Nel 34.000 a.C. - Inizia il periodo più recente del Paleolitico, il Paleolitico superiore. E’ stato stabilito che in questa fase storica fosse ancora presente l'Homo neanderthalensis, che condivideva con Homo sapiens, a cui era accomunato culturalmente, la produzione di sculture antropomorfe (che nella quasi totalità, sono semifrontali o laterali) e quindi pratiche spirituali e religiose. Nella scultura rupestre e nei menhir del Paleolitico le raffigurazioni di neanderthaliani sono frequenti (e precedenti), mentre quelle di Homo sapiens sono meno frequenti.
Tabella con le caratteristiche del Paleolitico superiore, da 36ka fa a 12ka fa. |
Ricostruzione di femmina con
bambino di Cro-Magnon.
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Carta della Francia con l'ubicazione
di Cro-Magnon a Les Eyzies-de-
Tayac-Sireuil in Dordogna, in
rosso, a nord-est di Montferrand
du Périgord, in rosso.
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Ricostruzione dell'Uomo
di Cro-Magnon.
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- orbite basse e rettangolari;
- naso prominente e spesso aquilino;
- grande capacità cranica (1.650 cm3).
È stato proposto che i tipi Cro-Magnon fosse essenzialmente di Rh negativo (come i Baschi odierni), ipotesi non comprovata. La sequenza del DNA mitocondriale eseguita nel 2003 da un team italo-spagnolo diretto da David Caramelli, su due fossili di Cro-Magnon identificati come Pelosi 1 e 2, risalenti rispettivamente a 23 e 24.000 anni fa, ha identificato il DNA mitocondriale come aplogruppo N. Questo aplogruppo si ritrova nelle moderne popolazioni del Medio Oriente, Nord Africa e Asia centrale, mentre gli aplogruppi derivati si trovano anche in popolazioni eurasiatiche, polinesiane e tra i nativi americani. Secondo Bryan Sykes, professore di genetica umana presso l'università di Oxford, nel suo libro pubblicato nel 2001 "The Seven Daughters of Eve", l'uomo di Cro-Magnon si sarebbe accoppiato con sette tipi di donne successivamente, che in base al loro DNA mitocondriale vengono nominate: Ursula (aplogruppo U) trovata in Siberia, Xenia (aplogruppo X), Tara (T) e Helena (H) trovate in Europa nel paleolitico e poi Katrine (K) e Velda(V) evolutesi nel mesolito e infine Jasmine (J) venuta dal levante nel neolitico, per dare origine ai principali aplogruppi mitocondriali diffusi nelle popolazioni europee moderne. Per quanto riguarda gli aplogruppi del cromosoma Y, si hanno a disposizione meno dati visto che solo gli individui di sesso maschile ne possiedono uno e inoltre si degrada più facilmente nel tempo rispetto all'mtDNA. In Siberia, è stato rinvenuto uno scheletro di un bambino di 3-4 anni appartenente alla Cultura di Mal'ta-Buret', il cui aplogruppo Y-DNA è risultato essere l'R, antenato dei moderni R1 (da cui R1a e R1b, gli aplogruppi più diffusi in Europa) e R2. Mentre la mandibola di Oase 1 ritrovata in Romania, risulta invece appartenere all'aplogruppo F, antenato degli aplogruppi Y-DNA che rappresentano il 90% della popolazione mondiale. Analisi genetiche effettuate sugli scheletri dei cromagnoidi cacciatori-raccoglitori mesolitici della cava di Loschbour in Lussemburgo e Motala in Svezia, hanno rivelato che gli uomini di Cro-Magnon hanno contribuito anche al genoma autosomico degli odierni Europei, assieme agli agricoltori neolitici e un terzo ceppo ancestrale correlato ai Siberiani paleolitici. Si definisce autosoma un cromosoma che non contiene informazioni genetiche specifiche alla caratterizzazione sessuale dell'individuo ed è solitamente presente in duplice copia negli individui di entrambi i sessi. Attualmente, le popolazioni europee che hanno più DNA autosomico correlato ai cacciatori-raccoglitori europei (Cro-Magnon) sono gli abitanti dei Paesi Baltici.
Dalle moderne indagini genetiche sembra potersi affermare che i cromagnonoidi entrarono in Europa dall'Asia centrale verso il 30.000 a.C., portando il particolare marcatore genetico M173, derivato da M45, che pare fosse diffuso in popolazioni asiatiche del paleolitico da cui sarebbero derivate anche alcune popolazioni siberiane e amerinde (marcatore M242 e discendenti).
