I domini cristiani in Terrasanta nel
1140: la contea di
Edessa, il principato di Antiochia, la
contea di
Tripoli e il regno di Gerusalemme. Da: https://
|
Nel 1.148 - A Venezia viene istituita la Promissio Ducale, il giuramento di fedeltà costituzionale del Doge, che da quel momento, continuamente rinnovata ad ogni nuova elezione, limitava progressivamente i poteri del principe, ponendo le basi di sviluppo di nuove istituzioni repubblicane.
Nel 1.150 - Gli Arabi introducono in Spagna la tecnica di fabbricazione della carta.
- Durante il XII secolo, mentre la Polonia si frammenta in molti piccoli stati, i Cumani sono sconfitti dagli Slavi dell'Est, ma saranno poi i mongoli a decretarne il declino, per cui infine cercheranno rifugio in Transilvania.
- Nel XII
e nel XIII secolo, mentre il potere dei re d'Ungheria sulla Transilvania si consolida, le
aree del sud e nel nord-est della Transilvania furono occupate
da coloni di origine germanica, i sassoni
e Siebenbürgen, il nome tedesco per Transilvania,
deriva dalle loro sette principali città fortificate. La
colonizzazione della Transilvania da parte dei sassoni (in rumeno
Sași) ebbe inizio dai tempi del re d'Ungheria Géza II (1141-1162).
Sebbene i colonizzatori venissero principalmente dalla parte
occidentale dal Sacro romano impero e generalmente parlassero
dialetti francofoni, sono conosciuti come sassoni a causa dei
tedeschi che lavoravano per la cancelleria ungherese.
I sassoni di
Transilvania si trovavano in una condizione privilegiata
rispetto agli ungheresi ed ai székelys
(siculi o secleri) di Transilvania. Per decenni la principale
occupazione dei coloni tedeschi fu quella di difendere i confini
sud-orientali del regno d'Ungheria. La colonizzazione continuò fino
al XIII secolo e l'influenza sassone diventò più marcata quando, ai
primi del secolo, il re Andrea II d'Ungheria fece appello ai
Cavalieri dell'Ordine teutonico per difendere il Burzenland dai
Cumani, i quali furono seguiti dai Mongoli nel 1241.
I Cumani si convertirono al cristianesimo e dopo essere stati
sconfitti dai Mongoli, cercarono rifugio in Transilvania. Erzsebet,
una principessa cumana, sposò Stefano V d'Ungheria nel 1254.
L'amministrazione della Transilvania era nelle mani di un voivoda
(principe), che dalla seconda metà del XIII secolo controllava
l'intera regione.
La Transilvania, da: http://www.terraeasfalto.it/romania- transilvania-maramures-e-tutto-quello-che-verra/ |
Abitanti di origine germanica in Romania nel 2002, da: https://com mons.wikimedia.org/w/index. php?curid=15074021 |
Székelys in Romania nel 2002, da: https://commons.wikimedia. org/w/index.php?curid=15066321 |
Nella stessa Transilvania erano
stanziati, da tempo, i székelys (in italiano siculi o secleri).
L'origine dei székelys (in
italiano siculi o secleri) è incerta e oggetto di discussione
sia tra gli studiosi che tra i székelys
stessi. C’è chi li considera discendenti dagli unni, chi da
popolazioni centro-asiatiche (come i cumani), quel che è certo è che per lunga
parte della loro storia sono stati alleati indissolubili dei re
magiari, di cui erano la truppa d’assalto. Proprio il
rapporto con il re e con la guerra sono stati fondamentali per
definire questa comunità, le cui terre autonome, non soggette
a tassazione e coltivate in comune, resero difficile l’instaurazione
di un sistema feudale. I székelys
sono in prevalenza di religione cattolica, ma è importante
anche la minoranza unitariana e quella luterana. La descrizione più
completa delle terre e delle tradizioni sicule è stata scritta tra
il 1859 ed il 1868 da Orbán Balázs nella sua opera "Descrizione
della Terra dei Siculi".
Oggi è generalmente accettata la teoria che discendano dai magiari o
da popolazioni turche maghiarizzate che si insediarono nei
Carpazi per proteggere le frontiere ungheresi. I székelys
hanno una forte identità nazionale ungherese. Benché le
regioni in cui abitano siano la Transilvania (che al presente
appartiene alla Romania) e la Vojvodina (che al presente
appartiene alla Serbia), entrambe appartenute in passato
all'Ungheria, la lingua che parlano è l'ungherese. Molti termini
arcaici dell'ungherese sono sopravvissuti tra i siculi, soprattutto
in Romania, dove non hanno subíto l'influenza delle lingue slave.
Foneticamente, i siculi hanno un accento tipico. Esistono svariate
teorie che suggeriscono una loro discendenza dagli Unni, dagli Àvari,
dai Gepidi e dagli Sciti. Alcuni studiosi fanno risalire la loro
presenza nei Carpazi orientali a partire dal V secolo. Altri hanno
proposto che i Siculi, come gli Ungheresi, siano semplicemente
discendenti dagli Ungari e che le differenze culturali siano dovute
al relativo isolamento nelle montagne. Lo studioso ungherese Gyula
László, a metà del XIX secolo, propose una teoria secondo la quale
ci furono due migrazioni ungheresi in Transilvania e nella Pianura
Pannonica, la prima precedente alla conquista magiara della Pannonia
dell'896. Secondo questa teoria, i Siculi sarebbero un gruppo
ungherese insediatosi in Transilvania durante questa prima
migrazione. Tale teoria, però è stata superata dagli studi più
recenti. Un'altra possibile origine del popolo siculo è l'Ungheria
stessa: potrebbero essere ungheresi emigrati in Transilvania per
proteggere i confini orientali. Altri ancora credono che i siculi
siano di origine turca oppure cumana.
Nel 1.154 - Scende una prima volta in Italia l'imperatore Federico I Barbarossa.
Il processo di autonomia dei Comuni italiani era stato favorito dalla crisi in cui era precipitata la Germania, lacerata da un’aspra contesa fra due opposte fazioni a sostegno di due casate rivali per la corona imperiale. Si chiamavano Ghibellini i sostenitori della Casa di Svevia, dal nome del castello di Waiblingen, che si proclamavano difensori dell’onore dell’Impero affermando la sua superiorità sul Papa, sostenuta dal "Privilegio Ottoniano". Si chiamavano Guelfi (dalla dinastia rivale dei Welfen) i sostenitori della Casa di Baviera, fautori della libertà della Chiesa romana e quindi favorevoli al "Concordato di Worms". Successivamente, dato che la casata sveva acquisì la corona imperiale e, con Federico I Hohenstaufen, cercò di consolidare il proprio potere nel Regno d’Italia, nel nuovo ambito politico la lotta passò a designare chi appoggiava l’impero (Ghibellini) e chi lo contrastava in appoggio al papato (Guelfi). L’elezione di Federico I di Svevia (1.152), passato alla storia con il nome di Barbarossa, fu resa possibile dal fatto che sua madre era una Welfen. Ristabilita la pace in Germania, Federico decise di ripristinare l'autorità imperiale in Italia, dove i comuni italiani si erano sottratti di fatto al controllo politico dell'imperatore. Nel 1.154 scese in Italia per farsi incoronare imperatore e convocò la Dieta di Roncaglia per condannare la rivendicazione di sovranità dei comuni. Nel 1.158 scese una seconda volta e distrusse Crema e Milano che si erano ribellate. I comuni si coalizzarono quindi nel 1.167 nella Lega Lombarda, insieme di 36 città che nella battaglia di Legnano del 1.176 sconfissero il Barbarossa.
Nel 1.154 - Scende una prima volta in Italia l'imperatore Federico I Barbarossa.
Cartina dell'Europa nell'anno 1154,
quando Federico I
Barbarossa scende in Italia per tentare
di sottomettere
i Comuni.
|
- Durante la seconda metà del
sec. XII Venezia deve salvaguardare la sua indipendenza
dall'imperialismo tedesco e favorisce i Comuni contro il
Barbarossa, mentre vede
compromessa la sua egemonia sull'alto Adriatico a favore dei
Bizantini.
- Nel 1.154 inizia la costruzione della cattedrale di Chartres in Francia.
Nel 1.158 - Tra l'XI e il XII secolo si sviluppa la lotta per le investiture. E' un periodo fondamentale per lo sviluppo della politica europea, per definire i rapporti tra lo Stato e la Chiesa. In questa lotta le discussioni di diritto sono fondamentali e fondamentale è lo studio del diritto giustinianeo, fondamento della identità dell'lmpero. Nel 1158 quattro esperti di diritto, quattro doctores dello Studio bolognese (l'università) ritenuti allievi di Irnerio, cioè Bulgaro, Martino, Jacopo e Ugo di Porta Ravegnana vengono invitati da Federico I Barbarossa alla Dieta di Roncaglia per esprimere un parere sui diritti dell'Impero nei riguardi di altre entità politiche. Tranne Martino, gli altri tre si pronunciarono a favore dell'Impero. Essi dimostrano con glosse molto sottili che l'unica Legge è quella romana, affidata all'Impero. Come conseguenza Federico I Barbarossa nel 1158 promulga una Constitutio Habita con la quale si stabilisce che ogni scuola si costituisce come una societas di socii (allievi) presieduta da un maestro (dominus) che viene compensato con le quote pagategli dagli studenti. L'Impero si impegna a proteggere dalle intrusioni di ogni autorità politica tutti gli scholares che viaggiano per ragioni di studio. Si tratta di un evento fondamentale per la storia dell'università europea. L'università diventa per legge il luogo in cui la ricerca si sviluppa liberamente, indipendentemente da ogni altro potere. Da http://www.unibo.it/it/ateneo/chi-siamo/la-nostra-storia/luniversita-dal-xii-al-xx-secolo
Sultanato selgiuchide di Rûm o
Sultanato di Nicea o
Sultanato di Iconio nella sua
espansione. Da: https://it.wiki
|
Nel 1.157 - La morte del selgiuchide Gran Sultano Ahmed segna la fine dell'unità per il grande sultanato selgiuchide e la perdita del Khorasan. Negli altri territori del nominale Impero selgiuchide, governavano gli Artuqidi, nella Siria nord-orientale e nella Mesopotamia settentrionale, che controllarono Gerusalemme fino al 1098 mentre Kerbogha esercitava grande indipendenza, in veste di atabeg di Mosul. Nell'Anatolia orientale e Siria settentrionale fu fondata invece la dinastia Danishmendide che si contese territori con il Sultanato di Rûm (o Sultanato di Nicea o Sultanato di Iconio). L'anatolico Sultanato di Rum, sopravvisse ancora per circa un secolo, sino all'invasione dei Mongoli dell'Ilkhanato.
