Cartina della Francia nel 1477.
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Comunque, la guerra dei Cent’anni non è stata soltanto una guerra tra la Francia e l’Inghilterra, ma anche una lunga lotta di resistenza degli Occitani occidentali contro l’annessionismo Francese. E’ un esercito Guascone, e non Inglese, quello che, dopo tante vittorie, viene distrutto dai Francesi a Castillon, nel 1.453.
L'antica Costantinopoli.
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Philippe de Mazerolles: "L'assedio
di Costantinopoli",
dalla Chronique de Charles VIII di Jean
Chartier, 1470 c.,
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- Durante l'assedio di Costantinopoli, Costantino XI aveva affidato a Lucas Notaras la zona della porta Basilica (o Imperiale), al comando di 100 cavalieri bizantini e alcuni latini. Secondo alcuni soldati, egli lasciò una porticina aperta sulle mura in modo che gli ottomani potessero entrare, essendo stato corrotto dal sultano Mehmed II. Infatti dopo poco tempo dall'inizio dell'assedio, la bandiera turca fu innalzata sulla torretta sopra la porta di Kerko, difesa dagli uomini del Notaras. Questa voce, tuttavia, non fu mai confermata e potrebbe essere anche una calunnia. Bisogna comunque sottolineare che durante l'ultima battaglia si verificò un alterco tra Giovanni Giustiniani Longo e Lucas Notaras, per il fatto che quest'ultimo non riusciva a procurare la promessa polvere da sparo per l'uso dei cannoni; Giovanni estrasse il coltello e lo puntò minacciosamente verso Lucas Notaras accusandolo di essere un traditore. Altro elemento sospetto è il fatto che Lucas Notaras comandava la parte delle mura che per prime furono sconfitte dalla marina ottomana. Luca Notara, sua moglie Paleologina e i suoi figli furono catturati dagli ottomani e inizialmente fu loro concessa clemenza in nome del ristabilimento dell'ordine in città. Ciò nonostante, dopo poco fu giustiziato insieme ai suoi figli e il genero che faceva parte della famiglia dei Cantacuzeni (penultima famiglia imperiale bizantina). Il racconto più diffuso sulla morte di Lucas Notaras è quello dello storico Steven Runciman: «La clemenza che Mehmet II aveva concesso ai ministri (superstiti) dell'Imperatore Costantino XI Paleologo fu di corta durata. Cinque giorni dopo che Costantinopoli era caduta, il 3 giugno del 1453 Mehmet II diede un banchetto. Nel corso del banchetto, quando il livello del vino bevuto era molto, qualcuno bisbigliò a Mehmet che il figlio quattordicenne di Notara era un ragazzo di bellezza eccezionale.
Il sultano immediatamente incaricò un eunuco di andare alla casa del Mega Dux per richiedere che suo figlio andasse da lui per il suo piacere. Notara, a cui i figli più anziani erano stati uccisi in combattimento, rifiutò di sacrificare suo figlio a un tal destino. La polizia ottomana allora andò a prendere Notara con suo figlio e il suo cognato, il figlio del grande domestico Andronico Cantacuzeno, e li portò alla presenza del sultano. Quando Notara sfidò ancora il sultano, la risposta di questi fu sanguinosa: ordinò che lui ed i due ragazzi fossero decapitati sul posto. Notara chiese solamente che i due ragazzi fossero uccisi prima di lui, per impedire che la vista della sua morte rischiasse di farli titubare. Quando entrambi furono uccisi, Notara offrì il collo al boia. Il giorno seguente altri nove notabili bizantini furono arrestati e giustiziati.» Steven Runciman, The Fall of Constantinople 1453, Cambridge University Press, 1969, pg. 151. C'è anche un'altra versione della morte di Luca Notara, scritta da un componente della famiglia dei Ducas. (Ducas, Historia turco-bizantina 1341-1462, a cura di Michele Puglia, il Cerchio, Rimini). La moglie morì schiava sulla strada per Adrianopoli, nella città di Messene. Due membri della sua famiglia figurano tra i passeggeri di una nave genovese che sfuggì alla caduta della città. La figlia Anna divenne con la zia il punto focale della comunità bizantina espatriata a Venezia. Una collezione di lettere del Lucas Notaras in latino è stata pubblicata in Grecia con il titolo Epistulae. I titoli delle lettere sono: "Ad Theodorum Carystenum", "Scholario", "Eidem", "Ad eundem & Sancto magistro Gennadio Scholario". Notara figura come personaggio nel libro Johannes Angelos dall'autore finlandese Mika Waltari.
Il sultano immediatamente incaricò un eunuco di andare alla casa del Mega Dux per richiedere che suo figlio andasse da lui per il suo piacere. Notara, a cui i figli più anziani erano stati uccisi in combattimento, rifiutò di sacrificare suo figlio a un tal destino. La polizia ottomana allora andò a prendere Notara con suo figlio e il suo cognato, il figlio del grande domestico Andronico Cantacuzeno, e li portò alla presenza del sultano. Quando Notara sfidò ancora il sultano, la risposta di questi fu sanguinosa: ordinò che lui ed i due ragazzi fossero decapitati sul posto. Notara chiese solamente che i due ragazzi fossero uccisi prima di lui, per impedire che la vista della sua morte rischiasse di farli titubare. Quando entrambi furono uccisi, Notara offrì il collo al boia. Il giorno seguente altri nove notabili bizantini furono arrestati e giustiziati.» Steven Runciman, The Fall of Constantinople 1453, Cambridge University Press, 1969, pg. 151. C'è anche un'altra versione della morte di Luca Notara, scritta da un componente della famiglia dei Ducas. (Ducas, Historia turco-bizantina 1341-1462, a cura di Michele Puglia, il Cerchio, Rimini). La moglie morì schiava sulla strada per Adrianopoli, nella città di Messene. Due membri della sua famiglia figurano tra i passeggeri di una nave genovese che sfuggì alla caduta della città. La figlia Anna divenne con la zia il punto focale della comunità bizantina espatriata a Venezia. Una collezione di lettere del Lucas Notaras in latino è stata pubblicata in Grecia con il titolo Epistulae. I titoli delle lettere sono: "Ad Theodorum Carystenum", "Scholario", "Eidem", "Ad eundem & Sancto magistro Gennadio Scholario". Notara figura come personaggio nel libro Johannes Angelos dall'autore finlandese Mika Waltari.
- Giovanni Giustiniani Longo, Podestà di Caffa ed Ammiraglio della Repubblica di Genova, trovò precoce morte l'11 giugno del 1453 a Chio, per le gravi ferite riportate durante la difesa di Costantinopoli e del suo amico personale Costantino XI.
Antonio Rizzo, a capo di un vascello veneziano, era partito dal mar Nero per Venezia ma, sotto Costantinopoli, non fermandosi al posto di blocco ottomano, fu cannoneggiato dalle terribili bombarde di Urbano di Transilvania. Raggiunta la costa assieme ad alcuni superstiti, fu catturato ed impalato, mentre i suoi uomini venivano massacrati dai Giannizzeri ottomani. La vicenda sconvolse ed indignò l'Occidente cristiano e il vacillante Impero d'Oriente e, a seguito di essa, la Serenissima intervenne in favore dei Bizantini, pur mantenendo relazioni diplomatiche con i Turchi.