Dalle moderne indagini genetiche sembra potersi affermare che i cromagnonoidi entrarono in Europa dall'Asia centrale verso il 30.000 a.C., portando il particolare marcatore genetico M173, derivato da M45, che pare fosse diffuso in popolazioni asiatiche del paleolitico da cui sarebbero derivate anche alcune popolazioni siberiane e amerinde (marcatore M242 e discendenti).
I Cro-Magnon avevano una dieta di carne, grano, carote, cipolle, rape ed altri alimenti; nel complesso, una dieta molto bilanciata. Tra gli artefatti Cro-Magnon giunti fino a noi vi sono capanne, pitture murali, incisioni e sembra inoltre che fossero in grado di intrecciare vesti. Le capanne erano costruite in roccia, argilla, ossa, rami e pelo di animali.
Grotta delle mani, in Patagonia
(nel sud dell'Argentina), 10.000 a.C.,
immagini create a spruzzi di colore
con la tecnica del negativo.
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Europa 18.000 anni fa, nella massima
estensione dei ghiacci, durante
l'ultima glaciazione, di Würm.
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Tra le varianti di Cro-Magnon si possono menzionare:
- le popolazioni di Mechta-Afalou (Berberi), in Nord-Africa
- la popolazione maglemosiana (proto-nordici della varietà dalo-falica) in Scandinavia,
- le popolazioni neolitiche delle culture del Dneper-Donets e di Sredny-Stog (forse i proto-Indoeuropei) nella Russia meridionale,
- i Guanci delle isole Canarie, ormai estinti, probabilmente discendenti dei Berberi,
- i nativi americani Dakota in Nordamerica.
Poiché la depigmentazione compare (o compariva) con una certa frequenza in tutte le popolazioni menzionate eccetto, per quanto è noto, i Dakota, è stato anche suggerito che questa fosse una caratteristica piuttosto diffusa tra i Cro-Magnon. Invece non è chiaro come i Cro-Magnon abbiano contribuito alla genetica delle popolazioni odierne in Asia, ma è stato rilevato che in Asia i portatori delle culture siberiane Afanasevo e Tagar erano essenzialmente cromagnonoidi.
- Ai Balzi Rossi, solo l'Homo sapiens ha usato le grotte come sepolcri, lasciandovi le testimonianze più interessanti. Le Grotte dei Balzi Rossi sono situate in prossimità del confine Italo-Francese in Liguria, nel comune di Grimaldi, a pochi chilometri da Ventimiglia, e si aprono ai piedi di una barriera rocciosa composta da calcare Jurassico-Dolomitico la cui altezza è di circa 100 metri. Il nome del luogo deriva dal colore delle rocce, che nel dialetto locale vengono indicate come "Baussi Russi" (Pietre Rosse). Il sito consiste di 7 grotte chiamate: Grotta del Costantini, Grotta dei Fanciulli, Grotta del Florestano, Grotta del Caviglione, Barma Grande (Barma vuol dire grotta), Barma du Bausu da Ture (che nel dialetto vuol dire Grotta della rocca della torre) e Grotta del Principe. Solo le grotte del Caviglione e Florestano possono essere visitate ma i due piccoli musei offrono ampie e dettagliate spiegazioni sul contenuto delle grotte e vi si trovano anche numerosi scheletri o calchi dei medesimi, foto e oggetti rinvenuti durante gli scavi archeologici.
Durante gli scavi, gli archeologi scoprirono infatti molte sepolture paleolitiche ed il cosiddetto "Uomo di Mentone", assimilabile all' Uomo di Cro-Magnon, che in effetti si è poi capito che fosse una donna. L'uomo di Cro-Magnon è una antica forma, ascrivibile a popolazioni umane moderne (Homo sapiens), largamente diffusa nel paleolitico superiore in Europa, Asia, Nordafrica, Nord America. È rappresentato da quattro scheletri provenienti dal riparo sottoroccia di Cro-Magnon, presso Les Eyzies-de-Tayac-Sireuil in Dordogna (in Francia) e da sette scheletri raccolti nelle Grotte dei Balzi Rossi (Liguria), definiti a suo tempo come cromagnonoidi. Le caratteristiche cromagnonoidi sono essenzialmente di tipo europoide: alta statura (media 1,80 m. per gli uomini, con punte oltre 1,90 m.) con gambe lunghe e braccia corte; faccia larga e bassa con cranio lungo dalla fronte all'occipite (dolicocefalia e cameprosopia), spesso denotata come disarmonica; orbite basse e rettangolari; naso prominente e spesso aquilino; grande capacità cranica (1.650 cm3).
