Bronzetto raffigurante un Guerriero
Sannita.
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Tabella con la pronuncia corretta del
latino classico e come invece la
insegnano a scuola. Clicca per
ingrandire.
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Nell' 89 a.C. - Dopo le Guerre Sociali con gli italici, che ha rischiato di perdere, Roma concede la cittadinanza romana alle popolazioni italiche mentre Gaio Mario, contrariamente alle prescrizioni della legge, riceve il mandato di Console per l'ennesima volta.
Il generale e più volte
console Gaio Mario.
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- Nonostante le origini aristocratiche, la famiglia di Giulio Cesare non era ricca per gli standard della nobiltà romana, né particolarmente influente. Ciò rappresentò inizialmente un grande ostacolo alla sua carriera politica e militare, e Cesare dovette contrarre ingenti debiti per ottenere le sue prime cariche politiche. Inoltre, negli anni della giovinezza dello stesso Cesare, lo zio Gaio Mario si era attirato le antipatie della nobilitas repubblicana (anche se successivamente Cesare riuscì a riabilitarne il nome) e questo metteva anche lo stesso Cesare in cattiva luce agli occhi degli optimates. Il padre, suo omonimo, era stato pretore nel 92 a.C. e aveva probabilmente un fratello, Sesto Giulio Cesare, che era stato console nel 91 a.C. e una sorella, Giulia, che aveva sposato Gaio Mario intorno al 110 a.C.. Sua madre era Aurelia Cotta, proveniente da una famiglia che aveva dato a Roma numerosi consoli. Il futuro dittatore ebbe due sorelle, entrambe di nome Giulia: Giulia maggiore, probabilmente madre di due dei nipoti di Cesare, Lucio Pinario e Quinto Pedio, menzionati insieme a Ottaviano nel suo testamento, e Giulia minore, sposata con Marco Azio Balbo, madre di Azia minore e di Azia maggiore, a sua volta madre di Ottaviano.
- Finite le guerre sociali in Italia si apre un nuovo fronte in Asia, dove Mitridate, re del Ponto, nel tentativo di allargare verso occidente i confini del suo regno, invade la Grecia, ormai provincia romana. Posto di fronte alla scelta se affidare il comando dell'inevitabile guerra contro Mitridate a Silla o Mario, il Senato, in un primo momento, sceglie Silla. In seguito, tuttavia, quando il tribuno della plebe Publio Sulpicio Rufo, appoggiato da Mario cercò di far passare una legge per distribuire gli alleati italici nelle tribù cittadine, in modo da influenzare con il loro voto i comizi, ne nacque uno scontro nel quale il figlio del console Quinto Pompeo Rufo trovò la morte. Silla, per sfuggire alla confusione, si rifugiò nella casa dello stesso Mario. Intanto la legge venne approvata e le tribù che adesso contenevano anche i nuovi cittadini fecero passare una legge secondo la quale veniva affidata a Mario la guerra contro Mitridate. Intanto Silla raggiunse l'esercito a Nola e Mario fece mandare due tribuni per portare l'esercito a Roma, ma l'esercito uccise i tribuni e Silla fece marciare l'esercito su Roma. Mario, all'arrivo di Silla, abbandonò precipitosamente Roma, rifugiandosi in esilio. Gneo Ottavio e Lucio Cornelio Cinna furono eletti consoli nell'87 a.C., mentre Silla, nominato proconsole, si mise in marcia verso oriente con l'esercito.
Carta dei luoghi delle battaglie nella
Guerra Civile di Roma,
dall'88 all'82 a.C. - Clicca
sull'immagine per ingrandirla.
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Quando nell'88 a.C. Mario fu dichiarato nemico pubblico da Silla e costretto a fuggire da Roma, si rifugiò tra le paludi di Minturnae. I magistrati locali decretarono la sua morte per mano di uno schiavo Cimbro il quale, tuttavia, mosso a compassione o intimorito non diede corso alla esecuzione. Il busto bronzeo di Gaio Mario si trova collocato attualmente nel Municipio di Minturno. Plutarco, in “Marium”, scrisse che i Minturnesi, mossi a compassione, lo aiutarono a imbarcarsi sulla nave di Beleo, diretta verso l'Africa. Mentre Silla conduceva la sua campagna militare in Grecia, a Roma il confronto fra la fazione conservatrice di Ottavio, rimasto fedele a Silla, e quella popolare e radicale di Cinna fedele a Mario si inasprì sfociando in aperto scontro. A questo punto, nel tentativo di avere la meglio su Ottavio, Mario, insieme al figlio, rientrò dall'Africa con un esercito ivi raccolto e unì le proprie forze a quelle di Cinna, che aveva radunato truppe filomariane ancora impegnate in Campania contro gli ultimi socii ribelli. Gli eserciti alleati entrarono in Roma, di modo che Cinna fu eletto console per la seconda volta e Mario per la settima. Seguì una feroce repressione contro gli esponenti del partito conservatore: Silla fu proscritto, le sue case distrutte e i suoi beni confiscati. L'armata di Silla, dopo aver concluso vittoriosamente la campagna nel Ponto, rientrò in Italia sbarcando a Brindisi nell'83 a.C., e sconfisse il figlio di Mario, Gaio Mario il Giovane, che morì in combattimento a Preneste, a circa 50 chilometri da Roma. Gaio Giulio Cesare, nipote della moglie di Mario, sposò una delle figlie di Cinna. Dopo il ritorno di Silla a Roma si instaurò un regime di restaurazione che perpetrò le più feroci repressioni, tanto che Giulio Cesare fu costretto a fuggire in Cilicia, dove rimase fino alla morte di Silla, nel 78 a.C..