- I Giannizzeri (dal turco ottomano: Yeniçeri, "nuova milizia", detti anche Beuluk) costituivano la fanteria dell'esercito privato del sultano ottomano, il c.d. Kapıkulu. Orhan I, secondo sultano dell'Impero ottomano, fu il fondatore del corpo dei Giannizzeri, formato inizialmente con personale non musulmano, specialmente giovani cristiani e altri prigionieri di guerra (mamelucchi). È possibile che Orhan sia stato ispirato dal modello delle futuwwa (ordini cavallereschi o religiosi islamici) nell'organizzazione di questo corpo militare. I Giannizzeri formarono il primo esercito regolare ottomano, che andò a rimpiazzare le precedenti truppe tribali, su cui non era possibile fare totale affidamento. Va inoltre precisato che, per ragioni di orgoglio sociale, nessun uomo libero dell'Impero avrebbe accettato di combattere nella fanteria, essendo l'impiego del cavallo un simbolo della posizione aristocratica. Con l'aumentare del prestigio e dell'importanza dei Giannizzeri, molti di essi iniziarono a desiderare maggiori diritti e una vita migliore. Nel 1449 si ribellarono per la prima volta, chiedendo e ottenendo paghe più alte. Episodi simili si ebbero più volte anche nei secoli successivi, con l'effetto di aumentare considerevolmente il benessere e i privilegi di questo corpo militare. Giunsero in più occasioni a perturbare gravemente la vita dell'impero, riuscendo per tre volte anche a destituire gli stessi sultani (il segno dell'inizio della ribellione era il rovesciamento della grande marmitta in cui era cotto il rancio dei soldati,[4] qazan, simbolo della coesione del corpo): casi celebri sono quelli di Osmān II nel 1622, Ibrāhīm nel 1648 e Selim III nel 1808. Con l'accumularsi di poteri e ricchezze i Giannizzeri si trasformarono in una forza fortemente conservatrice all'interno della società ottomana, solo formalmente soggetta all'autorità del sultano, formando una casta chiusa corrotta e parassitaria sull'omologo della Guardia pretoriana o delle Scholae palatinae nel tardo Impero romano, o dei Samurai sul finire del periodo di governo dello Shogunato Tokugawa. Alcuni sultani e visir ottomani dell'epoca, nel tentativo di attuare la riforma dell'esercito, ancora drammaticamente legato al servizio servile a favore del sultano, cercarono di recuperare il controllo del territorio fondando corpi di fanteria alternativi costituiti da gruppi di coscritti presi dalle zone rurali e addestrati secondo il modello europeo (il Nizam-ı Jedid). Questi nuovi corpi di fanteria vennero puntualmente disarmati e sterminati ancora in fase di costituzione proprio dai Giannizzeri, gelosi delle proprie prerogative e timorosi di potenziali rivali. Ciò non impedì, tuttavia, l'ammodernamento della flotta e dell'artiglieria ottomana da parte del sultano, che i giannizzeri - a torto - non percepivano come una minaccia al proprio potere.
Il sultano Murads con
alcuni Giannizzeri,
immagine di G. Jansoone
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dominio, da:
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Sandro Botticelli: "La Nascita
di Venere" (1483-85).
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- Tra Mehmet II (Maometto II) e la Repubblica di San Marco si giunge a un trattato di pace (del 1454), che si rivelerà nei fatti una semplice tregua: il sultano riattaccherà ben presto le posizioni veneziane dal Peloponneso alla Crimea, spingendo l'offensiva fino al Friuli. Contro le molte posizioni perdute, Venezia entra in possesso di Cipro e alla fine del Medioevo è la città cosmopolita più importante e ammirata d'Europa. L'urbanizzazione della laguna aveva richiesto modifiche idrauliche radicali, che spiegano l’assetto moderno, ad opera degli ingegneri veneziani del tardo Medioevo e del Rinascimento, preoccupati ad operare numerose diversioni delle foci fluviali (Po, Brenta, Bacciglione, Sile, Piave) per scongiurare il rischio dell’eccessivo apporto solido nelle lagune e il loro fatale interro. Nel XV secolo il territorio della Repubblica di Venezia si estende dall'Adda all'Istria e da parte dell'attuale provincia di Belluno, al Polesine veneto. Ma la decadenza comincia già a farsi sentire da eventi storici come l'accrescersi della potenza ottomana e la scoperta dell'America. Chiusa nel bacino del Mediterraneo, Venezia ne risente le irreversibili conseguenze e finisce per volgere i suoi interessi economici verso l'entroterra.
Nel 1.455 - Il regno inglese,
dopo la guerra dei cent'anni ebbe poco tempo per risollevarsi prima
dello scoppio della guerra delle due rose (1455-1485), un
susseguirsi di guerre civili per il trono tra il Casato dei Lancaster
ed il Casato di York, rami diversi della casa regnante dei
Plantageneti a cui appartenevau Edoardo III. Il nome della
casata deriva dal nome latino della ginestra, planta genistae,
il cui fiore fu adottato come simbolo araldico da Goffredo V il
Bello. In seguito il nome Plantageneto fu nuovamente assunto dalla
dinastia dei re d'Inghilterra a partire dal XV secolo: il primo a
usarlo fu Riccardo, terzo duca di York, padre di Edoardo IV e
Riccardo III, il quale apparentemente lo aveva assunto nel 1448. I
Plantageneti sono più o meno impropriamente chiamati anche Angioini
per il fatto che i loro progenitori furono i conti di
Angiò, ma per distinzione degli storici, il termine Angioino
viene solitamente attribuito solo ai membri delle successive casate
capetinge che governarono l'Angiò. La linea degli Angiò-Plantageneti
viene poi fatta risalire ad un oscuro nobile, Ingelger, in
latino Ingelgerius (Rennes, 845 - Tours, 888), visconte d'Angers, di
Tours e d'Orléans che in seguito acquisì la Contea d'Angiò.
Ingelger nacque in Bretagna, probabilmente a Rennes, verso l'845, e
secondo il Chronicon Turonensis, era parente di Ugo l'abate
(nepos Hugonis ducis Burgundiæ), marchese di Neustria, conte
d'Angiò, di Auxerre, di Nevers e di Tours, che fu anche arcivescovo
di Colonia, potente personaggio nella corte di Borgogna dell'epoca,
in quanto figlio del primo conte di Borgogna Transgiurana, Corrado I
e fratello del secondo conte di Borgogna Transgiurana, Corrado II. Fu
il capostipite della prima casa d'Angiò come padre del primo conte
d'Angiò, Folco I d'Angiò e i membri della famiglia furono anche
chiamati Ingelgeridi. La seconda casa d'Angiò, detta anche dei
Plantageneti, che succedette agli Ingelgeridi, discese da un ramo
femminile della dinastia, quando tutti i rami maschili si erano
estinti e quindi fu anche un ascendente della casa reale inglese dei
Plantageneti. Nella guerra delle due rose, alla fine dei
conflitti la corona era in possesso di un discendente per parte
femminile dei Lancaster che sposò la figlia maggiore del leader
degli York. Enrico VII d'Inghilterra e Elisabetta di York fondarono
così la dinastia dei Tudor,
che rimase sul trono dal 1485 al 1603.
Dal 1.456 - Fra il 1456 ed il
1457 i Turchi ottomani invadono la Grecia
e conquistano Atene mentre un'altra armata, muovendo da
Tessalonica, risale fino a Belgrado dove è respinta dalle truppe
crociate europee del generale Jànos (Giovanni) Hunyadi e dal frate
francescano Giovanni da Capestrano. In quei mesi si spengono il
Despota serbo Giorgio Brankovic, referente della corrente magnatizia
incline agli Ottomani contro la fazione degli
aristocratico/latifondisti, e il re d'Ungheria Ladislao Postumo. Al
primo succede inizialmente il primogenito Lazzaro e in seguito il
fratello Stefano, che era stato esiliato quando Mehmet II aveva
conquistato la fortezza di Semendria, mentre al trono del regno
d'Ungheria salirà Mátyás Hunyádi o Mattìa Corvino, figlio del Generale Jànos Hunyadi.