È stato proposto che l'uomo di Cro-Magnon avesse essenzialmente il sangue di Rh negativo, come i Baschi odierni. Tornando alla "donna di Mentone", la sua sepoltura conteneva un singolo scheletro, appoggiato sul lato sinistro con le mani vicino al volto e le gambe leggermente piegate.
Graffito di equide nella grotta
del Caviglione - Balzi Rossi.
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Le grotte sono state frequentate dall'uomo dal Paleolitico Inferiore, tracce di queste antiche presenze sono molto limitate a causa delle frequenti variazioni del livello dei mari, verificatesi nel corso delle fluttuazioni climatiche del Pleistocene. Le ossa più antiche ritrovate appartenevano ad una femmina di Homo Erectus (età assoluta oltre i 230.000 anni) vissuta durante la Glaciazione Riss. Come le acque si ritirarono, 70.000 anni fa, all'inizio della glaciazione di Würm, l'uomo riprese a frequentare le caverne, lasciandovi tracce di focolari e iscrizioni rupestri. Nell'iscrizione rupestre qui a destra è ancora possibile scorgere il profilo di un cavallo, probabili testimonianze dell'Homo neanderthalensis, mentre l'Homo Sapiens ha utilizzato le grotte come sepolcri, lasciandovi le testimonianze più interessanti.
Donna di Mentone. |
Ricostruzione del copricapo in conchiglie, da https://loveculturelan guage.blogspot.com/201 8/11/grotte-balzi -rossi.html |
Ossa e terreno attorno allo scheletro mostravano un intenso colore rosso, causato dalla polvere di ocra con cui la sepoltura venne cosparsa. Il teschio era adornato con conchiglie marine e canini di cervo forati, una volta fissati tra loro in una sorta di copricapo. Il radio scomposto, una frattura ridotta, mostra che la donna era riuscita a superare un trauma osseo. La donna sepolta appartiene all'Uomo di Cro-Magnon, uno dei tipi umani vissuto durante il Paleolitico Superiore, i cui tratti distintivi erano un viso corto con orbite rettangolari, la grande robustezza dello scheletro e l'alta statura. La qualità delle sepolture rinvenute sembra mettere in luce l'importanza sociale dei quegli individui ed è sorprendente l'altezza di quegli individui: gli scheletri degli adulti misurano mediamente circa 180/190 centimetri, i più alti nella popolazione paleolitica europea.
Duplice sepoltura. |
Due scheletri di bambini la cui età si aggirava sui 2 e 3 anni, sono stati scoperti nella Grotta dei Fanciulli, deposti uno a fianco dell'altro. Al livello dell'anca e del femore c'erano molte conchiglie marine forate (Nassa Neritea), che sembra facessero parte di un ornamento funerario.
Triplice Sepoltura con scheletri di tipo Cro-Magnon dalla Barma Grande, Grotte dei Balzi Rossi. Museo Preistorico Balzi Rossi, Ventimiglia. Crediti: DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze. |
La sepoltura più interessante è senz'altro la Tripla Sepoltura. I tre individui sono stati sepolti nella stessa buca, uno al fianco dell'altro, cosparsi di ocra rossa e accompagnati da un ricco addobbo funebre. Due di loro erano individui giovani mentre il terzo era molto più vecchio. Le stesse peculiarità anatomiche riscontrate sul lato destro dell'osso frontale dei teschi, suggeriscono una relazione genetica tra i tre individui. Il più vecchio era alto circa 190 centimetri e possedeva una struttura scheletrica di ragguardevole robustezza.
Gli ornamenti funerari consistevano di grosse lame di pietra, collane, elementi decorativi composti da spine dorsali di pesci, denti canini di cervo, pendenti di avorio decorato con linee incavate e conchiglie forate (Nassa Neritea).