- Nell' 85 a.C., quando Cesare aveva solo quindici anni, muore suo padre Gaio Giulio Cesare il Vecchio.
- Nell'84 a.C. Giulio Cesare ripudia la sua promessa sposa Cossuzia per poi sposare in seguito Cornelia minore, figlia di Lucio Cornelio Cinna, alleato di Gaio Mario nella guerra civile. Nell’antica Roma il nome individuale di una donna doveva rimanere segreto, infatti mentre gli uomini avevano il loro nome, poi il nome della gens ed infine i cognomen, le donne son indicate sempre con il nome della gens cui appartengono - cosa che spesso induce errori nelle trattazioni storiche - e vengono distinte con maior o minor in base all’anzianità o con un numero ordinale, secunda, tertia, ecc. ecc. Il nuovo legame con una famiglia notoriamente schierata con i popolari, oltre alla parentela con Mario, causeranno problemi non indifferenti al giovane Cesare negli anni della dittatura di Silla, che cercherà di ostacolarne in tutti i modi le ambizioni, bloccando fra l'altro la sua nomina a Flamen Dialis, il sacerdote preposto al culto di Giove Capitolino, l'unico tra i sacerdoti che potesse presenziare nel Senato con il diritto alla sedia curule e alla toga pretesta.
- Nell'83 a.C. all'età di tredici anni, Cornelia (94 a.C. - 69 o 68 a.C.) ricordata anche come Cornelia Minore, sposa il diciottenne Gaio Giulio Cesare. Cornelia era figlia di Lucio Cornelio Cinna, uno dei maggiori leader del partito popolare mariano e sorella dell'omonimo Lucio Cornelio Cinna, pretore nel 44 a.C., che fu uno dei partecipanti all'omicidio di Giulio Cesare. Quando il dittatore Lucio Cornelio Silla comanderà allo stesso Cesare di ripudiare la moglie, lui si rifiuterà di farlo e riuscirà ad evitare la rappresaglia di Silla grazie all'intervento di alcuni personaggi particolarmente influenti appartenenti al partito degli ottimati.
Il generale e dittatore
Lucio Cornelio Silla.
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- Per Giulio Cesare la situazione a Roma si aggrava quando il dittatore campione degli ottimati Publio Cornelio Silla, avuta la meglio su Mitridate VI, nell'82 a.C. rientra in Italia, sconfigge i seguaci del campione dei populares Mario nella battaglia di Porta Collina e si autoproclama dittatore perpetuo al fine di riformare le leggi e restaurare i privilegi degli ottimati nel funzionamento della repubblica, cominciando ad eliminare i suoi avversari politici. Ordina a Cesare di divorziare da Cornelia poiché non è patrizia, ma Cesare rifiuta. Silla medita allora di farlo uccidere, ma deve poi desistere dopo i numerosi appelli rivoltigli dalle Vestali e da Gaio Aurelio Cotta, parente di Cesare. In quell'occasione esclama: «Abbiatela pure vinta, e tenetevelo pure! Un giorno vi accorgerete che colui che volete salvo a tutti i costi sarà fatale alla fazione degli Ottimati, che pure tutti insieme abbiamo difeso. In Cesare ci sono, infatti, molti Gaio Mario!» (Svetonio, Vite dei Cesari, Cesare, 1). Giulio Cesare, temendo comunque per la sua vita, lascia Roma, prima ritirandosi in Sabina (dove è costretto a cambiare domicilio ogni giorno) e poi, raggiunta la giusta età, partendo per il servizio militare in Asia, come legato del pretore Marco Minucio Termo che gli ordina di recarsi presso la corte di Nicomede IV, sovrano del piccolo stato della Bitinia. Di questa missione si parlò a lungo a Roma, ove si diffuse la voce che Cesare avesse avuto una relazione amorosa con il sovrano, come testimoniano i canti intonati dai legionari dello stesso Cesare oltre trentacinque anni dopo (Svetonio, Vite dei Cesari, Cesare, 1). In ogni modo, come legato di Minucio durante l'assedio di Mitilene, Cesare partecipa per la prima volta a uno scontro armato, distinguendosi per il suo coraggio, tanto che gli è conferita la corona civica, che veniva concessa a chi, in combattimento, avesse salvato la vita a un cittadino e in seguito alle riforme promulgate da Silla, a chi fosse stata conferita una corona militare sarebbe stato garantito l'accesso al Senato. Rientrato a Roma Minucio, Cesare rimase in Cilicia, partecipando come patrizio romano a diverse operazioni militari che si svolsero in quella zona, come l'azione contro i pirati (che proprio in Cilicia avevano il loro punto di forza) sotto il comando di Servilio Isaurico. In quanto di famiglia patrizia, lì fu associato con alcuni incarichi a vari comandanti romani.
Patrizio Torlonia di profilo, da https://it.wiki pedia.org/wiki/Patrizio _Torlonia. |
Patrizio Torlonia, da https ://it.wikipedia.org/wiki/ Patrizio_Torlonia. |
Gaio Giulio Cesare, I sec.
museo archeologico di Napoli.
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Anfiteatro Romano di Capua.
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