- Nel 1456, tre anni dopo la conquistata di Costantinopoli, gli ottomani minacciarono l’Ungheria con l’assedio di Belgrado. János Hunyadi decise subito un’altra campagna contro i Turchi ed invase la Rumelia ottomana ma, colpito dalla peste diffusasi nel suo accampamento, morì. Solo la strenua resistenza degli ungheresi nell'assedio di Belgrado del 1456 e quindi la prigionia in Francia e in Italia del principe Cem, fratello di Bayazid II, permetterà una pausa di circa 70 anni nell'espansione ottomana verso i regni dell'Europa centrale. Ciò non impedirà comunque al sultano ottomano Mehmet II di annettersi la Grecia (nel 1456), la Morea o Peloponneso (nel 1460), l'Impero di Trebisonda (nel 1461) i Beylik di Anatolia non ancora sottomessi (nel 1472), le colonie genovesi del Mar Nero (nel 1475), l'Albania (nel 1479) oltre a incursioni in Friuli e l'invasione delle Puglie con la presa di Otranto nel 1480.
Nel 1.457 - Dopo essersi espanso progressivamente sotto Roman I e i suoi successori, il Principato di Moldavia sotto Ștefan cel Mare (Stefano il Grande, 1457-1504), il più conosciuto principe moldavo, arriva a formare un vasto dominio che comprendeva il territorio tra i Carpazi a ovest, il fiume Nistro a est, il Mar Nero a sud, e la Bucovina a nord.
- Da http://www.italiamedievale.org/sito_acim/contributi/guerre_ottomano_ungheresi.html: Mátyás Hunyádi o Mattìa
Corvino, figlio di János Hunyadi, nato a Kolozsvár verso il 1440 e morto a Vienna nel
1490, ottiene il trono ungherese nel 1457, mentre è ancora a Praga,
prigioniero del re di Boemia Giorgio di Podebrady. Finalmente tornato
in una Ungheria indebolita da contrasti oligarchici e sostenuto dallo
zio materno Michele Szilàgyi nella lotta alla Nobiltà, aizzata da
Federico III e dagli hussiti penetrati nei territori del Nord,
Corvino visse i suoi primi anni di regno nella contesa dinastica col re boemo. Incaricò dell'azione antiturca Vlad III di Valacchia, rimosse le
turbolenze interne e, consolidata la sicurezza e l'ordine attraverso
adeguate riforme sociali ed economiche, si dette alla espulsione dei
nemici dalle province meridionali. Dopo averli sconfitti, nel
dicembre del 1463 occupò la fortezza bosniaca di Jaice e, nell'anno
successivo, appoggiato da Pio II intraprese la campagna santa contro
Maometto II. Nel 1468, previa promessa successoria
da parte di Federico III e di Papa Paolo II, riprese l'attività di
contrasto anti-hussita e guerreggiò ancora con Giorgio di Podebrady
finché, il 3 maggio del 1469, penetrato in Moravia, fu eletto re di
Boemia dai cattolici e mosse guerra anche ai polacchi, dopo che il
rivale aveva designato al trono Ladislao, figlio di Casimiro IV di
Polonia. Austria, Boemia, Valacchia e Polonia si coalizzarono allora
contro l'Ungheria: Corvino annientò il fronte ostile attorno a
Breslavia e salvò il regno dall'invasione. Col Trattato di Olomouc
del 1478, mantenne la titolarità dei territori boemi già occupati e
nel 1479, nella battaglia di Kenyérmezei affrontò Maometto II
riassumendo il pieno controllo dei territori danubiani. Aspirando
alla tiara imperiale si armò poi, contro gli Asburgo e nelle
quattro spedizioni comprese fra il 1477 ed il 1485 occupò la Stiria
e l'Austria meridionale, inoltrandosi fino a Vienna. Nel 1481,
infine, intervenne contro le incursioni condotte dai Turchi in
Italia, riconquistando Otranto, occupata l'anno precedente;
minacciando Istanbul e inserendosi nella contrapposizione tra Bayezid
III e Cem, figli del vecchio Sultano. Il successo della campagna,
considerato come un abbandono del conflitto antiottomano, gli procurò
la dura opposizione del Primate di Strigonia Giovanni Vitéz ed
allarmò gli Elettori del sacro romano imperatore che nel 1486, si affrettarono ad eleggere al
soglio dell'Impero Massimiliano, figlio di Federico III. La comune
esigenza di contrastare le velleità turche favorì, tuttavia,
l'avvicinamento fra gli Asburgo e Mátyás Hunyádi che nel 1490,
improvvisamente morì. Per il talento militare, diplomatico,
politico, legislativo e per la cultura e la sensibilità di mecenate, divenne una delle più attraenti figure del Rinascimento: alla
sua Corte di Buda conversero le più prestigiose espressioni
dell'arte e, nella grande biblioteca Corvina, furono raccolti
moltissimi e lussuosi codici realizzati a mano da copisti italiani.
Proprio con l'Italia egli ebbe stretti rapporti per effetto delle
nozze con Beatrice, figlia del Re di Napoli Ferdinando d'Aragona. Gli
successe Ladislao II di Boemia, della famiglia degli Jagellone, con
l'intento di istituire un solido fronte ungherese-boemo-polacco
che contenesse le ulteriori aggressioni ottomane.
Mátyás Hunyádi o Mattìa Corvino,
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Nel 1.460 - Massicci contingenti
turchi occupano il Despotato bizantino di Morea, o
Peloponneso, vanamente difeso dalla Serenissima.
Nel 1.461 - Mehmet II si
impadronisce anche dell'Impero di Trebisonda, sul mar Nero,
dove il suo ultimo Signore, David, è decapitato. Dopo aver
conquistato tutti i vari territori dominati dalle famiglie imperiali
bizantine, il Sultano guarda all'Anatolia ove le diverse
Signorie (i Beylik), già unificate dal suo antenato Beyazit I
il Fulmine, si erano frantumate a seguito della sconfitta inflittagli
da Tamerlano, nella Battaglia di Ankara del 1402 e le riunisce
sotto il proprio dominio. È
allora che Mehmet II (Maometto II) persegue l'idea di diventare un
nuovo Cesare conquistando Roma, chiamata dagli ottomani Kizil
Elma, ovvero “La Mela Rossa”, per ricostruire sotto il
proprio dominio, oltre all'impero romano d'oriente, anche la culla
dell'antico Impero romano. Allarmato, Pio II bandisce una crociata
cui si rende disponibile la sola Venezia, mentre Mehmet II occupa
Argo con altri porti nella Morea (il Peloponneso) e prende Corinto,
recuperata e nuovamente perduta dai Veneziani, dopodicché ritenta
l'impresa balcanica, invadendo Kosovo, Serbia e Bosnia. La tensione si fa altissima per le
apprensioni della Repubblica veneta riguardo alla Dalmazia: la
imponente presenza ottomana incombeva a Nord dei Balcani, in Boemia,
e alle spalle di Venezia, nelle città portuali della Croazia. Mehmet II è sempre più deciso,
intanto, ad occupare anche l'Albania per vendicare il
padre dall'affronto rivoltogli dall'Atleta di Cristo Castriota
Skënderbeu. Sempre più determinato a spazzare il Cristianesimo e
sempre più risoluto ad espugnare l'Occidente e Roma, pur già
sconfitto nel 1452 dagli eserciti di Vlad III di Valacchia, il
Sultano sferra l'attacco alla fortezza albanese di Krujë.
A fronte della ferma resistenza del
Castriota, manda ambascerie a proporgli una tregua sulla base
dell'uti possidetis, con la subdola intenzione di romperla nel
momento in cui fosse stato in forze. Mentre la si discute,
l'Ambasciatore Monsignor Giovanni Navarro informa il leader albanese
dell'intento del Papa a porlo a capo di una nuova crociata,
per cui i Principi cristiani respingono all'unanimità la proposta
turca e riprendono la guerra. Così Mehmed II si riorganizza ponendo
Sinan Pascià, Hussein Bey, Jussuf Pascià, Karagià Pascià alla
guida di un imponente esercito prima di richiedere un ulteriore
armistizio, che gli Albanesi subordinano all'immediato abbandono
turco delle albanesi Sfetigrad e Berati. Siglato l'accordo del 27 aprile del
1461 in accoglimento delle pressioni di Pio II e certo della
ambiguità della Serenissima e della necessità di sostenere le
ragioni ereditarie degli Aragonesi, già impegnati contro i Turchi e
nell'espulsione dei Mori dalla Spagna, Castriota Skënderbeu salpa da
Durazzo a bordo dell'ammiraglia Drin in direzione delle coste
italiane per sostenere Ferdinando di Napoli nella rivolta delle
Baronie inclini al pretendente angioino al trono.