Tra le varie scoperte, l'ultima, la più eccitante, è stato il ritrovamento dei cosiddetti Negroidi di Grimaldi. La tomba conteneva gli scheletri di un adolescente e di una donna adulta con tratti somatici differenti da quelli degli individui contenuti nelle altre sepolture. Il capo dell'adolescente era ornato da un copricapo fatto di conchiglie marine (Nassa Neritea), mentre la donna aveva le stesse conchiglie vicino al polso e gomito sinistro, forse usate come braccialetto.
La sepoltura dei due individui avvenne sicuramente in momenti successivi e gli scarsi riguardi avuti nel seppellire la donna suggeriscono un modello funerario atto a dare importanza alla figura maschile, proprio come si è rinvenuto nelle altre sepolture scoperte nell'area dei Balzi Rossi. Tutte le sepolture possono essere datate al periodo chiamato Gravettiano o Epigravettiano, un intervallo temporale tra 29.000 e 19.000 anni fa.
Alcune di queste statuette mostrano rilevanti riserve di adipe nei glutei, simili alle donne Ottentotte, per cui gli scheletri dei Negroidi e queste raffigurazioni femminili fanno pensare che gli stanziamenti più recenti siano stati di genti africane.
Corredo funebre della triplice sepoltura, nella Barma Grande, da https |
Tra le varie scoperte, l'ultima, la più eccitante, è stato il ritrovamento dei cosiddetti Negroidi di Grimaldi. La tomba conteneva gli scheletri di un adolescente e di una donna adulta con tratti somatici differenti da quelli degli individui contenuti nelle altre sepolture. Il capo dell'adolescente era ornato da un copricapo fatto di conchiglie marine (Nassa Neritea), mentre la donna aveva le stesse conchiglie vicino al polso e gomito sinistro, forse usate come braccialetto.
Doppia sepoltura dei negroidi, da https:// loveculturelanguage. blogspot.com/2018/ 11/grotte-balzi- rossi.html |
Veneri dei Balzi Rossi, rappresentazioni del culto della Dea Madre. |
Molteplici sono le Veneri ritrovate ai Balzi Rossi, piccole statue femminili prodotte durante l'era del Paleolitico Superiore, distinguibili grazie ad una particolare industria litica Gravettiana (tra 29.000 e 21.000 anni fa). Ricavate da ossi, pietre o in avorio, sono statuette la cui altezza è mediamente di circa di 10 centimetri.
Profili e forma presentano un'esagerato volume di seni, ventre e fianchi, mentre le altre parti del corpo e le gambe sono sottodimensionate, un'accentuazione degli attributi fisici femminili abbinati alla procreazione, caratteristici del culto della Dea Madre.Veneri ritrovate ai Balzi Rossi. |
Venere di Willendorf.
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Un'altra Venere di 34.000/24.000 anni fa, è la famosa Venere di Willendorf, tra le più antiche espressioni artistiche della scultura.
Carta dell'Europa nel Paleolitico con i
siti di ritrovamenti di Veneri, effigi
della dea Madre, fra cui i Balzi Rossi.
Clicca sull'immagine per ingrandirla.
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Osso di Les Eyzies-de-Tayac
-Sireuil, sito in cui era
presente il tipo Cro-Magnon.
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Osso di
Abri Lartet.
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Si conservano ancora: un osso inciso da tacche trasversali proveniente da Kulna, in Cecoslovacchia; un osso inciso da piccole tacche trasversali disposte su una linea continua a forma di "U", proveniente da Gontzi, in Ucraina; il già menzionato osso istoriato da incisioni di forma circolare proveniente da Abri Blanchard, regione di Les Eyzies de Tayac, sita nel Perigord francese. Ma quello che ci pare di maggiore interesse è un osso istoriato di tacche trasversali e da incisioni di forma circolare proviene da Abri Lartet, ancora regione di Les Eyzies de Tayac. Questo oggetto, appartenente al Periodo Aurignaziano (30.000 a.C.), presenta serie di incisioni di 29 e 30 segni abbinate a cinque gruppi di tacche. I segni circolari sembrerebbero, anche in questo caso, avere la forma delle varie fasi lunari, riprodotte con la medesima sequenza con cui appaiono nella realtà. Secondo A. Marshack il conteggio delle lunazioni su questo oggetto venne fatto più volte e rappresenterebbe i giorni contenuti in un mese sinodico. Insomma, l'interesse dell'uomo per il cielo è più antico di quanto si possa credere. Si creò così una casta di specialisti, scienziati-sacerdoti, che ebbe il compito di tramandare agli altri le enormi conoscenze acquisite. E da qui, poi, la cosa passò nelle mani dei poeti, degli scrittori, dei filosofi (che furono essenzialmente degli scienziati, privi di un metodo, ma che per primi si posero delle domande sul perché dei fenomeni).