Nel 1.158 - Tra l'XI e il XII secolo si sviluppa la lotta per le investiture. E' un periodo fondamentale per lo sviluppo della politica europea, per definire i rapporti tra lo Stato e la Chiesa. In questa lotta le discussioni di diritto sono fondamentali e fondamentale è lo studio del diritto giustinianeo, fondamento della identità dell'lmpero. Nel 1158 quattro esperti di diritto, quattro doctores dello Studio bolognese (l'università) ritenuti allievi di Irnerio, cioè Bulgaro, Martino, Jacopo e Ugo di Porta Ravegnana vengono invitati da Federico I Barbarossa alla Dieta di Roncaglia per esprimere un parere sui diritti dell'Impero nei riguardi di altre entità politiche. Tranne Martino, gli altri tre si pronunciarono a favore dell'Impero. Essi dimostrano con glosse molto sottili che l'unica Legge è quella romana, affidata all'Impero. Come conseguenza Federico I Barbarossa nel 1158 promulga una Constitutio Habita con la quale si stabilisce che ogni scuola si costituisce come una societas di socii (allievi) presieduta da un maestro (dominus) che viene compensato con le quote pagategli dagli studenti. L'Impero si impegna a proteggere dalle intrusioni di ogni autorità politica tutti gli scholares che viaggiano per ragioni di studio. Si tratta di un evento fondamentale per la storia dell'università europea. L'università diventa per legge il luogo in cui la ricerca si sviluppa liberamente, indipendentemente da ogni altro potere. Da http://www.unibo.it/it/ateneo/chi-siamo/la-nostra-storia/luniversita-dal-xii-al-xx-secolo
Nel 1.160 - Redazione del "Tristano e Isotta" e dell'epopea dei Nibelunghi. Nella saga dei Nibelunghi (da nebel, nebbia), Brunilde è la regina d'Islanda di cui Gunther, re dei Burgundi, fratello di Grimilde, Gernot e Giselher, si innamora. Per poter ottenere la sua mano il re decide di chiedere aiuto al compagno d'armi Sigfrido, figlio di Siegmund e di Sieglinde, eroe vincitore dei Nibelunghi. Questi, in cambio della mano di Grimilde, decide di aiutarlo. Ma la regina islandese, vergine guerriera dalla forza immensa, impone una duplice prova ai suoi pretendenti: la sposerà solo chi riuscirà a raggiungere d'un balzo un masso scagliato lontano da lei, per poi vincerla in duello. La situazione è grave per il burgundo Gunther, tanto più che numerosi e valorosi guerrieri sono morti prima di lui in quella stessa impresa: ma è Sigfrido a combattere al suo fianco, facendosi forte del suo cappuccio dell'invisibilità che gli da le sembianze di Gunther stesso. Gunther, considerato infine vincitore, porta la sua bella promessa sposa a Worms, città sul Reno, centro del regno burgundo. Si svolgono quindi parallelamente le nozze di Sigfrido-Grimilde e di Gunther-Brunilde. Quando Gunther cerca di consumare il matrimonio, la moglie lo lega e lo appende a una parete con un grosso uncino. Umiliato, il re chiede di nuovo aiuto a Sigfrido che, assumendo nuovamente le sembianze del re, riesce a sopraffare la donna e farla unire con Gunther. Ma Sigfrido, prima di allontanarsi dai due nuovi amanti, sottrae a Brunilde un anello d'oro e una cintura preziosa. Quando, nella 14a avventura del manoscritto C dei Nibelunghi, Brunilde vede indossato da Grimilde quello che un tempo apparteneva a lei, capisce di essere stata ingannata per ben due volte da Sigfrido e adirata, dopo un terribile litigio con Grimilde, affida ad Hagen il compito di uccidere Sigfrido. Brunilde non viene più menzionata dalla 15ª alla 39ª (ed ultima) avventura; secondo alcune versioni della leggenda, però, alla morte di Sigfrido venne colta da un'enorme senso di colpa che la spinse a suicidarsi gettandosi nella pira costruita per l'eroe defunto. In "L'anello del Nibelungo" di Richard Wagner è la protagonista al fianco di Sigfrido delle tre giornate (la prima opera, "L'oro del Reno", è considerata un prologo). Compare per la prima volta nella prima giornata, "La Valchiria", della quale è l'eponima, ove è presentata come figlia di Wotan (Odino) e di Erda, nonché una delle nove Valchirie. Viene bandita dalla razza divina perché ha tentato di contrastare la volontà del padre aiutando Siegmund e Sieglinde. È inoltre lei a dare il nome al nascituro Sigfrido ("Colui che gioisce nella vittoria"). Nella seconda giornata, viene svegliata dal lungo sonno in cui Wotan l'aveva sprofondata da Sigfrido, mentre nella terza, "Il crepuscolo degli dei", a causa di un intrico di complotti di palazzo manovrati da Hagen, va in sposa a Gunther, re dei Burgundi. Sigfrido sposa la sorella del re, Gutrune e Brunilde chiede ad Hagen di vendicarla. Questi uccide Sigfrido, che in punto di morte recupera la memoria che Hagen aveva cancellato con un filtro, e muore col nome dell'amata Valchiria sulle labbra. Quando il corpo di Sigfrido è posto sulla pira funebre, Brunilde, montando in sella al suo cavallo Grane si getta tra le fiamme, indossando l'Anello maledetto (che Sigfrido le aveva precedentemente donato). Così l'Anello torna al Reno mentre con un brano orchestrale intitolato non a caso "Glorificazione di Brunilde" si conclude l'opera. L'interpretazione grafica più comune della "Glorificazione" è il rogo del Walhalla (con al suo interno tutti gli dèi) e l'inizio di una nuova età per il genere umano, libero dall'eredità di morte ed oppressione costituita dal vecchio credo germanico: l'amore tra Brunilde e Sigfrido ha sconfitto la maledizione dell'Anello e tutto ciò che era stato costruito su di esso (tra cui il Walhalla e, per estensione, tutto ciò che è il pantheon norreno).
Nel 1.163 - Inizia la costruzione della cattedrale di Notre-Dame a Parigi.
Nel 1.167 - L' 8 luglio, si combatte la battaglia di Sirmio o battaglia di Zemun (in ungherese: Zimonyi csata) tra gli eserciti dell'Impero bizantino e del Regno di Ungheria. La decisiva vittoria dei bizantini costringe gli ungheresi ad accettare la pace alle condizioni dettate da Costantinopoli. Negli anni fra il 1150 ed il 1160, il regno d'Ungheria aveva allargato i propri confini ed era giunto a puntare all'annessione della Dalmazia e della Croazia. Queste mire espansionistiche degli ungheresi si scontravano con gli interessi dell'Impero bizantino, che considerava questa espansione pericolosa per il proprio predominio nei Balcani e con quelli dell'alleata Repubblica di Venezia (ormai confinante con il regno ungherese), che considerava la Dalmazia una zona di proprio interesse esclusivo. I bizantini intervennero quindi pesantemente nella politica ungherese, sia militarmente che fomentando ribellioni dinastiche. Tuttavia l'imperatore Manuele I Comneno cercò di evitare uno scontro totale attraverso un accomodamento dinastico che avrebbero potuto portare all'unione dell'Ungheria e dell'Impero: Bela, fratello cadetto del re Stefano III d'Ungheria fu allevato a Costantinopoli e destinato a sposare la figlia primogenita (ed erede) di Manuele I. Tuttavia Stefano III rifiutò sia di consegnare ai bizantini i territori del ducato di Dalmazia (nominalmente soggetto a Bela), sia di nominare Bela proprio erede, provocando una nuova guerra. Così nel 1167 Manuele affidò il comando delle operazioni in Ungheria ad Andronico Kontostephanos con l'ordine di spingere il nemico a dare battaglia. Lo scontro avvenne sulle rive del fiume Sava, vicino all'antica città di Sirmio, nella pianura della Pannonia. A differenza degli ungheresi, i bizantini disposero un forte contingente di truppe di riserva alle spalle del proprio centro. I loro arcieri provocarono gli ungheresi a caricare, mentre alla destra ed al centro i bizantini resistevano all'assalto e il loro fianco sinistro fingeva di fuggire. L'ala destra ungherese piegò verso il centro dello schieramento bizantino per circondarlo, ma fu prima bloccata dalle riserve bizantine e poi attaccata alle spalle dalle unità del fianco sinistro che credeva fossero fuggite. Vista la favorevole situazione alla propria sinistra, Kontostephanos ordinò un attacco generale, che indusse gli ungheresi a fuggire. La battaglia di Sirmio coronò gli sforzi di Manuele per garantirsi i confini settentrionali. Gli ungheresi dovettero accettare le condizioni imposte dall'Impero: la Dalmazia e la Croazia passarono sotto il controllo bizantino ed inoltre il sovrano ungherese acconsentì a pagare un tributo all'imperatore bizantino. La questione della successione di Stefano III non venne definita, tuttavia alla sua morte (nel 1172) Bela (che non era più nella linea di successione bizantina per via della nascita di Alessio II Comneno) salì al trono, ma solo dopo aver giurato che non avrebbe leso gli interessi di Manuele.
Nel 1.171 - I veneziani sono perseguitati nell'impero bizantino, mentre slavi e ungheresi scrollano le posizioni veneziane sulla costa adriatica orientale e i commercianti genovesi e pisani prendono il sopravvento sui mercati del Levante.
Nel 1.173 - Valdo di Lione inizia la sua predicazione. Mentre i Catari, (catari, cioè “puri”, dal greco katharoi) che predicavano il Vangelo di Giovanni ed intendevano vivere in povertà la propria dottrina rigorosa, divennero una forte minoranza, diffusi in tutta l’Occitania occidentale; in quella orientale, l’eresia più diffusa era invece quella valdese. Il valdismo, i cui fedeli sono chiamati valdesi, è stato un movimento pauperistico medievale nato nell'ultimo quarto del XII secolo, scomunicato nel 1.184, e dal 1.532 è una confessione protestante di matrice calvinista. La corrente valdese del cristianesimo nasce nel Medioevo, precisamente nel XII secolo, come movimento religioso, costituito da contadini e in genere da poveri, che precede di poco quello promosso da Francesco d'Assisi. Tradizionalmente si fa risalire la fondazione del movimento a Valdo di Lione (o Pietro Valdo o Valdesio, dalla latinizzazione Valdesius). In realtà, l'origine dei Valdesi si confonde con il grande fermento di movimenti pauperistici di riforma del Cristianesimo sviluppatisi nel corso del XII secolo. Oggi, esiste una via a Lione che porta il suo nome, nel 5ème arrondissement (rue Pierre-Valdo). Valdo, si dice in seguito all'ascolto da un menestrello sulla vita di sant'Alessio, decise di approfondire lo studio della Bibbia: egli però non conosceva il latino, così si fece tradurre i Vangeli e altri scritti biblici in francese. Fu colpito in particolar modo dalle parole rivolte da Gesù al giovane ricco: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi" (Matteo XIX, 21). Decise allora, nel 1.173, di abbandonare la moglie, far accogliere le figlie nel monastero di Fontevrault e offrire tutta la sua ricchezza ai poveri. In seguito si circondò di un gruppo di seguaci con i quali, fatto voto di castità e vestiti solo di stracci, andava in giro a predicare il messaggio evangelico; ben presto il gruppo fu identificato con l'espressione Poveri di Lione.
