L' Homo abilis africano, presunto
antenato dell'Homo Erectus.
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2.500.000 anni fa - A questa data, all'inizio del Pleistocene, risalgono sia i primi ominidi della specie Australopithecus Garhi che l'Homo habilis, il primo appartenente al genere Homo, il cui olotipo (esemplare su cui si basa la descrizione originale della specie) è il fossile OH 7 trovato da Jonathan Leakey, il 4 novembre 1960, nella Gola di Olduvai, in Tanzania, nella regione dei laghi africani. Coprotagonista della cultura Olduvaiana, è convinzione scientifica che per un certo periodo l'habilis, che pare aver convissuto con varie specie di australopitechi, con l'Australopithecus Garhi abbia condiviso il primato della produzione e utilizzo di strumenti litici. Homo habilis possedeva abilità manuali e coniugava intelletto con l'uso delle mani. Misurava poco più di un metro di altezza, aveva braccia lunghe come quelle di "Lucy" (Australopithecus afarensis). La caratteristica di questo gruppo di ominidi, ritenuti più socievoli degli australopitechi, sarebbe stata la condivisione e consumazione dei cibi insieme al gruppo di appartenenza. È comunemente accettato che l'Homo habilis avesse una significativa capacità di comunicazione, anche se il suo osso ioide (si trova alla radice della lingua, a livello della terza vertebra cervicale) e la struttura delle sue orecchie non erano in grado di supportare un linguaggio parlato. E' all'incirca in questa data quindi, che si iniziano ad utilizzare i primi utensili per produrre manufatti e armi. L'uso di utensili non è in assoluto una prerogativa della sola specie umana, ma solo l'uomo sarà in grado di procedere oltre, creando con tali strumenti, altri strumenti per creare ulteriori strumenti, in un circolo virtuoso. Nasce quindi un'industria litica preistorica chiamata Paleolitica, il cui periodo più antico è il Paleolitico inferiore.
Tabella del Paleolitico nelle sue fasi
temporali.
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Tabelle con le informazioni sul
Paleolitico inferiore.
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Ricostruzione di Homo ergaster.
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Ubicazione di Dmanisi, in Georgia.
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Ricostruzione di H. georgicus, foto di
Cicero Moraes et alii (Luca Bezzi,
Nicola Carrara, Telmo Pievani) http://
arc-team-open-research.blogspot. com/2015/10/homo-georgicus.html CC BY 4.0, https://commons.wikim edia.org/w/index.php?curid =44211774 |
Homo habilis, H. erectus, H.
neandertalensis e Homo Sapiens.
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Strumento litico bifacciale
del Paleolitico.
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Siti europei datati tra 1 e 1,5 Ma da QUI.
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Cà Belvedere di Monte Poggiolo (FC),
ricostruzione di habitat preistorico
e insediamento di popolazione.
Disegno di G. Nenzioni, da QUI.
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Cà Belvedere di Monte Poggiolo si trova a 15 Km a sud-ovest della città di Forlì. I numerosi anni di scavo sistematico hanno permesso di raccogliere un imponente insieme litico (caratterizzato anche dalla presenza di numerosi rimontaggi) prodotto da una popolazione preistorica che si era insediata nelle vicinanze di un delta e che aveva sfruttato le materie prime locali in un periodo relativamente fresco (Cattani, 1992) (fig. 2). I resti faunistici non si sono conservati nel sito, ma nelle vicine sabbie gialle. Fra i fossili di vertebrati sono stati rinvenuti: Mammuthus aff. meridionalis, Dicerorhinus sp., Bison cfr. Schoetensacki e Hippopotamus sp. (Giusberti, 1992).
Nel sito di Pirro Nord, la fessura carsica denominata P13 (Cave dell’Erba, Apricena, FG) ha permesso di portare alla luce un significativo insieme faunistico associato a delle industrie litiche assimilabili all’africano Modo 1. L’unità faunistica corrisponde all’Ultimo Villafranchiano ed è attribuita ad un intervallo cronologico compreso tra 1,3 e 1,6 Ma. L’insieme faunistico comprende numerose specie di anfibi, rettili, uccelli e mammiferi; tra questi numerosi sono documentati come prima comparsa in Italia (FAD): Bison degiulii, Capreolus sp., Equus altidens, and Meles meles (Arzarello et al., 2012).
