Mosaico bizantino raffigurante
l'imperatore Costantino I,
particolare, Basilica di Santa
Sofia (Instanbul, Turchia), da: |
Moneta del 327 con l'imperatore
Costantino e il
monogramma di Cristo, da:
https://it.wikipedia |
Nel 324 - Scontratosi una prima volta in Mesia, ad Adrianopoli, con Costantino, Licinio non riuscì ad approfittare della sua netta superiorità numerica, venendo di lì a poco sconfitto in una battaglia navale nell'Ellesponto da Crispo, figlio di Costantino e di Minervina. Minervina (fine III secolo - prima del 307) sposò Costantino quando questi era molto giovane, ed ebbe da lui un figlio, Crispo. Quando Costantino ebbe bisogno di rafforzare i suoi legami con i tetrarchi, sposò Fausta, figlia dell'imperatore Massimiano nel 307, ed è possibile che Minervina fosse in tale occasione ripudiata, ma è più probabile che fosse già morta.
Suddivisione in chiese e patriarcati
nell'impero romano.
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Dal punto di vista dottrinale, le discordie erano assai radicate nella comunità cristiana e il Concilio di Nicea del 325 rappresentò un momento importante di questo confronto, nato dalla constatazione che il tema cristologico (temi riguardanti la natura di Gesù Cristo, la sua divinità, i suoi rapporti con la tradizione giudaica e con il monoteismo precristiano) aveva ormai assunto un rilievo politico. Si affermava quindi la consustanzialità, cioè la stessa natura, del Padre e del Figlio, come si recita nella preghiera "Credo", chiamato appunto niceno e quelle che avessero sostenuto dottrine diverse, sarebbero divenute "chiese scismatiche". Costantino, adoratore del Sole Invitto, supervisionava il tutto esercitando, come imperatore l'autorità di Pontefice massimo: gli stava a cuore il dominio sia politico-militare che religioso sull'impero e cercava di organizzare ed istituzionalizzare la nuova fede religiosa per saldarla alla tradizione romana. Era necessario divinizzare Gesù e a tal fine era stata aggiunta nei Vangeli la Resurrezione e per separarsi definitivamente dall'Ebraismo, da una parte si accusavano i Giudei di "deicidio" e dall'altra si poneva l'accento sul legame fra Cristo e Roma tramite Pietro, investito secondo le scritture ad essere la pietra fondante della Chiesa a Roma stessa. Prende quindi forma una nuova Chiesa, che non è più solo il nome della comunità cristiana, ma anche un vertice di funzionari che da una parte gestiscono potere politico, economico e giudiziario e dall'altra si ergono a tramite fra i fedeli e la divinità, coronando così gli sforzi di Paolo di Tarso, che aveva minacciato perfino l'apostolo Pietro ad adeguarsi ad una strategia di controllo sulla comunità dei cristiani, sia che fossero essi ebrei o gentili. L'ebreo Saul di Tarso (S. Paolo), diventerà così, insieme a Simon-Pietro, fondante per la Chiesa "Cattolica" (cioè Universale) e quindi Apostolica. L'Imperatore Romano aveva fondato una Chiesa Romana. Le dottrine cristologiche (dottrine riguardanti la natura di Gesù Cristo, la sua divinità, i suoi rapporti con la tradizione giudaica e con il monoteismo precristiano) dei primi secoli vengono vagliate nel concilio e sono stabiliti i "fondamentali" della Chiesa. Un anno dopo il Concilio di Nicea, avverrà la confisca e la distruzione di tutte le opere che mettevano in discussione i fondamenti approvati dal Concilio: le opere degli autori pagani che parlavano di Gesù e quelle dei cristiani eretici. Il capolavoro di Costantino I il Grande, poi fatto Santo, era dunque compiuto. Il Concilio dovette inoltre bollare come eresie alcune pericolose deviazioni dall'ortodossia nicena che avrebbero potuto destabilizzare il nuovo afflusso della cristianità nelle istituzioni statali, ne seguono alcune:
- Il Nestorianesimo, oggetto di vari scismi, di cui si discuterà a lungo. Nestorio, patriarca di Costantinopoli, enfatizzava la natura umana di Gesù, a spese di quella divina. La Vergine Maria aveva dato vita ad un uomo Gesù, non a Dio, quindi non al Logos ("Il Verbo", Figlio di Dio). Il Logos risiedeva in Cristo, era custodito nella sua persona come in un tempio. Cristo quindi era solo Theophoros, termine greco che significa "portatore di Dio". Di conseguenza Maria doveva essere chiamata Christotokos, "Madre di Cristo" e non Theotokos, "Madre di Dio". Si veda anche Vangelo di Luca 1, 43.