La loro predicazione si svolse all'interno dell' "ortodossia" romana, rivolgendosi principalmente contro il dualismo cataro. La fedeltà al papa di Roma da parte del movimento valdese in questi anni è testimoniata dalla ricerca di approvazione ecclesiastica nel 1.179, in occasione del terzo concilio Laterano: essi si recarono a Roma incontrandosi anche con il pontefice Alessandro III, il quale dimostrò apprezzamento per il loro proposito di vivere in maniera povera e conforme al dettato evangelico, ma non fu disposto a riconoscere la loro richiesta di essere predicatori della Parola. In quel periodo l'annuncio del Vangelo infatti era riservato solo ai chierici e agli ecclesiastici, ai laici non era permesso predicare ed era persino sconsigliata la lettura diretta e personale della Bibbia. Valdo (detto anche Valdesio, dalla latinizzazione del suo nome) tuttavia, insieme ai suoi seguaci, continuò a diffondere l'insegnamento cristiano nonostante il divieto papale, in piena disobbedienza; quindi, nel 1.180, fu convocato dal cardinale Enrico di Marcy, vescovo di Albano, in un sinodo a Lione, nel quale Valdo e i suoi seguaci dichiararono la loro completa "ortodossia" e al contempo esposero quelli che consideravano gli "errori" dei catari. Nonostante ciò, la predicazione da parte dei laici e delle donne e la lettura individuale della Bibbia erano aspetti considerati inaccettabili dalla Chiesa romana, consapevole del fatto che ammettere tale innovazione avrebbe significato dare il via ad un processo di trasformazione dagli esiti imprevedibili qualora la lettura e interpretazione dei testi sacri fosse permessa anche a fedeli non appartenenti al clero. Tutto questo era stato ben compreso da Walter Map, rappresentante di re Enrico II Plantageneto al concilio lateranense del 1.179, che a proposito dei valdesi aveva scritto: « Costoro mai hanno dimore stabili, se ne vanno due a due a piedi nudi, vestiti di lana, nulla possedendo, ma mettendo tutto in comune come gli apostoli, seguendo nudi il Cristo nudo. Iniziano ora in modo umilissimo, perché stentano a muovere il piede; ma qualora li ammettessimo, ne saremmo cacciati » (Walter Map, De Nugis Curialium). Nel 1.184 a Verona, con la bolla Ad abolendam, papa Lucio III scomunicò una serie di movimenti ritenuti ereticali anche molto diversi tra loro, tra cui i poveri di Lione, i valdesi. La motivazione per tale scomunica rimase la "presunzione" dei valdesi a voler predicare in pubblico. Nonostante la condanna papale, comunque, il movimento valdese continuò la sua espansione verso il Mezzogiorno di Francia e l'Italia (Piemonte, Lombardia, Puglia e Calabria), giungendo anche in alcune regioni della Germania, in Svizzera, e persino in Austria, Spagna, Ungheria, Polonia e Boemia. Le comunità valdesi erano organizzate su due livelli: vi erano i "perfetti" o "barba" (che significa "zio", in contrapposizione al "padre" cattolico) che seguivano i tre voti monastici di povertà, castità, e obbedienza ed erano predicatori itineranti, e i semplici fedeli, che erano detti "amici" o "noti". La comunità aveva tre gradi gerarchici: diaconi, presbiteri e vescovi e preparava i futuri predicatori in apposite scuole, gli "ospizi". Osservavano la liturgia delle Ore e i digiuni, celebravano la Cena del Signore (nella Linguadoca con pane, vino e pesce) e la sera del Giovedì Santo praticavano la lavanda dei piedi. Studiavano a memoria interi Vangeli e altre parti della Bibbia che Valdo aveva fatto tradurre nelle varie lingue popolari. Dopo la scomunica, però, il movimento valdese perse la sua compattezza originaria e iniziò a sfaldarsi in gruppi locali differenziati tra di loro. La prima grande spaccatura avvenne nel 1.205 circa, quando una parte consistente di valdesi di Lombardia dette vita ad un gruppo autonomo detto appunto Poveri Lombardi (pauperes Lombardi). Entrando in Lombardia i predicatori e le predicatrici valdesi poveri (fratres et sorores) miravano, come altrove, a costituire gruppi di amici o credentes che vivessero nel mondo, lavorassero e li sostenessero con le loro elemosine. Vennero però qui a trovarsi in una situazione politica e sociale radicalmente diversa da quella d'oltralpe. Trovarono infatti una miriade di Comuni in lotta perenne per la loro piena indipendenza dall'Impero e dal papato e lacerati all'interno dalle lotte tra partito guelfo e partito ghibellino. I valdesi non ebbero problemi a inserirsi nelle strutture comunali, riuscendo anche a farsi eleggere alle cariche più importanti, ma la maggior parte di loro preferì restare ai margini della vita politica a causa del severo divieto del giuramento, dell'insistenza sulla povertà assoluta e per una certa sfiducia verso le autorità umane. Il partito ghibellino sembrava spesso appoggiare questi movimenti ereticali, non però per un reale interesse per le questioni religiose, ma per sfruttare ai suoi fini l'anticlericalismo della loro predicazione. E così, ad alcuni podestà che li difendevano e li appoggiavano, ne seguirono spesso altri che li condannavano e li bruciavano sul rogo. Ma in Lombardia i valdesi vennero ben presto a contatto e furono influenzati da altri movimenti popolari di carattere sociale e religioso, da tempo presenti in loco o di nuova istituzione, come i Patarini, gli Arnaldisti e gli Umiliati. I valdesi lombardi ne furono influenzati al punto da adottare dei provvedimenti che provocarono la reazione di Valdo fino alla scissione che ebbe luogo nel 1.205, essenzialmente a causa di tre motivi:
Nel 1.175 - Chrétien de Troyes, ispirato dagli ideali cavallereschi occitani e probabilmente informato su eventi storici sconosciuti ai più, comporrà fra il 1.175 e il 1.190, "Le Roman de Perceval ou le conte du Graal", romanzo incompiuto in versi che aprirà il filone narrativo del Sangraal, re Artù, il primo re, nella saga bretone, cristiano, e che narrerà di Perceval (Parsifal).
- Si diffondono in Stiria i primi altiforni che rendono possibile la produzione della ghisa. La Stiria (Steiermark in tedesco, Štajerska in sloveno) è un Lander del sud-est dell'Austria.
Nel 1.176 - A Legnano la Lega Lombarda sconfigge Federico Barbarossa.
Nel ricordo della battaglia, è affiorata la memoria di Alberto da Giussano, un personaggio storico del XII secolo; condottiero italiano citato in alcune opere letterarie scritte in secoli successivi, di cui non ne è univocamente determinata la effettiva esistenza storica. Con l'esclusione della possibile provenienza, Giussano, una città a 25 km a nord di Milano, non si hanno notizie storiche e biografiche certe.
Nel 1.167 - L' 8 luglio, si combatte la battaglia di Sirmio o battaglia di Zemun (in ungherese: Zimonyi csata) tra gli eserciti dell'Impero bizantino e del Regno di Ungheria. La decisiva vittoria dei bizantini costringe gli ungheresi ad accettare la pace alle condizioni dettate da Costantinopoli. Negli anni fra il 1150 ed il 1160, il regno d'Ungheria aveva allargato i propri confini ed era giunto a puntare all'annessione della Dalmazia e della Croazia. Queste mire espansionistiche degli ungheresi si scontravano con gli interessi dell'Impero bizantino, che considerava questa espansione pericolosa per il proprio predominio nei Balcani e con quelli dell'alleata Repubblica di Venezia (ormai confinante con il regno ungherese), che considerava la Dalmazia una zona di proprio interesse esclusivo. I bizantini intervennero quindi pesantemente nella politica ungherese, sia militarmente che fomentando ribellioni dinastiche. Tuttavia l'imperatore Manuele I Comneno cercò di evitare uno scontro totale attraverso un accomodamento dinastico che avrebbero potuto portare all'unione dell'Ungheria e dell'Impero: Bela, fratello cadetto del re Stefano III d'Ungheria fu allevato a Costantinopoli e destinato a sposare la figlia primogenita (ed erede) di Manuele I. Tuttavia Stefano III rifiutò sia di consegnare ai bizantini i territori del ducato di Dalmazia (nominalmente soggetto a Bela), sia di nominare Bela proprio erede, provocando una nuova guerra. Così nel 1167 Manuele affidò il comando delle operazioni in Ungheria ad Andronico Kontostephanos con l'ordine di spingere il nemico a dare battaglia. Lo scontro avvenne sulle rive del fiume Sava, vicino all'antica città di Sirmio, nella pianura della Pannonia. A differenza degli ungheresi, i bizantini disposero un forte contingente di truppe di riserva alle spalle del proprio centro. I loro arcieri provocarono gli ungheresi a caricare, mentre alla destra ed al centro i bizantini resistevano all'assalto e il loro fianco sinistro fingeva di fuggire. L'ala destra ungherese piegò verso il centro dello schieramento bizantino per circondarlo, ma fu prima bloccata dalle riserve bizantine e poi attaccata alle spalle dalle unità del fianco sinistro che credeva fossero fuggite. Vista la favorevole situazione alla propria sinistra, Kontostephanos ordinò un attacco generale, che indusse gli ungheresi a fuggire. La battaglia di Sirmio coronò gli sforzi di Manuele per garantirsi i confini settentrionali. Gli ungheresi dovettero accettare le condizioni imposte dall'Impero: la Dalmazia e la Croazia passarono sotto il controllo bizantino ed inoltre il sovrano ungherese acconsentì a pagare un tributo all'imperatore bizantino. La questione della successione di Stefano III non venne definita, tuttavia alla sua morte (nel 1172) Bela (che non era più nella linea di successione bizantina per via della nascita di Alessio II Comneno) salì al trono, ma solo dopo aver giurato che non avrebbe leso gli interessi di Manuele.
Nel 1.171 - I veneziani sono perseguitati nell'impero bizantino, mentre slavi e ungheresi scrollano le posizioni veneziane sulla costa adriatica orientale e i commercianti genovesi e pisani prendono il sopravvento sui mercati del Levante.
Nel 1.173 - Valdo di Lione inizia la sua predicazione. Mentre i Catari, (catari, cioè “puri”, dal greco katharoi) che predicavano il Vangelo di Giovanni ed intendevano vivere in povertà la propria dottrina rigorosa, divennero una forte minoranza, diffusi in tutta l’Occitania occidentale; in quella orientale, l’eresia più diffusa era invece quella valdese. Il valdismo, i cui fedeli sono chiamati valdesi, è stato un movimento pauperistico medievale nato nell'ultimo quarto del XII secolo, scomunicato nel 1.184, e dal 1.532 è una confessione protestante di matrice calvinista. La corrente valdese del cristianesimo nasce nel Medioevo, precisamente nel XII secolo, come movimento religioso, costituito da contadini e in genere da poveri, che precede di poco quello promosso da Francesco d'Assisi. Tradizionalmente si fa risalire la fondazione del movimento a Valdo di Lione (o Pietro Valdo o Valdesio, dalla latinizzazione Valdesius). In realtà, l'origine dei Valdesi si confonde con il grande fermento di movimenti pauperistici di riforma del Cristianesimo sviluppatisi nel corso del XII secolo. Oggi, esiste una via a Lione che porta il suo nome, nel 5ème arrondissement (rue Pierre-Valdo). Valdo, si dice in seguito all'ascolto da un menestrello sulla vita di sant'Alessio, decise di approfondire lo studio della Bibbia: egli però non conosceva il latino, così si fece tradurre i Vangeli e altri scritti biblici in francese. Fu colpito in particolar modo dalle parole rivolte da Gesù al giovane ricco: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi" (Matteo XIX, 21). Decise allora, nel 1.173, di abbandonare la moglie, far accogliere le figlie nel monastero di Fontevrault e offrire tutta la sua ricchezza ai poveri. In seguito si circondò di un gruppo di seguaci con i quali, fatto voto di castità e vestiti solo di stracci, andava in giro a predicare il messaggio evangelico; ben presto il gruppo fu identificato con l'espressione Poveri di Lione.