Ricostruzione di H. antecessor
di circa 10 anni, da: https://ww
w.agi.it/scienza/news/2020- 04-03/genealogia-homo- antecessor-8151979/# |
Da 1.200.000 a 900.000 anni fa circa - Si verifica la glaciazione di Günz, la prima glaciazione avvenuta in Europa, che ebbe luogo nel Pleistocene, il primo periodo dell'era Quaternaria, in cui si verificò un abbassamento generale della temperatura e un'ulteriore espansione dei ghiacciai nell'attuale zona temperata. I cicli glaciali, in Europa, sono stati quattro e prendono il nome, dal più antico al più recente, da quattro affluenti minori del Danubio in Germania (più precisamente in Baviera), Günz, Mindel, Riss e Würm. Questa scelta di nomi è dovuta al fatto che fu proprio nelle vallate tedesche che si rinvennero tracce dell'attività dei ghiacciai. Non a caso è sulle Alpi che nacque la moderna glaciologia, infatti le quattro glaciazioni ricoprono le Alpi con una calotta di ghiaccio spessa fino a 2.000 metri. Così le glaciazioni Günz, Mindel, Riss e Würm sono riscontrabili man mano che ci si avvicina al Neozoico e quindi sono identificabili le seguenti quattro ere glaciali: Günz, da circa 1.200.000 a 900.000 anni fa, Mindel, da circa 455.000 a 300.000 anni fa, Riss, da circa 200.000 a 130.000 anni fa e Würm, da circa 110.000 a 11.700 anni fa, intervallate da tre fasi interglaciali: Günz-Mindel, Mindell-Riss e Riss-Würm.
C'è chi pensa che gruppi di Homo
Erectus siano migrati a nord
dall'Africa, 1.000.000 di anni fa.
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Carta con l'ipotetica diffusione
del genere umano dall'Africa al
resto del mondo.
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Ubicazione della grotta di Vallonnet. |
Ricostruzione dell'Uomo di Pechino,
di Cicero Moraes - Opera propria,
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Ricostruzione dell'uomo di Giava,
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Ricostruzione di Homo
heidelbergensis.
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Ricostruzione di Homo
heidelbergensis di
Atapuerca.
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Carta con il sito archeologico di
Atapuerca, in Spagna.
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L'uro era un grosso bovino
particolarmente aggressivo, diffuso
in tutta Europa ed estintosi nel 1627.
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Da 455.000 a 300.000 anni fa circa - Si verifica la glaciazione di Mindel, la seconda glaciazione avvenuta in Europa nel Pleistocene, il primo periodo dell'era Quaternaria, in cui si verificò un abbassamento generale della temperatura e un'ulteriore espansione dei ghiacciai nell'attuale zona temperata. I cicli glaciali, in Europa, sono stati quattro e prendono il nome, dal più antico al più recente, da quattro affluenti minori del Danubio in Germania (più precisamente in Baviera), Günz, Mindel, Riss e Würm. Questa scelta di nomi è dovuta al fatto che fu proprio nelle vallate tedesche che si rinvennero tracce dell'attività dei ghiacciai. Non a caso è sulle Alpi che nacque la moderna glaciologia, infatti le quattro glaciazioni ricoprono le Alpi con una calotta di ghiaccio spessa fino a 2.000 metri. Così le glaciazioni Günz, Mindel, Riss e Würm sono riscontrabili man mano che ci si avvicina al Neozoico e quindi sono identificabili le seguenti quattro ere glaciali: Günz, da circa 1.200.000 a 900.000 anni fa, Mindel, da circa 455.000 a 300.000 anni fa, Riss, da circa 200.000 a 130.000 anni fa e Würm, da circa 110.000 a 11.700 anni fa, intervallate da tre fasi interglaciali: Günz-Mindel, Mindell-Riss e Riss-Würm.
450.000 anni fa - Secondo
Zecharia Sitchin, su Nibiru, un membro lontano del nostro
sistema solare, la vita va lentamente estinguendosi a causa
dell'erosione dell'atmosfera del pianeta. Deposto da Anu, il sovrano
Alalu fugge a bordo di una navetta spaziale e trova rifugio sulla
Terra. Qui scopre che sulla Terra si trova l'oro che si può
utilizzare per proteggere l'atmosfera di Nibiru.
445.000 anni fa - Secondo
Zecharia Sitchin, guidati da Enki, figlio di Anu, gli Anunnaki
arrivano sulla Terra, fondano Eridu - la Stazione Terra I - per
estrarre l'oro dalle acque del Golfo Persico.
430.000 anni fa - Secondo
Zecharia Sitchin, il clima della Terra si fa più mite. Altri
Anunnaki arrivano sulla Terra, e tra loro Ninharsag, sorellastra di
Enki e capo ufficiale medico.
