gennaio inviarono una lettera ai capi
sassoni, esortandoli a mandare rinforzi per contribuire alla
distruzione dei "contadini senza fede". Durante l'assedio,
"Non una sola anima poteva uscire o entrare" in città,
secondo il rapporto gli assedianti. L'assedio provocò una carestia
che costrinse i difensori ad arrendersi prima della fine del mese di
gennaio. I gruppi ribelli intorno a Nagyenyed furono annientati nello
stesso periodo. I <b>capi della rivolta</b> furono
<b>giustiziati</b> e gli altri rivoltosi furono <b>mutilati</b>
durante l'assemblea dei rappresentanti delle "Tre Nazioni di
Transilvania" (l'"unione fraterna") nel mese di
febbraio. Da questi eventi in poi, per tutta l'età moderna, le etnie con <b>potere decisionale </b>in <b>Transilvania</b>, anche se i romeni erano maggioritari, saranno i <b>magiari</b>, i <b>székelys</b> (secleri o siculi) e i <b>sassoni</b>, coloro che avevano soffocato la rivolta di Budai Nagy Antal del 1437. Il nuovo sistema politico si basava sulla “Unio Trium Natiorum” (L'unità dei tre popoli) Magiari, Siculi (non i siciliani) e Sassoni. Tuttavia ciò corrispose a una divisione sociale e religiosa piuttosto che etnica. I rumeni erano ortodossi, ma per avere il diritto di possedere terreni o accedere alla nobiltà dovevano convertirsi al cattolicesimo, poiché solo in questo modo sarebbero stati accettati nel sistema. In altre parole <b>solo pochi rumeni entrarono a far parte della nobiltà</b>. In particolare i siculi, a differenza di molti altri gruppi etnici della futura Romania, erano concentrati in un'area ai confini del Regno d'Ungheria, la Terra dei siculi (in ungherese Székelyföld), nelle zone che oggi comprendono i distretti di Harghita, Covasna e Mureș.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.440</b> - L'<b>Orda d'Oro</b> è nuovamente sconvolta dalla <b>guerra civile</b>. Dall'originale impero si erano ormai formati <b>differenti khanati autonomi</b>: il Khanato di Siberia, di Kazan', di Astrachan', di Qasim, di Crimea e di Nogai. Nessuno di questi nuovi Stati sarà in grado di reggere il confronto con il <b>Granducato di Mosca</b> che quindi <b>si libera definitivamente del controllo tataro-mongolo</b> intorno al 1480. La sorte dei vari khanati sarà quella di essere, prima o poi, annessi dalla Russia.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.443</b> - <b>Papa</b> Eugenio IV proclama una <b>crociata contro gli Ottomani</b>, non solo per tutelare gli interessi dei Bizantini, ma anche perché la nazione cristiana cattolica d'<b>Ungheria</b> era <b>minacciata</b> dagli ottomani dopo la <b>perdita di Belgrado</b>,<b> </b>avvenuta nel 1440.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSBaJvP_9pg5R9ZeYBD7sq7AlCOoP79z5O5CBugYCkLqEBy1JxHSahScQAnMZozFPcQD09wtj3QM-fVHPj_s7wpMuuGxmIAxTVJDvBuKWmz5gpT1nMzZKB7Qki35oHAJz1pKWaobCr0Hcr/s1600/janos+hunyadi+Iancu_Hunedoara.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1001" data-original-width="591" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSBaJvP_9pg5R9ZeYBD7sq7AlCOoP79z5O5CBugYCkLqEBy1JxHSahScQAnMZozFPcQD09wtj3QM-fVHPj_s7wpMuuGxmIAxTVJDvBuKWmz5gpT1nMzZKB7Qki35oHAJz1pKWaobCr0Hcr/s200/janos+hunyadi+Iancu_Hunedoara.jpg" width="117" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Hunyadi János o</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ioan de Hunedoara.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Venne quindi creata una <b>coalizione </b>a cui parteciparono il re d'Ungheria e Polonia, Ladislao III Jagellone, il Voivoda di Transilvania e comandante militare della coalizione Giovanni Hunyadi (Hunyadi János o Ioan de Hunedoara, condottiero e politico ungherese), il despota serbo Đurađ Branković e Mircea II di Valacchia, figlio del voivoda Vlad II Dracul. Branković penetrò vittoriosamente in Bulgaria, liberando Nissa e Sofia e infliggendo ripetute sconfitte alle truppe ottomane, tanto che queste si dovettero ritirare. I continui successi dei cristiani, uniti al fatto che si trovava a combattere su molti fronti come Anatolia, Albania, Morea (il Peloponneso), preoccuparono molto il sultano Murad II, tanto che firmò un trattato di pace ad Adrianopoli (Edirne) in cui impegnava l'Impero ottomano a non attaccare per dieci anni alcun Paese cristiano, assegnando alcuni territori all'Ungheria e alla Serbia. Tale esito del conflitto non soddisfece il Pontefice, secondo il quale tutta l'area dei Balcani avrebbe dovuto essere liberata dal controllo degli Ottomani. Furono invalidati i trattati fino ad allora sottoscritti. Il re d'Ungheria fu convinto a riprendere la guerra e, all'inizio della "crociata", Venezia dispiegò subito in mare la sua potente marina, disponendola tra i Balcani e l'Asia Minore, in modo da presidiare i Dardanelli e da dividere in due l'Impero ottomano. Quando Murad II venne a conoscenza delle manovre dei cristiani, non esitò a radunare tutto il suo esercito e a farlo sbarcare nei Balcani, impresa favorita dalle avverse condizioni atmosferiche per la marina veneziana o forse aiutato dalle navi dei genovesi.</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLx-zXQcoo-ZY02Bpi6Kyyyi0JNS_vd1PIl7rdmtmG_rL-x5XIZto3p3kdYu-89XB7MuRxDwPqdppjtmW2oHQcCUZUHgojuen4qe8fRhqPrQ_knTPdWnYzHzAuo4XaQo51VV2q96BPTxgZ/s1600/Kastrioti.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="144" data-original-width="109" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLx-zXQcoo-ZY02Bpi6Kyyyi0JNS_vd1PIl7rdmtmG_rL-x5XIZto3p3kdYu-89XB7MuRxDwPqdppjtmW2oHQcCUZUHgojuen4qe8fRhqPrQ_knTPdWnYzHzAuo4XaQo51VV2q96BPTxgZ/s1600/Kastrioti.png" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Gjergj Kastrioti</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Skanderbeg da:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">https://www.tripad</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">visor.it/LocationPh</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">otoDirectLink-g</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">469423-d500567-i</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">257020282-Museu</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">mi_Gjergj_Kastrio</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">ti_Skenderbeu-K</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">ruje_Durres_Coun</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">ty.html#25702028</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">2%22%3E%3Cim</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">g%20alt=%22%22</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">%20src=%22htt</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">ps://media-cdn.trip</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">advisor.com/media</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">/photo-s/0f/51/d1</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g469423-d500567-i257020282-Museumi_Gjergj_Kastrioti_Skenderbeu-Kruje_Durres_County.html#257020282%22%3E%3Cimg%20alt=%22%22%20src=%22https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0f/51/d1/7a/skanderbeg.jpg" target="_blank">/7a/skanderbeg.jpg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> <b>Resistenza albanese</b> all'invasione Ottomana. Dal 1.443 al 1.468 <b>Gjergj Kastrioti Skanderbeg</b>, principe albanese e re d'Epiro, <b>eroe nazionale degli albanesi</b>, conduce una strenua resistenza contro gli Ottomani, ottenendo molte vittorie. Su 25 battaglie che combatte contro di loro, ne vince 22. La resistenza condotta dagli albanesi di Skanderbeg sarà determinante nel fermare l'invasione turca dell'Italia, che mirava a Roma. Dopo la morte di Skanderbeg, la resistenza è continuata fino al 1.478, anche se con successo minore finché alla fine del quattordicesimo secolo le terre albanesi furono conquistate dagli Ottomani: i signori albanesi non poterono resistere a lungo al loro maggiore potere militare.<b> </b><br />
<b><br /></b><b>Nel 1.444</b> - Il re d’Ungheria, Ladislao il Postumo, rompe la pace con gli ottomani e lancia la <b>crociata di Varna</b>, sotto il comando di János Hunyadi, nel tentativo di spingere i turchi fuori dall’Europa. Il 10 novembre, nella <b>battaglia di Varna</b>, Murad II sconfigge un'armata congiunta polacca e ungherese, guidata da Ladislao III di Polonia, re di entrambi gli Stati e annienta <b>i Crociati</b> (della crociata di Varna) capeggiati dal condottiero ungherese <b>Jànos Hunyadi</b> e dal Godospar di Moldavia <b>Vlad III </b>di Valacchia, detto Dracul Cepelush. Vittorioso e deciso a riprendere la campagna di aggiogamento dell'area balcanica, Murad II <b>respinge </b>poi<b> </b>l'<b>espansione bizantina</b>, condotta dalla Morea, (a partire dal XII secolo, il Peloponneso era chiamato Morea dai crociati a causa della forma della penisola, somigliante ad una foglia di gelso e a causa dell'importanza che aveva quell'albero nella penisola) dal Basileus Costantino IX e mette al sacco Atene, rendendone vassalli tributari gli occidentali lì residenti. János Hunyadi preparerà un'altra armata (composta da forze ungheresi e valacche) per attaccare i Turchi, ma nel 1448 sarà sconfitto di nuovo da Murād II nella <b>seconda battaglia del Kosovo</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.445</b> - <b>Johannes Gutenberg inventa la stampa</b> a caratteri mobili. Il primo libro stampato è la Bibbia.<b> </b><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2bENU06UNZRN6iDUe88nJQNoob3ts135Eu8nnMkdYom4uVQBqAVBGdXPowCzL3mmZrVjkbdMuC9xvQTUE1MJHlDVFOPkK2EhzDMZtfkTS3btDTZUZnrDOdfvXu_6rv6SuFS_nwZplQf6Z/s1600/Vlad_Tepes.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2bENU06UNZRN6iDUe88nJQNoob3ts135Eu8nnMkdYom4uVQBqAVBGdXPowCzL3mmZrVjkbdMuC9xvQTUE1MJHlDVFOPkK2EhzDMZtfkTS3btDTZUZnrDOdfvXu_6rv6SuFS_nwZplQf6Z/s200/Vlad_Tepes.jpg" width="165" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Vlad III Țepeș (l'impalatore) da:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4625141" target="_blank">https://commons.wikimedia.org</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4625141" target="_blank">/w/index.php?curid=4625141</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.448</b> - <b>Vlad III <i>Țepeș</i> </b>(l'<b>Impalatore</b>) <b>Dracula</b>, o Dracul Cepelush, di origine cumana, è <b>voivoda di Valacchia</b> una prima volta, lo sarà di nuovo dal 1456 al 1462 e nel 1476. Vlad III di Valacchia (1431 - 1477), meglio conosciuto solo come Vlad Dracula, era <b>figlio</b> del voivoda di Valacchia e membro dell'Ordine del Drago, fondato per proteggere il cristianesimo nell'Europa orientale, <b>Vlad II Dracul</b>, membro della Casa dei Drăculești, un ramo collaterale della Casa di Basarab e conosciuto anche con il suo nome patronimico <b>Dracula </b>(figlio di Dracul). Il soprannome "l'Impalatore" deriva dalla sua predilezione ad impalare i nemici. Durante la sua vita, la reputazione di essere un uomo crudele e sanguinario si diffuse nel Sacro Romano Impero e più in generale in tutta Europa, pur essendo <b>venerato come eroe popolare in Romania</b>, per aver protetto la popolazione rumena, sia a sud che a nord del Danubio, dai turchi ottomani. Vlad III Dracula sarà fonte d'ispirazione per lo scrittore irlandese Bram Stoker nella creazione del suo personaggio più famoso, <b>il vampiro conte Dracula</b>, nell'omonimo romanzo “Dracula” del 1897.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWmnG2SFgZpFw1yhE2B-UKn6MXaVNMdsxTU-SOL6haMcG6dyuuMf6x_PM1XSxVVjcpS9yPqhG8TuQ3IBBOoQbjXfguOJ-Pf6lSy_onyu2mtcc5wGxjLblIaVH9qNx-wIABSxbze41Z9ELz/s1600/Romania+con+3+regioni.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="899" data-original-width="1058" height="271" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWmnG2SFgZpFw1yhE2B-UKn6MXaVNMdsxTU-SOL6haMcG6dyuuMf6x_PM1XSxVVjcpS9yPqhG8TuQ3IBBOoQbjXfguOJ-Pf6lSy_onyu2mtcc5wGxjLblIaVH9qNx-wIABSxbze41Z9ELz/s320/Romania+con+3+regioni.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Romania con i suoi territori storici: Valacchia,<br />
Transilvania e Moldavia. Da <a href="http://www.terraeasfalto.it/romania-transilvania-maramures-e-tutto-quello-che-verra/" target="_blank">http://www.terraeasfalto.it/<br />romania-transilvania-maramures-e-tutto-quello-che-verra/</a></td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Da <a href="http://www.germanici.altervista.org/sassoni/23.html" target="_blank">http://www.germanici.altervista.org/sassoni/</a><br />
<a href="http://www.germanici.altervista.org/sassoni/23.html" target="_blank">23.html</a>: Al fine di comprendere la <b>vita
di Vlad III Dracula</b> è prima necessario capire qualcosa sulla
natura della società della Valacchia e della sua politica in
quell'epoca. Il <b>trono di Valacchia</b> era
ereditario, ma non dal diritto di primogenitura; infatti erano i
Boiardi (grandi nobili) che avevano il diritto di eleggere il Voivoda
(Principe), scegliendolo tra i vari membri della famiglia reale che
ne avessero il diritto. Come nella maggior parte delle
monarchie elettive, durante il medioevo il potere del governo
centrale tendeva ad essere spartito tra la nobiltà e la famiglia
regnante, di cui i vari membri gareggiavano per il trono. In
generale, la politica tendeva ad avere aspetti molto sanguinosi.
L’assassinio era il mezzo più comune per eliminare i rivali e
molti Voivodi terminarono la loro vita violentemente e
prematuramente. Prima della fine del XV secolo il <b>Casato di
Basarab</b> si era <b>diviso in due clan </b>rivali,
quelli del principe Mircea il Vecchio, il nonno di Dracula (i
Draculesti) e di suo fratello Dan I di Valacchia (i Danesti). <b>Mircea
il Vecchio</b>, in romeno Mircea I cel Bătrân, chiamato anche
Mircea I di Valacchia, Mircea cel
Mare, in romeno “il Grande”, (1355 - 1418) fu voivoda
(principe) di Valacchia dal 1386 al 1418. Figlio di Radu I di
Valacchia, difese il suo regno dalla crescente ingerenza dell'Impero
ottomano. Partecipò alla Crociata di Nicopoli (1396) ed estese la
sovranità valacca fino alla Dobrugia, sul Mar Nero, dando al
principato la sua <b>massima espansione</b>. Sconfitto dal sultano
ottomano Maometto I (nel 1417), chiuse il suo regno come tributario
indipendente dei turchi. Da Mircea il Vecchio ebbe origine la <b>stirpe
dei Drăculești</b>, mentre da suo fratello <b>Dan I di Valacchia</b>,
voivoda dal 1383 e morto nel 1386 in battaglia contro i Bulgari, si
originò la <b>stirpe dei Dănești</b>. Questi due rami della casa reale erano
acerrimi rivali. Sia Dracula che suo padre, Vlad II Dracul, furono
assassinati dai rivali del clan Danesti una volta raggiunto il trono. Il secondo fatto importante della vita
politica della Valacchia del XV secolo era l’<b>influenza dei
potenti vicini</b>. Nel 1453 Costantinopoli e le ultime vestigia
dell’Impero Bizantino (o Impero Romano d’Oriente), che avevano
bloccato l’accesso all’Islam in Europa per quasi mille anni,
cedettero alle armate dei turchi ottomani sotto il Sultano Maometto
II il Conquistatore. Molto tempo prima della caduta della città
imperiale, <b>gli Ottomani erano penetrati in profondità nel
Balcani</b>. Il nonno di Dracula, Mircea il Vecchio, fu costretto a
rendere omaggio al sultano all’inizio del XV secolo. Il<b> Regno
ungherese </b>a nord e ad ovest della Valacchia raggiunse l’apice
della sua potenza nel corso del XV secolo e assunse il compito che
era stato dell’antica Costantinopoli, il come <b>difensore della
cristianità</b>. Nel corso del XIV e XV secolo i Principi di
Valacchia cercarono di mantenere una precaria indipendenza dal
continuo spostamento delle alleanze tra questi potenti vicini. C’è
stato un notevole dibattito tra gli studiosi sul <b>significato del
nome rumeno </b>di “<b>Draculea</b>”. Il nome è chiaramente
legato al soprannome di Vlad II: “Dracul”. La prima interpretazione del nome è la
meno accettata, e significa: “il figlio del diavolo”. In rumeno
“Drac” significa diavolo ed “ul” è l’articolo definitivo;
pertanto, “Dracul” significa “il diavolo”; se poi il nome
termina con “ulea”, che significa “figlio di”, la parola
“Draculea” significa “il figlio del diavolo”. La seconda
interpretazione del nome, quella più ampiamente accettata è che
Vlad II venne chiamato “Dracul” (il Drago) per la sua
appartenenza all’Ordine del Drago e suo secondo figlio, anche egli
chiamato Vlad, venne chiamato Vlad “Dracula”, cioè Vlad il
Figlio del Drago. Vlad Dracula è conosciuto anche come
Vlad l’Impalatore. Dopo la sua morte, al nome di Vlad venne
aggiunto quello di “Tepes” (in rumeno: Impalatore). Dracula venne
chiamato dai turchi anche “Seitanoglu”, cioè figlio del diavolo,
o “Kazikli Voyvoda”, cioè “Principe Impalatore”, dopo che
iniziò a punire i malfattori impalandoli. <b>Vlad II Dracul</b>, padre di Vlad
III Dracula diventa membro dell’<b>Ordine del Drago</b> (in latino:
<i>Societas Draconistrarum</i>), l’8 febbraio <b>1431</b>. L’Ordine
del Drago era un ordine cavalleresco molto esclusivo, riservato solo
ai monarchi o agli eredi al trono, che aveva un drago come simbolo,
creato nel 1387 dal re d’Ungheria Sigismondo di Lussemburgo
(successivamente diventato Imperatore del Sacro Romano Impero) con il
fine di proteggere gli interessi del Cattolicesimo e lottare contro i
Turchi. Il suo emblema era un drago ad ali spiegate, appeso su una
croce. Il mantello dell’Imperatore Sigismondo di Lussemburgo,
membro dell’Ordine del Drago, era legato al fronte con un collare
d’oro e un medaglione a forma di un drago. <b>Vlad III Dracula nacque</b> in
Transilvania nel 1431, a Sighisoara come secondogenito del Principe
di Valacchia Vlad II Dracul. A quel tempo il padre di Dracula viveva
in esilio in Transilvania. La casa dove è nato Dracula è ancora in
piedi, è situata in una zona prospera, circondata dalle case dei
Sassoni di Transilvania, quelle dei mercanti Magiari e dalle case
della nobiltà. Poco si sa sui primi anni della vita di
Dracula. E’ noto che egli aveva un fratello maggiore, Mircea, e un
fratello minore di nome Radu. Della sua primissima educazione se ne
occupò sua madre, una nobildonna della Transilvania. La sua vera
educazione iniziò nel 1436 in Valacchia, dopo che suo padre riuscì
conquistare il trono uccidendo il suo rivale Danesti. La sua
formazione era tipica di quei tempi per i figli della nobiltà di
tutta Europa. Il suo primo precettore fu un anziano Boiardo che aveva
combattuto sotto la bandiera di Enguerrand de Courcy nella battaglia
di Nicolopolis contro i Turchi. Dracula imparò tutte le abilità di
guerra e di pace che erano ritenute necessarie per un cavaliere
cristiano. Studiò anche il latino, il rumeno, il tedesco, la
geografia, la matematica, le scienze, l’arte classica e la
filosofia. Nel <b>1436</b> Vlad II Dracul uccise
il Principe Alexandru I Aldea e salì al trono della Valacchia. Al
momento di diventare Principe di Valacchia, Vlad II Dracul utilizzò
l’immagine del drago, non solo sul suo sigillo personale, ma anche
sulle monete coniate durante il suo regno. Questo è il motivo per
cui i suoi contemporanei lo chiamavano Vlad Dracul ovvero Vlad il
Dragone, mentre il resto della sua famiglia, così come i suoi
antenati erano chiamati Draculesti. La situazione politica in Valacchia era
instabile, il potere dei turchi era in rapida crescita e, uno ad uno,
i piccoli Stati dei Balcani si arrendevano al dominio Ottomano. Allo
stesso tempo il potere dell’<b>Ungheria</b> stava raggiungendo il
suo <b>apice</b> e avrebbe raggiunto il picco durante il periodo di
János<b> </b>(Giovanni)
Hunyadi, il Cavaliere Bianco d’Ungheria e di suo figlio, il Re
Matthias Corvinus. La <b>politica</b> di un Principe di
<b>Valacchia</b> era sempre in un <b>equilibrio precario tra queste
due</b> potenti vicini. Il Principe di Valacchia era ufficialmente
vassallo del re d’Ungheria. Inoltre, Vlad II Dracul, era membro
dell’Ordine del Drago ed aveva giurato di combattere gli infedeli.
Allo stesso tempo il potere degli Ottomani sembrava inarrestabile.
Anche al tempo del padre di Vlad, Mircea il Vecchio, la Valacchia era
stata costretta a pagare il tributo al Sultano. Vlad fu costretto a
rinnovare il tributo e, dal 1436 al 1442, ha tentato di trovare una
via di mezzo tra i suoi potenti vicini. Nel <b>1442</b> Vlad II Dracul tentò
di rimanere neutrale quando i turchi invasero la Transilvania. I
turchi furono sconfitti e Vlad II Dracul venne accusato dal Re
d’Ungheria Ulaszlo I di non aver saputo contenere l’attacco dei
Turchi. Vlad venne deposto e costretto a fuggire dalla Valacchia
insieme alla sua famiglia, mentre Ulaszlo I pose un Danesti, Basarab
II, sul trono di Valacchia. L’anno successivo Vlad II riconquistò
il trono della Valacchia con con il sostegno del Sultano Maometto II,
con la condizione di firmare un nuovo trattato con il Sultano che
comprendeva non solo il pagamento del solito tributo annuale, ma la
promessa di inviare annualmente un contingente di 500 ragazzi
valacchi perché si arruolassero nei giannizzeri Ottomani. Nel <b>1444</b>,
per garantire ulteriormente al Sultano la sua buona fede, Vlad II
inviò alla corte ottomana di Adrianopoli come <b>ostaggi</b> i suoi
due figli più giovani,<b> Vlad</b> (che diventerà Vlad III
l'impalatore) e Radu. Vlad rimase come ostaggio ad Adrianopoli fino
al 1448. In Turchia Vlad studiò logica, il Corano e la lingua turca,
che avrebbe parlato fluentemente negli anni a venire; imparò inoltre
a combattere e ad andare a cavallo.Vlad, era testardo e rude, e
spesso veniva frustato o rinchiuso nelle prigioni sotterranee, mentre
suo fratello minore Radu riuscì a guadagnarsi l’amicizia di
Bayezid, figlio del Sultano. Questi anni ebbero una grande influenza
sul carattere di Vlad e lo portarono ad odiare sia Radu che Bayezid.
Fu in in Turchia, che Vlad assistette per la prima volta alla pratica
dell’impalamento. Nel <b>1444</b> il re d’Ungheria,
Ladislao il Postumo, ruppe la pace con gli ottomani e lanciò la
<b>crociata di Varna</b>, sotto il comando di János Hunyadi, nel
tentativo di spingere i turchi fuori dall’Europa. János Hunyadi chiese a Vlad II Dracul
di mantenere il suo giuramento come membro dell’Ordine del Drago e
vassallo di Ungheria e di unirsi alla crociata contro i Turchi. Il
Papa dispensò Dracul dal suo giuramento verso i Turchi, ma il
politico furbo ancora tentò di seguire una via di mezzo. Per cercare di ridurre i rischi per i
propri figli tenuti in ostaggio, Vlad II Dracul fece partecipare alla
crociata solo il suo figlio maggiore, Mircea, sperando forse che il
sultano avrebbe risparmiato i suoi figli più giovani, se egli stesso
non avesse aderito alla crociata. La <b>crociata fu un fallimento</b> e
l’esercito cristiano fu completamente distrutto nella battaglia di
Varna il 10 Novembre 1444. János Hunyadi riuscì a fuggire dalla
battaglia in condizioni che aggiungono poca gloria alla reputazione
del cavaliere bianco. Molti, a quanto pare anche Mircea e suo padre,
accusarono János Hunyadi per la fuga. Da questo momento in poi János
Hunyadi fu aspramente ostile verso Vlad II Dracul e suo figlio
maggiore Mircea. Nel dicembre del <b>1447</b> i <b>Boiardi</b>
valacchi, per ingraziarsi János Hunyadi, nel frattempo divenuto
Reggente del Regno d’Ungheria, <b>tradirono</b> sia Vlad II Dracul
che il suo primogenito ed erede al trono Mircea, consegnandoli agli
uomini di János. Nel 1447 <b>Vlad II Dracul</b>, venne
<b>assassinato</b> insieme a suo figlio Mircea. Vlad Dracul venne
decapitato mentre suo figlio Mircea venne sepolto vivo dai Boiardi di
Tirgoviste (capitale della Valacchia). Sconfitto Vlad II Dracul,
Hunyadi pose un suo candidato, Basarab II, membro del clan Danesti,
sul trono di Valacchia. Nel <b>1448</b>, dopo aver ricevuto la
notizia della morte di Vlad II Dracul e di suo figlio Mircea, <b>i
Turchi</b> rilasciarono Dracula, ritenendolo il legittimo erede al
trono di Valacchia, e <b>gli fornirono un esercito</b> con il quale
riuscì a riconquistare il trono di Valacchia con il nome di <b>Vlad
III Dracula</b>. In questa occasione governò per soli
due mesi (ottobre e novembre), dopo di chè János Hunyadi costrinse
Dracula a cedere il trono e fuggire da suo cugino, il principe di
Moldavia Bogdan II, mentre János Hunyadi, ancora una volta rimise
Basarab II (il pretendente del clan Danesti) sul trono della
Valacchia. Dracula fu costretto all’esilio per
molti anni, prima di tornare in Valacchia per uccidere il Principe
Basarab II e reclamare il trono di Valacchia. Vlad fuggì in
Moldavia, dove visse sotto la protezione dello zio, Bogdan II. Nel
mese di ottobre <b>1451</b>, Bogdan fu assassinato. Le turbolenze
derivanti in Moldavia costrinsero Dracula a fuggire in Transilvania e
cercare la <b>protezione del nemico</b> della sua famiglia, János
Hunyadi. Colpito dalla vasta conoscenza di Vlad della mentalità e
meccanismi interni dell’impero ottomano, come pure dal suo odio per
il figlio del sultano, <b>János Hunyadi si riconciliò</b> con il
suo rivale e lo fece suo consigliere. Intanto il fantoccio di János Hunaydi
sul trono di Valacchia, Basarab II, aveva istituito una politica
favorevole ai Turchi, mentre János Hunyadi aveva bisogno in
Valacchia di un uomo più affidabile. Di conseguenza, János Hunyadi
accettò l’alleanza con il suo nemico (Vlad III Dracula)
ritenendolo l’adeguato candidato ungherese al trono della
Valacchia. Dracula divenne vassallo di János
Hunyadi e ricevette in cambio i ducati transilvani di Faragas e
Almas, già appartenuti a suo padre. Dracula rimase in Transilvania,
sotto la protezione di János Hunyadi, fino al <b>1456</b>, quando
ebbe l’occasione di riprendere la Valacchia da Basarab II. Nel 1453 il mondo cristiano era stato
sconvolto dalla caduta finale di Costantinopoli. Gli Ottomani, sotto
il Sultano Maometto II avevano preso Costantinopoli dopo un
prolungato assedio, mettendo fine alla presenza cristiana nel
Mediterraneo orientale. L’Impero Romano d’Oriente, che esisteva
fin dai tempi di Costantino il Grande e che per mille anni aveva
protetto il resto della cristianità dall’Islam, non c’era più. Nel 1456, tre anni dopo la conquistata
di Costantinopoli, gli ottomani minacciarono l’Ungheria con
l’assedio di Belgrado. <b>János Hunyadi </b>decise subito un’altra
campagna contro i Turchi ed invase la Rumelia ottomana ma, colpito
dalla peste diffusasi nel suo accampamento, <b>morì</b>. Nel frattempo Vlad Dracula, che era
riuscito ad assicurarsi il supporto del Re d’Ungheria Ladislao il
Postumo, invase la Valacchia, riuscì ad uccidere Basarab II, che
intanto si era allalleato con gli Ottomani e riprendere il trono
della Valacchia; purtroppo la morte di János Hunaydi rendeva la sua
permanenza quanto meno precaria. Per una volta almeno, Dracula si
sentiva costretto a tentare di placare i turchi, mentre consolidava
la sua posizione. Il secondo periodo di regno di Dracula
si estese <b>dal 1456 </b>al 1462.
La capitale della Valacchia era la città di Tirgoviste mentre il
castello di Dracula venne costruito ad una certa distanza tra le
montagne vicino al fiume Arges. Vlad trovò la Valacchia in uno stato
miserabile: la guerra continua aveva provocato il dilagare della
criminalità, la produzione agricola era ridotta ed il commercio era
scomparso. Occorreva ristabilire l’ordine, la prosperità ed una
economia stabile, indispensabile per resistere ai nemici esterni.
Quando arrivò al potere, Vlad III Dracula sapeva che la causa
principale delle condizioni miserabili della Valacchia era dovuta
all’oziosità dei Boiardi e sapeva anche che questi avevano
congiurato per ottenere la morte di suo padre e di suo fratello
maggiore. La maggior parte delle più
<b>raccapriccianti atrocità</b> associate con il nome di Dracula si
svolsero in questi anni. A Vlad occorse quasi un decennio<b> per
vendicarsi dei Boiardi</b>; completò l’operazione una Domenica di
Pasqua intorno al <b>1457</b>, quando i Boiardi più anziani e le
loro famiglie furono impalati. Da quel momento venne chiamato da
tutti “Vlad l’Impalatore”. Vlad intendeva stabilire il suo potere
su una base moderna e assolutamente sicura. Diede degli incarichi,
all'interno del suo consiglio, tradizionalmente di competenza dei
boiardi più anziani, a persone di origini oscure, che sarebbero
state fedeli a solo lui. Per gli incarichi minori, Vlad l’Impalatore
sostituì i boiardi con cavalieri, contadini liberi ed alcuni
stranieri. Dal momento che i <b>Boiardi</b> della Valacchia erano
<b>legati ai Sassoni</b> di Transilvania, nel <b>1459</b> Vlad agì
anche contro di loro, eliminando i loro privilegi commerciali,
razziando e incendiando le città di Sibiu, Brasov e Kronstadt ed
impalando i loro abitanti sulle colline circostanti. La lotta contro
i Sassoni era motivata sia dalla necessità di proteggere il
commercio della Valacchia e per il loro supporto ad altri pretendenti
al trono della Valacchia. Dracula doveva stare <b>costantemente
in guardia</b> contro i seguaci del <b>clan Danesti</b>. Diversi
membri di questo clan morirono per mano di Dracula, come Vladislav
II, ucciso poco dopo che Dracula era salito al potere nel 1456. E’ molto probabile che le sue
incursioni in Transilvania fossero volte a catturare altri potenziali
pretendenti al trono. Diversi membri della famiglia Danesti morirono
per mano di Vlad l’Impalatore, tra cui un principe Dan III,
sospettato di aver preso parte all’assassinio di suo fratello
Mircea. Vlad l’Impalatore lo condannò a morte e lo costrinse a a
scavarsi una fossa e leggere il suo necrologio in ginocchio, prima di
gettarvisi dentro. Vlad l’Impalatore poi ordinò che migliaia di
cittadini del principe, che avevano dato riparo al suo rivale,
venissero impalati. Fu durante questo periodo che Dracula
svolse le sue più famose prodezze militari contro i turchi. Nel <b>1459</b>
la Valacchia controllava la sponda nord del Danubio mentre il sultano
Maometto II voleva il controllo del fiume, visto che attraverso il
fiume, dal Sacro Romano Impero, potevano essere lanciati gli attacchi
navali contro il suo impero. Il 26 settembre 1459,
Papa Pio II chiese una <b>nuova crociata</b> contro gli ottomani e il
14 gennaio <b>1460</b>, al congresso di Mantova, il Papa proclamò
ufficialmente una crociata della durata di tre anni. Tuttavia l’unico
leader europeo che mostrò entusiasmo per la crociata fu Vlad
l’Impalatore, che il Papa teneva in grande considerazione. Nello stesso anno Maometto II inviò da
Vlad i suoi ambasciatori, perché ritardava a pagare il tributo di
10.000 ducati e 500 giovani ragazzi da mandare in Turchia. Vlad si
rifiutò di pagare i tributi ai turchi e, per provocare il sultano
fece inchiodare il copricapo alla testa degli ambasciatori che si
erano rifiutati per motivi religiosi di scoprirsi in sua presenza,
iniziando una <b>crociata personale</b> con il supporto del Re
d’Ungheria Hunyadi Matyas Corvinus (<b>Mattia Corvino</b>, figlio
di János Hunaydi). Nel frattempo, il Sultano ricevette un
rapporto dalle sue spie che lo informava dell’alleanza di Vlad
l’Impalatore con il Re d’Ungheria Hunyadi Matyas. Il sultano
sapeva di non poter fermare l’alleanza, così tentò di rapire Vlad
l’Impalatore con un pretesto. Egli inviò il bey di Nicopoli, Hamza
Pasha, per mettere in scena un incontro diplomatico con Vlad
l’Impalatore a Giurgiu, ma con l’ordine di fargli un’imboscata
e, successivamente, portarlo a Costantinopoli: “non importa come:
con trucchi, sotto giuramento, o qualsiasi altra specie di trappola”. Vlad l’Impalatore venne avvisato
dell’agguato ed organizzò un altro agguato a suo vantaggio. Hamza
Pasha portò con sé 1.000 cavalieri e quando attraversò il
passaggio di Giurgiu, Vlad l’Impalatore lanciò un attacco a
sorpresa. I valacchi circondarono i turchi e, con i loro fucilieri,
spararono sulla spedizione fino a che quasi tutti vennero uccisi. I
piani turchi erano stati sventati e quelli che erano stati catturati,
vennero impalati; ad Hamza Pasha toccò il palo più alto, visto il
suo alto rango. Nell’inverno <b>tra</b> il <b>1461</b> ed il <b>1462</b>,
Vlad sferrò un attacco a sorpresa a sud del Danubio, si mascherò
come un turco, catturò una fortezza e la distrusse. Vennero uccisi
oltre 24.000 turchi, impalati e impiccati a comporre una terrificante
foresta di cadaveri. In una lettera a Hunyadi Matyas, datata 2
febbraio, scrisse: “Abbiamo ucciso uomini e donne, vecchi e giovani
... 23.884 turchi e bulgari senza contare quelli che abbiamo bruciato
vivi nelle loro case o le cui teste non sono state conteggiate dai
nostri soldati ...”. I cristiani vennero risparmiati e molti di
loro furono trasferiti in Valacchia. Vlad aveva sposato una nobildonna della
Transilvania, dalla quale ebbe almeno un figlio, Mihnea cel Rau, che
più tardi sarebbe stato principe di Valacchia (1508-1510). La prima
moglie di Vlad l’Impalatore morì durante l’assedio del Castello
Poienari, che era stato circondato dall’esercito ottomano guidato
da Radu, fratello di Vlad. Un arciere, dopo aver visto dietro una
finestra l’ombra della moglie di Vlad l’Impalatore, tirò una
freccia con un messaggio in cui avvisava Vlad l’Impalatore che
l’esercito di Radu si stava avvicinando. L’arciere turco era una
spia di Vlad l’Impalatore che si era convertito all’Islam per
sfuggire alla schiavitù. Dopo aver letto il messaggio, la moglie
di Vlad l’Impalatore, si gettò dalla torre in un affluente del
fiume Arges che scorreva sotto il castello. Secondo la leggenda, si
dice che lei: “avrebbe preferito che il suo corpo marcisse e fosse
mangiato dai pesci dell’Arges, piuttosto che essere condotto in una
prigione turca”. Oggi, l’affluente si chiama Raul Doamnei (il
“fiume della Madonna”, in memoria della principessa suicida). Nell’aprile del <b>1462</b>, il
sultano Maometto II organizzò un esercito di circa 60.000 uomini e
30.000 irregolari, sferrò una controffensiva e, attraversando il
Danubio, si diresse verso Targoviste. Maometto II venne salutato da
una foresta di pali sui quali Vlad l’Impalatore aveva impalato
l’esercito ottomano precedente. Vlad l’Impalatore non fu in grado
di fermare <b>gli ottomani</b> che <b>occuparono</b> la capitale
<b>Târgoviste</b> il 4 giugno 1462. Successivamente, fece ricorso
alla guerriglia, con piccoli attacchi e imboscate. Il più famoso di
questi attacchi avvenne durante la notte tra il 16 ed il 17 giugno,
quando l’armata di Vlad l’Impalatore attaccò, provocando il
panico nel campo principale turco, e dove lo stesso Vlad l’Impalatore
tentò di assassinare Maometto, anche se il tentativo di assassinio
fallì. L’attacco di Vlad l’Impalatore fu celebrato tra le città
Sassoni della Transilvania, da Genova e da Venezia ed anche dal Papa.
Un inviato da Venezia, dopo aver appreso la notizia presso la corte
di Hunyadi Matyas, espresse grande gioia e disse che tutta la
cristianità doveva celebrare la vittoriosa campagna di Vlad
l’Impalatore. Anche i Genovesi, da Caffa,
ringraziarono Vlad l’Impalatore, perchè la sua campagna li aveva
salvati da un attacco di circa 300 navi che il sultano aveva pensato
di spedire contro di loro. Molti turchi ora temevano Vlad
l’Impalatore e lasciarono la parte europea del loro impero per
trasferirsi in Anatolia. Non essendo in grado di sottomettere
Vlad l’Impalatore e demoralizzati alla vista dei loro compagni
impalati, gli Ottomani abbandonarono la Valacchia e lasciarono il
fratello di Vlad l’Impalatore, Radu, come responsabile della guerra
a Vlad. Durante il 1462, Radu costrinse Dracula a fuggire in
Transilvania per cercare l’aiuto del re d’Ungheria Matthias
Corvinus e si conquistò la fiducia della nobiltà (i boiardi) che
era stata allontanata da Vlad. Nel mese di agosto dello stesso anno
concluse poi un accordo con <b>Hunyadi Matyas</b> <b>Corvinus</b>
che, in una torre nei pressi di Buda ,<b> imprigionò Vlad
l’Impalatore</b> e lasciò a Radu il trono della Valacchia. La
durata esatta della prigionia di Vlad l’Impalatore è dubbia, anche
se si presume che sia durata dal 1462 fino al 1474. Per la maggior parte del periodo di
carcerazione di Dracula, suo fratello <b>Radu il Bello governò la
Valacchia come vassallo del sultano ottomano</b>. Quando Radu morì
(ca. 1474-1475), il Sultano nominò come Principe di Valacchia
Basarab il Vecchio, un membro del clan Danesti. Durante la sua prigionia, <b>Dracula</b>
rinunciò alla <b>fede</b> ortodossa e adottò quella <b>cattolica</b>.
La politica apertamente a favore degli Ottomani del nuovo voivoda di
Transilvania, Radu e del suo successore Basarab il Vecchio, fu un
fattore importantissimo nella riabilitazione di Dracula. Anche se i racconti russi indicano che
Vlad sia stato imprigionato dal 1462 fino al 1474, pare che il
periodo di effettiva prigionia di Dracula sia stato di circa quattro
anni, dal 1462 fino al 1466. Vlad venne liberato, ma restò a Buda
sino al 1474 e riuscì a tornare, poco a poco, nelle grazie del
sovrano ungherese, tanto che sposò Ilona Szilágyi, una cugina del
Re e negli anni precedenti al suo rilascio, visse con lei in una casa
nella capitale ungherese. Intorno al 1465, Ilona gli diede due
figli: il maggiore, Vlad IV Dracula, che trascorse la maggior parte
del suo tempo al seguito del Re Matthias Corvinus, mentre il più
giovane, il cui nome è sconosciuto, fu vescovo di Oradea in
Transilvania fino al 1482, quando si ammalò, per poi ritornare a
Buda, dove morì. Negli anni trascorsi tra la sua liberazione ed il
1474, quando iniziò i preparativi per la riconquista della
Valacchia, Dracula risiedeva con la sua nuova moglie in una casa
nella capitale ungherese. Un aneddoto di quel periodo racconta di
come un capitano ungherese inseguì un ladro sin dentro la casa di
Dracula. Dracula, quando scoprì gli intrusi, uccise l’ufficiale
ungherese, piuttosto che il ladro. Interrogato sul suo operato dal
Re, Dracula rispose che: “un gentiluomo non entra alla presenza di
un grande sovrano senza essere annunciato”, il capitano non aveva
seguito il corretto protocollo e quindi dovette subire l’ira del
Principe. Nel <b>1474</b>, grazie anche
all’influenza di suo cugino voivoda di Moldavia, Stefano il Grande,
<b>Vlad l’Impalatore</b> venne <b>riabilitato</b> e rilasciato.
Dopo il suo rilascio, Vlad l’Impalatore iniziò i preparativi per
la <b>riconquista della Valacchia</b> e nel <b>1476</b>, con il
sostegno ungherese, invase il paese. La sua piccola forza consisteva
in pochi valacchi fedeli, un contingente di moldavi inviato dal
cugino Stefano il Grande di Moldavia, un contingente di Transilvani
sotto il loro voivoda Stefano Bathory e pochi boiardi valacchi
insoddisfatti. Il fratello di Dracula, Radu, era morto
un paio di anni prima ed era stato sostituito sul trono della
Valacchia da un altro candidato turco, Basarab il Vecchio (o Laiotă),
un membro del clan Danesti. All’avvicinarsi dell’esercito di
Dracula, Basarab il Vecchio e la sua corte fuggirono, alcuni verso la
protezione dei Turchi, altri al riparo delle montagne. Nel novembre
del 1476 Dracula aveva <b>riconquistato il trono della Valacchia</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Da <a href="https://en.m.wikipedia.org/wiki/Stephen_V_B%C3%A1thory" target="_blank">https://en.m.wikipedia.org/wiki/Stephen_V_B%C3%A1thory</a>: <b>Ştefan V Báthory</b> di Ecsed (in
ungherese Báthory István, in rumeno Ştefan Báthory, 1430-1493) è
stato un comandante ungherese , '<i>dapiferorum regalium magister</i>'
(dal 1458-?), Giudice reale (1471-1493) e voivode della Transilvania
(1479-1493). Salì al potere sotto il re Mattia Corvino d'Ungheria e
dopo la morte del re si schierò con Vladislav Jagiellon di Boemia e
più tardi, insieme a Pál Kinizsi, sconfisse il principe Giovanni
Corvino nella battaglia di Csonthegy (nel 1493). A causa della sua
crudeltà in Transilvania, specialmente contro i Székelys (secleri o siculi di probabile origine turcica), fu deposto dal re nel 1493 e morì poco dopo. La famiglia
Báthory era una potente e influente famiglia nobile ungherese dal
XIV al XVII secolo. I due rami della famiglia produssero molti
voivodi, principi transilvani e un re, (Stefan Batory della Polonia).
Stephen Báthory apparteneva alla potente famiglia di Gutkeled, del
ramo di Ecsed. Il nome Báthory e lo stemma di famiglia erano stati concessi nel 1325. Nel <b>1476</b>, il re ungherese
Mattia Corvino decise di sostenere Vlad III Dracula nel reclamare il
suo trono valacco da Basarab Laiotă (o il vecchio). Quindi nominò
Stephen Báthory supremo comandante di un esercito di 8.000 fanti e
13.000 cavalieri, ma poiché Báthory era piuttosto inesperto in
comando militare, la vera guida era condivisa da Dracula e dal
despota serbo Vuk Brancovic. In precedenza, Dracula e Báthory
avevano condotto una guerra in Bosnia, dove Báthory era stato
inviato da Corvinus per liberare un certo re bosniaco il cui nome era
Matthias. La nuova campagna avrebbe coinvolto anche truppe ungheresi,
moldave e valacche, con l'assistenza di un piccolo contingente serbo.
Dracula scrisse a suo cugino, principe Stefano III di Moldavia, di
aspettarlo in modo che i due potessero unire i loro eserciti, ma
l'unione fallì a causa di sommovimenti delle truppe ungheresi e fu
una sconfitta per Stefano nella battaglia di Valea Albă del 26
luglio 1476. Finalmente il 18 agosto i due eserciti si unirono e
Stefano riuscì a sbarazzarsi dei turchi in Moldavia. Dopo una
consultazione che ebbe luogo nella città di Braşov , Dracula,
Báthory e Brancovic invasero la Valachia dal sud della Transilvania
con un esercito di 35.000, mentre Stefano di Moldavia li aiutava
attaccando la Valacchia orientale con 15.000 uomini. L'offensiva di
Dracula iniziò ai primi di novembre del <b>1476</b> e sconfisse i
18.000 degli eserciti di Basarab Laiotă a Rucăr, al confine tra
Valacchia e Transilvania. Gli eserciti ebbero perdite per circa
10.000 uomini. L'8 novembre Dracula occupò la
capitale valacca Târgovişte, dove incontrò Stephen V Báthory. I
due si giurarono fedeltà eterna l'uno all'altro e si impegnarono
anche a perseguire una <b>grande crociata contro i turchi</b>. L'11
novembre, Stephen Báthory riferì ai funzionari della città di
Sibiu che la maggior parte della Valacchia era nelle mani di Dracula
e aggiunse che "tutti i boiardi a parte due sono con noi" e
"anche questi ultimi si uniranno presto a noi". Il 16
novembre Bucarest fu espugnata dall'esercito di Stephen Báthory e il
26 novembre Dracula fu ristabilito come <b>voivoda di Valacchia</b>
per la <b>terza volta</b>. Dopo l'abbandono della Valacchia da parte
di Stefano il Grande di Moldavia e Stephen Báthory, Basarab Laiotă
sarebbe tornato in Valacchia con un esercito per reclamare il suo
trono. A dicembre, Basarab Laiota e Dracula si scontrarono in
battaglia e <b>Vlad III Dracula</b>, disponendo solo di un piccolo esercito,
fu <b>ucciso in battaglia</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Da <a href="http://www.germanici.altervista.org/sassoni/23.html" target="_blank">http://www.germanici.altervista.org/sassoni/23.html</a>: Dopo il ritorno di Dracula sul trono nel <b>novembre del 1476</b>,
Stephen Bathory se ne tornò in Transilvania portando con sé la
maggior parte del suo esercito, lasciando così indebolita la potenza
militare di Dracula, che ebbe poco tempo e risorse fronteggiare il
grande esercito turco che entrava in Valacchia determinato a far
tornare Basarab il Vecchio sul trono valacco. La crudeltà di Dracula nel corso degli
anni avevano convinto i boiardi che avrebbero avuto una maggiore
probabilità di sopravvivere sotto il voivoda Basarab. A quanto pare,
anche i contadini, stanchi dell’Impalatore, lo abbandonarono al suo
destino. Dracula fu costretto a marciare per incontrare i turchi con
le piccole forze a sua disposizione, un po’ meno di quattro mila
uomini.<b> Dracula</b> fu <b>ucciso</b> in circostanze
misteriose durante una battaglia contro i turchi nei pressi della
città di Bucarest, nel <b>dicembre del 1476</b>. Alcuni rapporti dicono che
sia stato <b>assassinato</b> dagli sleali boiardi valacchi proprio
mentre stava per spazzare via i turchi dal campo. Altri raccontano
che Dracula cadde in battaglia, circondato dai corpi delle sue fedeli
guardie del corpo moldave (le truppe del principe Stefano il Grande
di Moldavia rimaste con Dracula, dopo che Stephen Bathory era tornato
in Transilvania. Ancora altri rapporti sostengono che Dracula, al
momento della vittoria, fu accidentalmente colpito da uno dei suoi
uomini. Il corpo di Dracula venne decapitato
dai turchi e la testa fu inviata a Costantinopoli, dove venne
mostrata al sultano sulla punta di un palo, come prova che
l’impalatore era finalmente morto. Non si sa con esattezza dove siano
conservati i suoi resti. Una ipotesi è che il corpo di Vlad
l’Impalatore possa essere situato presso il Monastero Comana.
Un’altra ipotesi è che Vlad l’Impalatore sia sepolto di fronte
all’altare del Monastero di Snagov, su di un’isola vicino
Bucarest dove, nel 1935, venne esumato un corpo riccamente vestito,
ma decapitato.</div>
</div>
<div>
<br /></div>
<b>Nel 1.450 </b>- Il sultano ottomano <b>Murad II </b>avanza in Albania ed assedia invano la roccaforte di <b>Krujë</b>, sia per farla piattaforma del <b>piano di occupazione dell'Italia</b>, sia per piegarne il leader della resistenza nazionale <b>Gjergj Kastrioti Skënderbeu</b>, che aveva rapito da bambino, che aveva amato, che aveva allevato nella sua Corte e del quale aveva vissuto come un tradimento la recuperata identità nazionale. Consapevole dell'incombente pericolo per il suo regno, l'imperatore romano-orientale (bizantino) <b>Costantino XI si appella alle altre potenze cristiane</b> per un aiuto e il Papa pretenderà, come contropartita, la riunificazione della Chiesa d'Oriente a quella d'Occidente, ottenendola il 12 dicembre del 1450, contro il parere della popolazione bizantina.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX1a4NSb4LVH00lP7Vg1ulUKuMgy35l4WSCG83RfcKKWfaBEyisbQF4fhXvCvY8cJB6kEAidduXZQra1WCQKV9Fqd3h7ZmVQhOdAk7qoHzteqYzPhYcM_sR3fMGyMwO9UbxSqigj0jK18S/s1600/Spagna+CastillaLeon_1360.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="614" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX1a4NSb4LVH00lP7Vg1ulUKuMgy35l4WSCG83RfcKKWfaBEyisbQF4fhXvCvY8cJB6kEAidduXZQra1WCQKV9Fqd3h7ZmVQhOdAk7qoHzteqYzPhYcM_sR3fMGyMwO9UbxSqigj0jK18S/s200/Spagna+CastillaLeon_1360.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I regni nella penisola iberica nel 1450,<br />
da: <a href="http://www.lacooltura.com/wp-content/uploads/2017/10/CastillaLeon_1360.png" target="_blank">http://www.lacooltura.com/wp-<br />content/uploads/2017/10/<br />CastillaLeon_1360.png</a></td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Alla metà
del XV secolo, la<b> penisola iberica</b> era divisa fra il <b>sultanato</b>
di Granada in Andalusia e <b>vari regni cristiani</b>, Portogallo, Castiglia e Leon, Navarra e Aragona, che avevano
fatto della Reconquista e della cacciata dei mori la loro ragione di
vita. Nel corso del medioevo la spinta verso il sud islamico era
diventata una vera e propria migrazione armata verso la costa
meridionale, guidata dalle armate dei regni di Portogallo, Castiglia
e Aragona. Il Portogallo e l’Aragona terminarono la reconquista di
propria competenza raggiungendo rispettivamente la costa atlantica il
Portogallo e quella del mediterraneo l’Aragona. Poi, mentre il
Portogallo volgeva le proprie energie all’esplorazione delle coste
africane, l’<b>Aragona </b>iniziava a creare un impero mercantile
sulle coste del mediterraneo occidentale. In <b>Catalogna</b>, la
parte più ricca del regno aragonese, i mercanti di Barcellona
divennero talmente potenti da riuscire a imporre al sovrano una sorta
di sistema costituzionale che imponeva alla monarchia di coinvolgere
le assemblee catalane nella formazione delle leggi. Questo sistema
fece la fortuna del regno d’Aragona e della regione Catalana,
unendo libertà e prosperità. In maniera totalmente differente si
era evoluta la <b>Castiglia</b>, dove il continuo sforzo militare
contro gli arabi di Spagna aveva forgiato una società incentrata su
un’economia di pastorizia e su una potente aristocrazia guerriera
(poco incline al commercio e all’esaltazione del lavoro manuale),
scarsamente disponibile a obbedire al sovrano. I tre regni
alternavano alla gestione dei propri affari fuori dall’Hiberia a
innumerevoli conflitti fra loro e nonostante che dal 1412 il regno
di Castiglia e quello d’Aragona condividessero la medesima dinastia
regnante, quella dei <b>Trastamara</b>,<b> non sembrava probabile</b>
che <b>la penisola riuscisse a riunirsi</b> sotto un unico sovrano,
né che i popoli ispanici mettessero da parte le rispettive
antipatie. Con la prosperità giunse anche l’ambizione e i Re
d’<b>Aragona</b> iniziarono a espandersi in Italia, prendendo
possesso via via della <b>Sicilia</b>, della <b>Sardegna</b> e del
<b>Regno di Napoli</b>. Questo, unitamente alla lunga decadenza
economica che colpì l’area di Barcellona in seguito alla peste
nera, diversificò sempre di più le esigenze del ceto mercantile,
bisognoso di sostegno e di pace, da quelle del re d’Aragona, sempre
più bisognoso di denaro e di incassare tasse per la propria politica
militare ed espansionistica in Italia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.451</b> - Il 3 febbraio <b>si spegne </b>a Edirne (Adrianopoli, capitale ottomana dell’epoca)<b> Murad II</b>, senza essersi rivalso sul rivale albanese Gjergj Kastrioti Skënderbeu e suo figlio Mehmet diventa il nuovo sultano come <b>Mehmet II</b>. Mehmet II il Conquistatore, Fatih Sultan Mehmet, Bujuk, ovvero il Grande, figlio di Murad II e della cristiana Mara, nato ad Adrianopoli il 29 marzo del 1432 e morto a Scutari il 3 maggio del 1481 è stato il settimo Sultano dell'Impero ottomano e fu chiamato anche Humkar: l'assetato di sangue. Per garantirsi la sicurezza ed il controllo del Regno e prevenire eventuali pretese successorie, così come facevano gli imperatori romano-orientali (bizantini), appena insediato <b>elimina tutti i fratelli e fratellastri</b>, a partire dal neonato Ahmed. Poi avvia i suoi travolgenti successi militari sfondando le resistenze del beilicato turco di Karaman (sorto nel 1250 nel centro-sud della penisola anatolica) e impadronendosi di fortezze in Tracia, mentre programma l'assalto all'Impero d'Oriente.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiw4C_IPmWeP9asEyS_CubGiapW5I5zsGSNkamiH744sObMGj3vnxxLgTODoq_v_angKqKN0Q4UUINV1coP-mpTXWDHJulTRHJEYd6DRV7ZW0jEvWr4RUK0lbJzl63a18-b8hUkkMhQP7OP/s1600/Stretti+Bosforo+e+Dardanelli+con+Costantinopoli.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="580" data-original-width="1027" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiw4C_IPmWeP9asEyS_CubGiapW5I5zsGSNkamiH744sObMGj3vnxxLgTODoq_v_angKqKN0Q4UUINV1coP-mpTXWDHJulTRHJEYd6DRV7ZW0jEvWr4RUK0lbJzl63a18-b8hUkkMhQP7OP/s320/Stretti+Bosforo+e+Dardanelli+con+Costantinopoli.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Stretti di Bosforo (con Costantinopoli)
e Dardanelli, da:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/ae/Sea_of_Marmara_map--01.png" target="_blank">https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/ae</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/ae/Sea_of_Marmara_map--01.png" target="_blank">/Sea_of_Marmara_map--01.png</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Dal 1.452</b> - Fino ad allora, negli attacchi a Costantinopoli che avevano compiuto, gli ottomani erano stati capaci di impedire eventuali aiuti europei per via terrestre, attraverso i Balcani, mentre attraverso le vie marittime, gli Occidentali si erano sempre trovati in posizione di preminenza. Mehmet II predisporrà così la costruzione di una fortificazione sulla riva europea del Bosforo (la <i>Rumeli Hisari</i>), nel punto in cui il canale presenta una larghezza di 700 metri, di fronte ad un piccolo forte costruito dal suo antenato Beyazid I nel 1396, che dominava il Bosforo, attraverso il quale potevano arrivare rinforzi dai vicini possedimenti genovesi e veneziani nel Mar Nero, mentre lasciava per contro i Dardanelli aperti sul Mediterraneo (i forti di questo lato saranno costruiti solamente dopo il 1460). Il Sultano infatti prevedeva una lentezza nei preparativi di un'intervento dal mediterraneo di Genova e Venezia, tenendo conto dei problemi tecnici insiti nell'impresa: una flotta non diventa operativa prima di qualche settimana, vista la pesantezza dei meccanismi di decisione di quegli stati repubblicani ed i loro mutui dissensi, tutti fattori che rendevano credibile un ritardo nell’intervento occidentale, quando l’unica strategia vincente sarebbe stata invece quella di un'azione potente e rapida. Il <b>controllo degli stretti</b> comunque, non dipendeva tanto dai forti, ma dalla <b>portata dei cannoni</b> che vi si piazzavano e il sultano predisponeva quindi anche un piano in tal senso. Quindi, dopo aver rinnovato il trattato di pace con Venezia, il Sultano dà inizio, il 26 marzo 1452, alla costruzione della fortezza sul Bosforo, terminata nell’agosto seguente, mentre occorrerà tutto l’inverno seguente per preparare<b> le bombarde</b>, i più grandi cannoni allora esistenti al mondo, in grado di abbattere sia le mura della città che le navi nemiche negli stretti. A tal fine viene ingaggiato il geniale costruttore di campane ungherese Maestro Urbano, sassone di Transilvania, per fabbricare ad Adrianopoli (Edirne, capitale ottomana dell’epoca), pezzi capaci di lanciare<b> proiettili da 400 chilogrammi</b>, anche se le notevoli dimensioni, i lunghi tempi di ricarica e i tempi di raffreddamento, per non rischiare cedimenti del metallo, ne limitavano l'uso, per cui potevano sparare sui 5 colpi al giorno ognuna. Nel vittorioso assedio di Costantinopoli di Mehmet II Fatih del 1453, furono l'impiegate <b>68 grandi bombarde</b> (<i>topa tutmak</i> in turco), grazie alle grandi capacità di fonditore dell'ungherese di origine sassone Mastro Urban, che tuttavia sembra sia <b>morto nell'esplosione di una bombarda </b>di eccezionale grandezza (calibro 889 mm, lunga 8 metri e del peso di 48 tonnellate).<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/--VE3EN84tY0/TnCYhYG08yI/AAAAAAAAAqQ/tN8Ze63lUK4/s1600/occ+fra+1477.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/--VE3EN84tY0/TnCYhYG08yI/AAAAAAAAAqQ/tN8Ze63lUK4/s200/occ+fra+1477.jpg" width="185" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della Francia nel 1477.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.453</b> -<b> </b>Si <b>conclude la guerra dei Cent'anni </b>(1337-1453): gli <b>inglesi perdono</b> ogni dominio in Francia. La straordinaria importanza della guerra dei cent'anni, per quanto attiene la storia dell'Europa nel suo complesso, è evidenziata dal fatto che la sua fine (1453, anno che vede anche la caduta di Costantinopoli) è una delle date convenzionalmente poste dalla storiografia moderna a <b>conclusione del Medioevo europeo</b>.<br />
Comunque, la guerra dei Cent’anni non è stata soltanto una guerra tra la Francia e l’Inghilterra, ma <b>anche una lunga lotta di resistenza degli Occitani occidentali</b> contro l’annessionismo Francese. E’ un esercito Guascone, e non Inglese, quello che, dopo tante vittorie, viene distrutto dai Francesi a Castillon, nel 1.453.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQLfOe3TJt_zyot9Tus8ErGaPze4l4PlURkWtXqV2yuxsVwJmE014IG_vTA3pysgewONsGbZRrqUU8WUsDYcZt0G9Xy3RLMX4TfqdvxKpZlZJIFYiJZFQNftzRcGwVJkBVlvirXBMds65U/s1600/Costantinopoli.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="702" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQLfOe3TJt_zyot9Tus8ErGaPze4l4PlURkWtXqV2yuxsVwJmE014IG_vTA3pysgewONsGbZRrqUU8WUsDYcZt0G9Xy3RLMX4TfqdvxKpZlZJIFYiJZFQNftzRcGwVJkBVlvirXBMds65U/s200/Costantinopoli.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
L'antica Costantinopoli.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.453</b> - Il figlio di Murād II, <b>Mehmet II</b>, detto poi Fātiḥ (conquistatore), dopo aver riorganizzato lo Stato e l'esercito ottomani, dimostra la sua abilità bellica <b>conquistando</b>, a 21 anni, <b>Costantinopoli</b>, il 29 maggio 1453, decretando il <b>crollo definitivo dell'Impero romano d'Oriente </b>(impero bizantino). La conquista ottomana di Costantinopoli del 1453 si sostituiva all'impero Bizantino rinforzando la posizione del vecchio Impero, ritornato ora grande come prima, come <b>principale potenza dell'Europa sudorientale e del Mediterraneo orientale</b>. Mehmet II, (Maometto II) permise alla Chiesa ortodossa di mantenere la sua autonomia e le sue terre in cambio dell'accettazione dell'autorità ottomana. A causa delle cattive relazioni esistenti tra l'Impero bizantino degli ultimi periodi e gli Stati dell'Europa occidentale, l<b>a maggioranza della popolazione ortodossa accettò il dominio ottomano, preferendolo a quello veneziano</b>. Costantinopoli, la Seconda Roma divenne capitale del nuovo Impero col nome di<b> Istambul</b>, deformazione turca del greco <i><b>Isten polis</b></i>, "la città". La caduta di Costantinopoli, evento di portata epocale, spianò ai Turchi la via dei Balcani e segnerà l'<b>inizio del declino delle Repubbliche Marinare</b>. Dopo la epocale battaglia di Varna del 1444 e la caduta di Costantinopoli del 1453, l'Europa rinuncerà a misurarsi con la potenza ottomana fino al Rinascimento.<br />
<br />
<b>-</b> Il 2 aprile 1.453 inizia l'<b>assedio di Costantinopoli </b>e il 5 aprile Mehmet II invia un ultimatum al Basileus Costantino XI: avrebbe risparmiato la vita a lui ed alla sua gente e non ci sarebbero stati saccheggi, se si fosse arreso, diversamente, si sarebbe combattuto fino alla fine dell'uno o dell'altro. Costantino XI replica con parole fiere e dignitose: “...darti la città non è decisione né mia né di alcuno dei suoi abitanti. Abbiamo infatti deciso di nostra spontanea volontà di combattere e non risparmieremo la vita...” Contestualmente Mehmet prova a corrompere, ma invano, Giovanni Giustiniani, per il quale nutriva sincera ammirazione. In seguito, informato della morte del coraggioso e leale combattente, ne volle la celebrazione dei funerali a Costantinopoli ove ne esaltò le doti affermando che, da solo, egli valeva più dell'intera Marina bizantina. Il 6 aprile Mehmet II attacca la città, sia da terra che dal mare, con un esercito di 800.000 uomini mentre i difensori erano circa 7.000 uomini. Nel porto della città erano all'ancora 26 navi da guerra bizantine mentre la flotta ottomana ne contava 200. Al disperato <b>grido di aiuto</b> della gloriosa <b>Costantinopoli </b>risposero solo una squadra di <b>catalani</b>, <b>napoletani</b> (tra i quali perse la vita, sotto le mura della città di Costantinopoli, il duca di Venosa Gabriele del Balzo Orsini), <b>veneziani</b> e 700 <b>genovesi</b> guidati dal nobile condottiero e capitano genovese Giovanni Giustiniani, accolti con esultanza ed applausi, giunti con una spedizione finanziata dallo stesso Giustiniani, amico personale dell'imperatore, provenienti in 400 dall'avamposto della Superba sull'isola di Chios e in 300 dal porto di Genova. Il <b>Giustiniani</b> (nonostante la giovane età era già stato governatore di molte città-colonie genovesi), che annoverava vari successi in battaglie nell'Egeo e nel mar Nero e da assedi in inferiorità numerica, fu posto da Costantino <b>al comando delle forze della città</b>. Mehmet II progettava di attaccare le mura di Teodosio, che proteggevano il lato della città non bagnato dall'acqua. Procedendo dall'esterno verso la città si trovava dapprima un fossato largo 18 metri e profondo 7, seguito da un parapetto. Poi, intervallato da un ampio terreno, si incontrava un muro, detto Muro Esterno. Era alto 7 metri e spesso circa 3, e vi si trovavano numerose torri. Ancora uno spazio, e si arrivava al Muro Interno, alto 12 metri e spesso un po' meno di 5 metri, munito di torri alte 16-18 metri. Il sultano disponeva delle bombarde, i più grandi cannoni esistenti al mondo a quel tempo, progettati per lui da Maestro Urban, un geniale costruttore di campane di origine ungherese, e con essi tentò di aprire una breccia nelle mura, ma non ci riuscì poiché le mura erano troppo spesse e inoltre<b> le bombarde potevano sparare pochi proiettili al giorno</b> (le notevoli dimensioni e i lunghi tempi di ricarica ne limitavano l'efficacia, inoltre necessitavano di tempo per raffreddarsi, per non rischiare cedimenti del metallo, per cui si potevano sparare sui 5 colpi al giorno) e quindi i Bizantini avevano il tempo di riparare i danni; a questo compito si dedicavano anche i cittadini estranei alle armi, come anziani, donne e bambini. Nel tentativo di aprirsi la strada nelle fortificazioni teodosiane, Mehmet II inviò anche una squadra di artificieri in un cunicolo scavato sotto le mura, per farle saltare con dell'esplosivo, ma il tentativo venne frustrato dall'accortezza delle sentinelle di Giustiniani, che si accorsero delle manovre e riuscirono a sventarle causando un crollo che isolò una parte dei sabotatori, i quali decisero poi di immolarsi per arrecare il massimo danno e si suicidarono dando fuoco alle polveri, causando però un'esplosione con esiguo danno ai bizantini ma un gran numero di vittime tra i sabotatori stessi. Anche i tentativi della flotta turca di entrare nel <b>Corno d'Oro</b>, l'insenatura in cui si trovava il porto della città, furono frustrati da una gigantesca <b>catena lunga quasi 2 chilometri</b> che ne chiudeva l'ingresso, tesa dal Giustiniani con un argano dalla <b>torre genovese di Galata</b>. Allora il sultano impose ai suoi uomini un'impresa colossale: per aggirare la catena, fu costruita una passerella di legno unta con grasso, lunga due chilometri, sopra la quale gli schiavi spinsero in salita a forza di braccia le navi per raggiungere le acque dall'altra parte seppur con gravi perdite nella pericolosa e ardua impresa. Gli assediati, al vedere l'impresa, furono colti dal panico: pare che un'antica profezia annunciasse che Costantinopoli sarebbe caduta solo "quando le navi avessero navigato sulla terra". Anche un'eclissi lunare che si verificò la notte del 22 maggio fu interpretata come un cattivo auspicio dai difensori della città, e successivamente un temporale fortissimo inondò la parte bassa di Costantinopoli. La coraggiosa resistenza del Giustiniani fu alimentata, la mattina del giorno seguente, dall'avvistamento di 3 navi genovesi con rinforzi e una nave bizantina con vettovaglie e grano, promesse e pagate a noleggio dal Papa, che con manovre tecniche marinaresche oltre ogni immaginazione erano riuscite a passare indenni nel mar di Marmara, nel mezzo della numerosa flotta turca, fino al quartier generale di Giustiniani a Pera (Galata), talvolta separandosi e talvolta affiancandosi a formare un fortezza marina, procedendo a remi o a vela e persino con correnti avverse, abbattendo tutte le navi affrontate e provocando oltre un migliaio di vittime a fronte di solo 23 marinai uccisi. La leggenda narra che Mehemet stesso vedendo la sua flotta in difficoltà sia entrato in mare col suo cavallo per affrontare i genovesi. Verso il tramonto i rinforzi furono accolti a Pera con grandissimi festeggiamenti rinfrancando tutti, latini e greci che ormai combattevano fianco a fianco sotto gli ordini del genovese. Dopo una riunione tra capitani greci veneziani e genovesi, scoppiarono comunque furibonde liti poiché appariva chiaro che senza una strategia i difensori sarebbero riusciti soltanto a prolungare di qualche giorno la difesa della città, che nonostante le numerose perdite ottomane, contava ancora un'inferiorità di circa 11 a 1. I genovesi pensarono un attacco navale proiettato da Pera ma non riuscirono a mettersi d'accordo. I veneziani allora presero l'iniziativa di tentare nottetempo una sortita per incendiare la flotta turca e carichi di materiale infiammabile si diressero verso le ammiraglie nemiche, ma furono scoperti e massacrati dalla potenza di fuoco turca, solo in pochi ripararono a nuoto salvandosi. A questo punto il sultano, sotto consiglio dei suoi comandanti, che supponevano che veneziani e genovesi avrebbero inviato a breve altre navi, forti del fatto che la spedizione noleggiata dal Papa era giunta sana e salva, progettò di assaltare e distruggere le mura direttamente con la forza di un attacco frontale finale con tutte le truppe, sapendo che i difensori bizantini si sarebbero stancati prima delle sue milizie - che erano state rimpolpate da ulteriori 60.000 uomini di rinforzo.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpjYUDLQKHF-Uy_Sm6iOvkehCmkV5R-eCQYZIKi5-FIFyX2HFfQPDu10G8ZloDgNY8nyf0i0BdHiNuZZuzvLB94lY6csCl8RPcPoT5wLn9lElv2pptVAifADSNvrVbuqMgZEYV2FRsdXMM/s1600/Siege_constantinople_bnf_fr2691.jpg" style="clear: right; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="438" data-original-width="569" height="244" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpjYUDLQKHF-Uy_Sm6iOvkehCmkV5R-eCQYZIKi5-FIFyX2HFfQPDu10G8ZloDgNY8nyf0i0BdHiNuZZuzvLB94lY6csCl8RPcPoT5wLn9lElv2pptVAifADSNvrVbuqMgZEYV2FRsdXMM/s320/Siege_constantinople_bnf_fr2691.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Philippe de Mazerolles: "L'assedio
di Costantinopoli",</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dalla<i> Chronique de Charles VIII</i> di Jean
Chartier, 1470,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Costantinopoli_(1453)#/media/File:Siege_constantinople_bnf_fr2691.jpg" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Cos</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Costantinopoli_(1453)#/media/File:Siege_constantinople_bnf_fr2691.jpg" target="_blank">tantinopoli_(1453)#/media/File:Siege</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Costantinopoli_(1453)#/media/File:Siege_constantinople_bnf_fr2691.jpg" target="_blank">_constantinople_bnf_fr2691.jpg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'<b>attacco finale sarebbe stato sferrato il 29 maggio</b>, in quanto degli astrologi gli avevano predetto che quel giorno sarebbe stato fortunato per lui. La sera del 27 maggio, Maometto II fece la seguente orazione ai suoi uomini, spronandoli e promettendo loro una doppia paga: «La città e gli edifici sono miei, ma i prigionieri e il bottino, i tesori d'oro e di bellezza li lascio al vostro valore: siate ricchi e siate felici. Molte sono le province del mio impero. L'intrepido soldato che arriverà per primo sulle mura di Costantinopoli sarà ricompensato con il governo di quella più bella e più ricca, e la mia gratitudine accumulerà i suoi onori e i suoi beni oltre la misura delle sue stesse speranze.» (Mehmet II). Il discorso diede slancio e ulteriori motivazioni alle truppe turche. La notte del 28 maggio fu celebrata nella basilica di Santa Sofia l'ultima messa cristiana, a cui assistettero sia i greci che i latini. I Bizantini erano disperati e si abbandonarono alle lacrime. In quei giorni fecero sfilare in processione l'immagine della Vergine, sperando invano che li avrebbe salvati dalla capitolazione; l'immagine durante i cortei cadde alcune volte a terra e ciò fu considerato un ulteriore segnale nefasto. Le mura delle città erano ormai in cattivo stato per i continui cannoneggiamenti, e il basileus, per pagare le sue truppe, era costretto, dalla carenza di denaro, a spogliare le chiese della città. Giustiniani fece riparare le numerose falle e brecce delle mura cannoneggiate con cocci, legna e tutto ciò che si poteva trovare, facendo costruire alcune palizzate e pose i suoi a difesa della Porta d'oro, la più vulnerabile e la più colpita. Il giorno dopo i Turchi concentrarono gli attacchi proprio verso la Porta d'Oro, nel settore effettivamente più vulnerabile delle mura, il Mesoteichion, che fu presa d'assalto tre volte. Attorno all'una di notte fu inviata la prima schiera di Ottomani, composta dalla bassa fanteria. I difensori si difesero con accanimento e attorno alle quattro del mattino ricacciarono indietro le truppe nemiche arrecando loro ingenti perdite. Il sultano ordinò allora l'attacco dei reparti con maggiore abilità e muniti di equipaggiamento migliore, i quali riuscirono dopo aspri combattimenti ad aprire un varco nella linea di difesa bizantina, ma fu prontamente richiuso da Costantino, che accorse alla testa delle sue guardie scelte massacrando i nemici. Ormai però, i difensori erano logorati dalle molte ore di combattimenti ininterrotti e Maometto scagliò al mattino l'attacco finale, inviando le truppe d'élite in assoluto più temibili dell'Impero: i giannizzeri. Dopo aspri combattimenti, Giustiniani fu ferito prima da un colpo di cannone che fece esplodere una palizzata e poi gravemente da una colubrina dei primi turchi che, entrando nella breccia, irrompevano nella città. Le squadre genovesi lo raccolsero su una barella e si spostarono in città attraverso una porta del muro interno fatta aprire dall'imperatore che nel frattempo massacrava tutti i componenti della prima ondata turca. Alla vista di quel corteo attorno al capitano genovese morente, i sopravvissuti caddero nella disperazione, privi della guida del valoroso e carismatico difensore della Porta, mentre veneziani e genovesi indietreggiarono e fuggirono verso il porto pensando che la città fosse ormai persa. I genovesi si imbarcarono sulle loro navi caricando il loro condottiero ferito a morte e facendo rotta su Chio, dove il nobiluomo morì due giorni dopo per le conseguenze del colpo subito. La defezione genovese suscitò sgomento e disperazione. L'imperatore Costantino tentò di guidare un contrattacco, alla testa dei suoi uomini e degli spagnoli di don Francisco di Toledo, ma scomparve nella mischia e secondo la maggior parte delle fonti morì uccidendo valorosamente 800 turchi, secondo altre mentre tentava di scappare. Il <b>cadavere con le insegne imperiali</b> fu trovato decapitato ma il teschio non fu mai ritrovato, facendo supporre da alcuni che non fosse morto ma fosse riuscito a riparare altrove in incognito. La chiesa ortodossa lo considerò in seguito <b>santo e martire</b>. La popolazione fu decimata dai vincitori. Le principesse della famiglia imperiale riuscirono a fuggire a bordo di una nave e si rifugiarono in Occidente. In mattinata i bizantini furono definitivamente sconfitti e gli ottomani iniziarono con le razzie. Le mura di Costantinopoli erano piene di morti e di morenti, di quelli che avevano difeso le mura, non era rimasto quasi più nessuno vivo. I bizantini erano tornati nelle loro case, per difendere la famiglia dalle razzie. I veneziani erano andati al porto, e i genovesi si erano imbarcati presso l'ancora sicuro quartiere genovese di Galata. Il Corno d'oro era quasi deserto, i marinai turchi stavano pensando a razziare, il comandante Girolamo Minotto prese il rimanente della marina, e cioè otto navi veneziane, sette genovesi e sei bizantine, e portò i profughi in salvo. Le navi erano stracolme di bizantini. A mezzogiorno le strade di Costantinopoli erano ingombre di cadaveri, le case erano vuote, visto che gli ottomani stavano uccidendo e catturando donne e bambini, che le cronache cristiane diranno essere stati stuprati e poi impalati. Le medesime cronache affermano anche che le chiese furono distrutte, le icone tagliate, i libri bruciati. Il palazzo Imperiale bizantino, palazzo delle Blacherne era deserto e l'icona più venerata dai bizantini, la Vergine Odigitria ("condottiera"), fu tagliata in quattro pezzi. A Santa Sofia, chiesa madre di tutta la chiesa ortodossa, i preti stavano celebrando la messa mattutina quando sentirono gli Ottomani arrivare, allora sbarrarono la grande porta di bronzo, ma gli ottomani la ruppero a colpi d'ascia, i preti furono uccisi e sgozzati sull'altare. In chiesa vi era una grande massa di gente che, venuta a sapere che i Turchi stavano per arrivare si era raccolta in chiesa nell'attesa di un angelo che, secondo una tradizione, avrebbe cacciato i Turchi da Costantinopoli quando l'avrebbero espugnata. Una diceria popolana racconta che due preti presero i calici e le patere e si volatilizzarono, per riprendere la messa dal punto in cui l'avevano interrotta solo quando Costantinopoli fosse tornata in mano cristiana. I saccheggi durarono solamente un giorno, visto che Mehmet II si accorse che se avesse lasciato la città in mano dei suoi uomini per i tre giorni che aveva promesso, Costantinopoli sarebbe stata rasa al suolo. Quella sera stessa Santa Sofia divenne una moschea e i magnifici mosaici dorati che rappresentavano Cristo Pantocratore vennero coperti da uno strato d'intonaco. Quando Mehemet seppe della sopravvenuta morte del Giustiniani in patria, ne celebró i funerali a Costantinopoli, dove il genovese fu ricordato dal sultano come un uomo speciale dalle molte qualità arrivando ad affermare che lui da solo valeva più di tutti i bizantini messi insieme.<br />