Valdo di Lione, monumento
ubicato a Worms, in
Germania.
|
- I predicatori in Lombardia entrarono a far parte di comunità di lavoratori e ne crearono delle proprie. Secondo Valdo i predicatori non dovevano lavorare ma vivere in povertà delle offerte degli amici per non essere corrotti dalla brama di ricchezze.
- I lombardi si scelsero un capo a vita nella persona del piacentino Giovanni da Ronco detto il Buono. Valdo obiettava che l'unico preposto del loro movimento doveva rimanere Gesù Cristo.
- I lombardi elessero dei ministri ai quali affidarono compiti sacerdotali, come la consacrazione dell'eucaristia.
Valdo temeva che questo fosse il primo passo per costituirsi come contro-chiesa: egli infatti aveva voluto creare una fraternità religiosa di predicatori che si impegnavano a supplire alle carenze del clero nella predicazione e nella cura d'anime, ma non dovevano sostituirsi ad esso. Valdo voleva rimanere nella Chiesa romana e lavorarvi, anche se scomunicato. Da questa prima divisione nacque una crisi del movimento che ebbe importanti evoluzioni nel giro di pochi anni. Tra il 1.205 e il 1.207 Valdo morì senza essere riuscito a ricomporre lo scisma interno al suo movimento e la frattura con Roma. Da allora molti gruppi iniziarono ad allontanarsi dall'ortodossia cattolica, rifiutando le gerarchie ecclesiastiche, giudicate peccatrici e malvagie. Quando il Concilio Lateranense IV nel 1.215 definisce formalmente la dottrina della transustanziazione (cioè l'idea della presenza reale e sostanziale di Cristo nell'Eucarestia), questa non trova consensi tra i valdesi. A causa di queste tendenze il principale interprete del valdismo originario, Durando d'Osca, insieme ad un gruppo di discepoli, tentò di mettere fine al dissidio con le gerarchie ecclesiastiche facendo riconoscere dalla Chiesa romana i punti essenziali della primitiva ispirazione di Valdo. La speranza però si rivelò illusoria: il papa, nel 1.208, approvò il loro proposito di vita religiosa ma non colse i motivi centrali della loro ispirazione e il nuovo ordine, con il nome di Poveri Cattolici (pauperes catholici), fu orientato in funzione antiereticale. Una sorte leggermente migliore toccò a Bernardo Primo e ai suoi seguaci, riconosciuti nel 1.210 dalla Chiesa con il nome di Poveri Riconciliati, che riuscirono a inserire nel loro proposito il supremo magistero di Cristo e il mandato apostolico di predicare per la salvezza del popolo di Dio. Entrambi i gruppi, comunque, non riuscirono nel loro intento di rifondare dall'interno la Chiesa né a sottrarre dalla presunta "eresia" gli altri movimenti valdesi. Inoltre le gerarchie ecclesiastiche li guardavano con sospetto e furono spesso accusati di aver accettato l'"ortodossia" romana solo formalmente; nel giro di pochi anni, perciò, i Poveri Cattolici e i Poveri Riconciliati si esaurirono o furono costretti a fondersi con altri ordini religiosi. I restanti membri del movimento valdese si erano organizzati in due gruppi, quello ultramontano e quello italico. Nel 1.218 la Società dei Fratelli Ultramontani (societas fratrum Ultramontanorum) e la Società dei Fratelli Italici (societas fratrum Italicorum) si incontrarono a Bergamo con l'intento di trovare una nuova unità, ma non riuscirono a ricomporre le loro fratture.
Valdo temeva che questo fosse il primo passo per costituirsi come contro-chiesa: egli infatti aveva voluto creare una fraternità religiosa di predicatori che si impegnavano a supplire alle carenze del clero nella predicazione e nella cura d'anime, ma non dovevano sostituirsi ad esso. Valdo voleva rimanere nella Chiesa romana e lavorarvi, anche se scomunicato. Da questa prima divisione nacque una crisi del movimento che ebbe importanti evoluzioni nel giro di pochi anni. Tra il 1.205 e il 1.207 Valdo morì senza essere riuscito a ricomporre lo scisma interno al suo movimento e la frattura con Roma. Da allora molti gruppi iniziarono ad allontanarsi dall'ortodossia cattolica, rifiutando le gerarchie ecclesiastiche, giudicate peccatrici e malvagie. Quando il Concilio Lateranense IV nel 1.215 definisce formalmente la dottrina della transustanziazione (cioè l'idea della presenza reale e sostanziale di Cristo nell'Eucarestia), questa non trova consensi tra i valdesi. A causa di queste tendenze il principale interprete del valdismo originario, Durando d'Osca, insieme ad un gruppo di discepoli, tentò di mettere fine al dissidio con le gerarchie ecclesiastiche facendo riconoscere dalla Chiesa romana i punti essenziali della primitiva ispirazione di Valdo. La speranza però si rivelò illusoria: il papa, nel 1.208, approvò il loro proposito di vita religiosa ma non colse i motivi centrali della loro ispirazione e il nuovo ordine, con il nome di Poveri Cattolici (pauperes catholici), fu orientato in funzione antiereticale. Una sorte leggermente migliore toccò a Bernardo Primo e ai suoi seguaci, riconosciuti nel 1.210 dalla Chiesa con il nome di Poveri Riconciliati, che riuscirono a inserire nel loro proposito il supremo magistero di Cristo e il mandato apostolico di predicare per la salvezza del popolo di Dio. Entrambi i gruppi, comunque, non riuscirono nel loro intento di rifondare dall'interno la Chiesa né a sottrarre dalla presunta "eresia" gli altri movimenti valdesi. Inoltre le gerarchie ecclesiastiche li guardavano con sospetto e furono spesso accusati di aver accettato l'"ortodossia" romana solo formalmente; nel giro di pochi anni, perciò, i Poveri Cattolici e i Poveri Riconciliati si esaurirono o furono costretti a fondersi con altri ordini religiosi. I restanti membri del movimento valdese si erano organizzati in due gruppi, quello ultramontano e quello italico. Nel 1.218 la Società dei Fratelli Ultramontani (societas fratrum Ultramontanorum) e la Società dei Fratelli Italici (societas fratrum Italicorum) si incontrarono a Bergamo con l'intento di trovare una nuova unità, ma non riuscirono a ricomporre le loro fratture.
Nel 1.175 - Chrétien de Troyes, ispirato dagli ideali cavallereschi occitani e probabilmente informato su eventi storici sconosciuti ai più, comporrà fra il 1.175 e il 1.190, "Le Roman de Perceval ou le conte du Graal", romanzo incompiuto in versi che aprirà il filone narrativo del Sangraal, re Artù, il primo re, nella saga bretone, cristiano, e che narrerà di Perceval (Parsifal).
Nel 1.176 - A Legnano la Lega Lombarda sconfigge Federico Barbarossa.
"La battaglia di Legnano" di
Amos Cassoli (1860-70)
Firenze, Galleria d'arte moderna di
palazzo Pitti.
|
Legnano: monumento
ad Alberto da
Giussano.
|
- a pagare un indennizzo una tantum di 15.000 lire e un tributo annuo di 2.000,
- a corrispondere all'imperatore il fodro (ossia il foraggio per i cavalli, o un'imposta sostitutiva) quando questi fosse sceso in Italia,
- a concedere all'imperatore la prerogativa di dirimere in prima persona le questioni fra un Comune e l'altro. Si trattava di un compromesso che segnava la rinuncia all'ormai anacronistico concetto di "impero universale" e dunque, al piano di dominio assoluto di Federico, mentre i Comuni avrebbero mantenuto la loro larga autonomia. Prima di morire, tuttavia, Federico riuscì ad estendere la propria autorità sul regno normanno, dando in matrimonio il figlio Enrico a Costanza d'Altavilla, ultima erede della dinastia normanna. Dopo la pace stipulata con il Papa Alessandro III, Federico si imbarcò per la Terza Crociata (nel 1.189) con Filippo Augusto di Francia e Riccardo I d'Inghilterra (noto come Riccardo Cuor di Leone), ma affogò traversando il fiume Saleph in Cilicia, nel Sud-Est dell'Anatolia. A Federico successe sul trono reale e imperiale il figlio Enrico VI.
L'Anatolia nel 1180 con indicata
Miriocefalo. Da: https://upload.wiki
|
Nel 1.177 - La pace di
Venezia tra l'imperatore Barbarossa e papa
Alessandro III attenua molto la crisi fra la Serenissima e
Costantinopoli. All'interno del governo cittadino avvengono frattanto
importanti mutamenti costituzionali
a favore di una oligarchia aristocratico-mercantile:
l'elezione del doge è tolta al popolo e riservata a soli 40
elettori, scelti da un'apposita commissione e al popolo rimane solo
il diritto di ratificarla (nel 1172). Il doge è affiancato da sei
consiglieri (uno per ciascun sestiere della città), costituendo un
consiglio ristretto (Minor Consiglio) e l'aggiunta di un consiglio di
tre savi, detto la Signoria. Tutte le iniziative di questi organi
supremi dovettero però essere sottoposte all'approvazione del
Maggior Consiglio, emanazione dell'Assemblea popolare (soppressa poi
nel 1423), organo del potere legislativo (e, col volgere del tempo,
di altri poteri), nonché di altri Consigli sorti in tempi diversi,
come il Senato, sviluppatosi dal primitivo gruppo di consiglieri
pregati dal doge di collaborare con lui (i Pregadi) e destinato a
governare, infine, la politica estera, la difesa e l'economia: a
tenere cioè le leve di comando della politica veneziana.
- Nell'ultimo ventennio del XII secolo (1180-1200), Venezia si scontra con l'Ungheria nella guerra di Zara per il controllo della Dalmazia, conclusasi nel 1.202 con la presa della città da parte dei veneziani.
Europa sudorientale e Anatolia ne 1180, con i domini ungheresi in giallo, da: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/da/ South-eastern_Europe_c._1180.jpg |
Nel 1.183 - Con il Trattato di Costanza i Comuni videro riconosciuta la loro sovranità, ed è il primo esempio di patteggiamento sul potere, fra monarchia assoluta e parti sociali.