416.000 anni fa - Secondo
Zecharia Sitchin, poiché la produzione d'oro scarseggia, Anu
arriva sulla Terra con Enlil, il suo erede. Viene deciso di estrarre
l'oro vitale attraverso scavi minerari nell'Africa meridionale. Le
nomine avvengono per estrazione: Enlil conquista il comando della
missione sulla Terra, Enki viene relegato in Africa. Anu, mentre si
accinge a lasciare la Terra, deve fronteggiare la minaccia del nipote
Alalu.
400.000 anni fa - Scoperta del fuoco. Le prime tracce di utilizzazione del fuoco vengono rinvenute in Cina. Dapprima l'uomo impara a conservare quello provocato dai fulmini o da altri disastri naturali, in seguito il fuoco verrà ottenuto con mezzi rudimentali e la conservazione del fuoco talora avrà anche carattere rituale.
- A 300.000 anni fa circa, secondo nuovi ritrovamenti rinvenuti nel 2017 in Marocco, (QUI) risalirebbe l'origine dell'Homo sapiens. Da analisi, condotte con tecniche statistiche, della forma di reperti trovati nel 2017 a Jebel Irhoud (in Marocco), si è rilevata la massima somiglianza con quelli dei moderni H. sapiens. Questa somiglianza è vera in particolare per il frammento di mandibola, se si eccettua per la maggiore larghezza. Il cranio invece, esternamente presenta caratteri intermedi tra quelli arcaici e quelli moderni, ma è abbastanza simile a quello di H. sapiens scoperto nel sito di Laetoli in Tanzania e al più recente cranio ritrovato a Qafzeh, in Israele. Di grande interesse la forma interna della teca cranica, la cui struttura sembra già preludere all'evoluzione verso la forma globulare del cranio di H. sapiens delle epoche successive. Secondo Hublin e colleghi, i fossili di Jebel Irhoud rappresentano la migliore prova paleoantropologica trovata finora dell'esistenza di di una fase “pre-moderna” nell'evoluzione di H. sapiens. I risultati dell'analisi, condotta con una tecnica di termoluminescenza, dei resti di utensili scoperti nel sito marocchino, sono attribuiti al Paleolitico Medio (da 300.000 anni fa) mentre i resti di animali ritrovati negli stessi strati mostrano una manipolazione umana e i resti di carbonella indicano un probabile controllo del fuoco. L'Homo sapiens è una specie monotipica. Alcuni antropologi invece la considerano costituita da due diverse sottospecie: Homo sapiens sapiens, l'uomo moderno e Homo sapiens idaltu, paleosottospecie estinta. Nel corso del tempo sono state proposte come paleosottospecie di Homo sapiens sia Homo sapiens heidelbergensis (uomo di Heidelberg) che Homo sapiens neanderthalensis (uomo di Neanderthal). Per ora entrambe vengono definite come specie, anche se sono in corso indagini con l'utilizzo di tecniche di biologia molecolare per la verifica di eventuali riapparentamenti genetici. Al 2011, gli studi basati sull'analisi matrilineare del DNA mitocondriale, mostravano una scarsa possibilità di passata ibridazione, mentre le analisi del genoma nucleare, anche stimolate dal progetto Neanderthal genome project del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology tedesco e del 454 Life Sciences statunitense di sequenziamento del genoma neandertaliano, indicano una certa ibridazione per alcune popolazioni euroasiatiche. Con l'apparizione dell'Uomo di Denisova, definizione provvisoria di una popolazione di Homo vissuto in un periodo compreso tra 70.000 e 40.000 anni fa in aree popolate principalmente da sapiens e in parte da neanderthal, si stanno cercando relazioni genetiche fra le specie attraverso analisi del DNA cellulare e mitocondriale. Quindi si può rilevare che alcuni ominidi appartenenti al genere Homo, anziché partecipare al processo Out-of-Africa di 1.000.000 di anni fa da parte di gruppi di H. erectus, fossero rimasti in Africa e da loro si sarebbe poi originato l'Homo sapiens. I resti più antichi di umani indubbiamente moderni, dopo quelli di Jebel Irhoud (in Marocco), sono quelli ritrovati nel sito di Kibish, nei pressi del fiume Omo, in Etiopia e nel sito Qafzeh-Skhul (Qafzeh e Es Skhul), in Israele. La specie sapiens si è evoluta culturalmente in terra africana, in cui sono numerosi i ritrovamenti di fossili e manufatti. Il più antico ritrovamento di un oggetto, dalle indubbie caratteristiche artistiche, risale a 80.000 anni fa, in prossimità di Cape Agulhas, nella Caverna di Blombos, in Sud Africa.
