Carta dell'antica Roma di Romolo. La cinta muraria esterna fu iniziata da Tarquinio Prisco e ultimata da Servio Tullio. |
I 7 colli di Roma, da ht tps://it.wikipedia.org/w iki/Campidoglio#/m edia/File:7Colli Schizzo.jpg. |
Le tre aree di Roma interessate dalle tre imprese di Romolo e Tazio. |
Schema dell'organizzazione sociale nella prima Roma monarchica. |
Denario con gli dèi Quirino e Ceres. Immagine di Classical Numismatic Group, Inc. http://www. cngcoins.com, CC BY-SA 3.0, https://commons. wikimedia.org/w/index.php?curid=4782551 |
I cosiddetti Celeres (cioè i veloci) le guardie preposte alla tutela del re, furono in seguito impiegate per mantenere l'ordine pubblico urbano, ottenendo così che il loro cavallo, chiamato equus publicus, (cavallo pubblico), fosse acquistato e mantenuto dallo Stato ed i Celeres stessi venivano indicati come gli Equites Romani Equo Publico.
Fra i cavalieri c'erano quindi gli "Equites Romani Equo Publico" e i semplici "Equites". Solo un numero ristretto di cavalieri, un quarto circa del totale, riusciva ad entrare nell'arruolamento di ordine pubblico, col privilegio del cavallo fornito e mantenuto dallo Stato, mentre i semplici Equites dovevano comprarlo e mantenerlo a proprie spese; ma soprattutto gli "Equites Romani Equo Publico" avevano il vantaggio di poter ottenere delle cariche pubbliche, sia giuridiche che senatoriali, che agli equites ordinari erano precluse.
Fin dai tempi dei Equites Romani Equo Publico quindi, con l'espressione "cavaliere" ci si poteva riferire sia ad una qualifica militare che ad una appartenenza politico-sociale.
Carta del Peloponneso con le sue
regioni e città. Sono evidenziate Sparta e la Messenia.
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Prospetto della Costituzione
di Sparta. Clicca sull'immagine
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Opliti Spartiati. Clicca sull'immagine
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Gli Spartani fondavano la propria sicurezza interamente sull'affidabilità del proprio esercito, al punto che non vollero mai proteggere con mura la propria città pur essendo, alla lettera, circondati da nemici. In questo modo essi si guadagnarono la fama di essere grandi combattenti e Sparta veniva considerata la maggiore potenza militare della Grecia: rappresentava per i greci antichi un modello di virtù.
Ubicazione della Cultura celtica di Golasecca con le varie genti Liguri, Celto-Liguri e Celtiche stanziate in quei territori. |
La croce celtica con i 4 oggetti affini alle direzioni cardinali (fra cui il calderone) e gli alberi consacrati alle direzioni intermedie. |
Senza voler attribuire, in mancanza di prove concrete, la paternità della croce celtica a Golasecca, va detto però che una tipica decorazione della ceramica golasecchiana consisteva nel stampigliare una croce inscritta in un cerchio, decorazione che nel VI secolo a.C. valicò le Alpi per diffondersi in Europa, dove i ritrovamenti di questo vasellame vanno dall’est della Francia fino alla valle del Danubio.
Ciò può spiegare come l’oggettistica sia arrivata in quelle zone tramite i movimenti commerciali fatti dai golasecchiani, i quali dovevano procurarsi lo stagno proveniente dal nord, commercio che porterà tre secoli più tardi al ritrovamento di dracme padane in Cornovaglia (per le dracme padane vedi il 390 a.C.).
Che questo tipo di oggetti fossero il motivo trainate di questi commerci e delle conseguenti esportazioni stilistiche, si evince dal fatto che contemporaneamente alla stampigliatura armoricana, compare in Boemia la ceramica decorata a traslucido, una novità per il posto ma già ben conosciuta e diffusa a Golasecca; e la Boemia è un’altra zona stannifera, di vitale importanza per la produzione del bronzo.
OGHAM, l'alfabeto celtico. Ogni ogha, simbolo-lettera, è un'iniziale di albero-pianta, uccello-colore in gaelico: è indicata la corrispondenza con il calendario arboricolo da John King.
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Cartina dell'antica Lidia nel 700 a.C.
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Antiche monete della Lidia.
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L'assegnazione a zecche specifiche risulta spesso problematica.