Le lotte in Germania non si placarono e furono una delle principali cause del fallimento della politica imperiale.
Nel 1.185 - Finisce la ripresa dell'impero bizantino con la morte dell'ultimo imperatore comneno, Andronico I Comneno. Quest'ultimo si era attirato l'odio dell'occidente cattolico a causa del Massacro dei Latini da lui istigato a Costantinopoli. Con la sua morte l'impero bizantino è privato di una abile guida che potesse risollevarne le sorti, ed il declino ricomincerà. Nel giro di vent'anni si assisterà alla presa ed al saccheggio della capitale, Costantinopoli, ad opera dei Crociati, nel 1204, data che sancirà la definitiva decadenza dello stato bizantino ed il suo declassamento dal rango di potenza internazionale a semplice stato greco.
- Lo stato bulgaro medievale è restaurato come secondo impero bulgaro dopo una rivolta di successo dei due nobili di Tarnovo, Asen e Peter, ed esisterà fino alla conquista ottomana dei Balcani della fine del XIV secolo, con sua sottomissione solitamente datata 1396, anche se alcuni la collocano al 1422.
Fino al 1256, il secondo impero bulgaro è stata la potenza dominante nei Balcani e ha sconfitto l'impero bizantino in diverse grandi battaglie.
Nel 1.189 - Inizia la Terza Crociata (1.189-1.192), detta anche la "crociata dei Re", un tentativo, da parte di vari sovrani europei, di strappare Gerusalemme e quanto perduto della Terrasanta al Saladino. Saladino, in arabo Ṣalāḥ al-Dīn al-Ayyūbi e in turco Selahaddin Eyyubi (Tikrit, 1.137 / 1.138 - Damasco, 3 / 4 marzo 1.193), è stato un Sultano d'Egitto e Siria e Hijaz, dal 1.174 alla sua morte, col laqab di al-Malik al-Nāṣir ("il sovrano vittorioso"). Ha fondato la dinastia degli Ayyubidi ed è annoverato tra i più grandi strateghi di tutti i tempi. Musulmano sunnita di origine curda, Saladino ha rappresentato l'opposizione musulmana alle crociate europee nel Levante. Al culmine del suo potere, il suo sultanato incluse Egitto, Siria, Mesopotamia, Hijaz, Yemen e altre parti del Nordafrica. Gli antefatti dalla fine della seconda crociata: Norandino si era assicurato il controllo di Damasco e aveva unificato la Siria. Nur ed-Din, Nur ad-Din o Nureddin ma certo ancor più noto nelle cronache latine col nome di Norandino (Nūr al-Dīn Zangī in arabo; 11 febbraio 1.118 - Damasco, 15 maggio 1.174), è stato un condottiero turco appartenne alla dinastia zengide che governò la Siria dal 1.146 al 1.174. Desideroso di espandere i propri territori, Norandino aveva esteso le sue mire all'Egitto, dominato dalla dinastia dei Fatimidi. Nel 1.163 il curdo Shirkuh, uno dei generali più fedeli a Norandino, diede inizio ad una campagna militare lungo il Nilo. Al seguito del generale vi era anche il giovane nipote, Saladino. Minacciato dalle truppe di Shīrkūh, accampate alle porte del Cairo, il visir fatimide Shawar chiamò il re di Gerusalemme Amalrico I in suo soccorso. Amalrico inviò dunque un esercito in Egitto e sfidò Shīrkūh a Bilbeys nel 1.164.
Le lotte in Germania non si placarono e furono una delle principali cause del fallimento della politica imperiale.
Nel 1.185 - Finisce la ripresa dell'impero bizantino con la morte dell'ultimo imperatore comneno, Andronico I Comneno. Quest'ultimo si era attirato l'odio dell'occidente cattolico a causa del Massacro dei Latini da lui istigato a Costantinopoli. Con la sua morte l'impero bizantino è privato di una abile guida che potesse risollevarne le sorti, ed il declino ricomincerà. Nel giro di vent'anni si assisterà alla presa ed al saccheggio della capitale, Costantinopoli, ad opera dei Crociati, nel 1204, data che sancirà la definitiva decadenza dello stato bizantino ed il suo declassamento dal rango di potenza internazionale a semplice stato greco.
- Lo stato bulgaro medievale è restaurato come secondo impero bulgaro dopo una rivolta di successo dei due nobili di Tarnovo, Asen e Peter, ed esisterà fino alla conquista ottomana dei Balcani della fine del XIV secolo, con sua sottomissione solitamente datata 1396, anche se alcuni la collocano al 1422.
Insediamento dei Cumani in Valacchia e a est dell'Ungheria. |
- Nel 1.185 si combatte la battaglia del fiume Kajaly, dove i Cumani sconfiggono i Variaghi della Rus' di Kiev. All'epoca i Cumani erano una delle popolazioni nomadi che contrastavano i Variaghi della Rus' di Kiev nelle loro mire espansionistiche verso sud. Nella letteratura russa sono celebri per essere i nemici che sconfiggono l'esercito condotto dal Principe Igor nell'antico poema epico russo "Canto della schiera di Igor", scritto forse poco dopo la disfatta avvenuta nel 1185, nella battaglia del fiume Kajaly.
Nel 1.187 - Gerusalemme, cristiana dal 1.099, viene riconquistata dal sultano curdo Saladino, della dinastia degli Ayyubidi.
Nel 1.188 - Separazione fra l'ordine di Sion e i cavalieri Templari. Se possiamo prestare fede ai «documenti del Priorato», il 1188 fu un anno estremamente importante tanto per Sion quanto per i Templari. L'anno prima, nel 1187, Gerusalemme era stata ripresa dai Saraceni, soprattutto a causa dell'impetuosità e dell'inettitudine di Gerard de Ridefort, Gran maestro del Tempio. Il testo contenuto nei Dossiers segreti è molto più severo. Infatti, parla non già dell'impetuosità o dell'inettitudine di Gerard, bensì del suo « tradimento »: un termine molto duro. Non viene spiegato in che cosa consistesse questo « tradimento ». Ma viene detto che in seguito a questo gli « iniziati » di Sion ritornarono tutti in Francia, presumibilmente a Orléans. Logicamente, l'affermazione è piuttosto plausibile. Quando Gerusalemme cadde, è ovvio che cadde anche l'abbazia sul Monte Sion. Non è affatto sorprendente che gli abitanti dell'abbazia, privati della loro base in Terrasanta, cercassero rifugio in Francia dove esisteva già una base nuova.
Nel 1.188 - Separazione fra l'ordine di Sion e i cavalieri Templari. Se possiamo prestare fede ai «documenti del Priorato», il 1188 fu un anno estremamente importante tanto per Sion quanto per i Templari. L'anno prima, nel 1187, Gerusalemme era stata ripresa dai Saraceni, soprattutto a causa dell'impetuosità e dell'inettitudine di Gerard de Ridefort, Gran maestro del Tempio. Il testo contenuto nei Dossiers segreti è molto più severo. Infatti, parla non già dell'impetuosità o dell'inettitudine di Gerard, bensì del suo « tradimento »: un termine molto duro. Non viene spiegato in che cosa consistesse questo « tradimento ». Ma viene detto che in seguito a questo gli « iniziati » di Sion ritornarono tutti in Francia, presumibilmente a Orléans. Logicamente, l'affermazione è piuttosto plausibile. Quando Gerusalemme cadde, è ovvio che cadde anche l'abbazia sul Monte Sion. Non è affatto sorprendente che gli abitanti dell'abbazia, privati della loro base in Terrasanta, cercassero rifugio in Francia dove esisteva già una base nuova.
Gli avvenimenti del 1187 - il «
tradimento » di Gerard de Ridefort e la perdita di Gerusalemme -
causarono, a quanto sembra, un disastroso dissidio fra l'Ordine di
Sion e l'Ordine del Tempio. Non si sa con esattezza perché
avvenisse; ma secondo i Dossiers segreti l'anno successivo segnò una
svolta decisiva nel destino di entrambi gli ordini. Nel 1188 sarebbe
avvenuta la separazione ufficiale tra le due istituzioni. L'Ordine di
Sion, che aveva creato i Templari, decise di disinteressarsi dei suoi
celebri protetti. Il « padre », in altre parole, rinnegava
ufficialmente il « figlio ». Si dice che la rottura venisse
commemorata in un rito o in una cerimonia. Nei Dossiers e in altri «
documenti del Priorato », viene chiamato « il taglio dell'olmo »,
e avvenne a Gisors. I resoconti sono oscuri e
ingarbugliati, ma la storia e la tradizione confermano che nel 1188
accadde a Gisors qualcosa di estremamente strano, qualcosa che
comportò l'abbattimento di un olmo. Nei terreni adiacenti alla
fortezza c'era un prato chiamato Champ Sacre (Campo Sacro). Secondo i
cronisti medievali, il luogo era considerato sacro fin dai tempi
precristiani, e nel secolo XII era stato teatro di numerosi incontri
fra i re d'Inghilterra e di Francia. Al centro del Campo Sacro
sorgeva un antico olmo. E nel 1188, durante un incontro fra Enrico II
d'Inghilterra e Filippo II di Francia, per una ragione ignota l'olmo
divenne l'oggetto di una contesa grave, anzi sanguinosa. Secondo una versione, l'olmo offriva
l'unica ombra in tutto il Campo Sacro. Si diceva che avesse più di
ottocento anni, e che fosse tanto grande che nove uomini, tenendosi
per mano, riuscivano a malapena ad abbracciarne il tronco. Sembra che
Enrico II e il suo seguito si riparassero all'ombra dell'albero,
lasciando sotto il sole spietato il sovrano francese, sopraggiunto
più tardi. Al terzo giorno dei negoziati, i nervi dei Francesi erano
saltati a causa del caldo; gli armigeri si scambiarono insulti e
dalle file dei mercenari gallesi di Enrico II partì una freccia. Il
gesto provocò un attacco in piena regola da parte dei Francesi,
molto più numerosi degli Inglesi. Questi ultimi si rifugiarono tra
le mura di Gisors, mentre i Francesi, esasperati, abbattevano l'olmo.