<b><br /></b>
<b>- </b><b>Durante l'assedio di Costantinopoli</b>, Costantino XI aveva affidato a <b>Lucas Notaras</b> la zona della porta Basilica (o Imperiale), al comando di 100 cavalieri bizantini e alcuni latini. Secondo alcuni soldati, egli lasciò una porticina aperta sulle mura in modo che gli ottomani potessero entrare, essendo stato corrotto dal sultano Mehmed II. Infatti dopo poco tempo dall'inizio dell'assedio, la bandiera turca fu innalzata sulla torretta sopra la porta di Kerko, difesa dagli uomini del Notaras. Questa voce, tuttavia, non fu mai confermata e potrebbe essere anche una calunnia. Bisogna comunque sottolineare che durante l'ultima battaglia si verificò un alterco tra <b>Giovanni Giustiniani Longo</b> e Lucas Notaras, per il fatto che quest'ultimo non riusciva a procurare la promessa polvere da sparo per l'uso dei cannoni; Giovanni estrasse il coltello e lo puntò minacciosamente verso <b>Lucas Notaras accusandolo di essere un traditore</b>. Altro elemento sospetto è il fatto che Lucas Notaras <b>comandava la parte delle mura che per prime furono sconfitte </b>dalla marina ottomana. Luca Notara, sua moglie Paleologina e i suoi figli furono catturati dagli ottomani e inizialmente fu loro concessa clemenza in nome del ristabilimento dell'ordine in città. Ciò nonostante, dopo poco fu giustiziato insieme ai suoi figli e il genero che faceva parte della famiglia dei Cantacuzeni (penultima famiglia imperiale bizantina). <b>Il racconto più diffuso sulla morte di Lucas Notaras</b> è quello dello storico Steven Runciman: «La clemenza che Mehmet II aveva concesso ai ministri (superstiti) dell'Imperatore Costantino XI Paleologo fu di corta durata. Cinque giorni dopo che Costantinopoli era caduta, il 3 giugno del 1453 Mehmet II diede un banchetto. Nel corso del banchetto, quando il livello del vino bevuto era molto, qualcuno bisbigliò a Mehmet che il figlio quattordicenne di Notara era un ragazzo di bellezza eccezionale. <b>Il sultano</b> immediatamente <b>incaricò un eunuco di andare alla casa del </b><i><b>Mega Dux</b></i><b> per richiedere che suo figlio andasse da lui per il suo piacere</b>. Notara, a cui i figli più anziani erano stati uccisi in combattimento, rifiutò di sacrificare suo figlio a un tal destino. La polizia ottomana allora andò a prendere Notara con suo figlio e il suo cognato, il figlio del grande domestico Andronico Cantacuzeno, e li portò alla presenza del sultano. Quando Notara sfidò ancora il sultano, la risposta di questi fu sanguinosa: ordinò che lui ed i due ragazzi fossero decapitati sul posto. <b>Notara chiese solamente che i due ragazzi fossero uccisi prima di lui</b>, per impedire che la vista della sua morte rischiasse di farli titubare. Quando entrambi furono uccisi, Notara offrì il collo al boia. Il giorno seguente altri nove notabili bizantini furono arrestati e giustiziati.» Steven Runciman, The Fall of Constantinople 1453, Cambridge University Press, 1969, pg. 151. C'è anche un'altra versione della morte di Luca Notara, scritta da un componente della famiglia dei Ducas. (Ducas, Historia turco-bizantina 1341-1462, a cura di Michele Puglia, il Cerchio, Rimini). La moglie morì schiava sulla strada per Adrianopoli, nella città di Messene. Due membri della sua famiglia figurano tra i passeggeri di una nave genovese che sfuggì alla caduta della città. La figlia Anna divenne con la zia il punto focale della comunità bizantina espatriata a Venezia. Una collezione di lettere del Lucas Notaras in latino è stata pubblicata in Grecia con il titolo <i>Epistulae</i>. I titoli delle lettere sono: "Ad Theodorum Carystenum", "Scholario", "Eidem", "Ad eundem & Sancto magistro Gennadio Scholario". Notara figura come personaggio nel libro <i>Johannes Angelos</i> dall'autore finlandese Mika Waltari.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>Giovanni Giustiniani Longo</b>, Podestà di Caffa ed Ammiraglio della Repubblica di Genova, trovò precoce morte l'11 giugno del 1453 a Chio, per le gravi ferite riportate durante la difesa di Costantinopoli e del suo amico personale Costantino XI.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Antonio Rizzo</b>, a capo di un vascello veneziano, era partito dal mar Nero per Venezia ma, sotto Costantinopoli, non fermandosi al posto di blocco ottomano, fu cannoneggiato dalle terribili bombarde di Urbano di Transilvania. Raggiunta la costa assieme ad alcuni superstiti, fu catturato ed impalato, mentre i suoi uomini venivano massacrati dai Giannizzeri ottomani. La vicenda sconvolse ed indignò l'Occidente cristiano e il vacillante Impero d'Oriente e, a seguito di essa, la Serenissima intervenne in favore dei Bizantini, pur mantenendo relazioni diplomatiche con i Turchi.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIjsdXkqyWGXqgwQGAMZQfxL29wGEM60J10EEcYzkkrD_qX1DRLXOdM5GpKrUha34OZBTWH0rFW0D5sJ8_LbnfC4v5N4aO9rLS4tsgV1u0up8a8sB-kpObun6Vkr8jJUPn9fvkkKfKvxey/s1600/SultanMurads_with_janissaries.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1061" data-original-width="783" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIjsdXkqyWGXqgwQGAMZQfxL29wGEM60J10EEcYzkkrD_qX1DRLXOdM5GpKrUha34OZBTWH0rFW0D5sJ8_LbnfC4v5N4aO9rLS4tsgV1u0up8a8sB-kpObun6Vkr8jJUPn9fvkkKfKvxey/s200/SultanMurads_with_janissaries.jpg" width="147" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il sultano Murads con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
alcuni Giannizzeri, immagine</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di G. Jansoone (own photo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
of old document) Pubblico</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dominio, da: <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=913262" target="_blank">https://comm</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=913262" target="_blank">ons.wikimedia.org/w/in</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=913262" target="_blank">dex.php?curid=913262</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> I <b>Giannizzeri</b> (dal turco ottomano: Yeniçeri, "nuova milizia", detti anche Beuluk) costituivano la <b>fanteria dell'esercito privato del sultano ottomano</b>, il c.d. Kapıkulu. Orhan I, secondo sultano dell'Impero ottomano, fu il fondatore del corpo dei Giannizzeri, <b>formato inizialmente con personale non musulmano</b>, specialmente giovani cristiani e altri prigionieri di guerra (mamelucchi). È possibile che Orhan sia stato ispirato dal modello delle futuwwa (ordini cavallereschi o religiosi islamici) nell'organizzazione di questo corpo militare. I Giannizzeri formarono <b>il primo esercito regolare ottomano</b>, che andò a rimpiazzare le precedenti truppe tribali, su cui non era possibile fare totale affidamento. Va inoltre precisato che, per ragioni di orgoglio sociale, <b>nessun uomo libero dell'Impero avrebbe accettato di combattere nella fanteria</b>, essendo l'impiego del cavallo un simbolo della posizione aristocratica. Con l'aumentare del prestigio e dell'importanza dei Giannizzeri, molti di essi iniziarono a desiderare maggiori diritti e una vita migliore. Nel 1449 si ribellarono per la prima volta, chiedendo e ottenendo paghe più alte. Episodi simili si ebbero più volte anche nei secoli successivi, con l'effetto di aumentare considerevolmente il benessere e i privilegi di questo corpo militare. Giunsero in più occasioni a perturbare gravemente la vita dell'impero, riuscendo per tre volte anche a destituire gli stessi sultani (il segno dell'inizio della ribellione era il rovesciamento della grande marmitta in cui era cotto il rancio dei soldati,[4] qazan, simbolo della coesione del corpo): casi celebri sono quelli di Osmān II nel 1622, Ibrāhīm nel 1648 e Selim III nel 1808. Con l'accumularsi di poteri e ricchezze i Giannizzeri si trasformarono in una forza fortemente conservatrice all'interno della società ottomana, solo formalmente soggetta all'autorità del sultano, formando una casta chiusa corrotta e parassitaria sull'omologo della Guardia pretoriana o delle Scholae palatinae nel tardo Impero romano, o dei Samurai sul finire del periodo di governo dello Shogunato Tokugawa. Alcuni sultani e visir ottomani dell'epoca, nel tentativo di attuare la riforma dell'esercito, ancora drammaticamente legato al servizio servile a favore del sultano, cercarono di recuperare il controllo del territorio fondando corpi di fanteria alternativi costituiti da gruppi di coscritti presi dalle zone rurali e addestrati secondo il modello europeo (il Nizam-ı Jedid). Questi<b> nuovi corpi di fanteria </b>vennero puntualmente <b>disarmati e sterminati</b> ancora in fase di costituzione proprio <b>dai Giannizzeri</b>, gelosi delle proprie prerogative e timorosi di potenziali rivali. Ciò non impedì, tuttavia, l'ammodernamento della flotta e dell'artiglieria ottomana da parte del sultano, che i giannizzeri - a torto - non percepivano come una minaccia al proprio potere.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwc3fhtYq7BTfavmTmvyZRPGXhlpnWxJy0iFq_Tm5MeAkaq3Vjyaol_uPQ73yIop2fDxPKwADk-ahnBfDmtkF8ldNtxUAm5kOBJDiRXHOryHO4K7F1kAlIwZlt4M0oFfas27lJhlZOafTo/s1600/6+banner+no+storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="73" data-original-width="590" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwc3fhtYq7BTfavmTmvyZRPGXhlpnWxJy0iFq_Tm5MeAkaq3Vjyaol_uPQ73yIop2fDxPKwADk-ahnBfDmtkF8ldNtxUAm5kOBJDiRXHOryHO4K7F1kAlIwZlt4M0oFfas27lJhlZOafTo/s1600/6+banner+no+storia.png" /></a></div>
<br /></div>
Per "La via suprematista dell'asse franco-tedesco e la conseguente perdita delle sovranità nazionali europee<br />
intrinseche nell'Unione Europea" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Antichi Liguri: le Datazioni e le Fonti storiche" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/antichi-liguri-datazioni-e-fonti.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Grande Storia dell'Europa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/search/label/Grande%20Storia%20dell%27Europa" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Storia dell'Europa" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/search/label/Storia%20dell%27Europa" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Personaggi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Personaggi" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Antichi Liguri da Tartesso ai Celti" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/search/label/Antichi%20Liguri%20da%20Tartesso%20ai%20Celti" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per i post "Prodotti della Riviera dei Fiori" clicca <a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/search/label/Prodotti%20della%20Riviera%20dei%20Fiori" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Turismo nella Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/search/label/Turismo%20nella%20Riviera%20dei%20Fiori" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Politica nella Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://piazzasanremo1.blogspot.it/search/label/Politica%20nella%20Riviera%20dei%20Fiori" target="_blank">QUI</a> </b><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-60303592230990510572019-04-19T15:14:00.001-07:002020-10-07T03:19:44.761-07:00Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/--VE3EN84tY0/TnCYhYG08yI/AAAAAAAAAqQ/tN8Ze63lUK4/s1600/occ+fra+1477.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/--VE3EN84tY0/TnCYhYG08yI/AAAAAAAAAqQ/tN8Ze63lUK4/s320/occ+fra+1477.jpg" width="296" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina della Francia nel 1477.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.453</b> -<b> </b>Si <b>conclude la guerra dei Cent'anni </b>(1337-1453): gli <b>inglesi perdono</b> ogni dominio in Francia. La straordinaria importanza della guerra dei cent'anni, per quanto attiene la storia dell'Europa nel suo complesso, è evidenziata dal fatto che la sua fine (1453, anno che vede anche la caduta di Costantinopoli) è una delle date convenzionalmente poste dalla storiografia moderna a <b>conclusione del Medioevo europeo</b>.<br />
Comunque, la guerra dei Cent’anni non è stata soltanto una guerra tra la Francia e l’Inghilterra, ma <b>anche una lunga lotta di resistenza degli Occitani occidentali</b> contro l’annessionismo Francese. E’ un esercito Guascone, e non Inglese, quello che, dopo tante vittorie, viene distrutto dai Francesi a Castillon, nel 1.453.</div>
</div>
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQLfOe3TJt_zyot9Tus8ErGaPze4l4PlURkWtXqV2yuxsVwJmE014IG_vTA3pysgewONsGbZRrqUU8WUsDYcZt0G9Xy3RLMX4TfqdvxKpZlZJIFYiJZFQNftzRcGwVJkBVlvirXBMds65U/s1600/Costantinopoli.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="702" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQLfOe3TJt_zyot9Tus8ErGaPze4l4PlURkWtXqV2yuxsVwJmE014IG_vTA3pysgewONsGbZRrqUU8WUsDYcZt0G9Xy3RLMX4TfqdvxKpZlZJIFYiJZFQNftzRcGwVJkBVlvirXBMds65U/s200/Costantinopoli.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
L'antica Costantinopoli.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Nel 1.453 il figlio di Murād II, <b>Mehmet II</b>, detto poi Fātiḥ (conquistatore), dopo aver riorganizzato lo Stato e l'esercito ottomani, dimostra la sua abilità bellica <b>conquistando</b>, a 21 anni, <b>Costantinopoli</b>, il 29 maggio 1453, decretando il <b>crollo definitivo dell'Impero romano d'Oriente </b>(impero bizantino). La conquista ottomana di Costantinopoli del 1453 si sostituiva all'impero Bizantino rinforzando la posizione del vecchio Impero, ritornato ora grande come prima, come <b>principale potenza dell'Europa sudorientale e del Mediterraneo orientale</b>. Mehmet II, (Maometto II) permise alla Chiesa ortodossa di mantenere la sua autonomia e le sue terre in cambio dell'accettazione dell'autorità ottomana. A causa delle cattive relazioni esistenti tra l'Impero bizantino degli ultimi periodi e gli Stati dell'Europa occidentale, l<b>a maggioranza della popolazione ortodossa accettò il dominio ottomano, preferendolo a quello veneziano</b>. Costantinopoli, la Seconda Roma divenne capitale del nuovo Impero col nome di<b> Istambul</b>, deformazione turca del greco <i><b>Isten polis</b></i>, "la città". La caduta di Costantinopoli, evento di portata epocale, spianò ai Turchi la via dei Balcani e segnerà l'<b>inizio del declino delle Repubbliche Marinare</b>. Dopo la epocale battaglia di Varna del 1444 e la caduta di Costantinopoli del 1453, l'Europa rinuncerà a misurarsi con la potenza ottomana fino al Rinascimento.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpjYUDLQKHF-Uy_Sm6iOvkehCmkV5R-eCQYZIKi5-FIFyX2HFfQPDu10G8ZloDgNY8nyf0i0BdHiNuZZuzvLB94lY6csCl8RPcPoT5wLn9lElv2pptVAifADSNvrVbuqMgZEYV2FRsdXMM/s1600/Siege_constantinople_bnf_fr2691.jpg" style="clear: right; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="438" data-original-width="569" height="244" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpjYUDLQKHF-Uy_Sm6iOvkehCmkV5R-eCQYZIKi5-FIFyX2HFfQPDu10G8ZloDgNY8nyf0i0BdHiNuZZuzvLB94lY6csCl8RPcPoT5wLn9lElv2pptVAifADSNvrVbuqMgZEYV2FRsdXMM/s320/Siege_constantinople_bnf_fr2691.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Philippe de Mazerolles: "L'assedio
di Costantinopoli",</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dalla<i> Chronique de Charles VIII</i> di Jean
Chartier, 1470 c.,
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Costantinopoli_(1453)#/media/File:Siege_constantinople_bnf_fr2691.jpg" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Cos</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Costantinopoli_(1453)#/media/File:Siege_constantinople_bnf_fr2691.jpg" target="_blank">tantinopoli_(1453)#/media/File:Siege_</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Costantinopoli_(1453)#/media/File:Siege_constantinople_bnf_fr2691.jpg" target="_blank">constantinople_bnf_fr2691.jpg</a> </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 2 aprile 1.453 inizia l'<b>assedio di Costantinopoli </b>e il 5 aprile Mehmet II invia un ultimatum al Basileus Costantino XI: avrebbe risparmiato la vita a lui ed alla sua gente e non ci sarebbero stati saccheggi, se si fosse arreso, diversamente, si sarebbe combattuto fino alla fine dell'uno o dell'altro. Costantino XI replica con parole fiere e dignitose: “...darti la città non è decisione né mia né di alcuno dei suoi abitanti. Abbiamo infatti deciso di nostra spontanea volontà di combattere e non risparmieremo la vita...” Contestualmente Mehmet prova a corrompere, ma invano, Giovanni Giustiniani, per il quale nutriva sincera ammirazione. In seguito, informato della morte del coraggioso e leale combattente, ne volle la celebrazione dei funerali a Costantinopoli ove ne esaltò le doti affermando che, da solo, egli valeva più dell'intera Marina bizantina. Il 6 aprile Mehmet II attacca la città, sia da terra che dal mare, con un esercito di 800.000 uomini mentre i difensori erano circa 7.000 uomini. Nel porto della città erano all'ancora 26 navi da guerra bizantine mentre la flotta ottomana ne contava 200. Al disperato <b>grido di aiuto</b> della gloriosa <b>Costantinopoli </b>risposero solo una squadra di <b>catalani</b>, <b>napoletani</b> (tra i quali perse la vita, sotto le mura della città di Costantinopoli, il duca di Venosa Gabriele del Balzo Orsini), <b>veneziani</b> e 700 <b>genovesi</b> guidati dal nobile condottiero e capitano genovese Giovanni Giustiniani, accolti con esultanza ed applausi, giunti con una spedizione finanziata dallo stesso Giustiniani, amico personale dell'imperatore, provenienti in 400 dall'avamposto della Superba sull'isola di Chios e in 300 dal porto di Genova. Il <b>Giustiniani</b> (nonostante la giovane età era già stato governatore di molte città-colonie genovesi), che annoverava vari successi in battaglie nell'Egeo e nel mar Nero e da assedi in inferiorità numerica, fu posto da Costantino <b>al comando delle forze della città</b>. Mehmet II progettava di attaccare le mura di Teodosio, che proteggevano il lato della città non bagnato dall'acqua. Procedendo dall'esterno verso la città si trovava dapprima un fossato largo 18 metri e profondo 7, seguito da un parapetto. Poi, intervallato da un ampio terreno, si incontrava un muro, detto Muro Esterno. Era alto 7 metri e spesso circa 3, e vi si trovavano numerose torri. Ancora uno spazio, e si arrivava al Muro Interno, alto 12 metri e spesso un po' meno di 5 metri, munito di torri alte 16-18 metri. Il sultano disponeva delle bombarde, i più grandi cannoni esistenti al mondo a quel tempo, progettati per lui da Maestro Urban, un geniale costruttore di campane di origine ungherese, e con essi tentò di aprire una breccia nelle mura, ma non ci riuscì poiché le mura erano troppo spesse e inoltre<b> le bombarde potevano sparare pochi proiettili al giorno</b> (le notevoli dimensioni e i lunghi tempi di ricarica ne limitavano l'efficacia, inoltre necessitavano di tempo per raffreddarsi, per non rischiare cedimenti del metallo, per cui si potevano sparare sui 5 colpi al giorno) e quindi i Bizantini avevano il tempo di riparare i danni; a questo compito si dedicavano anche i cittadini estranei alle armi, come anziani, donne e bambini. Nel tentativo di aprirsi la strada nelle fortificazioni teodosiane, Mehmet II inviò anche una squadra di artificieri in un cunicolo scavato sotto le mura, per farle saltare con dell'esplosivo, ma il tentativo venne frustrato dall'accortezza delle sentinelle di Giustiniani, che si accorsero delle manovre e riuscirono a sventarle causando un crollo che isolò una parte dei sabotatori, i quali decisero poi di immolarsi per arrecare il massimo danno e si suicidarono dando fuoco alle polveri, causando però un'esplosione con esiguo danno ai bizantini ma un gran numero di vittime tra i sabotatori stessi. Anche i tentativi della flotta turca di entrare nel <b>Corno d'Oro</b>, l'insenatura in cui si trovava il porto della città, furono frustrati da una gigantesca <b>catena lunga quasi 2 chilometri</b> che ne chiudeva l'ingresso, tesa dal Giustiniani con un argano dalla <b>torre genovese di Galata</b>. Allora il sultano impose ai suoi uomini un'impresa colossale: per aggirare la catena, fu costruita una passerella di legno unta con grasso, lunga due chilometri, sopra la quale gli schiavi spinsero in salita a forza di braccia le navi per raggiungere le acque dall'altra parte seppur con gravi perdite nella pericolosa e ardua impresa. Gli assediati, al vedere l'impresa, furono colti dal panico: pare che un'antica profezia annunciasse che Costantinopoli sarebbe caduta solo "quando le navi avessero navigato sulla terra". Anche un'eclissi lunare che si verificò la notte del 22 maggio fu interpretata come un cattivo auspicio dai difensori della città, e successivamente un temporale fortissimo inondò la parte bassa di Costantinopoli. La coraggiosa resistenza del Giustiniani fu alimentata, la mattina del giorno seguente, dall'avvistamento di 3 navi genovesi con rinforzi e una nave bizantina con vettovaglie e grano, promesse e pagate a noleggio dal Papa, che con manovre tecniche marinaresche oltre ogni immaginazione erano riuscite a passare indenni nel mar di Marmara, nel mezzo della numerosa flotta turca, fino al quartier generale di Giustiniani a Pera (Galata), talvolta separandosi e talvolta affiancandosi a formare un fortezza marina, procedendo a remi o a vela e persino con correnti avverse, abbattendo tutte le navi affrontate e provocando oltre un migliaio di vittime a fronte di solo 23 marinai uccisi. La leggenda narra che Mehemet stesso vedendo la sua flotta in difficoltà sia entrato in mare col suo cavallo per affrontare i genovesi. Verso il tramonto i rinforzi furono accolti a Pera con grandissimi festeggiamenti rinfrancando tutti, latini e greci che ormai combattevano fianco a fianco sotto gli ordini del genovese. Dopo una riunione tra capitani greci veneziani e genovesi, scoppiarono comunque furibonde liti poiché appariva chiaro che senza una strategia i difensori sarebbero riusciti soltanto a prolungare di qualche giorno la difesa della città, che nonostante le numerose perdite ottomane, contava ancora un'inferiorità di circa 11 a 1. I genovesi pensarono un attacco navale proiettato da Pera ma non riuscirono a mettersi d'accordo. I veneziani allora presero l'iniziativa di tentare nottetempo una sortita per incendiare la flotta turca e carichi di materiale infiammabile si diressero verso le ammiraglie nemiche, ma furono scoperti e massacrati dalla potenza di fuoco turca, solo in pochi ripararono a nuoto salvandosi. A questo punto il sultano, sotto consiglio dei suoi comandanti, che supponevano che veneziani e genovesi avrebbero inviato a breve altre navi, forti del fatto che la spedizione noleggiata dal Papa era giunta sana e salva, progettò di assaltare e distruggere le mura direttamente con la forza di un attacco frontale finale con tutte le truppe, sapendo che i difensori bizantini si sarebbero stancati prima delle sue milizie - che erano state rimpolpate da ulteriori 60.000 uomini di rinforzo. L'<b>attacco finale sarebbe stato sferrato il 29 maggio</b>, in quanto degli astrologi gli avevano predetto che quel giorno sarebbe stato fortunato per lui. La sera del 27 maggio, Maometto II fece la seguente orazione ai suoi uomini, spronandoli e promettendo loro una doppia paga: «La città e gli edifici sono miei, ma i prigionieri e il bottino, i tesori d'oro e di bellezza li lascio al vostro valore: siate ricchi e siate felici. Molte sono le province del mio impero. L'intrepido soldato che arriverà per primo sulle mura di Costantinopoli sarà ricompensato con il governo di quella più bella e più ricca, e la mia gratitudine accumulerà i suoi onori e i suoi beni oltre la misura delle sue stesse speranze.» (Mehmet II). Il discorso diede slancio e ulteriori motivazioni alle truppe turche. La notte del 28 maggio fu celebrata nella basilica di Santa Sofia l'ultima messa cristiana, a cui assistettero sia i greci che i latini. I Bizantini erano disperati e si abbandonarono alle lacrime. In quei giorni fecero sfilare in processione l'immagine della Vergine, sperando invano che li avrebbe salvati dalla capitolazione; l'immagine durante i cortei cadde alcune volte a terra e ciò fu considerato un ulteriore segnale nefasto. Le mura delle città erano ormai in cattivo stato per i continui cannoneggiamenti, e il basileus, per pagare le sue truppe, era costretto, dalla carenza di denaro, a spogliare le chiese della città. Giustiniani fece riparare le numerose falle e brecce delle mura cannoneggiate con cocci, legna e tutto ciò che si poteva trovare, facendo costruire alcune palizzate e pose i suoi a difesa della Porta d'oro, la più vulnerabile e la più colpita. Il giorno dopo i Turchi concentrarono gli attacchi proprio verso la Porta d'Oro, nel settore effettivamente più vulnerabile delle mura, il Mesoteichion, che fu presa d'assalto tre volte. Attorno all'una di notte fu inviata la prima schiera di Ottomani, composta dalla bassa fanteria. I difensori si difesero con accanimento e attorno alle quattro del mattino ricacciarono indietro le truppe nemiche arrecando loro ingenti perdite. Il sultano ordinò allora l'attacco dei reparti con maggiore abilità e muniti di equipaggiamento migliore, i quali riuscirono dopo aspri combattimenti ad aprire un varco nella linea di difesa bizantina, ma fu prontamente richiuso da Costantino, che accorse alla testa delle sue guardie scelte massacrando i nemici. Ormai però, i difensori erano logorati dalle molte ore di combattimenti ininterrotti e Maometto scagliò al mattino l'attacco finale, inviando le truppe d'élite in assoluto più temibili dell'Impero: i giannizzeri. Dopo aspri combattimenti, Giustiniani fu ferito prima da un colpo di cannone che fece esplodere una palizzata e poi gravemente da una colubrina dei primi turchi che, entrando nella breccia, irrompevano nella città. Le squadre genovesi lo raccolsero su una barella e si spostarono in città attraverso una porta del muro interno fatta aprire dall'imperatore che nel frattempo massacrava tutti i componenti della prima ondata turca. Alla vista di quel corteo attorno al capitano genovese morente, i sopravvissuti caddero nella disperazione, privi della guida del valoroso e carismatico difensore della Porta, mentre veneziani e genovesi indietreggiarono e fuggirono verso il porto pensando che la città fosse ormai persa. I genovesi si imbarcarono sulle loro navi caricando il loro condottiero ferito a morte e facendo rotta su Chio, dove il nobiluomo morì due giorni dopo per le conseguenze del colpo subito. La defezione genovese suscitò sgomento e disperazione. L'imperatore Costantino tentò di guidare un contrattacco, alla testa dei suoi uomini e degli spagnoli di don Francisco di Toledo, ma scomparve nella mischia e secondo la maggior parte delle fonti morì uccidendo valorosamente 800 turchi, secondo altre mentre tentava di scappare. Il cadavere con le insegne imperiali fu trovato decapitato ma il teschio non fu mai ritrovato, facendo supporre da alcuni che non fosse morto ma fosse riuscito a riparare altrove in incognito. La chiesa ortodossa lo considerò in seguito santo e martire. La popolazione fu decimata dai vincitori. Le principesse della famiglia imperiale riuscirono a fuggire a bordo di una nave e si rifugiarono in Occidente. In mattinata i bizantini furono definitivamente sconfitti e gli ottomani iniziarono con le razzie. Le mura di Costantinopoli erano piene di morti e di morenti, di quelli che avevano difeso le mura, non era rimasto quasi più nessuno vivo. I bizantini erano tornati nelle loro case, per difendere la famiglia dalle razzie. I veneziani erano andati al porto, e i genovesi si erano imbarcati presso l'ancora sicuro quartiere genovese di Galata. Il Corno d'oro era quasi deserto, i marinai turchi stavano pensando a razziare, il comandante Girolamo Minotto prese il rimanente della marina, e cioè otto navi veneziane, sette genovesi e sei bizantine, e portò i profughi in salvo. Le navi erano stracolme di bizantini. A mezzogiorno le strade di Costantinopoli erano ingombre di cadaveri, le case erano vuote, visto che gli ottomani stavano uccidendo e catturando donne e bambini, che le cronache cristiane diranno essere stati stuprati e poi impalati. Le medesime cronache affermano anche che le chiese furono distrutte, le icone tagliate, i libri bruciati. Il palazzo Imperiale bizantino, palazzo delle Blacherne era deserto e l'icona più venerata dai bizantini, la Vergine Odigitria ("condottiera"), fu tagliata in quattro pezzi. A Santa Sofia, chiesa madre di tutta la chiesa ortodossa, i preti stavano celebrando la messa mattutina quando sentirono gli Ottomani arrivare, allora sbarrarono la grande porta di bronzo, ma gli ottomani la ruppero a colpi d'ascia, i preti furono uccisi e sgozzati sull'altare. In chiesa vi era una grande massa di gente che, venuta a sapere che i Turchi stavano per arrivare si era raccolta in chiesa nell'attesa di un angelo che, secondo una tradizione, avrebbe cacciato i Turchi da Costantinopoli quando l'avrebbero espugnata. Una diceria popolana racconta che due preti presero i calici e le patere e si volatilizzarono, per riprendere la messa dal punto in cui l'avevano interrotta solo quando Costantinopoli fosse tornata in mano cristiana. I saccheggi durarono solamente un giorno, visto che Mehmet II si accorse che se avesse lasciato la città in mano dei suoi uomini per i tre giorni che aveva promesso, Costantinopoli sarebbe stata rasa al suolo. Quella sera stessa Santa Sofia divenne una moschea e i magnifici mosaici dorati che rappresentavano Cristo Pantocratore vennero coperti da uno strato d'intonaco. Quando Mehemet seppe della sopravvenuta morte del Giustiniani in patria, ne celebró i funerali a Costantinopoli, dove il genovese fu ricordato dal sultano come un uomo speciale dalle molte qualità arrivando ad affermare che lui da solo valeva più di tutti i bizantini messi insieme.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b><b>Durante l'assedio di Costantinopoli</b>, Costantino XI aveva affidato a <b>Lucas Notaras</b> la zona della porta Basilica (o Imperiale), al comando di 100 cavalieri bizantini e alcuni latini. Secondo alcuni soldati, egli lasciò una porticina aperta sulle mura in modo che gli ottomani potessero entrare, essendo stato corrotto dal sultano Mehmed II. Infatti dopo poco tempo dall'inizio dell'assedio, la bandiera turca fu innalzata sulla torretta sopra la porta di Kerko, difesa dagli uomini del Notaras. Questa voce, tuttavia, non fu mai confermata e potrebbe essere anche una calunnia. Bisogna comunque sottolineare che durante l'ultima battaglia si verificò un alterco tra <b>Giovanni Giustiniani Longo</b> e Lucas Notaras, per il fatto che quest'ultimo non riusciva a procurare la promessa polvere da sparo per l'uso dei cannoni; Giovanni estrasse il coltello e lo puntò minacciosamente verso <b>Lucas Notaras accusandolo di essere un traditore</b>. Altro elemento sospetto è il fatto che Lucas Notaras <b>comandava la parte delle mura che per prime furono sconfitte</b> dalla marina ottomana. Luca Notara, sua moglie Paleologina e i suoi figli furono catturati dagli ottomani e inizialmente fu loro concessa clemenza in nome del ristabilimento dell'ordine in città. Ciò nonostante, dopo poco fu giustiziato insieme ai suoi figli e il genero che faceva parte della famiglia dei Cantacuzeni (penultima famiglia imperiale bizantina). <b>Il racconto più diffuso sulla morte di Lucas Notaras</b> è quello dello storico Steven Runciman: «La clemenza che Mehmet II aveva concesso ai ministri (superstiti) dell'Imperatore Costantino XI Paleologo fu di corta durata. Cinque giorni dopo che Costantinopoli era caduta, il 3 giugno del 1453 Mehmet II diede un banchetto. Nel corso del banchetto, quando il livello del vino bevuto era molto, qualcuno bisbigliò a Mehmet che il figlio quattordicenne di Notara era un ragazzo di bellezza eccezionale.<br />
<b>Il sultano</b> immediatamente <b>incaricò un eunuco di andare alla casa del </b><i><b>Mega Dux</b></i><b> per richiedere che suo figlio andasse da lui per il suo piacere</b>. Notara, a cui i figli più anziani erano stati uccisi in combattimento, rifiutò di sacrificare suo figlio a un tal destino. La polizia ottomana allora andò a prendere Notara con suo figlio e il suo cognato, il figlio del grande domestico Andronico Cantacuzeno, e li portò alla presenza del sultano. Quando Notara sfidò ancora il sultano, la risposta di questi fu sanguinosa: ordinò che lui ed i due ragazzi fossero decapitati sul posto. <b>Notara chiese solamente che i due ragazzi fossero uccisi prima di lui</b>, per impedire che la vista della sua morte rischiasse di farli titubare. Quando entrambi furono uccisi, Notara offrì il collo al boia. Il giorno seguente altri nove notabili bizantini furono arrestati e giustiziati.» Steven Runciman, The Fall of Constantinople 1453, Cambridge University Press, 1969, pg. 151. C'è anche un'altra versione della morte di Luca Notara, scritta da un componente della famiglia dei Ducas. (Ducas, Historia turco-bizantina 1341-1462, a cura di Michele Puglia, il Cerchio, Rimini). La moglie morì schiava sulla strada per Adrianopoli, nella città di Messene. Due membri della sua famiglia figurano tra i passeggeri di una nave genovese che sfuggì alla caduta della città. La figlia Anna divenne con la zia il punto focale della comunità bizantina espatriata a Venezia. Una collezione di lettere del Lucas Notaras in latino è stata pubblicata in Grecia con il titolo <i>Epistulae</i>. I titoli delle lettere sono: "Ad Theodorum Carystenum", "Scholario", "Eidem", "Ad eundem & Sancto magistro Gennadio Scholario". Notara figura come personaggio nel libro <i>Johannes Angelos</i> dall'autore finlandese Mika Waltari.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>Giovanni Giustiniani Longo</b>, Podestà di Caffa ed Ammiraglio della Repubblica di Genova, trovò precoce morte l'11 giugno del 1453 a Chio, per le gravi ferite riportate durante la difesa di Costantinopoli e del suo amico personale Costantino XI.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Antonio Rizzo</b>, a capo di un vascello veneziano, era partito dal mar Nero per Venezia ma, sotto Costantinopoli, non fermandosi al posto di blocco ottomano, fu cannoneggiato dalle terribili bombarde di Urbano di Transilvania. Raggiunta la costa assieme ad alcuni superstiti, fu catturato ed impalato, mentre i suoi uomini venivano massacrati dai Giannizzeri ottomani. La vicenda sconvolse ed indignò l'Occidente cristiano e il vacillante Impero d'Oriente e, a seguito di essa, la Serenissima intervenne in favore dei Bizantini, pur mantenendo relazioni diplomatiche con i Turchi.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIjsdXkqyWGXqgwQGAMZQfxL29wGEM60J10EEcYzkkrD_qX1DRLXOdM5GpKrUha34OZBTWH0rFW0D5sJ8_LbnfC4v5N4aO9rLS4tsgV1u0up8a8sB-kpObun6Vkr8jJUPn9fvkkKfKvxey/s1600/SultanMurads_with_janissaries.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1061" data-original-width="783" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIjsdXkqyWGXqgwQGAMZQfxL29wGEM60J10EEcYzkkrD_qX1DRLXOdM5GpKrUha34OZBTWH0rFW0D5sJ8_LbnfC4v5N4aO9rLS4tsgV1u0up8a8sB-kpObun6Vkr8jJUPn9fvkkKfKvxey/s200/SultanMurads_with_janissaries.jpg" width="147" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il sultano Murads con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
alcuni Giannizzeri,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
immagine di G. Jansoone</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- own photo of an old</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
document, Pubblico</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dominio, da:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=913262" target="_blank">https://commons.wik</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=913262" target="_blank">imedia.org/w/index.php</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=913262" target="_blank">?curid=913262</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> I <b>Giannizzeri</b> (dal turco ottomano: Yeniçeri, "nuova milizia", detti anche Beuluk) costituivano la <b>fanteria dell'esercito privato del sultano ottomano</b>, il c.d. Kapıkulu. Orhan I, secondo sultano dell'Impero ottomano, fu il fondatore del corpo dei Giannizzeri, <b>formato inizialmente con personale non musulmano</b>, specialmente giovani cristiani e altri prigionieri di guerra (mamelucchi). È possibile che Orhan sia stato ispirato dal modello delle futuwwa (ordini cavallereschi o religiosi islamici) nell'organizzazione di questo corpo militare. I Giannizzeri formarono <b>il primo esercito regolare ottomano</b>, che andò a rimpiazzare le precedenti truppe tribali, su cui non era possibile fare totale affidamento. Va inoltre precisato che, per ragioni di orgoglio sociale, <b>nessun uomo libero dell'Impero avrebbe accettato di combattere nella fanteria</b>, essendo l'impiego del cavallo un simbolo della posizione aristocratica. Con l'aumentare del prestigio e dell'importanza dei Giannizzeri, molti di essi iniziarono a desiderare maggiori diritti e una vita migliore. Nel 1449 si ribellarono per la prima volta, chiedendo e ottenendo paghe più alte. Episodi simili si ebbero più volte anche nei secoli successivi, con l'effetto di aumentare considerevolmente il benessere e i privilegi di questo corpo militare. Giunsero in più occasioni a perturbare gravemente la vita dell'impero, riuscendo per tre volte anche a destituire gli stessi sultani (il segno dell'inizio della ribellione era il rovesciamento della grande marmitta in cui era cotto il rancio dei soldati,[4] qazan, simbolo della coesione del corpo): casi celebri sono quelli di Osmān II nel 1622, Ibrāhīm nel 1648 e Selim III nel 1808. Con l'accumularsi di poteri e ricchezze i Giannizzeri si trasformarono in una forza fortemente conservatrice all'interno della società ottomana, solo formalmente soggetta all'autorità del sultano, formando una casta chiusa corrotta e parassitaria sull'omologo della Guardia pretoriana o delle Scholae palatinae nel tardo Impero romano, o dei Samurai sul finire del periodo di governo dello Shogunato Tokugawa. Alcuni sultani e visir ottomani dell'epoca, nel tentativo di attuare la riforma dell'esercito, ancora drammaticamente legato al servizio servile a favore del sultano, cercarono di recuperare il controllo del territorio fondando corpi di fanteria alternativi costituiti da gruppi di coscritti presi dalle zone rurali e addestrati secondo il modello europeo (il Nizam-ı Jedid). Questi<b> nuovi corpi di fanteria </b>vennero puntualmente <b>disarmati e sterminati</b> ancora in fase di costituzione proprio <b>dai Giannizzeri</b>, gelosi delle proprie prerogative e timorosi di potenziali rivali. Ciò non impedì, tuttavia, l'ammodernamento della flotta e dell'artiglieria ottomana da parte del sultano, che i giannizzeri - a torto - non percepivano come una minaccia al proprio potere.</div>
</div>
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: right;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiYtTSXbJzPR1-O8x1TNXe3FJtSbgBvOFwNrEd4Wv7a4jrMfdBL9aNUSsHUXzeP-E76Bcu_NM7g_eeUE_yzpPyHQjn9KiUp_VZfgY9bjDbc7Ksdp_hLUlRpaOaTMGPUnRU43k0Q30jmk_s/s1600/Nascita+di+Venere.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="526" data-original-width="815" height="128" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiYtTSXbJzPR1-O8x1TNXe3FJtSbgBvOFwNrEd4Wv7a4jrMfdBL9aNUSsHUXzeP-E76Bcu_NM7g_eeUE_yzpPyHQjn9KiUp_VZfgY9bjDbc7Ksdp_hLUlRpaOaTMGPUnRU43k0Q30jmk_s/s200/Nascita+di+Venere.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Sandro Botticelli: "La Nascita</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Venere" (1483-85).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.454</b> -<b> </b>Si firma la <b>Pace di Lodi</b> fra Milano e Venezia e <b>inizia </b>il<b> Rinascimento</b> italiano. La Pace di Lodi, firmata nella città lombarda il 9 aprile 1.454, mise fine allo scontro fra Venezia e Milano che durava dall'inizio del Quattrocento. La rilevanza storica del trattato risiede nell'aver garantito all'Italia quarant'anni di pace stabile, contribuendo di conseguenza a favorire la rifioritura artistica e letteraria del Rinascimento. Dopo la morte del Duca di Milano Filippo Maria Visconti, a Milano venne proclamata la Repubblica Ambrosiana. I governanti decisero di affidare la difesa del neonato stato a Francesco Sforza. Questi, dopo tre soli anni, si proclamò Duca di Milano. Difatti da tempo Venezia non aveva abbandonato le sue velleità di espandersi in Lombardia e strinse così un'alleanza con Alfonso d'Aragona, Re di Napoli, e l'imperatore Federico III d'Asburgo – che non aveva riconosciuto Francesco Sforza come Duca – contro quest'ultimo e i suoi alleati. Ma dopo soli tre anni giunse notizia della presa di Costantinopoli. Tale evento mise in pericolo l'assetto dei possedimenti veneziani nell'Egeo, così la Serenissima decise di porre una temporanea tregua alle guerre in Italia settentrionale stipulando assieme ad altre potenze italiane la Pace di Lodi. Venezia e Milano conclusero la pace definitiva il 9 aprile 1.454 presso la residenza di Francesco Sforza a Lodi; il trattato fu ratificato dai principali Stati regionali (prima fra tutti Firenze, passata da tempo dalla parte di Milano). Il Nord Italia risultava in pratica spartito fra i due Stati nemici, nonostante persistessero alcune altre potenze (i Savoia, la Repubblica di Genova, i Gonzaga e gli Estensi). In particolare, stabilì la successione di Francesco Sforza al Ducato di Milano, lo spostamento della frontiera tra i suddetti stati sul fiume Adda, l'apposizione di segnali confinari lungo l'intera demarcazione (alcune croci scolpite su roccia sono tuttora esistenti) e l'inizio di un'alleanza che culminò nell'adesione – in tempi diversi – alla Lega Italica. L'importanza della Pace di Lodi consiste nell'aver dato alla penisola un nuovo assetto politico-istituzionale che - limitando le ambizioni particolari dei vari Stati - assicurò per quarant'anni un sostanziale equilibrio territoriale e favorì di conseguenza lo <b>sviluppo del Rinascimento italiano</b>. A farsi garante di tale equilibrio politico sarà poi - nella seconda parte del Quattrocento - Lorenzo il Magnifico, attuando la sua famosa politica dell'equilibrio.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Tra <b>Mehmet II</b> (Maometto II) e la <b>Repubblica di San Marco </b>si giunge a un trattato di pace (del 1454), che si rivelerà nei fatti una semplice tregua: il sultano riattaccherà ben presto le posizioni veneziane dal Peloponneso alla Crimea, spingendo l'offensiva fino al Friuli. Contro le molte posizioni perdute, Venezia entra in possesso di Cipro e alla fine del Medioevo è la <b>città cosmopolita più importante e ammirata d'Europa</b>. L'<b>urbanizzazione della laguna</b> aveva richiesto modifiche idrauliche radicali, che spiegano l’assetto moderno, ad <b>opera degli ingegneri veneziani </b>del tardo Medioevo e del Rinascimento, preoccupati ad operare numerose diversioni delle foci fluviali (Po, Brenta, Bacciglione, Sile, Piave) per scongiurare il rischio dell’eccessivo apporto solido nelle lagune e il loro fatale interro. Nel XV secolo il territorio della Repubblica di <b>Venezia</b> si estende dall'<b>Adda</b> all'<b>Istria</b> e da parte dell'attuale provincia di <b>Belluno</b>, al <b>Polesine</b> veneto. Ma la decadenza comincia già a farsi sentire da eventi storici come l'accrescersi della potenza ottomana e la scoperta dell'America. Chiusa nel bacino del Mediterraneo, Venezia ne risente le irreversibili conseguenze e <b>finisce per volgere i suoi interessi</b> economici <b>verso l'entroterra</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.455</b> - Il regno inglese,
dopo la guerra dei cent'anni ebbe poco tempo per risollevarsi prima
dello scoppio della <b>guerra delle due rose</b> (1455-1485), un
susseguirsi di guerre civili per il trono tra il Casato dei <b>Lancaster</b>
ed il Casato di <b>York</b>, rami diversi della casa regnante dei
<b>Plantageneti</b> a cui appartenevau Edoardo III. Il nome della
casata deriva dal nome latino della ginestra,<i> planta genistae</i>,
il cui fiore fu adottato come simbolo araldico da Goffredo V il
Bello. In seguito il nome Plantageneto fu nuovamente assunto dalla
dinastia dei re d'Inghilterra a partire dal XV secolo: il primo a
usarlo fu Riccardo, terzo duca di York, padre di Edoardo IV e
Riccardo III, il quale apparentemente lo aveva assunto nel 1448. I
Plantageneti sono più o meno impropriamente chiamati anche Angioini
per il fatto che i loro <b>progenitori </b>furono i <b>conti di
Angiò</b>, ma per distinzione degli storici, il termine Angioino
viene solitamente attribuito solo ai membri delle successive casate
capetinge che governarono l'Angiò. La linea degli Angiò-Plantageneti
viene poi fatta risalire ad un oscuro nobile, <b>Ingelger</b>, in
latino Ingelgerius (Rennes, 845 - Tours, 888), visconte d'Angers, di
Tours e d'Orléans che in seguito acquisì la Contea d'Angiò.
Ingelger nacque in Bretagna, probabilmente a Rennes, verso l'845, e
secondo il <i>Chronicon Turonensis</i>, era parente di Ugo l'abate
(<i>nepos Hugonis ducis Burgundiæ</i>), marchese di Neustria, conte
d'Angiò, di Auxerre, di Nevers e di Tours, che fu anche arcivescovo
di Colonia, potente personaggio nella corte di Borgogna dell'epoca,
in quanto figlio del primo conte di Borgogna Transgiurana, Corrado I
e fratello del secondo conte di Borgogna Transgiurana, Corrado II. Fu
il capostipite della prima casa d'Angiò come padre del primo conte
d'Angiò, Folco I d'Angiò e i membri della famiglia furono anche
chiamati Ingelgeridi. La seconda casa d'Angiò, detta anche dei
Plantageneti, che succedette agli Ingelgeridi, discese da un ramo
femminile della dinastia, quando tutti i rami maschili si erano
estinti e quindi fu anche un ascendente della casa reale inglese dei
Plantageneti. Nella <b>guerra delle due rose</b>, alla fine dei
conflitti la corona era in possesso di un discendente per parte
femminile dei Lancaster che sposò la figlia maggiore del leader
degli York. Enrico VII d'Inghilterra e Elisabetta di York fondarono
così la dinastia dei <b>Tudor</b>,
che rimase sul trono dal 1485 al 1603.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal 1.456</b> - Fra il 1456 ed il
1457 <b>i Turchi ottomani invadono</b> la <b>Grecia</b>
e conquistano Atene mentre un'altra armata, muovendo da
Tessalonica, risale fino a Belgrado dove è respinta dalle truppe
crociate europee del generale Jànos (Giovanni) Hunyadi e dal frate
francescano Giovanni da Capestrano. In quei mesi si spengono il
Despota serbo Giorgio Brankovic, referente della corrente magnatizia
incline agli Ottomani contro la fazione degli
aristocratico/latifondisti, e il re d'Ungheria Ladislao Postumo. Al
primo succede inizialmente il primogenito Lazzaro e in seguito il
fratello Stefano, che era stato esiliato quando Mehmet II aveva
conquistato la fortezza di Semendria, mentre <b>al trono del regno
d'Ungheria</b> salirà <b>Mátyás Hunyádi </b>o <b>Mattìa Corvino</b>,<b> </b>figlio del Generale Jànos Hunyadi.</div>
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Nel 1456, tre anni dopo la conquistata di Costantinopoli, gli ottomani minacciarono l’Ungheria con l’assedio di Belgrado. <b>János Hunyadi </b>decise subito un’altra campagna contro i Turchi ed invase la Rumelia ottomana ma, colpito dalla peste diffusasi nel suo accampamento, <b>morì</b>. Solo la strenua <b>resistenza</b> degli<b> ungheresi</b> nell'assedio di Belgrado del 1456 e quindi la prigionia in Francia e in Italia del principe Cem, fratello di Bayazid II, <b>permetterà una pausa di circa 70 anni nell'espansione ottomana verso i regni dell'Europa centrale</b>. Ciò non impedirà comunque al sultano ottomano Mehmet II di annettersi la Grecia (nel 1456), la Morea o Peloponneso (nel 1460), l'Impero di Trebisonda (nel 1461) i Beylik di Anatolia non ancora sottomessi (nel 1472), le colonie genovesi del Mar Nero (nel 1475), l'Albania (nel 1479) oltre a incursioni in Friuli e l'invasione delle Puglie con la presa di Otranto nel 1480.</div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.457</b> - Dopo essersi espanso progressivamente sotto Roman I e i suoi successori, il <b>Principato di Moldavia </b>sotto Ștefan cel Mare (Stefano il Grande, 1457-1504), il più conosciuto principe moldavo, <b>arriva a formare un vasto dominio</b> che comprendeva il territorio tra i Carpazi a ovest, il fiume Nistro a est, il Mar Nero a sud, e la Bucovina a nord.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIXyRR7svk1eqW1EJhnVu_b0zL7JtKjob9bQi4fzbWzDGwi-AobOqFmOSnaUpIp3FZDvw69G81pPySxLaYvbX4AUBUhw3i_S5EGXBYBIf8iWOUNJ0_V9nHo8fUCAvTGQBO6TlQVijQaBiZ/s1600/M%25C3%25A1ty%25C3%25A1s+Huny%25C3%25A1di+o+Matt%25C3%25ACa+Corvino.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="657" data-original-width="680" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIXyRR7svk1eqW1EJhnVu_b0zL7JtKjob9bQi4fzbWzDGwi-AobOqFmOSnaUpIp3FZDvw69G81pPySxLaYvbX4AUBUhw3i_S5EGXBYBIf8iWOUNJ0_V9nHo8fUCAvTGQBO6TlQVijQaBiZ/s200/M%25C3%25A1ty%25C3%25A1s+Huny%25C3%25A1di+o+Matt%25C3%25ACa+Corvino.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Mátyás Hunyádi o Mattìa Corvino,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
da <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=349485" target="_blank">https://commons.wikimedia.</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=349485" target="_blank">org/w/index.php?curid=349485</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Da <a href="http://www.italiamedievale.org/sito_acim/contributi/guerre_ottomano_ungheresi.html" target="_blank">http://www.italiamedievale.org/sito_acim/contributi/guerre_ottomano_ungheresi.html</a>: <b>Mátyás Hunyádi </b>o <b>Mattìa
Corvino</b>, figlio di János Hunyadi,<b> </b>nato a Kolozsvár verso il 1440 e morto a Vienna nel
1490, <b>ottiene il trono ungherese nel 1457</b>, mentre è ancora a Praga,
prigioniero del re di Boemia Giorgio di Podebrady. Finalmente tornato
in una Ungheria indebolita da contrasti oligarchici e sostenuto dallo
zio materno Michele Szilàgyi nella lotta alla Nobiltà, aizzata da
Federico III e dagli hussiti penetrati nei territori del Nord,
Corvino visse i suoi primi anni di regno nella contesa dinastica col re boemo. Incaricò dell'azione antiturca Vlad III di Valacchia, rimosse le
turbolenze interne e, consolidata la sicurezza e l'ordine attraverso
adeguate riforme sociali ed economiche, si dette alla espulsione dei
nemici dalle province meridionali. Dopo averli sconfitti, nel
dicembre del 1463 occupò la fortezza bosniaca di Jaice e, nell'anno
successivo, appoggiato da Pio II intraprese la <b>campagna santa </b>contro
Maometto II. Nel 1468, previa promessa successoria
da parte di Federico III e di Papa Paolo II, riprese l'attività di
contrasto anti-hussita e guerreggiò ancora con Giorgio di Podebrady
finché, il 3 maggio del 1469, penetrato in Moravia, fu eletto re di
Boemia dai cattolici e mosse guerra anche ai polacchi, dopo che il
rivale aveva designato al trono Ladislao, figlio di Casimiro IV di
Polonia. Austria, Boemia, Valacchia e Polonia si coalizzarono allora
contro l'Ungheria: Corvino annientò il fronte ostile attorno a
Breslavia e salvò il regno dall'invasione. Col Trattato di Olomouc
del 1478, mantenne la titolarità dei territori boemi già occupati e
nel 1479, nella battaglia di Kenyérmezei affrontò Maometto II
riassumendo il pieno controllo dei territori danubiani. Aspirando
alla tiara imperiale si armò poi, contro gli Asburgo e nelle
quattro spedizioni comprese fra il 1477 ed il 1485 occupò la Stiria
e l'Austria meridionale, inoltrandosi fino a Vienna. Nel 1481,
infine, intervenne contro le incursioni condotte dai Turchi in
Italia, <b>riconquistando Otranto</b>, occupata l'anno precedente;
minacciando Istanbul e inserendosi nella contrapposizione tra Bayezid
III e Cem, figli del vecchio Sultano. Il successo della campagna,
considerato come un abbandono del conflitto antiottomano, gli procurò
la dura opposizione del Primate di Strigonia Giovanni Vitéz ed
allarmò gli Elettori del sacro romano imperatore che nel 1486, si affrettarono ad eleggere al
soglio dell'Impero Massimiliano, figlio di Federico III. La comune
esigenza di contrastare le velleità turche favorì, tuttavia,
l'avvicinamento fra gli Asburgo e Mátyás Hunyádi che nel 1490,
improvvisamente morì. Per il talento militare, diplomatico,
politico, legislativo e per la cultura e la sensibilità di mecenate, divenne una delle più attraenti figure del Rinascimento: alla
sua Corte di Buda conversero le più prestigiose espressioni
dell'arte e, nella grande biblioteca Corvina, furono raccolti
moltissimi e lussuosi codici realizzati a mano da copisti italiani.
Proprio con l'Italia egli ebbe stretti rapporti per effetto delle
nozze con Beatrice, figlia del Re di Napoli Ferdinando d'Aragona. Gli
successe Ladislao II di Boemia, della famiglia degli Jagellone, con
l'intento di istituire un solido <b>fronte ungherese-boemo-polacco</b>
che contenesse le ulteriori <b>aggressioni ottomane</b>.<br />
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.460</b> - Massicci <b>contingenti
turchi occupano il Despotato</b> bizantino <b>di Morea</b>, o
Peloponneso, vanamente difeso dalla Serenissima.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.461</b> - <b>Mehmet II </b>si
impadronisce anche dell'<b>Impero di Trebisonda</b>, sul mar Nero,
dove il suo ultimo Signore, David, è decapitato. Dopo aver
conquistato tutti i vari territori dominati dalle famiglie imperiali
bizantine, il Sultano guarda all'<b>Anatolia</b> ove le diverse
Signorie (i <b>Beylik</b>), già unificate dal suo antenato Beyazit I
il Fulmine, si erano frantumate a seguito della sconfitta inflittagli
da Tamerlano, nella Battaglia di Ankara del 1402 e le <b>riunisce
sotto il proprio dominio</b>. <span style="font-family: "times new roman" , serif;">È</span>
allora che Mehmet II (Maometto II) persegue l'<b>idea di diventare un
nuovo Cesare</b> conquistando Roma, chiamata dagli ottomani <i>Kizil
Elma</i>, ovvero “La Mela Rossa”, per ricostruire sotto il
proprio dominio, oltre all'impero romano d'oriente, anche la culla
dell'antico Impero romano. Allarmato, Pio II bandisce una crociata
cui si rende disponibile la sola Venezia, mentre Mehmet II occupa
Argo con altri porti nella Morea (il Peloponneso) e prende Corinto,
recuperata e nuovamente perduta dai Veneziani, dopodicché ritenta
l'impresa balcanica, invadendo Kosovo, Serbia e Bosnia. La tensione si fa altissima per le
apprensioni della Repubblica veneta riguardo alla Dalmazia: la
imponente presenza ottomana incombeva a Nord dei Balcani, in Boemia,
e alle spalle di Venezia, nelle città portuali della Croazia. <b>Mehmet II</b> è sempre più <b>deciso</b>,
intanto, ad <b>occupare</b> anche l'<b>Albania</b> per vendicare il
padre dall'affronto rivoltogli dall'Atleta di Cristo Castriota
Skënderbeu. Sempre più determinato a spazzare il Cristianesimo e
sempre più risoluto ad espugnare l'Occidente e Roma, pur già
sconfitto nel 1452 dagli eserciti di Vlad III di Valacchia, il
Sultano sferra l'attacco alla fortezza albanese di Krujë.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A fronte della ferma resistenza del
Castriota, manda ambascerie a proporgli una tregua sulla base
dell'<i>uti possidetis</i>, con la subdola intenzione di romperla nel
momento in cui fosse stato in forze. Mentre la si discute,
l'Ambasciatore Monsignor Giovanni Navarro informa il leader albanese
dell'<b>intento del Papa a porlo a capo di una nuova crociata</b>,
per cui i Principi cristiani respingono all'unanimità la proposta
turca e riprendono la guerra. Così Mehmed II si riorganizza ponendo
Sinan Pascià, Hussein Bey, Jussuf Pascià, Karagià Pascià alla
guida di un imponente esercito prima di richiedere un ulteriore
armistizio, che gli Albanesi subordinano all'immediato abbandono
turco delle albanesi Sfetigrad e Berati. Siglato l'accordo del 27 aprile del
1461 in accoglimento delle pressioni di Pio II e certo della
ambiguità della Serenissima e della necessità di sostenere le
ragioni ereditarie degli Aragonesi, già impegnati contro i Turchi e
nell'espulsione dei Mori dalla Spagna, Castriota Skënderbeu salpa da
Durazzo a bordo dell'ammiraglia Drin in direzione delle coste
italiane per sostenere Ferdinando di Napoli nella rivolta delle
Baronie inclini al pretendente angioino al trono.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.462</b> - Il 18 agosto ad
Orsara di Puglia, <b>Castriota Skënderbeu </b>conclude la sua
spedizione contro gli antagonisti di Ferdinando di Napoli ed è
raggiunto dalla notizia che due armate turche, comandate da da
Hussein-Bey e Sinan-Bey, si dirigono sull'Albania: tornato in patria,
le sconfigge a Skopjë, <b>imponendo a Mehmed II il trattato di pace</b>
della primavera del 1463. Il progetto di crociata, invece, è
avversato dal Consiglio di Guerra che non ritiene utile riattizzare
l'ostilità turca; tuttavia, il Primate di Durazzo Paolo Angelo
rileva che al nemico non occorrano pretesti per muovere una nuova
guerra quando abbia ricompattato le energie necessarie: in quel caso,
quali speranze di rivalsa avrebbe avuto l'Albania se anche Roma, come
già Costantinopoli, fosse caduta? Si trattava, dunque, non solo di una
lotta per la Patria e per la libertà, ma anche di una lotta per la
fede. Tuttavia il 14 agosto del 1464, lasciata Krujë e puntando su
Durazzo per accoglievi il Papa in arrivo da Ancona, Castriota
Skënderbeu è raggiunto dalla notizia della morte di Pio II. La circostanza è favorevole a Mehmed
II che, vista <b>sfumata la progettata crociata</b>, in settembre
scatena una dura offensiva attraverso Sceremet-Bey e il rinnegato
albanese Ballaban Pascià. Anche questa impresa si risolve nella
<b>umiliante sconfitta ottomana</b> al lago di Ocrida, reiterata da
un nuovo tentativo di assedio di Krujë della primavera del 1466. Furioso, allora, <b>Mehmed II </b>punta
su Sfetigrad ma è circondato ed <b>annientato</b> mentre il suo
Generale Jakup Arnaut Bey viene decimato a Berati. Tuttavia, ancorché
<b>vittoriosa</b>, l'<b>Albania era in ginocchio</b> e il Sultano,
rinfrancato dai buoni risultati conseguiti in Serbia, Bosnia,
Trebisonda, Morea e Romania, riorganizza le fila: a metà giugno di
quell'anno circonda di nuovo Krujë, affidando le operazioni di
assedio a Ballaban Pascià e massacrando a Modriç circa trentamila
persone senza distinzione di sesso ed età, mentre Castriota
Skënderbeu a Roma, viene accolto come un eroe da Paolo II, che gli
concede i richiesti aiuti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Nel 1.462 la lunga <b>decadenza economica</b> che aveva colpito l’<b>area di
Barcellona</b> in seguito alla peste nera e la diversificazione fra le
esigenze del ceto mercantile, bisognoso di sostegno e di pace, da
quelle del re d’<b>Aragona</b>, sempre più bisognoso di denaro e
di incassare tasse per la propria politica militare ed
<b>espansionistica in Italia</b>, raggiunge il culmine con lo scoppio
della <b>guerra civile</b> fra i sostenitori di Giovanni II
d’Aragona, padre di Ferdinando e i grandi mercanti che dominavano
la società catalana. In quella situazione era fondamentale per
Giovanni II rafforzare la posizione della monarchia e il modo
migliore per farlo era maritare il figlio Ferdinando con l'erede del
traballante trono castigliano, Isabella.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.467</b> - I <b>Turchi</b>
incalzarono marciando su Alessio, Scutari e Durazzo per fiaccare
Venezia e privare il leader albanese dell'ultimo alleato, ma <b>sono
nuovamente sconfitti</b>. Ma per la piccola regione, arginare la
incessante pressione era ormai sempre più difficile: l'ansia fu
condivisa dal Doge veneziano, che incaricò Francesco Capello Grimani
di trattare un'alleanza, che non fu discussa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.468</b> - Il 17 gennaio, dopo
aver tenuto in scacco i Turchi per vent'anni, <b>Castriota Skanderbeu</b> <b>si
spegne</b> ed i suoi partigiani riparano in Italia, mentre finalmente i
Turchi prendono gran parte dell' Albania. Si spostano in Montenegro
nel 1470, espugnandone la capitale ed uccidendone barbaramente il
Governatore veneziano e irrompono in Friuli nel 1472, con panico di
tutto l'Occidente, battendovi le truppe austro/serbe e sfasciando
l'infelice sodalizio stipulato da Venezia col Sultano del Montone
bianco, Uzum Hasan, per invadere il territorio anatolico.
Assoggettano quindi la Cilicia e con indicibili crudeltà ed orrori,
soverchiano i Turcomanni di Persia nel 1473. Malgrado l'essere stati sconfitti da
Stefano il Grande nella Battaglia di Vaslui del 1475, l'anno dopo
schiacciano i Moldavi nella Battaglia di Valea Alba ed espellono nel
1478 la Serenissima da Scutari, imponendole ad Istambul il 25 gennaio
del 1479, un disonorevole trattato di pace. Infine conquistano
definitivamente Krujë, mutandole il nome in Ak Hissar e
massacrandone la popolazione. Non c'erano, dunque, forze sufficienti
a condizionare l'irriducibile Sultano, cui restava da realizzare solo
il grande sogno di entrare in Roma ora che i confini del suo Impero
avevano obbligato la frastornata e sbigottita Comunità
internazionale a riconoscere<b> lo Stato ottomano come una
straordinaria realtà </b>politico-militare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Nel 1.468 la <b>Castiglia</b>, su cui regna Enrico IV, vive una fase
d’<b>instabilità</b> visto che il re è obbligato a riconoscere le
pretese al trono della sorella Isabella di Castiglia mentre
preferirebbe assicurare invece la successione al trono alla figlia
Juana “La Beltraneja” e dare la sorella Isabella in sposa al re
del Portogallo, Alfonso V. Isabella di Castiglia preferisce invece il
giovane Ferdinando d’Aragona, dalla fama di valoroso condottiero,
rispetto al vecchio re Alfonso V, potente, ricco e potenzialmente in
grado di ripudiarla al primo guaio. Ma doveva agire in fretta, prima
che Enrico IV cambiasse idea sulla propria erede. Da qui il
matrimonio clandestino del 1469 con il rischio del carcere per lei e
della vita per lui.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy7_dW65D2z9djcXKSmnTLdL-kwN2fJDnXwj-s3sRgPO9aPyTevsqaSKQjyz-v7B2Hiv0Q5WvuHQguCUX8NO9IjPvmaJquSujGLHV79v9cgYKpLMsAPFQs6147nwsvyAImij9UnAuYaT74/s1600/I+re+cattolici.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="305" height="163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy7_dW65D2z9djcXKSmnTLdL-kwN2fJDnXwj-s3sRgPO9aPyTevsqaSKQjyz-v7B2Hiv0Q5WvuHQguCUX8NO9IjPvmaJquSujGLHV79v9cgYKpLMsAPFQs6147nwsvyAImij9UnAuYaT74/s200/I+re+cattolici.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I re cattolici, da: <a href="https://www.lacooltura.com/2018/11/isabella-di-castiglia-ferdinando-aragona/" target="_blank">https://www.lacool<br />tura.com/2018/11/isabella-di-castiglia<br />-ferdinando-aragona/ </a></td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.469 </b>-
Il 19 di ottobre, i due giovani <b>Isabella di Castiglia</b> e
<b>Ferdinando d’Aragona</b>, i futuri “<i>Reyes Catòlicos</i>”,
si <b>sposano</b>, pur essendosi conosciuti di persona solo pochi
giorni prima, giungendo nella città castigliana di Valladolid, in
clandestinità e in povertà, con un re disposto a far incarcerare la
sposa, sua sorella ed erede e a eliminare di nascosto il giovane
principe suo sposo. Con denaro preso in prestito e grazie al via
libera di una falsa bolla papale, la mattina del 19 ottobre 1469, in
casa di amici fedeli, si uniscono in nozze i primi sovrani di ciò
che sarebbe divenuto il Regno di Spagna. </div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<b>Nel 1.472</b> - Viene <b>stampata</b> la "<b>Divina Commedia</b>", il<b> primo libro in lingua italiana </b>ad essere stampato. A Foligno, nell'attuale provincia di Perugia, il 5 e 6 di aprile, il tedesco di Magonza (Mainz in tedesco) Johannes Numeister e il folignate Evangelista Mei, stampano quella che Dante intitolò "Comedìa", come si evince dal colophon o colofone, la sigla finale nelle stampe dei libri antichi, contenente il nome dello stampatore e altre indicazioni relative alla stampa.<br />
<br />
<b>Nel 1.476</b> - L'8 novembre <b>Vlad III <i>Țepeș</i></b> Dracula occupa la capitale valacca Târgovişte, dove incontra Stephen V Báthory. I due si giurano fedeltà eterna l'uno all'altro e si impegnarono anche a perseguire una <b>grande crociata contro i turchi</b>. L'11 novembre, Stephen Báthory riferisce ai funzionari della città di Sibiu che la maggior parte della Valacchia è nelle mani di Dracula e aggiunge che "tutti i boiardi a parte due sono con noi" e "anche questi ultimi si uniranno presto a noi". Il 16 novembre Bucarest è espugnata dall'esercito di Stephen Báthory e il 26 novembre Dracula è ristabilito come <b>voivoda di Valacchia</b> per la <b>terza volta</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRvfYTZneoLqLFu8uZLOPBa8y4Kvps9Ok8ICy6oQ5Oyuvl-FoOWFBJVGCBS6dWFqC3ZHwFCNAUkt6zyRC59yleLd1fBaMEhCClYyINI-O-9-xm-rc4RUDfaEz_ZcSIXNBRuJsCpe5_1-w/s1600/europa+russia+XIII-XVI+sec.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRvfYTZneoLqLFu8uZLOPBa8y4Kvps9Ok8ICy6oQ5Oyuvl-FoOWFBJVGCBS6dWFqC3ZHwFCNAUkt6zyRC59yleLd1fBaMEhCClYyINI-O-9-xm-rc4RUDfaEz_ZcSIXNBRuJsCpe5_1-w/s200/europa+russia+XIII-XVI+sec.jpg" width="151" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della Russia dal<br />
XIII al XVI
secolo,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con l'espansione<br />
dal 1300 al 1586.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.478</b> -<b> I</b><b>van III sottomette Novgorod</b> e si libera del giogo mongolo (1.480).<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal 1.479</b> - Quando il re di Castiglia Enrico IV venne a sapere del matrimonio fra Isabella e Ferdinando, ne fu così sconvolto da riconoscere subito come propria erede l’illegittima Juana “La Beltraneja”. Di fatto ciò diede il via a una <b>lunga guerra di successione</b> al <b>trono castigliano</b>, a cui porre termine non bastò neppure la morte, nel 1474, di Enrico IV, sostituito poi da re Alfonso V, subito sollecito nell’appoggiare le pretese dinastiche di Juana “La Beltraneja”, che il re Alfonso V aveva pensato bene di sposare. Grazie all’audacia e al valore militare del novello sposo Ferdinando, che subito si dimostrò un’eccellente comandante, in grado di tenere testa sia ai riottosi nobili castigliani che sostenevano le pretese di Juana, sia alle armate di Alfonso V, entro la fine del 1479 “La Beltraneja” era sconfitta e l’<b>unione delle due corone</b> era suggellata in Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, <b>primi sovrani</b> di ciò che sarebbe stata la <b>Spagna</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>- </b>Nel 1.479 gli ottomani conducono una <b>seconda incursione in Friuli</b>, rendendo drammatica la situazione dei Veneziani che, minacciati dalla insopportabile pressione sulle frontiere ed atterriti da una imminente invasione, cedono i loro territori albanesi.<br />
<br />
<b>-</b> Nel 1479, <b>Stephen V Báthory</b> di Ecsed (in
ungherese Báthory István, in rumeno Ştefan Báthory, 1430-1493) <b>è nominato
governatore della Transilvania </b>e alla fine dell'agosto del 1479 una
spedizione ottomana dalla Bosnia, comandata da dodici pascià, invade
la Transilvania con una forza di 43.000 uomini. I Turchi si
spostarono molto velocemente attraverso quelle terre, saccheggiandole e lasciando a Báthory poco tempo per radunare la sua milizia a Sibiu. Pál
Kinizsi, il Ban di Timişoara, promise di aiutare Báthory. Mentre
Báthory si avvicinava a Sebeş , Ali Bey , uno dei pascià turchi,
aveva eretto un campo in una pianura tra Mureş e Sebeş, ignaro che
anche Kinizsi stesse andandogli contro. Il primo mattino del 13
ottobre, Báthory apparve sulle "altezze oltre il ruscello" e Ali fu costretto ad organizzare un eventuale ritiro
e l'evacuzione del suo bottino. Báthory ordinò al suo esercito di
prepararsi per la battaglia: i suoi 3.000 sassoni transilvani ,
sostenuti da una seconda linea di transilvani valacchi ,
componevano il fianco destro della formazione, sul fiume Mureş , mentre gli ungheresi
componevano il fianco sinistro. Lui e la sua pesante cavalleria
erano posti nel mezzo. I capi ottomani erano in disaccordo e i loro
preparativi per la battaglia tardavano. Aspettando, Báthory, fiducioso che Pál Kinizsi
arrivasse da un momento all'altro, diede l'ordine di attaccare. I sassoni della Transilvania aprirono l'attacco, ma furono
respinti, i transilvani ebbero lo stesso destino, con molti feriti o
uccisi. Báthory quindi caricò con la sua pesante cavalleria, ma
cadde da cavallo, cosa che allarmò i suoi compagni, che lo
interpretarono come un cattivo presagio e gli consigliarono di tornare
indietro o di ritirarsi in montagna. Ignorò il loro consiglio e, a
capo della sua cavalleria, caricò la prima linea ottomana con grande
forza. Ali quindi caricò con la sua cavalleria in una feroce battaglia che durò per tre ore. Báthory fu
gravemente ferito, sanguinava per sei ferite. Il suo cavallo
fu ucciso sotto di lui. Circondato da un muro di
cadaveri e rimanendo a malapena in vita, stava per
perdere la battaglia quando l'esercito di Pál Kinizsi, il Ban di Timişoara, apparve sulla
collina, annunciando il suo arrivo con tamburi e trombe. Circa 900
serbi sotto Demeter Jakšić , assistiti da numerosi cortigiani
del re, si lanciarono contro i turchi che, presi
di sorpresa, furono massacrati dal furioso Kinizsi. Dopo un rinnovato
attacco, si riuscì così a salvare Báthory. I pochi turchi sopravvissuti al
massacro fuggirono sulle montagne, dove la maggioranza fu poi uccisa dalla popolazione locale. Ali, che parlava rumeno, indossò
dei vestiti da contadino e fuggì in Valacchia . Circa 30.000 turchi
morirono nella battaglia, mentre Báthory perse 8.000 ungheresi e
circa 2.000 sassoni e valacchi della Transilvania.
I due comandanti banchettarono insieme alle loro truppe, con Kinizsi
che ballava con un turco morto come compagno. Ştefan Báthory fu in seguito accusato di usare
eccessiva crudeltà contro i Székely in Transilvania e fu deposto da
Vladislao II nel 1493. Morì poco dopo ma la sua famiglia tornerà a
governare come Voivodi e poi come principi della Transilvania.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.480</b> - Il 28 luglio, <b>Mehmed
II</b> muove <b>verso l' Italia</b> dal mare e <b>occupa Otranto</b>:
da poco elevato alla carica di 'sançak bey' di Valona, il suo
Generale Gedik Ahmed Pascià sferra una violenta offensiva alle coste
pugliesi, accampando pretestuosi diritti turchi sull'eredità dei
Principi di Taranto, ma di fatto aspirando ad aprirsi un corridoio
per raggiungere Roma e demolire il potere del Re Ferrante di Napoli.
La traversata del Canale fu garantita dalla cauta <b>neutralità
veneziana</b>: il 29 luglio, il presidio militare e gli abitanti
della cittadina si arroccarono nel castello opponendosi alla
intimazione di resa. Tuttavia, l'11 agosto, colpita dalla <b>formidabile
artiglieria ottomana</b>, dopo due settimane di eroica resistenza in
vana attesa dei soccorsi del Re e del figlio Don Alfonso Duca di
Calabria, Otranto è espugnata e i Turchi vi consumano un orrendo
sterminio. La più terribile delle carneficine
avvenne nella cattedrale, dove Clero e fedeli si erano rifugiati.