Secondo
Zecharia Sitchin, tra i sette insediamenti funzionali della
Mesopotamia meridionale figurano il porto spaziale (Sippar), il
Centro di controllo della missione (Nippur), un centro metallurgico
(Badtibira), un centro medico (Shuruppak). I metalli arrivano per
mare dall'Africa; una volta raffinati, vengono poi inviati agli Igigi
rimasti in orbita, poi trasferiti su navette spaziali che arrivano
periodicamente da Nibiru.
380.000 anni fa - Secondo
Zecharia Sitchin, appoggiato dagli Igigi, il nipote di Alalu
cerca di ottenere il dominio della Terra. Gli Enliliti vincono la
Guerra degli Antichi Dèi.
300.000 anni fa - Secondo
Zecharia Sitchin, gli Anunnaki che lavorano nelle miniere
d'oro si ammutinano. Enki e Ninharsag creano dei Lavoratori Primitivi
attraverso la manipolazione genetica degli ovuli di donne-scimmia; le
nuove creature sostituiscono gli Anunnaki nelle attività manuali.
Enlil fa irruzione nelle miniere e porta i Lavoratori Primitivi
all'Eden in Mesopotamia. Avendo ottenuto la capacità di procreare,
l'Homo sapiens comincia a moltiplicarsi.
Ricostruzione di Homo sapiens.
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Artefatti ritrovati nella caverna di
Blombos, in Sudafrica, da: http://scie
ntiantiquitatis.blogspot.com/2013/ 04/sudafrica-la-grotta-di- blombos-e-le.html |
L'evoluzione a tutto tondo, fisica, tecnologica e culturale del sapiens, si verificherà alla fine del paleolitico, nel paleolitico superiore. Negli ultimi anni si è rafforzata la teoria che vede neanderthal e sapiens (a cui apparteneva il tipo di Cro-Magnon), come due specie diverse evolutesi in modo quasi parallelo. L'H. sapiens ha di fatto sostituito in Europa l'uomo di Neanderthal (che pare si sia estinto circa 28.000/22.000 anni fa) in un arco di tempo relativamente breve, ma con una certa sovrapposizione di alcune migliaia di anni, anche se non è ancora possibile stabilire che tipo di relazioni (collaborazione, indifferenza o guerra) si siano stabilite tra i due gruppi umani. Pare indubbio, comunque, che le pulsioni artistiche furono comuni ad entrambe le specie. Con il ritrovamento dell'Homo di Denisova o donna X, nome dato ad un ominide i cui scarsi resti (una falange, ritrovata nel 2008 a Denisova, nella Siberia meridionale) sono stati ritrovati nei Monti Altaj in Siberia, si sta cercando di ricostruire apparentamenti ed eventuali derivazioni fra hidelbergensis, neanderthaliensis e sapiens. Nel 2013, la sequenza di mtDNA prelevata dal femore di un Homo heidelbergensis di 400.000 anni fa, proveniente dalla Grota Sima in Spagna, è risultata essere simile a quella di Denisova e studi genetici indicano che approssimativamente il 4% del DNA dell'Homo sapiens non africano sia lo stesso trovato nell'Homo neanderthalensis, suggerendo così un'origine comune. Invece, dal 4 al 6% del genoma dei melanesiani (rappresentato dagli uomini dell'isola di Bougainville), deriva dalla popolazione di Denisova. Questi geni sono stati verosimilmente introdotti durante la prima migrazione umana degli antenati dei melanesiani nel sud-est asiatico ed è verosimile ipotizzare un'ibridazione tra Homo di Denisova e Homo sapiens, che abbia interessato le popolazioni del sud-est asiatico antico e quelle, loro dirette discendenti, australiane. L'apporto genetico denisoviano alle altre popolazioni di sapiens asiatiche è limitato e, come in quelle europee e amerindie, deriva in buona parte dall'ibridazione, avvenuta in precedenza, con i Neanderthal (ibridati con i Denisova). Da analisi mitocondriali si è concluso, nonostante l'apparente divergenza della loro sequenza, che gli uomini di Denisova e i Neanderthal abbiano condiviso un ramo comune ancestrale che porta ai moderni esseri umani africani, il che accumunerebbe il loro colore scuro della pelle con i Denisoviani.
- 300.000 anni fa inizia la cultura del Paleolitico medio.
Tabella delle fasi del Paleolitico
medio.
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230.000 anni fa - Nella grotta dei Balzi Rossi in prossimità di Ventimiglia, sono stati ritrovati resti di Homo Erectus datati a oltre 230.000 anni fa, oltre a tracce di uomo di Neanderthal (da 130.000 anni fa) e resti di Homo Sapiens assimilabili all'Uomo di Cro-Magnon.