Filippo II rientrò infuriato a Parigi in tutta fretta, dichiarando
che non era andato a Gisors per fare il taglialegna. L'episodio ha una semplicità e una
bizzarria tipicamente medievali, e si limita a una narrazione
superficiale, ma nel contempo lascia trasparire fra le righe qualcosa
di più importante: spiegazioni e motivazioni che rimangono
inesplorate. In se stesso, l'episodio sembrerebbe quasi assurdo,
assurdo e forse apocrifo quanto, ad esempio, lo sono le storie
associate alla fondazione dell'Ordine della Giarrettiera. Tuttavia
altri resoconti confermano l'avvenimento, anche se non i suoi
dettagli specifici. Secondo un'altra cronaca, sembra che
Filippo avesse informato Enrico della sua intenzione di abbattere
l'albero. Enrico reagì rinforzando il tronco dell'olmo con fasce di
ferro. L'indomani i Francesi si armarono e formarono una falange di
cinque squadroni, comandati da altrettanti nobili illustri, che
avanzarono verso l'olmo, accompagnati da frombolieri, nonché dai
carpentieri che brandivano scuri e martelli. Seguì uno scontro, al
quale prese parte Riccardo Cuor di Leone, figlio maggiore ed erede di
Enrico II, che cercò di difendere l'olmo con grande spargimento di
sangue. Alla fine della giornata, comunque, i Francesi erano padroni
del campo; e l'albero fu abbattuto. Questa seconda versione indica qualcosa
di più di una meschina ripicca o di una scaramuccia. Indica una
battaglia in piena regola che coinvolse un gran numero di combattenti
e presumibilmente costò perdite rilevanti. Tuttavia nessuna
biografia di Riccardo attribuisce molta importanza all'episodio, e
tanto meno l'approfondisce. Ancora una volta, comunque, i «
documenti del Priorato » trovavano conferma nella storia documentata
e nella tradizione; se non altro, è certo che nel 1188 a Gisors ebbe
luogo una strana disputa che comportò l'abbattimento di un olmo. Non
ci sono conferme « esterne » che questo avvenimento fosse in
qualche modo collegato ai Templari o all'Ordine di Sion. D'altra
parte, le versioni dell'episodio giunte fino a noi sono troppo vaghe,
troppo succinte, troppo incomprensibili e contraddittorie per venire
accettate come definitive. È estremamente probabile che fossero
presenti alcuni Templari: Riccardo I era spesso accompagnato da
Cavalieri dell'Ordine, e inoltre Gisors, trent'anni prima, era stata
affidata al Tempio. In base alle prove esistenti è senza
dubbio possibile, se non probabile, che il taglio dell'olmo
riguardasse qualcosa di più o qualcosa di diverso rispetto a ciò
che rivelano le versioni tramandate ai posteri. Anzi, data la
stranezza dei resoconti pervenuti fino a noi, non sarebbe
sorprendente se si fosse trattato di qualcosa d'altro, qualcosa su
cui si preferì sorvolare, o che forse non venne mai reso di dominio
pubblico: insomma, qualcosa di cui le versioni oggi esistenti formano
una sorta di allegoria, nella quale viene contemporaneamente
accennato e nascosto un avvenimento molto più importante.
Nei Dossiers segreti sono
elencati i seguenti personaggi che, in ordine cronologico, hanno
portato il titolo di Gran maestro del Priorato di Sion o più
esattamente, per usare il termine ufficiale, il titolo di «
Nautonnier », una vecchia parola francese che significa «
navigatore », « timoniere » o « nocchiero »:
Jean de Gisors
1188-1220
Marie de Gisors
1220-1266
Guillaume de Gisors
1266-1307
Edouard de Bar
1307-1336
Jeanne de Bar
1336-1351
Jean de Saint-Clair
1351-1366
Blanche d'Evreux
1366-1398
Nicolas Flamel
1398-1418
René d'Anjou
1418-1480
Iolande de Bar
1480-1483
Sandro Filipepi
1483-1510
Léonard de Vinci
1510-1519
Connétable de Bourbon 1519-1527
Ferdinand de Gonzague 1527-1575
Louis de Nevers
1575-1595
Robert Fludd
1595-1637
J. Valentin Andrea
1637-1654
Robert Boyle
1654-1691
Isaac Newton
1691-1727
Charles Radclyffe
1727-1746
Charles de Lorraine
1746-1780
Maximilien de Lorraine 1780-1801
Charles Nodier
1801-1844
Victor Hugo
1844-1885
Claude Debussy
1885-1918
Jean Cocteau 1918-?.
Da "Il Santo Graal" di Michael Baigent, Richard Leigh, Henri Lincoln - 1982 Arnoldo Mondadori Editore.
Jean Cocteau 1918-?.
Da "Il Santo Graal" di Michael Baigent, Richard Leigh, Henri Lincoln - 1982 Arnoldo Mondadori Editore.
Salah ad Din Jusuf ibn Ajub,
il Saladino.
|
Nel tentativo di distogliere l'attenzione dei crociati dall'Egitto, Norandino attaccò il Principato di Antiochia, massacrando molti soldati cristiani e catturando numerosi condottieri crociati, fra cui il principe di Antiochia Rinaldo di Chatillon. Norandino mandò poi gli scalpi dei cristiani uccisi a Shirkuh in Egitto affinché li mostrasse ai soldati di Amalrico. Tali eventi spinsero sia Amalrico che Shirkuh a condurre i loro eserciti fuori dall'Egitto. Nel 1.167, Norandino mandò nuovamente Shirkuh a conquistare l'Egitto. Ancora una volta, Shawar chiamò Amalrico in suo soccorso. Le forze cristiane ed egiziane riuscirono a fermare Shīrkūh, costringendolo a ritirarsi verso Alessandria. Amalrico decise in seguito di rompere l'alleanza con Shawar e di scagliarsi a sua volta contro l'Egitto, ponendo Bilbeys sotto assedio. Fu così che Shawar si rivolse al suo vecchio nemico Norandino per difendersi dal tradimento di Amalrico. Non disponendo di forze sufficienti per tenere a lungo Il Cairo sotto assedio, Amalrico decise infine di ritirarsi. Nel frattempo, la nuova alleanza aveva permesso a Norandino di estendere il proprio controllo a tutto il Nord della cosiddetta Mezzaluna Fertile e a porre una pesante ipoteca sull'Egitto. Shawar venne condannato a morte per la sua alleanza con i cristiani, mentre Shīrkūh gli succedette in qualità di visir dell'Egitto. Nel 1.169 Shīrkūh morì dopo solo alcune settimane di governo e a succedergli fu il nipote Saladino. Norandino morì nel 1.174, lasciando il suo impero al figlio undicenne al-Salih Isma'il e dopo alterne vicende l'unico uomo che si dimostrò in grado di condurre il jihad contro i Crociati fu Saladino, che controllava l'Egitto e gran parte della Siria, dando inizio alla dinastia degli Ayyubidi (dal nome del padre, Ayyub). Anche Amalrico morì nel 1.174, lasciando il trono di Gerusalemme al figlio tredicenne Baldovino IV, il quale concluse un accordo con Saladino per consentire il libero scambio commerciale tra i territori dei musulmani e quelli dei cristiani. Baldovino IV di Gerusalemme, detto il re lebbroso (Gerusalemme, 1.161 - Gerusalemme, 16 marzo 1.185), è stato re di Gerusalemme dal 1.174 alla morte. Figlio di Amalrico I di Gerusalemme e Agnese di Courtenay, Baldovino trascorse la giovinezza alla corte del padre, a Gerusalemme, ed ebbe pochi contatti con la madre, titolare della Contea di Giaffa e Ascalona e più tardi Signora di Sidone. La coppia era stata costretta ad annullare il matrimonio nel 1.164 a causa di un vizio di consanguineità sollevato dalla Chiesa e avallato dai nobili ostili ad Agnese. Amalrico ottenne comunque il riconoscimento della legittimità dei figli nati da quell'unione (Baldovino e la sorella maggiore Sibilla) che furono dichiarati suoi eredi diretti. L'educazione di Baldovino IV fu affidata a Guglielmo di Tiro, che poi divenne anche Arcivescovo di Tiro e cancelliere del Regno. Fu proprio Guglielmo a notare per primo, durante l'infanzia di Baldovino, che il giovane principe non sentiva dolore quando gli si pizzicava il braccio destro. In un primo tempo pensò ad un'accentuata capacità di resistenza al dolore, poi condusse alcuni esami e scoprì che il braccio e la mano destra erano in parte paralizzati. Solo nell'età della pubertà fu possibile effettuare la diagnosi di lebbra, e in quegli anni il decorso della malattia subì un'impressionante accelerazione, degenerando nella forma lepromatosa, la più devastante. Nel 1.176, il principe di Antiochia Rinaldo di Châtillon, liberato dalla sua prigionia, cominciò ad assaltare le carovane che transitavano nella regione della Buqā'ya e, in particolare, una di pellegrini che si recavano a Mecca per il hajj. Rinaldo estese la sua attività corsara fino al Mar Morto, con le sue galee che rendevano estremamente rischiosa la navigazione ai musulmani che si recavano alla Città Santa dell'Islam. Le violenze perpetrate contro gli inermi pellegrini suscitò un vivo odio in tutto il mondo musulmano nei confronti di Rinaldo. Baldovino IV morì nel 1.185 e il trono passò a Baldovino V che al tempo aveva solo cinque anni: la reggenza fu dunque tenuta da Raimondo III di Tripoli, il bisnipote di Raimondo IV di Tolosa (Raimondo di Saint-Gilles della prima crociata) che succedette a suo padre Raimondo II di Tripoli dopo che costui era stato ucciso dalla setta dei al-Hašīšiyyūn nel 1.152, quando Raimondo aveva solo dodici anni. Sua madre, la principessa Hodierna di Tripoli, figlia del re di Gerusalemme Baldovino II, governò come reggente fino a quando Raimondo non compì quindici anni. In seguito venne anche conosciuto con il nome di Raimondo il Giovane per distinguerlo da suo padre. Nel 1.186 Baldovino V morì e la Principessa Sibilla di Gerusalemme (sorella di Baldovino IV e madre di Baldovino V) incoronò sé stessa regina e nominò re il suo nuovo marito Guido di Lusignano. Fu proprio in questo periodo che Rinaldo diede l'assalto ad un'altra ricca carovana, facendo prigionieri i suoi componenti. Saladino intimò quindi che i prigionieri venissero liberati e che il carico fosse restituito. Il nuovo re Guido chiese a Rinaldo di rilasciare i prigionieri, ma la richiesta del sovrano rimase inascoltata. Fu proprio il rifiuto di Rinaldo di Châtillon a dare al Saladino la possibilità di attaccare la città di Tiberiade nel 1.187. Il re Guido decise quindi di marciare con il suo esercito fino ai Corni di Hattīn, nei pressi della città di Tiberiade. L'esercito crociato, vinto dalla sete e demoralizzato, venne massacrato nella battaglia tenutasi nei pressi della città. Guido e Rinaldo, fatti prigionieri, vennero condotti nella tenda del Saladino, dove a Guido venne offerto un calice contenente acqua o, secondo altre fonti, un sorbetto fatto con le nevi del monte Hermon. Ciò stava a significare che Guido era sotto la protezione del Saladino ma Rinaldo, sfinito dalla sete, afferrò impulsivamente il calice di Guido e bevve. Saladino reagì istantaneamente mozzando con la sua stessa spada la testa di Rinaldo, affermando subito dopo di aver in tal modo assolto a un solenne voto da lui fatto subito dopo l'assalto operato dal principe, in un periodo tra l'altro di tregua concordata, ai danni di una carovana di pii musulmani diretti ai riti del pellegrinaggio (hajj) alla Mecca. Guido, invece, fu inviato a Damasco e fu poi riscattato dal suo popolo. Fu così che, entro la fine dell'anno, Saladino prese San Giovanni d'Acri e Gerusalemme. Secondo la tradizione, papa Urbano III morì il 20 ottobre 1.187 alla notizia di questi avvenimenti, dopo però aver scritto l'enciclica Audita tremendi. Il nuovo papa, Gregorio VIII, disse che la caduta di Gerusalemme era da considerare come il castigo di Dio per i peccati dei cristiani in Europa. Si decise dunque di preparare una nuova crociata. A Gisors il 22 gennaio 1.188 il re di Francia Filippo Augusto e il re Enrico II di Inghilterra con Filippo di Fiandra decidono di partire per la crociata; per tale motivo impongono nei loro territori una nuova tassa, detta la decima del Saladino per finanziarla. Anche l'ormai vecchio imperatore Federico Barbarossa decise di rispondere immediatamente all'appello del papa. Egli ricevette la croce nella cattedrale di Magonza il 27 marzo 1.188 e fu il primo a partire nel maggio 1.189 alla volta della Terrasanta, accompagnato da Federico duca di Svevia, suo figlio secondogenito, e da molti vassalli. Federico era riuscito a radunare un esercito così numeroso (valutato in 15.000 uomini, di cui 3.000 cavalieri) che non gli fu possibile trasportarlo via