Nel 1.462 - Il 18 agosto ad
Orsara di Puglia, Castriota Skënderbeu conclude la sua
spedizione contro gli antagonisti di Ferdinando di Napoli ed è
raggiunto dalla notizia che due armate turche, comandate da da
Hussein-Bey e Sinan-Bey, si dirigono sull'Albania: tornato in patria,
le sconfigge a Skopjë, imponendo a Mehmed II il trattato di pace
della primavera del 1463. Il progetto di crociata, invece, è
avversato dal Consiglio di Guerra che non ritiene utile riattizzare
l'ostilità turca; tuttavia, il Primate di Durazzo Paolo Angelo
rileva che al nemico non occorrano pretesti per muovere una nuova
guerra quando abbia ricompattato le energie necessarie: in quel caso,
quali speranze di rivalsa avrebbe avuto l'Albania se anche Roma, come
già Costantinopoli, fosse caduta? Si trattava, dunque, non solo di una
lotta per la Patria e per la libertà, ma anche di una lotta per la
fede. Tuttavia il 14 agosto del 1464, lasciata Krujë e puntando su
Durazzo per accoglievi il Papa in arrivo da Ancona, Castriota
Skënderbeu è raggiunto dalla notizia della morte di Pio II. La circostanza è favorevole a Mehmed
II che, vista sfumata la progettata crociata, in settembre
scatena una dura offensiva attraverso Sceremet-Bey e il rinnegato
albanese Ballaban Pascià. Anche questa impresa si risolve nella
umiliante sconfitta ottomana al lago di Ocrida, reiterata da
un nuovo tentativo di assedio di Krujë della primavera del 1466. Furioso, allora, Mehmed II punta
su Sfetigrad ma è circondato ed annientato mentre il suo
Generale Jakup Arnaut Bey viene decimato a Berati. Tuttavia, ancorché
vittoriosa, l'Albania era in ginocchio e il Sultano,
rinfrancato dai buoni risultati conseguiti in Serbia, Bosnia,
Trebisonda, Morea e Romania, riorganizza le fila: a metà giugno di
quell'anno circonda di nuovo Krujë, affidando le operazioni di
assedio a Ballaban Pascià e massacrando a Modriç circa trentamila
persone senza distinzione di sesso ed età, mentre Castriota
Skënderbeu a Roma, viene accolto come un eroe da Paolo II, che gli
concede i richiesti aiuti.
- Nel 1.462 la lunga decadenza economica che aveva colpito l’area di
Barcellona in seguito alla peste nera e la diversificazione fra le
esigenze del ceto mercantile, bisognoso di sostegno e di pace, da
quelle del re d’Aragona, sempre più bisognoso di denaro e
di incassare tasse per la propria politica militare ed
espansionistica in Italia, raggiunge il culmine con lo scoppio
della guerra civile fra i sostenitori di Giovanni II
d’Aragona, padre di Ferdinando e i grandi mercanti che dominavano
la società catalana. In quella situazione era fondamentale per
Giovanni II rafforzare la posizione della monarchia e il modo
migliore per farlo era maritare il figlio Ferdinando con l'erede del
traballante trono castigliano, Isabella.
Nel 1.467 - I Turchi
incalzarono marciando su Alessio, Scutari e Durazzo per fiaccare
Venezia e privare il leader albanese dell'ultimo alleato, ma sono
nuovamente sconfitti. Ma per la piccola regione, arginare la
incessante pressione era ormai sempre più difficile: l'ansia fu
condivisa dal Doge veneziano, che incaricò Francesco Capello Grimani
di trattare un'alleanza, che non fu discussa.
Nel 1.468 - Il 17 gennaio, dopo
aver tenuto in scacco i Turchi per vent'anni, Castriota Skanderbeu si
spegne ed i suoi partigiani riparano in Italia, mentre finalmente i
Turchi prendono gran parte dell' Albania. Si spostano in Montenegro
nel 1470, espugnandone la capitale ed uccidendone barbaramente il
Governatore veneziano e irrompono in Friuli nel 1472, con panico di
tutto l'Occidente, battendovi le truppe austro/serbe e sfasciando
l'infelice sodalizio stipulato da Venezia col Sultano del Montone
bianco, Uzum Hasan, per invadere il territorio anatolico.
Assoggettano quindi la Cilicia e con indicibili crudeltà ed orrori,
soverchiano i Turcomanni di Persia nel 1473. Malgrado l'essere stati sconfitti da
Stefano il Grande nella Battaglia di Vaslui del 1475, l'anno dopo
schiacciano i Moldavi nella Battaglia di Valea Alba ed espellono nel
1478 la Serenissima da Scutari, imponendole ad Istambul il 25 gennaio
del 1479, un disonorevole trattato di pace. Infine conquistano
definitivamente Krujë, mutandole il nome in Ak Hissar e
massacrandone la popolazione. Non c'erano, dunque, forze sufficienti
a condizionare l'irriducibile Sultano, cui restava da realizzare solo
il grande sogno di entrare in Roma ora che i confini del suo Impero
avevano obbligato la frastornata e sbigottita Comunità
internazionale a riconoscere lo Stato ottomano come una
straordinaria realtà politico-militare.
- Nel 1.468 la Castiglia, su cui regna Enrico IV, vive una fase
d’instabilità visto che il re è obbligato a riconoscere le
pretese al trono della sorella Isabella di Castiglia mentre
preferirebbe assicurare invece la successione al trono alla figlia
Juana “La Beltraneja” e dare la sorella Isabella in sposa al re
del Portogallo, Alfonso V. Isabella di Castiglia preferisce invece il
giovane Ferdinando d’Aragona, dalla fama di valoroso condottiero,
rispetto al vecchio re Alfonso V, potente, ricco e potenzialmente in
grado di ripudiarla al primo guaio. Ma doveva agire in fretta, prima
che Enrico IV cambiasse idea sulla propria erede. Da qui il
matrimonio clandestino del 1469 con il rischio del carcere per lei e
della vita per lui.
Nel 1.469 -
Il 19 di ottobre, i due giovani Isabella di Castiglia e
Ferdinando d’Aragona, i futuri “Reyes Catòlicos”,
si sposano, pur essendosi conosciuti di persona solo pochi
giorni prima, giungendo nella città castigliana di Valladolid, in
clandestinità e in povertà, con un re disposto a far incarcerare la
sposa, sua sorella ed erede e a eliminare di nascosto il giovane
principe suo sposo. Con denaro preso in prestito e grazie al via
libera di una falsa bolla papale, la mattina del 19 ottobre 1469, in
casa di amici fedeli, si uniscono in nozze i primi sovrani di ciò
che sarebbe divenuto il Regno di Spagna.
I re cattolici, da: https://www.lacool tura.com/2018/11/isabella-di-castiglia -ferdinando-aragona/ |
Nel 1.476 - L'8 novembre Vlad III Țepeș Dracula occupa la capitale valacca Târgovişte, dove incontra Stephen V Báthory. I due si giurano fedeltà eterna l'uno all'altro e si impegnarono anche a perseguire una grande crociata contro i turchi. L'11 novembre, Stephen Báthory riferisce ai funzionari della città di Sibiu che la maggior parte della Valacchia è nelle mani di Dracula e aggiunge che "tutti i boiardi a parte due sono con noi" e "anche questi ultimi si uniranno presto a noi". Il 16 novembre Bucarest è espugnata dall'esercito di Stephen Báthory e il 26 novembre Dracula è ristabilito come voivoda di Valacchia per la terza volta.