Ricostruzione di
banda di cacciatori-
raccoglitori paleolitici
nel Finalese. Clicca
sull'immagine
per ingrandirla.
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Carta della Francia con l'ubicazione
di Montferrand du Périgord, in rosso.
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- Cranio di contorno pentagonoide-ellissoide, con fronte piuttosto sfuggente e volume di 1400 cc.;
- Arcate sopraciliari prominenti con orbite basse, ma meno dei Cromagnon;
- Volta abbastanza alta e rotondeggiante;
- Statura media o anche bassa;
- Faccia tendente alla leptoprosopia e quindi non larga come nei Cro-Magnon;
- Prognatismo totale e naso largo (camerrinia);
Al tipo di Combe-Capelle vengono attribuiti esemplari diversi, tutti accompagnati da cultura Gravettiana: due esemplari di Brünn (Brno in Moravia, del 25.000 a.C.), due esemplari di Pavlov nella Russia europea (del 25.000 a.C.) e con anche alcune caratteristiche cromagnonoidi, lo scheletro di un giovane delle Arene Candide in Liguria (del 18.000 a.C.) e lo scheletro di un giovane nella Grotta Paglicci nel Gargano (18.000 a.C.). Gli aborigeni dell'Australia e gli Ainu dell'isola di Hokkaidō, in Giappone (che però si distinguono per il fatto di avere la fronte piuttosto diritta), ricordano particolarmente il tipo Combe-Capelle, ma si sottolinea che a oggi, questa tipologia è abbastanza diffusa in tutte le popolazioni europoidi, giacché la morfologia di Combe-Capelle può essere considerata paleomediterranea.
Nel 18.000 a.C. - Si ha la massima estensione dei ghiacci durante la glaciazione di Würm. Si ritiene che in questo periodo sia avvenuta l'invenzione dell'arco, seguita all'invenzione della lancia, avvenuta diverse migliaia di anni prima, che permetterà la pratica abituale della caccia grossa.
- A Settepolesini di Bondeno (Ferrara) i ricercatori dell'Università di Ferrara hanno recuperato, a 30 m di profondità del paleoalveo del Po, numerosi resti fossili di animali che
vivevano lungo il fiume.
Il sito fluviale contiene sedimenti
alluvionali del Po dell’Ultimo Glaciale. Scavando la sabbia fino ad
una trentina di metri di profondità per attività industriali, la
ditta SEI dei signori Orpelli ha messo in luce numerosi resti fossili
di animali che vivevano lungo il grande fiume padano le cui carcasse, dopo un periodo di
galleggiamento e trasporto, finivano a brani sul fondo del fiume. Essendo un punto di stanca di corrente,
l’area di Settepolesini è molto ricca di questi resti fossili perché presumibilmente le carcasse
terminavano la loro corsa proprio lì. Grazie ad un consorzio di tre
enti ferraresi, Provincia, Cassa di Risparmio e Università, è stato
possibile, con il permesso dei proprietari della ditta di scavo, per
alcuni anni seguire il vaglio del materiale di risulta e raccogliere
i resti fossili sotto la direzione del prof. Sala.
Si sono così
collezionate alcune centinaia di ossa, anche intere.
Le sale più famose che compongono il complesso di grotte di Lascaux sono:
Settepolesine di Bondeno, la draga che aspira sabbia dal paleoalveo del Po. Archivio privato B. Sala. |
Megacero, ricostruzione in pelle eseguita dall'IBC della Regione Emilia-Romagna (archivio privato B. Sala) |
Esse sono state
determinate e il loro studio ha permesso di ricostruire il
popolamento a grandi mammiferi della Pianura Padana durante l’Ultimo
Glaciale (Gallini & Sala, 1999; 2000; 2001; 2002; Sala, 2001;
2002; Sala & Gallini, 2002). La ricerca ha fornito inoltre la
possibilità di ricostruire alcune fasi climatiche
distinte, la più interessante delle quali è quella fredda,
relativamente umida, che ha favorito nell’area della Pianura Padana
e nell’Alto Adriatico, allora emerso, la formazione di una steppa
arida a mammut (Rekovets, 2001). L’importanza di questo sito ha
fornito l’occasione per la sua divulgazione con attività
didattiche, mostre e la ricostruzione in grandezza naturale di cinque
fra i più importanti mammiferi fossili presenti: il rinoceronte
lanoso, il mammut, il bisonte, il megacero e l’alce. Le ricostruzioni sono state
possibili grazie al generoso intervento della Regione Emilia Romagna
(Sala, 2012; 2016; 2017).