mare, vedendosi perciò costretto ad attraversare l'Asia Minore, passando per l'Ungheria e i Balcani. L'esercito tedesco attraversò il territorio ungherese senza particolari problemi ed il 23 giugno 1.189 entrò nel territorio bizantino, dopo aver superato il Danubio nei pressi di Belgrado. La regione era solo nominalmente sotto il controllo bizantino, ma nella realtà bande di banditi serbi e bulgari dettavano la loro legge. Quando alcune bande attaccarono alcune pattuglie tedesche, che si erano staccate per cercare rifornimenti, i capi tedeschi se la presero direttamente con i bizantini per la mancata protezione. L'imperatore bizantino Isacco II Angelo stipulò un'alleanza segreta col Saladino, in base alla quale egli avrebbe dovuto impedire il passaggio del Barbarossa, ottenendo in cambio la sicurezza del suo impero. A quel punto Federico pensò addirittura di attaccare direttamente Costantinopoli e chiese aiuto alle repubbliche marinare italiane, ma alla fine l'imperatore Isacco cedette e permise la traversata dei Dardanelli. Il 1º marzo 1.190 i crociati lasciarono Adrianopoli, dopo essersi fermati per ben quattordici settimane, e raggiunsero Gallipoli il 22 dello stesso mese, questa volta senza particolari incidenti. Federico pretese ed ottenne che l'esercito fosse fatto passare con due sole traversate, temendo brutte sorprese da parte bizantina se in Asia si fossero trovati piccoli gruppi isolati. Inoltratosi in Anatolia, il Barbarossa proseguì per Filadelfia (l'attuale città turca di Alaşehir), al tempo la principale città dell'Asia sotto controllo bizantino. Il governatore consigliò i tedeschi di accamparsi lontano dalle mura, visto l'ostilità degli abitanti nei loro confronti: gli abitanti, visti i precedenti, si rifiutarono di commerciare con i crociati ed addirittura catturarono alcune pattuglie isolate, che erano in cerca di rifornimenti. Il giorno seguente Federico inviò in città un ambasciatore per chiedere conto del comportamento; il governatore incolpò pochi sconsiderati e chiese misericordia per una città che si trovava sul confine tra cristianità ed Islam, rendendo liberi i prigionieri. Senza dubbio i bizantini erano timorosi della reazione dell'imperatore germanico, anche perché in contemporanea alcuni reparti tedeschi stavano già assaltando le mura cittadine. Questa volta Federico fu comprensivo ed accettò le scuse, anche perché desideroso di entrare quanto prima in territorio nemico. Il 18 maggio 1.190 l'esercito tedesco sbaragliò i turchi presso Konya (Battaglia di Iconium). Tuttavia, il 10 giugno 1.190 Federico morì annegato, cadendo da cavallo mentre attraversava il fiume Saleph. Suo figlio Federico VI di Svevia condusse l'esercito verso il Principato di Antiochia, dove il corpo del Barbarossa fu sepolto nella chiesa di San Pietro. Fu proprio ad Antiochia che gran parte di quel che rimaneva dell'esercito tedesco si disperse. Molti rinunciarono e tornarono in patria, altri furono colpiti da varie malattie, altri ancora, sotto il comando di Federico di Slavonia, arrivarono ad Acri e si unirono alle avanguardie francesi di Enrico di Champagne e normanne di Guglielmo di Sicilia. Tutte queste forze si unirono poi a quelle di Guido di Lusignano, che già da alcuni mesi stava assediando la città di Acri.
Riccardo I Cuor di
Leone.
|
Il re Enrico II di Inghilterra morì il 6 luglio 1.189, da poco sconfitto in battaglia da suo figlio Riccardo I e da Filippo III. Riccardo ereditò la corona e subito cominciò a raccogliere fondi per finanziare la crociata. Riccardo I d'Inghilterra, noto anche con il nome di Riccardo Cuor di Leone (Richard Cœur de Lion in francese e Richard the Lionheart in inglese, Oxford, 8 settembre 1.157 - Châlus, 6 aprile 1.199), fu re d'Inghilterra, duca di Normandia, conte del Maine, d'Angiò e di Turenna, duca d'Aquitania e Guascogna e conte di Poitiers dal 1.189 fino alla sua morte. Era il terzo dei cinque figli maschi del re d'Inghilterra, duca di Normandia, conte del Maine, d'Angiò e di Turenna, Enrico II d'Inghilterra, e della duchessa d'Aquitania e Guascogna e contessa di Poitiers, Eleonora d'Aquitania. Venne considerato un eroe ai suoi tempi e come tale fu descritto successivamente in molte opere letterarie. Riccardo era, per parte di madre, il fratellastro minore di Maria di Champagne e di Alice di Francia. Era anche il fratello minore di Guglielmo, Conte di Poitiers, di Enrico e di Matilda d'Inghilterra, e il fratello maggiore di Goffredo II, Duca di Bretagna, di Leonora d'Aquitania, di Giovanna d'Inghilterra e di Giovanni d'Inghilterra. Era il figlio favorito della madre Eleonora, Duchessa d'Aquitania, e nonostante fosse nato nel palazzo reale di Beaumont ad Oxford, considerava la Francia come sua patria ed egli in fondo si sentì sempre un francese. Quando i suoi genitori si separarono, rimase con la madre e venne investito del ducato di Aquitania nel 1.168 e della contea di Poitiers nel 1.172. In realtà era un premio di consolazione per il fatto che suo fratello più anziano, il secondogenito, Enrico il Giovane, era stato designato dal padre come successore alla corona. Nel luglio del 1.190 riuscì a salpare da Marsiglia alla volta della Sicilia. A governare in Sicilia era Tancredi, che era succeduto al defunto Guglielmo II l'anno precedente. Tancredi fece prigioniera Giovanna d'Inghilterra, moglie di Guglielmo II e sorella di Riccardo. Tuttavia, Riccardo prese la città di Messina il 4 ottobre 1.190, ottenendo la liberazione di Giovanna. Poco dopo aver lasciato la Sicilia, la flotta di Riccardo fu messa a dura prova da una violenta tempesta: molte navi andarono perdute, mentre quella che trasportava Giovanna, sorella di Riccardo e vedova di Guglielmo II di Sicilia, e Berengaria di Navarra, promessa sposa di re Riccardo e che trasportava gran parte del tesoro accumulato per finanziare la crociata, fu costretta a trovare un approdo di fortuna nei pressi di Limassol, sull'isola di Cipro. L'isola nominalmente apparteneva all'impero bizantino, ma da cinque anni si era insediato Isacco Ducas Comneno come usurpatore; si era staccato da Costantinopoli e si atteggiava da sovrano indipendente. Isacco fece arrestare tutti i naufraghi, confiscò tutte le merci e rifiutò le richieste della regina Giovanna, che aveva richiesto di poter far sbarcare qualche uomo per approvvigionamento. Isacco, al contrario, intimò alle due nobildonne di sbarcare e di consegnarsi. Si scoprì poi che l'anti-imperatore Isacco Comneno di Cipro era riuscito ad impadronirsi del tesoro: Riccardo entrò nella città cipriota di Limassol il 6 maggio 1.191. Isacco abbandonò la città e si rifugiò nella fortezza di Famagosta, da lì si dimostrò pronto a trattare con Riccardo e promise di restituire a Riccardo le sue ricchezze e di inviare 500 dei suoi soldati in Terrasanta. Una volta tornato nella sua fortezza di Famagosta, Isacco ruppe il patto e intimò a Riccardo di lasciar l'isola. Il tradimento di Isacco scatenò la reazione di Riccardo, che nel frattempo era stato raggiunto da altri navi crociate e che in pochi giorni conquistò l'intera isola; l'operazione fu compiuta senza grandi problemi entro la fine dello stesso mese di maggio. Isacco fu catturato con la moglie e la figlia e venne portato in catene dinanzi a Riccardo Cuor di Leone, che lo portò con sé come prigioniero quando il 5 giugno salpò per la Terrasanta. Intanto, liberato dal Saladino, Guido di Lusignano tentò di assumere il controllo delle forze cristiane presso Tiro, dove però Corrado del Monferrato riuscì a conservare il suo dominio, anche grazie alla sua abilità mostrata nel difendere la città dagli assalti musulmani. Guido decise dunque di rivolgere la sua attenzione al fiorente porto di Acri, ora nelle mani del Saladino e pose dunque sotto assedio la città, ricevendo anche l'aiuto di Filippo, appena giunto dalla Francia. Le forze dei due, tuttavia, non bastavano a sconfiggere il Saladino. Riccardo raggiunse Acri l'8 giugno 1.191 e dedicò subito molta cura alla costruzione delle armi d'assedio. La città fu poi presa il 12 luglio. Tuttavia, la spartizione del bottino provocò contrasti tra Riccardo, Filippo e Leopoldo V d'Austria (quest'ultimo comandava quel che restava dell'esercito del Barbarossa). Mentre Leopoldo sosteneva che il contributo dato dai tedeschi all'assedio fosse di pari importanza a quello di inglesi e francesi, Riccardo tendeva invece a ridimensionare l'apporto fornito dai tedeschi e per giunta, Riccardo e Filippo si trovarono in disaccordo anche su chi dovesse essere l'erede al trono di Gerusalemme. Mentre Riccardo appoggiava Guido, Filippo sosteneva la causa di Corrado. Si decise infine che Guido avrebbe continuato a regnare ma che, dopo la sua morte, la corona sarebbe passata a Corrado. A causa dei contrasti con Riccardo, Filippo e Leopoldo lasciarono la Terrasanta in agosto. Il 20 agosto, quando però fu chiaro che il Saladino non avrebbe rispettato i termini del Trattato di Acri, Riccardo fece sterminare più di 3.000 prigionieri musulmani fuori dalle mura di Acri, in modo che il macabro spettacolo fosse visibile anche dall'accampamento del Saladino. Dopo la presa di Acri, re Riccardo decise di marciare verso la città di Giaffa, dalla quale avrebbe poi puntato verso Gerusalemme. Il 7 settembre 1.191 presso la località di Arsuf (30 miglia a nord di Giaffa), il Saladino attaccò Riccardo. Il Saladino tentò di attirare le forze di Riccardo per poi annientarle facilmente: tuttavia, Riccardo mantenne intatto il suo schieramento fino a quando gli Ospitalieri e i Templari piombarono rispettivamente sul fianco destro e su quello sinistro dell'esercito del Saladino: Riccardo vinse così la battaglia e distrusse il mito dell'invincibilità del condottiero musulmano. Grazie alla vittoria nella battaglia di Arsuf, Riccardo conquistò Giaffa e vi stabilì il suo quartier generale. Si offrì poi di negoziare col Saladino, il quale inviò il fratello Safedino. Le trattative, tuttavia, fallirono e Riccardo marciò su Ascalona e chiamò Corrado in suo aiuto: tuttavia Corrado, ancora adirato per l'alleanza del re inglese con Guido, rifiutò il suo aiuto. Corrado fu poi assassinato a Tiro, probabilmente per volere dello stesso Riccardo. Re Guido divenne sovrano di Cipro, mentre Enrico II di Champagne divenne il nuovo re di Gerusalemme. Nel luglio del 1.192, il Saladino, alla testa di migliaia di uomini, prese Giaffa. La città venne poi riconquistata il 31 luglio da Riccardo, il quale inflisse una nuova sconfitta al Saladino il 5 agosto. Le notizie dal suo regno, dove suo fratello Giovanni si era alleato con il re di Francia per spodestarlo, lo consigliarono ad intavolare trattative con Saladino per porre fine alla guerra. Riccardo pensò addirittura di dare in sposa sua sorella Giovanna al fratello del Saladino, ma Giovanna si oppose ferocemente. Il 21 settembre 1.192, Riccardo e il Saladino siglarono una tregua di 3 anni, 3 mesi e 3 giorni con la quale si riconosceva il dominio dei franchi sulla zona costiera tra Tiro e Giaffa. Gerusalemme sarebbe rimasta sotto il controllo musulmano, permettendo però ai pellegrini cristiani disarmati di visitare la città. Molti crociati colsero l'occasione per visitare subito i luoghi sacri, ma non Riccardo, a testimonianza del suo parziale fallimento. Fu così che Riccardo lasciò la Terrasanta il 9 ottobre, anche se la sua intenzione era quella di organizzare una nuova crociata quanto prima. Sulla strada di ritorno verso l'Inghilterra Riccardo venne catturato dal Duca Leopoldo d'Austria, il cui orgoglio era stato ferito quando Riccardo aveva strappato il suo vessillo dalle mura di San Giovanni d'Acri. Fu ceduto all'imperatore Enrico VI e venne poi rilasciato, dopo 15 mesi, dietro un riscatto di 150.000 marchi. Il re inglese raggiunse la patria nel 1194 dove ricondusse all'obbedienza suo fratello Giovanni d'Inghilterra. Cinque anni più tardi, nel 1.199, si recò in Francia per difendere i suoi territori in Aquitania e nel Poitiers dalla minaccia di Filippo Augusto. Durante l'assedio del castello di Châlus trovò la morte colpito dalla freccia di una balestra (6 aprile 1.199). Saladino morì poco dopo aver firmato il trattato di pace con Riccardo, stroncato da un attacco di febbre a Damasco, mentre si stava recando in pellegrinaggio a La Mecca. Il sostanziale fallimento della Terza Crociata spinse a indire una Quarta Crociata sei anni più tardi.