Carta della Russia dal
XIII al XVI secolo,
con l'espansione
dal 1300 al 1586. |
Dal 1.479 - Quando il re di Castiglia Enrico IV venne a sapere del matrimonio fra Isabella e Ferdinando, ne fu così sconvolto da riconoscere subito come propria erede l’illegittima Juana “La Beltraneja”. Di fatto ciò diede il via a una lunga guerra di successione al trono castigliano, a cui porre termine non bastò neppure la morte, nel 1474, di Enrico IV, sostituito poi da re Alfonso V, subito sollecito nell’appoggiare le pretese dinastiche di Juana “La Beltraneja”, che il re Alfonso V aveva pensato bene di sposare. Grazie all’audacia e al valore militare del novello sposo Ferdinando, che subito si dimostrò un’eccellente comandante, in grado di tenere testa sia ai riottosi nobili castigliani che sostenevano le pretese di Juana, sia alle armate di Alfonso V, entro la fine del 1479 “La Beltraneja” era sconfitta e l’unione delle due corone era suggellata in Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, primi sovrani di ciò che sarebbe stata la Spagna.
- Nel 1479, Stephen V Báthory di Ecsed (in ungherese Báthory István, in rumeno Ştefan Báthory, 1430-1493) è nominato governatore della Transilvania e alla fine dell'agosto del 1479 una spedizione ottomana dalla Bosnia, comandata da dodici pascià, invade la Transilvania con una forza di 43.000 uomini. I Turchi si spostarono molto velocemente attraverso quelle terre, saccheggiandole e lasciando a Báthory poco tempo per radunare la sua milizia a Sibiu. Pál Kinizsi, il Ban di Timişoara, promise di aiutare Báthory. Mentre Báthory si avvicinava a Sebeş , Ali Bey , uno dei pascià turchi, aveva eretto un campo in una pianura tra Mureş e Sebeş, ignaro che anche Kinizsi stesse andandogli contro. Il primo mattino del 13 ottobre, Báthory apparve sulle "altezze oltre il ruscello" e Ali fu costretto ad organizzare un eventuale ritiro e l'evacuzione del suo bottino. Báthory ordinò al suo esercito di prepararsi per la battaglia: i suoi 3.000 sassoni transilvani , sostenuti da una seconda linea di transilvani valacchi , componevano il fianco destro della formazione, sul fiume Mureş , mentre gli ungheresi componevano il fianco sinistro. Lui e la sua pesante cavalleria erano posti nel mezzo. I capi ottomani erano in disaccordo e i loro preparativi per la battaglia tardavano. Aspettando, Báthory, fiducioso che Pál Kinizsi arrivasse da un momento all'altro, diede l'ordine di attaccare. I sassoni della Transilvania aprirono l'attacco, ma furono respinti, i transilvani ebbero lo stesso destino, con molti feriti o uccisi. Báthory quindi caricò con la sua pesante cavalleria, ma cadde da cavallo, cosa che allarmò i suoi compagni, che lo interpretarono come un cattivo presagio e gli consigliarono di tornare indietro o di ritirarsi in montagna. Ignorò il loro consiglio e, a capo della sua cavalleria, caricò la prima linea ottomana con grande forza. Ali quindi caricò con la sua cavalleria in una feroce battaglia che durò per tre ore. Báthory fu gravemente ferito, sanguinava per sei ferite. Il suo cavallo fu ucciso sotto di lui. Circondato da un muro di cadaveri e rimanendo a malapena in vita, stava per perdere la battaglia quando l'esercito di Pál Kinizsi, il Ban di Timişoara, apparve sulla collina, annunciando il suo arrivo con tamburi e trombe. Circa 900 serbi sotto Demeter Jakšić , assistiti da numerosi cortigiani del re, si lanciarono contro i turchi che, presi di sorpresa, furono massacrati dal furioso Kinizsi. Dopo un rinnovato attacco, si riuscì così a salvare Báthory. I pochi turchi sopravvissuti al massacro fuggirono sulle montagne, dove la maggioranza fu poi uccisa dalla popolazione locale. Ali, che parlava rumeno, indossò dei vestiti da contadino e fuggì in Valacchia . Circa 30.000 turchi morirono nella battaglia, mentre Báthory perse 8.000 ungheresi e circa 2.000 sassoni e valacchi della Transilvania. I due comandanti banchettarono insieme alle loro truppe, con Kinizsi che ballava con un turco morto come compagno. Ştefan Báthory fu in seguito accusato di usare eccessiva crudeltà contro i Székely in Transilvania e fu deposto da Vladislao II nel 1493. Morì poco dopo ma la sua famiglia tornerà a governare come Voivodi e poi come principi della Transilvania.
Nel 1.480 - Il 28 luglio, Mehmed
II muove verso l' Italia dal mare e occupa Otranto:
da poco elevato alla carica di 'sançak bey' di Valona, il suo
Generale Gedik Ahmed Pascià sferra una violenta offensiva alle coste
pugliesi, accampando pretestuosi diritti turchi sull'eredità dei
Principi di Taranto, ma di fatto aspirando ad aprirsi un corridoio
per raggiungere Roma e demolire il potere del Re Ferrante di Napoli.
La traversata del Canale fu garantita dalla cauta neutralità
veneziana: il 29 luglio, il presidio militare e gli abitanti
della cittadina si arroccarono nel castello opponendosi alla
intimazione di resa. Tuttavia, l'11 agosto, colpita dalla formidabile
artiglieria ottomana, dopo due settimane di eroica resistenza in
vana attesa dei soccorsi del Re e del figlio Don Alfonso Duca di
Calabria, Otranto è espugnata e i Turchi vi consumano un orrendo
sterminio. La più terribile delle carneficine
avvenne nella cattedrale, dove Clero e fedeli si erano rifugiati.
L'edificio fu sprezzantemente adibito a stalla e inumana fu la sorte
assegnata all'arcivescovo Stefano Pendinelli e al Conte Francesco
Largo, Comandante della guarnigione: segati vivi. Il 12 agosto
infine, fu decapitato un migliaio di cittadini indisponibili ad
abiurare. Il mondo cristiano era sconvolto da un
fremito di orrore e ripulsa, tuttavia, la marcia di Mehmet II era
inarrestabile: malgrado gli sforzi di una Lega organizzata da Paolo
II prima e da Sisto IV poi, sottrasse ai Genovesi Caffa sul mar Nero,
insediò sul trono di Crimea un khan di suo gradimento, rese
tributarie Circassia e Georgia e tentò l'assedio di Rodi,
strenuamente tenuta e difesa dai Cavalieri Ospitalieri. Comunque, molti aristocratici degli stati italiani, soprattutto in Toscana, mirarono ad allearsi agli Ottomani per sconfiggere i propri rivali al potere, mentre le alleanze generate e consolidate dall'eroe albanese Skanderbeg vennero meno e gli Ottomani conquistarono il territorio dell'Albania subito dopo la caduta del castello di Kruja e l'Albania diventò così parte dell'impero Ottomano. A seguito di ciò, molti albanesi fuggirono in Italia, principalmente in Calabria ed in Sicilia. La maggior parte della popolazione albanese rimasta, fu costretta a convertirsi all'Islam, riuscendo però a mantenere la relativa identità etnica. Rimarranno parte dell'impero Ottomano fino al 1.912.
Nel 1.481 - Il 1° maggio, il Re
di Napoli raggiunge la straziata Otranto e vi si acquartiera con
solidi apparati di difesa congegnati da Pietro d'Orfeo e da Ciro
Ciri, Maestro Ingegniere del Duca d'Urbino, mentre il 3 maggio,
benché il suo chiodo fisso fosse l'Italia, l'irriducibile Sultano
attraversa il Bosforo per una nuova spedizione in Asia, forse
contro i possedimenti egiziani dei Mamelucchi, mirando al controllo
de La Mecca, onde essere riconosciuto ufficialmente Califfo, ovvero
Vicario del Profeta e Protettore dell'Islam.