Nel 15.000 a.C. - Alla fine della glaciazione di Würm, in cui l'estensione massima dei ghiacci risale a circa 18.000 anni fa, in concomitanza al ritiro dei ghiacci avviene la seconda colonizzazione dell'Europa continentale da parte di popolazioni di ritorno dalle zone di rifugio nel sud europeo.
Menhir di Carnac.
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- Alcuni menhir (come a Carnac in Bretagna, Francia) sono enormi. Mentre i menhir e i dolmen, nell’Europa occidentale, sono generalmente datati dal III° al II° millennio a.C. e sono perlopiù grandi pietre sbozzate e allungate con forme armoniose o accatastate nel caso del dolmen, altri megaliti sono antropomorfi o zoomorfi. In tutti e tre i casi è arte applicata al monumento a fini di culto, ma i menhir antropomorfi sono molto più antichi rispetto agli altri e alcuni sono paleolitici, cioè hanno oltre 12.000 anni; questa è l’opinione degli archeologi che ricercano l'arte megalitica antropomorfica. I menhir antropomorfi e la sculture rupestri antropomorfe, rappresentano soggetti di culto a cui si ispiravano gli stessi che li producevano. Nelle zone in cui c’erano delle rupi, si scolpivano le rupi e dove non ce n’erano, si faticava di più, dovendo estrarre ed innalzare i massi dal terreno oppure trasportarli nei luoghi di culto da lontano, ma con lo stesso risultato, applicando comunque una tecnica di costruzione, sbozzatura e logistica pesante, oltre alla determinazione di precisi equilibri. Al Paleolitico superiore sono attribuiti molti grandi menhir antropomorfi di Carnac. Nel Paleolitico superiore in Europa troviamo civiltà molto diverse da zona a zona, ma le due più importanti sono quella degli scultori della pietra con soggetti di culto antropomorfi (con forma umana) che non conoscevano la pittura, e quella dei pittori con soggetti zoomorfi (a forma di animali), che dipingevano nelle grotte (Francia, Spagna, ecc.) e che non scolpivano la pietra. Per interpretare il significato della scultura antropomorfa paleolitica è necessario fare parallelismi storici ed etnografici con civiltà che hanno avuto o che adottano ancora, la scultura antropomorfa.
"Cavallo Cinese" delle
Grotte di Lascaux.
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- Al 15.000 a.C. risalgono i più antichi graffiti nelle Grotte di Lascaux, a proposito delle culture dei pittori con soggetti zoomorfi (a forma di animali), che dipingevano nelle grotte (come dai ritrovamenti in Francia, Spagna, ecc.) e che non scolpivano la pietra. Le Grotte di Lascaux sono un complesso di caverne che si trova nella Francia sud-occidentale. Le grotte si trovano vicino al villaggio di Montignac, nel dipartimento della Dordogna. Nelle grotte si trovano esempi di opere di arte parietale risalenti al Paleolitico superiore: molte di queste opere vengono fatte risalire ad una data compresa fra il 13.000 ed il 15.000 a.C. Il tema più comunemente rappresentato è quello di grandi animali dell'epoca (fra i quali l'uro, oggi estinto), resi con grande ricchezza di particolari. Il complesso di caverne venne scoperto il 12 settembre 1940 da quattro ragazzi francesi: Marcel Ravidat, Jacques Marsal, Georges Agnel e Simon Coencas. Dopo la fine della seconda guerra mondiale le caverne vennero aperte al turismo di massa, ma nel 1955 l'anidride carbonica prodotta da 1.200 visitatori al giorno aveva visibilmente danneggiato le pitture. Nel 1963 le caverne vennero chiuse al pubblico e i dipinti vennero restaurati al loro stato originale.