L'edificio fu sprezzantemente adibito a stalla e inumana fu la sorte
assegnata all'arcivescovo Stefano Pendinelli e al Conte Francesco
Largo, Comandante della guarnigione: segati vivi. Il 12 agosto
infine, fu decapitato un migliaio di cittadini indisponibili ad
abiurare. Il mondo cristiano era sconvolto da un
fremito di orrore e ripulsa, tuttavia, la marcia di Mehmet II era
inarrestabile: malgrado gli sforzi di una Lega organizzata da Paolo
II prima e da Sisto IV poi, sottrasse ai Genovesi Caffa sul mar Nero,
insediò sul trono di Crimea un khan di suo gradimento, rese
tributarie Circassia e Georgia e tentò l'assedio di Rodi,
strenuamente tenuta e difesa dai Cavalieri Ospitalieri. Comunque, molti aristocratici degli stati italiani, soprattutto in Toscana, mirarono ad allearsi agli Ottomani per sconfiggere i propri rivali al potere, mentre le alleanze generate e consolidate dall'eroe albanese Skanderbeg vennero meno e gli Ottomani conquistarono il territorio dell'Albania subito dopo la caduta del castello di Kruja e l'<b>Albania diventò così parte dell'impero Ottomano</b>. A seguito di ciò, molti albanesi fuggirono in Italia, principalmente in Calabria ed in Sicilia. La maggior parte della popolazione albanese rimasta, fu costretta a convertirsi all'Islam, riuscendo però a mantenere la relativa identità etnica. Rimarranno parte dell'impero Ottomano fino al 1.912.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.481</b> - Il 1° maggio, il Re
di Napoli raggiunge la straziata Otranto e vi si acquartiera con
solidi apparati di difesa congegnati da Pietro d'Orfeo e da Ciro
Ciri, Maestro Ingegniere del Duca d'Urbino, mentre il 3 maggio,
benché il suo chiodo fisso fosse l'Italia, l'<b>irriducibile Sultano</b>
attraversa il Bosforo per una nuova <b>spedizione in Asia</b>, forse
contro i possedimenti egiziani dei Mamelucchi, mirando al controllo
de La Mecca, onde essere riconosciuto ufficialmente Califfo, ovvero
Vicario del Profeta e Protettore dell'Islam.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parallelamente, mentre per disorientare
le truppe aragonesi del Duca di Calabria, Ahmed Pascià aggredisce le
<b>coste di Vieste</b> e in ottobre riattraversail Canale, dopo
una serie di scorrerie nei territori di Lecce, Taranto e Brindisi, papa Sisto IV proclama la <b>crociata anti-ottomana che non srà mai
combattuta</b>: il 4 di ottobre <b>Mehmet II muore avvelenato</b>. La notizia è accolta con unanime
sollievo dei cristiani, mentre <b>nell'Impero turco esplodeva la
guerra civile</b> fra i due figli ed eredi: Cem, appoggiato dalla
Corte e dal Gran Visir, contro <b>Bayazid</b>, sostenuto dai
Giannizzeri e <b>sospettato di parricidio</b>. Gedik Ahmed Pascià
sostenne quest'ultimo e gli chiese supporto per la spedizione
italiana, ma il nuovo Sovrano, diffidandone, lo richiamò a
Costantinopoli, lo fece arrestare e giustiziare il 18 novembre del
1482.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>Mehmed II</b>, che con
ferocia inumana aveva fatto assassinare anche il proprio primogenito,
fu assai <b>compianto dai Turchi</b> cui lasciò notevoli
testimonianze della sua attività amministrativa e politica: aveva
aperto la Corte ad Artisti, Umanisti ed intellettuali. Aveva lasciato
<b>in funzione la Chiesa bizantina</b> e ordinato al suo Patriarca di
tradurre in turco i testi cristiani, dando prova di tolleranza
religiosa, forse esito dell'estrazione religiosa materna. Aveva fatto
costruire la Moschea a lui intitolata: Fatih Cami, e il <b>Palazzo di
Topkapi</b>, realizzato dall'architetto Atik Sinan fra il 1463 ed il
1470. Aveva voluto la veneratissima Moschea di Eyüp in fondo al
Corno d'Oro già durante l'assedio di Costantinopoli, sul sito del
presunto ritrovamento delle spoglie di Abu Ayyub al-Ansari,
portabandiera del Profeta, morto nel 668 durante il primo assedio
arabo alla città. Aveva esteso le frontiere del suo Impero su gran
parte dei Balcani, dell'Asia Minore e dell'Africa settentrionale,
sulla Crimea, sulla Bosnia e sull'Albania. Aveva liquidato la
millenaria storia bizantina, aveva varato la riforma fondiaria e
riorganizzato l'apparato burocratico e, pur zelante musulmano, aveva
espresso fino alla fine crudelta, ambizione e bellicosità tale da
suscitare terrore nei nemici, nei sudditi e negli uffici di Corte;
tale da atterrire l'intero mondo del tempo, da provocare i
quattordici attentati cui sopravvisse, da non poter schivare il
<b>veleno propinatogli</b> in quel fatale 3 maggio del 1481.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Gli Ottomani spostarono poi la loro attenzione a oriente, espandendo i loro domini in diverse regioni dell'Asia e del Nordafrica, guidati da grandi sultani, come Bayazid II e Selim I, che abbatté il Sultanato mamelucco di Siria ed Egitto e conquistò tutti i paesi arabi del Vicino Oriente, acquisendo il titolo di protettore dei Luoghi santi di Mecca e Medina. Selim sconfisse inoltre il Safavide Shah Isma'il I di Persia nella battaglia di Cialdiran e creò una <b>flotta nel Mar Rosso</b>. Con questa espansione gli Ottomani entrarono <b>in competizione con l'Impero portoghese</b> per diventare la potenza dominante nella regione.</div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.488 </b>-<b> </b>La scoperta di nuove rotte commerciali da parte degli Stati dell'Europa occidentale permette di aggirare il monopolio commerciale ottomano. Il <b>superamento del Capo di Buona Speranza</b> da parte dei <b>portoghesi </b>nel 1488 dà inizio a una serie di guerre navali tra Ottomani e Portoghesi nell'Oceano Indiano che durerà per tutto il '500. Economicamente, l'enorme afflusso di argento spagnolo dal Nuovo Mondo provocherà una <b>netta svalutazione della valuta ottomana </b>e una fortissima inflazione.</div>
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.491</b> - Il 6 dicembre 1491, <b>Carlo VIII</b> di Valois, re di Francia, <b>sposa</b> l'erede del Ducato di Bretagna, la duchessa <b>Anna di Bretagna</b>, in un'elaborata cerimonia a Château Langeais.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Carlo VIII di Valois, (1470 - 1498) re di Francia dal 1483 al 1498 e brevemente Re di Napoli, come Carlo IV, nel 1495, era l'unico figlio maschio sopravvissuto di re Luigi XI e gli succedette quando era tredicenne, alla sua morte, avvenuta il 30 agosto 1483. Ambizioso, ma di salute cagionevole, considerato dai contemporanei di indole gradevole, ma privo di grande intelligenza politica e non adatto agli affari di Stato, il re tredicenne governò inizialmente sotto la reggenza della sorella maggiore, la principessa Anna di Beaujeu e di suo marito Piero di Borbone. In seguito la politica di Carlo VIII fu volta a<b> consolidare ed estendere il territorio del regno</b>. Ottenne per vie diverse l'annessione degli ultimi due grandi Ducati che godevano ancora di una forte autonomia rispetto alla corona francese. Il primo era il Ducato di Angiò (comprendente l'<b>Anjou</b> e la <b>Provenza</b>), tramite un complesso meccanismo ereditario.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFVyGhwJwHxN1DgBEaOEl2Jv8NtWJVrqkmSUsVkb1HGc_XxUE4DV6hsQsSnWYrDYNW-YOTZ6FcosPbLgtAfEg4bJgNVmLDTDn9jZEFv6ZqyDoUbQh8BhvsRlfLBk1d1smffl8LhEDsZgfF/s1600/Penisola+iberica+Reconquista+1300+fino+1498.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="423" data-original-width="403" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFVyGhwJwHxN1DgBEaOEl2Jv8NtWJVrqkmSUsVkb1HGc_XxUE4DV6hsQsSnWYrDYNW-YOTZ6FcosPbLgtAfEg4bJgNVmLDTDn9jZEFv6ZqyDoUbQh8BhvsRlfLBk1d1smffl8LhEDsZgfF/s320/Penisola+iberica+Reconquista+1300+fino+1498.png" width="304" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Tappe della Reconquista nella penisola
Iberica.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il secondo, il Ducato di <b>Bretagna</b>, lo ottenne tramite il suo matrimonio con l'erede, la duchessa Anna di Bretagna. Con il matrimonio Carlo VIII si liberò della reggenza della sorella e dell'influenza dei parenti: da allora poté gestire gli affari di Stato secondo le sue intenzioni. Alla sua corte c'era una vivace vita culturale: tra i poeti, spiccava la figura dell'umanista italiano Publio Fausto Andrelini. Con il Trattato di Étaples del 1492 e con quello di Barcellona del 1493 normalizzò i rapporti con l'Inghilterra e con il regno d'Aragona, ma al prezzo di onerose concessioni. Sempre nel 1493, con il Trattato di Senlis, pose fine alla guerra con l'Impero per la successione al trono di <b>Borgogna</b>, mantenuta con la rinuncia alla Franca Contea, all'Artois ed a parte delle Fiandre, ed annessa definitivamente nel 1497.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b></b><br />
<b></b><b>Nel 1.492</b> -<b> <span lang="it-IT">Caduta </span></b><span lang="it-IT">del </span><b>regno di Granada, </b><span lang="it-IT">ultima presenza araba in </span><b>Spagna</b><span lang="it-IT">. </span></div>
<span lang="it-IT"></span><br />
<span lang="it-IT"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-Hmg4cM5ddMBLDkaRyZN-V2DJgmarAHL1pVpwl6ZGl39RmWyCBea1z4VTuy2XzDj_8aE0j52JZtA5c4QfmM08xeuxjA2b2nQ9L7Kr6GPiyBMEpLAdEKeOyiH0M8N6sazr6Qq09Q_LsFc/s1600/mondo+scoperte+europei.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-Hmg4cM5ddMBLDkaRyZN-V2DJgmarAHL1pVpwl6ZGl39RmWyCBea1z4VTuy2XzDj_8aE0j52JZtA5c4QfmM08xeuxjA2b2nQ9L7Kr6GPiyBMEpLAdEKeOyiH0M8N6sazr6Qq09Q_LsFc/s400/mondo+scoperte+europei.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta del mondo nel 1.522 con segnalati
i viaggi di: Marco Polo 1271-95,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
primo viaggio di Cristoforo Colombo nel
1.492, Vasco De Gama nel 1.497-98,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Magellano nel 1.519-22, Amerigo
Vespucci nel 1.501-02. In verde le</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
colonie dei Portoghesi, in arancio le
colonie degli Spagnoli, in rosa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
quelle degli Inglesi, in blu quelle dei
Francesi. Sono inoltre indicate</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
le aree di insediamento di Aztechi e
Incas in centro e sud America.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0mUW7fjZ8KfNgb0V-Kt932QZo0cMEj18ekEnu8XurjC9CWCCmDWCqbaIfZIys6RxtYv0td8URQwZ2zOmpoHYNvNnzM_sLP6nraL6p97XuumvOe6w3ZnWAZ_Zzqo49dfXdcPZxhsgIO5Q/s1600/colombo1viaggio.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0mUW7fjZ8KfNgb0V-Kt932QZo0cMEj18ekEnu8XurjC9CWCCmDWCqbaIfZIys6RxtYv0td8URQwZ2zOmpoHYNvNnzM_sLP6nraL6p97XuumvOe6w3ZnWAZ_Zzqo49dfXdcPZxhsgIO5Q/s200/colombo1viaggio.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta del primo viaggio di Cristoforo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Colombo in America nel 1492.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<span lang="it-IT"><b>-</b> <b>Cristoforo Colombo</b> compie il primo viaggio a occidente per raggiungere le Indie, e non si rende conto di scoprire un <b>nuovo continente,</b> che da Amerigo Vespucci, che invece l'ha capito e mappato in parte, prenderà il nome di <b>America</b>. </span>Cristoforo Colombo (Genova, 451 - Valladolid, 20 maggio 1506), cittadino della Repubblica di Genova prima e suddito del Regno di Castiglia poi, è stato tra i più importanti navigatori protagonisti delle grandi scoperte geografiche a cavallo tra il XV e il XVI secolo.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKcQHVUQ7biez641WWp58mhtc1AO4lFvpeiewhlqa_IcK9vDU4eXhvtMxYhPBqpvh5BpIfLZ6JsarKkXsqxanAPoGUelJnFbKNzMKtzrXlz45nirZhDpK23Yzc0h46ztcvuqRcBKhPP-qA/s1600/colombo.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="259" data-original-width="194" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKcQHVUQ7biez641WWp58mhtc1AO4lFvpeiewhlqa_IcK9vDU4eXhvtMxYhPBqpvh5BpIfLZ6JsarKkXsqxanAPoGUelJnFbKNzMKtzrXlz45nirZhDpK23Yzc0h46ztcvuqRcBKhPP-qA/s200/colombo.jpg" width="149" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Genova, monumento a</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cristoforo Colombo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Marinaio sin da giovane, maturò l'idea dell'esistenza di una terra oltreoceano (secondo lui l'Asia) proprio durante i suoi viaggi da capitano di mare di navi indirizzate al traffico mercantile, anche se qualche secolo prima, le navi dei Cavalieri di Cristo portavano il simbolo tradizionale dei Templari, la croce patente rossa, e sotto la stessa insegna le tre caravelle di <b>Cristoforo Colombo</b> attraversarono l'Atlantico e raggiunsero il Nuovo Mondo. Cristoforo Colombo inoltre, aveva sposato la figlia di un ex <b>Cavaliere di Cristo</b> e aveva avuto modo di<b> consultare le carte </b>e i diari del suocero. Sicuro della correttezza delle proprie convinzioni, dapprima Colombo chiese i finanziamenti per inaugurare la nuova rotta al re Giovanni II del Portogallo, ma vistosi negati i fondi tentò con i re di Castiglia e Aragona, i quali, dopo alcune discussioni e soprattutto<b> grazie all'appoggio della regina di Castiglia</b>, Isabella, accettarono di finanziare l'impresa e di concedergli dei privilegi in caso di buona riuscita della stessa. Una volta salpato da Palos de la Frontera (nei pressi di Huelva, in Andalucia) il 3 agosto 1492, giunse nell'odierna isola di San Savador, nelle Bahamas. San Salvador il 12 ottobre dello stesso anno. A questo primo viaggio ne seguirono altri tre - sempre per le Americhe - di minore fortuna, che lo portarono alla rovina e al discredito presso la corte di Castiglia.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2EFaFXLQKGLnWVUcxUbHeSjx3FGtOAwqzqFEeN2G_A75DOVnUs-PVBpdvTUvrlKWD_wLhwuE0tYEuFnn6W6TtaaK6UmBn-e9Wju_-ZZsbw5zR161CjyjI9w0uTwmrqKHuL9j97Exidh0/s1600/sud+america+1503.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2EFaFXLQKGLnWVUcxUbHeSjx3FGtOAwqzqFEeN2G_A75DOVnUs-PVBpdvTUvrlKWD_wLhwuE0tYEuFnn6W6TtaaK6UmBn-e9Wju_-ZZsbw5zR161CjyjI9w0uTwmrqKHuL9j97Exidh0/s320/sud+america+1503.jpg" width="233" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta delle Americhe, centrale e del
sud</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
durante le prime colonizzazioni: in
rosso</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
gli Spagnoli e in viola i Portoghesi,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con la ripartizione del trattato di
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tordesillas. Sono indicate inoltre</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Rotte, strade, audencias</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e arcivescovadi.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.493</b> - Con il trattato di Tordesillas, <b>Spagna e Portogallo si dividono il Nuovo Mondo</b>.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQZq9vyPp_keZI-nOdnXWJPKnIgEKxm-k_wWULkz9TQsRsarN8xJ0FU6rKv_EOgbXvQ4k5p1OEZu0U7dNCpwsbQSNDxgQsGkhhwQHdHf0eXXQf7k-jZcyx2-VywEZpkumU3oJykpYFdk8/s1600/carta+etnie+e+ceppi+linguistici+nativi+nordamericani.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQZq9vyPp_keZI-nOdnXWJPKnIgEKxm-k_wWULkz9TQsRsarN8xJ0FU6rKv_EOgbXvQ4k5p1OEZu0U7dNCpwsbQSNDxgQsGkhhwQHdHf0eXXQf7k-jZcyx2-VywEZpkumU3oJykpYFdk8/s200/carta+etnie+e+ceppi+linguistici+nativi+nordamericani.jpg" width="177" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta delle tribù e gruppi etnici</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dei nativi nord e centro Americani</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
denominati Pellerossa, Indiani</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
d'America o Indios, prima della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
colonizzazione degli europei.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: center;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO7KBS0LIxZrSgJBoqhUiVG0u_Uc-iMPIdmzVE980Cfz60DfMhkHo-lx018_MzufAa0383qO6ZIV7dR2a5ZQF-j1SXFtJ8VaqAeT8RZNmkcAe3WHnhTR7-CSqQZCo_4EcjzR4edyBFmBw/s1600/sud+america+etnie030.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO7KBS0LIxZrSgJBoqhUiVG0u_Uc-iMPIdmzVE980Cfz60DfMhkHo-lx018_MzufAa0383qO6ZIV7dR2a5ZQF-j1SXFtJ8VaqAeT8RZNmkcAe3WHnhTR7-CSqQZCo_4EcjzR4edyBFmBw/s200/sud+america+etnie030.jpg" width="165" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta delle tribù e gruppi etnici</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dei nativi Sud Americani,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
denominati Indios, prima della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
colonizzazione degli europei.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib8UT6mJaIC6WNsRmOSbTqYLlY9kbNF9e0aSAGaopJ4ad9dDwEOnHe7Z07NZo2p6YSKSf_rGSc_BCDlUsVFzEo5Pc_xG_QZuJIt310NQyQMd4RSBMX6NZ1M6L14cXQRHl7jjjqP2W_x3s/s1600/carta+colonie+nord-americane+inizi.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="156" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib8UT6mJaIC6WNsRmOSbTqYLlY9kbNF9e0aSAGaopJ4ad9dDwEOnHe7Z07NZo2p6YSKSf_rGSc_BCDlUsVFzEo5Pc_xG_QZuJIt310NQyQMd4RSBMX6NZ1M6L14cXQRHl7jjjqP2W_x3s/s200/carta+colonie+nord-americane+inizi.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica degli inizi della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
colonizzazione degli europei dal 1492</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del Nord e Centro America.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In arancio le colonie degli Spagnoli,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in verde scuro le Portoghesi,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in rosa quelle degli Inglesi, in viola
i</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Francesi, in marrone le Olandesi,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in viola scuro la Svedese, in verde</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
chiaro quella dei Russi. Sono</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
segnalatele aree di insediamento</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
degli Incas e degli Aztechi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Accanto alle città, l'anno</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di fondazione.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcpHOp6lsTvsznxmu_ryWQ9mOtgAwDtN87lxTyzAQUzEN5Xgtxmv4n3OsItkn2xXHDfQlFqCW1uY_W_Z-a5fUiBEs5D3ASHLr_nAncfzuynkwcCyVPXJo7F542riE65PZ-p0RcwREKtQ0/s1600/prime+colonie+nord-est+america.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcpHOp6lsTvsznxmu_ryWQ9mOtgAwDtN87lxTyzAQUzEN5Xgtxmv4n3OsItkn2xXHDfQlFqCW1uY_W_Z-a5fUiBEs5D3ASHLr_nAncfzuynkwcCyVPXJo7F542riE65PZ-p0RcwREKtQ0/s200/prime+colonie+nord-est+america.jpg" width="136" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina geografica degli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
inizi della colonizzazione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
degli europei nel Nord-Est</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Americano con le colonie</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Olandesi del 1614-1664</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in marrone, (Nieuw</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Amsterdam diventerà poi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
New York), Svedesi nel</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1638-56 in viola, Inglesi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dal 1601in rosa. In bianco</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
i territori Irochesi.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
Per il post "Culture e aree culturali dei Nativi Nord Americani: gli Indiani d'America", clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div style="text-align: left;">
Per il post "Elenco tribù, personaggi eventi e cultura dei Nativi Nord Americani: gli Indiani d'America", clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqaTSbaeJVx_Cteqzq6vMk6xexYbzPrrvbvBaFRvJZVUwZS7enED8gFpnQ01dBPId7geOkzDIQJE0BS9V95SHbHhsRknUdz-pMQueFDcqO_NHGFp6EErkOT8gXSFP1VpESBoZhg1bGNvtS/s1600/Paracelsus.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqaTSbaeJVx_Cteqzq6vMk6xexYbzPrrvbvBaFRvJZVUwZS7enED8gFpnQ01dBPId7geOkzDIQJE0BS9V95SHbHhsRknUdz-pMQueFDcqO_NHGFp6EErkOT8gXSFP1VpESBoZhg1bGNvtS/s200/Paracelsus.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
"Paracelsus", con licenza</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Pubblico dominio tramite</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Wikimedia Commons -</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Paracelsus.jpg#/media/File:Paracelsus.jpg" target="_blank">https://commons.wiki</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Paracelsus.jpg#/media/File:Paracelsus.jpg" target="_blank">media.org/wiki/File:Para</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Paracelsus.jpg#/media/File:Paracelsus.jpg" target="_blank">celsus.jpg#/media/File:</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Paracelsus.jpg#/media/File:Paracelsus.jpg" target="_blank">Paracelsus.jpg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> <b>Nasce Paracelso</b>. Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim detto Paracelsus o Paracelso (Einsiedeln, 14 novembre 1.493 - Salisburgo, 24 settembre 1.541) è stato un medico, alchimista e astrologo svizzero, noto per aver battezzato lo zinco, chiamandolo zincum, considerato come il primo botanico sistematico, si laureò all'Università di Ferrara, più o meno negli stessi anni in cui si laureò Niccolò Copernico.<br />
Fino al 1.500 la composizione e i mutamenti della materia erano spiegati sulla base della dottrina dei quattro elementi di Aristotele: acqua, aria, terra e fuoco. Paracelso, per la prima volta, aggiunse ad essa una teoria che contemplava tre nuovi principi della materia (sale, zolfo e mercurio), contrassegnata dalla presenza di spiriti della natura responsabili delle sue trasformazioni e cambiamenti. Egli inoltre rifiutò l'insegnamento tradizionale della medicina, dando vita a una nuova disciplina, la iatrochimica, basata sulla cura delle malattie attraverso l'uso di sostanze minerali.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3KMr2OyWaC4TVedAwI-mRXZ5y9FzOQB915fg6LR_xSvPKPf23RJrcaHna5sJQCcMBfN3rdtgVJTrJg2lbLfzyEp9tCwHrOPZ9OM95TtsrZ7YakXBlMemhgqnOx2rxHOuQHormlqthx2Al/s1600/medaglia_di_carlo_VIII_di_francia%252C_recto.JPG" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="230" data-original-width="231" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3KMr2OyWaC4TVedAwI-mRXZ5y9FzOQB915fg6LR_xSvPKPf23RJrcaHna5sJQCcMBfN3rdtgVJTrJg2lbLfzyEp9tCwHrOPZ9OM95TtsrZ7YakXBlMemhgqnOx2rxHOuQHormlqthx2Al/s200/medaglia_di_carlo_VIII_di_francia%252C_recto.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Medaglione raffigurante Carlo VIII</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
risalente agli anni '90 del 1400.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.494</b> - <b>Carlo VIII</b> re di Francia<b> inaugura le cosiddette guerre d'Italia</b> (definite "<i>horrende</i>" dal Machiavelli): una lunga serie di otto conflitti, <b>con cui le grandi potenze europee si disputarono il controllo della penisola</b>, terminata solo nel 1559 con la Pace di Cateau-Cambrésis, che mutò profondamente la geografia politica dell'Italia. Carlo VIII, che vantava attraverso la nonna paterna, Maria d'Angiò (1404-1463), un lontano diritto ereditario alla corona del Regno di Napoli, indirizzò le risorse della Francia verso la conquista di quel reame,<b> incoraggiato da Ludovico Sforza</b>, <b>detto Il Moro</b> (che ancora non era duca di Milano ma ne era solo reggente) e sollecitato dai suoi consiglieri, Guillaume Briçonnet e de Vers. La riconquista del Sud della Penisola, già governato dalla Casata degli Angioini durante il secolo XIII, non comprendeva, nei progetti, anche la Sicilia. Quest'ultimo fatto depone a favore della tesi secondo la quale Carlo VIII non intendeva accrescere semplicemente i domini della sua Casata, ambizione comune a molte case regnanti di area mitteleuropea o anglosassone, ma farne piuttosto la base di partenza per quelle Crociate la cui eco era rinvigorita dalla cacciata degli arabi dall'ultimo possedimento spagnolo, il Regno di Granada (1492), avvenuta proprio in quegli anni. Il progetto politico della Res Publica Christiana Pro Recuperanda Terra Sancta aveva ancora presa nelle classi dirigenti europee nonostante la fine rovinosa cui andarono incontro sia la maggior parte di quel progetto stesso, sia coloro che intesero realizzarlo ben prima, intorno alla metà del Duecento. Discese in Italia il 3 settembre 1494 con un esercito di circa 30.000 effettivi dei quali <b>8.000 erano mercenari svizzeri</b>, dotato di un'artiglieria moderna. Venne accolto festosamente dai duchi di Savoia. Il suo esercito si accampò ad Asti, dove Carlo VIII ricevette l'omaggio dei suoi sostenitori: Margarita dè Solari fanciulla di undici anni (nel 1495 gli dedicherà Les Louanges du Mariage) alloggiando nel Palazzo del padre in Asti ne ascolterà le odi, il cardinale Giuliano della Rovere che diverrà papa Giulio II nel 1503 fino al 1513, Ludovico Sforza , detto il Moro<b> </b>con la moglie Beatrice d'Este ed Ercole d'Este, duca di Ferrara. A Pavia conobbe Gian Galeazzo Sforza e sua moglie Isabella d'Aragona . Isabella ne approfittò per scongiurarlo di proteggere la sua famiglia dalle mire di Ludovico Sforza. Tuttavia, un mese dopo questo incontro, il marito Gian Galeazzo Sforza morì, probabilmente avvelenato, e Ludovico il Moro divenne signore di Milano con il benestare dei francesi. Carlo, dapprima intenzionato a percorrere la via Emilia fino alla Romagna, ne venne dissuaso da atteggiamenti bellicosi di Caterina Sforza, signora di Forlì e Imola. Così, dopo una tappa a Piacenza, si diresse verso Firenze. La città era tradizionalmente filofrancese, ma la politica incerta del suo signore, Piero di Lorenzo de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, l'aveva schierata in difesa degli Aragonesi di Napoli. Il pericolo incombente dei saccheggi e delle violenze dell'esercito francese (enfatizzato da una violenta predica di Girolamo Savonarola) accentuò il rancore della maggior parte dei cittadini contro i Medici. Carlo VIII entrò il 29 ottobre a Fivizzano, saccheggiandola, e pose l'assedio alla rocca di Sarzanello, chiedendo che gli fosse lasciato il passo per Firenze. <b>Piero de' Medici</b>, mutato consiglio, all'insaputa della città, <b>gli concesse</b> più di quanto chiedesse: le fortezze di Sarzanello, di Sarzana e di Pietrasanta, le città di Pisa e di Livorno e <b>via libera per Firenze</b>. Tornato a Firenze l'8 novembre, <b>Piero</b> ne fu immediatamente <b>cacciato dai fiorentini</b>, che considerarono il suo atteggiamento vile e servile, e <b>proclamarono la Repubblica</b>. Allo stesso tempo i fiorentini agevolarono l'invasione di Carlo VIII, considerandolo restauratore della loro libertà e riformatore della Chiesa, il cui Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) era considerato indegno dal Savonarola. Carlo VIII però, timoroso di inimicarsi le potenze europee, non intendeva deporre il Borgia dal papato. <b>Marciò verso Roma</b> e prese dapprima Civitavecchia. Il 31 dicembre 1494, approfittando di una coincidenza fortunata, ottenne dal papa l'ingresso pacifico nella Città Eterna. L'accordo non risparmiò Roma dai saccheggi delle truppe francesi. Per evitarne un'ulteriore permanenza in città, il 6 gennaio 1495 Alessandro VI accolse Carlo VIII e ne autorizzò il passaggio negli Stati pontifici verso Napoli, affiancandogli come cardinale legato il figlio Cesare Borgia. Carlo VIII assediò Tuscania (Viterbo), distruggendone due terzieri e uccidendone 800 abitanti, ed espugnò poi il castello di Monte San Giovanni Campano trucidando 700 abitanti. <b>Il 22 febbraio 1495 occupò Napoli </b>praticamente senza combattere: il re Ferdinando II, detto Ferrandino, era già fuggito con tutta la corte in vista di una futura resistenza. Incoronato re di Napoli, vi stette fino a maggio quando il popolo e le armate napoletane, al grido di "ferro! ferro!", nuovamente rinvigorite sotto le insegne aragonesi del giovane re Ferrandino, riuscirono a scacciare i francesi dal Regno. La rapidità e la facilità con cui Carlo VIII aveva raggiunto Napoli e la posizione di dominio in Europa che gli derivava dall'unione delle corone di Francia e di Napoli suscitarono la formazione di una <b>Lega antifrancese</b>, composta da Venezia, Impero, Papato, Milano e Spagna. Carlo VIII comprese che era tempo di ritirarsi in Francia e cercò di valicare l'Appennino. Il 6 luglio 1495 trovò l'esercito della lega degli stati italiani a sbarrargli la strada nella <b>Battaglia di Fornovo</b> (Fornovo di Taro è in provincia di Parma). Negli anni successivi Carlo VIII tentò di ricostituire il suo esercito, ma senza successo, a causa dei grossi debiti contratti per la spedizione precedente. <b>Morì a 27</b> anni, il 7 aprile 1498, <b>per un incidente</b> nel castello di Amboise: <b>batté la testa contro l'architrave in pietra</b> di una porta mentre, a cavallo, si recava ad assistere a una gara di jeu de paume e nel giro di due ore entrò in coma e morì per emorragia cerebrale. Da Anna di Bretagna, Carlo ebbe quattro figli, morti tutti bambini: Carlo Orlando (10 ottobre 1492 - 6 dicembre 1495), delfino di Francia; Carlo (8 settembre 1496 - 2 ottobre 1496), delfino; Francesco (1497-1498), delfino; Anna (1498-1499). Carlo VIII fu così l'ultimo esponente del ramo regale della dinastia Valois, detto "dei Valois diretti". Alla sua morte il trono passò al cugino, il Duca d'Orléans Luigi II di Valois-Orléans, che regnò come Luigi XII di Francia. Al suo successore, Carlo VIII trasmise in eredità una Francia immersa nei debiti e nel disordine, risultato di un'ambizione definita, nella forma più benevola, irrealistica. Eppure la sua spedizione portò a contatti tra gli umanisti italiani e francesi, dando vigore alle arti ed alle lettere francesi nel tardo Rinascimento.<br />
<div>
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0-GNItfknLv__rPZWFaUC-lRHyR25Cdo8rqof9bzPcgm0Ug0HStFSvJ-C5oYGE6vYDBoD_jJjRmBqKDkArhX2YJWBZeKa5VDI5Xz38nE-bD5HFYcVGah4c_nYiA5AW8CKVZRsGx38uR4H/s1600/Francesco_granacci%252C_entrata_di_Carlo_VIII_a_Firenze.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="672" data-original-width="1024" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0-GNItfknLv__rPZWFaUC-lRHyR25Cdo8rqof9bzPcgm0Ug0HStFSvJ-C5oYGE6vYDBoD_jJjRmBqKDkArhX2YJWBZeKa5VDI5Xz38nE-bD5HFYcVGah4c_nYiA5AW8CKVZRsGx38uR4H/s320/Francesco_granacci%252C_entrata_di_Carlo_VIII_a_Firenze.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Francesco Granacci: "Entrata di
Carlo VIII a Firenze,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
17-11-1494", da <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12467507" target="_blank">https://commons.wikimedia.org</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12467507" target="_blank">/w/index.php?curid=12467507</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il periodo delle <b>guerre d’Italia</b>, che dal 1494, anno della discesa in Italia di Carlo VIII, giunge al 1516 e alla stipula del trattato di Noyon tra Francia e Spagna, è stato definito “<b>epifania e infanzia del sistema degli Stati europei</b>” (Galasso). Sia la preparazione diplomatica dell’impresa di Napoli da parte del re francese, sia le reazioni che la conquista del regno da parte di Carlo suscita nel complesso degli Stati europei avviano una lunga vicenda di conflitti politici e militari tra gli Stati dell’Occidente europeo, quasi tutti coinvolti nelle vicende che si concludono con l’emergere di un nuovo equilibrio europeo: la Francia acquisisce il Ducato di Milano (1516) e Ferdinando il Cattolico, fin dal 1503, conquista il Regno di Napoli. Durante le guerre d’Italia, dunque, matura la nascita di <b>un nuovo sistema di Stati</b>, in cui emergono i due assi portanti, costituiti dal Regno di Francia e da quello spagnolo, entrambi insediati nella penisola italiana, attorno ai quali, oltre all’Impero tedesco, formalmente al di sopra ma nella realtà sottoposto ad almeno uno dei due potentati, c’è l’Inghilterra, anch’essa in una condizione di subalternità, nonché gli altri Stati regionali italiani. Così, come afferma Giuseppe Galasso, si determina un’<b>interdipendenza</b> obiettiva <b>della politica degli Stati</b> che hanno agito nell’Europa durante le guerre d’Italia, pertanto essi si trovano <b>condizionati </b>nel loro comportamento e nelle loro iniziative <b>dalla presenza di una rete di rapporti internazionali</b>. Sono queste condizioni a germinare il nuovo sistema: la stabilità e la regolarità delle relazioni; la dinamica spontanea dei <b>pesi e dei contrappesi</b> per l’esistenza di un <b>gruppo di potenze reciprocamente interferenti</b>; l’inevitabilità delle sfide e delle risposte provocata da questo genere di relazioni.</div>
</div>
<div style="clear: both;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKh9whEGM6SjBb8wYAK8APyglsDSUdfY_rFpL-FKQ8GqbM3h8czmhD4sdN4bEGjhAIi7s3r4jt3Yt6aDrEJ00jpOCEs_ZWDPiWJ37G2LrQ0OzVzrCC06MZCf11wSAh8DnHi4rg1dkvY_yP/s1600/sistema+stati+europei.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="1280" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKh9whEGM6SjBb8wYAK8APyglsDSUdfY_rFpL-FKQ8GqbM3h8czmhD4sdN4bEGjhAIi7s3r4jt3Yt6aDrEJ00jpOCEs_ZWDPiWJ37G2LrQ0OzVzrCC06MZCf11wSAh8DnHi4rg1dkvY_yP/s320/sistema+stati+europei.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Sistema degli Stati europei, da http: <a href="http://www.novecento.org/insegnare-leuropa-contemporanea/perche-leuropa-ascesa-e-declino-del-primato-europeo-tra-otto-e-novecento-2737/" target="_blank">http://www.novecento.org</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="http://www.novecento.org/insegnare-leuropa-contemporanea/perche-leuropa-ascesa-e-declino-del-primato-europeo-tra-otto-e-novecento-2737/" target="_blank">/insegnare-leuropa-contemporanea/perche-leuropa-ascesa</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="http://www.novecento.org/insegnare-leuropa-contemporanea/perche-leuropa-ascesa-e-declino-del-primato-europeo-tra-otto-e-novecento-2737/" target="_blank">-e-declino-del-primato-europeo-tra-otto-e-novecento-2737/</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
Non è ancora sviluppata la <b>coscienza del principio di equilibrio</b> delle potenze di livello europeo, ma gli avvenimenti militari e diplomatici che, dalla calata di Carlo VIII fino alla pace di Noyon, si svolgono su vari scenari (soprattutto italiani) contribuiscono a definire gli interessi e le possibilità delle potenze europee le une rispetto alle altre. Emerge, così, una chiara concezione dell’<b>interdipendenza del sistema politico europeo</b> che ha ormai unificato i sistemi regionali precedenti. Intanto si sviluppa la <b>convinzione </b>che la <b>libertà</b> di ciascuna delle potenze e la <b>sicurezza</b> di tutte coloro che operano nel sistema <b>dipendano da un’azione comune contro ogni potenza che sembri acquistare una preponderanza eccessiva</b>. Uno dei fenomeni più interessanti verificatosi nell’Italia di Lorenzo il Magnifico, la nascita di un sistema diplomatico permanente, testimonia, con l’allargamento agli Stati europei delle ambasciate permanenti, come la coscienza dell’esistenza di un sistema di Stati sia divenuta una realtà dell’Europa moderna. (Da <a href="https://library.weschool.com/lezione/le-guerre-ditalia-e-il-sistema-degli-stati-europei-20094.html" target="_blank">https://library.weschool.com/lezione/le-guerre-ditalia-e-il-sistema-degli-stati-europei-20094.html</a>)<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal 1.495 -</b> L'aggressiva
<b>spregiudicatezza</b> della politica della <b>Repubblica di
Venezia</b>, la sua potenza economica e militare sono ancora tali da
far sospettare che miri al <b>predominio su tutta l'Italia</b>: nel
giro di pochi anni Venezia partecipa alla lega contro Carlo VIII
(1495) ed è presente alla battaglia di Fornovo. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Approfitta delle
difficoltà degli Aragonesi e s'impadronisce di alcuni porti
pugliesi, affacciandosi sullo Ionio, interviene nella guerra tra
Firenze e Pisa e per ottenere Cremona e la Gera d'Adda si allea con
la Francia contribuendo alla sconfitta dei Visconti. </div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0TX5ZHF6PzMl3XKLnYO8_fawUAYoNGspnXFuuCjhl30MBkqhozYwA3esCyXyUrfRIYyYZYuw0jC0FdEIiEBeby9oDK1Z91f-2xX3N64v5gjK194jZAqP0cOPbavmcYbUq729xMhNF37k/s1600/europa+nel+1500+2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0TX5ZHF6PzMl3XKLnYO8_fawUAYoNGspnXFuuCjhl30MBkqhozYwA3esCyXyUrfRIYyYZYuw0jC0FdEIiEBeby9oDK1Z91f-2xX3N64v5gjK194jZAqP0cOPbavmcYbUq729xMhNF37k/s320/europa+nel+1500+2.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta geografica dell'Europa nel 1.500.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dopo la caduta
del Valentino, occupa rapidamente Cervia e Faenza (1504) e toglie
agli Asburgo Gorizia e Trieste (1507/08). Le <b>potenze europee e
italiane allora si coalizzano per ridurla</b> ai soli territori della
laguna (Lega di Cambrai del 1508). Venezia è sul punto di soccombere
ma per sua fortuna l'accordo venne meno e si libera della Spagna, del
papa e della Francia restituendo le terre occupate dopo il 1494 e può
contrattaccare l'imperatore. Con la partecipazione alla Lega Santa
rientra poi in possesso di molti dei territori perduti e migliora
ancora la sua condizione attraverso una nuova alleanza con Luigi XII
(a Blois nel 1513). Con la Pace di Noyon del 1516, infine, riottiene
anche le ultime città rimaste in mano nemica.</div>
</div>
<b><br /></b>
<b>Nel 1.498</b> -<b> Girolamo Savonarola</b> è<b> bruciato sul rogo</b> a Firenze.<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b>
Tra il XV e il XVI secolo l'<b>Impero ottomano</b> vive un lungo
periodo di <b>conquiste ed espansione</b>, e prospera sotto una lunga
dinastia di sultani. L'economia dello Stato è florida anche grazie
al <b>controllo delle vie commerciali di terra </b>tra l'Europa e
l'Asia.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYqW4uQEnt5MG-M68VQU3B7CjJpcivKlM5uDP0F_apaj0_MKMcx3sL53HS55ti9N5eSf8m5TUzMJwUhK1SulBgWLYYt2jJKg-NWIjq8rX9P24yN651vopGrAT_In3lLTzXVbPoppTWEp4/s1600/La+Gioconda+di+Leonardo.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYqW4uQEnt5MG-M68VQU3B7CjJpcivKlM5uDP0F_apaj0_MKMcx3sL53HS55ti9N5eSf8m5TUzMJwUhK1SulBgWLYYt2jJKg-NWIjq8rX9P24yN651vopGrAT_In3lLTzXVbPoppTWEp4/s200/La+Gioconda+di+Leonardo.jpg" width="137" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Leonardo da Vinci:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Monalisa, "La Gioconda"</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(1.503).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.503</b> -<b> Leonardo da Vinci</b> dipinge "<b>La Gioconda</b>".<b> </b><br />
<b><br /></b>
<b>-</b> Il regno degli ultimi due re Jagelloni, Sigismondo I e Sigismondo II Augusto, dal 1506 al 1572, ma più in generale l'intero XVI secolo, è considerato l'<b>Età dell'Oro della cultura polacca</b> grazie alla fioritura dell'agricoltura, delle arti e dell'architettura, della cultura in generale e del miglioramento delle condizioni di vita e l'espansione delle città (come Cracovia e Danzica), influenzati dal Rinascimento italiano che caratterizzerà tutta la Renesans (Rinascita) della Polonia.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.507</b> -<b> </b>All'<b>America</b> viene assegnato il <b>nome</b> che ha ancora oggi per ricordare Amerigo Vespucci. Amerigo Vespucci, (1.454 - 1.512) fu un navigatore italiano, Segretario e diplomatico al servizio dei Medici, lasciò Firenze per missioni in Francia e in Spagna, dove si stabilì a Siviglia. Dopo un primo viaggio che avrebbe effettuato nel 1.497 verso i Caraibi, fu con Juan de la Cosa e Alonso de Hojeda, nel 1.499, in una spedizione organizzata per volere di re Ferdinando allo scopo di verificare le scoperte di Colombo, e toccò le foci del Rio delle Amazzoni e le coste del Brasile. In un successivo viaggio per conto del Portogallo esplorò la baia di Rio de Janiero e si spinse a sud fino in Patagonia. Convinto dalle relazioni di Vespucci che le terre appena esplorate fossero un nuovo continente e non l'Asia, il cosmografo tedesco Martin Waldeseemùller diede in suo onore il nome di America al "nuovo mondo" (1.507).<b> </b><br />
<br />
<b>Nel 1.508</b> - <b>Erasmo da Rotterdam</b> afferma la necessità di un'<b>imposta diretta sui redditi dei ricch</b>i.</div>
<br />
<b>Nel 1.509</b> -<b> <b></b></b>Nasce<b><b> <b>Giovanni Calvino</b></b></b>, che istituirà, nell'ambito della Riforma, il Calvinismo.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Peter Henle</b>, di Norimberga, costruisce l'<b>orologio</b>.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.512</b> - <b>Lorenzo di Piero de' Medici</b> può <b>rientrare a Firenze</b> grazie all'appoggio di papa Giulio II e della Lega Santa: un esercito spagnolo, al comando di Raimondo de Cardona, invade il Mugello e mette a sacco Prato e Campi Bisenzio in modo orrendo. Davanti a queste devastazioni, i fiorentini si arrendono ed accettano il ritorno della casata medicea. Tra le vittime delle repressioni e delle vendette che seguirono la restaurazione medicea, ci furono anche Niccolò Machiavelli, che fu esiliato nella sua tenuta di San Casciano in Val di Pesa ed il gonfaloniere Pier Soderini, che fu costretto all'esilio. Lorenzo di Piero de' Medici (Firenze, 12 settembre 1492 - Firenze, 4 maggio 1519), unico figlio maschio di Piero "il Fatuo" de' Medici e di Alfonsina Orsini, fu signore di Firenze e il primo ed unico duca di Urbino della dinastia Medici. Bello d'aspetto, cavalcatore e cacciatore, non privo di abilità e di astuzia, fu, per difetto di energia e di coraggio, inferiore alla sua fama, non degno che a lui Niccolò Machiavelli dedicasse Il Principe e che Michelangelo Buonarroti ne idealizzasse la figura nel "Pensieroso" delle tombe medicee. Era figlio di Piero II de' Medici ("il Fatuo") e di Alfonsina Orsini. Suo nonno era quindi Lorenzo il Magnifico, con il quale a volte viene erroneamente confuso per l'omonimia dei loro nomi e di quelli dei rispettivi genitori. Lorenzo visse la sua giovinezza a Roma, dove la famiglia de' Medici era riparata dopo la cacciata da Firenze nel 1494, <b>quando suo padre aveva aperto le porte della Toscana al re di Francia Carlo VIII</b> e i fiorentini si erano ribellati al potere della dinastia, dando vita ad una <b>nuova repubblica</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh94ekzG9N7DPsS4J3v3wkcdE0vSGO3zQ93ZTQj-Kl9f_zN0DeQPbAJLYXWp6NpsnaIaH6ZpSYr89ctL2nFq7f8lXIM2AZmKPTTdgfatqVASInEC7u4HlaGfClRcIIbKk_9BoNs4vhz7m5I/s1600/Machiavelli_Principe_Cover_Page.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="847" data-original-width="601" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh94ekzG9N7DPsS4J3v3wkcdE0vSGO3zQ93ZTQj-Kl9f_zN0DeQPbAJLYXWp6NpsnaIaH6ZpSYr89ctL2nFq7f8lXIM2AZmKPTTdgfatqVASInEC7u4HlaGfClRcIIbKk_9BoNs4vhz7m5I/s200/Machiavelli_Principe_Cover_Page.jpg" width="141" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Frontespizio de "Il</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Principe"e altri scritti di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Machiavelli, edizione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del 1550, da: <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11844670" target="_blank">https</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11844670" target="_blank">://commons.wikimedia</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11844670" target="_blank">.org/w/index.php?curid</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11844670" target="_blank">=11844670</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.513</b> - <b>Niccolò Machiavelli</b> <b>scrive</b> la sua opera di maggior rilievo, "<b>Il Principe</b>", dedicandola a Lorenzo di Piero de’ Medici, probabilmente nella speranza di fargli cosa gradita e di essere riammesso a Firenze. Il pensiero di Machiavelli e il termine "machiavellico" sono spesso stati disapprovati, in gran parte a causa della scarsa comprensione del suo metodo. "Machiavellico" è un termine associato alla falsa sintesi del pensiero filosofico di Machiavelli, ossia quella de "il fine giustifica i mezzi". Machiavelli è sicuramente rammentato per aver fondato in Europa la moderna idea della politica. "Il Principe" è sempre stato nell'Indice dei libri proibiti dalla Chiesa cattolica, in parte perché smontava le teorie politiche cristiane come quelle - rispettate da lungo tempo - di Sant'Agostino e Tommaso d'Aquino, ma soprattutto perché <b>Machiavelli annulla ogni nesso tra etica e politica</b>: infatti, secondo lui, il Principe deve cercare di sembrare magnanimo, religioso, onesto ed etico. Ma in realtà, i doveri di un principe non gli permettono di possedere alcuna di queste virtù. Il Principe ha sfidato la filosofia scolastica della Chiesa cattolica e <b>la sua lettura ha contribuito alla fondazione del pensiero Illuminista</b> e quindi del mondo moderno, occupando così una posizione unica nell'evoluzione del pensiero in Europa. «La corte di Roma ha severamente proibito il suo libro: lo credo bene! È proprio essa che egli dipinge più efficacemente» (Jean Jacques Rousseau, ne "Il contratto sociale"). Le sue massime più conosciute sono ampiamente citate anche oggi, in genere nella critica di leader politici: "<b>è molto più sicuro essere temuti che amati</b>", ma non è meglio essere odiati, e nemmeno ignorare virtù e giustizia quando questi non minacciano il proprio potere. Le idee di Machiavelli circa le virtù di un Principe ideale furono di ispirazione per la moderna filosofia politica e trovarono le più disparate e distorte applicazioni soprattutto nel XX secolo. Persino il concetto di Realpolitik si basa sulle idee di Niccolò Machiavelli. Magari è più ragionevole chiedersi quali teorie del ventesimo secolo non abbiano a che fare con Machiavelli. Anche quelle dell'economia politica sembrano di dovere qualcosa a quest'opera del Rinascimento. Le giustificazioni morali della colonizzazione delle Americhe nel XVI secolo possono trovarsi in parte in quest'opera, anche se molti colonizzatori e attività di costruzione imperiale hanno superato l'obiezione morale.<br />
<br />
<b>Nel 1.514</b> - L'8 maggio, <b>François</b> <b>d'Orléans</b>, il futuro re Francesco I, figlio di Carlo di Valois-Angoulême e di Luisa di Savoia, divenuto da fanciullo conte d'Angoulême per la morte del padre, <b>sposa</b> <b>Claudia di Francia</b> (1499 - 1524), figlia del re Luigi XII della Casa di Orléans e duchessa di Bretagna.<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.515</b> - Il 1° gennaio <b>muore Luigi XII</b> di Valois-Orléans, detto il "Padre del Popolo", che era stato Signore di Baux, Re di Francia dal 1498 al 1515 e Re di Napoli, come Luigi II, l'unico membro del ramo dei Valois-Orléans a diventare<b> re di Francia</b>. Dato che Luigi non aveva eredi maschi e che la <i><b>lex salica</b></i> franca rimaneva l'<b>unico documento giuridico</b> che regolasse le questioni di <b>discendenza</b>, negando alle donne la possibilità di salire al trono, alla morte di Luigi <b>gli succede</b> alla reggenza di Francia il genero François d'Orléans, Conte d'Angoulême, che assume il nome di <b>Francesco I </b>(1494 - 1547) divenuto re di Francia dal 1515 fino alla sua morte nel 1547, il primo della dinastia Capetingia dei Valois-Angoulême, che si estinguerà con la morte del nipote Enrico III, avvenuta nel 1589. La madre, rimasta vedova, aveva dovuto provvedere all'educazione dei figli e si era avvalsa dell'aiuto del suo confessore, Cristoforo Numai da Forlì, dato importante visto che l'<b>Europa del tempo era teatro di scontri religiosi importanti</b>, con la <b>Turchia islamica</b> che dilagava dai Balcani all'Ungheria, i <b>prìncipi tedeschi luterani</b> che si rifiutavano di contribuire al mantenimento della chiesa cattolica con relativa secolarizzazione dei beni ecclesiastici (come la <b>nascita del ducato di Prussia</b>), il <b>calvinismo ugonotto</b> che dilagava in Svizzera, Francia e nella futura Olanda e il monarca britannico che arrogava a sé il titolo di pontefice massimo, inaugurando l'<b>anglicanesimo</b>.</div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Nel 1.515 <b>Francesco I</b>, essendo pronipote di Valentina Visconti, crede suo diritto riottenere Milano come eredità familiare, per cui <b>discende in Italia in armi</b> in una spedizione lunga e sanguinosa. Il 13 settembre 1515, nelle vicinanze di Marignano a sud di Milano, in seguito chiamata Melegnano, a capo di un esercito francese e veneziano, <b>si scontra con l'esercito svizzero</b>, corso a dar manforte a Massimiliano Sforza, duca di Milano. La <b>vittoria</b> del monarca francese arresta la politica espansionistica dei Confederati e garantisce <b>alla Francia il controllo del ducato di Milano</b>. Grazie a questa vittoria inoltre, Francesco I costringe papa Leone X alla <b>trattativa per il possesso dei territori di Parma e Piacenza</b>. La trattativa si svolge a Bologna, condotta dal cancelliere di Francia Antoine Duprat e si conclude con il Concordato di Bologna che sancisce la <b>rinuncia da parte del papa ai territori in questione</b>, l'abolizione da parte del re di Francia, della Prammatica Sanzione di Bourges del 1438, il <b>diritto del re di Francia alla nomina di vescovi e abati</b>, ai quali il papa si sarebbe limitato al conferimento dell'autorità spirituale, quale <b>conferma del gallicanesimo</b>, autonomia dal papa e contestazione del suo potere assoluto in favore dei consigli generali della Chiesa nazionale e dei relativi sovrani.</div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLFD96XaI3YQErqHjxVh8r8M0uMJ-EyYrHVFtaxAlxvaVuyq0lQ_8Bkc-qAMhseTdBT7IFnPgE-E-r0fTuwWUzBpue12c_QdbpzVfbLLtYEfr_iEVYtTmNP3GGtVVlz34sYULwHR1q_b4/s1600/valentinois.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLFD96XaI3YQErqHjxVh8r8M0uMJ-EyYrHVFtaxAlxvaVuyq0lQ_8Bkc-qAMhseTdBT7IFnPgE-E-r0fTuwWUzBpue12c_QdbpzVfbLLtYEfr_iEVYtTmNP3GGtVVlz34sYULwHR1q_b4/s200/valentinois.jpg" width="172" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Antica carta del ducato di<br />
Valence, il Valentinois.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.516</b> -<b> </b>Cesare Borgia, figlio di Rodrigo Borgia, il papa Alessandro VI, benché in precedenza cardinale, attraverso un matrimonio acquisisce il titolo di duca del Valentinois, territorio del sud-est della Francia, per cui sarà conosciuto come <b>il Valentino</b>.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB4hXZCmjNHQOJuWmk88vQBdOTwHiw7GUD24SQdpkE6RNHCHpl2aO08IUI0xbmd64WFw1JMlW0lapIYk33S1z-A4pqCXhksLlD1KlpMLcrQt3Y9kcGO_lC74kOEAjMJkD3cl5rnGMWLkM/s1600/ita+Marina+Militare+Italiana.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB4hXZCmjNHQOJuWmk88vQBdOTwHiw7GUD24SQdpkE6RNHCHpl2aO08IUI0xbmd64WFw1JMlW0lapIYk33S1z-A4pqCXhksLlD1KlpMLcrQt3Y9kcGO_lC74kOEAjMJkD3cl5rnGMWLkM/s200/ita+Marina+Militare+Italiana.png" width="128" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Stemma della Marina</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Militare Italiana con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
le 4 bandiere delle</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
antiche Repubbliche</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Marinare di Venezia,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Genova, Amalfi e Pisa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Altre erano Ancona,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gaeta e la Ragusa al di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
là del Mare Adriatico.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> L'<b>Italia</b> di quei tempi è stata quindi il <b>laboratorio politico-economico-culturale</b> che ha prodotto:<br />
- I primi grandi <b>capitali monetari</b> che hanno determinato la nascita degli <b>istituti bancari</b>,<br />
- Nuovi <b>soggetti politici</b>, come ad esempio i <b>Comuni</b>, trasformatisi poi in Signorie, le <b>Repubbliche Marinare</b> e, nell'intreccio fra realtà urbane autonome e crescita economica, avanzamento del ceto della <b>borghesia</b> (composto da artigiani e commercianti) non aristocratico che verrà imitato da tutta Europa.<br />
- Sul <b>versante culturale</b>, la riscoperta dei classici degli antichi stimola l'uso della ragione, la ricerca e la sperimentazione.<b> </b><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_f5dN9owMZTmpVo9qO3p62nK5P4CgxO03wdmP5jW7TFsKQeuQfKZyelQNebSI3D3b8a5IUWkuDS2iy-D_yurVzrfh_yVdR6iDZ3nQ6jZSCIhVHzmdorY8erbRGSqBrNuvkVG6n8kuUAE/s1600/Scuola_di_atene+di+raffaello.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="136" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_f5dN9owMZTmpVo9qO3p62nK5P4CgxO03wdmP5jW7TFsKQeuQfKZyelQNebSI3D3b8a5IUWkuDS2iy-D_yurVzrfh_yVdR6iDZ3nQ6jZSCIhVHzmdorY8erbRGSqBrNuvkVG6n8kuUAE/s200/Scuola_di_atene+di+raffaello.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
"La Scuola di Atene" -
Raffaello Sanzio.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In quest'opera Raffaello rappresenta</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
i grandi filosofi del passato: Platone
e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Aristotele al centro, Diogene di Sinope</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
sui gradini ai loro piedi. Nel gruppo
alla</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
destra di Platone, Socrate che parla
con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
alcuni giovani, di cui quello con
l'elmo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
è Alessandro Magno. Epicuro, in basso</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
a sinistra consulta un testo retto da
un</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
putto. Alla sua destra, Averroè con il</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
turbante osserva Pitagora inginocchiato</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
mentre legge e dietro di lui l'unica</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
donna, Ipazia di Alessandria. Dalla
parte</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
opposta, di spalle con veste gialla,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Claudio Tolomeo che regge il globo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
terracqueo e alla sua destra,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Raffaello stesso.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiywWoGq6Q0AX1_GRonTxSf1IN_pIK0nc1y-cFJkg-rcCr_ddxNB6FEaRBaGxX-51HGCD5qyDZQSc6lma1hTND_auHlPrU2uRDyQdqEHRj9uBFTcBDr5JTnkaQWJ75xXliqN-tbAjH_0g8/s1600/michelangelo+creazione+adamo.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="92" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiywWoGq6Q0AX1_GRonTxSf1IN_pIK0nc1y-cFJkg-rcCr_ddxNB6FEaRBaGxX-51HGCD5qyDZQSc6lma1hTND_auHlPrU2uRDyQdqEHRj9uBFTcBDr5JTnkaQWJ75xXliqN-tbAjH_0g8/s200/michelangelo+creazione+adamo.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Michelangelo Buonarroti: "Creazione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Adamo" (cappella Sistina)</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqA8K0ktQD3vRyS6CcKUT1ZU_I5dFKDw_p0kfR7lgkTFSPikaEgMMpK9wAuSxABz0cT5WuSNzw-UfiGHcMG3Ke4PUyFFPj34ADCbloVUkdSYQ0HQcImFU05-2p4ehW6VF_w0RhzZCksoQ/s1600/michelangelo+la_creazione_di_eva.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="143" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqA8K0ktQD3vRyS6CcKUT1ZU_I5dFKDw_p0kfR7lgkTFSPikaEgMMpK9wAuSxABz0cT5WuSNzw-UfiGHcMG3Ke4PUyFFPj34ADCbloVUkdSYQ0HQcImFU05-2p4ehW6VF_w0RhzZCksoQ/s200/michelangelo+la_creazione_di_eva.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Michelangelo Buonarroti: "Creazione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Eva" (cappella Sistina)</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<b>-</b> Nel <b>Rinascimento</b> gli artisti riscoprirono le "divine proporzioni" della geometria sacra con cui costruivano gli antichi: la <b>proporzione aurea</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per costruire la sezione aurea del segmento AB, si traccia un triangolo rettangolo ABF, in modo che il cateto BF sia metà di AB. Per ottenere questa metà si tracciano due coppie di archetti a piacere nei punti C e D e poi si uniscono: il punto E di AB è la metà ricercata. Poi con un arco di cerchio con centro in B si interseca la verticale a B in F.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGg1kFRr1Cu6sIavz4rbMuaW3BGW5HQMBZNoze1vokaNFYswIJwty7KDA448g7JK_YaByIfVJjYODRoewtIeNsvn1Owt1m10l8JToUtDOrYH-GYVAMoU9vcAsTinV_6jVnfDHpeCHF3yo/s1600/piramude+cheope+sez+aurea.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="161" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGg1kFRr1Cu6sIavz4rbMuaW3BGW5HQMBZNoze1vokaNFYswIJwty7KDA448g7JK_YaByIfVJjYODRoewtIeNsvn1Owt1m10l8JToUtDOrYH-GYVAMoU9vcAsTinV_6jVnfDHpeCHF3yo/s200/piramude+cheope+sez+aurea.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La sezione aurea in un triangolo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
isoscele.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Fa seguito il congiungimento del punto A con F sul quale si punta il compasso e si esegue l'arco che congiunge B con G del segmento AF. AG è la sezione aurea che si cerca: di qui con il compasso, centrato in A e di raggio AG, si disegna l'arco che interseca il segmento AB e, lateralmente nei punti I ed L di confluenza con un arco di centro E. Ed ora l'ultima cosa da fare è tracciare due rette che collegano, B con I fino ad intersecare il prolungamento ortogonale al segmento AB in M, e poi, dalla parte opposta, B con L per arrivare alla semiretta ortogonale ad AB in N.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVP7hkx5N5frjrBL6WWC9HKzLns4CXfjv19yyx-lECwB9OlZ8wlsctsaCMXfxcxEKSrLo-43KUJxBqUCV7z55ECKIDKwr3lc62g7PKP-g3FEgOAIH-2pOeTdj2qigDHq9Kn-hbjdH28o8/s1600/piramide+cheope.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="139" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVP7hkx5N5frjrBL6WWC9HKzLns4CXfjv19yyx-lECwB9OlZ8wlsctsaCMXfxcxEKSrLo-43KUJxBqUCV7z55ECKIDKwr3lc62g7PKP-g3FEgOAIH-2pOeTdj2qigDHq9Kn-hbjdH28o8/s200/piramide+cheope.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La piramide di Cheope, a Giza,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
costruita secondo i sacri</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
rapporti.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il triangolo MNB è il triangolo della piramide di Cheope eseguito secondo il canone della sezione aurea.<br />
II rapporto AB:AH, che è uguale al rapporto AH:HB, è un numero irrazionale a cui viene attribuito il valore approssimativo 1,618... Numericamente questo rapporto è espresso da:<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf_wvUh7iFlmflQjQbd5UyDmwaNkRxOFnjyChSAuDTESjS_ktO3cngn0iwq33WG6qVbKK_Hshl4Oe3AzKSXl_DpBZIqTTUDh9MG-DJHKvpBXB_txR-q6CDWzxfR0aevD2Xv9quRO_QmSo/s1600/sez+aurea+-+formula+1.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="32" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf_wvUh7iFlmflQjQbd5UyDmwaNkRxOFnjyChSAuDTESjS_ktO3cngn0iwq33WG6qVbKK_Hshl4Oe3AzKSXl_DpBZIqTTUDh9MG-DJHKvpBXB_txR-q6CDWzxfR0aevD2Xv9quRO_QmSo/s200/sez+aurea+-+formula+1.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il numero Aureo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Si tratta anche di un numero che deriva dai rapporti fra due termini successivi della serie di Fibonacci al loro limite.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br /></div>
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf5vBpxlNHEL5P2zwNomKtzpYog7u2lvtfoategVBcEpnqXT4xzGDJu7ZQXLYb5ILXvhUxAv0OKr4udDIIIoqxFVNosY6mUx4ql-bCe45HfF1hv6dnSxWSuOkFJQmmEYq9r0s89rwJkJw/s1600/sez+aurea+-+monalisa.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf5vBpxlNHEL5P2zwNomKtzpYog7u2lvtfoategVBcEpnqXT4xzGDJu7ZQXLYb5ILXvhUxAv0OKr4udDIIIoqxFVNosY6mUx4ql-bCe45HfF1hv6dnSxWSuOkFJQmmEYq9r0s89rwJkJw/s200/sez+aurea+-+monalisa.jpg" width="129" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Proporzioni nella</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Gioconda"</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7gtYErFT5lyxFTtvqrDomtXAA59E8xVL_UfLVvxHW-dChSiUAHIyarSCNG2WuIfhAtkpBCbyVLJQ4vbtOEWUnNEig2CSvKYrjynqjCU5hd72dm48Dlpx4bXbj46TmAheUP-SrAKxmI9Q/s1600/sez.+aurea+-+parthenon.gif" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="123" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7gtYErFT5lyxFTtvqrDomtXAA59E8xVL_UfLVvxHW-dChSiUAHIyarSCNG2WuIfhAtkpBCbyVLJQ4vbtOEWUnNEig2CSvKYrjynqjCU5hd72dm48Dlpx4bXbj46TmAheUP-SrAKxmI9Q/s200/sez.+aurea+-+parthenon.gif" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Le proporzioni auree</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel Partenone di Atene.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFt1mFC8CPpjVB9gUBoxvNAeIMrID4mqNj0bfHg2W4RlBTJ6SY6xdjp_Vt5v6JPW2bWPQAm71NZHL4BV_deT_QjQPxHFQLVL1G3_B_pThAe94H4H2AGFrHjnwSt_sTUl8VdCTqwxR4SyQ/s1600/sez+aurea+-+partenon.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="139" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFt1mFC8CPpjVB9gUBoxvNAeIMrID4mqNj0bfHg2W4RlBTJ6SY6xdjp_Vt5v6JPW2bWPQAm71NZHL4BV_deT_QjQPxHFQLVL1G3_B_pThAe94H4H2AGFrHjnwSt_sTUl8VdCTqwxR4SyQ/s200/sez+aurea+-+partenon.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Studi geometrici sulla forma</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
del Partenone di Atene. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDjwkwrQ_S9ElO_rFy7QKtNARJ60xy6HurvdAt6V0YZAI5vLi_uJAF5E576A25iT52kqx_N8tpYpQN87qVuUaoMU54lxnbo6WJCWiomMVQybwlBvOWyOCCgXFzpa_sMj_hTsZIoJEHEnQ/s1600/sez+aurea+-+vitruvian.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDjwkwrQ_S9ElO_rFy7QKtNARJ60xy6HurvdAt6V0YZAI5vLi_uJAF5E576A25iT52kqx_N8tpYpQN87qVuUaoMU54lxnbo6WJCWiomMVQybwlBvOWyOCCgXFzpa_sMj_hTsZIoJEHEnQ/s200/sez+aurea+-+vitruvian.jpg" width="177" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Geometria sacra scoperta</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
da Leonardo da Vinci</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nell'"Uomo Vitruviano". </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSQrMP0rw3Dr3W15XO5Kbw4gSEMwEdAsovGRjUC0JB2nuIbXPi2vT_w7L8TPNsqa8yRNvByY4ZH7s5rsFN_Jzo9JlvFIW7lefB8zGbh52V0XN_jsHNrhQHfg2mvKg03eo3-VHrdTFql68/s1600/La+Donna+vitruviana+di+Leonardo.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSQrMP0rw3Dr3W15XO5Kbw4gSEMwEdAsovGRjUC0JB2nuIbXPi2vT_w7L8TPNsqa8yRNvByY4ZH7s5rsFN_Jzo9JlvFIW7lefB8zGbh52V0XN_jsHNrhQHfg2mvKg03eo3-VHrdTFql68/s200/La+Donna+vitruviana+di+Leonardo.jpg" width="141" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Sovrapposizione di "La</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gioconda" e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"l'uomo Vitruviano".</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: right;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQWzz8SVxJ_nykYgYDg8FkevKadqh81ja2fYPX70uy61MUnTdUvDYQqmgHmpvl4JQAhD-9kAcN331xKf9D4xeAQeui7s5K7up7FM2s6N3owPnCoZ_cm-9H9Q-_dU5mKHn2lPlqvLfe7EA/s1600/sez.+aurea+-+flagellazione+Piero+della+Francesca.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="140" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQWzz8SVxJ_nykYgYDg8FkevKadqh81ja2fYPX70uy61MUnTdUvDYQqmgHmpvl4JQAhD-9kAcN331xKf9D4xeAQeui7s5K7up7FM2s6N3owPnCoZ_cm-9H9Q-_dU5mKHn2lPlqvLfe7EA/s200/sez.+aurea+-+flagellazione+Piero+della+Francesca.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Piero della Francesca: "Flagellazione".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Si noti che il quadrato della</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
costruzione in cui avviene</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
la flagellazione è in rapporto</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
aureo con il rettangolo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dell'opera intera.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiORJFCmgKpUDiMliNs-N_BcgbNbkihEvhV7_aFqWckiqI3gI8sTo10f1lOM1GcAWA58beP8ScGUqifddG9m4P43wtJWcoYTaQz-1XOvuaRIPaYaTDlIsdGLzLsIoi2BPRFUswM8zx3SDI/s1600/sez+aurea+-+sposalizio+vergine+opera.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiORJFCmgKpUDiMliNs-N_BcgbNbkihEvhV7_aFqWckiqI3gI8sTo10f1lOM1GcAWA58beP8ScGUqifddG9m4P43wtJWcoYTaQz-1XOvuaRIPaYaTDlIsdGLzLsIoi2BPRFUswM8zx3SDI/s200/sez+aurea+-+sposalizio+vergine+opera.jpg" width="131" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Raffaello Sanzio:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Sposalizio della Vergine"</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhn0cS889vzYUdwH4ctEOgF-x-URU7mA5ZbP41X53DJqoP33sdPiGc7y8NrFfrCsR9qw0dGYwQpBonBw-4hP_CczaH2HG976lbhY30ZzZLsobrWPvTZqaQp0s6wlGYF-qfLvK87eyFHZv4/s1600/sez+aurea+-+sposalizio+vergine+1.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhn0cS889vzYUdwH4ctEOgF-x-URU7mA5ZbP41X53DJqoP33sdPiGc7y8NrFfrCsR9qw0dGYwQpBonBw-4hP_CczaH2HG976lbhY30ZzZLsobrWPvTZqaQp0s6wlGYF-qfLvK87eyFHZv4/s200/sez+aurea+-+sposalizio+vergine+1.jpg" width="133" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Studi geometrici su:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sposalizio della Vergine</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Raffaello Sanzio. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.517</b> - <b>Martin Lutero</b> pubblica le "<b>Tesi di Wittenberg</b>". Inizia così la <b>Riforma</b>, la chiesa cattolica romana subisce una scissione che definirà "protestantesimo". La conseguenza politico-economica più visibile nell'adesione alla cristianità riformata da parte di un Principe, era la <b>secolarizzazione dei beni della chiesa cattolica di Roma </b>nei suoi domini.<br />
Così ad esempio, l'<b>ordine dei Cavalieri Teutonici venne sciolto</b>, il suo gran maestro divenne principe dei territori dell'ex-ordine, che presero prima il nome di Bradenburgo, poi<b> Prussia</b>.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>Nel 1.518</b> - Dalla Cina viene introdotta in <b>Europa la porcellana</b>.<b> </b><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8zin9oG4p68lJ3MEn2ZJil3cFmW57TOrstXNXZQIwiL6t3D1-chFW76l4H17BCn3dAj9sRtUtIY5A7UAAFUWPI180WPkZdMzf3MW5HGy4jFIiTbF4zt7cRjrPx1cMYQvGQ9ivxQvlnDk/s1600/europa+riforma+XV-XVI+sec.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="172" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8zin9oG4p68lJ3MEn2ZJil3cFmW57TOrstXNXZQIwiL6t3D1-chFW76l4H17BCn3dAj9sRtUtIY5A7UAAFUWPI180WPkZdMzf3MW5HGy4jFIiTbF4zt7cRjrPx1cMYQvGQ9ivxQvlnDk/s200/europa+riforma+XV-XVI+sec.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina dell'Europa nel XV - XVI</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
secolo, con le aree delle religioni:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
cattolica, luterana, calvinista,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
anglicana, ortodossa, musulmana.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b></b><br />
<b></b><b>Nel 1.519</b><span lang="it-IT"> - N</span>ella <b>corsa al potere</b> per la corona del <b>Sacro Romano Imperatore</b>,<b> Francesco I</b> <b>perde l'elezione</b> alla carica imperiale (1519) in favore di <b>Carlo V </b>d'Asburgo, che <b>riuscirà a comprare i voti</b> degli elettori grazie al sostegno finanziario del<b> banchiere tedesco</b> Jacob Fugger. <span lang="it-IT">Inizia così il <b>regno di Carlo </b></span><span lang="en-US"><b>V</b>. </span>In quegli anni <b>si afferma</b> il fatto che l'<b>Europa</b> non è più solo un piccolo continente, ma un <b>sistema di Stati interdipendenti</b><b> nel sistema politico europeo</b> che ha ormai unificato i sistemi regionali precedenti. Intanto si sviluppa la <b>convinzione</b> che la <b>libertà</b> di ciascuna delle potenze e la <b>sicurezza</b> di tutte coloro che operano nel sistema <b>dipendano da un’azione comune contro ogni potenza che possa acquistare una preponderanza eccessiva</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-1848754818265217292019-04-09T15:53:00.005-07:002021-06-12T12:12:14.777-07:00Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjde1mUBH0N7lL-eGKTmGo2fQHEABJLwPAp7wBMzeANGe-bzxFt2YG96Pd2R9_jkal2vBd1mOGHU9p6UOEPkRaTvteGaQUnD7aJrRuRefxBUlzvO4evjjcVOysUqxMGS9_0zjt9RNBNNRd0/s1600/Regno+di+Sardegna+Giudicati+sardi.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjde1mUBH0N7lL-eGKTmGo2fQHEABJLwPAp7wBMzeANGe-bzxFt2YG96Pd2R9_jkal2vBd1mOGHU9p6UOEPkRaTvteGaQUnD7aJrRuRefxBUlzvO4evjjcVOysUqxMGS9_0zjt9RNBNNRd0/s200/Regno+di+Sardegna+Giudicati+sardi.png" width="130" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
I giudicati sardi nel 1300.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1FqYKBzHcKz9xLj7BeqLAWD9dDSWnTFhuLyYSp-xN_etDMWSIHRFhF5c7QBTyzeqKwxY9Dk3f32JCcVrb5IryynTmPSVE5QlB4XJNduguLhBRaMvVH4X9wM2IEF11A7KjXk0ocTqmWB2V/s1600/Domini+della+Corona+nel+d%2527Aragona+1385.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="86" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1FqYKBzHcKz9xLj7BeqLAWD9dDSWnTFhuLyYSp-xN_etDMWSIHRFhF5c7QBTyzeqKwxY9Dk3f32JCcVrb5IryynTmPSVE5QlB4XJNduguLhBRaMvVH4X9wM2IEF11A7KjXk0ocTqmWB2V/s200/Domini+della+Corona+nel+d'Aragona+1385.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Domini della corona d'Aragona</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel 1385.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.324</b> -<b> </b>Per risolvere la crisi politica e diplomatica sorta tra la Corona d'Aragona e il ducato d'Angiò a seguito della Guerra del Vespro per il controllo della Sicilia, fu creato il <b>Regno di Sardegna</b>. L'atto di infeudazione, datato 5 aprile 1.297 affermava che il regno apparteneva alla Chiesa e veniva dato in perpetuo ai re della Corona di Aragona in cambio di un giuramento di vassallaggio e del pagamento di un censo annuo.<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
Fu conquistato territorialmente <b>a partire dal 1.324 con la guerra</b> mossa dai sovrani <b>Aragonesi</b> contro i <b>Pisani</b>, in alleanza col Regno giudicale di <b>Arborea</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDWh5v7x-EcsrGZN3vTerHXEeEDIhLYkpOlECanCpKPHGRTadzgZsX7rVCIJukeLJ18dRNJqZy25uAHQ6qsskDwevANzZSyHf_RQite12f3SGOwwu5jvAtfnJZD1IOR5qUUBVt1WxVUBxO/s1600/Anjou+en+France_Nord_Ouest_1050.jpg" style="clear: right; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="301" data-original-width="300" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDWh5v7x-EcsrGZN3vTerHXEeEDIhLYkpOlECanCpKPHGRTadzgZsX7rVCIJukeLJ18dRNJqZy25uAHQ6qsskDwevANzZSyHf_RQite12f3SGOwwu5jvAtfnJZD1IOR5qUUBVt1WxVUBxO/s200/Anjou+en+France_Nord_Ouest_1050.jpg" width="199" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
L'Angiò (Anjou), da: <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Geoffrey_I,_Count_of_Anjou#/media/File:France_Nord_Ouest_1050.jpg" target="_blank">https://en.</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Geoffrey_I,_Count_of_Anjou#/media/File:France_Nord_Ouest_1050.jpg" target="_blank">wikipedia.org/wiki/Geoffrey_I,_</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Geoffrey_I,_Count_of_Anjou#/media/File:France_Nord_Ouest_1050.jpg" target="_blank">Count_of_Anjou#/media/File:</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Geoffrey_I,_Count_of_Anjou#/media/File:France_Nord_Ouest_1050.jpg" target="_blank">France_Nord_Ouest_1050.jpg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
La conquista fu a lungo contrastata dalla resistenza sull'isola dello stesso Giudicato di Arborea e poté considerarsi parzialmente conclusa solo nel 1.420, con l'acquisto dei rimanenti territori dall'ultimo Giudice per 100.000 fiorini d'oro, nel 1.448 con la conquista della città di Castelsardo (allora Castel Doria). Il <b>Regno di Sardegna</b> fece parte della Corona di Aragona fino al 1.713, anche dopo il matrimonio di Ferdinando II con Isabella di Castiglia, allorquando l'Aragona si legò sotto il profilo dinastico (ma non politico-amministrativo) prima alla Castiglia, poi - in epoca già asburgica (a partire dal 1.516) - anche alle altre entità statuali governate da tale Casa (Contea di Fiandra, Ducato di Milano, ecc.).<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Dal 1.324, nel secolo successivo alla morte di Osman I, il <b>dominio ottomano</b> comincia ad estendersi <b>sul Mediterraneo orientale</b> e sui <b>Balcani</b>. Il figlio di Osman, Orhan I, conquistò la città di Bursa nel 1324 e la rese nuova capitale dello Stato ottomano. La caduta di Bursa implicò la perdita del controllo bizantino sull'Anatolia nordoccidentale. E dopo Bursa, nel 1337 fu conquistata Nicomedia. Poi, nel 1354 gli Ottomani superarono lo stretto dei Dardanelli e si espansero nella ''Rumelia'', conquistando Adrianopoli (1361), Sofia (1386) e Salonicco ai veneziani nel 1387. La vittoria ottomana in Kosovo nella battaglia della Piana dei Merli segnò il declino dell'Impero serbo e la fine del suo controllo sulla regione, aprendo la strada all'espansione ottomana in Europa. A essa seguì la conquista del regno di Bulgaria nel 1393, grazie alla quale gli Ottomani arrivarono a minacciare l'Ungheria.</div>
<br />
<b>Nel 1.325</b> -<b> </b>Comincia con <b>Ivan I</b> l'<b>ascesa di Mosca</b>.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.327</b> - Il 13 maggio,
l'imperatore <b>bulgaro</b> Michele III Shishman e l'imperatore
romano-orientale (<b>bizantino</b>) Andronikos III Paleologo,<b>
firmarono un trattato contro la Serbia</b> lanciandogli contro una
campagna congiunta. La campagna inizia nel luglio del 1330, quando i
bizantini invadono la Serbia da sud, ma dopo aver conquistato diverse
fortezze la loro campagna è interrotta per ordine di Andronikos III.
Nel frattempo l'esercito bulgaro, che contava circa 15.000 uomini,
attacca da est. Il 24 luglio, gli <b>eserciti di Bulgaria e Serbia
</b>(che contava circa 18.000 uomini) <b>si scontrano vicino alla
città di Velbazhd</b> (a Kyustendil). Nonostante la tregua di un
giorno concordata dai due governanti, i serbi non mantengono la
parola data e attaccano i bulgari, mentre erano sparpagliati alla
ricerca di provviste. Colti di sorpresa e in inferiorità numerica, i
bulgari cercano di organizzare una resistenza, ma vengono sconfitti e
il loro imperatore Michele III Shishman viene ferito e catturato dai
vincitori, morendo quattro giorni dopo. Nonostante la loro vittoria,
i serbi non sono stati in grado di continuare la loro campagna
all'interno della Bulgaria.</div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBTXNIqMxqsFgYx1P2MnKvZr-ho4cq5GYMuwmSLU4zL5eecTaOMTBe6sEz2pCU5wCQcxyfd_1C3OkThBsfNuOrIrIAP2bfW4XxL_gk4STMWxyqhDisPkScb0uhe5ZZv20W2e_1TN0JMRCJ/s1600/Valacchia.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="302" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBTXNIqMxqsFgYx1P2MnKvZr-ho4cq5GYMuwmSLU4zL5eecTaOMTBe6sEz2pCU5wCQcxyfd_1C3OkThBsfNuOrIrIAP2bfW4XxL_gk4STMWxyqhDisPkScb0uhe5ZZv20W2e_1TN0JMRCJ/s200/Valacchia.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della Valacchia, da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Valacchia#/media/File:Walachia.png" target="_blank">https://</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Valacchia#/media/File:Walachia.png" target="_blank">it.wikipedia.org/wiki/Valacchia#/</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Valacchia#/media/File:Walachia.png" target="_blank">media/File:Walachia.png</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.330</b> -<b> </b>La<b> Valacchia ottiene l'indipendenza dall'Ungheria</b>. Alla fine del XIII secolo, dalla
confusione lasciata nei Balcani quando l’Impero Romano d’Oriente
lentamente si sbriciolava, è emersa la <b>Valacchia</b> (attualmente
in Romania) come <b>nuovo soggetto politico</b>. Dal 1310 al 1352 il <b><i>voivoda</i> </b>o gospodaro<b> </b>(principe) di <b>Valacchia</b> è stato Giovanni <b>Basarab I </b>il Grande, di stirpe turco-cumana, che ha combattuto prima contro i Tartari (nel 1325-28) e successivamente, a Posada nel 1330, ha bloccato l'esercito del re di Ungheria Carlo Roberto d'Angiò, intervenuto per far rispettare i suoi diritti sul regno. Prima dalla seconda metà del XIX
secolo si parlava di <b>Valacchia</b> (Terra Romena - Ţara
Româneascǎ in romeno) e <b>Moldavia</b> per denominare i principati
a<b> popolazione romena</b>. Il nome <b>valacchi</b> deriva dai
termini Vlah, Walsch ecc. utilizzati dalle popolazioni germaniche e
slave per denominare tutte le genti europee di lingua latina, mentre
i valacchi chiamavano se stessi<b> romani</b>. Il voivoda era l'espressione di una monarchia elettiva il cui effettivo potere era fortemente condizionato dai <b>boiardi</b>, i membri dell'alta aristocrazia feudale (russa e rumena), che per potere e influenza erano inferiori solo ai principi regnanti. Nella realtà valacca, i principi erano scelti tra candidati di ogni grado di parentela e linea di discendenza, compresi i figli illegittimi, dei sovrani precedenti, che venivano indicati come "<i>os de domn</i>" (ossa di signore, dal latino <i>dominus</i>, imperatore) o possessori di una<i> hereghie</i> (eredità). Il casato di Basarab si dividerà poi in due clan rivali, i discendenti del voivoda dal 1383 al 1386 Dan I (il clan dei Danesti) e i Draculesti dal voivoda dal 1386 al 1418
Mircea il Vecchio o Mircea
I di Valacchia o Mircea cel
Mare (il Grande in romeno). Questi due rami della casa reale diverranno acerrimi rivali, tanto che sia Vlad III Dracula che suo padre, Vlad II Dracul, saranno assassinati dai rivali del clan Danesti, una volta raggiunto il trono. Nonostante la frammentazione della famiglia in due clan rivali, i membri del casato dei Basarab continuarono a governare la Valacchia, anche se per molto tempo gli Ottomani ridussero il principato al rango di uno stato vassallo. Vlad III Dracula l'impalatore sarà l’ultimo Principe di Valacchia a conservare una certa indipendenza.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il 24 luglio 1330, gli <b>eserciti di Bulgaria</b> (che contava circa 15.000 uomini)<b> e di Serbia </b>(che ne contava circa 18.000) <b>si scontrano vicino alla città di Velbazhd</b> (a Kyustendil). Nonostante la tregua di un giorno concordata dai due governanti, i serbi non mantengono la parola data e attaccano i bulgari mentre erano sparpagliati alla ricerca di provviste. Colti di sorpresa e in inferiorità numerica, i bulgari cercano di organizzare una resistenza, ma vengono sconfitti e il loro imperatore Michele III Shishman viene ferito e catturato dai vincitori, morendo quattro giorni dopo. Nonostante la vittoria, i serbi non sono stati in grado di continuare la loro campagna all'interno della Bulgaria; Stefan Dečanski non ha rischiato di affrontare le riserve bulgare guidate dal fratello dell'imperatore, il despota di Vidin, Belaur e dal despota di Lovech, Ivan Alexander. Dopo brevi trattative nei pressi del castello di Izvor Belaur e Dečanski si concluderà un trattato di pace secondo cui il trono bulgaro verrà ereditato da Ivan Stefan, figlio di Michele III Shishman e Anna Neda, figlia del re serbo Stefan Uroš II Milutin, nonno di Stefan Dečanski. La Bulgaria pertanto non perde territori ma non è in grado di fermare l'espansione serba nella <b>Macedonia</b>, in gran parte <b>popolata da bulgari</b>. La battaglia di Velbazhd apre così un periodo di 20 anni in cui <b>per la prima volta </b>la<b> Serbia </b>è la <b>potenza dominante </b>dei <b>Balcani</b>. Il loro nuovo zar Stefan Dušan, che farà <b>uccidere suo padre</b> nel 1331, conquisterà Macedonia, Epiros e Tessaglia e nel 1346 sarà incoronato imperatore con l'aiuto dei bulgari.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3HIExZDZdooknNs2xLb6hgQswTSFiGBc0WAHxL3dZujqnL4RqH7D5qK8MLDIQ8huz467dbj-ahRfVx8rtnX6wBk05TQOW2O7S-X0VJG0knkpfVLi6xVvKX8692YHsByc2T8ucMLVTMQmS/s1600/Car_Du%25C5%25A1an%252C_Manastir_Lesnovo%252C_XIV_vek.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="429" data-original-width="307" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3HIExZDZdooknNs2xLb6hgQswTSFiGBc0WAHxL3dZujqnL4RqH7D5qK8MLDIQ8huz467dbj-ahRfVx8rtnX6wBk05TQOW2O7S-X0VJG0knkpfVLi6xVvKX8692YHsByc2T8ucMLVTMQmS/s200/Car_Du%25C5%25A1an%252C_Manastir_Lesnovo%252C_XIV_vek.jpg" width="142" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Stefan IX Uroš IV Dušan,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Uro%C5%A1_IV_Du%C5%A1an#/media/File:Car_Du%C5%A1an,_Manastir_Lesnovo,_XIV_vek.jpg" target="_blank">https://it.wikipedia.org</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Uro%C5%A1_IV_Du%C5%A1an#/media/File:Car_Du%C5%A1an,_Manastir_Lesnovo,_XIV_vek.jpg" target="_blank">/wiki/Stefano_Uro%C5%A1</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Uro%C5%A1_IV_Du%C5%A1an#/media/File:Car_Du%C5%A1an,_Manastir_Lesnovo,_XIV_vek.jpg" target="_blank">_IV_Du%C5%A1an#/media/</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Uro%C5%A1_IV_Du%C5%A1an#/media/File:Car_Du%C5%A1an,_Manastir_Lesnovo,_XIV_vek.jpg" target="_blank">File:Car_Du%C5%A1an</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Uro%C5%A1_IV_Du%C5%A1an#/media/File:Car_Du%C5%A1an,_Manastir_Lesnovo,_XIV_vek.jpg" target="_blank">,_Manastir_Lesnovo,</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Uro%C5%A1_IV_Du%C5%A1an#/media/File:Car_Du%C5%A1an,_Manastir_Lesnovo,_XIV_vek.jpg" target="_blank">_XIV_vek.jpg</a> </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal 1.331</b> - Con<b> Stefan Uroš IV Dušan</b> (1331-1355) la <b>Serbia</b> conosce il suo <b>apogeo</b> e il <b>massimo fiorire della sua civiltà</b>. Stefan Uroš IV Dušan regnava all'epoca su di un "impero" che comprendeva la Raška, la Zeta, la Macedonia, l'Albania e la Tessaglia, per giungere infine al golfo di Corinto, ed è allora che<b> la Serbia si rende definitivamente indipendente dalla tutela del patriarca di Costantinopoli</b>. Nel 1346 infatti, l'arcivescovo di Peć è elevato al rango di "<b>patriarca di tutti i serbi</b>". Da quel momento fino ad oggi il patriarca di Peć sarà eletto da soli vescovi serbi. D'altronde fu proprio questo patriarca ad incoronare nello stesso anno, a Üskub (Skopje), Stefan IX Uroš IV Dušan col titolo di "Imperatore dei Serbi e dei Greci". La tradizione ha fatto di Stefan Dušan il "<b>Carlo Magno della Serbia</b>".<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.335 </b>- <b>Convenzione di
Trencin</b> fra <b>Ungheria e Polonia</b> contro gli Asburgo e i
Boemi.<b> Carlo Roberto d'Angiò</b>, detto anche <b>Carlo I d'Ungheria</b>,
Caroberto e Carlo I Roberto (Napoli, 1288 o 1291 - Visegrád, 16
luglio 1342), fu Re d'Ungheria dal 1308 alla morte. Era figlio di
Carlo Martello d'Angiò e Clemenza d'Asburgo, figlia dell'imperatore
Rodolfo I, e quindi nipote in linea diretta di Carlo II di Napoli.
Per oltre trent'anni il Sovrano esercitò un potere pressocché
assoluto, realizzando riforme monetarie e fiscali; arricchendo le
Casse dello Stato; favorendo lo sviluppo dei centri urbani;
incoraggiando il commercio; riducendo la criminalità; imponendo
tasse a sostegno dell'esercito; rendendo, in definitiva, l'<b>Ungheria
una delle prime potenze europee</b> e agganciando la politica estera
ad alleanze di tipo dinastico, a partire dal patto di reciproco aiuto
con la Polonia contro gli Asburgo e i Boemi, ufficializzato con la
Convenzione di Trencin nel 1335 e ratificato nello stesso anno al
congresso di Visegrad. In questo contesto, egli ricompose anche le
fratture fra Principi dell'Europa centrale; attaccò duramente
l'Imperatore Luigi IV ed il suo alleato Alberto d'Austria; vagheggiò
l'unione dei Regni di Ungheria e Napoli sotto un solo scettro
destinato al figlio Luigi. Il sogno fu infranto dall'intervento
del Papa e della Serenissima, allarmati dal rischio di una
incontrollabile egemonia magiara sull'Adriatico; ma Carlo compensò
la rinuncia con l'intesa convenuta nel 1339 con il cognato Casimiro
III di Polonia che, privo di eredi maschi, <b>designò alla
successione polacca proprio Luigi</b>. In quegli anni, carlo Roberto estese i
propri possedimenti e convertì molti Banati in Principati
semiautonomi rivelatisi presto fortemente antiungheresi, prima per
l'obbligo dell'adesione al Cattolicesimo, in danno della diffusa
confessione cristiana greco/ortodossa, e poi per la competizione
dinastica con i Serbi e gli Czar bulgari e per le spinte del
nazionalismo valacco. Già prima del 1320, l' Oltenia (o Valacchia
occidentale) era stata considerata dagli Ungheresi parte del Banato
di Szörény: ora che il suo Reggente Basarab I mostrava segni di
insofferenza, il Re decise di piegarlo alla propria autorità ma, il
9 novembre del 1330, la sua minacciosa marcia fu arrestata da un
agguato ricordato come Battaglia di Posada, nella quale si salvò
rocambolescamente. L'evento avvìo la <b>lotta per l'indipendenza
valacca</b>. Carlo Roberto morì a Visegrad il 16 luglio del 1342. </div>
</div>
</div>
</div>
</div>
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig08EeI957qhY28J7OELh_5NqJGnqim-3Q8B-GpYbhWs8egaxSX0ng12TBd0pmpW8wJRZG6yNBUv_Bz393Tlsam3vA06MENS7Qao2aBatVjPGCqRd4fJWZ3-oBB4TslVHOoLmH_ZL5c1mc/s1600/Francia_nel_1330.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="423" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig08EeI957qhY28J7OELh_5NqJGnqim-3Q8B-GpYbhWs8egaxSX0ng12TBd0pmpW8wJRZG6yNBUv_Bz393Tlsam3vA06MENS7Qao2aBatVjPGCqRd4fJWZ3-oBB4TslVHOoLmH_ZL5c1mc/s200/Francia_nel_1330.png" width="164" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La Francia nel 1330 con in ocra</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
i territori inglesi e con striature</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
azzurre i domini personali dei</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
plantageneti inglesi, da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_dei_cent%27anni#/media/File:Francia_nel_1330.png" target="_blank">htt</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_dei_cent%27anni#/media/File:Francia_nel_1330.png" target="_blank">ps://it.wikipedia.org/wiki/Gu</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_dei_cent%27anni#/media/File:Francia_nel_1330.png" target="_blank">erra_dei_cent%27anni#/me</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_dei_cent%27anni#/media/File:Francia_nel_1330.png" target="_blank">dia/File:Francia_nel_</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_dei_cent%27anni#/media/File:Francia_nel_1330.png" target="_blank">1330.png</a> </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.337</b> - Inizia tra <b>Francia e Inghilterra </b>la <b>guerra dei Cent’anni</b>. I rapporti tra Francia ed Inghilterra nei secoli precedenti erano stati variegati e spesso conflittuali, sin da quando Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia e quindi vassallo del re di Francia, era asceso al trono inglese. Il matrimonio tra Enrico II d'Inghilterra ed Eleonora d'Aquitania nel 1152 aveva poi portato alla Corona inglese l'Aquitania e la Guienna, mettendo così in mano ai sovrani d'oltremanica, in qualità di feudatari, vasta parte del territorio francese. Lo stridente legame tra i vassalli inglesi e i re francesi sfociò in aperto conflitto quando Giovanni Senza Terra si schierò col nipote Ottone IV per la successione ad Enrico VI di Svevia mentre Filippo Augusto, impegnato nell'unificazione monarchica del territorio francese, appoggiava Federico II: con la vittoriosa battaglia di Bouvines ed il successivo trattato di Chinon la Francia si riannetteva i possedimenti a nord della Loira (Berry, Turenna Maine e Angiò) mentre l'Inghilterra conservava in Francia solo l'Aquitania e il Ponthieu.<br />
<br />
<b>-</b> La guerra dei cent'anni durerà, con
varie interruzioni, centosedici anni, dal 1337 al 1453 e si concluderà con l'<b>espulsione degli inglesi da tutti i territori continentali</b>,
fatta eccezione per la cittadina di Calais, conquistata poi dai
francesi solo nel 1558. Nel processo di <b>formazione dello Stato
unitario francese</b>, già avviato sotto i primi re Capetingi, la guerra dei cent'anni rappresentò una lunga pausa, ma alla sua conclusione la Francia
aveva sostanzialmente raggiunto l'assetto geopolitico moderno. Il
conflitto fu costellato da tregue più o meno brevi e interrotto da
due periodi di vera e propria pace della durata rispettivamente di 9
e 26 anni che lo dividono così in <b>tre fasi principali</b>: la
guerra edoardiana (1337-1360), la guerra carolina (1369-1389) e la
guerra dei Lancaster (1415-1429), alle quali deve essere aggiunta la
fase conclusiva della guerra (1429-1453). Tale suddivisione è tipica
della storiografia anglosassone, mentre altre periodizzazioni, in
particolare quella francese, prevedono una prima (1337-1389) ed una
seconda fase (1415-1453). Dal punto di vista militare in questo
periodo vennero introdotte <b>nuove armi </b>e <b>nuove tattiche</b>
che segnarono la <b>fine degli eserciti organizzati su base feudale</b>
e incentrati sulla forza d'urto della <b>cavalleria pesante</b>. Sui
campi dell'Europa occidentale videro la luce gli <b>eserciti
professionali</b>, scomparsi dai tempi dell'Impero romano. Si tratta
inoltre del <b>primo conflitto</b> in cui si impiegarono in Europa le
<b>armi da fuoco</b>, in particolare le<b> bombarde</b>, utilizzate
dagli inglesi nel corso della battaglia di Crécy.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.339</b> - <b>Costruzione</b> del <b>Cremlino a Mosca</b>.<br />
<b><br /></b>
<b>Nel 1.342</b> - <b>Luigi</b>, figlio
del defunto Carlo Roberto d'Angiò, detto anche Carlo I d'Ungheria, è
incoronato <b>re d'Ungheria</b> il 21 luglio ed impiega gran parte
del suo mandato nella <b>guerra a Venezia e a Napoli</b>, estendendo
il proprio <b>dominio fino all'Adriatico</b>,
assumendo il controllo della Dalmazia, della Bulgaria e di
parte della Bosnia. Subisce, nel 1346 a Zara, una pesante sconfitta
da parte di Venezia ma si pone, l'anno successivo, alla testa di una
spedizione antipartenopea per vendicare l'assassinio del fratello
Andrea, sposo della presunta mandante Giovanna I, regina di Napoli.