Indice del blog "Storia":
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente
perdita della sovranità italiana" clicca QUI
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca QUI
Indice del blog "Storia":
Per "1992: Il meccanismo politico-economico che ha causato la formazione di questa UE con la conseguente
perdita della sovranità italiana" clicca QUI
Per "Le guerre coloniali del Regno d'Italia" clicca QUI
Per "Le cause della prima guerra mondiale, che originò fra l'altro Israele e i conflitti nel mondo arabo" clicca QUI
Per "Occitani: storia e cultura" clicca QUI
Per "Celti: storia e cultura" clicca QUI
Per "Liguri: storia e cultura" clicca QUI
Per "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca QUI
Per "Evidenze storiche nel mito della fondazione di Roma" clicca QUI
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca QUI
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca QUI
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.78: dal 2.010 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Da altri 7 blog:
Per "Occitani: storia e cultura" clicca QUI
Per "Celti: storia e cultura" clicca QUI
Per "Liguri: storia e cultura" clicca QUI
Per "Breve storia del Cristianesimo, da setta giudaica minore al primato nella Roma imperiale:
cattolica, universale e teocratica" clicca QUIPer "Cristianesimo: da setta giudaica a religione di Stato" clicca QUI
Per "Elenco degli storici antichi dell'Occidente" clicca QUI
Per "Ebraismo: origini, storia e cultura" clicca QUI
Per "Variazioni del clima dall'ultima glaciazione" clicca QUI
Per "Grande Storia dell'Europa - 5° - Dal 1.914 al 2.014 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Grande Storia dell'Europa - 4° - Dal 1.096 al 1.914 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Grande Storia dell'Europa - 3° - Dal 90 al 1.096 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Grande Storia dell'Europa - 2° - Dal 1.200 p.e.v. (a.C.) al 90 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Grande Storia dell'Europa - 1° - Dalla formazione della Terra al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.77: dal 2.003 al 2.010 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.76: dal 1.992 al 2.003 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.75: dal 1.978 al 1.992 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.74: dal 1.948 al 1.978 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.73: dal 1.940 al 1.948 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.72: dal 1.922 al 1.940 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.71: dal 1.918 al 1.922 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.70: dal 1.913 al 1.918 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.69: dal 1.897 al 1.913 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.68: dal 1.861 al 1.897 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.67: dal 1.800 al 1.861 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.66: dal 1.776 al 1.800 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.65: dal 1.707 al 1.776 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.64: dal 1.642 al 1.707 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.63: dal 1.543 al 1.642 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.62: dal 1.519 al 1.543 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.61: dal 1.453 al 1.519 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.60: dal 1.416 al 1.453 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.59: dal 1.324 al 1.416 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.58: dal 1.251 al 1.324 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.57: dal 1.228 al 1.251 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.56: dal 1.204 al 1.228 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.55: dal 1.189 al 1.204 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.54: dal 1.145 al 1.189 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.53: dal 1.102 al 1.145 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.52: dal 1.095 al 1.102 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.51: dal 1.075 al 1.095 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.50: dal 1.034 al 1.075 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.49: dal 992 al 1.034 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.48: dall' 879 al 992 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.47: dall' 827 all' 879 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.46: dal 759 all' 827 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.45: dal 680 al 759 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.44: dal 600 al 680 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.43: dal 554 al 600 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.42: dal 538 al 554 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.41: dal 493 al 538 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.40: dal 452 al 493 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.39: dal 415 al 452 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.38: dal 391 al 415 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.37: dal 374 al 391 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.36: dal 326 al 374 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.35: dal 313 al 326 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.34: dal 286 al 313 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.33: dal 257 al 286 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.32: dal 193 al 257 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.31: dal 161 al 193 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.30: dal 90 al 161 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.29: dal 50 al 90 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.28: dal 27 p.e.v. (a.C.) al 50 e.v. (d.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.27: dal 49 al 27 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.26: dal 73 al 49 p.e.v. (a.C)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.25: dal 91 al 73 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.24: dal 146 al 91 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.23: dal 301 al 146 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.22: dal 367 al 301 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.21: dal 404 al 367 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.20: dal 450 al 404 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.19: dal 500 al 450 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.18: dal 540 al 500 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.17: dal 650 al 540 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.16: dal 753 al 650 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.15: dall' 850 al 753 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.14: dal 1.150 all' 850 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.13: dal 1.200 al 1.150 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.12: dal 1.320 al 1.200 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.11: dal 1.550 al 1.320 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.10: dal 1.680 al 1.550 p.e.v.(a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.9: dal 1.900 al 1.680 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.8: dal 2.500 al 1.900 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.7: dal 3.500 (inizio della Storia) al 2.500 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.6: dal 6.000 al 3.500 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.5: dal 15.000 al 6.000 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.4: dal 40.000 al 15.000 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.3: da 130.000 anni fa al 40.000 p.e.v. (a.C.)" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.2: da 2.500.000 a 130.000 anni fa" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca QUI
Per "Storia dell'Europa n.1: dalla formazione della Terra a 2.500.000 anni fa" clicca QUI
Da altri 7 blog:
Per "Massoneria: storia, usi e costumi" clicca QUI
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca QUI
Per i post "Il pensiero nell'Italia contemporanea" clicca QUI
Per i post "Il pensiero nel mondo contemporaneo" clicca QUI
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca QUI
Per i post "La politica nell'Italia contemporanea" clicca QUI
Per i post "La politica nell'Europa contemporanea" clicca QUI
Per i post "Musica interpreti video testi e storia" clicca QUI
Per "Nell'ambito geopolitico, il processo italiano di svilimento della Costituzione e perdita della sovranità nazionale
a favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca QUI
Per "L'Unione Europea: le origini, i moventi, la storia, le politiche e le crisi" clicca QUIa favore dell'Ue a guida franco-tedesca" clicca QUI
Per i post "Storia dell'Economia Politica" clicca QUI
Per "Scienze: Informatica" clicca QUI
Per "Stelle e Costellazioni visibili nel nostro Cielo" clicca QUI
Per "La Precessione degli Equinozi" clicca QUI
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca QUI
Per i post "Astrologia evolutiva, progressiva, oroscopo, numerologia" clicca QUI
Per i post "Satir-Oroscopo" clicca QUI
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca QUI
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca QUI
Per "Il Feg-Shui: Scuole della Bussola e del Ba Gua" clicca QUI
Per "I Chakra o Centri energetici fisici: dove sono e come si possono rilevare" clicca QUI
Per i post "Pietre e Cristalli" clicca QUI
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca QUI
Per i post "Aforismi, Foto e Frasi dei Nativi Nord Americani (gl'Indiani d'America)" clicca QUI
Per i post "Nativi Americani: Personaggi di spicco" clicca QUI
Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e culture dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca QUI
Per "Culture e aree culturali dei Nativi Nord-Americani, gl'Indiani d'America" clicca QUI
Per "Oroscopo degli Alberi celtico" clicca QUI
Per i post "Cultura degli antichi Ebraico-Cristiani" clicca QUI
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca QUI
Per i post "Cultura degli antichi Romani" clicca QUI
Per i post "Politica nell'antica Roma" clicca QUI
Per i post "Cultura degli antichi Greci" clicca QUI
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca QUI
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca QUI
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca QUI
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca QUI
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca QUI
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca QUI
Per i post "Cultura degli antichi Ebrei" clicca QUI
Per "Antichi Liguri: a Tartesso prima di Fenici e Greci" clicca QUI
Per "L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza" clicca QUI
Per "L'olio d'oliva taggiasca: parametri e unità di misura" clicca QUI
Per "Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori" clicca QUI
Per "Sulle datazioni del manoscritto anonimo settecentesco e le fonti storiche sui Liguri" clicca QUI
Nessun commento:
Posta un commento