Parallelamente, mentre per disorientare
le truppe aragonesi del Duca di Calabria, Ahmed Pascià aggredisce le
coste di Vieste e in ottobre riattraversail Canale, dopo
una serie di scorrerie nei territori di Lecce, Taranto e Brindisi, papa Sisto IV proclama la crociata anti-ottomana che non srà mai
combattuta: il 4 di ottobre Mehmet II muore avvelenato. La notizia è accolta con unanime
sollievo dei cristiani, mentre nell'Impero turco esplodeva la
guerra civile fra i due figli ed eredi: Cem, appoggiato dalla
Corte e dal Gran Visir, contro Bayazid, sostenuto dai
Giannizzeri e sospettato di parricidio. Gedik Ahmed Pascià
sostenne quest'ultimo e gli chiese supporto per la spedizione
italiana, ma il nuovo Sovrano, diffidandone, lo richiamò a
Costantinopoli, lo fece arrestare e giustiziare il 18 novembre del
1482.
- Mehmed II, che con
ferocia inumana aveva fatto assassinare anche il proprio primogenito,
fu assai compianto dai Turchi cui lasciò notevoli
testimonianze della sua attività amministrativa e politica: aveva
aperto la Corte ad Artisti, Umanisti ed intellettuali. Aveva lasciato
in funzione la Chiesa bizantina e ordinato al suo Patriarca di
tradurre in turco i testi cristiani, dando prova di tolleranza
religiosa, forse esito dell'estrazione religiosa materna. Aveva fatto
costruire la Moschea a lui intitolata: Fatih Cami, e il Palazzo di
Topkapi, realizzato dall'architetto Atik Sinan fra il 1463 ed il
1470. Aveva voluto la veneratissima Moschea di Eyüp in fondo al
Corno d'Oro già durante l'assedio di Costantinopoli, sul sito del
presunto ritrovamento delle spoglie di Abu Ayyub al-Ansari,
portabandiera del Profeta, morto nel 668 durante il primo assedio
arabo alla città. Aveva esteso le frontiere del suo Impero su gran
parte dei Balcani, dell'Asia Minore e dell'Africa settentrionale,
sulla Crimea, sulla Bosnia e sull'Albania. Aveva liquidato la
millenaria storia bizantina, aveva varato la riforma fondiaria e
riorganizzato l'apparato burocratico e, pur zelante musulmano, aveva
espresso fino alla fine crudelta, ambizione e bellicosità tale da
suscitare terrore nei nemici, nei sudditi e negli uffici di Corte;
tale da atterrire l'intero mondo del tempo, da provocare i
quattordici attentati cui sopravvisse, da non poter schivare il
veleno propinatogli in quel fatale 3 maggio del 1481.
- Gli Ottomani spostarono poi la loro attenzione a oriente, espandendo i loro domini in diverse regioni dell'Asia e del Nordafrica, guidati da grandi sultani, come Bayazid II e Selim I, che abbatté il Sultanato mamelucco di Siria ed Egitto e conquistò tutti i paesi arabi del Vicino Oriente, acquisendo il titolo di protettore dei Luoghi santi di Mecca e Medina. Selim sconfisse inoltre il Safavide Shah Isma'il I di Persia nella battaglia di Cialdiran e creò una flotta nel Mar Rosso. Con questa espansione gli Ottomani entrarono in competizione con l'Impero portoghese per diventare la potenza dominante nella regione.
Nel 1.488 - La scoperta di nuove rotte commerciali da parte degli Stati dell'Europa occidentale permette di aggirare il monopolio commerciale ottomano. Il superamento del Capo di Buona Speranza da parte dei portoghesi nel 1488 dà inizio a una serie di guerre navali tra Ottomani e Portoghesi nell'Oceano Indiano che durerà per tutto il '500. Economicamente, l'enorme afflusso di argento spagnolo dal Nuovo Mondo provocherà una netta svalutazione della valuta ottomana e una fortissima inflazione.
Nel 1.491 - Il 6 dicembre 1491, Carlo VIII di Valois, re di Francia, sposa l'erede del Ducato di Bretagna, la duchessa Anna di Bretagna, in un'elaborata cerimonia a Château Langeais.
Carlo VIII di Valois, (1470 - 1498) re di Francia dal 1483 al 1498 e brevemente Re di Napoli, come Carlo IV, nel 1495, era l'unico figlio maschio sopravvissuto di re Luigi XI e gli succedette quando era tredicenne, alla sua morte, avvenuta il 30 agosto 1483. Ambizioso, ma di salute cagionevole, considerato dai contemporanei di indole gradevole, ma privo di grande intelligenza politica e non adatto agli affari di Stato, il re tredicenne governò inizialmente sotto la reggenza della sorella maggiore, la principessa Anna di Beaujeu e di suo marito Piero di Borbone. In seguito la politica di Carlo VIII fu volta a consolidare ed estendere il territorio del regno. Ottenne per vie diverse l'annessione degli ultimi due grandi Ducati che godevano ancora di una forte autonomia rispetto alla corona francese. Il primo era il Ducato di Angiò (comprendente l'Anjou e la Provenza), tramite un complesso meccanismo ereditario.
Il secondo, il Ducato di Bretagna, lo ottenne tramite il suo matrimonio con l'erede, la duchessa Anna di Bretagna. Con il matrimonio Carlo VIII si liberò della reggenza della sorella e dell'influenza dei parenti: da allora poté gestire gli affari di Stato secondo le sue intenzioni. Alla sua corte c'era una vivace vita culturale: tra i poeti, spiccava la figura dell'umanista italiano Publio Fausto Andrelini. Con il Trattato di Étaples del 1492 e con quello di Barcellona del 1493 normalizzò i rapporti con l'Inghilterra e con il regno d'Aragona, ma al prezzo di onerose concessioni. Sempre nel 1493, con il Trattato di Senlis, pose fine alla guerra con l'Impero per la successione al trono di Borgogna, mantenuta con la rinuncia alla Franca Contea, all'Artois ed a parte delle Fiandre, ed annessa definitivamente nel 1497.
Tappe della Reconquista nella penisola
Iberica.
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Nel 1.492 - Caduta del regno di Granada, ultima presenza araba in Spagna.
Carta del primo viaggio di Cristoforo
Colombo in America nel 1492.
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Genova, monumento a
Cristoforo Colombo.
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Carta delle tribù e gruppi etnici
dei nativi nord e centro Americani
denominati Pellerossa, Indiani
d'America o Indios, prima della
colonizzazione degli europei.
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Carta delle tribù e gruppi etnici
dei nativi Sud Americani,
denominati Indios, prima della
colonizzazione degli europei.
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Per il post "Culture e aree culturali dei Nativi Nord Americani: gli Indiani d'America", clicca QUI
Per il post "Elenco tribù, personaggi eventi e cultura dei Nativi Nord Americani: gli Indiani d'America", clicca QUI
"Paracelsus", con licenza
Pubblico dominio tramite
Wikimedia Commons -
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Fino al 1.500 la composizione e i mutamenti della materia erano spiegati sulla base della dottrina dei quattro elementi di Aristotele: acqua, aria, terra e fuoco. Paracelso, per la prima volta, aggiunse ad essa una teoria che contemplava tre nuovi principi della materia (sale, zolfo e mercurio), contrassegnata dalla presenza di spiriti della natura responsabili delle sue trasformazioni e cambiamenti. Egli inoltre rifiutò l'insegnamento tradizionale della medicina, dando vita a una nuova disciplina, la iatrochimica, basata sulla cura delle malattie attraverso l'uso di sostanze minerali.
Medaglione raffigurante Carlo VIII
risalente agli anni '90 del 1400.