Approdato in Italia il 3 novembre, sosta a Benevento ai primi del
1348 ed è acclamato dalle baronie del Regno. Il 15 la sovrana fugge
in Provenza dove sarà raggiunta dal secondo marito Luigi di Taranto,
mentre una epidemia di peste costringe il cognato Luigi all'abbandono
dell'impresa. Il regno d'Ungheria è affidato a
funzionari ungheresi contro i quali presto la popolazione insorge,
per cui Luigi rientra in Ungheria. Due anni più tardi, il re magiaro
torna nella penisola e, raggiunta Manfredonia, una volta alle porte
di Napoli rinuncia di nuovo all'invasione di Napoli per la stanchezza
delle truppe e si accontenta dell'apertura di un processo a carico di
Giovanna, presso la Corte avignonese. In cambio promette ad Innocenzo
VI di abbattere la resistenza ghibellina di Forlì. L'uxoricida è
assolta in cambio della cessione di Avignone alla Chiesa e le pur
fondate pretese di giustizia di Luigi sono definitivamente
archiviate. Luigi si dedica allora al conflitto con Venezia per il
dominio sulla Dalmazia e, costituita una lega antiveneta, strappa
alla Serenissima le ambìte città costiere enfatizzando il suo
successo nel 1358 col <b>trattato di Zara</b> e diventando di fatto
padrone dell'Adriatico. Il 5 novembre del 1370 si spegne Casimiro III
di Polonia ed il successivo 17, <b>Luigi</b> è incoronato <b>re di
Polonia</b> completando la <i>Renovatio Imperii </i>avviata dal padre
Carlo Roberto imponendosi su Valacchia e Moldavia, alleandosi ai
Bosniaci, costringendo nel 1355 i Serbi alla pace e attaccando nel
1365 lo Tzar Ivan Stratsimir di Bulgaria. Luigi morirà il 10 settembre del 1382.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<b>-</b> Alcune delle <b>prime</b> attestazioni dell'uso delle <b>armi da fuoco in Occidente sono italiane</b>, provenienti da registri contabili, come a <b>Mantova</b>, dove era conservato un piccolo cannone in bronzo datato 1322, a <b>Firenze</b>, dove<b> </b>documenti del primo ventennio del XIV secolo menzionano cannoni in bronzo che sparano palle di ferro nel 1326 (tanto da essere definiti comuni e familiari dal Petrarca nel <i>De remediis</i> 1, 99), a <b>Gassino Torinese</b> nel 1327 e nel 1331 a <b>Cividale del Friuli</b>, seguiti dalle prime armi portatili come ad esempio lo <b>schioppo</b>, nel 1364. Lo storico spagnolo<b> Juan de Mariana </b>(1536-1623) riporta l'uso di polvere da sparo e cannoni, da parte dei musulmani, nella <b>presa di Algeciras </b>del<b> 1344</b>. Nel 1340 il re di Castiglia, Alfonso XI, dopo aver concordato l'alleanza col re del Portogallo Alfonso IV ed aver ottenuto l'appoggio della flotta aragonese, aveva organizzato la spedizione per liberare Tarifa dall'assedio dalla coalizione musulmana, Merinidi-Nasrid. Poi si fece aiutare da tutte le flotte cristiane, soprattutto da quelle di Pisa e Genova e con l'aiuto dei cavalieri di tutti i regni d'Europa, aveva posto l'assedio ad Algeciras e dopo circa due anni, nel 1344, era riuscito a conquistare la città portuale, che aveva un grande valore strategico. Alfonso XI, infine cercò di riconquistare Gibilterra, a cui pose l'assedio e dove, nel 1350, morì di peste. William H. Prescott, nel suo libro “Ferdinando ed Isabella” pone in risalto il fatto che<b> gli spagnoli avevano acquisito la loro conoscenza della polvere da sparo dagli arabi di Granada</b>. De Mariana riferisce che all'assedio di Algeciras<b> </b>avrebbero partecipato i conti inglesi di Derby e di Salisbury, di conseguenza, Richard Watson ritiene probabile che tramite loro, le conoscenze sulla polvere da sparo, il cannone e relativo uso, fossero <b>giunte agli inglesi</b>, che ne fecero applicazione per la prima volta nella <b>battaglia di Crécy</b> del 26 agosto <b>1346</b>.<br />
Già <b>dal 904</b> sono documentati dei<b> proietti incendiari</b>, i <b>fei</b>-<b>huo</b> (Gernet, Jacques, 1996, "A History of Chinese Civilization, Trans". J. R. Foster & Charles Hartman, 2nd, Cambridge University Press, p. 311). La scoperta trasse origine dalle <b>ricerche alchemiche</b> condotte da circoli taoisti nell'era T'ang, ma fu presto tradotta nell'uso militare verso il 904-6. Possiamo datare a quell'epoca i proiettili incendiari chiamati 'fuochi volanti', i fei-huo. Secondo Needham (Needham, Joseph, 1986, "Science and Civilization in China", Volume 4, Part 3. Taipei: Caves Books, Ltd.), la <b>polvere da sparo</b> fu usata per la prima volta in Cina nel <b>919</b>, come innesco per un'altra sostanza incendiaria, <b>il fuoco greco</b>, <b>miscela usata dai bizantini</b> per attaccare i nemici con il fuoco e in particolar modo per incendiare il naviglio avversario. Il<b> cannone</b> sembra uno <b>sviluppo estremo dei i tubi di rame</b> attraverso i quali le navi bizantine lanciavano il fuoco greco. Con tubi simili a questi, opportunamente dimensionati, gli Occidentali cominceranno a lanciare palle di pietra e di ferro. L'espressione "fuoco greco" era utilizzata soprattutto dai popoli stranieri, poiché i bizantini, dato che facevano parte dell'Impero Romano d'Oriente, lo chiamavano "fuoco romano", "fuoco artificiale" o "fuoco liquido". La sua efficacia bellica era assicurata dal fatto che gli incendi causati dalla miscela non erano estinguibili con l'uso dell'acqua, che anzi, ne ravviva la forza. La formula della miscela che componeva il "fuoco greco" era nota soltanto all'imperatore e a pochi artigiani specializzati ed era custodita tanto gelosamente che la legge puniva con la morte chiunque avesse divulgato ai nemici questo segreto. Il fuoco greco - la cui invenzione si attribuisce a un greco originario della città di Eliopolis (oggi Baalbek in Libano), di nome Callinico - oggi si ritiene fosse una miscela di pece, salnitro, zolfo, petrolio, nafta e calce viva, contenuta in un grande otre di pelle o di terracotta (sìfones) collegato ad un tubo di rame, montato sui dromoni bizantini. La miscela veniva spruzzata con la semplice pressione del piede sulle imbarcazioni nemiche oppure stipata dentro vasi di terracotta che venivano lanciati sul naviglio nemico tramite le petriere, similmente a mortai di artiglieria. La caratteristica che rendeva temuti questi primitivi lanciafiamme era che il fuoco greco, a causa della reazione della calce viva, non poteva essere spento con acqua, che anzi ne ravvivava la forza, e di conseguenza le navi, realizzate in quel periodo in legno, coi comenti dello scafo impermeabilizzati tramite calafataggio e con velatura, sartie e drizze in fibre vegetali, anch'esse intrise di pece, erano destinate a sicura distruzione. Lo storico Marco Greco ci fornisce una semplice ricetta di tale miscuglio e afferma che l'unico modo per spegnerlo era quello di usare urina, sabbia o aceto. Tornando alla <b>polvere da sparo</b>, la cultura araba conosceva il <b>nitrato di potassio</b> (salnitro) fin dall'VIII secolo. La prima opera araba contenente un processo di purificazione del salnitro è la al-Muqaddima (Introduzione), un testo di medicina scritto da Ibn Bakhtawayh nel 1029. Nelle opere successive il salnitro divenne conosciuto con il nome di "neve cinese" (thalj al-Sīn), ed in breve chimici ed ingegneri musulmani appresero della polvere da sparo dei fuochi d'artificio ("fiori cinesi") e dei razzi ("frecce cinesi"). La prima rappresentazione di un'arma da fuoco è uno striscione di seta della metà del X secolo proveniente da Dunhuang che mostra una "lancia da fuoco", <b>antenata del fucile</b>. La scoperta e l'utilizzo della <b>polvere nera</b> in oriente è di diversi secoli precedente la diffusione di massa. Inizialmente utilizzata a fini ricreativi, la polvere da sparo venne <b>usata diffusamente </b>sin dal XII secolo, durante la Dinastia Song, per la costruzione di <b>armi </b>in forma di primitivi <b>protorazzi</b> o <b>frecce incendiarie</b> ed <b>esplosive</b>. Una scultura proveniente da una caverna nello Sichuan (provincia cinese) risalente al <b>1100</b>, rappresenta un uomo che porta una bombarda a forma di vaso, da cui escono fiamme ed una palla di cannone. La <b>più antica arma da fuoco</b> scoperta, risalente al 1288, aveva un calibro di 2,5 cm. La seconda per antichità raggiungeva i 10,5 cm. Le prime prove di armi simili a <b>cannoni</b> risalgono al XII secolo, quando diversi stati della Cina svilupparono in modo più o meno indipendente armi da fuoco derivate dai fuochi artificiali già diffusi dal X secolo. La Cina si trovava sotto pressione da parte di tribù nomadi dei territori limitrofi, che spesso sconfinavano con razzie o vere e proprie conquiste. Tra queste popolazioni vi furono tangut, khitan, manciù e soprattutto i <b>mongoli</b>. La tecnologia cinese raggiunse un buon grado di avanzamento, sviluppando per prima la tecnica del <b>cannone a mitraglia</b> (caricato con piccoli oggetti, in funzione anti-fanteria) e dell'<b>uso navale</b> del cannone. Nell'XII secolo la Cina attraversò un periodo di frazionamento politico e scontri, che causò una <b>rapida evoluzione degli armamenti</b>. Queste armi da fuoco, che inizialmente comprendevano frecce propulse a razzo, razzi con catene chiodate e pentole esplosive, ed in seguito arrivarono a comprendere veri e propri <b>cannoni</b> e <b>pezzi di artiglieria</b>, furono usate dai difensori cinesi durante le <b>invasioni mongole</b>, e contribuirono in modo determinante alla difesa dell'impero. In seguito, <b>i mongoli acquisirono</b> alcune rudimentali <b>tecniche</b> legate a queste armi, e le portarono con sé nella <b>loro marcia verso l'Europa </b>e il Medio Oriente durante il XIII secolo. Questo primo contatto fu uno stimolo per lo sviluppo delle nuove armi da fuoco soprattutto in Europa, dove <b>nel XV secolo l'uso della polvere da sparo</b> cominciò a diventare <b>significativo</b>, gettando le basi per la<b> fine della guerra di cavalleria</b>.<br />
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQo2OcXV43WG6cizWicauderatmpsxEXZw6B7nF49W_yJZUq6LKv-SxBJ61Izfp78Xiy5aBHKhj8uschd0epLxV4vg7VDJgGVUHt2Yi0glExVd3Folp1pU5NbxX7VjPEnnUXOndF_5v1jQ/s1600/Kwidzyn_bombarda.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQo2OcXV43WG6cizWicauderatmpsxEXZw6B7nF49W_yJZUq6LKv-SxBJ61Izfp78Xiy5aBHKhj8uschd0epLxV4vg7VDJgGVUHt2Yi0glExVd3Folp1pU5NbxX7VjPEnnUXOndF_5v1jQ/s200/Kwidzyn_bombarda.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Piccola bombarda del XV sec. da: <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1176762" target="_blank">htt</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1176762" target="_blank">ps://commons.wikimedia.org/w/index.</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1176762" target="_blank">php?curid=1176762</a> di Pko - Foto<br />
grafia autoprodotta, CC BY-SA 3.0</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.346 </b>- Il 26 agosto si combatte la <b>battaglia di Crécy</b>, nella Francia settentrionale, uno dei fatti d'arme più importanti e la <b>prima battaglia </b>della <b>guerra dei cent'anni</b>. La combinazione dovuta all'uso massiccio dell'arco lungo e del ricorso a <b>nuove armi</b> <b>da fuoco</b> hanno indotto numerosi storici a considerare questa battaglia come <b>l'inizio della fine dell'epoca della cavalleria</b>. Nella <b>battaglia</b> di Crécy, le <b>bombarde</b> seminano col loro frastuono il terrore, “… pareva che Iddio tonasse, con grande uccisione di gente e sfondamento di cavalli” (Giovanni Villani, Nuova cronica, libro XIII, vol. 2, p. 454). Crécy fu una battaglia in cui un numero relativamente esiguo di soldati inglesi, di circa 12.000 uomini (dipende dalla fonte), comandati da Edoardo III d'Inghilterra schiacciò una forza assai preponderante di soldati francesi, guidati da Filippo VI, di circa 50.000-60.000 uomini, di cui 12.000 cavalieri. La netta vittoria inglese dipese dal superiore uso delle armi e dalle nuove tattiche messe in campo dai vincitori (fra cui l'impiego tattico della lancia, intesa come struttura unitaria d'impiego tattico e formata da una flessibile cellula mista di guerrieri) e dimostrò l'importanza del moderno concetto militare della "potenza di fuoco". L'efficacia dell'arco lungo (in inglese: <i>longbow</i>), usato in massa, fu mostrata contro i cavalieri francesi pesantemente armati, smentendo l'idea che degli arcieri non avrebbero potuto contrastare unità chiuse di cavalleria e pesantemente armate. Nella battaglia, i cavalieri francesi, protetti da armature rinforzate con piastre, pressoché esausti per aver marciato attraverso un acquitrino al fine di caricare in salita le linee avversarie sotto una pioggia di frecce inglesi, furono abbattuti dagli archi lunghi inglesi. Il risultato fu che buona parte della nobiltà francese - forse più di un terzo - morì (ma le stime variano a seconda delle fonti storiche e cronachistiche). Come in successive battaglie, mentre gli arcieri non potevano facilmente penetrare le armature ben proteggenti dei cavalieri, potevano però colpire ai fianchi i cavalli del nemico che non erano protetti e ucciderne parecchi o disarcionare i cavalieri, costringendoli a combattere appiedati con notevoli impacci derivanti dalle armature stesse. La battaglia è stata vista da molti storici come l'inizio della fine dell'epoca della cavalleria; nel corso della battaglia inoltre molti dei prigionieri e dei feriti furono passati per le armi. Ciò era contrario al codice di comportamento della cavalleria e i cavalieri in sella ai loro cavalli da quel momento non furono più considerati "invincibili" da parte delle fanterie.<br />
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvVScRy7iH4T4fLshpkvAvYVcdh234VUU2SY2Z5a-v4aVrjsGqVMfhtdMhPROkZ0JQnt5dG2-4M8jPWwk-cT74kpoaueajw1Q7ZCRhRlrEEwP6TWyVxXeivoqoTprljv0CDfJUslq7F_Q/s1600/italia++signorie+medievali.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvVScRy7iH4T4fLshpkvAvYVcdh234VUU2SY2Z5a-v4aVrjsGqVMfhtdMhPROkZ0JQnt5dG2-4M8jPWwk-cT74kpoaueajw1Q7ZCRhRlrEEwP6TWyVxXeivoqoTprljv0CDfJUslq7F_Q/s200/italia++signorie+medievali.jpg" width="195" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina delle Signorie in Nord e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Centro Italia nel 1350.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.348</b> -<b> </b>Comincia a diffondersi <b>in tutta Europa la peste nera</b>.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTpDbAFbPbSa5MFRDkLUz70ClG7d30SyA9705T1kwCwSWV3QaM2PhXAzqIVzjt8_FGV-4w49cdaNnsZFF0p2A1v0Zxq4ODUyUVoqkE9nqq2dbyC2_-zD6kjDPXGX7ZbzSmWi-jiY5eNSYC/s1600/DragosI+of+Moldavia.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="327" data-original-width="220" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTpDbAFbPbSa5MFRDkLUz70ClG7d30SyA9705T1kwCwSWV3QaM2PhXAzqIVzjt8_FGV-4w49cdaNnsZFF0p2A1v0Zxq4ODUyUVoqkE9nqq2dbyC2_-zD6kjDPXGX7ZbzSmWi-jiY5eNSYC/s200/DragosI+of+Moldavia.jpg" width="134" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Dragoș Vodă, da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Drago%C8%99_di_Moldavia#/media/File:DragosIofMoldavia.jpg" target="_blank">https:</a><br />
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Drago%C8%99_di_Moldavia#/media/File:DragosIofMoldavia.jpg" target="_blank">//it.wikipedia.org/wiki/</a><br />
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Drago%C8%99_di_Moldavia#/media/File:DragosIofMoldavia.jpg" target="_blank">Drago%C8%99_di_</a><br />
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Drago%C8%99_di_Moldavia#/media/File:DragosIofMoldavia.jpg" target="_blank">Moldavia#/media/</a><br />
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Drago%C8%99_di_Moldavia#/media/File:DragosIofMoldavia.jpg" target="_blank">File:DragosIof</a><br />
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Drago%C8%99_di_Moldavia#/media/File:DragosIofMoldavia.jpg" target="_blank">Moldavia.jpg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.351</b> - Dragoș o Bélteki Drágfi detto anche <b>Dragoș Vodă</b>, voivoda (termine di origine slava che designa in origine il comandante di un'unità militare) di Maramureș (in Transilvania) <b>regna in</b> <b>Moldavia</b> dal 1351 al 1353. La Moldavia (Moldova in romeno) è una pianura abitata nell'antichità dai Daci, divenuta poi parte della provincia romana della Dacia. Stando alla leggenda, Dragoș arrivò nel Principato di Moldavia da Maramureș mentre cacciava un uro; prese possesso di quella terra e la colonizzò utilizzando uomini provenienti dai suoi domini. Regnò sul Principato di Moldavia<b> in nome del Regno d'Ungheria</b>, allora retto da Luigi I d'Ungheria.<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.355</b> - La <b>Serbia
è nella sua massima estensione</b> di sempre ma dopo la morte dello
zar Stefan Dušan in quell'anno, il suo <b>stato è diviso in diversi
stati indipendenti</b>, così come avverrà per la Bulgaria dopo la
morte di Ivan Alexander nel 1371. Nel XV secolo entrambi gli stati
saranno conquistati dai turchi ottomani.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.356</b> -<b> </b><span lang="it-IT">«<b>Bolla d'Oro</b>» dell'imperatore <b>Carlo </b></span><span lang="en-US"><b>IV</b> </span><span lang="it-IT">che regola la procedura dell'elezione imperiale.</span><br />
<span lang="it-IT"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIAZV8ZKj9w4qJlu4u7Kwkx7kKZHKHANAWtaky9h8M1AAFwX93V4PwSp-P8-Ky_M0wBAF3PO9kbOpGLDFpPiIujU6cPpI02i17ppSMIvKiCLW8HcyerARr_xnNJJPjaNw3-cKGoJ-8zFzd/s1600/khanato+orda+d%2527oro.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="597" data-original-width="837" height="142" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIAZV8ZKj9w4qJlu4u7Kwkx7kKZHKHANAWtaky9h8M1AAFwX93V4PwSp-P8-Ky_M0wBAF3PO9kbOpGLDFpPiIujU6cPpI02i17ppSMIvKiCLW8HcyerARr_xnNJJPjaNw3-cKGoJ-8zFzd/s200/khanato+orda+d%2527oro.GIF" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Khanato tataro-mongolo dell'Orda</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
d'Oro, da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Khanato_dell%27Orda_d%27Oro#/media/File:Golden_Horde_1389.svg" target="_blank">https://it.wikipedia.</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Khanato_dell%27Orda_d%27Oro#/media/File:Golden_Horde_1389.svg" target="_blank">org/wiki/Khanato_dell%27Orda_</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Khanato_dell%27Orda_d%27Oro#/media/File:Golden_Horde_1389.svg" target="_blank">d%27Oro#/media/File:Golden_</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Khanato_dell%27Orda_d%27Oro#/media/File:Golden_Horde_1389.svg" target="_blank">Horde_1389.svg</a> </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.357 </b>- Il <b>khan </b>Ganī Bek del khanato dell'<b>Orda d'Oro</b> viene <b>assassinato</b> e l'impero cade in preda ad una lunga guerra civile in cui, ogni nuovo khan non riesce a mantenere il suo titolo per più di un anno. In questo periodo Dmitrij Donskoj di Mosca tenta di liberarsi del giogo dei Tataro-mongoli. Mamai, un generale tataro che aspirava al trono, tenta di rinsaldare l'autorità del suo popolo sulla Rutenia ma il suo esercito è sconfitto nella battaglia di Kulikovo, la <b>prima vittoria rutena sui Tatari</b>. Poco dopo Mamai scompare dalla scena e <b>Toktamish</b>, un autentico <b>discendente di Gengis Khan</b>, ricostruisce il potere dell'Orda e nel 1382 <b>saccheggia Mosca </b>come ritorsione per la sua insubordinazione.<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.358 </b>- Si stipula la <b>Pace di Zara</b> fra Venezia e regno d'Ungheria. <b>Zara</b>, pur conquistata, era stato un <b>dominio turbolento per Venezia</b>. Dopo violente lotte e insurrezioni che si erano successe nel 1242-1243, negli anni 1320 e tra il 1345 e il 1346, si arrivò alla fine alla <b>Pace di Zara</b> del 1358 e alla <b>cessione della città alla corona ungherese</b>. La mutilazione dei domini dalmati a seguito della pace di Zara del 1358 spinse la repubblica di Venezia a riaffermare il proprio dominio sull'Adriatico, combattendo, tra il 1368 e il 1370, la<b> guerra di Trieste</b> per punire la città giuliana delle minacce rivolte alle proprie rotte commerciali.<br />
<br />
<b>-</b> <b>Luigi d'Angiò</b>, <b>re d'Ungheria</b>, condusse un
conflitto con Venezia per il dominio sulla Dalmazia e, costituita una
lega antiveneta, strappò alla Serenissima le ambìte città costiere
enfatizzando il suo successo nel 1358 col <b>trattato di Zara</b> e
diventando di fatto padrone dell'Adriatico. Il 5 novembre del 1370 si
spense Casimiro III di Polonia ed il successivo 17, <b>Luigi</b> fu incoronato <b>re di Polonia</b> completando la <i>Renovatio Imperii
</i>avviata dal padre Carlo Roberto, imponendosi su Valacchia e
Moldavia, alleandosi ai Bosniaci, costringendo nel 1355 i Serbi alla
pace e attaccando nel 1365 lo Tzar Ivan Stratsimir di Bulgaria.<br />
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMXTNSuhmwIJLpNRC5dpvBWngIGBjm_qR9iD9w24ORlXII2cH78a1ndDoxTc84T-poDa6gkuHUxZVc99YiNiuDa-pvsqnSR_hWpt7ajWZIsOg8VSpM48yW5wa_1hxehuRg4YGWBxWKfnhs/s1600/Moldavia+storica.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="301" data-original-width="342" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMXTNSuhmwIJLpNRC5dpvBWngIGBjm_qR9iD9w24ORlXII2cH78a1ndDoxTc84T-poDa6gkuHUxZVc99YiNiuDa-pvsqnSR_hWpt7ajWZIsOg8VSpM48yW5wa_1hxehuRg4YGWBxWKfnhs/s200/Moldavia+storica.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
In giallo la Moldavia storica. Da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Moldavia_(regione_storica)#/media/File:Moldova-1-.png" target="_blank">htt</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Moldavia_(regione_storica)#/media/File:Moldova-1-.png" target="_blank">ps://it.wikipedia.org/wiki/Molda</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Moldavia_(regione_storica)#/media/File:Moldova-1-.png" target="_blank">via_(regione_storica)#/media/</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Moldavia_(regione_storica)#/media/File:Moldova-1-.png" target="_blank">File:Moldova-1-.png</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.359</b> - La Moldavia diventa un principato indipendente con il voivoda <b>Bogdan I</b>, che proveniente dalla Transilvania romena, che dichiara l'indipendenza dagli Angioini che governavano il Regno di Ungheria, diventando il<b> primo reggente della Moldavia</b> (dal 1359 al 1365). Inizialmente denominato <b>Bogdania</b>, il principato, che si estendeva dai Monti Carpazi al fiume Nistro, fu poi denominato Moldavia, prendendo il nome dal fiume Moldava nell'attuale Romania, anche se l'origine del nome del fiume non è certa, ma si crede che derivi dalle parole dace "molte" e "dava" (città). I nobili romeni rimasti in Transilvania furono obbligati ad adottare la lingua e la cultura ungherese, mentre i servi della gleba transilvani continuarono a parlare romeno e si aggrapparono all'ortodossia romena, pur essendo impotenti rispetto alla dominazione ungherese.</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><br /></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div style="margin-bottom: 0cm;"><b>Nel 1.371</b> - Dopo la <b>morte
dello zar bulgaro</b> Ivan Alexander, il suo <b>stato è diviso in
stati indipendenti</b> così come era successo alla Serbia nel 1355,
dopo la morte dello zar serbo Stefan Dušan. L'Impero bulgaro diventa
tributario dell'Orda d'oro, uno stato successore dell'Impero mongolo,
tra il XIII e il XIV secolo. Nel XV secolo entrambi gli stati
(Bulgaria e Serbia) saranno conquistati dai turchi ottomani. Dopo la
conquista ottomana, molti chierici e studiosi bulgari emigreranno in
Serbia , Valacchia , Moldavia e principati russi, dove introdurranno
la cultura bulgara, libri e<b> idee esicaste</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'esicasmo (dal greco hesychasmos, da
hesychia, calma, pace, tranquillità, assenza di preoccupazione) è
una dottrina e pratica ascetica diffusa tra i monaci dell'Oriente
cristiano fin dai tempi dei Padri del deserto (IV secolo). Scopo
dell'esicasmo è la <b>ricerca della pace interiore</b>, in unione
con Dio e in armonia con il creato. Divulgata da Evagrio Pontico (nel
IV secolo) e da altri maestri spirituali tra cui nel VI secolo spicca
Giovanni Climaco, autore della “Scala del Paradiso”, la pratica
dell'esicasmo è ancora viva sul Monte Athos e in altri monasteri
ortodossi. Sull'Athos essa ricevette un impulso decisivo dall'opera
di <b>Gregorio Palamas </b>(morto nel 1359) e nei secoli successivi
dagli scritti di teologi e mistici raccolti nella Filocalia. Gli
<b>esicasti</b> praticano la cosiddetta preghiera di Gesù o
<b>preghiera del cuore</b>, che consiste nella ripetizione incessante
della stessa formula, secondo il ritmo del respiro ("Signore
Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore" in
greco Kyrie Jesù Christé, Üié Theù, eléisòn me tòn
amartolòn). Poiché tale preghiera - resa celebre dai Racconti di un
pellegrino russo di un anonimo del XIX secolo -, era spesso compiuta
con la testa reclinata sul petto, gli esicasti furono <b>accusati</b>
dai loro avversari - in particolare dal monaco Barlaam (del XIV
secolo) - di praticare l'onfaloscopia, ossia la <b>contemplazione del
proprio ombelico</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.376</b> - Da Avignone, la <b>sede</b> del <b>papato torna ad essere Roma</b>.<br />
<br />
<b>-</b> “<b>Sir Gawain e il Cavaliere Verde</b>”<b> </b>o "Sir <b>Galvano</b> e il Cavaliere Verde" è un romanzo allitterativo scritto in medio inglese e risalente al tardo XIV secolo, narrante un'avventura di Galvano, un cavaliere appartenente alla Tavola Rotonda. In questo racconto Galvano accetta la sfida lanciata da un misterioso cavaliere completamente verde nei capelli, vestiti e pelle. Il Cavaliere Verde dichiara che permetterà a chiunque di infliggergli un colpo di ascia senza che esso si difenda se egli stesso potrà restituire il colpo esattamente dopo un anno e un giorno. Gawain accetta la sfida e con un sol colpo decapita lo sfidante, questi non muore ma raccoglie la sua testa, balza a cavallo e rimembra a Galvano che gli deve soddisfazione alla data concordata. La storia di Sir Galvano, impegnato nell'avventuroso viaggio per raggiungere il luogo prescelto ove riceverà il colpo, dimostra il suo spirito di cavalleria e lealtà. Il poema ci è giunto in un singolo manoscritto, codificato come Cotton Nero A.x, che contiene altre tre opere Pearl, Cleanness e Patience (Perla, Purezza e Pazienza). Si sospetta che l'autore sia sempre lo stesso anonimo chiamato, per tanto, "Pearl Poet" o "Gawain Poet". Tutti e quattro i poemi sono scritti in un dialetto del Medio inglese parlato nel nord-ovest delle Midlands. La storia nasce quindi dal folklore <b>gallese</b> e inglese, con prestiti evidenti dai più antichi racconti sul "<b>gioco della decapitazione</b>" e vengono messi in risalto l'importanza che la cavalleria e l'onore hanno nelle situazioni di pericolo. Oltre alla trama complessa e all'uso di un ricco linguaggio, il poema interessa molto i critici letterari per il suo sofisticato uso del simbolismo medievale. Il Cavaliere Verde, il gioco della decapitazione o la cintura magica di Galvano per protezione sono simboli importanti che affondano le loro radici nelle <b>antiche culture celtiche</b>, germaniche e nel folklore popolare. Per esempio il Cavaliere Verde viene visto da qualcuno come la rappresentazione dell'Uomo Verde delle leggende celtiche, mentre altri ci vedono un'allusione a <b>Cristo</b>. "Sir Galvano e il Cavaliere Verde" è un importante poema appartenente alla letteratura cavalleresca, dove troviamo un eroe impegnato in un'avventura per dimostrare il suo valore. Tuttavia l'ambiguità che circonda la fine della storia lo rende molto più complesso di altre opere. La popolarità moderna dell'opera è da imputarsi a testi di critica letteraria scritti da J.R.R. Tolkien, da Simon Armitage e da diversi film e adattamenti recenti. <b>C'è un nesso che, nel mito del Graal, unifica la cultura celtica, il pensiero dei Templari e la cultura Occitana</b>, e nel DNA occitano si è inserita la cultura celtica: ancora oggi, nelle danze occitane, il <b>circolo circasso</b> ha gli stessi ritmi e movenze del <b>circolo canadese</b> celtico.<br />
<br />
<b>Dal 1.377</b> - Gli <b>Jagelloni</b> o Iagelloni sono stati una <b>dinastia reale </b>originaria <b>della Lituania</b>, discendenti della dinastia lituana dei Gediminidi, che<b> ha regnato in diversi paesi dell'Europa centrale</b> (Stati dell'odierna Polonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina, Lettonia, Estonia, Prussia Orientale, Cechia, e parte della Russia e dell'Ungheria) tra il XIV secolo e il XVI secolo: granduchi di Lituania dal 1377 al 1392, re di Polonia dal 1386 al 1572, re di Ungheria dal 1440 al 1444 e dal 1490 al 1526 e re di Boemia dal 1471 al 1526.<br />
<div>
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.378</b> -<b> </b>Inizia il <b>Grande Scisma d'occidente</b> e durerà fino al 1.417. Con Scisma d'Occidente o Grande Scisma si intende la crisi dell'autorità papale che per quasi quarant'anni, dal 1.378 al 1.417, lacerò la Chiesa occidentale sulla scia dello scontro fra <b>papi</b> e <b>antipapi</b> per il controllo del soglio pontificio. L'origine dello scisma è da ricercare nel trasferimento della sede apostolica da Avignone a Roma, voluta da papa Gregorio XI (Pierre Roger de Beaufort) nel 1.377 dopo circa settant'anni di permanenza nella cittadina provenzale. Morto Gregorio l'anno successivo, il collegio cardinalizio, dominato da prelati francesi, si apprestò ad eleggere un nuovo papa transalpino. I romani si sollevarono con l'obiettivo di scongiurare tale evento, poiché temevano che un nuovo papa francese avrebbe potuto disporre il ritorno ad Avignone. Il popolo reclamò a gran voce la scelta di un papa gradito, gridando nelle piazze <i>Romano lo volemo, o almanco italiano, </i>"Romano lo vogliamo o, almeno, italiano". L'8 aprile 1.378, i cardinali si riunirono in conclave ed elessero al Soglio di Pietro il napoletano Bartolomeo Prignano, arcivescovo di Bari, che assunse il nome di Urbano VI; il nuovo papa era già stato valente e rispettato amministratore della Cancelleria Apostolica ad Avignone. Urbano, da papa, si dimostrò severo ed esigente e alcuni cardinali si riunirono ad Anagni per congiurare contro di lui (qualcuno di essi propose anche la cattura e la sostituzione del nuovo pontefice). I cardinali della nuova congiura, in particolare quelli francesi, abbandonarono Roma e si riunirono in una città situata oltre il confine dello Stato, Fondi, sotto la protezione del conte Onorato Caetani. Il 20 settembre di quello stesso anno, dopo appena cinque mesi, i cardinali "scismatici" elessero papa il cardinale Roberto di Ginevra, che prese il nome di Clemente VII. La decisione di eleggere un nuovo papa era motivata dal fatto che taluni cardinali avrebbero preferito un altro pontefice più vicino alle loro idee politiche. Tentarono quindi di far passare come invalida l'elezione di Urbano VI, sostenendo la dipendenza del conclave da pressioni esterne. Dopo qualche tempo, l'antipapa Clemente VII ristabilì la propria corte ad Avignone, in opposizione alla sede romana di Urbano VI. Con due pontefici in carica, la Chiesa occidentale fu spezzata in due corpi autocefali e la stessa comunità dei fedeli risultò divisa fra "obbedienza romana" e "obbedienza avignonese". La rottura del 1.378 presentava aspetti molto più gravi e preoccupanti di quelli che si erano verificati nel passato. Non si trattava di papi e antipapi nominati da fazioni rivali, ma di pontefici eletti in apparente legittimità da coloro che soli ne avevano il potere: i cardinali.<br />
<b><br /></b><b>Nel 1.379 </b>- <b>Venezia</b> è gravemente <b>minacciata </b>nell'Adriatico da <b>Genova</b> durante la guerra di Chioggia che, dopo aver posto la serenissima in stato d'assedio nelle sue stesse lagune, termina con un nulla di fatto e l'indebolimento della rivale.<br />
<b><br /></b><b>-</b> Alan Stivell ha riproposto il canto <b>An</b> <b>Alarc'h</b> ('Il Cigno' in bretone) sulle gesta del duca <b>Jean</b> <b>de</b> <b>Montfort</b> (1339-1399) che lottò per l'autonomia della Bretagna Armoricana celtica. <b>Giovanni IV</b> <b>di</b> <b>Montfort </b>il <b>Conquistatore</b>, in bretone Yann IV, in francese Jean IV e tradizionalmente in fonti inglesi sia Giovanni di Montfort che Giovanni V, (1339 - 1 novembre 1399) è stato Duca di Bretagna e Conte di Montfort dal 1345 fino alla sua morte e 7 ° conte di Richmond dal 1372 fino alla sua morte. Era figlio di Giovanni di Montfort e di Giovanna delle Fiandre. Suo padre aveva rivendicato il titolo di Duca di Bretagna ma non era stato in grado di far valere la sua richiesta per più di un breve periodo e il solo re inglese la riconoscette, per cui nelle fonti francesi è indicato come "Giovanni IV" e suo padre semplicemente come "Giovanni di Montfort" (Jean de Montfort), mentre nelle fonti inglesi è conosciuto come "John V". Tuttavia l'epiteto di "<b>The</b> <b>Conqueror</b>" rende la sua identità inequivocabile. Nella prima parte della sua vita si combatteva la guerra di successione bretone, combattuta dal padre contro sua cugina Giovanna di Penthièvre e suo marito Carlo di Blois. Con il supporto militare francese, Carlo fu in grado di controllare la maggior parte della Bretagna. Dopo la morte di suo padre, la madre di Giovanni, Joanne, tentò di continuare la guerra in nome del figlio e diventò famosa come "Jeanne la Flamme" per la sua personalità focosa. Tuttavia, alla fine fu costretta a ritirarsi con suo figlio in Inghilterra chiedendo l'aiuto di Edoardo III. In seguito fu dichiarata pazza e imprigionata nel castello di Tickhill nel 1343 e Giovanni e sua sorella Giovanna di Bretagna furono portati nella casa del re britannico. Giovanni tornò poi in Bretagna per reclamare il suo titolo con l'aiuto inglese e nel 1364 ottenne una vittoria decisiva contro la Casata di Blois nella battaglia di Auray, con l'appoggio dell'esercito inglese guidato da John Chandos . Il suo rivale Carlo di Blois rimase ucciso nella battaglia e la vedova di Carlo, Joanna, fu costretta a firmare il Trattato di Guérande il 12 aprile 1365, secondo cui Joanna rinunciava ai suoi diritti sulla Bretagna e riconosceva John come unico padrone del ducato. Avendo ottenuto la vittoria con il sostegno inglese (ed essendosi sposato con un'esponente della famiglia reale inglese), il duca Giovanni IV fu costretto a confermare diversi baroni inglesi in posizioni di potere in Bretagna, specialmente come controllori di roccaforti strategicamente importanti nei dintorni del porto di Brest, permettendo così ai militari inglesi l'accesso alla penisola e consentendo che le entrate dalla Bretagna affluissero verso la corona inglese. I potentati inglesi in Bretagna causavano risentimenti negli aristocratici bretoni e alla monarchia francese, così come l'uso di consiglieri inglesi da parte di Giovanni. Tuttavia, Giovanni IV si dichiarava vassallo del re Carlo V di Francia e non di Edoardo III d'Inghilterra, pur non placando i suoi critici, che mal tolleravano la presenza di truppe e signori inglesi. A causa dell'ostilità della nobiltà bretone, Giovanni IV non fu in grado di ottenere un sostegno militare contro le mire del re francese Carlo V, che esercitava pressioni per il controllo della Bretagna. Senza il sostegno locale, nel 1373 Giovanni fu nuovamente costretto all'esilio in Inghilterra e il re francese Carlo V tentò di annettere il ducato di Bretagna alla Francia. Bertrand de Guesclin fu inviato per sottomettere il ducato al re francese con la forza delle armi nel 1378. I baroni bretoni si ribellarono e invitarono il duca Giovanni IV a tornare dall'esilio nel <b>1379</b>. Giovanni sbarcò a Dinard e prese il controllo del ducato con il supporto dei baroni locali. Un esercito inglese al comando di Tommaso di Woodstock, primo duca di Gloucester, sbarcò a Calais e marciò verso Nantes per prendere il controllo della città. Tuttavia, Giovanni IV successivamente si riconciliò con il nuovo re francese, Carlo VI di Francia e pagò le truppe inglesi per evitare uno scontro. Da allora in poi <b>governò</b> il suo ducato<b> in pace</b> sia con la corona francese che con quella inglese per oltre un decennio, mantenendo i contatti con entrambe ma riducendo al minimo i legami aperti con l'Inghilterra. Tra il 1380 e il 1385, Giovanni IV costruì a Vannes il castello dell'Hermine (Castello di Hermine ), che divenne una fortezza difensiva e dimora dei duchi di Bretagna. Lo costruì per beneficiare della posizione centrale della città di Vannes nel suo ducato. Nel 1397, il duca Giovanni IV riuscì finalmente a liberare Brest dal controllo inglese usando pressioni diplomatiche e incentivi finanziari. Nel 1392 Pierre de Craon tentò di uccidere Olivier de Clisson, il Conestabile di Francia, un vecchio nemico del duca Giovanni e non riuscendovi fuggì in Bretagna. Si presumeva che il duca Giovanni fosse coinvolto nel complotto e Carlo VI ne approfittò per attaccare ancora una volta la Bretagna, ma prima di raggiungere il ducato il re fu vittima dalla follia. I parenti di Carlo VI incolparono Clisson e avviarono procedimenti legali contro di lui per minarne la posizione politica. Privato del suo status di Constable, Clisson si rifugiò nella stessa Bretagna dove si riconciliò con Giovanni (1397), diventando uno stretto consigliere del duca. Giovanni IV fu nominato cavaliere dal re Edoardo III tra il 1375 e il 1376 come membro dell'Ordine della Giarrettiera, unico duca di Bretagna ad aver ottenuto questo onore inglese. Il duca Giovanni IV si è sposato tre volte: 1) con Maria d'Inghilterra (1344-1362), figlia del re Edoardo III e Philippa di Hainault, da cui non ebbe figli; 2) con Lady Joan Holland (1350-1384), figlia di Thomas Holland, 1° conte di Kent e Joan of Kent, a Londra, nel maggio 1366, da cui non ebbe figli; 3) con Giovanna di Navarra (1370-1437), figlia del re Carlo II di Navarra e Giovanna di Valois, a Saillé-près-Guérande, vicino a Nantes, il 2 ottobre 1386 da cui ebbe nove figli. Dopo la morte di Giovanni, Giovanna di Navarra divenne reggente del figlio, Giovanni V duca di Bretagna e alla fine sposò il re Enrico IV d'Inghilterra. I figli di Giovanni e Giovanna di Navarra sono stati: Jeanne of Brittany ( Nantes , 12 agosto 1387-7 dicembre 1388); Isabella di Bretagna (ottobre 1388 - dicembre 1388); Giovanni V, duca di Bretagna (Château de l'Hermine, vicino a Vannes, Morbihan, 24 dicembre 1389 - manoir de La Touche, vicino a Nantes, 29 agosto 1442); Maria di Bretagna (Nantes, 18 febbraio 1391 - 18 dicembre 1446), signora di La Guerche , sposò al castello de l'Hermine il 26 giugno 1398 Giovanni I di Alençon; Margherita di Bretagna (1392-13 aprile 1428), signora di Guillac, sposata il 26 giugno 1407 con Alain IX, visconte di Rohan e conte di Porhoët († 1462); Artù III, duca di Bretagna (Castello di Succinio , 24 agosto 1393 - Nantes, 26 dicembre 1458); Gilles of Brittany (1394 - 1412), signore di Chantocé e Ingrande; Riccardo di Bretagna (1395 - Castello di Clisson 2 giugno 1438), conte di Benon , Étampes e Mantes, sposò al castello di Blois, Loir-et-Cher il 29 agosto 1423 Margaret d'Orléans, contessa di Vertus , figlia di Luigi di Valois, duca d'Orléans; Bianca di Bretagna (1397 - prima del 1419), sposò a Nantes il 26 giugno 1407 Giovanni IV, conte di Armagnac. Vedi anche <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_V_di_Bretagna" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_V_di_Bretagna</a>.</div><div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.382</b> - Alla <b>morte</b> di
<b>Luigi I </b>il Grande, <b>re d'Ungheria e di Polonia</b>, il 10 settembre
del 1382, gli subentra la figlia <b>Maria</b>, contro la quale
insorge l'aristocrazia polacca, insofferente all'unione con
l'Ungheria ed alla<b> reggenza</b> del consorte <b>Sigismondo del
Lussemburgo</b>. Al <b>trono polacco</b>, pertanto, ascese <b>Edvige</b>
che, dopo due anni di intensi negoziati, fu incoronata Re a Cracovia
il 16 novembre del 1384: l'uso maschile del titolo evidenziò
l'assunzione per diritto della dignità regia. Nel perdurare della fase del
rafforzamento ungherese sull'area balcanico/danubiana, muovendo
dall'Anatolia, l'Impero ottomano si proiettò verso l'Europa,
contrastò il decadente potere dei Paleologi e minacciò le colonie
orientali della Serenissima, occupando fra il 1354 ed il 1369
Gallipoli, Filippopoli ed Adrianopoli. Dopo il 1387, il Sultano
Bayezid I sconfisse i Serbo-Bosniaci in Kosovo, aggiogò la maggior
parte dei Balcani e ridusse l'Impero bizantino all'area limitrofa a
Costantinopoli. Sei anni più tardi, lo Tzar bulgaro perse Nicopoli e
suo fratello Ivan divenne Vassallo dei Turchi. </div>
<br />
<b>-</b> Nel 1382 il<b> Khan dell'Orda d'Oro</b> Toktamish <b>saccheggia Mosca</b> come ritorsione per la sua insubordinazione.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.389</b> - Dopo aver vinto la <b>battaglia del Kosovo</b> nel 1389, i <b>Turchi</b> <b>ottomani conquistano</b> una parte consistente dei <b>Balcani</b>, <b>riducendo</b> in tale modo l'<b>Impero Romano d'Oriente</b> (chiamato nell'età moderna bizantino) quasi al territorio circostante Costantinopoli, che continueranno ad assediare.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Con la sconfitta nella <b>battaglia
della Piana dei Merli</b> (odierna Kosovo Polje) del 15 giugno 1389,
quando il principe ottomano Murad I sbaraglia l'esercito cristiano
guidato dal principe serbo Stefan Lazar Hrebeljanović chiamato anche
Knez Lazar, ed i successivi scontri nel nord del Paese, <b>per la
Serbia inizia un lungo periodo di dominazione ottomana</b>
(fino al 1804). Le terre dei serbi diventarono proprietà del sultano
che le trasforma in feudi militari ereditari o attribuiti a vita a
funzionari turchi. Come era avvenuto già in Bulgaria e in Albania, i
contadini serbi diventarono fittavoli (chi affitta terreni
coltivabili) degli occupanti turchi e tutte le famiglie serbe
dovettero rifornire periodicamente l'esercito di reclute per il corpo
dei Giannizzeri. </div>
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.390</b> - <b>Crociata contro</b> la <b>Tunisia</b> e <b>Crociate del Nord</b> lungo il litorale baltico. Durante il XIV secolo, vi furono <b>molte crociate minori</b>, intraprese da diversi re e cavalieri.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.393 </b>- Iniziano le <b>trattative francesi</b> per una <b>crociata</b>, <b>assieme</b> a Sigismondo di Lussemburgo re dell'<b>Ungheria</b>, <b>contro</b> i <b>turchi ottomani</b>.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>Nel 1.394</b> - <b>Papa</b> Bonifacio IX <b>proclama una nuova crociata contro i turchi</b>, anche se lo scisma d'Occidente ha minato l'autorità papale con due papi rivali, uno ad Avignone e uno a Roma, di cui nessuno dei due ha più il potere necessario per dichiararne una. In ogni caso, <b>Inghilterra</b> e la <b>Francia </b>giungono ad una tregua nella guerra dei cent'anni e Riccardo II e Carlo VI sono disposti a <b>collaborare</b> per <b>finanziare una crociata</b>. </div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.396</b> - Il 25 settembre (il 28 settembre secondo alcuni storici) lo schieramento <b>franco-ungherese</b> (col Il re d'Ungheria Sigismondo) è <b>sconfitto dagli Ottomani</b> nella <b>battaglia di Nicopoli</b>, ritenuta l'ultima crociata su larga scala del Medioevo, anche se non combattuta in Terra santa. Con l'espansione del <b>dominio turco sui Balcani</b>, la conquista di Costantinopoli diventerà così per essi un obiettivo cruciale. L'Impero ottomano controllava quasi tutte le terre un tempo bizantine, circondando la sua capitale, mentre il <b>re bulgaro</b> Ivan Shishman <b>perdeva Nicopoli</b> diventata, dopo la caduta di Tarnovo nel 1393, la sua temporanea capitale. In seguito a questo fatto, suo fratello Ivan Stratsimir, governatore della <b>parte nordoccidentale del paese</b> con centro la città di Vidin, è costretto a diventare un <b>vassallo ottomano</b>. Il Regno d'<b>Ungheria</b> diventa così la <b>frontiera fra le due religioni</b> in Europa orientale per cui gli ungheresi rischiano di essere attaccati a loro volta mentre la Repubblica di Venezia teme che gli ottomani possano strapparle il controllo dell'Adriatico. Gli assalti ottomani furono temporaneamente sospesi quando Tamerlano invase l'Anatolia e, con la battaglia di Ancyra del 1402, fece prigioniero il sultano Bayezid I Yildirim (la Folgore). La cattura lasciò i Turchi disorganizzati, e lo Stato fu preda di in una guerra civile che durò fino al 1413, con le lotte di successione tra i figli di Bayezid. Quel periodo terminò solo quando Mehmet I conquistò il titolo di sultano e ripristinò il potere ottomano, mettendo fine all'interregno.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.397</b> -<b> Unione di Kalmar</b> tra gli <b>Stati Scandinavi</b>.<b></b><br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>I sarmatici <b>Alani</b>, in parte convertiti al cristianesimo ortodosso nel IX secolo, avevano
combattuto contro i Mongoli prima, e insieme ad essi poi (una serie
di tombe, forse di guerrieri Alani cristiani è stata rinvenuta in
una necropoli mongola in Corea). Gli Alani rimasti si stabilirono sul
<b>Caucaso occidentale</b>, dove subirono una più o meno forte influenza
turca ed islamica nel XIV-XVII secolo, e poi un processo di parziale
russificazione tra il tardo '700 e i giorni nostri. Attualmente sono
noti come <b>Osseti</b>.</div>
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.402 </b>-<b> </b>Parte dei<b> territori</b> <b>ottomani nei Balcani</b> (come Salonicco, la Macedonia e il Kosovo), sono<b> persi</b> temporaneamente dal 1402.</div>
<br />
<b>Nel 1.408</b> -<b> </b>In <b>Olanda</b> si perfeziona<b> la vite di Archimede</b> per prosciugare l'acqua dai polder, zone costiere pianeggianti, situate a
un livello inferiore a quello dell'alta marea, ma protetta da dighe e
quindi rese fertili.<b> </b><br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.409</b> - <b>Ladislao di Napoli cede</b>,<b> per centomila ducati d'oro</b>, i suoi diritti sulla Dalmazia e su Zara <b>a Venezia</b>, mentre tra il 1409 e il 1444 infine, Venezia riacquisirà il dominio sulla Dalmazia, grazie ai trattati stipulati con i sovrani ungheresi.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>Nel 1.410</b> -<b> </b>I <b>polacchi sconfiggono i Cavalieri Teutonici</b> a Tannenberg.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEithj0Fdp0J4M82VOhQ3TCWss4wOP_GvF4Zx423TJuXaQzYKTanoqObFxJ8pY_HqN209Nu_324ezZ3rF1dC4dY2ObJFzZSbthCpT2WZMlx_054qRwFrD2sNNlZzThfByLwP8oyluAPsMNbZ/s1600/archibugio.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="116" data-original-width="717" height="51" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEithj0Fdp0J4M82VOhQ3TCWss4wOP_GvF4Zx423TJuXaQzYKTanoqObFxJ8pY_HqN209Nu_324ezZ3rF1dC4dY2ObJFzZSbthCpT2WZMlx_054qRwFrD2sNNlZzThfByLwP8oyluAPsMNbZ/s320/archibugio.GIF" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Archibugio tedesco del 1425 da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Archibugio#/media/File:Hakenbuechse.png" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/<br />Archibugio#/media/File:Hakenbuechse.png</a></td></tr>
</tbody></table>
<b>- Invenzione dell'archibugio</b>,
intorno al 1410, che rende rapidamente obsoleto l'uso degli arcieri e
scatena una corsa al riarmo. Il primo utilizzo dell'arma fu
probabilmente nella <b>battaglia di Agincourt</b> del 1415. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTlrTRawB7qKX2i4ItixlzhLgtZYsXUj_Tw5DawJPFsC0fjOY-fMoBj-6JAP6eYHChrz9-Dk6k_5dgGr4GZK8qmrsmVVQOwLLgZKhRaOhnyh-JuuTMZLxMOL2SHEwar28ZRb_LM-JmWbk/s1600/GIOVANNA_DARCO_1.bmp" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTlrTRawB7qKX2i4ItixlzhLgtZYsXUj_Tw5DawJPFsC0fjOY-fMoBj-6JAP6eYHChrz9-Dk6k_5dgGr4GZK8qmrsmVVQOwLLgZKhRaOhnyh-JuuTMZLxMOL2SHEwar28ZRb_LM-JmWbk/s200/GIOVANNA_DARCO_1.bmp" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Rappresentazione di
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Giovanna D'Arco.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.412</b> - A Domrémy, in Lorena, in una famiglia di poveri contadini, nasce <b>Giovanna D'Arco</b>. All'età di tredici anni, Giovanna dichiarò di sentire delle voci che le riferivano di andare a salvare il delfino, Carlo, figlio di Carlo VI, e che l'avrebbero consigliata e guidata su cosa fare. Nel 1.429, forte della sua fede, convinta di essere stata scelta da Dio per salvare la Francia piegata dalla massacrante guerra dei Cent'anni, si presentò al cospetto di Carlo VII chiedendogli di poter cavalcare, senza nessun comando, alla testa dell'esercito che andava a soccorrere Orléans dall'assedio degli inglesi e riportare la città di Parigi all'obbedienza del re francese, riuscendo a convincere il Delfino. Tra maggio e luglio, Giovanna e il suo esercito incalzarono gli inglesi, che vedevano nella fanciulla una strega mandata dall'inferno contro di loro, ruppero l'assedio di Orléans, liberarono la città e sconfissero i nemici. Il 7 luglio del 1.429, Carlo VII fu consacrato re ma volle condurre da solo la propria politica e stipulò, all'insaputa di Giovanna, un accordo con il duca di Borgogna. Per oltre due settimane le truppe francesi oziarono, mentre agli inglesi giungevano rinforzi. Alcuni mesi dopo, l'8 settembre, Giovanna venne ferita alle porte di Parigi e il re ordinò di sciogliere l'armata, delegando a Giovanna operazioni militari di scarsa importanza. Iniziarono quindi le sconfitte e il 23 maggio 1.430 a Margny, Giovanna venne presa prigioniera. Gli inglesi la trasferirono a Rouen dove la fecero giudicare da un tribunale ecclesiastico con l'accusa di stregoneria. Dopo un anno di prigionia e oltre quattro mesi di processo, trascorsi senza il minimo intervento di re Carlo, Giovanna venne condannata come eretica. Il 30 maggio 1.431, fu bruciata viva nella piazza del mercato di Rouen. Nel 1.920, la Chiesa riconobbe solennemente la santità di Giovanna D'Arco e la nominò patrona di Francia. Giovanna d’Arco, secondo le testimonianze, morì vergine, nonostante le molestie che sembra avesse subito sia nella vita militare che in prigionia. Retrospettivamente, il fatto che Carlo VII non l’abbia riscattata dai Borgognoni che l’avevano prigioniera prima di consegnarla agli Inglesi, sembra un’assurdità. Un’ultima notazione: Giovanna d’Arco non era molto socievole con le donne e certamente non una femminista ante-litteram: non volle altre donne nell’esercito e scacciò il seguito dell’armata, quel codazzo di mercanti, vivandiere, lavandaie, sarte e prostitute che abitualmente seguiva le armate medievali nei loro spostamenti.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.415</b> -<b> </b>Battaglia di <b>Azincourt</b>, nel corso della <b>guerra dei Cent'anni</b>. La battaglia di Azincourt (o di Agincourt) si svolse presso Azincourt, località nel dipartimento del Passo di Calais nella regione del Nord-Passo di Calais il 25 ottobre 1.415 nell'ambito della Guerra dei cent'anni, e vide scontrarsi le forze del Regno di Francia di Carlo I contro quelle del Regno d'Inghilterra di Enrico V. In virtù della decisiva vittoria riportata dagli inglesi è considerata uno dei momenti più cupi della storia della Francia e al contrario uno dei più fulgidi della storia dell'Inghilterra.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxJz1g7n4SiwtwmyckSN8HpZZQq86QEuDsNrrK89F9oEyRe4SoKPaIROlvRVO5KQrvyYrw5e4y0jqd4uvgYpCIAFv4GP4hA1MkmIUMIHA7OllWm_QNShMnxAKY7AON4lwZDHqJGk0CSDSp/s1600/Jan_hus_1.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="531" data-original-width="420" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxJz1g7n4SiwtwmyckSN8HpZZQq86QEuDsNrrK89F9oEyRe4SoKPaIROlvRVO5KQrvyYrw5e4y0jqd4uvgYpCIAFv4GP4hA1MkmIUMIHA7OllWm_QNShMnxAKY7AON4lwZDHqJGk0CSDSp/s200/Jan_hus_1.jpg" width="158" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Jan Hus da: <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1497087" target="_blank">https://commo</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1497087" target="_blank">ns.wikimedia.org/w/index</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1497087" target="_blank">.php?curid=1497087</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>- Jan Hus</b>, teologo e riformatore religioso boemo, nonché rettore all'Università Carolina di Praga, nel 1415 <b>viene messo al rogo</b> come eretico. Il <b>Regno di Boemia</b> era uno Stato dell'Europa centrale con capitale Praga, nei territori attualmente della Repubblica Ceca. Jan Hus aveva avuto posizioni molto critiche nei confronti del potere ecclesiastico e dell'infallibilità del pontefice, posizioni vicine a quelle di Wyclif e dei valdesi. I suoi seguaci divennero noti come hussiti. Scomunicato nel 1411 dalla Chiesa cattolica, fu condannato al rogo dal Concilio di Costanza. Jan Hus viene considerato<b> il primo anticipatore</b> della storia <b>della Riforma protestante</b> (iniziata circa un secolo dopo alla sua morte), essendo vissuto prima di Lutero, Calvino e Zwingli. Dopo la sua morte, gli Hussiti si schierarono in massa contro la corruzione ed i crimini della Chiesa cattolica, respingendo ben cinque crociate bandite contro di loro. Un secolo più tardi, il 90% degli abitanti delle terre ceche continuarono a rimanere anti-cattolici, aderendo alla Riforma protestante oppure entrando a far parte dell'Unione dei Fratelli Boemi, questi ultimi diretti successori del movimento hussita. Attualmente la <b>Repubblica Ceca</b> è abitata da<b> una delle popolazioni meno religiose di tutta Europa</b>. Secondo il censimento del 2001, il 59% della popolazione è atea, il 26,8% è cattolico, il 2,5% è protestante (Hussiti 1%, Fratelli Boemi 1,2%, Chiesa evangelica salesiana di confessione augustana 0,1%), lo 0,2% ortodosso. L'8,8% non ha risposto al censimento. Secondo un più recente sondaggio, effettuato da Eurobarometro nel 2005, il 19% dei cittadini cechi crede che ci sia un Dio (il<b> secondo risultato più basso tra i paesi dell'Unione Europea</b> <b>dopo</b> l'<b>Estonia</b> con il 16%), mentre il 50% crede che ci sia qualche tipo di spirito o forza vitale e il 30% non crede che ci sia alcun tipo di spirito, Dio o forza vitale.<br />
<br />
<b>-</b> La teologia rivoluzionaria di Hus aveva
trovato grande accoglienza per tre motivi fondamentali:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Il <b>cristianesimo boemo derivava da
quello orientale</b>, data anche la posizione geografica della zona e
questo allontanava già in partenza il popolo dalle dottrine
cattoliche, comunque messe in discussione dai numerosi scismi fra le
chiese d'oriente e d'occidente.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Lo status quo boemo per quanto
riguardava le gerarchie ecclesiastiche ed i loro privilegi e soprusi
creava malcontento fra le fasce più basse della popolazione. A
questo erano dovute le varie rivolte contadine contro la <b>Chiesa</b>,
<b>proprietaria di oltre un terzo dei terreni boemi</b>.</div>
- Stava diffondendosi nel paese
l'<b>entusiasmo per il nazionalismo slavo</b>.<br />
Dopo l'esecuzione di Hus, il <b>movimento hussita</b> aveva assunto un carattere quasi insurrezionale, vi furono moti di protesta e nel settembre del 1415, 452 nobili boemi e moravi inviarono una formale nota contro l'accusa di eresia che aveva portato alla condanna di Hus. La popolazione considerò Hus come un martire e dalle proteste prese<b> origine</b> il <b>movimento nazionalistico ceco</b>. Con il rogo di Hus e la repressione della chiesa cattolica, il movimento si era diviso in quattro correnti: la corrente moderata degli hussiti, formata da studenti, nobiltà e alta borghesia, che presero il nome di calixtini (dal latino calix, calice, chiamati talvolta anche calinisti, calicisti o utraquisti dalla locuzione latina <i>sub utraque specie</i>); la corrente più estremista prese il nome di <b>taboriti</b> da Tábor, una collina nei pressi della città di Sezimovo Ústí, nella Boemia meridionale, dove fu fondato un insediamento e vi si aggregarono i contadini e le fasce più povere della popolazione. Dai taboriti prese origine un'altra corrente radicale, quella degli horebiti guidati dal nobile Jan Žižka; la quarta corrente era quella degli adamiti o piccardi guidata da Martin Húska. Come conseguenza dei moti di ribellione scatenati dall'esecuzione di Hus, il sovrano di Boemia Venceslao IV aveva tentato di escludere gli hussiti dalle cariche pubbliche e religiose. Ciò aveva provocato una sollevazione e il 30 luglio del 1419 alcuni taboriti, guidati da Žižka, avevano dato luogo alla prima <b>defenestrazione di Praga</b>, uccidendo 7 magistrati che si erano rifiutati di rilasciare alcuni taboriti precedentemente arrestati e imprigionati.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nel 1420 furono stilati i Quattro
articoli di Praga, una sorta di manifesto del credo hussita, che
esponeva varie tesi:
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Libertà per i preti e per i laici di
predicare le Sacre Scritture in lingua locale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Comunione eucaristica sotto ambedue
le forme, il calice contenente il vino e il pane, data sia agli
adulti che ai bambini (il calice divenne il simbolo degli hussiti).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Espropriazione dei beni
ecclesiastici, povertà del clero e rinuncia ai beni materiali.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Pene esemplari per i peccati mortali
commessi da membri del clero.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mentre l'imperatore Sigismondo di Lussemburgo raccoglieva in
Germania l'esercito che avrebbe dovuto schiacciare la rivolta, i
predicatori hussiti percorrevano il paese annunciando la prossima
venuta di Cristo, da loro prevista per il febbraio del 1420, che
avrebbe instaurato il suo Regno.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A questa speranza escatologica doveva
accompagnarsi una nuova organizzazione sociale delle comunità, ma se
la lettera dei Quattro articoli di Praga - la base condivisa della
riforma - era accettata da tutti, l'interpretazione che se ne dava
era però divergente: per la corrente moderata utraquista, gli
articoli significavano la fine della supremazia economica della
Chiesa cattolica, che doveva tornare alla povertà evangelica grazie
alla distribuzione delle sue terre ai laici, ma senza mettere in
discussione la presente società feudale con la sua rigida
stratificazione di classe e le sue sperequazioni economiche; per la
corrente radicale taborita, essi significavano la fine della società
feudale, la comunione delle terre, e il rifiuto del pagamento di
qualunque imposta. Nell'attesa dell'imminente giudizio, le
disuguaglianze sociali ed economiche non avevano giustificazione e
occorreva che Cristo trovasse i suoi fedeli organizzati secondo le
primitive comunità cristiane, le quali mettevano tutti i propri beni
in comune.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I Taboriti organizzarono così <b>società
comunistiche</b> a Tábor, Pilsen, Vodñany, sopprimendo il diritto
romano e germanico, che era a fondamento giuridico degli obblighi
delle servitù feudali, e furono stabiliti centri di raccolta di beni
e di denaro da mettere in comune e distribuire secondo i bisogni.
Mikuláš Biskupec, teologo di Pelhřimov, fu nominato senior,
pastore della comunità e responsabile della<b> messa in comune dei
beni</b>, consumando con questa scelta uno strappo radicale con ogni
potere politico e religioso. L'arrivo di Martin Lutero venne ben
accolto dagli hussiti, e Lutero stesso si sorprese dell'aver trovato
così tanti punti in comune tra la sua teologia e quella di Hus. Non
tutti i calixtini però approvavano la Riforma in Germania; avvenne
quindi uno <b>scisma tra gli hussiti</b>, alcuni dei quali tornarono
al cattolicesimo, altri entrarono a far parte della nascente <i>Unitas
Fratrum</i> nel 1457. Con l'imperatore Massimiliano II d'Asburgo
venne formulata la <i>Confessio Bohemica</i>, a cui luterani, riformati e
Fratelli Boemi aderirono. Con lo scoppio della guerra dei trent'anni
e la battaglia della Montagna Bianca, l'8 novembre 1620 la fede
cattolica venne ristabilita come religione di Stato in Boemia e
Moravia e gli hussiti iniziarono a diminuire. Messi al muro dalla
controriforma cattolica, i membri dell'<i>Unitas Fratrum</i>
dovettero quindi decidere se andare via dal Sacro Romano Impero
Germanico o restare e praticare il cristianesimo hussita in segreto.
Come risultato dovettero nascondersi e scappare verso il Nord Europa.
La comunità dei Fratelli Boemi più numerosa rimase comunque quella
di Leszno, in Polonia, strettamente legata ai Cechi e affiliata a
vari e piccoli altri gruppi hussiti della Moravia. Molti di loro,
come il celebre filosofo Comenio, fuggirono verso l'Europa
occidentale, altri verso i paesi del Sud. Una comunità di <b>Fratelli
Boemi</b> stabilitasi a Herrnhut, in Germania, nel 1727 pose le basi
per la nascita della <b>Chiesa Moraviana</b>, nome ufficiale
dell'<i>Unitas Fratrum</i> odierna. I moraviani di Herrnhut, sotto la guida
del conte Nikolaus Ludwig von Zinzendorf, stabilirono missioni
d'evangelizzazione anche in Africa e nelle Americhe.</div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgocjc9JcN6mQehoz8otSY2jWuqemB6NJzB-joSRS6q9j5CkIG9kGH6d4huKdIRhFJY9Y-0ZbS1p2boIl5j98Iverur_fmnV1wrSqSYax_cqRH0e3_wIwuv7pAf4Ivf2_1G5ewYT3P_XM-U/s1600/Savoia+1450-1631.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="470" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgocjc9JcN6mQehoz8otSY2jWuqemB6NJzB-joSRS6q9j5CkIG9kGH6d4huKdIRhFJY9Y-0ZbS1p2boIl5j98Iverur_fmnV1wrSqSYax_cqRH0e3_wIwuv7pAf4Ivf2_1G5ewYT3P_XM-U/s320/Savoia+1450-1631.png" width="231" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Savoia dal 1450 al 1631, da: <a href="https://keynes.scuole.bo.it/siti_tematici/farestoria/cartografia/c04_09.html" target="_blank">https://<br />keynes.scuole.bo.it/siti_tematici/fare<br />storia/cartografia/c04_09.html</a></td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.416</b> - <b>Nasce il Ducato di Savoia</b>, antico Stato derivato dalla Contea di Savoia, culla della dinastia dei Savoia. Dal 1034, il conte Umberto Biancamano poté esercitare un <b>pieno controllo sui valichi alpini</b> <b>che</b> nel Medioevo <b>collegavano il nord con il sud dell’Europa</b>, in particolare i passi del <b>Moncenisio</b> e del <b>Piccolo</b> <b>San Bernardo</b>, ma anche su Gran San Bernardo e Monginevro. Ambendo a nuovi territori, fu creato nel 1046 un legame con il Piemonte tramite il matrimonio di suo figlio Oddone (1010 - 1060) e Adelaide, figlia del Marchese di Torino: l’unione apportava così<b> i territori </b>delle aree montane del Piemonte occidentale, specie la <b>Valle di Susa</b> e la <b>Val Chisone</b>, attorno alla città di <b>Pinerolo </b>oltre al marchesato di<b> Torino</b>, tutti <b>in Italia</b>. Fu questa una tappa fondamentale per l'<b>ingresso di questo casato in Italia</b> che li avrebbero visti crescere e diventare <b>duc</b><b>hi di Savoia</b>, poi <b>principi di Piemonte</b>, <b>re di Sardegna</b> ed infine <b>re d'Italia</b>. Mercanti e pellegrini che volevano valicare le Alpi per entrare nella pianura padana potevano farlo solo con il consenso dei Savoia. Controllare quei valichi significava <b>controllare i traffici</b> e si potevano <b>accumulare ricchezze imponendo pedaggi </b>per il transito, <b>gestendo locande e </b>offrendo <b>servizi </b>ai viaggiatori. Ciò comportò enormi vantaggi a favore di un territorio privo di frutti e di risorse economiche. Ma la possibilità di bloccare quei valichi con sbarramenti militari, e quindi <b>favorire il passaggio solo a eserciti disposti a concedere favori e possessi feudali</b>, costituì la <b>vera forza dei Savoia </b>che seppero fondare un originale «<b>stato di passo</b>» e giocare con spregiudicatezza tutte le opportunità diplomatiche che questo possesso garantiva.<br />
Ad Oddone I succedettero in via del tutto nominale Amedeo II (1.048-1.078) e Pietro I (1.048-1.080), dato che la gestione della contea restò nelle mani abili della madre Adelaide fino alla sua morte. Succedettero Umberto II (1.070-1.103) ed Amedeo (1.095-1.148), che edificò l'abbazia di Altacomba e morì di peste nel ritorno dalla crociata. Gli succedette il figlio Umberto III (1.136-1.189), proclamato beato e poi Tommaso I (1.177-1.233) che, nominato vicario imperiale da Federico II (1.225), ristabilì i domini della casata in Piemonte e ampliò i possessi d'oltralpe. Alla morte di Tommaso I i membri della famiglia, antagonisti da tempo, si divisero i possedimenti: Amedeo IV (1.197-1.253) mantenne il dominio diretto sui beni con il titolo di conte di Savoia, il fratello Tommaso ricevette le terre di Piemonte da Avigliana in giù e assunse il titolo di signore di Piemonte. Ad Amedeo IV succedettero gli zii Pietro II prima e Filippo I poi. Alla morte di Filippo I (1.285), la contea di Savoia fu scossa dai conflitti che sorsero fra i pretendenti alla successione e durarono per un decennio: prevaleva ancora il concetto che l’eredità dovesse passare al rappresentante più forte della famiglia, senza il principio della primogenitura o della successione diretta del defunto. Ci fu così una spartizione del potere fra tre pretendenti: il titolo comitale e la maggior parte dei domini andarono ad Amedeo V (1.249-1.323, nipote del defunto, che ottenne il controllo delle vie commerciali attraverso le Alpi; a suo fratello più giovane, Luigi I di Savoia-Vaud, andarono la regione nord-orientale organizzata nella Baronia del Vaud ed il paese di Bugey, così egli iniziò la dinastia cadetta dei Savoia-Vaud; infine a Filippo I di Savoia-Acaia (figlio di Tommaso III, fratello di Amedeo IV) andarono assegnate un terzo delle terre piemontesi (da lui poi si originerà l'altra casa cadetta dei Savoia-Acaia). Ad Amedeo V succedettero i due figli maschi: Edoardo (1.284-1.329) ed Aimone (1291-1.343) che lasciò il trono al figlio Amedeo VI (1.334-1.383), detto il "Conte Verde", che acquisì i territori di Biella, Cuneo, Santhià e riassorbì nei domini comitali la Baronia del Vaud; il figlio Amedeo VII (1.360-1.391), detto il "Conte Rosso", estese la contea di Savoia acquistando quella di Nizza (a patto di non fornire mai, né alla Provenza né alla Francia) e suo figlio, Amedeo VIII (1.383-1451), diciannovesimo conte di Savoia, fu designato duca dall’imperatore Sigismondo nel 1.416.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnmZbkYxLUNe2lEUccrGq8T3tpZ_C0dcheKyzoGuDsPrki_Mi2PPO_2w_rN9QZGI7fhqNYnxFQLoB8rCTg4GHoq6aCI_rsxoU7cVf_eb-9Wn7ODk1EnuCdP4gxE429ZRJgOCZFkEod22n1/s1600/Savoia+1295-1435.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="614" data-original-width="513" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnmZbkYxLUNe2lEUccrGq8T3tpZ_C0dcheKyzoGuDsPrki_Mi2PPO_2w_rN9QZGI7fhqNYnxFQLoB8rCTg4GHoq6aCI_rsxoU7cVf_eb-9Wn7ODk1EnuCdP4gxE429ZRJgOCZFkEod22n1/s320/Savoia+1295-1435.png" width="267" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Espansione dello Stato dei Savoia dal
1295 al</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1435, da: <a href="https://digilander.libero.it/mediaivrea/medioita/savoia.htm" target="_blank">https://digilander.libero.it/mediaivrea</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://digilander.libero.it/mediaivrea/medioita/savoia.htm" target="_blank">/medioita/savoia.htm</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il Ducato nasce in seguito all'<b>assegnazione</b> del<b> titolo ducale da </b>parte del sacro romano imperatore <b>Sigismondo di Lussemburgo al </b>conte<b> Amedeo VIII di Savoia</b>. Il territorio del Ducato si estendeva allora alla Savoia, alla Moriana, alla Valle d'Aosta, mentre il Piemonte, soggetto a varie signorie, tra cui i marchesati di Monferrato e di Saluzzo, era dominio dei Savoia nell'area occidentale, che comprendeva la Valle di Susa, il Canavese e città come Pinerolo (capoluogo dei Savoia-Acaia, un ramo cadetto vassallo dei duchi), Savigliano, Fossano, Cuneo e Torino. Lo sbocco sul mare, conquistato dal 1388, consisteva in pochi chilometri di costa intorno a Nizza, capoluogo dell'omonima contea. In quanto terra di frontiera, rimase conteso tra varie potenze per gran parte della sua storia, riuscendo, infine, con Emanuele Filiberto I di Savoia, ad imporsi con fermezza nella scena politica italiana, pur appoggiandosi prima alla corona di Spagna, poi al Regno di Francia ed infine all'Impero Austriaco. Al termine della Guerra di successione spagnola, grazie al Trattato di Utrecht ed essendo tra i vincitori, i <b>Savoia</b> <b>otterranno</b> la corona del Regno di Sicilia e il conseguente<b> titolo regio nel 1.713</b>. I Savoia manterranno la sovranità sulla Sicilia fino al 1.720 quando, a causa delle pressioni internazionali, dovettero accettare lo scambio col Regno di Sardegna (che, nel 1861, <b>diventerà il Regno d'Italia</b>).</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-3372285370572744742019-03-29T14:33:00.002-07:002020-10-07T03:18:28.928-07:00Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpHL_LWxn_7JmDVEsE7jgJEwiE5Di58DTJdW0offielCVWMzwiIhENsT5trVoULvzyh-UzOaVw_B5MKxyTreDipCuNNxtkEZdFINuFFX50L7MZ8TLOyg8zKvS8NoM3dFHKNiR7Y2FQXEeT/s1600/Crociata+dei+Pastori.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpHL_LWxn_7JmDVEsE7jgJEwiE5Di58DTJdW0offielCVWMzwiIhENsT5trVoULvzyh-UzOaVw_B5MKxyTreDipCuNNxtkEZdFINuFFX50L7MZ8TLOyg8zKvS8NoM3dFHKNiR7Y2FQXEeT/s1600/Crociata+dei+Pastori.jpg" width="142" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Miniatura raffigurante la</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Crociata dei Pastori.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.251</b> -<b> Crociata dei Pastori</b> è il nome di due<b> insurrezioni popolari </b>che fecero parte delle crociate popolari iniziate senza l'appoggio dei governanti e spesso rivolte proprio contro di loro. Queste crociate sono datate 1.251 e 1.320. Durante la Settima Crociata, Luigi IX di Francia (San Luigi) prese Al-Mansura, ma le sue armate, vittime di un'epidemia di peste o secondo le ultime ricerche di dissenteria, di tifo e di scorbuto, si trovò intrappolato. Re Luigi fu fatto prigioniero con due suoi fratelli nel 1.250. Quando questa notizia giunse in Occidente provocò incredulità e rivolte, poiché il re sembrava non godere più dell'appoggio divino. La risposa al crescente malcontento venne da predicatori popolari, in particolare un certo <b>Job o Jacob o Jacques, carismatico monaco ungherese dell'ordine cistercense</b> soprannominato Maestro d'Ungheria, che diceva di aver ricevuto dalla Vergine Maria una lettera in cui affermava che i governanti, ricchi e orgogliosi, non potevano riprendere Gerusalemme, ma che solo avrebbero avuto successo i poveri, gli umili e i pastori, i <i>pastoureaux </i>(pastorelli). L'orgoglio della cavalleria, diceva la lettera, era dispiaciuto a Dio. Da ciò il nome di "Crociata dei Pastori". L'appello solenne ebbe luogo a Pasqua 1.251, quando migliaia di pastori e contadini presero la croce, marciando verso Parigi, armati d'asce, coltelli e bastoni. Furono 30.000 ad Amiens, forse 50.000 a Parigi, dove Bianca di Castiglia, madre del re Luigi IX, li ricevette ed in un primo momento li sostenne. Il movimento era però troppo pericoloso sul piano sociale e religioso per essere accettato dai governanti: esso <b>accusava abati e prelati di cupidigia ed orgoglio</b>, <b>prendendosela anche con la Cavalleria</b>, accusata di disprezzare i poveri e di trarre profitto dalle crociate. Vi furono diversi conflitti con il clero in diverse città (Rouen, Orléans, Tours). <b>Molti aderenti al movimento erano criminali</b> e quando le città ed i villaggi non vollero più sostentarli,<b> iniziarono a saccheggiare e distruggere persino chiese e luoghi sacri</b>. Così Papa Innocenzo IV li scomunicò e convinse la regina Bianca a mandare le truppe reali contro i crociati. In un primo momento riuscirono a scappare, arroccandosi a Bourges, dove continuarono le violenze, indirizzatesi ora verso gli ebrei, ma nei pressi di Villeneuve-sur-Cher<b> vennero uccisi o fatti prigionieri</b>, insieme al Maestro d'Ungheria stesso che perse la vita negli scontri. Altri sconti si ebbero in tutta la Francia, per esempio a Bordeaux, dove Simone V di Montfort represse la crociata. Il movimento si estese in Renania e nel nord Italia. Le repressioni furono delle più feroci e <b>solo alcuni riuscirono a scappare</b> sino a Marsiglia, dove si imbarcarono per Acri in cui si unirono poi ai Crociati.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.255 </b>- Con la morte di Batu, il khanato dell'<b>Orda d'Oro</b> viene ereditato dal figlio e diventa uno <b>Stato indipendente</b>, con capitale Saraj. Inoltre i khan succeduti a Bantu cominceranno ad utilizzare per sé stessi il titolo di gengis khan ("signore universale"), creando diversi problemi con gli altri discendenti di Temujin (il nome di Gengis Khan). L'Orda d'Oro <b>perde </b>molto <b>rapidamente</b> la sua <b>identità mongola</b>: la maggior parte della sua popolazione è di origine turca, uzbeca ed altri popoli altaici. Rapidamente il nomadismo cede il passo alla sedentarizzazione e Saraj diviene una grande e prospera metropoli. L'Orda, sempre a seguito dell'influenza dei popoli assoggettati adotta la religione islamica abbandonando le originali credenze animistiche dei Mongoli. Possiamo distinguere due periodi nella dominazione tataro-mongola della Russia:</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
- una fase di distruzione politica, economica, culturale, morale, (1223-1255),</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
- una fase di pacificazione, e in alcuni casi persino di collaborazione (1255-1380), fino alla conquista di Tamerlano. La politica nei confronti di principi e principati era abbastanza semplice: i Tataro-mongoli <b>si limitavano alla riscossione delle imposte e alla leva militare</b>, ma non si intromettevano nelle lotte fra principati. Per questo motivo, anche <b>sotto i Tataro-mongoli</b> i <b>principi
russi continuarono a lottare tra di loro</b> per aumentare ciascuno
il proprio dominio. Molti principi, soprattutto i più deboli, per
non cadere sotto il dominio di un principe più potente, facevano
atto di donazione delle loro terre all'Orda d'Oro. Questi principi
mantenevano un titolo nobiliare, naturalmente non erano più knjaz',
ma entravano a far parte del numero di quei boiari (il termine
<b>boiardo</b> ma anche boardo o boiaro, tra il X e il XVII secolo,
ma fino al XX secolo in Romania, indicava un membro dell'alta
aristocrazia feudale russa e rumena che per potere e influenza era
inferiore solo ai principi regnanti) che, insieme con i noyon
mongoli, affiancavano il khan nell'amministrazione del territorio. Il
khan poteva anche dividere il territorio di un principato in due o
più parti e assegnarle al dominio di diversi principi russi. L'Orda
d'Oro ingrandì così i propri domini non tanto per via di conquiste
militari, ma per effetto di queste continue donazioni che finivano
per creare una moltitudine di enclave nel territorio russo. Nelle
corti dei principi russi erano stabiliti dei luogotenenti del khan,
con delle truppe turco-tataro-mongole a loro disposizione per
reprimere nel sangue ogni tentativo di rivolta. Alcuni funzionari
erano incaricati di arruolare soldati slavi per l'esercito
tataro-mongolo, soldati che andavano a costituire un corpo scelto
nell'esercito del khan di Saraj e spesso anche in quello del gran
khan di Karakorum. Alcuni
commissari erano incaricati di studiare la vita, gli usi, i costumi e
la lingua dei Russi.<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Gli
esattori (baskaki) raccoglievano tasse e tributi dapprima in natura,
poi in moneta d'oro e d'argento. Chi non era in grado di pagare era
deportato in schiavitù, come anche le persone che pure pagavano, se
i commissari le giudicavano pericolose per il potere (i commissari
davano ordine agli esattori di alzare le tasse finché essi non
potevano più pagare). Non
sempre gli esattori erano tatari, o mongoli: potevano essere ebrei,
cinesi (nel senso più ampio del termine) e spesso anche russi. Il
khan, infatti, metteva in vendita la carica di esattore; gli
esattori, dal canto loro, prelevavano da ogni famiglia una quota ben
superiore a quella che dovevano al khan, sia per ammortizzare la
spesa per l'acquisto della carica, sia per accumulare ricchezze
personali. Per quanto odiati da quasi tutti, saranno proprio loro a
far rinascere il commercio in Russia e a prestare ai principi russi
somme di denaro affinché questi possano ricostituire a poco a poco
un loro esercito personale. In questo modo, molti esattori
diventeranno persino dei nobili. I
Tataro-mongoli avevano il diritto di requisire cavalli, carri,
derrate alimentari, come pure di essere alloggiati gratuitamente
quando erano in missione. La
burocrazia tataro-mongola era molto complessa e molto corrotta. Oltre
alle figure già citate, esisteva tutta una serie di funzionari
intermedi che dovevano essere pagati per poter accedere al
funzionario superiore. La
politica dell'Orda verso la Rus' di Kiev (soprattutto nelle regioni
dell'Europa orientale oggi note come Rutenia, abitate da popolazioni
slave e di origine variaga) fu di costante cambiamento di alleanze,
con il fine di mantenere il vecchio Stato feudale debole e
frammentato. <i>De iure</i>, i principi russi non furono mai deposti;
tuttavia questi principi, per regnare, dovunque essi fossero (anche i
vecchi confini della Rus' furono mantenuti), dovevano rimettersi
completamente alla volontà del khan, che quando voleva cambiava
anche la casa regnante. Ogni
principe che avesse voluto regnare, anzitutto doveva recarsi a Saraj
e fare atto di sottomissione al khan e successivamente comprare la
carica di principe. In questo modo otteneva dal khan una lettera
patente, chiamata <i>jarlyk</i>, con la quale poteva regnare. Era
vantaggioso per un principe affrontare questo viaggio, perché
comunque anch'egli, sebbene in misura molto limitata, avrebbe potuto
imporre delle tasse alla sua popolazione (normalmente, una metà di
questa seconda tassazione era poi versata ancora agli esattori
tatari). Un
problema era dovuto al fatto che a volte anche alcuni boiari andavano
a Saraj per comprare il titolo principesco e il khan concedeva lo
<i>jarlyk </i>non automaticamente al principe regnante o al suo
discendente, ma a chi offriva di più. Spesso, anzi, c'era questa
stessa competizione anche all'interno della stessa famiglia (il
principe contro un suo figlio o un suo fratello...). Molto spesso
andavano a Saraj anche dei mercanti, che potevano ritornare nelle
loro città addirittura come principi. Coloro che non erano riusciti
a comprare il titolo venivano uccisi: era il modo dei Tataro-mongoli
di tenere sotto controllo il territorio ed evitare le guerre civili. Spesso
inoltre, i Tataro-mongoli non volevano che la stessa persona
rimanesse principe molto a lungo: inizialmente, i principi dovevano
recarsi a Saraj ogni anno per farsi rinnovare lo j<i>arlyk</i>,
soprattutto dalla Russia meridionale. «Il
principe russo era senza diritti nei confronti del khan tataro; il
boiaro lo era di fronte al principe, il servo di fronte al boiaro.