Grimaldi, falesia con grotte dei Balzi
Rossi.
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200.000 anni fa - Secondo
Zecharia Sitchin, la vita sulla Terra regredisce durante una
nuova era glaciale.
Da 200.000 a 130.000 anni fa circa - Si verifica la glaciazione di Riss, la terza glaciazione in Europa avvenuta nel Pleistocene, il primo periodo dell'era Quaternaria, in cui si verificò un abbassamento generale della temperatura e un'ulteriore espansione dei ghiacciai nell'attuale zona temperata. I cicli glaciali, in Europa, sono stati quattro e prendono il nome, dal più antico al più recente, da quattro affluenti minori del Danubio in Germania (più precisamente in Baviera), Günz, Mindel, Riss e Würm. Questa scelta di nomi è dovuta al fatto che fu proprio nelle vallate tedesche che si rinvennero tracce dell'attività dei ghiacciai. Non a caso è sulle Alpi che nacque la moderna glaciologia, infatti le quattro glaciazioni ricoprono le Alpi con una calotta di ghiaccio spessa fino a 2.000 metri. Così le glaciazioni Günz, Mindel, Riss e Würm sono riscontrabili man mano che ci si avvicina al Neozoico e quindi sono identificabili le seguenti quattro ere glaciali: Günz, da circa 1.200.000 a 900.000 anni fa, Mindel, da circa 455.000 a 300.000 anni fa, Riss, da circa 200.000 a 130.000 anni fa e Würm, da circa 110.000 a 11.700 anni fa, intervallate da tre fasi interglaciali: Günz-Mindel, Mindell-Riss e Riss-Würm.
200.000 anni fa circa - Durante il periodo culturale del Paleolitico medio, appare la specie Homo neanderthalensis, comunemente detto uomo di Neanderthal, che pare fosse una specie discesa da H. heidelbergensis ed estintasi intorno a 28.000/22.000 anni fa. Prende il nome dalla valle di Neander (Neandertal) presso Düsseldorf in Germania, dove vennero ritrovati i primi resti fossili nell'agosto del 1856 da scavatori di calcare, in una grotta denominata "Kleine Feldhofer", nei pressi della località di Feldhof. Con una dominanza nel periodo della cultura del musteriano, la presenza dell'Uomo di Neanderthal è documentata da pratiche di arte e sepoltura da 130.000 anni fa per le forme arcaiche fino a 30.000 anni fa con reperti fossili e secondo alcuni fino a 22.000 anni fa, pur in assenza di fossili e con discusse prove culturali, principalmente in Europa e Asia e limitatamente in Africa. Fu un "Homo" molto evoluto, in possesso di tecnologie litiche elevate e dal comportamento sociale piuttosto avanzato, al pari dei sapiens, con cui ha convissuto nell'ultimo periodo della sua esistenza. L'Homo neanderthalensis scomparve in un tempo relativamente breve, evento che costituisce un enigma scientifico oggi attivamente studiato. Alcuni studi del 2010 suggeriscono, tra alcune ipotesi probabili relative alla vicinanza genetica tra Homo neanderthalensis e Homo sapiens, che ibridazioni fra i due possano avere avuto luogo nel Vicino Oriente all'incirca tra 80.000 e 50.000 anni fa, per la presenza nell'uomo contemporaneo di una percentuale tra 1 e il 4% di materiale genetico specificamente neandertaliano.
Tali tracce genetiche sono presenti negli eurasiatici e nei nativi americani, ma non negli africani moderni. Un sequenziamento genomico infatti, ha consentito un confronto dettagliato con i Neanderthal e gli umani moderni. Da questa analisi si è concluso, nonostante l'apparente divergenza della loro sequenza mitocondriale, che gli uomini di Denisova e i Neanderthal abbiano condiviso un ramo comune ancestrale che porta ai moderni esseri umani africani, il che accumunerebbe il loro colore scuro della pelle con i denisoviani. Nel 2013, la sequenza di mtDNA prelevata dal femore di un Homo heidelbergensis (probabile antenato del neanderthaliensis) di 400.000 anni fa, proveniente dalla Grota Sima in Spagna, è risultata essere simile a quella di Denisova. Secondo una teoria pubblicata nel 2016 da alcuni ricercatori delle università di Cambridge e Oxford Brookes sull'”American Journal of Physical Antropology”, l'uomo di Neanderthal si sarebbe estinto a causa di malattie portate dai sapiens.
Secondo la biologa Charlotte Houldcroft di Cambridge, prima firma dello studio, gli umani che migrarono dall'Africa all'Eurasia portarono con sé una quantità di agenti patogeni che potrebbero essere stati catastrofici per la popolazione neandertaliana, adattata solo alle malattie infettive tipiche del vecchio continente.