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Francesco Granacci: "Entrata di
Carlo VIII a Firenze,
17-11-1494", da https://commons.wikimedia.org
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- Il periodo delle guerre d’Italia, che dal 1494, anno della discesa in Italia di Carlo VIII, giunge al 1516 e alla stipula del trattato di Noyon tra Francia e Spagna, è stato definito “epifania e infanzia del sistema degli Stati europei” (Galasso). Sia la preparazione diplomatica dell’impresa di Napoli da parte del re francese, sia le reazioni che la conquista del regno da parte di Carlo suscita nel complesso degli Stati europei avviano una lunga vicenda di conflitti politici e militari tra gli Stati dell’Occidente europeo, quasi tutti coinvolti nelle vicende che si concludono con l’emergere di un nuovo equilibrio europeo: la Francia acquisisce il Ducato di Milano (1516) e Ferdinando il Cattolico, fin dal 1503, conquista il Regno di Napoli. Durante le guerre d’Italia, dunque, matura la nascita di un nuovo sistema di Stati, in cui emergono i due assi portanti, costituiti dal Regno di Francia e da quello spagnolo, entrambi insediati nella penisola italiana, attorno ai quali, oltre all’Impero tedesco, formalmente al di sopra ma nella realtà sottoposto ad almeno uno dei due potentati, c’è l’Inghilterra, anch’essa in una condizione di subalternità, nonché gli altri Stati regionali italiani. Così, come afferma Giuseppe Galasso, si determina un’interdipendenza obiettiva della politica degli Stati che hanno agito nell’Europa durante le guerre d’Italia, pertanto essi si trovano condizionati nel loro comportamento e nelle loro iniziative dalla presenza di una rete di rapporti internazionali. Sono queste condizioni a germinare il nuovo sistema: la stabilità e la regolarità delle relazioni; la dinamica spontanea dei pesi e dei contrappesi per l’esistenza di un gruppo di potenze reciprocamente interferenti; l’inevitabilità delle sfide e delle risposte provocata da questo genere di relazioni.
Sistema degli Stati europei, da http: http://www.novecento.org
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Dal 1.495 - L'aggressiva
spregiudicatezza della politica della Repubblica di
Venezia, la sua potenza economica e militare sono ancora tali da
far sospettare che miri al predominio su tutta l'Italia: nel
giro di pochi anni Venezia partecipa alla lega contro Carlo VIII
(1495) ed è presente alla battaglia di Fornovo.
Approfitta delle
difficoltà degli Aragonesi e s'impadronisce di alcuni porti
pugliesi, affacciandosi sullo Ionio, interviene nella guerra tra
Firenze e Pisa e per ottenere Cremona e la Gera d'Adda si allea con
la Francia contribuendo alla sconfitta dei Visconti.
Carta geografica dell'Europa nel 1.500.
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Dopo la caduta
del Valentino, occupa rapidamente Cervia e Faenza (1504) e toglie
agli Asburgo Gorizia e Trieste (1507/08). Le potenze europee e
italiane allora si coalizzano per ridurla ai soli territori della
laguna (Lega di Cambrai del 1508). Venezia è sul punto di soccombere
ma per sua fortuna l'accordo venne meno e si libera della Spagna, del
papa e della Francia restituendo le terre occupate dopo il 1494 e può
contrattaccare l'imperatore. Con la partecipazione alla Lega Santa
rientra poi in possesso di molti dei territori perduti e migliora
ancora la sua condizione attraverso una nuova alleanza con Luigi XII
(a Blois nel 1513). Con la Pace di Noyon del 1516, infine, riottiene
anche le ultime città rimaste in mano nemica.
Nel 1.498 - Girolamo Savonarola è bruciato sul rogo a Firenze.
-
Tra il XV e il XVI secolo l'Impero ottomano vive un lungo
periodo di conquiste ed espansione, e prospera sotto una lunga
dinastia di sultani. L'economia dello Stato è florida anche grazie
al controllo delle vie commerciali di terra tra l'Europa e
l'Asia.
Leonardo da Vinci:
Monalisa, "La Gioconda"
(1.503).
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- Il regno degli ultimi due re Jagelloni, Sigismondo I e Sigismondo II Augusto, dal 1506 al 1572, ma più in generale l'intero XVI secolo, è considerato l'Età dell'Oro della cultura polacca grazie alla fioritura dell'agricoltura, delle arti e dell'architettura, della cultura in generale e del miglioramento delle condizioni di vita e l'espansione delle città (come Cracovia e Danzica), influenzati dal Rinascimento italiano che caratterizzerà tutta la Renesans (Rinascita) della Polonia.
Nel 1.507 - All'America viene assegnato il nome che ha ancora oggi per ricordare Amerigo Vespucci. Amerigo Vespucci, (1.454 - 1.512) fu un navigatore italiano, Segretario e diplomatico al servizio dei Medici, lasciò Firenze per missioni in Francia e in Spagna, dove si stabilì a Siviglia. Dopo un primo viaggio che avrebbe effettuato nel 1.497 verso i Caraibi, fu con Juan de la Cosa e Alonso de Hojeda, nel 1.499, in una spedizione organizzata per volere di re Ferdinando allo scopo di verificare le scoperte di Colombo, e toccò le foci del Rio delle Amazzoni e le coste del Brasile. In un successivo viaggio per conto del Portogallo esplorò la baia di Rio de Janiero e si spinse a sud fino in Patagonia. Convinto dalle relazioni di Vespucci che le terre appena esplorate fossero un nuovo continente e non l'Asia, il cosmografo tedesco Martin Waldeseemùller diede in suo onore il nome di America al "nuovo mondo" (1.507).
Nel 1.508 - Erasmo da Rotterdam afferma la necessità di un'imposta diretta sui redditi dei ricchi.
Nel 1.509 - Nasce Giovanni Calvino, che istituirà, nell'ambito della Riforma, il Calvinismo.
- Peter Henle, di Norimberga, costruisce l'orologio.
Nel 1.512 - Lorenzo di Piero de' Medici può rientrare a Firenze grazie all'appoggio di papa Giulio II e della Lega Santa: un esercito spagnolo, al comando di Raimondo de Cardona, invade il Mugello e mette a sacco Prato e Campi Bisenzio in modo orrendo. Davanti a queste devastazioni, i fiorentini si arrendono ed accettano il ritorno della casata medicea. Tra le vittime delle repressioni e delle vendette che seguirono la restaurazione medicea, ci furono anche Niccolò Machiavelli, che fu esiliato nella sua tenuta di San Casciano in Val di Pesa ed il gonfaloniere Pier Soderini, che fu costretto all'esilio. Lorenzo di Piero de' Medici (Firenze, 12 settembre 1492 - Firenze, 4 maggio 1519), unico figlio maschio di Piero "il Fatuo" de' Medici e di Alfonsina Orsini, fu signore di Firenze e il primo ed unico duca di Urbino della dinastia Medici. Bello d'aspetto, cavalcatore e cacciatore, non privo di abilità e di astuzia, fu, per difetto di energia e di coraggio, inferiore alla sua fama, non degno che a lui Niccolò Machiavelli dedicasse Il Principe e che Michelangelo Buonarroti ne idealizzasse la figura nel "Pensieroso" delle tombe medicee. Era figlio di Piero II de' Medici ("il Fatuo") e di Alfonsina Orsini. Suo nonno era quindi Lorenzo il Magnifico, con il quale a volte viene erroneamente confuso per l'omonimia dei loro nomi e di quelli dei rispettivi genitori. Lorenzo visse la sua giovinezza a Roma, dove la famiglia de' Medici era riparata dopo la cacciata da Firenze nel 1494, quando suo padre aveva aperto le porte della Toscana al re di Francia Carlo VIII e i fiorentini si erano ribellati al potere della dinastia, dando vita ad una nuova repubblica.