Dal 1998, infestazioni fungine hanno invaso ampie parti del complesso e richiesto interventi straordinari di manutenzione; dal 2008, a seguito del peggioramento della situazione (con una nuova infestazione avviatasi nel 2007) e delle difficoltà per rimuoverne le tracce, le grotte sono state completamente chiuse al pubblico. È stato attivato un comitato scientifico internazionale, finalizzato a studiare le migliori modalità di tutela e ripristino ambientale del complesso. Oggi i dipinti sono monitorati regolarmente, per cercare di evitare il loro ulteriore deterioramento.
Grotta Ruffignac: pitture rupestri di
animali fra cui i mammuth.
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- la grande sala dei tori,
- il passaggio laterale,
- la lancia dell'uomo morto,
- la galleria dipinta,
- il diverticolo dei felini.
Nel 1983 è stata aperta Lascaux II, una replica della grande sala dei tori e della galleria dipinta, situata a circa 200 metri dalle grotte originali. Ad alcuni chilometri da Montignac, nel parco di Le Thot, sono esposte altre riproduzioni dei dipinti delle grotte di Lascaux.
- il passaggio laterale,
- la lancia dell'uomo morto,
- la galleria dipinta,
- il diverticolo dei felini.
Nel 1983 è stata aperta Lascaux II, una replica della grande sala dei tori e della galleria dipinta, situata a circa 200 metri dalle grotte originali. Ad alcuni chilometri da Montignac, nel parco di Le Thot, sono esposte altre riproduzioni dei dipinti delle grotte di Lascaux.
La grotta di Lascaux viene anche chiamata la "Cappella Sistina del Paleolitico".
Di un interesse particolare è la cosiddetta "scena del pozzo" di Lascaux, la più antica rappresentazione della danza e del ballo in un graffito che rappresenta uno stregone nell'atto di svolgere una danza rituale. Qui, secondo Michael Rappenglück, della Facoltà di Matematica e di Scienze Informatiche dell'Università "Ludwig-Maximilians", a Monaco di Baviera, l'immagine dello sciamano che affronta lo spirito del bisonte è da porre in relazione ad alcune costellazioni che passavano in meridiano alla mezzanotte del solstizio d'estate del 16.500 a.C.
- Nelle grotte di Toirano sono visibili segni di frequentazioni riconducibili a questo periodo.
Le grotte di Toirano, in provincia di Savona, sono un complesso di cavità carsiche di rilevanza turistica, particolarmente note per la varietà di forme di stalattiti e stalagmiti, per la loro estensione, per la perizia con cui le guide illustrano il percorso turistico lungo oltre un chilometro, per il ritrovamento di tracce dell'Homo Sapiens di oltre 12.000 anni fa e resti di ursus spelaeus di circa 25.000 anni di età.
L’orso delle caverne che viveva in Liguria durante il grande freddo dell’ultima glaciazione, era più grande dell’orso bruno attuale e trascorreva nelle grotte il letargo invernale; si è estinto 10.000 anni fa per motivi ancora poco chiari.
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Scena del pozzo a Lascaux.
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Grotte di Borgio Verezzi,
limitrofe alle grotte di Toirano.
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Reperto di Orso delle caverne
alle grotte di Toirano.
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Ricostruzione dello scheletro di
orso delle caverne.
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È stato ritrovato nelle grotte di Toirano, che sono uno dei più importanti complessi di cavità naturali in Italia, con oltre 50 caverne naturali attrezzate.
Le straordinarie grotte di Toirano sono di origine calcarea e si sono create da fiumi sotterranei ritiratisi nel corso dei secoli, formando eccezionali effetti scenici: ampi saloni con stalattiti e stalagmiti di ogni dimensione e fiori di cristallo rarissimi.
La Grotta del Colombo e la Grotta di S. Lucia, sono le cavità più note, con mille stalattiti affusolate.
Impronte umane fossili nelle grotte
di Toirano.
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Uomo-bisonte, graffito alto 25 cm., da
Le Gabillou in Dordogna, Francia, del
13.000-12.000 a.C.. Di José-Manuel
Benito - Opera propria, Pubblico
dominio: https://commons.wiki
|
Nella Grotta della Strega si susseguono incontri affascinanti, dal "cimitero degli orsi", dove si sono sovrapposte nel tempo ossa d'orsi delle caverne, al "corridoio delle impronte", caratterizzato dai calchi umani di mani annerite dall'uso di torce nelle pareti, graffi, unghiate e impronte d`orso e impronte di piedi umani a terra, alla "sala dei misteri", luogo probabilmente ad uso rituale.
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