La teoria si fonda su due cardini. In primo luogo le malattie infettive sarebbero molto più antiche di quanto creduto in precedenza: si pensava infatti che queste patologie fossero emerse con il passaggio da caccia-pesca-raccolta ad allevamento e agricoltura, circa 8.000/12.000 anni fa, quando gli esseri umani hanno cominciato a vivere in gruppi folti e a contatto con gli animali, mentre le ultime ricerche sul DNA e sul genoma di alcuni patogeni sembrano dimostrare che siano molto più antiche. In secondo luogo, è dimostrato come gli antichi Homo sapiens si siano mescolati con i Neandertaliani, che avevano dominato la scena continentale per decine di migliaia di anni, e si siano scambiati geni patogeni, così come avevano fatto con altri ominidi prima di migrare dall'Africa. I nostri antenati potrebbero quindi essere stati vettori di malattie letali per gli uomini di Neanderthal, fino a portarli all'estinzione.
Ricostruzione di Uomo
di Neanderthal.
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Ricostruzione di Uomo
di Neanderthal.
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Homo neanderthaliensis di Claudio
Tuniz da: https://www.ansa.it/scien
za/notizie/rubriche/biotech/20 13/12/19/uomo-Neanderthal- aveva-linguaggio-complesso _9804243.html |
La teoria si fonda su due cardini. In primo luogo le malattie infettive sarebbero molto più antiche di quanto creduto in precedenza: si pensava infatti che queste patologie fossero emerse con il passaggio da caccia-pesca-raccolta ad allevamento e agricoltura, circa 8.000/12.000 anni fa, quando gli esseri umani hanno cominciato a vivere in gruppi folti e a contatto con gli animali, mentre le ultime ricerche sul DNA e sul genoma di alcuni patogeni sembrano dimostrare che siano molto più antiche. In secondo luogo, è dimostrato come gli antichi Homo sapiens si siano mescolati con i Neandertaliani, che avevano dominato la scena continentale per decine di migliaia di anni, e si siano scambiati geni patogeni, così come avevano fatto con altri ominidi prima di migrare dall'Africa. I nostri antenati potrebbero quindi essere stati vettori di malattie letali per gli uomini di Neanderthal, fino a portarli all'estinzione.
140.000 anni fa - Secondo le ricerche condotte con lo studio genetico del DNA, a questa data risale il più recente progenitore comune a tutta l'umanità. In genetica umana, gli aplogruppi del cromosoma Y sono raggruppamenti di combinazioni di marcatori (aplotipi) definiti dalle differenze nella regione non-ricombinante del DNA del cromosoma Y (chiamato NRY da Non-Recombining Y-chromosome). Queste differenze fanno riferimento a polimorfismi biallelici (SNPs, Single Nucleotide Polymorphisms). Il YCC Y Chromosome Consortium ha stabilito un sistema per definire gli aplogruppi del cromosoma Y basato sulle lettere da A a T, con ulteriori divisioni usando numeri e lettere in pedice. Il cromosoma Y ancestrale (scherzosamente definito dagli studiosi di "Adamo") è quello appartenuto ad un maschio teorico che rappresenta il più recente progenitore comune (MRCA Most Recent Common Ancestor) di tutti i maschi attuali lungo la linea patrilineare, visto che il cromosoma Y è unicamente trasmesso dal padre ai figli maschi. La stima di quando questo individuo teorico sia vissuto varia a seconda degli studi. Gli umani moderni, secondo gli studi del cromosoma Y, sono originari dell'Africa subsahariana e hanno poi colonizzato l'Eurasia, circa 70.000 anni fa, seguendo la costa meridionale dell'Asia. I gruppi che partirono dall'Africa, si sarebbero successivamente distribuiti secondo la seguente mappa:
Carta delle migrazioni umane nel mondo
dall'Africa, mappate seguendo le
evoluzioni degli aplogruppi del
cromosoma Y nel DNA.
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Da Y si sarebbero poi generati aplogruppi specifici nel percorso delle migrazioni:
Y , il cosiddetto "'Adamo ancestrale'"
A0 : incontrato nel Camerun, nell'Algeria e nel Ghana.
A1 : presente nell'Africa subsahariana, specialmente tra i Boscimani (dell'etnia Khoisan)
e i popoli nilotici (Sudan del Sud).
e i popoli nilotici (Sudan del Sud).
B : diffuso in gran parte dell'Africa subsahariana, particolarmente tra i Pigmei e gli Hadza.