Insomma, ognuno si inchinava verso l'alto e opprimeva verso il basso»
(Andrzej Poppe). Le
uniche due città risparmiate dalla conquista tataro-mongola, grazie
al clima, Novgorod e Pskov, continuarono i loro commerci con le città
dell'Europa Settentrionale e anche con l'Impero bizantino (la piazza
era libera dal monopolio di Kiev e delle città del sud). Commerciando con Costantinopoli, gli abitanti di Novgorod dovevano
pagare un tributo ai Tataro-mongoli.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Con
l'invasione tataro-mongola e il crollo del commercio kievano con
Costantinopoli, avvenne una grande emigrazione dalla regione del
Dnepr:</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
- verso
ovest, in Polonia, Galizia, Podolia e Volinia, dove avvenne un grande
aumento demografico (dall'incontro tra il russo medievale e l'antico
polacco e galiziano, nascerà la lingua ucraina),</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
- verso
nord-est, nel bacino del fiume Okà e dell'alta Volga.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
- Un
discreto numero di coloni si stabilì anche nella regione di Suzdal'
(a nord di Mosca): un'area coperta di foreste e paludi.
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
-
Un'altra regione che fu occupata fu quella di Vladimir, come pure
quella di Tver'.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Conseguenza
di queste imponenti migrazioni fu il fatto che la regione di Kiev
rimase quasi disabitata.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
I
coloni trasferitisi nelle regioni di nord-est (fiumi Okà e Volga)
fondarono delle città cui diedero i nomi delle città distrutte dai
Tataro-mongoli. Inoltre, queste popolazioni portarono con sé quel
poco del loro patrimonio culturale che si era salvato (più che
documenti scritti, tradizioni orali che, successivamente, vennero
messe per iscritto). Venendo a contatto con popolazioni finniche
(ceppo linguistico uralico), la lingua russa medievale si trasforma:
si introduce il dittongo /ij/ accanto alla semplice /i/ e il suono
/h/ si trasforma sempre in /g/. In
conseguenza dell'invasione, cessò il flusso di monaci greci verso
Kiev: il XIII secolo, nella storia della letteratura russa, è un
"secolo vuoto". L'unico genere letterario che continua è
la traduzione (anche di opere provenienti da Paesi lontani, come la
Persia, l'India, l'Arabia: spesso opere fantastiche, non impegnate). Dall'attività
commerciale si tornò ad un'attività agricola, da uno Stato di città
si tornò ad uno Stato di villaggi: in qualche modo, sembra che si
sia tornati indietro nel tempo. Per il
gran principe non era assolutamente conveniente restare nella cità
di Kiev (la città era stata completamente distrutta, ma il titolo
spettava a Kiev; anzi, il metropolita addirittura rimase fisicamente
a Kiev, almeno per un certo periodo, fino al 1300). Il gran
principato si stabilì così a Suzdal'. D'altra
parte, nella Russkaja Pravda le città più a nord-est erano
considerate periferiche e secondarie (alla morte del gran principe
dovevano passare ai suoi figli minori). Con l'invasione
tataro-mongola, al contrario, il centro dello Stato si trasla proprio
verso nord-est. Le città che prima nessuno voleva, ora diventano
molto appetibili, e i principi vogliono stabilirsi permanentemente in
queste città. Questo legame forte di un principe con una determinata
città e una particolare družina era in contrasto con lo spirito
della Russkaja Pravda: si ritorna, anzi, al primissimo modo di
gestire il potere ai tempi dei primi Rjurikidi. Quello che si vuole
creare, è un legame sempre più stretto tra knjaz', družina, bojari
e latifondisti non nobili (mercanti arricchiti che acquisteranno dal
principe la terra, e poi anche il titolo nobiliare). Si viene così
ad instaurare una concezione assolutistica del potere:</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
- il
principe possiede tutto il territorio, e lo dà a chi vuole,</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
- il
principe detiene il potere e dà titoli nobiliari a chi vuole,</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
- i
cittadini obbediscono solo al principe: la veče non esiste più o è
privata di ogni potere (diventa un'assemblea composta di soli bojari
e latifondisti, naturalmente alla totale dipendenza dal principe).</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
La
nascita, o almeno il consolidamento, dell'assolutismo in Russia
sembra quindi collegata con l'invasione tataro-mongola. Nel XIV
secolo la sollevazione della Lituania nel nord est dell'Europa sfida
il controllo dei Tatari sulla Rutenia. In risposta a ciò il khan
inizia ad appoggiare il Principato di Mosca nel ruolo di leader della
Rutenia. A Ivan I fu riconosciuto il titolo di Gran Principe e
l'incarico di raccogliere i tributi, dovuti all'Orda, tra gli altri
principi della Rutenia. I
Tataro-mongoli rimasero in Russia circa duecento anni (1223-1480),
influendo sulla vita, sui costumi, sulla cultura e sulla lingua della
popolazione. Si stabilirono soprattutto nel sud della Russia, dove
l'ambiente offriva le condizioni migliori per continuare la loro
forma di vita, basata su caccia, allevamento e commercio. Ricerche
archeologiche hanno dimostrato che i contadini russi del nord, in
questi secoli, si mescolarono soprattutto con popoli baltici
(Lituani, Lettoni) e con popoli finnici (Estoni): poche furono le
donne che sposarono dei Tatari, e comunque i loro figli furono
cresciuti come russi.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Quando
il dominio tataro-mongolo cominciò a decadere, molti Tatari si
convertirono al cristianesimo, russificando anche i loro cognomi. Per
quanto riguarda la lingua, dobbiamo tenere presente che molte parole
sono passate dalle lingue turche e mongole alla lingua russa (per
esempio továr, "merce, mercanzia", den'gi, "denaro",
kat, "carnefice", karaul, "sentinella", bašmak,
"calzatura", kaftan, "abito lungo", etc.).</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
La
donna, nella società russa del tempo, cade in una condizione di
semi-schiavitù. I matrimoni, per esempio, erano conclusi per volontà
dei genitori. Si tenga presente che il mondo slavo, alle origini, era
stato quasi matriarcale (in molte cronache monastiche si dice che le
donne erano libere di scegliersi il marito). Il ruolo delle donne,
dunque, si capovolge; se in passato c'erano state persino delle donne
che dettavano l'agenda politica di vescovi e principi (come Eufrosina
di Polack), ora il potere era tutto in mano degli uomini.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Nell'amministrazione
della giustizia i Tataro-mongoli resero comuni alcune torture e forme
di esecuzione capitale che prima erano irrogate soltanto agli
schiavi. Pene più comuni erano il taglio delle mani, dei piedi,
delle orecchie, della lingua, l'accecamento o lo squartamento. I
Tataro-mongoli non miravano assolutamente a convertire i popoli
sottomessi, né allo sciamanesimo (anche perché era praticamente
impensabile "convertirsi" allo sciamanesimo), e neanche
all'Islam dopo che, nel 1277, il khan Mengu Timur aderì
pubblicamente alla fede musulmana. A loro, ogni culto andava bene: a
Saraj vivevano gli uni a fianco degli altri cattolici latini,
ortodossi, ebrei, musulmani, animisti, buddisti. Quando
Guglielmo di Rubruck si era presentato al gran khan Munke con
l'intento di convertirlo al cattolicesimo, si era sentito rispondere:</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
«Noi
Tatari adoriamo già un solo Dio, che ci fa vivere e morire, e verso
il quale dobbiamo avere un cuore sincero. Ma come Dio ha dato alla
mano varie dita, così ha dato agli uomini diverse vie». </div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Tra il 1255 e il 1270 la Repubblica di <b>Venezia si scontra</b> <b>duramente con Genova</b> nella guerra di San Saba per riaffermare il proprio predominio nei mercati levantini, mentre la riconquista bizantina di Costantinopoli, modificando nuovamente l'assetto politico dell'Oriente, fornirà presto l'occasione per nuovi scontri tra le marinerie italiane.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.260</b> - Presso gli <b>arabi di Spagna</b> vengono usati rudimentali <b>cannoni</b>.<br />
Al fine di produrre la<b> polvere da spar</b>o, il primo processo completo di <b>purificazione del nitrato di potassio</b> è descritto nel 1270 dal chimico-ingegnere arabo Ḥasan al-Rammāḥ, un <b>siriano</b>, nel suo libro al-Furūsiyya wa al-Manāsib al-Harbiyya ("Il libro dell'arte equestre militare e degli ingegnosi apparecchi bellici"), dove si spiega per la prima volta l'uso del carbonato di potassio (nella forma di ceneri di legno) per togliere il carbonato di calcio e i sali di magnesio dal nitrato di potassio. Al-Rammāḥ riporta anche le più antiche formule conosciute per un <b>effetto esplosivo con la polvere da sparo</b>: alcune sono praticamente identiche alla composizione ideale impiegata in tempi recenti (75% salnitro, 10% zolfo, 15% carbonio), come nel "razzo" tayyār (75% salnitro, 8% zolfo, 15% carbonio) e nel "razzo illuminante", tayyār buruq (74% salnitro, 10% zolfo, 15% carbonio). Secondo al-Rammāḥ, quelle formule sarebbero state note a suo padre e a suo nonno, così facendole risalire quanto meno alla<b> fine del XII secolo</b>.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJVM2FRieccZewzn-1vxlRFX3IHjT9xjRB6SsdFtNpPN0y1AxtpksoFzHLi0soDIKXKQjWnrTsK6KjSUWDWFY-C64QUMpI9di-bOqChX6oSUYsE0Coe17bcNb-H9YK8W_p3Q24h_g0zbqo/s1600/bombarda+piccola+xv+sec.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJVM2FRieccZewzn-1vxlRFX3IHjT9xjRB6SsdFtNpPN0y1AxtpksoFzHLi0soDIKXKQjWnrTsK6KjSUWDWFY-C64QUMpI9di-bOqChX6oSUYsE0Coe17bcNb-H9YK8W_p3Q24h_g0zbqo/s200/bombarda+piccola+xv+sec.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Piccola bombarda del XV secolo, da:<br />
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1176762" target="_blank">https://commons.wikimedia.org/<br />w/index.php?curid=1176762</a></td></tr>
</tbody></table>
Le più antiche applicazioni militari di queste composizioni esplosive con la polvere da sparo sono i "<b>cannoni a mano</b>" usati per la prima volta dagli <b>egiziani</b> per respingere i mongoli alla battaglia di ʿAyn Jālūt nel <b>1260 </b>ed ancora nel <b>1304</b>. C'erano quattro diverse composizioni di polvere da sparo usate nei cannoni in battaglia, e la più esplosiva (74% salnitro, 11% zolfo, 15% carbonio) era vicina alla composizione ideale. Composizioni di questo genere sarebbero rimaste ignote in Europa fino al XIV secolo. Ḥasan al-Rammāḥ descrive anche il <b>primo siluro </b>(1270): è un sistema a razzo riempito di materiale esplodente e con tre punti di innesco. In seguito agli scambi culturali e soprattutto alla <b>migrazione delle popolazioni mongoliche</b>, <b>i cannoni fecero la loro comparsa nel mondo musulmano</b> e da lì a poco<b> in Europa</b>, <b>verso il 1300</b>, dove si riuscì ad ottenere la formula ancor oggi usata per la fabbricazione della polvere nera.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La<b> prima comparsa del cannone in Europa</b>, seppure in un modello arcaico, si ha nel <b>1262 </b>quando i Turchi attaccano la città di <b>Niebla</b>, nella comunità autonoma dell'Andalusia a 29 km da Hueiva, capoluogo della sua provincia, sulle rive del rio Tinto (José Antonio Conde, Jean de Marlès “Storia della dominazione degli arabi e dei mori in Spagna e Portogallo”, Volume II. Pag.155), dove si ha la conferma che vennero <b>usati dai musulmani dei cannoni arcaici</b> per attaccare la città durante l'omonimo assedio, che durò 9 mesi e che vide vincitrici le forze del re di Castiglia, Alfonso X. Questi cannoni, piccoli e portatili, furono usati principalmente per dare fuoco di supporto ai balestrieri. </div>
<b><br /></b><b>-</b> I <b>Tataro-mongoli </b>dell'<b>Orda d'Oro</b> si convertono all'<b>Islam</b> (tra il 1260 e il 1280), sotto i khan Berke e Mengu Timur, per un motivo squisitamente politico: allearsi con i Mamelucchi egiziani contro l'Ilkhanato di Persia. Sotto i
Tataro-mongoli, se la popolazione era vessata e umiliata, <b>gli
ecclesiastici</b> erano invece <b>esentati da ogni imposta</b>. Anche nei
principati di Kiev e di Vladimir-Suzdal', i monasteri erano delle
"isole" tranquille, e le terre da essi controllate erano
soggette alla giurisdizione solo dell'igumeno o dell'archimandrita.
Tutte le persone e i villaggi di questi territori sottoposti ai
monasteri erano esenti dalle tasse. I Tataro-mongoli emisero anche
delle norme ben precise perché nessuno infastidisse il clero
(compresi diaconi e monaci), che aveva il compito di intercedere per
il khan. Qualora un tataro, o anche un russo, avesse arrecato offesa
a un prete (krylos), era soggetto alla pena capitale: in queste
"offese" era compreso anche il furto in una chiesa o in un
monastero. D'altra parte, questa era una prassi originale dei Mongoli
fin da quando risiedevano in Asia centrale: se anche un nobile
(noyon) avesse infastidito uno sciamano, la pena prevista era la
morte. Si era dunque creata una spaccatura nella Rus' amministrata
dai Tataro-mongoli: da una parte la popolazione normale, dall'altra
il clero, i monaci, e i contadini che con il loro lavoro
contribuivano alla vita del clero e dei monasteri. Favorendo questa
contrapposizione sociale, d'altronde, i Tataro-mongoli non
intendevano umiliare i Russi: semplicemente avevano trasferito in
Russia la loro mentalità.</div>
</div>
</div>
<br />
<b>Nel 1.261</b> - <b>Costantinopoli</b> ridiventa <b>capitale dell'impero bizantino</b> con la sua <b>riconquista</b> da parte dei niceni (i greco-bizantini dell'impero di Nicea) e <b>ha termine l'impero latino</b>. Il vittorioso assedio di Costantinopoli del 1204 da parte dei crociati, partiti per liberare la Terrasanta ma <b>convinti dalla Repubblica di Venezia</b> a muovere guerra contro i bizantini, aveva provocato la frammentazione ed il caos nel vecchio Impero Romano d'Oriente. Tra gli staterelli nati da questa frammentazione emerse l'<b>impero di Nicea</b>, destinato a ripristinare la sovranità bizantina su Costantinopoli. Retto dalla famiglia dei <b>Paleologi</b>, l'impero niceno resistette agli attacchi dei turchi selgiuchidi del sultanato di Rûm in Asia Minore, poi sottomessi dai Mongoli nel 1243 ed affrontò i latini in Grecia.<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8_zCXDsWrMIOe5m6ifMCeWjTXQspPncZuTjlHxP9ehgVH9TTLODBnDUYfemFGa5urjNBg3dzaZNS2T01eXE38C0fnmZCrnkt_0IbDVOdkflvq-3xRapJ078-8tZrK1O4pXW6ZzAyraAhY/s1600/VIAGGI_POLO_OK.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="657" data-original-width="800" height="163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8_zCXDsWrMIOe5m6ifMCeWjTXQspPncZuTjlHxP9ehgVH9TTLODBnDUYfemFGa5urjNBg3dzaZNS2T01eXE38C0fnmZCrnkt_0IbDVOdkflvq-3xRapJ078-8tZrK1O4pXW6ZzAyraAhY/s200/VIAGGI_POLO_OK.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
I viaggi dei Polo, di Pipino da verona</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
comm - Opera propria, CC BY-SA 3.0</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29318482" target="_blank">https://commons.wikimedia.o</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29318482" target="_blank">rg/w/index.php?curid=29318482</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Polo#/media/File:VIAGGI_POLO_OK.jpg" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Polo#/media/File:VIAGGI_POLO_OK.jpg" target="_blank">Marco_Polo#/media/File:</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Polo#/media/File:VIAGGI_POLO_OK.jpg" target="_blank">VIAGGI_POLO_OK.jpg</a> </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>- Marco Polo</b> (Venezia, 15 settembre 1254 - Venezia, 8 gennaio 1324) è stato un viaggiatore, scrittore, ambasciatore e mercante italiano.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjo-H5JfUoWK3HlvcO2RZJUgYikEOabnflQ7E5VDJyVy-b0szaZgk4ne6HuKv0cChAWFZe3zVrhLPqPSWkpydw3sFFBc_XWBTY8Yn2e8ngtxdZAfM0JnJXZSez4IBrTEE1k_mayr4Q-Ei0/s1600/1000+lire+di+Marco+Polo+%25281982%2529.GIF" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="269" data-original-width="499" height="107" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjo-H5JfUoWK3HlvcO2RZJUgYikEOabnflQ7E5VDJyVy-b0szaZgk4ne6HuKv0cChAWFZe3zVrhLPqPSWkpydw3sFFBc_XWBTY8Yn2e8ngtxdZAfM0JnJXZSez4IBrTEE1k_mayr4Q-Ei0/s200/1000+lire+di+Marco+Polo+%25281982%2529.GIF" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le 1000 lire del 1982 con Marco Polo.</td></tr>
</tbody></table>
La sua famiglia apparteneva al patriziato veneziano. Insieme al padre Niccolò e allo zio Matteo viaggiò a lungo in Asia percorrendo la Via della seta e attraversando tutto il continente asiatico fino a raggiungere la Cina (Catai). Durante il suo viaggio, Marco Polo sarà nominato <b>ambasciatore</b> del khan <b>Kublai</b>, figlio ed erede del khan Tolui, il più giovane figlio di Gengis Khan, che regnava sulle terre natie dei Mongoli, il Khanato Chagatai, nell'Asia Centrale. Le cronache del viaggio e della permanenza in Estremo Oriente furono trascritte in francese antico da Rustichello da Pisa durante la loro prigionia a Genova e raccolte col titolo di "Divisiment dou monde", divenute note in seguito come "<b>Il Milione</b>". Le sue descrizioni dell'Asia ispireranno Cristoforo Colombo.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1c4sdQf3lHkZ6GjSrIzdKx9aGGT1VZphxy6fe5mjUvhcvCL7piT9G1ZExDCZ8n4uMsI5uC5DndTcqIMUcPlK6_0llx0PxqvjgX5TLWvEwthbkthedRVIMh88FdL3fF5dNuqet5JZog5-v/s1600/Dante+Alighieri.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1c4sdQf3lHkZ6GjSrIzdKx9aGGT1VZphxy6fe5mjUvhcvCL7piT9G1ZExDCZ8n4uMsI5uC5DndTcqIMUcPlK6_0llx0PxqvjgX5TLWvEwthbkthedRVIMh88FdL3fF5dNuqet5JZog5-v/s200/Dante+Alighieri.jpg" width="133" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Dante Alighieri.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.265</b> - A Firenze <b>nasce Dante Alighieri</b>.<br />
Il giorno della nascita del "Sommo Poeta", autore della "Divina Commedia", è incerto, ma si ipotizza che Dante Alighieri o Alighiero, battezzato Durante di Alighiero degli Alighieri, noto anche con il solo nome di Dante, possa essere nato fra il 22 maggio e il 13 giugno. A seguito del suo schieramento con i Guelfi Bianchi fu condannato all'esilio, al rogo se fosse rientrato a Firenze e alla distruzione di tutto ciò che possedeva (in Firenze). La condanna fu emanata in contumacia, mentre Dante era a Roma e perciò non tornò mai più Firenze. In seguito fu ospitato in varie famiglie e corti romagnole finché trovò asilo a Ravenna, alla corte di Guido Novello da Polenta, signore della città. Qui morì il 13 settembre 1321, a 56 anni, dopo essere rientrato a Ravenna da un'ambasceria a Venezia e aver contratto la malaria passando dalle paludose Valli di Comacchio.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBcNfxcOP5JCQp2F27WerpjYbCkXiQgAwGLYcsaNg1arL5DB9rSro_qzGA-kWHXk6Zoyx1VWLp-rhowT7eoFVzmJ1kITDnwHmv4bBytJcrk_2t9eLop-yIiVf0WmlHNatEwBQyfn2tl2B2/s1600/ottava+crociata.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBcNfxcOP5JCQp2F27WerpjYbCkXiQgAwGLYcsaNg1arL5DB9rSro_qzGA-kWHXk6Zoyx1VWLp-rhowT7eoFVzmJ1kITDnwHmv4bBytJcrk_2t9eLop-yIiVf0WmlHNatEwBQyfn2tl2B2/s1600/ottava+crociata.jpg" width="188" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Ottava Crociata: i francesi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
davanti alle mura di Tunisi.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.270</b> - Inizia l'<b>Ottava Crociata</b>, diretta contro i domini musulmani in Africa settentrionale. <b>Guidata da re Luigi IX</b>, sotto pressione di papa Clemente IV, lo scopo dichiarato della spedizione sarebbe stata la conversione forzata dei regnanti di Tunisi per far sì che essi si alleassero con i Franchi nella guerra contro i Mamelucchi di Baybars, attaccandone i loro confini occidentali, confinanti coi domini hafsidi di Muhammad I al-Mustansir. La crociata partì da Aigues Mortes nel luglio del 1.270. Il re sbarcò<b> a Tunisi </b>assieme al fratello Carlo d'Angiò; ma <b>l'assedio si prolungò molto e la peste e la dissenteria decimarono l'esercito, e uccisero lo stesso re</b>. Carlo d'Angiò prima di tornare in Sicilia con i resti della sua spedizione, concluse un trattato con il Califfo musulmano di Tunisi, grazie al quale otteneva il possesso di Malta e di Pantelleria.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b></b><br />
<b></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaNELGGA0k7mHtjAyKY6hBfbz1LYWCk6F9-7KkACFHYrVX625XEgTIIzfnUkeYKEflOn3bCi0UMDc67XW4eE25lebXKT3qjTBO70YNO521DAWB8P_VvWn411oFBR0tNOGqh6VyHtybwYjC/s1600/nona+crociata.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaNELGGA0k7mHtjAyKY6hBfbz1LYWCk6F9-7KkACFHYrVX625XEgTIIzfnUkeYKEflOn3bCi0UMDc67XW4eE25lebXKT3qjTBO70YNO521DAWB8P_VvWn411oFBR0tNOGqh6VyHtybwYjC/s1600/nona+crociata.jpg" width="175" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta della Nona Crociata con in</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
giallo i movimenti delle truppe</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
mamelucche di Baybar che</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
affrontarono sia i Franchi, in</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
verde, che i Mongoli, in rosso.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.271</b> - Si combatte la <b>Nona Crociata</b>, solitamente considerata l'<b>ultima Crociata medievale</b> ad essere stata condotta contro i musulmani in Terra Santa. Per molti storici non si tratta di una crociata a sé stante, ma la continuazione della precedente, in cui <b>Edoardo I d'Inghilterra</b> giunse a Tunisi troppo tardi e non riuscì dunque a soccorrere Luigi IX di Francia. Così Edoardo, insieme al fratello di Luigi IX, <b>Carlo d'Angiò re di Sicilia</b>, proseguì<b> verso Acri</b>, capitale di quel che restava del Regno di Gerusalemme. I due giunsero a destinazione nel 1.271, proprio <b>mentre il sultano mamelucco Baybars stava ponendo sotto assedio Tripoli del Libano</b>, l'ultimo territorio rimasto della Contea di Tripoli. Tre anni prima, nel 1.268, Baybars aveva conquistato Antiochia, ultimo possedimento del Principato d'Antiochia e, dopo aver costruito la prima flotta mamelucca, proprio nel 1.271 era sbarcato a Cipro, mettendo sotto assedio Ugo III di Cipro (formalmente re di Gerusalemme).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La sua flotta venne tuttavia distrutta. Edoardo, in realtà, fece ben poco: si limitò infatti a negoziare una tregua di undici anni tra Ugo (appoggiato dai cavalieri della famiglia Ibelin di Cipro) e Baybars, sebbene questi avesse inizialmente tentato di assassinarlo inviandogli alcuni suoi uomini con la scusa di voler ricevere il battesimo cristiano. Viene, inoltre, negoziato il libero accesso dei pellegrini a Gerusalemme. Edoardo tornò in Inghilterra nell'anno seguente, il 1.272, per essere incoronato re dopo la morte del padre Enrico III. Durante la crociata, Edoardo fu accompagnato da Teobaldo Visconti, destinato a diventare papa nel 1.271 con il nome di Gregorio X. <b>Lo stesso Gregorio proclamò una nuova crociata </b>(<b>sarebbe stata la decima</b>) durante il Concilio di Lione nel 1.274, ma il suo appello rimase inascoltato. Carlo, tuttavia, tentò di approfittare della disputa tra Ugo III, i Cavalieri templari e i Veneziani nel tentativo di prendere il controllo di Acri. Dopo aver acquistato i diritti di Maria d'Antiochia al trono di Gerusalemme, attaccò Ugo III, nominalmente ancora re di Gerusalemme. Fu così che nel 1.277 Ugo da San Severino prese Acri per conto di Carlo. Successivamente, <b>Venezia invocò una nuova crociata contro Costantinopoli</b> (dopo quella del 1.203 - 1.204), dove Michele VIII Paleologo aveva da poco ristabilito l'autorità dell'impero bizantino.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nel 1.281<b> il papa Martino IV diede la sua approvazione</b> a tale impresa: i francesi di Carlo sbarcarono a Durazzo e da lì proseguirono per terra, mentre i Veneziani scelsero la strada del mare. Tuttavia, dopo i Vespri Siciliani del 31 marzo 1.282 istigati da Michele VIII, Carlo si vide costretto a rientrare. <b>Questa</b>, comunque, <b>fu l'ultima spedizione intrapresa contro Bizantini o musulmani in Oriente</b>. Nel 1.291, quando alcuni cristiani attaccarono una carovana siriana provocando la morte di 19 mercanti musulmani, il sultano mamelucco Khalīl (al-Malik al-Ashraf) richiese un risarcimento per questo incidente. Visto che le sue richieste rimasero inascoltate, il Sultano decise di porre sotto assedio Acri, ultimo avamposto crociato in Terra Santa, lo stesso anno. La città cadde dopo 43 giorni di resistenza. <b>Dopo il massacro di 60.000 prigionieri, Khalīl continuò nella sua conquista della Palestina, cancellando qualsiasi traccia del dominio crociato</b>.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal 1.272 </b>- Inizia la <b>casata dei
Borboni</b>. Il Borbonese (in francese <i>Bourbonnais</i>, in occitano
<i>Borbonés</i> o <i>Barbonés</i>) è un'antica provincia della Francia, oggi
corrispondente al dipartimento dell'Allier ed a parte dello Cher. Il
suo primo signore noto fu Ademaro (o Aimaro), nel X secolo. Acquisì
il castello di Bourbon (oggi Bourbon-l'Archambault) che dette il nome
alla sua famiglia, la Casa di Borbone. La prima casa di Borbone si
estinse alla fine del Duecento con la morte di Arcibaldo VIII, che
lasciò una sola ereditiera, Mahaut di Borbone il cui marito, Guy II
di Dampierre, aggiunse Montluçon ai possedimenti della famiglia,
estesi verso le rive dello Cher nel corso dell'XI e XII secolo. La
seconda casa di Borbone ebbe inizio nel 1218 con Arcibaldo IX, figlio
di Guy II di Dampierre e Mahaut di Borbone, poi con Arcibaldo X, il
loro nipote. Quest'ultimo morì a Cipro nel 1249, nel corso di una
crociata, e il Borbonese passò così alla casata di Borgogna. Nel
1272, <b>Beatrice di Borgogna</b> (1258-1310), dama di Borbone, sposò
<b>Roberto di Francia</b> (1256-1318), conte di Clermont, figlio del
re San Luigi, dando inizio alla grande <b>casata dei Borboni</b> che
guidò il Regno di Francia a partire da Enrico IV. I Borbone si erano
alleati al potere reale, avevano messo le loro forze al servizio del
re, data anche l'importanza della posizione geografica del Borbonese,
situato tra i domini reali e i ducati di Alvernia e Aquitania. Tale
alleanza, come il matrimonio tra Beatrice e Roberto di Francia,
facilitarono la prosperità della regione, che nel 1327 fu eretto a
ducato-parìa dal re Carlo il Bello. Nel 1531 il ducato del Borbonese
fu unito alla Corona di Francia, dopo la defezione del conestabile di
Borbone e trasformato in <i>gouvernement</i>, con capoluogo Moulins.
Nel 1790, appena dopo la Rivoluzione francese, al pari delle altre
province storiche francesi il Borbonese cessò di esistere come
entità propria e confluì nel nuovo dipartimento dell'Allier
(eccetto Saint-Amand-Montrond, che divenne parte dello Cher) assieme
ad alcune enclavi dell'Alvernia (Cusset, Gannat,
Saint-Pourçain-sur-Sioule).</div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSrfvJ4ZilYMYj8wr5uaPTRDNwCKVQzrNADjR1kCsO7k0kv9oLktvpXLU18mygr3o_5Kr2BnS_G19XZV4r6nTNtefxtDNJMNE9lckOlKJxf9GNZEiBCBMETZTgOin1dpkpUG5nWdD_SIvu/s1600/stemma+aquila+bicipite.JPG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="145" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSrfvJ4ZilYMYj8wr5uaPTRDNwCKVQzrNADjR1kCsO7k0kv9oLktvpXLU18mygr3o_5Kr2BnS_G19XZV4r6nTNtefxtDNJMNE9lckOlKJxf9GNZEiBCBMETZTgOin1dpkpUG5nWdD_SIvu/s200/stemma+aquila+bicipite.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Aquila bicipite, a due teste, da</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Costantino il Grande emblema</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dell'impero Romano, d'Oriente</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e d'Occidente. "Byzantine eagle"</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Colossus - Colossus. Con licenza</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Commons - <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Byzantine_eagle.JPG#mediaviewer/File:Byzantine_eagle.JPG%20-" target="_blank">https://commons.wiki</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Byzantine_eagle.JPG#mediaviewer/File:Byzantine_eagle.JPG%20-" target="_blank">media.org/wiki/File:Byzantine_</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Byzantine_eagle.JPG#mediaviewer/File:Byzantine_eagle.JPG%20-" target="_blank">eagle.JPG#mediaviewer/File:</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Byzantine_eagle.JPG#mediaviewer/File:Byzantine_eagle.JPG%20-" target="_blank">Byzantine_eagle.JPG%20-</a> </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.273</b> - Gli <b>Asburgo</b> ottengono la <b>dignità imperiale</b>. La Casa d'Asburgo (o Absburgo, italianizzazione dal tedesco Habsburg o Hapsburg), è una delle più importanti ed antiche case regnanti in Europa. Il nome deriva da Habichtsburg (il "Castello dell'Astore") in Argovia, (Aargau, in Svizzera) che fu sede della famiglia nel XII e XIII secolo. I suoi membri sono stati reggenti in Austria come duchi (1.282-1.453), arciduchi (1.453-1.804) e imperatori (1.804-1.919); re di Spagna (1.516-1.700); re di Portogallo (1.580-1.640); e per molti secoli imperatori del Sacro Romano Impero (dal 1.273 al 1.291 e dal 1.298 al 1.308 e infine, quasi ininterrottamente, dal 1.438 fino al 1.806). Il motto della dinastia è A.E.I.O.U., in genere interpretato come <i>Austriae est imperare orbi universo</i> ("spetta all'Austria regnare sul mondo"). L'aquila bicipite è, in araldica, l'aquila con due teste separate fin dal collo e rivolte una verso destra ed una verso sinistra. Generalmente la si pone nel capo d'oro, detto capo dell'Impero. Infatti l'aquila bicipite identifica l'unione di due imperi. L'aquila bicipite fu adottata come stemma imperiale per la prima volta dall'imperatore romano Costantino I, detto il Grande, e rimase poi come stemma nell'Impero romano d'oriente fino all'ultima dinastia di imperatori bizantini: quella dei Paleologi. Oggi, la Chiesa ortodossa greca usa l'aquila bicipite come eredità dei bizantini. Lo stesso stemma fu poi usato dagli Arsacidi, re d'Armenia, e più avanti dagli Asburgo, imperatori d'Austria, e dai Romanov, zar di tutte le Russie. Anche i re di Serbia, i principi di Montenegro, e l'eroe albanese della resistenza contro i turchi ottomani, Giorgio Castriota Scanderbeg, adottò l'aquila bicipite come emblema. L'aquila bicipite fu adottata anche in Oriente, per il regno di Mysore nell'India. Secondo alcuni autori una testa rappresenta l'Occidente e l'altra l'Oriente, in particolare le due metà dell'Impero bizantino, una in Europa e una in Asia. La questione delle origini della dinastia degli Asburgo è assai controversa poiché, data la sua antichità, si perde nella notte dei tempi e una sua sicura ricostruzione è difficoltosa. Purtuttavia, ponendo come ormai certo capostipite il Conte di Alsazia Guntram il Ricco, i suoi più sicuri antenati sono considerati gli Eticonidi, discendente da Eticone d'Alsazia. Con Werner II conte di Alsazia, figlio di Radbod e nipote di Guntram, apparve per la prima volta la denominazione della Casa d'Asburgo, da un castello fatto costruire in Argovia da Werner, chiamato Habichtsburg, da cui Hapsburg o Habsburg. Werner I acquisì il titolo di conte di Asburgo, dopo il 1.082. Nel 1.273, con Rodolfo I, gli Asburgo guadagnarono la dignità imperiale, ottenendo l'Austria, la Stiria e la Carniola; la nomina però non fu riconosciuta da Ottocaro II di Boemia che contestò la cessione delle regioni reclamate dall'Imperatore. Allora lo scontro fu inevitabile, ed ebbe la meglio Rodolfo I, che riuscì a strappare al rivale il possesso della Marca Orientalis. Dal sud-ovest della Germania, la famiglia estese poi la sua influenza ed i suoi possedimenti nei territori del Sacro Romano Impero verso est, nell'odierna Austria (1.278-1.382). In poche generazioni, la famiglia riuscì ad impossessarsi del trono imperiale, che tenne in distinti periodi (1.273-1.291 e 1.298-1.308, 1.438-1.740 e 1.745-1.806). Il figlio di Rodolfo I, Alberto I, divenuto nel 1.298 re dei romani, consolidò i propri domini; così in poche generazioni la famiglia riuscì ad impossessarsi del trono imperiale, che fino al 1740 tenne quasi ininterrottamente e che, dopo il breve interregno di Carlo VII di Wittelsbach, passò alla neonata dinastia degli Asburgo-Lorena. Al figlio di Alberto I, succedettero Alberto III dalla Treccia e Leopoldo III il Prode, con i quali la famiglia si divise in due linee ereditarie. La linea albertina si estinse con Ladislao il Postumo nel 1.457; mentre quella leopoldina perdurò negli anni. Federico I di Stiria, nipote di Leopoldo III e imperatore col nome di Federico III (1.452-1.493), riunì i vari possedimenti asburgici sotto un'unica bandiera ed elevò l'Austria ad Arciducato, grazie ai documenti passati alla storia con il nome di <i>Privilegium maius</i>. Il figlio Massimiliano I (imperatore dal 1.493 al 1.519) diede inizio alla serie di matrimoni che fecero degli Asburgo la più potente dinastia d'Europa (Tu, felix Austria, nube, frase attribuita a Mattia Corvino, re d'Ungheria); le nozze con Maria di Borgogna, erede dei possedimenti borgognoni, e quelle del figlio Filippo d'Asburgo detto il Bello con Giovanna la Pazza, erede di Castiglia e Aragona, permisero al primogenito, futuro Carlo V, di ereditare il più vasto impero della terra, un impero dove "non tramonta mai il sole". Il fratello di Carlo V, Ferdinando I, sposò nel 1.521 Anna Jagellona, erede di Boemia e Ungheria.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpjYevdcyDa3rdiT2J_3fzVwMKemSFYdgr1pBI2Froi0gH9aqMyH0rM658lsTuX7xgVg5wivQWtDS3RIRksVGakPC46a7u94UsjBL_Jd_6P89C3HL35NJcMxudDB5r3ZVq-9DA8XxIZBDh/s1600/vespri+siciliani+Francesco_Hayez_1821.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpjYevdcyDa3rdiT2J_3fzVwMKemSFYdgr1pBI2Froi0gH9aqMyH0rM658lsTuX7xgVg5wivQWtDS3RIRksVGakPC46a7u94UsjBL_Jd_6P89C3HL35NJcMxudDB5r3ZVq-9DA8XxIZBDh/s200/vespri+siciliani+Francesco_Hayez_1821.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Francesco Hayez: "Vespri
siciliani"</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(1821), da: <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Francesco_Hayez_022.jpg#media%20viewer/File:Francesco_Hayez_022.jpga" target="_blank">https://commons.wikimedi</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Francesco_Hayez_022.jpg#media%20viewer/File:Francesco_Hayez_022.jpga" target="_blank">a.org/wiki/File:Francesco_Hayez</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Francesco_Hayez_022.jpg#media%20viewer/File:Francesco_Hayez_022.jpga" target="_blank">_022.jpg#media%20viewer/File:</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Francesco_Hayez_022.jpg#media%20viewer/File:Francesco_Hayez_022.jpga" target="_blank">Francesco_Hayez_022.jpga</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.282</b> - Si combattono a Palermo i <b>Vespri siciliani</b>, un evento storico che darà avvio a una serie di guerre chiamate "guerre del Vespro" per la conquista della Sicilia, conclusesi con il trattato di Avignone del 1372. Dopo la morte di Corrado Hohenstaufen, la sconfitta di Manfredi a Benevento e la decapitazione a Napoli, il 29 ottobre 1.268, dell'ultimo e pericoloso pretendente svevo, Corradino Hohenstaufen,<b> il Regno di Sicilia</b> era stato definitivamente <b>assoggettato</b> al<b> sovrano francese</b> Carlo I d'Angiò. Papa Clemente IV, che il 6 gennaio 1.266 aveva già incoronato Carlo re di Sicilia e sperava così di poter estendere la propria influenza all'Italia meridionale senza dover subire i veti precedentemente imposti dagli svevi, dovette rendersi conto che gli angioini avrebbero perseguito una politica aggressivamente espansionistica: conquistato il meridione d'Italia, le mire di Carlo volgevano infatti già ad Oriente ed a quel che restava dell'impero bizantino. In Sicilia la situazione si era fatta particolarmente critica per una generalizzata riduzione delle libertà baronali e, soprattutto, per una opprimente politica fiscale. L'isola, da sempre fedelissima roccaforte sveva, che dopo la morte di Corradino aveva resistito ancora per alcuni anni, era ora il bersaglio della rappresaglia angioina. Gli Angiò si mostrarono insensibili a qualunque richiesta di ammorbidimento ed applicarono un esoso fiscalismo, praticando usurpazioni, soprusi e violenze. Va segnalato a tal proposito che Dante, che nel 1.282 aveva solo 17 anni, nell'VIII canto del Paradiso, indicherà come Mala Segnoria il regno angioino di Sicilia. I nobili siciliani e in particolare il diplomatico Giovanni da Procida riponevano le proprie speranze in Michele VIII Palaeologo, imperatore bizantino già in contrasto con Carlo I d'Angiò; in Papa Niccolò III, che si era dimostrato disponibile ad una mediazione, ed in Pietro III d'Aragona. Il re d'Aragona, in particolare, era guardato con favore perché sua moglie Costanza, in quanto figlia di Manfredi e nipote di Federico II, risultava l'unica pretendente legittima della casa di Svevia; tuttavia il sovrano aragonese era impegnato nella riconquista di quella parte della penisola iberica ancora in mano agli arabi. Alla fine del 1.280, in concomitanza con la morte di papa Niccolò III e con la guerra che impegnava il Paleologo contro una coalizione di cui facevano parte veneziani ed angioini, i baroni siciliani ruppero gli indugi organizzando una sollevazione popolare che desse un segno tangibile della loro determinazione, convincendo l'unico interlocutore rimasto, Pietro d'Aragona, ad accorrere finalmente in loro aiuto. In quel mentre avveniva l'elezione del papa di origini francesi Martino IV che, eletto proprio grazie al determinante sostegno degli Angiò, si mostrò fin dall'inizio insensibile alla causa dei siciliani. Nell'instabile panorama politico della fine del XIII secolo, la rivolta siciliana, intrecciando l'opposizione al potere temporale dei papi al contenimento dell'inarrestabile ascesa dei loro vassalli angioini, innescherà nel Mediterraneo un <b>vero e proprio conflitto internazionale</b>: da una parte Carlo I d'Angiò, sostenuto da Filippo III di Francia e dai guelfi fiorentini, oltreché dal papato; dall'altra Pietro III d'Aragona, appoggiato da Rodolfo d'Asburgo, da Edoardo I d'Inghilterra, dalla fazione ghibellina genovese, dal Conte Guido da Montefeltro e da Pietro I di Castiglia, oltreché, più tiepidamente, dalle Repubbliche marinare di Venezia e di Pisa. Tutto ebbe inizio in concomitanza con la funzione serale dei Vespri del 30 marzo 1.282, lunedì dell'Angelo, sul sagrato della Chiesa del Santo Spirito, a Palermo. A generare l'episodio fu - secondo la ricostruzione storica - la reazione al gesto di un soldato dell'esercito francese, tale Drouet, che si era rivolto in maniera irriguardosa a una giovane nobildonna accompagnata dal consorte, mettendole le mani addosso con il pretesto di doverla perquisire. A difesa di sua moglie, lo sposo riuscì a sottrarre la spada al soldato francese e a ucciderlo. Tale gesto costituì la scintilla che dette inizio alla rivolta. Nel corso della serata e della notte che ne seguì i palermitani - al grido di "Mora, mora!" - si abbandonarono a una vera e propria "caccia ai francesi" che dilagò in breve tempo in tutta l'isola, trasformandosi in una carneficina. I pochi francesi che sopravvissero al massacro vi riuscirono rifugiandosi nelle loro navi, attraccate lungo la costa. Si racconta che i siciliani, per individuare i francesi che si camuffavano fra i popolani, facessero ricorso a uno shibboleth (parola o espressione che, per le sue difficoltà di suono, è molto difficile da pronunciare per chi parla un'altra lingua o un altro dialetto), mostrando loro dei ceci («cìciri», nella lingua siciliana) e chiedendo di pronunziarne il nome; quelli che venivano traditi dalla loro pronuncia francese (sciscirì), venivano immediatamente uccisi. Dopo Palermo fu la volta di Corleone, Taormina, Messina, Siracusa, Augusta, Catania, Caltagirone e, via via, tutte le altre città. Successivamente, gli insorti richiesero il sostegno del Papa Martino IV, affinché appoggiasse l'indipendenza dell'isola e la patrocinasse; tuttavia, il pontefice era stato eletto al soglio papale grazie all'appoggio dei suoi connazionali francesi e pertanto non accolse le richieste degli isolani, bensì appoggiò l'azione repressiva degli angioini. Carlo I d'Angiò tentò invano di sedare la rivolta con la promessa di numerose riforme; alla fine decise di intervenire militarmente. Si susseguirono una serie di guerre. Infatti Carlo I nel maggio successivo inviò in Sicilia una flotta con 24.000 cavalieri e 90.000 fanti per sedare la rivolta dei siciliani. I nobili siciliani allora offrirono la corona di Sicilia a Pietro III d'Aragona, marito di Costanza, ultima degli Svevi, figlia del defunto Re Manfredi. Carlo fu sconfitto nel settembre 1.282 e, fece ritorno a Napoli, lasciando la Sicilia nelle mani di Pietro III. Ebbe inizio così un ventennale periodo di guerre tra gli angioini e gli aragonesi per il possesso dell'isola.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> <b>Re Edoardo I d'Inghilterra</b>,
nipote di Giovanni d'Inghilterra, che aveva fra l'altro conservato
anche le terre ed il titolo di duca di Aquitania, sconfigge Llywelyn
ap Gruffudd e <b>conquista il Galles</b> nel 1282, mentre nel 1301
crea il titolo di <b>Principe del Galles</b> per il suo figlio
maggiore, il futuro Edoardo II d'Inghilterra. Edoardo II lascierà il
trono al figlio Edoardo III d'Inghilterra il quale avanzerà delle
pretese sul trono di Francia che condurranno alla <b>Guerra dei
Cent'anni </b>(1337-1453). L'esito della guerra sarà però
sfavorevole agli inglesi, che verranno sconfitti e manterranno solo
la sovranità sulla città di Calais.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUIJLEv21kGGiDBRdjhgiEmpdCaV9QihNBGjC9h2X5wuNSH83QuHsEFuvnYZ7Wj-8kaSCkIaSURjWuV5LS3_2PZGZ5WZiqPQyLSWp7y60Chyphenhyphen61_Zwp1ERFB4o1mNVvpv5YmUQB4kI9MDul/s1600/Roger-bacon-statue.jpg" style="clear: right; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="694" data-original-width="700" height="198" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUIJLEv21kGGiDBRdjhgiEmpdCaV9QihNBGjC9h2X5wuNSH83QuHsEFuvnYZ7Wj-8kaSCkIaSURjWuV5LS3_2PZGZ5WZiqPQyLSWp7y60Chyphenhyphen61_Zwp1ERFB4o1mNVvpv5YmUQB4kI9MDul/s200/Roger-bacon-statue.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Statua di Ruggero Bacone nel museo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dell'Università di Oxford (GB). Da CC</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
BY-SA 3.0, <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8a/Roger-bacon-statue.jpg" target="_blank">https://upload.wikime</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8a/Roger-bacon-statue.jpg" target="_blank">dia.org/wikipedia/commons/8/8a/</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8a/Roger-bacon-statue.jpg" target="_blank">Roger-bacon-statue.jpg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.286</b> - L'inglese Ruggero<b> Bacone</b> costruisce i <b>primi occhiali</b>. Ruggero Bacone, in inglese Roger Bacon
e ampiamente noto con l'appellativo latino di Doctor Mirabilis
(Ilchester, 1214 circa - Oxford, 1294), è stato un filosofo,
scienziato, teologo ed alchimista inglese: «Arriveremo a costruire
macchine capaci di spingere grandi navi a velocità più forti che
un'intera schiera di rematori e bisognose soltanto di un pilota che
le diriga. Arriveremo a imprimere ai carri incredibili velocità
senza l'aiuto di alcun animale. Arriveremo a costruire macchine
alate, capaci di sollevarsi nell'aria come gli uccelli» (Ruggero
Bacone, <i>De secretis operibus artis et naturae IV</i>). </div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4DAHaYg9ZHvHdCqWdNDKqQncA8CNO7DDeQHLX0-qh4X9EZ_0A4SjmCUWkcRcS1LsoHzFfNEWlFr_7BnuSCCTSrdIRm5QQrLEfBej2ZItnFe2yKxgwNH_4C1MLtRCC5Gvy3Mo48t_Yg3O-/s1600/Valacchia.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="728" data-original-width="1000" height="145" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4DAHaYg9ZHvHdCqWdNDKqQncA8CNO7DDeQHLX0-qh4X9EZ_0A4SjmCUWkcRcS1LsoHzFfNEWlFr_7BnuSCCTSrdIRm5QQrLEfBej2ZItnFe2yKxgwNH_4C1MLtRCC5Gvy3Mo48t_Yg3O-/s200/Valacchia.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Valacchia in Romania, da: <a href="http://www.terraeasfalto.it/romania-transilvania-maramures-e-tutto-quello-che-verra/" target="_blank">http://<br />www.terraeasfalto.it/romania-transilva<br />nia-maramures-e-tutto-quello<br />-che-verra/</a></td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.290</b> - Alla fine del XIII secolo, dalla confusione lasciata nei Balcani quando l’Impero Romano d’Oriente lentamente si sbriciolava, emergeva la <b>Valacchia</b> (attualmente nella Romania) come nuovo soggetto politico. Una leggenda dice che <b>Negru-Vodă</b>, un principe rumeno di stirpe turco-cumana, venne dal sud della Transilvania (da Făgăraș) e fondò il nuovo principato di <b>Valacchia</b> (Vlahia o Țara Româneascǎ), che diventerà uno stato di fatto indipendente nel 1330 sotto Basarab I (1310 - 1352). C'è chi suppone come Negru-Vodă e Basarab I fossero in realtà la stessa persona.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2IdWXYqWs2bAo7FvPzyIYmQ7sNp7YvORoactddzfenOh1DyZ-dZUMhGmFC4OgmxZJ6K5BB3kD-RR74UYXCoHzL9qEA3W5hB_uVysTPvtTphbcb9y0OSyOhGjyv813f91ZmHaA1dZlGK_N/s1600/Guglielmo+Tell.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="498" data-original-width="231" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2IdWXYqWs2bAo7FvPzyIYmQ7sNp7YvORoactddzfenOh1DyZ-dZUMhGmFC4OgmxZJ6K5BB3kD-RR74UYXCoHzL9qEA3W5hB_uVysTPvtTphbcb9y0OSyOhGjyv813f91ZmHaA1dZlGK_N/s320/Guglielmo+Tell.GIF" width="148" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
Monumento
a Guglielmo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
Tell ad
Altdorf, da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Tell#/media/File:Wilhelm_Tell_Denkmal_Altdorf_um_1900.jpeg" target="_blank">https://</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Tell#/media/File:Wilhelm_Tell_Denkmal_Altdorf_um_1900.jpeg" target="_blank">it.wikipedia.org/wiki/Gu</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Tell#/media/File:Wilhelm_Tell_Denkmal_Altdorf_um_1900.jpeg" target="_blank">glielmo_Tell#/media/File:</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Tell#/media/File:Wilhelm_Tell_Denkmal_Altdorf_um_1900.jpeg" target="_blank">Wilhelm_Tell_Denkmal_</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Tell#/media/File:Wilhelm_Tell_Denkmal_Altdorf_um_1900.jpeg" target="_blank">Altdorf_um_1900.jpeg</a> </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.291</b> - Nasce la <b>Confederazione Elvetica</b>.<b> </b>Con <b>Vecchia Confederazione </b>si indicano le varie forme assunte dalla Confederazione Elvetica tra il 1291 (anno dell'alleanza tra Uri, Svitto e Untervaldo) e il 1798 (anno dell'invasione delle truppe napoleoniche e creazione della Repubblica Elvetica). Il testo del primo accordo del 1291, tuttavia, afferma di rinnovare «con il presente accordo l'antico patto pure conchiuso sotto giuramento» e che fosse «opera onorevole ed utile confermare, nelle debite forme, i patti della sicurezza e della pace», patti dei quali si è però persa ogni traccia. Da ciò si presume che l'effettiva nascita dell'antica confederazione sia d'epoca ancora precedente a quella convenzionale. Secondo la leggenda, <b>Guglielmo Tell </b>nacque e visse a Bürglen nel Canton Uri, a ridosso del massiccio del San Gottardo. Tell, padre di famiglia, cacciatore abile nell'uso della balestra, il 18 novembre 1307 si recò nel capoluogo regionale, Altdorf. Mentre passava sulla pubblica piazza, ignorò il cappello imperiale fatto fissare in cima ad un'asta, alcuni mesi prima, dal balivo (Balivo, dal latino <i>baiulivus</i>, forma aggettivale di baiulus, "portatore", è il nome di un funzionario, investito di vari tipi di autorità o giurisdizione, presente soprattutto nei secoli passati in numerosi paesi occidentali, principalmente europei) Albrecht Gessler, l'<b>amministratore locale degli Asburgo</b>. Il cappello, simbolo dell'autorità imperiale, doveva assolutamente essere riverito da chiunque passasse. Chi non s'inchinava rischiava la confisca dei beni o addirittura la morte. Siccome Tell non aveva riverito il cappello, si ritrovò nei guai. Il giorno dopo venne citato in piazza; davanti a tutti dovette giustificare il suo agire. In cambio della vita, il balivo Gessler gli impose la prova della mela che, posta sulla testa del figlioletto Gualtierino, avrebbe dovuto essere centrata dalla freccia della sua balestra. La prova riuscì a Tell ma, nel caso qualcosa fosse andato storto, Guglielmo aveva nascosto una seconda freccia sotto la giacca, pronta per il tiranno. Questo costò a Tell la libertà: egli venne arrestato e portato in barca verso la prigione di Küssnacht. Improvvisamente sul lago si scatenò una tempesta e i suoi carcerieri liberarono Tell, abile timoniere, per farsi aiutare. Arrivati vicino alla riva, a metà strada tra Altdorf e Brunnen, Tell con un balzo saltò dalla barca sulla riva e, con una possente spinta, rimandò l'imbarcazione verso il largo. Il terzo giorno, presso Küssnacht, nascosto dietro ad un albero ai lati della «Via cava» che dal Gottardo conduce a Zurigo, Tell si vendicò uccidendo Gessler. Secondo la tradizione, il 1º agosto del 1308 avvenne così la liberazione della Svizzera originaria. Il popolo, venuto a conoscenza delle gesta di Tell, insorse assediando i castelli e cacciando per sempre i balivi dalle loro terre. Inoltre l'arciere avrebbe partecipato alla battaglia di Morgarten a fianco dei Confederati (Uri, Svitto e Untervaldo), conclusasi con la vittoria di questi ultimi contro gli Asburgo nel 1315. Guglielmo Tell visse nel rispetto e nell'ammirazione delle genti fino all'estate del 1354, quando, a causa di una tempesta, l'eroe elvetico sacrificò la sua vita per aiutare un bambino trascinato dal torrente Schächen in piena. Il primo riferimento all'eroe leggendario appare in un manoscritto del 1470, il Libro bianco di Sarnen, compilato dal dotto cavaliere provinciale Hans Schriber per raccogliere cronache e dati storici sulla Confederazione Elvetica. Un'altra fonte per le sue imprese è la Canzone della fondazione della Confederazione, composta da un poeta anonimo e pubblicata per la prima volta nel 1545, la quale racconta la nascita della Confederazione elvetica e cita l'impresa di Guglielmo Tell che, secondo questa fonte, sarebbe stato annegato nel lago di Lucerna dal malvagio Gessler. Ma l'opera più completa che presenta la storia di Tell è la Chronicon helveticum del 1550, opera dello storico Aegidius Tschudi. Lo storico precisa che Tell sarebbe morto annegato nel 1354, ma non perché uccise il balivo, bensì per salvare un bambino caduto nelle fredde acque del fiume Schächen. L'episodio è anche raffigurato in un affresco del 1582 conservato nella cappella di Bürglen, il villaggio nel cantone dal quale era originario Tell.</div>
<b><br />- Il sultano turco</b> mamelucco d'Egitto al-Ashraf Khalil, nel 1291 <b>conquista </b>San Giovanni d'Acri, <b>ultima roccaforte cristiana in Oriente</b>.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Dal
1.291<b> Serbia e Bulgaria</b> mantengono <b>relazioni
amichevoli</b> con <b>matrimoni</b>
fra le rispettive <b>case regnanti</b>. Nel 1296 l'imperatore
bulgaro Smilets dà in sposa la figlia Teodora al futuro zar serbo
Stefan Uroš III Dečanski. La sorella di Dečanski, Anna Neda era
sposata a sua volta con l'imperatore bulgaro Michele III Shishman.
Tuttavia, la crescita del regno serbo alla fine del tredicesimo e
primo quattordicesimo secolo destò serie preoccupazioni nelle corti
reali di Tărnovo (capitale bulgara) e Costantinopoli, infatti mentre
entrambi gli imperi avevano numerosi problemi esterni e interni, i
<b>serbi</b> si espandevano nel <b>nord della Macedonia</b>.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjVH36w94iPQBfLmm8ZX3bl4NVWYmu5GyhGejXEty4NhgbfXl11635tn8BsEAjpI5kR7-2dHyv2uLPnKYDkBbsiEIhN1igWXzFMaAdxek5LaedacFvRifHCfD1cQBw2ixoIymUvRmXUTt9/s1600/Celestinus_quintus.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="426" data-original-width="250" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjVH36w94iPQBfLmm8ZX3bl4NVWYmu5GyhGejXEty4NhgbfXl11635tn8BsEAjpI5kR7-2dHyv2uLPnKYDkBbsiEIhN1igWXzFMaAdxek5LaedacFvRifHCfD1cQBw2ixoIymUvRmXUTt9/s200/Celestinus_quintus.jpg" width="116" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Giulio C. Bedeschini:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Celestino V", museo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
de l'Aquila, da: <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12880669" target="_blank">https</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12880669" target="_blank">://commons.wikimedi</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12880669" target="_blank">a.org/w/index.php</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12880669" target="_blank">?curid=12880669</a></div>
</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.294</b> - Il 29 agosto,
<b>Celestino V</b>, nato Pietro Angelerio (o secondo alcuni
Angeleri), detto Pietro da Morrone e venerato come Pietro Celestino
(1209/1215 - 19 maggio 1296), è<b> papa</b>, il 192º della Chiesa
cattolica, in carica dal 29 agosto al 13 dicembre 1294. <span style="font-family: "times new roman" , serif;">È</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">
stato </span>il primo papa ad esercitare il proprio ministero al di
fuori dei confini dello Stato Pontificio e il sesto, dopo Clemente I,
Ponziano, Silverio, Benedetto IX e Gregorio VI a <b>rinunciare al
ministero</b> petrino. Da giovane, per un breve periodo, aveva
soggiornato presso il monastero benedettino di Santa Maria in
Faifoli, chiesa abbaziale della diocesi di Benevento, dove aveva
dimostrato una straordinaria predisposizione all'ascetismo e alla
solitudine, ritirandosi nel 1239 in una caverna isolata sul Monte
Morrone, sopra Sulmona, da cui il suo nome. Nel 1240 si era
trasferito a Roma dove aveva studiato fino a prendere gli ordini
sacerdotali. Lasciata Roma nel 1241, era tornato sul monte Morrone,
in un'altra grotta, presso la piccola chiesa di Santa Maria di
Segezzano. Cinque anni dopo aveva abbandonato anche questa grotta per
rifugiarsi in un luogo ancora più inaccessibile sui monti della
Maiella, in Abruzzo, dove viveva nella maniera più semplice che gli
fosse possibile. Si era allontanato temporaneamente dal
suo eremitaggio del Morrone nel 1244 per costituire una Congregazione
ecclesiastica riconosciuta da papa Gregorio X come ramo dei
benedettini, denominata "dei frati di Pietro da Morrone",
che ebbe la sua povera culla nell'Eremo di Sant'Onofrio al Morrone,
il rifugio preferito di Pietro e che soltanto in seguito avrebbe
preso il nome di Celestini. Nell'inverno del 1273 si era recato a
piedi in Francia, a Lione, ove stavano per iniziare i lavori del
Concilio di Lione II voluto da Gregorio X, per impedire che l'ordine
monastico da lui stesso fondato fosse soppresso. La missione ebbe
successo poiché grande era la fama di santità che accompagnava il
monaco eremita, tanto che il Papa gli chiese di celebrare una messa
davanti a tutti i Padri Conciliari dicendogli che « ... nessuno ne
era più degno». Nei successivi vent'anni si affermava la
radicalizzazione della sua vocazione ascetica e il suo distacco dal
mondo esterno. Ma il 4 aprile 1292 moriva papa Niccolò IV e nello
stesso mese si riunì il conclave per eleggere il nuovo papa, che in
quel momento era composto da soli dodici porporati: Latino Malabranca
Orsini (o Frangipani Malabranca), Matteo d'Acquasparta, Gerardo
Bianchi, Giovanni Boccamazza (o Boccamiti), Hughes Seguin de Billon
(o Aycelin), Jean Cholet, <b>Benedetto Caetani</b> (il futuro
<b>Bonifacio VIII</b>), Pietro Peregrossi (detto Milanese), Giacomo
Colonna, Matteo Rubeo Orsini, Napoleone Orsini, Pietro Colonna.
Numerose furono le riunioni dei padri cardinali nell'Urbe, ma il
sacro collegio non riusciva a far convergere i voti necessari su
nessun candidato. Sopravvenne inoltre un'epidemia di peste che
indusse allo scioglimento del conclave e nel corso dell'epidemia il
cardinale francese Cholet fu colpito dal morbo e morì, per cui il
Collegio cardinalizio si ridusse ad 11 componenti. Passò più di un anno prima che il
conclave potesse nuovamente riunirsi, perché un profondo disaccordo
si era creato circa la sede in cui convocarlo (Roma o Rieti).
Finalmente il 18 ottobre 1293 si riuscì a trovare una soluzione
sufficientemente condivisa, stabilendo la nuova sede nella città di
Perugia. I porporati però non riuscivano ad
eleggere il nuovo papa, per la frattura che si era creata tra i
sostenitori dei Colonna e gli altri cardinali e il permanere della
sede vacante aumentava il malcontento popolare che si manifestava
attraverso disordini e proteste, anche negli stessi ambienti
ecclesiastici. Si giunse così alla fine del mese di marzo del 1294,
quando i cardinali dovettero registrare un evento che stimolò la
conclusione dei lavori del conclave. Erano in corso, in quei giorni,
le trattative tra Carlo II d'Angiò, re di Napoli e Giacomo II, re di
Aragona, per sistemare le vicende legate all'occupazione aragonese
della Sicilia, avvenuta all'indomani dei cosiddetti vespri siciliani,
del 31 marzo 1282. Poiché si stava per giungere alla stipula di un
trattato, Carlo d'Angiò aveva necessità dell'avallo pontificio, la
qual cosa era impossibile, stante la situazione di stallo dei lavori
del Conclave. Spinto da questa esigenza, il re di Napoli si recò,
insieme al figlio Carlo Martello, a Perugia dove era riunito il
Conclave, con lo scopo di sollecitare l'elezione del nuovo Pontefice.
Il suo ingresso nella sala dove era riunito il Sacro Collegio provocò
ovviamente la riprovazione di tutti i cardinali e il re fu cacciato
fuori, soprattutto per l'intervento del cardinale Benedetto Caetani.
Questa vicenda, con molta probabilità, indusse i cardinali a
prendere coscienza del fatto che si rendeva necessario chiudere al
più presto la sede vacante. Nel frattempo, <b>Pietro da Morrone
aveva predetto</b> "gravi castighi" alla Chiesa se questa
non avesse provveduto a scegliere subito il proprio pastore. La
profezia fu inviata al cardinale decano Latino Malabranca, il quale
la presentò all'attenzione degli altri cardinali, proponendo il
monaco eremita come Pontefice; la sua figura ascetica, mistica e
religiosissima, era nota a tutti i regnanti d'Europa e tutti
parlavano di lui con molto rispetto. Il cardinale decano però,
dovette adoperarsi molto per rimuovere le numerose resistenze che il
sacro collegio aveva sulla persona di un non porporato. Alla fine,
dopo ben 27 mesi, emerse dal conclave, all'unanimità, il nome di
Pietro Angelerio del Morrone; era il 5 luglio 1294. L'elezione unanime da parte del Sacro
Collegio di un semplice monaco eremita, completamente privo di
esperienza di governo e totalmente estraneo alle problematiche della
Santa Sede, può forse essere spiegata dal proposito attendista di
tacitare l'opinione pubblica e le monarchie più potenti d'Europa,
vista l'impossibilità di eleggere un porporato su cui tutti fossero
d'accordo. È possibile che i cardinali fossero pervenuti a questa
soluzione pensando anche di poter gestire, ciascuno a modo suo, la
totale inesperienza del vecchio monaco eremita, guidandolo in quel
mondo curiale e burocratico a cui egli era totalmente estraneo, sia
per reggere meglio la Chiesa in quel difficile momento, sia per
vantaggi personali. La notizia dell'elezione gli fu recata
da tre ecclesiastici che, nelle settimane successive, poco prima
dell'agosto 1294, salirono sul monte Morrone per annunciare
l'elezione a Pietro Angelerio. Uno dei messi, Iacopo Stefaneschi,
futuro cardinale, narra così la vicenda nel suo <i>Opus Metricum</i>:
apparve « [...] un uomo vecchio, attonito ed esitante per così
grande novità» con indosso « [...] una rozza tonaca». Alla
notizia dell'elezione, gli occhi gli si velarono di pianto. Lo stesso
Stefaneschi narra che quando i messi si inginocchiarono al suo
cospetto, lo stesso Pietro da Morrone si prostrò umilmente davanti a
loro. Tra la sorpresa e lo sconcerto per l'annuncio che gli recarono,
fra' Pietro si volse verso il crocifisso appeso a una parete della
sua cella e pregò a lungo. Poi, con grande apprensione e sofferenza,
dichiarò di accettare l'elezione. Appena diffusa la notizia
dell'elezione del nuovo Pontefice, Carlo II d'Angiò si mosse
immediatamente da Napoli e fu il primo a raggiungere il religioso. In
sella a un asino tenuto per le briglie dallo stesso re e scortato dal
corteo reale, Pietro si recò nella città di Aquila (oggi L'Aquila),
dove aveva convocato tutto il sacro collegio. Qui, nella chiesa di
Santa Maria di Collemaggio, fu incoronato il 29 agosto 1294 con il
nome di <b>Celestino V</b>. Uno dei primi atti ufficiali fu
l'emissione della cosiddetta Bolla del Perdono, bolla che elargisce
l'indulgenza plenaria a tutti coloro che confessati e pentiti dei
propri peccati si rechino nella Basilica di Santa Maria di
Collemaggio, nella città dell'Aquila, dai vespri del 28 agosto al
tramonto del 29. Fu così istituita la Perdonanza, celebrazione
religiosa che anticipò di sei anni il primo Giubileo del 1300,
ancora oggi tenuta nel capoluogo abruzzese. In pratica, Celestino V
istituì a Collemaggio un <b>prototipo del Giubileo</b>, e forse sia
lui sia Bonifacio si ispirarono alla leggenda della "Indulgenza
dei Cent'Anni" di cui si avevano testimonianze risalenti a
Innocenzo III. Il nuovo Pontefice<b> si affidò</b>,
incondizionatamente, nelle mani di <b>Carlo d'Angiò</b>, nominandolo
"maresciallo" del futuro conclave. Ratificò immediatamente
il trattato tra Carlo d'Angiò e Giacomo d'Aragona, mediante il quale
fu stabilito che, alla morte di quest'ultimo, <b>la Sicilia sarebbe
ritornata agli angioini</b>. Dietro consiglio di Carlo d'Angiò,
trasferì la sede della curia da L'Aquila a Napoli fissando la sua
residenza in Castel Nuovo, dove fu allestita una piccola stanza,
arredata in modo molto semplice e dove egli si ritirava spesso a
pregare e a meditare. Di fatto il Papa era così protetto da Carlo,
ma anche suo <b>ostaggio</b>, in quanto molte delle decisioni
pontificie erano direttamente influenzate dal re angioino.
Probabilmente, nel corso delle sue frequenti meditazioni, dovette
pervenire, poco a poco, alla decisione di abbandonare il suo
incarico. In ciò fu sostenuto anche dal parere del cardinal
<b>Benedetto Caetani</b> (il futuro <b>Bonifacio VIII</b>) esperto di
diritto canonico, il quale riteneva pienamente legittima una rinuncia
al pontificato. In effetti Pietro da Morrone dimostrò
una <b>notevole ingenuità</b> nella gestione amministrativa della
Chiesa, ingenuità che, unitamente ad una considerevole ignoranza
(nei concistori si parlava in volgare, non conoscendo egli a
sufficienza la lingua latina) fece precipitare l'amministrazione in
uno stato di gran confusione, giungendo persino ad assegnare il
medesimo beneficio a più di un richiedente. Circa quattro mesi dopo
la sua incoronazione, nonostante i numerosi tentativi per dissuaderlo
avanzati da Carlo d'Angiò, il 13 dicembre 1294 Celestino V, nel
corso di un concistoro, diede lettura della <b>rinuncia all'ufficio
di romano pontefice</b>. Celestino V,
bolla pontificia, Napoli, 13 dicembre 1294: «Io Papa Celestino V,
spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e
la malignità della Plebe [di questa città], al fine di recuperare
con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta,
abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio
espressamente al trono, alla dignità, all'onere e all'onore che esso
comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali
la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di
un pastore la Chiesa Universale.». Gli storici hanno poi dimostrato che
tale formula era già stata utilizzata nelle "Decretali" da Innocenzo
III per le rinunce episcopali, mentre altri hanno ipotizzato che una
bolla pontificia, contenente tutte le giustificazioni per
un'abdicazione del Papa, fosse stata compilata <i>ad hoc</i> proprio
dal cardinal Caetani, il quale, vista l'impossibilità di controllare
il Papa come aveva auspicato e impedito in questo da Carlo d'Angiò,
intravedeva in questa vicenda la possibilità di ascendere egli
stesso al soglio pontificio con notevole anticipo sui tempi che egli
aveva preventivato al momento in cui aveva aderito all'elezione di
Pietro da Morrone. Di fatto l'unica fonte storicamente certa del
sommario contenuto della bolla celestiniana rimane ad oggi la
decretale <i>Quoniam aliqui</i> inserita nel <i>Liber Sextus</i> per
volontà del suo successore Bonifacio VIII. Undici giorni dopo le sue dimissioni,
infatti, il Conclave, riunito a Napoli in Castel Nuovo, elesse il
<b>nuovo papa</b> nella persona del cardinal Benedetto Caetani,
laziale di Anagni. Aveva 64 anni circa e assunse il nome di <b>Bonifacio
VIII</b>. Caetani, che aveva aiutato Celestino V nel suo intento di
dimettersi, temendo uno scisma da parte dei cardinali filo-francesi a
lui contrari, mediante la rimessa in trono dell'eremita, diede
disposizioni affinché l'anziano monaco fosse messo sotto controllo,
per evitare un rapimento da parte dei suoi nemici filo-francesi.