Frontespizio de "Il
Principe"e altri scritti di
Machiavelli, edizione
del 1550, da: https
|
Nel 1.514 - L'8 maggio, François d'Orléans, il futuro re Francesco I, figlio di Carlo di Valois-Angoulême e di Luisa di Savoia, divenuto da fanciullo conte d'Angoulême per la morte del padre, sposa Claudia di Francia (1499 - 1524), figlia del re Luigi XII della Casa di Orléans e duchessa di Bretagna.
Nel 1.515 - Il 1° gennaio muore Luigi XII di Valois-Orléans, detto il "Padre del Popolo", che era stato Signore di Baux, Re di Francia dal 1498 al 1515 e Re di Napoli, come Luigi II, l'unico membro del ramo dei Valois-Orléans a diventare re di Francia. Dato che Luigi non aveva eredi maschi e che la lex salica franca rimaneva l'unico documento giuridico che regolasse le questioni di discendenza, negando alle donne la possibilità di salire al trono, alla morte di Luigi gli succede alla reggenza di Francia il genero François d'Orléans, Conte d'Angoulême, che assume il nome di Francesco I (1494 - 1547) divenuto re di Francia dal 1515 fino alla sua morte nel 1547, il primo della dinastia Capetingia dei Valois-Angoulême, che si estinguerà con la morte del nipote Enrico III, avvenuta nel 1589. La madre, rimasta vedova, aveva dovuto provvedere all'educazione dei figli e si era avvalsa dell'aiuto del suo confessore, Cristoforo Numai da Forlì, dato importante visto che l'Europa del tempo era teatro di scontri religiosi importanti, con la Turchia islamica che dilagava dai Balcani all'Ungheria, i prìncipi tedeschi luterani che si rifiutavano di contribuire al mantenimento della chiesa cattolica con relativa secolarizzazione dei beni ecclesiastici (come la nascita del ducato di Prussia), il calvinismo ugonotto che dilagava in Svizzera, Francia e nella futura Olanda e il monarca britannico che arrogava a sé il titolo di pontefice massimo, inaugurando l'anglicanesimo.
- Nel 1.515 Francesco I, essendo pronipote di Valentina Visconti, crede suo diritto riottenere Milano come eredità familiare, per cui discende in Italia in armi in una spedizione lunga e sanguinosa. Il 13 settembre 1515, nelle vicinanze di Marignano a sud di Milano, in seguito chiamata Melegnano, a capo di un esercito francese e veneziano, si scontra con l'esercito svizzero, corso a dar manforte a Massimiliano Sforza, duca di Milano. La vittoria del monarca francese arresta la politica espansionistica dei Confederati e garantisce alla Francia il controllo del ducato di Milano. Grazie a questa vittoria inoltre, Francesco I costringe papa Leone X alla trattativa per il possesso dei territori di Parma e Piacenza. La trattativa si svolge a Bologna, condotta dal cancelliere di Francia Antoine Duprat e si conclude con il Concordato di Bologna che sancisce la rinuncia da parte del papa ai territori in questione, l'abolizione da parte del re di Francia, della Prammatica Sanzione di Bourges del 1438, il diritto del re di Francia alla nomina di vescovi e abati, ai quali il papa si sarebbe limitato al conferimento dell'autorità spirituale, quale conferma del gallicanesimo, autonomia dal papa e contestazione del suo potere assoluto in favore dei consigli generali della Chiesa nazionale e dei relativi sovrani.
Antica carta del ducato di
Valence, il Valentinois. |
Stemma della Marina
Militare Italiana con
le 4 bandiere delle
antiche Repubbliche
Marinare di Venezia,
Genova, Amalfi e Pisa.
Altre erano Ancona,
Gaeta e la Ragusa al di
là del Mare Adriatico.
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- I primi grandi capitali monetari che hanno determinato la nascita degli istituti bancari,
- Nuovi soggetti politici, come ad esempio i Comuni, trasformatisi poi in Signorie, le Repubbliche Marinare e, nell'intreccio fra realtà urbane autonome e crescita economica, avanzamento del ceto della borghesia (composto da artigiani e commercianti) non aristocratico che verrà imitato da tutta Europa.
- Sul versante culturale, la riscoperta dei classici degli antichi stimola l'uso della ragione, la ricerca e la sperimentazione.
Michelangelo Buonarroti: "Creazione
di Adamo" (cappella Sistina)
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Michelangelo Buonarroti: "Creazione
di Eva" (cappella Sistina)
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- Nel Rinascimento gli artisti riscoprirono le "divine proporzioni" della geometria sacra con cui costruivano gli antichi: la proporzione aurea.
Per costruire la sezione aurea del segmento AB, si traccia un triangolo rettangolo ABF, in modo che il cateto BF sia metà di AB. Per ottenere questa metà si tracciano due coppie di archetti a piacere nei punti C e D e poi si uniscono: il punto E di AB è la metà ricercata. Poi con un arco di cerchio con centro in B si interseca la verticale a B in F.
Fa seguito il congiungimento del punto A con F sul quale si punta il compasso e si esegue l'arco che congiunge B con G del segmento AF. AG è la sezione aurea che si cerca: di qui con il compasso, centrato in A e di raggio AG, si disegna l'arco che interseca il segmento AB e, lateralmente nei punti I ed L di confluenza con un arco di centro E. Ed ora l'ultima cosa da fare è tracciare due rette che collegano, B con I fino ad intersecare il prolungamento ortogonale al segmento AB in M, e poi, dalla parte opposta, B con L per arrivare alla semiretta ortogonale ad AB in N.
Il triangolo MNB è il triangolo della piramide di Cheope eseguito secondo il canone della sezione aurea.
II rapporto AB:AH, che è uguale al rapporto AH:HB, è un numero irrazionale a cui viene attribuito il valore approssimativo 1,618... Numericamente questo rapporto è espresso da:
La sezione aurea in un triangolo
isoscele.
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La piramide di Cheope, a Giza,
costruita secondo i sacri
rapporti.
|
II rapporto AB:AH, che è uguale al rapporto AH:HB, è un numero irrazionale a cui viene attribuito il valore approssimativo 1,618... Numericamente questo rapporto è espresso da:
Il numero Aureo.
|
Proporzioni nella
"Gioconda"
|
Le proporzioni auree
nel Partenone di Atene.
|
Studi geometrici sulla forma
del Partenone di Atene.
|
Geometria sacra scoperta
da Leonardo da Vinci
nell'"Uomo Vitruviano".
|
Sovrapposizione di "La
Gioconda" e
"l'uomo Vitruviano".
|
Piero della Francesca: "Flagellazione".
Si noti che il quadrato della
costruzione in cui avviene
la flagellazione è in rapporto
aureo con il rettangolo
dell'opera intera.
|
Raffaello Sanzio:
"Sposalizio della Vergine"
|
Studi geometrici su:
Sposalizio della Vergine
di Raffaello Sanzio.
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Così ad esempio, l'ordine dei Cavalieri Teutonici venne sciolto, il suo gran maestro divenne principe dei territori dell'ex-ordine, che presero prima il nome di Bradenburgo, poi Prussia.
Nel 1.518 - Dalla Cina viene introdotta in Europa la porcellana.
Cartina dell'Europa nel XV - XVI
secolo, con le aree delle religioni:
cattolica, luterana, calvinista,
anglicana, ortodossa, musulmana.
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Nel 1.519 - Nella corsa al potere per la corona del Sacro Romano Imperatore, Francesco I perde l'elezione alla carica imperiale (1519) in favore di Carlo V d'Asburgo, che riuscirà a comprare i voti degli elettori grazie al sostegno finanziario del banchiere tedesco Jacob Fugger. Inizia così il regno di Carlo V. In quegli anni si afferma il fatto che l'Europa non è più solo un piccolo continente, ma un sistema di Stati interdipendenti nel sistema politico europeo che ha ormai unificato i sistemi regionali precedenti. Intanto si sviluppa la convinzione che la libertà di ciascuna delle potenze e la sicurezza di tutte coloro che operano nel sistema dipendano da un’azione comune contro ogni potenza che possa acquistare una preponderanza eccessiva.
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