L'alto valore delle diverse denominazioni indica un loro uso nel corso di transazioni economiche di livello piuttosto elevato. L'introduzione del denaro favorì il commercio di schiavi. L'antica Grecia diventò perciò la prima società schiavistica della storia, dove nacque una forma di schiavitù in cui gli uomini erano beni mobili, ridotti al rango di merce: comprati, venduti e trattati come bestie.
Carta con parte dell'antica Ionia
con Sardi, Efeso e l'isola di Chio.
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Alfabeto di
Lugano o
Lepontico.
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Stele di Prestino con iscrizione nei
caratteri dell'alfabeto di Lugano.
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Il Lepontico apparterrebbe quindi ad uno strato linguistico proto-celtico e pre-gallico, ovvero anteriore all'invasione gallica del 388 a.C. e dalle recenti ricerche individuato come una componente del ligure, che verrebbe così a perdere l'etichettatura di lingua indeuropea attribuitogli.
Alfabeto tartessico,
dell'antica Tartesso.
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L'antico linguaggio dei Liguri, che è stato la matrice di quello dei Baschi, ha forgiato anche il proto-celtico dell'Italia settentrionale, fra cui il lepontico e in tempi successivi la lingua che ha originato la langue d'oc, il catalano e il provenzale.
Dal Blog "Sanremo Mediterranea", per il post "Dal Ligure al Celtico, dagli antichi alfabeti dell'Italia Settentrionale al Runico" clicca QUI, per il post "Antichi Liguri: Alleanza e fusione con i Celti" clicca QUI.
- Gli Stoni o Stoeni, in letteratura detti anche Stini o Steoni, furono un popolo dell'Italia antica, sottoclasse degli Euganei (che erano Liguri Ingauni), stanziato nel sud delle Alpi, nell'area geografica della Valle del Chiese, Valli Giudicarie in Trentino e della Val Sabbia e Val Vestino in provincia di Brescia. Il loro villaggio-capitale era Stonos che per alcuni ricercatori, tra questi Federico Odorici e Scipione Maffei, corrisponderebbe all'attuale Vestone, mentre per altri a Storo o a Stenico. Dal nome del popolo degli Stoni deriva lo stesso toponimo di Vestone, ma anche Bostone, monte Stino e Val Vestino.
Carta con gli insediamenti degli
Euganei, Carni, Veneti
(Venetici), Reti, Camuni, Leponzi e
Cenomani.
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Alfabeto
camuno, o
di Sondrio.
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Carta con i territori dei Leponzi,
Trumplini, Tridentini, Stoni, Euganei,
Reti, Vindelici, il Norico; le Alpi
centrali e orientali con i territori limitrofi.
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Statuetta della dea Reitia.
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Alfabeto d'Este
o Venetico.
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Cavallo dei Veneti.
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Dal 683 a.C. - Inizia in Grecia l'età dei tiranni (700 - 500 a.C. circa). Alcuni tiranni furono buoni governanti, come Periandro a Corinto, Gelone a Siracusa e Policrate a Samo. Fiorisce la cultura grazie all'introduzione della scrittura, e vengono fissati per iscritto i poemi di Omero e di Esiodo. Probabilmente Omero non era un solo poeta, ma un gruppo o una scuola di cantori che conservavano la memoria storica della cultura greca antica. Analizzando la costruzione di Iliade e Odissea, composta molto tempo dopo, ci si rende conto che non possono essere state scritte dalla/e stessa/e persona/e e nella stessa epoca.
Nasce la filosofia nella Ionia (Talete, Anassimandro, Anassimene), si affermano poeti lirici (Archiloco, Tirteo, Alceo) e il Santuario di Delfi acquisisce rinomanza universale. Dall' VIII al VI secolo Atene e Sparta si affermano come i centri più importanti, ciascuna riunisce diverse città vicine in lega, Atene con modalità persuasive, Sparta con modalità coercitive.
A Sparta vige un regime oligarchico: due re e un consiglio consultivo, la Gherusia, di 28 anziani.
Pallade Atena, la Dea
Vergine, con lancia e
l'"Egida", l'elmo
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Franz von Stuck: "Amazzone ferita"
(1903).
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Carta del 100 a.C. con la Scizia e la Sarmazia, oltre alla Partia. |
- Verso la metà del VII secolo a. C. i greci di Cuma fondarono Partenope (Παρθενόπη), sull'isoletta di
Carta dell'Illira nel 650 a.C..
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