Celestino, venuto a conoscenza della decisione del nuovo papa grazie
ad alcuni tra i suoi fedeli cardinali da lui precedentemente
nominati, tentò una fuga verso oriente fuggendo da San Germano per
raggiungere la sua cella sul Morrone e poi Vieste sul Gargano, per
tentare l'imbarco per la Grecia, ma il 16 maggio 1295 fu catturato
presso Santa Maria di Merino da Guglielmo Stendardo II, connestabile
del regno di Napoli, figlio del celebre Guglielmo Stendardo, detto
"Uomo di Sangue". Celestino tentò invano ancora una volta
di farsi ascoltare dal Caetani chiedendo di lasciarlo partire, ma il
Caetani restò fermo sulle sue decisioni al riguardo. Alcuni storici
narrano che Celestino si sia reso conto dell'inutilità delle sue
richieste e, mentre veniva portato via, abbia sussurrato una frase,
presumibilmente rivolta al Caetani, che poteva quasi essere un
presagio: «Otterrai il Papato come una volpe, regnerai come un
leone, morirai come un cane», anche se la mitezza d'animo e l'innata
bontà di Celestino non sembrano in linea con queste espressioni. Raggiunto dai soldati, questi lo
rinchiusero nella rocca di Fumone, in Campagna e Marittima
(attualmente nella Provincia di Frosinone), castello nei territori
dei Caetani e di diretta proprietà del nuovo Papa. Qui il vecchio
Pietro morì il 19 maggio 1296, fortemente debilitato dalla
deportazione e dalla successiva prigionia: la versione ufficiale
sostiene che l'ottantasettenne sia morto dopo aver celebrato,
stanchissimo, l'ultima messa. Fu inizialmente sepolto nei pressi di
Ferentino, prima nella chiesa di Sant'Agata e successivamente nella
chiesa di Sant'Antonio sita nell'abbazia celestina che dipendeva
dalla casa madre di Santo Spirito del Morrone. A proposito della morte si sparsero
subito voci e accuse. Sebbene la teoria secondo la quale Bonifacio ne
avrebbe ordinato l'assassinio fosse priva di fondamento, di fatto il
successore ne ordinò la segregazione che, in qualche modo, lo portò
a morte. Bonifacio portò il lutto per la morte del predecessore,
caso unico tra i papi, celebrò una messa pubblica in suffragio per
la sua anima e diede inizio, poco dopo, al processo di
<b>canonizzazione</b>.<br />
<br /></div>
<b>Dal 1.296 </b>- A <b>Firenze</b>, i <b>guelfi </b>si suddividono <b>fra bianchi e neri</b>. Firenze, ormai stabilmente guelfa, si divise fra Bianchi, riuniti intorno alla famiglia dei Cerchi, fautori di una moderata politica filo papale, che riuscirono a governare dal 1300 al 1301 e i Neri, il gruppo dell'aristocrazia finanziaria e commerciale più strettamente legato agli interessi della chiesa, capeggiato dai Donati, che salirono al potere con l'aiuto di Carlo di Valois, inviato dal papa Bonifacio VIII. « Queste due parti, Neri e Bianchi, nacquono d'una famiglia che si chiamava Cancellieri, che si divise: per che alcuni congiunti si chiamarono Bianchi, gli altri Neri; e così fu divisa tutta la città » (Dino Compagni, "Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi", Libro I, 25). Le fazioni presero il nome dai due partiti in cui si divideva la città di Pistoia. Dino Compagni e Giovanni Villani raccontano come nella seconda metà del Duecento, all'interno della famiglia fosse nata una lite tra cugini a causa dell'alcol. Non senza sottolineare la proverbiale litigiosità dei Pistoiesi, i due storici fiorentini raccontano come da questione privata si arrivò a una scissione familiare in due rami e due partiti, ai quali si aggregarono gradualmente (tramite il sistema delle consorterie) altre famiglie fino ad avere la città schierata in due partiti che si facevano una strenue lotta: i Bianchi e i Neri. L'etimologia dei nomi è incerta e si pensa che prenda origine da una certa fanciulla chiamata Bianca. Quando le cariche di governo venivano ormai elette a metà tra un partito e l'altro, fu sancita la definitiva esistenza degli schieramenti. La situazione pistoiese era ben nota ai fiorentini, che vi inviavano da tempo un potestà a guidare la città, e che spesso cercavano di avvantaggiarsi da questa situazione di debolezza, intascando denari tramite magistrati poco scrupolosi, che con leggerezza assegnavano multe per le frequenti discordie, sulle cui ammende pecuniarie per legge avevano diritto ad una percentuale. A capo della fazione dei Neri c'era Simone da Pantano, amico di Corso Donati, mentre a capo dei Bianchi c'era Schiatta Amati, imparentato con i Cerchi di Firenze. Entrambi erano esponenti della famiglia Cancellieri. I contendenti o i litigiosi della famiglia che avevano creato disordini in città tra il 1294 e il 1296 vennero esiliati nella vicina città di Firenze dove gli uni, i bianchi, troveranno l'appoggio della famiglia dei Cerchi e gli altri, i neri, della famiglia dei Donati. Successivamente questa divisione si combinò con i dissapori già esistenti tra le due famiglie fiorentine e diede il nome anche alle analoghe fazioni di Firenze. Politicamente la scissione verteva su chi, pur difendendo il Pontefice, non precludeva il ritorno o la necessità dell'imperatore (cioè i guelfi Bianchi) e chi invece trovava indispensabile che il governo dovesse essere affidato al Papa poiché "misso domenici" (mandato dal signore). Nella pratica poi erano gli interessi commerciali e gli odi personali a dettare i veri andamenti di quella che divenne una vera e propria guerra civile. Anche il Machiavelli citò l'episodio nelle sue "Istorie fiorentine". Le principali famiglie di Firenze si schierarono tutte con l'una o l'altra fazione finché giunse il cardinale Matteo d'Acquasparta, legato pontificio, per risolvere la crisi; ma poiché i Bianchi rifiutarono di dimettersi dai loro incarichi, il cardinale legato lasciò la città lanciando l'interdizione su Firenze. Si crearono quindi dei disordini alla fine dei quali il Comune esiliò i principali esponenti delle due fazioni: i Neri, con messer Corso Donati, furono confinati a Castel della Pieve e i<b> Bianchi</b>,<b> fra cui Dante Alighieri</b>, a Sarzana.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggeQNkPF1IFlDCr5e7lHecq_zh_yUA2vwwukb7-1f3ioiX6fKdU5I_7PeuXvUEj7d6faZ_sbgiIAoFg12JbDNG85iRSJwcewLTD8X_ez2E09qrZZx4VvwpcwHCUMCzqEpLDTLoL-4IiZI/s1600/europa+commerciale+demografia+XVI+sec.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggeQNkPF1IFlDCr5e7lHecq_zh_yUA2vwwukb7-1f3ioiX6fKdU5I_7PeuXvUEj7d6faZ_sbgiIAoFg12JbDNG85iRSJwcewLTD8X_ez2E09qrZZx4VvwpcwHCUMCzqEpLDTLoL-4IiZI/s320/europa+commerciale+demografia+XVI+sec.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina dell'Europa con le aree
demografiche nel 1300, le</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
vie commerciali Veneziane, Anseatiche e
Genovesi,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
e in nero le città Anseatiche. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.297</b> -<b> </b>Per risolvere la crisi politica e diplomatica sorta tra la Corona d'Aragona e il ducato d'Angiò a seguito della Guerra del Vespro per il controllo della Sicilia,<b> fu creato il Regno di Sardegna</b>. L'atto di infeudazione, datato 5 aprile 1.297 affermava che il regno apparteneva alla Chiesa e veniva dato in perpetuo ai re della Corona di Aragona in cambio di un giuramento di vassallaggio e del pagamento di un censo annuo. Il <b>Regno di Sardegna</b>, in latino Regnum Sardiniae, Regnum Sardiniae et Corsicae fino al 1.460, fu istituito nel 1.297 (secondo altre fonti nel 1.299) da papa Bonifacio VIII in ottemperanza al Trattato di Anagni del 24 giugno 1.295. Fu conquistato territorialmente a partire dal 1.324 con la guerra mossa dai sovrani Aragonesi contro i Pisani, in alleanza col Regno giudicale di Arborea. <b>Ebbe termine il 17 marzo 1861 con la Proclamazione del Regno d'Italia</b>. La lunga durata della sua storia istituzionale e le varie fasi storiche attraversate fanno sì che comunemente in storiografia si distinguano tre diversi periodi in funzione dell'entità politica dominante: un periodo catalano-aragonese (1.324-1.479), uno spagnolo-imperiale (1.479-1.713) e uno sabaudo (1.720-1.861).<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>A
<b>Venezia</b>, dal 1.297, a partire dalla Serrata del Maggior
Consiglio del 1297, è <b>precluso</b> l'<b>accesso al governo a
nuove famiglie</b>. Essendo sopravvissuto lo Stato alla grave
minaccia rappresentata dalla <b>congiura del Tiepolo</b> del 1310,
Venezia si dà la definitiva forma di <b>repubblica oligarchica</b>,
governata da un Patriziato mercantile. La repubblica di <b>Venezia si
espanderà</b> nei secoli XIV, XV e XVI in molte isole e territori
dell'Adriatico e del Mar Mediterraneo, venendo a comprendere per
secoli quasi <b>tutte le coste orientali dell'Adriatico</b>
(interamente noto come "<b>Golfo di Venezia</b>"), ma anche
le grandi isole di Creta ("Candia" per i veneti dell'epoca)
e Cipro, gran parte delle isole greche e del Peloponneso ("Morea"
per i veneti dell'epoca). Le sue propaggini arrivano a più riprese
fino al Bosforo. Il complesso di questi vasti domini insulari e
costieri venne a costituire quello che i veneziani chiamavano <i>lo
stato da mar </i>(lett. lo "stato marittimo", contrapposto
ai "Domini di Terraferma" e al "Dogado").<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> L'inizio del XIV secolo
coincide il periodo noto come <b>Seconda Età dell'Oro della cultura
bulgara </b>in cui gli artisti e
gli architetti bulgari hanno sviluppano un loro stile distintivo,
fioriscono letteratura, arte e architettura . La capitale <b>Tărnovo</b>,
considerata all'epoca una " Nuova Costantinopoli ", diventa
il principale centro culturale del paese e il <b>centro del mondo
ortodosso orientale</b>. </div>
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhEihi08zU5eWzBfziD8dfTeBYmm9qYenc00uxvJ2Nq6SxiCpcg9tWBAY4ioRLlFtjI6F3m1i_gj9B8Z8HtcIe8p8fiHMfUz4f9ghK3XNYAtBEWRDl32kiXuPDtU8oeZCc1c8Uvc2vVS05/s1600/Anatolia1300.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="330" data-original-width="535" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhEihi08zU5eWzBfziD8dfTeBYmm9qYenc00uxvJ2Nq6SxiCpcg9tWBAY4ioRLlFtjI6F3m1i_gj9B8Z8HtcIe8p8fiHMfUz4f9ghK3XNYAtBEWRDl32kiXuPDtU8oeZCc1c8Uvc2vVS05/s320/Anatolia1300.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Territori bizantini e belicati turchi in Anatolia nel 1300, da:<br />
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Beilicati_turchi_d%27Anatolia#/media/File:Anatolia1300.png" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Beilicati_turchi_d%27<br />Anatolia#/media/File:Anatolia1300.png</a></td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b>
Il <b>Sultanato di Rûm</b> o <b>Sultanato di Nicea</b> o <b>Sultanato
di Iconio</b> (dal nome delle due capitali succedutesi nel tempo:
Nicea e Iconio, oggi İznik e Konya), è stato il <b>primo impero turco
d'Anatolia</b>, creato dalla dinastia <b>dei turchi Selgiuchidi</b>.<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Originariamente
vassallo dell'Impero selgiuchide (collassato nel 1157) dell'Iran, il
sultanato gli sopravvisse, rimanendo quale entità autonoma fino
all'invasione mongola e fu <b>attivo dal 1077 al 1307</b>. Siccome la
corte del Sultanato era molto mobile, città come Kayseri e Sivas
furono a loro volta per certi periodi capitali. Al suo apogeo, il
Sultanato si estendeva nell'Anatolia centrale dalla costa di
Antalya-Alanya sul Mar Mediterraneo al territorio di Sinope sul Mar
Nero. A est, il sultanato assorbì altri Staterelli turchi e
raggiunse il Lago di Van. Il suo limite occidentale giungeva a
Denizli, fin quasi il bacino del Mar Egeo.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Il
termine "<b>Rūm</b>" deriva dalla parola araba usata per
Impero Romano. I Selgiuchidi chiamarono le terre del loro sultanato
Rūm perché fu stabilito su terre a lungo considerate "<b>romane</b>"
(romee), o bizantine.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Il
sultanato prosperò, particolarmente tra il tardo XI e il XII secolo
quando prese ai bizantini porti strategici sulle coste del Mar
Mediterraneo e del Mar Nero. Nell'Anatolia i Selgiuchidi favorirono
il commercio con un programma di costruzione di caravanserragli, che
facilitarono l'afflusso di beni dall'Iran e dall'Asia Centrale ai
porti. Nacquero commerci molto intensi, specialmente con i genovesi
in questo periodo. L'accresciuto benessere permise al sultanato di
assorbire altri stati turchi stabilitisi in Anatolia dopo la
battaglia di Manzicerta: i Danishmendidi, i Saltukidi (Saltuklu) e
gli Artuqidi. I sultani selgiuchidi riuscirono con successo a
respingere le Crociate, ma <b>nel 1243 dovettero soccombere
all'avanzata dei Mongoli</b>. I Selgiuchidi divennero vassalli dei
Mongoli, e nonostante gli sforzi di scaltri amministratori per
preservare l'integrità dello Stato, il potere del sultanato si
disintegrò nella seconda metà del XIII secolo, e <b>scomparve
completamente</b> nel primo decennio del XIV (<b>1300-1310</b>). Nei
suoi ultimi decenni, il territorio del Sultanato selgiuchide di Rum
vide emergere un gran numero di piccoli principati, o beylik, tra i
quali c'era l'<b>Osmanoğlu</b>, conosciuto più tardi come <b>Ottomano</b>,
che <b>prese il sopravvento</b>.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b>
Alla <b>fine </b>del <b>Sultanato</b> selgiuchide di <b>Rūm</b>
(1300 circa), l'Anatolia fu divisa in una moltitudine di Stati
indipendenti, i beilicati turchi d'Anatolia. A quell'epoca l'Impero
bizantino, indebolito, aveva perso molte delle province anatoliche a
vantaggio dei Beilicati. Uno di essi si trovava nella zona di
Eskişehir, nell'Anatolia occidentale, ed era governato dal bey <b>Osman</b>
I (da cui deriva la parola "<b>ottomano</b>"), figlio di
Ertuğrul. Nel mito della fondazione conosciuto dalla cultura
ottomana come "Sogno di Osman", il giovane Osman è
ispirato dal sogno premonitore di un grande impero, rappresentato da
un imponente albero le cui radici si espandono in tre continenti e i
cui rami coprono il cielo; dalle radici si diramano quattro fiumi: il
Tigri, l'Eufrate, il Nilo e il Danubio, e l'albero fa ombra a quattro
catene montuose: il Caucaso, il Tauro, l'Atlante e i Monti dei
Balcani. Una vera e propria allucinazione di Osman I, che durante il
suo sultanato, estese in effetti le frontiere del proprio impero fino
ai margini di quello bizantino. In questo periodo fu creato un
formale governo, le cui istituzioni sarebbero cambiate molto nel
corso della vita dell'impero. Il governo utilizzò il sistema dei
Millet, per il quale le minoranze religiose ed etniche avevano il
permesso di gestire i propri affari con margini di sostanziale
autonomia.</div>
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLqW0mPAxX-09Jasyecoqng1d7PDemScttvQm5owfgToxSH93oDS4rg2kV7c1bt1Vt0Bc3OithbB6s0tsbMMQ2b5Sd7A9tteBj5chinBu4eR6XtRyA6h0PAAZUrfihwL-SibPx8wYa2w0H/s1600/Domini+della+Corona+nel+d'Aragona+1385.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLqW0mPAxX-09Jasyecoqng1d7PDemScttvQm5owfgToxSH93oDS4rg2kV7c1bt1Vt0Bc3OithbB6s0tsbMMQ2b5Sd7A9tteBj5chinBu4eR6XtRyA6h0PAAZUrfihwL-SibPx8wYa2w0H/s320/Domini+della+Corona+nel+d'Aragona+1385.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
I domini della Corona d'Aragona nel
1385.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.302</b> -<b> </b>La <b>pace di Caltabellotta</b> fu il primo accordo ufficiale di pace firmato il 31 agosto 1.302 nel castello della cittadina siciliana fra Carlo di Valois, come capitano generale di Carlo II d'Angiò, e Federico III d'Aragona; tale trattato concluse quella che viene indicata come la<b> prima fase dei Vespri</b>. I Vespri rappresentano una fondamentale tappa della storia siciliana: il lungo legame tra Sicilia e Aragona, che poi diverrà inclusione dell'isola nel regno unificato di fine XV secolo, nasce in questo contesto. Tale legame realizzò l'inserimento della Sicilia nel teatro mediterraneo, in cui la Corona d'Aragona rappresentava l'avversario degli Angioini e del Papa. L'isola divenne inoltre fulcro di interessi commerciali, contesi tra le potenze marittime di quel tempo (Barcellona, Genova, Firenze, Pisa, Venezia). Infine, moltissime famiglie nobili si trasferirono in Sicilia dalla penisola iberica, integrandosi con la nobiltà siciliana e finendo per costituire una componente importante della nobiltà isolana nei secoli successivi. Un altro elemento degno di considerazione è la natura particolare del regno così nato. I ceti siciliani dominanti, attraverso il governo provvisorio, avendo richiesto a Pietro di assumere la corona, si rapportarono agli Aragonesi sempre come interlocutori piuttosto che come sudditi, nel segno di una <b>monarchia </b>"<b>pattista</b>", che avrebbe dovuto tutelare e conservare le tradizioni del Regno e quindi anche la sua origine. Sotto questo aspetto, la monarchia sorta nel 1.282 differisce profondamente da quelle costituite precedentemente sull'isola dai Normanni e dagli Svevi.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizZObsRwFV3erDZWPKz1NKakpIGxH-f4MnSUkzjjiniha4sB5CpTOjYoHM2uDNoepU4X3oI_9Mt2HZhK5FhBYQA0B_aoH-aKDf9qyuMP8hBzoPjBVdEfGRjARfyIuHZDt1RHkfttMQWVR_/s1600/Dante+e+il+suo+poema+1465+Dom.+Michelino+a+S+Maria+del+f..jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="161" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizZObsRwFV3erDZWPKz1NKakpIGxH-f4MnSUkzjjiniha4sB5CpTOjYoHM2uDNoepU4X3oI_9Mt2HZhK5FhBYQA0B_aoH-aKDf9qyuMP8hBzoPjBVdEfGRjARfyIuHZDt1RHkfttMQWVR_/s200/Dante+e+il+suo+poema+1465+Dom.+Michelino+a+S+Maria+del+f..jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Domenico Michelino: "Dante e il suo<br />
Poema" (1465) a S. Maria del fiore,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Firenze.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Dal 1.304</b> - <b>Dante compone</b> la "<b>Divina Commedia</b>", secondo gli studiosi, fra il 1.304 e il 1.321. Una prima edizione completa di quella che Dante intitolò, probabilmente, "Comedìa", potrebbe essere stata allestita da Iacopo, uno dei suoi figli, nel 1.322, dopo la morte del "Sommo Poeta". </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>Nel 1.307</b> - <b>Il re di Francia</b>, Filippo il bello, <b>ordina l'arresto di tutti i Cavalieri Templari e la confisca dei loro beni</b>. Dopo la caduta di San Giovanni d'Acri nel 1.291, trecento baroni crociati, francesi e germanici, alla guida di Giovanni di Montfort (Maestro dei Templari) sbarcarono a Cipro e qui vissero come monaci eremiti (distribuiti in vari eremi), onorati e tenuti per santi dalla popolazione locale. L'Ordine, comunque, dopo la definitiva perdita degli Stati Latini in Terra Santa, si avviò al tramonto: la ragione fondamentale per la quale era nato, due secoli prima, era ormai venuta meno. Il suo scioglimento, tuttavia, non fu mosso per via ordinaria dalla Santa Chiesa, ma attraverso una serie di accuse infamanti esposte dal re di Francia Filippo IV il Bello, desideroso di azzerare i propri debiti e impossessarsi del patrimonio templare, riducendo nel contempo il potere della Chiesa. Il 14 settembre 1.307 il re inviò messaggi sigillati a tutti i balivi, siniscalchi e soldati del Regno ordinando l'arresto dei templari e la confisca dei loro beni, che vennero eseguite il venerdì 13 ottobre 13.07. La mossa riuscì in quanto fu astutamente avviata in contemporanea contro tutte le sedi templari di Francia; i cavalieri, convocati con la scusa di accertamenti fiscali, vennero tutti arrestati. Le accuse che investirono il Tempio erano infamanti: sodomia, eresia, idolatria. Vennero in particolare accusati di adorare una misteriosa divinità pagana, il Bafometto (o Banfometto, forse la storpiatura in lingua occitana di Maometto). Nelle carceri del re gli arrestati furono torturati finché non iniziarono ad ammettere l'eresia. Il 22 novembre 1.307 il papa Clemente V, di fronte alle confessioni, con la bolla <i>Pastoralis præminentiæ</i> ordinò a sua volta l'arresto dei templari in tutta la cristianità.<br />
<br />
<b></b><b>Nel 1.308</b> - Il 12 agosto 1.308 con la bolla <i>Faciens misericordam </i>furono <b>definite le accuse portate contro il Tempio</b>. Il re fece avviare dal 1.308 sino al 1.312, grazie anche alla debolezza di papa Clemente V, diversi processi tesi a dimostrare le colpe dei cavalieri rosso-crociati di Parigi, Brindisi, Penne, Chieti e Cipro. Nel generale clima di condanna ci fu l'eccezione rappresentata da Rinaldo da Concorezzo, arcivescovo di Ravenna e responsabile del processo per l'Italia settentrionale: egli assolse i cavalieri e condannò l'uso della tortura per estorcere confessioni (concilio provinciale di Ravenna, 1.311).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgoDuDJ77i2pxqeQg-L-DXECf8JGvAyJRQR2nH_z7DRC4orHsAQLHIUxjBNAoJAJPql4iqOCBp-6zq7Yqt0SH72sTFqzYd0O77C9rAcaPQXvS8j7qpFfp2Yl8pvTR12uJ2d64Oqu0HzzQu/s1600/Avignone+Palazzo+dei+Papi.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="128" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgoDuDJ77i2pxqeQg-L-DXECf8JGvAyJRQR2nH_z7DRC4orHsAQLHIUxjBNAoJAJPql4iqOCBp-6zq7Yqt0SH72sTFqzYd0O77C9rAcaPQXvS8j7qpFfp2Yl8pvTR12uJ2d64Oqu0HzzQu/s320/Avignone+Palazzo+dei+Papi.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Avignone, il palazzo dei papi.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.309</b> - II <b>papato</b> viene trasferito ad <b>Avignone</b> sotto il «controllo» dei re di Francia.<b> </b>Dal 309 al 377<b> </b>si verificherà la "cattività avignonese" dei papi, l'autoesilio ad Avignone. In precedenza papa <b>Bonifacio VIII</b> (1.294-1.303) aveva perseguito una decisa riaffermazione dei privilegi e del potere pontificio, sia all'interno degli Stati della Chiesa che in ambito europeo, politica che lo aveva messo in contrasto da un lato con le potenti famiglie feudatarie romane (in particolare i Colonna), dall’altro con i monarchi europei e principalmente con il re di Francia, Filippo IV il Bello. Lo scontro fu durissimo su entrambi i fronti. In ambito interno si vide il temporaneo successo del Papa, culminato con la distruzione di Palestrina, feudo dei Colonna, a cui Sciarra Colonna reagì fermamente sino al punto di oltraggiare il Pontefice con l'episodio noto come schiaffo di Anagni. Lo <b>schiaffo di Anagni</b>, talvolta citato anche come l'oltraggio di Anagni, è avvenuto l'8 settembre 1303 ai danni di papa Bonifacio VIII. Si tratta in realtà non tanto di uno schiaffo materialmente dato, quanto piuttosto di un oltraggio morale, anche se la leggenda attribuisce a Sciarra Colonna l'atto di schiaffeggiare Bonifacio VIII. Secondo il Rendina nel suo "I Papi - storia e segreti" fu <b>Nogaret </b>a schiaffeggiare Bonifacio VIII con il suo guanto di ferro. Tale vicenda è uno degli atti conclusivi del grave dissidio che era sorto da anni tra il Papa ed il re di Francia Filippo IV, detto "il Bello", per definire l'eventuale supremazia del potere spirituale su quello temporale, come auspicato dal Papa stesso. Nel 1303 Guglielmo di Nogaret, membro del Consiglio di Stato di Francia, si trovava in Italia in missione diplomatica per conto di Filippo IV, pare che dovesse notificare al Papa la convocazione di un concilio dei vescovi francesi al Louvre, dove il Papa sarebbe stato sottoposto a un processo. Avuta notizia il 2 settembre 1303 che ad Anagni il Papa avrebbe pubblicato la bolla papale Super Petri solio, con lo scopo di scomunicare il re di Francia Filippo IV, Nogaret si diresse verso la città, unendosi alle forze di Giacomo Colonna, detto "Sciarra". Nogaret e Sciarra, a capo del loro esercito si introdussero ad Anagni poco prima dell'alba del 7 settembre, trovando le porte della città aperte verosimilmente grazie alla complicità di alcuni abitanti della città. Il tradimento da parte degli anagnini sembrerebbe confermato anche dall'appoggio dato dalle autorità e dall'intera cittadinanza alle truppe di Nogaret e Sciarra; il popolo infatti si riunì nella piazza principale per eleggere il proprio capitano, Adinolfo di Mattia, a sostegno degli oppositori del Papa. Nel frattempo i soldati guidati da Sciarra saccheggiarono il quartiere Caetani e assediarono il palazzo in cui si trovava il papa e quello del nipote Pietro II Caetani. Il Pontefice fu trattenuto nell'episcopio annesso alla Cattedrale e sottoposto a varie angherie e privazioni. Sembra, a questo punto, che Guglielmo di Nogaret e il Colonna cercassero di costringere il Papa, oltreché a ritirare la bolla, anche ad abdicare oppure a seguirli a Parigi; i due avrebbero però avuto dubbi ed esitazioni. Accadde così che, dopo due giorni di prigionia, Bonifacio VIII venisse liberato dagli anagnini, che presero le difese del pontefice loro concittadino, ribellandosi ai congiurati. Una volta liberato, il Papa, dopo aver benedetto e ringraziato gli anagnini, rientrò rapidamente a Roma. In ogni caso la morte di Bonifacio, un solo mese dopo questo evento, darà poco tempo dopo il via libera al controllo della Francia sul papato e quindi al <b>trasferimento della sede papale</b> ad Avignone. L'oltraggio riempì di sdegno anche molti avversari della politica di papa Bonifacio VIII, come Dante Alighieri, che, nella Divina Commedia, considerò l'offesa come rivolta a Cristo stesso (Purgatorio, Canto XX, vv. 85-90). Trentaquattro giorni dopo tale episodio (11 ottobre 1.303), Bonifacio VIII morì, per calcolosi renale. Il suo successore Benedetto XI (1.303-1.304) si trovò in una situazione difficile: Filippo il Bello era infatti in aperta ribellione all’autorità pontificia e minacciava sia di convocare un concilio del clero francese in cui proclamare l’autonomia della chiesa francese da Roma sia di istituire un processo post-mortem in cui far dichiarare pubblicamente Bonifacio VIII eretico, simoniaco, occultista e servitore del diavolo. I nobili romani intanto avevano iniziato di nuovo a dilaniarsi in guerre intestine che rendevano malsicura la Città eterna nonché l'incolumità del Pontefice. Benedetto XI non ebbe modo di intervenire, morendo improvvisamente a Perugia dopo solo otto mesi di pontificato. L'insicurezza di Roma suggerì al Sacro Collegio di tenere il conclave a Perugia, che durò ben undici mesi, lunghezza dovuta all'incertezza dei cardinali sulla linea che la Chiesa avrebbe dovuto seguire e di conseguenza quale candidato eleggere: alcuni cardinali propendevano per un ritorno alla politica di forza di Bonifacio VIII, altri per una via più conciliante che, rassicurando il re di Francia, scongiurasse lo scisma gallicano ma soprattutto il processo a Bonifacio VIII. Lasciare che il clero francese giudicasse un Papa e lo dichiarasse eretico, avrebbe costituito un pericoloso precedente. Alla fine prevalse la linea accomodante e fu eletto il francese Bertrand de Got, che prese il nome di Clemente V (1.305-1.314), che non era presente al conclave; si trovava infatti a Bordeaux, città di cui era arcivescovo. Il nuovo Papa chiese ai cardinali di raggiungerlo a Lione per l'incoronazione, come già Callisto II era stato incoronato nella vicina Vienne.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTXKfSRoblGE2PkOr5HaH081lj9MXNtMIjUTEs7BzjEG5kXL1FDgejSzjluHNwhkEHdzhdMBEDySAEkPhgGkZ9FLCG-4scu4oOZCvwoeW1tVWLyQAl4yKeUXMig1Od0qM9nneVjxqJ-AT2/s1600/Philippe_IV_le_bel+Luigi+IX+di+Francia%252C+conosciuto+comFilippo+iv+il+bello.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="771" data-original-width="624" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTXKfSRoblGE2PkOr5HaH081lj9MXNtMIjUTEs7BzjEG5kXL1FDgejSzjluHNwhkEHdzhdMBEDySAEkPhgGkZ9FLCG-4scu4oOZCvwoeW1tVWLyQAl4yKeUXMig1Od0qM9nneVjxqJ-AT2/s200/Philippe_IV_le_bel+Luigi+IX+di+Francia%252C+conosciuto+comFilippo+iv+il+bello.jpg" width="161" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Filippo IV il Bello, dal Museo<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
storico di Versailles. <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Sovrani_di_Francia#/media/File:B%C3%A9zard_-_Philippe_IV_le_bel.jpg" target="_blank">https:</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Sovrani_di_Francia#/media/File:B%C3%A9zard_-_Philippe_IV_le_bel.jpg" target="_blank">//it.wikipedia.org/wiki/Sovrani</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Sovrani_di_Francia#/media/File:B%C3%A9zard_-_Philippe_IV_le_bel.jpg" target="_blank">_di_Francia#/media/File:B%</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Sovrani_di_Francia#/media/File:B%C3%A9zard_-_Philippe_IV_le_bel.jpg" target="_blank">C3%A9zard_-_Philippe_IV</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Sovrani_di_Francia#/media/File:B%C3%A9zard_-_Philippe_IV_le_bel.jpg" target="_blank">_le_bel.jpg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
I cardinali acconsentirono e dopo la cerimonia, Clemente V fece ritorno a Bordeaux. Come previsto dai cardinali, <b>Filippo il Bello</b> si mostrò accomodante col Pontefice e nel 1.307 gli propose di<b> barattare</b> il <b>processo</b> a Bonifacio VIII con la <b>distruzione</b> dell'<b>Ordine templare</b>, i cui beni e i crediti che vantavano nei suoi confronti, suscitavano l'interesse del monarca. Clemente accettò, ma si rese conto che in un simile frangente era necessario sia riaffermare l'indipendenza della Santa Sede che tenere i contatti col sovrano francese e nel 1.309 dunque, si spostò da Bordeaux (che era sotto il dominio del re di Inghilterra) ad Avignone, che era proprietà dei d'Angiò, sovrani di Napoli (da cui ottenne il permesso ad insediarsi dopo aver pagato loro la somma di 80.000 fiorini) e che si trovava assai vicino al Contado Venassino, feudo pontificio. Il Papa qui poteva sentirsi a casa propria ed allo stesso tempo era vicino ai luoghi ed ai personaggi intorno a cui si giocavano i destini della Chiesa. Oltre a queste considerazioni, le relazioni provenienti da Roma circa l'ordine pubblico sconsigliavano il ritorno del Pontefice nella sua sede storica. Se da un lato non è possibile conoscere le intenzioni di Clemente V circa il ritorno a Roma, dall'altro i molti interventi sulla Città eterna e l'Italia in generale lasciano pensare che i Pontefici considerassero transitoria la sede di Avignone.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.312</b> - L'<b>Ordine dei Cavalieri Templari</b> è ufficialmente<b> soppresso</b> con la bolla <i>Vox in excelso</i> del 3 aprile 1.312 ed i suoi beni trasferiti ai Cavalieri Ospitalieri il 2 maggio seguente (bolla Ad providam). Jacques de Molay, l'ultimo gran maestro dell'Ordine, il quale in un primo momento aveva confermato le accuse, le ritrattò spinto da un'ultima fiammata di orgoglio e dignità, venendo arso sul rogo assieme a Geoffrey de Charnay il 18 marzo 1.314 davanti alla cattedrale di Parigi, sull'isola della Senna detta "dei giudei".</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Dopo la vittoria di
Rozhanovce del 15 giugno 1312, <b>Carlo I Martello </b>d'Angiò riesce ad assumere
il <b>controllo del Regno d'Ungheria</b> imponendosene Signore e
padrone. Nato a Napoli l'8 settembre del 1271 e mortovi il 12 agosto
del 1295, primogenito di Carlo II e di Maria Arpad d'Ungheria, Re
d'Ungheria, <b>Carlo I Martello</b> era destinato al <b>trono magiaro</b>
per diritto: sua madre era figlia di Stefano V e sorella di Ladislao
V, ultimo rappresentante della dinastia arpade, deceduto senza prole.
Formalmente eletto Re ed incoronato ad Aix nel 1292, non occupò mai
realmente il trono, cui sedette Andrea III, di un ramo minore della
stessa famiglia. Il titolo di Carlo, comunque, passò al figlio
Caroberto, ma i venti di guerra che scossero l'Ungheria avevano preso
a spirare già nella stagione degli Arpadi, quando il Regno si era
esteso a Sud e ad Est dei Carpazi favorendo la nascita degli Stati
cuscinetto di <b>Tartaria</b>, <b>Serbia</b> e <b>Secondo Impero
bulgaro</b>. Per effetto della crisi dinastica, tuttavia, i Banati di
Valacchia, Oltenia, Moldavia e Bosnia si erano emancipati
trasformandosi in Despotati autonomi e furono in seguito gli Angioini
ad avviare le campagne politiche e militari a rilancio dell'egemonia
della corona: il 14 gennaio del 1301, morto Andrea III, Carlo Roberto
I cinse la tiara: benché sostenuto da Bonifacio VIII che, in
appoggio alla sua consacrazione, inviò il Cardinale Niccolò
Boccasini e benché fosse discendente di Stefano V, egli rinunciò
alla corona per le pressioni esercitate da Venceslao II di Boemia.
Ancorchè non annoverato nella successione ufficiale, costui la
mantenne fino al 1305, anno in cui cedette i propri diritti ad Ottone
III di Baviera. Un'insurrezione popolare consentì a <b>Carlo</b> di
far valere le proprie ragioni a Buda, il 15 giugno del 1309, ma
l'incoronazione fu considerata illegittima fino al 20 agosto del 1310
quando, secondo tradizione, fu consacrato a Székesfehérvàr
dal Primate di Esztergom. Nel triennio successivo, tuttavia, contro
il suo insediamento si aprirono vari fronti di rivolta e solo dopo
la vittoria di Rozhanovce del 15 giugno del 1312, riuscì ad
assumere il controllo del Regno imponendosene Signore e padrone.</div>
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWvDO6pepG30avF6hiB1CDAYZdlNn9VYt1lNhSaIVc6loox6wPFZeF-pP1MICEvD5ueUkH9lm3MCyyE9IKT6yeMBxJYFPMfAbIMBCf4h2w3_TOy-9-QXOSrH7kgnz-KkYRSTjs-6yf-h4/s1600/jaques+de+Molay.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="140" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWvDO6pepG30avF6hiB1CDAYZdlNn9VYt1lNhSaIVc6loox6wPFZeF-pP1MICEvD5ueUkH9lm3MCyyE9IKT6yeMBxJYFPMfAbIMBCf4h2w3_TOy-9-QXOSrH7kgnz-KkYRSTjs-6yf-h4/s200/jaques+de+Molay.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Rappresentazione dell'esecuzione<br />
di
Jacques de Molay.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.314</b> -<b> </b>L'ultimo Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri Templari, <b>Jacques de Molay muore sul rogo</b>, a Parigi, per ordine del re Filippo IV (Filippo il Bello) di Francia. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: left;">
Da <a href="http://cedocsv.blogspot.it/2010/04/la-maledizione-dei-templari.html" target="_blank">http://cedocsv.blogspot.it/2010/04/la-maledizione-dei-templari.html</a> di Guido Araldo: "La leggenda affascinante dei templari narra anche di una terribile maledizione lanciata dall'ultimo Gran Maestro, Jacques de Molay, mentre bruciava sul rogo, <b>la maledizione dei Templari</b>: Dopo il tremendo colpo sferrato a sorpresa nel 1.307 dal re di Francia, lenta fu l’agonia della “Militia Templi” che nel 1.311 era praticamente finita. In Inghilterra era convinzione comune che i Templari fossero stati così denigrati e coperti d’infamia da non potersi più riscattare. A quei tempi non spettava all’accusa dimostrare la colpevolezza, ma la difesa produrre le prove dell’innocenza. A questo punto lo scioglimento dell’Ordine era inevitabile! Il 18 marzo 1.314, Jacques Molay e Goffredo di Charney, precettore di Normandia e custode della Sacra Sindone, salirono sul rogo approntato su un'isoletta della Senna a Parigi, dove ora sorge Notre Dame, con altri due alti funzionari del Tempio. Abbandonarono per sempre i loro bianchi mantelli, frettolosamente arrotolati, e furono legati a un palo, come gli eretici peggiori. Secondo una leggenda che non tramonterà mai, sul rogo <b>il sovrano maestro dei Templari lanciò una maledizione</b>: avrebbe chiamato Clemente V e Filippo il Bello dinanzi al Tribunale di Dio: il papa entro 40 giorni, il re entro 40 settimane. E così accadde. Clemente V morì il 20 aprile, meno di un mese dopo, il 12 aprile, a Roquemare. Una morte senza gloria: per un’infezione intestinale. Quel giorno, a piangerlo, furono soltanto i suoi parenti che aveva coperto d’oro, impunemente. Il suo pontificato fu indubbiamente il trionfo della simonia e del commercio delle cariche ecclesiastiche. Filippo “il Bello” lo avrebbe seguito il 29 novembre, otto mesi dopo: un’agonia straziante dopo una caduta da cavallo a Fontainebleau. Da quel momento cominciò a prendere piede la leggenda della maledizione templare. Si diffuse la voce che la notte successiva al rogo del De Molay un piccolo gruppo di sette “liberi muratori”, guidati da un templare, avesse raggiunto il luogo del supplizio. Un convegno misterioso. Pare che quel manipolo di audaci scagliò pugni di polvere in direzione del palazzo del re, pronunciando la terribile maledizione del Machenach: la stessa mormorata dalle labbra dei carpentieri quando fu ucciso Chiram Abiff, architetto del re Hiram di Tiro, il maestro costruttore che progettò il tempio di Salomone. <b>Un legame misterioso legava i Cavalieri dai bianchi mantelli ai </b>“<b>liberi muratori</b>”<b>, che avevano per maestro il biblico architetto conoscitore dei segreti delle piramidi</b>: un legame <b>che aveva reso possibile, in Europa, il trionfo delle cattedrali gotiche</b>. Un segreto custodito ermeticamente all’ombra di un’acacia sempreverde. Ad ogni modo sembrò davvero che una maledizione perseguitasse i discendenti di Filippo il Bello. Ai suoi tre figli il destino riservò una sorte infausta: morirono giovani, uno dopo l’altro. Più nessuno di loro regnava in Francia pochi anni dopo, nel 1.328. Dapprima toccò a Luigi X “l’Attaccabrighe”; poi a Filippo V “il Lungo” e infine a Carlo IV, che raggiunse suo padre nella tomba all’età di 34 anni, dopo cinque anni di regno. Con la morte di Carlo IV il trono di Francia si trovò senza eredi maschi, sebbene i tre figli di Filippo il Bello avessero giaciuto con sei mogli. A corte, a succedere ai genitori, c’erano soltanto bambine. In questo modo si estinse la secolare casata dei Capetingi. Il trono, a questo punto, spettava a Giovanna: figlia maggiore di Luigi X “l’Attaccabrighe”, ma fu prontamente esautorata dallo zio Filippo di Valois, fratello di Filippo IV “il Bello”, che si fece incoronare re con il nome di Filippo V, come se il figlio di suo fratello, “il Lungo”, che aveva preso quel nome regale prima di lui, non fosse mai esistito. Subito dopo la cerimonia dell’incoronazione il nuovo re si preoccupò di convocare un'assemblea di notabili e professori dell'Università di Parigi, i quali sancirono il suo diritto al trono in base a una legge istituita per l'occasione: la “legge salica”. Secondo questa legge una donna non poteva regnare in Francia. Un ostacolo insormontabile, per le generazioni future, alla successione femminile sul trono di Francia e, in seguito, anche su quello d'Italia. Tutto sembrava a posto, invece il sedicenne Edoardo III d'Inghilterra, figlio d’Isabella e nipote di Filippo “il Bello”, non accettò quella che definì “l’usurpazione dello zio” e fece udire la sua voce rivendicando per sé l’ambito trono di Francia. Affascinante la prospettiva! Un regno esteso dai Pirinei e dal Mediterraneo al Vallo Caledonico e all’Irlanda. Un regno potentissimo che, se attuato, avrebbe sconvolto l’Europa. E con questa rivendicazione cominciò la “<b>Guerra dei Cent’anni</b>”: il più lungo conflitto che la storia ricordi. Devastò la dolce Francia per un secolo, in compagnia del flagello della peste. Restò nel vento l’esoterismo dei templari. A volte basta una frase misteriosa a destare un’intensa curiosità. Ad esempio, che c'entra con i Templari “Sator arepo tenet opera rotas”? Una frase che si può leggere in tutti i sensi: da destra e da sinistra, anche a ritroso, con le parole disposte a formare un quadrato magico.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhZnymFfFapsTc_W71m54Bm2Pe51ZBI29oyr1iEVtuRoGdEve-b-6_HJ8_Xs1MaaLI5tEKJvcEGqVpNdkOlFF3AisgsjD_ECvBA7vOA_AGHqWkoVNU_1c6cFR9MGL5bVQR2yH6sSJDcCYc/s1600/sator.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhZnymFfFapsTc_W71m54Bm2Pe51ZBI29oyr1iEVtuRoGdEve-b-6_HJ8_Xs1MaaLI5tEKJvcEGqVpNdkOlFF3AisgsjD_ECvBA7vOA_AGHqWkoVNU_1c6cFR9MGL5bVQR2yH6sSJDcCYc/s1600/sator.jpg" /></a></div>
Una composizione molto antica, probabilmente magica. La più remota rappresentazione nota risale al 260 a.C., nel mosaico di una villa a Duoro-Europos, in Asia, sull’Eufrate, nell’estremo confine orientale dell’Impero Romano. Un altro suo ritrovamento importante è a Pompei, in una palestra; ma è documentata anche su una parete del duomo di Siena e, soprattutto, in molti castelli templari, come quello di Gisors. Fin dove spinse l’esoterismo templare molte volte raffigurato con immagini dualistiche, come due cavalieri su un unico cavallo? Veramente i cavalieri dai bianchi mantelli teorizzarono l’esistenza di due Messia: Gesù e Giuda? Come pure troviamo ricorrenti i due Giovanni: il Battista, quello dell’equinozio d’estate, e l’Evangelista, quello dell’equinozio d’inverno. E vero che rinnegavano san Pietro e san Paolo, definiti eresiarchi della peggiore specie? E poi, per quale motivo la croce era vilipesa nei loro riti? Quali verità i Templari avevano scoperto a Gerusalemme? Avevano davvero elaborato una nuova teologia dualistica, neoplatonica, addirittura pagana? Domande destinate a restare senza risposte! Di certo papa Clemente V cambiò improvvisamente opinione sul loro conto: se prima esternava la sua convinzione che i cavalieri dai bianchi mantelli fossero innocenti dalle accuse ascritte, improvvisamente volle cancellare quell’ordine cavalleresco, e addirittura autorizzò le peggiori torture durante gli interrogatari, come la bruciatura dei piedi finché le ossa fossero state scoperte! Cos’era emerso di tanto pericoloso? Al di là di molte e suggestive ipotesi pare legittima l’ipotesi di una comunanza gnostica tra Albigesi, Templari e Assassini. Di certo furono sicuramente in contatto tra loro. La setta degli Ismaeliti, l’albero portante degli Assassini, conosceva sette gradi di perfezione ed era caratterizzata da una palese opposizione all’autorità dogmatica dell’Islam. Pare che anche i Templari avessero sette gradi al loro interno e avessero sviluppato un’indubbia sofferenza verso i dogmi ecclesiastici. Presso gli “onesti Companions” ai tre gradi di Apprendista, Compagno d’Arte e Maestri andavano aggiunti i quattro gradi di “purificazione”: della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco. I sodalizi Templari, impregnati dalla gnosi della “Gaia Scienza d’Amore”, adottarono la segretezza dei misteri antichi e svilupparono per primi, in Occidente, le tecniche iniziatiche obliate con l’avvento del Cristianesimo, un tempo remoto in uso in Egitto, presso l’Antica Grecia e nelle scuole pitagoriche. Ad ogni modo, accantonando esoterismo e comunanza gnostica, la cancellazione dell’Ordine del Tempio avvantaggiò incommensurabilmente i banchieri toscani. Era giunto il loro turno per gestire la riscossione di tasse e decime pontificie in tutta l’Europa e, anche, di amministrare le tesoriere di molti re, soprattutto a Parigi e Londra: il loro agente in Francia, Noffo Dei, aveva svolto un ottimo “lavoro”. Squin de Florian e Noffo Dei, poi gran maestro degli Ospitalieri, oggi cavalieri di Malta, furono additati come i Templari traditori che tramarono per affossare l'ordine del Tempio.<br />
<br />
<b>-</b> Da “Il Santo Graal” di Michael
Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln, 1982 Arnoldo Mondadori
Editore S.p.A., Milano, da pg.68: "Tuttavia, l'<b>Ordine non cessò di
esistere</b>. Anzi, sarebbe stato sorprendente se questo fosse accaduto,
dato il grande numero dei cavalieri che erano rimasti all'estero o
che erano stati assolti. Filippo aveva cercato di influenzare
gli altri sovrani, nella speranza di far sì che in tutta la
cristianità non rimanesse un solo Templare. Anzi, lo zelo dimostrato
dal re in questa occasione è quasi sospetto. Si può capire che
aspirasse a liberare i suoi domìni dalla presenza dell'Ordine; ma
perché teneva tanto a sterminare anche i Templari insediati altrove?
Filippo non era certamente un modello di virtù; ed è difficile
immaginare che un monarca responsabile della morte di due papi fosse
molto turbato da eventuali violazioni della fede. Filippo aveva
semplicemente paura di essere vittima di una vendetta se l'Ordine
fosse rimasto indenne fuori dalla Francia? Oppure c'era qualche altra
ragione? Comunque, il suo tentativo di eliminare
i Templari anche all'estero non riuscì come sperava. Il genero di
Filippo, Edoardo II d'Inghilterra, ad esempio, all'inizio si levò in
difesa dell'Ordine. Alla fine, sottoposto a pressioni da parte del
papa e del suocero, accolse le loro richieste, ma solo in parte e
senza molto impegno. Pur avendo quasi tutti i Templari in Inghilterra
il tempo di fuggire, parecchi furono arrestati. Tuttavia, quasi tutti
subirono lievi condanne; spesso si trattava di pochi anni di
penitenza in abbazie e monasteri, dove vivevano piuttosto
comodamente. Le loro terre furono assegnate ai Cavalieri Ospitalieri
di San Giovanni; ma personalmente non subirono le feroci persecuzioni
che avevano colpito i loro confratelli in Francia. Altrove, l'eliminazione dei Templari
incontrò difficoltà ancora più grandi. La Scozia, ad esempio, a
quei tempi era in guerra con gli Inglesi, e la situazione caotica
lasciava poche possibilità di mettere in pratica certi adempimenti
legali. Perciò le Bolle papali che scioglievano l'Ordine non furono
mai rese pubbliche in Scozia, e di conseguenza in Scozia l'Ordine non
fu mai sciolto. Molti Templari inglesi e, sembra, anche francesi
trovarono rifugio in Scozia, e si sa che un loro contingente combattè
a fianco di Robert Bruce nella battaglia di Bannockburn nel 1314.
Secondo una leggenda - suffragata da diverse prove - l'<b>Ordine
sopravvisse in Scozia </b>ancora per quattro secoli. Con gli scontri
del 1688-91, Giacomo II d'Inghilterra fu deposto da Guglielmo
d'Orange. In Scozia, i sostenitori del sovrano Stuart insorsero e,
nella battaglia di Killiekranke, combattuta nel 1689, John
Claverhouse, visconte di Dundee, morì sul campo. Quando fu ritrovato
il suo cadavere, si scoprì che portava la Gran croce dell'Ordine del
Tempio: un'insegna che non era recente, anzi risaliva a prima del
1307 (Waite, <i>New Encyclopaedia of Freemasonry</i>, vol.2 pg. 223). Nella
Lorena, che a quei tempi faceva parte della Germania e non della
Francia, i Templari ebbero l'appoggio del duca. Alcuni furono
processati ma assolti. Moltissimi, sembra, obbedirono al loro
precettore, che ordinò loro di tagliarsi la barba, indossare abiti
secolari e mimetizzarsi tra la popolazione.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nella Germania vera e propria, i
Templari sfidarono apertamente i loro giudici, minacciando di
prendere le armi. Intimiditi, i giudici li proclamarono innocenti; e
quando l'Ordine fu sciolto ufficialmente, molti Templari tedeschi
entrarono negli <b>Ospitalieri di San Giovanni </b>o nei <b>Cavalieri
Teutonici</b>. Anche in Spagna i Templari resistettero ai persecutori
e trovarono rifugio in altri ordini.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In <b>Portogallo</b>, l'Ordine fu
scagionato da un'inchiesta e si limitò a modificare il proprio nome,
assumendo quello di <b>Cavalieri di Cristo</b>. Sotto questa nuova
etichetta, continuò a esistere fino al XVI secolo, dedicandosi ad
<b>attività marinare</b>. Vasco da Gama era un Cavaliere di Cristo,
e il principe Enrico il Navigatore era Gran maestro dell'Ordine. Le
navi dei Cavalieri di Cristo portavano il simbolo tradizionale della
croce patente rossa. E sotto la stessa insegna le tre caravelle di
<b>Cristoforo Colombo</b> attraversarono l'Atlantico e raggiunsero il
Nuovo Mondo. In quanto a Colombo, aveva sposato la figlia di un ex
Cavaliere di Cristo e aveva avuto modo di consultare le carte e i
diari dello suocero.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Quindi, in molti modi diversi, i
Templari sopravvissero all'attacco sferrato il 13 ottobre 1307. E nel
1522 i Cavalieri Teutonici, progenie prussiana dei Templari,
ritornarono alla stato laicale, ripudiarono la sottomissione a Roma e
si schierarono a sostegno di un eretico ribelle che si chiamava
Martin Luterò. Due secoli dopo lo scioglimento del loro Ordine, i
Templari, sia pure indirettamente, si vendicarono così della Chiesa
che li aveva traditi."</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
<b>Nel 1.320</b> -<b> Crociata dei Pastori</b> è il nome di <b>due insurrezioni popolari </b>che fecero parte delle crociate popolari iniziate senza l'appoggio dei governanti e spesso rivolte proprio contro di loro. Queste crociate sono datate 1.251 e 1.320. Dopo un pellegrinaggio a Mont-Saint-Michel, <b>gruppi di giovani contadini</b> di Normandia furono <b>aizzati dalle prediche infiammate di un benedettino apostata e di un prete cattolico</b> interdetto per la sua condotta, che li convinsero della necessità di un "Viaggio Santo" per andare a combattere gli infedeli. A bande, questi <i>pastoureaux</i> conversero verso Parigi, dove entrarono il 3 maggio 1.320. Cinque giorni più tardi, avvertito di questo movimento incontrollato e sovversivo, Papa Giovanni XXII lanciò la scomunica contro tutti quelli che si erano investiti della croce senza autorizzazione papale. Dopo qualche pogrom (eccidi di ebrei), si fecero convincere a lasciare Parigi, reclutando al loro passaggio nuovi adepti. All'inizio di Giugno i <i>pastoureaux </i>attraversarono la regione di Saintonge e il Périgord, che devastarono e saccheggiarono. Sempre più numerosi entrarono in Guienna ed arrivati in Agenais <b>si divisero in due gruppi</b>. <b>Il primo attraversò i Pirenei seguendo il Cammino di Santiago di Compostela</b> per continuare i loro massacri in Spagna, mentre <b>il secondo risalì la valle della Garonna, massacrando cagots ed ebrei</b>.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh9N0G4ZByRZFaCUejec2LgVBNIZUO2MA4doHupjvnvGYYAx1XCVnAP2DjhGj-1ob_iJrQcZJVeYBh_pn4-5yCcFY-M847AJiPM9pS_NvMDazbz-jNJ1JAdrYsGxNkZydL4zcXnvXZvhGv/s1600/cagot.GIF" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh9N0G4ZByRZFaCUejec2LgVBNIZUO2MA4doHupjvnvGYYAx1XCVnAP2DjhGj-1ob_iJrQcZJVeYBh_pn4-5yCcFY-M847AJiPM9pS_NvMDazbz-jNJ1JAdrYsGxNkZydL4zcXnvXZvhGv/s1600/cagot.GIF" width="128" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Rappresentazione</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di un Cagot.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I <b>Cagots</b> costituivano, nei territori a cavallo del confine franco-spagnolo, una parte della popolazione segregata per motivi ancor oggi abbastanza misteriosi. Nel corso dei secoli sono stati vittime di una sorta di razzismo popolare, fortemente radicato a livello locale, in genere condannato sia da parte del clero, perché i cagots erano cristiani, sia da parte dell'aristocrazia che aveva un suo buon motivo per condannare gli eccessi dei paesani su cui gravavano corvè e imposte da cui i cagots erano esentati, essendo dei <i>paria</i> messi al bando della società. La loro sorte infatti può essere paragonata solo con quella degli intoccabili dell'India. Il fenomeno dei Cagots riguarda soprattutto il sud-ovest della Francia (Guascogna, Paesi Baschi, valli pirenaiche) e il nord della Spagna (Navarra, Aragona). A seconda dei luoghi e dell'epoca i Cagots furono chiamati anche Chrestians o Crestias (prima del XVI secolo), Gézitans (a partire dal XVI secolo), Gahets (Bordeaux, Agenais, Landes de Gascogne), Agots (Paesi Baschi), Capots (Armagnac). «Crestias», «Chrestia» o «Christianus» è sinonimo, in bearnese, di «lebbroso», che compare nei testi verso l'anno 1.300. Nel Medioevo la lebbra indica svariate malattie: la lebbra rossa, quasi sempre mortale; la lebbra bianca o lebbra tubercolare che presenta sintomi simili ma può essere stabilizzata. Tutte queste malattie ispirano la paura del contagio e sono tenute isolate fuori dei villaggi. Il termine “Chrestians” indicava i <b>cristiani ariani</b>, di religione ariana, religione adottata dai Longobardi, dai Visigoti e dagli Ostrogoti. Nei testi antichi, <i>christianus </i>è indissociabile da lebbroso e spesso utilizzato al suo posto. Il nome presenta anche una analogia con la parola greca « cacos » che significa « cattivo », simile alla parola bretone « caqueux » dello stesso significato, ma verosimilmente e più semplicemente dal tardo latino « cagare ». L'etimologia resta dunque molto incerta. Le cronache li indicano spesso anche con le denominazioni di Caqueux, Cacous, Capos, Gaffos, termini dispregiativi che significavano lebbrosi e li si definiva anche Canard (Oche), perché <b>dovevano portare sui loro abiti il segno di una zampa d'oca</b> per farsi riconoscere. Si deve notare che in alcuni testi del XVI secolo, il termine <i>cagot</i> e i suoi equivalenti sono utilizzati come sinonimi di lebbroso. Fino alla metà del XX secolo, cagot, impiegato come un insulto, significava anche idiota del villaggio, bigotto o gozzuto. Tornando alla Crociata dei Pastori, messo al corrente della carneficina di cagots ed ebrei, Pierre Raymond de Comminge, che Papa Giovanni XXII aveva nominato arcivescovo di Tolosa, scrisse al Papa per chiedere aiuto e consiglio. Il Papa accusò il re di Francia Filippo V d'irresponsabilità e si stupì col suo legato Gaucelme de Jean «che la lungimiranza reale abbia trascurato di reprimere gli eccessi e il pernicioso esempio dei Pastoureaux, che dovremmo piuttosto chiamare lupi, rapaci e omicidi, la cui condotta offende gravemente la maestà divina, disonora il potere reale e rappresentano, per tutto il reame dei pericoli inesprimibili se non vengono fermati». Ciò non impedisce ai pastoureaux di prendere degli ebrei di Albi e di Tolosa. Quattro giorni dopo sono alle porte di Carcassonne, dove l'armata reale li attende sotto il comando di Aimeric de Cros, siniscalco di Linguadoca, con il supporto delle truppe del giovane Gastone II di Foix-Béarn, allora dodicenne. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>I pastoureaux furono schiacciati</b>. I superstiti fuggirono nella regione di Narbonne. I consolati cittadini, avvertiti dal siniscalco, misero le loro città in stato difensivo. Il papa scrisse all'arcivescovo Bernard de Fargues perché facesse lo stesso. Le strade e i passaggi si chiusero e si catturarono sistematicamente vagabondi, fuggitivi e tutto ciò che sembrasse anche lontanamente un pastoureau. <b>A breve non ne restò più uno solo</b> in Linguadoca nell'autunno del 1.320.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV6vy-j85BUWNzxLl0npc15HA1pezj_Y9L3w1Cf1q1XcM3UxwSzNnIp7XZoufhNVukgVaCL675wbEuMZolM2VsYB2XHOC6JedLX5q7ffcUQ9ku9C6DxNl_gMe3-yoE4ygqsNeZDrmOH2WQ/s1600/bombarda+piccola+xv+sec.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV6vy-j85BUWNzxLl0npc15HA1pezj_Y9L3w1Cf1q1XcM3UxwSzNnIp7XZoufhNVukgVaCL675wbEuMZolM2VsYB2XHOC6JedLX5q7ffcUQ9ku9C6DxNl_gMe3-yoE4ygqsNeZDrmOH2WQ/s200/bombarda+piccola+xv+sec.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Piccola bombarda in bronzo del XV<br />
secolo, da: <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1176762" target="_blank">https://commons.wikime<br />dia.org/w/index.php?curid=1176762</a></td></tr>
</tbody></table>
<b>Dal 1.322</b> - <b>Appaiono</b> in Europa le <b>prime armi da fuoco</b>: i cannoni. Alcune delle <b>prime</b> attestazioni dell'uso delle <b>armi da fuoco in Occidente sono italiane</b>, provenienti da registri contabili e non da cronache più tarde, come a <b>Mantova</b>, dove era conservato un piccolo cannone in bronzo datato <b>1322</b>, a <b>Firenze</b>, dove<b> </b>documenti del primo ventennio del XIV secolo menzionano cannoni in bronzo che sparano palle di ferro nel 1326 (tanto da essere definiti comuni e familiari dal Petrarca nel <i>De remediis</i> 1, 99), a <b>Gassino Torinese</b> nel 1327 e nel 1331 a <b>Cividale del Friuli</b>, seguiti dalle prime armi portatili come ad esempio lo <b>schioppo</b>, nel 1364. La lega per cui si ottiene il <b>bronzo</b> è una semplice miscela dei due metalli fondamentali, <b>rame</b> e <b>stagno</b>, cui si aggiungono altri metalli, come il piombo, lo zinco, il ferro, ma in quantità insignificanti. Con bronzo (nome che forse deriva dal latino <i>brundisium</i> = di Brindisi) si definiscono tutte le leghe in cui entrano come componenti essenziali il rame, in proporzione sempre superiore al 70%, e lo stagno; leghe conosciute fin dalla più remota antichità e che prima della scoperta del ferro servirono a fabbricare attrezzi, armi, corazze e strumenti più resistenti e leggeri di quelli in pietra o in rame; ai metalli componenti veniva aggiunto, per lo più come impurità, anche arsenico, che contribuiva a rendere la lega ancora più dura. Il bronzo che contiene da 90 a 92% di rame e il rimanente di stagno è stato adoperato nel medioevo per cannoni e conserva il nome di <b>bronzo da cannoni</b> poiché possiede un'elevata resistenza alla pressione sviluppata dall'esplosione della carica, insieme con una sufficiente durezza ed una moderata fragilità. Le leghe contenenti una percentuale dal 20 al 25%, di stagno, possiedono oltre a una grande durezza anche la sonorità e servono per le <b>campane</b>; in esse la purezza del suono è data dalla purezza del metallo, che non deve contenere né ossidi né scorie di alcun genere. Dall'inizio del XX secoloè stato introdotto il silicio come principale legante del rame, e oggi la maggior parte del bronzo per usi industriali e artistici è in realtà una lega rame-silicio. Lo storico spagnolo<b> Juan de Mariana </b>(1536-1623) riporta l'uso di polvere da sparo e cannoni, da parte dei musulmani, nella <b>presa di Algeciras </b>del<b> 1344</b>. Nel 1340 il re di Castiglia, Alfonso XI, dopo aver concordato l'alleanza col re del Portogallo Alfonso IV ed aver ottenuto l'appoggio della flotta aragonese, aveva organizzato la spedizione per liberare Tarifa dall'assedio dalla coalizione musulmana, Merinidi-Nasrid. Poi si fece aiutare da tutte le flotte cristiane, soprattutto da quelle di Pisa e Genova e con l'aiuto dei cavalieri di tutti i regni d'Europa, aveva posto l'assedio ad Algeciras e dopo circa due anni, nel 1344, era riuscito a conquistare la città portuale, che aveva un grande valore strategico. Alfonso XI, infine cercò di riconquistare Gibilterra, a cui pose l'assedio e dove, nel 1350, morì di peste. William H. Prescott, nel suo libro “Ferdinando ed Isabella” pone in risalto il fatto che<b> gli spagnoli avevano acquisito la loro conoscenza della polvere da sparo dagli arabi di Granada</b>. De Mariana riferisce che all'assedio di Algeciras avrebbero partecipato i conti inglesi di Derby e di Salisbury, di conseguenza Richard Watson ritiene probabile che tramite loro, le conoscenze su polvere da sparo e cannoni, fossero <b>giunte agli inglesi</b>, che ne fecero applicazione per la prima volta nella <b>battaglia di Crécy</b> del 26 agosto <b>1346</b>, la prima battaglia della guerra dei cent'anni.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjde1mUBH0N7lL-eGKTmGo2fQHEABJLwPAp7wBMzeANGe-bzxFt2YG96Pd2R9_jkal2vBd1mOGHU9p6UOEPkRaTvteGaQUnD7aJrRuRefxBUlzvO4evjjcVOysUqxMGS9_0zjt9RNBNNRd0/s1600/Regno+di+Sardegna+Giudicati+sardi.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjde1mUBH0N7lL-eGKTmGo2fQHEABJLwPAp7wBMzeANGe-bzxFt2YG96Pd2R9_jkal2vBd1mOGHU9p6UOEPkRaTvteGaQUnD7aJrRuRefxBUlzvO4evjjcVOysUqxMGS9_0zjt9RNBNNRd0/s320/Regno+di+Sardegna+Giudicati+sardi.png" width="208" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
I giudicati sardi nel 1300.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1FqYKBzHcKz9xLj7BeqLAWD9dDSWnTFhuLyYSp-xN_etDMWSIHRFhF5c7QBTyzeqKwxY9Dk3f32JCcVrb5IryynTmPSVE5QlB4XJNduguLhBRaMvVH4X9wM2IEF11A7KjXk0ocTqmWB2V/s1600/Domini+della+Corona+nel+d%2527Aragona+1385.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="85" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1FqYKBzHcKz9xLj7BeqLAWD9dDSWnTFhuLyYSp-xN_etDMWSIHRFhF5c7QBTyzeqKwxY9Dk3f32JCcVrb5IryynTmPSVE5QlB4XJNduguLhBRaMvVH4X9wM2IEF11A7KjXk0ocTqmWB2V/s200/Domini+della+Corona+nel+d'Aragona+1385.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Domini della corona d'Aragona</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel 1385.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.324</b> -<b> </b>Per risolvere la crisi politica e diplomatica sorta tra la Corona d'Aragona e il ducato d'Angiò a seguito della Guerra del Vespro per il controllo della Sicilia, fu creato il <b>Regno di Sardegna</b>. L'atto di infeudazione, datato 5 aprile 1.297 affermava che il regno apparteneva alla Chiesa e veniva dato in perpetuo ai re della Corona di Aragona in cambio di un giuramento di vassallaggio e del pagamento di un censo annuo.<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
Fu conquistato territorialmente <b>a partire dal 1.324 con la guerra</b> mossa dai sovrani <b>Aragonesi</b> contro i <b>Pisani</b>, in alleanza col Regno giudicale di <b>Arborea</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDWh5v7x-EcsrGZN3vTerHXEeEDIhLYkpOlECanCpKPHGRTadzgZsX7rVCIJukeLJ18dRNJqZy25uAHQ6qsskDwevANzZSyHf_RQite12f3SGOwwu5jvAtfnJZD1IOR5qUUBVt1WxVUBxO/s1600/Anjou+en+France_Nord_Ouest_1050.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="301" data-original-width="300" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDWh5v7x-EcsrGZN3vTerHXEeEDIhLYkpOlECanCpKPHGRTadzgZsX7rVCIJukeLJ18dRNJqZy25uAHQ6qsskDwevANzZSyHf_RQite12f3SGOwwu5jvAtfnJZD1IOR5qUUBVt1WxVUBxO/s200/Anjou+en+France_Nord_Ouest_1050.jpg" width="199" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
L'Angiò (Anjou), da: <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Geoffrey_I,_Count_of_Anjou#/media/File:France_Nord_Ouest_1050.jpg" target="_blank">https://en.wiki</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Geoffrey_I,_Count_of_Anjou#/media/File:France_Nord_Ouest_1050.jpg" target="_blank">pedia.org/wiki/Geoffrey_I,_Count</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Geoffrey_I,_Count_of_Anjou#/media/File:France_Nord_Ouest_1050.jpg" target="_blank">_of_Anjou#/media/File:France_</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Geoffrey_I,_Count_of_Anjou#/media/File:France_Nord_Ouest_1050.jpg" target="_blank">Nord_Ouest_1050.jpg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
La conquista fu a lungo contrastata dalla resistenza sull'isola dello stesso Giudicato di Arborea e poté considerarsi parzialmente conclusa solo nel 1.420, con l'acquisto dei rimanenti territori dall'ultimo Giudice per 100.000 fiorini d'oro, nel 1.448 con la conquista della città di Castelsardo (allora Castel Doria). Il <b>Regno di Sardegna</b> fece parte della Corona di Aragona fino al 1.713, anche dopo il matrimonio di Ferdinando II con Isabella di Castiglia, allorquando l'Aragona si legò sotto il profilo dinastico (ma non politico-amministrativo) prima alla Castiglia, poi - in epoca già asburgica (a partire dal 1.516) - anche alle altre entità statuali governate da tale Casa (Contea di Fiandra, Ducato di Milano, ecc.).<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-
</b>Dal 1.324, nel secolo successivo alla morte di Osman I, il
<b>dominio ottomano</b> comincia ad estendersi <b>sul Mediterraneo
orientale</b> e sui <b>Balcani</b>. Il figlio di Osman, Orhan I,
conquistò la città di Bursa nel 1324 e la rese nuova capitale dello
Stato ottomano. La caduta di Bursa implicò la perdita del controllo
bizantino sull'Anatolia nordoccidentale. E dopo Bursa, nel 1337 fu
conquistata Nicomedia. Poi, nel 1354 gli Ottomani superarono lo
stretto dei Dardanelli e si espansero nella ''Rumelia'', conquistando
Adrianopoli (1361), Sofia (1386) e Salonicco ai veneziani nel 1387.