DE : poco diffuso in Nigeria.
D : proprio dell'Asia orientale, specialmente nel Giappone, Tibet e isole Andamane.
E : Copre la parte più vasta dell'Africa. Presente anche nel Vicino Oriente e nell'Europa meridionale.
C : presente nell'Eurasia orientale.
C1 : poco diffuso in Giappone.
C2 : presente nelle isole del Pacifico, ivi compresa la Polinesia, la Micronesia e la Melanesia.
C3 : presente in una vasta area geografica compresa fra l'Asia centrale, l'Asia orientale, la Siberia e fra i
Nativi americani dell'America del Nord.
Nativi americani dell'America del Nord.
C4 : presente in alta frequenza negli Australiani aborigeni.
C5 : presente nell'Asia meridionale. Anche nell'Asia centrale e nel Vicino Oriente.
C6 : presente nella Nuova Guinea.
E : il sub-clade E1b1b è di origine africana e si disperse per tutto il Mediterraneo raggiungendo la
frequenza del 27% in Grecia.
frequenza del 27% in Grecia.
F : presente specialmente nei popoli tribali indigeni dell'India.
Gli aplogruppi che discendono dall'aplogruppo F rappresentano il 90% della popolazione mondiale,
ma si distribuiscono quasi esclusivamente fuori dall'Africa sub-sahariana.
G : Le maggiori frequenze si riscontrano nel Caucaso. Presente anche tra i Mediorientali e nell'Europa
meridionale. L'aplogruppo G, originatosi anch'esso in Medio-Oriente, o forse più a Est in Pakistan,
intorno a 30.000 anni fa, secondo alcuni studi potrebbe essersi diffuso in Europa nel Neolitico,
oppure, vista la sua forte discontinuità, aver raggiunto l'Europa già nel Paleolitico.
Gli aplogruppi che discendono dall'aplogruppo F rappresentano il 90% della popolazione mondiale,
ma si distribuiscono quasi esclusivamente fuori dall'Africa sub-sahariana.
G : Le maggiori frequenze si riscontrano nel Caucaso. Presente anche tra i Mediorientali e nell'Europa
meridionale. L'aplogruppo G, originatosi anch'esso in Medio-Oriente, o forse più a Est in Pakistan,
intorno a 30.000 anni fa, secondo alcuni studi potrebbe essersi diffuso in Europa nel Neolitico,
oppure, vista la sua forte discontinuità, aver raggiunto l'Europa già nel Paleolitico.
H : diffuso principalmente nel Subcontinente indiano e negli zingari.
IJ : IJ corrisponde probabilmente a una ondata migratoria dal Medio-Oriente o all'Asia occidentale a
partire da 45.000 anni fa, che si è poi diffusa in Europa con l'uomo di Cro-Magnon.
partire da 45.000 anni fa, che si è poi diffusa in Europa con l'uomo di Cro-Magnon.
I : (M170, M258, P19, P38, P212, U179): diffuso maggiormente e quasi esclusivamente in Europa,
disceso da tribù proto europee. L'aplogruppo I rappresenta circa un quinto dei cromosomi Y
europei. È quasi esclusivo dell'Europa pertanto si ritiene che si sia originato in quest'area prima
dell'ultima glaciazione. È probabile che sia stato confinato nel rifugio balcanico durante la glaciazione e
che poi si sia ridiffuso verso nord con il ritiro dei ghiacciai. Nonostante sia relativamente frequente negli
Scandinavi, nei Sardi e nelle popolazioni balcaniche, questi popoli presentano subcladi differenti
dell'aplogruppo I. Questo suggerisce che ognuna delle popolazioni ancestrali è oggi dominata da un
particolare subclade che ha marcato una indipendente espansione della popolazione lungo diversi
percorsi migratori durante e immediatamente dopo la glaciazione.
disceso da tribù proto europee. L'aplogruppo I rappresenta circa un quinto dei cromosomi Y
europei. È quasi esclusivo dell'Europa pertanto si ritiene che si sia originato in quest'area prima
dell'ultima glaciazione. È probabile che sia stato confinato nel rifugio balcanico durante la glaciazione e
che poi si sia ridiffuso verso nord con il ritiro dei ghiacciai. Nonostante sia relativamente frequente negli
Scandinavi, nei Sardi e nelle popolazioni balcaniche, questi popoli presentano subcladi differenti
dell'aplogruppo I. Questo suggerisce che ognuna delle popolazioni ancestrali è oggi dominata da un
particolare subclade che ha marcato una indipendente espansione della popolazione lungo diversi
percorsi migratori durante e immediatamente dopo la glaciazione.