- Il Marcionismo. Fu Marcione (85-160), vescovo nato a Sinope sul Mar Nero, il fondatore di questa dottrina; alcuni Padri della Chiesa (Epifanio di Salamina ad esempio) indicano in Cerinto un suo maestro.
Nel 326 - Iniziano i lavori per la costruzione della nuova capitale Nova Roma (Nuova Roma) sul sito dell'antica città di Bisanzio, fornendola di un senato e di uffici pubblici simili a quelli di Roma. Il luogo venne scelto come capitale nel 324 per le sue qualità difensive e per la vicinanza ai minacciati confini orientali e danubiani. Inoltre, particolare non secondario, consentiva a Costantino di sottrarsi all'influenza invadente, arrogante ed irritante, degli aristocratici presenti nel senato romano. La città venne inaugurata nel 330 e prese presto il nome di Costantinopoli. Rispetto alla vecchia città, la nuova era quattro volte più vasta: dove c'era un'antica porta Costantino pose un foro circolare, inoltre spostò le sue mura più ad occidente di 15 stadi. La città (oggi Istanbul, nome che appare ufficialmente dal 1930 e che deriva dal greco “isten polis”, cioè "quella è la città") resterà poi fino al 1453 la capitale dell'Impero romano d'Oriente, chiamato dai latini impero bizantino.
Aquila bicipite o a due teste, che
simboleggiavano le due parti,
Occidente e Oriente dell'impero,
emblema dell'impero romano adottato
da Costantino il Grande. Da: https://gr
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- Fausta Massima Flavia (Roma, 289 o 290 - Roma, 326), da Costantino ebbe tre figli, Costantino II, Costanzo II e Costante I, tutti succeduti al padre e due figlie, Costantina ed Elena. Nata e cresciuta a Roma, era la figlia più giovane di Massimiano ed Eutropia. Nel marzo 307 sposò Costantino I, probabilmente a Treviri: il marito era più vecchio di lei di almeno quindici anni. Voluto come legame tra Costantino e il tetrarca, per rafforzarne l'alleanza, il matrimonio di Fausta fu messo alla prova da due eventi tragici, avvenuti a seguito dei contrasti di Costantino con il padre e il fratello di Fausta. Nel 310, fu Fausta a svelare il complotto di Massimiano contro Costantino, che farà uccidere il suocero e nel 312, invece, all'indomani della vittoriosa Battaglia di Ponte Milvio, Costantino fece mettere la testa del cognato Massenzio su di una lancia e la fece girare per la città. Dopo quasi dieci anni di matrimonio senza figli, Fausta diede a Costantino tre maschi e due femmine. Come moglie di un imperatore, Fausta ricevette il titolo di nobilissima femina e dopo la vittoria di Costantino su Licinio ricevette anche il titolo di augusta (324 o 325). Nel 326 secondo alcune fonti avrebbe accusato il figliastro Crispo, figlio della prima moglie di Costantino, Minervina, di averla voluta sedurre e lo fece mettere a morte. Poco dopo Costantino, convintosi dell'innocenza del figlio, l'avrebbe fatta morire affogandola in un bagno portato a una temperatura più alta del normale. Secondo una diversa versione la sua morte venne invece causata dal sospetto di adulterio. Fausta subì la damnatio memoriae, una locuzione che significa letteralmente "condanna della memoria", che nel diritto romano indicava una pena consistente nella cancellazione di qualsiasi traccia riguardante una persona, come se non fosse mai esistita.
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