La vittoria ottomana in Kosovo nella battaglia della Piana dei Merli
segnò il declino dell'Impero serbo e la fine del suo controllo sulla
regione, aprendo la strada all'espansione ottomana in Europa. A essa
seguì la conquista del regno di Bulgaria nel 1393, grazie alla quale
gli Ottomani arrivarono a minacciare l'Ungheria.</div>
<div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-67613088930408715852019-03-29T10:43:00.005-07:002020-10-07T03:17:51.699-07:00Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinDdSmU3Ol2gw1qwhe1VMUmB_OzAlJgOOt4TcNfjEIq-yv8caRdY3gNa8BrvlSU3i8ryLUTlRum9-nhbsqTSBehHp0fWE4xKK4Tt5CJlKrDF22NQjbMTxqhpilJ5ryVbaL74nor64SBTRg/s1600/Federico+II+di+Svevia.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinDdSmU3Ol2gw1qwhe1VMUmB_OzAlJgOOt4TcNfjEIq-yv8caRdY3gNa8BrvlSU3i8ryLUTlRum9-nhbsqTSBehHp0fWE4xKK4Tt5CJlKrDF22NQjbMTxqhpilJ5ryVbaL74nor64SBTRg/s200/Federico+II+di+Svevia.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Federico II di Svevia <br />
(Hohenstaufen).</td></tr>
</tbody></table>
<b>Dal 1.228</b> - La <b>Sesta Crociata</b> ebbe luogo tra il 1.228 e il 1.229 ed ebbe come <b>assoluto protagonista Federico II di Svevia</b>, re di Sicilia e di Germania, imperatore del Sacro Romano Impero. Fu l'unica crociata pacifica, risolta per vie diplomatiche, evitando lo scontro militare. A dispetto di ciò, fu anche quella che ottenne le maggiori conquiste territoriali per lo schieramento crociato. Dopo il fallimento della quinta crociata, l'imperatore Federico II fu esortato da Onorio III a guidare una crociata in Terrasanta (come promesso al pontefice dopo la sua incoronazione nel 1.220) ma per motivi politici ne aveva più volte ritardato l'inizio. Nel 1.223 Federico rinnova il voto fatto, ma rimanda la partenza per problemi sorti nei suoi territori siciliani. Il papa è sempre convinto che per poter vincere gli islamici e riconquistare Gerusalemme è fondamentale che a capo della spedizione vi sia l'imperatore. Per convincere ed esortare Federico all'impresa, il papa nel novembre del 1.225 riesce a combinare il matrimonio dell'imperatore con Isabella, figlia di Giovanni di Brienne, re di Gerusalemme. Ma quando nel 1.227, a causa di una malattia, fu costretto a rimandare la crociata ancora una volta, venne scomunicato da papa Gregorio IX. Ciononostante, l'anno successivo, Federico si recò a Gerusalemme, mentre il Papa lo definiva “Anticristo”. La crociata fu preceduta da un'accorta fase preparatoria, su un terreno squisitamente diplomatico: nell'estate 1.227, Federico II aveva inviato Berardo di Castagna, arcivescovo di Palermo a lui fedelissimo, in missione diplomatica in Egitto, insieme a Tommaso I d'Aquino, conte di Acerra recando con loro ricchissimi doni, tra cui pietre preziose e un cavallo sellato d'oro. Berardo aveva il delicato compito di saggiare le interessanti prospettive di intesa appena apertesi con il <b>sultano </b>ayyubide, il <b>curdo al-Malik al-Kāmil</b>. Federico era cresciuto nella Palermo normanna di Ruggero II, in un ambiente “multiculturale” impregnato di influssi arabi. Parlava fluentemente l'arabo, e a stento il tedesco. Giunse in Terrasanta accompagnato dalle sue guardie del corpo musulmane, in uno sfarzo di tipo orientale, distinguendosi così da tutti i crociati che lo avevano preceduto. L'imperatore si era messo in viaggio con un esercito relativamente ridotto, ed era giunto ad Acri nel settembre 1.228. L'11 febbraio 1.229 concluse un accordo con al-Malik al-Kāmil, <b>nipote di Saladino</b> e Sultano ayyubide, che con Federico aveva dei buoni rapporti di amicizia diplomatica (vista anche la vicinanza tra Sicilia e costa africana): i cristiani avrebbero riavuto Betlemme, Nazaret, Lidda, Sidone e Toron (oggi Tibnin), oltre a Gerusalemme, ad eccezione della spianata del Tempio e della moschea al-Aqsà. Ai musulmani era però permesso di accedervi (pace di Giaffa) in quanto considerato luogo santo anche da essi. Gerusalemme inoltre veniva ceduta smantellata e indifendibile. Il 18 marzo 1.229 Federico II ricevette la corona di re di Gerusalemme grazie al precedente matrimonio con Isabella II di Brienne (che ormai era già defunta), nonostante l'opposizione del clero locale e di quasi tutti i grandi feudatari; lo stesso patriarca non riconobbe l'incoronazione e lanciò l'interdetto su Gerusalemme. Sul piano formale non si trattava di un'autentica incoronazione, in quanto Federico era colpito da una scomunica che non gli permetteva di partecipare a cerimonie religiose né di ricevere benedizioni. Il <b>trattato di pace</b> fu una dimostrazione dell'apertura e della <b>tolleranza di Federico II verso gli Arabi e l'Islam</b>. Il sultano al-Malik al-Kāmil aveva anche motivi politici per intavolare trattative con i cristiani, perché stava preparando una campagna contro suo fratello al-Mu'azzam di Damasco e non voleva essere disturbato da eventuali iniziative dei crociati. Il <b>trattato è di rilevanza mondiale e unico ancor oggi</b> per il compromesso tra gli interessi dell'Oriente e quelli dell'Occidente. Tra le sue conseguenze vi fu un<b> aumento enorme degli scambi culturali e commerciali tra Levante e Europa</b>. Esso, però, poté reggere solamente fintanto al-Malik al-Kāmil rimase in vita e Federico II riuscì ad esercitare la propria influenza sul regno di Gerusalemme. I loro discendenti non fecero nulla affinché il contrasto tra mondo cristiano e mondo islamico non si acuisse nuovamente. Federico rimase per alcuni mesi in Terra Santa, cercando senza successo di mettere ordine nella devastata situazione del regno. Probabilmente all'inizio c'era la volontà di governare il suo impero dalla nuova sede di Gerusalemme ma dopo alcuni mesi, visto che il suo clamoroso successo gli aveva attirato solo critiche, visto che continuava ad essere scomunicato e che le rivolte continuavano in tutto l'impero, decise di lasciare la Terrasanta il 1º maggio 1.229. Il rapporto con il papato, però non migliorò granché: il papa era deluso dalla vittoria effimera e dall'essere in balìa dei musulmani di una Gerusalemme smilitarizzata, senza mura e indifendibile. Inoltre il papa non vedeva di buon occhio la soluzione diplomatica, che non era nei suoi piani; anche l'incoronazione di Federico da scomunicato non gli fu gradita. Ma la ragione forse più importante era il risentimento del papa per il nuovo successo di quell'imperatore ormai molto scomodo che originariamente doveva, nelle intenzioni papali, mettersi in difficoltà con la crociata, magari sparire dalla scena come era accaduto al nonno di Federico, il Barbarossa. Il risultato fu la paradossale crociata proprio contro Federico II. Solo nel 1.230, con il Trattato di San Germano, fu revocata la scomunica a Federico II. Questa crociata viene talvolta contata come quinta: in questi computi non si considera infatti la fallita crociata del 1.217-1.221.<br />
<b><br /></b>
<b>-</b> Nel 1228 la <b>Serbia</b>
completa la propria riorganizzazione attorno alla Raška, che diventa
il centro di maggiore importanza durante il regno dei figli di Stefan
II: Radoslav (1227-1233), Vladislav (1233-1243) e Uroš I
(1243-1276). La <b>dinastia dei Nemanjic</b> riesce a tenere la
Serbia<b> distante dalle
crisi </b>che all'epoca devastano i Balcani ed a mantenere il
Principato indipendente. Durante il regno di Stefan VI Uroš II
(1282-1321) e di Stefano VII Uroš III (1321-1331), la Serbia estende
il suo potere in Macedonia e in Bulgaria.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4C3GScZLUA44i63OoGYufl5vAweG_C0OtwvsWMGa_DWJSnK-Gr4Q0BjxX4kwP900g-ShDSIA9CY-_1VzEc6kNXMjL2AGSIFqX9KJ76A0d0rW_Obn4ZI4S7bCH-UB2HKIgEfqq2qvBJNI1/s1600/Guienna.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="424" data-original-width="529" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4C3GScZLUA44i63OoGYufl5vAweG_C0OtwvsWMGa_DWJSnK-Gr4Q0BjxX4kwP900g-ShDSIA9CY-_1VzEc6kNXMjL2AGSIFqX9KJ76A0d0rW_Obn4ZI4S7bCH-UB2HKIgEfqq2qvBJNI1/s200/Guienna.png" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Guienna, da <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guienna#/media/File:Trait%C3%A9_de_Bretigny.svg" target="_blank"><b>QUI</b></a></td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.229</b> - Al ridimensionato ducato d'Aquitania, alla <b>fine </b>della <b>Crociata </b>contro gli <b>Albigesi </b>o<b> Càtari</b>, è dato il nome di ducato di <b>Guienna</b>, assegnato ai re francesi col Trattato di Parigi del 12 aprile 1229 tra san Luigi (Luigi IX di Francia, conosciuto come il Luigi il Santo; Poissy, 25 aprile 1214 - Tunisi, 25 agosto 1270) e Raimondo VII conte di Tolosa, che cedeva la maggior parte dell'Aquitania alla Francia per mettere fine al massacro del proprio popolo.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>Nel 1.235</b> - Il <b>khan</b> dell'Orda d'Oro<b> Batu </b>avvia l'<b>espansione a occidente</b>.</div>
</div>
<b><br /></b><b>Nel 1.236</b> - Comincia <b>in Russia la seconda invasione mongola</b>, che raggiungerà la Polonia, la Boemia e i Balcani. Comandati dal khan Batu, <b>50.000 mongoli</b> si spingono verso la conquista del Principato di Kiev, la Rus' e <b>conquistano la Bulgaria del Volga</b>.<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.237 </b>- Ha inizio l'<b>invasione della Russia</b>. I <b>Tataro-mongoli</b> conquistano rapidamente il controllo delle steppe, inglobando le locali popolazioni turche nel loro esercito. Il loro obiettivo principale rimane la <b>Rus' di Kiev</b> che, anche se ormai in fase di declino, era comunque il <b>maggiore Stato slavo orientale</b>. I Tataro-mongoli dell'Orda d'Oro <b>disperdono</b> o <b>sottomettono</b> tutte le<b> tribù dei Cumani</b>, mentre i loro territori diventano parte del <b>Khanato dell'Orda d'Oro</b>, pur serbando il nome di Canato dei Qipciaq. Alcune tribù <b>riescono a fuggire</b> in <b>Bulgaria</b> e in <b>Ungheria</b>, dove sono invitati a stabilirsi dai locali re, anche per ripopolare alcune zone tra Tibisco e Danubio, che da allora portano ancora il nome di Kunsàg (Cumania). I <b>Cumani</b> ebbero un<b> ruolo</b> molto <b>importante</b> nella <b>storia ungherese</b>, entrando a far parte della classe dirigente locale, rinnovandone la tradizionale tolleranza. Tra i sovrani ungheresi di origine cumana si ricorda soprattutto Ladislao il Cumano (1262 - 1290), che fu anche scomunicato e contro cui papa Niccolò IV organizzò una crociata che lo portò alla morte. In Ungheria, grazie alla tolleranza dei suoi sovrani (in ottemperanza ai dettami del primo re di quel paese danubiano, Stefano d'Ungheria), poterono conservare le loro credenze religiose (animista - sciamanica e musulmana anche con commistioni sincretistiche tra loro) almeno fino al XIV secolo se non oltre. Ancora oggi, in Transilvania sono presenti gruppi di loro discendenti, seguaci di un curioso Islam sincretizzato con pratiche sciamaniche. La memoria dei Cumani vive ancora oggi in Ungheria, dove le città di origine cumana si riconoscono da certi caratteri culturali propri e dal fatto che il loro nome contiene la parola Kun (in ungherese Cumano, appunto). Una regione ungherese è ancora oggi denominata "Cumania", divisa in "Piccola Cumania" (Kiskunság) e "Grande Cumania" (Nagykunság). Un altro toponimo ungherese che porta ancora in sé il nome dei Cumani è quello della provincia di Bács-Kiskun. Importante fu anche il <b>contributo cumano alla storia romena</b>. Di origine cumana furono molti principi romeni (tra i quali il primo re di Ungro-Valacchia, Basarab I di Valacchia), da cui - in ultima istanza - deriva anche il voivoda Vlad III di Valacchia (l'ispiratore di Dracula).</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.239</b> - Per la prima volta appare la menzione "<b>Guelfo</b>" e nel 1.242 quella di "<b>Ghibellino</b>".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Guelfi e Ghibellini erano le due fazioni opposte, nella politica italiana, dal XII secolo fino alla nascita delle Signorie, nel XIV secolo. Le origini dei nomi risalgono alla lotta per la corona imperiale dopo la morte dell'imperatore Enrico V (nel 1.125) tra le casate bavaresi e sassoni dei<b> Welfen</b> (pronuncia velfen, da cui la parola guelfo) con quella sveva degli Hohenstaufen, signori del castello di Waiblingen (anticamente <b>Wibeling</b>, da cui la parola ghibellino). Successivamente, dato che la casata sveva acquistò la corona imperiale e, con Federico I (il Barbarossa) Hohenstaufen, cercò di consolidare il proprio potere nel Regno d’Italia, le due definizioni designarono <b>chi appoggiava l'impero</b> (i <b>Ghibellini</b>) e chi lo contrastava<b> in appoggio al papato</b> (i <b>Guelfi</b>). I termini "guelfo" e "ghibellino" vennero coniati in relazione alle opposte fazioni fiorentine e toscane e furono un'invenzione linguistica di Firenze, che ottennero una straordinaria diffusione in Italia prima e in tutta l'Europa poi. Così come gli Hohenstaufen erano diventati gli Stuffo e gli Svevi, i Soavi, nella stessa maniera il nome di Welf divenne Guelfo, e quello di Weibling, Ghibellino. Le prime menzioni dei due termini appaiono negli "Annales Florentini". Nel 1239 compare per la prima volta la parola "guelfi" e nel 1242 la parola "ghibellini". Negli anni successivi, le attestazioni si fanno più consistenti e gli schieramenti dei guelfi e dei ghibellini si propagarono all'interno dei vari comuni e repubbliche marinare del suolo italico. Nell'epoca di Federico II , all'interno di quasi tutte le città italiane ci si schierava fra le due fazioni nella contesa tra papato e Impero. Gli antefatti risalgono a quando l'imperatore fu incoronato, nel 1220, mentre il comune di Firenze era impegnato in una disputa con il proprio vescovo, attestata sin dal 1218. Allora Firenze era alleata con Lucca, anch'essa in vertenza con il vescovo e con il papa ed era in guerra per motivi di confine con Pisa (che aveva cercato e ottenuto l'appoggio di Federico II) alleata a sua volta di Siena e Poggibonsi. Così, quando l'imperatore elargì concessioni ai suoi fedeli, Firenze fu gravemente penalizzata, a differenza di altre città toscane. Ciononostante, nel 1222, l'alleanza fiorentino-lucchese aveva riportato un'importante vittoria a Casteldelbosco contro le città avversarie. La stipulazione di una nuova alleanza, nel 1228, tra Pisa, Siena, Poggibonsi e Pistoia in funzione antifiorentina fece proseguire il conflitto tra Firenze e le altre città toscane, concentrandolo sulla Val di Chiana e Montepulciano. Sia il papato sia l'Impero tentarono la pacificazione con vari mezzi nel corso dei primi anni Trenta. Il legato imperiale Geboardo di Arnstein fallì una mediazione e poi bandì Montepulciano, che era governata da un podestà fiorentino, Ranieri Zingani dei Buondelmonti. Gregorio IX, approfittando della morte del vescovo fiorentino, insediò un suo fedele, Ardingo, a cui fece emanare costituzioni contro gli eretici. Nel 1232 Firenze, che continuava a rifiutarsi di venire a patti con Siena, fu interdetta e subì il bando imperiale. Fu chiamato in città un podestà milanese, Rubaconte da Mandello, mandato dal Papa in funzione antimperiale. Il nuovo magistrato però si fece promotore di una politica di difesa dei diritti del comune, anche in contrasto con il vescovo (che lo accusò di eresia) e trovò quindi il consenso del "popolo". Quando Federico II, forte della vittoria di Cortenuova, chiese l'invio di truppe per combattere nel Nord, nella milizia scoppiarono disordini tra Giandonati e Fifanti che si estesero all'intera città, portando alla cacciata di Rubaconte. L'ingresso del nuovo podestà, il romano filoimperiale Angelo Malabranca, riaprì i disordini che erano stati temporaneamente sedati. Nella seconda metà del Duecento i termini <b>guelfi e ghibellini</b>, grazie anche all'egemonia regionale e sovraregionale di Firenze, divennero le <b>parti favorevoli al Papato e all'Impero</b> in<b> tutte le realtà urbane italiane</b>, ribaltando il significato originario dei due schieramenti e i Guelfi non si sarebbero più schierati dalla parte di un Imperatore, ma da quella del Papa. In Italia tradizionalmente<b> guelfi furono i comuni di</b> Milano, Mantova, Bologna, Firenze, Lucca, Padova; famiglie guelfe furono i bolognesi Geremei, i genovesi Fieschi, i milanesi Della Torre, i riminesi Malatesta, i ravennati Dal Sale e le dinastie di origine obertenga come i ferraresi Este e alcuni rami dei Malaspina.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQlGBwt83_18oHmZwRYRdterDMuXcKW_v1XUnSYuOZMGdqUYzY-ZWNECTwpgeTdkcs_VLZBxxdZ8EXTrnQY0wjzgMyQaMwmZujJbjYwBCfFKx21xxF6kfYycAbpg3Y9eEeTUE3QD2dRocy/s1600/merlatura+guelfa+castello+battifolle+ar.JPG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="138" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQlGBwt83_18oHmZwRYRdterDMuXcKW_v1XUnSYuOZMGdqUYzY-ZWNECTwpgeTdkcs_VLZBxxdZ8EXTrnQY0wjzgMyQaMwmZujJbjYwBCfFKx21xxF6kfYycAbpg3Y9eEeTUE3QD2dRocy/s200/merlatura+guelfa+castello+battifolle+ar.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Castello di Battifolle con merlatura</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
guelfa.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Tradizionalmente<b> ghibellini</b>, cioè filoimperiali e filosvevi, <b>furono i comuni di</b> Pavia, Asti, Como, Cremona, Pisa, Siena, Arezzo, Parma, Modena. In Italia famiglie ghibelline furono i bolognesi Lambertazzi e Carrari, i comaschi Frigerio e Quadrio, i milanesi Visconti, gli astigiani Guttuari, i toscani conti Guidi e gli Ubaldini di Arezzo, i ferraresi Torelli-Salinguerra, i forlivesi Ordelaffi, i i fiorentini degli Uberti e Lamberti, i pisani Della Gherardesca, i trevigiani Da Romano, i senesi Salimbeni e Buonconti, i marchesi Aleramici del Monferrato, e le dinastie di origine obertenga come i Pallavicino e alcuni rami dei Malaspina. Molto frequenti furono comunque i cambi di bandiera, per cui città e famiglie tradizionalmente di una parte non esitarono, per opportunità politica, a passare alla fazione opposta.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOqY8EMtzF1tSYq1AkxeBlqd2FUBD5zG_XMy8tOb2p5FJZHzVk4XOZDohoP3SBqjYwbj40oEfSpUscaHwS69mhSQI_G2uY_-bG7tvCoim6VnGZO2yYllwEy3iLoAczeyg2LkZWts7hSfZh/s1600/Merli_-_Castello_Visconti_Castelbarco.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOqY8EMtzF1tSYq1AkxeBlqd2FUBD5zG_XMy8tOb2p5FJZHzVk4XOZDohoP3SBqjYwbj40oEfSpUscaHwS69mhSQI_G2uY_-bG7tvCoim6VnGZO2yYllwEy3iLoAczeyg2LkZWts7hSfZh/s200/Merli_-_Castello_Visconti_Castelbarco.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Castello Visconti-Castelbarco con</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
merlatura ghibellina.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>In architettura</b>, l'appartenenza ad una o l'altra fazione, era <b>riconoscibile dalla merlatura</b>. Per merlo, elemento tipico dell'architettura militare medievale, si intende ciascuno dei rialzi in muratura, eretti a intervalli regolari, che coronano le mura perimetrali di castelli, torri difensive, palazzi, ecc. e l'insieme dei merli viene detto merlatura. La sua funzione principale era di "difesa passiva", proteggere cioè gli assediati dal lancio delle frecce e per contrattaccare garantendosi un certo riparo, ma i merli fungevano anche da "difesa attiva", infatti potevano all'occorrenza essere scalzati precipitando sugli assedianti che tentavano la scalata alle mura o che si assiepavano dinnanzi alle porte.<br />
Nell'edilizia medievale si distinguono tradizionalmente i cosiddetti merli guelfi o ghibellini. I <b>merli guelfi</b> hanno la <b>sommità squadrata</b> e i <b>merli ghibellini</b> hanno la sommità "<b>a coda di rondine</b>".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'uso della merlatura nell'epoca delle armi da fuoco divenne puramente decorativo, ed ebbe un revival nell'Ottocento nel periodo romantico-neogotico.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> In seguito <b>Firenze</b>, ormai stabilmente<b> guelfa</b>, <b>si divise</b> fra <b>Bianchi</b>, riuniti intorno alla famiglia dei Cerchi, fautori di una moderata politica filo papale, che riuscirono a governare dal 1300 al 1301 e i <b>Neri</b>, il gruppo dell'aristocrazia finanziaria e commerciale più strettamente legato agli interessi della chiesa, capeggiato dai Donati, che salirono al potere con l'aiuto di Carlo di Valois, inviato dal papa Bonifacio VIII. « Queste due parti, Neri e Bianchi, nacquono d'una famiglia che si chiamava Cancellieri, che si divise: per che alcuni congiunti si chiamarono Bianchi, gli altri Neri; e così fu divisa tutta la città » (Dino Compagni, "Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi", Libro I, 25). Le fazioni presero il nome dai due partiti in cui si divideva la città di Pistoia. Dino Compagni e Giovanni Villani raccontano come nella seconda metà del Duecento, all'interno della famiglia fosse nata una lite tra cugini a causa dell'alcol. Non senza sottolineare la proverbiale litigiosità dei Pistoiesi, i due storici fiorentini raccontano come da questione privata si arrivò a una scissione familiare in due rami e due partiti, ai quali si aggregarono gradualmente (tramite il sistema delle consorterie) altre famiglie fino ad avere la città schierata in due partiti che si facevano una strenue lotta: i Bianchi e i Neri. L'etimologia dei nomi è incerta e si pensa che prenda origine da una certa fanciulla chiamata Bianca. Quando le cariche di governo venivano ormai elette a metà tra un partito e l'altro, fu sancita la definitiva esistenza degli schieramenti. La situazione pistoiese era ben nota ai fiorentini, che vi inviavano da tempo un potestà a guidare la città, e che spesso cercavano di avvantaggiarsi da questa situazione di debolezza, intascando denari tramite magistrati poco scrupolosi, che con leggerezza assegnavano multe per le frequenti discordie, sulle cui ammende pecuniarie per legge avevano diritto ad una percentuale. A capo della fazione dei Neri c'era Simone da Pantano, amico di Corso Donati, mentre a capo dei Bianchi c'era Schiatta Amati, imparentato con i Cerchi di Firenze. Entrambi erano esponenti della famiglia Cancellieri. I contendenti o i litigiosi della famiglia che avevano creato disordini in città tra il 1294 e il 1296 vennero esiliati nella vicina città di Firenze dove gli uni, i bianchi, troveranno l'appoggio della famiglia dei Cerchi e gli altri, i neri, della famiglia dei Donati. Successivamente questa divisione si combinò con i dissapori già esistenti tra le due famiglie fiorentine e diede il nome anche alle analoghe fazioni di Firenze. Politicamente la scissione verteva su chi, pur difendendo il Pontefice, non precludeva il ritorno o la necessità dell'imperatore (cioè i guelfi Bianchi) e chi invece trovava indispensabile che il governo dovesse essere affidato al Papa poiché "misso domenici" (mandato dal signore). Nella pratica poi erano gli interessi commerciali e gli odi personali a dettare i veri andamenti di quella che divenne una vera e propria guerra civile. Anche il Machiavelli citò l'episodio nelle sue "Istorie fiorentine".<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.240 </b>- I <b>Tataro-mongoli conquistano e saccheggiarono Kiev</b>, ponendo fine alla sua prosperità. In breve tutti i principati russi che costituivano lo Stato vennero conquistati, <b>eccetto Novgorod </b>che, governata da Alexander Nevsky, riconobbe la supremazia del khan Batu. A differenza delle steppe dell'Asia centrale, la Rutenia non venne incorporata nell'Orda d'Oro ma lasciata in uno stato di vassallaggio semi-indipendente, dietro pagamento di un tributo. L'Orda continuò a vedere la Rutenia come un'area periferica di minore interesse, a patto che continuasse a pagare i tributi.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.241</b> - Due armate principali di <b>tataro-mongoli </b>al comando di Batu e Subedei <b>invadono</b> l'<b>Ungheria</b> mentre un'armata più piccola invade la <b>Polonia</b>, frammentata in molti piccoli stati, come diversivo per evitare che giungano aiuti agli Ungheresi da nord. Durante la conquista della Russia, i Tataro-mongoli avevano sconfitto e sottomesso le tribù dei Cumani, una popolazione turca stabilitasi a nord del Mar Nero. Alcuni Cumani però erano fuggiti e si erano rifugiati nel Regno di Ungheria. Quando Béla IV d'Ungheria si era rifiutato di consegnare i Cumani, Subedei, il comandante delle truppe tataro-mongole in Europa, si era così accinto a preparare un piano per invadere l'Ungheria e la Polonia. Dopo aver saccheggiato gran parte del territorio polacco, i Tataro-mongoli si scontrarono il 9 aprile con le forze polacche guidate da Enrico II il Pio, Duca di Slesia, nella Battaglia di Legnica: Enrico è ucciso e le sue forze si disperdono, mentre i Tataro-mongoli si dirigono a sud per congiungersi con le altre armate tataro-mongole che combattono in Ungheria. Appena due giorni dopo le armate del sud sconfiggono gli Ungheresi nella Battaglia di Mohi, costringendo la famiglia reale a fuggire. Nonostante l'Ungheria non fosse ancora affatto pacificata, i Tataro-mongoli marciarono in direzione di Vienna, probabilmente con l'intenzione di invadere la Germania in inverno, ma proprio allora giunse a Batu la notizia della morte del gran khan Ogedei, suo zio. A questo punto l'invasione è interrotta e Batu torna in Mongolia per l'elezione del nuovo gran khan. In seguito, l'Orda d'Oro sarà impegnata su altri fronti e così nessuno penserà più di tentare nuovamente una grande campagna per conquistare l'Europa occidentale.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.242</b> - <b>I Russi, </b>guidati da Aleksandr Nevskij,<b> sconfiggono i Cavalieri Portaspada</b> Teutonici sul lago Peipus.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Le prime prove di armi simili a <b>cannoni</b>
risalgono al XII secolo, quando diversi stati della Cina svilupparono
in modo più o meno indipendente armi da fuoco derivate dai fuochi
artificiali già diffusi dal X secolo. La Cina si trovava sotto pressione da
parte di tribù nomadi dei territori limitrofi, che spesso
sconfinavano con razzie o vere e proprie conquiste. Tra queste
popolazioni vi furono tangut, khitan, manciù e soprattutto i
<b>mongoli</b>. La tecnologia cinese raggiunse un buon grado di
avanzamento, sviluppando per prima la tecnica del <b>cannone a
mitraglia</b> (caricato con piccoli oggetti, in funzione
anti-fanteria) e dell'<b>uso navale</b> del cannone. Nell'XII secolo
la Cina attraversò un periodo di frazionamento politico e scontri,
che causò una <b>rapida evoluzione degli armamenti</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Queste armi da fuoco, che inizialmente
comprendevano frecce propulse a razzo, razzi con catene chiodate e
pentole esplosive, ed in seguito arrivarono a comprendere veri e
propri <b>cannoni</b> e <b>pezzi di artiglieria</b>, furono usate dai
difensori cinesi durante le <b>invasioni mongole</b>, e contribuirono
in modo determinante alla difesa dell'impero. In seguito, <b>i
mongoli acquisirono</b> alcune rudimentali <b>tecniche</b> legate a
queste armi, e le portarono con sé nella <b>loro marcia verso
l'Europa </b>e il Medio Oriente durante il XIII secolo. Questo primo
contatto fu uno stimolo per lo sviluppo delle nuove armi da fuoco
soprattutto in Europa, dove <b>nel XV secolo l'uso della polvere da
sparo</b> comincerà a diventare <b>significativo</b>, gettando le
basi per la<b> fine della guerra di cavalleria</b>.<br />
<b><br /></b>
<b>-</b> Il khan <b>Batu</b> stabilisce la<b> sede dell'Orda d'Oro</b> a <b>Saraj</b>, sul Volga.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrH90IyVlDtr-xbho3EiBmxIgCt7Wg0VJb7xr97eXQRq5ds_5w_oxYKzT8IOLeQI8-Oi8tRcCKDg-xkKvd2DPZjVw8KWs9cqA9JUnxFke0c77nGpqLO3fq2bxW_jmDXfP4u0AOtJMSJzZE/s1600/khanato+orda+d%2527oro.GIF" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="597" data-original-width="837" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrH90IyVlDtr-xbho3EiBmxIgCt7Wg0VJb7xr97eXQRq5ds_5w_oxYKzT8IOLeQI8-Oi8tRcCKDg-xkKvd2DPZjVw8KWs9cqA9JUnxFke0c77nGpqLO3fq2bxW_jmDXfP4u0AOtJMSJzZE/s320/khanato+orda+d%2527oro.GIF" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Territori del khanato dell'Orda d'Oro con la capitale</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Saraj, sul Volga. Da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Khanato_dell%27Orda_d%27Oro#/media/File:Golden_Horde_1389.svg" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Khanato</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Khanato_dell%27Orda_d%27Oro#/media/File:Golden_Horde_1389.svg" target="_blank">_dell%27Orda_d%27Oro#/media/File</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Khanato_dell%27Orda_d%27Oro#/media/File:Golden_Horde_1389.svg" target="_blank">:Golden_Horde_1389.svg</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
C'è chi dice che il <b>khanato </b>chiamato<b> </b>"<b>Orda d' Oro</b>"<b> </b>prendesse il nome dalla<b> tenda </b>del <b>khan Batu, completamente dorata e ricamata d'oro</b>. La capitale era Saraj sul Volga ed il territorio andava dalla foce del Danubio verso nord, lungo i Carpazi fino al golfo di Finlandia; a settentrione costeggiava l' Ob per giungere infine al mar Caspio e al mar Nero. Il <b>centro dell'impero mongolo</b> si trovava in <b>Mongolia</b>, in particolare a <b>Karakorum</b>, dove il gran khan aveva la sua corte. Il conquistatore della Russia, Batu, non era un sovrano indipendente, ma governava l <b>Orda d'Oro</b> come una <b>provincia </b>di un impero in cui tutti i khan dipendevano dal <b>gran khan</b>. Le divergenze col potere centrale si accentuarono nei decenni successivi per la conversione delle popolazioni mongole occidentali - conosciute in Europa come <b>tatari </b>o, storpiando,<b> tartari </b>- all'islamismo a scapito del cristianesimo nestoriano o dello sciamanesimo dei Mongoli. </div>
Caratteristica del regime mongolo era la tremenda pressione fiscale. Ogni principe russo riceveva un investitura (Jarlyk) per governare e doveva accettare un supervisore (baskak), qualsiasi rivolta veniva repressa brutalmente da truppe di occupazione al cui acquartieramento doveva provvedere lo stesso principe. Nel frattempo<b> i tataro-mongoli si divisero in orde</b> distinte: la Grande Orda, ovvero ciò che rimaneva dell' originario Khanato, tra Don e Dniepr, poi l'Orda di Crimea e quella di Kazan. Solo verso la fine del XIV secolo il principato di Mosca, da tempo in grande ascesa grazie alla sua efficenza nel riscuotere tributi per conto dei mongoli, dava inizio alla riscossa russa, che si concretizzerà con Ivan III nella seconda metà del secolo seguente; ma si dovrà attendere suo figlio, Ivan IV il Terribile, per assestare finalmente il colpo finale alla Grande Orda d'Oro. </div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1L-M8RaYwez0dlKj0-0ET3Nwn6jZel-R3r6NSAOuUphBwry2uZr92q4yGJqtGfNqZ2ZvbpjShOhkGZKsIuMTxdG9tL1Mv_2HlPNNRN2y18sCi1SMiUzbox1dYV3ujZ_MBbhuunKfRSVpb/s1600/INNOCENZO+IV.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1L-M8RaYwez0dlKj0-0ET3Nwn6jZel-R3r6NSAOuUphBwry2uZr92q4yGJqtGfNqZ2ZvbpjShOhkGZKsIuMTxdG9tL1Mv_2HlPNNRN2y18sCi1SMiUzbox1dYV3ujZ_MBbhuunKfRSVpb/s1600/INNOCENZO+IV.jpg" width="135" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Il 180° papa:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Innocenzo IV.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.243</b> - Sinibaldo Fieschi dei Conti di Lavagna (1195 circa - 1254) è eletto<b> papa</b> (il 180°) con il nome di <b>Innocenzo IV</b>. Se a proposito di Innocenzo III si pensa alla teocrazia, <span lang="it-IT">Innocenzo IV fu<b> </b>il <b>primo </b>vero<b> papa teocratico</b>, e la sua preoccupazione eminente fu quella religiosa; soltanto in funzione di questa si spiegano i suoi gesti in campo politico. </span>Solo dopo questa precisazione si può inquadrare nei suoi giusti termini la concezione innocenziana del potere spirituale e la sua teologia del primato papale; non s'incontreranno novità dottrinali nel vero senso della parola, ma un'inusitata energia nell'affermazione dei diritti della sede romana ed una più consapevole dimostrazione delle basi che li giustificano. Egli ribadì anzitutto l'idea che la preminenza del papa nella Chiesa è fondata sul passo evangelico di Matteo, dato che esso consacrava il posto del primo pontefice e giustificava tutte le prerogative che vennero poi formulate a favore dei successori: «Il primato della sede apostolica, che Iddio ha stabilito, è provato dalle testimonianze dei Vangeli e degli Apostoli; da esse derivano le costituzioni canoniche che asseriscono concordemente che la Chiesa romana è sopra le altre come maestra e madre»; «come uno solo è il mediatore tra Dio e gli uomini, così Gesù Cristo volle che nella sua Chiesa uno solo fosse il capo di tutti»; «Cristo mise a capo di tutti uno solo che ordinò suo vicario in terra perché, come a lui si piega ogni ginocchio, così a quello tutti ubbidiscano affinché vi sia un solo ovile ed un solo pastore». <b>Da qui in poi il papa è il vicario </b>(colui che fa le veci di un suo superiore)<b> di Cristo stesso</b>.<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTQa0xm40YFFwu3m9reWqNibdN7dM3W-bMfalvxga0FsVqWjelBOLixnzFvmqcMwCDDX2BZMCUOuGxWbzjx5gaTmKTIntW3URbx9g_Y3ugqh2ACH_TLxJGM5ZaoJDxNTxZitXvv5En3NOs/s1600/Byzantium+1230.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="764" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTQa0xm40YFFwu3m9reWqNibdN7dM3W-bMfalvxga0FsVqWjelBOLixnzFvmqcMwCDDX2BZMCUOuGxWbzjx5gaTmKTIntW3URbx9g_Y3ugqh2ACH_TLxJGM5ZaoJDxNTxZitXvv5En3NOs/s320/Byzantium+1230.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Bulgaria, Impero Latino con relativi
Principato e Ducati, i
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
tre stati bizantini Dispotia
dell'Epiro, Impero di Nicea,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Impero di Trebisonda e il Sultanato
selgiuchide di Rûm</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
nel 1230. Da: <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4010582" target="_blank">https://commons.wikimedia.org/w</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4010582" target="_blank">/index.php?curid=4010582</a> </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> I <b>sultani selgiuchidi</b>, che riuscirono con successo a respingere le Crociate, devono soccombere all'avanzata dei Tataro-Mongoli, di cui diventano vassalli e, nonostante gli sforzi di scaltri amministratori per preservare l'integrità dello Stato, il potere del sultanato si disintegra nella seconda metà del XIII secolo per scomparire definitivamente nel primo decennio del XIV. Il <b>Sultanato di Rûm</b> o Sultanato <b>di Iconio</b> (dal nome delle due capitali succedutesi nel tempo: Nicea e Iconio, oggi İznik e Konya), fu il primo impero turco d'Anatolia, creato dalla dinastia <b>dei turchi Selgiuchidi</b>. Il termine "Rūm" deriva dalla parola araba usata per Impero Romano. I Selgiuchidi chiamarono le terre del loro sultanato Rūm perché fu stabilito su terre a lungo considerate "romane" (romee), o bizantine. Il sultanato prosperò, particolarmente tra il tardo XII e il XIII secolo, quando prese ai bizantini porti strategici sulle coste del Mar Mediterraneo e del Mar Nero. Nell'Anatolia i Selgiuchidi favorirono il commercio con un programma di costruzione di caravanserragli, che facilitarono l'afflusso di beni dall'Iran e dall'Asia Centrale ai porti. Nacquero <b>commerci</b> molto intensi, specialmente <b>con i genovesi</b> in questo periodo. L'accresciuto benessere permise al sultanato di assorbire altri stati turchi stabilitisi in Anatolia dopo la battaglia di Manzicerta (combattuta il 26 agosto 1071 tra l'esercito del sultano selgiuchide Alp Arslān e quello bizantino dell'imperatore Romano IV Diogene): i Danishmendidi, i Saltukidi (Saltuklu) e gli Artuqidi.<br />
<br />
<b>Nel 1.246</b> - Avviene l’"<b>Anschluss</b>" (collegamento, nel senso di annessione) della <b>Provenza</b>. Beatrice, ereditiera della contea, viene fatta sposare a Carlo d’Angiò, parente del re di Francia. Le città provenzali si rifiutano di riconoscere il nuovo sovrano per timore di perdere le proprie libertà municipali. Carlo “pacifica” ad una ad una, naturalmente con le armi, Arles, Aix, Marsiglia… La resistenza Provenzale dura, comunque, dieci anni.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJYyOa26Usu45OV2TSPSJbJXix1J_Bg49Qif3OtMZ29nRxhJHzw14DxRy_tz1Z1334nwPJxKxOr5jBROqrKfjJq5NB90UsifgAdLzjh1peuA4CCePlAr62pntEgqwxhh25YlW7tp2a4bA/s1600/europa+con+comuni+nel+1250.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJYyOa26Usu45OV2TSPSJbJXix1J_Bg49Qif3OtMZ29nRxhJHzw14DxRy_tz1Z1334nwPJxKxOr5jBROqrKfjJq5NB90UsifgAdLzjh1peuA4CCePlAr62pntEgqwxhh25YlW7tp2a4bA/s320/europa+con+comuni+nel+1250.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina dell'Europa nel 1250, con:
Borgogna (Burgundia),</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Impero Germanico, Boemia, Slesia, Regno
d'Italia con i</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Comuni in giallo, Stato della Chiesa,
territori di Venezia</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
ormai resasi autonoma da
Costantinopoli; Impero e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Regno di Sicilia sotto il controllo
degli Hohenstaufen.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.248</b> - In febbraio <b>Federico II</b> Hohenstaufen <b>subisce una grave sconfitta nella battaglia di Parma</b> ad opera di Gregorio da Montelongo.<b> </b>Federico II Hohenstaufen (Jesi, 26 dicembre 1.194 - Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1.250) fu Re di Sicilia (come Federico I di Sicilia, dal 1.198 al 1.250), Duca di Svevia (come Federico VII di Svevia, dal 1.212 al 1.216), Re di Germania (dal 1.212 al 1.220) e Imperatore dei Romani (come Federico II del Sacro Romano Impero, eletto nel 1.211, incoronato ad Aquisgrana nel 1.215, incoronato a Roma dal papa nel 1.220), infine Re di Gerusalemme (dal 1.225 per matrimonio, autoincoronatosi a Gerusalemme nel 1.228).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen e discendeva per parte di madre dalla dinastia normanna degli Altavilla, regnanti di Sicilia. Conosciuto con gli appellativi "<b>stupor mundi</b>" (meraviglia o stupore del mondo) o puer Apuliae (fanciullo di Puglia), con intento dispregiativo attribuitogli dagli intellettuali tedeschi durante la lotta per il titolo imperiale contro Ottone di Brunswick e potrebbe essere tradotto come "ragazzino dell'Italia meridionale", contrapposto al maturo cavaliere dei guelfi. Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa e di innovazione artistica e culturale, volte ad unificare le terre e i popoli, <b>fortemente contrastata dalla Chiesa</b>. Egli stesso fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi. La sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, araba ed ebraica. Federico nacque il 26 dicembre 1.194 da Enrico VI (a sua volta figlio di Federico Barbarossa I di Svevia) e da Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II il Normanno, a Jesi, nella Marca anconitana, mentre l'imperatrice stava raggiungendo a Palermo il marito, incoronato appena il giorno prima, il giorno di Natale, re di Sicilia. Data l'età avanzata, nella popolazione vi era un diffuso scetticismo circa la gravidanza di Costanza, perciò fu allestito un baldacchino al centro della piazza di Jesi, dove l'imperatrice partorì pubblicamente, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita dell'erede al trono.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi30zW2_OcM30eFL1-NCp0yBDLEBeIOJeC85uqzzi3X0-8jUTuo0tGAAMQo8cOJicDqGONa1Y6kIkxBXhkgDyStzbMS4MwDVcUjIwjBTgpN7FuP0Ce2ASq2U25Rzn2wbfk0pLb7yOjgCAs/s1600/federico+II+di+svevia.gif" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi30zW2_OcM30eFL1-NCp0yBDLEBeIOJeC85uqzzi3X0-8jUTuo0tGAAMQo8cOJicDqGONa1Y6kIkxBXhkgDyStzbMS4MwDVcUjIwjBTgpN7FuP0Ce2ASq2U25Rzn2wbfk0pLb7yOjgCAs/s200/federico+II+di+svevia.gif" width="103" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Federico II</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Hohenstaufen,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Napoli, Palazzo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Reale.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Costanza, che prima del battesimo del figlio lo chiamò inizialmente col nome matronimico di Costantino, portò il neonato a Foligno, città dove Federico visse i suoi primissimi anni, affidato alla duchessa di Urslingen, moglie del duca di Spoleto, Corrado, uomo di fiducia dell'imperatore. Poi partì immediatamente alla volta della Sicilia per riprendere possesso del regno di famiglia, poco prima riconquistato dal marito. Qualche tempo dopo, nella cerimonia battesimale svoltasi nella Cattedrale di San Rufino in Assisi, in presenza del padre Enrico, il nome del futuro sovrano venne definito in quello di Federico Ruggero; "Federico" per indicarlo a futura guida dei principi germanici quale nipote di Federico Barbarossa e "Ruggero" per sottolineare la legittima pretesa alla corona del Regno di Sicilia quale discendente di Ruggero II. Quella fu la seconda ed ultima occasione in cui Enrico VI vide il figlio. Così, per la sua nascita Federico era già pretendente di molte corone. Quella imperiale non era ereditaria, ma Federico era un valido candidato a Imperatore del Sacro Romano Impero, che comprendeva le corone di Germania, Italia e di Borgogna.<br />
Questi <b>titoli</b> assicuravano diritti e prestigio, ma<b> non davano un potere effettivo</b>, mancando in quegli stati una solida compagine istituzionale controllata dal sovrano. Tali corone davano potere <b>solo se si era forti</b>, altrimenti sarebbe stato impossibile far valere i diritti regi sui feudatari e sui Comuni italiani. Inoltre per via materna aveva ereditato la corona di Sicilia, dove invece esisteva un apparato amministrativo ben strutturato a garantire che la volontà del sovrano venisse applicata, secondo la tradizione di governo centralistico. L'unione del regno di Germania e di Sicilia <b>non veniva vista di buon occhio</b> né dai normanni né <b>dal papa</b>, che con i territori che a vario titolo componevano lo Stato della Chiesa possedeva una striscia che avrebbe interrotto l'unità territoriale del grande regno, facendolo sentire di conseguenza accerchiato. Il 28 settembre 1.197 Enrico VI (il padre) moriva e Costanza affidò il figlio a Pietro di Celano conte della Marsica (fratello di Silvestro della Marsica che era stato Grande Ammiraglio di Guglielmo I il Malo, re di Sicilia) e Berardo di Laureto appartenente alla famiglia degli Altavilla conti di Conversano. Il 17 maggio del 1.198 Costanza fece incoronare il figlio re di Sicilia a soli quattro anni. Costanza morì il 27 novembre dello stesso anno, dopo averlo posto sotto la tutela del nuovo papa, Innocenzo III, ed aver costituito a favore del papa un appannaggio di 30.000 talenti d'oro per l'educazione di Federico. Suo primo maestro fu frate Guglielmo Francesco, che ne rispondeva al vescovo Rinaldo di Capua, il quale informava costantemente il papa dei progressi scolastici, della crescita e della salute di Federico poi sarà Gualtiero di Palearia, vescovo di Troia, il vero tutore di Federico, a Palermo. Federico risiedeva nella reggia di Palermo, nel Castello della Favara, nel Castello a Mare, seguendo Gentile di Manopello fratello di Gualtiero. Poi Guglielmo Francesco, Gentile di Manopello ed un imam musulmano, rimasto sconosciuto alla storia, furono istruttori di Federico fino a quando, sotto la tutela di Marcovaldo e poi di Guglielmo di Capparone, venne cresciuto dal popolo palermitano più povero.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5YNkBdLkl-pUSi86gEQyD4R919mi40X_YDDLds3pvvFf7j2R5J_jPDpWZKbElJ_8jMmYU5XAWylZTwbf3ta3PI42a-zz1nTN4TNuYccDvCv-uwSbJH5jrLB9G5hYAD0IxU3-BNHaStzhX/s1600/Blasone+Hohenstaufen.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="136" data-original-width="123" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5YNkBdLkl-pUSi86gEQyD4R919mi40X_YDDLds3pvvFf7j2R5J_jPDpWZKbElJ_8jMmYU5XAWylZTwbf3ta3PI42a-zz1nTN4TNuYccDvCv-uwSbJH5jrLB9G5hYAD0IxU3-BNHaStzhX/s1600/Blasone+Hohenstaufen.png" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Stemma degli
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Hohenstaufen,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
attuale stemma
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dello stato federale</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
tedesco del
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Baden-Württemberg</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
che occupa
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
gran parte dell'antica</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Svevia, in
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
tedesco Schwaben.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il 26 dicembre 1.208 Federico compie il quattordicesimo anno di età uscendo così dalla tutela papale assumendo il potere nelle sue mani. Su consiglio del pontefice, nell'agosto del 1.209 sposa la venticinquenne Costanza d'Aragona, vedova del re ungherese Emerico, che non aveva ancora compiuto quindici anni. In Germania, nel frattempo, dopo la morte di Enrico VI nessuno era più riuscito a farsi incoronare imperatore. Due erano i rivali che puntavano al titolo imperiale vacante: il primo era appunto Filippo di Svevia, fratello minore di Enrico VI, eletto re dai principi tedeschi nel 1.198 e incoronato a Magonza mentre il secondo era Ottone di Brunswick, figlio minore del duca di Baviera e Sassonia Enrico il Leone, eletto anch’egli re da alcuni principi tedeschi che si opponevano all’elezione dell' Hohenstaufen e incoronato ad Aquisgrana. Gli aggettivi "<b>Guelfo</b>" e "<b>Ghibellino</b>" risalgono proprio a questa lotta per la corona imperiale tra la casata bavarese-sassone dei<b> Welfen</b> (pronuncia velfen, da cui la parola <b>guelfo</b>) con quella sveva degli Hohenstaufen, signori del castello di Waiblingen (anticamente <b>Wibeling</b>, da cui la parola <b>ghibellino</b>). Ottone poteva inoltre contare sull’appoggio del re d’Inghilterra Giovanni I, che era suo zio, e di Innocenzo III, che voleva evitare un imperatore di discendenza svevo-normanna per scongiurare una sua rivendicazione sul regno di Sicilia, mentre Filippo, a sua volta, poteva contare sull’appoggio del re di Francia Filippo II Augusto. La situazione si risolse solo nel 1.208 quando Filippo di Svevia fu assassinato per motivi personali e Ottone ebbe campo libero. Egli fece numerose concessioni al papato, in particolare la corona si impegnava a rinunciare ad una sua ingerenza nelle elezioni dei prelati e accettava senza limiti il diritto d’appello del pontefice nelle cose ecclesiastiche; inoltre si sarebbe posto fine ad abusi quali l’appropriazione delle rendite delle diocesi vacanti. Il 4 ottobre del <b>1.209</b>, a Roma, <b>Innocenzo III incorona imperatore Ottone IV</b>. Nonostante le numerose promesse, l'imperatore Ottone IV, richiamandosi all’<i>antiquum ius imperii</i>, rivendica il dominio sull’Italia intera e sosta per circa un anno nell’Italia centrale, cosa che preoccupa non poco Innocenzo III che proprio in quei territori stava cercando di estendere lo Stato della Chiesa. Quindi Ottone, una volta incoronato, muove contro il papa e si arma contro il piccolo re di Sicilia che non aveva altro aiuto eccetto la chiesa. Perciò l’anno seguente, 1.210, Innocenzo scomunica l'imperatore Ottone ma costui manda in Puglia un esercito cui è a capo il marchese Azzo d’Este. Poi passando per la Toscana, dopo aver raccolto un grande esercito, prende alcune località con la forza e altre per resa; gli resistono soltanto Viterbo, Orvieto e poche altre. Infine avanza e sverna a Capua. Dopo la scomunica papale e a causa dell’ostilità di Filippo II Augusto di Francia, che incoraggia la ribellione, in Germania, della nobiltà che aveva appoggiato Filippo di Svevia e ora vede Ottone IV combattere contro un Hohenstaufen, tanto che l’imperatore, è costretto a tornare in Germania. I feudatari ribelli cercano l’aiuto di Federico, proponendolo come candidato da opporre a Ottone IV. Nel frattempo, in Sicilia, dove lo svevo era appena divenuto padre del suo primogenito Enrico, cheda neonato viene incoronato re di Sicilia (coreggente), si organizza subito una rapida spedizione verso Oltralpe: partito a marzo del 1.212 da Palermo, Federico giunge a Roma la domenica di Pasqua e presta giuramento vassallatico al papa; a settembre entra trionfalmente a Costanza, a ottobre indice la sua prima dieta da re di Germania e a novembre stipula gli accordi col futuro re di Francia Luigi VIII per combattere il rivale Ottone IV. Finalmente il 9 dicembre 1.212<b> Federico viene incoronato nel duomo di Magonza</b> dal vescovo Sigfrido III di Eppstein, ma la sua effettiva sovranità doveva ancora essere sancita. Il 12 luglio 1.213, con la cosiddetta "Bolla d'Oro" (o "promessa di Eger"), Federico promette di mantenere la separazione fra Impero e Regno di Sicilia (vassallo del Pontefice) e di rinunciare ai diritti germanici in Italia (promessa già di Ottone IV, mai mantenuta). Promette inoltre di intraprendere presto una crociata in Terrasanta, nonostante non ci fosse stata un'esplicita richiesta da parte del papa. Federico II è riconosciuto unico pretendente alla corona imperiale solo dopo il 27 luglio 1.214 quando, nella battaglia di Bouvines, Filippo Augusto re di Francia, alleato di Federico, sbaraglia Ottone IV alleato degli inglesi. In Germania resistono al dominio di Federico soltanto Colonia, la città più ricca e popolosa della Germania del tempo, i cui mercanti vantavano particolari diritti commerciali e di traffico con l'Inghilterra di Enrico II Plantageneto sin dal 1.157 e Aquisgrana, dove erano conservate le spoglie di Carlo Magno. Aquisgrana cade nel 1.215 e Federico vi riceve una seconda e splendida incoronazione (25 luglio 1.215) che completa quella di Magonza. L'11 novembre 1.215 viene aperto da Innocenzo III il IV Concilio Lateranense (XII universale) cui anche Federico partecipa. Finché sarà in vita il suo protettore Innocenzo III, Federico eviterà di condurre una politica personale troppo pronunziata. Morto Innocenzo III e salito al soglio Onorio III (18 luglio 1.216), papa di carattere meno deciso del predecessore, Federico è incalzato dal nuovo papa a dare corso alla promessa di indire la crociata. Federico tergiversa a lungo e nel 1.220 fa nominare dalla Dieta di Francoforte il figlio Enrico "re di Germania". Il Pontefice ritiene che l'unico modo di impegnare Federico sia quello di nominarlo imperatore, ed il 22 novembre 1.220 Federico è incoronato imperatore in San Pietro a Roma da Papa Onorio III. Federico non dà segno di voler abdicare sul Regno di Sicilia, ma mantiene la ferma intenzione di tenere separate le due corone. La Germania la lasciava al figlio, ma in quanto imperatore mantiene la suprema autorità su di essa. Essendo stato allevato in Sicilia è probabile che si sentisse più siciliano che tedesco, ma soprattutto conosceva bene il potenziale del suo regno, con una fiorente agricoltura, città grandi e buoni porti, oltre alla straordinaria posizione strategica al centro del Mediterraneo.<b> Il trattato </b>con i <b>prìncipi</b> della <b>chiesa</b>, o “<i>Confoederatio cum principibus ecclesiasticis</i>”, del 26 aprile 1.220 fu emanato da Federico II come concessione ad alcuni vescovi tedeschi per avere la loro collaborazione all'elezione del figlio Enrico come re di Germania. La Carta rappresenta una delle più importanti fonti legislative del Sacro Romano Impero nel territorio tedesco. Con questo atto Federico II rinunciava ad un certo numero di privilegi reali in favore dei principi-vescovi. Fu un vero stravolgimento nell'equilibrio del potere, un nuovo disegno che doveva portare a maggiori vantaggi nel controllo di un territorio vasto e lontano. Fra i tanti <b>diritti acquisiti</b>, i <b>vescovi </b>assunsero quello di <b>battere moneta</b>, <b>decretare tasse</b> e <b>costruire fortificazioni</b>. Inoltre questi ottennero anche la possibilità di <b>istituire tribunali</b> nelle loro signorie e di ricevere l'assistenza del re o dell'imperatore per far rispettare i giudizi emanati nei territori in questione. La condanna da una corte ecclesiale significava automaticamente una condanna e una punizione da parte del Tribunale Reale o Imperiale. In più, l'emanazione di una scomunica si traduceva automaticamente in una sentenza come fuorilegge da parte del tribunale del re o dell'imperatore. Il legame, quindi, fra il tribunale di Stato e quello locale del Principe Vescovo si saldò indissolubilmente. L'emanazione di questa legge si ricollegava direttamente al più tardo <i>Statutum in favorem principum</i> che sanciva simili diritti per i principi laici. <b>Il potere dei signori si accresceva</b>, ma <b>aumentava anche la capacità di controllo sul territorio dell'impero</b> e sulle città. In questo modo, Federico II sacrificò la centralità del potere per assicurarsi una maggiore tranquillità nella parte continentale dell'Impero stesso, in modo da poter rivolgere la sua attenzione al fronte meridionale e mediterraneo. Federico poté dedicarsi a consolidare le istituzioni nel Regno di Sicilia, indicendo due grandi assise a Capua e a Messina (1.220-1.221). In quelle occasioni rivendicò che ogni diritto regio confiscato in passato a vario titolo dai feudatari venisse immediatamente reintegrato al sovrano. <b>Introdusse inoltre il diritto romano, nell'accezione giustinianea rielaborata dall'Università di Bologna su impulso di suo nonno il Barbarossa</b>. Il 5 giugno 1.224, all'età di trent'anni, Federico istituì con editto formale, a Napoli,<b> la prima <i>universitas studiorum</i> statale e laica della storia d'Occidente</b>, in contrapposizione all'<b>ateneo di Bologna, nato come aggregazione privata di studenti e docenti e poi finito sotto il controllo papale</b>. L'università, polarizzata intorno allo<i> studium </i>di diritto e retorica, dalla quale sarebbe uscito il ceto di funzionari in grado di servirlo, senza che i suoi fedeli dovessero recarsi fino a Bologna per studiare, contribuì all'affermazione di Napoli quale capitale della scienza giuridica. Napoli non era ancora la capitale del Regno, ma Federico la scelse per la sua posizione strategica ed il suo già forte ruolo di polo culturale ed intellettuale di quei tempi. Favorì anche l'antica e gloriosa<b> scuola medica salernitana</b>. Il tentativo di Federico di accentrare l'amministrazione del Regno e ridurre il potere dei feudatari locali (soprattutto ordinando la distruzione delle fortificazioni che potessero rappresentare un potenziale pericolo per il potere centrale) incontrò molte resistenze, tra queste principalmente quella del conte di Bojano, Tommaso da Celano, la cui contea, unita con i possedimenti originali in Marsica, rappresentava il feudo di maggiore estensione del regno. Il conte Tommaso si rifiutò di smantellare i castelli come ordinato dallo svevo e organizzò la resistenza presso le fortificazioni di Ovindoli e Celano in Marsica, Civita di Bojano e Roccamandolfi in Molise, dove affrontò a partire dal 1.220 la forza d'urto dell'esercito imperiale. Le prime tre città caddero nel giro del primo anno di guerra, mentre Roccamandolfi, dove il da Celano aveva lasciato alla guida della resistenza la moglie Giuditta, si arrese all'assedio nel 1.223 dopo essere stato danneggiato ma non preso. Il castello del capoluogo della contea, Bojano, venne demanializzato e ricostruito; Ovindoli e Celano furono distrutte, Roccamandolfi dovette essere ricostruita più a valle lasciando il castello alla rovina; Tommaso da Celano, non avendo in seguito rispettato i termini della resa, fu espropriato della contea che cessò di essere la spina nel fianco nei possedimenti normanni di Federico. Giunto a Melfi, l'imperatore, accolto calorosamente dalla popolazione locale, pernottò nel castello costruito dai suoi ascendenti normanni, apportandone in seguito alcune restaurazioni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsumvbTBboYDz7QergMdLvQ9ZJQIasv550VJzn9Nk1Nv0RBKbKY0qgGc7iSVKj9rhUWJnIjmmGLdMwhLbiHXDlubeBrJSTe47ONEAzy66ZtwFq5JEP9kGQiNbJfqJQ8FkG0ehwKkUYMM4/s1600/Augustale+di+federico+II.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="100" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsumvbTBboYDz7QergMdLvQ9ZJQIasv550VJzn9Nk1Nv0RBKbKY0qgGc7iSVKj9rhUWJnIjmmGLdMwhLbiHXDlubeBrJSTe47ONEAzy66ZtwFq5JEP9kGQiNbJfqJQ8FkG0ehwKkUYMM4/s200/Augustale+di+federico+II.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Augustale di Federico II (1231).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Nella località melfitana (ma anche a Lagopesole, Palazzo San Gervasio e Monticchio), Federico II trascorre il suo tempo libero, dedicandosi alla caccia con il falcone, poiché le zone boschive del Vulture erano particolarmente ideali per il suo passatempo preferito. Nel castello Federico II, con l'ausilio del suo fidato notaio Pier delle Vigne,<b> emanò nel 1.231</b> le <i>Constitutiones Augustales</i> (note anche come <b>Costituzioni di Melfi</b> o<i> Liber Augustalis</i>), codice legislativo del Regno di Sicilia, fondato sul diritto romano e normanno, <b>tra le più grandi opere della storia del diritto</b> per la sua importanza storica di recupero delle antiche leggi normanne di cui si sono conservati pochissimi documenti. Le costituzioni miravano a limitare i poteri e i privilegi delle locali famiglie nobiliari e dei prelati, facendo tornare il potere nelle mani dell'imperatore e a rendere partecipi anche le donne per quanto riguardava la successione dei feudi. Ne doveva nascere uno Stato centralizzato, burocratico e tendenzialmente livellatore, con caratteristiche che gli storici hanno reputato "moderne". Negli anni seguenti Federico si dedicò a riordinare il Regno di Sicilia, eludendo le continue richieste del papa Onorio III di intraprendere la crociata. Per dilazionare ulteriormente il suo impegno, Federico stipulò col papa un trattato (Dieta di San Germano, nel luglio 1.225), con il quale si impegnava a organizzare la crociata entro l'estate del 1.227, pena la scomunica. In realtà il vero obiettivo di Federico era l'unione fra Regno di Sicilia e Impero, nonché l'estensione del potere imperiale all'Italia. In questo disegno rientrò il suo tentativo di recuperare all'impero la marca di Ancona e il ducato di Spoleto, rientranti nella sovranità papale. Inoltre in Sicilia procedette all'occupazione di cinque vescovadi con sede vacante, alla confisca dei beni ecclesiali e alla cacciata dei legati pontifici che si erano colà recati per la nomina dei vescovi, pretendendo di provvedere direttamente alle nomine. Il papa era molto adirato con Federico sia perché non aveva adempito ai patti di tenere separati Impero e Regno di Sicilia, sia perché non rispettava la libertà del clero nei suoi territori intromettendosi sistematicamente nell'elezione dei vescovi e perché non partiva per la crociata: durante la fallimentare crociata del 1.217-1.221 (la quinta) Federico si era ben guardato da aiutare i crociati, avendo più a cuore la pace con<b> il sultano d'Egitto</b> i cui territori erano così vicini alla Sicilia e con il quale era in rapporti di amicizia diplomatica. Nel frattempo, a causa delle mire di controllo sull'Italia da parte di Federico, era <b>risorta</b> nel nord Italia la<b> Lega Lombarda</b>: nell'aprile 1.226 Federico convocò la Dieta di Cremona con il pretesto di preparare la crociata ed estirpare le dilaganti eresie, ma questa non poté avere luogo per l'opposizione della Lega Lombarda, che impedì l'acceso ai delegati mentre Federico non aveva al nord forze sufficienti per contrastare i Comuni ribelli. Il 9 settembre 1.227, pressato dal successore di Onorio, papa Gregorio IX, e sotto la minaccia di scomunica, Federico tentò di onorare la promessa fatta al predecessore partendo per la sesta Crociata, ma una pestilenza scoppiata durante il viaggio in mare che falcidiò i crociati lo costrinse a rientrare a Otranto: lui stesso si ammalò e dovette ritirarsi a Pozzuoli per rimettersi in sesto. <b>Gregorio IX </b>interpretò questo comportamento come un pretesto e, conformemente al trattato di San Germano del 1.225, <b>lo scomunicò</b> il 29 dello stesso mese a Bitonto. A nulla valse una lettera di giustificazioni inviata al papa da Federico nel novembre e la scomunica fu confermata il 23 marzo 1.228. Nella primavera 1.228, Federico decise di partire per la Terrasanta, pur sapendo che durante la sua assenza il Papa avrebbe cercato di riunire tutti i suoi oppositori in Germania e in Sicilia, minacciando la Lombardia e il suo Regno Meridionale. Come riferito dal cronista Riccardo di San Germano, Federico celebrò a Barletta la Pasqua 1.228 "<i>in omni gaudio et exultatione</i>" e ai primi di maggio del 1.228, convocata sempre a Barletta un'assemblea pubblica, comunicò di persona le sue decisoni: nominò Rainaldo di Urslingen, già Duca di Spoleto, suo sostituto in Italia durante l'assenza; in caso di sua morte, nominò erede suo figlio Enrico re dei Romani e in seconda istanza il piccolo Corrado, nato pochi giorni prima ad Andria il 25 aprile da Jolanda di Brienne, che nel frattempo era morta in seguito al parto. Quindi seppur scomunicato, partì da Brindisi il 28 giugno 1.228 per la sesta Crociata. <b>Federico ottenne il successo grazie a un accordo con il sultano</b> ayyubide al-Malik al-Kamil,<b> nipote di Saladino</b>: <b>Gerusalemme venne ceduta ma smantellata e indifendibile</b> e con l'esclusione dell'area della moschea di Umar (ritenuta dai cristiani il Tempio di Salomone) che era un luogo santo musulmano. <b>Questa soluzione aveva evitato la battaglia </b>e aveva sollevato Federico dall'incombenza della crociata, ma consegnava alla cristianità una vittoria effimera e in balia dei musulmani. Il 18 marzo 1.229 nella basilica del Santo Sepolcro <b>Federico si incoronò re di Gerusalemme</b> (in quanto erede del trono per aver sposato nel 1.225 Jolanda di Brienne, regina di Gerusalemme, nonostante l'opposizione del clero locale e di quasi tutti i feudatari). Durante l'assenza di Federico, Rinaldo tentò di recuperare con le armi il ducato di Spoleto, mentre truppe germaniche scesero in difesa della Sicilia. Il Papa assoldò altre truppe per contrastarle, bandendo la paradossale crociata contro Federico II, e i territori di Federico subirono l'invasione delle medesime. Quando Federico ritornò in Italia dopo la crociata, trovò molte città che appoggiavano il Papa: riuscì ad avere ragione delle forze papali ma ritenne opportuno, per quel momento, riconciliarsi col pontefice e con la Pace di San Germano del 23 luglio 1.230, promise di rinunciare alle violazioni che avevano determinato la scomunica, di restituire i beni sottratti ai monasteri e alle chiese e di riconoscere il vassallaggio della Sicilia al papa. D'altro canto il papa non poteva non tener conto dell'obiettivo ottenuto da Federico in Terra santa e il 28 agosto successivo ritirò la scomunica: il 1º settembre papa e imperatore si incontrarono ad Anagni. Nella diatriba fra papa e imperatore intanto si erano inserite le città della Lega Lombarda ed era ripresa la secolare divisione fra guelfi e ghibellini. Nel 1.231 Federico convocò una Dieta a Ravenna nella quale fece riaffermare l'autorità imperiale sui Comuni, ma ciò ebbe poca influenza sugli eventi successivi. Nel successivo periodo di pace e distensione Federico approfittò per sistemare alcune questioni giuridiche nei suoi regni, con particolare riguardo a quello siculo. Il rinnovato accordo fra il papa e Federico venne utile a quest'ultimo allorché nel 1.234 suo figlio Enrico si ribellò al padre: rivoltosi al papa, Federico ottenne la scomunica contro il figlio, lo fece arrestare e lo tenne prigioniero fino alla morte, avvenuta nel 1.242. Alla corona tedesca venne allora associato l'altro figlio Corrado IV (che non riuscì neppure lui a governare in pace per l'opposizione dei nobili che gli misero davanti una serie di anti-re). Nel maggio dello stesso anno alcuni violenti tumulti, organizzati da famiglie ostili a Gregorio IX, costrinsero quest'ultimo a fuggire in Umbria. Federico, cui faceva molto comodo politicamente apparire come il difensore della Chiesa, accorse in armi, sconfisse i ribelli a Viterbo (ottobre 1.237) e ristabilì Gregorio sul trono romano (1.238). Tuttavia egli non era venuto meno ai suoi propositi di sottomettere l'Italia all'impero germanico, favorendo l'instaurarsi di signorie ghibelline a lui amiche (la più potente fu quella dei Da Romano che governava su Padova, Vicenza, Verona e Treviso). Nel novembre 1.237 <b>Federico colse una notevole vittoria sulla Lega Lombarda a Cortenuova, conquistando il Carroccio che inviò in omaggio al papa</b>. L'anno successivo il figlio Enzo (o Enzio) sposò Adelasia di Torres, vedova di Ubaldo Visconti, giudice di Torres e Gallura e Federico lo nominò Re di Sardegna. Ciò non poteva essere accettato dal papa, visto che la Sardegna era stata promessa in successione al papa dalla stessa Adelasia. Alle rimostranze del pontefice, Federico rispose nel marzo 1.239 tentando di sollevargli contro la curia e il papa lo scomunicò, indicendo anche un concilio a Roma per la Pasqua del 1.241. Federico, per impedire lo svolgimento del Concilio che avrebbe confermato solennemente la sua scomunica, bloccò le vie di terra per Roma e fece catturare i cardinali stranieri in viaggio per mare dalla flotta comandata dal figlio Enzo con una battaglia navale avvenuta presso l'isola del Giglio. Le truppe imperiali giunsero alle porte di Roma, ma il 22 agosto 1.241 l'anziano papa Gregorio IX morì e Federico, dichiarando diplomaticamente che lui combatteva il papa ma non la Chiesa (egli era sempre sotto scomunica), si ritirò in Sicilia. Dopo la morte di Gregorio IX, venne eletto papa Goffredo Castiglioni, che prese il nome di Celestino IV, ma che morì subito dopo. La <b>prigionia di due cardinali catturati da Federico</b> e l'incombente <b>minaccia delle sue truppe alle porte di Roma</b> provocarono una <b>vacanza al soglio pontificio </b>di un anno e mezzo, periodo durante il quale si svolsero frenetiche trattative. Infine il conclave si tenne ad Anagni e fu eletto il genovese Sinibaldo Fieschi che prese il nome di Innocenzo IV. Il 31 marzo 1.244 fu stilata in Laterano una bozza di accordo fra Federico ed Innocenzo IV che prevedeva, in cambio del ritiro della scomunica, la restituzione di tutte le terre pontificie occupate dall'imperatore, ma nulla diceva sulle pretese imperiali in Lombardia. L'accordo non fu mai ratificato. Tra il 1.243 e il 1.246 Federico II trascorse le stagioni invernali a Grosseto, approfittando del clima mite e delle aree umide attorno alla città per praticare la caccia, suo passatempo preferito. In quegli stessi decenni, circolarono in Italia diverse opere di impronta apocalittica, che attribuivano a Federico un ruolo di protagonista nella riforma della Chiesa. In particolare, il commento al profeta Geremia Super Hieremiam (attribuito pseudoepigraficamente a Gioacchino da Fiore ma prodotto forse entro ambienti cistercensi o florensi e rielaborato e aggiornato entro ambienti francescani rigoristi) riconosceva a Federico II un ruolo paradossalmente provvidenziale, proprio in quanto atteso<b> persecutore della Chiesa corrott</b>a e in special modo dei cardinali. Papa Innocenzo IV decise che l'assoggettamento della Lombardia all'impero non poteva essere accettato: avrebbe significato l'accerchiamento dei domini pontifici da parte dell'imperatore. Perciò decise di indire un Concilio per confermare la scomunica a Federico e far nominare un altro imperatore, rivolgendosi ai suoi nemici che in Germania erano numerosi. Giunto a <b>Lione</b> svolse un'intensa attività diplomatica presso i nobili tedeschi ed indisse un <b>Concilio</b> che si aprì il 28 giugno 1.245. Lione, sebbene formalmente in Borgogna, quindi di proprietà dell'imperatore, era fuori dal tiro di Federico ed era sotto protezione del re di Francia. Il concilio <b>confermò la scomunica a Federico</b>, <b>lo depose</b>,<b> sciogliendo sudditi e vassalli dall'obbligo di fedeltà</b>, ed invitò i nobili elettori tedeschi a proclamare un altro imperatore, bandendo contro Federico una nuova crociata. Non tutta la Cristianità però accettò quanto deliberato nel concilio, che si era tenuto in condizioni non troppo chiare. Il papa aveva finto fino all'ultimo di voler patteggiare con Federico e molti si domandarono se fosse giusto un provvedimento così grave contro l'imperatore in un momento in cui nuove minacce si affacciavano all'orizzonte (l'<b>offensiva mongola</b>). L'<b>imperatore subì il gravissimo colpo</b> che ne appannò il prestigio e dal 1.245 gli eventi iniziarono a precipitare. Gli Elettori tedeschi trovarono il nuovo imperatore (in realtà "re di Roma", titolo che preludeva alla nomina di imperatore) in Enrico Raspe, margravio di Turingia, che il 5 agosto 1.246 sconfisse nella battaglia di Nidda il figlio di Federico, Corrado (tuttavia, l'anno successivo, il Raspe morì). Nel febbraio del 1.248 <b>Federico subì una grave sconfitta nella battaglia di Parma</b> ad opera di Gregorio da Montelongo. Dopo un <b>assedio durato oltre sei mesi</b> i parmigiani, approfittando dell'assenza dell'imperatore che era andato a caccia nella valle del Taro, uscirono dalla città e attaccarono le truppe imperiali, distruggendo la città-accampamento di Vittoria. L'imperatore riuscì a stento a rifugiarsi a San Donnino, da dove raggiunse poi la fedele alleata Cremona. L'anno seguente il figlio<b> Enzo</b>,<b> battuto nella battaglia di Fossalta</b>, fu <b>catturato dai bolognesi </b>che lo tennero <b>prigioniero fino alla morte</b> (1.272). Poco dopo Federico subì il tradimento (o credette di subirlo) di uno dei suoi più fidati consiglieri, Pier delle Vigne (celebre in un passo dell'Inferno di Dante). La vittoria militare del figlio Corrado sul successore di Raspe, Guglielmo II d'Olanda avvenuta nel 1.250, non portò alcun vantaggio per Federico, il quale nel dicembre dello stesso anno<b> morì a causa di un attacco di dissenteria</b>. Nel suo testamento nominava suo successore il figlio Corrado, ma il papa non solo non riconobbe il testamento ma scomunicò pure Corrado (che morì quattro anni dopo di malaria, nel vano tentativo di ricuperare a sé il regno di Sicilia). Federico cadde probabilmente vittima di un'<b>infezione intestinale </b>dovuta a malattie trascurate, durante un soggiorno in Puglia; secondo Guido Bonatti, invece, fu avvelenato. Egli, difatti, qualche tempo prima aveva scoperto un complotto, in cui fu coinvolto lo stesso medico di corte. Le sue condizioni apparvero immediatamente gravi, tanto che si rinunciò a portarlo nel più fornito Palatium di Lucera e la corte dovette riparare nella domus di Fiorentino, un borgo fortificato nell'agro dell'odierna Torremaggiore, non lontano dalla sede imperiale di Foggia. Leggenda vuole che a Federico fosse stata predetta dall'astrologo di corte, Michele Scoto, la morte “sub flore”, ragione per la quale pare egli abbia sempre evitato di recarsi a Firenze. Allorché fu informato del nome del borgo in cui infermo era stato condotto per le cure necessarie, Castel Fiorentino per l'appunto, Federico, comprese e accettò la prossimità della fine. Stando al racconto del cronista inglese Matthew Paris, l'imperatore, sentendosi in punto di morte, volle indossare l'abito cistercense e dettare così le sue ultime volontà nelle poche ore di lucidità. Il testamento, dettato alla presenza dei massimi rappresentanti dell'Impero, reca la data del 17 dicembre 1.250. La sua <b>fine fu rapida</b> e sorprese i contemporanei. Federico fu chiamato ai suoi tempi "Stupor Mundi" (Stupore del Mondo), appellativo che deriva dalla sua inestinguibile curiosità intellettuale, un eclettismo che lo portò ad approfondire la filosofia, l'astrologia (consigliere molto ascoltato fu l'astrologo Guido Bonatti), la matematica (ebbe corrispondenza e fu in amicizia con il matematico pisano Leonardo Fibonacci, che gli dedicò il suo Liber quadratorum), l'algebra, la medicina e le scienze naturali (impiantò a Palermo persino uno zoo, famoso ai suoi tempi, per il numero di animali esotici che conteneva); scrisse anche un libro, un manuale sull'arte della falconeria, il <i>De arte venandi cum avibus</i> che fu uno dei primi manoscritti con disegni in tema naturalistico.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdYEfrw8vpFfRpqQWlUM1WVG-k6q2JMRK083_C2ISHAdWQbGt-6SbMtf9CSLvGHJOuAE4izvQBzucLAjqjVcMyVzpJDUapa5FZLx6pVj9Vynn1L0XPVFDZFBoE0NNejot6isGxYU32Xps/s1600/castel+del+monte.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdYEfrw8vpFfRpqQWlUM1WVG-k6q2JMRK083_C2ISHAdWQbGt-6SbMtf9CSLvGHJOuAE4izvQBzucLAjqjVcMyVzpJDUapa5FZLx6pVj9Vynn1L0XPVFDZFBoE0NNejot6isGxYU32Xps/s200/castel+del+monte.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Castel del Monte.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Si dice che Federico conoscesse ben nove lingue e che fosse un governante molto moderno per i suoi tempi, visto che favorì la scienza e professò punti di vista piuttosto avanzati in economia. Alla sua corte soggiornarono uomini di gran cultura di quei tempi quali Michele Scoto, che tradusse alcune opere di Aristotele, Teodoro da Antiochia, un arabo cristiano, e Juda ben Salomon Cohen, grande enciclopedista ebreo. Fra le tante opere che ha commissionato, nei pressi di Andria è presente la costruzione più affascinante voluta dall'imperatore, Castel del Monte, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Dal punto di vista architettonico il castello è una sintesi tra le tendenze europee e quelle arabo-musulmane (presentando soluzioni innovative, quali torri sporgenti, feritoie ed elementi anticipatori del gotico).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b><b>Nel 1.249</b> - Inizia la <b>Settima Crociata</b>. La situazione nel vicino oriente negli anni precedenti era stata caratterizzata dalla sempre più massiccia<b> avanzata dei Mongoli di Gengis Khan</b>, che nella loro catastrofica progressione verso occidente avevano investito con tutta la loro forza il pur potente regno del Khwārezm (l'antica Corasmia, attuale regione uzbeka) distruggendo nel 1.219 quanto era stato creato dalla dinastia dei Khwārezmshāh. Jalal al-Din Mankubirni (o Mangburni), figlio dell'ultimo sovrano dell'Impero corasmio ʿAlāʾ al-Dīn Muhammad, nel tentativo di ridar vita al regno paterno, si mise alla testa di nutrite bande di Corasmi, percorrendo con loro in armi le regioni medio e vicino-orientali per depredarle o per offrirsi in qualità di mercenari ai vari signorotti. Il <b>sultano della dinastia ayyubide, fondata da Saladino, era al-Malik al-Kāmil</b>, ben <b>noto per il suo accordo con Federico II di Svevia</b> (che va sotto il nome di Sesta crociata) e per il suo romanzato incontro con San Francesco d'Assisi che valse comunque all'Ordine dei Francescani da lui creato la Custodia di Terrasanta. Quando era ancora principe, al-Sālih Ayyūb, figlio di al-Malik al-Kāmil, aveva cominciato a comperare schiavi per farne soldati (Mamelucchi, dall'arabo <i>mamlūk</i>, "schiavo") e ad arruolare sbandati Corasmi per potersene servire per i suoi ambiziosi ma inconfessati fini, guadagnandosi il logico sospetto del padre che lo relegò precauzionalmente nei periferici soggiorni sorvegliati siriani di Hisn Hayfa. Quando il padre, morendo, indicò per succedergli l'altro suo figlio al-ʿĀdil II Abū Bakr, <b>al-Sālih Ayyūb</b> riuscì a sovvertire la designazione paterna e con i suoi Corasmi e Mamelucchi, a diventare infine nel 1.240, dopo un iniziale rovescio e un'ulteriore segregazione di sei mesi in Siria (ad al-Karak), <b>nuovo Sultano di Egitto e Siria</b>. Nel 1.244 la soldataglia Corasmia fu lanciata da al-Sālih Ayyūb contro i suoi parenti ayyubidi siriani, conseguendo appieno il fine prefissato ma, a dispetto della realizzata conquista del potere da parte del Sultano ayyubide, <b>le bande Corasmie rimasero nelle aree mesopotamiche e siriane settentrionali</b>, pronte a far valere, grazie alla loro supremazia militare, la loro prepotente ingordigia ed a impadronirsi di quanto a loro faceva gola. Non mancarono ovviamente <b>assoldamenti di costoro da parte dei più deboli principotti ayyubidi </b>che rimanevano (sia pure in posizione di sostanziale subordinazione militare) a governare i loro possedimenti siriani. Tuttavia queste<b> bande Corasmie furono capaci</b> (che ciò sia dipeso da inattuate promesse di questo o quell'Ayyubide, o dalla loro incontenibile pulsione predatoria), <b>di occupare e depredare la città di Gerusalemme</b> nel 1.245, non senza dar luogo a efferatezze (come nel caso delle macabre riesumazioni delle spoglie degli antichi re crociati nella Basilica del Santo Sepolcro) <b>e al massacro di 30.000 cristiani</b>. La notizia di tutto ciò sconvolse la Cristianità e durante il concilio di Lione vennero esaminati tutti questi fatti: la perdita di Gerusalemme, l'invasione mongola che aveva già abbattuti diversi regni islamici ed anche il conflitto tra impero e papato per la Sicilia. Federico II venne scomunicato per la seconda volta e quindi, quando <b>si decise di organizzare una nuova </b>spedizione <b>crociata</b> in Terrasanta, l'organizzazione ed <b>il comando furono affidati a Luigi IX</b>, <b>re di Francia</b>. Luigi IX di Francia, destinato dopo la morte alla beatificazione, aveva già fatto voto di prendere la croce durante una grave malattia, prima ancora della caduta di Gerusalemme. Dopo il 1.245 iniziò a reclutare soldati ed invitò i suoi fratelli e altri principi con i loro vassalli a farsi crociati e a partire per l'<i>Outremer</i>. Cercò inoltre di convincere anche gli altri sovrani occidentali, ma con scarsi risultati: solo Enrico III di Inghilterra permise che la crociata fosse predicata nel suo regno e solo nel 1.249 permise che 200 cavalieri vi partecipassero. Luigi cercò anche di rappacificare papa ed imperatore, ma nessuno dei due fu disposto a mettere a disposizione delle truppe, per cui questa <b>crociata </b>rimase <b>totalmente francese</b>. La preparazione della crociata fu completa sotto ogni aspetto. Il re si assicurò che tutto fosse moralmente corretto, fece condurre un'indagine per appurare se avesse fatto dei torti a chichessìa e nel caso si impegnò a riparare. Vietò ogni guerra privata e si impegnò per una moratoria di tre anni sugli interessi dei debiti. Affidò la conduzione del regno alla madre Bianca di Castiglia e sul piano materiale si impegnò a sostenere economicamente circa la metà dei crociati ed organizzò in maniera ottimale il trasporto ed il vettovagliamento delle truppe con la firma di contratti puntuali con armatori di Marsiglia e di Genova. Il re salpò il 25 agosto 1.248 dal porto francese di Aigues-Mortes alla volta dell'Egitto e con lui vi furono i fratelli Roberto I d'Artois, Alfonso III di Poitiers e Carlo d'Angiò, i duchi di Bretagna e di Borgogna e molti altri nobili con un esercito di 15.000 uomini circa. La sua scelta della meta era sensata, perché in Europa era ben chiaro che la forza dei musulmani risiedeva non tanto nelle depredate regioni siriane quanto al Cairo, dove aveva appunto eretto la propria capitale la dinastia fondata da Saladino. A metà del 1.249 la flotta crociata sbarcò dunque a Damietta, sul delta del fiume Nilo. Nei pressi si ergeva la città di al-Mansūra, allora capitanata da un promettente ufficiale mamelucco, Baybars.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl0Dh2v3cEtnRKx_9s4S2XWRPnSzPYPTFpeI4BPUIAlk2PI3h80zUNvyx5Y3aG34LtmZe2xKNm40dwLt-HULxXHLC8aN7RfEOODC19jqjP4MgNTk3QMftE9WZc9HsGxlxakH17yBXDEf6v/s1600/Settima+crociata.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl0Dh2v3cEtnRKx_9s4S2XWRPnSzPYPTFpeI4BPUIAlk2PI3h80zUNvyx5Y3aG34LtmZe2xKNm40dwLt-HULxXHLC8aN7RfEOODC19jqjP4MgNTk3QMftE9WZc9HsGxlxakH17yBXDEf6v/s320/Settima+crociata.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Settima Crociata: re Luigi IX
nell'attacco a Damietta.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Superate le deboli difese di Damietta</b>, i Crociati si bloccarono davanti ad al-Mansūra, rifiutando sdegnosamente un'accomodante proposta del sultano ayyubide di scambiare l'importante porto di Damietta con Gerusalemme (che per i musulmani, all'epoca, non rivestiva soverchia importanza e che, comunque gli Ayyubidi pensavano, o speravano, di poter riconquistare in un futuro non troppo lontano). L'ambizioso sovrano francese urtò però contro le imprendibili mura di al-Mansūra e le inusuali capacità di resistenza di Baybars, che sperava, come infatti avvenne, di ricevere rinforzi determinanti dall'Emiro ayyubide Fakhr al-Dīn ibn al-Shaykh. Questi, impegnato in Siria contro gli Ospedalieri ad ʿAsqalān (Ascalona), dopo avere sconfitto i suoi esigui avversari giunse nel delta del Nilo e, accerchiate a sua volta le forze crociate, ne impose la resa. Inutile fu un tentativo di resistenza di <b>Luigi IX</b>, mentre la dissenteria prendeva a mietere vittime non minori dello scorbuto e del tifo, il sovrano francese,<b> ammalatosi e curato da un valente medico arabo</b>,<b> fu</b> addirittura <b>catturato</b>, e<b> venne liberato dalla moglie solo dopo il difficile pagamento di un riscatto di 800.000 bisanti d'oro</b>, che <b>i Templari furono letteralmente obbligati ad anticipargli</b>. Luigi IX trascorse altri quattro anni in Terra Santa, nell'inutile tentativo di rianimare <i>Outremer</i>, al termine dei quali <b>dovette però tornare nel suo regno, senza aver ottenuto</b> altro <b>risultato</b> se non quello, abbastanza insignificante, di un avvicinamento fra il Principato di Antiochia e la monarchia armena della Cilicia.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFd0NQOVabjTyHExGVL_UxHfN7Y_0c1mRJcwrG0SThSB9O8Tjvu0y3_7O6tYEPyKb5NLrw87un848NkNYTsUFZZ89-Fape387cI57ZtKusmud1bSXa3-AbGycfTvDmtOyNqFb5TOfwtV4/s1600/PalazzoReEnzoBologna.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="139" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFd0NQOVabjTyHExGVL_UxHfN7Y_0c1mRJcwrG0SThSB9O8Tjvu0y3_7O6tYEPyKb5NLrw87un848NkNYTsUFZZ89-Fape387cI57ZtKusmud1bSXa3-AbGycfTvDmtOyNqFb5TOfwtV4/s320/PalazzoReEnzoBologna.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Bologna - Palazzo Re Enzo, dove venne
tenuto prigioniero</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
il re svevo, adiacente a Piazza
Maggiore.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>-</b> Il 26 maggio 1.249, <b>in località Fossalta</b>, fra Modena e Bologna, le truppe di <b>re Enzo</b> di Hohenstaufen furono sorprese ai fianchi dalla cavalleria bolognese e costrette a ritirarsi precipitosamente; alle porte di Modena, Enzo fu disarcionato dai nemici e <b>catturato</b> insieme a milleduecento fanti e quattrocento cavalieri. Rinchiuso prima nei castelli di Castelfranco e Anzola dell'Emilia, fu poi condotto il 24 agosto a Bologna e imprigionato nel nuovo palazzo del comune adiacente a Piazza Maggiore, chiamato poi Palazzo Re Enzo. Enzo di Hohenstaufen, anche conosciuto come re Enzo di Sardegna (Cremona, 1.220 - Bologna, 14 marzo 1.272), fu re del Regno di Torres dal 1.241 al 1.272 e vicario imperiale nell'Italia centro-settentrionale per conto del padre, l'imperatore Federico II. La casata bolognese dei Bentivoglio vantava discendenze da Enzo di Sardegna.Enzo era il figlio naturale di Federico II di Svevia e di Adelaide di Urslinghen. I suoi genitori si sarebbero conosciuti nel castello di Hagenau, una delle residenze preferite dall'imperatore del Sacro Romano Impero, ma si ritiene che possa essere nato nella ghibellina Cremona dove la madre potrebbe aver preso residenza. Il suo vero nome, Heinrich, venne abbreviato in Heinz (lat. Encius, italianizzato in Enzio o, in maniera scorretta, in Enzo), per distinguerlo dal fratellastro Enrico, primogenito legittimo e figlio di Costanza d'Aragona. Molto bello e intelligente, fu - col fratellastro Manfredi - prediletto dal padre, che di lui ebbe a dire: ”nella figura e nel sembiante il nostro ritratto”. Soprannominato il Falconetto per la grazia e il valore, amava, come il padre, la falconeria e aveva numerosi interessi culturali. Dopo essere stato investito cavaliere a Cremona (1.238), nell'ottobre di quell'anno sposò per interessi dinastici Adelasia, vedova del giudice di Torres e Gallura, divenendo nominalmente rex Turrium et Gallurae e in realtà solo signore del Logudoro, benché il padre imperatore lo ritenesse re di Sardegna. Il papa Gregorio IX, che aveva la giurisdizione dell'Isola, scomunicò per questa nomina Federico II e iniziò così una lunga serie di battaglie che Enzo fronteggiò da protagonista e per cui venne anch'egli scomunicato. Enzo, che si era stabilito a Sassari in un palazzo che più tardi sarà conosciuto come la domus domini regis Henthii, in Sardegna restò soltanto pochi mesi. Fu richiamato dall'isola dal padre, che il 25 luglio 1.239 lo nominò vicario imperiale (<i>Sacri Imperii totius Italiae legatus generalis</i>): il giovane re diveniva così figura di riferimento dei ghibellini italiani e protagonista dello scontro che infuriava nell'Italia centrosettentrionale tra l'Impero, i Comuni e il Papato. Strappò alla Chiesa le città della Marca d'Ancona (Iesi, Macerata, Osimo) che i papi avevano incamerato durante la minore età di Federico II; si rivolse poi ai comuni guelfi di e Romagna e nel 1.240 partecipò all'assedio di Ravenna e a quello di Faenza. Il 3 maggio 1.241, col supporto delle flotte pisana e siciliana, catturò nei pressi dell'isola del Giglio i cardinali francesi e inglesi che erano stati convocati a Roma da papa Gregorio IX per il Concilio che avrebbe dovuto deporre l'imperatore. Nel 1.242 fu impegnato in una serie di scorrerie nel Milanese e nel Piacentino; ferito ad una coscia, si ritirò a Cremona e da qui proseguì le sue campagne in Lombardia: nel 1.243 si recò a Vercelli, poi in soccorso di Savona assediata dai genovesi, quindi avanzò minaccioso verso Milano e infine, col fratellastro Manfredi, verso Piacenza. Nel frattempo a Lione papa Innocenzo IV deponeva Federico II e scomunicava ancora una volta il re Enzo (7 luglio 1.245). L'imperatore decise allora di attaccare Milano: durante uno scontro vittorioso a Gorgonzola Enzo fu catturato e rinchiuso, ma venne presto liberato dalle truppe imperiali. L'anno dopo compì ancora scorrerie nel Piacentino e nel Piemonte. Nel 1.247, mentre Federico assediava Parma, Enzo ebbe il compito di controllare i movimenti dei guelfi nella pianura padana e assediò, assieme alle truppe di Ezzelino da Romano, il castello di Quinzano, presso Verolanuova, per poi abbandonarlo. Ma nel febbraio 1.248, alla notizia della sconfitta di Vittoria ritornò a Cremona e assunse la podesteria della città: in quel tempo sposò una nipote di Ezzelino da Romano, di cui si ignora il nome. Nel febbraio 1.249 assediò ed espugnò il castello di Rolo. Poi, in primavera, avendo i guelfi di Bologna attaccato Modena, si mosse in soccorso della città, dirigendosi verso il fiume Panaro. Il 26 maggio 1.249 in località Fossalta le sue truppe furono sorprese ai fianchi dalla cavalleria bolognese e costrette a ritirarsi precipitosamente; alle porte di Modena, Enzo fu disarcionato dai nemici e catturato insieme a milleduecento fanti e quattrocento cavalieri. Rinchiuso prima nei castelli di Castelfranco e Anzola dell'Emilia, fu poi condotto il 24 agosto a Bologna e imprigionato nel nuovo palazzo del comune adiacente a Piazza Maggiore, che poi fu detto per questo Palazzo Re Enzo. Mentre buona parte dei prigionieri otteneva la libertà dietro il pagamento di un riscatto, per Enzo la prigionia si trasformò in reclusione a vita: i bolognesi infatti rifiutarono irritualmente qualsiasi proposta di riscatto da parte dell'imperatore. Malgrado fosse costretto alla prigionia, gli fu concessa una vita abbastanza agiata, allietata dalla poesia e dalla compagnia delle dame. In questo periodo, secondo una recente ipotesi, Enzo avrebbe curato personalmente la redazione in sei libri del "<i>De arte venandi cum avibus</i>" di Federico II, lo splendido manoscritto conservato a Bologna nella Biblioteca Universitaria e databile alla seconda metà del XIII secolo. <b>Dopo ventitré anni di prigionia morì a Bologna il 14 marzo 1.272</b> e fu sepolto presso la basilica di San Domenico. Il sepolcro ebbe varie peripezie finché fu demolito e disperso: oggi si conserva solo un cenotafio settecentesco. Dalle sue unioni ebbe un figlio, Enrico, e dall'unione con una certa Frascha ebbe Elena, che andò in sposa al conte Ugolino della Gherardesca. A Bologna ebbe altre due figlie naturali, Maddalena e Costanza. Si attribuiscono comunemente a Enzo quattro componimenti (due canzoni, un sonetto e un frammento probabilmente di canzone), riconducibili alla tradizione poetica della scuola siciliana, ascritti dai manoscritti che li tramandano a Rex Hentius, Rex Enso, lo re Enzo:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Alegru cori, plenu Alla Puglia, terra forse agognata dalla lontana prigionia, dedicò alcuni versi: di tutta beninanza, <span style="text-align: center;">Và, canzonetta mia...</span> <br />
suvvegnavi s'eu penu Salutami Toscana</div>
<div style="text-align: left;">
<span style="text-align: center;"> </span>per vostra inamuranza;<span style="text-align: center;"> quella ched è sovrana</span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
ch'il nu vi sia in placiri <span style="text-align: center;">in cüi regna tutta cortesia:</span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
di lassarmi muriri talimenti, <span style="text-align: center;">e vanne in Puglia piana,</span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
ch'iu v'amo di buon cori e lialmenti. <span style="text-align: center;">la magna Capitana,</span></div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
là dov'è lo mio core nott'e dia.</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.250</b> - <b>Muore Federico II</b> Hohenstaufen.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpHL_LWxn_7JmDVEsE7jgJEwiE5Di58DTJdW0offielCVWMzwiIhENsT5trVoULvzyh-UzOaVw_B5MKxyTreDipCuNNxtkEZdFINuFFX50L7MZ8TLOyg8zKvS8NoM3dFHKNiR7Y2FQXEeT/s1600/Crociata+dei+Pastori.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpHL_LWxn_7JmDVEsE7jgJEwiE5Di58DTJdW0offielCVWMzwiIhENsT5trVoULvzyh-UzOaVw_B5MKxyTreDipCuNNxtkEZdFINuFFX50L7MZ8TLOyg8zKvS8NoM3dFHKNiR7Y2FQXEeT/s1600/Crociata+dei+Pastori.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Miniatura raffigurante la
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Crociata dei Pastori.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.251</b> -<b> Crociata dei Pastori</b> è il nome di due<b> insurrezioni popolari </b>che fecero parte delle crociate popolari iniziate senza l'appoggio dei governanti e spesso rivolte proprio contro di loro. Queste crociate sono datate 1.251 e 1.320. Durante la Settima Crociata, Luigi IX di Francia (San Luigi) prese Al-Mansura, ma le sue armate, vittime di un'epidemia di peste o secondo le ultime ricerche di dissenteria, di tifo e di scorbuto, si trovò intrappolato. Re Luigi fu fatto prigioniero con due suoi fratelli nel 1.250. Quando questa notizia giunse in Occidente provocò incredulità e rivolte, poiché il re sembrava non godere più dell'appoggio divino. La risposa al crescente malcontento venne da predicatori popolari, in particolare un certo <b>Job o Jacob o Jacques, carismatico monaco ungherese dell'ordine cistercense</b> soprannominato Maestro d'Ungheria, che diceva di aver ricevuto dalla Vergine Maria una lettera in cui affermava che i governanti, ricchi e orgogliosi, non potevano riprendere Gerusalemme, ma che solo avrebbero avuto successo i poveri, gli umili e i pastori, i <i>pastoureaux </i>(pastorelli). L'orgoglio della cavalleria, diceva la lettera, era dispiaciuto a Dio. Da ciò il nome di "Crociata dei Pastori". L'appello solenne ebbe luogo a Pasqua 1.251, quando migliaia di pastori e contadini presero la croce, marciando verso Parigi, armati d'asce, coltelli e bastoni. Furono 30.000 ad Amiens, forse 50.000 a Parigi, dove Bianca di Castiglia, madre del re Luigi IX, li ricevette ed in un primo momento li sostenne. Il movimento era però troppo pericoloso sul piano sociale e religioso per essere accettato dai governanti: esso <b>accusava abati e prelati di cupidigia ed orgoglio</b>, <b>prendendosela anche con la Cavalleria</b>, accusata di disprezzare i poveri e di trarre profitto dalle crociate. Vi furono diversi conflitti con il clero in diverse città (Rouen, Orléans, Tours). <b>Molti aderenti al movimento erano criminali</b> e quando le città ed i villaggi non vollero più sostentarli,<b> iniziarono a saccheggiare e distruggere persino chiese e luoghi sacri</b>. Così Papa Innocenzo IV li scomunicò e convinse la regina Bianca a mandare le truppe reali contro i crociati. In un primo momento riuscirono a scappare, arroccandosi a Bourges, dove continuarono le violenze, indirizzatesi ora verso gli ebrei, ma nei pressi di Villeneuve-sur-Cher<b> vennero uccisi o fatti prigionieri</b>, insieme al Maestro d'Ungheria stesso che perse la vita negli scontri. Altri sconti si ebbero in tutta la Francia, per esempio a Bordeaux, dove Simone V di Montfort represse la crociata. Il movimento si estese in Renania e nel nord Italia. Le repressioni furono delle più feroci e <b>solo alcuni riuscirono a scappare</b> sino a Marsiglia, dove si imbarcarono per Acri in cui si unirono poi ai Crociati.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2340589308622867234.post-22156309432977889382019-03-14T16:07:00.003-07:002020-10-07T03:17:19.508-07:00Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic6mlpuOX0_83-cESKNdcx06uI5D2YDGlksmws3bff-6J4DjxkXqn75QG0o_-3720iEXQS1Wr6OsD5IXszIoOqUbXVUE8xiWywdB5fAXIDse8bPQ86_Cqz8vn-xRPeTr36h7GYysCCU4A/s1600/PriseDeConstantinople1204PalmaLeJeune.JPG" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic6mlpuOX0_83-cESKNdcx06uI5D2YDGlksmws3bff-6J4DjxkXqn75QG0o_-3720iEXQS1Wr6OsD5IXszIoOqUbXVUE8xiWywdB5fAXIDse8bPQ86_Cqz8vn-xRPeTr36h7GYysCCU4A/s320/PriseDeConstantinople1204PalmaLeJeune.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
"La presa di Costantinopoli da
parte dei crociati" di Palma</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
il Giovane (1544-1620).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.204</b> - <span lang="it-IT">Nell'ambito della <b>Quarta Crociata</b>, voluta da Innocenzo III, i crociati saccheggiano Costantinopoli e commettono innumerevoli stragi di cristiani. </span>La quarta crociata fu indetta da papa Innocenzo III all'indomani della propria elezione al soglio pontificio nel 1.198; doveva essere diretta contro i musulmani in Terra santa, ma in realtà <b>si risolse nel saccheggio di Costantinopoli</b> da parte dell'esercito crociato, portando alla <b>spartizione dell'Impero bizantino </b>e alla costituzione da parte dei crociati dell'<b>Impero Latino</b>. L'impero latino di Costantinopoli (1.204-1.261), detto anche Impero latino d'Oriente, fu il risultato della quarta crociata, che i veneziani dirottarono verso il saccheggio e la presa di Costantinopoli. Per la città e per l'impero romano d'Oriente fu un periodo di grande decadenza, terminato solo con la riscossa dell'imperatore bizantino Michele VIII Paleologo che riconquistò la capitale. L'impero Latino veniva percepito dagli occidentali come un Stato cattolico successore dell'impero romano d'Oriente. Baldovino IX, conte delle Fiandre, venne incoronato come primo Imperatore il 16 maggio 1.204; al rivale Bonifacio del Monferrato venne affidato il regno di Tessalonica. Nella prima enciclica di Innocenzo III dell'agosto 1.198, la liberazione di Gerusalemme era vista come necessaria, ma questo obiettivo non fu raggiunto e solo una piccola parte di crociati raggiunse la Terrasanta. La crociata inoltre stentò a partire a causa della morte di Riccardo Cuor di Leone e dell'interdetto lanciato dal pontefice sulla Francia, perché il re aveva ripudiato sua moglie Ingeburge di Danimarca. I nobili francesi scelsero <b>come loro capo</b> il conte Teobaldo di Champagne, che però morì nel marzo 1.201; fu <b>Bonifacio I del Monferrato</b> a prendere il suo posto. L'obiettivo era di prendere d'assalto l'Egitto, seguendo il progetto che Riccardo Cuor di Leone aveva prospettato al termine della sua spedizione in Terrasanta, durante la Terza Crociata. I crociati, memori di quanto successo nelle crociate precedenti, decisero di prendere la via del mare per raggiungere la loro meta. Scartate Marsiglia e Genova, non rimaneva che Venezia quale potenza marittima che potesse provvedere tempestivamente ai necessari navigli. Vennero iniziate le trattative con la Serenissima e ai primi di febbraio del 1.201 la delegazione crociata raggiunse Venezia e venne accolta dal doge Enrico Dandolo. Il doge ascoltò la richiesta dei crociati e rispose di dover consultare innanzitutto le diverse assemblee politiche della repubblica. Finalmente, nell'aprile, venne stipulato il contratto di trasporto e rifornimento. I Veneziani, da buoni mercanti, per i loro servizi fecero accettare ai crociati il pagamento dell'esorbitante cifra di 85.000 marche imperiali d'argento. Per quella somma i veneziani avrebbero approntato per la fine di giugno del 1.202 navigli bastanti per il trasporto di 4.500 cavalieri con i loro cavalli, 9.000 scudieri e 20.000 fanti. Il contratto prevedeva anche il rifornimento di viveri e foraggio bastanti per il viaggio; oltre a ciò Venezia s'impegnò ad armare 50 galere che avrebbero accompagnato la crociata in cambio del 50% di quanto conquistato. I crociati si riunirono a Venezia nel 1.202, la Serenissima aveva rispettato il contratto, le navi erano pronte ed i rifornimenti erano disponibili. Rispetto alle previsioni, il numero dei crociati che avevano risposto all'appello del Papa era molto ridotto e il denaro raccolto non bastava a coprire le spese: mancavano ancora 34.000 marche d'argento e Venezia si rifiutò di prendere il mare. Intanto i crociati portavano scompiglio nella città, molestavano le donne, rubacchiavano e compivano altri spiacevoli misfatti. A causa di ciò furono banditi “come appestati” al Lido dove s'erano accampati in attesa di quanto si doveva decidere. Ma anche per i veneziani la situazione era molto sfavorevole: avevano investito capitali che temevano di perdere, per soddisfare il contratto e dovevano continuamente rifornire viveri ai crociati accampati in attesa di partire. Mentre una parte dei pellegrini abbandonava l'impresa, oppure decideva di tentare la via di terra, il capo dei crociati, Bonifacio I del Monferrato negoziò un compromesso con il doge, Enrico Dandolo: i veneziani avrebbero partecipato all'impresa e il doge stesso avrebbe assunto il comando della spedizione. Lo storico e scrittore veneziano Alvise Zorzi afferma che la riconquista di Zara non fu pattuita già dall'inizio ma che era, per così dire, solo latente. Il proposito di riconquistare Zara prese concreta forma durante il viaggio. Il giorno 1º ottobre (secondo Zorzi) ovvero 8 novembre 1.202 (secondo lo storico Steven Runciman) la grande flotta si mise in rotta. Goffredo di Villehardouin tramanda che mai fu vista una flotta più bella partire da un porto di mare. Si fermò prima a Trieste e poi a Muggia dove i veneziani chiesero un atto di sottomissione.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIOeEg8iErGb6RvYmp6WvFpgm3ox_EBMJXY0OpPThu0yOh0nLyuGkUO_QIsBhxhHc1cxwsXkr00vmKD2uoe2c00hGg5ADrHWyN4Gh7NkrYS9VAvtxDA4v367rX2lt5_04v07q6ao6z0tY_/s1600/Quinta+crociata.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIOeEg8iErGb6RvYmp6WvFpgm3ox_EBMJXY0OpPThu0yOh0nLyuGkUO_QIsBhxhHc1cxwsXkr00vmKD2uoe2c00hGg5ADrHWyN4Gh7NkrYS9VAvtxDA4v367rX2lt5_04v07q6ao6z0tY_/s320/Quinta+crociata.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta con il percorso di Bonifacio di
Monferrato nella IV</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Crociata in verde e di Giovanni di
Brienne nella V Crociata</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in fucsia, fino alla città di
Damietta.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Arrivati a <b>Zara</b> (ormai sotto l'egida del Regno d'Ungheria) i crociati non vennero però accolti a braccia aperte, anzi la popolazione ostile fece resistenza. Dopo un assedio di cinque giorni avvenne l'assalto alla città che <b>venne presa e saccheggiata</b>. Ormai l'inverno era alle soglie e perciò venne deciso di svernare a Zara. Quando venne a conoscenza della presa di Zara e del sanguinoso saccheggio<b> il papa </b>inorridì: contro il suo ordine i crociati avevano osato aggredire una città cristiana. Per tale ragione <b>decise di scomunicare la crociata</b>. I diversi baroni dichiararono però di essere stati ricattati e costretti da Venezia alla sciagurata azione; il papa allora tolse loro<b> la scomunica</b> che <b>andò completamente a carico dei veneziani</b>. Il doge Dandolo non si curò molto della scomunica ma prese contatto con Filippo di Svevia (anche lui scomunicato) che doveva convincere il papa a far continuare l'impresa, anche a favore del proprio cognato, il principe bizantino Alessio IV Angelo, cosa che avrebbe portato notevoli vantaggi alla chiesa cattolica. Nel frattempo i crociati avevano ricevuto, a Zara, un'ambasciata proprio del principe bizantino Alessio IV Angelo, figlio dell'imperatore Isacco II Angelo, detronizzato, accecato e tenuto in prigione da suo fratello Alessio III. Alessio IV era riuscito a fuggire dalla prigionia nel 1202 e si era rifugiato presso sua sorella, la moglie di Filippo di Svevia, in Germania. In precedenza Alessio IV aveva già contattato Venezia da Verona. La proposta del principe bizantino era quella di ottenere la collaborazione dei crociati per riappropriarsi del trono in cambio di aiuti militari (10.000 soldati) oltre denaro e generi di consumo ai crociati, riunione delle due Chiese e favorevoli accordi mercantili con Venezia. A Venezia promise anche di pagare la somma che i crociati non avevano pagato e promise inoltre di voler sostenere le spese di 500 cavalieri che dovevano rimanere in Terra Santa. <b>Il papa</b>, allettato dalla prospettiva della riunione con la chiesa ortodossa si fece convincere, <b>tolse la scomunica</b> e dette il suo permesso per la continuazione dell'impresa e della detronizzazione dell'usurpatore Alessio III. Il doge Dandolo fu felicissimo di accontentare il papa e di assicurare a Venezia enormi vantaggi. Ad alcuni crociati però non piaceva la prospettiva di assalire un'altra città cristiana in luogo di combattere i musulmani, si separarono dal resto dei crociati e fecero vela in direzione della Siria. Il 25 aprile 1.203 Alessio IV arrivò a Zara ed alcuni giorni dopo la flotta spiegò le vele in direzione di Costantinopoli. Venne fatta una sosta a Durazzo, dove Alessio fu riconosciuto quale imperatore, ed un'ulteriore sosta venne fatta a Corfù. Finalmente il 24 giugno Costantinopoli venne avvistata. Dopo aver invano tentato di occupare Calcedonia e Crisopoli, i crociati sbarcarono a Galata, riuscirono a far saltare la catena in mare che difendeva il Corno d'Oro ed entrarono nel porto di Costantinopoli. Alessio IV aveva fatto capire ai crociati e ai veneziani che sarebbero stati accolti con gioia dalla popolazione, invece trovarono le porte sbarrate e le mura folte di difensori. Il 17 luglio, dopo alcuni giorni di aspra battaglia, i veneziani riuscirono ad aprire una breccia nelle mura ed entrare nella città. Alessio III, messo alle strette, aveva arraffato quanto poteva del tesoro imperiale e si era dato alla fuga in Grecia, portando con sé la figlia. Isacco II Angelo venne liberato dal carcere e si dichiarò pronto a confermare le promesse fatte ai crociati dal figlio che nominò correggente il 1º agosto 1.203, con appropriata cerimonia nella chiesa di Santa Sofia ed alla presenza di tutti i baroni della crociata: Alessio IV Angelo salì così al trono dei <i>basileis</i> (imperatori) insieme al padre Isacco II Angelo, grazie all'aiuto militare dei crociati. Ma rispettare gli impegni presi non era facile: le casse del regno erano vuote e l'unione delle due chiese era fortemente osteggiata sia dal clero sia dal popolo. I crociati rimanevano accampati fuori delle mura ed attendevano una decisione; Alessio IV cercava di tergiversare e di tacitare i comandanti dei crociati con dispendiosi regali, cosa che ne accentuò la cupidigia. In città le ivi residenti colonie dei mercanti genovesi e pisani venivano assalite dal popolo esacerbato. Alessio peggiorò le cose imponendo nuove e gravose tasse per racimolare fondi per acquietare i crociati che cominciavano a fare la voce forte. Si fece nemico anche il clero confiscando i candelabri d'argento delle chiese che fece fondere. La scontentezza degli abitanti cresceva nel vedere quei superbi cavalieri che scorrazzavano in città. La soldataglia latina aveva bisogno di viveri e faceva per conto suo scorribande. Cominciarono atti di aperta ostilità contro i crociati che venivano anche aggrediti per le strade. Alcuni di essi, che avevano saccheggiato una moschea, vennero aggrediti dai “greci” e per difendersi appiccarono il fuoco ad alcune case. L'incendio si propagò e per giorni una parte di Costantinopoli fu preda delle fiamme; venne fatto anche un tentativo di incendiare le navi veneziane che però non ebbe successo alcuno. <span lang="it-IT">Nella capitale bizantina iniziò così a tirare aria di cospirazione e di questa situazione approfittò il protovestiario Alessio V Ducas, un potente nobile bizantino proveniente dalla famiglia imperiale dei Ducas e cugino di Alessio IV Angelo. Alessio V Ducas, detto "Murzuflo", si adoperò per ottenere l'appoggio della nobiltà bizantina nella salita al trono, poi l'8 febbraio 1.204 irruppe nel palazzo imperiale avvisando Alessio IV del divampare di una rivolta. Questi si fece convincere ad uscire dal palazzo dove i sicari lo aspettavano per assassinarlo.</span> Anche Isacco II, il co-imperatore, morì durante la notte per cause misteriose, probabilmente assassinato, ma non si esclude che sia morto, per ironia della sorte, di morte naturale. Alessio Murzuflo raggiunse quindi la Basilica di Santa Sofia e si fece incoronare, dal patriarca Giovanni X Camatero, imperatore bizantino col nome di Alessio V Ducas. Alessio V sparse la voce che il predecessore fosse morto soffocato nella notte, lo fece seppellire con tutti gli onori destinati a un <i>basileus</i>, fingendo addirittura di piangerlo. Il lutto del nuovo regnante non convinse però i principali sostenitori dei precedenti imperatori, ovvero le armate della quarta crociata e la flotta della Repubblica di Venezia, che si trovavano a Costantinopoli su richiesta dei due Angelo, dopo aver permesso ad Alessio IV di conquistare il potere scacciando suo zio Alessio III. La popolazione di Costantinopoli non appoggiò subito il nuovo sovrano, infatti venne acclamato imperatore Nicola Canabo, a minaccia della sua stessa vita, se si fosse rifiutato di accettare la carica; ma per togliere di mezzo l'usurpatore, Alessio V non esitò a inviare le sue guardie variaghe (russo-vichinghe) e a gettarlo in prigione. I latini, dal canto loro, sospettando a ragione che Alessio V fosse il responsabile della morte di Alessio IV, lo accusavano di avere usurpato il trono. In risposta, Alessio V chiuse i negoziati con i crociati e con Venezia, rifiutandosi di rispettare le promesse di aiuti e finanziamenti alla spedizione che il suo predecessore aveva fatto ai capi della crociata per ottenerne l'appoggio e conquistare il trono. Anzi, il nuovo sovrano fece rinforzare le mura e alzare la guardia sulle mura Teodosiane. Queste misure, insieme alle posizioni assunte nei confronti dei latini da Alessio V, che era inoltre contrario alla riunificazione tra la chiesa ortodossa e quella cattolica promessa nei precedenti accordi e considerava i crociati nemici dell'Impero, gli fecero in breve guadagnare credito tra i suoi sudditi. Dopo questi avvenimenti, i capi latini, tra cui si distinse per determinazione soprattutto l'anziano doge di Venezia, Enrico Dandolo, pianificarono la conquista della città e la spartizione dell'impero. Scoppiò la guerra: lo scontro più importante fu quello tra Enrico di Fiandra e Alessio V. Enrico aveva armato un esercito per razziare Filea, sul Mar Nero; mentre i crociati tornavano all'accampamento, lungo la strada furono attaccati in un'imboscata da Alessio V: la retroguardia comandata direttamente da Enrico fu presa di sorpresa. Fu una battaglia aspra il cui esito fu tuttavia una sconfitta per i bizantini, che oltre a essere battuti persero anche il vessillo imperiale ed un'icona d'oro della Vergine portata sempre in battaglia come protezione; l'icona, che era arricchita da pietre preziose incastonate, fu portata a Citeaux. Al ritorno, Alessio annunciò ai suoi sudditi la vittoria, e a coloro i quali gli domandavano dove fosse l'icona e il vessillo, rispose che erano stati messi al sicuro. Quando queste voci giunsero al campo dei crociati, questi caricarono il vessillo e l'icona su una nave veneziana, issandoli in modo che gli abitanti di Costantinopoli potessero vederli e sapere della menzogna del loro imperatore. Il primo attacco dei crociati venne sferrato il 9 aprile 1.204 ma fu respinto e procurò solo forti perdite. Il 12 aprile venne compiuto un nuovo tentativo e questa volta i veneziani ricorsero ad uno stratagemma. Avevano costruito piattaforme sulle cime degli alberi delle navi, poi avevano inclinato le imbarcazioni fino a che le piattaforme andarono a toccare le mura. Il veneziano Piero Alberti fu il primo a saltare sulle mura di una torre nemica, ma fu subito ucciso. Fu seguito da un francese, André Dureboise, che riuscì a resistere all'attacco dei difensori permettendo ad altri veneziani e crociati di occupare le mura. Poco tempo dopo le porte della città vennero aperte dagli attaccanti penetrati all'interno e per Costantinopoli non ci fu più scampo. Alessio V s'era rifugiato con alcune truppe nel suo palazzo imperiale. Nella notte, forse perché temevano un attacco di sorpresa, alcuni crociati tedeschi appiccarono il fuoco a delle case e nuovamente l'incendio divampò in città. Vista l'impossibile situazione, Alessio V si dette alla fuga. Durante quella notte dove regnava il caos a Costantinopoli, visto che l'imperatore era scappato, fu eletto imperatore Costantino XI Lascaris, che ordinò una sortita, guidata suo fratello, il generale bizantino Teodoro Lascaris (futuro imperatore di Nicea) contro i crociati, che non ottenne alcun successo. Il giorno dopo ebbe inizio il grande saccheggio che, come tramandano i cronisti, non ne aveva avuto uno simile in tutta la storia dell'umanità. Mentre Bonifacio di Monsarrat occupava il palazzo imperiale che, secondo Roberto di Chiari, aveva ben 500 stanze tutte riccamente addobbate e ben trenta cappelle, gli scatenati crociati entravano nelle case ed asportavano qualsiasi cosa di valore trovassero. Tutte le chiese vennero spogliate dei vasi sacri, delle immagini, dei candelabri e quanto non si poteva asportare veniva semplicemente distrutto. Anche la basilica di S. Sofia venne completamente saccheggiata, l'altare venne spezzato, gli arazzi fatti a pezzi. Un cronista dell'epoca, testimone oculare, tramanda che una prostituta, seduta sul trono del patriarca, cantava strofe oscene in lingua francese. Mentre i veneziani si concentravano sulle cose che avevano un grande valore, i francesi arraffavano tutto quello che luccicava e si fermavano solo per ammazzare e violentare. Le cantine vennero depredate e la città era piena di soldataglia avvinazzata che trucidava chiunque trovasse lungo il cammino. Cittadini venivano torturati perché rivelassero dove avevano nascosto i loro valori. I conventi vennero presi d'assalto, le monache stuprate. Vecchi, donne e bambini giacevano in pozze di sangue per le strade, già morti o morenti. L'inferno durò per quattordici giorni. Infine i comandanti degli assalitori intervennero, dettero ordine di cessare il saccheggio (tanto ben poco era rimasto da depredare) ed ordinarono che qualsiasi bottino doveva essere portato in tre chiese e sorvegliato da fidati crociati e veneziani. Questo perché il contratto prevedeva la spartizione dei beni saccheggiati: tre ottavi ai veneziani, tre ottavi ai crociati; il restante quarto era destinato al futuro imperatore. Fra l'altro<b> i veneziani portarono a casa i quattro cavalli di bronzo che ornano</b> (attualmente in copia) <b>la Basilica di San Marco</b>, l'icona della Madonna Nicopeia e molte preziose reliquie che ancora sono serbate nel tesoro di San Marco. Così <b>ebbe fine</b> <b>la quarta crociata</b> <b>che</b>, istituita con l'intenzione di combattere i saraceni,<b> aggredì e saccheggiò unicamente paesi cristiani</b>. Terminata la strage ed il saccheggio si venne alla spartizione del bottino che alcuni storici calcolano di circa 900.000 marche imperiali d'argento, oggi equivalente a molte centinaia di milioni di Euro. Il calcolo è però difficile perché molti degli oggetti artistici depredati hanno un valore incalcolabile. Poi si passò all'elezione dell'imperatore latino. Bonifacio del Monferrato sperava sempre di essere eletto ma trovò la forte opposizione dei veneziani. Infine crociati e veneziani furono d'accordo nell'eleggere il conte Baldovino IX di Fiandra che prese possesso del trono di Costantinopoli. Parte del regno però andò a Venezia, secondo quanto previsto dal contratto. Per ampliare la propria potenza marittima Venezia reclamò ed ottenne la costa occidentale della Grecia, tutto il Peloponneso (Morea), Nasso, Andros, Negroponte (oggi Eubea), Gallipoli (in Turchia), Adrianopoli e i porti della Tracia sul Mar di Marmara. Da allora il Doge assunse il titolo di “Dominus quartae partis et dimidiae totius Imperii Romaniae”, cioè "Signore di un quarto e mezzo dell'Impero Romano d'Oriente". I veneziani pretesero anche tre ottavi della città di Costantinopoli ed occuparono il quartiere dove è oggi ubicata l'Agia Sofia, ex Cattedrale di Santa Sofia. A ricoprire la carica di patriarca venne nominato il nobile veneziano Tommaso Morosini. Baldovino fu incoronato in pompa magna il 16 maggio 1.204 nella Cattedrale di Santa Sofia. Alla notizia degli orrori compiuti e della barbarie dimostrata dai crociati Innocenzo III rimase esterrefatto. Inorridito scrisse lettere a Costantinopoli deplorando e condannando che, senza il suo sapere, stato e chiesa erano stati divisi; ma ciò non cambiò la situazione. Il suo dispiacere crebbe ancora quando venne a sapere che il suo legato, Pietro di San Marcello, aveva svincolato i crociati dalla promessa di liberare Gerusalemme. La crociata da lui predicata ed indetta si era tramutata in guerra contro stati cristiani. Le atrocità commesse dai crociati durante il saccheggio di Costantinopoli non contribuirono certamente a migliorare i rapporti fra la chiesa ortodossa e quella cattolica di Roma. Le due chiese rimasero separate dal 1.054 fino al giorno d'oggi, sebbene recentemente il papa abbia condannato quanto commesso durante la quarta crociata.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Con la quarta crociata,
<b>Venezia</b> può raggiungere, con i suoi traffici, il <b>Mar Nero</b>.