I1 : (L64, L75, L80, L81, L118, L121/S62, L123, L124/S64, L125/S65, L157.1, L186, L187, M253,
M307.2/P203.2, M450/S109, P30, P40, S63, S66, S107, S108, S110, S111): ramo
europeo settentrionale/nordico con le più alte frequenze in Scandinavia, Islanda, e Europa
nord-orientale. Nelle Isole britanniche la mutazione I1-M253 è spesso usata come marcatore delle
invasioni vichinghe o anglosassoni.
M307.2/P203.2, M450/S109, P30, P40, S63, S66, S107, S108, S110, S111): ramo
europeo settentrionale/nordico con le più alte frequenze in Scandinavia, Islanda, e Europa
nord-orientale. Nelle Isole britanniche la mutazione I1-M253 è spesso usata come marcatore delle
invasioni vichinghe o anglosassoni.
I2 : (L68, M438/P215/S31) ramo europeo meridionale/balcanico;
I2b raggiunge discrete frequenze lungo le coste nord-occidentali dell'Europa continentale e in
Sardegna. Dalla linea I2b è derivato I2b1a (M284) in Europa nord-occidentale ed Isole Britanniche.
I2b raggiunge discrete frequenze lungo le coste nord-occidentali dell'Europa continentale e in
Sardegna. Dalla linea I2b è derivato I2b1a (M284) in Europa nord-occidentale ed Isole Britanniche.
J : (12f2.1, M304, P209, S6, S34, S35): il più importante tra i popoli del Vicino Oriente.
J1 : ramo mediorientale meridionale/arabico
J2 : ramo mediorientale settentrionale/anatolico
K : diffuso specialmente nell'Oceania.
L : diffuso principalmente nell'Asia meridionale.
T (M70, M184/USP9Y+3178, M193, M272) diffuso nell'Europa, nel Vicino Oriente, nell'India,
nel Corno d'Africa e altre regioni.
nel Corno d'Africa e altre regioni.
M : prevalente nella Melanesia.
N : presente fino all'Estremo Oriente ed in Siberia, comune tra i popoli uralici.
O : prevalente nell'Asia orientale e nel Sud-est asiatico, con una frequenza prossima al 75%.
Q : è l'aplogruppo principale in quasi tutti i Nativi americani.
R : disceso da tribù eurasiatiche. Tutti gli aplotipi afferenti all'aplogruppo R condividono le mutazioni
M207 (UTY2), M306 (S1), S4, S8, S9 e possono essere suddivisi in tre principali linee evolutive:
R1a, R1b e R2. Per R1 = (M173)
M207 (UTY2), M306 (S1), S4, S8, S9 e possono essere suddivisi in tre principali linee evolutive:
R1a, R1b e R2. Per R1 = (M173)
R1a (L62, L63): è prevalente nelle popolazioni slave dell'Europa orientale e nella regione del Pamir
fra l'Asia centrale e meridionale. La R1a potrebbe essersi originata nelle steppe euroasiatiche a nord
del Mar Caspio e del Mar Nero. È associato alla cultura kurgan, nota per la domesticazione del
cavallo (circa 5000 anni fa). Questa linea è attualmente presente in Asia centrale e occidentale, India,
e nelle popolazioni slave dell'Europa orientale.
del Mar Caspio e del Mar Nero. È associato alla cultura kurgan, nota per la domesticazione del
cavallo (circa 5000 anni fa). Questa linea è attualmente presente in Asia centrale e occidentale, India,
e nelle popolazioni slave dell'Europa orientale.
R1b (M343): è prevalente nell'Europa atlantica, dove rappresenta l'aplogruppo più diffuso e nel Camerun
settentrionale. La linea R1b è la più comune nelle popolazioni europee. Nell'Irlanda occidentale
raggiunge una frequenza prossima al 100%. Si è originata prima della fine dell'ultima glaciazione e si è
concentrata nei rifugi del sud-Europa per poi riespandersi verso nord con il progressivo mitigarsi del
clima a partire da 14.000 anni fa. Presente anche nel Vicino Oriente, Caucaso e Asia Centrale.
settentrionale. La linea R1b è la più comune nelle popolazioni europee. Nell'Irlanda occidentale
raggiunge una frequenza prossima al 100%. Si è originata prima della fine dell'ultima glaciazione e si è
concentrata nei rifugi del sud-Europa per poi riespandersi verso nord con il progressivo mitigarsi del
clima a partire da 14.000 anni fa. Presente anche nel Vicino Oriente, Caucaso e Asia Centrale.
R2 : è importante nel Subcontinente indiano.
S : presente principalmente nella Papua Nuova Guinea.
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