Dopo la conquista di Costantinopoli, a Venezia toccano le coste e le
isole <b>Ionie</b>, il <b>Peloponneso</b>, le <b>Cicladi</b>, gli
insediamenti sugli stretti, <b>Creta</b> e un <b>ampio quartiere a
Costantinopoli</b>. </div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_wlQ7VFbDgIMgKOXnYWQM0MBC_5NPyQ8-lGkBFIvkEmwR3NaFVaeVFCB607O05vXLutA71fBnJk-QLt7tNq-RSDdYhEj9AYS7wf1Xscx7VD9f9A09XRDlk9UmeUn6kQ0g4Oxirr3xYnND/s1600/LatinEmpire+e+impero+nicea+1204.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="633" data-original-width="1280" height="158" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_wlQ7VFbDgIMgKOXnYWQM0MBC_5NPyQ8-lGkBFIvkEmwR3NaFVaeVFCB607O05vXLutA71fBnJk-QLt7tNq-RSDdYhEj9AYS7wf1Xscx7VD9f9A09XRDlk9UmeUn6kQ0g4Oxirr3xYnND/s320/LatinEmpire+e+impero+nicea+1204.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Impero Latino con relativi Principato e
Ducati, i tre stati</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
greco-bizantini Dispotia dell'Epiro,
Impero di Nicea e</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Impero di Trebisonda, Sultanato
selgiuchide di Rûm o di</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Iconio e Bulgaria nel 1204. Da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Sultanato_di_Rum#/media/File:LatinEmpire.png" target="_blank">https://it.wikipedia.</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Sultanato_di_Rum#/media/File:LatinEmpire.png" target="_blank">org/wiki/Sultanato_di_Rum#/media/File:LatinEmpire.png</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Dal 1.204, dopo che i crociati, durante la quarta crociata, conquistarono e saccheggiarono Costantinopoli, tre famiglie bizantine di rango reale formarono altrettanti <b>tre stati</b>, che raccolsero i <b>greco-bizantini</b> a loro fedeli. Uno dei tre stati bizantini fondati dopo la caduta di Costantinopoli era il <b>Despotato d'Epiro</b>, che ebbe inizio sotto il primo despota, Michele I Ducas, appartenente alla famiglia imperiale bizantina dei Ducas e che quindi era parente dell'imperatore Alessio V Ducas. Qui si rifugiarono i bizantini che si trovavano nei Balcani, radunandosi tra l'attuale Albania e Grecia, ossia sull'Epiro, con capitale Arta. Gli altri due stati erano l'<b>Impero di Nicea</b>, che si trovava in Asia Minore con capitale Nicea, al comando della famiglia Lascaris e l'altro stato era l'<b>Impero di</b> <b>Trebisonda</b>, che si trovava in Anatolia, con capitale Trebisonda, al comando della famiglia dei Comneni. Questi tre stati <b>rivendicavano la corona imperiale bizantina</b>, tentando in tutti i modi di riconquistare Costantinopoli, e di togliere più territori possibili ai crociati, dell'impero latino. Ma l'impero di Trebisonda era tagliato fuori da questa lotta, visto che non confinava coi latini, mentre tra gli epiriani e niceani fu lotta aperta. In un primo momento sembrava scontata la vittoria epiriota, visto che avevano riconquistato la seconda città più grande dell'impero bizantino, Tessalonica, sotto il Teodoro Comneno Ducas e che nel 1227 si era nominato <i>basileus </i>dei romei. Aveva composto un enorme esercito e si era messo in marcia su Costantinopoli, riconquistando molti territori bizantini a scapito dei bulgari, ma quest'ultimi si riorganizzarono e sconfissero l'imponente esercito epiriota nel 1230 e così distrussero il sogno epiriota, condannando l'Epiro alla mercé di Nicea, e poi dei latini. La fine avvanne, per tutti e tre, nel 1479 con la conquista totale da parte degli ottomani.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>-</b> Il regno d'<b>Inghilterra </b>ed
il ducato di <b>Normandia</b> erano fino ad allora rimasti sotto il
governo della stessa persona, il re d'Inghilterra che era anche duca
della Normandia, della corona francese. Nel 1204 <b>Giovanni
d'Inghilterra</b>, discendente di quarta generazione da Guglielmo I
il bastardo/il conquistatore, <b>perde la sovranità </b>sulla parte
continentale del ducato a favore di Filippo II di Francia. Il resto
del ducato, noto come le Isole del Canale, rimarrà a Giovanni ed ai
suoi discendenti. Giovanni sarà poi protagonista, nel 1215, della
concessione della Magna Charta che rappresenterà la <b>prima</b>
forma di <b>costituzione</b> scritta concessa da un monarca nella
storia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal 1.205</b> - L' <b>imperatore bulgaro Kaloyan</b>
<b>sconfigge il nuovo impero latino</b> nella battaglia di
Adrianopoli . Suo nipote Ivan Asen II sconfiggerà il Despotato di
Epiros e farà di nuovo della Bulgaria un potere regionale. Durante
il suo regno, la Bulgaria si estende dall'Adriatico al Mar Nero e
l'economia prospera. Sotto Ivan Asen II, nella prima metà del 13°
secolo, il <b>secondo impero bulgaro gradualmente recupera gran parte
del suo potere</b> precedente, anche se ciò non durerà a lungo a
causa di problemi interni e invasioni straniere.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b>-</b> Nel 1205, con la<b> bolla </b>"<b>Etsi Iudaeos</b>", Innocenzo III elaborò giuridicamente la teoria della "<b>perpetua servitù</b>"<b> degli Ebrei</b> (riaffermata da papa Gregorio IX nel 1.234) con queste parole: «Furono condannati dal Signore, alla morte del quale contribuirono, come servi; almeno si riconoscano servi di coloro che la morte di Cristo fece liberi, rendendo loro servi». Secondo il papa gli ebrei erano come Caino il fratricida e contro di loro gridava il sangue di Gesù Cristo; non dovevano essere uccisi ma condannati a errare sulla terra come infelici vagabondi, finché non si fossero ravveduti e avessero cercato il Salvatore. Gli ebrei furono inoltre esclusi dall’agricoltura e dalle corporazioni e non restò loro che dedicarsi al commercio e all'artigianato.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIS0kI3CaWb1FQZF5qPSq98MP6xKnbLS6gIbdgYg1BLCQ6Bv8qMCNyoT3a0yaErajo8Gwn5CTIM-uAnyvwwUi4UeH6LZGnXBMCdBJBroEH-cygcHCzjQ1pKlqX-ygNu3_RSnvzizZGLfw/s1600/territori+catari.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIS0kI3CaWb1FQZF5qPSq98MP6xKnbLS6gIbdgYg1BLCQ6Bv8qMCNyoT3a0yaErajo8Gwn5CTIM-uAnyvwwUi4UeH6LZGnXBMCdBJBroEH-cygcHCzjQ1pKlqX-ygNu3_RSnvzizZGLfw/s320/territori+catari.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina delle città Càtare in
Occitania (regione Languedoc).</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
<br /></div>
<div style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
</div>
<b>Nel 1.209</b> - Ha luogo la <b>Crociata contro gli Albigesi o Càtari</b>. Papa<b> </b>Innocenzo III fu uno strenuo avversario delle <b>idee ritenute eretiche </b>che si stavano diffondendo in Europa: i <b>c</b><b>à</b><b>tari</b> (<b>o albigesi</b>) nel sud della Francia avevano fatto presa su gran parte della popolazione, dagli aristocratici ai ceti più umili, a causa della corruzione del clero locale, come ammise lo stesso pontefice. <b>Organizzò quindi una crociata contro di loro</b>. La crociata durò più a lungo del previsto, dal 1.209 al 1.244 (con la caduta dell'ultima piazzaforte sui Pirenei, il castello di Montségur), ma ebbe un risultato di annientamento quasi totale dei catari, se si eccettuano alcuni focolai clandestini superstiti in Lombardia e in Toscana. Il prezzo pagato era però l'essersi assunti, da parte della Chiesa, la responsabilità di massacri di ferocia inaudita, fra cui spicca il massacro di Béziers del 22 luglio 1.209, allorquando<b> i crociati massacrarono non meno di 20.000</b> abitanti fra uomini, donne e bambini. Le uccisioni e le devastazioni crearono il risentimento di intere popolazioni: Innocenzo, già deluso dall'esito della quarta crociata, ebbe una nuova preoccupazione. Solo gli esiti positivi della Riconquista in Spagna sembravano non aver tradito la parola "crociata". Il contrasto stridente era però visibile a tutti: l'eroe spagnolo contro i musulmani, il trionfatore della Battaglia di Las Navas de Tolosa del 1.212, Pietro II d'Aragona, fu ucciso infatti nella battaglia di Muret, mentre cercava di difendere la città di Montpellier dalla furia dei crociati. I <b>C</b><b>à</b><b>tari</b>, che divennero presto una forte minoranza, si erano diffusi in tutta l’Occitania occidentale (in quella orientale, l’eresia più diffusa era invece quella valdese). La loro fede era, nella sua versione più radicale, rigidamente manichea: il Bene e il Male erano principi eterni, coesistenti e antagonisti. Il regno del Male era il mondo, la materia, la carne (il non essere), creati da un Dio “straniero”, il <b><i>Rex Mundi</i></b>. Il regno del Bene (del Dio “legittimo”) era invece lo spirito (l’essere). L’anima dell’uomo era il campo di lotta tra il Bene e il Male. Soltanto sublimando i propri rapporti col mondo l’uomo poteva salvare la propria anima liberandola dalla catena delle reincarnazioni che la teneva legata al mondo. Naturalmente, i Càtari avevano un programma massimo e uno minimo. All’interno della loro chiesa erano sicuri di salvarsi soltanto i “perfetti”, i quali praticavano un rigido ascetismo che culminava talvolta nell’endura, il suicidio sacro ottenuto mediante il rifiuto del cibo. I Càtari, chiamati anche Albigesi perché assai numerosi nel territorio di Albi, costituivano col loro fervore e la loro estrema coerenza, un esempio e un pericolo per la chiesa ufficiale, sufficientemente corrotta. Il popolo era colpito, certo favorevolmente, da questo esempio di forsennata virtù. L’alta nobiltà e la ricca borghesia cittadina erano, da un lato, conquistate dalla vertiginosa teologia catara, dall’altro alquanto desiderose di mettere le mani sul patrimonio ecclesiastico. I Càtari si ritenevano, del resto, i veri cristiani della loro epoca e si denominavano, infatti, crestiani (càtari, cioè “puri”, dal greco katharoi). Condizione preliminare della salvezza dell’uomo era, infatti, anche per loro, la missione di Gesù che, grazie alla Passione, e qui la loro fede li distingueva dalla chiesa ufficiale, aveva meritato di divenire figlio di Dio (del Dio “legittimo”) “per adozione”.I Càtari aderivano alla loro chiesa mediante una sorta di professione di fede: il sacramento del<i> consolamentum</i>, un battesimo spirituale cui si sottoponevano in età adulta (astenendosi dai peccati della carne) e al quale si mantenevano, in genere, scrupolosamente fedeli.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU099PJJVMOexaV0fkrqkulsaC2e15-p5eHLLsCbZkLEJcVlZ2IsRfXlwUyVb7J6NP1Lx14KGE7J8UcUr0p7b_4-uOHGbK4jI5XlytQn6I6ACv8tMWo4PLa_qih-pYOvtbOL5sOT8uMA0/s1600/occitania+le+regioni.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU099PJJVMOexaV0fkrqkulsaC2e15-p5eHLLsCbZkLEJcVlZ2IsRfXlwUyVb7J6NP1Lx14KGE7J8UcUr0p7b_4-uOHGbK4jI5XlytQn6I6ACv8tMWo4PLa_qih-pYOvtbOL5sOT8uMA0/s320/occitania+le+regioni.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Cartina con le regioni dell' Occitania,
assoggettata da secoli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
dalla Francia. I territori Occitani
hanno i nomi in Occitano.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Clicca sull'immagine per ingrandirla.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
La sempre più evidente ostilità palesata dalla popolazione occitana nei confronti dei rappresentanti del potere cattolico e la concomitante diffusione di pratiche religiose alternative (il settarismo càtaro), indispettirono ben presto sia il papato che la corona francese, entrambe preoccupati di avere a che fare con un pericoloso crogiuolo di eresie religiose, politiche e anche culturali. Infatti, a gettare un ombra demoniaca sull’esistenza e sulle tradizioni occitane contribuì senz’altro lo strenuo orgoglio dei trovatori locali che, in quanto cantori di un amore libero, profondamente impregnato di umana e quasi pagana passione, respinsero con fermezza qualsiasi indottrinamento culturale, allontanandosi sempre più dai modelli narrativi e lirici di matrice cattolica. Stereotipi, questi ultimi, di un cantico d’amore squisitamente spirituale e casto: retaggio della tradizione cattolica alto-medioevale. E fu proprio in questo clima che andò caratterizzandosi l’autonoma e originale esistenza dei feudi meridionali francesi che aderirono all’eresia càtara (movimento religioso di origine bulgara, libertario e rigoroso al tempo stesso, naturalista, quasi pagano nella sua strana ritualità; ostile alla tradizione cattolica romana).<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisqe_lK_VQQxC7_JwPHuBP2n7kXRUYcVO88J0WwewdzoliF8CKoIg0dUBdh86cuODoxd2BuXCNkgV0vEiIIBgk5cy_N4X2qzaKuVEthdanSgHqOeatgADEAtjhBod_kMPiHzYDQ1vJsnpl/s1600/Sigillo+Raimondo+VI.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="143" data-original-width="143" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisqe_lK_VQQxC7_JwPHuBP2n7kXRUYcVO88J0WwewdzoliF8CKoIg0dUBdh86cuODoxd2BuXCNkgV0vEiIIBgk5cy_N4X2qzaKuVEthdanSgHqOeatgADEAtjhBod_kMPiHzYDQ1vJsnpl/s1600/Sigillo+Raimondo+VI.png" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Sigillo di Raimondo VI</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Conte di Tolosa (1156-1222).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sullo scudo appare la croce</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
d'Oc e, sulla destra, la stella.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il fenomeno càtaro intersecandosi con il principio di autonomia culturale sostenuto dall’intellighenzia occitana innescò un violento ed inevitabile scontro con la Chiesa che, dopo avere tentato di riportare alla ragione i prìncipi e gli esponenti dell’eresia del Midi, decise di passare alla forza, appoggiandosi alla nobiltà francese fedele al credo romano. Tra il 1.208 e il 1.242, le armate al comando dei prìncipi francesi fedeli al papato organizzarono una vera e propria Crociata contro i Càtari (o Albigesi) per estirpare al più presto quello che venne definito il “cuore ribelle di Francia”. Per tutto l’anno 1.208, gli emissari del Papa predicarono in Francia la crociata contro gli “eretici” (cioè l’invasione dell’Occitania). I francesi, guidati da Simone di Montfort, si trovarono così di fronte solo le scarse forze di Raimondo Trencavel, visconte di Albi, Béziers e Carcassona, e di Raimondo Ruggero, conte di Foix, che aderivano alla chiesa catara. Nel 1.209, all'inizio della nuova crociata, i “crociati” (di stirpe franca) prendono Béziers. Gli abitanti, riuniti nella cattedrale, vengono bruciati vivi, senza distinzione di fede, di sesso o di età. Il genocidio spirituale del popolo d’oc comincia così con un imponente genocidio fisico. Raimondo VI di Tolosa, che era nominalmente il signore di Trencavel, entra allora in guerra contro il Montfort che però consolida e amplia la propria conquista rinnovando i massacri.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpbIlfjxe01dPm8M207sqyn6_KfIq1WsZc0-HjUnU4F9OznQDBvApGFk15lgbWh_3-i4VKgrGvmwz8WUQQJa25_vfGGWRzv8Gw30wHifsFE1CdoSnIxDHsJmMMl8_D3frTDre7qP5sXb8X/s1600/Carta+Occitania+1209.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpbIlfjxe01dPm8M207sqyn6_KfIq1WsZc0-HjUnU4F9OznQDBvApGFk15lgbWh_3-i4VKgrGvmwz8WUQQJa25_vfGGWRzv8Gw30wHifsFE1CdoSnIxDHsJmMMl8_D3frTDre7qP5sXb8X/s320/Carta+Occitania+1209.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
L'Occitania nel 1209 con in verde i
possedimenti della contea</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
di Tolosa e in verde chiaro i territori
suoi vassalli, oltre ai</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
domini della corona d'Aragona con i
territori dei propri</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
vassalli. I casati di Tolosa e
d'Aragona avevano comunque</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
forti parentele. Clicca sull'immagine
per ingrandirla.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Il legato pontificio, sempre al suo fianco, lo sprona a non andare troppo per il sottile, a non distinguere tra Cattolici e Càtari: “<b>Uccideteli tutti, poi Dio sceglierà i suoi</b>…”. Montfort non si fa pregare e scaglia di persona contro le rocce un buon numero di neonati, rei soltanto di essere occitani. Nel 1.213 si compie intanto la breve unificazione occitanica. Il conte di Tolosa e i suoi feudatari, in segreto, giurano obbedienza al potente conte-re <b>catalano</b> Pietro II d’Aragona.<br />
Sembra che il nome <b>Catalogna</b>, confermato anche da recenti studi, derivi da "Gotia", esattamente dal latino <i>Gothia Launia</i>, cioè "terra dei goti" (<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Gotia" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wiki/Gotia</a>).<br />
Pietro entra subito in guerra contro i francesi.<br />
I catalano-occitani si battono, il 12 settembre 1.213, a Muret, contro i crociati. La battaglia sarà, inopinatamente, vinta dai crociati e lo stesso Pietro II cadrà sul campo. <b>L’unità occitana è fatta e disfatta nel giro di pochi mesi.</b><br />
<div style="text-align: right;">
</div>
<div>
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkbyF-MoeTckqIjXFLmjRJzxkut7iHgE2KOcw0k0c1dUtpCPJ7lW9XpeHCQX644c55YwuGNtAqKFFk1fOK2j9-eYABJRWJwh3B9wSTFoEb0XoeDor08QMpQxTVLF-Z-nyrmI3Fpb28nOwu/s1600/regno+occitano-catalano+1112-1213.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkbyF-MoeTckqIjXFLmjRJzxkut7iHgE2KOcw0k0c1dUtpCPJ7lW9XpeHCQX644c55YwuGNtAqKFFk1fOK2j9-eYABJRWJwh3B9wSTFoEb0XoeDor08QMpQxTVLF-Z-nyrmI3Fpb28nOwu/s200/regno+occitano-catalano+1112-1213.png" width="190" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta con i domini della corona</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
d'Aragona in Occitania nel</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1112-1213.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
I catalani tornano in patria. Le due nazioni saranno divise per sempre. Nel 1.216 gli occitani si sollevano in tutto il territorio. Raimondo VII varca il Rodano e riconquista Tolosa. Gli occitani si battono contro i francesi al grido di “Tolosa e Provença!”. Il vecchio conte Raimondo VI è richiamato dall’esilio aragonese. Simone di Montfort riorganizza le sue forze e attacca Tolosa, sotto le cui mura viene però sconfitto e ucciso nel 1.219. “Lo lop es mòrt, visca Tolosa ciutat radiosa!” (Il lupo è morto, viva Tolosa città radiosa!) grida il popolo esultante. Luigi VIII invade con un nuovo, poderoso esercito l’Occitania, conquistando Avignone, rifugio di catari e valdesi. Nel 1.242, Raimondo VII rialza però la testa. Fa giustiziare gli inquisitori reali di Avignone e riprende, a Narbona, il proprio titolo. Si allea col re d’Inghilterra (sovrano dell’Aquitania), con l’imperatore germanico (sovrano formale della Provenza) e col re di Aragona.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-ZnGCMiOpKyU/Tm_PCeiId-I/AAAAAAAAApY/B5tUs22TpHU/s1600/occ+band+buo.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://3.bp.blogspot.com/-ZnGCMiOpKyU/Tm_PCeiId-I/AAAAAAAAApY/B5tUs22TpHU/s1600/occ+band+buo.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
La bandiera Occitana.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Dopo una prima sconfitta nel Poitou, la lega si sfalda però come neve al sole. I francesi continuano la caccia agli eretici sul territorio conquistato. Nel 1.244 cade, sembra con l’aiuto di montanari baschi, il castello di Montsegur, dove si erano ritirati 200 “perfetti” col seguito. Verranno tutti arsi vivi in una radura vicina, chiamata ancora “lo prat dels cremants” (il prato dei bruciati). La caduta di Montsegur segna, per gli storici, la fine della Crociata degli Albigesi. Si sa tuttavia che l’ultimo ridotto cataro a cadere fu Queribus, nel maggio 1.255. Si calcola che gli occitani morti in conseguenza della crociata siano stati almeno 400.000 (quasi un sesto della popolazione). Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" style="font-weight: bold;" target="_blank">QUI</a>.<br />
<br />
<div>
</div>
<b>Dal 1.210</b> - "<b>Parzival</b>" è uno dei maggiori poemi epici medievali attribuito al poeta tedesco <b>Wolfram von Eschenbach</b>, che lo compose intorno al 1.210 e scrisse inoltre un'opera su Guglielmo di Gellone, o San Guglielmo d'Aquitania: "Willehalm". "Parzifal" è il primo Bildungsroman (romanzo di formazione), che narra le avventure di Parzival alla ricerca di una umanità interiore migliore, superiore in qualità agli ideali di vita cortese che i cavalieri dell'epoca seguivano. Nel suo romanzo epico, Wolfram cita i <b>Templari come i cavalieri che custodiscono il Santo Graal</b>, il castello del Graal e la <b>famiglia del Graal</b>. La fonte primaria del poema è l'incompiuto "Le Roman de Perceval ou le conte du Graal" di Chrétien de Troyes, di 12.000 versi, suddiviso in 16 canti; il "Parzival" è composto da 16 libri, a loro volta suddivisi in una trentina di stanze di distici in rima. Nella narrazione Parzival, un giovane pieno di ardore e assetato di avventure, giunge alla corte di Re Artù, e dopo alcune esperienze con i cavalieri, saranno gli insegnamenti di Trevrizent, suo zio eremita, ad indicargli la via della saggezza nell'andare in soccorso al re Amfortas che gli consegna il regno del Graal. Altro personaggio centrale del romanzo è <b>Gawain</b>, (<b>Galvano</b>, in italiano: la <b>spada nella roccia esiste</b> ed è in Italia, in Toscana, nell'Abbazia di San Galgano, edificata nell'ordine <b>cistercense</b> e situata tra i paesi di Monticiano e Chiusdino, 30 Km. a ovest di Siena) cavaliere di re Artù anch'egli, con tutta una serie di amori e avventure che si intrecciano.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: right;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-tP42vSStBcAND9HlpnQuTg8PJYo5QUt-nsdEKBimGFIqG2rwGn3GjoMX9pbv1LCXieT5-nM5Dy8wnHgKwrrWj96s8o1h4yW9O-kxk2s0lFa5PwrDU-XmSd5Wi5h-SR1B3U_XHcdILDSz/s1600/Reconquista+1212.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="315" data-original-width="606" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-tP42vSStBcAND9HlpnQuTg8PJYo5QUt-nsdEKBimGFIqG2rwGn3GjoMX9pbv1LCXieT5-nM5Dy8wnHgKwrrWj96s8o1h4yW9O-kxk2s0lFa5PwrDU-XmSd5Wi5h-SR1B3U_XHcdILDSz/s320/Reconquista+1212.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Le fasi della Reconquista di Spagna e
Portogallo all'Islam,</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
con evidenziata la battaglia a Las
Navas de Tolosa. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.212</b> - Nell'ambito della Reconquista, <b>sconfitta araba in Spagna</b> a Las Navas de Tolosa.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>In quello stesso anno avviene la <b>Crociata dei Fanciulli</b> <b>o</b> <b>dei Bambini</b>, nome dato ad una serie di eventi, reali o leggendari, avvenuti nel 1.212 dei quali esistono diversi resoconti spesso contraddittori e che sono tuttora materia di dibattito fra gli storici. La versione tradizionale afferma che nel maggio del 1.212 un pastorello dodicenne di nome Stefano proveniente dalla cittadina di Cloyes-sur-le-Loir, nei pressi del villaggio di Châteaudun nell'Orléans, si presentò alla corte di Re Filippo II di Francia affermando che Cristo in persona gli era apparso mentre conduceva le pecore al pascolo e gli aveva ordinato di raccogliere fedeli per la crociata, consegnandogli anche una lettera. Filippo II ordinò al fanciullo di tornare a casa, ma questi non si lasciò scoraggiare e iniziò a predicare in pubblico sulla porta dell'abbazia di Saint-Denis. Prometteva a quelli che si sarebbero uniti a lui che i mari si sarebbero aperti davanti a loro, come aveva fatto il Mar Rosso con Mosè e che sarebbero così arrivati a piedi fino alla Terra Santa. Il ragazzo iniziò a viaggiare per la Francia raccogliendo proseliti e facendosi aiutare nella predicazione dai suoi convertiti. Alla fine la Crociata partì verso Marsiglia. I piccoli crociati si precipitarono al porto per vedere il mare aprirsi ma, poiché il miracolo non avveniva, alcuni si rivoltarono contro Stefano accusandolo di averli ingannati, e presero la via del ritorno. Molti rimasero in riva al mare, ad aspettare il miracolo ancora per alcuni giorni, finché due mercanti marsigliesi (secondo la tradizione si chiamavano Ugo il Ferro e Guglielmo il Porco) offrirono ai fanciulli un "passaggio gratis". Stefano accettò di buon grado e così partirono sette navi con a bordo l'intero contingente di bambini. Due delle sette navi affondarono per una tempesta a largo dell'isola dei Ratti, vicino all'Isola di San Pietro (in Sardegna) e tutti i loro occupanti morirono affogati. I fanciulli superstiti furono consegnati dai mercanti di Marsiglia ad alcuni musulmani che li vendettero come schiavi. Secondo ricerche più recenti, nel 1.212 <b>vi furono in realtà due movimenti di persone</b>, uno <b>in Francia</b> e<b> </b>uno in <b>Germania</b>. La similitudine fra i due movimenti fece sì che nelle cronache successive le due storie si fondessero nella versione sopra descritta. Secondo alcuni l'espressione "crociata dei fanciulli" deriverebbe dal fatto che nei documenti si usa il termine latino <i>puer</i> (fanciullo) intendendo in realtà <b>povero</b> (<i>pauper</i>); il fatto che poi si sia parlato di "fanciulli" deriverebbe da un'interpretazione errata. A quanto pare i documenti dell'epoca insistono sulla<b> miseria dei pellegrini</b> e non sulla loro età. Il <b>primo movimento</b> fu avviato da un pastore tedesco di nome <b>Nikolaus</b> che guidò un gruppo di persone attraverso le Alpi nella primavera del 1.212. Circa 7.000 arrivarono a Genova verso la fine di agosto. Molti di loro tornarono in Germania, altri procedettero verso Roma, altri ancora si recarono a Marsiglia, dove probabilmente furono catturati dai mercanti di schiavi. <b>Nessuno di loro raggiunse la Terra Santa</b>. Il <b>secondo movimento</b> fu guidato da un pastore francese di nome <b>Stefano</b> di Cloyes che affermava di aver ricevuto da Cristo una lettera per il re di Francia. Attrasse una folla di circa 30.000 persone e si recò a Saint-Denis dove la leggenda racconta che fu visto compiere alcuni miracoli. Filippo II ordinò alla folla di tornare a casa e la maggior parte di loro seguì l'ordine. Non vi è menzione che questi volessero recarsi in Terra Santa. Le cronache successive "abbellirono" e fusero queste due vicende.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0mJJkwxHPH6iz-hK4p8aIo_KOY2iXcf1Vc-T801uE_kgjNGvo-5poJEXxOAto4XctxrnyNaujfnP30CD28AT3CumD5_sIW67R3jasySIehS1Jg7pxgAH7B6O8n7XXfiC2BoeILunsdoMl/s1600/Francia+1360.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="980" data-original-width="800" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0mJJkwxHPH6iz-hK4p8aIo_KOY2iXcf1Vc-T801uE_kgjNGvo-5poJEXxOAto4XctxrnyNaujfnP30CD28AT3CumD5_sIW67R3jasySIehS1Jg7pxgAH7B6O8n7XXfiC2BoeILunsdoMl/s200/Francia+1360.png" width="163" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Regioni nella Francia con<br />
Guienna e Aquitania inglesi<br />
da: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guienna#/media/File:Trait%C3%A9_de_Bretigny.svg" target="_blank">https://it.wikipedia.org/wi<br />ki/Guienna#/media/File:Trait%<br />C3%A9_de_Bretigny.svg </a> </td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.214</b> - I<b> rapporti</b> tra <b>Francia</b> ed <b>Inghilterra</b> nei secoli precedenti erano stati variegati e spesso conflittuali, sin da quando Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia e quindi vassallo del re di Francia, era asceso al trono inglese. Il matrimonio tra Enrico II d'Inghilterra ed Eleonora d'Aquitania nel 1152 aveva poi portato alla Corona inglese l'Aquitania e la Guienna, mettendo così in mano ai sovrani d'oltremanica, in qualità di feudatari, vasta parte del territorio francese. Lo stridente legame tra i vassalli inglesi e i re francesi sfociò in aperto conflitto quando Giovanni Senza Terra si schierò col nipote Ottone IV per la successione ad Enrico VI di Svevia mentre Filippo Augusto, impegnato nell'unificazione monarchica del territorio francese, appoggiava Federico II: con la vittoriosa <b>battaglia di Bouvines </b>(27 luglio 1214) ed il successivo <b>trattato di Chinon</b> (18 settembre del 1214) la Francia si riannetteva i possedimenti a nord della Loira (Berry, Turenna Maine e Angiò) mentre l'Inghilterra conservava in Francia solo l'Aquitania e il Ponthieu.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKWBg5NOS4TdZwS4nE7Gj-YUoq33sH3eG-yI4HE_94_4CmQGReIvBn8ehnfDOq6opzXqsw_e2EEZW7pon059amRjlAYT26eqSReOp6ItSZAIScz3nzM5fcKTxfFnUTLm3rgrPLRO8EJ1Q/s1600/europa+Magna_charta_cum_statutis_angliae_p1.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKWBg5NOS4TdZwS4nE7Gj-YUoq33sH3eG-yI4HE_94_4CmQGReIvBn8ehnfDOq6opzXqsw_e2EEZW7pon059amRjlAYT26eqSReOp6ItSZAIScz3nzM5fcKTxfFnUTLm3rgrPLRO8EJ1Q/s1600/europa+Magna_charta_cum_statutis_angliae_p1.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Una copia della "Magna Charta".</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b>Nel 1.215</b> - <b>Giovanni Senza Terra</b>, re d'Inghilterra, <b>concede la </b>"<b>Magna Charta</b>". Dopo il <b>Trattato di Costanza</b> fra i Comuni italiani uniti nella Lega Lombarda e l'imperatore Federico Barbarossa, il<b> secondo ordinamento giuridico-politico </b>che<b> limita i poteri del sovrano</b>. La Magna Carta (Magna Charta Libertatum) è un documento, scritto in latino, che il re d'Inghilterra Giovanni Senzaterra fu costretto a concedere ai baroni del Regno, propri feudatari diretti, presso Runnymede, il 15 giugno 1.215. Venne chiamata magna per tenerla distinta da un provvedimento minore, una charta rilasciata proprio in quegli anni per regolamentare i diritti di caccia. Quando Enrico II d'Inghilterra morì il 7 luglio 1.189, gli succedette il quarto dei suoi figli, Riccardo Cuor di Leone. Durante l'assenza di re Riccardo a causa della III crociata salì al trono il fratello minore Giovanni Senzaterra (John Lackland), chiamato così perché perse i suoi possedimenti in Francia, o forse perché essendo il quintogenito maschio, il padre Enrico non gli lasciò in eredità alcun possedimento territoriale. Giovanni, per difendere e poi riconquistare i possedimenti dei Plantageneti in Francia, dovette ingaggiare una guerra con il regno di Francia, finanziata tramite una forte tassazione dei suoi baroni, che ne denunciarono pubblicamente l'arbitrarietà, segnalando in particolare gravi abusi nell'applicazione dello scutagium. A causa dell'esito negativo della spedizione francese (le truppe inglesi, alleate a quelle dell'imperatore tedesco Ottone IV, vennero sconfitte a Bouvines nel 1.214) e della successiva rivolta dei baroni, che il 5 maggio 1.215 rifiutarono la fedeltà al re, Giovanni Senzaterra, durante l'incontro con i ribelli avvenuto il 15 giugno nella brughiera di Runnymede, si vide costretto, in cambio della rinnovata obbedienza, a una serie di concessioni che costituiscono il contenuto principale della Magna Charta. <b>La Magna Charta Libertatum è stata interpretata a posteriori come il primo documento fondamentale per il riconoscimento universale dei diritti dei cittadini</b>, sebbene essa vada inscritta nel quadro di una giurisprudenza feudale in cui, durante il XII e XIII secolo, la concessione di privilegi (libertates) da parte di sovrani a comunità o sudditi, offre altri esempi di natura analoga (Federico Barbarossa alla Lega Lombarda nel 1.183, il re Andrea II d'Ungheria ai loro vassalli nel 1.222). In sostanza la Magna Charta conferma i privilegi del clero e dei feudatari, eliminando o diminuendo l'influenza del re.</div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Tra i suoi articoli</b> ricordiamo:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- il divieto per il sovrano di imporre nuove tasse ai suoi vassalli diretti senza il previo consenso del "commune consilium regni" (consiglio comune del regno, formato da arcivescovi, abati, conti e i maggiori tra i baroni, da convocarsi con un preavviso di almeno quaranta giorni e deliberante a maggioranza dei presenti (articoli 12 e 14)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la garanzia, valida per tutti gli uomini di condizione libera, di non poter essere imprigionati senza prima aver sostenuto un regolare processo, da parte di una corte di pari, se la norma era incerta o il tribunale non competente, o secondo la "legge del regno" (articolo 39, in cui si ribadisce il principio del " habeas corpus integrum")</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- la proporzionalità della pena rispetto al reato (articolo 20)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- l'istituzione di una commissione di venticinque baroni, che, nel caso in cui il re avesse infranto i suoi solenni impegni, doveva fargli guerra, chiedendo la partecipazione di tutti i sudditi (articolo 61, in cui si manifesta il futuro principio della legittima resistenza all'oppressione di un governo ingiusto)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- l'integrità e libertà della Chiesa inglese (articolo 1), precedentemente messa in discussione sia dalla disputa tra Enrico II, padre di Giovanni, e l'arcivescovo di Canterbury Tommaso Becket sulla giurisdizione regia nelle cause criminali contro gli ecclesiastici, sia dall'iniziale mancato riconoscimento (compiuto solo dopo la scomunica da parte del papa Innocenzo III) dell'arcivescovo Stephen Langton (tra i maggiori ispiratori della Charta) da parte del re Giovanni. La Magna Charta regolamentava inoltre l'importante legge consuetudinaria detta "della foresta", abolendo i demani regi (in latino foreste) creati sotto il regno di Giovanni e le relative multe comminate ai trasgressori (articoli 47 e 48). In materia economica, la Charta faceva salve le "antiquas libertates" della città di Londra, dei borghi, delle ville e dei porti (articolo 13) e concedeva a tutti i mercanti, esclusi quelli provenienti da paesi in guerra con il re, il diritto gratuito di ingresso e di uscita dal paese (articolo 41); infine per agevolare il commercio, imponeva che in tutto il regno fossero adottate identiche misure per vino, birra e grano ed inoltre che le stoffe fossero confezionate in misure standardizzate (articolo 35). Benché la Magna Charta nel corso dei secoli sia stata ripetutamente modificata da leggi ordinarie emanate dal parlamento,<b> conserva tuttora lo status di Carta fondamentale della monarchia britannica</b>. Una copia ben conservata si trova nella cattedrale di Salisbury. Il documento, nella sua forma definitiva, fu redatto, dopo la morte di Giovanni, dal legato pontificio, Guala Bicchieri, dal Gran Giustiziere, Uberto di Burgh, e dal reggente di Enrico III d'Inghilterra, Guglielmo il Maresciallo.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>- </b>Nel<b> </b>novembre del <b>1.215,</b> <b>papa Innocenzo III </b>convoca il <b>IV concilio lateranense</b> (il dodicesimo concilio ecumenico), che emanerà settanta decreti di riforma. Tra questi viene definitivamente dichiarata la <b>superiorità della Chiesa</b> rispetto a qualunque altro potere secolare, quale unica depositaria della Grazia e esclusiva mediatrice tra Dio e gli uomini. Se da un lato<b> </b>si<b> istituisce</b> il tribunale dell'<b>Inquisizione</b> contro le eresie, dall'altro si<b> incoraggiano</b> le<b> predicazioni popolari</b>, legittimando gli Ordini mendicanti nella loro attività apostolica (come faceva <b>San Francesco</b>). Si decide inoltre una crociata generale in Terra Santa (la <b>quinta crociata</b>), poiché Gerusalemme era nelle mani dei musulmani.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.217</b> - Inizia la<b> Quinta Crociata</b>. Durante il papato di Innocenzo III, il Concilio Lateranense IV aveva deciso l'indizione di una nuova crociata. Federico II, in occasione della sua incoronazione a Rex romanorum, nel 1.215, giurò solennemente di prendervi parte, ma poi rimandò più volte, il che provocò tensioni con il papa. Papa Onorio III stabilì infine che la crociata dovesse aver inizio il 1º giugno 1.217. Oliviero da Courson iniziò a predicare la crociata in Francia, ma con scarso successo; al contrario Oliviero da Paderborn destò l'entusiasmo popolare nelle regioni al di là del Reno, che fino a quel momento avevano fornito pochi soldati, in primo luogo l'Austria e l'Ungheria, i cui sovrani <b>Andrea II d'Ungheria</b> e il duca <b>Leopoldo VI d'Asburgo</b> furono riconosciuti <b>capi della crociata</b>. Gli eserciti ungherese ed austriaco proprio il 1º giugno 1.217 salparono per Acri. I crociati, in gran parte, vennero trasportati via mare dai veneziani. I primi crociati giunti in Terrasanta iniziarono ad attaccare i musulmani, ma senza ottenere alcun risultato positivo, perché il nemico rimase asserragliato nelle sue fortezze, evitando scontri diretti. <b>Molti crociati decisero di tornare in patria, seguendo l'esempio del re d'Ungheria</b>; quelli rimasti decisero di attendere rinforzi per attaccare in seguito e nel frattempo fortificarono la città di Cesarea ed iniziarono la costruzione della fortezza di Castelpellegrino. Dopo l'arrivo di nuove milizie provenienti da tutto l'Occidente, <b>Giovanni di Brienne </b>convinse i crociati che sconfiggendo il sultanato degli Ayyubidi in Egitto si sarebbe aperta la strada per la riconquista di Gerusalemme. I crociati, infatti, avevano stretto un'alleanza con il sultano dei Selgiuchidi, che all'epoca dominavano l'Anatolia: mentre i crociati si sarebbero diretti a sud, in Egitto, i Selgiuchidi avrebbero mosso le loro truppe verso la Siria, attaccando su due fronti il sultanato degli Ayyubidi. Il 29 maggio 1.218 la flotta crociata raggiunse la città di Damietta, porto egiziano sul Mediterraneo, e la cinse d'assedio. Fin dall'inizio delle operazioni militari nacque il dissidio tra Giovanni di Brienne e Pelagio, il legato pontificio, aggregatosi da poco alla crociata. Quest'ultimo volle essere il comandante supremo ed inoltre si oppose all'annessione al regno di Gerusalemme delle terre egiziane eventualmente conquistate. Nel 1.219 <b>San Francesco d'Assisi</b> va<b> </b>Medio Oriente per condurre una precisa <b>azione missionaria</b>, in contrasto alla strategia delle milizie crociate.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIOeEg8iErGb6RvYmp6WvFpgm3ox_EBMJXY0OpPThu0yOh0nLyuGkUO_QIsBhxhHc1cxwsXkr00vmKD2uoe2c00hGg5ADrHWyN4Gh7NkrYS9VAvtxDA4v367rX2lt5_04v07q6ao6z0tY_/s1600/Quinta+crociata.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIOeEg8iErGb6RvYmp6WvFpgm3ox_EBMJXY0OpPThu0yOh0nLyuGkUO_QIsBhxhHc1cxwsXkr00vmKD2uoe2c00hGg5ADrHWyN4Gh7NkrYS9VAvtxDA4v367rX2lt5_04v07q6ao6z0tY_/s320/Quinta+crociata.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Carta con i percorsi di Bonifacio di
Monferrato nella IV</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
crociata in verde e di Giovanni di
Brienne nella V crociata</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
in fucsia, fino alla città di
Damietta.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Dopo aver chiesto il permesso al legato pontificio di avventurarsi nei territori musulmani, si recò dal Sultano ayyubide al-Malik al-Kāmil per dare testimonianza della fede cristiana. Ricevuto con grande cortesia dal Sultano ebbero un lungo colloquio, al termine del quale dovette tornare nel campo crociato. Il 5 novembre 1.219 <b>la città di Damietta fu conquistata dai crociati</b> e nell'anno successivo si provvide a rafforzarne le difese. Il 27 agosto 1.221 però, i crociati che si accingevano a penetrare nel delta del Nilo vennero sconfitti ad al-Mansūra da truppe fresche provenienti dalla Siria e dalla sagace strategia del sultano e di suo fratello al-Ashraf di Damasco, che minacciarono di rompere le dighe impantanando di fatto il pesante esercito cristiano. Visti i crescenti problemi logistici, <b>Damietta fu sgomberata </b>in settembre, e<b> i crociati </b>si ritirarono senza aver raggiunto <b>alcun risultato</b>. <b>Federico II</b>, per via della sua mancata partecipazione, si vide addossare la <b>responsabilità</b> del <b>fallimento</b> dell'impresa. Con il trattato di San Germano del 1.225, si impegnò ad intraprendere una <b>nuova crociata</b>, al più tardi entro il 1.227, la cosiddetta sesta crociata.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Nel 1.219 </b>- In Serbia, Sava
(Rastko, il figlio minore di Stefan Nemanja, più noto con il nome di
Sava), riconosciuto come metropolita della <b>Chiesa serba diventata
indipendente</b>, incorona il fratello Stefan come Stefan II; di
fatto si tratta di una seconda incoronazione, dal momento che il papa
Onorio III aveva già inviato, nel 1217, una corona reale a Stefan
II, sperando invano di riunire la Chiesa serba a quella di Roma. </div>
<br />
<b>Nel 1.220</b> - <b>Federico II</b> Hohenstaufen è <b>incoronato imperatore</b> del Sacro Romano Impero.<br />
<b><br /></b>
<b>Nel 1.223</b> - Grande <b>invasione della Russia da parte dalle armate mongole</b> comandate da Subotai e Jebe, esperti ufficiali <b>di Gengis Khan</b>. Fu essenzialmente un raid esplorativo che sfociò nella battaglia del fiume Kalka, nell'attuale Ucraina Sud-orientale, fra le truppe di Gengis Khan e l'alleanza fra i principi russi con i loro alleati Polovzi Qipchaq. Con lo sterminio della nobiltà russa e dei loro migliori guerrieri, la vittoria dei mongoli fu quasi totale. Inoltre, prima della battaglia, lungo le sponde del mar d'Azov, <b>i mongoli conobbero alcuni mercanti veneziani </b>che lì gestivano un avamposto mercantile e si resero conto che da loro avrebbero potuto ottenere tutte le informazioni che avessero desiderato su territori e popolazioni europee. Da parte loro <b>i veneziani si assicurarono l'esclusiva dei commerci </b>con l'estremo oriente e <b>chiesero di escludere</b> categoricamente, da questi commerci,<b> i loro rivali genovesi</b>.<br />
<b><br /></b>
<b>Nel
1.227</b> - <b>Muore</b> Temujin, chiamato <b>Genghis Khan</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdZfzkTQ4SZBD5sRZun86t3uYDO3gIUnnamykYGhNpgmIuWStoCCie-TFB9LPkqIvquYSg9fxZ3uxdmjwI-goQizyP9cAX_v8cnoG3otd31B4LEb3m2JeNNK93_q3KwJswBZqFYYT-ROM_/s1600/mongol1.gif" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="576" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdZfzkTQ4SZBD5sRZun86t3uYDO3gIUnnamykYGhNpgmIuWStoCCie-TFB9LPkqIvquYSg9fxZ3uxdmjwI-goQizyP9cAX_v8cnoG3otd31B4LEb3m2JeNNK93_q3KwJswBZqFYYT-ROM_/s200/mongol1.gif" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La suddivisione dell'impero di<br />
Gengis Khan fra i suoi quattro<br />
figli da: <a href="https://mtwitalia.freeforumzone.com/discussione.aspx?idd=7144859" target="_blank">https://mtwitalia.free<br />forumzone.com/discussione.<br />aspx?idd=7144859</a></td></tr>
</tbody></table>
Per
un paio di anni rimane reggente dell'<b>impero mongolo</b> (o <b>tartaro</b>
come era chiamato dagli europei al tempo delle invasioni mongole),<i>
ad</i> <i>interim</i> (provvisorio), Tolui, il suo figlio più
giovane di Gengis Khan e della moglie Börte, in attesa del Kuriltai,
il concilio politico militare dell'aristocrazia mongola, del 1229,
che eleggerà Ögödei come secondo Gran Khan. I territori
dell'impero andavano dalla Siberia all'Oceano Pacifico. Gengis Khan
aveva avuto da varie mogli e concubine numerosi figli e figlie, a
ciascuno dei quali vennero assegnati titoli e guerrieri, ma per i
quattro figli maschi avuti dalla prima e principale moglie Börte
furono riconosciuti i più alti onori ed il diritto di successione
per le cariche più rilevanti, ed erano:<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
-
Djuci, il maggiore, morto prima del padre nello stesso anno, la cui paternità
sul figlio Batu veniva messa in dubbio, così che gli saranno
assegnate le terre più lontane tra quelle conquistate, il Khanato
dell'<b>Orda d'Oro </b>(conosciuto anche come Khanato Kipchak), a sud
della <b>Rutenia</b>.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
-
Chagatai (secondo in linea di discendenza), considerato una "testa
calda", che ottenne l'Asia centrale ed il nord dell'Iran,
l'Ilkhanato di Persia.
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
-
Ögödei ottenne la Cina con la Dinastia Yuan (1271-1368) ed il
titolo del padre, divenendo così Gran Khan.</div>
-
Tolui, il più giovane, ricevette le terre natie dei Mongoli, il
Khanato Chagatai nell'Asia Centrale, e suo figlio sarà Kublai Khan,
di cui <b>Marco Polo</b> diventerà ambasciatore.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvSo4gCD_GxyXK_2p6DZjpLQvhY5ln1eXpvQ3cbmgko2yg-HNys_Y3td-RGth6eprnURTONunqnrESaOJ_mQvpJSzD8jxU_7JHh6eyVlRn87_Zcxat42yCCOgh3TP-3CGRjzGo16GksK_l/s1600/rutenia+Kievan_Rus_en.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="607" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvSo4gCD_GxyXK_2p6DZjpLQvhY5ln1eXpvQ3cbmgko2yg-HNys_Y3td-RGth6eprnURTONunqnrESaOJ_mQvpJSzD8jxU_7JHh6eyVlRn87_Zcxat42yCCOgh3TP-3CGRjzGo16GksK_l/s200/rutenia+Kievan_Rus_en.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Rus' di Kiev o Rutenia, da: <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Kievan_Rus_en.jpg" target="_blank">https:<br />//commons.wikimedia.org/wiki<br />/File:Kievan_Rus_en.jpg</a></td></tr>
</tbody></table>
<b>- </b>Nel febbraio del 1.227, il primogenito di Gengis Khan, Djuci, che avrebbe ereditato la
parte più occidentale dell'impero mongolo, il Khanato Kipchak
chiamato in seguito l'<b>Orda d'Oro</b> (la riunificazione di Orda
Blu e Orda Bianca, rispettivamente i khanati imperiali dei territori
occidentali l'uno e orientali l'altro, unificati ai territori
centroasiatici nativi dei Mongoli), muore prima del padre e la sua eredità sarà assunta dal figlio <b>Batu</b>.<br />
Questi farà
propri i progetti di espansione ad ovest decretati dal nonno Temujin,
il gran khan.<br />
La
struttura di base dei mongoli, almeno fino a Gengis Khan, era l'<b>ordu</b>,
l'<b>accampamento</b>, il nucleo della tribù, conservatosi nella
denominazione, anche dopo la costituzione dello sterminato impero. Le
popolazioni mongole occidentali erano conosciute in Europa come
<b>tatari </b>o, storpiando il nome,<b> tartari</b>.<br />
.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinDdSmU3Ol2gw1qwhe1VMUmB_OzAlJgOOt4TcNfjEIq-yv8caRdY3gNa8BrvlSU3i8ryLUTlRum9-nhbsqTSBehHp0fWE4xKK4Tt5CJlKrDF22NQjbMTxqhpilJ5ryVbaL74nor64SBTRg/s1600/Federico+II+di+Svevia.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinDdSmU3Ol2gw1qwhe1VMUmB_OzAlJgOOt4TcNfjEIq-yv8caRdY3gNa8BrvlSU3i8ryLUTlRum9-nhbsqTSBehHp0fWE4xKK4Tt5CJlKrDF22NQjbMTxqhpilJ5ryVbaL74nor64SBTRg/s200/Federico+II+di+Svevia.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
Federico II di Svevia.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b></b><b>Dal 1.228</b> - La <b>Sesta Crociata</b> ebbe luogo tra il 1.228 e il 1.229 ed ebbe come <b>assoluto protagonista Federico II di Svevia</b>, re di Sicilia e di Germania, imperatore del Sacro Romano Impero. Fu l'unica crociata pacifica, risolta per vie diplomatiche, evitando lo scontro militare. A dispetto di ciò, fu anche quella che ottenne le maggiori conquiste territoriali per lo schieramento crociato. Dopo il fallimento della quinta crociata, l'imperatore Federico II fu esortato da Onorio III a guidare una crociata in Terrasanta (come promesso al pontefice dopo la sua incoronazione nel 1.220) ma per motivi politici ne aveva più volte ritardato l'inizio. Nel 1.223 Federico rinnova il voto fatto, ma rimanda la partenza per problemi sorti nei suoi territori siciliani. Il papa è sempre convinto che per poter vincere gli islamici e riconquistare Gerusalemme è fondamentale che a capo della spedizione vi sia l'imperatore. Per convincere ed esortare Federico all'impresa, il papa nel novembre del 1.225 riesce a combinare il matrimonio dell'imperatore con Isabella, figlia di Giovanni di Brienne, re di Gerusalemme. Ma quando nel 1.227, a causa di una malattia, fu costretto a rimandare la crociata ancora una volta, venne scomunicato da papa Gregorio IX. Ciononostante, l'anno successivo, Federico si recò a Gerusalemme, mentre il Papa lo definiva “Anticristo”. La crociata fu preceduta da un'accorta fase preparatoria, su un terreno squisitamente diplomatico: nell'estate 1.227, Federico II aveva inviato Berardo di Castagna, arcivescovo di Palermo a lui fedelissimo, in missione diplomatica in Egitto, insieme a Tommaso I d'Aquino, conte di Acerra recando con loro ricchissimi doni, tra cui pietre preziose e un cavallo sellato d'oro. Berardo aveva il delicato compito di saggiare le interessanti prospettive di intesa appena apertesi con il <b>sultano </b>ayyubide, il <b>curdo al-Malik al-Kāmil</b>. Federico era cresciuto nella Palermo normanna di Ruggero II, in un ambiente “multiculturale” impregnato di influssi arabi. Parlava fluentemente l'arabo, e a stento il tedesco. Giunse in Terrasanta accompagnato dalle sue guardie del corpo musulmane, in uno sfarzo di tipo orientale, distinguendosi così da tutti i crociati che lo avevano preceduto. L'imperatore si era messo in viaggio con un esercito relativamente ridotto, ed era giunto ad Acri nel settembre 1.228. L'11 febbraio 1.229 concluse un accordo con al-Malik al-Kāmil, <b>nipote di Saladino</b> e Sultano ayyubide, che con Federico aveva dei buoni rapporti di amicizia diplomatica (vista anche la vicinanza tra Sicilia e costa africana): i cristiani avrebbero riavuto Betlemme, Nazaret, Lidda, Sidone e Toron (oggi Tibnin), oltre a Gerusalemme, ad eccezione della spianata del Tempio e della moschea al-Aqsà. Ai musulmani era però permesso di accedervi (pace di Giaffa) in quanto considerato luogo santo anche da essi. Gerusalemme inoltre veniva ceduta smantellata e indifendibile. Il 18 marzo 1.229 Federico II ricevette la corona di re di Gerusalemme grazie al precedente matrimonio con Isabella II di Brienne (che ormai era già defunta), nonostante l'opposizione del clero locale e di quasi tutti i grandi feudatari; lo stesso patriarca non riconobbe l'incoronazione e lanciò l'interdetto su Gerusalemme. Sul piano formale non si trattava di un'autentica incoronazione, in quanto Federico era colpito da una scomunica che non gli permetteva di partecipare a cerimonie religiose né di ricevere benedizioni. Il <b>trattato di pace</b> fu una dimostrazione dell'apertura e della <b>tolleranza di Federico II verso gli Arabi e l'Islam</b>. Il sultano al-Malik al-Kāmil aveva anche motivi politici per intavolare trattative con i cristiani, perché stava preparando una campagna contro suo fratello al-Mu'azzam di Damasco e non voleva essere disturbato da eventuali iniziative dei crociati. Il <b>trattato è di rilevanza mondiale e unico ancor oggi</b> per il compromesso tra gli interessi dell'Oriente e quelli dell'Occidente. Tra le sue conseguenze vi fu un<b> aumento enorme degli scambi culturali e commerciali tra Levante e Europa</b>. Esso, però, poté reggere solamente fintanto al-Malik al-Kāmil rimase in vita e Federico II riuscì ad esercitare la propria influenza sul regno di Gerusalemme. I loro discendenti non fecero nulla affinché il contrasto tra mondo cristiano e mondo islamico non si acuisse nuovamente. Federico rimase per alcuni mesi in Terra Santa, cercando senza successo di mettere ordine nella devastata situazione del regno. Probabilmente all'inizio c'era la volontà di governare il suo impero dalla nuova sede di Gerusalemme ma dopo alcuni mesi, visto che il suo clamoroso successo gli aveva attirato solo critiche, visto che continuava ad essere scomunicato e che le rivolte continuavano in tutto l'impero, decise di lasciare la Terrasanta il 1º maggio 1.229. Il rapporto con il papato, però non migliorò granché: il papa era deluso dalla vittoria effimera e dall'essere in balìa dei musulmani di una Gerusalemme smilitarizzata, senza mura e indifendibile. Inoltre il papa non vedeva di buon occhio la soluzione diplomatica, che non era nei suoi piani; anche l'incoronazione di Federico da scomunicato non gli fu gradita. Ma la ragione forse più importante era il risentimento del papa per il nuovo successo di quell'imperatore ormai molto scomodo che originariamente doveva, nelle intenzioni papali, mettersi in difficoltà con la crociata, magari sparire dalla scena come era accaduto al nonno di Federico, il Barbarossa. Il risultato fu la paradossale crociata proprio contro Federico II. Solo nel 1.230, con il Trattato di San Germano, fu revocata la scomunica a Federico II. Questa crociata viene talvolta contata come quinta: in questi computi non si considera infatti la fallita crociata del 1.217-1.221.<br />
<br />
<b>-</b> Nel 1.228 la <b>Serbia</b> completa la
propria riorganizzazione attorno alla Raška, che diventa il centro
di maggiore importanza durante il regno dei figli di Stefan II:
Radoslav (1227-1233), Vladislav (1233-1243) e Uroš I (1243-1276). La
<b>dinastia dei Nemanjic</b> riesce a tenere la Serbia<b> distante
dalle crisi </b>che all'epoca devastano i Balcani ed a mantenere il
<b>Principato indipendente</b>. Durante il regno di Stefan VI Uroš II
(1282-1321) e di Stefano VII Uroš III (1321-1331), la Serbia estenderà il suo potere in Macedonia e in Bulgaria.<br />
<div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s1600/Banner+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="928" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioti5yOpqQZZ_NBLzpbaT_AEtPzv3ezSiZAduqc16hNAfzOyaKWXf1Wk0IDnn8oRZd1GJ4vT3B_s1L6PYwlQ5xi1S8KLJ7rtyLAGNwnFlguD-V6-VYrUV-ZJzhQXJLIXtvWLwz_nqXU-RY/s400/Banner+Storia.png" width="400" /></a></div>
<b>Indice del blog</b> "<b>Storia</b>":<br />
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente<br />
perdita della sovranità italiana" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2018/11/1992-il-meccanismo-politico-economico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/06/le-guerre-coloniali-del-regno-ditalia.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/05/le-cause-della-prima-guerra-mondiale.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Occitani: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/occitani-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Celti: storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/celti-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Liguri: storia e cultura" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/01/liguri-storia-e-cultura.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:</div>
cattolica, universale e teocratica" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/11/breve-storia-del-cristianesimo-da-setta.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca<b> <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/08/nascita-della-setta-dei-cristiani.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/03/storia-degli-storici-delloccidente.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
</div>
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2015/05/evidenze-storiche-nel-mito-della.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2015/10/ebrei-storia-e-cultura.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2016/02/variazioni-del-clima-dallultima.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-5-dal-1914-al-2014-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-4-dal-1096-al-1914-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-3-dal-90-al-1096-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-2-dal-1200-pev-al-90.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-1-dalla-formazione.html" target="_blank">QUI</a> </b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n78-dal-2010-al-2014.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n77-dal-2003-al-2010.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n76-dal-1992-al-2003.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n75-dal-1978-al-1992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n74-dal-1948-al-1978.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n73-dal-1940-al-1948.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n72-dal-1922-al-1940.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n71-dal-1918-al-1922.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n70-dal-1913-al-1919.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n69-dal-1897-al-1913.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><span id="goog_1397973204"></span><a href="https://www.blogger.com/"></a><span id="goog_1397973205"></span><br />
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n68-dal-1861-al-1897.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n67-dal-1800-al-1861.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n66-dal-1776-al-1800.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n65-dal-1707-al-1776.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2020/05/storia-delleuropa-n64-dal-1642-al-1707.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n63-dal-1543-al-1642.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/10/storia-delleuropa-n62-dal-1519-al-1543.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n60-dal-1453-al-1519.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/05/storia-delleuropa-n60-dal-1416-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/04/storia-delleuropa-n59-dal-1324-al-1453.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n58-dal-1251-al-1324.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n57-dal-1228-al-1251.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n56-dal-1204-al-1228.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n55-dal-1189-al-1204.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n54-dal-1145-al-1189.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n53-dal-1102-al-1145.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/03/storia-delleuropa-n52-dal-1096-al-1102.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n50-dal-1075-al-1095.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n49-dal-1034-al-1073.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n48-dal-992-al-1034.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n47-dall-879-al-992.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n46-dall-827-all-879.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n45-dal-759-all-827.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n44-dal-680-al-759-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n43-dal-600-al-680-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n42-dal-554-al-600.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n41-dal-538-al-554-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n40-dal-493-al-538-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n39-dal-452-al-493-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n38-dal-415-al-452-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n37-dal-391-al-415-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n36-dal-374-al-391-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n35-dal-326-al-374-ev.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n34-dal-313-al-326-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n33-dal-286-al-313-ev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-257-al-286-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-193-al-257-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca <b><a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-161-al-193-ev-dc.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-dal-90-al-161.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n28-dal-50-al-90-ev-dc.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/02/storia-delleuropa-n28-dal-49-al-27-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n27-dal-49-pev-ac-al.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n26-dal-73-al-49-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n25-dal-91-al-73-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n24-dal-146-al-91-pev.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-301-al-146.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n22-dal-367-al-301.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n21-dal-404-al-367.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n20-dal-450-al-404.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n19-dal-500-al-450.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n18-dal-540-al-500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n17-dal-650-al-540.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dal-753-al-650.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n15-dall-850-al-753.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n14-dal-1150-all-850.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n13-dal-1200-al-1150.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n12-dal-1320-al-1200.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n11-dal-1550-al-1320.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n10-dal-1680-al-1550.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n9-dal-1900-al-1680.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n8-dal-2500-al-1900.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n7-dal-3500-inizio.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/stiria-delleuropa-n6-dal-6000-al-3500.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="https://storianet.blogspot.com/2019/01/storia-delleuropa-n5-dal-15000-all-8000.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dal-40000-al-pev-ac.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca <a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-130000-anni-fa.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
<div>
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-da-2500000-anni-fa.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca <b><a href="http://storianet.blogspot.it/2014/12/storia-delleuropa-dagli-albori-del.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s1600/7+banner+x+Storia.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="197" data-original-width="659" height="95" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTaikPJsgCG1L_L8zhmcpU8qSAUOIupsYNR1Mqza6GZPgHOpXnFrFlsOa2cRzRPiKmfNZ6W6Pnoqfp7B3V7VvSjQa0c6zvaqHpb9IWIF19Fbo_TFrm_lzkKy0lfk4FC-PP4pl0651VuTx/s320/7+banner+x+Storia.png" width="320" /></a></div>
<b>Da altri 7 blog</b>:<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca<b> <a href="https://movipolis.blogspot.com/2017/12/massoneria-storia-e-costumi.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nell%27Italia%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Il%20pensiero%20nel%20mondo%20contemporaneo" target="_blank"><b>QUI</b></a><span style="font-weight: normal;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: start;">
<div style="margin: 0px;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: start;">
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca <a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Italia%20Contemporanea" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: start;">
<div>
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/La%20politica%20nell%27Europa%20contemporanea" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Musica%20interpreti%20video%20testi%20e%20storia" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
<div>
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale<br />
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2018/12/la-via-suprematista-dellasse-franco.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca <a href="https://movipolis.blogspot.com/2014/12/lunione-europea-le-origini-i-moventi-la.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca <b><a href="http://economiawork.blogspot.it/search/label/Storia%20dell%27Economia%20Politica" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per "Scienze: Informatica" clicca <a href="https://culturaprogress.blogspot.com/search/label/Scienze%3A%20Informatica" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/stelle-e-costellazioni-visibili-nel.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/02/precessione-degli-equinozi-ed-era.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/search/label/Astrologia%20evolutiva%20progressiva%20oroscopo%20numerologia" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Satir-Oroscopo" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca <b><a href="https://lestelleinterra.blogspot.com/2014/03/il-feng-shui-scuole-della-bussola-e-del.html" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca <b><a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/chakra-o-centri-energetici-fisici-dove.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Pietre%20e%20Cristalli" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca <b><a href="http://pietreterra.blogspot.it/search/label/Aforismi%20Foto%20e%20Frasi%20dei%20Nativi%20Americani%20%28gli%20Indiani%20d%27America%29" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
<div>
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca <a href="https://pietreterra.blogspot.com/search/label/Nativi%20Americani%3A%20Personaggi%20di%20spicco" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/tribu-personaggi-e-cultura-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca <a href="http://pietreterra.blogspot.it/2014/02/culture-e-aree-culturali-dei-nativi.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
</div>
<div>
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2015/01/oroscopo-degli-alberi-celtico.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Croce Celtica" clicca <a href="http://lestelleinterra.blogspot.it/2014/03/croce-celtica.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Celti" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Celti" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca <b><a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebraico-Cristiani" target="_blank">QUI</a></b><br />
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Romani" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca <b><a href="http://movipolis.blogspot.it/search/label/Politica%20nell%27antica%20Roma" target="_blank">QUI</a></b></div>
<div>
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Greci" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca <a href="http://culturaprogress.blogspot.it/search/label/Cultura%20degli%20antichi%20Ebrei" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/tartesso-prima-i-liguri-poi-fenici-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><b></b><br />
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/listino-prezzi-dei-nostri-prodotti-di_22.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/09/lolio-doliva-taggiasca-parametri-e.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2014/03/pista-ciclo-pedonale-nella-riviera-dei.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2020/05/sulle-datazioni-nel-manoscritto-anonimo.html" target="_blank"><b>QUI</b></a></div>
<div>
Per "Sanremo: favolose origini e tesori nascosti" clicca <a href="https://sanremomediterranea.blogspot.com/2013/08/favolose-origini-e-favolosi-tesori.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "Il passaggio di Ercole (Heràcle) dal ponente ligure" clicca <a href="https://piazzasanremo1.blogspot.com/2019/11/il-passaggio-di-ercole-heracle-dal.html" target="_blank"><b>QUI</b></a><br />
Per "La vita nel Mar Ligure e nelle acque della Riviera dei Fiori" clicca <b><a href="http://sanremomediterranea.blogspot.it/2016/09/vita-nel-mare-ligure-della-riviera-dei.html" target="_blank">QUI</a></b></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
andrea.bonaveri@gmail.comhttp://www.blogger.com/profile/09913840941682797231noreply@blogger.com0